Thèses sur le sujet « Storia della didattica Firenze »

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1

Masani, Ricci Massimo. « Codice Pluteo 29.1 della Biblioteca Laurenziana di Firenze : storia e catalogo comparato / ». Pisa : ETS, 2002. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb391028474.

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2

Ceroni, Gabriele <1969&gt. « Il ruolo della metafora nella comunicazione della fisica contemporanea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5902/1/Ceroni_Gabriele_tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro si rivolge all’analisi del ruolo delle forme metaforiche nella divulgazione della fisica contemporanea. Il focus è sugli aspetti cognitivi: come possiamo spiegare concetti fisici formalmente complessi ad un audience di non-esperti senza ‘snaturarne’ i significati disciplinari (comunicazione di ‘buona fisica’)? L’attenzione è sulla natura stessa della spiegazione e il problema riguarda la valutazione dell’efficacia della spiegazione scientifica a non-professionisti. Per affrontare tale questione, ci siamo orientati alla ricerca di strumenti formali che potessero supportarci nell’analisi linguistica dei testi. La nostra attenzione si è rivolta al possibile ruolo svolto dalle forme metaforiche nella costruzione di significati disciplinarmente validi. Si fa in particolare riferimento al ruolo svolto dalla metafora nella comprensione di nuovi significati a partire da quelli noti, aspetto fondamentale nel caso dei fenomeni di fisica contemporanea che sono lontani dalla sfera percettiva ordinaria. In particolare, è apparsa particolarmente promettente come strumento di analisi la prospettiva della teoria della metafora concettuale. Abbiamo allora affrontato il problema di ricerca analizzando diverse forme metaforiche di particolare rilievo prese da testi di divulgazione di fisica contemporanea. Nella tesi viene in particolare discussa l’analisi di un case-study dal punto di vista della metafora concettuale: una analogia di Schrödinger per la particella elementare. I risultati dell’analisi suggeriscono che la metafora concettuale possa rappresentare uno strumento promettente sia per la valutazione della qualità delle forme analogiche e metaforiche utilizzate nella spiegazione di argomenti di fisica contemporanea che per la creazione di nuove e più efficaci metafore. Inoltre questa prospettiva di analisi sembra fornirci uno strumento per caratterizzare il concetto stesso di ‘buona fisica’. Riteniamo infine che possano emergere altri risultati di ricerca interessanti approfondendo l’approccio interdisciplinare tra la linguistica e la fisica.
The present work deals with the role of metaphorical thinking in the public communication of contemporary physics. We focus on the cognitive aspects: how to disseminate complicated formal physical concepts to a non-professional public maintaining the ‘correct’ disciplinary meaning, that is aiming at communication of ‘good physics’. The focus is on the nature of the explanation and the problem is how to evaluate the effectiveness of public scientific explanation of advanced physical topics to a non-professional audience. For this purpose we have looked for formal tools apt at analyzing the linguistic features of dissemination texts. We have drawn our attention to the role of analogical and metaphorical forms in the construction of ‘actual’ physical meanings because they obviously play an important role in introducing new concepts from previous ones when dealing with contemporary physics phenomena that are far from the ordinary perceptive domain. For the purpose of our investigation the conceptual metaphor perspective, within the framework of cognitive linguistics, appeared to be the most promising analytical tool. We investigate the research problem by analyzing a set of ‘relevant’ analogies and metaphors taken from popular science literature. In particular an analysis of a case study, within the framework of conceptual metaphor, is presented : Schrödinger’s analogy for ‘elementary particle’. The results of the analysis suggest that the conceptual metaphor perspective might be a potential tool both to assess the quality of analogical forms used in explanation of contemporary physics and to design new and ‘better’ analogies and metaphors. Besides, in a recursive process this analysis could help to focus on those meaningful cognitive aspects that characterize, and refine, a ‘complete’ and ‘correct’ physical concept. We think that fruitful results of inquiry might come from a deeper interdisciplinary approach between linguistics and physics.
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3

Ceroni, Gabriele <1969&gt. « Il ruolo della metafora nella comunicazione della fisica contemporanea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5902/.

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Résumé :
Il presente lavoro si rivolge all’analisi del ruolo delle forme metaforiche nella divulgazione della fisica contemporanea. Il focus è sugli aspetti cognitivi: come possiamo spiegare concetti fisici formalmente complessi ad un audience di non-esperti senza ‘snaturarne’ i significati disciplinari (comunicazione di ‘buona fisica’)? L’attenzione è sulla natura stessa della spiegazione e il problema riguarda la valutazione dell’efficacia della spiegazione scientifica a non-professionisti. Per affrontare tale questione, ci siamo orientati alla ricerca di strumenti formali che potessero supportarci nell’analisi linguistica dei testi. La nostra attenzione si è rivolta al possibile ruolo svolto dalle forme metaforiche nella costruzione di significati disciplinarmente validi. Si fa in particolare riferimento al ruolo svolto dalla metafora nella comprensione di nuovi significati a partire da quelli noti, aspetto fondamentale nel caso dei fenomeni di fisica contemporanea che sono lontani dalla sfera percettiva ordinaria. In particolare, è apparsa particolarmente promettente come strumento di analisi la prospettiva della teoria della metafora concettuale. Abbiamo allora affrontato il problema di ricerca analizzando diverse forme metaforiche di particolare rilievo prese da testi di divulgazione di fisica contemporanea. Nella tesi viene in particolare discussa l’analisi di un case-study dal punto di vista della metafora concettuale: una analogia di Schrödinger per la particella elementare. I risultati dell’analisi suggeriscono che la metafora concettuale possa rappresentare uno strumento promettente sia per la valutazione della qualità delle forme analogiche e metaforiche utilizzate nella spiegazione di argomenti di fisica contemporanea che per la creazione di nuove e più efficaci metafore. Inoltre questa prospettiva di analisi sembra fornirci uno strumento per caratterizzare il concetto stesso di ‘buona fisica’. Riteniamo infine che possano emergere altri risultati di ricerca interessanti approfondendo l’approccio interdisciplinare tra la linguistica e la fisica.
The present work deals with the role of metaphorical thinking in the public communication of contemporary physics. We focus on the cognitive aspects: how to disseminate complicated formal physical concepts to a non-professional public maintaining the ‘correct’ disciplinary meaning, that is aiming at communication of ‘good physics’. The focus is on the nature of the explanation and the problem is how to evaluate the effectiveness of public scientific explanation of advanced physical topics to a non-professional audience. For this purpose we have looked for formal tools apt at analyzing the linguistic features of dissemination texts. We have drawn our attention to the role of analogical and metaphorical forms in the construction of ‘actual’ physical meanings because they obviously play an important role in introducing new concepts from previous ones when dealing with contemporary physics phenomena that are far from the ordinary perceptive domain. For the purpose of our investigation the conceptual metaphor perspective, within the framework of cognitive linguistics, appeared to be the most promising analytical tool. We investigate the research problem by analyzing a set of ‘relevant’ analogies and metaphors taken from popular science literature. In particular an analysis of a case study, within the framework of conceptual metaphor, is presented : Schrödinger’s analogy for ‘elementary particle’. The results of the analysis suggest that the conceptual metaphor perspective might be a potential tool both to assess the quality of analogical forms used in explanation of contemporary physics and to design new and ‘better’ analogies and metaphors. Besides, in a recursive process this analysis could help to focus on those meaningful cognitive aspects that characterize, and refine, a ‘complete’ and ‘correct’ physical concept. We think that fruitful results of inquiry might come from a deeper interdisciplinary approach between linguistics and physics.
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Testa, Camilla <1993&gt. « Percorso storico della didattica artistica : esperienze didattiche italiane a confronto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14876.

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Résumé :
Il primo capitolo affronta il tema dell'educazione nel corso della storia secondo il punto di vista di diversi studiosi. il secondo capitolo si concentra su alcune esperienze didattiche italiane, mentre nel terzo capitolo esporrò la mia personale esperienza nei lavoratori didattici a ca'rte lab di Ca' Foscari.
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5

Dimauro, Giuliana. « Il calcolo delle Probabilità : storia, didattica ed applicazioni ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Nella seguente tesi viene fornita un’analisi dello sviluppo del calcolo delle probabilità. Ne primo capitolo è presente un excursus storico che ripercorre l’evoluzione di questa disciplina attraverso i secoli. Segue un capitolo dedicato alla didattica della probabilità con l’analisi di alcune indagini sulla valutazione degli studenti che vengono fatte a livello internazionale e nazionale. Inoltre, è stata condotta un’indagine locale in un Istituto Secondario Superiore. Nel terzo ed ultimo capitolo, si propone un’applicazione concreta del calcolo delle probabilità analizzando alcuni giochi d’azzardo con l’ausilio di software quali Mathematica e Matlab per mettere in luce l’iniquità di tali giochi.
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6

Varano, Stefania <1978&gt. « Visualizzazioni e rappresentazioni sensoriali della scienza non visibile ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7366/1/VARANO_TESI_FINALE.pdf.

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Résumé :
La visualizzazione scientifica è la resa in forma visuale di dati, al fine di meglio comprenderli per sé e più facilmente illustrarli ad altri. I dati visualizzati sono informazioni quantitative frutto di osservazione, astrazione o calcolo. Il processo di visualizzazione presuppone una serie di regole per la codifica e decodifica dell’informazione. Normalmente il codice rappresentativo è articolato, per gestire al meglio il compromesso tra la fedeltà di rappresentazione e i limiti del mezzo usato per rappresentarla; non di rado però è sottointeso. Nei casi in cui la rappresentazione visuale è densamente figurativa, cioè imita espressamente la realtà, questo può portare a una confusione tra significante e significato oppure a un’interpretazione errata da parte dell’utente guidata dall’analogia con la memoria e l’esperienza vissuta. Questo fraintendimento può dimostrarsi particolarmente rischioso nei casi in cui la rappresentazione visuale ha come oggetto qualcosa di fisicamente esistente ma, per cause legate alla natura fisica dell’oggetto, inaccessibile alla vista e agli strumenti ottici. Abbiamo argomentato come nel caso di rappresentazioni della realtà più arbitrarie e scarsamente figurative, la corrispondenza con il contenuto informativo è più cosciente nell’utilizzatore, permettendo di superare alcuni dei limiti cognitivi delle rappresentazioni visuali. Ci siamo quindi chiesti se non fosse possibile, e magari anche conveniente, realizzare rappresentazioni sensoriali che non fanno uso della vista e ne abbiamo studiato le potenzialità. Lo studio ha guidato la realizzazione di una resa in forma tattile e uditiva dell’emissione di onde radio da parte di oggetti celesti in una regione di cielo, attraverso parametri tattili e uditivi arbitrari e non necessariamente corrispondenti ad analoghi visuali. La sperimentazione, effettuata anche con l’aiuto di utenti non vedenti, ha evidenziato una notevole efficacia in termini di trasferimento di informazione e di coinvolgimento di un pubblico diversamente abile, mostrando interessanti spunti di ricerca futuri in ambito didattico, museale e sociale.
Scientific visualization is the visual representation of data, in order to better understand and illustrate them. The displayed data is any quantitative information, resulting from observation, abstraction or calculation. The display process implies a set of rules for encoding information in a visual form. Normally the code is complex, in order to better compromise between the fidelity of representation and the limits of the medium used to represent it; not infrequently, however, it is tacit. In cases where the visual representation is densely figurative (i.e. a clear imitation of reality), this can lead to mistake signifier for signified, or to misinterpret the represented data, due to the analogy of the representation with real experience. This misunderstanding may be particularly risky in cases where the object of the visual representation is something physical, but inaccessible to the eye and to optical instruments. We argue that in the case of more arbitrary and less figurative representations, the fruition is more conscious, also allowing to overcome some of the cognitive limits of visual representations. We investigate whether it is possible, and maybe even more suitable, to create sensorial representations that do not use the view, therefore we studied the potential of such representations. This study led to the realization of a tactile and acoustic map of radio waves emitted from celestial objects in a region of the sky, using tactile and auditory parameters not necessarily corresponding to visual analogues. The experiment, carried out also with visually impaired users, showed a significant effect in terms of transfer of information and involvement of a disabled audience, presenting interesting cues for future research in education, implementations for science centers and creation of integrations projects about sensory impairment.
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Varano, Stefania <1978&gt. « Visualizzazioni e rappresentazioni sensoriali della scienza non visibile ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7366/.

