Littérature scientifique sur le sujet « Storia economica del mondo antico »

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Articles de revues sur le sujet "Storia economica del mondo antico"

1

BANG, PETER FIBIGER. « (E.) Lo Cascio (ed.) Credito e moneta nel mondo romano. Atti degli Incontri capresi di storia dell'economia antica (Capri 12–14 ottobre 2000). (Pragmateiai : collana di studi e testi per la storia economica, sociale e amministrativa del mondo antico 8.) Pp. 289, figs. Bari : Edipuglia, 2003. Cased, €36. ISBN : 88-7228-318-3. » Classical Review 56, no 2 (octobre 2006) : 437–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x06002319.

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2

Bagnali, Roger S. « The Antonine Plague returns - ELIO LO CASCIO (a cura di), L'IMPATTO DELLA “PESTE ANTONINA” (Pragmateiai. Collana di studi e testi per la storia economica, sociale e amministrativa del mondo antico, vol. 22 ; Edipuglia, Bari 2012). Pp. 370, figs. ISBN 978-88-7228-638-8. EUR. 70. » Journal of Roman Archaeology 26 (2013) : 714–17. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759413000639.

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3

Brice, Lee L. « Per La Storia Militare del Mondo Antico : Prospettive retrospettive (review) ». Journal of Military History 72, no 2 (2008) : 550–51. http://dx.doi.org/10.1353/jmh.2008.0109.

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4

Murray, Oswyn. « History and reason in the ancient city ». Papers of the British School at Rome 59 (novembre 1991) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009661.

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Résumé :
STORIA E RAZIONALISMO NELLA CITTA ANTICAViene trattato l'intreccio tra storia e razionalismo nell'organizzazione dello Stato nel mondo antico. Si dimostra che la vita politica greca si basava sul razionalismo e che la Storia veniva usata, ma subordinandola a speculazioni razionali. Ciò è provato dall'importanza degli Atti di fondazione mitici e dalla manipolazione della documentazione storica per fini politici. Vengono trovate le origini del razionalismo politico greco nelle origini della polis nel primo periodo arcaico. L'articolo termina con una discussione sul rapporto tra il razionalismo politico greco e lo sviluppo della polis in Etruria e Roma arcaica.
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5

Di Nubila, Marco. « Dalla libertŕ alla responsabilitŕ del futuro : percorso di strategia verso un nuovo sviluppo economico sostenibile di San Marino ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (septembre 2011) : 35–65. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003004.

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Résumé :
Partendo dal presupposto che l'ideale di libertas perpetua, che anima la storia della piů antica Repubblica, implichi per San Marino la responsabilitŕ di ricreare il proprio futuro ad ogni svolta della storia, il saggio ne affronta le implicazioni in una logica conseguente: dalla necessitŕ di reinterpretare la propria identitŕ millenaria nel mondo globalizzato, alla definizione di una nuovaper il Paese; dall'elaborazione di un piano strategico, allo sviluppo delle necessarie capacitŕ esecutive; fino all'attivazione delle leve fondamentali per l'avvio del cambiamento. Č un percorso di strategia quello proposto dall'Autore nella ricerca di una via di uscita dalla crisi, verso un nuovo modello di sviluppo economico competitivo e sostenibile. Facendo uso degli strumenti essenziali di strategia in ambito economico, emerge la proposta di una direzione organica di marcia nel medio-lungo periodo, che diviene riferimento essenziale anche nell'affrontare l'emergenza della crisi nell'immediato.
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6

Baurain, Claude. « Passé Légendaire, Archéologie et Réalité Historique : L'Hellénisation de Chypre ». Annales. Histoire, Sciences Sociales 44, no 2 (avril 1989) : 463–77. http://dx.doi.org/10.3406/ahess.1989.283601.

