Littérature scientifique sur le sujet « Storia degli Attori »

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Articles de revues sur le sujet "Storia degli Attori"

1

Gurisatti, Paolo. « Progettare il processo costituente di un cluster. Il caso del distretto trentino dell'energia e dell'ambiente ». ARGOMENTI, no 32 (septembre 2011) : 95–123. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-032005.

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Résumé :
Questo articolo racconta la storia di una ricerca-intervento realizzata da un gruppo di, impegnati a sperimentare nuove tecniche di animazione dello sviluppo economico a livello locale. La storia č focalizzata sui problemi incontrati nella fase costituente di un distretto tecnologico in Trentino, dove il gruppo č stato incaricato di promuovere processi di innovazione tra le imprese del settore costruzioni, nel segmento emergente degli edifici sostenibili. Lo studio di caso evidenzia che la nascita di un nuovo cluster richiede un elevato livello di imprenditorialitŕ tra ie non solo tra gli attori privati.
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Parmiggiani, Paola. « Filiera etica e consumi sostenibili ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 116 (avril 2010) : 160–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116014.

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Parmiggiani Il saggio propone alcune riflessioni sulla tendenza da parte dei consumatori, rilevabile negli ultimi anni, a scegliere i prodotti non solo in base alla qualitŕ e al prezzo, ma anche in base alla loro storia, alla loro biografia, alle scelte effettuate dalle imprese produttrici e distributrici. L'ipotesi č che la tracciabilitŕ sociale della filiera, rendendo visibile il legame tra il prodotto acquistato e tutti gli attori che hanno contribuito a portarlo nelle mani del consumatore, consenta di scegliere pratiche di consumo che tutelino, oltre alla sostenibilitŕ eco-ambientale, anche la dignitŕ umana e promuovano l'inclusione e lo sviluppo degli anelli piů deboli della filiera.
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Triola, Filippo. « Il riavvicinamento dell'Italia alla Germania tra il 1945 e il 1949 ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (mars 2013) : 31–80. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003002.

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L'autore ricostruisce ed esamina la storia dei rapporti italo-tedeschi negli anni immediatamente precedenti la riapertura ufficiale delle relazioni diplomatiche tra Italia e Repubblica federale tedesca. Un riavvicinamento economico e politico progressivo, ma che suscitň forti contrasti tra i principali attori della diplomazia italiana. Il saggio si basa su una documentazione conservata presso l'Archivio Storico del Ministero degli Esteri e l'Archivio Centrale dello Stato. L'autore sostiene che le relazioni economiche italo-tedesche assunsero un ruolo centrale nel processo di elaborazione della politica estera italiana sulla questione tedesca nel corso di questi anni. Prima dell'istituzione della Repubblica federale tedesca, l'Italia divenne un partner economico fondamentale per la Germania occidentale. Tra il 1945 e il 1949 l'Italia fu il primo paese europeo favorevole alla rinascita di un nuovo Stato tedesco non sottoposto alla diretta influenza dell'Unione Sovietica. Il presidente del Consiglio De Gasperi e il ministro degli Esteri Sforza per sostenere la nuova Germania attuarono una precisa azione diplomatica di riavvicinamento politico, promuovendo diversi scambi di visite e di incontri con i rappresentanti tedeschi.
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Luatti, Lorenzo. « Durham x Chianina : storia di un incrocio fallito (1856-1859) ». a. LXII, n. 1, giugno 2022, no 154 (1 juillet 2022) : 1–25. http://dx.doi.org/10.35948/0557-1359/2022.2325.

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Il contributo ricostruisce, attraverso le fonti archivistiche e a stampa coeve, il tentativo di incrocio tra razza bovina Durham e razza Chianina realizzato in Val di Chiana nel 1856-58, per volere del governo granducale, in contrasto con l’indirizzo zootecnico seguito dagli allevatori autoctoni. Ne esplora le motivazioni storiche, le fasi e le vicende specifiche di sua realizzazione, gli esiti, i ruoli degli attori a vario titolo coinvolti, e raccoglie la testimonianza del medico veterinario che seguì l’intera sperimentazione, oggetto, vent’anni più tardi (1875), di un’accesa discussione a un Congresso nazionale di veterinaria. The contribution describes the controversial attempt to crossbreed two cattle breeds, Durham x Chianina, in Val di Chiana, at the behest of the Grand Duchy of Tuscany between 1856 and 1858. Through the examination of authentic documents of that period and the important testimony of the veterinarian that led the trial, it was possible to reconstruct the reasons behind the crossbreeding trial, which actors were involved and their roles, the different phases, events, and conclusions of it.
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Cheli, Mariagnese, et Salvatore Busciolano. « Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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Tizzoni, Elisa. « Tourism will tear us apart. Turismo e ambiente nell'Italia del boom attraverso un caso di studio nel Levante ligure ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 297 (janvier 2022) : 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-297005.

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Nonostante il crescente interesse per il turismo da parte degli storici ambientali, l'impatto sull'ambiente della diffusione della vacanza balneare lungo le coste mediterranee nella seconda metà del XX secolo ha riscosso un'attenzione limitata sino a oggi. Al fine di contribuire a colmare questa lacuna nell'attuale panorama di studi, l'articolo indaga i conflitti ambientali causati dal tentativo di sviluppare il turismo di massa nel Levante ligure, un'area costiera situata nel Nord-Ovest dell'Italia. L'articolo applica una duplice prospettiva, analizzando sia gli aspetti materiali che quelli immateriali dei conflitti ambientali; inoltre, la ricerca ricostruisce il ruolo giocato dai diversi attori coinvolti nello scontro per la protezione / lo sfruttamento del patrimonio naturale. L'articolo tiene conto delle più recenti acquisizioni della storia ambientale e offre una prospettiva multi-disciplinare sulle conseguenze ambientali del turismo di massa lungo le coste del Mediterraneo.
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Rapini, Andrea, et Elena Pavan. « Reti, poteri e confini nelle "discipline amministrative" italiane (1885-1935) : per una storia sociale delle idee ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 299 (août 2022) : 19–48. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299002.

