Thèses sur le sujet « Storia del cinema italiano »

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MUSCOLINO, MARCO. « LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO" : UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008 ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

Texte intégral
Résumé :
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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2

MUSCOLINO, MARCO. « LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO" : UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008 ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/630.

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Résumé :
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico.
The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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Migliarino, Mattia. « L'Italia degli anni di piombo alla luce del cinema italiano ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25319/.

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Résumé :
Può il cinema italiano raccontare un periodo controverso come quello degli anni di piombo? La mia ricerca cerca di rispondere a questa domanda attraverso l'analisi dei film dell'epoca e alla conoscenza di esponenti del panorama cinematografico che hanno cercato di svelare la realtà italiana attraverso le proprie opere. Può il cinema essere utilizzato come strumento per la conoscenza e l'approfondimento storico? Con questo mio elaborato ho cercato di rispondere a questa domanda.
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Borzi, Andrea <1995&gt. « Storia e sviluppo del videogioco e del mercato videoludico, con particolare attenzione alla community cinese e repertorio terminografico italiano-cinese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20707.

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Résumé :
La presente tesi di laurea, divisa in tre sezioni, analizza la storia del videogioco, sotto l’aspetto evolutivo del media, l’aspetto economico e lo sviluppo del mercato, nonché la creazione del circuito competitivo. Inoltre, intende analizzare i costi e i guadagni annessi, nonché l’impatto che ha avuto su scala globale e successivamente nel mercato cinese. L’analisi è di supporto ad un repertorio terminografico italiano-cinese relativo al mondo videoludico, comprendendo termini di uso comune della comunità videoludica e termini specifici del settore e del mercato ad esso collegato.
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Ceriani, Eleonora <1994&gt. « Storie d’Italia. Raccontare e valorizzare il territorio e la sua storia millenaria. Il ruolo del documentario e le possibilità di finanziamento in Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14164.

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Résumé :
La tesi si propone di analizzare il ruolo del documentario ai fini di un suo utilizzo quale mezzo di diffusione di una sensibilità connessa alla tutela del patrimonio culturale italiano. La trattazione approfondisce il significato della terminologia connessa al prodotto documentario e l’evoluzione storica del genere con un focus sul contesto italiano, valutando i risvolti positivi di un suo utilizzo a scopo educativo. Segue una analisi delle possibilità di sostegno finanziario alla produzione disponibili in Italia per la realizzazione di opere documentarie che trattino tematiche connesse alla tutela del patrimonio storico, culturale, artistico e ambientale italiano.
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Ruggio, Federico <1997&gt. « La pallacanestro : panoramica della storia e dello sviluppo del gioco in tutto il mondo e focus sul contesto cestistico nella RPC, con repertorio terminografico italiano-cinese sul gioco della pallacanestro ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21428.

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Résumé :
Il seguente elaborato si pone l'obiettivo di fornire un quadro generale sotto più aspetti per quel che concerne il gioco della pallacanestro: il primo capitolo è principalmente incentrato sulla creazione del gioco, gli elementi e alcune delle intuizioni che a fine 1800 costringono il prof. Naismith a creare un gioco a tavolino per far divertire gli studenti più vivaci durante il periodo invernale, impossibilitati dal giocare a football americano e ad altri sport normalmente svolti all’esterno per via delle condizioni meteo molto rigide ed avverse. Nel 1891, il professore partorisce l’idea di fissare due cestini di vimini a circa 3 metri di altezza e di indicare poche ed utili linee-guida, messe per iscritto nel primo elaborato della pallacanestro, ossia il manuale da cui si sviluppa ogni aspetto del gioco. Il capitolo presenta inoltre un’analisi del gioco, delle regole e delle componenti fisiche e strutturali necessarie al suo svolgimento. Il secondo capitolo è il nucleo centrale, ripercorre lo sviluppo del basket negli Stati Uniti e la storia che lo porta ad essere conosciuto in Europa ad inizio Novecento, creando una propria filosofia della pallacanestro che convoglia in un’unica federazione cestistica mondiale, la FIBA, e ben presto vengono a formarsi squadre tanto nella parte occidentale come in Italia, Spagna e Francia quanto in quella orientale, soprattutto nei Paesi dell’Ex-Jugoslavia. Si prosegue trattando il discorso sulla pallacanestro in Asia e in Cina, dove ottiene ben presto il consenso del Partito Comunista Cinese, il quale dagli anni ‘50 la rende l’attività di svago principale per i militari e poco dopo la eleva a sport nazionale, in virtù del valore di cooperazione e lavoro di squadra intriso nei principi del gioco. Tra gli anni Ottanta e Novanta si consolida nei contesti militari e scolastici, ma in seguito alla creazione del campionato professionistico detto CBA (Chinese Basketball Association) e quello universitario chiamato CUBA (Chinese University Basketball Association), si assiste ad un’ascesa imponente del gioco, per via di fattori scatenanti come l’acquisizione dei diritti per la trasmissione dei match della NBA da parte dell’emittente televisiva di Stato, la CCTV, facendo entrare nelle case di milioni di cinesi lo spettacolare campionato di basket americano. La cultura cestistica in Cina esplode dal 2002, quando dalla NBA viene scelto alla prima chiamata un giocatore cinese, Yao Ming, già largamente celebrato in patria dove militava nella squadra di Shanghai, destinato a portare alto il nome di un’intera nazione nella terra dove la pallacanestro è stata fondata. Grazie a ciò, la NBA investe in Cina con più forme di promozione, catturando l’interesse di staff tecnico e giocatori proveniente da tutto il mondo. Il capitolo si conclude facendo menzione di alcuni esempi di icone della pallacanestro che hanno fatto la storia del movimento in Cina.
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Farina, Giulia <1990&gt. « Il settore dei macchinari per conceria in Italia e in Cina : storia, tecnologia e confronto dei due mercati con un repertorio terminografico italiano-cinese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9286.

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Résumé :
Questa indagine terminografica si pone come obiettivo quello di proporre un’analisi in lingua italiana e in lingua cinese riguardo la terminologia specifica relativa ai macchinari per la lavorazione delle pelli. L’interesse per questo tema nasce dal fatto che sono nata e vivo tuttora a Vicenza, uno dei centri più sviluppati del settore conciario. In aggiunta, anche il lavoro che svolge mio padre, in stretta relazione con l’ambito delle pelli, mi ha spinta ad affrontare questo tema che mi ha appassionata. Oltre a ciò, lo studio della lingua cinese mi ha permesso di arricchire la terminologia specifica e, quindi, di redigere tale elaborato. La presente tesi è divisa in due parti. La prima è introduttiva dell’argomento, si pone come obiettivo quello di descrivere il tema sotto tre differenti punti di vista: quello storico (descrivendo la transizione dalla bottega artigiana all’industria conciaria), quello tecnologico (descrivendo i vari macchinari utilizzati nelle varie fasi della lavorazione delle pelli) e, infine, quello commerciale (mettendo a confronto il mercato italiano e quello cinese, con riferimento alle importazioni ed esportazioni). La seconda parte è formata dal repertorio terminografico italiano-cinese dei principali macchinari e attrezzature utilizzati per la lavorazione delle pelli. Nel redigere questo repertorio ho riscontrato alcune particolarità linguistiche, per esempio si è potuto notare come un solo termine cinese, in italiano corrisponda a più traduzioni.
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Denaro, L. « Luci e ombre cinesi : il contributo del Seminario Lombardo per le missioni estere alla conoscenza del mondo cinese (1858-1900) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/59507.

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CASALES, FRANCESCO. « Storia del romanzo coloniale italiano. Discorso, ideologie, immaginari (1913-1943) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1455101.

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Résumé :
Questo lavoro mira a ricostruire la storia dei romanzi coloniali italiani pubblicati nel periodo compreso fra la guerra italo-turca (1911-1912) e la dissoluzione dell'Impero italiano nei primi anni Quaranta. In essa si suggerisce che il discorso coloniale abbia giocato un ruolo cruciale nella riarticolazione dell'identità italiana nella prima metà del XX secolo, essendo profondamente interrelato con elementi strutturali al progetto di nation building, come le determinazioni di razza, classe e genere. Da un lato, la tesi ricostruisce le principali fasi della storia editoriale dei romanzi, ricavandole da testimonianze archivistiche in gran parte inedite. Così facendo, tenta di ricostruire il lettore modello di questi romanzi tanto quanto il progetto politico sotteso alla loro esistenza. Dall'altro lato, impiegando un insieme di strumenti analitici derivati dagli studi postcoloniali e culturali, insieme a suggestioni tratte dalla sociologia della letteratura e dalla semiotica, mira a restituire al lettore moderno i principali dispositivi ideologici dispiegati in tale letteratura, concentrandosi quindi sull'articolazione dei rapporti di potere all'interno del sistema coloniale. Al centro dell'attenzione sono stati posti quattro temi principali: spazio, tempo, corpo e lavoro. Nelle appendici è stato inserito un elenco dei circa 170 romanzi che sono stati utilizzati nella ricerca. Per ogni voce vengono segnalati i principali dati editoriali e una breve sinossi.
This work aims at reconstructing the history of Italian colonial novels published between the Italo-Turkish war (1911-1912) and the end of the Italian Empire in the early forties. It suggests that colonial discourse played a major role in rearticulating Italian identity in the first half of the Twentieth century, linking it with elements structural to the nation building project, such as determination of race, class, and gender. On the one hand, the thesis rebuilds the main phases of novels’ publishing history, drafting from original archival evidence. In so doing, it attempts to reconstruct the model reader of these novels as much as the political project underlying their own existence. On the other hand, employing a set of analytical tools derived from postcolonial and cultural studies, together with suggestions from sociology of literature and semiotics, it aims at returning to the modern reader the main ideological devices deployed in such literature, therefore focusing on the articulation of power relationships within the colonial system. At centre stage have therefore been placed four main themes of interest: space, time, body, and labour. In the appendixes, it has been placed a list of the 170 circa novels that have been used in the research. For each entrance have been signalled editorial data as well as a brief synopsis.
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Martin, Florez Camilo Andres <1980&gt. « Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9555/1/Tesi_di_dottorato_CamiloMartinFlorez%20%28finale%29.pdf.

