Littérature scientifique sur le sujet « Studio multicentrico »

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Articles de revues sur le sujet "Studio multicentrico"

1

Cecchini, A., P. Pricca, P. Mariani, A. Orlandini, A. Tansini, C. F. Andreula, A. Carella, M. Rosa, P. Tortori Donati et M. Canevari. « Le lesioni encefaliche focali nel neuro-AIDS : Studio neuroradiologico multicentrico ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1 (février 1989) : 21–31. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200103.

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Résumé :
Vengono esposti i risultati di uno studio retrospettivo multicentrico di 52 pazienti, affetti da Neuro-AIDS, con lesioni TC encefaliche focali, di cui 24 a patogenesi nota, mediante esame del liquor, biopsia, autopsia e/o criterio ex iuvantibus (11 toxoplasmosi, 3 criptococcosi, 5 HIV, 4 Tbc, 1 Papovavirus). La sintomatologia neurologica era prevalentemente di tipo focale (28 casi), ma anche di AIDS-dementia-complex (17 casi), o di tipo meningitico o meningo-encefalitico (5). Tutti i casi sono stati studiati con TC con mezzo di contrasto endevenoso, prevalentemente con tecnica di doppia dose ritardata (DDD); 27, 16 ed 8 casi sono stati sottoposti rispettivamente a 2, 3, o 4 controlli TC. 6 pazienti sono stati studiati anche con RM (0,15 T), 2 con angiografia. Le lesioni focali erano singole nel 44%, multiple nel restante 56% (di cui 34% bilaterali), più frequentemente ipodense (eccetto un caso di toxoplasmosi emorragica iperdensa all'esame basale ed un caso di toxoplasmosi calcifica in un controllo) e 2/3 subivano un enhancement di tipo anulare, nodulare o misto. La sede più frequente era corticale e corticomidollare. In quasi 50% dei casi si associavano segni di atrofia superficiale e profonda. La RM in 2 casi (toxoplasmosi) ha dimostrato phi lesioni the la TC, in 4 ha evidenziato segni di interessamento della so-stanza bianca. In accordo con i dati della letteratura non vi sono caratteristiche specifiche di una infezione opportunistica o tumore AIDS-correlati, tuttavia lesioni focali multiple, rapidamente evolutive, con sintomatologia neurologica a focolaio sono più probabilmente (50%) toxoplasmosi. La tecnica di enhancement DDD è obbligatoria per il riconoscimento del numero, e per la stadiazione delle lesioni focali. Nel campo delle lesioni focali ha indicazioni phi selettive (lesioni diffuse e/o della so-stanza bianca). Tuttavia i ruoli rispettivi di TC-DDD e RM nello studio del neuro-AIDS sono destinati a modificarsi entro breve tempo.
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Veltroni, Alessio, Elisa Cosaro et Maria Vittoria Davì. « Caratteristiche clinico-patologiche, gestione clinica e prognosi dell’insulinoma maligno : studio multicentrico italiano ». L'Endocrinologo 22, no 2 (17 mars 2021) : 139–43. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00843-2.

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Résumé :
SommarioL’insulinoma maligno è un tumore neuroendocrino pancreatico estremamente raro ed è associato a una severa sindrome ipoglicemica che impatta negativamente sulla qualità di vita e sulla sopravvivenza dei pazienti affetti. La gestione terapeutica dell’insulinoma maligno è complessa sia per il controllo delle crisi ipoglicemiche, sia per il controllo della crescita tumorale. La sindrome ipoglicemica rappresenta una sfida terapeutica per l’endocrinologo in quanto spesso non è responsiva alla terapia medica sintomatica, in particolare al diazossido utilizzato in monoterapia o associato agli analoghi della somatostatina. Everolimus ha un ruolo nel trattamento delle crisi ipoglicemiche refrattarie da insulinoma maligno sia per l’azione di inibizione del rilascio di insulina che di insulino-resistenza. La chirurgia con approccio curativo dell’insulinoma maligno è raramente perseguibile a causa della diffusione metastatica, mentre la chirurgia a scopo di debulking può essere presa in considerazione in casi selezionati sia per il controllo sintomatico sia perché può aumentare l’efficacia delle terapie sistemiche o locoregionali. La terapia radiometabolica con analoghi caldi della somatostatina rappresenta un’opzione terapeutica nei pazienti con tumori a elevata espressione dei recettori della somatostatina sia per il controllo della sintomatologia che della crescita tumorale, sebbene l’esperienza negli insulinomi maligni sia piuttosto scarsa. Data la rarità della malattia, sono disponibili in letteratura solo descrizioni di singoli casi o studi condotti su casistiche limitate; pertanto, è difficile stabilire la sequenza terapeutica più efficace in questi casi. Recentemente è stato condotto uno studio multicentrico italiano, in 13 centri di riferimento, focalizzato sulle caratteristiche clinico-patologiche, sulle modalità di trattamento e sui fattori prognostici che condizionano decorso ed esito dell’insulinoma maligno allo scopo di individuare una strategia terapeutica mirata basata su criteri razionali ed evidenze cliniche. In questa rassegna verranno descritti i principali risultati dello studio che comprende una casistica tra le più ampie finora pubblicate.
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Pecori Giraldi, Francesca. « Radiochirurgia stereotassica nella malattia di Cushing : risultati di uno studio multicentrico internazionale ». L'Endocrinologo 19, no 1 (30 janvier 2018) : 57–58. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0391-x.

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Sessa, Concetto, Walter Morale, Antonino Reina, Giorgio Battaglia, Sandra La Rosa, Daniela Puliatti, Giuseppe Seminara et Luca Zanoli. « Nutrizione parenterale intradialitica in pazienti con malnutrizione moderata-severa : studio prospettico osservazionale multicentrico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 33 (16 septembre 2021) : 102–11. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2021.2335.

