Articles de revues sur le sujet « Teatri pubblici »

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Lo Monaco, Analissa. « Edifici per gli dei. Evergeti pubblici e privati nei santuari del Peloponneso del II secolo d.C. = Buildings for the Gods. Public and Private Benefactors in the 2nd. Century AD. Peloponnese Sanctuaries ». ARYS. Antigüedad : Religiones y Sociedades, no 16 (12 septembre 2019) : 139. http://dx.doi.org/10.20318/arys.2018.4558.

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Résumé :
Riassunto: Quali edifici sono dedicati agli dei nel II secolo d.C.? Chi li pagava? Esiste una pre­dilezione per un particolare genere di edi­fici (funzionali, di recezione, sacri in senso stretto) a seconda che si tratti di interventi finanziati dall’imperatore o da una commit­tenza pubblica (i demi e i consigli locali), o che siano invece interventi privati? Questo articolo offre una rassegna delle principali tipologie di interventi edilizi e architettonici individuabili nel II secolo d.C. nei santuari del Peloponneso, esaminandoli in diacronia a seconda della loro funzione specifica (ter­me, teatri, edifici di assemblea) e mettendo in luce in che modo essi cambiarono la per­cezione e la vita quotidiana all’interno delle aree sacre.Abstract: Which buildings are dedicated to the gods in the 2nd century AD? Who paid for them? Is there a preference for a particu­lar kind of buildings (functional, recep­tion, sacred) depending on whether they are interventions financed by the emper­or or a public commission (the demi and local councils), or whether it is instead a private intervention? This article offers an overview of the main types of build­ing and architectural interventions that can be identified in the 2nd century AD. in the sanctuaries of the Peloponnesus, ex­amining them in diachrony according to their specific function (thermal buildings, theaters, assembly buildings) and high­lighting how they changed perception and daily life within the sacred areas.Parole chiave: Peloponneso, santuari, evergeti, impera­tori, dediche.Key words: Peloponnesus, sanctuaires, benefactors, imperators, dedications.
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2

Cooley, Alison. « A new date for Agrippa's theatre at Ostia ». Papers of the British School at Rome 67 (novembre 1999) : 173–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004542.

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Résumé :
UNA NUOVA DATA PER IL TEATRO DI AGRIPPA AD OSTIAQuest'articolo riesamina la data di fondazione del teatro di Ostia, e suggerisce che esso possa contribuire a un più generale modello di costruzione dei teatri tipico dell'impero in un periodo particolare del regno di Augusto. Vi è generale consenso sul fatto che il teatro di Ostia sia stato costruito nel periodo augusteo, dietro suggerimento del braccio destro di Augusto, Marco Agrippa, ma è stato talvolta associato con la prima parte del suo regno. La prima parte della discussione sottolinea l'importanza di un frammento epigrafico, che dovrebbe essere aggiunto ai due frammenti pubblicati come CIL XIV 82. Le due lettere del frammento suggeriscono l'ipotesi che la fondazione del teatro appartenga al periodo 18–12 a.C, e forse al 18–17 a.C. Il teatro di Ostia appartiene quindi ad un gruppo di teatri che furono costruiti fra il 25 ed il 15 a.C. e che sono associati con personaggi influenti che avevano legami personali con Augusto.
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Jedrkiewicz, Stefano, et Heinz Kindermann. « Il pubblico del teatro antico ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 45, no 3 (1993) : 129. http://dx.doi.org/10.2307/20547217.

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De Stasio, Loreta. « "Cominciamo Bene" : vaciar el sujeto y rechazar la representación en el teatro ». Tropelías : Revista de Teoría de la Literatura y Literatura Comparada, no 7 (18 octobre 2020) : 371–82. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_tropelias/tropelias.202074796.

