Littérature scientifique sur le sujet « Spettacolarità »

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Articles de revues sur le sujet "Spettacolarità"

1

Pizzimento, Paolo. « «O tu che leggi, udirai nuovo ludo» (Inf. XXII, 118) ». Dante e l'Arte 9 (22 décembre 2022) : 11–28. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.161.

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Résumé :
Questo articolo analizza, attraverso il filtro dei Performance Studies teorizzati da Richard Schechner, le modalità in cui le categorie di spettacolarità e teatralità emergono dal testo della Divina Commedia. Oggetto specifico dell’analisi è la sequenza dei canti XXI-XXIII dell’Inferno, contrassegnata da un carattere drammatico autonomo, in cui va in scena quella che è stata variamente definita una “farsa”, una “rapsodia” o una “commedia” dei diavoli, protagonisti assoluti dell’episodio. Saranno studiati, perciò, i rapporti tra il “microtesto” dei canti XXI-XXIII con il “macrotesto” della Commedia, gli aspetti teatrali e spettacolari dell’episodio e le fonti a cui il Poeta ha guardato per realizzarlo.
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2

De Min, Silvia. « Il piacere dell'ékphrasis nell'Adone del Marino alla luce della Préface di M. Chapelain ». Quaderns d’Italià 26 (3 décembre 2021) : 171–86. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.516.

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Résumé :
Il contributo è dedicato a una lettura dell’Adone di Giovan Battista Marino a partire da uno studio della lettre-préface di Jaen Chapelain. Per trattare dell’ékphrasis si propone un confronto tra le potenzialità interpretative di questa categoria e i presupposti di una teoria della descrizione e della verosimiglianza, esposti da Jean Chapelain nella lettera che fa da premessa al poema del Marino. L’utilità, il piacere, la meraviglia si rivelano allora essere le chiavi d’accesso a un poema che ci pone dinnanzi agli occhi della mente le complessità dell’arte, dell’architettura, della spettacolarità, in epoca barocca. Questo contributo, infine, vorrebbe porre le basi per uno studio della teatralità dell’Adone in ottica ecfrastica.
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Holmes, William C. « Review : Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 4, Il sistema produttivo e le sue competenze by Lorenzo Bianconi, Giorgio Pestelli ; Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 5, La spettacolarità by Lorenzo Bianconi, Giorgio Pestelli ; Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 6, Teorie e techniche--Immagini e fantasmi by Lorenzo Bianconi, Giorgio Pestelli ». Journal of the American Musicological Society 44, no 1 (1991) : 120–28. http://dx.doi.org/10.2307/831730.

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Maffi, Luciano, et Martino Lorenzo Fagnani. « Milano "in omnibus". Esposizioni e turismo urbano nella seconda metà dell'Ottocento ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (septembre 2020) : 94–113. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002005.

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Résumé :
La seconda metà dell'Ottocento è segnata da un incredibile exploit di tecnologia, scienza e rinnovamento industriale in tutto il mondo occidentale. Vetrina del progresso sono le grandi esposizioni, spettacolari kermesse internazionali come quella di Londra nel 1851 o quella di Parigi del 1889. Anche il Regno d'Italia, appena nato nel 1861, si cimenta nell'organizzazione di eventi simili. Si tratta di esposizioni su scala più ridotta, che intendono soprattutto contribuire alla formazione dell'identità nazionale. In più, la grande affluenza di visitatori nelle città ospitanti aiuta a delineare il ramo del turismo urbano. In questo, l'Italia può affiancare il proprio patrimonio storico-artistico alle espressioni di progresso. Il nostro articolo considera questi due aspetti a Milano negli anni Settanta. In particolar modo, analizziamo la percezione che la società milanese da una parte e i visitatori esterni dall'altra hanno dell'Esposizione industriale italiana (1871), dell'Esposizione storica d'arte indu-
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Holmes, William C. « Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 4, Il sistema produttivo e le sue competenze . Lorenzo Bianconi , Giorgio Pestelli . Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 5, La spettacolarita . Lorenzo Bianconi , Giorgio Pestelli . Storia dell'opera italiana. Part 2, I sistemi. Volume 6, Teorie e techniche--Immagini e fantasmi . Lorenzo Bianconi , Giorgio Pestelli . » Journal of the American Musicological Society 44, no 1 (avril 1991) : 120–28. http://dx.doi.org/10.1525/jams.1991.44.1.03a00050.