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L'articolo racconta la parabola della Scienza dell'amministrazione dalla sua istituzionalizzazione nella facoltà di Giurisprudenza nel 1875 alla sua de-istituzionalizzazione nel 1935 e lo slittamento del suo oggetto, dei confini disciplinari e dello statuto scientifico. Dopo una ricostruzione della normativa concorsuale, l'articolo mostra - con l'ausilio della Social network analysis - la struttura della rete di relazioni tra commissari che governò tutti i concorsi universitari in Scienza dell'amministrazione, individuando al suo interno due zone distinte: da una parte un core di giuristi che si trovarono nella posizione di affermare i criteri di scientificità in seno alle discipline amministrative; dall'altra, all'opposto, una periferia del sistema decisionale. Infine, valorizzando le indicazioni provenienti dai networks, l'articolo approfondisce la biografia scientifica di alcuni giuristi per intendere il loro contributo specifico alla riproduzione del sapere e coniugare l'analisi delle idee e delle strutture sociali con quella degli attori.
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Fauri, Francesca. « La special relationship Fiat-Chrysler Dall'accordo del 10 aprile 1947 a quello del 30 aprile 2009 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 258 (septembre 2010) : 57–72. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258003.

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Résumé :
L'articolo ripercorre le origini della relazione preferenziale che ha legato Fiat a Chrysler dall'immediato dopoguerra e in particolare durante gli anni del piano Marshall. Grazie ai contatti fra Vittorio Valletta e Philip Hills, dirigente della divisione esportazioni della Chrysler, tra il 1945 e il 1947 l'azienda torinese riuscě a concretizzare la prima importante intesa con una casa automobilistica americana in base alla quale gli ingegneri Fiat avrebbero avuto libero accesso alle risorse tecnologiche e di progettazione della Chrysler. Oggi invece la storia ha cambiato la posizione degli attori, la Chrysler per non chiudere ha dovuto ricorrere all'aiuto della Fiat. L'accordo di partnership siglato il 30 aprile 2009 permetterŕ la ristrutturazione e il rilancio del brand americano sul mercato interno e internazionale grazie alla condivisione della piů innovativa tecnologia Fiat per quanto riguarda i motori ecologici e a risparmio energetico (Multi-air) e l'impiego della tecnologia Chrysler nei propulsori elettrici per la progettazione di una nuova auto elettrica.
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Fossati, Fabio. « IL DEBITO ESTERO IN AMERICA LATINA. ATTORI, CONFLITTI E COALIZIONI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 2 (août 1993) : 283–313. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022255.

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IntroduzioneL'obiettivo di questo articolo è l'approfondimento del conflitto distributivo che si è sviluppato sull'applicazione di programmi di aggiustamento economico da parte dei governi dell'America Latina. Tale conflitto ha coinvolto sia gli attori interni che quelli internazionali, e all'interno di questi ultimi, soprattutto i creditori. La crisi del servizio del debito estero dei paesi dell'America Latina negli anni ottanta, ha rappresentato la variabile condizionale determinante dell'aggiustamento, almeno in questa congiuntura storica. L'analisi comparata di tre paesi chiarirà quanto l'influenza di altri fattori, come il ruolo dei governi o degli attori in gioco, abbiano introdotto elementi di diversità rispetto all'evoluzione storica condizionata dalla variabile internazionale, cioè dal debito estero.
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Amsler, Nadine. « Going Native or Remaining Foreign ? » Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 372–80. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0020.

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Riassunto Negli ultimi decenni la ricerca storica ha portato la propria attenzione sulle missioni cattoliche nell’Asia moderna in quanto laboratori di contatti culturali. Il passaggio da una visione eurocentrica ed espansionistica delle missioni a un quadro che metteva in risalto il ruolo di attori non europei e le specificita culturali dei cristianesimi sorti in area extraeuropea ha comportato una progressiva articolazione e specializzazione del discorso accademico sull’argomento. Un convegno svoltosi a Roma e dedicato ai missionari cattolici attivi nell’Asia moderna si e prefisso di radunare esperti delle varie regioni del continente al fine di promuovere un dialogo transregionale sul radicamento dei missionari nelle societa locali. L’autrice e uno degli organizzatori del convengo. Nel presente contributo colloca il convegno nel contesto delle ultime tendenze storiografiche, ne riassume i punti salienti e individua nuovi campi di ricerca.
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Thèses sur le sujet "Storia degli Attori"

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Buttignol, Roberto <1976&gt. « I segreti del rito : l'esegesi sciita degli atti di culto secondo la scuola di Isfahan ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/101.

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Manfe', Ludovica <1994&gt. « La didattica all’Accademia di Belle Arti di Venezia attorno al 1968 : analisi degli insegnamenti accademici durante gli anni Sessanta e Settanta ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18006.