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Résumé :
"Lineamenti di storia del cinema muto in Colombia" nasce da un particolare interesse volto a determinare in che misura i colombiani parteciparono allo sviluppo del proprio cinema nazionale tra il 1897 e il 1926. Al fine di conseguire tale obiettivo, questo lavoro si prefigge come scopo la realizzazione di una rassegna critica dei lineamenti di storia del cinema muto colombiano. Inoltre, e considerando la forte partecipazione di impresari e cineasti italiani nel cinema muto colombiano tra il 1909 e il 1926, si presta particolare attenzione al loro contributo, a cui è dedicato il capitolo 4 e alcune sezioni dei capitoli 2, 3, 5 e 7. Preme mettere in evidenza che analizzare il contributo dei cineasti locali smentisce gran parte della bibliografia esistente sul cinema muto, dal momento che nessun testo colombiano o straniero ha mai constatato il loro contributo alla cinematografia locale o internazionale. Infatti, in questa ricerca si approfondiscono le nozioni di policentrismo, polimorfismo e polivalenza cinematografica, con l’obiettivo di realizzare uno studio documentato e aggiornato del cinema muto colombiano. Si auspica di poter dimostrare che il contributo di questi ultimi alla cinematografia muta colombiana e latino-americana –e in parte a quella italiana– fu consistente e di vasta portata, sia in termini di quantità che di contenuto. Infine, la presente ricerca si propone non soltanto di definire il contributo dei cineasti colombiani allo sviluppo del proprio cinema nazionale, ma anche, e soprattutto, di individuare l’origine di alcuni degli elementi che caratterizzano il cinema colombiano.
"Outlining the History of Silent Cinema in Colombia" stems from a particular interest aimed at determining to what extent Colombians participated in the development of their national cinema between 1897 and 1926. In order to achieve this goal, this work aims to create a critical review of the lineament of the history of Colombian silent cinema. Furthermore, and considering the strong participation of Italian entrepreneurs and filmmakers in Colombian silent cinema between 1909 and 1926, particular attention is paid to their contribution, to which chapter 4 is fully devoted as well as some sections of chapters 2, 3, 5 and 7. It is important to point out that analyzing the contribution of local filmmakers denies much of the existing bibliography on silent cinema since no Colombian or foreign text has ever established their contribution to local or international cinema. In fact, in this research, the notions of polycentrism, polymorphism, and cinematographic versatility are studied in-depth, with the aim of creating a documented and updated study of Colombian silent cinema. It is aimed to be able to demonstrate that the contribution of the latter to Colombian and Latin American silent cinema - and in part to the Italian one - was substantial and far-reaching, both in terms of quantity and content. Finally, this research aims not only to define the contribution of Colombian filmmakers to the development of their national cinema but also, and above all, to identify the origin of some of the elements that characterize Colombian cinema.
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Spiri, Andrea <1977&gt. « Le trasformazioni del PSI e i mutamenti del sistema politico italiano (1975-1981) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/252/1/Dottorato_Andrea_Spiri.pdf.

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Spiri, Andrea <1977&gt. « Le trasformazioni del PSI e i mutamenti del sistema politico italiano (1975-1981) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/252/.

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NICOLI, MARINA. « Non arte ma scarpe : il cinema italiano tra economia e cultura nel primo Novecento ». Doctoral thesis, Università Bocconi, 2009. https://hdl.handle.net/11565/4053890.

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Vigni, Alessio <1994&gt. « F.T. Marinetti : l'eco del Futurismo italiano in terra spagnola ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16799.

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Résumé :
Partendo dalla consapevolezza degli intensi rapporti epistolari e professionali tra Marinetti e le principali personalità spagnole, questo lavoro analizza e approfondisce la presenza fisica e intellettuale di Marinetti nella penisola iberica. Si intende ampliare e riordinare le testimonianze dell'arrivo del Futurismo in Spagna arricchendo la bibliografia già nota con materiali inediti. Il lavoro si concentra principalmente sulle riviste e i periodici spagnoli degli anni compresi tra il 1909 e il 1928.
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Setragno, Carolina <1992&gt. « Pianificazione del Sistema del Cibo Urbano : Strategie e politiche in ambito italiano ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12969.

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Résumé :
Con il mio elaborato intendo approfondire il tema della sicurezza alimentare urbana,e in particolare focalizzarmi sulle strategie di pianificazione e gestione che città e metropoli in diverse aree del mondo stanno sviluppando per meglio controllare e ottimizzare la produzione, distribuzione, trasformazione e consumo dei prodotti alimentari, spinti soprattutto dalla volontà di diffondere una cultura di città sostenibili e Smart, nelle quali la sicurezza alimentare è garantita ad ogni abitante. L'obiettivo della ricerca è in particolare quello di analizzare il percorso in tale direzione di Torino, città pionieristica in questa direzione, confrontandolo con quello di altri comuni, europei ed internazionali, soprattutto del cosiddetto nord del mondo. Le diverse politiche internazionali delle agenzie ONU inerenti tale argomento vengono inoltre trattate.
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Fusari, Silvia. « L'autoritratto nel video d'arte : il dibattito teorico interdisciplinare dagli anni Settanta ad oggi. Proposta di un modello d'analisi con esempi dal panorama italiano tra il 1968 e gli anni Ottanta ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3426768.

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Résumé :
This work unfolds delineating the typology of self-portrait videos to the extent available through the analysis of a series of interdisciplinary theoretical approaches from the 70’s up to today (based on the theories of Philippe Lejeune, Michel Beaujour, Raymond Bellour, Marie-Françoise Grange, Laura Rascaroli) for the purpose of confirming the existential conditions. In the absence of specific works on the subject, the self-portrait video emerges as an intellectual challenge, as it seems to possess excellent elusive and resistant qualities for the delimitation of conclusive definitions which have been acknowledged longstanding in traditional writings of the self. The second part presents, starting from assessed theoretical premises, the proposition for constructing a relevant reference analytical method, to which its general grid is modelled depending on the historical, historical-artistic, technical, formal, social, and personal variables that brought the elaboration of audiovisual works subjects of investigation. Simultaneously, the realization of this model has allowed to detect and select a first repertoire of examples of the Italian panorama from 1968 to the 80’s, to which this highlighted the necessary consideration of technical and historical aspects. In fact, the self-portrait video consists of a performative action which contains a visual metaphor made by subject through a linguistic and technical mediation necessarily present to highlight the social dimension. The third part attempts to introduce a few themes, such as the artist’s body and the relationship he has with his body and space, which contribute to the emblem of the author, symbol of a world not only corporal but also intimate, psychic, aesthetic, and spiritual. Attached are interviews of Maria Gloria Bicocchi, Lola Bonora, and Michele Sambin, conducted by experimenting with different interview models.
Questo lavoro è teso a circoscrivere per quanto possibile la tipologia dell’autoritratto video attraverso l’analisi di una serie di presupposti teorici interdisciplinari dagli anni Settanta ad oggi (fondati sulle teorie di Philippe Lejeune, Michel Beaujour, Raymond Bellour, Marie-Françoise Grange, Laura Rascaroli), allo scopo di confermarne le condizioni di esistenza. In assenza di lavori specifici sul soggetto, l’autoritratto video emerge in questo quadro quale sfida intellettuale, dal momento che sembra possedere in massimo grado le qualità di elusività e resistenza a lasciarsi delimitare in una definizione conclusiva che da tempo sono riconosciute alle più tradizionali scritture del sé. La seconda parte espone, a partire dalle premesse teoriche vagliate, la proposta di costruzione di un modello d’analisi di riferimento, quale griglia generale da modulare di volta in volta secondo le variabili storiche, storico-artistiche, tecniche, formali, sociali e personali che hanno portato all’elaborazione delle opere audiovisive oggetto d’indagine. Allo stesso tempo, la realizzazione di questo modello è servita al rilevamento e alla selezione di un primo repertorio di esempi dal panorama italiano tra il 1968 e gli anni Ottanta, che ha evidenziato la necessità di considerarne gli aspetti tecnici e storici. L’autoritratto video si costituisce infatti come un atto performativo che compone una visualizzazione metaforica del soggetto attraverso una necessaria mediazione linguistica e tecnica che ne evidenzia la dimensione sociale. Nella terza parte si è tentato di proporre una lettura di alcuni nodi tematici quali la rappresentazione del corpo dell’artista e le relazioni di tale corpo con lo spazio, che concorrono a comporre l’emblema autoriale, simbolo di un mondo non solo corporeo ma anche interiore, psichico, estetico e spirituale. In allegato, alcune interviste a Maria Gloria Bicocchi, Lola Bonora e Michele Sambin, condotte sperimentando diversi modelli di interviste.
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Saravo, Martina <1987&gt. « Diritto italiano e Diritto ebraico : la questione del divorzio nell'ordinamento giuridico del Regno d’Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5474.