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6

Merola, Valeria. « Il mito in scena : Endimione e Diana ne Gli amori della luna di Margherita Costa ». altrelettere, 16 novembre 2021. http://dx.doi.org/10.5903/al_uzh-55.

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Résumé :
Nell’ultima opera di Margherita Costa, Gli amori della luna, è possibile individuare un’eco significativa della sua scrittura poetica precedente. È soprattutto il personaggio di Diana a ereditare i tratti delle figure femminili che la poetessa studia nei suoi canzonieri amorosi. Come le donne rappresentate nella Chitarra, la dea è un’amante di sdegno che investe l’innamorato della sua rabbia e della sua delusione per essere stata abbandonata. La cornice mitologica racchiude però una rappresentazione della vita di corte che Costa conosce molto bene. L’inserimento di elementi comici e spettacolari contribuisce a definire la teatralità della scrittura di Margherita Costa e collocarla opportunamente nella cultura barocca a cui appartiene.
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Gemini, Laura, et Stefano Brilli. « Gradienti di liveness. Lo shaping socio-tecnico delle arti performative tra online e offline. Introduzione ». Connessioni remote. Artivismo_Teatro_Tecnologia 3, no 3 (28 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.54103/connessioni/17286.

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Résumé :
Il presente articolo introduce il terzo numero della rivista dal titolo Gradienti di liveness. Lo shaping socio-tecnico delle arti performative tra online e offline. Dopo aver inquadrato il tema della liveness all’interno del processo di mediatizzazione del sociale e delle sfide alimentate dalla pandemia, viene discusso lo statuto del campo di studi sulla liveness. Si difende quindi e la necessità di uno sguardo che intende la liveness nei termini di “gradienti” con cui tale fenomeno si manifesta. Nella seconda parte vengono presentati i contenuti del numero, i quali mostrano le molteplici diramazioni della questione liveness attraverso ambiti spettacolari, tecnologici e teorici eterogenei, evidenziando la rilevanza di questo strumento d’indagine nel comprendere la costruzione del senso della presenza e della connessione nel contesto della mediatizzazione.
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Thèses sur le sujet "Spettacolarità"

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BARBIERI, FRANCESCA. « Spettacolarità e scenografia a Milano tra età teresiana e giuseppina ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1350.

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Résumé :
Nella seconda metà del Settecento Milano diventò un centro di riferimento per la scenografia a livello internazionale. La tesi studia l’evoluzione della spettacolarità e della scenografia in un periodo cruciale per la città (1765-1792) prendendo in esame non solo il teatro, ma anche gli aspetti connessi agli eventi festivi legati al potere. La ricerca è basata primariamente sulle fonti iconografiche, soprattutto disegni e incisioni, reperite negli archivi milanesi e nazionali; l’analisi di libretti, relazioni, periodici e altra documentazione ha inoltre offerto altri elementi utili alla delineazione dello scenario culturale di riferimento. In primo luogo, si prendono in esame eventi dinastici, quali i festeggiamenti nuziali, i passaggi e gli ingressi dei sovrani, le feste per nascita e le esequie. Sono inoltre considerati gli sviluppi della scenografia milanese prima al Regio Ducal Teatro e poi al Teatro alla Scala, con particolare riguardo all’opera di personalità di primo piano come i fratelli Galliari e Pietro Gonzaga. Ne emerge un quadro complesso che aspira a ricostruire la trama di rapporti che legano la scenografia all’universo della rappresentazione nella Milano del XVIII secolo.
In the second half of the 18th century Milan became a very influent centre for the art of stage designing. This PhD thesis seeks to investigate the developments of the visual aspects of theatricality in a crucial period (1765-1792) for Milan. This study is based on iconographic sources, namely engravings and drawings. The analysis focuses on public and political events (wedding festivals, state funerals and royal entries) and, at the same time, on theatre. The research considers the development of stage design at the Regio Ducal Teatro and the Teatro alla Scala. It concentrates on the works of the most important scene-painters of the period: the brothers Fabrizio and Bernardino Galliari and Pietro Gonzaga. As a result, the study provides an analysis of the several components of visual representation and their features.
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BARBIERI, FRANCESCA. « Spettacolarità e scenografia a Milano tra età teresiana e giuseppina ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1350.

