Articles de revues sur le sujet « Storia di Roma »

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Guerra, Alessandro, Marco Meriggi, Christopher Calefati, Catherine Brice, Paolo Conte, Maria Pia Casalena et Agnese Visconti. « Recensioni ». IL RISORGIMENTO, no 1 (mai 2022) : 153–87. http://dx.doi.org/10.3280/riso2022-001006.

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Résumé :
- Francesco Benigno e Daniele Di Bartolomeo, Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese, Roma, Salerno, 2020, 194 p. br/> - Salvatore Santuccio, Uno stato nello stato. Sette segrete, complotti e rivolte nella Sicilia di primo Ottocento, Acireale, Bonanno, 2020, 301 p.- Enrico Francia, Oggetti risorgimentali. Una storia materiale della politica nel primo Ottocento, Roma, Carocci, 2021, 180 p.- Jacopo De Santis, Tra altari e barricate. La vita religiosa a Roma durante la Repubblica romana del 1849, Firenze, Firenze University Press, 2021, 282 p.- Giampaolo Conte, Il credito di una nazione. Politica, diplomazia e società di fronte al problema del debito pubblico italiano. 1861-1876, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, 2021, 114 p. - Massimo Baioni, Vedere per credere. Il racconto museale dell'Italia unita, Roma, Viella, 2020, 266 p.- Gabriele B. Clemens, Geschichte des Risorgimento. Italiens Weg in die Moderne (1770-1870), Wien-Köln, Böhlau, 2021, 264 p.- Du "Grand Tour" au Traité de Rome: l'Europe au bout du voyage, sous la direction de Francis Démier et Elena Musiani, Rennes, Presses universitaires, 2021, 186 p.
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Calderón Roca, Belén. « II Congresso AISU "PATRIMONI E TRASFORMAZIONI URBANE" ». Boletín de Arte, no 26-27 (30 mars 2018) : 879–83. http://dx.doi.org/10.24310/bolarte.2006.v0i26-27.4586.

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Résumé :
En junio de 2004, se dió cita en la ciudad de Roma el II CONGRESSO AISU Patrimoni e trasformazioni urbane, organizado por la Associazione Italiana di Storia Urbana y patrocinado por la Universita Roma Tre, la Universita Tor Vergata, el Comune de Roma, el Archivio Storico Capitolino y la École Française de Rome.
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Prokop, Krzysztof R. « Prokop [Recenzja] : Claudio DE DOMINICIS, Membri del Senato della Roma Pontifi cia. Senatori, conservatori, caporioni e loro priori e Lista d’oro [...] ». Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne 105 (19 janvier 2021) : 417–23. http://dx.doi.org/10.31743/abmk.12081.

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Résumé :
Pełny tytuł: [Recenzja]: Claudio DE DOMINICIS, Membri del Senato della Roma Pontifi cia. Senatori, conservatori, caporioni e loro priori e Lista d’oro delle famiglie dirigenti (secc. X-XIX) (Collana di Storia ed Arte, IV), Fondazione Marco Besso, Roma 2009, ss. 386 • Repertorio dei notari romani dal 1348 al 1927 dall’Elenco di Achille Francois, a cura di Romina De Vizio (Collana di Storia ed Arte, VI), Fondazione Marco Besso, Roma 2011, ss. XLVIII + 210 + 16[15] ss. ilustr.
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Murray, Oswyn. « History and reason in the ancient city ». Papers of the British School at Rome 59 (novembre 1991) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009661.

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Résumé :
STORIA E RAZIONALISMO NELLA CITTA ANTICAViene trattato l'intreccio tra storia e razionalismo nell'organizzazione dello Stato nel mondo antico. Si dimostra che la vita politica greca si basava sul razionalismo e che la Storia veniva usata, ma subordinandola a speculazioni razionali. Ciò è provato dall'importanza degli Atti di fondazione mitici e dalla manipolazione della documentazione storica per fini politici. Vengono trovate le origini del razionalismo politico greco nelle origini della polis nel primo periodo arcaico. L'articolo termina con una discussione sul rapporto tra il razionalismo politico greco e lo sviluppo della polis in Etruria e Roma arcaica.
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Palumbo, Lidia. « Recensione a Maddalena Bonelli (a cura di). Filosofe Maestre Imperatrici. Per un nuovo canone della storia della filosofia antica (2020) ». Revista Archai, no 32 (14 novembre 2022) : e03230. http://dx.doi.org/10.14195/1984-249x_32_30.

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Bates, Piers Baker. « A portrait of Cardinal Pompeo Colonna, rival and imitator of the papal Caesars ». Papers of the British School at Rome 76 (novembre 2008) : 183–99. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000465.

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Résumé :
Nella Galleria Colonna di Roma si trova un ritratto poco considerato di uno delle figure più significative, e lui stesso a sua volta poco considerato, della storia dei primi venticinque anni del XVI secolo a Roma: il Cardinale Pompeo Colonna. I fini di questo articolo sono due: innanzitutto identificare il reale artista di quel ritratto, precedentemente attribuito a Lorenzo Lotto, ma in questa sede identificato come Sebastiano del Piombo; e, in secondo luogo, restituire al Cardinale Pompeo il giusto grado di importanza in questo momento critico della storia del papato e di Roma. Il tema dell'articolo sarà quindi ampliato al fine di comprendere i percorsi che avrebbero reso possibile l'incontro tra il patrono e l'artista, e dimostrare come queste particolari contatti — qui riferiti come ‘imperiali’ — offrano una nuova via per collegare la carriera di Sebastiano del Piombo a Roma.
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Barry, Fabio. « The late antique ‘domus’ on the Clivus Suburanus, the early history of Santa Lucia in Selci, and the Cerroni altarpiece in Grenoble ». Papers of the British School at Rome 71 (novembre 2003) : 111–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002415.

