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Perkins, Philip, et Ida Attolini. « An Etruscan farm at Podere Tartuchino ». Papers of the British School at Rome 60 (novembre 1992) : 71–134. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009806.

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Résumé :
UNA FATTORIA ETRUSCA NEL PODERE TARTUCHINOGli scavi della fattoria etrusca rinvenuta nel podere Tartuchino (GR) sono stati compiuti in due successive campagne, eseguite nel 1985 e nel 1986. Lo scopo di questo articolo è quello di fornire una descrizione dei resti strutturali, completata da una ricostruzione della sequenza cronologica entro la quale questi sono stati edificati, un catalogo dei rinvenimenti e, infine, di dare una interpretazione dei dati ottenuti da un punto di vista economico e sociale. Il sito fu frequentato inizialmente durante l'Età del Bronzo, ma nessuna delle strutture scavate può essere riferita a questo periodo. L'occupazione etrusca è datata tra la fine del sesto e il quarto secolo a.C. La più antica struttura individuata è una ambiente rettangolare costruito in pietra con un portico ligneo e un tetto coperto da tegole. Tale struttura fu ingrandita durante la prima metà del quinto secolo e trasformata in un edificio con quattro ambienti principali ed un cortile parzialmente recintato. All'interno di tali ambienti sono stati rinvenute numerose buche di palo, interpretate come i resti di divisioni interne. L'ambiente più grande conteneva un focolare e un pithos interrato che probabilmente veniva usato per la produzione del vino. La fattoria fu abbandonata in seguito ad un incendio. Le evidenze ottenute durante gli scavi circa la produzione di vino, grano e tessuti sono qui usate allo scopo di formulare un'ipotetica ricostruzione dell'organizzazione economica del sito. Vengono inoltre confrontati i dati architettonici con quelli ottenuti da altre strutture scavate in siti dell'Etruria e del Lazio, databili ad eta arcaica e classica.
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2

Calvi, Gabriele. « VALORI E DOMANDA POLITICA LATENTE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no 2 (août 1990) : 243–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009217.

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Résumé :
IntroduzioneI risultati di numerosi sondaggi consentono di identificare la struttura del consenso ai valori, che mostra una sorprendente analogia con la struttura sociale e rispecchia la tensione culturale piò rilevante del nostro tempo. Mi propongo, ora, di riferire sommariamente tali risultati e di interpretarli secondo l'ipotesi che piò mi convince, ancorchè non sia l'unica possibile.
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Lanzara, Giovan Francesco. « PERCHÉ È DIFFICILE COSTRUIRE LE ISTITUZIONI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 1 (avril 1997) : 3–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025521.

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IntroduzioneLa costruzione di un'istituzione, qualsiasi cosa possa significare, è comunque un processo che implica la formazione di una struttura, o codice, o pattern regolato di comportamenti che acquista legittimità e «funziona» in un contesto sociale specifico, fino a diventare un elemento costitutivo della vita sociale, stabile e persistente nel corso del tempo. Tale struttura può essere in parte il risultato di un progetto deliberato, in parte l'esito non intenzionale dell'azione umana e dell'interazione sociale. Il più delle volte è congiuntamente l'uno e l'altro, in combinazioni variabili a seconda delle contingenze. Se la struttura «funziona», essa potrà autosostenersi e riprodursi nel tempo. Ma in caso di «fallimento», provocato da un rendimento scadente o dall'erosione di legittimità morale e politica, non necessariamente verrà rimpiazzata in modo rapido e completo. Più verosimilmente le sue componenti fondamentali, anche se obsolete, continueranno a sopravvivere per lungo tempo «come frammenti di rotte catene, pendenti dalle volte di vecchi edifici» (Tocqueville 1969), senza alcuna funzione specifica, o forse subiranno un lento processo di mutamento, assumendo gradualmente nuove funzioni e significati col passare del tempo.
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Wallace-Hadrill, Andrew. « The Social Structure of the Roman House ». Papers of the British School at Rome 56 (novembre 1988) : 43–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009569.

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Résumé :
LA STRUTTURA SOCIALE DELLA CASA ROMANAL'aristocrazia romana della Tarda Republica e del Primo Impero costruiva e decorava le proprie case in modo così dispendioso non solo per esibire la propria ricchezza con un consumismo così cospicuo ma piuttosto per ottenere un ambiente idoneo a dei precisi modi di vita. Forme e decorazioni architettoniche possono essere interpretate come linguaggio di comunicazione sociale. Le strutture essenziali della casa romana, come attestano quelle che restano nell'area vesuviana, riflettono distinzioni di rango sociale piuttosto che di sesso ed età come invece accade in una abitazione familiare moderna. Come nella casa formale dell'Europa della prima era moderna la preoccupazione maggiore era quella di stabilire precedenze di privilegi e intimità. A questo scopo sia la forma che la decorazione architettonica, in particolare quella parietale dei IV Stili Pompeiani attingono al linguaggio dell'architettura pubblica per accentuare il senso dello spazio privato usando riferimenti idiomatici di quello pubblico. Vista in questa luce, l'architettura domestica romana diventa un prezioso documento di storia sociale per capire più profondamente il quale sarà necessario rivalutare questo materiale liberandoci di alcuni pregiudizi tradizionali.
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Capone, Vincenza, et Giovanna Petrillo. « Senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera : relazioni con le percezioni di efficacia personale e collettiva e con il burnout ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 15–38. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001003.

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Questo lavoro ha indagato il senso di appartenenza degli infermieri all'azienda ospedaliera, tenendo conto del genere, del reparto di afferenza e degli anni di permanenza nella struttura. Ulteriore obiettivo č stato quello di indagare la relazione tra il senso di appartenenza di questi operatori sanitari e altre variabili psicosociali, quali le percezioni di efficacia collettiva nella comunicazione in ambito ospedaliero, l'autoefficacia percepita nella comunicazione con il paziente, l'autoefficacia sociale e il burnout. Č stato somministrato un questionario self-report a 840 infermieri (47% maschi e 53% femmine) che lavorano in aziende ospedaliere del Centro e del Sud Italia. I risultati hanno evidenziato livelli piuttosto elevati di senso di appartenenza alla struttura da parte degli infermieri (con differenze per anzianitŕ di servizio e reparto di afferenza) e bassi livelli di burnout. Č stato testato un modello di equazioni strutturali che ha evidenziato come il senso di appartenenza, insieme alle percezioni di autoefficacia comunicativa, risulti un predittore negativo di tutte le dimensioni del burnout. Sono risultati predittori del senso di appartenenza all'azienda ospedaliera le percezioni di efficacia collettiva e l'anzianitŕ di servizio nello stesso ospedale.
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Bertolini, Simona. « Esistenza e coesistenza Alcune riflessioni sull'ontologia di Eugen Fink ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 43 (juin 2012) : 129–40. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-043011.

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Existenz und Coexistenz č l'opera in cui Eugen Fink espone la sua filosofia sociale in base ai presupposti dell'ontologia del "Mondo" che egli sviluppa a partire dal secondo dopoguerra. Cosě come questa ontologia si compone di piani di analisi differenti, anche la struttura della socialitÀ si rivela complessa e stratificata, tesa fra la descrizione fenomenologica e l'approfondimento speculativo. L'obiettivo del saggio č di esaminare tanto le premesse metodiche e teoriche dell'indagine finkiana, quanto le sue componenti strutturali, al fine di ricostruire la risposta fornita dal pensatore alla questione della coesistenza, nonché la sua originale definizione del rapporto fra individuo e comunitÀ.
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Rapini, Andrea, et Elena Pavan. « Reti, poteri e confini nelle "discipline amministrative" italiane (1885-1935) : per una storia sociale delle idee ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 299 (août 2022) : 19–48. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299002.

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L'articolo racconta la parabola della Scienza dell'amministrazione dalla sua istituzionalizzazione nella facoltà di Giurisprudenza nel 1875 alla sua de-istituzionalizzazione nel 1935 e lo slittamento del suo oggetto, dei confini disciplinari e dello statuto scientifico. Dopo una ricostruzione della normativa concorsuale, l'articolo mostra - con l'ausilio della Social network analysis - la struttura della rete di relazioni tra commissari che governò tutti i concorsi universitari in Scienza dell'amministrazione, individuando al suo interno due zone distinte: da una parte un core di giuristi che si trovarono nella posizione di affermare i criteri di scientificità in seno alle discipline amministrative; dall'altra, all'opposto, una periferia del sistema decisionale. Infine, valorizzando le indicazioni provenienti dai networks, l'articolo approfondisce la biografia scientifica di alcuni giuristi per intendere il loro contributo specifico alla riproduzione del sapere e coniugare l'analisi delle idee e delle strutture sociali con quella degli attori.
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Castrignanò, Marco. « Struttura sociale e cultura della povertà : per un approccio contestualista ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 103 (mai 2014) : 15–24. http://dx.doi.org/10.3280/sur2014-103002.

