Articles de revues sur le sujet « Spiegazioni »

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1

Stella, Aldo, John L. Dennis et Chiara Nucci. « La spiegazione psico-logica di un comportamento : riflessioni su un possibile modello ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2012) : 479–503. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004001.

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Résumé :
La ricerca si incentra sulla spiegazione delle azioni e dei comportamenti e si propone l'obiettivo di confrontare la spiegazione meccanicista, da molti considerata l'unica spiegazione scientifica, con la spiegazione ermeneutica, che comprende anche la spiegazione intenzionale, fondantesi su ragioni, piuttosto che su cause. Se il sillogismo pratico esplicita la ragione, che sta alla base di un'azione e che e indicata nelle premesse, allora il pensiero esprime il suo potere causale in ordine al configurarsi dei comportamenti. Si viene cosi a delineare una spiegazione che, poiche rende manifeste inferenze, presenta il rigore della logica e si esprime nella forma di sillogismi condizionali. Tuttavia, poiche ha a che fare con ragioni e significati, che giustificano le azioni intenzionali, non si riduce alla semplice spiegazione meccanicista. Quando compaiono i significati, i processi di elaborazione cessano di essere solo automatici ed entra in gioco la soggettivita. La dimensione formale e sintattica viene integrata dalla dimensione semantica e la funzione cognitiva diventa funzione ermeneutica, che e frutto del pensiero cosciente e si esprime mediante la lingua naturale. Quest'ultima, nel suo valere come meta-linguaggio, consente di formulare la spiegazione come un discorso, il quale, adeguatamente rigorizzato, configura la "spiegazione psico-logica", che emerge oltre le spiegazioni meccaniciste e fisicaliste, pur conservandone la scientificita
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2

Fornaro, Mauro. « La questione della convalida in psicoterapia e psicoanalisi : tra ricerca empirica e ricerca clinica ». GRUPPI, no 2 (juillet 2012) : 49–68. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-002004.

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Résumé :
Constatate le notevoli difformitŕ di interpretazioni e spiegazioni tra i vari indirizzi di psicoterapia/ psicoanalisi, l'autore avanza l'esigenza di pervenire a criteri comuni di convalida di interpretazioni e spiegazioni. Si interroga dapprima sulla cosiddetta ricerca empirica in psicoterapia, nata anche a risposta di detta esigenza. Mostrando come essa non riesca a cogliere coi suoi metodi, per lo piů "oggettivistici", le peculiaritŕ dell'oggetto della clinica, l'autore conclude che essa č complementare e non sostitutiva della clinica, anche quanto a pertinenza epistemologica. Spezza pertanto una lancia a favore della ricerca clinica, cioč della possibilitŕ di convalidare interpretazioni e spiegazioni entro l'itinerario stesso di cura. Il che puň avvenire grazie alla convergenza di vari criteri di convalida, in parte suggeriti dagli sviluppi dell'epistemologia del secondo Novecento.
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3

Ugazio, Valeria, Lisa Fellin, Roberto Pennacchio, Attŕ Negri et Francesca Colciago. « L'ermeneutica triadica sistemica č davvero estranea al senso comune ? » TERAPIA FAMILIARE, no 92 (avril 2010) : 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-092002.

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La teoria sistemico-narrativa del cambiamento terapeutico suppone che le persone: a) normalmente non utilizzino schemi esplicativi triadici, b) ma siano in grado di contribuire a costruirli in seduta, grazie alle tecniche di conduzione del terapeuta. Per verificare questi presupposti sono state analizzate le spiegazioni fornite da 400 soggetti (studenti universitari) ad un comportamento inaspettato presentato attraverso 4 situazioni-stimolo in cui č stata manipolata l'ampiezza del campo di osservazione. I risultati dimostrano che le spiegazioni triadiche sono inconsuete, ma non del tutto estranee al senso comune e aumentano significativamente con l'allargamento del campo di osservazione dalla monade alla triade. Č soprattutto la situazione- stimolo "triadica enigmatica" che - aggiungendo una discrepanza disorientante nel comportamento degli attori - sollecita una frequenza maggiore di spiegazioni triadiche. I risultati emersi, se confermati da un campione clinico, accreditano tecniche terapeutiche che privilegiano ridefinizioni costruite attivamente dai pazienti anziché reframing "preconfezionati". Sembrano inoltre suggerire ai terapeuti di esaminare, assieme ai loro pazienti, le contraddittorietŕ che proprio l'allargamento del campo di osservazione spesso rivela.
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4

Maturana, Humberto. « Biologia delle spiegazioni scientifiche e riflessioni sull'amore ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 22 (septembre 2014) : 51–61. http://dx.doi.org/10.3280/eds2014-022005.

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Palazzani, Laura. « "Spiegazioni filosofiche" di Robert Nozick : Implicazioni bioetiche ». Medicina e Morale 39, no 6 (31 décembre 1990) : 1157–88. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1990.1154.

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Résumé :
Il presente lavoro si propone di esaminare il pensiero di Robert Nozick (uno degli esponenti della corrente statunitense contemporanea denominata "etica pubblica"), riferendosi all'opera Spiegazioni filosofiche (1981), nella quale l'autore delinea le premesse filosofiche che supportano il suo intervento in ambito giuridico e sociale. La teoria metafisica dell'"autosussunzione riflessiva", la teoria epistemologica del "rintraccio" e la teoria etica della "spinta" e della "attrazione" convergono nell'affermazione soggettivista che sta alla base del relativismo pluralistico morale e del libertarismo politico. L'articolo mira ad evidenziare le implicazioni, implicite ed esplicite, di tali teorie nel dibattito bioetico al fine di riproporre il riferimento al personalismo realista quale autentico fondamento per una proposta in ambito pubblico che tuteli la persona nella sua globalità.
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Scamardella, Francesca. « Il silenzio "a piů voci" nelle narrazioni di clienti e avvocati ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (juillet 2012) : 127–50. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002007.

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Questo articolo si iscrive in un recente orientamento di ricerca, sviluppatosi prevalentemente in area statunitense e che considera il ruolo del cliente come centrale per la ri-costruzione dei fatti della causa. Esso propone l'analisi di una specifica situazione relativa al rapporto cliente-avvocato, quella in cui il cliente rimane in silenzio, omettendo circostanze rilevanti all'avvocato, per incapacitŕ ad "esprimerle" o per una specifica volontŕ. A partire da una ricostruzione di alcune delle principali spiegazioni teoriche sul tema del silenzio nel lawyering process, questo contributo analizza alcuni casi che hanno come protagonisti clienti silenziosi, ricercandone in parte le spiegazioni nella "cultura" di provenienza del cliente (e dell'avvocato) e piů in generale nel contesto in cui il caso si origina e trova soluzione.
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Loporcaro, Michele. « Da dove vengono, cosa significano e come si usano sfiga, sfigato e (che) figo/fico ». XII, 2020/1 (gennaio-marzo) 12, no 1 (31 mars 2020) : 72–76. http://dx.doi.org/10.35948/2532-9006/2020.3276.

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Résumé :
Un lettore pone un quesito mettendo insieme alcune parole apparentemente tutte connesse: “Mi chiedo perché la parola fico/figo indicante normalmente il frutto dell’albero omonimo (e le grazie femminili se il sostantivo è al femminile […]) abbia assunto la connotazione gergal-giovanile di ‘bello, ganzo, sorprendente’. Come ci si è arrivati? E come si è arrivati ad usare la medesima parola per descrivere un/a bello/a ragazzo/a? E per quanto riguarda la parola sfiga invece?”. Su quest’ultimo termine chiedono spiegazioni anche una lettrice e un altro lettore che ipotizzano una possibile correlazione con il termine gergale fica e/o figa. Su quest’ultimo termine chiedono spiegazioni anche una lettrice (“Vorrei sapere come e da che cosa è nata la parola sfiga, se ha qualche correlazione con il termine gergale fica o figa e se è una parola maschilista”) e, con formulazione sintomaticamente diversa (che qui non riteniamo opportuno riportare per esteso), un altro lettore, il quale chiede se sia “iellato chi non dispone” liberamente del denotato del termine di cui sopra.
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Naticchioni, Paolo, et Antonio Scialà. « Mercato del lavoro e disuguaglianze salariali : evidenze empiriche e possibili spiegazioni ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (février 2015) : 37–64. http://dx.doi.org/10.3280/qu2014-004003.