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Résumé :
Nella seconda metà del Settecento Milano diventò un centro di riferimento per la scenografia a livello internazionale. La tesi studia l’evoluzione della spettacolarità e della scenografia in un periodo cruciale per la città (1765-1792) prendendo in esame non solo il teatro, ma anche gli aspetti connessi agli eventi festivi legati al potere. La ricerca è basata primariamente sulle fonti iconografiche, soprattutto disegni e incisioni, reperite negli archivi milanesi e nazionali; l’analisi di libretti, relazioni, periodici e altra documentazione ha inoltre offerto altri elementi utili alla delineazione dello scenario culturale di riferimento. In primo luogo, si prendono in esame eventi dinastici, quali i festeggiamenti nuziali, i passaggi e gli ingressi dei sovrani, le feste per nascita e le esequie. Sono inoltre considerati gli sviluppi della scenografia milanese prima al Regio Ducal Teatro e poi al Teatro alla Scala, con particolare riguardo all’opera di personalità di primo piano come i fratelli Galliari e Pietro Gonzaga. Ne emerge un quadro complesso che aspira a ricostruire la trama di rapporti che legano la scenografia all’universo della rappresentazione nella Milano del XVIII secolo.
In the second half of the 18th century Milan became a very influent centre for the art of stage designing. This PhD thesis seeks to investigate the developments of the visual aspects of theatricality in a crucial period (1765-1792) for Milan. This study is based on iconographic sources, namely engravings and drawings. The analysis focuses on public and political events (wedding festivals, state funerals and royal entries) and, at the same time, on theatre. The research considers the development of stage design at the Regio Ducal Teatro and the Teatro alla Scala. It concentrates on the works of the most important scene-painters of the period: the brothers Fabrizio and Bernardino Galliari and Pietro Gonzaga. As a result, the study provides an analysis of the several components of visual representation and their features.
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Turato, Lisa <1997&gt. « Salvador Dalì e la spettacolarità, scene e costumi del suo teatro surrealista ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20970.

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Résumé :
Il legame fra teatro e arte è sempre stato stretto. Nell’800 vi è una revisione critica dello spazio scenico che prende diverse strade: al naturalismo di Antoine, alla formazione della scuola simbolista del Théâtre de l’Œeuvre. Ma è principalmente la compagnia del Ballet Russe de Monte Carlo fondata da Sergej Pavlovič Diaghilev a portare sui palchi europei l’influenza delle maggiori personalità delle avanguardie dei primi del Novecento: primitivismo russo, cubismo, futurismo e metafisica. Il surrealismo come avanguardia si rivolge principalmente a una prospettiva linguistica ed autoriale. Salvador Dalì ha già una formazione scenografica giovanile, accompagnò Garcìa Lorca nella creazione delle scene di Mariana Pineda, a lui dedicherà poi The three cornered hat. Lavorerà come scenografo cinematografico amatoriale a fianco di Luis Buñuel, creando i manifesti visivi più importanti del movimento: Un chien andalou e L’age d’or. Espulso dal movimento, Dalì si lega al mondo del balletto; durante la Seconda Guerra mondiale insieme a Massine e Chanel inizia ad elaborare il suo capolavoro: Tristan Fou. Scappato negli Stati Uniti la possibilità di realizzazione dello spettacolo si smaterializza e le idee di Tristan Fou si trasformano negli spettacoli di Bacchanale e Labyrinth (solo nel 1944 riuscirà a creare il Tristan Fou). Le sue scenografie hanno una fantasia sfrenata e sconvolgente spesso causa di scandali; come nel caso di Salomè, le cui scene create per Brook nel 1948 portarono al licenziamento del regista. La collaborazione con Visconti a As you like it non solo lo battezzò nel teatro di prosa ma contribuì all’innovazione delle scene italiane molto arretrate rispetto ai palchi europei. Il successo ottenuto in America gli valse opportunità di collaborazione con registi come di Alfred Hitchcock e personalità come Walt Disney; in Italia lo portò alla partecipazione alle biennali di musica e teatro presso il Teatro della Fenice al seguito di Escobar e Alvary. La sua infinita fantasia e l’egocentrismo maniacale travolgono questi spettacoli al punto da far passare in secondo piano tutto il resto. Non stupisce che abbia scelto un vecchio teatro come sede del proprio museo in modo che la sua arte possa essere esposta come in un enorme spettacolo, in cui la sua vita sia in continua esposizione allo sguardo del pubblico pagante.
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Gatto, Simona. « Dinamiche Spettacolari del barocco siciliano. Lo Spazio, la Festa, il Teatro ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1191.

