Thèses sur le sujet « Storia della diplomazia »

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1

VIOLO, Concetta. « Fanfani di nuovo alla guida della diplomazia. Aspetti della politica estera 1965-1968 ». Doctoral thesis, Università degli studi di Cassino, 2020. http://hdl.handle.net/11580/75178.

Texte intégral
Résumé :
The thesis “Fanfani di nuovo alla guida della diplomazia. Aspetti della politica estera italiana 1965-1968” focuses the attention on some aspects of Italy’s foreign policy between 1965 and 1968. In that period Italian diplomacy was led by Amintore Fanfani, a key figure of Christian Democratic Party that, after different years of marginalization, was recalled to politics in the second and third government of center-left. Fanfani aimed to dynamise the role of Italy by promoting “the way of Italian mediation” in the world and by exploiting his office as President of the UN General Assembly in 1965-1966. Fanfani was active, particularly, in two international fields: the Vietnam War and the conflict in the Middle East but he represented, furthermore, a significant sensibility towards three others international issues such as the entrance of PRC at the UN, the Nuclear Non-Proliferation Treaty and the process of European integration. From the point of view of internal matter, Fanfani was occupied in the quarrel between Italy and Austria about South-Tyrol: it constituted the only case in which the Italian minister abandoned the method of conciliation to assume an attitude of firmness. In collaboration with the Prime Minister, Aldo Moro, Fanfani was the representative of a new type of foreign policy, more enterprising and proactive but, however, always bound to its European and Western identity. In view of these results, the aim of the work is to demonstrate the relevance of Fanfanian action and rehabilitate a subject understated by historiography.
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2

Brigante, Antonella <1995&gt. « La Diplomazia Sanitaria della Cina in Africa subsahariana : Dai tradizionali aiuti allo sviluppo alle implicazioni della Nuova Via della Seta e della pandemia di Covid-19 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19009.

Texte intégral
Résumé :
L’impegno cinese nei paesi dell’Africa subsahariana a supporto del settore sanitario ha assunto negli anni una notevole rilevanza, costituendo fin dall’inizio per la Cina un’efficace forma di diplomazia. Il presente lavoro riflette sull’evoluzione dell’Health Diplomacy cinese in Africa subsahariana, offrendo un’analisi dei principi guida su cui essa si fonda e delle modalità utilizzate dalla Cina per sostenere lo sviluppo dei sistemi sanitari locali. In particolare verranno messe in luce le profonde differenze di approccio adottate dalla Cina rispetto ai donatori tradizionali di aiuti allo sviluppo, sottolineando come essa abbia da sempre preferito instaurare rapporti bilaterali con i paesi beneficiari anziché aderire a pieno ai canali promossi dalle agenzie multilaterali. Il presente lavoro esaminerà poi le implicazioni della Nuova Via della Seta per quanto relativo al settore sanitario. Attraverso le dichiarazioni ufficiali di Pechino, si vuole dare dimostrazione del forte impulso dato al progetto dell’Health Silk Road e dimostrare se, e in che modalità, vi sia stato un effettivo accrescimento quantitativo o qualitativo dell’assistenza sanitaria destinata all’Africa subsahariana. Infine, si porrà attenzione agli effetti della pandemia di Covid-19. L’intervento finalizzato a contrastare la diffusione del virus ha comportato un ulteriore attivismo della Cina in Africa e ha di fatto rappresentato per Pechino un’importante occasione per accrescere il proprio soft power.
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3

MURACA, SIMONE RENATO. « Istituzioni, pratiche e agenti della diplomazia culturale fascista in Spagna e Portogallo (1936-1945) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3455366.

Texte intégral
Résumé :
Obiettivo della tesi è studiare gli strumenti, i contenuti, gli agenti e gli effetti della diplomazia culturale fascista in Spagna e in Portogallo, operata attraverso la rete degli Istituti italiani di cultura, tra la guerra d’Etiopia e la Seconda guerra mondiale. Con la campagna di Etiopia (1935-1936) e la conseguente proclamazione dell’Impero, lo slancio imperialistico del regime fascista si tradusse anche in una rinnovata politica di potenza in campo culturale. A questo proposito vennero fondati all’estero degli Istituti italiani di Cultura, ideati da Giovanni Gentile già nel 1926 ma lasciati in incubazione fino al decennio successivo. Il loro compito era organizzare il sistema di promozione e propaganda culturale attraverso corsi di lingua, circolazione di prodotti cinematografici e letterari, mostre, esibizioni e cicli di conferenze di professori o gerarchi italiani invitati presso gli Istituti nonché professori locali studiosi del fascismo. I principali interlocutori dovevano essere le élite culturali, politiche e amministrative del paese ospitante. La tesi ricostruisce nel dettaglio i primi passi degli Istituti a Lisbona e Madrid: le loro attività, i protagonisti e i primi successi. Affronta poi gli anni del conflitto mondiale, periodo in cui gli istituti, impossibilitati a esercitare forme dirette di propaganda politica esercitarono la loro funzione attraverso un’agenda di promozione culturale apparentemente apolitica. Dopo l’armistizio, l’occupazione nazista e lo scoppio della guerra civile in Italia, la vita degli Istituti di cultura venne lasciata alla discrezione e alla intraprendenza dei singoli direttori, che si trovano a dover legittimare un istituto sorto sotto il fascismo ma facente funzioni di rappresentanza della nuova Italia badogliana. In questo senso, la questione culturale si fece inscindibilmente connessa ai rapporti interni alla stessa comunità italiana in Spagna e Portogallo. In entrambi i casi un nutrito gruppo di dissidenti fascisti organizzò una rappresentanza parallela al servizio della neo- costituita Repubblica Sociale Italiana. Il lavoro degli Istituti di cultura, ridotti a pochissimi funzionari e sull’orlo della chiusura definitiva, fu così riconfigurato nel verso di azione oppositiva alla propaganda fascista, scongiurando la chiusura e sopravvivendo, con forti continuità nel personale in servizio, al servizio della diplomazia culturale della nuova Italia democratica nel dopoguerra.
The aim of the thesis is to study the institutions, the contents, the agents, and the effects of fascist cultural diplomacy in Spain and Portugal from the Ethiopian war to Second World War. After the Ethiopian colonial war and the proclamation of the Italian Empire, fascist imperialistic wave involved a renewed effort toward culture abroad. Italian institutes of culture were established. Designed by the philosopher Giovanni Gentile in 1926 but left aside until a decade later, the institutes promoted Italian culture through language courses, exhibitions, conferences, and seminars held by Italian guests or local professors. The target audience was foreign cultural and political élites. The thesis tackle in details the first steps of the institutes in Lisbon and Madrid: their activities, the main characters, and the successes. Afterwards, it analyzes the war years, a period in which the Italian cultural diplomacy was forbidden to perform explicit political propaganda. Therefore, the institute proposed a strict a-political agenda. After the Italian armistice with the Allied powers, followed by the Nazi occupation and the outbreak of civil war, the life of the Institutes was left to the resourcefulness of the directors with little guidance from the new Italian government. The directors struggled to keep the institutes alive without sufficient economic funds and they had the difficult task to legitimize an institute born under fascism but now expression of new postfascist government. Thus, cultural diplomacy became strongly connected with the political relationships among the Italian community in the Iberian Peninsula. A group of fascists organized a shadow diplomatic mission of Mussolini’s Italian Social Republic. With the help of the Allies, the agenda of the institutes of culture shifted toward the opposition to the new fascist propaganda. Despite the difficult times, the lack of funds and employees, the institutes managed to survive the period and became the principal tools of cultural diplomacy implemented by the new democratic postwar Italy.
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4