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Résumé :
LA DOMUS TARDOANTICA SUL CLIVUS SUBURANUS, LA STORIA DELLA CHIESA DI SANTA LUCIA IN SELCI E LA PALA D'ALTARE CERRONI A GRENOBLEQuesto articolo chiarisce la storia della chiesa di Santa Lucia in Selci a Roma, dalle sue origini fino al Cinquecento, filtrando i fatti dalla leggenda. In questo processo di chiarificazione, si restituisce al luogo di appartenenza un'opera d'arte di straordinaria rarità: la pala d'altare trecentesca di Santa Lucia, ora conservata nel Musée des Beaux-Arts di Grenoble.
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Osborne, John. « The Atrium of S. Maria Antiqua, Rome : A History in Art ». Papers of the British School at Rome 55 (novembre 1987) : 186–223. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009004.

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Résumé :
L'ATRIO DI S. MARIA ANTIQUA, ROMA: UNA STORIA NELL'ARTEI tentativi di stabilire la cronologia relativa all'uso medievale del sito di S. Maria Antiqua nel Foro Romano sono stati resi difficili dalla scarsezza della documentazione scritta. Il presente studio si propone di superare questa difficoltà usando come documenti che forniscano testimonianza sulla storia del sito i dipinti murali dell'atrio, finora poco studiati. Nonostante si creda generalmente che la chiesa sia stata abbandonata alia metà del IX secolo, una gran parte della decorazione dell'atrio può essere attribuita al X o XI secolo. Questi dipinti più tardi dimostrano che la struttura era usata da una comunità di monaci, e ne permettono l'identificazione con la ‘ecclesia sancti Antonii’ menzionata nel XII secolo nelle Mirabilia Urbis Romae. Tutti i dipinti murali dell'atrio sono descritti in dettaglio.
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Poulat, Émile. « Ricerche per la storia religiosa di Roma, n° 8, Rome, Ed. di storia e letteratura religiosa, 1990, 402 p. » Annales. Histoire, Sciences Sociales 50, no 1 (février 1995) : 213–14. http://dx.doi.org/10.1017/s0395264900060807.

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Berrón, Manuel, et Matías Ezequiel Kogel. « Carlo Natali. Il metodo e il trattato. Saggio sull’Etica Nicomachea. Roma : Edizioni di Storia e Letteratura, 2017 ». Synthesis 27, no 2 (1 décembre 2020) : e088. http://dx.doi.org/10.24215/1851779xe088.

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Londei, Luigi. « Fonti per la storia della Segreteria di Stato nell'Archivio di Stato di Roma ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 110, no 2 (1998) : 519–24. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1998.4575.

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Hurst, Henry, et Dora Cirone. « Excavation of the pre-Neroniannova via, Rome ». Papers of the British School at Rome 71 (novembre 2003) : 17–84. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002397.

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Résumé :
SCAVI NELLANOVA VIAPRE-NERONIANA A ROMAI risultati degli scavi effettuati per conto della Soprintendenza Archeologica di Roma inconcomitanza con i programmi di restauro della Domus Tiberiana, indicano che la strada conosciuta come Via Nova potrebbe risalire al VI secolo a.C. Nel contesto delle discussionicorrenti sulla topografia di Roma, questa strada potrebbe essere identificata come lanova viaindicata nei testi antichi. La presunta creazione della strada era stata preceduta da resti interpretati come appartenenti ad un possibileaggere al fossato delle prime fortificazioni del Palatino; questa ipotesi deriva inoltre — e li reinterpreta — dai risultati dei sondaggi geologici effettuati nelle vicinanze. Nel corso degli scavi è stata inoltre riportata alla luce ulteriore evidenza archeologica relativa alla storia successiva della Via Nova e al prospetto degli edifici nell'area di scavo. Nell'articolo sono inoltre riportati i risultati preliminari dello studio della parte superiore dellaScalae Graecae.
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da Empoli, Domenico. « Verri, P., Scritti di Economia, Finanza e Amministrazione ». Journal of Public Finance and Public Choice 27, no 2 (1 octobre 2009) : 193–95. http://dx.doi.org/10.1332/251569209x15665367046697.

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Abstract Verri, P., Scritti di Economia, Finanza e Amministrazione, ed. by Giuseppe Bognetti, Angelo Moioli, Pierluigi Porta and Giovanna Tonelli, Roma, Edizioni di Storia e Letteratura, Edizione Nazionale delle Opere di Pietro Verri, two volumes, 2006, pp. XXV+1534, ISBN 978-88-9498-351-0, € 68.00; and 2007, pp. XXVI+688, ISBN 978-88-8498-500-2, € 58,00.
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Ferber, Magnus Ulrich. « Zwischen München und Rom ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0022.

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Résumé :
Riassunto Il carteggio del gesuita Matthaus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da cio derivava un regolare scambio epistolare con la Citta eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici porto Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepi piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Ferber, Magnus Ulrich. « Zwischen München und Rom ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (1 décembre 2017) : 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthäus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da ciò derivava un regolare scambio epistolare con la Città eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici portò Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepì piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Prokop, Krzysztof R. « Recenzja] : Cronotassi degli Arcipreti della Basilica Papale Santa Maria Maggiore, a cura di Mons. Michał Jagosz, contributi di Andreas Rehberg [...] ». Archiwa, Biblioteki i Muzea Kościelne 108 (20 décembre 2018) : 429–35. http://dx.doi.org/10.31743/abmk.12543.