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Résumé :
La tesi tenta di analizzare il dibattito intorno all'introduzione del divorzio nell'ordinamento giuridico italiano, nel periodo immediatamente successivo all'unificazione d'Italia. Come ho avuto modo di analizzare, tale questione ebbe un percorso piuttosto travagliato e controverso iniziato già nel 1878 con la prima proposta di legge sul divorzio di Salvatore Morelli. Il mio studio parte da un’ottica di storia dell’ebraismo e per tanto ho tentato di analizzare come l’introduzione del matrimonio civile obbligatorio e indissolubile, creato sullo schema del matrimonio canonico, previsto dal Codice Pisanelli del 1865, introdusse all'interno del mondo ebraico modelli esterni a quest’ultimo. Mi sono quindi proposta di ricostruire la dinamica che vide l’accettazione del matrimonio civile come parte integrante del processo di emancipazione degli ebrei iniziato alla fine del secolo XVIII e sviluppatasi pienamente nel corso dell’Ottocento. Ho posto poi un’attenzione particolare alla questione dell’estensione dei codici italiani alla Venezia-Giulia, in seguito all'annessione all'Italia di questi territori dopo la prima guerra mondiale. Ho analizzato inoltre la questione dei divorzi in fraudem legis dovuta alla sussistenza in queste ex provincie dell’Impero austro-ungarico dei precedenti codici che riconoscevano la dissolubilità del vincolo matrimoniale per le confessioni che lo prevedevano, come nel caso dell’ebraismo, cercando di contestualizzare tale pratica. Mi sono poi soffermata sulla situazione della comunità ebraica triestina, fortemente integrata all'interno della società cittadina, e di come questa visse in parte negativamente l’introduzione dell’indissolubilità del vincolo matrimoniale imposta dallo Stato italiano con il R.D n°352 20/3/1924.
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Verona, Francesco. « Forme della citazione del melodramma operistico nel cinema italiano : 1960-2015 ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2016. http://hdl.handle.net/11577/3425255.

Texte intégral
Résumé :
The relationship between opera and cinema has affected the seventh art since its very outset, pointing out some of its most relevant episodes. This dissertation deals with such deep dialogue focusing on opera’s quotations in Italian cinema within a timeframe running from 1960 to 2015. A broad and thorough combing through Italian films of the last fifty years has resulted into a significant corpus of about 200 movies in which opera, in its many different occurrences, substantiates the film narrative. Such a survey has included both authors notoriously attentive and sensitive to the relationship between cinema and opera (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, the Taviani Brothers, Marco Bellocchio) and less studied directors whose work is nevertheless interwoven with significant episodes of the operatic repertoire and thus brings to light the widespread dissemination of melodrama within Italian cinema. Starting from a theoretical definition of the figure of the quotation and of its placement within discourse studies and intertextuality studies (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), the first part of the dissertation is devoted to a critical analysis of the corpus which highlights multiple patterns of opera’s quotation and the manifold implications and layering of meaning that they generate within the filmic text. The vast literature about film music has been considered in the survey – with a particular concern for Sergio Miceli’s writings, which provided some of the basic categories underpinning this research – as well as the theoretical contributions about the intersections between cinema and opera, which have become increasingly widespread especially, but not exclusively, in the Anglo-Saxon literature in the last decades. The second part of the dissertation is entirely dedicated to individual film-makers who made plentiful and totally original use of melodrama in their filmic production. The work of Bernardo Bertoucci is examined in the first place as well as its ambivalent relationship with opera tradition. Marco Bellocchio’s movies are then analysed as the most interesting case-study in the last fifty years for the way the director constantly renovated and rethought his own relationship with melodrama, always attaining original outcomes from an expressive point of view. The last chapter is focused on contemporary cinema and deals with an extreme case-study, Mario Martone’s full-length film Noi credevamo, whose soundtrack is entirely made up of quotations from XIX century opera repertoire.
Il rapporto tra il teatro d’opera e il cinema italiano ha, fin dagli albori, attraversato la settima arte, scandendone alcuni momenti di primaria importanza. Il presente lavoro di ricerca è dedicato a una parte di questo fitto scambio e si focalizza sulle citazioni del melodramma operistico all’interno della cinematografia nazionale in un arco cronologico circoscritto tra il 1960 e il 2015. Attraverso un vasto lavoro di setaccio è stato possibile costruire un imponente corpus – circa 200 pellicole – portando così alla luce numerosi episodi in cui il teatro d’opera, in forme diverse, entra a far parte del racconto filmico; la ricognizione ha tenuto conto sia di registi notoriamente più attenti e sensibili al rapporto con il melodramma (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci, i fratelli Taviani, Marco Bellocchio), sia di registi meno indagati e che al contempo hanno profuso nelle loro pellicole momenti significativi di pagine del repertorio lirico, facendo così emergere la capillare diffusione del teatro musicale nel panorama cinematografico italiano. Dopo aver fornito un quadro teorico sulla figura della citazione attestandola all’interno degli studi sul dialogismo e sull’intertestualità (Michail Bachtin, Julia Kristeva, Roland Barthes, Antoine Compagnon), la prima sezione del lavoro, è votata alla discussione del corpus, mettendo in risalto le diverse forme in cui si manifesta la citazione operistica, al fine di evidenziare le differenti implicazioni e le stratificazioni di significato che essa apporta al testo filmico. L’indagine ha tenuto conto dell’ampia letteratura sulla musica per film – in particolar modo gli studi di Sergio Miceli da cui sono state mutuate alcune categorie alla base della ricerca – e dei contributi teorici sulle intersezioni tra cinema e melodramma, che negli ultimi decenni hanno trovato sempre più ampia diffusione specialmente nel mondo anglosassone, ma non solo. La seconda parte della tesi è invece interamente dedicata a singoli cineasti che nella loro produzione filmica hanno più volte, e in modo del tutto originale, fatto ricorso al teatro d’opera. Dapprima viene presa in esame la filmografia di Bernardo Bertolucci e il suo ambivalente rapporto con la tradizione, per poi passare in rassegna le pellicole di Marco Bellocchio, che rappresenta l’esempio più interessante degli ultimi cinquant’anni per come ha saputo rinnovare e ripensare costantemente il proprio rapporto con il melodramma, ricercando soluzioni espressive mai uguali a loro stesse. Il capitolo conclusivo si focalizza invece sul cinema contemporaneo, analizzando il “caso limite” di Mario Martone, segnatamente il suo lungometraggio Noi credevamo, la cui colonna sonora è interamente composta di citazioni tratte dal repertorio operistico ottocentesco.
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Ricca, Lucio. « Senza i conforti del cinema. Elsa Morante e il cinema : storia di un'illusione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
Dal 1948, dopo la pubblicazione del suo primo romanzo Menzogna e sortilegio, Elsa Morante ebbe un crescente interesse per il mondo del cinema. Scrisse soggetti, fu aiuto-regista, consulente musicale e recensore cinematografico. I sogni impressi su celluloide esercitarono su di lei una forte attrazione. Ma il suo innocente entusiasmo, all’insegna di un'arte pura e davvero poetica, fu spezzato dalle logiche del mercato, alle quali il cinema, fin dalla sua origine, deve rispondere, forse, più di altre arti. E infatti, la relazione tra la scrittrice e il cinematografo è costellata perlopiù di fallimenti ed è la perfetta sineddoche di un percorso artistico e biografico in cui la grazia, benché messa alla prova e umiliata, continua a splendere. Dal sogno alla disillusione è il viaggio che la scrittrice romana compie nel mondo della Hollywood sul Tevere, esperienza che le lascia profonde cicatrici e si rispecchia nella sua narrativa. Senza i conforti della religione, il suo romanzo incompiuto, ne è la prova: nasce dal suo scontro col cinema, racconta di una fede che, come l'arte, non ha più possibilità di darle alcun conforto e termina seminando le ceneri da cui nascerà l’ultimo suo romanzo, Aracoeli. Elsa Morante è un'innamorata malinconica dell'illusione e una lucida testimone della perdita di quest'ultima.
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Qiu, Zhenzhen <1993&gt. « Proposta di traduzione e commento traduttologico di alcuni capitoli del libro STORIA DEL VIAGGIO E DEL TURISMO IN ITALIA ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15384.

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Résumé :
Abstract With the rapid development of the economy and the progress of people's minds,Tourism has become an indispensable part of most people’s lives. And Italy, as one of the most famous tourist countries in the world, is very popular among the people of the world. The reason I chose this theme is that I have always been interested in the tourism industry in Italy and China, And my undergraduate thesis was about the tourism industry in Venice, So I have been wondering why the Italian tourism is so famous, when did it start, and how it developed. At the same time, it is also associated with the development of China's tourism industry. Now, under the guidance of Prime Minister Xi Jinping's policy of “the Silk Road Economic Belt and the 21st-Century Maritime Silk Road”, the tourism industry will also further develop. This thesis includes the translation of the third chapter of “STORIA DEL VIAGGIO E DEL TURISMO IN ITALIA” (The History of Italian Travel and Tourism). The author is Professor Andrea Jelardi of the Oriental University of Naples, who has been engaged in Italian tourism research for many years, and whose works can better let everyone understand the development of Italian tourism. The translated chapter tells about the 20th century Italian travel in terms of history, religion, transportation, travel types, etc. This thesis also explains how the economic recovery after the First World War, the industrial revolution, and religious development influence the people’s living habits, travel habits, and finally led to the popularity of travel.
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Ezechielli, Elena <1982&gt. « Ubaldo Maria Del Colle : tracce, carte, documenti di un regista del cinema muto italiano ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3956/1/EZECHIELLI_TESI.pdf.

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Ezechielli, Elena <1982&gt. « Ubaldo Maria Del Colle : tracce, carte, documenti di un regista del cinema muto italiano ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3956/.

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Tagliafichi, Chiara <1986&gt. « Gli effetti del Country Of Origin Effect Italia nelle strategie di comunicazione del settore abbigliamento e accessori in Cina ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4782.