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Fiorentini, Giuseppe, et Giovanni Foresti. « "No retreat, no surrender". La dimensione temporale dei conflitti psichici e sociali ». GRUPPI, no 2 (octobre 2010) : 69–82. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-002008.

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Gli autori ipotizzano che esista una correlazione fra l'esperienza prevalente del tempo e alcuni disturbi del funzionamento psichico osservabili a livello individuale e sociale. La disorganizzazione dell'orizzonte cronologico dell'esistenza č intesa come una conseguenza delle grandi trasformazioni culturali avvenute nel corso degli anni '70 e '80. A loro volta, questi cambiamenti sono conseguenza di piů discrete modificazioni avvenute nelle relazioni familiari e nella struttura sociale. A livello individuale ciň ha prodotto un'epidemia di disturbi narcisistici che si esprimono in manifestazioni psicopatologiche in passato inesistenti o infrequenti (disturbi alimentari, condotte antisociali, diffuse appetenze patologiche e tossicofilie vecchie e nuove). Mentre nel campo delle dinamiche istituzionali č in aumento la conflittualitŕ esplicita e/o implicita (secondo il modello bioniano dell'attacco-e-fuga o della dipendenza passiva) che coesiste con il venir meno dei conflitti strutturali che strutturanti fra le classi e fra le generazioni. Questa tesi č argomentata attraverso due esempi clinici. Il primo tratto da un trattamento psicoanalitico individuale e il secondo da una supervisione all'équipe di una Comunitŕ Terapeutica, tenuta in scacco da una paziente gravemente borderline.
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Amendola, Giandomenico. « L'onda lunga dei grandi eventi ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 96 (décembre 2011) : 35–45. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096003.

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Il saggio evidenzia come i grandi eventi possono avere un impatto sociale e simbolico oltre che economico ed urbano. I grandi eventi infatti, in molti casi, hanno ridisegnato l'immagine della cittŕ, la sua struttura fisica e l'organizzazione sociale dei suoi spazi. Le tracce di molti grandi eventi rimangono indelebilmente nella storia della cittŕ, diventando una ereditŕ urbana. Il saggio non ha l'intento di ricostruire la vicenda urbana delle Esposizioni internazionali o delle olimpiadi, ma presenterŕ, attraverso alcuni dei casi piů interessanti, gli aspetti che hanno anticipato la mutazione attuale e in parte ne possono spiegare la logica. Il difficile ma indispensabile passaggio dall'evento eccezionale alla routine di governo della cittŕ non puň prescindere dal considerare alcuni elementi come essenziali. In particolare il saggio evidenzia il legame necessario, ma per nulla scontato, tra progetti e progettualitŕ, la rilevanza del consenso per mobilitare energie e capitali, il problema delle aspettative crescenti, e ultimo ma non meno importante il riprodursi di diseguaglianze territoriali. I Mega eventi tendono ad introdurre cambiamenti strutturali nella cittŕ e quindi agiscono su equilibri territoriali e sociali. Le politiche di rilancio che mirano ad aumentare la competitivitŕ urbana spesso concentrano le risorse lŕ dove piů alto č ritenuto il fattore di moltiplicazione e maggiore sembra la visibilitŕ sulla scena globale. Inevitabilmente le aree marginali della cittŕ continuano a rimanere nell'ombra, perpetuando processi di esclusione sociale e segregazione urbana.
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Aqueci, Francesco. « La metodologia strutturale in Marx e Saussure ». PARADIGMI, no 2 (juillet 2010) : 137–52. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-002011.

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Francesco Aqueci, La metodologia strutturale in Marx e Saussure Il valore di scambio di Marx e il valore linguistico di Saussure sono i differenti aspetti di una comune metodologia che nasce autonomamente, prima in economia politica e poi in linguistica. Una metodologia in cui il valore č la struttura soggiacente di ogni concreto atto linguistico e di ogni concreta transazione economica. In questo modo risulta possibile spiegare le allusioni di Marx al linguaggio come prodotto sociale analogo ai prodotti di merci, e gli esempi che Saussure trae dall'economia politica per spiegare il funzionamento del segno. L'autore mostra anche il modo in cui la tematica marxiana dell'alienazione si intreccia con la latente dimensione critica della semiologia di Saussure. Mostra, infine, la necessitŕ di superare il carattere neutro della metodologia strutturalista, per recuperare il momento etico della relazione tra soggetto e oggetto.
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Magliacane, Alessia. « Forma della norma-stato e fatto del potere pastorale ». Revista da Faculdade de Direito UFPR 62, no 2 (31 août 2017) : 175. http://dx.doi.org/10.5380/rfdufpr.v62i2.52428.

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La complessità del soggetto (individuale e collettivo) è sottoposta nella fase detta postmoderna (Harvey, Jameson, Raymond) ad un aggressivo tentativo di riduzione che ha come strumento la norma-stato, che ha attraversato pressoché indenne le epoche storiche fino alla modernità borghese – capitalistica indagata da Habermas (nelle strutture discorsive), da Foucault (nella trasformazione del potere disciplinare e pastorale), da Deleuze (nella particolare struttura della ripetizione, erede della coazione freudiana), da Lacan (nella dialettica della repressione simbolico-normativa), da Butler (nella dialettica tra soggettivazione e assoggettamento) ma soprattutto nelle forme dell’immaginario letterario e cinematografico (di cui si fanno qui gli esempi di Lynch e McCarthy). L’autore tenta anche una netta distinzione tra la critica del diritto e l’analisi critica della forma normativa-giuridica, nella comparazione con altre esistenti forme normative quali quella strettamente simbolica (ad esempio nella morale sociale e nella famiglia) e quella istituzionale (ad esempio nelle forme di alienazione e di istituzione totale) alla luce delle più moderne teorie linguistiche, sistemiche, psicologiche e della complessità.
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Giliberti, Luca. « Il ritorno delle frontiere interne in Europa e la solidarietà ai migranti in transito : il caso della Val Roja ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 28, no 58 (avril 2020) : 69–87. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005805.

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Riassunto Il presente articolo analizza la solidarietà ai migranti in transito nell’Europa della “crisi dell’accoglienza” attraverso lo studio di caso della Val Roja, una piccola valle francese al confine con l’Italia. Il contributo contestualizza il ritorno delle frontiere interne in Europa e si focalizza sulle forme, gli attori e le pratiche della solidarietà ai migranti in questa valle. Si tratta di una solidarietà endogena, che nasce in particolare dalle reti di neorurali e si struttura attorno a valori condivisi, oltreché ad un determinato approccio di difesa del territorio. Allo stesso tempo, voci ostili ai migranti e alla solidarietà emergono, all’interno di un conflitto sociale tra i nativi – le cosiddette familles de souches – e i più recenti abitanti. L’articolo si basa su una ricerca etnografica di un anno e mezzo, svolta attraverso un processo di immersione nella realtà locale e l’uso di tecniche quali l’osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate.
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Cassol, Alessandro. « Le linee del tempo, dello spazio e dell’amore. Una lettura di "La geometría del trigo" di Alberto Conejero ». Tintas. Quaderni di Letterature iberiche e iberoamericane, no 11 (11 décembre 2022) : 9–18. http://dx.doi.org/10.54103/2240-5437/19269.

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Lo studio prende in esame una recente opera teatrale di Alberto Conejero, La geometría del trigo (prima edizione: 2018; prima rappresentazione: 2019), analizzandone la complessa struttura su più piani temporali e ricostruendone la localizzazione sociale e geografica. Vengono indagate le relazioni tra i sei personaggi che animano la vicenda e si individua nel vincolo tra le diverse generazioni il nucleo tematico centrale dell’opera.
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Hoffmann-Lange, Ursula. « SEYMOUR MARTIN LIPSET : MODERNIZZAZIONE, STRUTTURA SOCIALE E CULTURA POLITICA COME FATTORI DELLO SVILUPPO DEMOCRATICO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 3 (décembre 2003) : 451–82. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200027428.

