Articles de revues sur le sujet « Storia del cinema »

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Penasso, Marina. « Un fondo per la storia del cinema ». HISTORIA MAGISTRA, no 24 (novembre 2017) : 166–67. http://dx.doi.org/10.3280/hm2017-024018.

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Cherchi Usai, Paolo. « I migliori film del 1913 ? Sette paradossi sulla storia del cinema ». 1895 Mille huit cent quatre-vingt-quinze 1, no 1 (1993) : 170–84. http://dx.doi.org/10.3406/1895.1993.1022.

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De Leo, Maya. « Storie, visioni, memorie Lgbtq+ : il Novecento italiano in tre libri ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (janvier 2022) : 257–65. http://dx.doi.org/10.3280/ic297-oa4.

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Résumé :
La lettura critica di tre recenti volumi relativi alla storia Lgbtq+ - Il caso di G. La patologizzazione dell'omosessualità nell'Italia fascista, di Gabriella Romano, Omosessualità e cinema italiano. Dalla caduta del fascismo agli anni di piombo, di Mauro Giori e L'aurora delle trans cattive. Storie, sguardi e vissuti della mia generazione transgender, di Porpora Marcasciano - si accompagna alla formulazione di questioni, all'analisi di approcci e alla delineazione di prospettive per una storiografia sulle e delle soggettività Lgbtq+ nel contesto italiano, in dialogo con la produzione internazionale su questo tema.
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Mocci, Maria Lucia. « Cinema, PTSD e trauma in etŕ evolutiva ». IPNOSI, no 1 (août 2011) : 69–74. http://dx.doi.org/10.3280/ipn-2011-001009.

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Résumé :
Si propongono due film che offrono al clinico la possibilitŕ di confrontarsi col concetto di trauma in etŕ evolutiva, poiché affrontano da angolature di differente complessitŕ il PTSD (Post Traumatic Stress Disorder)., film del 2008 di Michael Winterbottom, ci presenta, attraverso la storia di una famiglia, il manifestarsi e l'evolversi nella figlia minore del PTSD come da manuale diagnostico., film del 2004 di Gregg Araki, tratto dall'omonimo romanzo di Scott Heim, ci porta in modo molto intenso, a tratti crudo, attraverso le vicende parallele e contemporaneamente perpendicolari di due adolescenti, a riflettere sui limiti dei manuali nel considerare l'essenza della parola trauma, dal greco,indicante una, unae sui possibili esiti che il trauma vissuto in etŕ infantile puň avere nel tempo.
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Fanchi, Mariagrazia. « Andare al cinema a Milano. Fra trasformazioni nazionali e specificità locali ». TERRITORIO, no 95 (mai 2021) : 99–108. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095011.

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Résumé :
Il saggio tratteggia la storia del rapporto fra cinema e pubblici a Milano attraverso quattro affondi che colgono altrettante svolte nell'esperienza degli spettatori del capoluogo lombardo: la costruzione di un modello ‘rilocato' di fruizione del film, durante gli anni '50; l'emergere di un'esperienza crepuscolare del cinema, nella seconda metà degli anni '60; l'affermarsi, alle soglie del nuovo millennio, di un modello di intrattenimento esteso legato alla diffusione dei multiplex; la recente emersione di un'esperienza diffusa del film, sostenuta dalle piattaforme digitali come Netflix e dalla metamorfosi dello spettatore. Quattro momenti che anticipano e contribuiscono a innescare analoghi cambiamenti su scala nazionale.
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Riefolo, Giuseppe. « Pornografia e dolore mentale ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2021) : 181–90. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-002014.

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Résumé :
La pornografia in un film non attiene all'evidenza di sessualità estrema, ma concerne soprattutto la proposizione di scene di sessualità che cercano di ribadire eccitamenti attraverso una sessualità concreta. Il registro pornografico, quindi attiene alla impossibilità delle immagini di proporre la dimensione del sogno e di emanciparsi dallo statuto della concretezza. Attraverso l'analisi di tre film si cerca di ribadire come le scene di sessualità estrema e, inizialmente concreta, sia possibile, proprio attraverso la funzione iconica del cinema, trovare umanità e intimità in storie che inizialmente si presentano bloccate nel loro statuto di concretezza. Alla sessualità si coniuga la tenerezza; i paesaggi entrano gradualmente nel tono della storia; il dolore può essere non solo sentito, ma anche sofferto. La pornografia lascia il posto alla illusione, magari anche alla delusione.
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Corona, Gabriella. « Paolo Frascani e le trasformazioni storiche dei mari italiani ». SOCIETÀ E STORIA, no 126 (mars 2010) : 669–72. http://dx.doi.org/10.3280/ss2009-126004.