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In conseguenza dell'apertura del mercato cinese e il boom economico degli anni Novanta, sono profondamente cambiate le abitudini di consumo del Paese, sempre più globalizzato (occidentalizzato?) e aperto a nuove e infinite opportunità di acquisto. L’aumento del reddito pro-capite e il progressivo miglioramento delle condizioni di vita, unitamente ai sempre più frequenti contatti con l’estero, hanno plasmato nuovi e del tutto caratteristici pattern di consumo e acquisto della società cinese, sempre più attenta al marchio e alla provenienza dei prodotti che riempiono le boutique di tutta la Cina. Questa tesi si propone di indagare le nuove abitudini di consumo della popolazione cinese e in quale misura sia sensibile al fattore “made in Italy”, al fine di individuare strategie comunicative vincenti e “never to do” nel business del settore abbigliamento e accessori in Cina sfruttando la rinomata eccellenza italiana nel campo.
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Negri, Francesca <1981&gt. « Uomini contro. Produzione, distribuzione e mercato del cinema politico italiano. 1994 - 2009 ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3302/1/Negri_Francesca_Tesi.pdf.

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Negri, Francesca <1981&gt. « Uomini contro. Produzione, distribuzione e mercato del cinema politico italiano. 1994 - 2009 ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3302/.

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ALBA, Lorenzo. « La politica scolastica del Partito comunista italiano dal 1955 al 1980 ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2021. http://hdl.handle.net/11384/105976.

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Panizzo, Davide <1992&gt. « Nuove forme distributive per il cinema italiano : il day-and-date nel film “Una Storia Sbagliata” ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/9907.

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Résumé :
Analisi dell’impatto dell’online VoD sul tradizionale sistema delle finestre di distribuzione in Italia, a partire dal quadro teorico descritto negli ultimi dieci anni dalla letteratura accademica occidentale per arrivare allo studio di un caso reale di applicazione di una strategia di distribuzione alternativa di un film tramite la soluzione day-and-date. L’elaborato contiene i pareri di alcuni esperti italiani di cinema e di distribuzione di un prodotto filmico, e inoltre presenta delle interviste ai soggetti che hanno proposto in day-and-date il film “Una Storia Sbagliata”, distribuito il 4 giugno 2015 da Palomar e MYmovies.it in collaborazione con Repubblica e 51 sale cinematografiche nel Paese. L’obiettivo di ricerca è quello di tracciare una panoramica ad ampio raggio sulle strategie di distribuzione alternative che le piattaforme di online VoD rendono possibili, al fine di trarre delle implicazioni strategiche e operative per chi prende le decisioni di distribuzione di prodotti filmici in Italia.
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Piccioni, Riccardo <1973&gt. « Un itinerario del liberalismo italiano : moderati e moderatismo nello Stato pontificio (1830-1859) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/251/1/piccioni.pdf.

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Piccioni, Riccardo <1973&gt. « Un itinerario del liberalismo italiano : moderati e moderatismo nello Stato pontificio (1830-1859) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/251/.

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Iommi, Sara <1983&gt. « La rappresentazione cinematografica del mondo agropastorale nel documentario corto italiano (1939 - 1969) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7088/1/TesiDottoratoIommi.pdf.

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Résumé :
L’obiettivo primario di questo lavoro è quello di esplorare un insieme di documentari corti italiani di tipo etnografico e sociologico. Questi film hanno ricevuto pochissima attenzione critica, mentre sono essenziali alla comprensione del periodo di storia italiana compreso fra gli ultimi anni del Regime fascista e la fine del “Miracolo economico”. La prima parte della tesi è dedicata alla descrizione del contesto economico, sociologico, politico in cui questi lavori sono stati prodotti. La seconda parte si concentra su circa un centinaio di documentari corti analizzati sulla base di tre diversi criteri. Innanzitutto li abbiamo considerati a partire da un punto di vista autoriale, secondariamente a partire dalle loro caratteristiche produttive e distributive e infine sulla base di un criterio regionale. A partire dalla discussione antropologica coeva riguardante la scomparsa dei mondi contadini e su una precisa ricerca d’archivio focalizzata sullo stesso tema, abbiamo poi comparato il risultato dell’analisi del corpus con altre forme filmiche di rappresentazione dello stesso soggetto. Oltre a far riemergere un gruppo di autori e film quasi dimenticati, questo lavoro intende lanciare uno sguardo sul veloce, conflittuale e sbilanciato cambiamento compreso fra i mondi rurali tradizionali e la modernità, che ha caratterizzato la società italiana degli anni Cinquanta e Sessanta.
The primary goal of this work is to explore a group of italian ethnographic and sociological short documentary films. While they received no critical or little recognition, these films are indeed essential to the understanding of Italian history that goes from the last years of the Fascist Regime to the end of the so called Italian “economic miracle”. The first part of this dissertation is dedicated to describe the economical, sociological and political context within which these works have been produced. The second part focuses on the analysis of nearly one hundred short documentaries, based on a three-fold methodology. Firstly, I consider these works from an authorial point of view. Secondly, I focus on production and distribution issues, and finally I examine the corpus using a regional criteria. Building on the coeval anthropological discussion regarding the disappearance of the rural worlds and on a focused and in-depth archival research, I compare the corpus' analysis results with other forms of filmic representations about the same subject. In addition to casting a light on a nearly forgotten group of authors and films, this work provides a valuable insights on the fast, conflicting and unbalanced transition between the traditional rural world and the modernity characterizing the Italian society between the Fifties and the Sixties.
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Iommi, Sara <1983&gt. « La rappresentazione cinematografica del mondo agropastorale nel documentario corto italiano (1939 - 1969) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7088/.

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Résumé :
L’obiettivo primario di questo lavoro è quello di esplorare un insieme di documentari corti italiani di tipo etnografico e sociologico. Questi film hanno ricevuto pochissima attenzione critica, mentre sono essenziali alla comprensione del periodo di storia italiana compreso fra gli ultimi anni del Regime fascista e la fine del “Miracolo economico”. La prima parte della tesi è dedicata alla descrizione del contesto economico, sociologico, politico in cui questi lavori sono stati prodotti. La seconda parte si concentra su circa un centinaio di documentari corti analizzati sulla base di tre diversi criteri. Innanzitutto li abbiamo considerati a partire da un punto di vista autoriale, secondariamente a partire dalle loro caratteristiche produttive e distributive e infine sulla base di un criterio regionale. A partire dalla discussione antropologica coeva riguardante la scomparsa dei mondi contadini e su una precisa ricerca d’archivio focalizzata sullo stesso tema, abbiamo poi comparato il risultato dell’analisi del corpus con altre forme filmiche di rappresentazione dello stesso soggetto. Oltre a far riemergere un gruppo di autori e film quasi dimenticati, questo lavoro intende lanciare uno sguardo sul veloce, conflittuale e sbilanciato cambiamento compreso fra i mondi rurali tradizionali e la modernità, che ha caratterizzato la società italiana degli anni Cinquanta e Sessanta.
The primary goal of this work is to explore a group of italian ethnographic and sociological short documentary films. While they received no critical or little recognition, these films are indeed essential to the understanding of Italian history that goes from the last years of the Fascist Regime to the end of the so called Italian “economic miracle”. The first part of this dissertation is dedicated to describe the economical, sociological and political context within which these works have been produced. The second part focuses on the analysis of nearly one hundred short documentaries, based on a three-fold methodology. Firstly, I consider these works from an authorial point of view. Secondly, I focus on production and distribution issues, and finally I examine the corpus using a regional criteria. Building on the coeval anthropological discussion regarding the disappearance of the rural worlds and on a focused and in-depth archival research, I compare the corpus' analysis results with other forms of filmic representations about the same subject. In addition to casting a light on a nearly forgotten group of authors and films, this work provides a valuable insights on the fast, conflicting and unbalanced transition between the traditional rural world and the modernity characterizing the Italian society between the Fifties and the Sixties.
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Poli, Silvia <1993&gt. « Festival di fotografia e rilancio territoriale : per una definizione del modello italiano ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17335.

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Résumé :
L'elaborato intende fornire un'analisi di come alcuni festival di fotografia si siano rapportati con il territorio in cui sorgono, e quali tipi di impatto hanno generato su di essi, con una particolare attenzione al tema del riuso urbano temporaneo.
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Addario, Claudio. « La "distribuzione limitata" nel cinema italiano contemporaneo. Industria, esempi e pratiche di marketing ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24495/.

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Résumé :
Il distributore ha il delicato compito di permettere ai film il primo accesso sul mercato; definisce l'offerta, ne cura la promozione, e programma il lancio del film. Inoltre, deve saper rispondere al diffondersi dell'on demand e alle crisi che possano ostacolarne l’uscita in sala. Come spesso accade, in Italia il piano il piano prevede la distribuzione in quanti più schermi sul territorio, ma il consumo di cinema non è uguale per tutte le regioni. Posto quindi che alcune regioni contribuiscono meglio di altre al box office, l’ipotesi di partenza è che i distributori scelgano di limitare in alcune regioni la diffusione di un film per sfruttare economicamente i bacini di utenza più ampi e ottimizzare il budget su copie e promozione. L’obiettivo del presente lavoro è quello di studiare il fenomeno della cosiddetta distribuzione limitata a partire dalla filiera cinematografica in Italia, e verificare le reali applicazioni di questo modello a partire da alcune questioni di base: Qual è oggi il ruolo della distribuzione nella filiera e come avviene nel nostro territorio? Quale invece il valore dello sfruttamento in sala? Verranno individuate le principali differenze tra una distribuzione nazionale e quella locale, e in seguito sarà argomentata la distribuzione di alcuni film campione che presentano uno sbilanciamento distributivo tra le regioni del Sud Italia. Grazie alle interviste rilasciate dai rispettivi distributori, ne verificheremo le intenzioni distributive e le opinioni sul tema; in seguito, col contributo di Film Commission e cinema cittadini verrà dedicato uno spazio alle strategie promozionali dei film in esame. Se non si può parlare di cinema nazionalpopolare, come si costruisce l’identità del film? Quali sono le principali leve di marketing del distributore e degli enti che si relazionano con la produzione? Quali mezzi si usano per la promozione del territorio?
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Himmelspach, Greta, Gaetano Roberto De et Daniele Dottorini. « Diva e ninfa : il metodo warburghiano in relazione alle figure del cinema muto italiano ». Thesis, Università della Calabria, 2016. http://hdl.handle.net/10955/1344.