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Résumé :
L’obiettivo di questa ricerca è lo studio della metodologia e della didattica applicata dai docenti, anche affermati artisti, di Pittura, Scultura, Decorazione e successivamente Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Venezia negli anni ’60 e’70. In particolare oggetto della mia ricerca saranno i cambiamenti inerenti alle discipline proposte dalla riforma Gentile e alle eventuali trasformazioni verificatesi grazie ad essa, assieme alle ripercussioni che successivamente avverranno nel periodo dell’occupazione del ’68, con conseguenti richieste raccolte nei verbali tenuti in archivio dell’Accademia, dove si possono osservare le petizioni degli studenti e le seguenti soluzioni prese dagli insegnanti. L’ identità educativa dell'Accademia di Belle Arti di Venezia ha origine dal proficuo ed inevitabile dialogo tra le forme del fare e la riflessione filosofica che alimentano il percorso storico ed estetico dei suoi docenti e discenti. A seconda degli indirizzi di studio (pittura, scultura, decorazione e scenografia) gli insegnamenti all'interno dell'Accademia dipendevano soprattutto dalla personalità del docente e dalla metodologia che il maestro decideva di adottare. Un capitolo poco noto della didattica degli artisti che in questo periodo vi hanno insegnato riguardò il fatto che essi furono gli esponenti di una parte ragguardevole dell'ambiente artistico veneziano, a livello nazionale e internazionale in anni nei quali la città lagunare conobbe un'articolata e complessa dialettica, legata a posizioni artistiche diverse. In questo lavoro verrà trattata la metodologia di artisti che contribuirono maggiormente alla didattica accademica, come ad esempio Emilio Vedova, nominato professore emerito. Egli fu uno dei primi artisti e docenti a creare una nuova didattica. Gli studenti lamentavano il fatto che nonostante si fosse negli anni Sessanta i piani di studio, gli insegnamenti e la didattica fossero rimasti fermi alla situazione del 1923 anche se erano passati quasi quarant’anni. In quel periodo all'Accademia di Belle Arti di Venezia si iniziò a discutere sulle problematiche relative alla proposta didattica in particolare in merito alla carenza di laboratori e aule per le lezioni sulla metodologia del sistema di valutazione degli insegnati oltre che alla mancanza di attenzioni da parte “del Professore” rivolta ai propri studenti. Verrà dato ampio spazio alle proteste studentesche e alle occupazioni che avvennero dal marzo del 1968, così da distinguere due fasi della rivolta: la prima iniziata durante il periodo primaverile, durante il quale la protesta si concentrava maggiormente sulle richieste scolastiche, il rinnovo degli insegnamenti per portare la didattica al passo con le tecniche artistiche d'avanguardia di quel periodo, tenendo conto che i piani di studio non venivano aggiornati dalla riforma Gentile del 1923; la seconda fase fu costituita da un lungo periodo che iniziò alla fine del '68 e proseguì per almeno altri tre anni, dando vita a un movimento studentesco, cosciente di una realtà complessa e contraddittoria in cui vennero attenuati i tratti politici, lasciando più spazio alle analisi sociali. Inoltre nel 1964, presidenti e direttori delle Accademie italiane si riunirono proprio a Venezia per esaminare la riforma dei vari ordinamenti scolastici; in quell’occasione si stabilirono il riordino dei licei artistici, l'ampliamento dell'assegno universitario e un nuovo piano triennale. Furono concordati numerosi piani di studio, inserendo anche nuove discipline. Si chiedeva l'equipollenza del diploma superiore di Belle Arti al diploma di laurea, con pieni effetti giuridici e validità per l'ammissione agli esami per l'insegnamento di educazione artistica e disegno negli istituti secondari e per le carriere direttive e tecniche nelle Soprintendenze.
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Pierucci, Eloisa. « Il professionismo attorico femminile tra 1560 e 1604. Censimento, biografie e tecniche di recitazione ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1157923.