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Antonielli, Livio. « Donati e gli studi militari ». SOCIETÀ E STORIA, no 129 (décembre 2010) : 585–96. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129008.

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Résumé :
Claudio Donati ha sempre descritto il suo approdo alle ricerche di storia militare come casuale. Il saggio, ripercorrendo la produzione di Donati in questo ambito, mira a mettere in luce come tale passaggio sia stato tutt'altro che casuale, ma che lo studioso si sia progressivamente impadronito di metodi e strumenti della storiografia militare nella lucida prospettiva di arrivare, per questa via, a spiegazioni piů convincenti di fenomeni complessi.
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Zucchini, Francesco. « VETO PLAYERS E INTERAZIONE FRA ESECUTIVO E LEGISLATIVO : IL CASO ITALIANO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no 1 (avril 2001) : 109–37. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029567.

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Résumé :
Introduzione La maggior parte degli studi sul parlamento italiano durante la prima repubblica, rende conto delle caratteristiche permanenti della produzione legislativa (Di Palma 1978; 1987). Gli studiosi che hanno prestato attenzione al mutamento hanno finito per considerarlo come la manifestazione matura di quei fattori. Sia le spiegazioni delle caratteristiche generali del processo legislativo nel parlamento italiano, sia le spiegazioni della sua evoluzione nel tempo appaiono problematiche. Se per esempio la polarizzazione e la sfiducia reciproca fra le principali forze politiche servono a spiegare l'assenza (o la presunta assenza) di grandi riforme e sostanziali mutamenti di politica (Di Palma 1978; Sartori 1974), perché è proprio quando la polarizzazione, e verosimilmente anche il grado di sfiducia, si attenuano che il governo fatica maggiormente a ottenere per vie ordinarie l'approvazione dei propri disegni di legge, normalmente dal contenuto più ambizioso e indirizzati ad una platea più ampia di quelli di origine parlamentare? Se l'elevato grado di consenso nell'approvazione delle leggi è una conseguenza della peculiare attitudine culturale della nostra classe politica all'accordo, se non addirittura alla collusione (Pizzorno 1993), perché lo stesso fenomeno è presente in altri sistemi politici, come per esempio negli Stati Uniti, della cui somiglianza culturale al caso italiano è lecito dubitare?
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Beretta, Ilaria. « Coevoluzione : la sfida di uno sguardo sistemico ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 127 (mars 2022) : 79–93. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127007.

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Résumé :
L'attuale crisi da COVID 19 ha messo in evidenza la necessità dell'adozione di un approccio coevolutivo nell'interpretazione di quanto sta accadendo. La morbilità del virus si correla a fattori morfologici, ambientali, culturali, socio-economici; la pandemia sfida il pensiero lineare e le spiegazioni monocausali. Il presente contributo illustra come tale approccio possa aiutare a interpretare e - perché no - a trovare una soluzione alle due grandi crisi attuali: quella pandemica e quella ecologica.
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Di Majo, Antonio. « L'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze italiana : riflessioni dei posteri ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 1 (mars 2010) : 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001005.

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Un recente volume di McLure ha rivisitato il pensiero degli economisti italiani dei primi decenni del Novecento che costituirono quello che in Italia č definito l'indirizzo sociologico della Scienza delle finanze e che facevano riferimento alla metodologia sviluppata da Pareto. Tale indirizzo criticava l'approccio basato sull'individualismo metodologico e tentava di trovare spiegazioni delle scelte di finanza pubblica che tenessero conto della peculiaritŕ delle decisioni prese da gruppi. Il tentativo dell'indirizzo sociologico purtroppo si esaurě negli anni Trenta, ma si puň sostenere che contribuě a porre le fondamenta delle ulteriori ricerche economiche sulla finanza pubblica, avviate nei decenni piů recenti.
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Pappalardo, Adriano. « CRISI ECONOMICA, ISTITUZIONI E RENDIMENTO IN 17 DEMOCRAZIE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 3 (décembre 1997) : 519–68. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025090.

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Résumé :
IntroduzioneAlla metà degli anni settanta, la prima di una serie di crisi economiche colpiva le democrazie occidentali, sottoponendo a sfide più o meno severe le loro strutture e le loro capacità politico-istituzionali. Del tema si è occupata un'intera letteratura, che ha fornito ragguardevoli contributi alla conoscenza del contenuto e dell'efficacia delle risposte di singoli paesi o gruppi di paesi e degli adattamenti/mutamenti subiti dalle società e dagli attori interessati. In questo articolo, viene tracciato un bilancio della materia, aggiornato con informazioni e spiegazioni che si estendono fino alla metà degli anni novanta e coprono diciassette paesi.
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Fornaro, Mauro. « Come validare le interpretazioni e le spiegazioni in clinica senza ricorrere alla ricerca empirica ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2013) : 601–20. http://dx.doi.org/10.3280/pu2013-004002.

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Marraffa, Massimo. « Jervis sul naturalismo darwiniano, la psicologia dinamica e i giochi di ultimatum ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (septembre 2010) : 335–44. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003004.

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Résumé :
In questo commento viene criticata l'interpretazione che Cavallaro (2010) propone del libro di Jervis (2002) Individualismo e cooperazione. Psicologia della politica, sostenendo tre tesi. Primo, il naturalismo darwiniano č un complesso orientamento metodologico di cui la sociobiologia e la psicologia evoluzionistica rappresentano solo due incarnazioni parziali e controverse. Secondo, la distinzione fra il sistema motivazionale cooperativo e quello competitivo va collocata entro la cornice di un'antropologia che afferma la natura intrinsecamente sociale dell'individuo. Terzo, Jervis ritiene che la comprensione della dialettica fra cooperazione e competizione richieda spiegazioni su piů livelli, che tengano conto dell'inestricabile intreccio fra predisposizioni innate, invarianti relazionali formali e convenzioni culturali.
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Beckwith, Karen. « CANDIDATURE FEMMINILI E SISTEMI ELETTORALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no 1 (avril 1990) : 73–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008959.

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IntroduzioneLa debole presenza delle donne nelle assemblee legislative nazionali costituisce un aspetto sorprendente quanto permanente della vita politica delle democrazie occidentali. La presenza femminile in tali istituzioni non si avvicina nemmeno lontanamente alla proporzione delle donne nella popolazione e, inoltre, la percentuale di donne elette é inferiore nettamente a quella delle candidate all'elezione (Rule 1981; Norris 1985; Bagdanor 1984). Nella maggior parte delle assemblee legislative dei paesi occidentali meno del 10% dei membri della prima camera sono donne. Del sorprendente isomorfismo della sotto-rappresentazione delle donne (Darcy, Welch e Clark 1987, cap. 1) nei parlamenti nazionali sono state avanzate diverse spiegazioni: 1) che le donne sono socializzate in modo poco funzionale al tipo di competizione politica richiesto per accedere alle posizioni elettive a livello nazionale; 2) che gli elettori preferiscono le candidature maschili a quelle femminili per tali posizioni; 3) che i leaders partitici sono restii a candidare delle donne in quei seggi o circoscrizioni in cui il partito si aspetta di vincere; 4) che le donne non hanno sufficiente ambizione politica e non si fanno avanti per la candidatura; 5) che le donne non hanno adeguata esperienza politica per questo tipo di cariche; 6) che le donne sono prive di una rilevante esperienza occupazionale per accedere alle cariche pubbliche. Queste spiegazioni fanno riferimento principalmente a comportamenti ed attributi delle donne in quanto candidati potenziali ed a quelli della leadership partitica e degli elettori come elementi potenzialmente discriminatori verso la candidatura delle donne. Un altro gruppo di potenziali elementi esplicativi si concentra invece sul contesto elettorale e la sua capacitá di modellare i comportamenti politici e di creare o meno opportunitá politiche per l'accesso delle donne alle cariche pubbliche elettive. Questi comprendono: 1) la cultura politica rilevante per le opportunitá politiche delle donne, come, per esempio, quanto é recente il suffragio femminile; 2) il tipo di partiti nel sistema partitico; 3) il tipo di sistema partitico; 4) gli equilibri elettorali, reali o presunti tra i partiti politici; 5) il contributo, reale o presunto, dell'elettorato femminile al mantenimento o alla destabilizzazione degli equilibri elettorali; e 6) il tipo di sistema elettorale. Questi fattori condizionano le opinioni degli attori politici (leaders partitici, candidati potenziali e elettori) e pongono dei vincoli alle loro scelte politiche.
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Farinelli, Patrizia. « Le tentazioni di un genere : sul fantastico nella narrativa di Tabucchi ». Acta Neophilologica 40, no 1-2 (15 décembre 2007) : 187–96. http://dx.doi.org/10.4312/an.40.1-2.187-196.