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Gatti, Elena <1986&gt. « Effetti economici dei disastri naturali. Riflessioni sulla storia delle principali catastrofi naturali del Novecento Italiano ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1553.

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Résumé :
La penisola italiana è stata segnata da varie tipologie di disastri naturali. Il rischio sismico e il rischio vulcanico caratterizzano buona parte del territorio: “solo nell’ultimo secolo sono stati venti i terremoti disastrosi (ossia di intensità maggiore del IX grado della scala Mercalli), in media uno ogni quattro anni, ingenti danni economici e circa 120.000 le vittime” . Il dissesto idrogeologico, causa prima in particolare delle più dannose alluvioni, costituisce per il nostro Paese la classe di manifestazioni calamitose più ricorrente e concorre ad esporre almeno 5 milioni di italiani a grande pericolo. A questi rischi si affiancano gli incendi boschivi, che nell’ultimo secolo, in Italia, hanno causato danni per oltre 1.300.000 euro. Interessante è notare come da recenti studi emerga che solo l’1,5 per cento degli incendi ha origine naturale o accidentale. La nostra analisi partirà dalla storia di alcuni tra i più importanti disastri naturali che hanno interessato il territorio italiano.
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Marino, Andrea. « Forza Italia. Nascita, evoluzione e sviluppo del centro destra italiano (1993-2001) ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/357.

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Résumé :
2010 - 2011
Nel 1994 culminò la crisi del sistema politico e si aprì una nuova fase della democrazia in Italia. Nelle elezioni di marzo vinse il Polo delle Libertà. Forza Italia ottenendo il 21 per cento ed otto milioni di voti divenne il primo partito in Italia. Il suo leader, Silvio Berlusconi, veniva nominato presidente del Consiglio. Dopo cinquanta anni di sostanziale immobilità del sistema politico a guidare l’esecutivo ci sarebbe stato un partito nato solo pochi mesi prima. La crisi del biennio 1992-93 aveva portato al dissolvimento delle forze politiche che avevano guidato l’Italia dal postfascismo. L’alleanza di pentapartito che aveva retto le redini del governo nell’ultimo decennio semplicemente non esisteva più. Compariva Forza Italia, il movimento attorno al quale, Silvio Berlusconi, aveva costruito la coalizione che aveva sconfitto l’alleanza di sinistra. Nei suoi quattordici anni di vita, Forza Italia, ha rappresentato la novità più consistente del quadro politico scaturito dopo la crisi e la fine della «Prima repubblica». Berlusconi è stato due volte presidente del Consiglio e il suo partito ha avuto sempre risultati elettorali eccellenti, radicandosi, con il passare del tempo, sul territorio, con migliaia di militanti ed amministratori. Elettoralmente Forza Italia ereditò, come è emerso dalle ricerche sui flussi elettorali, sempre con maggiore consistenza, il voto moderato e il radicamento territoriale che fu del pentapartito. A cui poi seguì anche un trasferimento dei gruppi dirigenti della vecchia maggioranza di governo. Partito in sordina, in periferia, attraverso le elezioni amministrative, è poi diventato un fenomeno rilevante anche a livello nazionale, soprattutto dopo il 2001. Nel contempo molti dirigenti nazionali artefici della “rivoluzione del ‘94” invece, seguendo il percorso inverso, tornarono in provincia come sindaci e governatori... [a cura dell'autore]
X n.s.
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Ciccarella, Erica. « Per una storia del mal francese nel Rinascimento italiano. Tra letteratura e medicina (1494-1629) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. http://hdl.handle.net/11572/243448.

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Résumé :
The aim of my PhD thesis is to analyse the representation of the veneral desease in the Renaissance medecine and the reaction of the italian literature to the plague. To assess these questions, the analysis of literary texts required the study of the historical context, whit a particular attention to the history of medecine and the history of ideas. In view of its interdisciplinary purpose, the thesis has been divided into four research areas : the autobiographical tales of the poets affected by the syphilis (Antonio Cammelli, Niccolò Campani, Agnolo Firenzuola), the burlesque poetry in praise of the veneral desease (Giovan Francesco Bini, Agnolo Firenzuola, the Grappa, Giovan Francesco Ferrari and various popular printed booklets or pamplets), the relationship between a certain misogynist medicine and the satirical literature (Pietro Aretino, Francisco Delicado, Maestro Andrea Veneziano, Lorenzo Venier and some anonymous poems) and the presence of the syphilis in the epic production (Girolamo Fracastoro, Giovanni Giorgini, Tommaso Stigliani, Giovan Francesco Lalli). The thesis is followed by an Appendix A, composed of eight unpublished literary texts, and by an Appendix B, consisting of twenty-four images that accompany and enrich the reading of the different chapters.
La presente ricerca ha lo scopo di fornire una mappatura della diffusione del motivo del mal francese nella letteratura del pieno e del tardo Rinascimento italiano. A questo proposito si sono presi in considerazione i testi letterari e medico-scientifici redatti a partire dallo scoppio dell’epidemia, il 1494, fino agli anni ’30 del Seicento. Le linee tematiche individuate sono state: il racconto testimonianza dei poeti «infranciosati», che intreccia generi e codici retorici differenti (Antonio Cammelli, Niccolò Campani, Agnolo Firenzuola), la produzione satirico-burlesca di capitoli in lode di «cose ignobili», che crea una sorta di filone interno alla letteratura dedicata al mal francese (Giovan Francesco Bini, Agnolo Firenzuola, il Grappa, Giovan Francesco Ferrari e altre «pelate»), il rapporto tra un sapere medico misogino e una certa letteratura anticlassicista, (Pietro Aretino, Francisco Delicado, Maestro Andrea Veneziano, Lorenzo Venier), e il legame che unisce l’epos alla narrazione del mal francese (Girolamo Fracastoro e Giovan Battista Lalli). Data la generosità del corpus analizzato e il dialogo costante tra le istanze letterarie e quelle del sapere medico, la ricerca è stata condotta utilizzando sia i metodi interpretativi della critica stilistica sia gli apporti della storia della medicina e della storia delle idee. A questo proposito si è dimostrato che il mal francese poteva diventare l’occasione privilegiata per una riflessione sul moderno, ma anche allegoria politica della corruzione degli Stati italiani all’indomani della discesa di Carlo VIII. Inoltre, la natura venerea aveva dato adito da una parte a un riaggiornamento dei topoi misogini sia in campo medico che in quello letterario, e dall’altra alla nascita di scritture autobiografiche che raccontavano le conseguenze personali e sociali della condizione di infranciosato.
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Luisi, Maria <1969&gt. « Il repertorio italiano del Ms Gr. Rés. Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5085/1/Luisi_Maria_tesi.pdf.

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Résumé :
La tesi esamina il codice musicale Gr. Rés Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che rappresenta una fonte di grande interesse per lo studio della musica vocale italiana tra Quattro e Cinquecento. Compilato nel 1502, il codice è stato oggetto di analisi da parte di vari studiosi, che ne hanno preso in esame singoli brani o intere sezioni, allo scopo di attestare procedimenti compositivi particolari (Torrefranca) o caratteri stilistici locali, in particolare relativi alla frottola mantovana e ferrarese (Prizer). Un’accurata ricognizione sul repertorio è stata effettuata da Nanie Bridgman in un saggio degli anni Cinquanta del secolo scorso, ma non è mai stato realizzato uno studio organico sul manoscritto. Pertanto la ricerca si è proposta di riconsiderare l’intero repertorio italiano tramandato dal codice, per proporre un plausibile inquadramento stilistico nella cultura della poesia per musica coeva. La trascrizione dei testi e delle musiche, supportata dal confronto con le fonti manoscritte e a stampa, letterarie e musicali, ha consentito di formulare alcune ipotesi in merito alla circolazione del repertorio tramandato e all’ambiente di produzione del documento. L’inconsueta varietà di forme musicali riscontrate nel codice consente inoltre di assumere questo manoscritto come una delle principali fonti della tradizione musicale che precede immediatamente la ‘sistemazione’ del repertorio frottolistico effettuata da Ottaviano Petrucci, a partire dal 1504, con la pubblicazione dei suoi undici libri di frottole (1501-1514).
This thesis examines the musical manuscript Gr. Rés Vm7 676 of the National Library of Paris, which is a source of great interest for the study of Italian vocal music between the fifteenth and sixteenth. Compiled in 1502, the code has been analyzed by various scholars who have examined individual songs or entire sections, in order to certify specific compositional procedures (Torrefranca) or local stylistic features, in particular relating to the frottola of Mantua and Ferrara (Prizer). A thorough survey on the repertoire has been performed by Nanie Bridgman in an essay of the fifties of last century, but has never been a completely study on the manuscript. Therefore, research has proposed to reconsider the entire Italian repertoire handed down by the Code, to propose a plausible framework style of poetry to music in contemporary culture. The transcription of the texts and music, supported by the comparison with manuscript and printed sources, literary and musical, has allowed to formulate some hypotheses concerning the circulation of the handed repertoire and its production environment. The unusual variety of musical forms found in the code also allows us to take this manuscript as a major source of the musical tradition that immediately precedes the 'accommodation' of frottolas repertoire made by Ottaviano Petrucci, starting from 1504, with the publication of his eleven books of frottolas (1501-1514).
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Luisi, Maria <1969&gt. « Il repertorio italiano del Ms Gr. Rés. Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5085/.