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Résumé :
L'Italia e il mare di Paolo Frascani Questo volume vuole essere la storia del recupero dell'identitÀ marittima dell'Italia otto-novecentesca, dopo un declino durato parecchi secoli che aveva visto l'Italia comunale, l'Italia delle Repubbliche Marinare progressivamente perdere il suo primato sul mare. Si racconta il processo di recupero del mare nella rappresentazione dell'Italia come nazione dando conto di come questo avviene nell'ambito del dibattito culturale, politico, istituzionale, facendo riferimento ai valori, ai sensi di appartenenza, ai modelli identitari e impiegando materiali molto diversi: la letteratura storiografica, la narrativa, la pubblicistica coeva, le fonti audiovisive, il cinema e cosě via. Ma al di lÀ dei propositi l'autore mostra l'urgenza ed il piacere di raccontare il mare liberamente dandone conto in maniera piů ampia. Nel dipanare il suo racconto Frascani non perde di vista le trasformazioni territoriali, demografiche, sociali ed economiche e da questo punto di vista il libro č anche la storia dei fattori che hanno determinato i processi di trasformazione attraverso i quali si sono venuti configurando i mari e le coste cosě come si presentano a noi oggi. Molte le questioni problematiche: la complessitÀ della periodizzazione, il ruolo delle scale geografiche, il mutamento nella percezione storica dei valori ambientali, i rischi di una nuova rappresentazione ideologica.
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Toti, Anna Maria Paola. « Le forme istituzionali del potere. Pier Paolo Pasolini e il linguaggio della praxis ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mars 2012) : 131–49. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001006.

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Résumé :
Il documentario come testimonianza del sociale, come dispositivo realistico, č fonte di studio e di analisi per il sociologo; infatti, il materiale visuale rappresenta un documento essenziale per comprendere come ogni cultura rappresenti se stessa e le proprie alternative. L'idea che il cinema sia per sua natura riflesso e continuazione del reale, costituisce la base di alcuni importanti contributi, tra i quali vi č quello di Pier Paolo Pasolini che fornisce un'interpretazione critica dell'individuo e della storia. Il proletariato, i "ragazzi di vita", la periferia romana, una condizione subumana di esistenza, diventano i contenuti privilegiati di un cinema che, avendo fatta propria la lezione del neorealismo, pur trasfigurandola, ma avendola anche superata criticamente, tende a trasporre i dati immediati dell'esperienza in una dimensione artistica fortemente caratterizzata.
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Noto, Paolo. « La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018) ». Journal of Italian Cinema & ; Media Studies 9, no 2 (1 mars 2021) : 330–34. http://dx.doi.org/10.1386/jicms_00078_5.

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Review of: La scuola italiana del cinema. Il Centro Sperimentale di Cinematografia dalla storia alla cronaca (1930-2017), Alfredo Baldi (2018) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 224 pp., ISBN 978-8-84985-412-1, p/bk, €18.00 70 anni della Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia 1949-2019, Alfredo Baldi (ed.) (2019) Rome and Soveria Mannelli: Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia and Rubbettino, 240 pp., ISBN 978-8-84986-124-2, p/bk, €18.00
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Lamera, Federica. « LAURA NUDA : UN INTENSO RITRATTO FEMMINILE NEL CINEMA ITALIANO DEGLI ANNI SESSANTA. » Revista Internacional de Culturas y Literaturas, no 15 (2014) : 270–81. http://dx.doi.org/10.12795/ricl.2014.i15.20.