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Résumé :
Dialysis patients have a wide range of pathologies that contribute to their frailty. Maintaining a good nutritional status is useful to prevent and treat the so-called Protein-Energy Wasting (PEW), a complex clinical-laboratory condition in which a protein-energy depletion occurs. Adherence to a proper nutritional therapy in CKD requires considerable effort from both patients and health personnel (doctors and nurses). In order to slow down the effects of malnutrition and the disasters that complicate PEW, nephrologists can use supplementation products. In our observational, prospective, multicentre study, we administered an intradialytic parenteral nutrition of a three-compartment emulsion for intravenous infusion through an infusion pump connected to the venous line. After 12 weeks of treatment, subjects with severe malnutrition were reduced from 61.1% to 33.3%, serum creatinine increased by 16% (from 6.00 ± 1.48 mg/dL to 6.98 ± 2.46 mg/dL; P < 0.001), total protein and albumin levels respectively by 13% (from 5.46 ± 0.63 g/dL to 6.19 ± 0.66 g/dL; P < 0.001) and 19% (from 2.70 ± 0.48 g/dL to 3.20 ± 0.57 g/dL; P < 0.001), body weight by 3% (from 55.7 ± 13.2 kg to 57.6 ± 13.0 kg; P < 0.001).
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Testori, T., A. Parenti, A. Motroni, M. Rinaldi, G. Luongo, R. Garrone, R. Cocchetto, G. Mandelaris, A. Rosenfeld et M. Robiony. « Accuratezza e precisione di un nuovo sistema di chirurgia guidata : studio clinico multicentrico ». Italian Oral Surgery 11, no 5 (décembre 2012) : 187–200. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2012.02.001.

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Caron, P., S. Broussaud, J. Bertherat, F. Borson-Chazot, T. Brue, C. Cortet-Rudelli, P. Chanson et Renato Cozzi. « Acromegalia e gravidanza : uno studio retrospettivo multicentrico di 59 gravidanze in 46 donne ». L'Endocrinologo 12, no 1 (février 2011) : 42–43. http://dx.doi.org/10.1007/bf03344783.

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Falcitelli, Gianluca, Giuseppe Armentano, Corrado Pugliesi, Patrizio Tatti et Antonio Cimino. « Resistenza all’uso degli ipoglicemizzanti orali nel trattamento del diabete tipo 2 : uno studio multicentrico ». Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 7, no 2 (15 septembre 2006) : 125–34. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v7i2.682.

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Résumé :
Type 2 diabetes is an important social and health care system variable due to its large diffusion, frequency of clinical complications and its health care costs. The studied population is relative to 4 italian centers distributed all over the country (Brescia, Roma, Rossano Calabro and Avola). This work has the aim to describe the Italian type 2 population according to treatment choice ruled by diabetes stage, glycemia control and HbA1c concentration. The analysis present a description of the therapeutic changes during the year of observation too, giving a complete picture of patients distribution and their treatment path through diabetes evolution in Italy.
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Cotroneo, E., R. Gigli, I. Onofri, M. Kropp, G. Simonetti et F. Chiappetta. « Embolizzazione preoperatoria dei meningiomi intracranici ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 5 (octobre 1996) : 551–63. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900506.

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Résumé :
Sono state messe a confronto due serie di meningiomi intracranici (78 pazienti in totale) omogenei per sede, dimensioni, istotipo, sesso ed età dei pazienti. Una serie è stata sottoposta ad embolizzazione preoperatoria, dal febbraio 1992 al maggio 1996, con successiva eradicazione chirurgica da parte della stessa équipe. La serie di confronto è stata individuata attraverso una ricerca retrospettiva che, per ottenere omogeneità di sede, dimensioni ed istotipo, si è spinta dal febbraio 1992 al marzo 1987. Le due serie di meningiomi, quella sottoposta ad embolizzazione e quella non embolizzata, sono state confrontate in rapporto al dato quantitativo delle sacche di sangue infuse durante l'intervento. Questi dati sono stati sottoposti ad elaborazione statistica. Gli autori presentano i risultati, discutono la metodica di embolizzazione, la morbilità e l'efficacia della stessa. Gli autori discutono inoltre la valutazione dell'efficienza della metodica, intesa come capacità di far giungere gli emboli all'interno del parenchima tumorale ottenendo una devascolarizzazione ed una necrosi intratumorale. Sono discusse le tecniche di embolizzazione e le complicanze. Gli autori concludono sottolineando la necessità di un ulteriore studio, possibilmente multicentrico, per valutare statisticamente il rapporto costo-beneficio dell'embolizzazione preoperatoria dei meningiomi intracranici. La valutazione della necrosi e della diminuita perfusione è stata affidata allo studio con RM pre o post embolizzazione (SE 400/20 prima e dopo contrasto paramagnetico e.v.), in tutti i 39 meningiomi. In casi selettivi si è ricorsi allo studio istologico del pezzo operatorio.
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Ricciardiello, F., R. Capasso, H. Kawasaki, T. Abate, F. Oliva, A. Lombardi, G. Misso et al. « A miRNA signature suggestive of nodal metastases from laryngeal carcinoma ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 467–74. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-851.

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Résumé :
La scoperta che i microRNA sono frequentemente deregolati nei tumori consente di utilizzarli come marker prognostici e diagnostici. Lo scopo di questo studio multicentrico è stato stilare un profilo di espressione di miRNA specifico per il carcinoma della laringe. L’obiettivo secondario è stato identificare particolari miRNA deregolati da usare come potenziali biomarker predittivi di diffusione tumorale e di coinvolgimento linfonodale, nello specifico è stato ricercare un pattern di miRNA patognomonico per tessuto di carcinoma della laringe N+ e per N- rispettivamente. Gli Autori hanno identificato venti miRNA specifici per carcinoma della laringe ed inoltre una miRNA signature tessuto-specifica predittiva di metastasi linfonodali da carcinoma della laringe caratterizzata da 11 miRNA, sette dei quali over-espressi (up-regolati) e quattro down-regolati. Questi risultati permettono l’identificazione di un gruppo di potenziali biomarker tumore-specifici per il carcinoma della laringe che potrebbe essere usata per migliorare la sua diagnosi, in particolare negli stadi iniziali, e soprattutto per la sua prognosi.
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Zenti, Maria Grazia. « La LDL-aferesi nella PAD ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 4_suppl (23 juillet 2013) : S37—S40. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1089.