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Nella rielaborazione di Tabucchi del genere fantastico, l'evento strano e inspiegabile non crea una sovrapposizione di due realtà inconciliabili, semmai richiama l'attenzione su una realtà già in partenza permeata di illogico e quindi inafferrabile. Anche l'esitazione del protagonista di fronte a tale evento appare ridotta e di conseguenza limitata la sua ricerca di spiegazioni razionali. La quete del personaggio tabucchiano non si indirizza ali' evento strano e inspiegabile, ma piuttosto al passato ìrrisolto che questo fa riaffiorare. In questo senso i criteri indicati da Todorov come basilari per i riconoscimento del genere non tengono più pienamente. Indubbio è tuttavia che, pur in presenza delle trasformazioni indicate, diverse strategie narrative del fantastico continuano ad essere utilizzate da Tabucchi per costruire una dimensione multipla, sia a livello di storia che di discorso. Proprio perché la scrittura postmodema fa delll' ambiguità momento centrale di riflessione, non può non essere tentata (e sedotta) dal fantastico.
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Tonizzi, Elisabetta M. « Una discussione su un libro controverso : Rockefeller d'Italia di Paride Rugafiori. Gerolamo Gaslini. Affari, politica e filantropia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 314–19. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259007.

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L'industriale Gerolamo Gaslini (1877-1964), attivo nel campo degli oli vegetali e dell'industria alimentare, ebbe grande successo e solida reputazione imprenditoriale. Nel 1938 costruě a Genova l'Istituto Giannina Gaslini, ospedale pediatrico rinomato a livello internazionale, intitolato alla figlia minore morta prematuramente. Per finanziarlo e gestirlo, nel 1950 donň tutto il suo ingente patrimonio alla Fondazione Gerolamo Gaslini. Quest'ultima ha promosso la ricerca sul suo benefattore, conclusa nel 2006. Senza spiegazioni, la fondazione ha poi rifiutato di pubblicarla. Con tre anni di ritardo, l'autore, Paride Rugafiori, ha deciso, per difendere l'autonomia della ricerca scientifica, di pubblicare il libro, basato su una corposa mole di fonti primarie. Questa documentazione ha permesso di quantificare esattamente l'entitŕ dell'evasione fiscale delle imprese di Gaslini. Al dibattito partecipano tre discussant: due storici, M. Elisabetta Tonizzi e Fabio Levi, e un filosofo, Luca Bagetto, che propongono chiavi di lettura diversificate in base alle loro competenze. Nella sua risposta l'autore, oltre a commentare con precisione i loro rilievi critici, sottolinea l'impianto multidisciplinare del volume.
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Giovanni, Bruno Vicario. « Illusioni ottico-geometriche, XVII : lacune e dintorni ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (janvier 2012) : 413–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-003006.

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Résumé :
Dopo una preventiva analisi del concetto di lacuna ( &#167 1) e l'esame di lacune particolari (tagli, rotture, &#167 2; mutilazioni &#167 3) si presentano i casi di estraneitŕ (&#167 4) e di disintegrazione della figura (&#167 5). Sono prese in considerazione le lacune multiple (o tratteggi, &#167 6) e le loro somiglianze con le illusioni di partizione. L'illusione di Poggendorff viene ricondotta ad un caso di disallineamento dovuto ad una lacuna (&#167 7). Viene presentato il caso di riempimento immaginato di lacune (&#167 8). Viene trattato anche il riempimento delle lacune, nella forma del completamento amodale (&#167 9) e delle superfici anomale (&#167 10). Sono considerati altri effetti della produzione di lacune in figure (&#167 11). Seguono alcune considerazioni generali, anche se provvisorie, sullo studio delle illusioni ottico-geometriche e sulle spiegazioni di esse (&#167 12). Il lavoro contiene 55 figure storiche nella loro forma originale, e 30 figure nuove.
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Di Cori, Renzo. « Trauma, dissociazione e assenza di pensiero nei crimini individuali e collettivi ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 17–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002002.

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I crimini individuali e collettivi sono spesso rappresentazioni di un male che mettendo in scacco i nostri principi etici e le nostre più sofisticate spiegazioni scientifiche, sfida la ragione. Partendo dalla nota tesi di Hannah Arendt sulla banalità del male e sull'assenza di pensiero alla radice della malvagità, l'autore esamina da un lato i crimini della Shoah in quanto esemplificazione di un male efferato ed estremo, una violenza generata da processi individuali e di gruppo reciprocamente intersecanti e dall'altro lato i delitti individuali, che paiono spesso senza senso commessi dai giovani. L'anomia e il vuoto identitario, la dissociazione, l'échec del pensiero si delineano in questo modo come concetti guida nella comprensione tanto dei crimini collettivi quanto di taluni delitti commessi singolarmente dagli adolescenti. Se infatti i crimini collettivi si realizzano attraverso meccanismi di dissociazione e diniego, di erosione del pensiero e dell'empatia, di regressione narcisistica e d'obbedienza delle masse all'autorità, anche per molti giovani l'atto delinquenziale si realizza a causa di meccanismi di dissociazione, di impasse delle capacità figurativo-simboliche, come estremo tentativo di circoscrivere un bordo attorno al vuoto traumatico lasciato sia dalle esperienze effrattive sia dalle esperienze omissive precoci.
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Ziolkowski, Adam. « The Plundering of Epirus in 167 B.C : Economic Considerations ». Papers of the British School at Rome 54 (novembre 1986) : 69–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008850.

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Résumé :
IL SACCO DELL'EPIRO NEL 167 a.C: LE CONSIDERAZIONI ECONOMICHENell'articolo si esamina il motivo del sacco dell'Epiro nel 167 a.C., ordinato dal Senato e eseguito da Lucio Emilio Paolo. Non sonso convincenti recenti spiegazioni che ricercano questo motivo nelle ragioni politiche o nel ricordo dell'invasione di Pirro. Per spiegare una decisione che ebbe come effetto la più grande caccia all'uomo nella storia di Roma (150 000 prigionieri), bisognerebbe considerare la grande richiesta di mano d'opera di schiavi, conseguenza dello sviluppo dell'economia schiavistica in Italia dopo la scconda guerra punica. Secondo l'autore il sacco dell'Epiro deve essere messo in relazione alia diminuzione della popolazione di schiavi in Italia, causata dalla grande pestilenza del 175–174 a.C. Questo deficit fu ulteriormente aggravato dalla politica conciliatoria propugnata dal Senato nei confronti degli stati confinanti in vista della prossima guerra con Perseo e dagli insuccessi dei primi anni della guerra macedone. La decisione del Senato mirava a risolvere la carenza di schiavi in Italia: la scelta cadde sull'Epiro perchè esso era l'ultima tappa del viaggio di Paolo, esecutore dell'ordine senatoriale, e vicino ai grandi porti di Brindisi e Taranto.
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Rullo, Marika, Loretta Fabbri, Claudio Melacarne et Alessandra Romano. « Teorie del complotto, radicalizzazione e ricerca del significato ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14613.

