Thèses sur le sujet « Storia della linguistica »

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1

Monticelli, Alessandro. « Viaggio nella Storia della Fotografia Giapponese ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16422/.

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Résumé :
Il presente studio ha avuto l’obiettivo di documentare la relazione che intercorre tra la fotografia e il Giappone. L’argomento è stato affrontato da un punto di vista storico, a partire dai primi rudimentali scatti fotografici fino all’era del digitale e di Internet. Non è stata esaminata solo la tecnica della fotografia, ma il ruolo della stessa durante la guerra, il suo utilizzo dal punto di vista documentaristico, la sua capacità di influenzare le masse. È stata rivolta particolare attenzione all’ascesa del mercato fotografico nel dopoguerra giapponese e all’emergere di nuove correnti di espressione fotografica, e a come i vari fotografi abbiano usato questo mezzo per dipingere un quadro della società giapponese di quegli anni. In seguito, ho analizzato in che modo il consumismo abbia avuto un ruolo di fondamentale importanza nell’affermazione di un mercato fotografico particolarmente florido come quello giapponese e come la fotografia si sia coniugata con le ultime tecnologie legate al mondo di internet e della tecnologia in generale, e le tendenze che ne sono derivate.
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2

Borghesi, Stefano. « Nihon no mukashi banashi : Storia, analisi e motivi ricorrenti della fiaba tradizionale giapponese ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7442/.

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Résumé :
Le fiabe giapponesi sono un’importante finestra sulla psiche e sulla storia di questo paese. Questo lavoro si occuperà di analizzare la fiaba tradizionale giapponese, la sua struttura e i suoi contenuti. Nel primo capitolo saranno introdotti concetti di base (come quello di fiaba e racconto popolare) e si traccerà in breve la genealogia di questo genere narrativo; il secondo capitolo sarà interamente dedicato a una selezione delle dieci fiabe nipponiche più conosciute. Nel terzo, invece, ci si occuperà degli aspetti tecnici e contenutistici delle storie giapponesi, fornendo in alcuni casi delle comparazioni con il mondo occidentale. Infine, nell'ultima parte di questo elaborato, si ricapitoleranno i concetti che sono venuti fuori nei capitoli precedenti, ribadendo quanto la fiaba occidentale e quella giapponese siano diverse sia nella forma sia nei contenuti.
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3

Koban, Francesca Irene. « Cavour e l'italiano. Analisi linguistica dell'epistolario ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424047.

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Résumé :
This thesis focuses on Cavour’s Italian, analyzed mainly through his correspondence, but also considering a small group of works published in newspapers. Access keys to the data are the genre and the sociolinguistic collocation of this writer: Cavour has a good cultural level, but he is not a literate and his letters respond to a practical need. The linguistic analysis is based upon a new transcription of autograph letters which is presented in the appendix: the problems connected to the definition and study of this corpus are exposed in the introduction, where we examine the relationship between Cavour (whose family used mainly French and dialect) and the Italian language. The corpus has been analyzed collecting data about every linguistic level: writing, phonetics, morphology, syntax and vocabulary. Linguistic data are related and compared to what emerges in other studies about the language of the nineteenth century. After a first stage characterized by a stronger linguistic alternation and a certain interference from French and local dialect we can observe an improvement in the statesman’s Italian. In letters and other writings Cavour displays diaphasic variation, shifting from the colloquial tone of some letters to the formal style used in public works. Both syntax and vocabulary clearly exhibit that one of the main influences in Cavour’s prose is the bureaucratic language.
La tesi esamina l’italiano di Cavour principalmente attraverso l’analisi dell’epistolario, ma tenendo presente anche il confronto con un piccolo gruppo di scritti destinati alla pubblicazione. Chiave di lettura dei dati è la riflessione sul tipo di scrittura in esame, cui si affianca quella sulla collocazione sociolinguistica dello scrivente. Cavour si configura infatti come un mittente di cultura medio-alta ma privo di formazione letteraria e la corrispondenza in italiano ha carattere pratico, legato a contingenze immediate. L’analisi delle missive è stata condotta a partire da una nuova trascrizione dei testi autografi, che si trova in appendice: i problemi connessi alla definizione e allo studio del corpus sono spiegati nell’introduzione, che ha anche lo scopo di ripercorrere il rapporto dello statista (francofono e dialettofono) con l’italiano. L’analisi si basa su un lavoro di schedatura di tutti i livelli linguistici: grafia, fonetica, morfologia, sintassi e lessico. I vari fenomeni sono messi in relazione con quanto emerge in altri studi sulla lingua coeva. Al termine degli spogli è emerso che lo statista, dopo un primo periodo in cui sono presenti maggiori oscillazioni e qualche elemento di interferenza, si serve di un italiano abbastanza corretto, capace di spaziare dal registro formale degli articoli a quello più colloquiale della corrispondenza. Inoltre sintassi e lessico mostrano in maniera abbastanza chiara che una delle varietà maggiormente presenti alla competenza cavouriana è rappresentata dalla lingua burocratica.
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4

NARDELLA, Serena. « La lingua della Conquistata ». Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2021. http://hdl.handle.net/11580/84725.

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Résumé :
The research has been developed with the objective of analyzing the linguistic reworking of the Gerusalemme Conquistata, initially focusing on ideological and content differences with the Liberata, then on the linguistic modalities of the second poem in order to identify potential alterations with respect to the first. After a careful observation of the sixteenth-century polemical writings written by the Accademici della Crusca and of the defenses of Tasso and other literary men, the linguistic features discussed were isolated and their frequency was verified in parallel in the two works and in the contemporary and previous production, in order to investigate the origin of the critical interventions and of the new stylistic choices of the poet.
La ricerca ha avuto l’obiettivo di analizzare la rielaborazione linguistica della Gerusalemme Conquistata, focalizzando l’attenzione prima su differenze contenutistiche ed ideologiche con la Liberata, poi sulle modalità linguistiche del secondo poema per individuare eventuali alterazioni rispetto al primo. Dopo un’attenta osservazione degli scritti polemici cinquecenteschi redatti dagli Accademici della Crusca e delle difese del Tasso e di altri letterati, sono stati isolati i tratti linguistici discussi e ne è stata verificata la frequenza parallelamente nelle due opere e nella produzione coeva e precedente, per indagare l'origine degli interventi critici e delle nuove scelte stilistiche del poeta.
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5

Alfano, Irene. « Sessismo nella lingua cinese e creazioni di nuovi pronomi nel corso della storia ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
In questo elaborato si discuterà della figura della donna e degli stereotipi di genere nella lingua cinese e, di come, sebbene il cinese sia una lingua senza genere, in realtà è una lingua fortemente genderizzata. In particolare, si parlerà del carattere 女 (nǚ “donna”) e di come spesso sia legato a concetti negativi e a stereotipi di genere fortemente connessi al patriarcato. Inoltre, si discuterà anche della terza persona singolare femminile 她 (tā) e di come negli ultimi anni si stia cercando di sviluppare e sia prendendo piede una terza persona singolare senza genere.
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6

Azzolini, Luca <1994&gt. « Storia della politica linguistica di Giappone e Italia moderni e contemporanei : Tutela, fattori di rischio e percorsi comuni tra multilinguismo e trasferimento linguistico nello "Stato-nazione" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15684.

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Résumé :
L’Italia e il Giappone affrontarono nello stesso periodo storico (tra il XIX e il XX secolo) la sfida di unificare il Paese nell’idea di un’identità nazionale, e la lingua nazionale giocò un ruolo di primaria importanza in questo processo. Operando un parallelismo a livello storico e sociopolitico, quanto è vicino il panorama linguistico italiano a quello giapponese? Qual è il livello di rischio di estinzione dei vari gruppi dialettali e/o linguistici italiani e giapponesi? Quali associazioni se ne stanno occupando? Quali sono le loro iniziative? E, inoltre, pur non essendo precisamente quantificabile, è possibile ragionare su quale sia il livello di coscienza della popolazione circa l'importanza di preservare la propria identità linguistica, andando verso un multilinguismo, piuttosto che un monolinguismo? Nel primo capitolo si presenta la situazione linguistica italiana, e nel secondo quella giapponese, mettendo in luce i dibattiti circa le lingue minoritarie nei due Paesi, e l'affermazione dell'egemonia delle rispettive lingue nazionali. Nel terzo capitolo si discute invece nello specifico dell'operato di associazioni pubbliche e di privati al fine di valorizzare le realtà linguistiche minoritarie, mentre nel capitolo conclusivo si indagheranno le importanti somiglianze tra i due panorami linguistici in questione al fine di individuarne sviluppi comuni, anche al fine di evidenziare risultati positivi e negativi in entrambe le realtà circa la tutela linguistica.
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7

COLONNA, VALENTINA. « "Voices of Italian Poets". Analisi fonetica e storia della lettura della poesia italiana dagli anni Sessanta a oggi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1041229.

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Résumé :
Questa tesi presenta uno studio pilota sulla lettura della poesia italiana, utilizzando gli strumenti della fonetica sperimentale. Lo scopo principale di questo lavoro è quello di fornire una prima proposta metodologica di indagine, individuando gli elementi più caratterizzanti della voce poetica. La prima parte fornisce un'introduzione teorica dedicata al tema della musica della poesia, presentando anche un primo stato dell’arte degli studi sperimentali su questo tema. La seconda parte introduce il progetto e l’archivio di “VIP-Voice of Italian Poets”, dedicato alla conservazione e allo studio delle registrazioni di poeti italiani. Nella terza parte, infine, viene sviluppato uno specifico sistema di studio, applicato alle letture di autori italiani dagli anni Sessanta a oggi. Si propone una periodizzazione in tre parti, al fine di delineare una prima "Storia della lettura della poesia italiana", impiegando un approccio qualitativo e quantitativo/comparativo. Inoltre, sono indagati i tratti comuni e distintivi tra più letture di una stessa poesia e, infine, viene testata la percezione della poesia su più livelli. Lo studio rivela la preziosità di informazioni che offre quest’area di ricerca ancora poco esplorata e la ricchezza del patrimonio storico della lettura della poesia Italiana degli ultimi decenni.
This dissertation is a pilot study of Italian poetry reading through the use of experimental Phonetics. The main purpose of this study is to provide a first methodological proposal for investigation, identifying the characterizing elements of the poetic voice. The first part offers a theoretical introduction to the music of poetry and presents a literature review of experimental studies on this topic. The second part introduces the project and the archive of VIP-Voice of Italian Poets, which is dedicated to the study of the recordings of Italian poets. Finally, the third part develops a specific system to study the readings of Italian authors from the 1960s to the present. It proposes a periodization in three parts to outline a first “History of Italian poetry reading”, using a qualitative and a quantitative/comparative approach. In addition, common and distinct traits among many readings of the same poem are investigated, as well as the perception of poetry, tested on several levels. This study sheds light on the many, yet relatively unexplored, layers and rich historical heritage of Italian poetry reading of the last decades.
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8

PISCI, ALESSIO. « Costaguana Writes Back/Along : di come Juan Gabriel Vásquez ha sfidato Joseph Conrad per scrivere un’iTentica storia della Colombia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249646.