Dissegna, Mara. « Gli ebrei in Romania e Ungheria dal punto di vista dell'American Jewish Yearbook e della diplomazia vaticana (1920-1938) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2011. https://hdl.handle.net/11572/369153.

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Résumé :
La tesi analizza la situazione delle due comunità ebraiche durante il periodo preso in considerazione attraverso la documentazione archivistica vaticana e il materiale pubblicato nell'annuario ebraico americano.
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5

PERIN, RAFFAELLA. « Radio Vaticana tra apostolato, propaganda e diplomazia : dalla fondazione alla fine della Seconda guerra mondiale (1931-1945) / Entre apostolat, propagande et diplomatie : Radio Vatican de sa fondation à la fin del al Seconde guerre mondiale (1931-1945). Tesi di Perfezionamento in discipline storiche /Thèse de doctorat d'Histoire moderne et contemporaine. Scuola Normale Superiore, Pisa ; Ecole Pratique des Hautes Etudes, Paris. Direttori di tesi Daniele Menozzi, Denis Pelletier. Discussa a Pisa il 6 luglio 2016 ». Doctoral thesis, -, 2016. http://hdl.handle.net/10278/3676731.

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6

D'Amico, Lorenzo <1996&gt. « "La diplomazia russo-statunitense nella Guerra del Kosovo" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20489.

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Résumé :
The thesis aims at highlighting and analyzing the diplomatic action made by both Russia and the United States in the Kosovo War occurred between 1998 and 1999. It was an armed conflict between the FRY (Federal Republic of Yugoslavia) and the Albanian national liberation movement UCK (Ushtria Çlirimtare and Kosovës), also known as KLA (Kosovo Liberation Army), which claimed the independence of Kosovo. Following several episodes of repression of ethnic Albanians in Kosovo by Serbia and a series of failed negotiations with Serbian President Milosevic, NATO (North Atlantic Treaty Organization) decided to support the KLA and intervene militarily on the territory. The related events are not the product of the NATO intervention, or at least not entirely, but more of the diplomatic meeting between the real protagonists, namely the United States and Russia. Through the analysis of primary sources such as memoranda from the national archives and the memories of the protagonists involved, the thesis highlights how the Kosovo War did not end exclusively through the massive bombings of the Atlantic Alliance, but also thanks to the brilliant diplomatic skills of the Russian envoy Chernomyrdin, US Vice President Gore and Ambassador Talbott, who convinced President Milošević to surrender. Moreover, the event dates “only” to about twenty years ago, which makes the relative historiography not as abundant or necessarily exhaustive as that about other conflicts involving the United States. This thesis therefore aims to contribute and enrich a recent historiography and not as vast as others. The structure of this study is tripartite. The first chapter deals with a detailed summary of the related events. The second chapter presents the United States and Russia at the beginning of the conflict, analyzing the US humanitarian motives that constitute NATO's casus belli and the reasons for Russia's initial aversion to the military intervention of the Atlantic Alliance. The third chapter instead shows Russia and the United States as essential diplomatic protagonists for the end of the conflict. It presents the contents of a series of memoranda declassified on 2 May 2019 and made available by President Clinton's Digital Library. At the time of writing this thesis, that is spring and summer 2021, there are no essays or academic texts that report these documents. Consequently, the narration and analysis of this chapter will take place mainly through primary sources.
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7

Deriu, Francesco <1993&gt. « Diplomazia e guerra fredda : la storia delle relazioni sino-britanniche dal 1949 al 1972 ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12647.

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Résumé :
Il 6 gennaio 1950 il Regno Unito accordò il riconoscimento diplomatico alla neonata Repubblica popolare cinese e riconobbe il governo di Mao Zedong come l’unico legittimo rappresentante del popolo cinese. Questa decisione, che a molti osservatori dell’epoca parve la conseguenza di una decisione avventata, in realtà fu dettata da una serie di considerazioni di natura politico-economica. Ma il Regno Unito agli occhi della leadership comunista cinese occupava una posizione storica e politica ben precisa nei confronti della Cina, ed è proprio qui che si imperniano la peculiarità e la specificità dei rapporti diplomatici sino-britannici. Il Regno Unito fu la prima grande potenza capitalista (e il primo Paese occidentale) ad accordare il riconoscimento alla Cina popolare. Per i Paesi del blocco capitalista, la diplomazia cinese applicava il principio secondo cui prima vengono i negoziati, poi si instaurano rapporti ufficiali. I negoziati tra i due governi, britannico e cinese, toccarono una serie di questioni “calde” nel contesto di guerra fredda di allora; essi furono più volte ostacolati e interrotti da problemi tanto di natura internazionale quanto di politica interna cinese. Il Regno Unito e la Repubblica popolare cinese instaurarono pieni rapporti diplomatici con scambio di ambasciatori solo il 13 marzo 1972: si può facilmente calcolare quindi che i negoziati durarono ben 22 anni. Nonostante la sproporzione tra la rapidità con cui il Regno Unito riconobbe il governo di Pechino e la lentezza con cui le relazioni tra i due Paesi vennero portate al livello di piena rappresentanza, è possibile individuare tre momenti focali nella storia dei negoziati: 1) 2 marzo - 25 giugno 1950; 2) 1 maggio - 10 ottobre 1954; 3) 15 gennaio 1971 - 13 marzo 1972. Che cosa causò il protrarsi dei negoziati per ben 22 anni, prima di giungere alla definitiva instaurazione di rapporti diplomatici ufficiali? Ossia, quali furono i principali ostacoli che resero difficile al governo britannico il venire incontro alle richieste cinesi, e simmetricamente quale fu la strategia della leadership cinese nel confrontarsi col Regno Unito, alla luce del “secolo dell’umiliazione” da poco conclusosi? Se i periodi di quiescenza (occorsi tra i punti 1 e 2 e i punti 2 e 3) si configurarono a livello politico e diplomatico come fasi di stasi e conflitto tra i due Paesi, vi furono altri campi o settori che invece negli stessi periodi non subirono cesure o rallentamenti? Questo lavoro si pone l’obiettivo di descrivere, nei limiti delle fonti a disposizione, l’evoluzione delle travagliate relazioni diplomatiche sino-britanniche, a partire dal dibattito e dalla decisione di conferire il riconoscimento diplomatico alla RPC fino alla normalizzazione dei rapporti nel 1972.
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8

Lodetti, Claudia Adele <1993&gt. « One Belt One Road Initiative - La diplomazia cinese nell'era Xi Jinping ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12846.