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Résumé :
La vasculopatia periferica (PAD) rappresenta una delle manifestazioni cliniche della malattia arteriosclerotica sistemica. I fattori di rischio per la PAD sono gli stessi della malattia coronarica (CAD): età, sesso maschile, fumo di sigaretta, dislipidemia e ipertensione arteriosa. Le comuni tecniche di rivascolarizzazione risultano inefficaci in una larga porzione di pazienti diabetici e in pazienti in trattamento emodialitico cronico. Inoltre, l'associazione di macro e microangiopatia con la neuropatia del paziente diabetico favorisce lo sviluppo di ulcere (piede diabetico). La LDL-aferesi (LA) oltre alla riduzione del colesterolo determina anche una serie di effetti pleiotropici (riduzione di sostanze protrombotiche e pro-inflammatorie, modificazioni Teologiche, miglioramento della funzione endoteliale), che promuovono la funzione del microcircolo con un aumento della perfusione dei tessuti periferici oltre che del microcircolo coronarico. In alcuni studi osservazionali e case-report la LA è stata utilizzata come opzione terapeutica nei pazienti con PAD. Tuttavia, le attuali evidenze non ci permettono di arrivare a conclusioni definitive sul ruolo della LA nella PAD, essendo necessari studi clinici con una maggiore casistica, con precisi criteri di inclusione e con un adeguato follow -up. Lo Studio Italiano, Randomizzato, Controllato, Multicentrico e Prospettico: “La LDL-aferesi nel trattamento del Piede Diabetico Ischemico Error! Hyperlink reference not valid. Identifier: NCT01518205; HELP-Apheresis in Diabetic Ischemic Foot Treatment, HADIF) si propone di definire se la LA possa essere una valida opzione terapeutica in questi pazienti a elevato rischio di amputazione.
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Thèses sur le sujet "Studio multicentrico"

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Borghi, Claudia <1980&gt. « Ruolo dell'elettrocardiogramma standard nella stratificazione prognostica della cardiomiopatia ipertrofica. Studio multicentrico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5384/1/borghi_claudia_tesi.pdf.

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Résumé :
Lo scopo di questo studio è di valutare il significato prognostico dell'elettrocardiogramma standard in un'ampia casistica di pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica. In questo studio multicentrico sono stati considerati 841 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica (66% uomini, età media 48±17 anni) per un follow-up di 7.1±7.1 anni, per ognuno è stato analizzato il primo elettrocardiogramma disponibile. I risultati hanno dimostrato come fattori indipendentemente correlati a morte cardiaca improvvisa la sincope inspiegata (p 0.004), il sopraslivellamento del tratto ST e/o la presenza di onde T positive giganti (p 0.048), la durata del QRS >= 120 ms (p 0.017). Sono stati costruiti due modelli per predire il rischio di morte improvvisa: il primo basato sui fattori di rischio universalmente riconosciuti (spessore parietale >= 30 mm, tachicardie ventricolari non sostenute all'ECG Holter 24 ore, sincope e storia familiare di morte improvvisa) e il secondo con l'aggiunta delle variabili sopraslivellamento del tratto ST/onde T positive giganti e durata del QRS >= 120 ms. Entrambi i modelli stratificano i pazienti in base al numero dei fattori di rischio, ma il secondo modello risulta avere un valore predittivo maggiore (chi-square da 12 a 22, p 0.002). In conclusione nella cardiomiopatia ipertrofica l'elettrocardiogramma standard risulta avere un valore prognostico e migliora l'attuale modello di stratificazione per il rischio di morte improvvisa.
The purpose of this study was to investigate the prognostic significance of standard electrocardiogram (ECG) in a large cohort of patients with hypertrophic cardiomyopathy (HCM). In this multicenter study 841 HCM patients (66% men, mean age 48±17 yrs) were followed for 7.1±7.1 years and the first collected ECG was considered for the analysis. The results showed that independent predictors of sudden cardiac death were unexplained syncope (p 0.004), ST segment elevation and/or giant positive T waves (p 0.048), QRS duration >= 120 ms (p 0.017). Two models has been contructed to predict the risk of sudden death: the first based on the already well known established risk factors (wall thickness >= 30 mm, non-sustained ventricular tachycardia on ECG Holter monitoring, syncope and family history of sudden death) and the second with the addition of ST segment elevation/giant positive T waves and QRS duration >= 120 ms. Whereas both models stratified patients according to the number of risk factors, the second model showed a higher predictive power (chi-square from 12 to 22, p 0.002). In conclusion in HCM standard ECG has a prognostic value and improves the current risk stratification model.
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Borghi, Claudia <1980&gt. « Ruolo dell'elettrocardiogramma standard nella stratificazione prognostica della cardiomiopatia ipertrofica. Studio multicentrico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5384/.

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Résumé :
Lo scopo di questo studio è di valutare il significato prognostico dell'elettrocardiogramma standard in un'ampia casistica di pazienti affetti da cardiomiopatia ipertrofica. In questo studio multicentrico sono stati considerati 841 pazienti con cardiomiopatia ipertrofica (66% uomini, età media 48±17 anni) per un follow-up di 7.1±7.1 anni, per ognuno è stato analizzato il primo elettrocardiogramma disponibile. I risultati hanno dimostrato come fattori indipendentemente correlati a morte cardiaca improvvisa la sincope inspiegata (p 0.004), il sopraslivellamento del tratto ST e/o la presenza di onde T positive giganti (p 0.048), la durata del QRS >= 120 ms (p 0.017). Sono stati costruiti due modelli per predire il rischio di morte improvvisa: il primo basato sui fattori di rischio universalmente riconosciuti (spessore parietale >= 30 mm, tachicardie ventricolari non sostenute all'ECG Holter 24 ore, sincope e storia familiare di morte improvvisa) e il secondo con l'aggiunta delle variabili sopraslivellamento del tratto ST/onde T positive giganti e durata del QRS >= 120 ms. Entrambi i modelli stratificano i pazienti in base al numero dei fattori di rischio, ma il secondo modello risulta avere un valore predittivo maggiore (chi-square da 12 a 22, p 0.002). In conclusione nella cardiomiopatia ipertrofica l'elettrocardiogramma standard risulta avere un valore prognostico e migliora l'attuale modello di stratificazione per il rischio di morte improvvisa.
The purpose of this study was to investigate the prognostic significance of standard electrocardiogram (ECG) in a large cohort of patients with hypertrophic cardiomyopathy (HCM). In this multicenter study 841 HCM patients (66% men, mean age 48±17 yrs) were followed for 7.1±7.1 years and the first collected ECG was considered for the analysis. The results showed that independent predictors of sudden cardiac death were unexplained syncope (p 0.004), ST segment elevation and/or giant positive T waves (p 0.048), QRS duration >= 120 ms (p 0.017). Two models has been contructed to predict the risk of sudden death: the first based on the already well known established risk factors (wall thickness >= 30 mm, non-sustained ventricular tachycardia on ECG Holter monitoring, syncope and family history of sudden death) and the second with the addition of ST segment elevation/giant positive T waves and QRS duration >= 120 ms. Whereas both models stratified patients according to the number of risk factors, the second model showed a higher predictive power (chi-square from 12 to 22, p 0.002). In conclusion in HCM standard ECG has a prognostic value and improves the current risk stratification model.
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ALLONI, MARTA. « Studio multicentrico di valutazione multiparametrica cardiovascolare ultrasonografica nella predizione della coronaropatia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/45258.