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IntroduzioneSeymour Martin Lipset è indubbiamente uno dei maggiori scienziati sociali del ventesimo secolo, «che ha plasmato, forse più di ogni altro scienziato sociale contemporaneo, lo studio delle condizioni, dei valori e delle istituzioni della democrazia negli Stati Uniti e in tutto il mondo (Marks 1995, 765). I suoi contributi sia alla scienza politica che alla sociologia sono straordinari. È l'unico ad essere stato sia Presidente dell'American Political Science Association (1979-80), sia dell'American Sociological Association (1992-3). È stato anche Presidente o vice Presidente di molte altre associazioni professionali americane e internazionali, come la International Society of Political Psychology, la World Association for Public Opinion Research, e la Society for Comparative Research. Le sue attività in queste associazioni testimoniano l'ampio spettro degli interessi accademici di Lipset, che vanno dalla politica comparata alla stratificazione sociale. Lipset ha anche ricevuto molti riconoscimenti, come fellowships da prestigiose istituzioni accademiche (ad es. il Center for Advanced Studies in the Behavioral Sciences di Stanford), premi da associazioni professionali, e non meno di sette Ph. D. onorari.
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Paroli, Elena. « L’allegoria come forma stilistica della chiarezza e della verità : Paesaggio con serpente di Franco Fortini e la poetica della giustizia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (1 février 2017) : 76–94. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682487.

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In conclusione al saggio Vergogna della poesia il poeta e critico Franco Fortini (1917‒1994) afferma che la caratteristica fondante della poesia non andrebbe tanto ricercata nel suo essere engagée, quanto nel suo essere engageante: è attorno a questo perno militante che si forma tutta la struttura letteraria dell’autore, notoriamente basata sul rapporto senza soluzione di continuità fra verità poetica e verità sociale. Ed è proprio a partire da questa idea che Fortini pone come condicio sine qua non della propria poesia le sue stesse e necessarie finalità militanti, storiche (e storicizzanti). Epigono di Brecht, sulla scorta delle letture di Benjamin l’autore arriva a formulare una poesia allegorica intesa come soluzione ai limiti insiti sia nel realismo che nel simbolismo. L’allegoria diviene il segno più tangibile della volontà sociale che soggiace alla poesia fortiniana, di cui è al tempo stesso strumento e climax stilistica. L’articolo offre un’analisi della struttura allegorica all’interno della raccolta Paesaggio con serpente, edita nel 1984, al fine di mettere in luce i tre aspetti fondamentali che fanno dell’allegoria uno strumento di verità: l’aspetto figurale, l’aspetto formale (l’allegoria come “forma vuota”) e l’aspetto dialettico.
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Sanna, Carlo. « L'impatto delle vicende economiche e politiche sulla trasformazione urbana e sociale di Istanbul (1923-1984) ». STORIA URBANA, no 168 (novembre 2021) : 115–39. http://dx.doi.org/10.3280/su2021-168005.

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Istanbul, con i suoi oltre 16 milioni di abitanti, è oggi la maggiore città della Turchia e una delle megalopoli più grandi del mondo. Storica capitale dell'Impero Ottomano, oggi non è solo il maggiore centro abitato della Turchia, ma anche il suo cuore pulsante culturale, sociale ed economico. Da sola, la città genera oltre il 40% del gettito fiscale e circa il 40% del PIL della Turchia, con più del 20% della produzione industriale del Paese. Eppure, appena sessant'anni fa Istanbul era una città portuale stagnante e dimenticata, tagliata fuori dalle rotte del commercio internazionale, con meno di un milione di abitanti e una crescita praticamente nulla. La situazione di Istanbul rispecchiava la condizione della Turchia del secondo dopoguerra: un Paese scarsamente industrializzato e prevalentemente rurale, con strutture economiche basate principalmente sul settore agricolo, infrastrutture scarse e arretrate, poco integrato nel mercato internazionale. In seguito la Turchia fu protagonista di una crescita vorticosa che, seppure caratterizzata da un andamento estremamente altalenante, la proiettò saldamente all'interno dei meccanismi del mercato globale negli ultimi due decenni del XX secolo. Questi processi scossero profondamente Istanbul e l'intero Paese, attraversati da enormi cambiamenti nelle dinamiche non solo economiche, ma anche politiche e sociali. La città fu protagonista di un pluridecennale processo di trasformazione che la portò da poco più di 950 mila abitanti nel 1950 a una metropoli con oltre 8 milioni di abitanti negli anni Novanta. L'articolo analizza come questi processi storici abbiano modificato la struttura economica, sociale, demografica di Istanbul, ponendo le basi per farla diventare la città che è oggi.
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Di Stefano, Antonio. « The users in the middle. I librarians tra volontarismo ed entropia ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 41 (mai 2012) : 67–77. http://dx.doi.org/10.3280/sc2011-041006.

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I bibliotecari sono un particolare tipo di utenti di aNobii, la cui dimensione solidaristica e volontaristica conferma letture ottimistiche sulla partecipazione orizzontale, in ambiente Web 2.0, mostrando come la pratica organizzativa costituisca una parte centrale di ambienti tipicamente caratterizzati da sociabilitŕ. Al tempo stesso, perň, la nostra indagine mette in evidenza il grado di sofisticazione incarnata da tali pratiche, individuando, all'interno dello specifico sito di social network, modelli di azione particolari derivanti da lotte simboliche interne tese a ottenere una propria legittimitŕ. Ma una tale "risultato" sembra essere provvisorio in un sistema sociale online paradossalmente debole nella propria struttura organizzativa
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Attanasio, Alessandra, et Alberto Oliverio. « Empatia e cognizione sociale. Una lettura darwiniana del mirror neuron system ». PARADIGMI, no 3 (décembre 2012) : 93–138. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-003007.

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Per comprendere la complessitŕ dei fenomeni della mente, dell'empatia e della cognizione sociale č basilare oggi integrare neuroscienze e filosofia. Nonostante la lettura dei risultati neuroscientifici abbia prevalentemente seguito un'ottica darwiniana, la scoperta del mirror neuron system, dopo un primo approccio di tipo analitico, č stata interpretata fin qui in chiave fenomenologica. Il saggio mostra l'incompatibilitŕ tra la "social-embodied cognition" del sistema specchio e la fenomenologia, che si caratterizza fin dall'inizio per la sua critica a ogni scienza empirica e a ogni forma di naturalismo. La struttura intellettualistica della fenomenologia rende l'io trascendentale un surrogato della vecchia anima-sostanza e l'intersoggettivitŕ una meta-in- tersoggettivitŕ. Il saggio propone una lettura darwiniana del sistema specchio, incentrata su una "social-embodied-emotional mind", radicata nella ragione-istinto di Hume e nella rivoluzione emozionale di James.
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Perini, Rosaria. « Il counseling a mediazione corporea e la donna in menopausa ». GROUNDING, no 2 (août 2010) : 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gro2009-002007.

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L'autrice analizza quali possibilitŕ offre, in una relazione d'aiuto, il counseling a mediazione corporea e ad indirizzo bioenergetico, alla donna in menopausa. Ciň alla luce dell'odierna struttura culturale, sociale ed economica, del mondo occidentale, che mina l'integritŕ psicofisica della donna. Grazie al supporto bioenergetico, il corpo puň essere considerato una guida sicura per l'ascolto dei bisogni e dei ritmi della persona, per riscoprire e riconoscere le risorse utili all'adattamento della nuova situazione fisica e psicologica.
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Pozzi, Maura, Carlo Pistoni, Daniela Marzana, Lorenza Arpini, Sabina Moro et Elena Marta. « La rappresentazione sociale di (dis)obbedienza nei giovani militari italiani ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (décembre 2021) : 1–29. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12861.