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Résumé :
Tesi di Dottorato in Storia delle Arti e dello Spettacolo - indirizzo Spettacolo. Tutor: prof.ssa Francesca Simoncini; coordinatore: prof. Andrea De Marchi. L'obiettivo del presente lavoro è quello di indagare, attraverso la ricostruzione delle principali vicende professionali e personali delle prime comiche, l'importante, quanto poco esplorato, tema dell'accesso da parte delle donne al mestiere teatrale. Le 'pioniere della scena' introducono negli spettacoli delle compagnie viaggianti sostanziali trasformazioni, ampliando la gamma dei generici, del repertorio e delle possibilità espressive inerenti alla recitazione. Grazie a loro, interpreti del ruolo delle Innamorate, generi teatrali alternativi alla commedia, come la tragedia, la pastorale e il melodramma, cominciano a entrare nel repertorio delle compagnie dell'Arte. L'esordio del professionismo attorico femminile, nonostante la sua notevole portata storica, presenta tuttavia contorni alquanto incerti: risulta difficile ricostruirne la datazione precisa, ad oggi collocata negli anni '60 del '500 e appare sfuggente anche l'identità e l'effettiva provenienza delle prime comiche. Nel tentativo di compiere una più approfondita analisi dell'evento, si è proceduto alla ricostruzione delle biografie artistiche delle 'pioniere' della scena: in particolare, si è scelto di circoscrivere la ricerca alle attrici attive nel periodo compreso tra la comparsa documentata delle prime donne in compagnia (inizio anni '60 del XVI secolo) e la morte di Isabella Andreini (1604), assunta come data simbolica di passaggio tra le prime generazioni di comiche e quelle successive. La metodologia di studio si è basata sulla raccolta di notizie e documenti relativi alle attrici attive in tale lasso di tempo e si è sviluppata attraverso un'indagine sia bibliografica sia archivistica. Sono stati così ripercorsi alcuni dei principali itinerari italiani ed europei delle compagnie professionistiche di cui le 'pioniere' facevano parte. Oltre alla consultazione di un'ampia bibliografia – all'interno della quale le opere di Siro Ferrone costituiscono un importante punto di riferimento anche metodologico -, si è proceduto a raccogliere ed esaminare fonti di diversa natura: documenti d'archivio (carteggi, atti notarili, contratti, licenze, ecc...), cronache, diari, testi letterari, testi teatrali, raccolte di generici, canovacci. L'indagine è stata effettuata in archivi e biblioteche di alcune città dell'Italia centrosettentrionale (in particolare Roma, Firenze, Genova, Mantova, Verona), in Spagna e in Francia (nelle città di València, Madrid, Lione e Parigi). Di fondamentale importanza, poi, è stata la consultazione dell'archivio online Herla, realizzato dalla Fondazione Mantova Capitale Europea dello Spettacolo. La ricerca si è svolta nella consapevolezza della più significativa criticità del progetto: la scarsità di fonti, determinata sia dalla lontananza nel tempo degli eventi, sia dalla circostanza che in molti casi le attrici, mogli dei loro compagni d'Arte, non apponevano la propria firma a lettere e suppliche. Per questo si è proceduto principalmente a raccogliere, censire e ordinare il materiale esistente: il presente studio è dunque il risultato di un processo di ricognizione di fonti in prevalenza già note la cui sistemazione organica ha permesso di scandagliare più approfonditamente il fenomeno oggetto d'indagine e di elaborare alcune nuove ipotesi. Attraverso tale procedimento abbiamo così individuato tre generazioni di attrici: quella delle pioniere, le cui esponenti principali sono Vincenza Armani e Barbara Flaminia; una seconda generazione, rappresentata in particolare da Vittoria Piissimi e da Silvia Roncagli; una terza, di cui fanno parte le attrici contemporanee di Isabella Andreini. Ad ogni generazione è dedicato un capitolo della tesi: nella parte saggistica si delineano i profili biografici ed artistici di alcune delle attrici più rappresentative per ciascuna delle tre fasi. Di ognuna si è cercato di ricostruire, per quanto possibile, le vicende biografiche: sono stati messi in evidenza, in particolare, i legami con letterati e intellettuali e le tournées in Italia, Spagna e Francia. Una speciale attenzione, poi, è stata dedicata all'analisi del repertorio e delle tecniche di recitazione, nel tentativo di ricavare un attendibile profilo artistico e di individuare, altresì, le diverse declinazioni in cui poteva delinearsi il ruolo di Innamorata (o, nel caso di Silvia Roncagli, quello di Servetta). I singoli casi sono stati inseriti organicamente in un contesto – storico, politico, culturale, teatrale – più ampio, che ha reso possibile evidenziare le relazioni (anche intergenerazionali) tra le attrici nonché i loro rapporti con colleghi, artisti, mecenati, nobili ed intellettuali. In questa disamina, abbiamo scelto di non approfondire il profilo biografico della più famosa Prima Innamorata del tempo, Isabella Andreini, la cui figura è già stata ampiamente indagata attraverso molteplici studi: l'abbiamo quindi tenuta ai margini del discorso, come termine di confronto per le esperienze professionali ed artistiche delle colleghe meno famose e come punto d'arrivo del processo di nobilitazione e 'divinizzazione' dell'attrice iniziato alla fine degli anni '60 del '500 con Vincenza Armani. Ma, proprio in virtù dell'importante valore simbolico assunto dalla diva padovana, è appunto la data della sua morte a segnare, emblematicamente, la fine di un'epoca: all'inizio del XVII secolo la prima fase del faticoso percorso intrapreso dalle pioniere può dirsi conclusa, dato che ormai la figura dell'attrice – sebbene non ancora pienamente accettata dai moralisti e dai predicatori più intransigenti – si è pienamente affermata nel sistema teatrale e nel contesto storico-sociale. A complemento di questo più approfondito lavoro di 'scavo', abbiamo ritenuto opportuno inserire, in appendice, un sintetico dizionario biografico, che rappresenta il risultato del censimento di tutte le comiche (di cui si abbia notizia) attive nel periodo di tempo considerato. Le attrici individuate sono circa una trentina: di alcune sappiamo solo il nome o poco più, di altre è stato possibile ricostruire, almeno in parte, alcune vicende personali e professionali. Altre ancora sono segnalate come comiche in antichi repertori, ma la loro attività in ambito teatrale – oppure, in qualche caso, la loro stessa esistenza - non trova riscontro in alcuna fonte documentaria. Nonostante l'estrema frammentarietà delle informazioni, ciò che emerge è un insieme composito e interessante, la cui analisi permette di misurare, ancorché in modo approssimativo, la portata del fenomeno del professionismo attorico femminile e la sua diffusione cronologica e geografica. Lo studio delle biografie delle attrici più o meno celebri attive tra gli anni '60 del XVI secolo e l'inizio del XVII ha condotto ad avanzare alcune ipotesi a proposito dell'origine del fenomeno del professionismo attorico femminile. La nota teoria di Ferdinando Taviani, secondo cui le pioniere della scena sarebbero le eredi delle meretrices honestae, non sembra trovare conferma nelle fonti documentarie: se in molti casi la provenienza delle comiche rimane avvolta nel mistero, in altri è possibile individuare un percorso di formazione ben diverso. Tale percorso avrebbe portato alcune attrici di origini 'basse' e popolari a maturare consapevolezza delle proprie potenzialità sceniche attraverso un'assidua frequentazione di letterati ed intellettuali di corte o d'accademia, fino ad acquisire gli strumenti culturali necessari per elevare la propria arte e per trasferire nuove competenze all'interno delle compagnie. È questo, ad esempio, il caso di Barbara Flaminia, come documentato in recenti studi da Francesca Simoncini; ma si possono rilevare esperienze analoghe – o, comunque, esordi ben lontani dai fasti delle corti romane e veneziane – anche per altre comiche. Il presente lavoro, mediante la raccolta, l'organizzazione e la sistemazione del materiale esistente sulle origini del professionismo attorico femminile, si configura come un approfondito studio del fenomeno e la premessa per la formulazione di nuove ipotesi, che presentano molteplici questioni critiche ancora aperte e si pongono come possibile punto di partenza per eventuali future indagini.
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PASSERA, DIEGO. « Gli italiani in Inghilterra. Migrazione di saperi artigianali dello spettacolo al tempo dei Tudor (1485-1603) ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/799467.