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Résumé :
La visualizzazione scientifica è la resa in forma visuale di dati, al fine di meglio comprenderli per sé e più facilmente illustrarli ad altri. I dati visualizzati sono informazioni quantitative frutto di osservazione, astrazione o calcolo. Il processo di visualizzazione presuppone una serie di regole per la codifica e decodifica dell’informazione. Normalmente il codice rappresentativo è articolato, per gestire al meglio il compromesso tra la fedeltà di rappresentazione e i limiti del mezzo usato per rappresentarla; non di rado però è sottointeso. Nei casi in cui la rappresentazione visuale è densamente figurativa, cioè imita espressamente la realtà, questo può portare a una confusione tra significante e significato oppure a un’interpretazione errata da parte dell’utente guidata dall’analogia con la memoria e l’esperienza vissuta. Questo fraintendimento può dimostrarsi particolarmente rischioso nei casi in cui la rappresentazione visuale ha come oggetto qualcosa di fisicamente esistente ma, per cause legate alla natura fisica dell’oggetto, inaccessibile alla vista e agli strumenti ottici. Abbiamo argomentato come nel caso di rappresentazioni della realtà più arbitrarie e scarsamente figurative, la corrispondenza con il contenuto informativo è più cosciente nell’utilizzatore, permettendo di superare alcuni dei limiti cognitivi delle rappresentazioni visuali. Ci siamo quindi chiesti se non fosse possibile, e magari anche conveniente, realizzare rappresentazioni sensoriali che non fanno uso della vista e ne abbiamo studiato le potenzialità. Lo studio ha guidato la realizzazione di una resa in forma tattile e uditiva dell’emissione di onde radio da parte di oggetti celesti in una regione di cielo, attraverso parametri tattili e uditivi arbitrari e non necessariamente corrispondenti ad analoghi visuali. La sperimentazione, effettuata anche con l’aiuto di utenti non vedenti, ha evidenziato una notevole efficacia in termini di trasferimento di informazione e di coinvolgimento di un pubblico diversamente abile, mostrando interessanti spunti di ricerca futuri in ambito didattico, museale e sociale.
Scientific visualization is the visual representation of data, in order to better understand and illustrate them. The displayed data is any quantitative information, resulting from observation, abstraction or calculation. The display process implies a set of rules for encoding information in a visual form. Normally the code is complex, in order to better compromise between the fidelity of representation and the limits of the medium used to represent it; not infrequently, however, it is tacit. In cases where the visual representation is densely figurative (i.e. a clear imitation of reality), this can lead to mistake signifier for signified, or to misinterpret the represented data, due to the analogy of the representation with real experience. This misunderstanding may be particularly risky in cases where the object of the visual representation is something physical, but inaccessible to the eye and to optical instruments. We argue that in the case of more arbitrary and less figurative representations, the fruition is more conscious, also allowing to overcome some of the cognitive limits of visual representations. We investigate whether it is possible, and maybe even more suitable, to create sensorial representations that do not use the view, therefore we studied the potential of such representations. This study led to the realization of a tactile and acoustic map of radio waves emitted from celestial objects in a region of the sky, using tactile and auditory parameters not necessarily corresponding to visual analogues. The experiment, carried out also with visually impaired users, showed a significant effect in terms of transfer of information and involvement of a disabled audience, presenting interesting cues for future research in education, implementations for science centers and creation of integrations projects about sensory impairment.
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Dall'Igna, Stefano <1988&gt. « La didattica dell'ascolto per adulti. Riflessioni teoriche con una proposta pratica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3779.

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Résumé :
Negli ultimi anni, gli studi teorici di didattica generale si sono occupati sempre più di proporre metodi didattici per tutte le età, compresa quella adulta. Questo orientamento, definito molte volte con l'espressione lifelong learning, stimola la nascita di una riflessione analoga da cui non può esimersi neppure quella parte della didattica che si occupa della percezione della musica: la didattica dell'ascolto. E' noto, infatti, che i processi di natura psicologica, psichica e mentale coinvolti nell'ascolto della musica si modificano con l'età. Questa tesi, quindi, è nata con l'intenzione di offrire una riflessione teorica su una didattica dell'ascolto per l'età adulta, attingendo soprattutto dagli studi sociologici, psicologici e didattici. Nella parte iniziale, si passano in rassegna i principali metodi storici della didattica della musica (che possono considerarsi i precursori della didattica dell'ascolto); si esaminano inoltre i più recenti contributi italiani in materia. Successivamente, vengono affrontati alcuni nodi teorici fondamentali, allo scopo di delineare una metodologia didattica quanto più possibile pertinente al tema scelto. Infine, a conclusione della parte teorica, segue una proposta pratica di didattica dell'ascolto, strutturata a partire dal confronto fra due balletti del repertorio musicale ottocentesco: Giselle di Charles Adolphe Adam e Ballo Excelsior di Romualdo Marenco.
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9

Vanacore, Antonio. « Progettazione e sperimentazione di un percorso didattico sperimentale in superconduttività ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1786.

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Résumé :
2012 - 2013
Vengono presentate e discusse le fasi di progettazione, realizzazione e valutazione di efficacia di un percorso didattico di insegnamento/apprendimento incentrato sui materiali superconduttori partendo dalle loro proprietà magnetiche. Sono state effettuate sperimentazioni di metodologie e realizzati materiali didattici innovativi volti a favorire l’apprendimento degli studenti con l’ausilio di attività laboratori ali svolte presso la Scuola Estiva di Eccellenza di Fisica Moderna SEEFM. [a cura dell'autore]
XII n.s.
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10

Cinti, Fabiana. « Storia e sviluppo del concetto di limite : fra matematica, filosofia e didattica ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6325/.

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Résumé :
La letteratura mostra come siano innumerevoli le difficoltà e gli ostacoli nell'apprendimento del concetto di limite: la ricerca è volta ad ipotizzare un possibile aiuto e supporto alla didattica con l'utilizzo della storia della matematica relativa al concetto di limite.
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Natale, Antonella. « I sistemi di numerazione : dalla didattica ai frattali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8753/.

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Résumé :
Questa tesi è incentrata sullo studio dei sistemi di numerazione. Dopo un'analisi storica dei vari contributi apportati dai diversi popoli, si mostrano alcune applicazioni didattiche elementari e alcuni giochi ricreativi. Per mostrare l'interesse di questi sistemi anche per la ricerca contemporanea, si passa a una trattazione più generale fino a giungere alla geometria frattale.
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FREDELLA, CLAUDIA DELIA. « RAGIONARE SUL PASSATO PER COSTRUIRE IL FUTURO Educare alla cittadinanza attiva attraverso lo studio della Storia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262903.

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Résumé :
Nello scenario attuale, in cui le società sono soggette a rapidi cambiamenti nel tessuto culturale, economico, politico e sociale, il tema dell’Educazione alla cittadinanza attiva è divenuto sempre più centrale nella definizione degli obiettivi dei sistemi educativi in tutta Europa, a partire dalla proclamazione nel 2005 dell’Anno europeo della cittadinanza mediante l'educazione e come indicato nel Quadro strategico per la cooperazione europea nell’istruzione e nella formazione (ET2020). Questa urgenza è stata fondante per la costruzione del progetto di ricerca Erasmus+ STEP, Pedagogia della cittadinanza e formazione degli insegnanti: un’alleanza tra scuola e territorio, nella cornice del quale ho condotto parte della mia ricerca di dottorato. In seno al progetto STEP si è lavorato sui temi del vivere insieme, dell’educazione al Patrimonio e allo sviluppo sostenibile con la finalità di promuovere e rafforzare il dialogo e l’integrazione fra i diversi saperi disciplinari che incidono sulla formazione delle competenze di cittadinanza attiva, attraverso il coinvolgimento diretto di bambini e insegnanti in esperienze autenticamente rilevanti. Nella definizione del quadro teorico all’interno del quale si sono svolti gli studi di caso è stato fondamentale avviare una riflessione sui diversi modelli di Educazione alla cittadinanza esistenti e individuare le condizioni necessarie perché il contesto scolastico sia coerente con i valori di una società democratica. Il primo obiettivo dello studio di caso è stato indagare se e come contribuisca a sviluppare competenze di cittadinanza nei bambini della Scuola Primaria una Didattica della Storia che li veda attivi costruttori del proprio sapere, attraverso l’esplorazione del territorio culturale e sociale nel quale vivono e che li coinvolga in ricerche e discussioni in classe. Una particolare attenzione è stata rivolta al tema dello sviluppo del pensiero critico, che la letteratura indica come sottostimato e per monitorarlo si sono analizzate le conversazioni con i bambini durante tutto l’arco di sviluppo del progetto. La seconda domanda che ha guidato la ricerca è stata se e come un percorso di Ricerca-Formazione potesse favorire la costruzione di una comunità di pratica e promuovere negli insegnanti coinvolti nuovi saperi pedagogico-didattici, consapevolmente orientati allo sviluppo di competenze di cittadinanza nei bambini. In quest’ottica è stato previsto uno scambio continuo tra ricercatori e insegnanti con l’obiettivo di dare spazio agli insegnanti per condividere dubbi e difficoltà incontrati durante il percorso. Il secondo focus della ricerca è proprio la formazione insegnanti e l’individuazione di quali modelli di formazione possano produrre un’efficace riflessione sul senso del loro agire professionale e un conseguente miglioramento nelle loro progettazioni didattiche per orientarle alla promozione delle competenze di cittadinanza nei bambini. Si è indagato in particolare con lo studio di caso il modello della Ricerca-Formazione partendo dall’assunto che l’obiettivo della formazione debba essere lo sviluppo di un insegnante riflessivo e consapevole del proprio agire didattico e dell’importanza del processo di decodifica delle proprie rappresentazioni. La seconda parte della ricerca è dedicata appunto alle rappresentazioni dei futuri insegnanti sul significato dell’insegnamento della Storia e su eventuali connessioni con l’Educazione alla cittadinanza attiva. La volontà di condurre uno studio esplorativo, attraverso la somministrazione di questionari agli studenti di Scienze della Formazione Primaria su questo tema è nata dall’osservazione, durante l’analisi dei dati raccolti nello studio di caso, del ruolo cruciale rivestito dalla formazione insegnanti unitamente al fondamentale apporto che la decodifica delle proprie rappresentazioni può fornire allo sviluppo di professionisti riflessivi.
In the current scenario, where societies are changing rapidly in the cultural, economic, political and social context, the issue of Active Citizenship Education has become more and more crucial in defining the objectives of education systems all over Europe, starting with the proclamation in 2005 of the European Year of Citizenship through Education and as set out in the Strategic Framework for European Cooperation in Education and Training (ET2020). This urgency was the cornerstone of the construction of the Erasmus+ STEP research project, Citizenship education and teacher training: an alliance between school and territory, in which I carried out part of my doctoral research. Within the STEP project, work has been carried out on the themes of living together, heritage education and sustainable development with the aim of promoting and strengthening dialogue and integration between the various disciplines that can affect the development of active citizenship skills, through the direct involvement of children and teachers in genuinely relevant experiences. In defining the theoretical framework of the case studies, it was essential to start a reflection on the different existing models of Citizenship Education and to identify the required conditions to ensure that the school context is consistent with the values of a democratic society. The first objective of the case study was to investigate whether and how an History Education that involves them in research and discussion in the classroom can contribute to the development of citizenship skills in primary school children, seeing them as active builders of their own knowledge, through the exploration of the cultural and social territory where they live. Specific attention was paid to the theme of the development of critical thinking, which the literature indicates as underestimated and to monitor it, conversations with children were analyzed during the whole development of the project. The second question that guided the research was whether and how a path of Teacher Professional Development Research, built between school and territory, could foster the construction of a community of practice and promote in the teachers involved new pedagogical-didactic knowledge, consciously oriented to the development of citizenship skills in children. In this perspective, within the case study, a continuous exchange between researchers and teachers was established with the aim of giving space to teachers to share doubts and difficulties faced during the course. The second focus of the research is on teacher training and the identification of which training methods can produce an effective reflection on the meaning of their professional behavior and a consequent improvement in their didactic designs to orient them to the promotion of citizenship skills in children. Within the case study the model of Teacher Professional Development Research was particularly investigated, starting from the assumption that the objective of the training must be the development of a reflective teacher who is aware of his own didactic action and of the importance of the process of decoding his own representations. The second part of the research is dedicated to the representations of future teachers on the meaning of teaching History and on possible connections with Active Citizenship Education. The willingness to conduct an exploratory study, through the submission of questionnaires to students of the degree of Primary Education Science of on this topic was born from the observation, during the analysis of the data collected in the case study, of the crucial role played by teacher training together with the fundamental contribution that the decoding of their representations can provide to the development of reflective practitioners.
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Bravaccini, Elena. « Il concetto di infinito tra storia, scienza e comunicazione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21254/.

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Résumé :
La prima parte del lavoro che ho affrontato in questa tesi consiste nell'esplorare il tema dell'infinito nella sua componente storica; infatti, nella formazione di uno studente, didattica, storia ed epistemologia devono costituire un "circolo" nel quale ognuna di esse giustifica e rafforza le altre. Abbiamo poi proseguito con un'analisi di un argomento specifico inerente all'infinito, nella sua declinazione più fine, ovvero il Teorema di Cantor-Schröder-Bernstein, oggetto del capitolo 2. L'ultima parte dell'elaborato si dedica in particolare a progetti didattici riguardanti l'infinito matematico. Per questo abbiamo suddiviso il terzo e quarto capitolo in modo tale da procedere con un percorso adatto allo sviluppo di tali attività. Innanzitutto, conoscendo gli ostacoli che si possono presentare in questo itinerario, ho voluto affrontare le difficoltà epistemologiche legate all'argomento dell'infinito, per renderlo più familiare e comprensibile agli studenti di diversi gradi di scuola. In particolare, in accordo con le indicazioni provenienti dalla Ricerca in Didattica, di cui diamo parzialmente conto nel capitolo 3, abbiamo seguito un percorso a spirale, ovvero la presentazione di attività con gradi di astrazione diversi e compatibili con le età degli studenti coinvolti. Per poter strutturare le attività, il terzo capitolo affronta infatti le difficoltà epistemologiche dell'insegnamento-apprendimento della matematica, così come evidenziate dalle ricerche della didattica della disciplina (Didattica della Matematica). Le attività presentate nel capitolo 4 si propongono di affrontare e auspicabilmente superare alcune delle complicazioni emerse nella didattica sia generalista che disciplinare.
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Castagnetti, Riccardo <1977&gt. « Andrea Basili (1705-1777). La didattica della composizione nel secolo XVIII fra teoria e pratica ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/8244/1/Castagnetti_Riccardo_Tesi.pdf.