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Il presente studio indaga il contenuto e la struttura della rappresentazione sociale (RS) di (dis)obbedienza, al fine di comprendere la relazione con l'autorità in un gruppo di allievi delle Forze Armate Militari. Per il raggiungimento di questo obiettivo è stato utilizzato un questionario self-report, in versione online.Le analisi sono state condotte su un campione di 389 soggetti. I risultati mostrano come i concetti di (dis)obbedienza siano considerati come diametralmente opposti: l'obbedienza risulta avere una connotazione prevalentemente positiva, connessa a termini quali "rispetto", "lealtà", "fiducia" e, di contro, la disobbedienza risulta avere un'accezione per lo più negativa, connessa a termini quali "irrispettosa", "negativa" e "sbagliata". Questi risultati avvalorano l'ipotesi che il contesto specifico abbia una forte influenza nel determinare le rappresentazioni sociali sul tema in oggetto.
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Zambianchi, Manuela, et Bitti Pio Enrico Ricci. « Rappresentazioni sociali della salute e dell'invecchiamento in un gruppo di anziani ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (décembre 2010) : 95–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002007.

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La ricerca ha analizzato le caratteristiche delle rappresentazioni sociali sulla salute e sull'etŕ anziana possedute dagli anziani. Hanno partecipato 150 anziani, appartenenti alla Terza e Quarta Etŕ, ai quali sono stati somministrati due questionari relativi alle rappresentazioni sulla salute e l'etŕ anziana. L'analisi delle componenti principali, condotta su entrambi i questionari, ha fatto emergere una rappresentazione complessa della salute a struttura bi-fattoriale ed una rappresentazione integrata dell'etŕ anziana, caratterizzata dalla presenza di progettualitŕ, ricchezza esperienziale, crescita personale. I risultati sono stati discussi alla luce delle teorie recenti sulla salute in chiave bio-psico-sociale e delle teorie sull'invecchiamento positivo che ne evidenziano la multidimensionalitŕ e la rilevanza delle risorse interne e sociali per il suo conseguimento.
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Oliveri, Luca. « COVID-19 ». Revista IBERC 3, no 2 (10 août 2020) : 268–88. http://dx.doi.org/10.37963/iberc.v3i2.118.

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Résumé :
Lo scritto si sofferma sull’emergenza globale che il diffondersi del virus ha causato, analizzando gli effetti che essa potrebbe avere sul sistema sanitario nazionale, a partire dall’insistito richiamo alla solidarietà sociale. In questa ottica, si è cercato di dimostrare come le peculiarità del caso concreto rendano necessaria una valutazione dell’effettivo contenuto delle prestazioni contrattuali tra paziente e struttura sanitaria differente rispetto ai tempi ordinari. Il giudice sembra essere il soggetto posto nelle condizioni migliori per poter apprezzare tali particolarità, senza che si debba procedere all’emanazione di norme emergenziali al fine di disciplinare le conseguenze della crisi sanitaria. Un intervento legislativo, invece, pare essere necessario qualora si faccia riferimento al principio di solidarietà sociale, non attuabile direttamente in via interpretativa.
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Ferretti, Federico. « Intellettuali anarchici nell'Europa del secondo Ottocento : i fratelli Reclus (1862-1872) ». SOCIETÀ E STORIA, no 127 (juillet 2010) : 63–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-127003.

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Résumé :
L'articolo analizza il percorso di formazione di due intellettuali europei cosmopoliti e politicamente eterodossi, i fratelli Elie ed Élisée Reclus, nel contesto politico, sociale e culturale dell'Europa della seconda metÀ dell'Ottocento. Il decennio preso in esame si struttura nei tre fondamentali passaggi della cooperazione in Francia, dell'Internazionale dei Lavoratori e della Comune di Parigi. La principale problematica scientifica č valutare il peso di questo binomio parentale, intellettuale e politico, da una parte nell'elaborazione del futuro pensiero anarchico dei suoi componenti, dall'altra nella costituzione di quel milieu di studiosi e militanti che dal decennio successivo contribuirÀ alla costruzione delle opere geografiche e delle teorie sociali del piů celebre fra i due fratelli, Élisée.
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Fargion, Valeria. « TIMING E SVILUPPO DEI SERVIZI SOCIALI IN EUROPA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 30, no 1 (avril 2000) : 43–88. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029105.

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Résumé :
Introduzione La letteratura sul welfare state ha largamente privilegiato il settore pensionistico e la sanità, che peraltro costituiscono le componenti più rilevanti della spesa sociale in tutti i paesi europei. Tuttavia, nell'arco dell'ultimo decennio si è manifestato in ambito accademico un crescente interesse per le politiche socio-assistenziali. La nuova attenzione nei confronti di quest'area di policy, tradizionalmente considerata del tutto marginale nel contesto dei sistemi di protezione sociale, riflette la consapevolezza che nuovi bisogni sociali vanno diffondendosi in tutta Europa. A monte dei nuovi bisogni vi sono indubbiamente i profondi cambiamenti che hanno investito le nostre società sia sotto il profilo demografico sia per quanto riguarda la struttura familiare. Tali cambiamenti stanno infatti imponendo la ricerca di nuove soluzioni per far fronte alle esigenze di cura dei soggetti che non sono in grado di provvedere autonomamente a se stessi; ciò riguarda in primo luogo la terza e la quarta età, ma anche la prima infanzia, i portatori di handicap, i malati mentali ed i malati cronici.
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Velasco, Veronica, et Luca Vecchio. « La rappresentazione sociale del rischio : un'analisi quali-quantitativa delle sue dimensioni e della sua struttura ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2012) : 59–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002004.

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Résumé :
L'articolo presenta due studi volti ad indagare la rappresentazione sociale del rischio fra i giovani adulti. Nel primo studio, di tipo qualitativo, sono stati realizzati 3 focus group che hanno coinvolto 20 giovani adulti (etŕ media = 22; DS = 2.57). Ai partecipanti č stato chiesto di: i) realizzare un collage che raffigurasse il concetto di rischio; ii) proporre una classificazione delle diverse tipologie di rischio. Il secondo studio, cui hanno partecipato 200 giovani adulti (etŕ media = 21.65; DS = 2.59), si č basato sulla sollecitazione di associazioni libere in risposta alla parola stimolo "rischio". Le associazioni sono state analizzate tramite il programma EVOC. Dall'esame dei risultati dei due studi si č potuto osservare come la rappresentazione sociale del rischio sia caratterizzata dalla contemporanea presenza di una dimensione valutativa negativa, per la quale il rischio č associato all'idea di pericolo, accanto a una sua valutazione positiva, per cui il rischio appare essenziale per la crescita personale oltre ad essere associato al divertimento e alla vitalitŕ. Inoltre č emersa una certa problematicitŕ rispetto al controllo del rischio, la quale porta le persone ad un senso di frustrazione, negazione e fatalismo. Infine, tale rappresentazione č risultata articolarsi differentemente in base all'appartenenza di genere dei partecipanti.
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Manfrida, Gianmarco, et Elisa Serafini. « La famiglia dell'emigrante č sempre una risorsa ? Reti sociali e vissuti familiari nelle donne nigeriane vittime di tratta ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 31 (octobre 2010) : 29–42. http://dx.doi.org/10.3280/pr2010-031003.

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Résumé :
Nell'ultimo decennio in Italia la tratta degli esseri umani ha assunto maggiore rilevanza e importanza. Il fenomeno si caratterizza per la sua complessitŕ e la sua rapida trasformazione, per questo gli autori hanno deciso di guardarlo ponendo attenzione ad un aspetto specifico: le reti sociali. In particolare si sono soffermati sulla situazione individuale e familiare di donne nigeriane inserite in programmi di protezione previsti dall'art. 18 D.Lgs. 286/98, con l'obiettivo di svolgere una prima analisi su handicap e risorse sociali, attraverso due strumenti descrittivi e proiettivi: genogramma e disegno simbolico dello spazio vitale. I risultati hanno permesso di evidenziare una sostanziale differenza fra la struttura descritta nel primo strumento e quella piů corrispondente ai vissuti individuali che appare nel secondo. Secondo gli autori tale discrepanza puň riflettere la differenza esistente fra un supporto reale ambivalente della rete sociale e il supporto sociale effettivamente percepito dal soggetto, libero dai condizionamenti negativi impliciti nelle "lealtŕ invisibili". Si aprono cosě spazi e responsabilitŕ per gli operatori formati in un modello relazionale sistemico.
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Lungarella, Raffaele. « Gli effetti dei fondi immobiliari chiusi per l'edilizia sociale sulla struttura del mercato della casa ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 105 (novembre 2012) : 136–42. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-105012.

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Bechara Sanchez, Fabio José. « Autogestione e economia solidale in Brasile. Un nuovo ciclo di partecipazione dei lavoratori all'organizzazione del lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 136–49. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123008.