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Quando, nel 1961, uscì Laura nuda di Nicolò Ferrari (1927-2008), il giovane regista era considerato una delle maggiori promesse del cinema italiano dell’epoca e il suo film, destinato probabilmente a rappresentare l’Italia al festival di Cannes di quell’anno, avrebbe dovuto consacrarne definitivamente la fama già acquisita come apprezzato aiuto di Rossellini, Antonioni e Bolognini ed eccellente documentarista. La storia di Laura, raffinato quanto difficile ritratto psicologico di una figura complessa di donna, per la delicatezza dei temi trattati, considerati scabrosi, però entrò nel mirino della censura, finendo per essere boicottato e dimenticato, dopo essere stato proiettato in condizioni di semiclandestinità.
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Licordari, Mariangela. « Le sale cinematografiche nello scenario moderno dell’architettura portoghese della prima metà del XX secolo : alcuni esempi a confronto ». Revista de História da Sociedade e da Cultura 18 (22 décembre 2018) : 207–26. http://dx.doi.org/10.14195/1645-2259_18_10.

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Vero e proprio fenomeno culturale del XX secolo, in ambito architettonico il cinema rappresenta da sempre il simbolo della modernità e del progresso tecnologico. Nella storia dell’architettura moderna, la progettazione delle sale cinematografiche va di pari passo con la sperimentazione di nuove forme architettoniche rese possibili dall’impiego di moderni materiali da costruzione (quali in primis il cemento armato), divenendo un importante banco di prova tanto per la verifica tecnologica degli stessi quanto per l’immaginazione spaziale di nuovi ambienti, così divergenti da quelli propriamente classici dei teatri. Spazio architettonico fruibile e funzionale al vissuto umano, il cinema diventa rapidamente espressione di crescita, di sviluppo sociale ed economico e di prestigio urbanistico. Anche in Portogallo, come nel resto dell’Europa, le sale cinematografiche sono segnali tangibili del cambiamento stilistico e formale dell’architettura della prima metà del Novecento, facendosi portavoce di un’immagine nuova che rapidamente adornerà le città portoghesi d’un aspetto moderno e scenografico al tempo stesso.
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Cardone, Lucia, et Mariagrazia Fanchi. « Che genere di schermo ? Incroci fra storia del cinema e gender studies in Italia ». Italianist 31, no 2 (juin 2011) : 293–303. http://dx.doi.org/10.1179/026143411x13051090964938.

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Titomanlio, Carlo. « Anton Giulio Bragaglia teorico della meraviglia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (1 février 2017) : 187–202. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816689252.

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Résumé :
Fotografia, cinema, letteratura, arti visive, teatro: non c’è disciplina cui Anton Giulio Bragaglia (Frosinone 1890–Roma 1960) non si sia applicato, con spirito innovatore e inesauribile forza creativa. Il presente articolo ripercorre le prime esperienze teatrali di Bragaglia per poi concentrarsi sui suoi scritti teorici, con particolare riferimento agli articoli apparsi sulla rivista Comoedia tra il 1923 e il 1927. Ne emerge un insieme di considerazioni, ricerche, progetti personali e commenti tecnici di notevole interesse per la storia delle arti sceniche del Novecento.
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Nicoletto, Meris. « Bambini infelici e famiglie infrante nel cinema di regime ». Quaderni d'italianistica 34, no 2 (25 mars 2014) : 29–46. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i2.21033.

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Résumé :
Il saggio focalizza la sua attenzione sul tema dell’adulterio femminile, considerato argomento tabù dalla censura e dalla propaganda fascista, e sulle ripercussioni che esso provoca sui figli. Piccola mia di Eugenio De Liguoro e Il canale degli angeli di Francesco Pasinetti, pellicole uscite a metà anni Trenta, bypassano la tematica incandescente del tradimento extraconiugale con il ravvedimento finale delle protagoniste che tornano al loro ruolo di matres familiae. In particolare il film di Pasinetti anticipa di quasi dieci anni la storia raccontata da I bambini ci guardano di Vittorio De Sica: Bruno, il bimbo protagonista, vive con partecipazione sofferta la nascita di un affetto tra la propria madre e un marinaio. La possibile perdita della figura materna viene somatizzata dal bambino in gesti e azioni fatte di silenzi, di avvicinamenti al padre, di furtivi sguardi verso i due amanti. Il tutto poi si scioglie nel finale quando il marinaio decide di partire e la madre di rimanere con il figlio e il marito. Ne I bambini ci guardano, Pricò non è più in grado di salvare il matrimonio dei genitori perché la famiglia non è più una cellula salda e integra, come il regista dimostra superando ipocrisie ideologiche e radiografando pulsioni sociali ed esistenziali nuove. Lo sguardo del bimbo è lo stesso di Bruno, ma con una messa a fuoco più nitida di quanto accade attorno a lui. A nulla valgono i suoi tentativi di nascondere al padre i continui tradimenti della madre, che alla fine rinuncia al figlio in nome della felicità personale. E nulla può il bimbo per richiamare il padre ai suoi doveri di pater familias. In seguito al trauma dell’abbandono della madre e del suicidio del padre Pricò diventa adulto e sceglie di rimanere in collegio, pur avendo di fronte a sé una madre disponibile a prendersi ancora cura di lui. Il suo dolore è troppo forte per perdonare la donna che lo ha tradito nei suoi affetti più profondi.
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Facchi, Francesca. « ‘Tu se’ lo mio maestro e ’l mio autore’ : studi sul tema maestro-allievo tra letteratura, traduzione, cinema e storia del pensiero ». Incontri. Rivista europea di studi italiani 33, no 2 (20 décembre 2018) : 132. http://dx.doi.org/10.18352/incontri.10260.