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Résumé :
In 2007, the Colombian writer Juan Gabriel Vásquez published a historical novel entitled “Historia secreta de Costaguana” (“The Secret History of Costaguana”), which tells the history of Colombia from 1820 to 1903 (when the province of Panama became independent) intertwining it with the biography of Joseph Conrad. The first-person narrator, José Altamirano, claims to have met the Polish author, who at that time was writing “Nostromo”, in 1903 in London. On that occasion, he told him his life story and, at the same time, that of his homeland, Colombia. Then, according to Altamirano, the ex-sailor transformed Colombia into Costaguana, Panama into the Occidental Province and the interoceanic canal into the San Tomé mine, erasing him (Altamirano) from his own (hi)story. For this reason, after Conrad’s death, he decides to retell his version of events, which constitutes the text of Vásquez’s novel. The purpose of this study is to analyse the way in which the Colombian author constructed his own personal chronicle of his country’s history and of the biography of the Polish writer, by creating a complex intertextual structure, as well as through the use of parody and, in particular, of travesty. His account contends the hegemonic position (in the Gramscian sense) to the grand narratives that preceded it. One of them, maybe the most important, is the “official” history of Colombia, created in its image and likeness, between the late 19th and early 20th centuries, by the Bogotan “ciudad letrada” (Rama, 1984), which ruled the country from the capital. “Historia secreta de Costaguana” is also a case of historiographic metafiction (Hutcheon, 1989), where the narrator constantly interrupts his tale to dwell on the explanation of his narrative techniques. By doing so, he makes explicit the fact that his version of events and (by analogy) those that preceded it are only some of the many possible representations of reality, but not reality itself. In this regard, it will be argued that Vásquez’s text could be interpreted as part of an iThentic universe (as opposed to “authentic”, with the “i” standing for “interactive”), that is to say a portrayal of the real world which is no longer one-dimensional but, rather, negotiated by a plurality of subjects. None of these narratives prevails over the others. On the contrary, they all contribute, with equal dignity, to the making of a “macronarrative” in which the “write back” is also, at the same time, a “write along”.
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9

Aboaf, Federico <1984&gt. « Il lessico politico di alcune traduzioni cinquecentesche del 'De principatibus' di Machiavelli e della 'Storia d’Italia' di Guicciardini : analisi comparativa tra italiano, francese e tedesco ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/12870.

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Résumé :
Questa tesi propone uno studio sul lessico politico diffuso in Europa nel sec. XVI, fondato sull’analisi comparativa di testi italiani e di loro traduzioni in latino, francese e tedesco. I testi di riferimento sono due trattati: il De principatibus di Niccolò Machiavelli e la Storia d’Italia di Francesco Guicciardini. Il lavoro prevede: I) l’analisi della lingua dei due autori, quindi, la messa a fuoco degli aspetti lessicali e semantici comuni, delle peculiarità stilistiche dei due autori, e così via; II)il confronto comparativo tra gli originali italiani e le loro traduzioni cinquecentesche in latino, francese e tedesco.
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10

Polita, M. « LA LINGUA DELLA CHIESA NEL SETTECENTO : UNA RICOGNIZIONE NEL FONDO AGIOGRAFICO << ; BIBLIOTECA DEI DUCHI DI PARMA >> ; ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/159639.

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Résumé :
The subject of this paper deals with religious language in XVIII century, starting from the seven hagiographic texts of «Biblioteca dei Duchi di Parma», kept  in Braidense Library, in Milan from 1938. Its Corpus significantly shows both  uniformity and linguistic peculiarities. Through the analysis of the phonetical, morphological, syntactic, textual and lexical phenomena it is clearly shown how the Church aimed to a communicative intelligible vehicle so as to be a modern language. Due to the need to reach more and different people the only possible result is the medietas.
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Sandroni, Benedetta. « Storia di un’intrepida principessa e della sua moto : proposta di traduzione del libro “Una princesa en motocicleta” di Raquel Garrido ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10766/.

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Résumé :
Il presente elaborato propone un approccio alla traduzione per l’infanzia e, più concretamente, è la proposta di traduzione del libro "Una princesa en motocicleta" di Raquel Garrido Martos. L’elaborato si presenta, inoltre, come proposta editoriale per una casa editrice italiana che si dedichi alla rottura degli stereotipi e alla prevenzione della discriminazione per un’educazione paritaria. Dunque, questo lavoro si propone anche come contributo all’abbattimento di modelli sessisti prestabiliti, al fine di garantire al giovane pubblico la libertà di creare una propria identità. La struttura del presente elaborato è divisa principalmente in quattro capitoli. Il primo presenta l’autrice, la casa editrice spagnola e la possibile casa editrice italiana per l’eventuale pubblicazione del libro e la tematica principale del racconto. Il secondo capitolo è la proposta di traduzione, mentre il terzo presenta un’analisi alla traduzione, cioè la spiegazione delle difficoltà riscontrate dal punto di vista fonetico, lessicale e morfosintattico e le rispettive soluzioni traduttive. Il quarto capitolo descrive in breve l’esperimento di lettura effettuato sul campo, dal quale sono derivate alcune scelte di traduzione. Infine, nella conclusione, si traggono delle brevi considerazioni relative al processo di traduzione.
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Servadei, Martina. « Il linguaggio della danza classica e il suo legame con la lingua francese ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Il presente elaborato analizza il linguaggio della danza classica accademica, un linguaggio universale codificato per la prima volta nella Francia del XVII secolo e rimasto inalterato per oltre quattro secoli. Questo linguaggio si avvale principalmente di una nomenclatura accademica in lingua francese con cui vengono denominati passi e movimenti tipici di questa disciplina. La ricerca intorno a questo linguaggio ha comportato che si ripercorressero, nel primo capitolo, gli avvenimenti più significativi della storia della danza classica, dalle origini alla sua diffusione nel mondo. Inoltre, sempre nel primo capitolo, sono trattati e approfonditi i linguaggi settoriali, in quanto si ritiene che quello della danza classica possa considerarsi come tale. Il secondo capitolo verte sulle fasi e sulla metodologia (incluse brevi interviste) utilizzata per rendere possibile la realizzazione delle schede terminologiche presentate nel terzo capitolo. Queste schede terminologiche, complete di una descrizione tecnica e della traduzione letterale di alcuni termini francesi, mostrano che gran parte della terminologia del vocabolario ballettistico conserva la propria versione originale in lingua francese, senza alcun tipo di mutamento.
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Boselli, Camilla. « Parzelle Paradies : sulle tracce della DDR a Berlino Una proposta di traduzione ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11383/.

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Résumé :
Per il mio elaborato finale ho deciso di tradurre un estratto dell'opera Parzelle Paradies di Annette Gröschner dal tedesco all'italiano. Oltre alla proposta di traduzione con testo a fronte, ho inserito un breve biografia dell'autrice, l'analisi del testo selezionato e per concludere una analisi delle strategie traduttive.
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Buroni, E. « Arrigo Boito librettista : un'indagine linguistica tra testo poetico e testo musicale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2010. http://hdl.handle.net/2434/214743.

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Résumé :
This thesis focuses on Arrigo Boito as a librettist. It mainly considers his works from the linguistic point of view, but also investigates how the poetic style influenced the musical composition or, on the other side, if any poetic solution has been determined by the requirements of the composer (in this case Giuseppe Verdi or Boito himself). The first chapter presents an overview on the critical studies about Boito from the beginning of the twentieth century to the present. The second chapter, based on the author’s public and private writings, reconstructs his aesthetic and artistic conception and purposes: music, opera, canon and linguistic problems are mainly examined. The third chapter presents Boito’s working methods as a librettist (also considering the relations with the composers he worked with), some philological observations about melodramatic texts, and then illustrates the sources, the genesis and the evolutions of the two analyzed librettos: Mefistofele and Falstaff. The next two chapters, the main part of the thesis, describe these operas through a linguistic examination between the poetic and the musical texts; so it isn’t a systematic list that groups similar phenomena (as syntax, morphology, lexicon): they are presented following the dramaturgic plot of Mefistofele and Falstaff. The sixth chapter summarizes the linguistic and stylistic features of the two operas; short conclusions end the thesis.
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Compagnoni, Anna Giulia. « ‘Ghosts and Spirits from the Tikotin Museum of Japanese Art’ : proposta di traduzione e commento ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18825/.

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Résumé :
Questo elaborato ha lo scopo di tradurre alcuni estratti del libro ‘ghosts and spirits from the tikotin museum of japanese art’, edito da Jaron Borensztajn e edito da Leiden University Press nel 2012. Il libro si concentra sul collezionista tedesco Felix Tikotin, che ha passato la sua vita commerciando e collezionando opere d'arte giapponesi, tra cui stampe, statue e lacche. Il libro raccoglie inoltre decine di opere collezionate da Tikotin durante gli anni e donate successivamente al museo da lui fondato a Haifa, Israele, nel 1960: il Tikotin Museum of Japanese Art. L'elaborato contiene approfondimenti sul background storico e culturale del libro e sul tema dell'arte mitologica giapponese; contiente intoltre estratti tradotti dall'inglese provenienti da diverse sezioni del libro. Verrà infine offerto un commento, esponendo le teorie di traduzione che più hanno influenzato le soluzione adottate per i problemi traduttivi incontrati.
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Piovaccari, Veronica. « L'interpretariato in ambito sociale e istituzionale in Francia : il caso della regione Alvernia Rodano-Alpi ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13822/.

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Résumé :
Nelle nostre società sempre più multilingui e multiculturali l’interpretariato in ambito sociale detiene un ruolo importante nel favorire la comunicazione in ogni ambito della vita quotidiana tra gli individui che non condividono la stessa lingua. In questo elaborato ci proponiamo di ripercorrere le politiche elaborate dall’Unione Europea per far fronte alla crisi migratoria, e di tracciare la storia dell’immigrazione recente in Francia, concentrandoci sugli agglomerati urbani di Lione, Grenoble e la regione Alvernia Rodano-Alpi. Tenteremo di delineare l’importanza e le peculiarità del ruolo dell’ interpretariato in ambito sociale, nel contesto della società francese e nel promuovere l’accesso ai servizi di utenti allofoni. Infine, tramite interviste e questionari proposti ad interpreti, cercheremo di delineare la percezione del ruolo dell’interprete in ambito sociale nella regione, le problematiche incontrate e le esigenze di coloro che praticano questa attività.
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Mekshaj, Romina. « Proposta di traduzione di alcuni estratti del romanzo Schwarzer Tee mit drei Stuck Zucker di Renan Demirkan ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
L'obbiettivo del presente elaborato è quello di presentare una proposta di traduzione dal tedesco all’italiano di alcuni estratti dell’opera Schwarzer Tee mit drei Stück Zucker di Renan Demirkan. Il motivo per cui la scelta è ricaduta su questo romanzo è da ricollegare ai temi trattati dall’autrice e al contesto storico nel quale si svolgono i fatti. L'opera narra infatti la storia di una famiglia che dalla Turchia si sposta in Germania in qualità di Gastarbeiter, che dovrà affrontare sfide come l’integrazione e l'affermazione di una propria identità culturale. È stato interessante vedere questo fenomeno, estremamente significativo per la storia e società tedesca, dal punto di vista dei migranti e doversi confrontare non solo con una, ma bensì con due culture, quella tedesca e quella turca, durante il lavoro di analisi e traduzione. La tesi è composta da sei capitoli, a loro volta suddivisi in paragrafi. L'elaborato si apre con un’introduzione generale, nel secondo capitolo invece verrà presentata la figura della scrittrice Renan Demirkan con una breve biografia e verranno illustrate le caratteristiche principali dell’opera scelta e del contesto storico in cui è ambientata. Nel terzo capitolo saranno esposti gli aspetti teorici di maggiore importanza della traduzione letteraria, per poi passare nel quarto capitolo alla vera e propria proposta di traduzione degli estratti scelti con testo originale a fronte. Nel quinto capitolo saranno riportate le strategie traduttive adottate, eventuali difficoltà riscontrate nel corso della traduzione con soluzioni e commenti relativi. Il capitolo finale sarà infine costituito da una breve conclusione.
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Collura, Alessio. « «Sens e Razos d'una Escriptura» : edizione e studio della traduzione Occitana dell'Evangelium Nicodemi = «Sens e Razos d'una Escriptura» : édition et étude de la traduction Occitane de l'Evangelium Nicodemi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2014. https://hdl.handle.net/11572/368548.