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Résumé :
Ad oggi la malattia cardiovascolare aterosclerotica rimane la principale causa di morbidità e mortalità (58% di morte per tutte le cause, di cui il 75% per coronaropatia e il 25% per ictus e ischemia cerebrale), e sarà la principale causa di mortalità nel 2015 secondo un rapporto della WHO. Il problema principale è legato al lungo tempo che intercorre tra l’inizio dello sviluppo di aterosclerosi nel giovane adulto e la sua manifestazione alcune decadi dopo. E’ di primaria importanza quindi poter identificare i soggetti a rischio di eventi cardiovascolari con progetti di prevenzione primaria in ogni paese, come raccomandato da diverse linee guida, comprese quelle della Società Europea di Cardiologia per la prevenzione del rischio cardiovascolare nella pratica clinica. Sono stati proposti diversi modi per stratificare il rischio cardiovascolare: fra i più importanti è stato sviluppato il Framngham risk score, che calcola la probabilità di mortalità coronarica a 10 anni a seconda della presenza dei seguenti fattori di rischio: età, presenza di diabete, fumo, pressione arteriosa, colesterolemia totale e LDL. Esistono dunque vari modi di stratificare il rischio in un soggetto asintomatico, tra carte del rischio (Framingham Risk score, SCORE, Progetto Cuore in Italia) e diversi indici bioumorali (ad esempio PCR e fibrinogeno) e strumentali: questi si adattano bene come predittori sulla popolazione generale, ma nessuno è utile nello stimare il rischio reale del singolo paziente per eventi cardiovascolari. Infatti, il rischio soggettivo è dato anche dal rischio complessivo della popolazione in cui il soggetto vive. Anche l’identificazione precoce del danno d’organo subclinico, come indicato dalle linee guida ESH/ESC, è uno degli obiettivi più importanti di prevenzione e trattamento del rischio cardiovascolare.Infatti la presenza di ipertrofia ventricolare sinistra, ispessimento medio-intimale carotideo, microalbuminuria, aumentata stiffness arteriosa aumentano il rischio cardiovascolare, indipendentemente dalla pressione arteriosa, in presenza o assenza di trattamento. Quindi parità di valori pressori, pazienti che presentano danno d’organo hanno un maggior rischio cardiovascolare e necessitano di una terapia più aggressiva e precoce. L’uso dell’ultrasonografia si adatta bene come screening del rischio cardiovascolare di popolazioni non selezionate, perché a basso costo rispetto a metodiche a maggior impatto rischio /beneficio,a maggior costo e a maggior esposizione di radiazioni come la TAC e la RMN cardiaca, inoltre è una metodica non invasiva. Infatti per eseguire uno screening bisogna che gli strumenti utilizzati siano validati, precisi, facili da utilizzare e soprattutto non invasivi. Inoltre è necessario che vi sia personale esperto, a basso costo per il sistema sanitario nazionale, la metodica non dovrebbe avere effetti biologici negativi ed essere giustificata dai risultati. L’ecografia può permettere di studiare i parametri che per primi si modificano nel processo aterosclerotico come la rigidità arteriosa e lo spessore mio intimale carotideo, i parametri di funzione longitudinale ventricolare sinistra (strain e strain rate), la velocità basale di flusso della coronaria interventricolare anteriore ed infine l’accumulo di calcio a livello delle strutture cardiache (valvole, muscoli papillari, radice aortica).
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Zanardi, Francesca <1979&gt. « Studio caso-controllo multicentrico su distacco di retina e movimentazione manuale di carichi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5728/1/zanardi_francesca_tesi.pdf.

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Résumé :
Obiettivo Valutare l’ipotesi secondo cui la movimentazione manuale di carichi possa essere un fattore di rischio per il di distacco di retina. Metodi Si è condotto uno studio caso-controllo ospedaliero multicentrico, a Bologna, (reparto di Oculistica del policlinico S. Orsola Malpighi, Prof. Campos), e a Brescia (reparto di oculistica “Spedali Civili” Prof. Semeraro). I casi sono 104 pazienti operati per distacco di retina. I controlli sono 173 pazienti reclutati tra l’utenza degli ambulatori del medesimo reparto di provenienza dei casi. Sia i casi che i controlli (all’oscuro dall’ipotesi in studio) sono stati sottoposti ad un’intervista, attraverso un questionario strutturato concernente caratteristiche individuali, patologie pregresse e fattori di rischio professionali (e non) relativi al distacco di retina. I dati relativi alla movimentazione manuale di carichi sono stati utilizzati per creare un “indice di sollevamento cumulativo―ICS” (peso del carico sollevato x numero di sollevamenti/ora x numero di anni di sollevamento). Sono stati calcolati mediante un modello di regressione logistica unconditional (aggiustato per età e sesso) gli Odds Ratio (OR) relativi all’associazione tra distacco di retina e vari fattori di rischio, tra cui la movimentazione manuale di carichi. Risultati Oltre alla chirurgia oculare e alla miopia (fattori di rischio noti), si evidenzia un trend positivo tra l’aumento dell’ICS e il rischio di distacco della retina. Il rischio maggiore si osserva per la categoria di sollevamento severo (OR 3.6, IC 95%, 1.5–9.0). Conclusione I risultati, mostrano un maggiore rischio di sviluppare distacco di retina per coloro che svolgono attività lavorative che comportino la movimentazione manuale di carichi e, a conferma di quanto riportato in letteratura, anche per i soggetti miopi e per coloro che sono stati sottoposti ad intervento di cataratta. Si rende quindi evidente l’importanza degli interventi di prevenzione in soggetti addetti alla movimentazione manuale di carichi, in particolare se miopi.
Background/Objectives To investigate the hypothesis that repeated lifting tasks could be a risk factor for retinal detachment. Methods Case-control study (case definition: surgically treated retinal detachment. Cases were identified among patients operated for retinal detachment in two large urban hospital in Bologna and Brescia. Controls were drawn from outpatients attending an eye clinic in the same catchment area. 104 cases and 173 controls (blind to the study hypothesis) responded to a structured questionnaire regarding individual, pathological and work-related factors possibly related to retinal detachment, including past/present occupational lifting tasks. Three lifting categories were defined based on the median “cumulative lifting index” (product of load, manoeuvres/hour and lifting-years) among manual workers: no lifting (reference category); light lifting; heavy lifting. Odds ratios for retinal detachment associated with “heavy”, “moderate” or “light” occupational lifting in an unconditional logistic regression model (adjusted for age and sex) were obtained. Results In addition to ocular surgery and myopia (known risk factors), an independent associations were recorded for heavy lifting (odds ratio 3.6, 95% confidence interval, 1.5 to 9.0). Likelihood ratio tests did not reveal interactions between heavy lifting, ocular/cataract surgery and myopia. Conclusions The results support the plausible hypothesis that heavy occupational lifting (involving Valsalva’s manoeuvre) may be a relevant risk factor for retinal detachment. Moreover these preliminary results confirmed, as reported in literature, an increased risk of retinal detachment for myopic subjects and for those who have undergone cataract surgery. Our observations emphasize the importance of prevention especially in subjects involved in the manual handling of loads, particularly if short-sighted.
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Zanardi, Francesca <1979&gt. « Studio caso-controllo multicentrico su distacco di retina e movimentazione manuale di carichi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5728/.