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Paoletti, Isabella. « Review : Cultural Issues : Enrico Esher, Il quarto occhio. Sociologia, storia, ermeneutica del linguaggio del cinema [The Fourth Eye : Sociology, History, Hermeneutics of the Language of Cinema], Vol. 1. Milan : Franco Angeli, 2006, 277 pp., ISBN 8846473876, 23.00. Enrico Esher, Il quarto occhio. Sociologia, storia, ermeneutica del linguaggio della televisione [The Fourth Eye : Sociology, History, Hermeneutics of the Language of Television], Vol. 2. Milan : Franco Angeli, 2006, 221 pp., ISBN 8846473872, 18.00 ». International Sociology 22, no 5 (septembre 2007) : 651–54. http://dx.doi.org/10.1177/02685809070220051302.

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Astorino, Claudia Maria. « Turismo na Serenissima entre ficção e realidade : de Morte em Veneza, de Luchino Visconti, à pós-pandemia ». Revista Italiano UERJ 12, no 1 (5 septembre 2021) : 20. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2021.62064.

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RESUMO: Ao longo de sua história, Veneza vem atraindo um número considerável de turistas. Incrustrados em tão singular cenário geográfico, seus canais, gôndolas, pontes, campi, tesouros arquitetônicos e artísticos constituem um legado singular e, consequentemente, uma oferta turística inigualável, que tem seduzido o imaginário de turistas potencias das mais distintas procedências. O presente estudo objetivou analisar como a atividade turística em Veneza tem evoluído e de que modo vem sendo ilustrada nas artes, sobretudo, no cinema, na música e nas artes visuais. Nesse sentido, formou-se um corpus de estudo composto por filmes e videoclipes italianos e estrangeiros, além de obras de artes visuais, com a finalidade de confrontá-los com as etapas do turismo no percurso do tempo. Trata-se, portanto, de um estudo qualitativo, descritivo e comparativo. A metodologia constou de pesquisa bibliográfica em fontes secundárias, de forma a traçar a evolução do turismo em Veneza, seguida pela composição do referido corpus de estudo, análise das obras selecionadas para este corpus e, por fim, comparação entre ficção e realidade.Palavras-chave: Veneza. Turismo. Ficção x realidade. Filmes e videoclipes. Artes visuais. ABSTRACT: Nel corso della sua storia, Venezia ha atratto un numero considerevole di turisti. Incastonati in uno scenario unico, i suoi canalli, gondole, ponti, campi, tesori architettonici e artistici costituiscono un patrimonio singolare e di consegenza un’offerta turistica impareggiabile che da sempre ha popolato l’immaginario di potenziali turisti delle più svariate origini. Il presente studio si è proposto ad analizzare come si è evoluta l’attività turistica a Venezia e come à stata illustrata nel campo delle arti, in particolare nel cinema, nella musica e nelle arti visive. Si è dunque formato un corpus di studio, composto da film e da videoclip italiani e stranieri, oltre ad opere di arti visive, per confrontarli con le tappe dello svilupo del turismo nel tempo. Si tratta quindi di uno atudio qualitativo, descrittivo e comparativo. La metodologia è costituita da una ricerca bibliografica su fonti secondarie, al fine di tracciare l’evoluzione del turismo a Venezia, seguita dalla composizione di un corpus di studio, dall’analisi delle opere selezionate per questo corpus ed infine dal confronto tra finzione e realtà.Parole-chiave: Venezia. Turismo. Finzione x realtà. Film e videoclipe. Arti visive. ABSTRACT: Throughout its history, Venice has attracted a considerable number of tourists. Embedded in such a singular geographic setting, its canals, gondolas, campi, architectural and artistic treasures constitute a unique legacy and, consequently, an unparalleled tourist offer that has seduced the imagination of potential tourists from the most diverse origins. The present study aimed to analyze how the tourist activity in Venice has evolved and how it has been illustrated in the arts, especially in cinema, music and visual arts. In this sense, a corpus was formed, composed of Italian and foreign films and video clips, in addition to visual arts works, in order to confront them with the stages of tourism in the course of time. It is, therefore, a qualitative, descriptive and comparative study. The methodology consisted of bibliographic research in secondary sources, in order to trace the evolution of tourism in Venice, followed by the composition of a study corpus, analysis of the works selected for this corpus and, finally, comparison between fiction and reality.Keywords: Venice. Tourism. Fiction x reality. Films and video clips. Visual arts.
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Selvaggi, Caterina. « Pulp Fiction. Il cinema postmoderno di Quentin Tarantino ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2012) : 151–72. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001011.