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Résumé :
La tesi fornisce la prima edizione critica commentata del poema occitano 'Sens e razos d'una escriptura', il cosiddetto Vangelo occitano di Nicodemo. Si tratta di un testo in couplets d'octosyllabes, di origine linguadociana orientale e attribuibile, verosimilmente, agli anni '80/'90 del XIII secolo. Un'ampia introduzione di carattere storico-letterario, filologico e codicologico anticipa l'edizione stessa (corredata da traduzione in italiano) e fornisce un primo tentativo di contestualizzazione del testo.
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RUGGERI, MARIA RITA GIUSEPPINA. « 'CON ALEGREZZA DE CUORE'. LETTERE DELLA CONTESSA MARGHERITA TRIVULZIO AL CARDINAL FEDERICO BORROMEO CONSERVATE PRESSO LA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46247.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca fornisce l’edizione critica delle oltre quattrocento epistole inviate dalla contessa Margherita Trivulzio al figlio, il cardinal Federico Borromeo, nel corso del quindicennio 1586-1601. Lo studio di tale nucleo di missive permette non solo di gettare nuova luce sulla figura del Borromeo, approfondendo la trama delle sue relazioni familiari, ma consente soprattutto la messa a fuoco di un personaggio finora rimasto in ombra eppure meritevole di essere scoperto, quello della nobile Trivulzio. A partire dallo studio del materiale epistolografico esaminato, la presente indagine si propone infatti di ricostruire il profilo biografico, il retroterra religioso e il livello culturale della contessa – quest’ultimo indagato anche sul piano dell’analisi linguistica – offrendo al tempo stesso anche un possibile itinerario di lettura delle numerose lettere destinate al celebre fondatore della Biblioteca Ambrosiana di Milano.
This research provides the critical edition of over four hundred letters sent by the countess Margherita Trivulzio to her son, Cardinal Federico Borromeo, between 1586-1601. The study of this nucleus of letters allows one not only to shed new light on the figure of Borromeo, analysing his family relationships, but allows a particular focus on a personality, who has so far remained little known and yet worthy of being discovered: that of the noble Trivulzio. Starting from the study of the examined epistles, the following analysis aims to reconstruct the biographical profile, the religious background and the cultural importance of the countess – the latter being investigated as well in terms of linguistic analysis – while at the same time it offers a possible itinerary of reading the numerous letters addressed to the famous founder of the Ambrosian Library of Milan.
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RUGGERI, MARIA RITA GIUSEPPINA. « 'CON ALEGREZZA DE CUORE'. LETTERE DELLA CONTESSA MARGHERITA TRIVULZIO AL CARDINAL FEDERICO BORROMEO CONSERVATE PRESSO LA BIBLIOTECA AMBROSIANA DI MILANO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/46247.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca fornisce l’edizione critica delle oltre quattrocento epistole inviate dalla contessa Margherita Trivulzio al figlio, il cardinal Federico Borromeo, nel corso del quindicennio 1586-1601. Lo studio di tale nucleo di missive permette non solo di gettare nuova luce sulla figura del Borromeo, approfondendo la trama delle sue relazioni familiari, ma consente soprattutto la messa a fuoco di un personaggio finora rimasto in ombra eppure meritevole di essere scoperto, quello della nobile Trivulzio. A partire dallo studio del materiale epistolografico esaminato, la presente indagine si propone infatti di ricostruire il profilo biografico, il retroterra religioso e il livello culturale della contessa – quest’ultimo indagato anche sul piano dell’analisi linguistica – offrendo al tempo stesso anche un possibile itinerario di lettura delle numerose lettere destinate al celebre fondatore della Biblioteca Ambrosiana di Milano.
This research provides the critical edition of over four hundred letters sent by the countess Margherita Trivulzio to her son, Cardinal Federico Borromeo, between 1586-1601. The study of this nucleus of letters allows one not only to shed new light on the figure of Borromeo, analysing his family relationships, but allows a particular focus on a personality, who has so far remained little known and yet worthy of being discovered: that of the noble Trivulzio. Starting from the study of the examined epistles, the following analysis aims to reconstruct the biographical profile, the religious background and the cultural importance of the countess – the latter being investigated as well in terms of linguistic analysis – while at the same time it offers a possible itinerary of reading the numerous letters addressed to the famous founder of the Ambrosian Library of Milan.
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Tsilinskiy, Sergey <1989&gt. « Discriminazione linguistica in Estonia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5528.

Texte intégral
Résumé :
In questa tesi si propone l'analisi della situazione dei russofoni residenti in Estonia. Dopo l'indipendenza dell'Estonia nel 1991, circa il 30% della popolazione è costituita da non estoni. Essi subiscono una discriminazione di carattere linguistico. Tale discriminazione è maggiormente espressa nell'ambito dell'istruzione, del mercato di lavoro e nei diritti civili. Inoltre un'ampia percentuale della popolazione che non possiede alcuna cittadinanza, cosa dovuta alla politica estone dopo l'indipendenza e il processo di naturalizzazione come unico modo per acquisire la cittadinanza.
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Saino, S. « 'PIÙ DOLCI AFFETTI'. OTTAVIO RINUCCINI E LA LINGUA DEL PRIMO MELODRAMMA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/171674.

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Fonte, Valentina <1976&gt. « Una metodologia d'intervento olistico per il recupero delle dislessie in età evolutiva : esperienza sonoro-musicale e linguistica creativa quale approccio educativo-didattico integrato ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4607.

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Résumé :
Il progetto si snoda tra gli ambiti di ricerca della pedagogia speciale, delle neuroscienze e dell’educazione linguistica, muovendo da una positiva esperienza concreta e proponendo un approccio “olistico” al recupero delle abilità di base nelle dislessie in età evolutiva mediante esercizi di linguistica creativa ed esperienze sonoro-musicali, laddove l’azione delle frequenze sonore può stimolare il sistema percettivo-cognitivo e al contempo attivare per risonanza meccanismi di autoregolazione nel soggetto. Design. L’efficacia dell’azione della musica è indagata inizialmente su 4 individui “normodotati”, quindi su un panel di 5 soggetti con dislessia di tipo disfonetico e misto, misurando l’evoluzione dei principali parametri di benessere psico-fisico e i valori della coerenza emisferica cerebrale. I dati ottenuti e lo studio di caso su un soggetto adolescente con dislessia, lungo un follow-up di 2 anni, consentono di definire un modello di attività didattiche e proposte operative, valutandone gli effetti su altri 4 casi scelti in ambito scolastico (“embedded case study”), relativamente al potenziamento delle abilità di lettoscrittura e al rafforzamento del concetto di sé attraverso pre-, durante- e post-test (lettura di parole e non-parole con e senza crowding, prova MT di comprensione testuale, Test di valutazione multidimensionale dell’autostima e analisi della produzione testuale con il software “Èulogos”). Results. L’analisi delle evidenze empiriche attesta la valenza delle strategie utilizzate, rivelando effettivi miglioramenti nelle abilità di lettoscrittura, nella capacità espressiva, nelle componenti socio-emotiva e motivazionale, nella prassia e nell’integrazione spazio-temporale dei soggetti in esame. Ciò va in direzione della trasferibilità dell’approccio e del modello multimodale adottato.
This project refers to various research areas, from special education to neuroscience and language education. It starts from a real and positive experience and develops into an “holistic” approach to the recovery of basic skills in developmental dyslexia. This goal is achieved by creative linguistic exercises and musical experiences, where the action of sound frequencies can stimulate the perceptual-cognitive system, activating at the same time self-regulation mechanisms by resonance. Design. The effectiveness of music is initially investigated on 4 “normal” subjects, then on a panel of 5 subjects with disphonetic and mixed dyslexia. The investigation is carried on by measuring the evolution of the main parameters of physical and mental wellbeing and the hemispheric coherence brain values. The collected data and the case study of a teenager with dyslexia, through a 2 years’ follow-up, are used to define a model of learning activities and operational guidelines. The effects of these guidelines are investigated on other 4 cases chosen in a secondary school (“embedded case study”), with reference to the implementation of reading and writing skills and the development of self-concept across pre-, during -and post –test: words and non-words lists with and without crowding effect, MT evidence of textual understanding, multidimensional self-esteem assessment test and analysis of textual production by the software “Èulogos”. Results. Analysis of empirical evidence shows the effectiveness of the used strategies to reveal the actual improvements of literacy skills, expressive capability, socio- emotional and motivational dimensions, praxia and space-temporal integration of the studied cases. This suggests the possibility of the transferability of the adopted multimodal approach.
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Morello, Chiara. « Indagine sociolinguistica sulla minoranza linguistica storica francese in Piemonte : il caso delle valli valdesi ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9484/.

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Résumé :
Au Piémont quatre minorités linguistiques historiques sont protégées par la loi: occitane, française, provençale et walser. Les municipalités francophones du Piémont sont vingt-huit, dont la plupart se trouve sur un territoire appelé « vallées vaudoises ». Le français est parlé comme un dialecte régional et il peut être considéré comme une variété de la langue, car il diffère du français de France pour son vocabulaire et sa prononciation. Le but de cette étude est celui d’examiner le degré de diffusion du français dans les vallées vaudoises, vérifier la présence d’initiatives de protection et l’engagement de la population. La présente étude est composée par sept parties. Le Chapitre 1 et 2 présentent l’état des recherches et définissent la méthode et le but de l’étude. Le Chapitre 3 présente un aperçu de l’histoire linguistique de la région, examine la situation linguistique actuelle notamment des minorités linguistiques historiques et du dialecte régional et analyse les lois qui protègent les minorités. Le Chapitre 4 décrit le territoire habité par la minorité française et présente un aperçu sur les événements historiques qui ont fait de ce territoire une communauté multilingue. Le Chapitre 5 analyse les compétences de la population, le degré de diffusion et les traits sociolinguistiques de la minorité. Le Chapitre 6 décrit les raisons de l’importance de la préservation du français dans les vallées vaudoises et présente un aperçu des initiatives de protection. La Conclusion présente les résultats et les possibles évolutions futures de l’étude. Afin d’atteindre l’objectif de l’étude, un sondage en ligne et plusieurs interviews ont été effectués ; ceux-ci ont permis d’obtenir des données ensuite analysées d’un point de vue statistique. En général, ce patrimoine est aujourd’hui très fragile ; cependant, un procès de revitalisation a commencé.
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Björkenvall, Anna-Maja. « La lingua italiana e il suo rapporto con gli anglicismi : storia, ruolo e modalità della penetrazione ». Thesis, Umeå universitet, Institutionen för språkstudier, 2016. http://urn.kb.se/resolve?urn=urn:nbn:se:umu:diva-130961.

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Résumé :
The use of English words in Italian has been an active phenomenon for centuries. Opinions diverge whether this is a positive part of a natural linguistic evolution in a globalized world, or a linguistic breakdown to be avoided at all cost. In the present study, the history of anglicisms in Italian language will be examined, as well as modern day characteristics of Anglo-Saxon influence and adaptation on the Italian peninsula. The result is a colorful portrait of an Italian language in movement, with anglicisms being part of the linguistic field in both the written and spoken contemporary language. The view of the Accademia della Crusca, the Italian academy for linguistic preservation, is explored, as well as some potential social factors contributing to this form of linguistic innovation.
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Poldi, Fabio <1987&gt. « "Sicilia nel cuore" : storia di un amore tra due terre - Proposta di sottotitolaggio linguistico-culturale di una soap opera cinese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2357.

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Résumé :
在中国电视剧越来越受到关注,而且观众的比例日益上升。电视剧受到关注的原因在于它们代表世界的缩影,就是说,之所以电视剧吸引那么大观众的兴趣,是因为它们演的是普通人的普通生活。因此,它们也能被看为分析中国文化的重要工具。 本文的重点在于一篇中文题目叫«情系西西里»,英文题目叫«Love in Sicily»的剧本的中意翻译。电视剧的主要内容是关于来自西西里的女士和中国男人结婚之后的婚姻生活。该文的最终目的是讨论为了解决由文化或语言系统的不同所产生的问题翻译者所采取的策略。 研究的第一部分围绕翻译界的介绍,包括翻译这个词的定义, 它的历史,翻译理论以及在翻译界最为有名的理论者。除此之外,该文的第一部分还向读者提供了视听翻译的介绍。 第二部分讨论电视剧在中国的产生,它在中国的日益普遍性以及电视剧的主要特点。翻译是论文的结果。不仅如此,论文还探索把原文所提出的内容正确地传达到译文翻译者所采取的策略。
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Calisti, Sara. « Bushidō. Breve analisi della "via del guerriero" tra cultura popolare e realtà storica ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/16421/.

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Résumé :
Il presente elaborato mira ad analizzare in maniera concisa e oggettiva il bushidō, noto nella cultura popolare come il codice etico e di condotta degli antichi samurai. Esso è stato oggetto di dibattito e di ricerca sia a livello nazionale che internazionale sin dalla fine dell'Ottocento, e costituisce tuttora un aspetto molto controverso della storia e della cultura giapponese. Se ne ripercorreranno le origini storiche, i fattori che hanno influenzato il pensiero dei suoi teorici, le virtù e le idee fondamentali che ne sono alla base attraverso un confronto tra l'interpretazione popolare del bushidō e un'alternativa proposta da studi recenti.
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Pavan, Anna <1990&gt. « When war becomes a media event. A linguistic and historical analysis of American media coverage during the wars in Vietnam, Iraq and Afghanistan ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4680.

