Articles de revues sur le sujet « Storia della tolleranza »

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Atighetchi, Dariusch. « La contraccezione nelle fonti e nella storia islamica ». Medicina e Morale 41, no 5 (31 octobre 1992) : 871–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1088.

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Résumé :
Il silenzio del Corano nei confronti della contraccezione viene compensato dalle parole risalenti al Profeta Muhammad le quali, in maggioranza, non proibirono il coitus interruptus. Questa: tolleranza è stata ripresa dalla tradizione islamica che ha trovato in al-Ghazali il più apprezzato formulatore dei criteri da rispettare per legittimare la pratica del coitus interruptus e, in seguito, delle moderne tecniche contraccettive. Secondo il pensiero di Ghazali il coitus interruptus è un'azione makruh, vale a dire, per le categorie della Legge islamica, un atto riprovevole, ma, nello stesso tempo, tollerato. Oggi, la gran parte dei giuristi musulmani accettano le pratiche contraccettive pur con sfumature diverse. Più differenziata appare la politica demografica degli stati Arabo-Islamici che oscillano dalla proibizione ad un accoglimento più o meno ampio delle varie tecniche anticoncezionali.
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2

Drescher, Jack. « Storia del rapporto tra omosessualitŕ e istituzione psicoanalitica ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 2 (juin 2010) : 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002001.

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Résumé :
In passato gli atteggiamenti della psicoanalisi istituzionalizzata verso l'omosessualitŕ potevano essere definiti come ostili. Prima vi fu una transizione dalle prime concezioni di Freud dell'omosessualitŕ come sessualitŕ immatura fino alle piů tarde teorie post-freudiane che patologizzavano l'attrazione e il comportamento verso lo stesso sesso. In seguito alla decisione del 1973 dell'American Psychiatric Association di eliminare l'omosessualitŕ dal DSM-II, l'omosessualitŕ č ora considerata piů comunemente come una variante normale della sessualitŕ umana. La storia degli atteggiamenti psicoanalitici verso l'omosessualitŕ rafforza l'impressione che le teorie psicoanalitiche non possono essere separate dal contesto politico, culturale e personale in cui sono formulate. Questa storia mostra anche che gli psicoanalisti possono prendere posizioni che facilitano oppure ostacolano la tolleranza e l'accettazione.
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Israel, Jonathan. « La Formazione storica della alterità : Studi di storia della tolleranza nell'età moderna offerti a Antonio Rotondò ». English Historical Review 120, no 489 (1 décembre 2005) : 1442–43. http://dx.doi.org/10.1093/ehr/cei446.

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Lazzarich, Marinko. « La memoria del confine. Il motivo della patria perduta nel romanzo Il cavallo di cartapesta di Osvaldo Ramous ». Quaderni d'italianistica 37, no 2 (27 janvier 2018) : 125–48. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29232.

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Résumé :
Nei testi letterari degli anni 1945–1956 che parlano dell’e­sodo degli italiani dalla città di Fiume il motivo del confine diventa il simbolo della conservazione di un’identità nazionale divisa. Al con­tempo, il tema della terra natale perduta lega direttamente la lette­ratura fiumana a quella mondiale coeva. In questo testo si propone un’analisi della letteratura della migrazione italofona e della questione dell’esodo dalla sponda orientale dell’Adriatico; in particolare, sarà osservato il costituirsi di identità individuali e di gruppo attraverso l’esperienza letteraria di convivenza propria della città di Rijeka (la Fiume di un tempo). Punto focale dell’analisi sarà il multiculturalismo nella scrittura di Osvaldo Ramous (1905–1981), autore che rappresenta la continuità della letteratura italiana autoctona di Fiume, i cui scritti portano la testimonianza dei traumi storici che hanno segnato il destino dei suoi concittadini. Attraverso una lettura critica del romanzo Il cavallo di cartapesta (1969) si tenterà un esame della dimensione estetica e so­ciologica dell’interpretazione delle doppie identità di questa città di frontiera, cosa che, nel contesto di un’Europa contemporanea senza confini interni, rende attuale la questione della tolleranza verso l’altro. di confine, storia, identità repressa, rapporti letterari italo-croati, la questione adriatica.
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Fassanelli, Benedetto. « Tra bando e integrazione. Gli zingari nell'Italia di etÀ moderna ». SOCIETÀ E STORIA, no 138 (novembre 2012) : 751–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138004.