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La pandemia di Covid-19 ha rappresentato e continua a rappresentare un momento di crisi per molte società nel mondo. In tempi di difficoltà come questo, le teorie del complotto si diffondono molto rapidamente in quanto forniscono spiegazioni semplici a eventi complessi dando l'illusione di avere il controllo di una realtà sconosciuta e spesso spaventosa. Negli ultimi tempi si è registrato un aumento della diffusione, soprattutto online, di teorie del complotto legate sia alla pandemia di Covid-19 che ad altri eventi sociali. Tuttavia, la diffusione delle teorie del complotto può avere conseguenze sociali molto gravi come favorire il fiorire di forme di radicalizzazione. Nella presente ricerca cross-sectional condotta in Italia (N = 197) abbiamo utilizzato la Significance Quest Theory (SQT; Kruglanski et al., 2017) per descrivere come la radicalizzazione sia collegata alla ricerca di significato che può portare le persone ad adottare una mentalità complottista che a sua volta può supportare cognizioni e comportamenti radicalizzati. I risultati di questo studio rivelano che le relazioni tra ricerca di significato e tendenza alla radicalizzazione e forme di pregiudizio nei confronti degli immigrati, sono in parte spiegate dal pensiero complottista. Le implicazioni teorico-pratiche di questa ricerca prendono in considerazione gli sviluppi di SQT applicato alla comprensione del pensiero complottista e alla prefigurazione di azioni educative da progettare in una prospettiva trasformativa.
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Franco-Cuervo, Beatriz, et Javier Andrés Flórez. « La partecipazione elettorale in America Latina ed il caso dei dipartimenti della Colombia ». Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 63, no 1 (30 juin 2010) : 77–102. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9726.

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Résumé :
La partecipazione elettorale in Colombia è sempre stata oggetto di discussione, sia da parte degli esperti che della classe politica, se non altro perché è stata storicamente bassa, tanto più se comparata con quella degli altri sistemi latino-americani. Si è cercato quindi di continuo di trovare spiegazioni a questo fenomeno, anche dando vita ad intense polemiche, per intendere le motivazioni o le cause dello scarso entusiasmo degli elettori colombiani per la democrazia elettorale. Gli studi tuttavia si sono incentrati sulla ricerca di un approccio a livello nazionale, trascurando il livello regionale e quello dipartimentale. Il che ha rappresentato un evidente limite per intendere la partecipazione elettorale in Colombia. Parrebbe ovvio supporre che il comportamento dell’intero paese si ripeta in misura quasi identica al livello delle regioni e dei dipartimenti. Questa supposizione, però, non può reggere, se non viene verificata empiricamente scendendo a livello delle singole realtà territoriali. Perseguendo questo obiettivo, il lavoro che segue si divide in due parti. Nella prima il caso colombiano viene collocato in una prospettiva comparata con riferimento sia alla legislazione elettorale che ai dati statistici degli altri paesi latino-americani. Nella seconda parte si prendono in considerazione gli indici di partecipazione di ciascun dipartimento della Colombia nelle elezioni del Senato dall’anno 1974, il che dovrebbe servire come punto di riferimento per ulteriori analisi e come contributo allo studio delle elezioni e della partecipazione elettorale nel paese.
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Dąbek, Tomasz Maria. « Refleksje na temat współczesnych kierunków interpretacji chorału gregoriańskiego ». Ruch Biblijny i Liturgiczny 57, no 3 (30 septembre 2004) : 185. http://dx.doi.org/10.21906/rbl.514.

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Résumé :
Nei nostri tempi si sviluppa un nuovo metodo di eseguire il canto gregoriano, ispirato al lavoro di E. Cardine, Semiologie Grégorienne (Extrait des Etudes Grégoriennes, Tome XI), Solesmes 1970, ma anche alla pratica di canto da parte dei monaci orientali e dei cantori dalle isole del Mar Mediterraneo. Le spiegazioni della ricca tradizione di Solesmes vengono messe in discussione. Nel pressus i cantori fanno la ripercussione delle note colla stessa altezza, spesso in modo nervoso. Si cerca di badare tutti i dati degli antichi manoscritti e di eseguire esattamente i più piccoli segmenti, a scapito di frasi più grandi e d’insieme di un canto. Interessanti sono gli studi sul trattato di Girolamo di Moravia, ma bisogna sapere che questo è una fonte del canto del XIII secolo, autentico solo per l’Ordine dei Predicatori. Dal IX secolo molti musicisti s’interessavano più alla primitiva musica polifonica che al monodico canto gregoriano. Sarebbe bene studiare gl’influssi orientali sul canto della Chiesa latina e i costumi dei monaci e dei cantori diocesani dei duomi e delle collegiate nel medioevo per conoscere meglio le autentiche tradizioni, ma è una cosa per gli specialisti; gli elementi orientali interessano solo i giovani musicisti e quelli più maturi. Invece nella pratica quotidiana del canto gregoriano importante è che ciascuno brano venga eseguito con i suoi dati specifici senza mescolanza e sincretismo e poi le cose concrete come: la conoscenza del senso dei testi liturgici latini, l’altezza commoda per i cantori, il tempo moderato, non troppo lento e non troppo veloce, il modo normale di cantare dei solisti e dei gruppi.
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Rocca, Giovanna. « Afrodite Muchia ». Aristonothos. Rivista di Studi sul Mediterraneo Antico, no 18 (18 juillet 2022) : 115–25. http://dx.doi.org/10.54103/2037-4488/18101.

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L’epiteto mychia, riferito ad Afrodite in una iscrizione da Gyaros (IG XII 5, 651), ha ricevuto diverse spiegazioni sulla base di una generica semicità del termine mychos che esprime il concetto di ‘profondità: divinità ctonia, dea delle grotte o della parte più interna della casa’. μυχός, riferito a un porto in fonti antiche e moderne, è la parte più interna, quella in cui il mare raggiunge la terraferma e indica il punto di attracco per le imbarcazioni. Su questa base e considerato che Afrodite è dea invocata dai marinai in situazioni di pericolo e protettrice dei viaggi, si propone l’ipotesi che l’epiteto indichi Afrodite che porta in salvo nella parte più profonda del porto (misurata per estensione, in senso orizzontale, e in senso figurato > ‘interna’) e vicina alla terraferma ringraziata in questo modo per lo scampato pericolo. The epithet mychia, referring to Aphrodite in an inscription from Gyaros (IG XII 5, 651), has received various explanations on the basis of a generic semicity of the term mychos, which expresses the concept of ‘depth’: ‘chthonic divinity, goddess of caves, or innermost part of the house’. The term μυχός, with reference to a port in ancient and modern sources, is the innermost part of a port, that area where the sea reaches the mainland and indicates the docking point for boats. On this basis and considering that Aphrodite is the protector of voyages and a goddess invoked by sailors in situations of danger, it is proposed that the epithet refers to Aphrodite leading them to safety in the deepest part of the port (measured by extension, horizontally, and figuratively > ‘internal’) yet close to the mainland. In this way, she is thanked for their narrow escape.
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Panebianco, Angelo. « COMPARAZIONE E SPIEGAZIONE IN SCIENZA POLITICA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 20, no 3 (décembre 1990) : 505–27. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009606.