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Résumé :
Poniéndose a prueba con el proyecto de Artaud, y actuando y realizando el pensa-miento de Gilles Deleuze[1], en los años sesenta se manifiesta en el teatro italiano el fenómeno del actor, autor y director más controvertido e inclasificable del teatro europeo reciente: Carmelo Bene. El prolífico autor teatral ­―nacido en 1937 en Salento (provincia de Lecce, Apulia), el tacón de la bota italiana (“Il sud del Sud”) y fallecido en 2002― es conocido por la mayoría como un personaje ambiguo y particularmente excéntrico que se impuso contra el teatro tradicional y contra la misma vanguardia. Y aún hoy, dieciocho años después de su muerte, sigue suscitando mucho interés y dudas. Su teatro rechaza el texto, la palabra con todos sus significados que se reproducen gracias a la representación tradicional ―con todos sus agentes: autor, director, actor y público―. Bene rechaza una concepción del arte que en el teatro occidental se ha estancado perpetuando la imitación según los preceptos aristotélicos, impidiendo así la creación libre y liberadora. Según Piergiorgio Giacché, Carmelo Bene es el único que coloca su actorialidad por encima de cualquier otra función y vocación teatral ―es decir, más allá del autor y contra el director―, acepta la soledad del actor para celebrar su libertad y la del arte teatral. Sin embargo, Carmelo Bene lleva a cabo también la liberación en el teatro de los significantes sobre los que impone su voz con sus modulaciones y amplificaciones, para desaparecer y “perderse” en el artificio de la “Máquina actorial” [2]. [1] Gilles Deleuze, Logique du sense, Paris, Ed. Minuit, 1969. [2] Como Giacché destaca, tres son los aspectos que distinguen a Bene y que “[...] costituiscono l’originalità se non addirittura l’origine del suo teatro: la separazione dal Pubblico, la sublimazione della Voce, la sparizione nella Macchina”. Giacché, P., «Nessun Bene. Tre atti unici di Carmelo Bene», en Doppiozero, 16 de marzo de 2017, en https://www.doppiozero.com/materiali/nessun-bene, consultado el 23 de julio de 2020.
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Mongitore, Rodolfo. « Lo spazio della musica nel teatro kabuki ». AsiaTeatro 2023, no 1 (2023) : 23–35. http://dx.doi.org/10.55154/vkoq1037.

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Sulla organizzazione degli spazi dedicati ai diversi organici strumentali che compongono l’orchestra del teatro Kabuki e la logica che governa la visibilita' o invisibilita' degli interpreti alla vista del pubblico.
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Pieri, Marzia. « Il pubblico femminile a teatro in età moderna ». Italica Wratislaviensia 10, no 2 (31 décembre 2019) : 37–49. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2019.10.1.15.

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Pieri, Marzia. « Il pubblico femminile a teatro in età moderna ». Italica Wratislaviensia 10, no 2 (31 décembre 2019) : 3–7. http://dx.doi.org/10.15804/iw.2019.10.2.2.

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Della Ferrera, Giacomo. « Il caso del Teatro Sociale di Sondrio per la fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 147–66. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18665.

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Résumé :
Il Teatro Sociale di Sondrio, inaugurato nel 1824, rappresenta tra XIX e XX secolo il più importante centro teatrale dell’intera Valtellina. Considerando anche l’importanza che riveste nella storia locale, il teatro sondriese può essere preso come esempio attraverso cui riconoscere, da un punto di vista particolare, le evoluzioni a cui va incontro la drammaturgia italiana a cavallo dei due secoli. Lo studio dei manifesti conservati negli archivi e lo spoglio dei periodici locali hanno permesso di analizzare le modalità e le tempistiche con cui venivano allestiti gli spettacoli e l’accoglienza di questi da parte del pubblico e della critica di Sondrio: su queste basi, il seguente studio cerca di offrire una fisionomia del pubblico teatrale otto-novecentesco, un pubblico provinciale, lontano da quello delle grandi città ma che, come si vuole dimostrare, condivide con quest’ultimo gli stessi gusti: dalla ricerca della novità alla passione per i drammi sentimentali, dalla pièce bien faite alla nuova drammaturgia borghese.
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Garavaglia, Valentina. « Tra utopia e riformismo, il teatro pubblico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (10 mars 2020) : 439–58. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910088.

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Résumé :
L’incontro tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler avvenuto nella Milano del dopoguerra, segna l’inizio di un sodalizio, artistico e umano, che ha concorso a scrivere importanti pagine della storia del teatro non solo italiano, ma soprattutto ha contribuito ad arricchire la storia della cultura di ispirazione socialista nel nostro paese. Il legame tra il Piccolo Teatro di Milano, nei suoi primi 25 anni di vita, e la storia del socialismo riformista si racconta attraverso drammaturgie di impegno politico, scelte di regia e di politica culturale nelle quali si intrecciano le biografie del regista e dell’ideologo, uniti nell’impegno per la realizzazione di un teatro d’arte per tutti a partire dall’eredità della Resistenza. Attraverso l’analisi degli appunti di regia, della corrispondenza privata, della critica e degli allestimenti, l’articolo si propone di ripercorrere gli anni dalla fondazione del Piccolo Teatro, nel 1947, fino al 1972, anno in cui Paolo Grassi passerà alla direzione del Teatro alla Scala. A partire dal primo allestimento di Giorgio Strehler, L’albergo dei poveri di Gor’kij, le scelte drammaturgiche e stilistiche del primo teatro stabile pubblico italiano si rivelano emblematiche della continua tensione ideale tra arte e politica, tra attenzione rivolta all’uomo e riflessione sulla collettività.
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Boni, Federico, et Oscar Ricci. « Audience participassion. Professionisti e pubblici teatrali tra partecipazione e passione ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 56 (décembre 2018) : 65–81. http://dx.doi.org/10.3280/sc2018-056005.