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Résumé :
Il saggio intende riflettere, attraverso alcune considerazioni sulla storia dei gruppi zingari in etÀ moderna, sull'opportunitÀ di introdurre il concetto di "ostilitÀ" come categoria interpretativa con cui leggere i rapporti tra societÀ maggioritarie e minoranze culturali. In particolare, si sofferma sulle forme del bando che colpiva, pressoché ovunque, gli zingari, assumendo come esemplificazioni la legislazione veneta del XVI secolo e il disegno di "riduzione" degli zingari intentato nel 1641 nello Stato pontificio. La persistenza della minoranza (nonostante i toni risolutivi del discorso repressivo e delle retoriche criminali) puň essere studiata alla luce dell'idea di ostilitÀ che rimanda ad una dimensione relazionale possibile, alla forma di integrazione di cui furono capaci le societÀ dell'epoca. Una relazione che si regge su un equilibrio instabile, ostile appunto, ma che non potrebbe essere compresa pienamente riferendosi al piů rigido binomio "tolleranza/intolleranza".
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Nederman, Cary J. « Martin Clifford, 1624–1677. Deismo e tolleranza nell'Inghilterra della Restaurazione. By Giovanni Tarantino. (Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa neil secoli xvi–xviii, 3.) Florence : Leo S. Olschki Editore, 2000. Pp. x+390. L. 68,000 ». Journal of Ecclesiastical History 53, no 3 (juillet 2002) : 545–650. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046902854768.

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Hamilton, A. « GIOVANNI TARANTINO, Martin Clifford 1624-1677 : Deismo e tolleranza nell'Inghilterra della Restaurazione [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI-XVIII no. 3]. Leo S. Olschki Editore, Firenze 2000, x + 386 pp. ISBN 8822249666. EUR 35.11 ». Nederlands Archief voor Kerkgeschiedenis / Dutch Review of Church History 82, no 1 (2002) : 212–14. http://dx.doi.org/10.1163/002820302x00481.

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Hamilton, A. « GIUSEPPE RICUPERATI, La città terrena di Pietro Giannone : un itinerario tra "crisi della coscienza europea" e illuminismo radicale [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI-XVIII no. 4]. Leo S. Olschki Editore, Firenze 2001, xvi + 196 pp. ISBN 8822249828. EUR 21.69 ». Nederlands Archief voor Kerkgeschiedenis / Dutch Review of Church History 82, no 1 (2002) : 219–20. http://dx.doi.org/10.1163/002820302x00526.

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Hamilton, Alastair. « Antonio Rotondò, Studi di storia ereticale del Cinquecento [Studi e testi per la storia religiosa del Cinquecento 15]. Olschki, Firenze 2008, 2 vols., xxx + 809 pp. isbn 9788822257376. €85. — Antonio Rotondò,, Riforme e utopie nel pensiero politico toscano del Settecento [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII 11]. Olschki, Firenze 2008, viii + 312 pp. isbn 9788822257468. €33. » Church History and Religious Culture 90, no 2-3 (2010) : 390–93. http://dx.doi.org/10.1163/18712411-0x542572.

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Stayer, James M. « Peter T. Bietenholz. Daniel Zwicker, 1612-1678 : Peace, Tolerance and God the One and Only. (Studi e Testi per la Storia della Tolleranza in Europa nei Secoli XVI-XVII.) Florence : Olschki, 1997. viii + 330 pp. IL 62,000. ISBN : 88-222-4561-X. » Renaissance Quarterly 52, no 3 (1999) : 906–7. http://dx.doi.org/10.2307/2901944.

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Marongiu, Cinzia. « Cartografie di appartenenza : Igiaba Scego e Kym Ragusa l'affermazione di identità plurali ». Italica 99, no 1 (1 mars 2022) : 106–18. http://dx.doi.org/10.5406/23256672.99.1.08.