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Résumé :
La tesi esamina il codice musicale Gr. Rés Vm7 676 della Biblioteca Nazionale di Parigi, che rappresenta una fonte di grande interesse per lo studio della musica vocale italiana tra Quattro e Cinquecento. Compilato nel 1502, il codice è stato oggetto di analisi da parte di vari studiosi, che ne hanno preso in esame singoli brani o intere sezioni, allo scopo di attestare procedimenti compositivi particolari (Torrefranca) o caratteri stilistici locali, in particolare relativi alla frottola mantovana e ferrarese (Prizer). Un’accurata ricognizione sul repertorio è stata effettuata da Nanie Bridgman in un saggio degli anni Cinquanta del secolo scorso, ma non è mai stato realizzato uno studio organico sul manoscritto. Pertanto la ricerca si è proposta di riconsiderare l’intero repertorio italiano tramandato dal codice, per proporre un plausibile inquadramento stilistico nella cultura della poesia per musica coeva. La trascrizione dei testi e delle musiche, supportata dal confronto con le fonti manoscritte e a stampa, letterarie e musicali, ha consentito di formulare alcune ipotesi in merito alla circolazione del repertorio tramandato e all’ambiente di produzione del documento. L’inconsueta varietà di forme musicali riscontrate nel codice consente inoltre di assumere questo manoscritto come una delle principali fonti della tradizione musicale che precede immediatamente la ‘sistemazione’ del repertorio frottolistico effettuata da Ottaviano Petrucci, a partire dal 1504, con la pubblicazione dei suoi undici libri di frottole (1501-1514).
This thesis examines the musical manuscript Gr. Rés Vm7 676 of the National Library of Paris, which is a source of great interest for the study of Italian vocal music between the fifteenth and sixteenth. Compiled in 1502, the code has been analyzed by various scholars who have examined individual songs or entire sections, in order to certify specific compositional procedures (Torrefranca) or local stylistic features, in particular relating to the frottola of Mantua and Ferrara (Prizer). A thorough survey on the repertoire has been performed by Nanie Bridgman in an essay of the fifties of last century, but has never been a completely study on the manuscript. Therefore, research has proposed to reconsider the entire Italian repertoire handed down by the Code, to propose a plausible framework style of poetry to music in contemporary culture. The transcription of the texts and music, supported by the comparison with manuscript and printed sources, literary and musical, has allowed to formulate some hypotheses concerning the circulation of the handed repertoire and its production environment. The unusual variety of musical forms found in the code also allows us to take this manuscript as a major source of the musical tradition that immediately precedes the 'accommodation' of frottolas repertoire made by Ottaviano Petrucci, starting from 1504, with the publication of his eleven books of frottolas (1501-1514).
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Guazzetti, Fabio. « Produrre il reale - analisi della produzione e distribuzione del cinema documentario italiano contemporaneo (2000 - 2019) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25139/.

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Résumé :
Nell’ultimo ventennio, il genere documentaristico ha conosciuto una rinnovata popolarità in Italia, con un considerevole aumento dei volumi produttivi e numerosi autori in grado di ottenere importanti riconoscimenti a livello tanto nazionale quanto internazionale; nonostante ciò, sono tutt’ora ben pochi gli studi dedicati agli aspetti più economici ed industriali alla base di tale “rinascita del documentario”. Scopo di questa tesi è dunque quello di analizzare la contemporanea produzione e distribuzione di documentari in Italia, al fine di individuarne le caratteristiche fondamentali e delinearne le principali dinamiche evolutive. Un’analisi che non può prescindere dal prendere in considerazione il più ampio contesto audiovisivo in cui opera la cinematografia italiana: proprio per questo nel primo capitolo è proposta un’analisi del contemporaneo mercato audiovisivo europeo (con particolare riguardo alle misure di sostegno economico sovranazionali previste dalle principali istituzioni europee), per poi procedere nel secondo capitolo ad analizzare il più delimitato contesto italiano in una prospettiva storico-economica, al fine di individuare appunto le caratteristiche della contemporanea produzione documentaristica italiana; il terzo e ultimo capitolo è invece dedicato all’analisi della produzione e distribuzione di tre documentari del regista Gianfranco Rosi, che appaiono esemplificativi dello stato di salute del documentario italiano contemporaneo e permettono di verificare in maniera operativa quanto analizzato nelle due sezioni precedenti della tesi.
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Giurlando, Davide <1979&gt. « Mondi in guerra : strategie di rappresentazione del conflitto nel cinema russo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1162.

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Résumé :
Il presente lavoro, diviso in tre sezioni, si propone di tracciare una storia del cinema di guerra della Russia dagli anni ’20 al periodo attuale mediante l’analisi di una selezione di film. Nella prima sezione si mira a dare consistenza teorica alla possibilità di utilizzare i film come strumenti di indagine culturale, paragonando la storia del cinema di guerra russo-sovietico a quella di altri paesi e accertando la presenza in Russia di un “mito” del conflitto bellico. Nella seconda sezione si prendono in esame i primi film di propaganda, e quindi i cinegiornali e i documentari del secondo conflitto mondiale. I procedimenti stilistici e gli schemi concettuali secondo i quali la guerra viene delineata in tali film costituiscono la base su cui verranno costruite le opere di fiction aventi lo stesso tema nei decenni successivi. La terza sezione è dedicata ai film girati in studio ed è costituita da sei sottosezioni; ognuna comprende l’analisi di una serie di pellicole, selezionate a seconda del periodo storico in cui sono state prodotte. Infine, nelle conclusioni, si propongono ulteriori spunti d’indagine; per esempio, sulle attuali serie televisive a sfondo bellico.
The present dissertation is divided into three sections and intends to trace an history of Russian war cinema from the 20s to the present day, through the analysis of a selection of films. The first section aims to give substance to the theoretical possibility of using films as tools for cultural research, by comparing the history of Soviet war cinema with the one from other countries, and thus ascertaining the presence of a “myth” of the war in Russia. In the second section, an analysis of early propaganda films, newsreels and documentaries from World War II is proposed. Stylistic procedures and conceptual schemes under which war is outlined in these films provide the foundation for the works of fiction about the same theme which are developed in the following decades. The third section focuses on studio films, and consists of six subsections; each one including the analysis of a series of films, selected according to the historical period they were produced in. In the final conclusions, some suggestions for further research are proposed, such as a possible analysis about current war-themed TV series.
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FRIGERIO, CARLOTTA. « L'INSEGNAMENTO ACCADEMICO DELLA PEDAGOGIA IN ITALIA DALLE ORIGINI AGLI ANNI SESSANTA DEL NOVECENTO : IDENTIKIT DEL PROFESSORE ITALIANO DI PEDAGOGIA NELLE UNIVERSITA' MAGGIORI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97171.