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Résumé :
Fare storia significa studiare fonti. La problematica storica non è, se non al caso limite, uno studio dei fatti in quanto tali, ma uno studio délie fonti in quanto in un modo o nell'oltro ci danno i fatti.(Arnaldo Momigliano, Sesto contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico (1980), p. 392).L'expansion du monde mycénien, tel qu'il nous apparaît au terme d'un long siècle d'activités archéologiques, fait toujours l'objet de multiples études et prises de position. On a longtemps cru reconnaître la présence physique de Grecs mycéniens en des lieux aussi éloignés de la péninsule hellénique que l'Italie du Sud, la Sicile, l'Anatolie occidentale, Chypre ou encore Ugarit.
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7

Couvenhes, Jean-Christophe. « Luigi Loreto. Per la storia militaire del mondo antico. Prospettive retrospettive. Naples, Jovene, 2006, 257 p. » Annales. Histoire, Sciences Sociales 64, no 5 (octobre 2009) : 1217–18. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900024628.

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8

Saitto, Francesco. « RAGIONANDO SUL TRATTATO DI MAASTRICHT COME MOMENTO DI “FRATTURA” : PROCESSO DI INTEGRAZIONE EUROPEA E TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA ECONOMICO ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 138–57. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.241.

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Résumé :
L'articolo esamina il Trattato di Maastricht in una prospettiva storica e comparativa, concentrandosi sulle sue implicazioni economiche e costituzionali. Il Trattato di Maastricht viene quindi contestualizzato in un processo storico, evidenziando i tentativi dello Stato costituzionale europeo di affrontare la crisi del cosiddetto "liberalismo incorporato" dopo la caduta di Bretton Woods. Questo processo ha avuto significativi contraccolpi economici e politici in tutto il mondo. In Europa, gli anni Settanta sono stati caratterizzati da un'elevata instabilità economica, soprattutto in considerazione del sistema monetario e del crescente debito pubblico. Da allora è nata l'esigenza di una nuova forma di radicamento democratico del capitalismo, con l'obiettivo di creare un nuovo equilibrio tra capitalismo e democrazia. Sebbene pieno di contraddizioni, il Trattato di Maastricht rappresentava un tentativo di far fronte a questo mutevole ordine mondiale economico e politico. In quel periodo il sistema politico italiano si trovava a fronteggiare un'insopportabile instabilità economica e il Trattato di Maastricht rappresentava un'opportunità per favorire una riforma del sistema politico ed economico "dall'esterno" attraverso un "vincolo esterno", come lo definì Guido Carli. Non era la prima volta nella storia italiana. Un nuovo processo è iniziato e, pieno di contraddizioni e inadeguatezze, è ancora in corso.
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Freni, Giulia. « Gli antichi e la glaukophthalmia : nuovi dati per la storia di un ‘inestetismo’ mediterraneo ». Florentia Iliberritana 31 (15 octobre 2021) : 67–80. http://dx.doi.org/10.30827/floril.v31i.20977.

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Résumé :
Tra gli aspetti più curiosi del mondo antico vi è il disprezzo per gli occhi blu, di certo qualcosa di molto distante dal modo in cui la bellezza viene concepita ai nostri giorni. Il presente contributo si propone di ripercorrere la percezione di questo tratto fisico da parte degli antichi, mostrando come esso fosse associato anche alla capacità di gettare il malocchio. Avere il cosiddetto ὄμμα γλαυκόν era considerato un vero e proprio inestetismo, per cui spesso si cercava di correggerlo con particolari medicamenti, come quelli suggeriti da Galeno nel IV libro del De compositione medicamentorum secundum locos libri X. Il disprezzo per gli occhi blu emerge anche dai trattati fisiognomici e da altri scritti in cui questo tratto fisico è associato a determinate caratteristiche della persona che lo porta: per esempio, Efestione di Tebe nota come l’iride glauca si trovi per lo più in coloro che hanno i capelli biondi o rossi. Di questa credenza si ha un riflesso anche in alcune fonti latine come il De origine et situ Germanorum di Tacito, in cui gli occhi blu e i capelli rossi sono considerati tratti tipici dei Germani. Una certa attenzione è rivolta, in questo contributo, anche ai termini adoperati in greco e latino per indicare l’iride glauca, mettendo in luce il legame con la dea Atena, definita γλαυκῶπις. Dopo aver analizzato le testimonianze antiche si accenna infine ad alcune sopravvivenze di questa credenza, facendo riferimento al mondo arabo e alla Grecia moderna, in cui ricorre nuovamente la percezione dell’occhio glauco come elemento negativo.
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Ferrari, Paolo. « Introduzione a L'industria bellica nella storia d'Italia. Economia e tecnologia negli studi di Andrea Curami ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 261 (février 2011) : 575–84. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-261001.