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Résumé :
Obiettivo Valutare l’ipotesi secondo cui la movimentazione manuale di carichi possa essere un fattore di rischio per il di distacco di retina. Metodi Si è condotto uno studio caso-controllo ospedaliero multicentrico, a Bologna, (reparto di Oculistica del policlinico S. Orsola Malpighi, Prof. Campos), e a Brescia (reparto di oculistica “Spedali Civili” Prof. Semeraro). I casi sono 104 pazienti operati per distacco di retina. I controlli sono 173 pazienti reclutati tra l’utenza degli ambulatori del medesimo reparto di provenienza dei casi. Sia i casi che i controlli (all’oscuro dall’ipotesi in studio) sono stati sottoposti ad un’intervista, attraverso un questionario strutturato concernente caratteristiche individuali, patologie pregresse e fattori di rischio professionali (e non) relativi al distacco di retina. I dati relativi alla movimentazione manuale di carichi sono stati utilizzati per creare un “indice di sollevamento cumulativo―ICS” (peso del carico sollevato x numero di sollevamenti/ora x numero di anni di sollevamento). Sono stati calcolati mediante un modello di regressione logistica unconditional (aggiustato per età e sesso) gli Odds Ratio (OR) relativi all’associazione tra distacco di retina e vari fattori di rischio, tra cui la movimentazione manuale di carichi. Risultati Oltre alla chirurgia oculare e alla miopia (fattori di rischio noti), si evidenzia un trend positivo tra l’aumento dell’ICS e il rischio di distacco della retina. Il rischio maggiore si osserva per la categoria di sollevamento severo (OR 3.6, IC 95%, 1.5–9.0). Conclusione I risultati, mostrano un maggiore rischio di sviluppare distacco di retina per coloro che svolgono attività lavorative che comportino la movimentazione manuale di carichi e, a conferma di quanto riportato in letteratura, anche per i soggetti miopi e per coloro che sono stati sottoposti ad intervento di cataratta. Si rende quindi evidente l’importanza degli interventi di prevenzione in soggetti addetti alla movimentazione manuale di carichi, in particolare se miopi.
Background/Objectives To investigate the hypothesis that repeated lifting tasks could be a risk factor for retinal detachment. Methods Case-control study (case definition: surgically treated retinal detachment. Cases were identified among patients operated for retinal detachment in two large urban hospital in Bologna and Brescia. Controls were drawn from outpatients attending an eye clinic in the same catchment area. 104 cases and 173 controls (blind to the study hypothesis) responded to a structured questionnaire regarding individual, pathological and work-related factors possibly related to retinal detachment, including past/present occupational lifting tasks. Three lifting categories were defined based on the median “cumulative lifting index” (product of load, manoeuvres/hour and lifting-years) among manual workers: no lifting (reference category); light lifting; heavy lifting. Odds ratios for retinal detachment associated with “heavy”, “moderate” or “light” occupational lifting in an unconditional logistic regression model (adjusted for age and sex) were obtained. Results In addition to ocular surgery and myopia (known risk factors), an independent associations were recorded for heavy lifting (odds ratio 3.6, 95% confidence interval, 1.5 to 9.0). Likelihood ratio tests did not reveal interactions between heavy lifting, ocular/cataract surgery and myopia. Conclusions The results support the plausible hypothesis that heavy occupational lifting (involving Valsalva’s manoeuvre) may be a relevant risk factor for retinal detachment. Moreover these preliminary results confirmed, as reported in literature, an increased risk of retinal detachment for myopic subjects and for those who have undergone cataract surgery. Our observations emphasize the importance of prevention especially in subjects involved in the manual handling of loads, particularly if short-sighted.
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Tiani, Carolina <1981&gt. « Dati preliminari dello studio multicentrico caso-controllo "Grave danno epatico acuto indotto da farmaci" ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6387/1/tiani_carolina_tesi__.pdf.

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Résumé :
Il danno epatico indotto dall'assunzione di farmaci viene comunemente indicato con il termine inglese DILI (Drug-Induced Liver Injury). Il paracetamolo rappresenta la causa più comune di DILI, seguito da antibiotici, FANS e farmaci antitubercolari. In particolare, i FANS sono una delle classi di farmaci maggiormente impiegate in terapia. Numerosi case report descrivono pazienti che hanno sviluppato danno epatico fatale durante il trattamento con FANS; molti di questi farmaci sono stati ritirati dal commercio in seguito a gravi reazioni avverse a carico del fegato. L'ultimo segnale di epatotossicità indotto da FANS è associato alla nimesulide; in alcuni paesi europei come la Finlandia, la Spagna e l'Irlanda, la nimesulide è stata sospesa dalla commercializzazione perché associata ad un'alta frequenza di epatotossicità. Sulla base dei dati disponibili fino a questo momento, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha recentemente concluso che i benefici del farmaco superano i rischi; un possibile aumento del rischio di epatotossicità associato a nimesulide rimane tuttavia una discussione aperta di cui ancora molto si dibatte. Tra le altre classi di farmaci che possono causare danno epatico acuto la cui incidenza tuttavia non è sempre ben definita sono gli antibiotici, quali amoxicillina e macrolidi, le statine e gli antidepressivi.Obiettivo dello studio è stato quello di determinare il rischio relativo di danno epatico indotto da farmaci con una prevalenza d'uso nella popolazione italiana maggiore o uguale al 6%. E’ stato disegnato uno studio caso controllo sviluppato intervistando pazienti ricoverati in reparti di diversi ospedali d’Italia. Il nostro studio ha messo in evidenza che il danno epatico da farmaci riguarda numerose classi farmacologiche e che la segnalazione di tali reazioni risulta essere statisticamente significativa per numerosi principi attivi. I dati preliminari hanno mostrato un valore di odds ratio significativo statisticamente per la nimesulide, i FANS, alcuni antibiotici come i macrolidi e il paracetamolo.
Drug-induced liver injury (DILI) is a term that describes abnormalities in liver function tests related to medication intake. Acetaminophen is the most common cause of DILI followed by antibiotics, NSAIDs, and antitubercular medications. NSAIDs represent one of the most widely used classes of drugs. Numerous case reports have described patients who develop fatal liver injury while taking NSAIDs. Several NSAIDs were withdrawn from the market because of hepatic ADRs. The latest warning signal for hepatotoxicity induced by a NSAID is related to nimesulide. In some European countries, Finland, Spain, and Ireland, nimesulide was suspended from the market because of an associated high frequency of hepatotoxicity. In contrast, a recent referral of the EMEA concluded that the benefits of the drug outweigh its risks. However, the full extent of the risk of nimesulide-induced liver injury is still a much debated issue within the EMEA. Primary objectives was to estimate the relative risk of liver injury induced by drugs with a prevalence of use in the Italian population > or = 6% This study is designed as a multicenter case–control study where cases and controls will all be recruited among patients seen in a hospital context in various parts of Italy. Information regarding demographic data, medical history, coexisting illnesses, lifestyles and dietary habits, alcohol, tobacco and coffee intake, use of herbal products, and drug use (including doses taken and indication for use on each day of exposure) will be collected directly from all patients through a structured interview. Preliminary results of this study confirm a significant relative risk (Odds Ratio) of liver injury associated with the use of nimesulide, NSAIDs, some antibiotics like macrolides and paracetamol. The results of this study could strongly affect regulatory decisions within the National Health Service.
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Tiani, Carolina <1981&gt. « Dati preliminari dello studio multicentrico caso-controllo "Grave danno epatico acuto indotto da farmaci" ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6387/.