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Résumé :
Il progetto di ricerca che ha condotto alla stesura della mia tesi di dottorato si è posto come obiettivo principale quello di ripercorrere e analizzare la storia dell’insegnamento accademico della Pedagogia nei maggiori atenei italiani, partendo dal periodo preunitario fino ad arrivare agli anni Sessanta del secolo scorso, ricostruendo con esattezza la mappatura delle maggiori cattedre universitarie di Pedagogia, per evidenziarne la loro evoluzione e il loro sviluppo nel tempo. Il primo capitolo di tale elaborato è suddiviso in tre parti: nella prima la ricerca indaga come la storia della Pedagogia accademica sia stata affrontata negli altri paesi europei, dove, ad eccezione dell’Austria con il monumentale lavoro di W. Brezinka, la situazione ricalca quella italiana; nella seconda parte vengono presentati i tre stati italiani preunitari che già proponevano nei loro atenei l’insegnamento della Pedagogia: ovvero il Regno sabaudo a Torino, l’Impero asburgico a Pavia e Padova e il Granducato di Toscana a Pisa; infine l’ultima parte propone un rapido inquadramento legislativo circa l’insegnamento della Pedagogia nelle varie Facoltà e nei differenti percorsi di studio. Il secondo capitolo rappresenta la parte più corposa di tutto il testo poiché passa al vaglio lo sviluppo e l’articolazione della disciplina nei dodici atenei presi in analisi, inquadrando brevemente anche i profili di tutti gli insegnanti incaricati della docenza; esso inoltre presenta anche un’iniziale analisi dei dati in ogni ateneo. Con l’inizio del terzo capitolo il lavoro si concentra sull’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti. Esso riporta i grafici riassuntivi corredati da un commento critico degli aspetti indagati ritenuti di maggior importanza ovvero la provenienza geografica dei docenti, l’età dell’ingresso in cattedra, la formazione di ciascun professore, la tipologia d’incarico, i programmi delle lezioni e le correnti pedagogiche e filosofiche abbracciate da ciascun docente; infine il capitolo si conclude con la presentazione di un identikit del professore-tipo di Pedagogia in corrispondenza di quattro principali periodi storici: dall’Unità fino al 1880; dal 1880 alla fine del secolo, dal 1900 alla fine della Seconda Guerra Mondiale e dal periodo post bellico fino al 1960. Da ultimo il quarto capitolo, sebbene abbia una lunghezza ridotta rispetto ai precedenti, consiste nella presentazione della realizzazione di un’applicazione web relativa alla ricerca. In essa è possibile consultare tutti i dati raccolti, ovvero sia l’elenco suddiviso per anni e per facoltà dei professori di Pedagogia nella Facoltà di Lettere e Filosofia, sia le schede biografiche di ciascuno, in modo che siano accessibili da remoto a chiunque ne abbia necessità. Tale tesi è poi corredata da un’Appendice che riporta la schedatura dei numerosi dati raccolti. In conclusione questa analisi a lunga durata ha reso possibile una mappatura storica e geografica circa le permanenze e le fratture che hanno caratterizzato l’insegnamento della Pedagogia accademica in Italia. La Pedagogia è stata per lungo tempo complementare alla Filosofia, inserita nella Facoltà di Lettere e Filosofia; solo nel 1934 è nata la Facoltà di Magistero, ma la disciplina ha mostrato ancora qualche difficoltà a scindersi dalle discipline filosofiche. Inoltre in principio Storia e Didattica della Pedagogia erano unite e il docente di Pedagogia padroneggiava tutto, bisognò attendere gli anni Settanta, con l’esplosione delle cattedre, per assistere alla separazione dei saperi. Concludendo, questo lavoro vuole essere un primo passo nel tentativo di colmare una lacuna della storia della Pedagogia accademica italiana attraverso un’analisi comparativa globale.
The research project that led to the writing of my doctoral thesis had as its main objective that of retracing and analyzing the history of the academic teaching of Pedagogy in the major Italian universities, starting from the pre-unification period until the sixties of the last century, reconstructing with accuracy the mapping of the major university chairs of Pedagogy, to highlight their evolution and their development over time. The first chapter of this work is divided into three parts: in the first one the research investigates how the history of academic Pedagogy has been approached in other European countries, where, with the exception of Austria with the monumental work of W. Brezinka, where the situation is similar to the Italian one; in the second part the three Italian pre-unification states that already proposed the teaching of Pedagogy in their universities are presented: that is, the Savoy Kingdom in Turin, the Habsburg Empire in Pavia and Padua and the Grand Duchy of Tuscany in Pisa; finally the last part proposes a quick legislative framework about the teaching of Pedagogy in the various faculties and in the different courses of study. The second chapter represents the most substantial part of the entire text since it examines the development and articulation of the discipline in the twelve universities under analysis, also briefly framing the profiles of all the teachers in charge of teaching; it also presents an initial analysis of the data in each university. With the beginning of the third chapter, the work focuses on the quantitative and qualitative analysis of the data collected. It shows the summary graphs accompanied by a critical commentary on the aspects investigated that were considered most important, that is, the geographic origin of the teachers, the age at which they entered the professorship, the training of each professor, the type of assignment, the lesson plans and the pedagogical and philosophical currents embraced by each teacher; finally, the chapter concludes with the presentation of a sketch of the typical professor of Pedagogy in correspondence with four main historical periods: Unification to 1880; 1880 to the end of the century; 1900 to the end of World War II; and the post-war period to 1960. Lastly, the fourth chapter, although shorter in length than the previous ones, consists of a presentation of the creation of a web application related to the research. In this application it is possible to consult all the data collected, that is, both the list subdivided by year and by faculty of the professors of Pedagogy in the Faculty of Arts, and the biographical files of each one, so that they can be accessed remotely by anyone who needs them. This thesis is then accompanied by an Appendix that reports the filing of the numerous data collected. In conclusion, this long-term analysis has made possible a historical and geographical mapping of the permanences and fractures that have characterized the teaching of academic Pedagogy in Italy. Pedagogy was for a long time complementary to Philosophy, included in the Faculty of Arts; only in 1934 the Teacher Training Faculty was born, but the discipline still showed some difficulty in splitting from the philosophical disciplines. Moreover, in the beginning, History and Didactics of Pedagogy were united and the teacher of Pedagogy mastered everything; we had to wait until the Seventies, with the explosion of the number of chairs, to see the separation of knowledge. In conclusion, this work wants to be a first step in the attempt to fill a gap in the history of Italian academic Pedagogy through a global comparative analysis.
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FRIGERIO, CARLOTTA. « L'INSEGNAMENTO ACCADEMICO DELLA PEDAGOGIA IN ITALIA DALLE ORIGINI AGLI ANNI SESSANTA DEL NOVECENTO : IDENTIKIT DEL PROFESSORE ITALIANO DI PEDAGOGIA NELLE UNIVERSITA' MAGGIORI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/97171.

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Résumé :
Il progetto di ricerca che ha condotto alla stesura della mia tesi di dottorato si è posto come obiettivo principale quello di ripercorrere e analizzare la storia dell’insegnamento accademico della Pedagogia nei maggiori atenei italiani, partendo dal periodo preunitario fino ad arrivare agli anni Sessanta del secolo scorso, ricostruendo con esattezza la mappatura delle maggiori cattedre universitarie di Pedagogia, per evidenziarne la loro evoluzione e il loro sviluppo nel tempo. Il primo capitolo di tale elaborato è suddiviso in tre parti: nella prima la ricerca indaga come la storia della Pedagogia accademica sia stata affrontata negli altri paesi europei, dove, ad eccezione dell’Austria con il monumentale lavoro di W. Brezinka, la situazione ricalca quella italiana; nella seconda parte vengono presentati i tre stati italiani preunitari che già proponevano nei loro atenei l’insegnamento della Pedagogia: ovvero il Regno sabaudo a Torino, l’Impero asburgico a Pavia e Padova e il Granducato di Toscana a Pisa; infine l’ultima parte propone un rapido inquadramento legislativo circa l’insegnamento della Pedagogia nelle varie Facoltà e nei differenti percorsi di studio. Il secondo capitolo rappresenta la parte più corposa di tutto il testo poiché passa al vaglio lo sviluppo e l’articolazione della disciplina nei dodici atenei presi in analisi, inquadrando brevemente anche i profili di tutti gli insegnanti incaricati della docenza; esso inoltre presenta anche un’iniziale analisi dei dati in ogni ateneo. Con l’inizio del terzo capitolo il lavoro si concentra sull’analisi quantitativa e qualitativa dei dati raccolti. Esso riporta i grafici riassuntivi corredati da un commento critico degli aspetti indagati ritenuti di maggior importanza ovvero la provenienza geografica dei docenti, l’età dell’ingresso in cattedra, la formazione di ciascun professore, la tipologia d’incarico, i programmi delle lezioni e le correnti pedagogiche e filosofiche abbracciate da ciascun docente; infine il capitolo si conclude con la presentazione di un identikit del professore-tipo di Pedagogia in corrispondenza di quattro principali periodi storici: dall’Unità fino al 1880; dal 1880 alla fine del secolo, dal 1900 alla fine della Seconda Guerra Mondiale e dal periodo post bellico fino al 1960. Da ultimo il quarto capitolo, sebbene abbia una lunghezza ridotta rispetto ai precedenti, consiste nella presentazione della realizzazione di un’applicazione web relativa alla ricerca. In essa è possibile consultare tutti i dati raccolti, ovvero sia l’elenco suddiviso per anni e per facoltà dei professori di Pedagogia nella Facoltà di Lettere e Filosofia, sia le schede biografiche di ciascuno, in modo che siano accessibili da remoto a chiunque ne abbia necessità. Tale tesi è poi corredata da un’Appendice che riporta la schedatura dei numerosi dati raccolti. In conclusione questa analisi a lunga durata ha reso possibile una mappatura storica e geografica circa le permanenze e le fratture che hanno caratterizzato l’insegnamento della Pedagogia accademica in Italia. La Pedagogia è stata per lungo tempo complementare alla Filosofia, inserita nella Facoltà di Lettere e Filosofia; solo nel 1934 è nata la Facoltà di Magistero, ma la disciplina ha mostrato ancora qualche difficoltà a scindersi dalle discipline filosofiche. Inoltre in principio Storia e Didattica della Pedagogia erano unite e il docente di Pedagogia padroneggiava tutto, bisognò attendere gli anni Settanta, con l’esplosione delle cattedre, per assistere alla separazione dei saperi. Concludendo, questo lavoro vuole essere un primo passo nel tentativo di colmare una lacuna della storia della Pedagogia accademica italiana attraverso un’analisi comparativa globale.
The research project that led to the writing of my doctoral thesis had as its main objective that of retracing and analyzing the history of the academic teaching of Pedagogy in the major Italian universities, starting from the pre-unification period until the sixties of the last century, reconstructing with accuracy the mapping of the major university chairs of Pedagogy, to highlight their evolution and their development over time. The first chapter of this work is divided into three parts: in the first one the research investigates how the history of academic Pedagogy has been approached in other European countries, where, with the exception of Austria with the monumental work of W. Brezinka, where the situation is similar to the Italian one; in the second part the three Italian pre-unification states that already proposed the teaching of Pedagogy in their universities are presented: that is, the Savoy Kingdom in Turin, the Habsburg Empire in Pavia and Padua and the Grand Duchy of Tuscany in Pisa; finally the last part proposes a quick legislative framework about the teaching of Pedagogy in the various faculties and in the different courses of study. The second chapter represents the most substantial part of the entire text since it examines the development and articulation of the discipline in the twelve universities under analysis, also briefly framing the profiles of all the teachers in charge of teaching; it also presents an initial analysis of the data in each university. With the beginning of the third chapter, the work focuses on the quantitative and qualitative analysis of the data collected. It shows the summary graphs accompanied by a critical commentary on the aspects investigated that were considered most important, that is, the geographic origin of the teachers, the age at which they entered the professorship, the training of each professor, the type of assignment, the lesson plans and the pedagogical and philosophical currents embraced by each teacher; finally, the chapter concludes with the presentation of a sketch of the typical professor of Pedagogy in correspondence with four main historical periods: Unification to 1880; 1880 to the end of the century; 1900 to the end of World War II; and the post-war period to 1960. Lastly, the fourth chapter, although shorter in length than the previous ones, consists of a presentation of the creation of a web application related to the research. In this application it is possible to consult all the data collected, that is, both the list subdivided by year and by faculty of the professors of Pedagogy in the Faculty of Arts, and the biographical files of each one, so that they can be accessed remotely by anyone who needs them. This thesis is then accompanied by an Appendix that reports the filing of the numerous data collected. In conclusion, this long-term analysis has made possible a historical and geographical mapping of the permanences and fractures that have characterized the teaching of academic Pedagogy in Italy. Pedagogy was for a long time complementary to Philosophy, included in the Faculty of Arts; only in 1934 the Teacher Training Faculty was born, but the discipline still showed some difficulty in splitting from the philosophical disciplines. Moreover, in the beginning, History and Didactics of Pedagogy were united and the teacher of Pedagogy mastered everything; we had to wait until the Seventies, with the explosion of the number of chairs, to see the separation of knowledge. In conclusion, this work wants to be a first step in the attempt to fill a gap in the history of Italian academic Pedagogy through a global comparative analysis.
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Rogante, Elisa <1982&gt. « "Un libro per ogni compagno". Case editrici e politiche per la lettura del partito comunista italiano (1944-1956) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7142/1/ROGANTE_ELISA_TESI.pdf.