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Si analizza la presenza degli artisti italiani in Inghilterra che hanno lavorato nel campo dello spettacolo durante i regni dei vari sovrani Tudor, e l'influenza del loro operato su quello dei colleghi d'oltremanica.
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Livres sur le sujet "Storia degli Attori"

1

Ciak, si abbaia ! : Cent'anni di film, storia e curiosità degli attori a quattro zampe. Milano : Booktime, 2007.

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Miao, si gira ! : Cent'anni di film, storia e curiosità degli attori a quattro zampe. Milano : Booktime, 2007.

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Barozzi, Laura. Italienisches Capriccio di Glauco Pellegrini. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-452-3.

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Realizzato nel 1960 a Berlino, nell’ex DDR, dal regista Glauco Pellegrini, Italienisches Capriccio (Capriccio Italiano) si configura come una trasposizione cinematografica degli episodi più significativi della vita di Carlo Goldoni, reinventati in modo originale nello stile delle sue commedie. L’incredibile storia subita dal film, di cui fu osteggiata la lavorazione, l’‘imprigionamento’ della pellicola con l’edificazione del Muro nel 1961 e la sua ‘liberazione’, avvenuta per merito del regista Carlo Lizzani, testimoniano i fermenti culturali del cinema italiano degli anni ’50-’60 e il clima politico e sociale della Guerra Fredda. Pellegrini realizza Capriccio Italiano avvalendosi della sceneggiatura di Liana Ferri e del grande sceneggiatore premio Oscar, Ugo Pirro. E dirigendo nel film attori di diversa nazionalità, anticipando così i tempi, Pellegrini scriveva: «Gli artisti possono svolgere un ruolo importante per la fraterna intesa fra i popoli […] io cerco col lavoro di affermare che esiste un’Europa Unica, e che questa grande famiglia di nazioni guarda alla pace e respinge la guerra».
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Fin, Monica, et Han Steenwijk, dir. Gerasim Zelić ; e il suo tempo. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-979-9.

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Gerasim Zeli&#263; (1752-1828) è una delle figure più emblematiche del panorama culturale serbo a cavallo fra Sette e Ottocento. Archimandrita del monastero serbo-ortodosso di Krupa, diplomatico e scrittore, dal 1794 al 1811 Zeli&#263; ricoprì la carica di Vicario generale dei serbi di Dalmazia e, come tale, fu uno degli attori principali degli eventi legati alla polemica confessionale che al tempo agitava la regione. La sua autobiografia, intitolata Žitije e pubblicata a Budapest nel 1823, lo colloca inoltre fra i protagonisti di un’epoca cruciale per la nascita della nuova letteratura serba. Seguendo un approccio multidisciplinare, i saggi raccolti nel volume Gerasim Zeli&#263; e il suo tempo analizzano la vicenda di Gerasim Zeli&#263;, il suo coinvolgimento negli eventi legati alla polemica confessionale in Dalmazia e la sua attività letteraria, allargando la discussione all’epoca in cui visse l’archimandrita serbo. Particolare attenzione viene dedicata al contesto in cui Zeli&#263; operò, ovvero la penisola balcanica, nonché alla storia culturale dei serbi di Ungheria fra XVIII e XIX secolo.
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Dolfi, Anna, dir. L’ermetismo e Firenze. Florence : Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-979-5.

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Résumé :
Il secondo di due volumi dedicati all'ermetismo e Firenze editi da Firenze University Press (il primo dal titolo Critici, traduttori, maestri, modelli è acquistabile separatamente). Tra il 1930 e il 1945 un gruppo di giovani dette vita a Firenze a una delle più felici stagioni letterarie del nostro Novecento. Molti di loro si riconobbero in una dizione comune, marcata da un immaginario condiviso, e nel silenzioso dissenso dalla retorica del regime, alla quale venivano contrapposti la radicalità dell’istanza etica e il legame profondo con le radici giudaicocristiane, romanze, romantico-simboliste della civiltà europea. A cento anni dalla nascita dei suoi protagonisti (Mario Luzi, Piero Bigongiari, Alessandro Parronchi, Vittorio Bodini) ancora ci si chiede cosa sia stato l’ermetismo, come sia nato, cosa l’abbia contraddistinto. Cercare come si sia modificato, perché sia stato circondato da pregiudizi e avversione (come fanno i due imprescindibili volumi che raccolgono gli atti di un memorabile convegno nel quale Anna Dolfi ha coinvolto studiosi provenienti da ogni parte del mondo), porta a tracciare un quadro/ritratto degli autori dell’ermetismo, dei suoi critici (Bo, Macrí), amici (il compagno di generazione Vittorio Sereni), estimatori e/o detrattori, e a delimitare i confini di un complesso capitolo della storia italiana iniziata con il Fascismo e conclusa, di recente, con la caduta delle ideologie. Assieme ai suoi ‘attori’, in posizione di rilievo è Firenze, la città che fu risvegliata per qualche decennio alla grandezza del passato da una nuova passione, fatta di cultura, creatività ed intelligenza.
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Di Bello, Giulia, dir. Formazione e società nella conoscenza. Florence : Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/888453481x.