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Résumé :
Pełny tytuł: [Recenzja]: Cronotassi degli Arcipreti della Basilica Papale Santa Maria Maggiore, a cura di Mons. Michał Jagosz, contributi di Andreas Rehberg, Giovanni Sicari (biografie e ritrattistica), Vincenzo Parrino (elaborazioni araldiche) (Studia Liberiana • Studie documenti sulla storia della Basilica Papale e del Capitolo di Santa Maria Maggiore • Edizioni Capitolo Liberiano, vol. XI), Roma 2017, ss. 184 [liczne ilustracje]
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Bais, Marco. « La Chiesa armena e Roma nella Storia di Tamerlano di T‘ovma Mecop‘ec‘i ». Mélanges de l'École française de Rome. Moyen Âge, no 130-1 (12 janvier 2018) : 9–19. http://dx.doi.org/10.4000/mefrm.3927.

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Hearder, H. « Roma religiosa all'inizio del Novecento. By Fortunato Iozzelli. (Biblioteca di Storia Sociale, 22.) Pp. 374. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 1985. » Journal of Ecclesiastical History 38, no 3 (juillet 1987) : 507–8. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900025513.

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Pierguidi, Stefano. « La ‘terza stanza de quadri’ in Palazzo Farnese nel 1644 ». Journal of the History of Collections 32, no 2 (9 avril 2019) : 265–73. http://dx.doi.org/10.1093/jhc/fhz016.

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Abstract L’articolo punta a stabilire il criterio museografico nell’allestimento della ‘terza stanza de quadri’ in Palazzo Farnese nel 1644, a partire dalla sorprendente presenza in quell’ambiente di molti disegni incorniciati accanto a dipinti su tavola a fondo oro di primo Quattrocento e a poche, importanti tele. Nella stanza era sinteticamente narrata la storia della pittura a Roma dal Quattro al Cinquecento, attraverso soli capolavori, di maestri quasi unicamente appartenenti alla scuola romana. This article aims to establish the museographic criteria involved in the display of pictures in the ‘third room of paintings’ in the Palazzo Farnese in 1644, beginning with the surprising presence there of many framed drawings next to paintings on panel with gold background of the early fifteenth century and with few modern paintings of great importance. Here the story of painting in Rome in the Quattrocento and Cinquecento was synthetically narrated through masterpieces belonging almost exclusively to the Roman School.
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Iacopini, Alessandro, et Renato Sansa. « La produzione storiografica di «Roma moderna e contemporanea», 1993-2008 ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 169–87. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126008.

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L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare la produzione storiografica di una rivista di storia urbana, che ha come campo di indagine la realtŕ romana tra etŕ moderna e contemporanea. Il primo numero di Roma moderna e contemporanea č stato pubblicato nel 1993, da allora la rivista ha collezionato quindici annualitŕ: un tempo sufficiente per tentare un primo bilancio storiografico di questa esperienza. Il metodo utilizzato per compiere l'indagine si č incentrato su una analisi quantitativa degli articoli pubblicati, classificati secondo alcune consolidate categorie storiografiche. L'interpretazione si č inoltre giovata di un criterio originale, volto a stabilire il tasso di multidisciplinarietŕ della rivista. L'articolo č accompagnato da una intervista al direttore della rivista.
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Holgate, Ian. « The Cult of Saint Monica in quattrocento Italy : her place in Augustinian iconography, devotion and legend ». Papers of the British School at Rome 71 (novembre 2003) : 181–206. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002439.

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IL CULTO DI SANTA MONICA NELL'ITALIA DEL QUATTROCENTO: IL SUO RUOLO NELL'ICONOGRAFIA, NELLA DEVOZIONE E NELLA LEGENDA AGOSTINIANANell'aprile 1430 le spoglie di Santa Monica, madre di Sant'Agostino, vennero traslate da Ostia a Roma. L'atto segnò la riscoperta della santa e l'inizio di un processo di rimodellamento dell'immagine di Monica per il pubblico del Quattrocento. Per la fine del XV secolo, la santa era stata dotata di un'agiografia e di un'iconografia proprie ben distinte, ed era diventata il focus devozionale di una serie di gruppi nel territorio italiano e d'Oltralpe. Questo studio dimostra fino a che punto e in che modo la Chiesa — in particolare l'ordine degli Agostiniani — controllò la nascita del culto di Monica. Nell'articolo si sostiene che la figura di Monica fu doppiamente utile: come protagonista di storie che cercavano di rendere autentica la storia antica dell'ordine degli Eremiti e come figura principale attraverso la quale l'ordine cercava di dirigere forme popolari di devozione femminile. Le immagini diverse costruite per Monica rivelano la distanza tra i suoi due ruoli e il potenziale disaccordo che esisteva tra le diverse fazioni relative alla santa.
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Troilo, Simona. « Storia di Roma e dei romani da Napoleone ai nostri giorni ». Journal of Modern Italian Studies 16, no 4 (1 septembre 2011) : 553–55. http://dx.doi.org/10.1080/1354571x.2011.593786.

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Giusto, Rosa Maria. « Gli ospedali degli incurabili a Roma e Napoli. » Revista Eviterna, no 10 (28 septembre 2021) : 67–84. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.13119.

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Il contributo ricostruisce la storia fondativa di due complessi ospedalieri destinati agli Incurabili, ripercorrendone le relazioni. Di fondamentale importanza per l’evoluzione dei sistemi sanitari e lo sviluppo urbano e territoriale delle rispettive città, l’Arciospedale di san Giacomo in Augusta a Roma e il complesso di santa Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli furono caratterizzati in Età Moderna da una comune organizzazione e struttura dovute al ruolo esercitato dal notaio genovese Ettore Vernazza, fondatore della compagnia del Divino Amore, che ne coadiuvò e promosse le iniziative e da personalità del calibro di Gaetano da Thiene e Filippo Neri. Attualmente dismessi e in condizioni fatiscenti, tali edifici testimoniano, per la qualità delle loro architetture e il ruolo assunto nei secoli, l’importanza e la centralità che i temi dell’accoglienza e della cura rivestirono sin dall’Età Moderna sollecitati dall’azione aggregante e solidale svolta dalle confraternite quali istituzioni caritatevoli in grado di contribuire attivamente al miglioramento della società e alla qualità e ai servizi degli spazi di vita quotidiani.
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Tekavčić, Pavao. « Walter Belardi, Breve storia della lingua e della letteratura ladina, 2.edizione aggiornata ; con un'appendice di Marco Forni ; Istitut Ladin "Micurà de Rü", San Martin de Tor ; 138 pp.+indice (5 pagine non numerate) ». Linguistica 44, no 1 (1 décembre 2004) : 182–83. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.182-183.