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Santuccio, Maria Elena. « IL METATEATRO PIRANDELLIANO E LA TEATRALITÀ fascista ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 41, no 2 (septembre 2007) : 359–81. http://dx.doi.org/10.1177/001458580704100204.

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La “riteatralizzazione” dello spettatore svolta da Pirandello nelle opere metateatrali presenta caratteristiche opposte rispetto alla ridefinizione del ruolo del pubblico/massa realizzata dal teatro-rito nazionalista e fascista. Il metateatro pirandelliano assegna all'audience un ruolo attivo, incoraggiando una distanza critica che era estranea alla struttura consensuale della teatralità fascista e della drammaturgia dannunziana.
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Masotti, Stefano. « Il corpo emotivo e poetico ». GROUNDING, no 2 (janvier 2013) : 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/gro2012-002004.

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Résumé :
L'insegnamento della bioenergetica presso due Accademie d'Arte Drammatica, diviene occasione per riflettere sulla possibile implementazione di conoscenze e pratiche delle psicoterapie a mediazione corporea nei contesti di formazione degli attori, per contribuire ad aumentare quella credibilitŕ del teatro contemporaneo che si ritiene oggigiorno indebolita. Il teatro della rappresentazione dell'altro, del personaggio come soggetto altro da sé, per ottenere l'approvazione del pubblico, č ipotizzato come una reiterazione del meccanismo che ha prodotto il falso Sé nelle persone, per ricercare nell'infanzia l'approvazione familiare. Č ritenuto una forma di resistenza al cambiamento, per la difficoltŕ di incontrare se stessi.
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Biard, Michel. « Il patriota e il vaudeville. Teatro, pubblico e potere nella Parigi della Rivoluzione. » Annales historiques de la Révolution française, no 323 (1 mars 2001) : 128–29. http://dx.doi.org/10.4000/ahrf.1039.

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Attisani, Antonio. « L'azione poetante di Mario Mieli ». Balthazar, no 4 (13 septembre 2022) : 72–87. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18486.

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Siamo in tanti a ricordare Mario Mieli (1952-1983) a quarant’anni dalla sua morte per suicidio dopo una vita straordinaria che aveva abolito, tra i tanti, anche il confine tra privato e pubblico. Prendendo spunto da una intervista che gli aveva fatto nel 1978 (qui riproposta) e dalla memoria dell’allora “teatro gay” di cui Mieli era uno dei maggiori esponenti, l’autore di queste note propone di pensare alla sua poetica teatrale come un aspetto centrale e altamente significativo della sua biografia e della sua eredità.
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De Castro, Maurício Paroni. « THIERRY SALMON, DEMIURGO E PEDAGOGO ». Revista Rascunhos - Caminhos da Pesquisa em Artes Cênicas 6, no 1 (28 mars 2019) : 20–34. http://dx.doi.org/10.14393/rr-v6n1-2019-02.