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Résumé :
The text aims to explore American media coverage during the wars in Vietnam, Iraq and Afghanistan. After a first introduction to the role of language in the American media, it focus on the manipulation and propaganda issue during conflicts. The intent is to show how those wars were presented to the public opinion, which words were chosen to transmit a message, what were the sorces, briefly how they were reported and became media events. Particular attention is finally given to the historical and linguistic analysis of articles coming from American newspapers or TV broadcasts.
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SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Résumé :
Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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SCORSOLINI, VALENTINA GIOVANNA. « TRADIZIONE CULTURALE E INSEGNAMENTO LINGUISTICO IN AUSTRALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/40178.

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Alla luce del recente interesse verso l’insegnamento della lingua italiana all’estero, il presente elaborato esamina la storia della comunità italiana e dell’evoluzione della didattica dell’italiano nello stato del Victoria, in Australia. La tesi presenta inoltre i risultati della mia ricerca sull’influenza dei flussi migratori e delle politiche linguistiche australiane sull’insegnamento dell’italiano nelle scuole, descrivendo come la percezione della lingua italiana sia cambiata nell’immaginario australiano. Tale analisi storica mi ha permesso di formulare una valutazione critica e suggerimenti per migliorare le metodologie didattiche impiegate nei corsi di italiano nelle scuole secondarie del Victoria.
In light of the growing interest towards Italian teaching abroad, the present dissertation investigates the history of the Italian community and the evolution of Italian teaching in the state of Victoria, Australia. I hereby present the results of my research on the history of the Italian community in Victoria, as well as the influence of Australian immigration and language policies on Italian teaching in Victorian schools, highlighting how the perception of Italian language evolved in Australian public opinion throughout history. Based on this historical framework, a critical evaluation of Italian teaching methodologies in Victoria was conducted, which informed my suggestions for future improvement of Italian teaching practices.
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NEFZI, Emna. « Traduzione, analisi, studio filologico-linguistico e storico-culturale del testo “Taṯqīf al-lisān wa talqīḥ al-ğanān” [Emendamento della lingua e fecondazione dello spirito] ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2022. https://hdl.handle.net/10447/554918.

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Sciacco, Maria Concetta. « Italy in English Tourism Discourse. Per un apprendimento dei sistemi linguistici e culturali della lingua inglese ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2015. http://hdl.handle.net/10761/1677.

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Résumé :
Il presente studio ha come oggetto la multidimensionalità del discorso turistico promozionale nella lingua inglese, analizzata attraverso vari approcci disciplinari: linguistico, sociolinguistico, socio-semiotico e glottodidattico. Le analisi dei corpora, tratti da materiali autentici cartacei e digitali, hanno messo in luce nuovi ed interessanti elementi per la didattica dell inglese turistico. Il lavoro si divide in tre parti. La prima parte è dedicata all analisi linguistica di materiali turistici promozionali digitali, prodotti in Gran Bretagna e negli Stati Uniti, i quali hanno come meta esclusivamente l Italia. I materiali sono stati raccolti nel periodo che va da novembre 2011 ad agosto 2014, la novità di questa parte del lavoro sta nel confronto di corpora britannici e statunitensi. L approccio metodologico di questa prima parte è quello della linguistica dei corpora attraverso l utilizzo del software Antconc version 3.2.4w. I materiali cartacei nella forma di travel magazine, cataloghi, dizionari bilingui enogastronomici, sono oggetto di analisi nella seconda parte di questa ricerca, l approccio metodologico qualitativo si basa sugli studi socio-linguistici (MacCannel, 1976, Dann, 1996) e socio-semiotico (Floch, 1990). Lo studio dei dizionari bilingui enogastronomici ha messo in luce le difficoltà che il lessicografo e il traduttore devono affrontare nella descrizione o nella traduzione di termini culturalmente specifici. . Inoltre dall analisi socio-semiotica di due macrogeneri, la rivista di viaggi britannica, Passione by Citalia, e il catalogo, Flavours of Holidays, si evince che il discorso turistico si basa sul racconto di storie, anche personali, che rimodellano il linguaggio turistico dal monologo, al dialogo ad una forma ancora più democratica, definita da Dann (2012) il trialogo con i seguenti protagonisti: l industria turistica, il turista, e infine la comunità locale (touree). Nella terza parte si è realizzata un unità didattica che evidenzia la potenzialità dei testi turistici per l apprendimento del sistema linguistico e culturale della lingua inglese, ma soprattutto per sviluppare negli studenti la competenza interculturale necessaria per la traduzione di testi turistici e non.
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BAITA, BRUNELLA. « COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10290.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.
Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
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BAITA, BRUNELLA. « COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10290.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio.
Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
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BALBONI, Veronica. « Linguaggio edilizio nell'edilizia di base pre-industriale. Definizione di strumenti per la lettura del processo di caratterizzazione tecnologica e linguistica, con finalità operative per i fondi urbani della città storica. Un caso studio : Ferrara ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388844.

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Résumé :
In preindustrial basic buildings, technological solutions that a local community processes to respond to specific needs are the lexical components of building language. Such processing takes place within the limits of a spontaneous behavior - which is aimed at finding the most economical resolution in terms of material and constructive knowledge - until the gradual progress of technological possibilities and the gradual weakening of the cultural and constructive limitations caused by the local-size of each community, lead to solutions gradually more elaborate than the initial spontaneous ones. This process is particularly interesting if it’s related to the costitutive elements of building enclosure, which constitute the main vehicles of rework in construction, technology and formal solution- first relating to the local tradition and then to monumental architecture’s codes- enriched gradually by the intentionality of architectural language. This process is particularly important in historical basic buildings, where urban tissue is readable in plan and elevation as a continuous organic and enclosure, in its specific connotation of facade, plays a key role in the characterization of building units. This applies in basic buildings rather than monumental architectures, because in monumental architectures all parts of the construction, such as the enclosure, are configured as costitutive elements designed to be representative of a coded language and architectural culture that often goes beyond the local traditions. Building language, as an anthropic product at minimum scale construction, it’s a particular aspect of the spontaneous process in pre-industrial buildings that regulates transformations in building structures and urban tissues. The approach to its reading can be follows methodological criteria of morpho-typological basic buildings reading, with the aim of systematically reconstruct the logical spontaneous figurative and construction processuality of its elements. This investigation, based on a multi-scale reading of building transformations, can break free from considerations about uniqueness of building product and influence of specific actors in building process; these are evaluations that were otherwise inevitable in the case of investigations on individual building, especially in monumental architecture. It is possible to encode, and not only classify, basic building language to reconstruct systematically the figurative and construction processuality of its elements? It is possible to outline this method of analysis to develop a design tool to support cognitive actions on historical urban tissue? These are the questions that the research aims to answer.
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Donatiello, Federico. « Le prime traduzioni romene del teatro tragico italiano e francese e la formazione della lingua romena letteraria moderna (ca. 1830-1865) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426778.

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Résumé :
The project focuses on the study of the language of some of Italian and French tragedies between 1831 and 1865, in the middle period of the modernization process of the Romanian literature. The proposal perspective is historical and linguistic, but at the same time, it intends to contextualize the linguistic and literary alterations that occurred in Romania in those years in both an European and romance vision. The script structure offers two introductory chapters on the historical­literary main issues and historical­linguistic's one. The third section of the doctoral thesis concerns the analysis of a very representative corpus of pièces translations (they were made between 1831 and 1865 in the Romanian Principalities): this corpus, composed of seven pièces, is entirely focused on the tragic repertoire and includes neoclassical tragedy, romantic dramasand and Italian opera libretto. Each piece is analyzed in a dedicated monograph that point out the features of lexical borrowing, in particular by identifying any presence of relationships of direct derivation from the original French or Italian words of neologisms. The final part of the work will place the phenomenon of Romanian pièces translations and the “romance Westernization” of the Romanian language in a romance and European context: Romanian thus fits into a process of linguistic interference ­which took place in Europe in that years­ who sees both in French and in Italian languages its two main cultural points of reference. From the point of view of the study of the lexical, this has meant the circulations of "Europeanisms", a supranational and distinctive of acculturated languages lexicon, based on Latin, Greek, French and Italian, which has put in place the ultimately rediscovery of Latin in the modern Romanian language.
Il lavoro è incentrato sullo studio della lingua di alcune traduzioni di teatro tragico italiano e francese realizzate tra il 1831 e il 1865, periodo centrale all’interno del processo di modernizzazione della lingua romena letteraria. La prospettiva proposta è storico­linguistica ma, allo stesso tempo, si intende contestualizzare i cambiamenti linguistici e letterari avvenuti in questo periodo nell’area romena in una visione romanza ed europea. La struttura dell’elaborato propone due capitoli introduttivi dedicati alle principali questioni storico­letterarie e storico­linguistiche. La terza sezione della tesi è dedicata all’analisi di un corpus di traduzioni teatrali rappresentative realizzate tra il 1831 e il 1865 nei Principati Romeni: questo corpus, composto di sette opere teatrali, è interamente centrato sul repertorio tragico e comprende sia tragedie neoclassiche, sia drammi romantici sia un libretto d’opera italiano. Ogni opera viene analizzata in un’apposita monografia evidenziando le caratteristiche dei prestiti lessicali, in particolare individuando l’eventuale presenza di rapporti di derivazione diretta dei neologismi dall’originale francese o italiano. La parte finale del lavoro intende collocare le traduzioni teatrali romene e, più in generale, la modernizzazione del romeno letterario in un contesto romanzo ed europeo: questo si inserisce in un processo di interferenza linguistica europea che vede nel francese e nell’italiano i suoi due principali punti di riferimento. In particolare, dal punto di vista lessicale, questo ha significato la diffusione degli “europeismi”, un lessico sovranazionale e caratteristico delle lingue di cultura, esemplato sul latino, sul greco, sul francese e sull’italiano.
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Costantini, Gloria. « Proposta di traduzione di alcuni racconti tratti dalla raccolta he shu tanxin 和树谈心 dello scrittore cinese Jin Bo ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/11365/.

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Padovan, Giordano B. « Psychoses, language and brain asymmetry : fMRI connectivity alterations in bipolar disorders ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423164.