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L'Autore analizza "Pulp Fiction" di Tarantino (1994) che č il cineasta piů significativo del gusto post-moderno; la relazione sistemica č protagonista del film e di altri dello stesso autore ed evidenzia come il singolo personaggio non abbia né coerenza né consistenza come individuo a se stante. Lo stile postmoderno č una delle forme culturali piů proprie della cosiddetta "globalizzazione", cioč delle progressiva interdipendenza dei sistemi nel pianeta. Il film racconta 5 storie intrecciate, mettendo in crisi l'ordine causale lineare a favore di una concezione di causalitŕ circolare espressa anche dalla regia stessa. Significativo č anche il gusto della citazione di altri testi e film di culture ed epoche diverse, proprio del postmoderno, e la mescolanza dei vari generi, dal thriller al western al musical ai cartoons" Ma questo gioco di citazioni per Tarantino esprime la condizione di intellegibilitŕ psicologica e culturale di un sistema ormai globale.
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Marchese, Lorenzo. « Voci di Pasolini. L’uso della voice-over nel teatro e nel cinema di fiction ». Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 juin 2022) : 47–64. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.80599.

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Nel presente articolo si inizia una ricognizione della voce fuori campo, attribuibile a una figura d’autore, entro due ambiti della produzione di Pasolini: il teatro e il cinema di fiction. Dopo una premessa storica e teorica sulla voce fuori campo, si riflette sulle implicazioni poetiche ed espressive di questo strumento in Affabulazione, Calderón, Uccellacci e uccellini e La sequenza del fiore di carta.
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Blanco Pérez, Manuel. « Nuevos relatos híbridos en el cine de ficción español. El caso de Entre dos aguas de Isaki Lacuesta. » Ámbitos. Revista Internacional de Comunicación, no 51 (2021) : 41–54. http://dx.doi.org/10.12795/ambitos.2021.i51.04.

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At the 2018 San Sebastian Festival the winning film was Entre dos aguas (Isaki Lacuesta, 2018). The Catalan filmmaker constructs a fiction film that, however, is also very much self-referential and biographical and therefore journalistic (all the actors are amateurs who play themselves in the film), and uses a good part of a certain journalistic documentary visual aesthetic. These actors, in turn, had already been protagonists for 12 years before another film by the filmmaker, La leyenda del tiempo (2006). However, the value of Lacuesta’s contribution lies in the fact that these characters play a life they did not live, but could easily have. In his proposal, reality is mixed with fiction in a film where both are equally plausible. The analysis of this footnote will also allow us to identify many of the characteristics of the new contemporary hybrid cinema, such as the cohabitation with objectivity, the deontology of the creator, the breaking of the frontiers between fiction and non-fiction, or the use of a certain ucrony within the script that inserts his characters (with varying degrees of luck) into their natural environment. We intend to analyze how this new hybrid film language allows a different knowledge of the environment, with all the implications that this implies.
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Ragni, Eugenio. « Bernari o della non-omologazione ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (29 mars 2018) : 332–46. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818763791.