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Uno dei maggiori linguisti e filologi italiani dei tempi moderni, Walter Belardi, emerita dell'Università di Roma "La Sapienza" e studioso di fama mondiale, rias­ sume nel presente volumetto la problematica ladina, presentandoci una specie di breviario, quasi un catechismo, con la competenza ben nota da alcuni decenni. Come si legge sul retrocopertina esterno, il Nostro si occupa di Ladinia da più di un mezzo secolo: ricordiamo, a titolo di esempio, la sua [La] poesia friulana del Novecento (1987) e la Narrativa gardenese (1988). La presente Breve storia è la 2. edizione (la 1. risale al 1996) e si divide in due parti: L'aspetto storico-linguistico (pp. 7-72) e L'aspetto linguistico-letterario (pp. 73-124). L'aggiunta di Marco Forni Aspetti della letteratura ladina dolomitica contemporanea e Vocabolari ladini recenti (pp. 125-138) e 5 pagine, come detto, fuori paginazione, chiudono il libro. 11volu­ me consiste di 77 capitoli, ognuno in media di 3-4 pagine, raramente più lunghi (quello sul poeta Max Tosi, pp. 97-105) o più brevi (ad es. Cronologia, temi e co­ stanti p. 10; La situazione demografica attuale, p. 16; Non storia biologica ma Storia, p. 62; La prima grammatica gardense a stampa, p. 85; Prospettive future, p. 120, e alcuni altri).
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Perkins, Phil, et Sally Schafer. « The Villa Pigneto Sacchetti excavation : a new interpretation ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 273–90. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000106.

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I resti settecentesca della Villa Pigneto Sacchetti si trovano a Roma, a nordovest della Città del Vaticano, sul ripido fianco nella Valle dell'Inferno nel parco regionale di Monte Mario. Concepito per la famiglia Sacchetti da Pietro da Cortona, essa fu una delle poche tra i suoi progetti architettonici ad essere costruita. Nel 1990 si pensava che la villa fosse andata perduta, e così fu elaborato un progetto per collocare ed esplorare i resti materiali; nel 1992 abbiamo parzialmente scavato la villa e in seguito pubblicato una relazione di scavo (in Papers of the British School at Rome 68 (2000)). Nel 2008 è stata pubblicata la molto attesa monografia di Jörg Martin Merz, Pietro da Cortona and Roman Baroque Architecture. Senza alcun dubbio questo volume fornisce un importante contributo alla letteratura architettonica del Barocco romano. Esso include un capitolo dedicato alla Villa Pigneto Sacchetti, che prende in considerazione alcuni dei nostri rinvenimenti. Questo articolo riguarda vari punti sollevati sul nostro lavoro e offre una reinterpretazione della storia della costruzione della villa con lo scopo di riconciliare opinioni divergenti e di incorporare i progressi degli studi dal 2000.
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Buzzi, Ilenia. « BELLO, Angela Ales. Edith Stein : tra passato e presente. Roma : Castelvecchi, 2020, 320p. » Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 4, no 2 (22 août 2021) : 53–60. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v4i2.27973.

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La complessità e la purezza della ricerca filosofica di Edith Stein si fanno visibili in virtù dei molteplici sguardi posati su di essa. Di qui il carattere eminentemente plurale e polifonico del libro curato da Angela Ales Bello e intitolato Edith Stein. Tra passato e presente. Storia e Teoresi (Castelvecchi, Roma 2019). Tale plurivocità appare visibile non appena traduciamo i contributi di questo libro in linee prospettiche che si addensano verso un senso possibile e mai dato una volta per tutte, che sottendono una presenza non totalmente espressa e che cerca di dare forma alla complessità del reale.
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Titomanlio, Carlo. « Anton Giulio Bragaglia teorico della meraviglia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (1 février 2017) : 187–202. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816689252.

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Fotografia, cinema, letteratura, arti visive, teatro: non c’è disciplina cui Anton Giulio Bragaglia (Frosinone 1890–Roma 1960) non si sia applicato, con spirito innovatore e inesauribile forza creativa. Il presente articolo ripercorre le prime esperienze teatrali di Bragaglia per poi concentrarsi sui suoi scritti teorici, con particolare riferimento agli articoli apparsi sulla rivista Comoedia tra il 1923 e il 1927. Ne emerge un insieme di considerazioni, ricerche, progetti personali e commenti tecnici di notevole interesse per la storia delle arti sceniche del Novecento.
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McEvoy, Meaghan. « Rome and the transformation of the imperial office in the late fourth–mid-fifth centuries AD ». Papers of the British School at Rome 78 (novembre 2010) : 151–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000854.