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Résumé :
INTRODUCTION A mood characterised by alternating mania and depression have been matter of curiosity and attention since ancient times. According to T.J. Crow’s theory on psychosis, Schizophrenia is strictly linked to the development of the faculty of language (begun in hominids from 6 to 4.2 million years ago) which depends by (anatomical and functional) asymmetry observable between the two cerebral hemispheres (Crow 2004). Several data in the recent (and older) (Griesinger 1845) scientific literature support the hypothesis that schizophrenia and bipolar disorder are similar due to a large number of partially common features: symptomatology, genetics, cognitive features, neurobiology, connectivity alteration, etc.. A brief historical account about how often the classification of this disease changed across the last two centuries may suggest how the knowledge underling this diagnostic category is still fragile. AIM OF THE RESEARCH The goal of this paper is to study Functional Connectivity (FC) among bipolar patients and to test the compatibility of Crow’s paradigm with Bipolar Disorder, verifying the potential presence of hemispheric asymmetry alteration (left dominance deficit) through fMRI analysis. MATERIALS AND METHODS 18 outpatients of the Mood Disorders Unit at the Psychiatric Clinic of the University of Padua have been recruited. All subjects had a diagnosis of Bipolar Disorder type I or type II, according to the criteria of the DSM-IV-TR). 16 healthy individuals were chosen matched for age, sex and education. Clinical and psychological conditions at the time of the experiment were investigated through some psychometric scales widely used for the evaluation of mood, anxiety and other psychopathologic aspects. All subjects underwent a MRI scan both in resting state and while they were attending two tasks: a phonemic (verbal fluency) exercise and a visuo-spatial test (mental rotations). RESULTS From the neuropsychological point of view the phonemic task revealed no significant (p<0.05) differences between groups; on the contrary patients group showed decreased performance at the visuo-spatial task. MRI FC was analysed using two different techniques. Independent Component Analysis (ICA) showed mainly a volume within the Dorsal Attention Network located in left Precuneus (Brodmann Area 7) where patient group presented a reduction of FC compared to controls. Graph analysis brought to light a number of inter-hemispheric and left intra-hemispheric connections revealed to be significantly less active in patients compared to controls, on the contrary substantial conservation of indices at the Network Level was observed.
INTRODUZIONE Un tono timico caratterizzato da un’alternanza di mania e depressione è stato oggetto di interesse e attenzione fin dai tempi antichi. Secondo La teoria di T.J. Crow sulla psicosi, la schizofrenia è strettamente legata allo sviluppo della facoltà del linguaggio (che ha avuto origine negli ominidi da 6 a 4,2 milioni di anni fa) che dipende dall'asimmetria (anatomica e funzionale) osservabile tra i due emisferi cerebrali (Crow 2004). Diversi dati nella letteratura scientifica recente (e più antica – Griesinger 1845) supportano l'ipotesi che la schizofrenia e il disturbo bipolare siano simili per un gran numero di caratteristiche parzialmente comuni: sintomatologia, genetica, cognitività, neurobiologia, alterazione della connettività, ecc. Un breve resoconto storico di quanto spesso la classificazione di questa malattia sia cambiata negli ultimi due secoli può suggerire come la conoscenza sottesa a questa categoria diagnostica sia ancora fragile. SCOPO DELLA RICERCA L'obiettivo di questo studio è quello di studiare la connettività funzionale (FC) tra i pazienti bipolari e testare la compatibilità del paradigma di Crow con il disturbo bipolare, verificando la potenziale presenza di alterazioni dell'asimmetria emisferica (deficit di dominanza sinistra) attraverso l'analisi fMRI (risonanza magnetica funzionale). MATERIALI E METODI Sono stati reclutati 18 pazienti ambulatoriali dell'Unità di Disturbi dell'Umore presso la Clinica Psichiatrica dell'Università di Padova. Tutti i soggetti avevano una diagnosi di disturbo bipolare di tipo I o di tipo II, secondo i criteri del DSM-IV-TR). Sono stati scelti 16 individui sani abbinati per età, sesso e istruzione. Le condizioni cliniche e psicologiche al momento dell'esperimento sono state studiate attraverso alcune scale psicometriche ampiamente utilizzate per la valutazione dell'umore, dell'ansia e di altri aspetti psicopatologici. Tutti i soggetti sono stati sottoposti a una risonanza magnetica sia in stato di riposo che durante l’esecuzione di due compiti: un esercizio fonemico (fluenza verbale) e un test visuo-spaziale (rotazioni mentali). RISULTATI Dal punto di vista neuropsicologico, il compito fonemico non ha rivelato differenze significative (p<0.05) tra i gruppi; al contrario, il gruppo di pazienti ha mostrato una riduzione delle prestazioni nel compito visuo-spaziale. I dati fMRI sono stati analizzati utilizzando due tecniche diverse. L'Independent Component Analysis (ICA) ha mostrato principalmente un volume all'interno della Dorsal Attention Network situato nel precuneo sinistro (area 7 di Brodmann) dove il gruppo di pazienti presentava una riduzione significativa della FC rispetto ai controlli. L'analisi dei grafi ha portato alla luce un numero di connessioni intra-emisferiche e intra-emisferiche di sinistra rivelate significativamente meno attive nei pazienti rispetto ai controlli, al contrario è stata osservata una sostanziale conservazione degli indici a livello di rete.
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Mariani, Daniela. « La Vie des Pères. Genèse et diffusion d'un recueil de contes exemplaires du XIIIe siècle ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/368638.

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Résumé :
La Vie des Pères, raccolta di racconti esemplari dell’inizio del XIII secolo, aspira alla formazione religiosa cristiana proponendo nella narrazione e nei para-sermoni dell’autore (i prologhi e gli epiloghi ai racconti) un insegnamento teologico. In una prospettiva critica letteraria e storica, questa ricerca analizza la genesi e la ricezione del testo. Le intenzioni poetiche dell’autore determinano l’aggiornamento di una materia narrativa preesistente ai temi spirituali dominanti intorno al 1215 (la confessione, l’eucarestia, il celibato dei chierici). Il pubblico medievale (XIII-XV secolo) ha interpretato il testo a partire dai supporti fisici che lo hanno trasmesso. La tradizione manoscritta è così studiata come un insieme di testimoni di presentazione del testo, più o meno modificato e adattato a diversi contesti (altre opere religiose, testi profani, testi non narrativi) e per diverse comunità interpretative: i possessori dei manoscritti, i lettori che hanno annotato i margini, i copisti che hanno strutturato l’opera con le rubriche. Ne emerge una sostanziale coerenza dell’opera tra la funzione esemplare e l’utilizzo effettivo.
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SANDONATO, LUCIA. « Nous e dianoia in Aristotele Un’interpretazione linguistica ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3112981.