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Título: THIERRY SALMON, DEMIURGO E PEDAGOGO – uma introdução para um público brasileiro Resumo: Através da narração de sua experiência pessoal com o encenador e pedagogo do teatro Thierry Salmon, o diretor, dramaturgista e roteirista Mauricio Paroni de Castro traz o percurso de um aprendizado teatral que transformou e formou radicalmente sua estética, até seus primeiros espetáculos italianos. Tal percurso serve para apresentar técnicas do diretor enquanto meio expressivo e não como o esteticismo virtuosístico que se insidia-se incipientemente na realização de alguns workshops sobre atuação – por exemplo, o círculo neutro. Paroni utiliza seu percurso pessoal para compor uma visão, entre apaixonada e racional, do modo de trabalhar de Thierry enquanto apresentação ao público brasileiro. Palavras-chave: Círculo neutro; Pedagogia teatral; Dramaturgia de cena; Personagem; Narração. Titolo: THIERRY SALMON, DEMIURGO E PEDAGOGO – una introduzione per un pubblico brasiliano. Riassunto: Attraverso il racconto della sua esperienza personale con il regista e pedagogo teatrale Thierry Salmon, il regista, drammaturgo e sceneggiatore Maurício Paroni de Castro traccia il percorso di un apprendimento teatrale che ha trasformato e plasmato radicalmente la sua estetica, fino dai suoi primi spettacoli italiani. Tale percorso serve a presentare le tecniche del regista come mezzo espressivo e non come l’estetismo virtuosistico che è insidiosamente proposto nell'esecuzione di alcuni workshop sulla recitazione - per esempio, il cerchio neutro. Paroni usa il suo personale percorso per comporre una visione, tra appassionata e razionale, del modo di lavorare di Thierry e allo stesso tempo lo presenta al pubblico brasiliano. Parole chiave: Cerchio neutro; Pedagogia teatrale; Drammaturgia scenica; Personaggio; Narrazione. Title: THIERRY SALMON, DEMIURGE AND EDUCATOR – an introduction for a Brazilian audience Abstract: Through the narration of his personal experience with the director and pedagogue of Thierry Salmon Theater, the director, dramaturgist and screenwriter Mauricio Paroni de Castro brings the course of a theatrical learning that transformed and radically shaped his aesthetic, until his first Italian spectacles. This course serves to present techniques of the director as an expressive medium and not as a virtuosic aestheticism that is insidiously incipient in the performance of some workshops on acting - for example, the neutral circle. Paroni uses his personal path to compose a vision, between passionate and rational, of the way of working of Thierry while presenting to the Brazilian public. Keywords: Neutral circle; Theatrical pedagogy; Scene dramaturgy; Character; Narration.
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Medda, Laura. « Scrivere per il teatro Il mondo sardo nei racconti drammatici di Giuseppe Dessì ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 18. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.61943.

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ABSTRACT: Questo articolo riguarda i testi per il teatro dello scrittore sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Nell'ordine, presentiamo i Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e il dramma storico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autore di romanzi e racconti, in questi testi, Giuseppe Dessì rappresenta la complessità del mondo sardo in linea di continuità con quanto espresso nelle sue pagine narrative e saggistiche. Il teatro permette allo scrittore di sperimentare un nuovo linguaggio capace di rappresentare, attraverso i personaggi, non solo azioni e fatti ma anche atmosfere, percezioni e poetiche ragioni caratterizzanti i significati più profondi della sua scrittura. La produzione teatrale dell'autore, ancora oggi considerata di minor rilevanza e non abbastanza studiata dalla critica, è degna invece di maggiore attenzione e approfondimenti: per questo motivo, abbiamo deciso di presentare la figura di Giuseppe Dessì attraverso tre importanti testi drammatici poco conosciuti al grande pubblico estero.Parole chiave: Giuseppe Dessì. Letteratura italiana. Teatro. Narrativa. Sardegna. RESUMO: Este artigo trata da textos para o teatro do escritor sardo Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 – Roma, 1977). Apresentamos os Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) e o drama histórico Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Importante autor de romances e contos, nestes textos, Giuseppe Dessì representa a complexidade do mundo sardo em paralelo com o que expressa nas suas páginas narrativas e ensaísticas. O teatro permite ao escritor experimentar uma nova linguagem capaz de representar, através das vozes dos personagens, não apenas ações e fatos, mas também os ambientes, as percepções e as poéticas, que permeiam os significados mais profundos da sua escrita. A produção teatral do autor, ainda hoje considerada de menor relevância e não suficientemente estudada pela crítica, é digna de maior atenção e aprofundamento: por esse motivo, decidimos apresentar a figura de Giuseppe Dessì através de três importantes textos dramáticos pouco conhecidos do grande público estrangeiro.Palavras-chave: Giuseppe Dessì. Literatura italiana. Teatro. Narrativa. Sardenha. ABSTRACT: This article concerns the texts for the theater of the Sardinian writer Giuseppe Dessì (Cagliari, 1909 - Rome, 1977). In order, we present the Racconti drammatici - Qui non c'è guerra, La Giustizia - (Feltrinelli, 1959) and the historical drama Eleonora D'Arborea (Mondadori, 1964). Important author of novels and short stories, in these texts, Giuseppe Dessì represents the complexity of the Sardinian world in line with what is expressed in his narrative and non-fiction pages. The theater allows the writer to experience a new language capable of representing, through the characters, not only actions and facts but also atmospheres, perceptions and poetic reasons characterizing the deepest meanings of his writing. The theatrical production of the author, still today considered of minor importance and not sufficiently studied by the critics, is instead worthy of greater attention and insights: for this reason, we have decided to present the figure of Giuseppe Dessì through three important dramatic texts little known to the large foreign public.Keywords: Giuseppe Dessì. Italian literature. Theater. Fiction. Sardinia.
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Bernard, Enrico. « L’italiano ha mille anni : Spunti drammatici sull’origine della lingua e della letteratura italiane in occasione della svolta millenaria del nostro idioma ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (10 septembre 2014) : 551–61. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814542583.