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Résumé :
IntroduzioneOltre alle domande su «come» e «perché» comparare, una domanda che vale la pena di porsi in tema di comparazione è: «perché si compara così poco nella scienza politica contemporanea?». A differenza delle domande sul come e sul perché, che sono di carattere metodologico, essa riguarda una questione di fatto. Tuttavia, come nel caso delle altre due, è impossibile rispondere a questa domanda senza mettere in conto le divisioni di fondo che attraversano la comunità internazionale degli scienziati politici (come tutte le altre comunità di scienziati sociali) e che riguardano natura e scopi delle scienze sociali. Come cercherò di dimostrare, partire da questa domanda su un problema di fatto può aiutare anche a meglio definire le questioni del come e, soprattutto, del perché.
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Baroncelli, Eugenia. « DEMOCRAZIA E COMMERCIO : IL CASO DELLE GRANDI POTENZE TRA IL 1980 E IL 1998 ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 1 (avril 2003) : 31–69. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200026964.

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Résumé :
IntroduzioneSin dall'Ottocento, l'economia politica dei classici ha prodotto modelli del commercio internazionale per spiegare tanto i vantaggi derivanti dall'apertura agli scambi, quanto la struttura dei flussi commerciali tra i diversi paesi. A tutt'oggi, gli assunti avanzati dal modello ricardiano del commercio internazionale e dal modello Heckscher-Ohlin-Samuelson, che spiegano i flussi di scambi commerciali rispettivamente basandosi sui concetti di vantaggio comparato e di dotazione di risorse, forniscono strumenti ampiamente utilizzati nella spiegazione dell'insorgenza e del mantenimento di rapporti commerciali tra stati. A differenza della letteratura economica, che si è concentrata in buona misura sulle cause dell'apertura commerciale e sulla spiegazione delle direzioni dei flussi di scambio, spesso limitandosi a individuare i fattori costanti nelle politiche protezioniste o liberiste degli stati, la letteratura politologica ha puntato il proprio interesse sulla spiegazione delle variazioni nella scelta degli stati di promuovere, oppure limitare, il grado di apertura agli scambi con l'estero.
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Redding, Paul. « Wilfrid Sellars's disambiguation of Kant's "intuition". Its relevance for the analysis of perceptual content ». PARADIGMI, no 1 (mai 2012) : 127–40. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-001007.

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Résumé :
Wilfrid Sellars riteneva che le intuizioni kantiane fossero ambigue: un'intuizione, secondo una certa lettura, č un aristotelico "questo in quanto tale". Ciň offre un modo per aggirare i noti problemi cui č esposta la spiegazione del contenuto percettivo - per altro verso sellarsiana (e kantiana) - data da McDowell. Questi prende in considerazione ma respinge il suggerimento di Sellars. Il problema che vi scorge puň essere tuttavia aggirato se si modifica la spiegazione di Sellars e si tratta il contenuto percettivo come "proposizionale", nel senso aristotelico di "prótasis". Questo risolve i problemi della teoria della percezione di McDowell, ma mostra anche perché Kant avesse bisogno di un'altra "faccia" per la sua ambigua nozione di intuizione. La lettura che Sellars dŕ di Kant mostra qui analogie con quella di Hegel.
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Osler, Margaret J. « Causa e spiegazione : La fisica de Pierre Gassendi. Marco Messeri ». Isis 78, no 1 (mars 1987) : 131. http://dx.doi.org/10.1086/354377.

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Peretti, Griva Pierpaolo, et Monica Bucciarelli. « Auto-efficacia e modalitŕ di produzione del discorso ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (décembre 2011) : 27–52. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001003.

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Résumé :
Il senso di auto-efficacia influisce sulle modalitŕ di produzione del discorso? I partecipanti al nostro esperimento hanno studiato un testo scientifico e quindi lo hanno spiegato in tre lezioni consecutive, ciascuna seguita da un feedback (fittizio) circa la comprensione della lezione stessa da parte di uno studente. Assumiamo che i partecipanti, per studiare il testo, costruiscono un modello mentale e lo usano per organizzare la loro spiegazione. Assumiamo inoltre che i feedback positivi inducono i partecipanti a mantenere costanti gli aspetti linguistici ed extralinguistici della loro spiegazione. I feedback negativi, invece, inducono un cambiamento nel modo di usare il modello del testo, risultante in un incremento nella produzione di diagrammi, gesti iconici, e produzione di inferenze rispetto al testo originario. I risultati dell'esperimento, condotto su 32 persone adulte, confermano le nostre aspettative.
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Carriero, Renzo. « La scienza possibile : spiegazione e causalità in sociologia secondo J.H. Goldthorpe ». Quaderni di Sociologia, no 74 (1 décembre 2017) : 145–52. http://dx.doi.org/10.4000/qds.1715.

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Battista Moretti, G. « Per una didattica dell'italiano : il congiuntivo ». Linguistica 31, no 1 (1 décembre 1991) : 233–48. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.233-248.

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Résumé :
Il congiuntivo è prima di tutto (come dice il suo stesso nome) il modo della 'congiunzione'; e cioè il modo atto a segnalare una proposizione collegata ('congiunta') a un'altra; affa quale, dato che dal punto di vista logico funge da sua spiegazione necessaria, grammaticalmente si subordina.
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Izzet, Vedia E. « The mirror of Theopompus : Etruscan identity and Greek myth ». Papers of the British School at Rome 73 (novembre 2005) : 1–22. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002956.

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LO SPECCHIO DI TEOPOMPO: IDENTITÀ ETRUSCA E MITO GRECOQuesto articolo prende in considerazione un singolo specchio etrusco come punto di partenza per un'inchiesta sulla natura dell'interazione tra Etruschi e Greci. Nonostante la mancanza d'informazioni circa il rinvenimento archeologico, si discute la possibilità di ricostruire un sostrato culturale all'interno del quale lo specchio fu visto e usato. Partendo dai recenti lavori sull'identità culturale, da studi sul corpo e sul genere e sulla teoria mortuaria, l'articolo procede con l'analisi dell'episodio del mito greco raffigurato sullo specchio. Contestando l'identificazione tradizionale della scena e offrendone una complementare si argomenta il valore delle singole interpretazioni per le rappresentazioni antiche. Si suppone che la raffigurazione suggerisca due letture simultanee, quella di Turan e Adone e quella del giudizio di Paride, e che i temi che questi due miti sottolineano si completano e per questo si reiterano a vicenda. Se un simile sofisticato e ‘consapevole’ spettatore può essere assunto per l'immagine etrusca, l'articolo conclude suggerendo una spiegazione altrettanto sofisticata per gli aspetti apparentemente scioccanti dell'iconografia, una spiegazione che rispecchia argomenti contemporanei dei Greci sulle donne etrusche.
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Salibra, Luciana. « “ALTRE RICETTE DI PETRONILLA” (1937) : OSSERVAZIONI LINGUISTICHE ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 950–71. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18334.