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Per delineare un percorso è necessario ricordare i primi passi. Così come, per costruire un edificio, è inevitabile partire dalle fondamenta. Questa è la ragione per cui ritengo opportuno un breve riassunto delle mie riflessioni iniziali, che costituiscono la base della ricerca condotta. Punto di partenza è da considerarsi il rapporto nous e dianoia nel pensiero aristotelico. I due termini, non sono di facile traduzione; per renderli al meglio è necessario contestualizzarli all’interno del Corpus aristotelico, il che significa tenere conto dell’ambito scientifico in cui occorrono. In un primo momento, l’attenzione è stata posta sulle opere biologiche e su alcune di quelle cosiddette linguistiche , con l’idea di cercare e trovare un fondamento biologico – linguistico della facoltà noetico – dianoetica, peculiare della specie umana. La definirei in tal modo secondo quanto ho potuto dedurre dai miei studi: nous e dianoia non sono due diverse facoltà dell’anima umana, non due diverse disposizioni del conoscere. Piuttosto dovremmo pensare a due aspetti di un’unica disposizione, di una sola attitudine conoscitiva, che si compenetrano a vicenda (confermato dal fatto che non esistono oggetti correlativi nebe determinati, come nel caso delle altre facoltà dell’anima, compresa la phantasia). Si tratta piuttosto di uno “sdoppiamento” della medesima facoltà, o meglio ancora di un dispiegamento temporale del nous che, perdendo il proprio carattere di immediatezza, si temporalizza, sia nella dimensione discorsiva, dunque nel logos, sia, come ho avuto modo di costatare continuando gli studi, in quella dell’azione, praxis . Il nous si configura come capacità di cogliere e di comprendere in modo puntuale e intuitivo. Tale considerazione sulla natura del nous verte sul significato originario del termine nella tradizione greca. In Omero tale facoltà indica una particolare e caratteristica modalità del vedere, cioè il “vedere come”, nel senso di “cogliere in un colpo d’occhio”, “riconoscere istantaneamente”, traduzioni che sottolineano questa dimensione di puntualità e immediatezza. Nella sua traduzione del poema di Parmenide, Giovanni Cerri (1997) traduce nous e noēsis con 'comprensione', rendendo così il legame tra leghein, noein e einai in Parmenide. Ci sono buoni motivi per riferire una simile interpretazione anche al nous aristotelico. Sul piano linguistico quindi, del tutto affine a quello biologico se pensiamo al linguaggio come prodotto naturale e peculiare dell’uomo, renderei il termine con “intelletto”, la proposta che storicamente ha avuto più fortuna tra gli interpeti o con “comprensione”, per mettere in evidenza l’idea che il nous capti qualcosa in modo istantaneo. Ecco che interviene la dianoia, come capacità di dispiegamento e articolazione linguistica, come facoltà che consente di mediare nel tempo (anche il dia esprime nella lingua greca tale mediazione, quindi una mediazione di un atto intuitivo come quello noetico) l’immediatezza della comprensione noetica. Il nous coglie nell’attimo, la dianoia traduce, articolando e dispiegando nel tempo. Il linguaggio sembra essere per Aristotele la chiave di lettura della realtà. Su esso si basa la conoscenza, l’interpretazione, la comunicazione, anche l’azione. E’ imprescindibile infatti, in ottica aristotelica, che ogni cosa esistente sia definibile, e la definizione diviene il fondamento per la costruzione di senso di ogni discorso. La definizione , che rivela l’essenza di ogni cosa esistente, è, linguisticamente, un sostrato, potremmo dire una “sostanza” linguistica, una certezza su cui fondare il nostro linguaggio. Quest’ultimo è sempre nuovo, dinamico, legato all’azione, legato al contesto, ma quando si parla, si ha la consapevolezza che la definizione esprime ciò che sempre è, è stato e sarà; esprime i cosiddetti “predicati dell’essenza”, che teniamo bene a mente ogni volta che parliamo. Interessante, quando affrontiamo il tema del linguaggio nella filosofia aristotelica, è questa tensione tra ciò che resta sempre identico nel linguaggio, e la vivacità che accompagna la mutevolezza del nostro parlare. È tra questi estremi che si colloca il ponte dianoetico. L’aspetto che riguarda l’ immutabilità, anche se rischia di risultare meno stimolante e meno attuale del secondo, non va sottovalutato parlando di Aristotele, che resta, ricordiamo, innamorato dell’eternità, e a supporto di ciò, possiamo riportare moltissimi esempi riguardanti non solo la filosofia del linguaggio, direttamente legata, come si evince, alla sua ontologia ma anche alla teologia / astronomia. Nel corpo linguistico troviamo il divenire che si fonde con l’immutabile, lo stesso in ogni essere vivente. La vita infatti è continuamente rinnovata, si nasce, si vive e si muore . La vita è eterna nella sua essenza, biologicamente nella specie, e mutevole nel singolo individuo. Lo stesso avviene nel linguaggio. Dunque sembra appropriato parlare di “corpo linguistico” come corpo vivente . Il discorso è vivo: porta con sé l’immutabile (dato dalle definizioni), ma le infinite combinazioni linguistiche lo rendono, se vogliamo anche imprevedibile, sempre nuovo e fonte di arricchimento. Secondo quanto lo stesso Aristotele afferma, vi sono due tipi di predicazione, quella essenziale, con cui uniamo quello che non è (e non sarà mai) separabile in natura, e questo è il caso delle definizioni, o accidentale, quando rendiamo un predicato inerente ad un sostrato senza alcuna necessità. In questo caso possiamo facilmente commettere errore nel nostro parlare. Se pensiamo che secondo Aristotele il principio delle scienze è “ciò con cui conosciamo le definizioni” , inoltre, “come nelle altre cose il principio è semplice, nella scienza e nella dimostrazione è il nous” , la scelta di rendere il termine con ‘comprensione linguistica’ pare giustificata. Anche l’idea della natura linguistica della dianoia, di conseguenza (si tratta infatti della medesima facoltà), è supportata dalle parole di Aristotele: “διανοεῖσθαι δ' ἐνδέχεται καὶ ψευδῶς, καὶ οὐδενὶ ὑπάρχει ᾧ μὴ καὶ λόγος”, quindi “La comprensione / articolazione non si ammette per nessuno al quale non appartiene la facoltà linguistica” . Aristotele distingue inoltre la dianoia dalla phantasia, dicendo di quest’ultima che non è sensazione, ma nemmeno dianoia. Infatti attraverso essa costruiamo strutture simil-predicative, con la dianoia costruiamo il linguaggio. Vi sarebbe anche, a proposito del rapporto nous / dianoia, una questione tecnica riguardante gli elementi costitutivi del linguaggio, presentati da Aristotele con assoluta congruenza in Poetica XX, 2, 16a 4-17a 8 e in De Interpretatione, 1. Il nome viene definito come “voce composta, dotata significato, senza nozione di tempo, nessuna parte della quale è di per sé significante” . Esso è una nozione semplice, autonoma sul piano semantico e anche su quello morfologico. Il significato in esso è inesteso e puntuale e morfologicamente il nome è una parola. In An. Post., 93b 29-31, viene detto della definizione che essa è “la proposizione che esprime ciò che la parola significa”, confermato da Met., VIII, 1045a 26-27: “il nome è segno della definizione”. I nomi sono temporalmente inestesi e il loro significato è contratto, dato nella immediatezza. Viene da pensare ad una possibile correlazione tra il nome e il nous, come se la natura del nome, così come delineata da Aristotele suggerisse che il nous ne sia la facoltà di riferimento, come se i nomi si cogliessero nell’istante (secondo quanto detto in precedenza sulla istantaneità del nous). Non che la comprensione immediata debba necessariamente essere considerata alinguistica in Aristotele, il nome d'altronde, nella sua massima semplicità di determinatezza semantica è già voce articolata. Ma nel nome la definizione è espressa senza tempo. Quest'ultima come logos, come struttura linguistica dotata anche di verbo (rema), definito come “voce composta dotata di significato, con nozione di tempo, è una unità semantica che conosce sviluppo temporale. Sono proprio le espressioni “aneu chronou” in riferimento al nome e “meta chronou” in riferimento al verbo che potrebbero suggerirci l'intervento della dianoia nel processo di costruzione del linguaggio. Il verbo conferisce certo una linearità al nostro parlare. La dianoia non interviene solo nella formulazione di ogni logos, ma anche nella formulazione delle definizioni (proprio in quanto logoi); anche se teniamo bene a mente che Aristotele le definisce come oggetto del nous. Dopo quest’ultima parentesi torniamo all’idea di dianoia come facoltà di articolazione. Significative, ai fini del mio lavoro, sono state le rflessioni di Guido Calogero . Egli propone una definizione sistematica di dianoia, che invece non troviamo in Aristotele, e dice: “L’attività del nous è infatti la pura intuizione e appercezione intellettuale. La dianoia è invece la funzione che unisce o divide questi elementi unitari in una sintesi predicativa, coincidendo quindi senz’altro con l’attività di giudizio (…)”. La dianoia viene presentata come funzione. Funzione è innanzitutto uno dei concetti più importanti della matematica, indica un legame, tra termini o elementi. In questo caso, in ambito linguistico, il significato matematico della funzione si conserva intatto. La dianoia può sia unire – affermando – sia dividere – negando – elementi unitari, laddove l’unitarietà fa certamente riferimento all’immediatezza e al carattere intuitivo che Calogero riconosce al nous, come tratto distintivo rispetto al carattere dialogico / discorsivo della dianoia. Ma non è tutto, riaccostandoci al testo aristotelico ci accorgiamo che Aristotele parla di funzioni in modo molto chiaro, intendendo l’attività, o le attività, esplicate da ogni facoltà. Infatti quando in apertura del II libro del De Anima, presenta la facoltà nutritiva, immediatamente chiarisce la natura del suo oggetto di indagine e ci dice che dobbiamo in primo luogo considerare le attività o funzioni corrispondenti, cioè la nutrizione nel caso della facoltà nutritiva, la sensazione nel caso di quella sensitiva e l'intellezione per quanto riguarda l'intellettiva. Ma prima ancora dobbiamo rivolgerci agli oggetti correlativi, l'alimento, il sensibile e l'intelligibile. La scelta di questo criterio di ricerca dipende certamente dal fatto che sia l'attività, sia gli oggetti correlativi sono entità sensibili, facilmente osservabili empiricamente. La facoltà (dunamis) è invece una disposizione, qualcosa potenzialmente realizzabile ma di fatto non ancora realizzata. Seguendo questa interpretazione, si potrebbe pensare di individuare il ruolo della dianoia proprio come funzione del nous, indagando circa l’attività o piuttosto le attività che essa svolge a livello conoscitivo e nel contesto dell’azione. Tutto è in via di approfondimento. Proporrei, per chiudere questa prima parte, una sorta di uguaglianza: come ontologicamente (e potremmo dire, sottolineando gli interessi aristotelici, biologicamente) l’eternità sta alla mutevolezza, così, linguisticamente, la capacità di definire sta alla capacità di formulare discorsi sempre nuovi. Così, in ultima analisi, il nous sta alla dianoia. Mentre attraverso le definizioni cogliamo ciò che non cambia, allo stesso modo, parlando, prendiamo atto che la realtà è soggetta a un continuo cambiamento. Il discorso non è solo compreso; la comprensione del discorso fine a sé stessa, ha in sé poco valore a livello pratico, ma acquisisce maggiore importanza se la pensiamo legata all’azione. E’ la dianoia il ponte che consente l’attuarsi di un determinato comportamento, di una determinata azione. Dunque la dianoia è anche la guida che orienta la nostra vita pratica. Alla parola (logos) segue l’azione. Per cui la dianoia potrebbe configurarsi, anche come la capacità di prevedere gli effetti che seguono ad una azione, oltre ad essere disposizione comunicativa che interviene tecnicamente nei processi di articolazione linguistica, e nel ragionamento dimostrativo. Giungo alla conclusione che essa adempia alle funzioni pratiche della vita dell’uomo e che abbia un ruolo assolutamente attivo. Le sole opere biologiche e linguistiche sono risultate dunque insufficienti per l’analisi della dianoia nel pensiero aristotelico. L’orizzonte si è aperto includendo l’Ethica Nicomachea. Fonte di interesse nella prima il rapporto tra virtù etiche e virtù dianoetiche: molto brevemente, le prime si configurano come virtù del carattere, e sono quelle virtù che delineano i tratti distintivi dell’uomo nella sua individualità, tendono infatti alla medietà, al giusto mezzo, riguardando le passioni e le azioni; non così quelle dianoetiche, la cui natura è essenzialmente diversa. Queste ultime sono virtù (intendendo aristotelicamente la virtù come ciò che è proprio di una cosa in rapporto alla sua funzione) dedite alla conoscenza e sembra che siano costitutive della natura umana. Aristotele le definisce “virtù che caratterizzano il pensiero” . Ne concludiamo che tali virtù sono proprie del pensiero in rapporto alla funzione del pensiero stesso, tale funzione è la verità , che chiaramente è una qualità esclusivamente linguistica, una qualità degli enunciati. Il linguaggio continua ad essere il filo conduttore, non ci siamo spostati dal piano linguistico, stiamo piuttosto cercando di legarlo al piano dell’azione. Si tratta di virtù linguistiche che orientano la persona verso un’azione. Interessante notare come il νοῦς sia annoverato tra queste disposizioni (insieme a techne, epistemē, phronesis e sophia) che vengono chiamate, non a caso, dianoetiche. Del nous vengono dette un paio di cose essenziali, ovvero che esso tende al vero sempre attraverso l’enunciato, e che tramite esso cogliamo i principi. Questi ultimi sono quindi i suoi oggetti, oggetti comprensibili solo attraverso l’atto noetico. In Ethica Nicomachea, I, si parla inoltre di un’altra virtù dianoetica, la sunesis, che indica la comprensione della parola detta. Syniemi, verbo corradicale e capostipite, ha un significato molto specifico nel lessico greco, indica la comprensione uditiva, con una doppia valenza bio – linguistica, linguistica in quanto comprensione della parola detta, biologica in quanto comprensione attraverso l’orecchio, organo dell’udito. Ai fini dell’azione moralmente buona è necessario un convergere del desiderio retto – è chiaro che le passioni influenzano la vita dell’uomo – e di discorso vero. La verità, propria del linguaggio, concorre alla determinazione della la giusta scelta. Dice infatti Aristotele: “Perciò la scelta è intelletto che desidera o desiderio che ragiona (…)” . Interessante a questo proposito il confronto con gli ultimi capitoli del III libro del De Anima, dedicati alla facoltà appetitiva, alla capacità di movimento, e alla deliberazione. Il nous e il desiderio sono dette le cause del movimento, inoltre si dice anche che il nous pratico è differente da quello teoretico per lo scopo e “ordina di resistere in vista del futuro, mentre il desiderio comanda sulla basa del presente (…)” . Infine, fonte di interesse in Poetica, come vedremo nell’ultimo paragrafo, il ruolo della dianoia, annoverata tra gli elementi costituivi della tragedia, come pensiero che serve “per dimostrare qualcosa o per presentare un’opinione”. Questa prima definizione mostra, confermandolo ancora una volta, il carattere linguistico della dianoia. Sia il ‘dimostrare’, sia il ‘proporre un’opinione’, sono infatti atti linguistici, che hanno un enorme risvolto nel concreto. Successivamente, la dianoia viene proposta come “capacità di dire cose adatte”, e in tal modo essa viene configurata come discorso orientato verso un fine preciso, e che guida la scelta pratica. Anzi più precisamente sembra che veicoli il contenuto proprio del discorso, morale, nel caso della tragedia, se pensiamo al ruolo catartico che Aristotele attribuisce ad essa.
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IANNIZZOTTO, STEFANIA. « Processi di toscanizzazione nella Sicilia del Cinquecento. Analisi linguistica dell’Iconomica di Paolo Caggio ». Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/2158/867011.

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La tesi propone l’edizione critica corredata dalla descrizione e caratterizzazione linguistica e stilistica di un testo di letteratura medio-alta e di diffusione culturale presumibilmente ampia, quale l’Iconomica (1552) di Paolo Caggio, l’autore indubbiamente più rilevante della letteratura in toscano nella Sicilia di metà Cinquecento. La sua opera costituisce un punto fermo per l’affermazione nell’isola di una solida prosa di base toscana: egli segna così nella storia linguistico-letteraria siciliana un punto di svolta in direzione di una letteratura pienamente collegata, pur con un rapporto periferico, a quella del resto d’Italia. Il problema della toscanizzazione in Sicilia può trovare così un approfondimento commisurato alle contingenze analitiche attuali. L’osservazione descrittiva e interpretativa del testo dell’Iconomica dovrebbe in generale garantire risultati attendibili in ordine alla ricezione della norma toscana, tanto sul piano teorico della questione della lingua, quanto sul piano pratico dell’effettiva realizzazione linguistica. La scrittura di un testo di letteratura etico-comportamentale – grazie alla sua medietà linguistica e stilistica (equidistante da soluzioni aulico-letterarie o da esiti semicolti), finalizzata alla comunicazione didascalica di valori etici, culturali e sociali a un destinatario di ceto medio-alto – restituisce infatti un’adeguata dimensione sociocomunicativa in base alla quale valutare gli effettivi livelli di toscanizzazione. La tesi quindi, attraverso la ricostruzione filologica e la descrizione sistematica di uno dei principali testi scritti in toscano nella Sicilia cinquecentesca, fa luce sulle fondamentali dinamiche sociocomunicative e socioculturali nell’isola nel secolo cruciale della standardizzazione linguistica italiana: a) incidenza dell’italiano regionale nella letteratura medio-alta; b) incidenza della norma toscana; c) incidenza dei sistemi linguistici interferenti con il toscano e il siciliano, quali il castigliano e il latino. La toscanizzazione del testo è stata accertata attraverso una ricognizione filologico-linguistica condotta sui piani fono-grafemico, morfo-sintattico, fraseologico-lessicale nonché stilistico-pragmatico, in quanto livello più atto a caratterizzare l’interferenza di siciliano, castigliano e latino col toscano. Le scelte di Caggio sui vari livelli di lingua sono poi state riscontrate con le fonti normative toscane, in particolare Fortunio, Bembo e Trissino sul piano grammaticale, e Acarisio, Dolce, Ruscelli e Varchi sul piano lessicologico-idiomatico. Per rendere più organica la caratterizzazione del toscano usato dall’autore, le soluzioni dell’Iconomica sono rapportate ai corrispondenti esiti dell’opera precedente di Caggio, i Ragionamenti … …(1551). Il confronto rivela una tendenza all’uniformità dell’uso linguistico di Caggio, confermando la stabilità e la maturità della sua competenza e coscienza linguistica in direzione della norma toscana. Il volume, come si evince dall’indice allegato, è così strutturato: 1. Introduzione storico-culturale e storico-linguistica 2. Edizione critica del testo dell’Iconomica con relativo apparato di nota 3. Studio linguistico del testo 4. Glossario
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CAMPANELLI, MARTA. « Complessità e Astrattezza della Tradizione Linguistica Araba : La teoria della Reggenza e la Contestazione di Ibn Mada' al-Qurtubi ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/881116.