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La lingua italiana è nata circa un millennio fa dalla trasformazione della liturgia drammatica in dramma liturgico. Attori di questo processo sono stati i “comici” che hanno sviluppato il dramma per la comprensione liturgica e per intrattenere il pubblico su temi religiosi conosciuti. Si è innescato così un processo abbastanza rapido di delatinizzazione e “involgarimento” delle sacre rappresentazioni che, spostandosi dall’altare alle piazze, hanno preso la forma meno solenne di laudi e misteri buffi. Questo processo è stato però messo in ombra dal tentativo – che ha origini lontane, addirittura in Dante – di nobilitare e idealizzare la genesi dell’italiano distinguendo il volgare dal “dolce stil novo”. La dicotomia ha scatenato discussioni secolari sul dialetto, in particolare sul fiorentino, che per Dante rappresenta quell’idioma “illustre, regale, curiale, cardinale” che si differenzia dal volgare come lingua d’ élite, letteraria e burocratica. Questa interpretazione, contrastata da Petrarca e Machiavelli, finì per eclissare l’origine drammatica, teatrale, dell’italiano. Ciò ha comportato un’interpretazione puramente letteraria e “fiorentinocentrica” della nostra storia linguistica e la “miseria” del teatro italiano sempre considerato, secondo una linea che va da Dante a Croce, come uno strumento troppo “volgare” e rozzo per sublimarsi in letteratura.
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De Paula, Eduardo. « CARTOGRAFIA THIERRY SALMON ». Revista Rascunhos - Caminhos da Pesquisa em Artes Cênicas 6, no 1 (1 avril 2019) : 05–19. http://dx.doi.org/10.14393/rr-v6n1-2019-01.

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Título: Cartografia Thierry Salmon - entre uma apresentação ao público brasileiro e uma contextualização necessária Resumo: Apresentação e contextualização de Thierry Salmon e dos textos escolhidos para o público brasileiro: Biografia Thierry Salmon, Dez perguntas mais uma a Thierry Salmon¸ Homenagem a Thierry Salmon, Pentesiléia e o Projeto Amazonas: duplo olhar para uma dramaturgia – [com] um fragmento de diálogo à distância com Thierry Salmon e É Preciso que o real penetre no espetáculo. Para conhecer mais sobre o teatro de Thierry Salmon o texto é acompanhado de uma bibliografia elaborada a partir dos materiais reunidos. Palavras-chave: Thierry Salmon, Encenação, Atuação, Dramaturgia, Processo de Criação. Titolo: Cartografia Thierry Salmon – tra una presentazione al pubblico brasiliano e una necessaria contestualizzazione Riassunto: Presentazioni e contesto generali su Thierry Salmon e i testi scelti per il pubblico brasiliano: Biografia: Thierry Salmon, Dieci Domande più una a Thierry Salmon, Omaggio a Thierry Salmon, Pentesilea e il Progetto Amazzone: doppio sguardo per una drammaturgia – [con] un frammento di dialogo a distanza con Thierry Salmon e Bisogna che il reale penetri nello spettacolo. Per conoscere meglio il lavoro di Thierry Salmon il testo è seguito da una sintesi bibliografica dai materiali raccolti. Parole chiave: Thierry Salmon, Messa in scena, Recitazione/Rappresentazione, Drammaturgia, Processo di creazione. Title: Cartography Thierry Salmon - between a performance for the Brazilian audience and a necessary contextualisation Abstract: Presentation and contextualization of Thierry Salmon and selected texts for the Brazilian public: Biography: Thierry Salmon, Ten questions plus one to Thierry Salmon, Tribute to Thierry Salmon, Penthesilea and the Amazon Project: dual perspective for a dramaturgy – [with] a fragment of a distance dialogue with Thierry Salmon and It is necessary that the real enter the spectacle. In order to know more about the Theatre of Thierry Salmon, the text is accompanied by a detailed bibliography. Keywords: Thierry Salmon, Staging, Acting, Dramaturgy, Creative Process.
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Benini, Stefania. « Tra Mogadiscio e Roma : Le mappe emotive di Igiaba Scego ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (27 août 2014) : 477–94. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814543246.