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Résumé :
Numerosi studi musicologici si sono recentemente concentrati sulla storia della pedagogia musicale con particolare attenzione ai diversi metodi didattici in uso nel Settecento. Queste ricerche si sono principalmente occupate dell'educazione musicale impartita all’interno di ambienti istituzionali, come i conservatori napoletani, mentre minore attenzione ha ricevuto l’attività di insegnamento svolta da docenti privati. Andrea Basili (1705-1777) rappresenta in tal senso un interessante caso di studio per analizzare la metodologia didattica di un maestro italiano del XVIII secolo. Basili è noto principalmente come autore della Musica universale armonico pratica (Venezia, 1776). Quest’opera, l’unica edita in vita da Basili, è suddivisa in 24 esercizi in tutte le tonalità maggiori e minori. Ogni esercizio contiene in nuce un corso di composizione e di esecuzione alla tastiera scandito in quattro fasi: una scala, per praticare la "regola dell'ottava", un partimento, per applicare i diversi "movimenti del basso", un fuga in partimento, o interamente realizzata, e un brano in forma sonata o in forma libera. Tuttavia, la Musica universale costituisce solo l’esito finale della riflessione metodologica di Basili sull’insegnamento della composizione. Nel corso della ricerca sono emerse infatti numerose fonti manoscritte inedite che attestano un complesso e affascinante sviluppo della sua attività didattica. Questa tesi ricostruisce l'evoluzione della metodologia di Basili, situandola nel contesto della pedagogia musicale italiana del XVIII secolo. Il primo capitolo delinea la biografia di Basili, collegando la sua formazione musicale con le successive scelte in campo didattico. Il secondo capitolo contiene una disamina delle fonti manoscritte relative al suo magistero. Il terzo capitolo è dedicato all’analisi del contenuto e della metodologia implicita della Musica universale. In appendice viene infine presentata l'edizione integrale della corrispondenza intrattenuta da Basili con Giambattista Martini e con Gianandrea Bellini.
Recent musicological studies have focused on historical music pedagogy and particularly on the teaching methods in use during the eighteenth century. Most of these researches have concentrated on formal music education, given in specific institutions such as the Neapolitan Conservatori. Less attention has been paid to the methods followed by teachers in private music tuition. Andrea Basili (1705-1777) is an interesting case study to investigate the teaching methodology of an eighteenth century Italian “maestro”. Basili is primarily known for the Musica universale armonico pratica (Venezia, 1776), a collection of lessons in composition and performance at the keyboard. This work, who represents his sole publication during Basili’s life, consists of 24 exercises in all the keys. Each exercise is a complete music course in four steps: a scale, to practice the “rule of the octave”, a partimento, to apply the different “movimenti del basso”, a partimento-fugue or a fully-fledged fugue, and a keyboard piece in sonata form or in free form. However, the Musica universale constitutes only the final outcome of Basili’s music teaching method. My research documents and analyzes several unpublished manuscript sources of his didactic activity, testifying a complex and fascinating development. This dissertation tries to reconstruct the evolution of Basili’s methodology and to situate it in the Italian musical pedagogy of the eighteenth century. The first chapter outlines Basili’s biography, trying to connect his musical training with his subsequent didactic choices. The second chapter furnishes a review of the manuscript sources related to his teaching. The third chapter is devoted to analyze the content and the implicit methodology of the Musica universale. The appendix presents the edition of Basili’s correspondence with Giambattista Martini and Gianandrea Bellini.
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Bandecchi, Anna Elisa <1982&gt. « Il trasferimento delle conoscenze scientifiche per il miglioramento della resilienza in ambienti ad alto rischio idrogeologico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7825/1/TESI%20BANDECCHI%20ANNA%20ELISA.pdf.

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Résumé :
L’Italia è uno dei paesi del mondo a più elevato rischio idrogeologico; ciò è dovuto sicuramente alle caratteristiche geologiche e geomorfologiche della nostra penisola, ma soprattutto all’utilizzo scorretto che è stato fatto del nostro territorio. Dalla ricerca bibliografica è emerso che l’origine più profonda del problema risiede nell’atteggiamento culturale della società nei confronti dei rischi geologici. Per la parte sperimentale, ai fini del miglioramento della resilienza, è stato sviluppato un lavoro di ricerca nel campo l’educazione al rischio. In particolare è stato elaborato il primo esempio di strumento didattico per gli insegnanti della scuola primaria italiana che riguardi in modo specifico il rischio di frana con un'ampia scelta di contenuti e tipologie didattiche. Durante i Laboratori pedagogico-didattici del corso di Elementi di Fisica e Didattica della Fisica, del corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria dell’Università di Bologna, il materiale didattico è stato strumento sia di lavoro per gli studenti, sia di ricerca e raccolta dati per l’autore. Lo stesso materiale successivamente è diventato anche oggetto di un progetto didattico in una classe IV di scuola primaria, come tirocinio di una studentessa di Scienze della Formazione e, nella stessa occasione, oggetto di una ricerca-azione. Nella seconda parte sperimentale della tesi, sono descritte le caratteristiche e i contributi personali della dottoranda all’interno di due progetti del gruppo di ricerca in Geologia Applicata del Dipartimento di Scienze della Terra di Firenze, che hanno permesso di ampliare la prospettiva dell’autrice della tesi sul problema del miglioramento della resilienza nei confronti del rischio idrogeologico.
Italy is one of the world higher hydrological hazards countries. This is certainly due to the geological and geomorphological features of our peninsula, but mainly to the incorrect use made of our territory. From the literature research is emerged that the root cause of the problem lies in the cultural attitude of the society toward the geological hazards. For the research experimental part, for the improvement of the resilience, a research work has been developed in the field of risk education. More in detail, the work that was developed constitutes the first example of educational tool for Italian Primary School teachers that concerns specifically the landslide risk with a wide choice of contents and learning variety. During the laboratory sessions of the course Elements of Physics and Physics Teaching, of the degree course in Primary Teacher Education of Bologna, the teaching material was at the same time a work tool for students, and a research tool and data collection tool for the author. After that the same material later became the subject of an educational project in a 4th primary class, as a stage for a Primary Teacher Education student of and in the same occasion, as an action research. The second experimental part of the thesis, deals with the features of the PhD student projects and her personal contributions within two projects of the Engineering Geology research group of the Earth Sciences Department of Florence. Those projects allowed to widen the author's outlook toward the problem of the resilience improvement toward the hydrological hazards.
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Bertozzi, Eugenio <1978&gt. « Reconstructing Quantum Field Theory from an Educational Perspective ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2689/1/Bertozzi_Eugenio_tesi.pdf.

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Résumé :
The research work concerns the analysis of the foundations of Quantum Field Theory carried out from an educational perspective. The whole research has been driven by two questions: • How the concept of object changes when moving from classical to contemporary physics? • How are the concepts of field and interaction shaped and conceptualized within contemporary physics? What makes quantum field and interaction similar to and what makes them different from the classical ones? The whole work has been developed through several studies: 1. A study aimed to analyze the formal and conceptual structures characterizing the description of the continuous systems that remain invariant in the transition from classical to contemporary physics. 2. A study aimed to analyze the changes in the meanings of the concepts of field and interaction in the transition to quantum field theory. 3. A detailed study of the Klein-Gordon equation aimed at analyzing, in a case considered emblematic, some interpretative (conceptual and didactical) problems in the concept of field that the university textbooks do not address explicitly. 4. A study concerning the application of the “Discipline-Culture” Model elaborated by I. Galili to the analysis of the Klein-Gordon equation, in order to reconstruct the meanings of the equation from a cultural perspective. 5. A critical analysis, in the light of the results of the studies mentioned above, of the existing proposals for teaching basic concepts of Quantum Field Theory and particle physics at the secondary school level or in introductory physics university courses.
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Bertozzi, Eugenio <1978&gt. « Reconstructing Quantum Field Theory from an Educational Perspective ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2689/.

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Résumé :
The research work concerns the analysis of the foundations of Quantum Field Theory carried out from an educational perspective. The whole research has been driven by two questions: • How the concept of object changes when moving from classical to contemporary physics? • How are the concepts of field and interaction shaped and conceptualized within contemporary physics? What makes quantum field and interaction similar to and what makes them different from the classical ones? The whole work has been developed through several studies: 1. A study aimed to analyze the formal and conceptual structures characterizing the description of the continuous systems that remain invariant in the transition from classical to contemporary physics. 2. A study aimed to analyze the changes in the meanings of the concepts of field and interaction in the transition to quantum field theory. 3. A detailed study of the Klein-Gordon equation aimed at analyzing, in a case considered emblematic, some interpretative (conceptual and didactical) problems in the concept of field that the university textbooks do not address explicitly. 4. A study concerning the application of the “Discipline-Culture” Model elaborated by I. Galili to the analysis of the Klein-Gordon equation, in order to reconstruct the meanings of the equation from a cultural perspective. 5. A critical analysis, in the light of the results of the studies mentioned above, of the existing proposals for teaching basic concepts of Quantum Field Theory and particle physics at the secondary school level or in introductory physics university courses.
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Vernazza, Niccolo <1988&gt. « The educational value of Maxwell's approach to electromagnetism, from the foundations of the concept of field to the formulation of interdisciplinary problems ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/9077/1/NV_PHD_thesis_2.pdf.

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Résumé :
After a large and systematic review of the studies on the teaching/learning electromagnetism, two main research issues have been selected and addressed in this research work. The first one concerns the automatisms that typical exercises induce and prevent students to capture the real change produced by electromagnetism in the model of interaction. The second study concerns a detailed conceptual, historical and epistemological analysis introduced by the concept of field by Maxwell. The main results I obtained are the following. As for the first study, I found out a general tendency shown by university students and teachers to solve exercises: the tendency to find the result with the minimum effort. I called this attitude economy principle. On the basis of these four manifestations, I designed both a guide to support a systematic and reflective analysis of the text of a problem, and a problem posing activity. As for the second study, I made an historical research to stress in what sense the field theory was built in the eighteenth century in order to overcome the Newtonian approach to interaction “in term of forces”. I described a model, abandoned for a long time, based on the existence of a particular kind of aether, which is able to present the electromagnetic field as a real object, whose lines of force represent, mathematically, its properties of interaction. This analysis of Maxwell papers provides the basis for a new possible way to re-think of the teaching of electromagnetism, aimed to support the formalism with a conceptual and epistemological reflection on the model of interaction introduced by the concept of field. Fields gain a mathematical form in Maxwell’s equations. From our research emerges what we called compensation principle, as a new form of mechanism that could explain electromagnetic interaction.
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Ravaioli, Giovanni <1989&gt. « Epistemological activators and students' epistemologies in learning modern STEM topics ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amsdottorato.unibo.it/9482/1/TESI_RAVAIOLI.pdf.

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Résumé :
This dissertation is a collection of studies developed during my Ph.D. program within the Physics Education Research group of the University of Bologna. The entire work is driven by the role of epistemology in science as a means to orient learning and identity construction. Specifically, the study aims (i) to characterize epistemologically the design of teaching modules for High School on two main modern STEM topics: Artificial Intelligence (AI) and Quantum Physics (QP), and (ii) to investigate the so-called ‘students’ epistemologies’ in the context of learning QP. In the first part, the use that I do of epistemology involves the individuation of transversal themes, activities, and ideas – that I define ‘epistemological activators’ - that can structure students’ knowledge on a meta-level and foster them to reflect on the nature of disciplines and knowledge in general; this results in the proposal of teaching paths and insights for High School both in the contexts of QP and AI. In the second part, I conduct a qualitative study on students’ epistemologies in learning QP. Previous analysis showed evidence of three specific requirements that students show in learning QP, which I referred to as epistemic needs: the needs of visualization, comparability and ‘reification’. Along with these results, I decided to conduct a study on the nature of the factors that trigger students’ stances towards and acceptance of QP, building on the research literature on personal epistemologies. To this extent, I collected extensive written and recorded data of High School students participating in an introductory course on QP. The analysis mainly highlighted (i) evidence of expectations about the role of ‘visual modeling’ and ‘math’ as two personally reliable means to bridge classical and quantum domains., and (ii) evidence of entanglement between specific students’ epistemologies and their meta-affective stances towards challenges in learning QP.
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Barelli, Eleonora <1993&gt. « Complex systems simulations to develop agency and citizenship skills through science education ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/10146/1/Tesi%20intera%20RIVISTA.pdf.

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Résumé :
In the era of big data, the progressively more widespread use of computational and data-intensive approaches is leading to changes in the ways of doing science and conducting research. The new methodologies and techniques are routine for researchers and professionals who make everyday use of big data analytics or simulations tools but are mainly unknown to ordinary people. Nevertheless, the impact of computational and data-intensive approaches has gone far beyond the scientific community, reaching the entire society. Indeed, the applications of machine learning and big data analytics, as well as the results and methods of computational simulations have reached people’s life and behaviour and, even more importantly, are at the methodological core of studies on urgent issues like the climate change or the pandemic, on which policymakers and citizens have to make decisions. Hence, the educational community cannot ignore the ongoing transformation of all people’s lives, behaviors, and culture. Within the research field of education to data science and computation, this dissertation addresses the issue of introducing in teaching-learning activities one of the methods of the on-going data science revolution: the computational simulations. Addressing the conceptual, methodological, and epistemological novelty of these objects, we will show how they embed, in a very specific, disciplinary-grounded way, the paradigm shift and cultural revolution of the data science age. We do that using lenses that come from the science of complexity, with its key-ideas that, originated from the physical modelling, can be applied to the analysis of a range of different phenomena. In the dissertation, we will guide the readers to recognize how dealing with simulations not only requires technical competences of coding, but a change of mindset and ways to think about the problems and the scientific method to address them.
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Botteri, Valentina. « 'Sensate esperienze' e 'necessarie dimostrazioni' : Una proposta di insegnamento della cinematica ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7962/.