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Le esperienze di autogestione o, in altre parole, la gestione democratica e la partecipazione autonoma dei lavoratori nell'organizzazione del lavoro e della produzione, hanno una storia antica in Brasile. Tuttavia, quelle esperienze rimasero marginali nello sviluppo sociale brasiliano e nel movimento operaio durante il ventesimo secolo. Esse sono (ri)apparse negli ultimi decenni nel contesto di profondi cambiamenti della societŕ brasiliana, concernenti specialmente la struttura del lavoro e il modello di sviluppo economico e produttivo, cosě come la societŕ civile brasiliana, marcata da un consolidamento dei movimenti sociali dall'emergere di nuovi attori nell'arena pubblica. Questo articolo intende analizzare le condizioni che hanno permesso la ricomparsa di esperienze di autogestione, introducendo la storia recente di esse e la loro rilevanza per il modo del lavoro brasiliano.
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De Stefano, Marika, Martina Rispoli, Assunta Rotondo, Raffaella Siniscalchi et Rosa Spina. « Un progetto di ricerca sugli stili familiari di ragazzi e famiglie con un membro hikikomori ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2022) : 161–70. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002013.

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Résumé :
L'obiettivo di questo articolo è approfondire il fenomeno giapponese hikikomori; i sintomi dell'hikikomori sono il risultato di meccanismi disfunzionali che coinvolgono molteplici livelli: sociale, familiare e individuale, e vanno inquadrati nella storia dell'individuo e dei contesti di riferimento. Il focus sarà la famiglia e il suo funzionamento, prendendo in considerazione il modello circonflesso di Olson e adottando come strumento il "Faces IV". L'obiettivo è verificare l'esistenza di una correlazione tra struttura familiare e sintomo. Il modello di riferimento è quello sistemico-relazionale con l'obiettivo finale di dar voce a questo malessere e allargare il campo di osservazione.
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Orazi, Francesco. « Le distorsioni della comunicazione scientifica durante la Pandemia ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 10–25. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001002.

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Résumé :
L'ipotesi dell'articolo è che Covid-19 rappresenti un evento di rottura in grado di influenzare la struttura di plausibilità del complesso socioeconomico attivato da mercato, scienza e tecnologia. Alcune condizioni determinate dalla pandemia stanno Infatti mettendo in discussione molti elementi del quotidiano che diamo per scontati. Nel corso del lavoro prenderemo a riferimento alcuni di questi ele-menti della realtà sociale che sono stati intaccati dagli effetti di Covid-19. In parti-colare, saranno affrontate le seguenti tematiche: il rapporto tra scienza e tecnolo-gia; socializzazione e distanziamento nella società iper-mediata; la relazione tra scienza e pseudo-scienza.
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De Minicis, Massimo. « Shelter from the Storm : crisi e welfare in Italia negli anni Duemila ». Sinappsi 11, no 1 (2021) : 84–99. http://dx.doi.org/10.53223/sinappsi_2021-01-6.

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Résumé :
Obiettivo del paper è analizzare la natura, le caratteristiche e le dimensioni quantitative della serie di interventi pubblici che durante le crisi globali degli anni Duemila (2008-2009/2020) hanno determinato misure di sostegno reddituale per i lavoratori colpiti dagli effetti del crollo economico. Si delineerà, quindi, la natura, la struttura e la dinamica attuativa di tali misure, inserendole in un percorso storicamente riconoscibile di evoluzione del nostro modello di protezione sociale. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------- The aim of the paper is to analyze the nature, characteristics, and quantitative dimensions of public interventions that provided income support to workers who have suffered the effects of the economic collapse during the crises of the 2000s (2008-2009/2020). The paper will outline the nature, structure, and implementation dynamics of such measures. These policies will be placed in a historically recognizable development path of the Italian social protection model.
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Paniga, Massimiliano. « Ezio Vigorelli, gli Eca e la battaglia per una riforma dell'assistenza nell'Italia repubblicana ». SOCIETÀ E STORIA, no 132 (juillet 2011) : 331–58. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132005.

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Résumé :
Il saggio analizza la figura di Ezio Vigorelli e i suoi sforzi per l'instaurazione in Italia di un autentico e moderno sistema di sicurezza sociale, in analogia alle esperienze maturate in altre realtÀ europee nella seconda metÀ del XX secolo. Al centro dell'opera intrapresa dall'esponente socialdemocratico si trovavano gli Enti comunali di assistenza, i quali, opportunamente rivisti, avrebbero dovuto costituire l'ideale struttura su cui poggiare l'attivitÀ dell'intero comparto assistenziale. Dopo aver esposto i principi- guida dell'azione politico-sociale di Vigorelli, l'autore concentra la propria riflessione su due momenti particolarmente significativi di questa: i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria e l'elaborazione di una proposta di legge per una riforma dell'assistenza. Entrambe le iniziative, malgrado gli esiti poco felici, mettono in risalto tutti limiti e le contraddizioni del nostro sistema di Welfare, nonché la necessitÀ di un profondo rinnovamento della legislazione e degli organismi assistenziali, di un aumento degli stanziamenti finanziari e quant'altro potesse arrecare dei benefici a un settore in perenne sofferenza.
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Bagnasco, Arnaldo. « Per una sociologia ragionevole nel cambiamento sociale. Considerazioni sul lavoro dei sociologi ». Sociología del Trabajo, no 100 (13 mai 2022) : 33–44. http://dx.doi.org/10.5209/stra.81998.

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Résumé :
L’articolo propone una breve ricostruzione delle vicende economiche e sociali negli anni di Sociologia del Trabajo. Il primo paragrafo è un riassunto del cambiamento economico, elaborato dal punto di vista della sociologia economica, vale a dire con riferimento agli assetti istituzionali che hanno regolato l’interazione degli interessi in gioco in momenti successivi; il secondo paragrafo prova invece a rendere conto di come è cambiata in quel processo la società, mostra l’evoluzione della sua struttura con riferimento alla ricerca sulla disuguaglianza sociale. L’ultima parte è una riflessione sul tipo di sociologia utile da praticare oggi, nel cambiamento descritto in precedenza. Con la scelta di alcuni riferimenti disponibili in una vasta letteratura di ricerca, cercati come segnavia o indizi, è proposto un percorso in direzione di una sociologia ragionevole, vale a dire una sociologia che ha senso della misura, è realista, riformista, impegnata. In un momento in cui ci sono segni ovunque di arretramento istituzionale, compito dei sociologi è collaborare al rafforzamento e rinnovamento delle istituzioni democratiche costruite con fatica, e a contribuire, per la loro parte, al progetto di assetti condivisi di regolazione nel cambiamento.
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Caso, Letizia, Francesca Vitale et Michela Boni. « La violenza assistita intrafamiliare. Uno studio qualitativo sui fattori di rischio e di protezione nei minori vittime ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (avril 2011) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-001005.

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Résumé :
La ricerca si pone come finalitŕ l'approfondimento della conoscenza sul fenomeno della violenza assistita intrafamiliare, attraverso lo studio dei fattori di rischio e di protezione dei minori testimoni. La metodologia riguarda l'analisi qualitativa del contenuto delle interviste somministrate ad un gruppo di 24 madri vittime di violenza domestica, che risiedono in una struttura protetta. I principali risultati emersi si riferiscono all'associazione percepita, in termini di fattori di rischio, tra l'esordio delle violenze in famiglia ed eventi quali la gravidanza o la nascita di un figlio, il rapporto tra la vittimizzazione diretta e l'esposizione alla violenza e l'incidenza della diversa appartenenza culturale dei partner sull'insorgenza della violenza. Tra i principali fattori di protezione vi sono l'autonomia professionale ed economica delle madri e il supporto della rete sociale.
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Cantelmi, Tonino, Emiliano Lambiase, Michela Pensavalli, Pasquale Laselva et Sara Cecchetti. « COVID-19 : impatto sulla salute mentale e supporto psicosociale ». MODELLI DELLA MENTE, no 1 (janvier 2021) : 7–39. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10908.