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Résumé :
Il 7 settembre 2013, in occasione della visita all’ Università Nazarbayev di Astana, Kazakhstan, il neo presidente cinese Xi Jinping annunciò per la prima volta la volontà di costruire la “zona economica della nuova Via della Seta”. Successivamente, il 3 ottobre dello stesso anno, egli propose di accompagnare alla prima la costruzione della “Via della Seta Marittima del XXI secolo”. I due progetti andarono a costituire la “One Belt One Road Initiative”, la “Nuova Via della Seta”, un’iniziativa aperta e inclusiva per la cooperazione e la crescita economica della zona euroasiatica, rivolta ad approssimativamente sessanta paesi e comprendente fino a cinque miliardi di persone. Due nuovi modelli di cooperazione trans-regionale colleganti Asia, Africa e Europa dal punto di vista politico, economico, commerciale e infrastrutturale, con il fine di promuovere l’amicizia tra i popoli, stabilire legami economici più saldi, approfondire la cooperazione, accrescere lo sviluppo e lavorare insieme per costruire un futuro migliore. In cosa consiste tale progetto? Come si colloca tale iniziativa all’interno delle strategie di politica estera delineate dalla leadership cinese del XIX Congresso del PCC? Quali sono le sue implicazioni geopolitiche nello scenario internazionale? Questa tesi si occuperà di rispondere a tali quesiti. Partendo infatti da una breve analisi del ruolo assunto dalla Cina nelle relazioni internazionali a partire dall’età imperiale nel primo capitolo, verranno successivamente presentate le linee di politica estera adottate dal governo Xi Jinping, per focalizzarsi infine nel terzo capitolo sull’iniziativa OBOR, sulle sue conseguenze e possibili sviluppi.
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9

Mastracci, Sarah <1990&gt. « Relazioni collaterali : Italia e Repubblica di Cina dalle relazioni diplomatiche ufficiali alla diplomazia informale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14520.

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Résumé :
Questo elaborato nasce con l’intento di analizzare le relazioni diplomatiche tra l’Italia e la Repubblica di Cina, con particolare attenzione al periodo che va dal trasferimento del governo nazionalista cinese sull’isola di Taiwan, all’interruzione dei rapporti diplomatici formali tra i due paesi. La ricerca presenta delle difficoltà fin da subito, in quanto il materiale bibliografico che tratta dell’argomento è molto limitato. Il primo capitolo dell’elaborato ha lo scopo di compilare una rassegna dei pochi scritti che trattano delle relazioni tra l’Italia e la Repubblica di Cina. Un fattore ricorrente durante la ricerca bibliografica è la prevalenza di testi riguardo la Repubblica Popolare Cinese rispetto alla Repubblica di Cina. Tra queste due entità governative è sicuramente la prima a catalizzare la maggior parte dell’interesse accademico e di ricerca. Il secondo capitolo è dedicato ad una rassegna storiografica dei maggiori eventi storici che hanno contribuito a creare e modellare le relazioni tra i due Paesi. Il periodo preso in considerazione va dall’inizio del Novecento, all’ammissione della repubblica Popolare Cinese alle Nazioni Unite. L’analisi storica permette di capire perché le relazioni tra i due paesi non ricoprivano un ruolo di importanza primaria, ma solo accessoria. Dal punto di vista di ognuna delle due parti erano altre le relazioni e le alleanze che interessavano il cuore delle politiche estere di ciascuno dei due paesi. Per la Repubblica di Cina a Taiwan il Giappone e gli Stati Uniti erano gli alleati fondamentali. Gli Stati Uniti giocarono un ruolo fondamentale anche per la politica estera italiana, di cui condizionavano le scelte tramite il sistema di alleanza del Patto Atlantico. L’influenza statunitense nella politica estera italiana è particolarmente evidente in relazione alle intenzioni del governo italiano di riconoscere ed intrattenere relazioni formali con il governo comunista della Repubblica Popolare Cinese. Il terzo capitolo analizza la reazione del governo nazionalista cinese alla normalizzazione delle relazioni tra Roma e Pechino. Di fatto, il governo della Repubblica di Cina a Taiwan decise, applicando la dottrina Hallstein, di interrompere immediatamente i rapporti con l’Italia e di richiamare l’ambasciatore taiwanese a Roma. La reazione del governo di Taipei offre un’interessante spunto di ricerca per la politica estera della Repubblica di Cina a Taiwan. Se i primi riconoscimenti che il governo di Pechino ottenne portarono il governo nazionalista cinese a seguire una politica estera inflessibile, che comportava l’immediata interruzione delle relazioni diplomatiche con questi paesi, i casi del riconoscimento della Repubblica Popolare da parte degli alleati principali di Taipei non provocarono le stesse reazioni. La perdita del riconoscimento diplomatico, degli Stati Uniti in particolare, costrinse Taipei a revisionare la sua politica estera. La dottrina Hallstein verrà abbandonata per seguire una diplomazia più flessibile e pragmatica. D’altronde seguire questa linea politica aveva portato Taiwan all’isolamento diplomatico. Per sopravvivere sulla scena internazionale, il governo della repubblica di Cina iniziò scelse di seguire una diplomazia informale, largamente basata sul settore privato. Questo non solo permise al governo nazionalista a Taiwan di continuare ad esistere come entità separata e distinta dalla Cina continentale, ma fece anche di Taiwan una potenza economica. Oltre allo sviluppo economico il governo di Taiwan continuò a cercare di ottenere riconoscimenti formali, dagli Stati come dalle organizzazioni internazionali.
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10

KARTALOFF, KIRIL PLAMEN. « L'opera di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, visitatore e delegato apostolico in Bulgaria (1925-1934), alla luce delle nuove fonti archivistiche. Studio Storico-diplomatico e silloge documentaria ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1874.