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Résumé :
La tesi, mette in luce un tema analizzato solo in parte nell ambito più generale degli studi sulle dinamiche del Sei-Settecento siciliano, dando un apporto di ricerca autentico, che si pone all interno della cultura più recente sul tema dell effimero. Le nuove interpretazioni valutano la festa come arte della città , capace di incidere sul fascino ed evoluzione dei suoi spazi, attraverso produzioni e messe in scena spettacolari, in cui lo sfarzo, la finzione e la ridondanza sono i caratteri dominanti. Riferimento di partenza, è l area palermitana, studiata per i suoi magnifici apparati, ma in aggiunta la tesi approfondisce anche l apporto di altre città capitali della festa in Sicilia, come Messina, Catania e Siracusa, offrendo una visione più ampia e articolata dell effimero nell Isola con l intento di comprendere meglio l intreccio culturale e la creatività artistica del periodo considerato. Dopo una premessa sulla spazialità del barocco e i suoi significati, si perviene alla ricerca vera e propria sulle componenti della spettacolarità e i suoi materiali. Al di là del significato congiunto col clima della festa, la tesi, avvalendosi di importanti fonti manoscritti e a stampa, offre un prezioso regesto bibliografico ragionato sulle principali feste siciliane tra 500 e 700. Tramite esse, è stato possibile ricostruire la tipologia dei vari apparati e indagare sulle maestranze, personaggi spesso ignorati dagli studi o comunque non posti nel giusto rilievo, delineandone i profili, e tramite essi cogliere la storia della cultura figurativa in Sicilia. Attraverso la vasta raccolta iconografica effettuata, si restituisce un quadro d insieme degli addobbi dei festini siciliani, preziosi documenti visivi di quell affascinante universo di simboli che è la Sicilia: archi trionfali, macchine da fuoco, carri, fontane, teatri, addobbi interni e esterni. Materiali questi, che hanno permesso di eternare di anno in anno, secondo il ritmo delle feste, il ricordo del gran teatro del barocco , ponendosi quale completamento indispensabile alla ricerca e offrendo un quadro d insieme utile a futuri approfondimenti. Un percorso di esplorazione che continua nel suo valore simbolico di affascinante viaggio del pensiero nello spazio dilatato e nel tempo sospeso della festa. Quanto più questi dati di effimero a largo raggio si collegano al grande referente, l architettura, tanto più si potrà cogliere efficacemente e responsabilmente il clima generale in Sicilia nel XVII e XVIII secolo. Ma questo è un augurio: che questa ricerca sia stimolo verso altri territori.
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TOMEI, FRANCESCO. « Spettacolarità pratese nel Settecento. Per un’indagine storico-archivistica ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1080619.