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Résumé :
Andrea Curami (1947-2010) č stato docente di Meccanica applicata e di altre materie al Politecnico di Milano, esperto di motori e di automobilismo, storico delle vicende militari ed economiche italiane tra Ottocento e seconda guerra mondiale. Si č occupato anche di storia dei trasporti e ha promosso le ricerche di un gruppo di studiosi riunito attorno a sé. A partire dagli studi sull'aeronautica, ha sviluppato un'analisi originale dell'industria bellica italiana, coniugando storia delle vicende militari e storia economica e della tecnologia, ponendo al centro i rapporti tra committenza pubblica e un mondo dell'industria, continuamente oscillante tra innovazione e sfruttamento delle risorse pubbliche, che progressivamente si afferma quale componente decisiva della classe dirigente. Curami ha in particolare studiato la Grande guerra quale snodo cruciale di questo processo, e il riarmo fascista, quando l'industria č in grado di imporre alle forze armate mezzi spesso obsoleti e inadeguati. Del riarmo fascista e della mancata mobilitazione nel secondo conflitto mondiale egli propone un modello interpretativo nel quale l'analisi tecnica diviene funzionale alla comprensione delle politiche seguite dalle imprese, con un'interpretazione originale dei rapporti tra forze armate, politica e grande industria.
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Thèses sur le sujet "Storia economica del mondo antico"

1

Devecchi, Elena <1978&gt. « Editti e trattati nel mondo ittita : tipologia, struttura, modalità di redazione ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/96.

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2

Morini, Valentina <1992&gt. « L'orologeria giapponese : storia e studio del settore nel mondo e in Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14708.

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Résumé :
Tramite un lavoro di studio e traduzione, questo testo vuole delineare la storia e gli eventi che hanno portato l'orologeria giapponese ad essere una delle più rilevanti a livello mondiale. Verranno analizzati i fattori interni ed esterni al Giappone che ne influenzano il mercato, e le possibili future tendenze. Si studierà inoltre l'ingresso e il progresso dell'orologeria giapponese in Italia, e tramite un questionario emergerà l'immagine che i consumatori italiani hanno dei brand giapponesi.
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3

TACCOLA, Sebastiano. « Categorie marxiste e storiografia del mondo antico : critica” e “storia” in un dibattito italiano degli anni Settanta ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/94222.

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4

Carusi, Cristina. « Il sale nel mondo greco (VI a.C. - II d.C.) : luoghi di produzione, circolazione commerciale, regimi di sfruttamento nel contesto del Mediterrano antico ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/85653.

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Résumé :
From the introduction: I sempre più numerosi lavori e convegni che sono stati consacrati al sale nel corso del secolo scorso, ed in particolare a partire dagli anni Sessanta, si sono concentrati soprattutto sulla produzione ed il commercio del sale nel basso medioevo ed in età moderna e contemporanea. A ciò si è aggiunto, negli ultimi anni, un interesse crescente per le forme di sfruttamento del sale nelle epoche preistoriche e protostoriche, sollecitato dai recenti studi archeologici che hanno permesso – come dirò meglio più avanti – di approfondire il funzionamento delle tecniche di produzione del sale e le loro implicazioni economiche e sociali nell’ambito delle civiltà coeve. In questo contesto il ruolo del sale nel mondo greco e romano è rimasto un tema d’indagine sostanzialmente inesplorato, tanto che nelle opere generali sulla storia del sale lo spazio dedicato a questo settore è solitamente marginale e si limita spesso a ripetere alcuni luoghi comuni, forse suggeriti da analogie con fenomeni che sembrano aver riguardato piuttosto altre realtà o altri periodi storici. [...] Da questa constatazione nasce l’intenzione di proporre una nuova rassegna ed una nuova analisi delle fonti letterarie, dei documenti epigrafici e papirologici e dei dati forniti dalla ricerca archeologica riguardanti i luoghi di produzione, la circolazione commerciale ed i regimi di sfruttamento del sale. [...]
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5

Vergallo, L. « L'industria nel mondo tra nuova dislocazione e maturità (1945-2005) : aspetti storici e teorici dei processi di deindustrializzazione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/69851.