Texte intégral
Résumé :
Il decennio bulgaro di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli (1925-1934) è un capitolo importante nella vicenda biografica di un uomo che, eletto Papa nel 1958, avrebbe segnato una svolta importante nel cammino verso l’unità delle Chiese cristiane: lo sviluppo della sensibilità ecumenica. In Bulgaria egli fu Visitatore apostolico con il compito soprattutto di provvedere ai gravi bisogni della piccola e disastrata comunità cattolica. L’incarico, inizialmente a termine, si trasformò in una permanenza decennale durante la quale il rappresentante della Santa Sede pose le basi per la fondazione di una Delegazione apostolica; egli stesso, infatti, ne fu nominato primo rappresentante. Scopo di questa tesi di dottorato è offrire una ricostruzione della missione di Mons. Roncalli in Bulgaria nell’ottica storico-diplomatica, basata, grazie all’apertura degli Archivi Vaticani dei fondi del Pontificato di Pio XI (6 febbraio 1922 - 10 febbraio 1939), su un lungo e attento studio archivistico.
Monseigneur Angelo Giuseppe Roncalli’s Bulgarian decade (1925-1934) is an important chapter of the men who, elected Pope in 1958, was able to lead the first steps of change in bringing together Christian churches: the transformation of ecumenical sensibility. He was Apostolic Visitor in Bulgaria and his important mission was focused on looking after the problematic catholic community. At the beginning, Mons. Roncalli’s permanence was supposed to be temporary, but it easily was transformed in ten very important years of catholic mission. The Holy See’s representative indeed established the Apostolic Delegation in Bulgaria becoming himself the first representative on charge. The hereby presented purpose is offering to wide audience a specific reconstruction of Monseigneur Angelo Roncalli’s operation in Bulgaria through a historical and diplomatic look. The accomplishment of this study is completely based on the newly unearthed documents of Pope Pius XI treasured in the Vatican Secret Archives.
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KARTALOFF, KIRIL PLAMEN. « L'opera di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli, visitatore e delegato apostolico in Bulgaria (1925-1934), alla luce delle nuove fonti archivistiche. Studio Storico-diplomatico e silloge documentaria ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1874.

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Résumé :
Il decennio bulgaro di Mons. Angelo Giuseppe Roncalli (1925-1934) è un capitolo importante nella vicenda biografica di un uomo che, eletto Papa nel 1958, avrebbe segnato una svolta importante nel cammino verso l’unità delle Chiese cristiane: lo sviluppo della sensibilità ecumenica. In Bulgaria egli fu Visitatore apostolico con il compito soprattutto di provvedere ai gravi bisogni della piccola e disastrata comunità cattolica. L’incarico, inizialmente a termine, si trasformò in una permanenza decennale durante la quale il rappresentante della Santa Sede pose le basi per la fondazione di una Delegazione apostolica; egli stesso, infatti, ne fu nominato primo rappresentante. Scopo di questa tesi di dottorato è offrire una ricostruzione della missione di Mons. Roncalli in Bulgaria nell’ottica storico-diplomatica, basata, grazie all’apertura degli Archivi Vaticani dei fondi del Pontificato di Pio XI (6 febbraio 1922 - 10 febbraio 1939), su un lungo e attento studio archivistico.
Monseigneur Angelo Giuseppe Roncalli’s Bulgarian decade (1925-1934) is an important chapter of the men who, elected Pope in 1958, was able to lead the first steps of change in bringing together Christian churches: the transformation of ecumenical sensibility. He was Apostolic Visitor in Bulgaria and his important mission was focused on looking after the problematic catholic community. At the beginning, Mons. Roncalli’s permanence was supposed to be temporary, but it easily was transformed in ten very important years of catholic mission. The Holy See’s representative indeed established the Apostolic Delegation in Bulgaria becoming himself the first representative on charge. The hereby presented purpose is offering to wide audience a specific reconstruction of Monseigneur Angelo Roncalli’s operation in Bulgaria through a historical and diplomatic look. The accomplishment of this study is completely based on the newly unearthed documents of Pope Pius XI treasured in the Vatican Secret Archives.
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Girardi, Giulia <1994&gt. « Diplomazia culturale e relazioni internazionali nippo-coreane - Dai primi passi negli anni Novanta fino alla crisi di oggi ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16837.

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Résumé :
Con il mio lavoro di tesi mi propongo di analizzare le vicissitudini associate alle relazioni diplomatiche tra due delle più grandi potenze asiatiche del mondo moderno: Il Giappone e la Corea del Sud. In particolare, la mia ricerca punta a considerare i risvolti della diplomazia ufficiale in relazione ad un altro tipo di diplomazia, legata a fenomeni ed effetti meno prevedibili e catalogabili: la diplomazia culturale. Inizierò esaminando brevemente le vicende storiche che hanno interessato i due Paesi dal periodo coloniale fino alla normalizzazione delle relazioni nel 1965 per poi passare ad un’analisi più approfondita di due fenomeni culturali che hanno influenzato enormemente i rapporti bilaterali tra la fine del secolo scorso e l’inizio del nuovo millennio: Il Cool Japan e la Korea Wave, che hanno trasformato i due Paesi in superpotenze culturali e hanno migliorato notevolmente la loro percezione reciproca. Mi soffermerò poi sugli effetti che la FIFA WORLD CUP 2002 ha avuto nelle relazioni bilaterali come evento chiave co-organizzato da Giappone e Corea. Concluderò illustrando le principali cause della crisi degli ultimi anni, che ha visto riemergere controversie legate al periodo coloniale e ha riportato le relazioni tra i due Paesi ai minimi storici, influendo negativamente anche sui dati relativi al turismo e all’economia.
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Petrovic, Lana <1987&gt. « La Cina contemporanea tra diplomazia e finanza. L’interazione tra lasciti storici e modernizzazioni in Asia orientale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/3980.

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Résumé :
La presente tesi si propone di portare alla luce quegli aspetti della finanza della Repubblica Popolare Cinese legati alla politica estera e alla diplomazia perseguita da Pechino in epoca contemporanea, con particolare riferimento all'area Asiatica sud-orientale. A questo scopo, si utilizza principalmente l’analisi di due grandi crisi finanziarie, contestualizzate storicamente come momenti di svolta nelle relazioni internazionali: la crisi finanziaria Asiatica del 1997-8 e la più recente crisi economico-finanziaria globale, originatasi negli Stati Uniti nel 2008. Le due crisi, infatti, sembrano avere consolidato il passaggio del centro economico globale in Asia orientale e rafforzato il ruolo della Repubblica Popolare Cinese come potenza economica globale e come guida a livello regionale. Questa tesi indaga le caratteristiche di tale ruolo tentando di delineare le possibili implicazioni che esso potrà generare nel futuro.
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Beda, Camilla <1995&gt. « La diplomazia e gli ambasciatori residenti. Una visione veneziana e francese durante il periodo delle Guerre d’Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19044.