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L’indagine si concentra sull’aderenza del ricettario al canone della prescrittività, evidenziandone i supporti lessicali, che fanno riferimento al ruolo dell’enunciatore e alla pressione sul destinatario, le forme verbali ricorrenti e gli allocutivi. Lo schema comune alle ricette è articolato in promessa – difficoltà e avvertimenti – risultato, con una promozione dei piatti che ricorda molto da vicino il messaggio pubblicitario: elativi, alterati, anafore, nell’ambito di una concezione della buona cucina i cui parametri sono l’economicità, la velocità e la facilità di realizzazione, la sostanziosità, la bontà al gusto, la novità, il “far figura”. Si è dato spazio in particolare alla dialogicità della parola di Petronilla: verticale, con la costante interpellazione delle lettrici riguardo al numero delle persone, alle difficoltà nel realizzare una pietanza, alle piccole preferenze nell’approntarla; orizzontale, all’interno del testo, fra i personaggi che compaiono e che interagiscono fra loro. Della fitta trama di domande fittizie alle lettrici si è ricercato il valore pragmatico e testuale, a partire da quelle con cui inizia la presa di contatto con le «amichette» fino allo stereotipato «Non v’ho detto?» che sottolinea, nel finale, il raggiungimento dei risultati promessi. Sulla base dell’impalcatura pragmatica e retorica e delle annotazioni di carattere metalinguistico (chiarimenti sul nome dei piatti e sulla loro origine, spiegazioni riguardanti la terminologia medica) la ricerca rintraccia alcune analogie, pur con le difformità lessicali che la diversità delle materie trattate impone, con la lingua dell’altro personaggio inventato dall’autrice, il dottor Amal. Other recipes by Petronilla (1937): linguistic observations The investigation focuses on the cookbook’s adherence to the canon of prescriptiveness, highlighting its lexical supports, which refer to the role of the enunciator and the pressure on the addressee, recurrent verbal forms and allocutives. The common pattern of the recipes is divided into promise-difficulty and warnings-result, with a promotion of the dishes that closely resembles the advertising message: elatives, alteratives, anaphora, in the context of a conception of good cooking whose parameters are affordability, speed and ease of preparation, substantiality, tastiness, novelty, and “making an impression”. Particular space was given to the dialogical nature of Petronilla’s words: vertical, with the constant questioning of the readers about the number of people, the difficulties in making a dish, the small preferences in preparing it; horizontal, within the text, among the characters who appear and interact with each other. Within the dense web of fictitious questions to the readers, the pragmatic and textual value has been sought, starting with those with which the contact with the “little friends” begins and ending with the stereotypical “Didn't I tell you?” that emphasizes, in the finale, the achievement of the promised results. On the basis of the pragmatic and rhetorical scaffolding and metalinguistic annotations (clarifications on the name of the dishes and their origin, explanations concerning medical terminology), the paper traces some similarities, albeit with the lexical dissimilarities that the diversity of the subjects dealt with imposes, with the language of the other character invented by the author, Dr. Amal.
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La Russa, Francesca, et Elena Nuzzo. « Peer corrective feedback as an opportunity for metalinguistic reflection in tandem telecollaboration ». Ripensare l’insegnamento delle lingue straniere a partire dall’esperienza della didattica a distanza 8, no 2 (30 novembre 2021) : 87–104. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.14.241.

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EN This paper focuses on peer written corrective feedback (PWCF), a pedagogic device whose potential appears still underexploited in second language teaching in Italian schools and universities. Specifically, we aim to contribute to the body of research on the benefits of PWCF as a learning activity for the development of metalinguistic reflection in peer-to-peer native/non-native online communication. Using a sample of tandem interactions between US learners of Italian and Italian learners of English, we conducted a qualitative analysis of the explanations of linguistic phenomena provided by native speakers when commenting on errors after giving corrective feedback on their non-native partners’ pieces of L2 writing. The data analysis confirmed that the feedback-discussing tasks pushed native/non-native peers to actively reflect on both source and target language, engaging in metalinguistic discussions and utilizing cross-linguistic knowledge. Key words: WRITTEN CORRECTIVE FEEDBACK, NATIVE/NONNATIVE PEER INTERACTION, METALINGUISTIC REFLECTION, CROSS-LINGUISTIC AWARENESS, ONLINE TANDEM ES El feedback correctivo escrito entre pares es una técnica de enseñanza cuyo potencial parece aún poco explotado en la enseñanza de lenguas extranjeras en las escuelas y universidades italianas. Este artículo se centra en los beneficios del feedback entre pares para el desarrollo de la reflexión metalingüística. En concreto, se analiza una pequeña muestra de interacciones entre estudiantes estadounidenses de italiano y estudiantes italianos e italianas de inglés que participan en un intercambio a distancia en tándem. Se realiza un análisis cualitativo de las explicaciones de los fenómenos lingüísticos que da el alumnado nativo cuando comenta los errores después de proporcionar feedback correctivo sobre las producciones escritas del alumnado no nativo. El análisis de los datos ha confirmado que las actividades de discusión sobre el feedback han llevado a los participantes a reflexionar activamente tanto sobre la lengua meta como sobre la lengua materna, ayudando a entrenar su conciencia metalingüística. Palabras clave: FEEDBACK CORRECTIVO ESCRITO, INTERACCIÓN ENTRE PARES NATIVOS/NO NATIVOS, REFLEXIÓN METALINGÜÍSTICA, CONCIENCIA INTERLINGÜÍSTICA, TÁNDEM EN LÍNEA IT Il feedback correttivo scritto tra pari è una tecnica didattica il cui potenziale sembra ancora poco sfruttato nell'insegnamento delle lingue straniere nelle scuole e nelle università italiane. Questo contributo si focalizza sui benefici del feedback tra pari per lo sviluppo della riflessione metalinguistica. In particolare, viene analizzato un piccolo campione di interazioni tra studenti statunitensi di italiano e studenti italiani di inglese impegnati in uno scambio di tandem a distanza. Viene condotta un'analisi qualitativa delle spiegazioni dei fenomeni linguistici date dai parlanti nativi quando commentano gli errori dopo aver fornito feedback correttivo sulle produzioni scritte dei loro partner non nativi. L'analisi dei dati ha confermato che le attività di discussione del feedback hanno spinto i partecipanti a riflettere attivamente sia sulla lingua obiettivo sia su quella nativa, esercitando la propria consapevolezza metalinguistica. Parole chiave: FEEDBACK CORRETTIVO SCRITTO, INTERAZIONE TRA PARI NATIVI/NON NATIVI, RIFLESSIONE METALINGUISTICA, CONSAPEVOLEZZA CROSS-LINGUISTICA, TANDEM ONLINE
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Baldissera, Alberto. « Le due Italie : una spiegazione del divario tra Centro-Nord e Mezzogiorno ». Quaderni di Sociologia, no 78 (1 décembre 2018) : 143–54. http://dx.doi.org/10.4000/qds.2217.

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Mair, Peter. « IL DESTINO DEI PICCOLI PARTITI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 3 (décembre 1989) : 467–98. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008662.