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Résumé :
Il volume raccoglie gli Atti del convegno "Formazione e società della conoscenza. Storia, teorie, professionalità" che si è svolto a Firenze nei giorni 9 e 10 novembre 2004 in occasione della celebrazione degli 80 anni dell'Università degli studi di Firenze. Il convegno si è occupato di ripensare la storia della Facoltà di Scienze della Formazione e le questioni della formazione nell'attuale fase di ripensamento degli studi universitari. Le quattro sessioni del convegno hanno affrontato temi come: la storia della Facoltà e della formazione di maestri e professori; processi, modelli e teorie della formazione; alcuni concetti/focus della formazione e le professionalità a cui la Facoltà prepara.
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Nigro, Giampiero, dir. Le crisi finanziarie. Gestione, implicazioni sociali e conseguenze nell’età preindustriale / The Financial Crises. Their Management, Their Social Implications and Their Consequences in Pre-Industrial Times. Florence : Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-949-8.

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Résumé :
L'attuale crisi finanziaria e la crisi monetaria dell'Unione Europea degli ultimi anni hanno condotto a una serie di studi analitici e altre pubblicazioni con un quadro di riferimento storico che, tuttavia, raramente va oltre il XIX e il XX secolo. Studi analoghi che si occupano di crisi finanziarie in tempi premoderni sono rari, tanto più quando si tratta di strategie di gestione delle crisi, delle conseguenze sociali e dello sfondo di queste crisi. Il volume si articola dunque intorno a questi temi principali: l’analisi delle crisi finanziarie, il ruolo dei (re)attori, la gestione delle crisi e il ruolo delle istituzioni. Sono qui presentati i risultati di ricerca del progetto bandito dalla Fondazione Istituto di Storia Economica “F. Datini” nel 2013 che si era posto come obiettivo, partendo da un approccio teorico sulle cause e i percorsi delle crisi finanziarie e le loro conseguenze economiche e sociali nel contesto dello sviluppo economico, quello di dimostrare o negare la significatività delle "teorie sulle crisi" del periodo pre-industriale. Se le conseguenze economiche delle crisi finanziarie sono ben note (i fallimenti delle imprese, le crisi commerciali e la depressione, le inadempienze e i crolli nelle reti dei pagamenti senza contanti, e la loro influenza sull’intero ciclo economico delle economie prese in considerazione), più sfumata risulta la visione del comportamento dell'individuo, o dell’intera società, che agisce economicamente in tempi di crisi finanziaria. Negli ultimi anni, il dibattito scientifico si è concentrato sulla questione di come agiscono o reagiscono gli homines oeconomici durante le crisi finanziarie. Dal punto di vista di casi studio del periodo pre-industriale, diventa chiaro che il ruolo dell'individuo è sostanzialmente più importante e grave sia per l’occorrenza della crisi sia per i tentativi di superarla, più di quanto appaia (ammesso che appaia) da ricerche precedenti. Infine, i contributi hanno indagato sulla gestione delle crisi in tempi di turbolenze finanziarie. L'analisi della gestione delle crisi in epoca pre-industriale può costituire infatti un essenziale passo avanti nella nostra comprensione della gestione della crisi attuale.
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Busacca, Maurizio, et Alessandro Caputo. Valutazione, apprendimento e innovazione nelle azioni di welfare territoriale. Venice : Edizioni Ca' Foscari, 2020. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-408-0.

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Résumé :
Tra il 2017 e 2019 i due Autori hanno condotto una ricerca valutativa sui Piani Giovani della Regione del Veneto e sulle politiche giovanili locali. La ricerca è stata l’occasione per approfondire le modalità di funzionamento di coalizioni locali di welfare organizzate in modo reticolare e per coinvolgerle nella progettazione partecipata di un sistema di valutazione dell’impatto sociale. Lo SROI Explore è un mix-method che cerca di rispondere ai problemi storici della valutazione nell’ambito delle politiche sociali attraverso una strategia partecipativa e l’ancoraggio alle teorie incorporate nell’azione professionale con l’obiettivo di intensificare i processi di apprendimento degli attori coinvolti.
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Per una storia degli archivi di Trento, Bressanone e Innsbruck : Ricerche e fonti (secoli XIV-XIX). Bologna : Società editrice Il mulino, 2015.

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Chiesi, Leonardo, dir. Identità sociale e territorio. Florence : Firenze University Press, 2009. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-689-1.

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Résumé :
Identità sociale e territorio. Il Montalbano presenta un lavoro di ricerca sul rapporto tra abitanti e paesaggio nella campagna toscana. Il materiale raccolto si articola in testo, immagini e video in una rappresentazione polifonica delle basi territoriali dell'identità sociale del complesso collinare del Montalbano, che si estende tra Firenze, Empoli, Prato e Pistoia. Il tema dell'identità locale territoriale è trattato nelle sue varie articolazioni. Si analizza come è organizzata la relazione tra abitanti e loro territorio, prendendo in considerazione, in particolare, la memoria storica sedimentata nei documenti e nei ricordi degli anziani, e poi analizzando la percezione dei confini e dei luoghi di riferimento che contribuiscono a formare un'immagine mentale chiara e strutturata dell'area vasta del Montalbano. Si prendono inoltre in esame gli attori sociali che contribuiscono a fare il paesaggio: coloro che a vario grado, con azioni e micro-azioni quotidiane, continuamente riproducono quella complessa figura territoriale che tanto interesse suscita in chi vive o semplicemente attraversa il Montalbano. Abbinamento editoriale: volumetto introduttivo e CD-rom
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Chapitres de livres sur le sujet "Storia degli Attori"

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Galatà, Francesco. « Per la fortuna del Decameron nella letteratura di fine Ottocento : riscritture pascoliane edite e inedite ». Dans Studi e saggi, 155–74. Florence : Firenze University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-668-1.09.