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Résumé :
Sommarii:Questo articolo identifica una ragione finora non riconosciuta circa la crescente presenza imperiale a Roma dall'ascesa di Onorio nel 395 d.C. fino all'assassinio di Valentiniano III nel 455, nella forma della trasformazione dell'ufficio imperiale stesso, che stava prendendo piede in questo periodo, come risultato della ripetuta ascesa degli imperatori-bambini nel Occidente tardo-romano. Questi prolungati governi dei minori, che si verificano a un certo punto nella storia tardo-romana quando la crescita della cerimonializzazione e owiamente della cristianizzazione andarono a costituire un importante parte del ruolo delrimperatore, portarono con loro anche una piu grande necessita che la citta di Roma agisse come stage politico chiave per l'esposizione del cerimoniale imperiale, in particolare tanto il supporto della ricchezza deH'aristocrazia senatoria fondata a Roma, divenne ancora piu cruciale quanta le fonti delle entrate imperiali andarono perdute all'impero d'Occidente per via delle invasioni barbariche. In aggiunta, la fondazione del mausoleo di Onorio, adiacente alia basilica di San Pietro, e l'estesa costruzione delle chiese e gli sforzi decorativi della famiglia imperiale durante il regno di Valentiniano III, illuminarono le credenziali cristiane dell'imperatore d'Occidente, e contestano la vecchia visione che i vescovi di Roma avevano gia preso il soprawento sul ruolo delrimperatore' all'interno della citta a partire dal V secolo d.C.
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MINIATI, MARA. « MARINELLA CALISI, Storia e strumenti del Museo Astronomico e Copernicano di Roma. Guida alle collezioni, Roma, Osservatorio Astronomico di Roma, 2000, 167 pp., ill. » Nuncius 15, no 2 (2000) : 798. http://dx.doi.org/10.1163/182539100x00308.

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Pajer., Flavio. « LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE NELL’UNIONE EUROPEA ». Revista Diálogo Educacional 5, no 16 (17 juillet 2005) : 167. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v5i16.7988.

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Résumé :
Il processo di unificazione economica e politica dell’Europa - in atto ormai da quasi 50 anni se si considera il Trattato di Roma (1957) come l’evento fondante – non può e non deve produrre, almeno a breve termine, un livellamento delle istituzioni nazionali per uniformarle a un comune standard transnazionale. Questo è vero soprattutto per i vari sistemi educativi nazionali. Essi sono troppo ancorati alla storia e alla cultura delle rispettive nazioni, troppo diversi per lingua, per struttura e organizzazione, al punto che una loro armonizzazione risulterebbe un insulto allo specifico e irriducibile patrimonio culturale e storico delle varie nazioni europee.
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Pereira Rosa, Maria de Lurdes. « L'ospedale della nazione portoghese di Roma, sec. XIV-XX. Elementi di storia istituzionale e archivistica ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 106, no 1 (1994) : 73–128. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1994.4309.

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Parisio, Enrico, et Fabio Mongelli. « Place identity design nel quartiere San Lorenzo a Roma ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003008.

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Résumé :
L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha modificando la tessitura delle relazioni sociali e l'approccio allo studio e al lavoro. Il ruolo del designer e, più in generale dell'artista, in que-sto contesto storico così imprevedibile, coincide oggi con quello dell'esploratore che abban-dona i processi di ricerca e sperimentazione individuale, per inseguire una nuova vocazione collettiva che guarda al domani. Città, parchi, piazze, agorà culturali dovranno confrontarsi con stravolgimenti che andranno ad incidere sulle abitudini dei cittadini. Gli spazi pubblici saranno rimodellati con progetti che tengano conto delle esigenze culturali connesse alla socia-lità e all'ambiente. È possibile immaginare un processo di rigenerazione urbana che, coinvol-gendo giovani studenti e ricercatori nella valorizzazione di una determinata identità territoriale, possa trasformarsi in un modello operativo aperto da innestare in altre aree. Roma prova a dare una prima risposta, con uno dei suoi quartieri simbolo: San Lorenzo, dando forma ad un'azione di co-design partecipativo che declina storia e futuro.
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Tonizzi, Elisabetta M. « Memoria, nostalgia, utopia. Il potere politico dei sentimenti ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 263 (décembre 2011) : 255–70. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-263005.

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Résumé :
La discussione si incentra sul libro Nostalgia. Memoria e passaggi tra le sponde dell'Adriatico (Roma, Edizioni di storia e letteratura, 2010, pp. 276), a cura di Rolf Petri, che illustra i contenuti e gli obiettivi scientifici dell'opera. Al dibattito partecipano due discussant, il sociologo Paolo Jedlowski e il filosofo Giacomo Marramao, che affrontano il libro secondo un approccio multidisciplinare, sottolineandone l'appartenenza all'ambito degli ‘studi culturali'. Sviluppano anche la complessa e controversa relazione tra nostalgia, costruzione della nazione e rituali della memoria. Viene inoltre pubblicata una parte dell'ampia discussione suscitata dai loro interventi.
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Koller, Rotraud Becker/Alexander. « Der Papst und der Krieg ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 98, no 1 (1 mars 2019) : 3–10. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2018-0003.

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Résumé :
Riassunto L’Istituto Storico Germanico di Roma ha concluso, nel 2016, l’edizione della quarta sezione della collana „Nuntiaturberichte aus Deutschland“, completando la pubblicazione della corrispondenza ufficiale tra i nunzi apostolici presso la corte imperiale e la Segreteria di Stato dal 1628 al 1635. Questo periodo va annoverato tra le fasi più complesse della Guerra dei Trent’anni. Grande spazio occupava all’inizio la successione mantovana e l’annesso conflitto che introdussero un teatro di guerra secondario, aperto sulla penisola, e toccarono necessariamente gli interessi del papa e della Curia. Intorno al 1630 predominavano poi, nell’Impero, il conflitto sull’editto di restituzione e la questione di Wallenstein. L’„internazionalizzazione“ della guerra trovò la sua prosecuzione con l’intervento della Svezia, alleata della Francia. A causa di questi avvenimenti i rapporti tra il papato da un lato e la Spagna e la corte imperiale dall’altro peggiorarono; di conseguenza s’incrinarono anche la reputazione e le possibilità d’azione della nunziatura viennese. Il punto più basso raggiunsero questi sviluppi con le proteste del cardinale Gaspare Borgia e la missione del cardinale Pázmány nel 1632. Un’importante accordo parziale per l’impero fu raggiunto nel 1635 con la Pace di Praga. Al contempo maturò in quegli anni presso le corti principesche europee la convinzione che una pace durevole sarebbe stata possibile solo in seguito a un congresso di pace generale e multilaterale. Le recenti pubblicazioni nel contesto della quarta sezione dei „Nuntiaturberichte“ permettono inoltre di rivalutare i documenti in esse riportati come fonti per la ricerca storica non solo nell’ambito di quesiti politici e confessioniali, ma anche nel campo della storia culturale moderna e dell’antropologia storica.
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Osborne, John. « The Jerusalem Temple treasure and the church of Santi Cosma e Damiano in Rome ». Papers of the British School at Rome 76 (novembre 2008) : 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000453.