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Résumé :
La matematica è un’attività umana che sembra non lasciare indifferente quasi nessuno: alcuni rimangono affascinati dalla sua ‘magia’, molti altri provano paura e rifiutano categoricamente persino di sentirla nominare. Spesso, non solo a scuola, si percepisce la matematica come un’attività distaccata, fredda, lontana dalle esigenze del mondo reale. Bisognerebbe, invece, fare in modo che gli studenti la sentano come una risorsa culturale importante, da costruire personalmente con tempo, fatica e soddisfazione. Gli studenti dovrebbero avere l’opportunità di riflettere sul senso di fare matematica e sulle sue potenzialità, attraverso attività che diano spazio alla costruzione autonoma, alle loro ipotesi e alla condivisione delle idee. Nel primo capitolo, a partire dalle difficoltà degli studenti, sono analizzati alcuni studi sulla straordinaria capacità della matematica di organizzare le nostre rappresentazioni del mondo che ci circonda e sull’importanza di costruire percorsi didattici incentrati sulla modellizzazione matematica. Dalla considerazione di questi studi, è stato elaborato un progetto didattico, presentato nel secondo capitolo, che potesse rappresentare un’occasione inconsueta ma significativa per cercare di chiarire l’intreccio profondo tra matematica e fisica. Si tratta di una proposta rivolta a studenti all’inizio del secondo biennio in cui è prevista una revisione dei problemi della cinematica attraverso le parole di Galileo. L’analisi di documenti storici permette di approfondire le relazioni tra grandezze cinematiche e di mettere in evidenza la struttura matematica di tali relazioni. Le scelte che abbiamo fatto nella nostra proposta sono state messe in discussione da alcuni insegnanti all’inizio della formazione per avere un primo riscontro sulla sua validità e sulle sue potenzialità. Le riflessioni raccolte sono state lo spunto per trarre delle considerazioni finali. Nelle appendici, è presente materiale di lavoro utilizzato per la progettazione e discussione del percorso: alcuni testi originali di Aristotele e di Galileo, le diapositive con cui la proposta è stata presentata agli studenti universitari e un esempio di protocollo di costruzione di Geogebra sul moto parabolico.
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Rocci, Alessio. « La storia della Gravità Quantistica : Dalla nascita della Relatività Generale al secondo dopoguerra (1915-1945) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424209.

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Résumé :
A theory that reconciles the deepest theory of gravitation available, i.e. General Relativity, with Quantum Mechanics is still not available. In spite of this fact, the search for a theoretical framework that can unify these two far apart views began a hundred years ago, in 1915, with the birth of Einstein's theory, in a historical period in which, more than today, it was not possible to submit this theoretical model to a experimental verification. The main objective of this thesis is to develop a historical reconstruction of these first attempts, from 1915 to 1945, starting with an analysis of the primary sources, published in the journals of the time. The thesis research would like to underline how the drive towards the unification of the two theoretical frameworks has always been present, and it wants to bring out the fact that the various formulations have evolved in turn stimulated by the progressive extension of the concept of quantization. Among all attempts published in the scientific journals of the period, the thesis examines in more detail the works of some authors, because they represent more complex contributions, regardless of the degree of resonance they have had in the following years. In addition to these approaches, other attempts have been also described briefly. If the main theme is the quantization of the gravitational force, it emerges the fact that there are many roads examined by scientists working in this area at this time. It is therefore difficult, if not impossible, to bring the various contributions to an orderly succession. To remedy this fragmentation, which otherwise is a matter of fact for the research in this area between 1915 and 1945, we present a detailed chronology at the end of each chapter.
Una teoria che concili la più profonda teoria della gravitazione disponibile, cioè la Relatività Generale, con la Meccanica Quantistica è ancora oggi non disponibile. Eppure, la ricerca di un quadro teorico che possa unificare queste due visioni molto distanti tra loro è cominciata cento anni fa, nel 1915, con la nascita della teoria di Einstein, in un periodo storico nel quale, più di oggi, non era possibile sottoporre tale ipotetico quadro teorico ad una qualche verifica sperimentale. Questo lavoro di tesi ha come obiettivo principale quello di sviluppare una ricostruzione storica di questi primi tentativi, dal 1915 al 1945, partendo dall'analisi delle fonti primarie reperite nelle riviste dell'epoca. La ricerca mette in luce come la spinta verso l'unificazione dei due quadri teorici sia sempre stata presente, e fa emergere il fatto che le varie formulazioni si sono evolute di volta in volta stimolate dalla progressiva estensione del concetto stesso di quantizzazione. La tesi analizza in maniera più dettagliata i lavori di alcuni autori, perché rappresentano approcci più articolati, indipendentemente dal grado di risonanza avuta negli anni successivi. Oltre a questi approcci, sono stati descritti brevemente anche gli altri tentativi presenti nelle riviste scientifiche prese in considerazione. Se il filo conduttore è la quantizzazione della forza gravitazionale, è per altro evidente che molti sono i filoni presi in esame dagli scienziati che lavorano in questo ambito in questo periodo. È quindi difficile, se non impossibile, ricondurre i vari contributi a una successione ordinata. Anche per ovviare a questa frammentarietà, che per altro è un dato di fatto delle ricerche nel settore tra il 1915 e il 1945, alla fine di ogni capitolo viene presentata la cronologia degli autori e dei loro contributi relativamente al periodo storico preso in esame.
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ARZU, CINZIA. « La storia del lavoro nel sistema idroelettrico della Valle Camonica come proposta didattica del Musil di Cedegolo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28637.

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Résumé :
The research retraces the history of labour in Valcamonica’s hydroelectric sector, proposing its educational use in a museum setting. In this pre-alpine valley in Cedegolo (BS), in 2008 was open the Hydroelectric Energy Museum (part of the Museum of Industry and Labour in Brescia). In this space the intent is to value the historical dimension of the encounter between science and technology, as well as the stories of those who have participated in various ways to the realization of the local hydroelectric system. At the beginning of the XX in Valcamonica the first example of a complete exploitation of the Oglio river, aimed to the production of electricity. The massive presence of industrial plants, with seasonal pools, power plants and power lines, has profoundly transformed the area in environmental, economic, social and cultural terms. Thus, the central theme of this Dissertation is the reconstruction of the hydroelectric world, approached not only in terms of the financial and corporate logic of the companies that built the plants, but instead from a human perspective, through the stories of those who have actively participated to the creation of this hydro electrical system. The research develops in three sections. The first section reconstructs the history of hydroelectric power in Valcamonica from its origins until its nationalization. The second section focuses on the history of labour, partly retraced using unpublished archival materials. Lastly the third section is centred on the Museum of Cedegolo. For the purpose of this research the most recent indications of museum didactics, as well as examples of best practices nationally and internationally have been examined. On the basis of this study, suggestions have been advanced in order to further highlight the history of labour and industry, with the use of innovative tools, computer media and new ways of involving the public.
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Micheli, Enrico Giustiniano. « Complex Problem Solving and the Theory of Complexity in High School Teaching ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2016. http://hdl.handle.net/10446/62470.

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Solmi, Maria Laura. « Alla scoperta di Pi greco : introdurre la storia della matematica nella pratica d'aula ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25932/.

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Résumé :
In questa tesi si vuole indagare la possibilità e l'efficacia dell'introduzione della storia della matematica nella pratica d'aula come possibile risposta al justification problem e come aiuto all'apprendimento della materia. Inserire la storia nella didattica serve a rendere meno astratti i contenuti matematici, a sottolinearne l'evoluzione per superare la visione a-temporale ed a-storica, che spesso gli studenti hanno, e ad umanizzare questa materia spesso percepita distante ed inospitale. Per farlo si è scelto di utilizzare la storia di Pi Greco. Le teorie a supporto dell'introduzione della storia verranno descritte nel primo capitolo della tesi. Nel secondo capitolo è esposta la storia di questo numero nelle civiltà arcaiche mondiali. Oltre alle scoperte riguardanti la costante sono state inserite informazioni storiche generali per permettere, anche al lettore, di inquadrare la storia della costante nella storia dell'umanità. Si è quindi strutturato un progetto, descritto nel terzo e quarto capitolo, in cui si è scelto Pi Greco e la sua storia come filo condutture. Il progetto è pensato per il primo biennio della scuola secondaria di secondo grado ed è stato sperimentato nel Liceo classico Galvani di Bologna. Nel progetto, Alla scoperta di Pi Greco, si è deciso, oltre che introdurre semplicemente la storia, di lavorare sui documenti storici riguardanti questa costante. Lavorare su documenti storici permette una maggiore immedesimazione nel contesto culturale e consente agli studenti di toccare con mano la materia facendo matematica in un modo insolito migliorando le proprie conoscenze. Nel quinto capitolo sono stati analizzati i questionari sottoposti agli studenti e l'intervista alla docente della classe, traendo conclusioni qualitative sul progetto. È stato poi scritto un sesto capitolo in cui vengono esposti i possibili sviluppi del progetto.
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Zavarise, Margherita. « Dal fulmine al laboratorio : l'insegnamento della fisica alla fine del XIX secolo attraverso lo studio delle lezioni di Augusto Righi ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24400/.

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Résumé :
Augusto Righi fu senza dubbio uno dei migliori fisici italiani della sua epoca, soprattutto per la sua capacità di sperimentatore in ogni campo della fisica di quegli anni. Oltre a questo, è riconosciuto come un abile divulgatore e insegnante, con diversi strumenti inventati appositamente per le sue lezioni. Tra i documenti conservati presso l’archivio del dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna sono presenti gli appunti originali del primo corso libero tenuto da Augusto Righi a Bologna: “Fenomeni fisici dell’atmosfera e fenomeni fisici del corpo umano”. In questa tesi vengono illustrati i contenuti di tale corso, mostrando come essi permettano di discutere l'uso della fotografia scientifica per scopi didattici e la creatività del Righi nell’utilizzare in modo non convenzionale strumenti pensati per altri scopi. Questi manoscritti del corso tenuto nell’ultimo decennio del XIX secolo non solo offrono un punto di vista privilegiato sulle modalità di insegnamento di Righi, ma anche un punto di partenza per l’analisi dell’insegnamento della fisica in Italia di fine ‘800 e del ruolo dell’Università di Bologna nel panorama scientifico italiano ed europeo.
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NEGRI, MARTINO. « Lo spazio della pagina, la mente del lettore : per una didattica della letteratura nella scuola primaria ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/14819.

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Résumé :
Campo di questa ricerca è l’esperienza della lettura; suo argomento specifico, l’influsso esercitato sull’immaginazione del lettore dagli elementi paratestuali presenti in qualsiasi tipo di libro, e particolarmente significativi nei libri illustrati che sono oggetto dell’esperienza quotidiana dei bambini nella Scuola Primaria. Il lavoro di ricerca è stato condotto in una duplice direzione: per un verso, ha implicato una riflessione di natura teorica sul ruolo giocato dal lettore nel compimento dell’opera letteraria; per l’altro, si è avvalso di una ricognizione sul campo, effettuata attraverso la somministrazione di un questionario a risposte aperte, volta a indagare l’immaginario dei bambini in merito all’esperienza della lettura nel suo complesso e, in particolare, al senso attribuito al rapporto tra parole e immagini nello spazio della pagina. Punti di riferimento teorici del lavoro compiuto sono state principalmente le diverse teorie della letteratura novecentesche – con un’attenzione specifica al pensiero di Maurice Blanchot e all’estetica della ricezione, nella duplice declinazione della Rezeptionsästhetik (H.R. Jauss, W. Iser) e della Reader-Response Theory (S. Fish) – nonché le riflessioni sulla complessa testualità che caratterizza i libri illustrati per l’infanzia condotte da Roberta Cardarello. Queste due fasi di natura esplorativa e preliminare hanno consentito di immaginare, progettare e realizzare una terza fase della ricerca, intesa a sfruttare operativamente l’idea di un’inevitabile attività produttiva del lettore innescata dal processo della lettura. L’immaginazione creativa del lettore è così diventata il fulcro di una proposta didattica (condotta in due delle classi coinvolte nella fase esplorativa) che la valorizzasse attraverso pratiche di scrittura capaci di alimentare la curiosità dei bambini rispetto all’esperienza letteraria nella sua multiforme varietà. Cuore del progetto è stata pertanto una esperienza della letteratura avvenuta nel segno di una riflessione che fosse poietica e dunque costruttrice: fondata sulla centralità dell’intelligenza interpretativa di ciascuno e sulla sperimentazione diretta delle possibilità comunicative del linguaggio verbale quanto iconico, nonché delle forme possibili generate dal loro incontro nello spazio della pagina, campo infinito di occasioni speculative, prima ancora che espressive.
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Usula, Nicola <1983&gt. « "Il carceriere di sé medesimo" di Lodovico Adimari e Alessandro Melani, Firenze 1681. Dalla «comedia» di Pedro Calderón de la Barca al «drama per musica» italiano di fine Seicento ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6592/1/Usula_Nicola_tesi.pdf.