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Résumé :
Although Boccaccio’s name is rarely encountered in published works of Giovanni Pascoli (1855-1912), traces of a constant reading and reuse of the Decameron have emerged and continue to emerge from the poet’s manuscripts. The article outlines the history of the already known contacts between the two authors and adds a new document: the unknown verse drama ‘Messer Gentile’, inspired by the novella X 4. This drama, designed as a one-act play with a prologue and three scenes, has been left unfinished: only the prologue and the first scene are preserved, but it is enough to appreciate some dynamics that characterize the rewriting process. A dense network of references to the most ancient Italian poetic tradition emerges from the dramatic lines, and among the manuscripts one discovers an experimental rhythmic prose composed of hendecasyllables arranged in a line that the study reconnects to the reform of modern tragic theater envisaged by Pascoli. Sebbene il nome di Boccaccio si incontri molto raramente nell'opera di Giovanni Pascoli (1855-1912), dai manoscritti del poeta sono emerse e continuano a emergere tracce di una lettura costante del Decameron. Il contributo ripercorre la storia dei contatti già noti tra i due autori e aggiunge un nuovo documento: l'inedito dramma in versi 'Messer Gentile' ispirato alla novella X 4. Il dramma, progettatto come atto unico con prologo e tre scene, rimase incompiuto: ci sono giunti soltanto il prologo e la prima scena, che sono sufficienti per apprezzare alcune delle dinamiche che caratterizzano la riscrittura. Dai versi emerge una fitta rete di riferimente alla tradizione poetica italiana delle origini e tra i manoscritti si ritrova un esperimento di prosa modulata sul ritmo continuato degli endecasillabi riconducibile all'idea di moderno teatro tragico di Pascoli.
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« Autori dei testi e degli interventi inclusi negli Atti ». Dans Sezione 1, Grammatica storica delle lingue romanze, 489–96. Max Niemeyer Verlag, 1998. http://dx.doi.org/10.1515/9783110961522.489.

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Zanini, Valeria. « La storia sulla Luna ». Dans Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/978883339694139.

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Casi, Fausto. « Storia e sviluppi degli orologi meccanici a pesi descritti da Dante Alighieri – Il catalogo ». Dans Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/97888333969417.

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Ienna, Gerardo. « Le origini politico-istituzionali del Gruppo Nazionale di Storia della Fisica ». Dans Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/97888333969413.

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Calamia, Mario et Gherardelli, Monica. « E se Marconi... la storia mancata ». Dans Atti del XXXIX Convegno annuale = Proceedings of the 39th Annual Conference ; Pisa, 9-12 Settembre 2019 ; Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA) / edited by Adele La Rana, Paolo Rossi. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/978883339402212.

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Truffa, Giancarlo. « L’inventario degli astrolabi in Italia. Descrizione del progetto e primi risultati ». Dans Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/978883339694143.

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Monti, Francesca. « Il ruolo della storia nella formazione in Fisica : motivazioni e prospettive future. Una discussione introduttiva ». Dans Società italiana degli storici della fisica e dell'astronomia : atti del XLI Convegno annuale = proceedings of the 41st Annual Conference. Pisa University Press, 2022. http://dx.doi.org/10.12871/978883339694132.

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Loiodice, Eleonora. « Life belts intorno alle città : la voce degli scienziati del MIT nella vita politica e sociale degli anni Cinquanta ». Dans Atti del XXXIX Convegno annuale = Proceedings of the 39th Annual Conference ; Pisa, 9-12 Settembre 2019 ; Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA) / edited by Adele La Rana, Paolo Rossi. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/978883339402239.

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Zanini, Valeria -. « Il contributo della storia nell'insegnamento della fisica e dell'astronomia : i musei degli osservatori astronomici e l'esperienza padovana ». Dans Atti del XXXIX Convegno annuale = Proceedings of the 39th Annual Conference ; Pisa, 9-12 Settembre 2019 ; Società Italiana degli Storici della Fisica e dell'Astronomia (SISFA) / edited by Adele La Rana, Paolo Rossi. Pisa University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.12871/978883339402276.

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Actes de conférences sur le sujet "Storia degli Attori"

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Middea, Alexandra. « Identita', cultura, paesaggio : costruzione di una responsabilità condivisa ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7970.

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Résumé :
L'aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacciai, la maggiore frequenza degli episodi di siccità e di alluvioni sono tutti sintomi della dissonanza tra attività antropiche e fenomeni naturali, dei cambiamenti climatici in atto. I rischi per il pianeta e per le generazioni future saranno incalcolabili se non s’interverrà con urgenza a partire proprio dalle nuove generazioni. Per questo, quando si parla di politiche urbane, è indispensabile che si tenga presente che esistono cittadini, che la loro partecipazione, il loro coinvolgimento nella cura del territorio rappresenta la strategia migliore per guidare le trasformazioni urbane; garantirsi una migliore qualità della vita e garantirla ai luoghi. Produrre inclusione sociale significa assicurare la realizzazione degli interventi. La memoria del passato, la condivisione, la trasparenza nell’informazione, la consapevolezza di far parte di una collettività attiva permette di salvaguardare l’identità storica di un luogo e di una popolazione. Rising temperatures, melting glaciers, the increased frequency of droughts and floods are all symptoms of dissonance between human activities and natural phenomena, of climate changes. The risks for the planet and for future generations will be incalculable if we not intervene urgently, starting from the new generations. For this reason, when it comes to urban policies, it is imperative that you understand that there are citizens, their participation, their involvement in the care of the land is the best strategy to guide urban transformations; ensure a better quality of life and ensure it to places. Produce social inclusion means ensuring the implementation of the interventions. The memory of the past, sharing, transparency of information, awareness of being part of a community active allows to preserve the historical identity of a place and of a population
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Catini, Raffaella. « La territorializzazione spontanea del centro storico : il caso di Viterbo ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8033.