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Per l’opera di Carlo Bernari sono state coniate alcune definizioni che con felici metafore rappresentano l’attività dell’autore di Tre operai. Tra quelle che meglio convengono al suo primo romanzo, “incunabolo del neorealismo” è la più usata; meno comune, ma decisamente più inerente alla realtà dei fatti, è quella che fa riferimento alla costante, mai placata attività correttoria esercitata dall’autore fin dalle sue prime prove narrative. Per Tre operai in particolare, seguirne la genesi vuol dire entrare nella cosiddetta “officina dell’autore”, misurarne la lucidità nel togliere, nel modificare, nell’aggiungere, puntando alla massima chiarezza di una diagnosi storica e alla stretta osmosi fra verità documentale e “finzione” letteraria. Il saggio intende evidenziare le due componenti della scrittura di Bernari: l’elaborazione della realtà come rappresentazione del mondo e lo sperimentalismo stilistico ante litteram che ha portato lo scrittore non solo ad anticipare le tendenze stilistiche del secondo Novecento, a partire ovviamente dal neorealismo fino a toccare sperimentazioni neoavanguardiste, ma soprattutto, analizzando il presente, a presentire e diagnosticare crisi socio-ideologiche ancora aurorali. Nel primo caso, per valutare i meccanismi e la praxis dello scrittore, viene sviluppata l’analisi del passaggio e della trasformazione del proto-romanzo Gli stracci (1928–1930) nella versione finale di Tre operai pubblicata nel 1934, che anticipa di un decennio forme e contenuti neorealisti promossi da istanze ed esperienze del giovane scrittore nell’ambito di certe letture impegnate, in quello delle arti visive, il cinema in particolare, o a contatto, diretto o mediato, con i grandi movimenti culturali del primo Novecento. Ma se il romanzo d’esordio getta le basi di un genere che maturerà dieci anni dopo—il neorealismo—si vuole qui dimostrare il permanere nella copiosa e apparentemente versicolore produzione del sessantennio successivo di una coerenza di metodo, sottesa e perciò non sempre còlta dalla critica, e di una costante sollecitazione a percorrere nuove strade formali e ad affrontare problematiche diverse, sempre rispettando con rigore i diversi aspetti delle realtà in atto.
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Bassi, Sabrina. « Maria Roberta Novielli, Animerama. Storia del cinema d’animazione giapponese ». Diacronie, N° 27, 3 (29 septembre 2016). http://dx.doi.org/10.4000/diacronie.4220.

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Carboni, Donatella, Marin Marian et Concepción Foronda-Robles. « The Web and Social Media for the Promotion of the Tourist Destination. Bran Castle (Romania) : Myth, Literature, Cinema and History. » Euro-Asia Tourism Studies Journal 2021, Special Issue in Italian (28 novembre 2021). http://dx.doi.org/10.58345/gjey8017.

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The article aims to analyze the change that has taken place in the promotion of one of the most important and well-known cultural heritage in Romania, the Bran Castle, thanks to social networks. They are very important marketing tools for visibility and by power of positioning in the tourism market. Google Trends compares the interest shown by people in relation to the different destinations in Romania, and more specifically in relation to Bran Castle, the Transylvania region and the "Count Dracula". The results show that this tool can contribute to the knowledge of people's interest in relation to the tourist destinations. Nvivo's content analysis is also applied to investigate the cultural and tourist promotion that Bran Castle plans in its strategy. All this information is very useful for Destination Management Organization (DMO). The analysis of the data existing on social networks confirms the popularity of the myth of Dracula and its association with the image of the country, but we believe that Romania must wisely address this apparent negative stereotype and adopt a strategy of correct positioning of the Dracula symbol.
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Ferrari, Emanuele. « IL POTERE DEL SOGNO : MUSICA E STRUTTURA NEL FILM EYES WIDE SHUT DI ». Pensamiento palabra y obra, no 1 (25 septembre 2008). http://dx.doi.org/10.17227/ppo.num1-41.