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Résumé :
Questo lavoro è imperniato sullo studio di uno dei melodrammi più interessanti della fine del XVII secolo: “Il carceriere di sé medesimo” di Lodovico Adimari (1644-1708) e Alessandro Melani (1639-1703), allestito per la prima volta a Firenze nel 1681, e ripreso nel giro di una ventina d’anni a Reggio (1684), a Bologna (1697) e a Vienna (1702). L’opera vanta un’origine drammatica di spicco: risale infatti alla commedia “Guardarse a sí mismo” di Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) mediata dal “Geôlier de soi-mesme” di Thomas Corneille (1625-1709), e presenta qualità poetiche e musicali evidenti, assicurate dai nomi del poeta Lodovico Adimari e del compositore Alessandro Melani. A ciò si aggiungano una tradizione articolata in quattro allestimenti, nonché un elevato numero di testimoni superstiti: cinque edizioni del libretto (testimoniate da numerosi esemplari) e il numero fortunatissimo di tre partiture manoscritte, conservate a Parigi, Bologna e Modena. La tesi contiene l’edizione critica del “Carceriere di sé medesimo” di Adimari con tutte le varianti accumulatesi nella riedizione del libretto e nella copiatura della partitura, l’analisi del dramma, a partire dal confronto tra i testi di Calderón, Corneille e Adimari, e lo studio delle sue componenti drammatiche, formali e contenutistiche. Si aggiunge uno studio sul contesto storico-musicale degli allestimenti di Firenze, Reggio, Bologna e Vienna, nonché l’edizione dei restanti tre drammi di Adimari: la commedia “Le gare dell’amore e dell’amicizia” (1679), e il dramma per musica “L’amante di sua figlia” (1684).
This study concerns one of the most interesting Italian operas of the late seventeenth century: “Il carceriere di sé medesimo” by Lodovico Adimari (1644-1708) and Alessandro Melani (1639-1703), staged for the first time in Florence in 1681, and renewed some years later in Reggio (1684), Bologna (1697) and Vienna (1702). This opera has noble dramatic roots since it descends from the «comedia» “El guardarse a sí mismo” by Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), translated in French as “Le geôlier de soi-mesme” by Thomas Corneille (1625-1709), and it presents high poetic and musical qualities, as the names of Adimari and Melani can guarantee. A number of sources of this opera survives: 4 editions of the libretto and three manuscript scores (held in Paris, Bologna and Modena). In addition to the study of the historical context in which the opera has been performed in 1681, 1684, 1697 and 1702, this dissertation contains a critical edition of the libretto of “Il carceriere di sé medesimo” and two other plays written by Adimari: “Le gare dell’amore e dell’amicizia” (1679), and “L’amante di sua figlia” (1684).
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Usula, Nicola <1983&gt. « "Il carceriere di sé medesimo" di Lodovico Adimari e Alessandro Melani, Firenze 1681. Dalla «comedia» di Pedro Calderón de la Barca al «drama per musica» italiano di fine Seicento ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6592/.

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Questo lavoro è imperniato sullo studio di uno dei melodrammi più interessanti della fine del XVII secolo: “Il carceriere di sé medesimo” di Lodovico Adimari (1644-1708) e Alessandro Melani (1639-1703), allestito per la prima volta a Firenze nel 1681, e ripreso nel giro di una ventina d’anni a Reggio (1684), a Bologna (1697) e a Vienna (1702). L’opera vanta un’origine drammatica di spicco: risale infatti alla commedia “Guardarse a sí mismo” di Pedro Calderón de la Barca (1600-1681) mediata dal “Geôlier de soi-mesme” di Thomas Corneille (1625-1709), e presenta qualità poetiche e musicali evidenti, assicurate dai nomi del poeta Lodovico Adimari e del compositore Alessandro Melani. A ciò si aggiungano una tradizione articolata in quattro allestimenti, nonché un elevato numero di testimoni superstiti: cinque edizioni del libretto (testimoniate da numerosi esemplari) e il numero fortunatissimo di tre partiture manoscritte, conservate a Parigi, Bologna e Modena. La tesi contiene l’edizione critica del “Carceriere di sé medesimo” di Adimari con tutte le varianti accumulatesi nella riedizione del libretto e nella copiatura della partitura, l’analisi del dramma, a partire dal confronto tra i testi di Calderón, Corneille e Adimari, e lo studio delle sue componenti drammatiche, formali e contenutistiche. Si aggiunge uno studio sul contesto storico-musicale degli allestimenti di Firenze, Reggio, Bologna e Vienna, nonché l’edizione dei restanti tre drammi di Adimari: la commedia “Le gare dell’amore e dell’amicizia” (1679), e il dramma per musica “L’amante di sua figlia” (1684).
This study concerns one of the most interesting Italian operas of the late seventeenth century: “Il carceriere di sé medesimo” by Lodovico Adimari (1644-1708) and Alessandro Melani (1639-1703), staged for the first time in Florence in 1681, and renewed some years later in Reggio (1684), Bologna (1697) and Vienna (1702). This opera has noble dramatic roots since it descends from the «comedia» “El guardarse a sí mismo” by Pedro Calderón de la Barca (1600-1681), translated in French as “Le geôlier de soi-mesme” by Thomas Corneille (1625-1709), and it presents high poetic and musical qualities, as the names of Adimari and Melani can guarantee. A number of sources of this opera survives: 4 editions of the libretto and three manuscript scores (held in Paris, Bologna and Modena). In addition to the study of the historical context in which the opera has been performed in 1681, 1684, 1697 and 1702, this dissertation contains a critical edition of the libretto of “Il carceriere di sé medesimo” and two other plays written by Adimari: “Le gare dell’amore e dell’amicizia” (1679), and “L’amante di sua figlia” (1684).
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Gallanti, Chiara. « Le collezioni del Museo di Geografia dell'Università di Padova : radici storiche e processi costitutivi tra ricerca e didattica (1855-1948) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2020. http://hdl.handle.net/11577/3425923.

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Résumé :
La tesi propone il risultato di un percorso di ricerca dedicato al patrimonio del Museo di Geografia dell’Università di Padova e alle vicende storiche che ne hanno indirizzato i processi costitutivi. La geografia è infatti insegnata all’Università di Padova fin dal XVI secolo, sia pur nell’ambito di corsi più vasti quali Matematiche o Astronomia; dopo la breve esperienza settecentesca di una cattedra di Scienza nautica e Geografia, è tuttavia nel XIX secolo che la geografia approda come disciplina autonoma tra quelle insegnate nella Facoltà filosofica dell’Ateneo di Padova, per un triennio in epoca asburgica (1855-58) e, dal 1872, con continuità. Da allora, ma ufficialmente con l’istituzione del Gabinetto di Geografia nel 1884, ha iniziato a costituirsi un patrimonio formato, oltre che da libri e carte, da sussidi didattici e strumenti funzionali alla produzione cartografica e all'osservazione diretta, che costituisce il nucleo d’origine delle collezioni del Museo di Geografia. Dall'inizio del XX secolo, anche nell'ambito della Facoltà di Scienze vengono creati una cattedra e un Istituto di Geografia fisica, che a propria volta si dota di un importante corredo scientifico e didattico. Alla soppressione dell’Istituto nel 1942, le sue dotazioni materiali passano in buona parte al suo omologo della Facoltà di Lettere. Le collezioni del Museo di Geografia rappresentano dunque l’eredità di queste due esperienze. La prima parte della tesi ricostruisce, principalmente a partire dalle risorse archiviste universitarie, la storia delle due cattedre di geografia, tentando di portare luce in particolare sui momenti fino ad ora trascurati dalla piccola tradizione di studi esistente sul tema, come il triennio asburgico, nel quale l’Ateneo di Padova si trovò coinvolto in una serie di importanti riforme comuni a tutto l’Impero, volte principalmente a migliorare la formazione accademica dei futuri insegnanti. Dei docenti che animarono i due stabilimenti geografici patavini (Francesco Nardi, Giuseppe Dalla Vedova, Giovanni Marinelli, Giuseppe Pennesi, Roberto Almagià, Arrigo Lorenzi, Luigi De Marchi) e dei loro assistenti e collaboratori, oltre alle carriere accademiche si indagano l’impegno e le scelte sia sul piano didattico che sullo quello scientifico. In questo modo, si intende fornire una cornice di senso alle acquisizioni, ripercorse nel dettaglio a partire dagli inventari storici, in questa fase ancora senza il filtro costituito dalla riflessione su ciò che si è o meno conservato. I protagonisti sono seguiti nel dettaglio dal 1855, anno che vide l’incarico di Geografia assegnato a Francesco Nardi, fino al 1948, quando, con la morte di Arrigo Lorenzi, i due insegnamenti di Geografia e Geografia fisica si troveranno emblematicamente riuniti nelle mani di Giuseppe Morandini, che da quel momento avrebbe impugnato le redini della geografia patavina indirizzandola verso una nuova fase. La seconda parte, spostando l’attenzione dai protagonisti agli oggetti, propone innanzitutto una classificazione delle collezioni del Museo sulla base di quella formulata dalla corrente museologia accademica. Ne emerge un duplice filone individuabile nell'ambito delle collezioni geografiche, l’uno collegato alla pratica didattica storica, l’altro alla tradizione scientifica. Successivamente ricostruisce l’evoluzione storica del ruolo degli oggetti che costituiscono ogni tipologia di collezione (carte murali, globi e apparati astronomici, plastici, fotografie ad uso didattico, sul piano didattico, strumenti, fotografie e manoscritti generati dall'attività di ricerca, su quello della ricerca), sullo sfondo del dibattito critico che ci viene restituito dagli Atti dei Congressi Geografici e dei confronti a distanza tramandati dalle pagine delle riviste d’epoca. Di ogni collezione si tirano quindi le fila relativamente al processo costitutivo, facendo sintesi rispetto all'analisi della prima parte, e si esaminano le caratteristiche generali rispetto a quanto si è conservato. Di ogni tipologia di collezione si passa, infine, all'analisi pezzo per pezzo.
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PISANO, RAFFAELE. « Niccolò Tartaglia. Re-thinking the Role Played by Science of Weights in the Sixteenth-Century ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2015. http://hdl.handle.net/10446/60583.

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Recchiuti, Federica. « L'irrazionalità. Un caso di studio sull'uso della storia nella trasmissione del sapere matematico ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9032/.

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Résumé :
L’impiego della storia della matematica è auspicato oggi più di ieri dalle attuali Indicazioni nazionali per i Licei ed è supportato da numerosi quadri teorici,che traghettano la storia della matematica dalle rive dell’essere artefatto all’essere conoscenza. In particolare nel secondo paragrafo del primo capitolo di questa tesi vengono presentati gli ostacoli epistemologici di Guy Brousseau, l’approccio socio-culturale di Louis Radford, l’approccio ”voci ed echi” di Paolo Boero ed infine lo spaesamento di Barbin. Nel terzo paragrafo vengono analizzati quei contributi che mirano a rendere più operativo l’entusiasmo suscitato dall’uso della storia nell’insegnamento della matematica. Quindi il primo capitolo ha l’obiettivo di porre le basi teoriche all’uso della storia nella trasmissione del sapere matematico; pertanto ho deciso di mettere a punto una sperimentazione da condurre in una classe seconda di Liceo Scientifico avente come oggetto una fonte storica. Come argomento è stato scelto l’irrazionalità, introdotto in tale trattazione nel secondo capitolo: nel primo paragrafo viene trattato il problema della nascita dell’incommensurabilità, mentre nel secondo vengono analizzate le numerose dimostrazioni che sono state proposte nel corso dei secoli in merito all’incommensurabilità di lato e diagonale di un quadrato partendo da Aristotele ed Euclide, passando per Alessandro d’Aforisia e Platone, attraversando le dimostrazioni geometriche e quelle che sfruttano il metodo dell’anthyphairesis, per giungere ad una dimostrazione moderna che non presta il fianco alle critiche aristoteliche proposte da Salomon Ofman. Nel terzo capitolo viene presentata la sperimentazione che ho condotto, anteponendo a ciò i criteri adottati per la scelta del brano, ossia le lezione di Geometria tratta dal Menone di Platone ed un breve tributo alla figura di Platone e alla sua opera da cui è tratto il brano scelto come fonte storica. Tale capitolo è articolato in tre paragrafi: nel terzo vengono descritte dettagliatamente tutte le attività condotte in classe e vengono presentati i lavori e le risposte degli studenti. Infine, nel quarto capitolo, vengono esaminati dettagliatamente i risultati dei ragazzi alla luce dei quadri teorici precedentemente introdotti e vengono messe in luce le peculiarità dell’attività dell’argomentare e le doti e mancanze relative a ciò degli studenti.
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Venturoli, Cinzia <1962&gt. « Stragi fra memoria e storia. Piazza Fontana, Piazza della Loggia, La stazione di Bologna : dal discorso pubblico all'elaborazione didattica. Il data base per la gestione delle fonti ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/622/1/Tesi_Venturoli_Cinzia.pdf.

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Venturoli, Cinzia <1962&gt. « Stragi fra memoria e storia. Piazza Fontana, Piazza della Loggia, La stazione di Bologna : dal discorso pubblico all'elaborazione didattica. Il data base per la gestione delle fonti ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/622/.

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Lora, Alice <1995&gt. « Il deposito del museo di arte contemporanea come nuova ‘sfida’ per la didattica museale. Il caso della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Achille Forti di Verona ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17389.

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Résumé :
È ormai opinione condivisa che i depositi museali non siano dei meri contenitori, polverosi e chiusi, di oggetti preziosi, ma che essi rappresentino invece il ‘cuore’ del museo. Sono una viva miniera di ricchezze a cui però, purtroppo, nella gran parte dei casi il pubblico ancor’oggi non ha accesso. La presente ricerca si propone, dunque, di analizzare come la didattica museale possa, nel prossimo futuro, essere utilizzata per rendere maggiormente accessibili e fruibili, attraverso una serie di attività guidate, i caveau o gli archivi di musei e gallerie. Dopo una prima analisi dell’attuale situazione della didattica nei musei d’arte contemporanea in Italia, l’elaborato si concentra sul dibattito internazionale relativo all’importanza e alla valorizzazione del deposito quale elemento fondamentale della realtà museale. In particolare, viene preso in esame il caso della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Verona Achille Forti, per la quale vengono sviluppati, in via sperimentale, alcuni brevi percorsi educativi rivolti ad un pubblico di adolescenti e adulti, atti a valorizzare i depositi del museo veronese.
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FELIPPONE, ELIA. « Squilibri di potenza, conflitti regionali e competizione bipolare : le sfide agli interessi di sicurezza statunitensi nel Golfo Persico negli anni di Carter e di Reagan ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/40671.