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Résumé :
Abstract La traiettoria biografica di Kym Ragusa e Igiaba Scego e delle loro rispettive famiglie non è la stessa: mentre i nonni dell'autrice italo-afroamericana Kym Ragusa si sono spostati dall'Italia in America, i genitori di Igiaba Scego sono scappati dalla Somalia per raggiungere l'Italia. Ciò nonostante, le due autrici e le loro narrazioni hanno diversi punti in comune: entrambe sono di origine africana, entrambe parlano di una generazione di confine ed entrambe mostrano fiere un'identità multipla che mette in crisi le linee di demarcazione tracciate dal discorso dominante che vuole l'appartenenza identitaria come qualcosa di circoscritto e fisso. Ragusa e Scego mettono in discussione il vecchio dibattito sull'appartenenza nei loro racconti polietnici, evidenziando come non esista un unico paradigma attraverso cui definire la loro identità, perché le loro molteplici appartenenze identitarie non si possono descrivere con un carattere e/o fissare in una posizione stabile. Scego e Ragusa sono autrici dall'identità liquida che non tollerano distinzioni e separazioni. Questo è evidente in modo particolare nel romanzo di Igiaba Scego La mia casa è dove sono e nel memoir di Kym RagusaLa pelle che ci separa, dove le protagoniste sono delle creature doppie, delle “equilibriste in bilico” (termine usato da entrambe le autrici) fra due mondi (Scego 2010: 55). L'obiettivo di Kym Ragusa e Igiaba Scego in queste due opere è quello di resuscitare il “cadavere” di un passato dimenticato per “rimettere la carne sulle ossa” (Ragusa 95), ossia riempire i buchi della loro storia riscoprendo la ricchezza nella diversità delle loro origini. Le protagoniste di La mia casa è dove sono e di La pelle che ci separa tracciano una sorta di mappa, attraverso le storie dei loro antenati, che riflette il percorso geografico degli spostamenti della loro famiglia: percorso che permette loro di ricostruire la propria identità arricchendola di punti di vista, memorie e immagini. In questo articolo mi concentrerò principalmente sui temi e le trame di questi due libri, analizzandone le similarità e le differenze. Mostrerò come le protagoniste riescano a fondere la loro cultura d'origine e la cultura d'arrivo facendo delle loro eredità etniche un ponte (Igiaba Scego) / un crocevia (Kym Ragusa) che unisce e non separa. Durante la mia analisi, mi soffermerò in particolar modo sulla memoria coloniale e quella di immigrazione, sui sentimenti di appartenenza, sulla nozione di doppia coscienza (quella italiana e quella africana), il concetto di identità interstiziale (a metà tra la cultura di partenza e quella di arrivo, mitad y mitad per usare le parole della Anzaldúa) e di luoghi interstiziali (in between dirla come Homi Bhabba) dove l'ibridazione diviene possibile e immaginabile, come la Sicilia per Kym Ragusa e Roma per Igiaba Scego. Concluderò dimostrando come, in entrambi i memoir, l'ibridità, che appare inizialmente come una spaccatura tra due sfere culturali incompatibili, si sana attraverso la ricomposizione i ricordi e la conciliazione delle diverse componenti identitarie delle due protagoniste.
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Hamilton, Alastair. « Vittorio Sciuti Russi, Inquisizione spagnola e riformismo borbonico fra Sette e Ottocento. Il dibattito europeo sulla soppressione del “terrible monstre” [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII 12]. Olschki, Firenze 2009, xxi +371 pp. ISBN 9788822258083. €39. » Church History and Religious Culture 91, no 3-4 (2011) : 559–61. http://dx.doi.org/10.1163/18712411-1x609928.

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Hamilton, Alastair. « Camilla Hermanin and Luisa Simonutti (Eds.), La centralità del dubbio. Un progetto di Antonio Rotondò [Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII 13]. Olschki, Firenze, 2011, 2 vols., xiv + 1009 pp. ISBN 978-88-22-25968-4. €98. » Church History and Religious Culture 93, no 1 (1 janvier 2013) : 141–42. http://dx.doi.org/10.1163/18712428-13930118.