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Résumé :
Il danno epatico indotto dall'assunzione di farmaci viene comunemente indicato con il termine inglese DILI (Drug-Induced Liver Injury). Il paracetamolo rappresenta la causa più comune di DILI, seguito da antibiotici, FANS e farmaci antitubercolari. In particolare, i FANS sono una delle classi di farmaci maggiormente impiegate in terapia. Numerosi case report descrivono pazienti che hanno sviluppato danno epatico fatale durante il trattamento con FANS; molti di questi farmaci sono stati ritirati dal commercio in seguito a gravi reazioni avverse a carico del fegato. L'ultimo segnale di epatotossicità indotto da FANS è associato alla nimesulide; in alcuni paesi europei come la Finlandia, la Spagna e l'Irlanda, la nimesulide è stata sospesa dalla commercializzazione perché associata ad un'alta frequenza di epatotossicità. Sulla base dei dati disponibili fino a questo momento, l'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA) ha recentemente concluso che i benefici del farmaco superano i rischi; un possibile aumento del rischio di epatotossicità associato a nimesulide rimane tuttavia una discussione aperta di cui ancora molto si dibatte. Tra le altre classi di farmaci che possono causare danno epatico acuto la cui incidenza tuttavia non è sempre ben definita sono gli antibiotici, quali amoxicillina e macrolidi, le statine e gli antidepressivi.Obiettivo dello studio è stato quello di determinare il rischio relativo di danno epatico indotto da farmaci con una prevalenza d'uso nella popolazione italiana maggiore o uguale al 6%. E’ stato disegnato uno studio caso controllo sviluppato intervistando pazienti ricoverati in reparti di diversi ospedali d’Italia. Il nostro studio ha messo in evidenza che il danno epatico da farmaci riguarda numerose classi farmacologiche e che la segnalazione di tali reazioni risulta essere statisticamente significativa per numerosi principi attivi. I dati preliminari hanno mostrato un valore di odds ratio significativo statisticamente per la nimesulide, i FANS, alcuni antibiotici come i macrolidi e il paracetamolo.
Drug-induced liver injury (DILI) is a term that describes abnormalities in liver function tests related to medication intake. Acetaminophen is the most common cause of DILI followed by antibiotics, NSAIDs, and antitubercular medications. NSAIDs represent one of the most widely used classes of drugs. Numerous case reports have described patients who develop fatal liver injury while taking NSAIDs. Several NSAIDs were withdrawn from the market because of hepatic ADRs. The latest warning signal for hepatotoxicity induced by a NSAID is related to nimesulide. In some European countries, Finland, Spain, and Ireland, nimesulide was suspended from the market because of an associated high frequency of hepatotoxicity. In contrast, a recent referral of the EMEA concluded that the benefits of the drug outweigh its risks. However, the full extent of the risk of nimesulide-induced liver injury is still a much debated issue within the EMEA. Primary objectives was to estimate the relative risk of liver injury induced by drugs with a prevalence of use in the Italian population > or = 6% This study is designed as a multicenter case–control study where cases and controls will all be recruited among patients seen in a hospital context in various parts of Italy. Information regarding demographic data, medical history, coexisting illnesses, lifestyles and dietary habits, alcohol, tobacco and coffee intake, use of herbal products, and drug use (including doses taken and indication for use on each day of exposure) will be collected directly from all patients through a structured interview. Preliminary results of this study confirm a significant relative risk (Odds Ratio) of liver injury associated with the use of nimesulide, NSAIDs, some antibiotics like macrolides and paracetamol. The results of this study could strongly affect regulatory decisions within the National Health Service.
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Balducci, Anna <1978&gt. « Effetto dell’allenamento fisico sulla capacità cardiopolmonare in pazienti adulti con ventricolo destro sistemico : studio europeo multicentrico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3868/1/Balducci_Anna_tesi.pdf.

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Balducci, Anna <1978&gt. « Effetto dell’allenamento fisico sulla capacità cardiopolmonare in pazienti adulti con ventricolo destro sistemico : studio europeo multicentrico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3868/.

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Salsi, Ginevra <1986&gt. « Ruolo della risonanza magnetica prenatale in feti con ventricolomegalia isolata nell'era della neurosonografia : uno studio multicentrico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9618/1/Tesi%20dottorato%20Ginevra%2020_10%20con%20abstract%20e%20frontespizio%20giusto.pdf.