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Résumé :
The research work analyzes U.S. security policy in the Persian Gulf region during the Carter and Reagan administrations. In the State of the Union Address of January 1980, President Carter declared that “an attempt by any outside force to gain control of the Persian Gulf region will be regarded as an assault on the vital interests of the United States of America, and such an assault will be repelled by any means necessary, including military force”. Among historians it is now widely acknowledged that Carter enacted a revolutionary change in the regional strategy security of the United States, assuming that the United States would no longer delegate to others the military responsibility of the defence of American interests in the Persian Gulf. The research work, based on extensive examination of U.S. published and unpublished documents, is aimed at comprehending the origins of Carter’s commitment to the Persian Gulf region and at assessing the outcome of such a commitment.
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Harsch, Mathieu. « La teinture et les matières tinctoriales à la fin du Moyen Age. Florence, Toscane, Méditerranée ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2020. http://hdl.handle.net/11577/3425796.

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La tesi studia la tintura come attività produttiva all'interno dei cicli di produzione tessili (specialmente nell'industria laniera), e la produzione e il commercio dei coloranti e mordenti di tintura alla fine del Medio Evo, a partire, principalmente, dalle fonti fiorentine.
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SCORZONI, CINZIA. « Percorsi di indagine sperimentale delle proprietà di materiali funzionali : un’occasione per introdurre i concetti chiave delle nanoscienze e della fisica moderna nelle scuole superiori ». Doctoral thesis, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, 2020. http://hdl.handle.net/11380/1210539.

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Résumé :
Le nanotecnologie sono ormai parte dell’esperienza quotidiana e rappresentano un pilastro fondamentale dello sviluppo tecnologico, economico e sociale futuro. In particolare, l’Unione Europea le considera fra le tecnologie chiave per lo sviluppo tecnologico e ha messo in evidenza l’importanza di introdurne i principi base già nelle scuole superiori[1],. L’introduzione delle nanoscienze nei curricula delle scuole superiori permette di collegare le diverse materie in un’ottica interdisciplinare e si presta ad attività “hands-on” di provata efficacia[2]. Le nanoscienze mirano a progettare e realizzare materiali con nuove proprietà, i cosiddetti materiali funzionali, controllandone struttura, composizione chimica e morfologia alla micro- e nanoscala. Le loro caratteristiche microscopiche si riflettono infatti sulle loro proprietà macroscopiche in modo spesso eclatante. Diversi esempi di materiali funzionali sono facilmente reperibili sul mercato e le loro proprietà possono efficacemente essere illustrate nei laboratori scolastici. Solitamente queste dimostrazioni d’aula sono pensate per accendere la curiosità degli studenti, utilizzando il cosiddetto “wow-effect”. Il progetto Nanolab, di Unimore[3], mira ad andare oltre questo approccio, proponendo protocolli sperimentali quantitativi, riproducibili e facilmente realizzabili per introdurre alcune idee-chiave delle nanoscienze. In questo lavoro di tesi, che si inquadra nel progetto Nanolab, sono stati progettati alcuni nuovi protocolli e teaching-learning sequence (TLS), sviluppando un approccio didattico originale all’attività sperimentale, che trova fondamento in letteratura nel modello ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] e nell’ Instructional Model “5E”[5]. La tribologia, cioè lo studio dei fenomeni di attrito, è un settore delle scienze dei materiali di enorme rilevanza tecnologica. La comprensione delle origini microscopiche di questi fenomeni è a tutt’oggi oggetto di ricerca. Sebbene tradizionalmente i fenomeni di attrito siano piuttosto trascurati dai curricula scolastici, essi rappresentano invece l’occasione per introdurre concetti interdisciplinari estremamente importanti, quali le caratteristiche delle interazioni molecolari e il loro ruolo nel determinare le proprietà di superfici in contatto[6,7]. Un contributo in questa direzione è fornito dalla prima TLS sviluppata in questa tesi. Essa si basa sullo studio del Gecko Tape ®, un adesivo microstrutturato, bio-ispirato alle zampe del Gecko, e collega fisica e chimica, introducendo l’idea-chiave “struttura è funzione”. Il percorso proposto mima il mestiere dello scienziato nelle sue fasi di ricerca e di condivisione dei risultati con modalità simili a quelle di un congresso scientifico. La TLS è stata validata su alcuni gruppi di studenti, eterogenei per interesse e formazione, e testata anche in modalità peer education, ottenendo sempre risultati molto positivi. Una seconda TLS è legata all’idea-chiave “Metodi e strumentazione” e sfrutta il Gecko Tape® come reticolo di diffrazione, flessibile e deformabile, per l’apprendimento attivo dell’ottica. Viene proposta anche in flipped-classroom con materiali didattici appositamente preparati. I materiali prodotti, tra cui filmati e videotutorial, sono disponibili sul sito, completamente rinnovato, www.nanolab.unimore.it, e sono la base per corsi di aggiornamento per insegnanti, di cui uno tenuto nel 2018, ed uno prossimo venturo. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL, 863 (2014)
Nanotechnologies are already part of everyday life and are indicated in HO2020 as fundamental key-enabling technologies for the scientific, economic and social development of EU. EU has indeed recommend the introduction of nanoscience and nanotechnology in high school curricula [1] since the beginning of the new millennium, due to their highly interdisciplinary character and also because they are particularly well-suited for effective hands-on activities [2]. One of the most relevant goal of nanoscience is to design and realize novel materials with peculiar properties, the so-called functional materials, by fine tuning their structure, chemical composition and morphology at the micro and nanoscale. Indeed, the microscopic characteristics of such materials strongly affect their macroscopic properties, often in highly surprising ways. Several functional materials are nowadays easily purchased and are used in the school labs to trigger pupils’ curiosity and interest, exploiting the so-called wow-effect. The Unimore Nanolab project [3] goes beyond this approach, designing fully quantitative experiments based on functional materials, which are aimed at introducing selected key-concepts (“big-ideas”) in nanoscience. In this PhD thesis work, as a part of the Nanolab project, I designed and test a few new teaching learning sequences (TLS), developing a novel educational approach to experimental activities, inspired by ISLE (Investigative Science Learning Environment)[4] and Instructional 5E models[5]. Tribology, i.e. the study of friction, wear and adhesion phenomena, is an extremely active field of research of paramount technological relevance. Achieving a comprehensive understanding of these phenomena at the nano- and meso-scale is currently an open issue. As far as education is concerned, friction has been considered a trivial topic which deserved little attention in traditional high-school curricula. In fact, it actually provides an appealing way to introduce fundamental interdisciplinary concepts, such as atomic and molecular interactions and their key role in determining the behaviour and properties of two surfaces in intimate contact [6-7]. In this work, I designed a TLS on friction and wetting, which inquires the properties of the Gecko Tape ®, a micro-structured adhesive, bio-inspired by the gecko feet. The TLS aims to convey one of nanoscience Big Ideas, i.e. Structure is function and underlying the strict connections between physics and chemistry. The teaching sequence is intended to mimic the different steps of a true scientific research, including results dissemination and discussion.This TLS has been validated with a few groups of students, with different backgrounds and levels of involvement, and also tested in a peer education set with very good results. A second TLS, addressing the big ideas "Tools and Instrumentation" was also designed, exploiting Gecko Tape® as a flexible and deformable diffraction grating. This activity is part of a sequence regarding optics and is also proposed in a flipped-classroom approach. All the designed educational materials, including films and video tutorials, are available on-line and have been also used in in-service teachers training activities. 1. I. Malsch; Nanotech. Rev 3, 211 (2014) 2. M. Prince; J. Engr.Ed Rev 93, 223 (2004) 3. http://www.nanolab.unimore.it 4. E. Etkinaa, Physics World 27, 48 (2014) 5. R.W. Bybee; Science& children 51,10 (2014) 6. U. Besson et al. Am. J. Phys. 75, 1106 (2007) 7. V. Montalbano Proceedings of the GIREP-MPTL conference, 863 (2014)
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PIZZOLATO, Nicola. « INQUIRY BASED LEARNING EXPERIENCES ON THERMAL PHENOMENA FROM SECONDARY SCHOOL TO UNIVERSITY : MOTIVATIONAL ASPECTS, CONCEPTUAL KNOWLEDGE, AND NATURE OF SCIENCE VIEW ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91279.

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Stellato, M. « FROM OSCILLATIONS TO NORMAL MODES : AN EDUCATIONAL PATH FOR THE UPPER SECONDARY SCHOOL ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/258261.

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Résumé :
The present thesis work starts from the assumption that harmonic oscillations and normal modes are key physical concepts. They are fundamental in quantum physics, in electromagnetism (especially in treating coupled oscillating circuits and electromagnetic waves), in acoustics and in mechanical systems. The conceptual and practical importance of normal modes emerges also clearly from the fact that every small and sufficiently smooth oscillation of a complex system is given by a linear superposition of its normal modes. The notion of normal modes is thus a powerful conceptual organizer. Nevertheless, in teaching practice (at least in Italy), only short time is devoted to harmonic motion, rarely coupled oscillators are treated and, in secondary school text-books, normal modes are usually not even present. The purpose of this thesis work is to develop an effective path on scillations for the upper secondary school that leads to the normal modes of oscillations. To do this, an educational reconstruction of the concept of harmonic motion has been necessary as the harmonic motion is a fundamental prerequisite for the understanding of normal modes. The introduction of normal modes is, for upper secondary school students, complicated by the complexity of the mathematics involved. In our path we propose to overcome the mathematical difficulties through an experimental approach and the use of different tools such as video and picture analysis, also in slow motion, data logging and data analysis techniques and applet simulations, with the goal of being as simple as possible from the mathematical point of view but without losing the advantages that mathematics (even at simple level) can provide. In this perspective, a multiple representation approach has been used. The path on oscillations that we present here is the result of a Design Based Research on normal modes with Italian upper secondary school students. The complete path has been proposed to three classes of 11th grade students during curricular lessons. A version of the sequence has been proposed also to other three classes (one of grade 11th and two of grade 12th) during afternoon extra-curricular lessons, and a version with university-level formalism has also been proposed to a group of undergraduate students in mathematics during the third year course “Preparation of Didactical Experiments”. A reduced version of the path has also been proposed to a number of classes of 12th grade students within the one-shot lessons on oscillations (afternoon extra-curricular activities) in the framework of PLS (Piano Lauree Scientifiche) activities. The one-shot lessons have been attended, over time, by about six hundred students. The all path is based on a number of activities in which we start from a real experiment or a video or else an applet simulation to introduce and discuss a limited topic. The general purpose is to identify, among the oscillations, those that give rise to a peculiar kind of motion, the harmonic motion, and determine the conditions under which such motion can be obtained. A number of significant situations of harmonic and anharmonic motions are investigated and criteria to establishing the harmonicity/anharmonicity of the oscillation are discussed. An important tool for the analysis of the data is then introduced: the Fast Fourier Transform. The FFT is introduced as a tool and not discussed through mathematics. Then the concept on resonance is introduced in a phenomenological way through experiments and exploring related videos in the Internet videos database. The next step is the introduction of the coupling between two oscillators and the discovery of particular motion configurations: the Normal Modes of Oscillation. We then extend the experiments to three, four, five....many coupled oscillators until we arrive to the continuous case; first in one dimension with the string and then in two dimensions with the Cladni plates and we study the normal modes of such complex systems. The structure of the thesis is as follows: an introduction to the motivations, a description of the state of the art and the formulation of the research questions. Then a brief description of the methodological framework mainly based on the Design Based Research approach and the Model of the Educational Reconstruction. The reconstruction of the Harmonic motion at university level follows; the translation of such a reconstruction into upper secondary school level is developed in chapter five. In chapter four normal modes for a system of two, three, N coupled oscillators are treated with the proper formalism; also in this case the translation into upper secondary school level is developed in chapter five. Then the very core of the thesis follows , namely the developing of the path, as briefly described above. The next chapter reports a path developed with undergraduate students as an implementation of the study of oscillations. It is the study of the modes of oscillation in the interesting case of a parametric oscillator were there is a non-linear coupling between modes of oscillation. In the last section, the main results of the experimentation of the path with threes classes of 11th grade students are briefly presented. These results are based on questionnaires (pre-test and post-test), discussions and interviews.
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Vernieri, Ermelinda. « Design and synthesis of peptides that modulate apoptotic process ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2014. http://hdl.handle.net/10556/1788.