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Lotz-Heumann, Ute. « Mutua christianorum tolerantia. Irenicism and toleration in the Netherlands. The Stinstra affair, 1740–1745. By Joris van Eijnatten. (Studi e Testi per la Storia della Tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVII, 2.) Pp. viii+355. Florence : Olschki, 1998. L. 64,000 (paper). 88 222 4656 X ». Journal of Ecclesiastical History 52, no 4 (octobre 2001) : 702–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046901711451.

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Cassese, Fulvio. « Costruire il gioco con un paziente autistico ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 1 (juin 2021) : 134–44. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001009.

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Résumé :
L'autore descrive un caso clinico di un adolescente autistico seguito in un centro di riabilitazione. Il funzionamento psichico del paziente non permette di giocare con il suo analista perché mancano la capacità simbolica e l'incontro relazionale in uno spazio potenziale. Per il paziente la relazione è vissuta come pericolosa, evitata e tenuta a distanza attraverso l'esercizio di un marcato controllo. Inizialmente il paziente è impegnato in un'attività solitaria che ha una doppia funzione: di autodifesa e di autocostruzione, necessarie per la propria sopravvivenza. Il sostegno silenzioso dell'analista permette il passaggio a una prima apertura relazionale, la condivisione di storie. Le storie hanno dapprima un carattere sensoriale, contraddistinto dal suono della voce e il dondolio del lettino, per iniziare ad acquisire un senso. La continuità e ritmicità sensoriale creano le basi per una prima forma di continuità dell'essere, il paziente inizia a riconoscere la presenza dell'oggetto e questa apertura crea le condizioni per la definizione di un'attività sempre più condivisa, dove l'esclusività del carattere sensoriale si indebolisce ed è possibile rintracciare i prodromi di significati più articolari. Il lavoro analitico è stato contraddistinto dalla costruzione dei rudimenti psichici, dalla definizione dei confini mentali e dalla tolleranza della vitalità relazionale, per poter iniziare a giocare con i propri pensieri. Si delinea sempre più il passaggio da un'attività solitaria e sensoriale al poter giocare "insieme".
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NUOVO, VICTOR. « The correspondence of Roland H. Bainton and Delio Cantimori, 1932–1966. An enduring transatlantic friendship between two historians of religious toleration. With an appendix of documents. Edited by John Tedeschi. (Studi e Testi per la Storia della Tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII, 6.) Pp. xii+313. Florence : Olschki, 2002. €29 (paper). 88 222 5119 9 ». Journal of Ecclesiastical History 55, no 2 (avril 2004) : 437–38. http://dx.doi.org/10.1017/s0022046904320786.

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Monfasani, John. « Roland H. Bainton and Delio Cantimori. The Correspondence of Roland H. Bainton and Delio Cantimori 1932-1966 : An Enduring Transatlantic Friendship between Two Historians of Religious Toleration. Ed. John A. Tedeschi. (Studi e testi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI-XVIII, 6.) Florence : Leo S. Olschki, 2002. Pbk. 314 pp. index, append. €29. ISBN : 88-222-5119-9. » Renaissance Quarterly 56, no 3 (2003) : 814–16. http://dx.doi.org/10.2307/1261645.

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Kaplan, Benjamin J. « Mutua Christianorum Tolerantia : Irenicism and Toleration in the Netherlands : The Stinstra Affair, 1740-1745, by Joris van EijnattenMutua Christianorum Tolerantia : Irenicism and Toleration in the Netherlands : The Stinstra Affair, 1740-1745, by Joris van Eijnatten. (Series : Studi e Testi per la Storia della Tolleranza in Europa nei Secoli XVI-XVIII). Florence, Italy, Leo S. Olschki, 1998. viii, 355 pp. 64000 Lira or 33.05 EU. » Canadian Journal of History 36, no 2 (août 2001) : 344–46. http://dx.doi.org/10.3138/cjh.36.2.344.