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Il giurisperito e grammatico andaluso Ibn Maḍā’ al-Qurṭubī (1119-1196 d. C.) rappresenta una figura di straordinaria innovazione e anticonformismo all’interno degli studi linguistici arabi. Il suo intento, illustrato e argomentato nell’opera Al-Radd ʻalà al-Nuḥāt “La contestazione dei grammatici” è quello di epurare la grammatica araba da tutta una serie di complicate teorie e astrazioni mentali utilizzate tradizionalmente nella spiegazione dei fatti linguistici. Partendo dalla traduzione dell’opera in questione e dallo sviluppo di un amplio commentario ad essa relativo, il presente lavoro analizza da un lato le idee espresse dall’autore andaluso, illustrando nello specifico alcune delle principali questioni sintattico-grammaticali della tradizione linguistica araba alla luce dei maggiori trattati classici, dal Kitāb di Sībawayhi all’opera di Ibn Maḍā’. Dall’altro esso intende far luce sull’effettiva originalità delle idee linguistiche espresse dall’autore, facendo distinzione tra le norme prescrittive contenute nel Radd e gli elementi costitutivi dell’innovativo metodo d’esposizione da egli promosso.
The andalusian grammarian Ibn Maḍā’ al-Qurṭubī (1119-1196 a. C.) represents a figure of extraordinary innovation and anticonformism inside the Arabic Linguistic Tradition. His purpose, illustrated in the work Al-Radd ʻalà al-Nuḥāt “The refutation of grammarians”, is removing from Arabic grammar all the abstract principles and complicated theories traditionally used by Arab grammarians. The present work, which includes also an italian translation of Al-Radd together with an apparatus of linguistic notes, analyzes, on the one hand, the ideas expressed by the andalusian grammarian and illustrates some of the main syntactic issues of the Arabic Linguistic Tradition in the light of the major classical treatises. On the other hand, it aims at shedding light on the effective originality of the ideas expressed by Ibn Maḍā’, distinguishing between the prescriptive rules contained in Al-Radd and the elements of his innovative method of presentation of grammatical facts.
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CASTRIGNANO', VITO LUIGI. « Testi notarili pugliesi del sec. XV. Edizione critica, spoglio linguistico e lessico ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/11573/915427.

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Nella tesi vengono censiti e pubblicati in edizione critica i più antichi testi notarili baresi di provenienza pugliese (sec. XV). Il lavoro contiene anche uno spoglio linguistico-lessicale analitico, ricchi indici lessicali e onomastici, nonché un'approfondita analisi storico-linguistica.
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Riolfi, Alessandro. « A history of the concept of parameter in Generative Grammar ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11562/962722.

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Questa tesi traccia la storia del concetto di parametro in Grammatica Generativa a partire dai primi sviluppi del modello a Principi e Parametri negli ultimi anni Settanta fino all’avvento del programma Minimalista (Minimalist Program, MP), esaminando il modo nel quale questa nozione è stata implementata sia durante che successivamente a questa transizione. L’analisi oggetto di questa tesi si sviluppa a partire dalla sistematizzazione della cosiddetta “teoria standard” della Grammatica Generativa, avvenuta in Aspects of the Theory of Syntax (1965), fino agli ultimi sviluppi del MP. Il Capitolo I offre una panoramica della protostoria del concetto di parametro ponendo particolare attenzione ai fattori, sia teorici che empirici, alla base della formulazione di questa nozione in Chomsky (1981). I fattori teorici sono identificati con la distinzione tra adeguatezza descrittiva ed esplicativa e con la soluzione proposta da Chomsky al problema della povertà dello stimolo, mentre il fattore empirico consiste nel risultato delle indagini pre-parametriche operate da Rizzi e Taraldsen, le quali gettarono nuova luce sulla sistematicità della variazione linguistica. Nel Capitolo II sono esaminate le single formulazioni dei principali parametri proposti dalla Grammatica Generativa nel quadro della teoria della Reggenza e del Legamento (Government and Binding, GB) degli anni Ottanta. Sebbene i parametri in questione siano gli stessi che compaiono nella lista proposta da Rizzi (2014), nella prima parte di questo capitolo essi sono retrospettivamente classificati in base alla specifica proprietà sintattica alla quale farebbero riferimento secondo le correnti teorie minimaliste. Il Capitolo III si focalizza sul dibattito che, durante la prima decade degli anni Duemila, ebbe al suo centro proprio il concetto di parametro. Le prime due posizioni teoriche discusse sono l’approccio microparametrico di Kayne (2000, 2005), il quale si basa sul presupposto che la variazione parametrica è localizzata nel lessico, e quello macroparametrico di Baker (2001, 2008), basato invece sull’idea tradizionale che i parametri sono espressi sui principi. Questi due approcci teorici sono quindi confrontati con la critica di Newmeyer (2004, 2005), la quale ne evidenzia le carenze di carattere sia descrittivo che teorico. Questo capitolo si conclude con la presentazione del modello parametrico proposto da Roberts e Holmberg (2010), il quale supera le rispettive limitazioni dei modelli micro- e macro-parametrici combinando una prospettiva microparametrica basata sul lessico con l’idea che la variazione parametrica emergerebbe dall’interazione tra Grammatica Universale, dati linguistici di base e principi di terzo fattore (non specifici del linguaggio). I Capitoli IV and V tracciano un bilancio dei parametri della teoria GB che giocano tuttora un ruolo nella teoria generativa moderna. Il Capitolo IV esamina il parametro del soggetto nullo, il parametrio del movimento del verbo, il parametro della polisintesi e il parametro dell’opposizione tra movimento vs permanenza in situ dei sintagmi wh-, mentre il Capitolo V è dedicato alla storia del parametro testa-complemento. Se da un lato il soggetto nullo, il movimento del verbo e il fenomeno della polisintesi possono essere spiegati tramite il modello di Roberts e Holmberg, dall’altro si afferma che il movimento-wh e l’ordine testa-complemento riguarderebbero, come considerato da Berwick e Chomsky (2011), l’interfaccia articolativo-percettiva. Lo scenario che emerge da questa analisi sottolinea la duplice natura della variazione parametrica: sintattica e post-sintattica. Questa conclusione ci conduce ad una considerazione interessante relativamente alla dicotomia tra movimento di testa (X) e movimento di sintagma (XP): mentre il movimento di testa si osserverebbe unicamente nella sintassi in senso stretto, i sintagmi sarebbero invece soggetti a linearizzazione ad un livello post-sintattico.
This thesis traces the history of the concept of parameter in Generative Grammar, from the first steps of the Principles and Parameters model in the late 1970s to the advent of the Minimalist Program (MP), examining how this notion has been implemented both during and after this transition. The analysis carried out in this dissertation starts from the systematization of the so-called “standard theory” of Generative Grammar in Aspects of the Theory of Syntax (1965) until the last developments of the MP. Chapter I offers an overview of the protohistory of the concept of parameter by focusing on the factors, both theoretical and empirical, at the basis of the systematic formulation of this notion in Chomsky (1981). The theoretical factors are identified with the distinction between descriptive and explanatory adequacy and Chomsky’s proposed solution to the so-called problem of the poverty of the stimulus. The empirical factor consists in the outcome of Rizzi’s and Taraldsen’s pre-parametric inquiries, which shed new light on the systematicity of linguistic variation. In Chapter II, I examine the individual formulation of the main parameters that were proposed in Generative Grammar within the Government-Binding (GB) Theory of the Eighties. While the parameters at issue are taken from the list that is proposed in Rizzi (2014), in the first part of the chapter they are retrospectively classified according to the specific syntactic property they would refer to in current minimalist theories. Chapter III focuses on the debate about the concept of parameter which took place during the first decade of the 21st century. The first two positions which are discussed are Kayne’s (2000, 2005) microparametric approach, which draws from the idea that parametric variation is located in the lexicon, and Baker’s (2001, 2008) macroparametric approach, which instead relies on the classical idea that parameters are expressed on principles. These two approaches are then confronted with Newmeyer’s (2004, 2005) criticism, which points out their descriptive and theoretical flaws. This chapter ends with the presentation of the parametric model proposed by Roberts & Holmberg (2010), which overcomes the limitations of micro- and macro-parameters by combining a lexically-based, microparametric view of linguistic variation with the idea that parametric variation is an emergent property of the interaction of UG, primary linguistic data, and third-factor considerations. Chapters IV and V evaluate the classical parameters of the GB Theory which still play a role in current generative theory. Chapter IV reviews the null subject parameter, the V-to-T movement parameter, the polysynthesis parameter, and the overt vs covert whmovement parameter, while Chapter V is devoted to the history of the head-complement parameter. While on the one hand null subject, V-to-T, and polysynthesis can be reconciled with Roberts & Holmberg’s theory, which is based on the assumption that the locus of parameters is the functional lexicon, on the other it is argued that wh-movement and head-directionality pertain to the A-P nterface, as envisioned by Berwick & Chomsky (2011). The picture emerging from this analysis highlights that the nature of parametric variation is twofold: syntactic and post-syntactic. This has an interesting consequence on the duality between head-movement and phrasal movement, as only in narrow syntax heads are observed to move, with XPs being linearized post-syntactically.
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Pregnolato, Simone. « Il «Troiano Riccardiano» di Mazzeo Bellebuoni, volgarizzamento trecentesco pistoiese dell'«Historia destructionis Troiae» di Guido delle Colonne. Saggio d'edizione critica, commento linguistico e glossario ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11562/994417.

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La presente Tesi di Dottorato verte sull’inedito volgarizzamento in pistoiese dell’«Historia destructionis Troiae» che il notaio Mazzeo Bellebuoni (ca. 1270-1348) realizzò nell’anno 1333 (si tratta della redazione tradizionalmente siglata B all’interno della compagine dei volgarizzamenti italiani da Guido Giudice). Di questo testo, per il quale propongo la denominazione – non attestata nella tradizione manoscritta ma univoca – di «Troiano Riccardiano» (= TR), s’è approntato un saggio d’edizione secondo il cod. Firenze, Biblioteca Riccardiana, 2268 (= R2), apografo databile al terzo quarto del XIV secolo, di colorito linguistico assimilabile al vernacolo proprio dell’autore; le carte edite vanno da 2r a 24v e corrispondono ai primi sei Libri della fonte volgarizzata. Il teste base è parecchio inquinato da errori di copia, che si sono cercati d’emendare, qualora possibile, attraverso il secondo testimone del TR, segnato Firenze, Biblioteca Riccardiana, 1095 (= R1; a. 1399, patina pratese: tutte le varianti di sostanza emerse dalla collazione sono registrare in Appendice); in casi d’adiaforia, a ogni buon conto, l’«edizione critica del manoscritto» (e non del testo), così come l’ha chiaramente descritta Pietro G. Beltrami, prevede la difesa del cod. «di superficie» (L. Leonardi) e l’accoglimento a testo delle sue lezioni. Una collazione sistematica in vista d’una futura edizione integrale del TR riuscirà a determinare con precisione l’ordinamento stemmatico dei due mss. Riccardiani, che a un primo esame paiono comunque collaterali e discendenti da un archetipo comune. L’interesse per questo volgarizzamento (e per il cod. R2) è soprattutto storico-linguistico, e la scelta di predisporre un’edizione critica del manoscritto va proprio nella direzione dell’esame del pistoiese letterario del Bellebuoni; una volta allestito il testo critico, s’è proceduto infatti a un’analisi della grafia e della fonomorfologia: gli spogli hanno confermato quanto Arrigo Castellani aveva ipotizzato, e cioè la caratterizzazione sostanzialmente pistoiese di R2, ciò che significa, dal punto di vista della critica del testo, l’avallo della scelta di fondo d’eleggere questo ms. (e non l’altro) a testimone di riferimento. I tratti della parlata medioevale di Pistoia, già noti specialmente attraverso l’esame dei testi pratici condotto da Paola Manni e l’expertise di Valentina Pollidori sul canzoniere P della nostra lirica delle Origini (Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Banco Rari 217 [olim Palatino 418]), ne sono usciti convalidati; tuttavia, il TR secondo la redazione R2, teste assai lungo (ca. 90 fogli vergati in una fitta scrittura notarile), fornisce allo storico della lingua una documentazione consistente che non ha eguali per numero d’allegazioni, mostrando al contempo quanto il pistoiese della prima metà del Trecento abbia perduto molti dei suoi antichi connotati più caratterizzanti, scolorendo nella varietà di Firenze (dominatrice su Pistoia già dal celebre assedio del 1305-1306). Corredano la Tesi un Glossario selettivo, comprendente tutto il lessico di non immediata intellegibilità e le voci etimologicamente incerte (ancorché semanticamente chiare), gl’Indici onomastici (degli antroponimi, dei toponimi e degli idronimi, degli asteronimi, dei teonimi e degli etnonimi) e un’Introduzione che colloca l’autore nel proprio ambiente storico e filologico-letterario.
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VENTURI, MARIA TERESA. « «Io vivo nelle cose e invento, come posso, il modo di nominarle». Pier Paolo Pasolini e la lingua della modernità ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1169731.