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Résumé :
Obiettivi: Analizzare, in feti con riscontro all’ecografia prenatale di ventricolomegalia isolata, il ruolo della risonanza magnetica fetale (RM) nell’identificazione di ulteriori anomalie cerebrali associate. Determinare se l’incidenza di tali anomalie associate sia correlata al grado ed alla lateralità della ventricolomegalia; stimare l’incidenza di anomalie associate diagnosticabili solo dopo la nascita e non identificate dalle metodiche di diagnostica prenatale (RM ed ecografia). Metodi: Studio multicentrico, retrospettivo, di coorte, in 15 centri in Italia, Regno Unito e Spagna. su gravide sottoposte a RM dopo riscontro alla neurosonografia multiplanare di ventricolomegalia isolata, fra gennaio 2010 e marzo 2019. Scopo principale: stabilire la prevalenza di anomalie del sistema nervoso centrale (SNC) individuabili esclusivamente tramite RM. Scopo secondario: stimare l’incidenza di anomalie aggiuntive identificate esclusivamente alla nascita. Risultati: sono stati inclusi 556 feti con diagnosi ecografica di ventricolomegalia isolata. Epoca gestazionale media al momento della RM: 26.7±4.4 settimane. Dei feti inclusi nello studio, il 36.5% (95% CI 32.6-40.4; 203/556) era affetto da VM bilaterale, il 63.5% (95% CI 59.4-67.4; 353/556) monolaterale. La VM è apparsa lieve (10-12 mm) nell’80.0% dei casi (95% CI 76.5-83.2; 445/556) e moderata (13-15 mm) nel 20.0% (95% CI 16.9- 23.5; 111/556). I risultati della regressione logistica hanno evidenziato che BMI materno (OR: 0.85, 95% CI 0.7- 0.99, p= 0.030), presenza di VM moderata (OR: 5.8, 95% CI 2.6-13.4, p<0.001) ed esecuzione di RM dopo la 24^ settimana (OR: 4.1, 95% CI 1.1-15.3, p= 0.038) correlano in maniera indipendente con l’individuazione di anomalie aggiuntive alla RM. Conclusioni: Fra i feti con ventricolomegalia apparentemente isolata valutati mediante neurosonografia, la percentuale di anomalie associate riscontrate esclusivamente alla risonanza magnetica fetale è risultata più bassa di quanto riportato finora. La maggior parte dei difetti evidenziati tramite RM rientra nelle categorie dei disordini della migrazione neuronale e delle emorragie, particolarmente difficili da diagnosticare all’ecografia.
Objectives: To assess the role of fetal magnetic resonance imaging (MRI) in detecting associated anomalies in fetuses presenting with mild and moderate isolated ventriculomegaly (VM) undergoing multiplanar ultrasound (US) evaluation of fetal brain. Methods: Multicenter, retrospective, cohort study involving 15 referral fetal medicine centers in Italy, United Kingdom, and Spain. Inclusion criteria: fetuses affected by isolated VM on US, undergoing detailed assessment of fetal brain via a multiplanar approach. Primary outcome: to report the rate of additional CNS anomalies detected exclusively at prenatal MRI and missed at US; secondary aim: to estimate the incidence of additional anomalies detected exclusively after birth and missed at prenatal imaging. Results: 556 fetuses with a prenatal diagnosis of isolated fetal VM on US were included. Additional structural anomalies were detected at prenatal MRI and missed at US in 5.4% (95% CI 3.8-7.6) of cases. Fetuses with an associated anomaly detected only at MRI were more likely to have moderate compared to mild VM (60.0% vs 17.7%, p<0.001), while there was no significant difference between the proportion of cases with bilateral VM between the two groups (p=0.2). The results of the logistic regression analysis showed that maternal body mass index (OR: 0.85, 95% CI 0.7-0.99, p= 0.030), presence of moderate VM (OR: 5.8, 95% CI 2.6-13.4, p<0.001) and gestational age at MRI ≥24 weeks of gestation (OR: 4.1, 95% CI 1.1-15.3, p= 0.038) were independently associated with the probability of detecting associated anomalies at MRI. Associated anomalies were detected exclusively at birth and missed at prenatal imaging in 3.8% of cases. Conclusions: The rate of associated fetal anomalies missed at US and detected only at fetal MRI in fetuses with isolated mild and moderate VM undergoing neurosonography is lower than that previously reported. The large majority of these anomalies are difficult to detect on ultrasound
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Chapitres de livres sur le sujet "Studio multicentrico"

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Montevecchi, Filippo, Giovanni Cammaroto, Giannicola Iannella, Angelo Cannavicci, Henry Zhang, Elisa Raggini, Bianca Vallicelli et Milena Di Luca. « Effectiveness of Barbed Repositioning Pharyngoplasty for the Treatment of Obstructive Sleep Apnea (OSA) : Prospective Outcomes, Multicentric Studies and Review of Literature Results ». Dans Barbed Pharyngoplasty and Sleep Disordered Breathing, 207–24. Cham : Springer International Publishing, 2022. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-96169-5_19.

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Vinot, Nina, Emma Baghtchedjian, Clémentine Picolo et Grégory Lambert. « The Potential of Precision Probiotic Hafnia alvei HA4597 to Support Weight Loss ». Dans Weight Management - Challenges and Opportunities [Working Title]. IntechOpen, 2022. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.103723.

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Résumé :
Hafnia alvei HA4597® is a novel probiotic strain producing an anorexigenic mimetic protein. This report summarizes the innovative approach leading to the discovery of the precision probiotic H. alvei HA4597® and its benefits on body weight and metabolic parameters. H. alvei HA4597® has been identified after the striking findings on the effects of the bacterial metabolite ClpB (Caseinolytic peptidase B) on appetite regulation, through a screening of ClpB-producing strains. Its efficacy in humans has been validated by a multicentric, double-blind, randomized placebo-controlled trial including 236 overweight adults. The successful results on body weight loss of the clinical study support the use of H. alvei HA4597® in the global management of excess weight.
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McGrew, Anthony. « 2. Globalization and global politics ». Dans The Globalization of World Politics, 19–35. Oxford University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.1093/hepl/9780192898142.003.0002.

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Résumé :
This chapter examines the characteristics of contemporary globalization and how they are reshaping world politics. It argues that both the Covid-19 pandemic and climate change are indicative of just how deeply enmeshed the fate of communities and societies across the world has become, not to mention how globalization simultaneously unifies and divides the world. It explains why globalization challenges some of our traditional ways of thinking and theorizing about world politics. It asks whether there are limits to globalization or whether it is inevitable. It also considers the extent to which globalization is responsible for the emerging shift in the structure of world power, namely the ‘decline of the West’ and the ‘rise of the rest’. Two case studies are presented: one is about global food security and the other is about multicentric globalization.
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Samudrala, Suvarna. « Biologicals in Atopic Dermatitis ». Dans Atopic Dermatitis - Essential Issues. IntechOpen, 2021. http://dx.doi.org/10.5772/intechopen.95229.