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Résumé :
Gli studiosi si sono a lungo chiesti perché un'aula absidata e il suo vestibolo adiacente, appartenente al Foro della Pace di Vespasiano, doveva essere stato scelto come sito per la prima chiesa cristiana nel Foro Romano, quella dei Santi Cosma e Damiano, un progetto di Papa Felice IV (526–30). Con questo articolo si suggerisce che uno dei fattori che ha influenzato la scelta può essere stata la precedente presenza in quest'area dei tesori tratti dal Tempio di Gerusalemme, rubati a Roma dai Vandali nel 455. Questa storia puó spiegare l'aggiunta di un candelabro d'oro alla decorazione musiva dell'arco di trionfo — che altrimenti segue l'iconografia di San Paolo fuori le mura —, come pure l'inusuale espressione della dedica scritta.
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Della Ferrera, Leonardo. « Le memorie di Nicola Paravicini De Lunghi fra "liber chronicus" parrocchiale e autobiografia ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (décembre 2010) : 5–46. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002001.

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Résumé :
In un manoscritto ottocentesco dovuto al sacerdote di un villaggio valtellinese, Nicola Paravicini De Lunghi (1820-1900), si susseguono considerazioni sulla vicenda personale dell'autore, sulla sua attivitŕ come parroco di paese, sulle condizioni sociali della zona e sulle questioni politiche scottanti all'epoca nel rapporto Chiesa - Stato (Roma capitale, soppressione degli ordini religiosi). Il testo indagato fornisce un esempio della ricchezza delle fonti di scrittura primaria, in particolare attraverso l'analisi del ruolo e della preparazione culturale del clero curato dell'Ottocento. Note biografiche: Leonardo Della Ferrera (1965) si č laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1989 e in Storia presso l'Universitŕ degli Studi di Milano nel 2009; attualmente insegna disegno in un istituto tecnico. E-mail: leonardo.dellaferrera@fastwebnet.it
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Muscolo, Maria, Simona Parigi et Ruggiero Daniele Russo. « Psicoterapia della famiglia nel processo di separazione e divorzio ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 45–75. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124004.

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Résumé :
La separazione tra coniugi rappresenta un evento che, all'interno della storia di una famiglia, ha un potenziale destrutturante elevatissimo e che potrebbe portare a tensioni croniche, la cui durata potrebbe accompagnare la vita delle persone coinvolte per molto tempo, comportando disagi e problematiche soprattutto nella generazione dei figli. Scopo del presente contributo, è quello di presentare il modello di lavoro elaborato dal "Servizio clinico per il bambino e la famiglia" dell'Accademia di Psicoterapia della Famiglia di Roma, nel quale si prevede l'organizzazione del processo terapeutico attraverso fasi, articolate secondo il modello della separazione della Kaslow. La sequenza di lavoro, pur garantendo una flessibilità procedurale, prevede l'intervento su tre dimensioni: il lavoro sui confini, il lavoro di rielaborazione della separazione e il lavoro di rielaborazione della storia trigenerazionale, attraverso la convocazione in momenti diversi della terapia familiare, dei membri coinvolti nella separazione (coppia, figli, famiglie d'origine). Obiettivo dell'intervento risulta quello di dare continuità nei casi di separazione conflittuale, sia al processo di sviluppo di ciascun individuo coinvolto - che rischia di arrestarsi se i legami si rompono - che alla struttura della famiglia tutta, che andrebbe incontro a una frattura tra le generazioni, in particolare restituendo ai figli una madre e un padre in grado di continuare ad avere una cogenitorialità condivisa, liberando i figli stessi da funzioni sintoniche al conflitto.
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Melloni, Alberto. « “CHIESA E STATO” FRATTURA DI COSA, FRATTURE PER COSA ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 255–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.248.

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Résumé :
Una caratteristica cruciale della storia italiana è il poliedrico rapporto tra Stato e papato, un rapporto a volte conflittuale, a volte amichevole ma sempre presente nelle diverse fasi del processo di costruzione della nazione. Da un lato, la Questione Romana e le vicende dell'Unità del XIX secolo si basano su diverse fratture e ne evidenziano l'antagonismo. Dall'altro, una riconciliazione si può vedere dopo il Movimento di Resistenza, quando la Chiesa è diventata protagonista del sistema democratico repubblicano e durante il periodo della stesura della Costituzione, basata sugli sforzi reciproci e sull'utopia di un dialogo fecondo. Nel complesso, e questo è vero fin dalla Cattura di Roma (1870), lo Stato italiano ha sempre dovuto misurarsi con la presenza duratura del papato.
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Polci, Valentina. « La «capitale decolorata». Viaggio attraverso la storia della visione letteraria di Roma : gli scritti di Dolores Prato ». STORIA URBANA, no 154 (août 2017) : 31–48. http://dx.doi.org/10.3280/su2017-154003.