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Resumen: En la película Eyes Wide Shut (traducida al español como Ojos bien cerrados) la tendencia no narrativa y antisicológica de la cinematografía de Kubrick alcanza su máxima expresión. No obstante la apariencia, la película no cuenta una historia o un proceso en marcha, ni siquiera se ocupa del interior de los personajes. Al contrario, el tema explorado por Kubrick es el enigma de lo visible, la sobreabundancia del sentido que emana de las imágenes. Luces, colores ambientes y fisonomías crean un mundo lleno de sentido, pero indescifrable. La realidad, luminosa y brillante para el ojo, resulta opaca e impenetrable a la razón. En este cuadro la música es un elemento fundamental que aumenta significativamente la complejidad del conjunto. El artículo examina algunas de las sofisticadas estrategias con las cuales Kubrick relaciona sonidos e imágenes según una concepción altamente evolucionada que excluye el puro y simple acompañamiento musical a las imágenes. Si lo visible es de por sí rico en sentido, lo audible no lo es menos y la interacción entre estas dos dimensiones conlleva a la enseñanza de la paradoja. Música e imagenes proceden según un juego de desfases y de contradicciones que multiplican los indicios con los cuales la realidad se vuelve legible, hasta sumergirla en una total ambigüedad. Los personajes -y espectadores- se encuentran tan perdidos en un laberinto de sentido que hipnotiza y fascina sin jamás revelar su propio secreto.Abstract: In Eyes Wide Shut la tendenza non narrativa e antipsicologica del cinema di Kubrick raggiunge un apice. Nonostante l’apparenza, il film non racconta una storia o un processo in divenire, né si occupa dell’interioritá dei personaggi. Al contrario, il tema esplorato da Kubrick è l’enigma del visibile, la sovrabbondanza del senso che promana dalle immagini. Luci, colori, ambienti e fisionomie creano un mondo pieno di senso, ma indecifrabile. La realtá, luminosa e brillante per l’occhio, risulta opaca e impenetrabile alla ragione. In questo quadro la musica è un elemento fondamentale che accresce significativamente la complessitá dell’insieme. L’articolo esamina alcune delle sofisticate strategie con cui Kubrick mette in relazione suoni e immagini secondo una concezione altamente evoluta che esclude il puro e semplice commento musicale alle immagini. Se il visibile è di per sé ricco di senso, l’udibile non lo è meno, e l’interazione fra queste due dimensioni avviene all’insegna del paradosso. Musica e immagini procedono secondo un gioco di sfasamenti e di contraddizioni che moltiplicano gli indizi con cui la realtá si rende leggibile, fino a immergerla in una totale ambiguità. Personaggi - e spettatori - si trovano così smarriti in un laberinto di senso che ipnotizza e affascina senza mai rivelare il proprio segreto.83
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Braga, Paolo. « La dimensione argomentativa del racconto cinematografico in materia bioetica : il caso di Lo scafandro e la farfalla ». Medicina e Morale 65, no 5 (23 novembre 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.456.