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Résumé :
Atopic dermatitis (AD) is a debilitating condition, and its management in both children and adults can be challenging for clinicians and patients alike. The current treatment options approved by the Food and Drug Administration (FDA) have variable efficacies, and long-term adverse effects, which further complicate the plan of management. There has been considerable progress towards the use of targeted medicines like biologicals and small molecular agents for atopic dermatitis. Various molecules targeting the TH2 pathway, JAK/STAT pathway, cAMP, IL-22, Il-12/IL-23 and IgE, have been developed, and are being studied extensively in both adults and pediatric patients of atopic dermatitis. Currently, only Dupilumab is approved by the FDA for the treatment of moderate to severe refractory atopic dermatitis. The other biological agents are currently in phase 2 or phase 3 trials. There is a paucity of multicentric, large-scale studies on the above drugs, along with a lack of comparative studies with the existing modalities of treatment. Therefore, more studies with a larger sample size and longer follow up periods are needed to determine their efficacy and long-term safety profiles. Overall, these agents are likely to be a part of the therapeutic armamentarium for atopic dermatitis in the near future.
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Islami, Farhad, et Paolo Boffetta. « Methodological Issues in International Multicentric Studies, Including the Role of Consortia in International Cancer Epidemiology ». Dans Cancer Epidemiology, 174–200. Oxford University Press, 2013. http://dx.doi.org/10.1093/med/9780199733507.003.0011.

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Actes de conférences sur le sujet "Studio multicentrico"

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Arfaoui, R., MA Ferjaoui, Y. Berrazega, S. Khedhri, K. Abdessamia, M. Malek, K. Neji et H. Gmara. « EPV074/#427 Cervical cancer : multicentric epidemiological study ». Dans IGCS 2021 Annual Meeting Abstracts. BMJ Publishing Group Ltd, 2021. http://dx.doi.org/10.1136/ijgc-2021-igcs.142.

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2

Hammami, S., S. Bouomrani, O. Berriche et A. Barhoumi. « AB0808 Multicentric study of systemic scleroderma in tunisia ». Dans Annual European Congress of Rheumatology, EULAR 2018, Amsterdam, 13–16 June 2018. BMJ Publishing Group Ltd and European League Against Rheumatism, 2018. http://dx.doi.org/10.1136/annrheumdis-2018-eular.6247.

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Felez, J., R. Rodriguez-Pinto, A. Oliver, F. Velasco, I. de Diego, L. J. Steegmann et S. Martin. « MULTICENTRIC SPANISH STUDY OF BIOLOGICAL CAUSES OF DEEP VEIN THROMBOSIS ». Dans XIth International Congress on Thrombosis and Haemostasis. Schattauer GmbH, 1987. http://dx.doi.org/10.1055/s-0038-1643044.

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Résumé :
305 unselected patients under long-term oral anticoagulation treatment for having presented one o more ep^L sodes of deep vein thrombosis and/or pulmonary embolism, have been studied for the following anomalies: Dysfibrinogenemia, Lupus anticoagulant, Antithrombin-III deficiency, Protein C, Protein S, Heparin Cofactor II, and anomalies in the fibrinolytic components t-PA PAI and Plasminogen. Protein C antigen and activity as well as free Protein S antigen levels have been related to those found in a control group at different intensities of oral anticoagulantAs shown in the table this study, performed on unselected patients from the clinical point of view, has not only confirmed the presence of a previously known congenital defect in 16 patients (5%) but also has per miteed the identification of a previously unkown de- -feet in 45 patients (15%)Since the identification of a congenital abnormality permits to prevention of new thrombotic episodes and the identification of the afected members, these re- -suits support the convenience of performing such syste matic biological studies in patients suffering from thrombosis
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Schöler, D., E. Mengel, AE Canbay, M. Henning, M. Merkel, V. Keitel-Anselmino, B. Förner et al. « Increased incidence of HCC in Gaucher disease : A multicentric long-term analysis from 4 German centers ». Dans 37. Jahrestagung der Deutschen Arbeitsgemeinschaft zum Studium der Leber. Georg Thieme Verlag KG, 2021. http://dx.doi.org/10.1055/s-0040-1722024.

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Goya-Esteban, Rebeca, o. Barquero-Perez, J. Alzueta, X. Vinolas, N. Basterra, E. Garcia, J. Villacastin et al. « A Multicentric Study of Long:term Rhythm Patterns in Heart Rate ». Dans 2016 Computing in Cardiology Conference. Computing in Cardiology, 2016. http://dx.doi.org/10.22489/cinc.2016.264-161.

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Garcia, G., J. Frija-Masson, T. Perez, L. Godinas, C. Piedvache, A. Belguendouz, L. Plantier et al. « Prevalence of Dysfunctional Breathing in Severe Asthma : A Prospective Multicentric Study ». Dans American Thoracic Society 2019 International Conference, May 17-22, 2019 - Dallas, TX. American Thoracic Society, 2019. http://dx.doi.org/10.1164/ajrccm-conference.2019.199.1_meetingabstracts.a6111.

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7

Fernandez Acquier, M., M. Labato, A. Monteverde, R. Serrano, V. Moyano, A. Videla, L. Marzoratti et C. Luna. « Severe Community-Acquired Pneumonia in Healthy Adults : A Multicentric Retrospective Study. » Dans American Thoracic Society 2009 International Conference, May 15-20, 2009 • San Diego, California. American Thoracic Society, 2009. http://dx.doi.org/10.1164/ajrccm-conference.2009.179.1_meetingabstracts.a6110.

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Loizzi, V., F. Arezzo, CM Santarsiero, V. Cataldi, C. Putino, I. Romagno, G. Cazzato et al. « 943 Risk-reducing surgery in BRCA mutation : a multicentric prospective study ». Dans ESGO 2021 Congress. BMJ Publishing Group Ltd, 2021. http://dx.doi.org/10.1136/ijgc-2021-esgo.558.

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Garci, Mariem, Mohamed Aymen Ferjaoui et Khaled Neji. « 2022-RA-228-ESGO Cervical cancer in Tunisia : multicentric epidemiological study ». Dans ESGO 2022 Congress. BMJ Publishing Group Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.1136/ijgc-2022-esgo.13.

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Ramon, Alba, Esteban Cano-Jiménez, Maria Jesus Rodríguez-Nieto, Ana Dolores Romero Ortiz, Ana Villar, Sílvia Armengol, Anna Julià et Marta Morros. « Economic impact of IPF exacerbations in Spain : prospective, observational, multicentric study (OASIS study) ». Dans ERS International Congress 2021 abstracts. European Respiratory Society, 2021. http://dx.doi.org/10.1183/13993003.congress-2021.pa3757.

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