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Un'ampia riflessione sul rapporto di Pier Paolo Pasolini con la lingua italiana, fondata da un lato su una puntuale disamina della sua riflessione metalinguistica e dall'altro sull'analisi dei suoi usi linguistici peculiari, con un particolare focus sulle molteplici innovazioni lessicali da lui introdotte nel corpo della lingua nazionale e riconducibili in particolare alla sua ultima, terribile stagione "corsara" e "luterana". A wide essay which deals with Pier Paolo Pasolini's complex relationship with the national Italian language, starting from his long-lasting metalingistic reflexion and focusing on his personal linguistic habits, with a special attention paid to his many lexical innovations, which appear to be particularly numerous and meaningful in the last, painful season of his life.
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DE, LAUDE Silvia Giovanna. « GIANFRANCO CONTINI ALFREDO SCHIAFFINI CARTEGGIO (1935-1971) ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11562/565549.

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Fra tutti i carteggi di Gianfranco Contini (e ne sono stati pubblicati ormai molti: con Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Emilio Cecchi, Aldo Capitini, Luigi Russo, Giorgio Pasquali, Giuseppe De Luca, ecc.), quello con Alfredo Schiaffini ha un posto particolare: è il più considerevole per numero di lettere e per durata cronologica (dal 1935 al 1971) con un “addetto ai lavori”, un collega. Quando Contini scrive a Schiaffini per la prima volta, ha ventitré anni. Si è appena laureato in Filologia Romanza all'Università di Pavia, e ha vinto una borsa di studio per perfezionarsi a Parigi, con Joseph Bédier. Schiaffini, quando riceve quella prima lettera da Parigi, il 18 febbraio 1935, ha quarant'anni. È un professore affermato, con cattedra a Genova e incarichi alla Scuola Normale di Pisa. La complicità è immediata. L'affetto, durerà per tutta la vita, e i contatti non si interromperanno mai, fino alla morte di Schiaffini, avvenuta nel 1971. Succede, nel frattempo, di tutto. Contini diventa la star indiscussa della filologia italiana, venerato e temuto da amici e colleghi, autore di saggi mirabili, che rivoluzionano la disciplina, e punto di riferimento per molti scrittori contemporanei (Montale, Gadda e Pasolini sono solo i più celebri). Nasce, in polemica con Benedetto Croce, e su impulso proprio di Contini, la “critica delle varianti”, che Schiaffini (è tra gli aspetti poco noti emersi da questo carteggio) è fra i primi ad appoggiare e sostenere. Nel 1935, c'è la guerra. Le biblioteche universitarie non comprano riviste straniere, e Contini procura a Schiaffini, da Parigi, estratti introvabili in Italia, acquistati da Droz. Entrambi i corrispondenti perdono, negli anni della guerra, libri, carte, lettere. La ricostruzione li vede ancora l'uno accanto all'altro, impegnati, con ruoli diversi, nel programma di ricostruzione della storia letteraria nazionale portato avanti dalla casa editrice Riccardo Ricciardi: Schiaffini è coinvolto da Mattioli fin dal 1949 nella direzione della collana “La letteratura italiana. Storia e testi”, insieme a Pietro Pancrazi, che intende stabilire un 'canone' della letteratura italiana in 75 volumi, da consegnare alla classe dirigente del futuro. Prima ancora che l'incarico sia ufficializzato, ne dà notizia a Contini, e gli affida l'incarico di curare per la collana i due volumi dei Poeti del Duecento, che usciranno nel 1961, e cambieranno il modo di pubblicare i testi delle origini. Poco più tardi, Schiaffini promuove alla Ricciardi una nuova casa editrice, i “Documenti di filologia”: che dirigerà scegliendo di avere al suo fianco, ancora una volta, Contini. Quarant'anni di storia non solo accademica italiana, come si riflettono nelle lettere di due studiosi che hanno messo le basi della disciplina filologica in Italia.
The exchange of letters between Gianfranco Contini and Alfredo Schiaffini is quite peculiar, even if compared with the many ones Contini had with Carlo Emilio Gadda, Eugenio Montale, Emilio Cecchi, Aldo Capitini, Luigi Russo, Giorgio Pasquali, Giuseppe De Luca and others, already published. It is the most considerable for its length and for the incredible number of letters: it lasts from 1935 to 1971 and involves two “colleagues”. Contini addresses his first letter to Schiaffinin on February 18th, 1935: he is only 23 y.o., he has just taken his degree in Romance Philology and obtained a scholarship to specialize with Joseph Bedier in Paris. Schiaffini is a 40 y. o. well known professor at Genova University, who lectures at Pisa Scuola Normale Superiore. Their complicity is immediate; they love each other and won’t interrupt their friendly relation up to Schiaffini’s death in 1971. Contini is soon going to become the undisputed ‘star’ of Italian Philology, revered and feared by friends and colleagues, author of admirable essays which turn his teaching upside down; the reference point of many contemporary writers (Montale, Gadda and Pasolini are only the best known). Schiaffini supports and backs up at once “critica delle varianti”, born under the impulse of Contini and in dispute with Benedetto Croce: this is one of the less known aspects these letters have drawn the attention on. In 1935 war is on. University libraries don’t buy foreign reviews and Contini sends Schiaffini otherwise unobtainable off prints he buys at Droz. During the war both Contini and Schiaffini lose books, papers and letters. Reconstruction sees them again side by side, engaged with different roles in a programme of rebuilding the national literary history planned by Riccardo Ricciardi. Since 1949 Schiaffini has been called by Mattioli, together with Piero Pancrazi, in the executive staff of “La letteratura italiana”. The aim is to establish a “canon” of the Italian Literature in 75 volumes for the ruling class of the future. Schiaffini writes about his new job to his dear friend Contini – even before its officialization, and gives him the task to edit the two volumes on Poeti del Duecento. These will be ready in 1961 and will change the way of publishing the texts of the origins of our lietrature. Soon after Schiaffini promotes “Documenti di filologia”: once again Contini is at his side to share the management. Forty years of Italian History – not only from an academic point of view, are reflected in the letters of two scholars who laid the foundations of the philological discipline in Italy.
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BOCCHINO, GIANLUCA. « Per un’ecdotica musicale del canzoniere di Saint-Germain-des-Prés (Paris, BnF, fr. 20050) : edizione interpretativa e studio paleografico ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1077346.

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Fra i possibili approcci alla musica medievale vi è lo studio delle interrelazioni tra poesia e musica, volto a delineare l’evoluzione della semiografia musicale in relazione alla produzione poetica in volgare del XIII sec. romanzo. A partire dai contatti fra i due ambiti relativamente alla grafia musicale della monodia duecentesca e la poesia in volgare si tenterà di mostrare come essa possa schiarire il nembo oscuro della produzione musicale medievale attraverso una metodologia comparativa che ricerchi le corrispondenze fra testo e musica. La ricerca condotta ha evidenziato quanto l’approccio con l’ecdotica musicale medievale sia basato in primis sulla disciplina paleografica musicale, ma con un occhio attento al contesto sociale e culturale in cui la produzione musicale prende vita. Pertanto, per editare un’opera musicale medievale è necessario in primo luogo analizzare il suo baricentro culturale-linguistico, ponendo la giusta attenzione al testo, successivamente raffrontandolo con la notazione presente. Tale primo passo è stato il necessario accostamento al manufatto artistico preso in considerazione: il canzoniere di Saint-Germain-des-Prés. Lo studio neumatico ha portato alla realizzazione del catalogo completo dei neumi metensi utilizzati nel manoscritto, con la descrizione analitica di tutti i segni, producendo un avanzamento sostanziale nella ricerca. Attraverso tale studio è stato possibile codificare per la prima volta i quattro melografi che si sono avvicendati nella redazione dell’apparato musicale. Le differenze neumatiche, inoltre, hanno permesso un’analisi melodica più completa e precisa così da consentire uno studio sulla tradizione manoscritta musicale del codice stesso, comparando le melodie presenti con le altre lezioni. Infine, è stata realizzata un’edizione musicale di tipo diplomatico interpretativo con una scheda dettagliata per tutti i componimenti presenti.
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Azzarello, Francesco [Verfasser]. « Storia della lingua interazionale e cognitiva : un' analisi pilota ; trattati d'architettura italiani, francesi e tedeschi, dal tredicesimo al diciassettesimo secolo / di Francesco Azzarello ». 2007. http://d-nb.info/990014231/34.

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CANTORI, VALENTINA. « Il Necessario di Samuel Esperel trascritto da Yosef Catelan : Edizione e commento linguistico del codice Vat. ebr. 372 ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11393/239197.

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Résumé :
L’obiettivo di questa tesi è analizzare un gruppo di testi in lingua portoghese e grafia ebraica, riflettendo sul contesto più ampio del corpus medievale portoghese in caratteri ebraici. I testi analizzati sono inclusi nel codice Vat. ebr. 372, un manoscritto quattrocentesco di origine portoghese contenuto presso la Biblioteca Apostolica Vaticana. Il codice è composto da tre parti: due testi in grafia ebraica e uno in caratteri latini, tutti e tre di argomento medico. Nella prima parte del codice è trascritto il Necessario, un trattato medico-chirurgico attribuito al cordovese Samuel Esperel e indirizzato a David chirurgo di Jaen. Il testo venne trascritto in portoghese dal medico Yosef Catelan per uso personale. Il Necessario non si presenta come un trattato di grande innovazione scientifica poiché riporta teorie e pratiche piuttosto diffuse all’epoca, che si rifanno agli insegnamenti dei grandi maestri della medicina. Tra le fonti citate ci sono Galeno, Avicenna, Abulcasis, Ugo e Teodorico de’ Borgognoni. Poche sono le notizie biografiche riguardo all’autore, ma si può pensare che fosse un medico piuttosto conosciuto e apprezzato nell’ambiente scientifico dell’epoca, soprattutto nel contesto ebraico, poiché alcune ricette dello stesso Samuel Esperel si ritrovano anche nella parte finale di un altro codice: il ms. 14 FA della Biblioteca Municipale di Porto. In questa tesi saranno riportate queste ricette, sia in caratteri ebraici, che latini con il fine di fornire un maggior numero di testi che registrano l’attività di Samuel Esperel come medico e studioso. La seconda parte del codice contiene un ricettario anche questo trascritto da Yosef Catelan per uso personale. In questa sezione sono nuovamente citati Avicenna e Teodorico de’ Borgononi, ma si fa riferimento anche ad altre illustri personalità: Lanfranco da Milano e Demostene Filalete. Esistono inoltre indicazioni precise che confermano la paternità di alcune ricette: si tratta di Guy de Chauliac e Isacco Israelita, conosciuto anche come Isacco Giudeo. Per ampliare la prospettiva sul corpus si è deciso di affiancare allo studio del Necessario quello di altri due testi: il Livro de como se fazen as cores e il Libro de Magica, entrambi quattrocenteschi in portoghese arcaico e caratteri ebraici. Viene effettuata un’analisi linguistica che ha l’obiettivo di studiare le varianti diatopiche e diacroniche presenti in questi testi, facendone emergere i punti di contatto e divergenza. L’analisi dei testi in grafia ebraica e lingua portoghese inclusi nel Vat. ebr. 372 permette di riflettere sia sulla natura versatile di un testo che mescola due sistemi linguistici sia sulla complessa situazione del portoghese quattrocentesco: una lingua fortemente instabile che sta attraversando numerosi cambiamenti sia fonologici che grafici.
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