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Résumé :
“Venezia non aveva mai nascosto la sua stretta amicizia con la Francia, neanche di fronte ad altri rappresentanti di stato: «v’era fra i due popoli anche una certa simpatia di carattere[…]. Parecchi segni esteriori affermavano questa amicizia: la Repubblica […] dava la precedenza all’inviato di Francia su tutti gli altri, eccetto quello del Papa.»” Ricordo ancora quando, durante la ricerca di fonti e materiale per la tesi triennale, ho letto questo passaggio all’interno del saggio di Pier De Nolhac e Angelo Solerti, mi ha fin da subito segnata; ha stimolato la mia curiosità nel capire che cosa aveva portato gli studiosi a confermare e a sottolineare questo speciale rapporto tra i due Stati durante uno dei periodi più significativi dell’età rinascimentale. Sempre durante la ricerca del materiale bibliografico, ho cominciato ad interessarmi al modo in cui queste due nazioni, con strutture e valori completamente opposti fra di loro, avessero instaurato dei rapporti molto stretti quasi di parentela fra il Doge e il re di Francia; come viene sottolineato più volte da queste due figure. Quindi l’idea di trattare di diplomazia e di rapporti diplomatici fra la corte di Francia e la Serenissima Repubblica di Venezia parte dall’ultimo mio periodo come studente triennale. Oltre a ciò, si aggiunge il mio interesse verso la figura degli ambasciatori; ho sempre trovato queste figure molto affascinanti e complesse allo stesso tempo: rappresentanti di stato in terra straniera durante un epoca in cui molto spesso si sceglieva di risolvere dispute e tensioni tramite le armi. Lo scenario importantissimo per l'instaurazione di queste nuove figure -gli ambasciatori residenti- fa riferimento alle guerre d'Italia, svoltesi a cavallo tra la fine del quindicesimo e il sedicesimo secolo. All'interno di questo colossale scontro, si può percepire la presenza di una evoluzione e un nuovo sguardo verso la parte trattatistica e comunicativa in tempo di guerra, riconoscendo un ruolo di grande rilievo agli ambasciatori residenti nelle diverse corti d'Europa. Verrà posta un'analisi più decisa e approfondita per quanto riguarda le relazioni tra la corte francese e la repubblica lagunare, due realtà completamente diverse eppure simili per molti aspetti; spesso con obiettivi simili raggiunti tramite metodi e tattiche simili o influenzandosi a vicenda nell'operato appunto. Tutto questo inoltre fu possibile grazie alla riscoperta della retorica, dell'importanza della parola come mezzo indispensabile all'interno di un conflitto armato. Aspetto importantissimo, è il cambiamento drastico rispetto al vecchio mondo (età medievale) delle crisi economiche, politiche e religiose che segnarono e influenzarono significativamente il secolo sedicesimo e nello specifico queste due realtà, costrette a lottare per non venir soffocate dalle novità e nuove scoperte sfruttate a proprio vantaggio da aperte delle altre monarchie e stati europei.
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Musci, Angelica Maria <1996&gt. « The European Union as international actor : the case of the diplomatic engagement with North Korea ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19707.

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Résumé :
The European Union is an organization that had and still has great power in the international context. The aim of this thesis is to observe how the EU chose to engage with the delicate case of North Korea and how It was able to start diplomatic ties with it. The engagement of the EU went from an active one to a phase of “critical engagement”. In order to understand how this happened there will be an accurate research about the history of EU-DPRK relations. Later on, the point of view of both North Korea and the European Union will be analyzed. At the end there will be an explanation of why the EU decided to follow the U.S. and stepped back from an active engagement in the Korean peninsula but also in the East Asia peace-keeping problem. Finally, some strategies that the EU could follow will be explained.
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Cavazzoli, Giada <1994&gt. « L'agenda sociale del governo di Luiz Inácio Lula da Silva (2003-2010) in Brasile : sviluppo, diplomazia e cooperazione Sud-Sud in America Latina ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19715.

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Résumé :
Questo progetto si propone di analizzare la rete di politiche di assistenza sociale creata dal governo di Luís Inácio “Lula” da Silva (2003-2010) in Brasile e l’influenza che questa esercitò nella stesura dell’agenda di politica estera. A partire dallo studio dei principali programmi di trasferimento monetario implementati, in particolare Fome Zero e Bolsa Família, si provvederà a delineare il piano di politiche pubbliche adottato nel corso del primo decennio del XXI secolo e volto a ridurre le disuguaglianze presenti all’interno della società brasiliana, nonché le azioni trasversali messe in campo dal governo federale nella sua lotta contro la fame e la povertà dilagante. Data l’ampia portata distributiva dei programmi statali, la gestione strategica della sfera sociale divenne fin da subito uno degli elementi distintivi della presidenza Lula, il cui progetto assistenziale interno arrivò ad influenzare il campo della diplomazia internazionale e permise al Brasile di imporsi su gli altri paesi in via di sviluppo. Si esaminerà, in seguito, il modo in cui la politica sociale agì da propulsore per l’incremento del benessere della popolazione in precarie condizioni di vita e come ciò andò a ripercuotersi sullo scenario mondiale, dove lo Stato brasiliano iniziò ad essere considerato un difensore dei diritti umani e portatore di giustizia sociale, attributi che gli valsero la possibilità di instaurare piani di cooperazione e di sviluppo in ambito politico ed economico con realtà emergenti a livello globale e latino-americano. In relazione a ciò, una sezione sarà dedicata all’analisi del ruolo che ricoprì il Sud America nella politica estera dell’amministrazione Lula; se da un lato il subcontinente venne considerato una priorità nel processo di integrazione regionale grazie allo sviluppo della cooperazione Sud-Sud, dall’altro fu una piattaforma in cui ricercare il sostegno dei paesi vicini, necessario per favorire l’inserimento internazionale del Brasile e proiettare la sua leadership oltre i confini sudamericani.
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Taioli, Francesca <1995&gt. « The trade war in the context of Sino-American economic and diplomatic relations : past, present and future ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16722.

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Every day, news of the ongoing trade war between China and the United States appear on the first page of newspapers and online articles and people suddenly started worrying about a possible “Third World War”. However, it is possible to retrace in their diplomatic and economic history some crucial events that shaped into the current state of affairs, as the swift “renaissance” of the Chinese superpower changed forever the balance of the world outlook. Therefore, the main objectives of this thesis consist of analyzing the history of U.S.-China relations and compare today’s trade war with some of the trade wars of the past to figure out what the possible outcomes of this conflict could be. In order to do so, we will analyze the diplomatic and economic relations between China and the United States before the trade war in the first chapter, together with some major events that laid the foundations for today’s antagonism. In the second chapter, we will proceed to explore some of the strategies used during the trade war by both countries, as well as the economic consequences they endured. Finally, in the third chapter, we will confront it to some of the economic conflicts from last century to formulate some hypothesis about what could happen during the course of the trade war.
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BOTRUGNO, LORENZO. « LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA IL REGNO UNITO E LA SANTA SEDE DURANTE IL PONTIFICATO DI PIO XI (1922 - 1939) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6225.