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Hudon, William V. « Storia di Clelia Farnese : Amori, potere, violenza nella Roma della Controriforma by Gigliola Fragnito ». Catholic Historical Review 102, no 1 (2016) : 170–71. http://dx.doi.org/10.1353/cat.2016.0047.

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Sellin, Volker. « Anna Maria Voci, La Germania e Cavour. Diplomazia e storiografia. (Politica e Storia, Vol. 73.) Roma, Edizioni di Storia e Letteratura 2011 Voci Anna Maria La Germania e Cavour. Diplomazia e storiografia. (Politica e Storia, Vol. 73.) 2011 Edizioni di Storia e Letteratura Roma € 38,– ». Historische Zeitschrift 295, no 2 (octobre 2012) : 537. http://dx.doi.org/10.1524/hzhz.2012.0530.

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Lloyd, J. E. Barclay. « Masonry Techniques in Medieval Rome, c. 1080–c. 1300 ». Papers of the British School at Rome 53 (novembre 1985) : 225–77. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200011557.

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Résumé :
TECNICHE MURARIE MEDIEVALI A ROMAIn questo articolo si discutono le tecniche murarie usate a Roma nel periodo c. 1080–c. 1300: opere murarie—con o senza riempitura a calce degli interstizi (stilatura), falsa cortina–e con modulo variato; opus listatum (opus mixtum), con l'uso di tufi e mattoni; opus saracinescum, solo di tufelli. Le variazioni di modulo possono servire a datare a tre periodi le opere murarie medievali: c. 1080–c. 1216; c. 1216–c. 1246; c. 1246–c. 1300. La stilatura sembra fosse il marchio distintivo di certe imprese costruttrici; fu usata tra c. 1080–c. 1200; nel XII secolo si trova ancora tra i conci rastremati. Mentre l'opus listatum apparve c. 1080–c. 1200, l'opus saracinescum era più tipico nel XIII e XIV secolo. Le tecniche murarie erano a volte relative alla funzione di un edificio—chiesa, palazzo, monastero, torre o casa, oppure al fatto che il muro fosse nelle fondamenta o sopra il livello del terreno.In questo articolo l'autore riesamina l'opera di M. E. Avagnina, V. Garibaldi e D. Salterini, ‘Strutture murarie degli edifici religiosi di Roma nel XII secolo’, Rivista dell'Istituto Nazionale d'Archeologia e Storia dell'Arte, XXIII–XXIV (1976–77) 173 sgg. Nella Tabella II sono riassunte le informazioni contenute in tale opera. Le osservazioni dell'autore si trovano nella Tabella I. Le techniche murarie qui discusse e il loro uso nella Roma medievale sono illustrate alla Tabella III.
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Łapiński, Józef. « Zabiegi Stolicy Apostolskiej o utrzymanie Unii z 1596 r. na podstawie unickiej diecezji chełmskiej w XIX wieku ». Prawo Kanoniczne 51, no 3-4 (10 décembre 2008) : 353–70. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.3-4.17.

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Résumé :
Dall’inizio delle persecuzioni, l’unica diocesi di Chelm aspettava della Santa Sede parole d’incoraggiamento ed un efficace sostegno al coraggio e alla perseveranza nella fede della Chiesa Cattolica. Scrutando la storia della diocesi uniate a Chelm nel XIX secolo, bisogna sottolineare con forza, che la Santa Sede usava tutti mezzi disponibili per salvare l’Unione messa in pericolo della parte dell’Impero Russo. Lo testimoniano innumerevoli affermazioni ed atti della Santa Sede. Bisogna affermare che sia gli interventi della Curia Romana sia dei singoli papi non sempre portavano a risultati positivi. Tutta la corrispondenza dell’Autorità della Chiesa locale e di quella di Roma e stata manovrata delle autorità statali: questo ne ha provocato il ritardo o la totale eliminazione. Bisogna aggiungere il fatto che la Santa Sede non aveva in questo periodo la propria nunziatura a Pietroburgo. Questa situazione ha provocato il fatto che Roma non poteva agire per normale via diplomatica. Roma protestava continuamente contro le minacce verso l’Unione, ma ha protestato con decisione, quando illegittimamente hanno chiamato don M. Popiel come amministratore della diocesi di Chelm. Pio IX nella sua enciclica „Levate” ha condannato questa nomina. In base a tutti questi fatti, non si possono accettare le opinioni di alcuni autori secondo i quali Roma non ha mostrato un sufficiente sostegno per salvare la diocesi di Chelm. Non si puo accettare nemmeno che la Curia Romana non abbia dato dimostrazioni che nel XIX secolo la questione polacca non fosse vicina agli interessi della Chiesa e ai propri interessi politici. La Santa Sede non aveva bisogno di mettere il problema della diocesi di Chelm al di sopra di altri fatti ecclesiali, pero non si può mettere in alcun modo in dubbio che abbia fatto tutto ciò che era possibile per difendere l’Unione.
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Pullan, Brian. « Storiografia e archivi delle confraternite romane. Edited by Luigi Fiorani. (Ricerche per la Storia Religiosa di Roma, 6.) Pp. 430. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 1985. L. 45,000 ». Journal of Ecclesiastical History 39, no 4 (octobre 1988) : 633–34. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900040987.

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Pullan, Brian. « Le Confratenite romane : esperienza religiosa, società, commiltenza artistica. Edited by Luigi Fiorani. (Ricerche per la Storia Religiosa di Roma, 5.) Pp. 443. Rome : Edizioni di Storia e Letteratura, 1984. » Journal of Ecclesiastical History 37, no 3 (juillet 1986) : 491–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046900021795.