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Résumé :
Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.
Communist editorial policy is a fundamental research area for the study of PCI, but the party’s publishing activity has fallen into historical oblivion. Assuming the book as a material support and vehicle of the communist political culture and the publishing house as a socialization channel, this research questions the its construction and diffusion processes. This research follows two main paths. In the first chapter, we tried to explain the methodological reasons of “Party Publisher”. In the second part of the thesis, empiric, we try to reconstruct the history of communist publishing houses. The historical period embraced is divide in two parts – 1944-1947 and 1947-1956 – according to the classical history of the cultural policy of the PCI, and is centered on four historical events: the “Salerno turn” (1944), the “Cominform turn” (1947), Stalin’s death (1956) and the XX Congress (1956). We adopted three levels of analysis: identifying the organization and decision making structure of Communist publishing activity, reconstructing book production processes, and identifying distribution processes and reading promotion policies promoted by the PCI.
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Rogante, Elisa <1982&gt. « "Un libro per ogni compagno". Case editrici e politiche per la lettura del partito comunista italiano (1944-1956) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7142/.

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Résumé :
Anche se la politica editoriale comunista rappresenta un campo di indagine fondamentale nella ricerca sul Pci, la sua attività editoriale è caduta in un oblio storico. Assumendo il libro come supporto materiale e veicolo della cultura politica comunista, e la casa editrice come canale di socializzazione, questa ricerca s’interroga sui suoi processi di costruzione e di diffusione. La ricerca si muove in due direzioni. Nel primo capitolo si è tentato di dare conto delle ragioni metodologiche dell’indagine e della messa a punto delle ipotesi di ricerca sul “partito editore”, raccogliendo alcune sfide poste alla storia politica da altri ambiti disciplinari, come la sociologia e la scienza politica, che rappresentano una vena feconda per la nostra indagine. La seconda direzione, empirica, ha riguardato la ricognizione delle fonti e degli strumenti di analisi per ricostruire le vicende del “partito editore” dal 1944 al 1956. La suddivisione della ricerca in due parti – 1944-1947 e 1947-1956 – segue a grandi linee la periodizzazione classica individuata dalla storiografia sulla politica culturale del Pci, ed è costruita su quattro fratture storiche – il 1944, con la “svolta di Salerno”; il 1947, con la “svolta cominformista”; il 1953, con la morte di Stalin e il disgelo; il 1956, con il XX Congresso e i fatti d’Ungheria – che sono risultate significative anche per la nostra ricerca sull’editoria comunista. Infine, il presente lavoro si basa su tre livelli di analisi: l’individuazione dei meccanismi di decisione politica e dell’organizzazione assunta dall’editoria comunista, esaminando gli scopi e i mutamenti organizzativi interni al partito per capire come i mutamenti strategici e tattici si sono riflessi sull’attività editoriale; la ricostruzione della produzione editoriale comunista; infine, l’identificazione dei processi di distribuzione e delle politiche per la lettura promosse dal Pci.
Communist editorial policy is a fundamental research area for the study of PCI, but the party’s publishing activity has fallen into historical oblivion. Assuming the book as a material support and vehicle of the communist political culture and the publishing house as a socialization channel, this research questions the its construction and diffusion processes. This research follows two main paths. In the first chapter, we tried to explain the methodological reasons of “Party Publisher”. In the second part of the thesis, empiric, we try to reconstruct the history of communist publishing houses. The historical period embraced is divide in two parts – 1944-1947 and 1947-1956 – according to the classical history of the cultural policy of the PCI, and is centered on four historical events: the “Salerno turn” (1944), the “Cominform turn” (1947), Stalin’s death (1956) and the XX Congress (1956). We adopted three levels of analysis: identifying the organization and decision making structure of Communist publishing activity, reconstructing book production processes, and identifying distribution processes and reading promotion policies promoted by the PCI.
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SQUARCIONE, MARIA. « Il linguaggio politico italiano : verso la Terza Repubblica e oltre : contributi per una storia del linguaggio politico nell’Italia del 2000 ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/1096.

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Résumé :
La ratio che anima questo studio riguarda il tentativo di tratteggiare la fisionomia del linguaggio politico italiano di questo inizio Millennio, sotto il profilo storico e metodologico. In particolare, si è sottolineato come il linguaggio politico sia uno dei luoghi privilegiati dove la semiosi della lingua si manifesta, come spazio autonomo tra un conoscere e un agire insieme, in virtù della sua prospettiva retorica. Questa rappresenta non una tecnica, bensì un punto di vista in grado di soddisfare sia una funzione conoscitiva che pragmatica, senza identificarsi completamente né con l’una, né con l’altra, rivelandosi così come l’unica prospettiva metalinguistica idonea a operare un “discorso sul discorso”. L’assunzione della retorica come prospettiva globale sulla cultura autorizza il tentativo di definire una categoria, il discorso politico fondativo, espressa dagli esempi dei Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, pronunciati in occasione della presentazione dei due nuovi partiti da loro guidati: Forza Italia e Partito Democratico. L’analisi ha permesso di individuare le peculiarità delle strategie persuasive adottate dai due leaders politici e le loro diverse identità, grazie ad un impianto strutturale riconducibile ad una sorta di narrazione mitica. Infine, la dimensione retorica, nella sua accezione di linguaggio della modernità, consente di ricostruire gli stili espressivi della politica e quindi di proporre una storia del linguaggio politico italiano che, negli ultimi decenni, ha visto l’alternanza di forme dell’oscurità che si sono di volta in volta innestate su stili linguistici opposti: dal “politichese” al “gentese”.
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TACCOLA, Sebastiano. « Categorie marxiste e storiografia del mondo antico : critica” e “storia” in un dibattito italiano degli anni Settanta ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/94222.

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Del, Monte Marco <1974&gt. « Il film sull'arte e la Mostra internazionale del cinema di Venezia ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/10579/986.

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Résumé :
La tesi affronta il dibattito nato attorno al film sull'arte dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta attraverso la ricostruzione della storia e delle iniziative delle istituzioni internazionali create al fine di una sua regolamentazione, utilizzo e circolazione. Una volta individuato e contestualizzato il ruolo dell'Unesco, la prima parte della tesi segue la nascita della Fédération Internationale du Film sur l'Art nel 1948, i protagonisti e i successivi congressi che ne stabilirono obiettivi e politiche d'intervento, per poi passare ad altre istituzioni e all'osservazione dei differenti cataloghi prodotti a livello mondiale. La seconda parte si focalizza sul contesto dei festival internazionali e, in particolare, sulla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Vengono così affrontati tanto la produzione dei film stessi quanto il dibattito critico e metodologico che intorno al genere andava definendosi.
This thesis addresses the debate on films on art which emerged from the post-war years to the end of the fifties, by reconstructing the history and the initiatives of international institutions created for its regulation, use and circulation. After identifying and contextualizing the role of UNESCO, the first part of the thesis follows the birth of the Fédération Internationale du Film sur l'Art in 1948, as well as the protagonists and congresses that established its policies and targets; it shall then proceed with the analysis of other institutions and of a several catalogues produced worldwide. The second part focuses on the context of internationals festivals, in particular on the Venice International Film Festival. We shall thereby address the production of films as well as the gradual definition of critical and methodological debate around this genre.
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Mara, Francesca Andrea. « Traduzione del film "Avantaž" ("Vantaggio") di Georgi Djulgerov ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12123/.

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Résumé :
This dissertation is based on the here proposed translation from Bulgarian into Italian of the film Avantaž directed by Georgi Djulgerov. It was first projected in 1977 and is, among Bulgarian films, the one that has received the most prestigious award, the Silver Bear for Best Director. The subtitles for the film, originally in Bulgarian, have not been translated into Italian yet. The dissertation is divided into seven chapters. The first chapter will present a brief explanation of the process of subtitling. The second, the third and the fourth illustrate the director and main actor's biography, informations about their lifelong collaboration, and the film they created together. The fifth and the sixth explain the historical and cultural background of the film. The seventh describes the main difficulties and challenges encountered during the transcription and especially the translation and the transformation of the original in a written text, which has to comply with the norms imposed by the limited perception time. As an appendix of the dissertation, I have provided the translation into Italian of the subtitles for the film, with parallel text in Bulgarian, an interview with the director and the main actor, along with their filmography, a bibliography and a sitography, which include all the resources used for writing this dissertation.
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Izzo, Leo <1973&gt. « Il ruolo del jazz nelle musiche composte da Bruno Maderna per la radio e per il cinema ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/228/1/Leo_Izzo_Tesi_dottorale.pdf.

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