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Résumé :
I rapporti anglo-vaticani, storicamente segnati da reciproche diffidenze, si distinsero per cordialità nel corso della prima parte del pontificato di Papa Achille Ratti - Pio XI (1922-1939). Tra il 1927 e il 1932 un doloroso conflitto tra Chiesa e Stato a Malta, cattolicissima colonia britannica, si trasformò gradualmente in un aspro scontro diplomatico tra la Segreteria di Stato di Sua Santità ed il Foreign Office. I legami tra Regno Unito e Santa Sede si indebolirono ulteriormente nel biennio 1935-1936, durante la Guerra d’Etiopia: a torto, Londra interpretò l’iniziativa di pace della diplomazia pontificia come funzionale a sostenere le rivendicazioni imperiali dell’Italia fascista. Nel 1937, a seguito della pubblicazione dell’enciclica “Mit Brennender Sorge”, ebbe principio un effettivo riavvicinamento: gli inglesi percepirono il Papato allineato alle democrazie e contrapposto ai totalitarismi, ovverosia Germania e Italia. L’istituzione della Delegazione apostolica in Gran Bretagna (novembre 1938) costituiva sintomo e manifestazione concreta di tale nuova e profonda armonia.
Anglo-vatican relations, historically marked by reciprocal diffidences, were characterized by cordiality during the first part of the pontificate of Pope Achille Ratti - Pius XI (1922-1939). From 1927 to 1932 a painful conflict between Church and State in Malta, the Roman Catholic British colony, gradually turned into a bitter diplomatic confrontation between the Secretariat of State of His Holiness and the Foreign Office. The ties between United Kingdom and Holy See weakened further in the years 1935-1936, during the Ethiopian War: wrongly, London interpreted Papal Diplomacy’s peace initiative as conceived to support the imperial claims of Fascist Italy. In 1937, following the publication of the Encyclical “Mit Brennender Sorge”, a factual rapprochement started: the British perceived the Papacy as lined up with democracies and opposed to Totalitarian States, that is to say Germany and Italy. The institution of the Apostolic Delegation to Great Britain (November 1938) constituted symptom and concrete manifestation of a new and deep harmony.
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BOTRUGNO, LORENZO. « LE RELAZIONI DIPLOMATICHE TRA IL REGNO UNITO E LA SANTA SEDE DURANTE IL PONTIFICATO DI PIO XI (1922 - 1939) ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6225.

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Résumé :
I rapporti anglo-vaticani, storicamente segnati da reciproche diffidenze, si distinsero per cordialità nel corso della prima parte del pontificato di Papa Achille Ratti - Pio XI (1922-1939). Tra il 1927 e il 1932 un doloroso conflitto tra Chiesa e Stato a Malta, cattolicissima colonia britannica, si trasformò gradualmente in un aspro scontro diplomatico tra la Segreteria di Stato di Sua Santità ed il Foreign Office. I legami tra Regno Unito e Santa Sede si indebolirono ulteriormente nel biennio 1935-1936, durante la Guerra d’Etiopia: a torto, Londra interpretò l’iniziativa di pace della diplomazia pontificia come funzionale a sostenere le rivendicazioni imperiali dell’Italia fascista. Nel 1937, a seguito della pubblicazione dell’enciclica “Mit Brennender Sorge”, ebbe principio un effettivo riavvicinamento: gli inglesi percepirono il Papato allineato alle democrazie e contrapposto ai totalitarismi, ovverosia Germania e Italia. L’istituzione della Delegazione apostolica in Gran Bretagna (novembre 1938) costituiva sintomo e manifestazione concreta di tale nuova e profonda armonia.
Anglo-vatican relations, historically marked by reciprocal diffidences, were characterized by cordiality during the first part of the pontificate of Pope Achille Ratti - Pius XI (1922-1939). From 1927 to 1932 a painful conflict between Church and State in Malta, the Roman Catholic British colony, gradually turned into a bitter diplomatic confrontation between the Secretariat of State of His Holiness and the Foreign Office. The ties between United Kingdom and Holy See weakened further in the years 1935-1936, during the Ethiopian War: wrongly, London interpreted Papal Diplomacy’s peace initiative as conceived to support the imperial claims of Fascist Italy. In 1937, following the publication of the Encyclical “Mit Brennender Sorge”, a factual rapprochement started: the British perceived the Papacy as lined up with democracies and opposed to Totalitarian States, that is to say Germany and Italy. The institution of the Apostolic Delegation to Great Britain (November 1938) constituted symptom and concrete manifestation of a new and deep harmony.
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PIFFANELLI, LUCIANO. « Contra et adversus dominum ducem Mediolani. Percorsi, pratiche e protagonisti della diplomazia fiorentina all'alba delle guerre antiviscontee del Quattrocento ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/978540.