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Résumé :
Una pandemia non è solo un fenomeno medico, ma colpisce gli individui e la società e causa disagi a livello fisico, psicologico, sociale ed economico. Questo perché è un tipo di evento in grado di dimostrare, spesso in modo molto violento, la vulnerabilità e la fragilità dei nostri sistemi sociali e della nostra struttura psicologica, e quanto spesso possano essere inadeguate le nostre capacità di risposta tecnico-scientifica, sociocomunitaria e personale. In questo articolo abbiamo elaborato una rassegna della letteratura al fine di capire le possibili conseguenze psicologiche della pandemia in atto, cercando materiale da tre possibili fonti di informazione: situazioni con caratteristiche simili a quelle della pandemia in atto (es. con distanziamento sociale), eventi epidemici precedenti (es. SARS e MERS) e ricerche svolte direttamente in questo anno sulla pandemia da Sars-CoV-2. Dalle informazioni raccolte è emerso che le conseguenze psicologiche possono essere anche molto gravi (es. Depressione o Disturbo Post-Traumatico), verificarsi in tempi brevi e durare anche molto tempo dopo gli eventi che li hanno prodotti. Inoltre, è emerso come, nonostante le informazioni e la consapevolezza acquisite in situazioni passate o simili, non è stato fatto a sufficienza per prevenire e affrontare tali conseguenze psicologiche avverse.
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Alessia Rosa et Maria Filomia. « Il coordinatore pedagogico nel sistema integrato “zerosei” : una figura in evoluzione ». IUL Research 3, no 5 (20 juin 2022) : 373–89. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.259.

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Résumé :
La definizione delle peculiarità che caratterizzano la struttura del coordinamento pedagogico è intrinsecamente connessa alle potenzialità di sviluppo dei servizi “zerosei” e all’opportunità di innescare processi di riflessione e di rielaborazione circolari delle organizzazioni, garantendo nuovi e diversificati modelli di accompagnamento sociale e culturale. Il presente contributo intende descrivere nel dettaglio, attraverso un’analisi puntuale dei documenti normativi, il ruolo, le funzioni e le competenze del coordinatore pedagogico all’interno del sistema “zerosei”. A tal fine, il contributo dà conto dello sviluppo storico che ha accompagnato il configurarsi di tale professionalità e del dibattito inerente ai possibili sviluppi futuri. Ci si pone inoltre l’obiettivo di ridefinire tipologicamente la figura del coordinatore pedagogico all’interno delle dinamiche gestionali di innovazione e cambiamento possibili attraverso la coprogettazione tra servizi e territorio.
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Romano, Floriana, et Oriana Maria Todaro. « Le ragioni del volontariato : dare o ricevere ? » PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 139–43. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001014.

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Résumé :
La ricerca esplora le motivazioni che stanno alla base dell'impegno personale in attivitŕ di volontariato e le relazioni tra queste motivazioni, il sistema valoriale e la struttura di personalitŕ. I partecipanti alla ricerca sono 104 volontari che operano in diverse associazioni di volontariato. Gli strumenti utilizzati sono il Voluntary Function Inventory, il Portrait Values Questionnaire, il Big Five Observer. Dai risultati č emerso che le donne fanno volontariato in percentuale maggiore rispetto agli uomini; si rileva una correlazione inversa tra l'etŕ e la funzione utilitaristica orientata alla carriera; soprattutto la funzione sociale č alla base delle azioni di volontariato. Il contesto si č rivelato fondamentale per promuovere l'impegno nel volontariato, al contrario, valori ed aspetti della personalitŕ si sono rilevati non influenti.
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Ferrari, Vincenzo. « L'amministrazione della giustizia nell'Italia del 2000. Rassegna e riflessioni ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (décembre 2012) : 173–96. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003011.

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Résumé :
In questo articolo vengono presentati succintamente i risultati di una vasta ricerca su "L'amministrazione della giustizia nell'Italia del 2000", svolta da un gruppo di studiosi di scienze sociali, sotto il coordinamento dell'autore, nell'arco dello scorso decennio. L'indagine, da cui sono usciti dodici studi monografici raccolti in nove volumi, ha preso in considerazione il sistema della giustizia sia nella sua struttura e nelle sue funzioni, sia nei suoi rapporti con alcuni altri sistemi d'azione sociale, e precisamente la famiglia, la politica, il contesto europeo e l'avvocatura. L'autore mette in risalto la relativa chiusura della magistratura verso la societŕ e le principali disfunzioni della giustizia civile e penale. Osserva poi che la congestione sembra un tratto comune a molti sistemi di giustizia moderni e, rifacendosi a recenti studi americani, affaccia l'ipotesi che tali sistemi riescano ad operare soltanto in presenza di alternative semi-istituzionali, come il patteggiamento nel penale e la negoziazione nel civile, che ne tradiscono i principi ispiratori.
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Balenzano, Caterina, et Anna Fausta Scardigno. « Struttura sociale, contesti e riflessività : gli effetti di un'esperienza di partecipazione attiva sui percorsi di vita dei giovani ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 69 (mars 2019) : 33–56. http://dx.doi.org/10.3280/riv2017-069003.

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Ceri, Paolo. « Il piacere della scoperta in tempi di pessimismo, ovvero su Teoria e struttura sociale di Robert K. Merton ». Quaderni di Sociologia, no 65 (1 août 2014) : 153–60. http://dx.doi.org/10.4000/qds.384.

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Di Michele, Vittorio, Francesca Bolino, Gabriella Di Zio et Paola Pincini. « Symptoms and social functioning features in chronic schizophrenia are aggregate in a tripartite structure ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 3 (septembre 2001) : 186–93. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005315.

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RIASSUNTOScopo – Verificare l'esistenza di correlazioni fra sintomatologia schizofrenica e variabili multidimensionali del funzionamento sociale e se tali correlazioni possano condurre ad una precisazione classificativa orientata sull'esito attraverso una metodica empirica. Disegno – Quaranta pazienti affetti da schizofrenia cronica con diagnosi accertata clinicamente e attraverso criteri diagnostici sono stati arruolati. Setting – I pazienti erano in carico ad un Centro di Salute Mentale ed erano in fase stabilizzata di malattia definita con criteri operativi. Principali misure utilizzate – Per la valutazione psicopatologica è stata utilizzata la Positive And Negative Syndrome Scale e la Clinical Global Impression. Il funzionamento sociale è stato valutato con la Life Skills Profile e la Scala di Valutazione del Funzionamento Globale. Risultati – Esiste una correlazione fra variabili sintomatologiche e psicosociali che suggerisce un costrutto unitario. A tali variabili soggiaciono 2 fattori principali in grado di spiegare il 79% della varianza che consentono di differenziare il campione in tre gruppi sulla base della Cluster analysis. Sia i sintomi positivi che negativi risultano embricati con alcune aspetti del funzionamento sociale, ma non con tutti. Conclusioni – I sintomi e le variabili psicosociali dei pazienti si aggregano in una struttura omogenea tripartitica. Tale dato suggerisce l'esistenza, nell'ambito di un concetto unitario, di una differenziazione sindromica derivabile con criteri empirici e orientata prognosticamente.
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von Salis, Thomas. « Il contributo di Armando Bauleo al concetto di gruppo ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (mars 2010) : 67–76. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001005.

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Résumé :
Il "gruppo operativo" (descritto dallo psicoanalista argentino Enrique Pichon- Rivičre) č visto come lo strumento metodologico e pratico della psicologia sociale psicoanalitica. Č caratterizzato dal compito che i membri del gruppo si sono dati ed č un'istanza a ponte tra individuo e societŕ. Questo modello consente di superare la dicotomia tra emozione e cognizione (comprensibile nella moderna societŕ industriale come la distanza tra il lavoratore ed il suo prodotto). La dicotomia č prodotta dall'ideologia, e questa tecnica consente all'operatore di liberarsi dalla sua passivitŕ. L'ipotesi di Armando Bauleo (1932-2008) č che la struttura gruppale sia la costruzione ideologica par excellence e attraverso di essa sia possibile evidenziare i meccanismi costitutivi dell'ideologia. Per fare ciň occorre mettere a fuoco la relazione gruppocompito ed il legame che unisce il conduttore a questa relazione.
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Lanzalaco, Luca. « LA FORMAZIONE DELLE ASSOCIAZIONI IMPRENDITORIALI IN EUROPA OCCIDENTALE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 1 (avril 1989) : 63–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017494.