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Résumé :
2013 - 2014
Oncogenic activation of tyrosine kinases is a common feature in cancer, and its regulation represents an excellent antitumoral target. Tyrosine phosphorylation is also controlled by protein-tyrosine phosphatases (PTPs). Recent evidence has shown that PTPs can function as tumour suppressors. An improved understanding of how these enzymes function and how they are regulated might aid the development of new anticancer agents. It has been shown that cross-regulation of kinases/phosphatases and caspases allows for fine-tuning of the apoptotic threshold, as well as the opportunity to amplify apoptotic signals. The signaling pathways involved in the control of cell proliferation, adhesion and migration are governed by the balanced action of protein tyrosine kinases (PTKs) and protein-tyrosine phosphatases (PTPs). For this reason my PhD thesis focused the attention on three different targets PTPRJ a receptor protein tyrosine phosphatase, GRK2 G protein-coupled receptor kinase 2, CaMKII, Ca2+/Calmodulin-dependent protein kinase II. PTPRJ is down regulated in tumor cells and its over-expression suppresses cell growth, both in vivo and in vitro, concomitant with the reduction of the activity of MAP-kinase (ERK1/2) and phosphorylation of PLC-. Therefore, the identification of agonist peptides would be a valid approach in antitumoral therapy. By means of a phage display library screening, we recently identified two peptides able to bind and activate PTPRJ, [CHHNLTHAC]-OH and [CLHHYHGSC]-OH. Focused the attention on [CHHNLTHAC]-OH my research project was based on the design of different peptide libraries using several approaches like Alanine scanning approach and changes in disulfur bridge. GRK2, G protein-coupled receptor kinase 2 is a relevant signaling node of the cellular transduction network, playing major roles in the physiology of various organs/tissues including the heart and blood vessels. Emerging evidence suggests that GRK2 is up regulated in pathological situations such as heart failure, hypertrophy, hypertension and is involved in the progression of cellular cycle. Therefore, its inhibition offers a potential therapeutic solution to these diseases. During my PhD thesis a SAR study and a NMR conformational analysis of peptides derived from HJ loop of GRK2 and able to selectively inhibit GRK2 were performed. Moreover, we explored the GRK2 inhibitory activity of a library of cyclic peptides derived from the HJ loop of GRK2. The design of these cyclic compounds was based on the conformation of the HJ loop within the X-ray structure of GRK2. One of these compounds, potently and selectively inhibited the GRK2 activity, being more active than its linear precursor. CaMKII, Ca2+/Calmodulin-dependent protein kinase II constitutes a family of closely related multifunctional serine/threonine kinases that transduces elevated Ca 2+ signals in cells to a number of target proteins ranging from ion channels to transcriptional activators. Among processes regulated by CaMKII are neuronal growth and functions related to brain development, synaptic plasticity as well as the formation and maintenance of memory, cell proliferation and apoptosis, proper function of the immune system, and the central control of energy balance. Current knowledge about CaMKII control on physiological or pathological functions is largely based on experiments with pharmacological inhibitors. As part of our current interest in the study of CaMKII-dependent cell signaling, we directed our efforts toward the identification of novel CaMKII peptide inhibitors. Starting from a potent CaMKinase II inhibitor, CaM-KNtide, we designed different CaM-KNtide analogues and evaluated the inhibitory activity and specificity. [edited by author]
XII n.s.
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PIRAGUA, CHAPARRO LILIANA CONSUELO. « IL VERO TESORO DELLA SCUOLA. Processo di costruzione della conoscenza scientifica da parte di studenti di una scuola rurale colombiana, a partire dallo studio di fenomeni quotidiani dell’astronomia di posizione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77597.

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Résumé :
Questa tesi indaga i modi di costruzione della conoscenza scientifica da parte degli studenti di questa scuola, a partire dall’adattamento alle caratteristiche socio culturali e geografiche del contesto scelto di una serie di attività che fanno parte di un percorso longitudinale ri-costruito sulla base del lavoro di un gruppo di ricercatori italiani guidati dalle professoresse Enrica Giordano e Nicoletta Lanciano . L’obiettivo generale di questa implementazione é stato progettare e sperimentare un percorso didattico allo scopo di analizzare le caratteristiche associate al processo di costruzione delle conoscenze scientifiche da parte degli studenti. La seguenza didattica ha come contenuto l'astronomia osservativa per coinvolgere gli studenti in un contesto scientifico nel quale individualmente e collettivamente, possano esplorare una molteplicità di strade per la costruzione della conoscenza associata ad un soggetto per sua natura multidimensionale. Nel primo capitolo si presenta l’ipotesi concettuale che sostiene tutto il modello cognitivo di base, e L’insegnamento delle scienze dalla prospettiva culturale. Il secondo capitolo presenta un quadro organizzato secondo uno schema originale, la linea di base, della ricerca colombiana in didattica della scienza. Si presentano anche riferimenti alle ricerche nella didattica della scienza dei contesti europeo e latinoamericano. Il terzo capitolo esplicita le domande di ricerca e gli obiettivi associati. Nel quarto capitolo presenta il Quadro Concettuale e la Descrizione Contestuale. Si tratta di una composizione dialogica tra le diverse prospettive metodologiche utilizzate nel divenire della ricerca Il quinto, sesto e settimo capitolo corrispondono rispettivamente a: l’analisi dei risultati, le conclusioni e le prospettive. Gli allegati sono inseriti dopo la Biliografia. L’elaborazione dell’ipotesi in relazione al modello cognitivo è stata fatta a partire da un confronto originale tra il lavoro dell'italiano Paolo Guidoni, (L-E-C) e del colombiano Carlos A. Hernández (V-I-Ap) a partire dalle fonti primarie. Nella organizzazione e stesura della linea di base sono state analizzate 384 esperienze di ricerca e innovazione didattica colombiane, riprese da fonti secondarie. Le fonti primarie utilizzate nella descrizione del contesto sono prese dagli attori diretti (studenti) e indiretti (comunitá) del processo. Gli strumenti che sono stati ri-costruiti secondo una metodologia qualitativa, si sono trasformati progressivamente a seconda delle caratteristiche del processo, arrivando ad una nuova configurazione metodologica. Ci si è per questo ispirati all’Opportunismo Metodologico descritto da Feyerabend riguardo al modo costitutivo della pratica scientifica reale, sostenendo che non esiste una sola forma legittima di fare ricerca qualitativa, nè una sola posizione o cosmovisione che la supporti. Alcuni conclusioni di ordine generale: 1. Il valore della sequenza didattica, riferito non solo alle implicazioni di contenuto e metodologiche, sta nel fatto che diventa lo strumento che permette allo studente di avvicinarsi ad un altro mondo, il mondo delle scienze. 3. Il nucleo dell’esperienza é stato cercare di arrivare alla razionalitá e alla comprensione dell’ esperienza stessa, in forma discorsiva e attraverso medellizzazioni, come consolidamento dell’apprendimento. 4. Si tratta di una proposta che offre la possibilità di costruzione di conoscenza nel rispetto delle condizioni individuali e non soltanto trasforma la vita di chi partecipa direttamente ma addirittura l’opinione che la comunità ha della scuola stessa.
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FARINA, Silvia. « PER UN’IDEA DI DIDATTICA. I MODELLI DELLE GUIDE PER MAESTRI (1955-2011) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2014. http://hdl.handle.net/11392/2389410.

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What idea of didactics is conveyed to schools by teacher's guides? What features should the ideal teacher's guide have? These are the fundamental questions driving this whole work; born from the need to ponder, once again, on the world of didactics itself, in relation with Educational Science. Said connection will be looked for, and judged, in the factual dimension of the Italian school, through the analysis of teacher's guides for primary school, published starting from 1939, focusing on the period between 1955 and 2011. The “teacher's guide” tool was chosen due to it being a daily witness of the changes which the teaching-learning strategies have undergone during the various historical and cultural cycles of the Italian school. Such tool is considered in a twofold way: as a reflection of both the historical changes of didactics in the school and the evolution or involution by which it is concerned; and of the idea of didactics actually reaching the schools, idea emerging from said devices. The work starts off with the definition of paradigm and model, it then focuses on the concept of didactics, from a scientific and etymological standpoint, referencing the main classical and contemporary authors; it examines the connection between school and didactics, dwelling on the concept of “educational relationship”, and it offers a consideration on disciplinary didactics. The “teacher's guide” tool is then defined and analyzed, contextualizing the various volumes from an historical and political point of view and specifying the purpose it should fulfil as a means actually useful to teachers, worthy of having a place in the educative context.
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Lalli, R. « ESPERIMENTI DI ETHER-DRIFT NEL XX SECOLO - CASI STORICI A CONFRONTO : EFFETTO SAGNAC (FRANCIA, 1913) ED ESPERIMENTI DI MILLER (USA, 1921-26) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/155761.

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Résumé :
One of the most studied topics of the history of Modern Physics is the transition between the 19th century newtonian world-view and the 20th century physics based on the development of relativity theories and quantum mechanics. After Kuhn’s definition of “scientific revolution” and “normal science”, several scholars considered the creation, development and reception of special and general relativity theories a scientific revolution. In particular, this thesis refer to Renn’s writings, which defined “relativity revolution” the process that led to ‘the introduction of fundamentally new concepts of space, time, matter and radiation’ in 1905, and was completed with Einstein’s creation of the theory of general relativity in 1915. One of the main features of the relativity revolution was the explicit dismissal of the luminiferous ether as the real support of the light and/or electromagnetic waves. The conceptual changes linked to the relativistic physical theories (including the refusal of the ether) caused several kinds of controversies within the national scientific communities. Some scientists opposed Einstein’s theories on the basis of epistemological analysis and metaphysical conceptions of reality. This field of study is considered to be part of the historiographical context of the “reception of relativity” and the few scholars who concerned themselves with the analysis of this framework underlined the existence of national differences in the reception of the physical meanings and epistemological features of the relativistic theories. The thesis is a part of this (not developed) historiographical context, and it approaches some specific experimental issues whose features has never been analysed in their complexity. At the beginning of the 20th century (in the period of relativity revolution) two ether-drift experiments were performed, which created a debate on their relevance and meaning within the framework of relativity theories: the discovery of the Sagnac effect (Paris, 1913) and Miller’s repetition of the Michelson-Morley experiment (Mount Wilson, CA, 1921-26). Both Sagnac and Miller interpreted their experiments as a confutation of the principles on which special relativity theory was based. They were not alone in the anti-relativistic interpretation of their findings. A minority of scientists are still claiming that these discoveries were fundamental and that they were discarded (or put aside) without acceptable explanations. Even though the controversy about these events is now at the fringe of the development of physics, these two cases could represent interesting examples of the national differences in the reception of relativity and the indissoluble link between theory and experiments in the interpretation of observational results. Moreover, the use of these experiments by dissident authors created a break between the “standard history” and the “unorthodox history” that needs to be analyzed in detail. The aim of the thesis is to address the historiographical lack on these experiments with a comparative analysis of their history from their immediate reception in the national scientific community in which they were performed until their eventual inclusion in the development of normal science. The choice of a comparative analysis using the spatial unity of nation is justified by the historiographical tradition involved in the studies of the reception of relativity. Apart from the ether context in which these experiments were made, their results have very different scientific meanings. The Sagnac Effect is a fringe shift at the first order in an interferometer set in uniform rotation with respect to the fringe position for the stationary one. The result obtained by Sagnac in 1913 was accepted and the Sagnac effect is used nowadays in aero-spatial navigation and in the synchronization of GPS. Thus the historiographical questions about this experiment are related to the interpretations of the effect within the debate between ether theories and relativity theories. According to the historian of Physics J. Stachel the uniform rotation constitute a “missing link” between special relativity theory and general relativity theory. In this passage the German mathematician T. Kaluza derived the formula of the Sagnac effect in the development of relativity programme in 1910, before the discovery of the effect. In this way, the effect was included in the relativity revolution without any ad hoc hypothesis. The situation was very different in France, where the effect was used by anti-relativistic scientists until P. Langevin published a paper in which he derived the Sagnac formula within the general relativistic framework. Miller’s experiments were a repetition of the Michelson-Morley experiment. They showed a positive result, that is a slight fringe shift periodic with respect to the sidereal time. Miller interpreted his data as a demonstration of the earth’s absolute motion through the ether, which has the value of 10 km/s at the top of Mont Wilson. Contrary to the Sagnac effect, Miller’s results were eventually discarded by the scientific community for several reasons. One of the main reasons was that between 1926 and 1930 some researchers repeated the MM experiment, but no one found the same effect. This lack of confirmation and the non-existence of an ether theory that could compete with special relativity theory made Miller’s result an enigmatic one. Thus it became of little interest to the scientific community, until 1954 when Shankland and three colleagues reanalysed the data and found a possible explanation in a temperature effect. The scientific community regarded this explanation as the conclusion of the matter without any debate, but some contemporary anti-relativists contest Shankland’s methodology. The comparative analysis realized in the thesis was based on different questions: How the national scientific communities reacted to the claims of Sagnac and Miller? In which way these results were included in the development of physical theories in the ‘20s? What was the approach of leading theorists to these experiments? When and how did the MM experiment end? When and why was Miller’s result discarded? When and why was the Sagnac effect included in the relativistic research programme? Which role (if any) did sociological elements play in the US and French reactions to these experiments? How was Langevin’s derivation received by French scientific community? Why did Shankland decide to perform the difficult re-analysis of Miller’s data? How did Shankland’s re-analysis find a possible solution? Other questions could also be asked in relation to philosophical and methodological analyses of this history: Which were the common and the conflicting features amongst the different repetitions of the same type of experiment? Which behaviour could be called rational and which could be called irrational in the history related to these experimental results? The comparative analysis was made on the scientific papers as well as on private documents of the principal actors involved in the events. In particular, the use of private documents has permitted to underline some sociological elements that played a relevant role in the history. The analysis of differences and analogies between the two cases in their national context at the beginning of the 20th century highlight the deep break that there was between the followers of relativity and the physicists of the “old school”. Moreover the thesis highlight some epistemic factors that played an important role in the accumulation of consensus on relativity during the 20th century.
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Alberici, Marco <1961&gt. « Campo gravitazionale uniforme e sistemi di riferimento uniformemente accelerati ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1601/1/Campo_gravitazionale_uniforme_e_sistemi_di_riferimento_uniformemente_accelerati.pdf.