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Tavares, Vanessa Sant’Anna Bonifacio. « The Comprehensive Nuclear Test-Ban Treaty, a legal anomaly ? » Military Law and the Law of War Review 59, no 1 (2 juin 2021) : 71–88. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2021.01.04.

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Résumé :
It is well-recorded that nuclear attacks happened twice in history, in Hiroshima and Nagasaki, but it is often overlooked that nuclear explosions were more frequent, with over 2,000 tests taking place in more than 60 locations worldwide. These special circumstances prompted the General Assembly to adopt a comprehensive ban treaty (CTBT) in 1996, which has yet to enter into force. Borrowing from Kelman’s social conformity theory, this article explains how and why states chose to conform to a non-binding agreement. It argues that, as interested parties developed an anti-testing narrative that seemed simultaneously hopeful and realistic, they stabilized actor’s reaction and catalyzed a shift in attitudes towards nuclear testing from forbearance to an authoritative global moratorium, which accounts for the complete eradication of the atmospheric experiments. C’est un fait bien établi que l’histoire a connu deux attaques nucléaires, à Hiroshima et Nagasaki. Ce que l’on sait moins, c’est que les explosions nucléaires étaient bien plus fréquentes, avec plus de 2 000 tests effectués sur une soixantaine de sites de par le monde. Ces circonstances particulières ont poussé l’Assemblée générale des Nations unies à adopter, en 1996, un traité d’interdiction complète des essais nucléaires (TICE), qui n’est pas encore entré en vigueur. S’inspirant de la théorie du conformisme social de Kelman, cet article explique comment et pourquoi des États ont choisi de respecter un accord non contraignant. Il avance que, à mesure que les parties intéressées développaient un discours anti-essais nucléaires qui paraissait à la fois réaliste et porteur d’espoir, elles ont stabilisé les réactions des acteurs et déclenché un changement des mentalités à l’égard des essais nucléaires, passant de l’indulgence à un moratoire général faisant autorité, ce qui explique la disparition complète des essais atmosphériques. Het is algemeen bekend dat er in de geschiedenis twee kernaanvallen zijn geweest, in Hiroshima en Nagasaki, maar vaak wordt over het hoofd gezien dat er nog andere kernexplosies hebben plaatsgevonden, met ruim 2000 proeven op meer dan 60 locaties over de hele wereld. Deze bijzondere omstandigheden hebben de Algemene Vergadering ertoe aangezet om in 1996 een alomvattend verbodsverdrag (CTBT) goed te keuren, dat nog steeds niet in werking is getreden. Aan de hand van de sociale-conformiteitstheorie van Kelman wordt in dit artikel uitgelegd hoe en waarom staten ervoor kiezen zich te conformeren aan een niet-bindende overeenkomst. Het betoogt dat, naarmate de betrokken partijen een narratief tegen kernproeven ontwikkelden dat tegelijk hoopvol en realistisch leek, zij de reactie van de actoren stabiliseerden en als katalysator werkten voor de verschuiving in de houding ten opzichte van kernproeven van gedoging naar een wereldwijd officieel moratorium, wat de volledige uitroeiing van de atmosferische experimenten verklaart. Está bien documentado que los ataques nucleares han sucedido dos veces en la historia, en Hiroshima y Nagasaki, pero en ocasiones pasa desapercibido que las explosiones nucleares han sido más frecuentes, con más de 2.000 ensayos llevándose a cabo en más de 60 emplazamientos a escala mundial. Estas circunstancias especiales llevaron a la Asamblea General a adoptar el tratado de prohibición completa (TPCEN) en 1996, el cual aun no ha entrado en vigor. Basándose en la teoría de la conformidad social de Kelman, este artículo explica cómo y porqué los Estados eligieron conformarse con un acuerdo no vinculante. Se argumenta que a medida que las partes interesadas desarrollaron una narrativa anti-ensayo que parecía esperanzadora y realista a la vez, ello mismo llevó a apaciguar la posible reacción de los actores y a catalizar un cambio en relación a los ensayos nucleares que fuera de la tolerancia a una moratoria global fidedigna, lo cual equivale a una completa erradicación de los experimentos atmosféricos. É ben noto che nella storia siano avvenuti due attacchi nucleari, a Hiroshima e Nagasaki, ma è spesso trascurato che le esplosioni nucleari siano state molto più frequenti, con oltre 2000 test che hanno avuto luogo in più di 60 sedi nel mondo. Queste circostanze speciali hanno indotto l'Assemblea generale nel 1996, ad adottare un trattato di messa al bando globale (CTBT), che deve ancora entrare in vigore. Prendendo spunto dalla teoria della conformità sociale di Kelman, questo articolo spiega come e perché gli Stati hanno scelto di conformarsi a un accordo non vincolante. Sostiene che, dato che le parti interessate hanno sviluppato una narrativa anti-test che sembrava allo stesso tempo speranzosa e realistica, esse hanno stabilizzato la reazione degli attori e catalizzato un cambiamento negli atteggiamenti nei confronti dei test nucleari dalla tolleranza a un'autorevole moratoria globale, che spiega la completa eliminazione degli esperimenti atmosferici. Es ist bekannt, dass es in der Geschichte zweimal zu nuklearen Angriffen kam, in Hiroshima und Nagasaki. Es wird aber oft übersehen, dass es häufiger nukleare Explosionen gegeben hat, mit über 2.000 Tests an mehr als 60 Orten weltweit. Diese besonderen Umstände veranlassten die Generalversammlung 1996 zur Verabschiedung eines umfassenden Verbotsvertrags (CTBT), der noch nicht in Kraft getreten ist. In Anlehnung an die soziale Konformitätstheorie von Kelman erklärt dieser Artikel, wie und warum Staaten sich dafür entschieden haben, sich einem unverbindlichen Abkommen zu fügen. Er argumentiert, dass je nachdem die beteiligten Parteien ein Anti-Test-Narrativ entwickelten, das gleichzeitig hoffnungsvoll und realistisch erschien, diese die Reaktion der Akteure stabilisierten und eine Verschiebung in der Haltung gegenüber Atomtests von der Duldung zu einem autoritativen globalen Moratorium herbeiführten, was die vollständige Abschaffung der atmosphärischen Experimente erklärt.
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de Groot, Aart. « Peter G. Bietenholz, Daniel Zwicker 1612-1678. Peace, Tolerance and God the One and Only, Leo S. Olschki Editore Firenze 1997, 330 p. (Studi e testi per la storia della tolleranze in Europa nei secoli XVI-XVIII, o.r.v. Antonio Rotondô, vol. I). ISBN 88 222 4561 X. 62.000 lire ». Nederlands Archief voor Kerkgeschiedenis / Dutch Review of Church History 79, no 2 (1999) : 262–63. http://dx.doi.org/10.1163/002820399x00142.