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IntroduzioneNella abbondante letteratura che prefigura una crisi delle convenzionali forme di politica nelle democrazie dell'Europa occidentale un'enfasi speciale è stata posta sulla presunta sfida rivolta ai più tradizionali e consolidati partiti di massa. La stessa politica tradizionale è vista come passè ed i grandi partiti di massa, che ne rappresentano la più classica incarnazione, sono ritenuti — a torto o a ragione — strumenti sempre più inadeguati all'incanalamento delle forme contemporanee della rappresentanza.La vulnerabilità dei partiti di massa tradizionali pare derivare da due distinti processi. In primo luogo questi partiti sono ritenuti vulnerabili in termini ideologici e di politiche, in quanto rifletterebbero temi e problemi che corrispondono sempre meno agli interessi contemporanei. In secondo luogo, sono visti come vulnerabili sotto il profilo organizzativo, in quanto cittadini più istruiti, articolati e informati non sarebbero più soddisfatti della passività e/o anonimità che caratterizza la partecipazione in questo tipo di partiti e della natura essenzialmente oligarchica attraverso la quale si ritiene venga esercitato il loro controllo. Seguendo con varie intonazioni entrambe queste linee di ragionamento, gran parte della letteratura contemporanea pone conseguentemente l'accen to sulla erosione dei partiti tradizionali e suggerisce un potenziale riallineamento a favore di partiti più recenti e più piccoli, che appaiono allo stesso tempo più sensibili verso le nuove issues e più aperti verso nuove forme di partecipazione. L'emergere di partiti ecologisti in un gran numero di democrazie europee è spesso citato come la prova più evidente della base di un tale riallineamento, ma evidenza dello stesso tipo può anche essere individuata per un gruppo più ampio di partiti che vanno dai Radicali italiani a D'66 nei Paesi Bassi e ai Socialisti di sinistra in Danimarca e Norvegia (Poguntke 1987).Tuttavia, è chiaro che ognuno di questi argomenti ha implicazioni alquanto diverse. Se, per esempio, quello corretto è il primo, allora il motore principale del cambiamento è il grado di insoddisfazione programmatica e se i partiti tradizionali si rivelassero incapaci di adattarsi dovremmo aspettarci che il riallineamento conseguente favorisca i nuovi partiti. Se invece è corretta la seconda ipotesi, allora il cambiamento principale deriva da insoddisfazione organizzativa e potrebbe risultarne un riallineamento a favore dei piccoli partiti. In realtà i due processi possono essere combinati solo nella misura in cui partiti nuovi tendono anche ad essere partiti piccoli e viceversa, un punto su cui dovremo tornare in seguito.L'importanza di distinguere tra partiti nuovi e partiti piccoli emerge anche al semplice livello di definizione. Mentre la definizione di cosa costituisca un «nuovo» partito (rispetto a un partito della «nuova politica») non sembra porre difficoltà molto superiori a quelle di stabilire una data di soglia temporale, la definizione di cosa sia un partito «piccolo» è molto più problematica. In quest'ultimo caso sono disponibili due strategie. In primo luogo possiamo definire la piccola dimensione in termini di nlevanza sistemica, o facendo ricorso ai criteri identificati da Sartori (1976, 121-25) oppure a criteri alternativi anch'essi basati sul ruolo sistemico dei partiti in questione (Smith 1987). Tuttavia, in questo caso si tende inevitabilmente a parlare di partiti rilevanti o irrilevanti piuttosto che di partiti piccoli o grandi per sè. La seconda alternativa è quella più ovvia, secondo cui piccoli e grandi partiti possono essere distinti sulla base della semplice dimensione, sia essa elettorale, parlamentare, organizzativa o altro. Di sicuro i piccoli partiti possono essere partiti rilevanti e quelliirrilevanti · possono essere piccoli. In ultima analisi, tuttavia, nel nostro caso «piccolo» si deve riferire alla dimensione piuttosto che al ruolo.Questo lavoro è parte di un più ampio progetto dedicato alla esperienza dei piccoli partiti nell'Europa occidentale ed altri contributi del progetto tratteranno il ruolo sistemico dei piccoli partiti, le varie soglie di rilevanza nella loro vita e le varie esperienze in un gran numero di diversi contesti nazionali (Mueller, Rommel e Pridham, in via di pubblicazione). L'obiettivo di questo lavoro è semplicemente quello di offrire un quadro di sintesi sull'universo elettorale dei piccoli partiti nell'Europa occidentale del dopoguerra. Attraverso questa analisi spero di mostrare il grado in cui le fortune elettorali di tali partiti sono cambiate nel tempo, di identificare quei paesi e quei periodi in cui tali cambiamenti sono stati più pronunciati e, in particolare, di identificare quali piccoli partiti ne sono stati coinvolti.Va inoltre aggiunto che si tratta di una analisi a carattere largamente induttivo: cercherò prima di definire cosa costituisca un piccolo partito e in seguito di investigare le modalità e le spiegazioni del cambiamento nel sostegno elettorale aggregato di questi partiti. Intuitivamente si ha la sensazione che il sostegno elettorale dei piccoli partiti sia aumentato negli anni del dopoguerra. Per esempio, la recente nascita di piccoli partiti ecologici, così come le numerose analisi che suggeriscono un declino dei cleavages tradizionali di classe e religione e la crisi concomitante affrontata da quei partiti tradizionali e di grandi dimensioni che mobilitano il voto lungo queste linee di cleavage, sembrano implicare che i partiti di piccola taglia siano divenuti sempre più importanti con il tempo. Anche in questo caso, tuttavia, ci vuole cautela nel mettere in relazione prognosi di mutamento con una classificazione di partiti derivata dalla sola taglia. Non tutti i partiti piccoli sono partiti nuovi, né tantomeno partiti della «nuova politica», e molti si mobilitano elettoralmente in riferimento a linee di frattura molto tradizionali. Un esempio pertinente è quello del Partito popolare svedese in Finlandia. Inoltre, non tutti i nuovi partiti sono partiti piccoli, come evidenzia il successo elettorale della nuova Associazione Cristiano-democratica nei Paesi Bassi. Per la verità, si può anche dubitare che una categorizzazione dei partiti in soli termini di taglia abbia un significato teorico; ma questo è un problema diverso, sul quale torneremo in seguito.Nonostante questi caveat rimane incontestabile che una lettura non-critica della letteratura contemporanea suggerirebbe che vi è stato nel tempo un aumento di voti verso i piccoli partiti e questa ipotesi di partenza dirigerà la nostra analisi. Nella prossima sezione opereremo una classificazione dei partiti a seconda della loro taglia e, su questa base, una classificazione dei sistemi di partito a seconda della distribuzione dei diversi tipi di partiti. Successivamente analizzeremo la tendenza temporale del sostegno elettorale ai piccoli partiti e cercheremo di offrire alcune spiegazioni per la variazione di queste tendenze. Infine, esamineremo in che modo il voto per i piccoli partiti si distribuisce nelle diverse famiglie politico-ideologiche e studiere-mo l'andamento elettorale dei diversi sottogruppi di piccoli partiti, inclusi i «nuovi» piccoli partiti e i «vecchi» piccoli partiti.
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CHINNICI, ILEANA. « 19TH CENTURY SPECTROSCOPIC INSTRUMENTS IN ITALIAN ASTRONOMICAL OBSERVATORIES ». Nuncius 15, no 2 (2000) : 671–79. http://dx.doi.org/10.1163/182539100x00092.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Questo paper esamina l'attivit di ricerca condotta in Italia nella seconda met del XIX secolo nel campo della nascente astrofisica, soffermandosi sugli strumenti allora utilizzati dai principali esponenti di questa disciplina e sui costruttori italiani di strumenti spettroscopici. Si tenta quindi di dare una spiegazione della debolezza dell'industria italiana in questo settore che si inquadra nella crisi generale del settore degli strumenti scientifici nel XIX secolo in Italia.
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Muńoz, Francesc. « I grandi eventi nella cittŕ del XXI secolo : variazioni sull'esperienza di Barcellona ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 96 (décembre 2011) : 46–71. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-096004.

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Il saggio discute i nuovi ruoli dei Mega eventi urbani correlati alla produzione dei paesaggi urbani di consumo globale come immagine di marca, contribuendo a ciň che l'autore chiama ‘urbanalizzazione'. Prima di tutto, si presenta una spiegazione dei mega-eventi du- rante il ventesimo secolo. In seguito si esplorano gli importanti cambi del ruolo dei megaeventi urbani nell'attualitŕ. Infine, si presenta un'analisi critica della politica urbana a Barcellona come dimostrazione di queste ipotesi.
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Gillies, Donald. « Meno-like Discoveries in Mathematics and Science ». PARADIGMI, no 3 (décembre 2011) : 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003003.

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Questo articolo inizia con l'analisi di come Platone considera il problema della scoperta nel. L'analisi č poi posta in relazione ad alcune scoperte del XX secolo nelle scienze e nella matematica. Ciň porta alla caratterizzazione di un tipo particolare di scoperta come. In conclusione il lavoro sostiene che il principio di Pasteur che «la fortuna favorisce la mente preparata» fornisce una spiegazione migliore di tali scoperte che non la teoria originale di Platone.
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Morel, Pierre-Marie. « Principi contrari e spiegazione del divenire. Sulla critica aristotelica di Democrito in Fisica I ». Elenchos 29, no 1 (1 mars 2008) : 39–60. http://dx.doi.org/10.1515/elen-2008-290104.

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Fabbroni, Roberto, et Claudio Giuseppe Molinari. « Il Principio di Risonanza in un trattamento energetico ». Scienze Biofisiche 1 (janvier 2021) : 1. http://dx.doi.org/10.48274/ibi4.