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Il gesto di tracciare una mappa è atto di ordinamento cognitivo e di organizzazione dell’immaginazione, ma è anche atto fondante dell’identità e del suo posizionamento in relazione ai luoghi. Il saggio rintraccia le dinamiche affettive del vissuto della scrittrice italo-somala Igiaba Scego nella struttura di un libro – La mia casa è dove sono (2010) – pensato come mappa di due luoghi in dialogo l’uno con l’altro, Roma e Mogadiscio, fra memoria individuale ed epos familiare, fra scrittura autobiografica e narrazione orale, fra genealogia femminile e soggettività nomade, fra ex impero ed ex colonia, in senso letterale e in senso esistenziale. Tuttavia, il progetto benjaminiano di una mappa del vissuto di Igiaba si accompagna alla sua ironia e alla sua saudade, a un’appartenenza italiana che va dalla letteratura al calcio, e a un’appartenenza somala che non cessa di ricordare al pubblico italiano i crimini coloniali dell’età fascista e l’ancor più criminale amnesia che è seguita loro. Memorie auratiche e memorie funebri di Mogadiscio traspaiono dietro le sagome di monumenti e luoghi mitici di Roma, dal teatro Sistina all’elefantino del Bernini, dalla stele di Axum alla stazione Termini, in una condizione che va dalla diaspora alla rivendicazione di un’identità ibrida e in movimento, dove la mappa è luogo ma è anche, soprattutto, corpo.
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DE STASIO, Loreta. « DE STASIO, L. (Universidad del País Vasco) : DISCUSSIONE SULLA TRADUZIONE DI ‘QUESTI FANTASMI’, DI E. DI FILIPPO : ‘CON DERECHO A FANTASMA’, VERSIONE SPAGNOLA DI JAIME DE ARMIÑÁN E MESSA IN SCENA DI FERNANDO FERNÁN GÓMEZ ». TRANSFER 7, no 1-2 (18 janvier 2022) : 105–25. http://dx.doi.org/10.1344/transfer.2012.7.105-125.

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Résumé :
In questo studio ci occupiamo della traduzione in lingua spagnola dell’opera di Eduardo Questi fantasmi (1945), realizzata da Jaime de Armiñán nel 1959 espressamente per la messa in scena ad opera di Fernando Fernán Gómez con il titolo Derecho a fantasma. Già dal titolo, tradotto in spagnolo in modo libero, si vuole fondere lo sconosciuto, il magico, il surreale, il mistero, dell’opera con l’idea di locale familiare —come si diceva una volta delle camere delle pensioni con “uso cucina”—, per trattare in modo umoristico una commedia che serve come metafora universale della crisi dei valori che vive l’uomo del secondo Novecento, anche se ritrae in chiave grottesca la tragedia delle penurie e le disillusioni della Napoli dell’immediato dopoguerra, alla fine degli anni ’40. Il rapporto descritto in questa traduzione è tra la parola di Eduardo, di Jaime di Armiñán e di Fernando Fernán Gómez e le loro poetiche che derivano dalle loro visioni del mondo, del teatro e della vita del loro tempo, e anche dalla loro interpretazione e dalla ricezione di questo testo che propongono al pubblico spagnolo. Gli ultimi due autori sono tra i primi a diffondere l’opera di Eduardo in Spagna e questo esercizio avrà ripercussione nella loro attività.
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Amoruso, Chiara. « “TIJAN CHE VOLEVA ANDARE A SCUOLA”. DAL RACCONTO DI SÉ ALLA NARRAZIONE SCENICA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (21 juillet 2022) : 76–79. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18156.

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Résumé :
Queste pagine vogliono raccontare, seppure per brevi cenni, il percorso e l’esito del laboratorio di “Narrazione e teatro” che si è svolto tra dicembre 2021 e marzo 2022 e che ha visto come partecipanti Mustapha Jarjou, Souleymane Bah e Sambare Brunon. A partire dai loro racconti di infanzia, relativi soprattutto alla prima esperienza scolastica, è stata scritta una narrazione in cui le tre storie personali dei partecipanti confluiscono incastrandosi perfettamente. La narrazione è stata poi trasformata in un testo scenico, in parte riportato di seguito, in cui sequenze narrative si alternano a dialoghi inscenati e che gli stessi ragazzi hanno portato al pubblico mettendo in gioco la loro fisicità e le loro voci. I tre bambini veri si trasfigurano in un personaggio inventato, le tre storie personali diventano la materia viva di una forma espressiva più alta, dove le persone in quanto tali si riscoprono profondamente simili nella loro comune aspirazione alla bellezza e alla comunicazione. Si realizza così un nuovo precario equilibrio tra verità e bellezza, tra espressione autentica e comunicazione artistica. “Tijan che voleva andare a scuola”. From self-telling to scenic narration We intend to briefly report the path and outcome of the “Narration and Theatre” workshop which took place between December 2021 and March 2022 thanks to participation of Mustapha Jarjou, Souleymane Bah and Sambare Brunon. Starting from their childhood stories, mainly related to their first school experiences, a narrative text was written where their three personal tales cross and fit perfectly together. The text was then transformed into a script, partially included below, where the narrative sequences alternate with staged dialogues which the participants themselves performed for the public using their bodies and their voices. The three real children were transfigured into an invented character, the three personal stories became the living matter of a higher expressive form, where people discovered deep similarities in their shared aspiration towards beauty and communication. Thus a new, precarious balance was created between truth and beauty, between self-expression and artistic communication.
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Megale, Teresa. « Sorelle, cantanti, rivali. I teatri di Margherita e Anna Francesca Costa nel primo Seicento ». altrelettere, 3 février 2023. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-70.