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Lloyd, Joan E. Barclay. « The medieval murals in the Cistercian abbey of Santi Vincenzo e Anastasio ad Aquas Salvias at Tre Fontane, Rome, in their architectural settings ». Papers of the British School at Rome 65 (novembre 1997) : 287–348. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010655.

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Résumé :
I MURALI MEDIEVALI DELL'ABBAZIA CISTERCENSE DEI SANTI VINCENZO E ANASTASIO AD AQUAS SALVIAS ALLE TRE FONTANE, ROMA, NEL LORO CONTESTO ARCHITETTONICOAlcuni murali medievali sopravvivono nell'abbazia cistercense delle Tre Fontane a Roma, o sono conosciuti da disegni, nell'edificio soprastante l'ingresso, nel nartece della chiesa di SS. Vincenzo ed Anastasio e nell'area orientale del chiostro. Studi recenti hanno discusso lo stile e l'iconografia di questi dipinti o hanno analizzato l'architettura della chiesa medievale e di parti del monastero. Questo articolo prende in considerazione i murali nel loro contesto architettonico. Le date degli affreschi nell'edificio sovrastante l'ingresso vengono chiarite dallo studio della muratura e da altre caratteristiche dell'edificio. I dipinti del nartece vanno associati alla storia e ai santi patroni dell'abbazia. I murali nella stanza al di sopra dell'attuale sacrestia riflettono la probabile funzione di quello spazio, originariamente come parte della cappella dell'abate. I murali finora creduti essere stati dipinti nella parte superiore di un muro esterno del dormitorio sembrano rientrare in due stanze del piano sottostante; di conseguenza viene suggerito che esse servissero originariamente a decorare la parte superiore delle mura interne di quelle stanze. Infine alcuni suggerimenti vengono presentati a proposito dei patrocinatori di questi lavori e dell'attività costruttiva della fine del tredicesimo secolo.
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Marchiori, Laura. « Medieval wall painting in the church of Santa Maria in Pallara, Rome : the use of objective dating criteria ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 225–55. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000088.

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Résumé :
Le pitture medievali nella chiesa di Santa Maria in Pallara hanno ricevuto poca attenzione da parte degli studiosi, forse per via dell'incertezza della loro datazione; infatti non si possiede nessuna indipendente documentazione letteraria per la loro realizzazione. Tradizionalmente datati al X secolo, le pitture mostrano un'iconografia più comune nei contesti del XII e XIII secolo, una rappresentazione di Apostoli seduti sulle spalle dei Profeti, che senza dubbio contribuiscono alla loro dimenticanza, visto che i monumenti più tardi sono ben documentati. Comunque, l'iconografia deriva dalle tradizioni romane della decorazione ecclesiastica, tradizioni che possono essere utilizzate in un'analisi delle pitture al fine di arrivare ad una datazione indipendente basata solo sulla loro forma e contenuto. Seguendo una metodologia sviluppata da John Osbornc per la datazione di pitture medievali prive di documentazione a Roma, questo articolo analizza i criteri obicttivi di datazione delle pitture di Santa Maria in Pallara; tali criteri sono la messa in opera, la funzione, il soggetto, le iscrizioni e la tecnica pittorica. Simili analisi suggeriscono che per le pitture è possibile una data al X secolo, che sono ben classificate nella storia della tecnica pittorica di Roma tra monumenti sicuramente datati al IX secolo e quelli datati all'XI e XII secolo.
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Bolko, Marianna. « Eppur si muove ? Forse, chissŕ ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2011) : 481–87. http://dx.doi.org/10.3280/pu2011-004005.

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Résumé :
Viene ripercorsa la storia del movimento psicoanalitico dissidente, formato prevalentemente da colleghi del "Seminario Psicoanalitico di Zurigo" e del gruppo italiano di Psicoterapia e Scienze Umane, che culminň con la contestazione del congresso dell'International Psychoanalytic Association (IPA) di Roma del 1969 e la organizzazione di un contro-congresso allo scopo di criticare il sistema dell'analisi didattica e del training psicoanalitico tradizionale. I problemi sollevati allora rimangono oggi irrisolti, dopo piů di quarant'anni, come mostra anche la relazione di Otto F. Kernberg (vedi pp. 460-470 di questo n. 4/2011 di Psicoterapia e Scienze Umane). I membri del Seminario Psicoanalitico di Zurigo decisero di non entrare nella Societŕ svizzera di psicoanalisi ma di rimanere, come scelta teorica e politica, "analisti in formazione" a vita (Analytiker in Ausbildung). Infine, vengono discussi i motivi della cultura di sottomissione che č molto diffusa negli allievi in formazione presso le istituzioni psicoanalitiche.
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Gramaglia, Pier Angelo. « Dei Templari, della sindone ed altri falsi ». HISTORIA MAGISTRA, no 8 (mars 2012) : 7–15. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-008002.

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Résumé :
In the last decade, Catholic propaganda has pervaded the study of the shroud ("sindonologia" in Italian) and turned it into criticism of the shroud ("sindonofilia"). On the sidelines of a lively intellectual scientific debate about the authenticity of the Turin shroud, this essay challenges, with philological rigor (and with particular reference to Luca Nicolotti's book, I Templari e la Sindone. Storia di un falso, Salerno Editrice, Roma 2011), these pseudo-historical inventions of the shroud critics, who unfortunately have been given extensive coverage both in the literature and by the press.
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CAROTI, STEFANO. « FRANCESCA SOFIA, Una biblioteca ginevrina del Settecento : I libri del giovane Sismondi, Roma, Edizioni dell'Ateneo e Bizzarri 1983 (Istituto di Storia Moderna. Facoltà di Lettere e Filosofia. Università di Roma. « Storia », 11), 297 pp., indice degli autori. » Nuncius 1, no 2 (1986) : 177–78. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00728.

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