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Nell’ambito della Medicina Complementare e nel nostro specifico campo d’interesse, la Medicina Integrata Informazionale, si parla del Principio di Risonanza come spiegazione degli effetti elettromagnetici tra Operatore e paziente/cliente. Obbiettivo di questo articolo è quello di spiegare il Principio di Risonanza applicato alla trasmissione energetica o elettromagnetica tra persone e nello specifico poi in relazione alla TB-Tecnica Bioenergetica secondo il Metodo Summa Aurea® avvalorando con altri elementi scientifici quella che è la Nuova Medicina: La Medicina Integrata Informazionale - MII
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Berretta, Monica. « Note sulla sintassi dell'accusativo preposizionale in italiano ». Linguistica 31, no 1 (1 décembre 1991) : 211–32. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.211-232.

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In un breve quanto limpido paragrafo della sua Grammatica storica dell'italiano (§ 553 dell'ed. 1972,_ §_ 436 nell'ed. 1980), Pavao Tekavčić descriveval'accusativo preposizionale dei dialetti italiani centromeridionali, accennandone iconfini geografici e collegandolo, molto correttamente, con il fenomeno analogodelle lingue iberoromanze e del rumeno. Ne forniva anche, nella scia della miglioretradizione di pensiero sull'argomento, una convincente spiegazione funzionale: lapreposizione funge da segnacaso esplicito per quegli oggetti che, avendo referenteumano, sarebbero interpretabili come soggetti se non fossero marcati (cfr. già Diez1882 , III., pp. 835 s.; oggi Bossong 1985 e 1986 per una panoramica tipologica, e1988 per le lingue romanze).
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Lipari, Domenico. « I metodi della ricerca sociale oltre i confini del modello sperimentale ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 35 (septembre 2021) : 42–52. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035003.

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Résumé :
L'esigenza di prendere distanze dal significante "Metodologia della ricerca sociale" per assumere in alternativa il termine "Metodi" apre, da una parte, al superamento di una visione istituzionalizzata e separata dei vertici disciplinari e dall'altra ad una ricerca aperta all'imprevisto. L'analisi delle radici positivisti-che della ricerca sociale conduce alla prospettiva del transito dalla spiegazione alla comprensione e alla interpretazione dei fenomeni. L'approdo, ovviamente non definitivo e sempre "provvisorio" all'etnografia, si arricchisce della prospet-tiva di una ricerca, attraverso la narrazione, che tende da una "verità storica" ad una "verità narrativa".
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Scapicchio, Annamaria. « La cura della vittima tra spiegazione e comprensione nella rilettura dei fatti e dei significati ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2012) : 206–11. http://dx.doi.org/10.3280/mg2012-001018.

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Gallese, Vittorio. « Le due facce della mimesi. La teoria mimetica di Girard, la simulazione incarnata e l'identificazione sociale ». PSICOBIETTIVO, no 2 (mars 2010) : 77–100. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002005.

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Résumé :
Cruciale nella Teoria Mimetica di Girard č il concetto di desiderio mimetico, visto come mimesi di appropriazione, la fonte principale dell'aggressivitŕ e della violenza che caratterizza la nostra specie. Il valore intrinseco degli oggetti del nostro desiderio non č rilevante cosě come il fatto che gli oggetti stessi sono gli obiettivi del desiderio altrui. Si potrebbe obiettare in principio contro tale visione del genere umano cosě apparentemente negativa e unilaterale, in generale, e della mimesi, in particolare. Tuttavia, tale argomento traviserebbe il pensiero di Girard. Girard stesso ha riconosciuto che il desiderio mimetico č anche un bene in sé, perché č alla base dell'amore, e cosa ancora piů importante perché č il rivelarsi dell'individuo. Partendo dal concetto di desiderio come apertura agli altri discuterň, da un punto di vista neuroscientifico, le implicazioni per la cognizione sociale della mimesi sullo sfondo della Teoria Mimetica di Girard, un quadro di partenza ideale per favorire un approccio multidisciplinare allo studio dell'intersoggettivitŕ umana. Sarŕ postulato che una differente, non mutualmente esclusiva, lettura della mimesi conduce all'identificazione sociale e quindi alla socialitŕ. La mimesi non č intrinsecamente buona o cattiva, ma ha le potenzialitŕ per portare non solo alla violenza mimetica, ma anche agli aspetti piů creativi della cognizione umana. I risultati della ricerca empirica nel campo delle neuroscienze e della psicologia dell'etŕ evolutiva mostrano che questa spiegazione della mimesi trova solide prove a sostegno. Concluderemo che una spiegazione approfondita e biologicamente plausibile dell'intersoggettivitŕ umana richiede l'integrazione di entrambe le facce della mimesi.
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Haag, Johannes. « Some Kantian Themes in Wilfrid Sellars's Philosophy ». PARADIGMI, no 1 (mai 2012) : 111–26. http://dx.doi.org/10.3280/para2012-001006.

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Résumé :
L'opera di Sellars č profondamente influenzata dalla filosofia di Kant. Questa influenza non č affatto limitata alle numerose discussioni di temi kantiani, ma puň essere rinvenuta al centro della sua stessa filosofia, ed č profondamente radicata nella sua metodologia, che č spesso definita al meglio come trascendentale. L'articolo mostra l'influenza kantiana "all'opera" in una ricostruzione del tema che sta al centro degli scritti di ambedue gli autori: la filosofia della percezione. In particolare, si mostra che l'attivitŕ di sintesi di ciň che Kant chiamava l'immaginazione produttiva gioca un ruolo essenziale nella spiegazione che Sellars dŕ del riferimento percettivo a oggetti di esperienza.
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Camporesi, Silvia, et Stefano Giaimo. « Medicina molecolare. Questioni filosofiche ». PARADIGMI, no 1 (avril 2011) : 29–48. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001003.

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Résumé :
A tutt'oggi non esiste una tradizione disciplinare che vada sotto il nome di "filosofia della medicina molecolare". Il presente lavoro tratteggia le basi per un ampio e sistematico progetto sui fondamenti di questa disciplina, individuando le possibili aree di analisi e le eventuali strategie di approccio: informazione genetica e patologia, organismi modello dell'uomo, transizione da medicina molecolare a medicina clinica e loro teorie dell'evidenza e della spiegazione. Dove possibile, gli autori suggeriscono anche eventuali strategie di soluzione, tracciando cosě la strada lungo la quale delineare la formazione della filosofia della medicina molecolare come vera e propria disciplina teorica.
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Pellegrino, Gianfranco. « Cambiamento climatico e generazioni future ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 39 (janvier 2011) : 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039001.

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Résumé :
Il saggio introduce le tematiche di questo numero, soffermandosi in particolare sulla rilevanza etica e politica del cambiamento climatico. Dopo una rapida spiegazione dell'effetto serra naturale e artificiale, si ripercorrono le teorie che concepiscono il cambiamento climatico come un problema di giustizia distributiva. Secondo alcuni autori queste teorie non sono sufficienti per dare strumenti adeguati, perché il cambiamento climatico rappresenta un problema etico nuovo, che richiede una strumentazione etica inedita. Il saggio approfondisce alcune delle caratteristiche nuove dell'etica del cambiamento climatico, soprattutto in relazione all'impatto che le scelte presenti avranno sulla qualitÀ della vita delle generazioni future.
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Di Francesco, Michele. « Gli ingredienti dell'io ». PARADIGMI, no 1 (avril 2010) : 143–52. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001012.

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Résumé :
La riflessione contemporanea sulla coscienza si č concentrata sul problema dei qualia, assumendone il carattere fondamentale e sottolineandone la natura di hard problem. Senza voler sottovalutare la rilevanza di questo problema per temi quali la tenuta del fisicalismo o la natura del nesso psicofisico, č sorprendente come uno spazio molto minore sia stato dedicato a un fenomeno altrettanto complesso e problematico, quello dell'auto-coscienza umana. Prendendo spunto dal testo di Pietro Perconti, L'autocoscienza. Che cosa č, come funziona, a cosa serve, nel presente lavoro argomento come l'autocoscienza umana sollevi questioni metafisiche e scientifiche non meno cruciali di quelle associate alla spiegazione dell'esperienza soggettiva.
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