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Résumé :
E’ stato affrontato in modo approfondito lo studio dei campi gravitazionali della relatività generale (RG) che producono un’accelerazione uniforme, e si è confrontato tale studio con i sistemi si riferimento (SR) accelerati della relatività ristretta (RR). Nel corso di quest’analisi sono stati trovati alcuni aspetti non evidenziati in precedenza nella letteratura scientifica, di cui il più rilevante è il fatto che la metrica di Rindler produce un campo che, osservato con misure di tipo radar, appare uniforme a un osservatore solidale con il campo stesso. Si è inoltre trovata più di una metrica cui corrisponde un’accelerazione che non dipende dalla coordinata di partenza. Per il campo di Rindler è stata eseguita anche un’analisi approfondita, tramite un’applicazione diretta del principio di equivalenza (PE). La metodologia utilizzata e i risultati sono un contributo originale di questa tesi e sono di interesse da un punto di vista didattico. Nel corso dell’analisi delle proprietà del campo di Rindler sono stati analizzati in modo operativo: il confronto del ritmo di marcia di due orologi che si trovano a una quota differente, la deflessione dei raggi luminosi e la traiettoria di un corpo in caduta libera. Infine si è indagato sulla forma della metrica di una distribuzione di massa a simmetrica planare.
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Alberici, Marco <1961&gt. « Campo gravitazionale uniforme e sistemi di riferimento uniformemente accelerati ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1601/.

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Résumé :
E’ stato affrontato in modo approfondito lo studio dei campi gravitazionali della relatività generale (RG) che producono un’accelerazione uniforme, e si è confrontato tale studio con i sistemi si riferimento (SR) accelerati della relatività ristretta (RR). Nel corso di quest’analisi sono stati trovati alcuni aspetti non evidenziati in precedenza nella letteratura scientifica, di cui il più rilevante è il fatto che la metrica di Rindler produce un campo che, osservato con misure di tipo radar, appare uniforme a un osservatore solidale con il campo stesso. Si è inoltre trovata più di una metrica cui corrisponde un’accelerazione che non dipende dalla coordinata di partenza. Per il campo di Rindler è stata eseguita anche un’analisi approfondita, tramite un’applicazione diretta del principio di equivalenza (PE). La metodologia utilizzata e i risultati sono un contributo originale di questa tesi e sono di interesse da un punto di vista didattico. Nel corso dell’analisi delle proprietà del campo di Rindler sono stati analizzati in modo operativo: il confronto del ritmo di marcia di due orologi che si trovano a una quota differente, la deflessione dei raggi luminosi e la traiettoria di un corpo in caduta libera. Infine si è indagato sulla forma della metrica di una distribuzione di massa a simmetrica planare.
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PARTOUCHE, BEATRICE. « La revisione internazionale dei testi scolastici di storia tra le due guerre mondiali. I casi italiano e norvegese ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2021. https://hdl.handle.net/11369/425867.

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Il dramma del primo conflitto mondiale e lo sconvolgimento che ne fu inevitabile conseguenza, diedero maggiore impulso alle associazioni pacifiste che già dalla fine del secolo precedente si battevano per un mondo senza conflitti e per un un’educazione che infondesse nelle nuove generazioni uno spirito di solidarietà tra i popoli. Molta parte di una mentalità che incoraggiava pulsioni belliciste, era stata favorita, secondo alcune personalità di spicco del mondo intellettuale, dalla maniera in cui veniva insegnata la storia, manipolata a fini politici per orientare i giovani verso ideali nazionalistici funzionali alla costruzione di un’identità nazionale e culturale, segnata da un acceso nazionalismo e dalla retorica patriottica. Gli anni del primo dopoguerra si caratterizzavano per uno sviluppo internazionale della scolarizzazione elementare, che con le dovute differenze e le diffuse difficoltà, raccoglieva larga parte della popolazione infantile, attirando l’attenzione di chi, con scopi talvolta opposti, vi scorgeva una massa da modellare e piegare alle esigenze della politica. In questo contesto la didattica della storia sembrava particolarmente cruciale per la determinazione degli orientamenti delle generazioni a venire. Per questo motivo, i libri di storia furono oggetto di analisi e di critica più di altri testi scolastici. Il presente lavoro prova a dare conto delle iniziative sia nazionali che internazionali, riservando un’analisi più dettagliata alle attività e alle riflessioni sul tema, relative alla realtà italiana e quella norvegese, che presero avvio nell’immediato primo dopoguerra e che si svilupparono e intensificarono durante i due decenni successivi. Molti intellettuali si interrogarono e dibatterono sulla necessità di modificare i manuali e la didattica della storia, presentando una notevole varietà di teorie e di proposte, di cui abbiamo provato a proporre le principali. Interessante è stato osservare la molteplicità di aspetti coinvolti nella riflessione, che riguardano la sfera storica, pedagogica, psicologica, morale, metodologica e il tentativo di far dialogare queste istanze tra loro. Si è scelto di evidenziare maggiormente l’esperienza italiana e quella norvegese in quanto rappresentano, in questo contesto, due estremi opposti. Pur rispondendo entrambe alla necessità di dover costruire una propria identità nazionale attraverso la scuola, effettuarono scelte educative, specialmente rispetto al nazionalismo da trasmettere, contrapposte.
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FANTINI, PAOLA. « Verso una teoria locale dell'appropriazione nell'insegnamento/apprendimento della fisica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30778.

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The research is framed within the scientific area of physics education and analyses implementations of a teaching proposal on thermodynamics in classes of a scientifically-oriented secondary school (grade 12). After a detailed review of research literature on teaching/learning thermodynamics, the thesis includes the description of the paths and of the materials used in the classes. The paths have been designed to create a learning environment rich enough to enable each student to integrate content knowledge into her/his broader path of personal and social growth. This has been possible because the material have been designed to exploit productive forms of complexity that take into account both the intrinsic complexity of the scientific thought and the complexity of learning processes. The main part of thesis concerns the systematic analysis of the data collected during the implementations. The analysis, together with careful methodological considerations, was carried out to capture and understand what happened in class and, as a result, it led to define and operazionalize the concept of appropriation. The analysis, then, moved toward building an humble theory of appropriation (how, when and why the appropriation occurs) by means of focal analyses on the classroom dynamics, both collective and individual. The last part of the thesis deals with the issues of transfer and reproducibility of a teaching experience.
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Roberti, Valentina. « Maxwell and Helmholtz and the birth ot the Theory of colour ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3425389.

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The present research study offers an overall picture of Maxwell and Helmholtz’s fundamental contributions to the science of colour, which constitute the basis of modern colorimetry, colour photography and colour metrics. The first main part of the dissertation, which embraces chapter 2 and chapter 3, is dedicated to a chronological account of their pivotal achievements on the subject, giving special focus on how they interpreted and elaborated over the course of the years Newton and Young’s theories of colour, which represent a fundamental starting point for both Maxwell and Helmholtz’s research in the field. Among their key contributions reported in the present work, it is worth mentioning that the two scientists clarified, for the first time and independently from one another, the distinction between additive and subtractive colour mixing, eliminating definitively Newton’s confusion between optical and pigment mixture of colours (confusion still existing in Young’s famous works and up to the solution provided by Forbes, Maxwell and Helmholtz). Moreover, they adopted Newton’s analogy of the centre of gravity to predict the outcome of optical mixture of light and eliminated the arbitrary choice of the number of primary colours. Among Maxwell and Helmholtz’s crucial experiments, deeply described and analysed in the text and from which they could obtain their colour diagrams (an equilateral triangle for Maxwell and a truncated hyperbola for Helmholtz), it is worth to cite the V-shaped slit experiment performed by Helmholtz, the famous Maxwell’s colour top, Helmholtz’s colour mixing experiment to detect directly pairs of complementary colours and Maxwell’s colour box. From an analysis of the obtained colour diagram, Helmholtz expressed pivotal considerations on the geometry of colour space: colour space could not be uniform, i.e. equal distances did not correspond to equal perceptual difference. Helmholtz’s reflections introduce the second main part of the dissertation, composed of chapters 4 and 5, dedicated to the work undertaken by Helmholtz on the geometry of colour space, which he interpreted, such as Riemann before him, as non-Euclidian. This second part begins with a deep analysis of the studies on colour and colour perception carried out by Helmholtz’s collaborators König, Dieterici and Brodhun, working in his laboratory in Berlin. Their crucial results constitute Helmholtz’s starting point for the definition of his line element in colour space, which he elaborated following ideas borrowed from the new-born field of psychophysics. He extended the one-dimensional Weber-Fechner law of psychophysics to a complex of three dimensions, such as the colour space for subjects with normal colour vision. Helmholtz’s mathematical treatment and related considerations are contained in three papers, published between 1891 and 1892, of which a partial English translation, with related analysis, is provided. To conclude, in chapter 6 a short overview of the development of colorimetry, after Maxwell and Helmholtz’s works, can be found. The aim, far from giving a complete and detailed review of all subsequent contributions to the field up to 1971 (when the “Helmholtz Memorial Symposium on Color Metrics of the International Color Association”, AIC, took place), is to highlight the pivotal role played by Helmholtz and Maxwell’s studies in the development of colour science, as well as to illustrate some problems which have remained unsolved until the present time.
Dall’antichità ad oggi il colore ha sempre costituito oggetto di studi e approfondimenti, i quali, oltre ad apportare significativi contributi al progresso della conoscenza scientifica sul tema, hanno originato interessanti applicazioni pratiche in vari ambiti disciplinari. La moderna scienza del colore viene inaugurata da James Clerk Maxwell e Hermann von Helmholtz intorno alla metà dell’Ottocento. Obiettivo del presente lavoro è inserire i meno noti contributi di Maxwell e di Helmholtz alla scienza del colore in un quadro generale completo, assente al giorno d’oggi, ponendo un accento particolare sull’influenza esercitata dai lavori di Newton e di Young sullo sviluppo delle loro teorie. Entrambi gli scienziati, infatti, seppur con accenti diversi, interpretano la loro opera come una continuazione e un completamento delle teorie del colore e della visione di Newton e di Young, le cui idee verranno in parte riprese ed elaborate e in parte abbandonate. Il lavoro è organizzato in due sezioni principali. La prima, che si articola nei capitoli 2 e 3, illustra le tre fondamentali svolte avvenute tra il Seicento e l’Ottocento dalle quali prenderanno avvio le ricerche dei due scienziati e, a seguire, i cruciali contributi di Maxwell ed Helmholtz alla teoria del colore, esposti, per quanto possibile, secondo una scansione cronologica. In questa prima parte vengono descritti in dettaglio gli esperimenti condotti dai due scienziati sul mescolamento dei colori, come la “trottola dei colori” e la “scatola dei colori” di Maxwell e l’esperimento di Helmholtz atto a individuare coppie di colori complementari. Verranno poi presentati i diagrammi del colore proposti da Maxwell e da Helmholtz, che assumono rispettivamente la forma di triangolo equilatero e di iperbole troncata. Da una analisi approfondita del diagramma del colore ottenuto mediante i suoi esperimenti sul mescolamento delle luci, Helmholtz esprime considerazioni cruciali sulla geometria dello spazio del colore. Riconoscendo una asimmetria in tale spazio, Helmholtz, come Riemann prima di lui, si spinge a interpretarne la geometria in termini non euclidei: lo spazio del colore, infatti, non è uniforme, ovvero in esso uguali distanze non corrispondono a uguali differenze percepite. Tali riflessioni introducono la seconda parte dello studio (capitoli 4 e 5) dedicata alla produzione scientifica di Helmholtz e dei suoi collaboratori e assistenti, König, Dieterici e Brodhun, presso il Physikalische Institut di Berlino relativa alla geometria dello spazio del colore, di cui solamente poche opere sono state tradotte in inglese. Tra queste sono assenti gli articoli specificamente dedicati alla definizione del primo elemento di linea nello spazio del colore, pubblicati tra il 1891 e il 1892. Il presente lavoro contiene una analisi e traduzione parziale in inglese dei tre lavori di Helmholtz, accompagnata da uno studio dei contributi dei suoi assistenti, i quali, inter alia, forniscono a Helmholtz materiale prezioso per lo sviluppo del suo modello di elemento di linea, elaborato a partire dalla legge psicofisica di Weber-Fechner. Infine, l’ultimo capitolo è dedicato a una breve panoramica sugli sviluppi della teoria del colore successivi ai fondamentali contributi di Helmholtz e Maxwell fino al 1971, anno in cui si tiene il simposio intitolato Helmholtz Memorial Symposium on Color Metrics organizzato dalla Associazione Internazionale del Colore (International Color Association) avente come oggetto di dibattito proprio la metrica del colore, di cui Hermann von Helmholtz rappresenta il fondatore indiscusso. Da questo studio emerge chiaramente l’interdisciplinarità della ricerca svolta: lo studio del colore coinvolge, infatti, vari ambiti disciplinari, quali la fisica, la matematica, la psicofisica, in linea con l’idea condivisa da Helmholtz e da Maxwell che il progresso della conoscenza avvenga spesso grazie alla fertilizzazione incrociata di settori diversi del sapere.
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SALCEDO, AVILA GUSTAVO ENRIQUE. « ENTRE LA DESCONFIANZA Y LA RELACIÓN ESPECIAL : Estados Unidos y Venezuela durante la época de Rómulo Betancourt (1958-1964) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/64528.

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Résumé :
The research work analyzes U.S. policy towards Venezuela during the first years of restoration and consolidation of democracy in that country (1958-1964). It pays particular attention to how the Eisenhower administration reacted to the resurgence of a democratic regime in Venezuela after the downfall of the Perez Jimenez dictatorship. It explains why they felt initial suspicions towards the new government and how such misgivings were later overcome. The work also handles Kennedy administration’s all out support for the Betancourt presidency as well as the differences that existed between them, mainly regarding oil policy and the recognition of dictatorships. Generally speaking the work mainly deals with Cold War security policy as well as petroleum issues. The research is based on extensive use of U.S. and Venezuelan published and unpublished documents, as well as interviews to important Venezuelan officials of the times.
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