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Résumé :
Lo studio qui proposto ha preso l’avvio da due eventi fondamentali per lo sviluppo urbanistico della città di Viterbo, nessuno dei quali possiamo dire costituisca la conseguenza di una politica urbana di indirizzo. Il primo ha decretato, a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso, lo spopolamento e il progressivo degrado del centro storico a seguito del vero e proprio esodo verso i nuovi insediamenti di edilizia economica e popolare e soprattutto verso le innumerevoli ville, costruite facendole passare per fabbricati rurali, nelle zone agricole a ridosso della città; il secondo, tuttora in atto, registra una tendenza opposta in virtù dei mutamenti profondi occorsi nel tessuto sociale e della mutata situazione economica. Le scarse disponibilità economiche hanno reso infatti nuovamente appetibili, da parte di nuovi fruitori con scarse possibilità economiche, i numerosi immobili del centro rimasti liberi e in cattive condizioni di manutenzione, dapprima senza operare alcuna alterazione nel tessuto edilizio esistente; quindi è iniziata un’operazione sistematica di portata ben diversa, mirata alla trasformazione in unità abitative minime dei locali situati al livello stradale adibiti un tempo a magazzini e cantine. Esigenze differenti di persone differenti hanno indotto una nuova territorializzazione della città storica. Resta da capire in che misura questo processo sia stato previsto o valutato, e se la costituzione di un tessuto sociale così omogeneo nella struttura possa considerarsi positivamente ai fini del riequilibrio socio-economico complessivo, di cui il problema edilizioabitativo rappresenta solo uno degli aspetti The aim of this paper is to reflect on two major trends concerning the urban development of the city of Viterbo, neither of which appears to stem from a precise urban policy. The first one was the depopulation and progressive decline of the ancient city centre caused by the relocation of the inhabitants towards the new council housing settlements and especially towards the countless new villas, originally intended as farm houses on agricultural land adjacent to the city. The second one, still ongoing, is an opposite trend, the result of profound changes in the social fabric of the society and of the present economic stagnation. Many unoccupied and neglected houses and flats in the city centre are appealing to people with limited financial means, in spite of the lack of upgrading. In addition, basements and cellars are being converted into actual housing units. The needs of the abovementioned people have triggered a new territorialisation of the historic centre. It is yet to be determined to what extent this phenomenon has been contemplated and understood, and whether the rise of such a uniform social fabric should be construed as positive for the general socioeconomic balance, of which the housing issue is only one of the factors.
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Cedroni, Anna Rita. « Roadmap per una citta sostenibile : Vienna ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Résumé :
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Rapports d'organisations sur le sujet "Storia degli Attori"

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Sarafian, Iliana. Considerazioni chiave : affrontare le discriminazioni strutturali e le barriere al vaccino covid-19 per le comunità rom in italia. SSHAP, mai 2022. http://dx.doi.org/10.19088/sshap.2022.024.

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Résumé :
Questo rapporto evidenzia come le discriminazioni strutturali e l'esclusione sociale influenzino le percezioni e gli atteggiamenti nei confronti del vaccino per il COVID-19 tra le comunità rom in Italia. Uno degli obiettivi è mettere in luce il ruolo che le autorità pubbliche e le comunità possono svolgere nel sostenere l'adozione del vaccino e nel contrasto ai più ampi processi di esclusione sociale.1 Le risposte contraddittorie che lo Stato italiano ha fornito durante la pandemia di Covid-19, insieme alle forme di esclusione già in atto, hanno comportato un aumento della sfiducia delle comunità rom nei confronti delle iniziative statali, impattando anche sull’adesione alla campagna vaccinale.2 Questo documento si propone di supportare e informare le amministrazioni locali e le istituzioni sanitarie pubbliche coinvolte nell’assistenza e nei processi di inclusione delle comunità rom in Italia. Il presente documento si basa su una ricerca condotta di persona e a distanza dal novembre 2021 al gennaio 2022 in Italia con le comunità rom e sinti di Milano, Roma e Catania. Sebbene queste comunità si caratterizzino per diversità storica e per differenti forme di identità linguistica, geografica, religiosa, sono state individuate delle somiglianze nel modo in cui hanno vissuto la pandemia di COVID-19 e nelle decisioni a proposito del vaccino. Questo documento è stato sviluppato per SSHAP da Iliana Sarafian (LSE) con i contributi e le revisioni di Elizabeth Storer (LSE), Tabitha Hrynick (IDS), Marco Solimene (University of Iceland), Dijana Pavlovic (Upre Roma) e Olivia Tulloch (Anthrologica). La ricerca è stata finanziata dalla British Academy COVID-19 Recovery: G7 Fund (COVG7210058) e si è svolta presso il Firoz Lalji Institute for Africa, London School of Economics. La sintesi è di responsabilità di SSHAP.
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