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6

TUTRONE, Fabio. « Filosofi e animali in Roma antica. Modelli di animalità e umanità in Lucrezio e Seneca ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/10447/78335.

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7

MARANO, Jonathan Francesco. « CHINA’S NEW NORMAL : DEVELOPMENTAL MODEL REFORM AND IMPLICATIONS FOR FOREIGN BUSINESSES ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251083.

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Résumé :
L’elaborato affronta la tematica del New Normal in Cina, inteso come il programma di riforme che la Repubblica Popolare Cinese ha predisposto per accompagnare la nuova fase di transizione, che vede il sistema-Paese abbandonare il vecchio paradigma della “Fabbrica del Mondo”, alla ricerca di un nuovo modello di sviluppo. Tale modello passa attraverso la ricollocazione verso l’alto dell’economa nazionale nella catena del valore globale ed una maggiore attenzione nei confronti degli aspetti maggiormente qualitativi della crescita economica, nonché di una accresciuta integrazione nell’economia mondiale, grazie ad una promozione dello stato di diritto e di un ambiente economico maggiormente trasparente ed aperto nei confronti degli operatori internazionali. Nell’analisi delle politiche e delle riforme che accompagnano questo cambiamento, svolta attraverso l’analisi di settori considerati strategici e particolarmente significativi (ambiente, sanità e food safety), la premessa alla base del lavoro è che tale transizione non è semplicemente descrivibile come mera convergenza verso un modello ricalcante i sistemi politici ed economici delle economie avanzate occidentali. La riforma è bensì intesa come un processo incrementale, che all’adozione delle cosiddette best practices internazionali affianca un approccio pragmatico, che non recede la linea di continuità con il background storico, politico, istituzionale e culturale -spesso contraddittorio- di quella che è considerata essere la più antica civiltà ortogenetica del mondo. Il contributo chiave del presente lavoro è la problematizzazione, nei suoi vari aspetti, di questa congiuntura storica e del suo portato nei confronti delle strategie di medio e lungo termine degli operatori economici stranieri che decidono di operare in Cina, i quali da un lato possono godere di grandi opportunità di mercato liberate dalle riforme, dall’altro devono essere consapevoli delle sfide inevitabilmente poste dal cangiante contesto giuridico, economico ed istituzionale e delle sue traiettorie di sviluppo.
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ALESSANDRA, Campanari. « “IDENTITY ON THE MOVE” FOOD, SYMBOLISM AND AUTHENTICITY IN THE ITALIAN-AMERICAN MIGRATION PROCESS ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251264.