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Résumé :
Attraverso la ricostruzione storica, fondata sulla ricerca archivistica, il saggio propone due diverse “drammaturgie di attrici” (Margherita e Anna Francesca Costa), due modi diversi e speculari di interpretare la professione della cantante e dell’impresaria nelle corti e nei teatri pubblici europei del primo Seicento. Da attrice-cantante che scrive (Margherita) ad attrice-cantante che, al culmine della propria carriera, si muta audacemente in concertatrice e in impresaria almeno di un’opera musicale (Anna Francesca), passano le differenze fra declinazioni identitarie dell’essere donna di scena in anni cruciali per la progressiva invenzione e definizione del canone professionale.
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Junior, Jorge Luiz Machado, et Alejandra Luisa Magalhães Esteves. « Il Teatro nelle Istituzioni Pubbliche Contemporanee ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 15 janvier 2020, 58–86. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/economia-aziendale/teatro-nelle-istituzioni.

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Résumé :
La destra e le arti dello spettacolo sono state insieme per secoli. Le tragedie greche hanno descritto i casi presentati nei tribunali che dimostrano uno stretto legame tra i due. Nel corso degli anni, i giochi spesso riflettono le incongruenze delle decisioni giudiziarie o delle leggi applicate ingiustamente o inefficaci. Le arti dello spettacolo sono utilizzate per aiutare il diritto universitario a sperimentare le esperienze della professione attraverso la simulazione di tribunali, monitor i quali c’è bisogno di messa in scena. Tuttavia, si sottolinea che l’intenzione è quella di preparare lo studente per le varie situazioni che lo studente può passare attraverso l’esercizio delle sue attività. In questo contesto, si osservano le istituzioni pubbliche e le loro peculiarità. Questi presentano un’immagine usurata di fronte ai problemi attualmente affrontati, come la corruzione e l’inefficienza manageriale che si affrontano più a fondo nella ricerca di possibili soluzioni alla lentezza nella fornitura dei servizi. Infine, si osserva che vi è la possibilità di correlare il teatro e le istituzioni pubbliche per chiarire il ruolo dei suoi attori nella gestione dei servizi forniti. Parole chiave: teatro, istituzione pubblica, lentezza.
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Pernice, Laura. « Streammare l'opera lirica. Gli esperimenti di digital liveness del teatro musicale contemporaneo ». Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no 3 (28 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16828.

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Résumé :
La stagione pandemica del «lockdown theatre» (Gemini et al. 2021) ha avuto un impatto dirompente sulle procedure materiali ed evenemenziali di produzione degli spettacoli, e sulle loro modalità di fruizione da parte dei pubblici, “traslocate” dallo spazio fisico dei luoghi teatrali a quello smaterializzato dei media elettronici. In questo contesto inedito l’opera lirica ha potenziato la sua naturale vocazione alla multimodalità, nel segno di una «fenomenologia dello streaming» (Galla 2020) che ha trasformato la condizione di liveness del teatro musicale e performativo. Attraverso una mirata ricognizione dei più recenti e significativi esperimenti di mediatizzazione della performance operistica, tra cui i cartelloni di opere in streaming introdotti dalle istituzioni musicali (il Teatro digitale dell’Opera di Roma; #operaonthesofa del Regio di Torino, etc.) e le creazioni originali concepite per la fruizione online/televisiva (Il barbiere di Siviglia e La traviata di Mario Martone; A riveder le stelle di Davide Livermore; Il crepuscolo dei sogni di Johannes Erath; Alienati del Teatro Coccia), il contributo riflette sui gradienti di digital liveness dell’opera in video, sia in diretta che in differita; mettendo in relazione i presupposti epistemologici sulla liveness con la distintiva postura spettatoriale richiesta dallo spettacolo lirico, divisa tra «mimesi e astrazione» (Gallarati 2007) e tra i diversi livelli di ricezione attivi, che l’attuale fenomenologia dello streaming sta nettamente ridefinendo.
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Anglani, Alessandro. « Sephirot – Il Gioco : passaggio tra rappresentazione e simulazione ». Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no 3 (28 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/16829.