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Résumé :
Based on a large corpus of archival sources, and on an extensive bibliography, this research sheds a light on several innovative elements regarding the study of political and diplomatic exchanges in Italy during the first Quattrocento. Through the three parts of the thesis, the analysis of the sources (from the point of view not only of the contents, but also a linguistic one) has clarified the meanings of the war between Florence and Venice against Philippe Marie Visconti. The importance of this work remains first and foremost in the chronological range analyzed: the 1420s are almost absent in the historiography on Italian diplomacy during the Renaissance, a vacuum that can certainly be alleged at a documentary polarization (archives sources become richer from the second half of the century). Secondly, the documentary basin included more than 60 archive collections, which gave the research a solid basis for continuing the historical inquiry, as well as the dialogue established between the different sources. As for the results, beyond the strictly event-oriented plan, from the phenomenon point of view, we have been able to identify the political-territorial evolution of the Italian powers during the first part of the century, long before the crucial moment of the 'Lega Italica' 1455), which is usually the starting point of any diplomatic analysis. It has been possible for us, for example, to go back to the source of the links between Eugene IV and the Medici; or to show the reasons and the issues of the rise of Savoy in Italy; or, finally, to highlight, within Italian political life, the evolution of the papal presence, which shifted from neutrality to the management of diplomatic alliances.
En s'appuyant sur un corpus de sources d'archives décidément vaste, et sur une ample bibliographie, cette recherche apporte plusieurs éléments novateurs à l'étude des échanges politiques et diplomatiques dans l'Italie du premier Quattrocento. Au fil des trois parties dont cette thèse se compose, l'analyse des sources (du point de vue non seulement des contenus, mais aussi linguistique) a permis quelques éclaircissements sur la guerre entre Florence et Venise contre Philippe Marie Visconti. L'importance de ce travail réside tout d'abord dans la fourchette chronologique prise en compte : les années Vingt du Quattrocento, en effet, sont quasiment absentes dans l'historiographie sur la diplomatie italienne à la Renaissance, un vide qui peut assurément être allégué à une polarisation documentaire conséquente (les sources d'archives se font plus riches à partir de la seconde moitié du siècle). Deuxièmement, le bassin documentaire a compris plus de 60 fonds d'archives, ce qui a donné à la recherche une base solide pour poursuivre l'enquête historique, grâce aussi à l'osmose et au dialogue établis entre les différentes sources. Quant aux résultats, au-delà du plan strictement événementiel, en ce qui concerne les phénomènes et les trajectoires nous avons pu identifier les évolutions politico-territoriales des puissances italiennes durant la première partie du siècle, bien avant, donc, le moment crucial de la 'Lega italica' (1455), qui est d'habitude vue comme le point de départ de toute analyse diplomatique. Il nous a été possible, par exemple, de remonter jusqu'à la source des liens entre Eugène IV et les Médicis ; ou de montrer les raisons et les enjeux de la montée de la Savoie en Italie ; ou, enfin, de mettre en exergue, au sein de la vie politique italienne, l'évolution de la présence pontificale, qui passa de la neutralité à la gestion des alliances diplomatiques.
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PICCININI, IACOPO. « La politica di difesa della Repubblica italiana nelle carte dell'ufficio del consigliere diplomatico della Presidenza del consiglio dei ministri 1957/1963 ». Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/557492.

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Cafagna, Ettore. « Relazioni diplomatiche e mito storico repubblicano fra Venezia e Province Unite (1610-1643). Il mito repubblicano fra politica internazionale e questioni di precedenza diplomatica ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11562/934423.

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Résumé :
In questa tesi viene analizzato il rapporto diplomatico fra Repubblica di Venezia e Province Unite nella prima metà del Seicento. I primi due capitoli della tesi sono dedicati a questa ricerca attraverso l’intreccio delle analisi di documenti diplomatici e del discorso politico di stampo repubblicano inseriti nel contesto politico specifico della prima metà del Seicento. Mentre il primo capitolo indugia sulle primissime fasi del rapporto diplomatico fra le due repubbliche, legandolo all’utilizzo del mito repubblicano quale effettivo strumento politico, il secondo capitolo è dedicato più prettamente al raffronto fra la parabola precocemente discendente del rapporto diplomatico biunivoco tra le due repubbliche e la permanenza invece delle influenze reciproche in ambito intellettuale. I capitoli terzo e quarto sono invece dedicati al rapporto diplomatico veneto-olandese calato in un contesto europeo. Il poco successo del tema dei rapporti internazionali fra Province Unite e Venezia nella storiografia recente ha in qualche modo ridimensionato uno dei più interessanti contesti di confronto diplomatico del primo Seicento. Questo rapporto però può essere apprezzato pienamente se analizzato nelle diverse declinazioni che lo contraddistinsero, mettendolo in relazione con le peculiari esigenze politiche imposte dalle guerre europee. In questo caso il documento diplomatico veneziano, nella sua forma di dispaccio, risulta essere lo strumento migliore per carpire l’effettiva portata di un rapporto diplomatico diviso fra diversi poli politici, ma che si rifaceva ad una unica strategia di politica estera. Analizzando i dispacci degli ambasciatori veneti alle corti europee, presso le quali era al contempo presente un ambasciatore residente degli Stati Generali delle Province Unite, vengono messe in luce le questioni e i momenti più importanti caratterizzati o da una relazione diretta fra gli ambasciatori delle due repubbliche, o l’intervento diplomatico in relazione a situazioni di interesse comune. La divisione di questo tema in due capitoli è stata necessaria per poter affrontare la relazione diplomatica veneto-olandese alla corte di Costantinopoli - capitolo quarto - la quale, per la specificità dell’azione diplomatica lì in essere, ha richiesto una trattazione separata. L’ultimo capitolo tratta invece un tema che per ultimo è scaturito dal lavoro di ricerca e di analisi dei documenti diplomatici. Incentrato sul valore simbolico dei cerimoniali diplomatici quali momenti di legittimazione politica del governo che li mette in atto e dei rappresentanti diplomatici che vi partecipano, il capitolo contiene l’analisi dei momenti catartici dell’azione diplomatica quali i cerimoniali e le questioni di precedenza che da questi scaturiscono. Particolare attenzione è stata data a momenti di contrasto per titoli e precedenza intercorsi fra ambasciatori delle Province Unite e della Serenissima, sia a Venezia che presso le altre corti europee dove vi fosse una compresenza di agenti diplomatici delle due repubbliche. Anche nei contrasti di precedenza diplomatica il mito repubblicano risulta presente quale base di legittimazione del “posto” posseduto da uno stato o da un principe nella gerarchia internazionale della dignità e del prestigio dello stato. In questo contesto il confronto fra le due repubbliche si rivela particolarmente interessante quando le contestazioni di titoli e di precedenza diplomatica vengono calate nel contesto di specifiche strategie politiche volte ad ottenere legittimità o vantaggio di preminenza.
The subject of this thesis is the diplomatic relation between the Republic of Venice and the Dutch republic during the first half of the 17th century. The first two chapters of the thesis are devoted to the analysis of the binding between the production of diplomatic documents and the use of a republican discourse in the peculiar political context of the early 17th century. The first chapter focuses on the very first diplomatic approach between the two republics and the role of that the republican myth had in it. In the second chapter is described the progressive reshaping of the diplomatic relations between Venice and the Dutch republic while the use of the republican historical myth kept on being present as cultural link between them. The third and fourth chapters are dedicated to the diplomatic connection of the two republics at the courts of Pars, London and Constantinople in the context of the Thirty Years War. IN the last chapter is analyzed the way in which the early modern governments used the diplomatic ceremonials as a form of political legitimation within the international community with a keen eye on the confrontation between the Dutch Republic and the Republic of Venice.
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BONIFACIO, ARRIGO. « Diplomazia culturale e questione nazionale italiana tra Italia e Jugoslavia durante la guerra fredda. Alle origini della collaborazione tra Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume e Università Popolare di Trieste ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1651019.