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Résumé :
IntroduzioneLa progressiva attenzione della scienza politica per le tematiche organizzative sembra essere una tendenza incontrovertibile. Gli attori politici collettivi sono visti sempre meno come delle «scatole nere», dei semplici canali di trasmissione di domande e interessi, e si sottolinea, invece, sempre più come essi siano delleorganizzazioni complessela cui condotta è regolata da meccanismi ed imperativispecificiedautonomie come, di conseguenza, l'individuazione di queste dinamiche organizzative contribuisca in modo determinante alla comprensione del funzionamento del sistema politico nel suo complesso. La configurazione di una organizzazione politicanonè un fatto meramente «tecnico» o «ingegneristico», e men che meno «formale», ma determina l'autonomia e la discrezionalità di cui gode il gruppo dirigente nel ridefinire gli interessi dei gruppi sociali rappresentati e nel «guidare» lamembershipverso determinate mete collettive. Una delle acquisizioni più rilevanti che sono state fatte in questo campo di indagine è che per spiegare le caratteristiche strutturali di una organizzazione politica occorre risalire al modo in cui essa è nata, si è formata e si è consolidata. Il concetto distruttura, infatti, appartiene ad una classe di concetti utilizzati nelle scienze sociali — i cosiddettitime oriented concepts— che assumono significato solo in un orizzonte temporalediacronico(Rosenthal 1978). Ciò che si percepisce come «strutturale» al tempo T sono modelli di comportamento e interazioni sociali che sono perdurati e si sono stabilizzati al tempo T-1, T-2, T-3, … T-n, e che per questo motivo diventano elementicostitutividi quella relazione sociale. Quella che potremmo chiamare lafallacy of synchronic reductionismporta a «fotografare» una organizzazione in un dato momento e a considerare tutti i suoi caratteri strutturali in un orizzonteatemporale.Invece, le proprietà strutturali di una organizzazione sono il risultato di scelte organizzative e di processi di adattamento che si sono verificati inmomenti e fasi differentidella vita dell'organizzazione e i cui risultati si sono poi «congelati», «sedimentati», «stratificati» nel tempo. Una semplice analisi del contesto ambientale in cui opera un'organizzazione, come suggerisce l'approcciocontingency, non è sufficiente in quanto organizzazioni con «storie»differentipotranno daredifferentirisposte, in termini di proprietà organizzative, agliidenticiimperativi posti in un dato momento dallo stesso ambiente. Per spiegare le proprietà strutturali di una organizzazione politica occorre quindi integrare opportunamente l'analisistrutturale-morfologica, basata sull'ipotesi che le organizzazioni tendano ad adattarsi razionalmente alla struttura del loro ambiente, con l'analisistorico-genetica, in base alla quale la razionalità degli attori organizzativi è vincolata dalle loro esperienze passate, dallastoriadell'organizzazione e, in particolare, dal modo in cui l'organizzazione stessa è nata e si è formata. L'approccio genetico ha trovato ampie applicazioni nello studio di vari tipi di organizzazioni politiche: i partiti, i sindacati dei lavoratori, i gruppi di interesse, i movimenti collettivi, le organizzazioni terroristiche. Con questo articolo mi propongo di estendere l'utilizzazione, e di dimostrare l'utilità, di questo approccio anche per quanto riguarda l'analisi di un tipo particolare di organizzazioni politiche, che solo recentemente sono diventate oggetto di studio, cioè leassociazioni imprenditoriali.In particolare, mi occuperò dellepeak associations, cioè delle confederazioni nazionali intersettoriali, come la confindustria e le sue omologhe in altre nazioni. Nella prossima sezione traccerò una tipologia dellepeak associationssulla base del loro «modello originario», cioè del modo in cui sono nate, e del loro grado di istituzionalizzazione; nella seconda sezione verificherò la validità di questa tipologia attraverso l'analisi storico-comparata: illustrerò un «modello a dicotomie successive», costruito alla luce dell'evidenza empirica disponibile, per l'analisi dei processi di formazione delle associazioni imprenditoriali, mettendo in evidenza come a diversi processi di formazione siano corrisposti differenti «modelli originari». Nelle sezioni finali, infine, esaminerò i fattori esplicativi che hanno determinato il prevalere di uno o dell'altro dei vari processi di formazione.
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Nozifora, Enzo. « Precarietà del lavoro e crisi delle moderne forme di cittadinanza sociale ». Revista Latina de Sociología 1, no 1 (26 décembre 2011) : 126–55. http://dx.doi.org/10.17979/relaso.2011.1.1.1198.

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Résumé :
In tutte le economie avanzate del pianeta, stiamo parlando di un unico tema: come fermare la crisi finanziaria distruttiva e riavviare il ciclo di crescita economica. La nostra proposta è di riconsiderare la cultura di lavoro significativa per spiegare la struttura della società. Questo perché il lavoro è l'unica attività umana che dà senso all'esistenza. Negli ultimi due secoli i lavoratori per rafforzare i loro diritti di cittadinanza sono stati discussi con lo Stato-nazione forma storica che si è consolidata durante le rivoluzioni liberali del XIX secolo. Oggi questo è il legame che è entrato in una crisi irreversibile ed è incapace di fornire risultati che sono adatti per le emergenze. Sono nati organismi sovranazionali che certamente non sono uguali i loro compiti, e le forze sociali non possono trovare un modo per contribuire al loro potere politico. Ma non è nato un movimento europeo dei lavoratori, che lotta per nascere allo stesso modo di un'Europa politica capace di fermare il crescente potere della speculazione finanziaria. I mercati finanziari sono integrati a livello globale, mentre i dipendenti, come in passato, presentano domanda a livello nazionale. Questa è la domanda che ora è diventata urgente. Se vogliamo uscire dalla crisi economica, dobbiamo pensare in termini sovranazionali ed europei. È importante che il movimento dei lavoratori imponga le proprie esigenze a livello europeo, a favore del rafforzamento politico dell'Unione, e vi ponga la questione dei diritti sociali europei. Solo un movimento operaio che lavora per rafforzare la costruzione dell'Europa, invece di indebolire, apre i diritti di cittadinanza dei lavoratori.
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Ignazi, Piero. « LA CULTURA POLITICA DEL MOVIMENTO SOCIALE ITALIANO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 3 (décembre 1989) : 431–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008650.

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Résumé :
IntroduzioneIl mondo politico-culturale della destra italiana del dopoguerra è stato trascurato, per lungo tempo, dalla comunità scientifica. A parte il pionieristico lavoro di Giorgio Galli, risalente alla metà degli anni settanta, è soltanto con l'inizio di questo decennio che si sviluppa una seria linea di ricerca su alcune componenti della destra italiana. In particolare, per motivi diversi, vengono privilegiati due versanti: la Nuova Destra e l'area radicale e terrorista. L'attenzione dedicata a questi due fenomeni non è casuale ma trova spiegazione nel fatto che essi costituiscono una sorta di “novità” rispetto al filone centrale del neofascismo: da un lato, la Nuova Destra, emersa alla fine degli anni settanta sulla scia dellaNouvelle Droitefrancese, rappresenta il contributo intellettualmente piò originale e articolato di riflessione e rielaborazione delle coordinate ideologiche e politiche della destra; dall'altro, l'area radicale e terrorista costituisce per la sua intrinseca drammaticità un forte stimolo all'approfondimento delle motivazioni, del costrutto ideologico e delle articolazioni organizzative. Gli studi condotti negli anni ottanta su queste due aree forniscono importanti tasselli alla ricostruzione o alla comprensione dellaWeltanschauungdi destra. Tuttavia è rimasto escluso da questo risveglio di interesse l'espressione piò solida e corposa della destra italiana, vale a dire il Movimento Sociale Italiano.Va subito precisato, infatti, che il MSI, i movimenti di destra radicale (DR) e la Nuova Destra (ND) pur essendo contigui, si differenziano percomplessità organizzativa, strategia politicaereferenti culturali.Per quanto riguarda la complessità organizzativa, essa è:— elevata nel MSI: il partito si struttura secondo il classico modello duvergeriano del «partito di massa» e, tra l'altro, inquadra centinaia di migliaia di iscritti;— ridotta nelle formazioni della DR: i vari gruppi si strutturano o come piccole sette (i movimenti golpisti e terroristi) o come «comitati» (i movimenti di contromobilitazione moderata e reazionaria degli anni settanta);— molto bassa nella ND: essa mantiene uno stadio fluido di movimento culturale legato ad iniziative editoriali.In merito alla strategia politica, essa si articola in tre posizioni distinte:— alternativa al regime ma accettazione (e pratica) delle regole democratiche per il MSI;— abbattimento immediato e violento del sistema e rifiuto dei meccanismi democratici per la DR;— estraneità rispetto al sistema e superamento degli istituti liberaldemocratici attraverso un processo «metapolitico» di egemonizzazione culturale e di ridefinizione delle coordinate ideologiche («al di là della destra e della sinistra») per la ND.Per quanto attiene, infine, ai referenti culturali si può affermare che, nonostante tutte le componenti attingano ad un medesimo serbatoio, esse si differenziano:a)per la diversa considerazione del contributo evoliano — superficiale-strumentale nel MSI («doveroso» omaggio ad uno dei pochissimi pensatori forti della destra ma sostanziale ininfluenza dei suoi contributi), esegetico-esistenziale nella DR («il mondo delle rovine», «rapolitia», «l'uomo differenziato», «lo spirito legionario», ecc.), marginale nella ND dove viene ridimensionato per la sua impostazione anti-moderna («il mito incapacitante»);b)per l'assenza nella DR e nella ND di alcuni cardini della cultura politica missina come il pensiero giuridico (Rocco e Costamagna) e filosofico (Gentile e Spirito) fascista.Anche se la delimitazione dei confini di queste tre componenti, è stata, in certi periodi e per certi gruppi, alquanto incerta, soprattutto perché il MSI ha rappresentato sempre ilprimum mobiledi tutta Tarea di destra (di qui i frequenti passaggi di confine tra partito e organizzazioni esterne di variroutiersdella destra), esse vanno tenute adeguatamente distinte.Ciò premesso, in questo lavoro intendiamo occuparci esclusivamente del soggetto rimasto finora più in ombra, il Movimento Sociale Italiano. Più in particolare, ci soffermeremo sui tratti salienti della «cultura politica» di questo partito quale emerge, in primo luogo, dalla pubblicistica interna e dai documenti ufficiali (e quindi l'immagine che il partito proietta — e/o intende proiettare — all'esterno) e, in secondo luogo, dalle risposte ad una serie di domande di atteggiamento fornite da un campione significativo di quadri intermedi del MSI.
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Toffanin, Angela Maria. « Violenza simbolica e asimmetrie di genere in Italia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 299 (août 2022) : 75–99. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299004.