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Luzzini, Francesco. « Quando il Cannaregio si fece dolce ». Acque Sotterranee - Italian Journal of Groundwater 8, no 2 (15 mai 2019). http://dx.doi.org/10.7343/as-2019-390.

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Résumé :
Alla storia, che è maleducata, piace beffarsi delle nostre certezze. È questa sua irritante abitudine a rendercela così utile, mettendoci in guardia da letture semplicistiche e costringendoci a contestualizzare (e, dunque, a comprendere) passato e presente. Ma è anche ciò che la rende così odiosa ai dogmatici d’ogni credo ideologico, religioso, scientifico, che – se pure la tirano spesso per la gonnella – non tollerano che la storia si mostri nella sua complessità [...].
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« Ole Peter Grell and Roy S. Porter, editors. Toleration in Enlightenment Europe. New York : Cambridge University Press. 2000. Pp. ix, 270. $59.95 and Joris van Eijnatten. Mutua Christianorum Tolerantia : Irenicism and Toleration in the Netherlands : The Stinstra Affair 1740–1745. (Studi e tesi per la storia della tolleranza in Europa nei secoli XVI–XVIII, number 2.) Florence : Olschki. 1998. Pp. viii, 355. L. 64,000 ». American Historical Review, avril 2002. http://dx.doi.org/10.1086/ahr/107.2.604-a.

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