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Résumé :
Basandosi su fonti italiane e jugoslave lo studio analizza le vicende delle relazioni italo-jugoslave e quelle dell’Unione degli Italiani dell’Istria e di Fiume, illustrando come queste ultime siano state costantemente influenzate dalle prime. La ricerca, che illustra come durante tutto il periodo preso in considerazione la questione delle reciproche minoranze nazionali fu oggetto costante dell’azione diplomatica dei due Stati, chiarisce come entrambi questi ultimi volevano assicurarsi la sopravvivenza della propria minoranza nazionale venutasi a ritrovare al di fuori dei nuovi assetti territoriali delineatisi in seguito alla Seconda Guerra Mondiale. Di conseguenza, sia la diplomazia di Roma che quella di Belgrado cercarono costantemente di ottenere nuove concessioni a favore della propria minoranza nazionale, dapprima in un’ottica di confronto, e, in seguito, nell’ambito di una collaborazione, grazie alla quale sia l’Italia repubblicana che la Jugoslavia di Tito riuscirono infine ad ottenere un effettivo miglioramento delle condizioni della propria minoranza e la possibilità di fornire a quest’ultima un aiuto diretto.
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GHIGNOLI, ANTONELLA. « Documenti e proprietà altomedievali. Fondamenti e problemi dell'esegesi storica delle fonti documentarie nello specchio della tradizione delle carte pisane dei secoli VIII-XI ». Doctoral thesis, 2002. http://hdl.handle.net/2158/469861.

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XIE, SIJIE. « Un lungo cammino : prodromi ed esiti della politica diplomatica tra Santa Sede e Cina da Giovanni Paolo II a papa Francesco ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11573/1614630.

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Résumé :
Nella Comunità Internazionale, la Santa Sede è uno degli attori diplomatici più antichi. La diplomazia pontificia vanta il titolo di prima diplomazia al mondo. La sovranità della Chiesa cattolica è incorporata come Santa Sede nel diritto internazionale, le cui funzioni e attività sono esercitate dal Pontificato Romano. Una comprensione precisa della diplomazia della Santa Sede contribuirà ad una relazione diplomatica ideale tra Cina e Santa Sede. Ci sono due parte in questa tesi, la prima parte: la storia dei rapporti tra la Chiesa di Roma e la Cina fino 1978: per una comprensione generale dell’evoluzione della diplomazia pontificia nel Novecento, la seconda parte: la politica diplomatica verso la Cina: da Giovanni Paolo II a papa Francesco. La prima parte ho analizzato i documenti negli archivi, ho fatto una rassegna completa del processo storico dei negoziati sinovaticani dal 19°secolo, analizzato il successo e il fallimento degli scambi bilaterali e ho avanzato le mie opinioni e suggerimenti personali sull'attuale politica del mio paese di fronte alla Santa Sede. La seconda parte con i motivi delle fonti primarie e archivistiche relative ai pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco che risultano oggi accessibili sono molto rare. Per rimediare a questa mancanza di documenti, è possibile ricostruire la storia di questo periodo attraverso le testimonianze di quei personaggi che hanno avuto un ruolo attivo nel dialogo tra Santa Sede e Cina. Indicazioni importanti possono giungere anche dagli studiosi che hanno svolto ricerche sul tema. I miei interlocutori hanno diverse idee sui rapporti tra Cina e Santa Sede, ma da parte di tutti si può notare profondo amore per la Cina. Le loro idee e i loro punti di vista, che derivano da diversi contesti di origine e da differenti esperienze di vita, sono tutte prospettive ugualmente utili per un’analisi complessiva dell’ampio tema delle relazioni sino-vaticane. In fine c’è la mia conclusione riflette il mio punto di vista e mi auguro che le relazioni Cina-Vaticano possano tornare alla normalità il prima possibile.
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BIANCHI, GIULIA. « Diplomazia balcanica e mediterranea. Russia e Italia dall'accordo di Racconigi al patto di Londra (1909-1915) ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1571357.

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Résumé :
La ricerca ricostruisce i rapporti politici tra Italia e Russia dalla firma dell’accordo di Racconigi, avvenuta il 24 ottobre del 1909, all’indomani della crisi per l’annessione della Bosnia-Erzegovina, alla negoziazione dell’ingresso dell’Italia nella prima guerra mondiale al fianco della Triplice Intesa, conclusa il 26 aprile 1915 con la firma del patto di Londra. Facendo ricorso alla documentazione archivistica russa e italiana, la ricerca esamina l’evoluzione dei rapporti italo-russi nel corso delle crisi e dei riallineamenti di alleanze che segnarono la storia d’Europa fino alla cesura del primo conflitto mondiale, con particolare attenzione ad un settore essenziale tanto per la Russia quanto per l’Italia: i Balcani e, con essi, il Mediterraneo. L’analisi della politica svolta da Italia e Russia nei diversi momenti chiave della storia d’Europa ha reso possibile tracciare un bilancio dei rapporti italo-russi, caratterizzati dalla ricerca di una collaborazione incentrata su contingenti convergenze di interessi, pur sullo sfondo di una sostanziale divergenza di obiettivi, determinata, in ultima analisi, dalle ambizioni della Russia zarista nel mar Mediterraneo, di cui l’influenza nella penisola balcanica e nell’Adriatico, contesa da Italia e stati slavi, è stato il corollario.
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BIANCHI, VIVIANA. « Carlo Sforza and diplomatic Europe, 1896-1922 ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1085020.

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Résumé :
The aim of this work is to understand the actions of Carlo Sforza as a diplomat and Foreign Affairs Minister going beyond any preconceived opinion, and to relate his decisions and official documents to his “time.” Sforza lived through a period in which the world experienced many shocking events; his story encompasses the passage from the nineteenth to the twentieth century. The study of his action as an Italian diplomat, Minister, and exile enable the historian to understand the red thread of continuity – or discontinuity, in the Italian foreign policy. For this reason, the objective of this work is to understand Sforza’s actions and foreign policy decisions drawing heavily on – published and unpublished – diplomatic documents and correspondence. Considering the amount of material related to Carlo Sforza, the study has been divided. The dissertation represents the first part of a more ambitious project which aims to reconstruct the entire life of Carlo Sforza and his international action. This work analyzes the first years of Sforza’s career, from 1896 to 1922. In 1896 Sforza became a diplomat; meanwhile, the defeat of Adua shocked the Italian political system. In 1922 Sforza decided to resign because he strongly disagreed with the choice of the new Italian Prime Minister, Benito Mussolini, who included the nationalists in his Government. As a liberal, Sforza had believed in the "honest fascists" but he could hardly find a compromise with a nationalist as Federzoni - new Minister of Colonies - was. This choice stressed the personal and professional change in Sforza’s life. In fact, he had a career as a diplomat and a public servant which ended for good when he left Paris. Starting from that moment, Sforza acted as a politician and his actions would be related to his political career.
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