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Résumé :
Il mio lavoro di ricerca rappresenta un contributo allo studio dell'esperienza umana dello “spazio alimentare” come costruzione sociale che comprende sia i modelli del comportamento umano, e la loro relazione sensoriale con uno specifico luogo, sia l'imprenditoria etnica. Il nucleo di questo progetto di ricerca è rappresentato da un’indagine multi-generazionale del multiforme processo della migrazione italiana in America, laddove la cultura alimentare viene utilizzata come veicolo per esaminare come gli immigrati abbiano prima perso e poi negoziato una nuova identità in terra straniera. Lo scopo generale della tesi è quello di esaminare come il cibo rappresenti un collegamento nostalgico con la patria per la prima generazione, un compromesso culturale per la seconda e un modo per rinegoziare un'etnia ibrida per le generazioni successive. La lente del cibo è anche utilizzata per esplorare lo sviluppo dei ristoranti italiani durante il Proibizionismo e il loro ruolo nel processo di omogeneizzazione culinaria e di invenzione della tradizione nel mondo contemporaneo. Per spiegare come la cucina regionale in America sia diventata un simbolo collettivo di etnia e abbia potuto creare un'identità Italo-Americana nazionale distinta da quella italiana, ho adottato il modello creato da Werner Sollors e Kathleen Neils Cozen e sintetizzato con l'espressione di “invenzione dell'etnia”. Il capitolo di apertura esplora la migrazione su larga scala che ha colpito l'Italia e la storia economica italiana per oltre un secolo e prosegue con un’analisi storica sullo sviluppo dei prodotti alimentari nel tempo. La prima sezione evidenzia il significato culturale dell'alimento e il suo ruolo nella costruzione di un'identità nazionale oltre i confini italiani e prosegue con un’analisi sulla successiva variazione delle abitudini alimentari durante l'immigrazione di massa. Il capitolo conclude illustrando il quadro teorico utilizzato per teorizzare le diverse dimensioni dell'etnia. Partendo dall'ipotesi che l'identità sia un elemento socialmente costruito e in continua evoluzione, il secondo capitolo è dedicato all'analisi della natura mutevole del cibo, esplorata attraverso tre distinti ma spesso sovrapposti tipi di spazio: spazio della "memoria individuale"; spazio della "memoria collettiva"; spazio della "tradizione inventata". Lo spazio della “memoria individuale” esplora come i primi immigrati italiani tendevano a conservare le loro tradizioni regionali. Al contrario lo spazio della memoria collettiva osserva il conflitto ideologico emerso tra la prima e la seconda generazione di immigrati italiani, in risposta alle pressioni sociali del paese ospitante. L'analisi termina con la rappresentazione di generazioni successive impegnate a ricreare una cultura separata di cibo come simbolo dell'identità creolata. Il capitolo tre, il primo capitolo empirico della dissertazione, attraverso l'analisi della letteratura migrante mostra l'importanza del cibo italiano nella formazione dell'identità italo- americana. Questa letteratura ibrida esamina il ruolo degli alimenti nelle opere letterarie italo-americane di seconda, terza e della generazione contemporanea di scrittori. Il quarto capitolo completa la discussione seguendo la saga del cibo italiano dai primi ristoranti etnici a buon mercato, frutto della tradizione casalinga italiana, fino allo sviluppo di un riconoscibile stile di cucina italo-americano. A questo proposito, i ristoranti rappresentano una "narrazione" etnica significativa che riunisce aspetti economici, sociali e culturali della diaspora italiana in America e fa luce sull'invenzione del concetto di tradizione culinaria italiana dietro le cucine americane. La sezione termina con un'esplorazione del problema moderno relativo al fenomeno dell’Italian "Sounding" negli Stati Uniti, basato sulla creazione di immagini, colori e nomi di prodotti molto simili agli equivalenti italiani, ma senza collegamenti diretti con le tradizioni e la cultura italiana. Il capitolo finale fornisce una visione etnografica su ciò che significa essere italo-americani oggi e come i ristoranti italiani negli Stati Uniti soddisfano la tradizione culinaria Italiana nel mondo contemporaneo americano. Per concludere, considerando le teorie dell'invenzione della tradizione, due casi di studio esplorativi a Naples, in Florida, vengono presentati sia per analizzare come gli italo-americani contemporanei manifestano la loro etnia attraverso il cibo etnico sia per esaminare come il cibo italiano viene commercializzato nei ristoranti etnici degli Stati Uniti, alla luce della del processo di globalizzazione.
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Livres sur le sujet "Storia economica del mondo antico"

1

Gabba, Emilio. Del buon uso della ricchezza : Saggi di storia economica e sociale del mondo antico. Milano : Guerini, 1988.

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2

Storia economica globale del mondo contemporaneo. Roma : Carocci editore, 2019.

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3

Michele, Asolati, et Gorini Giovanni, dir. I ritrovamenti monetali e i processi inflativi nel mondo antico e medievale : Atti del IV Congresso internazionale di numismatica e di storia monetaria, Padova, 12-13 ottobre 2007. Padova : Esedra, 2008.