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L’articolo si propone un’analisi della retorica narrativa del film Lo scafandro e la farfalla (2007, diretto da Julian Schnabel, scritto da Ronald Harwood). Il contributo inizia sottolineando il rinnovato interesse per la retorica narrativa tanto negli studi sul cinema e la televisione, quanto nelle analisi che, in prospettiva bioetica, considerano la correttezza di come i problemi di inizio e fine vita sono raccontati nei film e nelle serie televisive. Il contributo procede illustrando il proprio approccio, quello della teoria della sceneggiatura. Lo schema classico di costruzione di una trama è messo a fuoco nella sua valenza argomentativa. Gli snodi che lo costituiscono, infatti, possono essere considerati come altrettanti passaggi di un confronto dialettico dove una tesi è approfondita nel confronto con una tesi opposta. Nel caso del film in questione, la tesi è: “la relazione con gli altri, la condivisione, rende la vita degna anche nella sofferenza”, la controtesi è: “una malattia paralizzante impedisce una vita degna”. L’articolo continua approfondendo la nozione di “retorica progressiva”, sottolineandone i tratti essenziali: impostazione costruttiva; riconsiderazione del concetto di limite; dovuto approfondimento della tesi contraria; tono non predicatorio; rispetto del dato. Nelle conclusioni, si argomenta come il film in esame inveri tutti questi aspetti. In particolare, si argomenta che anticipata alla prima parte del film la scelta bioetica dirimente, la storia può poi svilupparsi in una direzione costruttiva e creativa, non polemica.The article is aimed at analyzing the narrative rhetoric of the film The Diving Bell and the Butterfly (2007, directed by Julian Schnabel, written by Ronald Harwood). I begin by stressing the renewed interest for narrative rhetoric. This theoretical perspective has gained new strenght both in the field of film studies and in bioethics, where the representation of beginning and of end of life issues in films and television series is examined in order to evaluate its correctness. I continue by explaining the method of the analysis, which uses the tools of screenwriting theory. I highlight, thus, the argumentative nature of the classic narrative structure of a screenplay. The main passages in a plot, in fact, constitue the steps of a dialectal confrontation between a thematic thesis and a couterthematic antithesis. The theme of The Diving Bell and The Butterfly is expressed by the following statement: “The pain due to a total paralyses annihilates the dignity of human life”. The countertheme is expressed by an opposite statement: “The value of relationships makes life worthy even in the condition of an incurable illness”. The last part of the article is focused on the notion of “progressive rhetoric”. I identify the main traits of this category: the construcrive approach; the reframing of the idea of “limit”, which in this perspective is assumed as “opportunity” and not as “obstacle”; the respect for the opposite opinion; the ability of not being “preachy”; truthfulness. I conclude by arguing that the film in exam is a case of progressive rhetoric. In particular, I argue that, by anticipating the bioetically crucial decision of the character in the first part of the movie, the story can then unfold with a constructive and creative approach to the end of life issue.
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Boix Jovaní, Alfonso. « De Per Abbat a Pérez Reverte : el Cid, entre la tradición y el superventas en Sidi ». Storyca. Edad Media Contemporánea, 31 juillet 2021. http://dx.doi.org/10.51863/storyca.2021.boix.

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RESUMEN: La reciente incursión de Arturo Pérez-Reverte en territorio cidiano con su novela Sidi era, hasta cierto punto, previsible, pues el interés del autor por la historia y, especialmente, las hazañas bélicas y los héroes es de sobra conocido. Su obra está plagada de personajes como el famoso capitán don Diego Alatriste, pero, mientras que el capitán es un personaje surgido de la imaginación de Pérez-Reverte, el Cid es una figura firmemente integrada en la cultura española: a caballo entre la historia y la fantasía, el Cid cabalga a lomos de su leyenda desde la aparición del Cantar de Mio Cid. Desde entonces, no han sido pocos los autores que han seguido la estela del anónimo poeta y han recogido el mito en sus obras para ofrecernos su particular versión del mismo. Así, el héroe épico se convirtió en protagonista de obras de teatro, cuentos y novelas, y también la música o el cine, que sirvió para darlo a conocer entre el gran público a nivel internacional. A partir de un meticuloso análisis intertextual e interdiscursivo, el presente artículo muestra cómo Sidi incluye alguno de los episodios más famosos de la literatura cidiana, así como los tópicos épicos que configuran a Rodrigo Diaz como caballero ideal. Entre estos elementos tradicionales, se añaden los rasgos fundamentales del héroe cansado que protagoniza los textos revertianos, y, gracias a esta combinación de elementos antiguos y nuevos, el autor ha logrado convertir al Campeador en un personaje propio. ABSTRACT Arturo Pérez-Reverte’s recent incursion in the literary field of el Cid with his novel Sidi was, to a certain extent, predictable, as the author’s interest in history and, especially, war deeds and heroes is very well-known. His works are full of characters like the famous captain don Diego Alatriste, but, whereas the captain is a character born in Pérez-Reverte’s imagination, el Cid is a figure firmly integrated in Spanish culture: halfway between history and fantasy, el Cid’s legend has been developing since the Song of Mio Cid appeared. From that moment onwards, many authors followed the path of the anonymous poet and included this myth in their works to offer their own version of it. Therefore, the epic hero became the protagonist of plays in theatres, tales and novels, and also in music and cinema, which spread the legend internationally amongst a wider audience. Taking a thorough intertextual and interdiscursive analysis as its starting point, this article shows the way Sidi includes some of the most famous literary episodes devoted to el Cid and, also, the topoi that made Rodrigo Díaz an ideal knight. All these traditional elements are blended in the novel with the main features of the ‘tired hero’ who plays the lead in Pérez-Reverte’s texts, and, by this combination of new and old features, the author turns the Campeador into a character of his own.
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