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Résumé :
Nel terzo millennio globalizzato permangono, anche in Italia, diseguaglianze e discriminazioni costruite su differenze individualizzate e appartenenze collettive. Il costrutto di violenza simbolica (Bourdieu 1977, 1998) risulta utile a spiegare come le stratificazioni sociali si riproducano inosservate, anche senza un esercizio esplicito di violenza (Elias e Scotson 1994). I privilegi in termini di opportunità e risorse che derivano dall'essere in una posizione di vantaggio in una determinata struttura sociale, infatti, sarebbero situati in una cornice di senso condivisa sia da chi ne beneficia, sia da chi li subisce. Tale condivisione li rende ovvi, inevitabili, "naturali", apparentemente insuperabili. L'analisi proposta in questo articolo prende il via da uno studio del tema della violenza di genere contro le donne condotto dal 2010; in particolare, approfondiamo le narrazioni di donne latinoamericane residenti in Veneto e impegnate in relazioni familiari e/o professionali con uomini e donne italiani, mettendo in luce i modelli e i ruoli di genere cui si riferiscono nelle costruzioni di senso in cui situano le loro esperienze e le loro decisioni. Inoltre, analizzeremo il processo di ipersessualizzazione che pare naturalizzare discriminazioni razziste e sessiste.
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Onger, Sergio. « La rappresentanza degli interessi imprenditoriali nella Brescia della Belle époque ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (janvier 2022) : 51–70. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-002003.

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Résumé :
Le prime forme associative degli imprenditori italiani corrispondevano puntualmente alla struttura economica del Paese e riproducevano quindi il notevole peso degli interessi commerciali. La contiguità territoriale tra impianti industriali, reti distributive e reti creditizie favorivano la costituzione di associazioni con un forte radicamento locale. È questo il caso del Circolo commerciale, sorto a Brescia nel 1892 in modo spontaneo, geograficamente circoscritto e organizzativamente debole, nel quale erano rappresentati sia gli interessi industriali sia quelli commerciali, a dimostrazione di un basso grado di specializzazione settoriale. Al suo interno si trovavano imprenditori dell'industria, del commercio e della finanza, ma anche esponenti del ceto nobiliare che avevano iniziato a investire nell'azionariato industriale e bancario. Il Circolo divenne in pochi anni la centrale operativa di una élite di operatori economici di diverso orientamento politico che non intendevano l'azione associativa solo come difesa dei propri interessi, ma si sforzarono di collocarla nella prospettiva di una più ampia concezione ideologica, ponendosi traguardi comuni di progresso morale, civile e sociale.
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Palma, Stefano. « L'IDENTIFICAZIONE DI PARTITO IN ITALIA : DUE INDICI A CONFRONTO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 2 (août 1993) : 349–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022279.

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IntroduzioneComponente importante e spesso frequentata degli studi sul comportamento politico, laparty identificationè un concetto che in Italia e, più in generale, in Europa, è stato sovente utilizzato senza una chiara indagine dei significati che può venire ad assumere in contesti di volta in volta differenti. Sviluppato negli anni ‘50 dai ricercatori delMichigan Groupcome elemento centrale nella spiegazione del comportamento elettorale e delle motivazioni di voto dell'elettore americano, la party identification è stata impiegata svariate volte in contesti nazionali diversi da quello americano per storia, struttura politica e sociale, cultura. Un concetto, dunque, che ha avuto molte «traduzioni», linguistiche e culturali, non sempre ininfluenti sui significati e le dimensioni originarie.Il modello dell'équipe di Campbell costituisce, tuttavia, un punto di riferimento obbligato, ogniqualvólta si voglia parlare di identificazione di partito; si tratterà poi di stabilire se la nozione di identificazione a cui si fa riferimento possa ancora essere considerata conforme con l'originale costrutto, oppure ci si trovi di fronte ad un nuovo concetto, differente e non riconducibile al primo.
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Urbani, Giuliano. « IL GOVERNO : PROBLEMI CONCETTUALI E VERIFICHE EMPIRICHE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 2 (août 1987) : 233–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016671.

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Résumé :
IntroduzioneInnanzitutto, una doverosa premessa. Credo che si debba riconoscere all'articolo di Mauro Calise il non trascurabile merito di aver messo in tutta evidenza la fertilità contenuta in alcuni fondamentali temi di ricerca, sui quali converrà proseguire con maggiore sistematicità lo scandaglio appena iniziato. Mi limito a ricordarne uno solo: l'importanza di riconsiderare l'intera problematica del processo di «istituzionalizzazione del governo» nel nostro paese alla luce dell'abbondantissima letteratura non strettamente politologica. Penso, ovviamente, al diritto costituzionale e parlamentare; ma anche alla stessa storia parlamentare, alla scienza dell'amministrazione, alle molte branche della sociologia politica fino alla moderna teoria economica delle strutture organizzative complesse (com'è nel caso, tanto per citare gli autori più potenzialmente rilevanti per il nostro problema, della produzione di un James G. March o di un Wilson o di un Williamson). La ragione è evidente. Non si tratta, infatti, di abdicare al nostro ruolo specialistico di politologi per vivere alle spalle di qualcun altro quanto di riconoscere apertamente che le altrui prospettive specialistiche possono consentirci di vedere in termini nuovi (e, a volte, notevolmente complicati) le nostre stesse questioni peculiari: come sono quelle attinenti alla specifica «logica politica» dei modi di essere dell'istituzione-governo. Limitiamoci anche qui a un solo esempio: il funzionamento del collegio «Consiglio dei ministri», considerato come la più tipica manifestazione delle coalizioni interpartitiche, ma anche — e allo stesso tempo — come un'organizzazione «economica» (finalizzata a massimizzare i possibili benefici, minimizzando i relativi costi), come un organo disciplinato da precise norme giuridiche, come una struttura sociale caratterizzata da una propria storia autonoma e così via. L'ipotesi è, infatti, che la comprensione dei «comportamenti coalizionali» all'interno del Consiglio dei ministri possa giovarsi grandemente di una simile considerazione interdisciplinare, sia pure impostata e finalizzata all'ottica esclusiva del lavoro politologico.
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