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4

Ciacci, Patrizia. Il nuovo atlante storico del mondo antico. Milano : Vallardi, 2012.

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5

Per la storia militare del mondo antico : Prospettive retrospettive. Napoli : Jovene, 2006.

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6

Decimo contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico. Roma : Edizioni di storia e letteratura, 2012.

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7

Arnaldo, Momigliano. Ottavo contributo alla storia degli studi classici e del mondo antico. Roma : Ed. di Storia e Letteratura, 1987.

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8

Elio, Lodolini, dir. Storia dell'archivistica italiana : Dal mondo antico alla metà del secolo XX. Milano : F. Angeli, 2001.

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9

Un secolo di Guerino : La storia leggendaria del più antico periodico sportivo del mondo. Bologna : Minerva, 2012.

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10

Rosa, Barovier Mentasti, Cunéaz Giuliana et Museo archeologico (Aosta Italy), dir. Le età del vetro : Storia e tecnica del vetro dal mondo antico ad oggi. Milano : Skira, 2003.

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Actes de conférences sur le sujet "Storia economica del mondo antico"

1

Cerasoli, Mario, et Biancamaria Rizzo. « Il futuro tecnologico dei centri storici ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7979.

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Résumé :
Parlare di recupero e valorizzazione dei centri storici può essere quanto mai attuale in un’epoca in cui, forse per la prima volta, si mettono in discussione alcuni modelli insediativi e di sviluppo volti prevalentemente alla espansione delle aree urbane. A cinquant’anni di distanza da quando si è cominciato a parlare in modo organico di centri storici, in un periodo caratterizzato da una delle più gravi crisi economiche globali dopo quella del 1929, com’è cambiato il rapporto tra le città e i propri Centri Storici? Come sono visti i centri storici da chi li abita e da chi non li abita? Quale può essere allora il ruolo potenziale delle nuove tecnologie per la tutela e la valorizzazione dei Centri Storici? Le nuove tecnologie possono non solamente cambiare significativamente la qualità di chi abita e vive nei centri storici ma anche aumentare la competitività degli stessi, aumentando così la loro capacità di attrarre risorse umane e finanziarie e favorendone lo sviluppo economico e socio-culturale. Tuttavia, come si coniuga il valore della storia con le mutevoli esigenze della vita contemporanea? Quali le potenziali applicazioni delle nuove tecnologie per il miglioramento della vita nei centri antichi? Il Centro Storico costituisce un ambito territoriale estremamente delicato, con una precisa identità urbanistica e un elevato valore storico e testimoniale riferibile sia al tessuto urbano, sia a elementi del patrimonio edilizio di rilevante valore, sia ai suoi abitanti. Ma può in realtà rivelarsi una risorsa importante in un progetto di trasformazione virtuosa dell'intera compagine urbana, rafforzandone sia l'identità propria che la capacità di attrazione verso l'esterno. E le nuove tecnologie in questo progetto possono assumere un ruolo determinante. Talk about recovery and valorisation of the historic centers can be as timely as ever at a time when, perhaps for the first time, are put into question some settlement and development models principally aimed to the expansion of urban areas. After fifty years since it been started talking about in an organic way of historical centers, in a period characterized by one of the most serious global economic crisis after the one of 1929, as the relationship between the city and its historical centers has changed? As the historical centers are seen by those who live there and those who do not live in them? Which then can be the potential role of new technologies for the protection and valorisation of historical centers? The new technologies can not only significantly change the quality whose inhabits and lives in the historic centers but also increase the competitiveness of the same, thus increasing their ability to attract human and financial resources and promoting the economic development and socio-cultural. However, how it combines the value of history with the changing needs of contemporary life? What are the potential applications of new technologies for the improvement of life in the ancient centers? The historical center constitutes a territorial field extremely delicate, with a specific urban identity and an high historical and testimonial value referable both to the urban texture, both to elements the building heritage of significant value, both to its inhabitants. But it can actually become an important resource in a virtuous transformation project of the whole urban structure, strengthening both the its own identity that the attractiveness to the outside. And the new technologies in this project can play a decisive role.
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