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Résumé :
Partendo dalla teoria dell'homo ludens di Huizinga, il caso di studio che propongo è SEPHIROT-IL GIOCO©, il metodo di creazione di performance interattive da me creato nel 2018 dopo un attento studio delle strutture narrative ipertestuali. Il progetto nasce per valorizzare la presenza del pubblico in sala, in quanto "co-creatore" dell'opera, permettendo l'applicazione delle più recenti tecnologie di AR e VR su strutture testuali algoritmiche anche tramite online streaming. La mia intenzione è quella di ribaltare la struttura dello spettacolo tradizionale e permettere al pubblico di cambiarne la forma attivamente. La correlazione tra Teatro e Gioco non è nuova, ma sono evidenti le resistenze di alcune visioni che vorrebbero che to play e recitare fossero due compartimenti stagni. Da queste riflessioni nasce la necessità di creare performance interattive strutturate secondo principi di interattività, ipermedialità, ipertestualità e proceduralità.
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Santos, Vanessa Lessa Fraga dos, et Mônica Santos Salgado. « Scuola di teatro Bolshoi a Rio De Janeiro : integrazione tra arte, educazione, architettura ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 8 juin 2021, 142–73. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/architettura/scuola-di-teatro.

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Résumé :
Il presente progetto è il risultato di una riflessione su temi come il balletto classico, l’arte, l’insegnamento tradizionale in Brasile e l’architettura, come ciascuno è correlato e come inserirli nella composizione di un progetto architettonico, essendo stato presentato come requisito per ottenere una laurea presso la Facoltà di Architettura e Urbanistica dell’UFRJ. Si è cercato un concetto che potesse riunire tutte le intenzioni progettuali e che facesse la correlazione tra l’arte del balletto classico, l’arte dell’architettura e il programma dei bisogni dell’impresa. L’arte del design non dovrebbe semplicemente seguire schemi, parametri e forme rigidi e, in questo contesto, abbiamo cercato di sviluppare un’architettura fluida e leggera che avesse caratteristiche delle arti e del balletto classico. Per questo è stato verificato il modo in cui il corpo del danzatore esegue i passi di danza e come l’asse di questo corpo permette i movimenti e la fluidità dei passi della coreografia. Non c’è “giusto o sbagliato” nella realizzazione di un progetto, ciò che deve essere preso in considerazione sono le linee guida, i bisogni e le specifiche per ogni spazio pubblico, fisico o cultura locale. Il progetto Bolshoi Ballet School di Rio de Janeiro aggiunge conoscenze nella danza, con lezioni pratiche e teoriche di danza classica, jazz, contemporanea, flamenco, tip tap e folk alla formazione delle scuole superiori tenutasi in Brasile. Gli studenti apprendono tecniche video e musicali, oltre ad avere lezioni di musica pratiche e teoriche, che ampliano ulteriormente la loro formazione di danza, rendendoli ballerini più completi.
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De Maria, Sandro. « Phoinike d’Epiro in eta’ ellenistica ». Archaeologia Adriatica 2, no 2 (1 janvier 2008). http://dx.doi.org/10.15291/archeo.1106.

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Résumé :
Phoinike è città della Caonia (Epiro settentrionale) nota alle fonti antiche (soprattutto Polibio) come prospera e capoluogo del koinòn fra III e II sec. a.C. Questo ruolo importante della città è confermato dalla documentazione archeologica, molto incrementata grazie alle recenti ricerche italo-albanesi (2000-2007), seguite alle prime condotte da Luigi M. Ugolini (1926-1927). La città si formò probabilmente secondo un processo sinecistico nella seconda metà del IV sec. a.C., limitata originariamente al settore orientale del colle su cui fu alloggiata, poi progressivamente estesa (III-II sec. a.C.) verso ovest. Un tempio in antis, forse sorto sull’agorà, e le due fasi ellenistiche del teatro (uno dei maggiori dell’Epiro) attestano l’importanza dell’architettura pubblica, mentre un quartiere di case a peristilio, alloggiato su terrazze nel versante meridionale del colle, rivela il tono alto dell’edilizia domestica. Il sistema urbanistico, di tipo scenografico a terrazze, si adatta alla natura irregolare del suolo, secondo le tendenze in atto nell’urbanistica del periodo ellenistico. Gli scavi nella necropoli hanno portato significativi documenti per l’assetto sociale della città, che si rivela tendenzialmente egualitario, mentre nel territorio sono noti diversi centri, anche fortificati, destinati allo sfruttamento dell’agricoltura e all’allevamento transumante degli animali.
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