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Résumé :
Per affrontare lo studio della spettacolarità pratese del Settecento è necessario compiere un’indagine storico-archivistica intorno ad un argomento per molti aspetti ancora inedito. Il lavoro di ricerca documentale diventa così strutturale e imprescindibile poiché il riesamino delle fonti documentarie già edite, gli studi già compiuti, non consentono di cogliere a pieno la complessità dei principali fenomeni di carattere spettacolare della città nel XVIII secolo, sia appartenenti alla sfera laica che a quella religiosa. Il tentativo è quello di riportare alla luce la «microstoria» della più immediata periferia rispetto a Firenze, inquadrandola nella sua dipendenza e specificità rispetto al suo centro, con lo scopo approfondire il ruolo culturale e delineare la storia spettacolare di Prato in rapporto non solo a Firenze, ma anche ad un contesto più ampio. La città di Prato sarà quindi collocata in un tracciato che disegna e chiarifica il suo contributo e il suo ruolo nel transito di spettacolo che s’irradia dai centri della vita culturale italiana verso la periferie, sia in un ambito italiano che in un contesto di respiro europeo. La necessità di circoscrivere la ricerca entro estesi estremi temporali, corrispondenti all’intero XVIII secolo, per cogliere in un unico sguardo complessivo i fenomeni, i processi in atto di un secolo di grandi trasformazioni, verso la nascita di una moderna industria dello spettacolo, è la ragione di uno scavo archivistico compiuto su un’unica serie documentale, organicamente costituita che potesse attraversare lo stesso secolo. La scelta ricade su una fonte di carattere ufficiale, la serie dei Diurni di cancelleria della città, conservata presso l’Archivio di Stato di Prato. Ad una prima parte, di carattere storico, corrisponde quindi una seconda originale, fondata su fonti d’archivio. La prima parte della ricerca è di carattere storico, nella quale fra le larghe maglie di un secolo complesso come il XVIII secolo a Prato, l’obiettivo è l’inquadramento della città da un punto di vista politico-amministrativo, alla quale segue un conseguente profilo dell’ambiente culturale, per rintracciare il terreno fertile per la produzione di spettacolo sulla piazza cittadina. Le dinamiche politiche, economiche e culturali della realtà pratese, legata tanto al destino storico di Firenze quanto a quello di Pistoia, sono ricostruite a partire dalle fondamentali linee direttrici, nei primi due capitoli e rappresentano una prima riflessione, per gettare basi concrete per studi successivi. Nel primo capitolo della tesi, vengono messi a fuoco i principali eventi storici che hanno cambiato il corso della storia politica e culturale pratese. L’avvicendarsi nel Granducato di Toscana della dominazione dei Lorena a quella dei Medici, da annoverarsi fra i grandi eventi di storia geopolitica dell’epoca. L’epilogo della dominazione medicea in Toscana, nel 1737, fu il preludio del mutamento della politica, dell’amministrazione e del governo del granducato, che cambiò radicalmente volto. Le conseguenze furono importanti, con novità legislative tendenti a regolare e disciplinare i numerosi processi di rinnovamento in atto. L’arrivo dei gesuiti, a partire già delle prime battute del secolo, segna una rivoluzione più culturale che politica, tuttavia non meno profonda di quella scaturita dalle legiferazioni leopoldine. Nel secondo capitolo viene ricostruita la storia della spettacolarità pratese del Settecento, alla luce del contesto storico, politico ed economico emerso nella prima fase dell’indagine. L’attenzione è concentrata sull’approfondimento dei fenomeni di spettacolarità diffusa e del teatro, di carattere dilettantesco, prodotto nelle accademie pratesi, data la particolare ricchezza di testimonianze emerse nelle fonti documentarie compulsate in archivio, sebbene si tratti sempre di notizie frammentarie. Uno i motivi ricorrenti che emergono in questa prima parte dell’indagine è il progressivo mutamento delle cause e dei soggetti della committenza e gli spazi e tempi nel quale si esplicitava l’atto performativo. Una nuova società borghese che produce una spettacolarità per la quale l’identità del committente e la relativa politica autocelebrativa che si rifletteva nell’atto performativo non sono più al centro dell’interesse, ma bensì nella performance incominciarono ad intersecarsi la molteplicità delle istanze dei soggetti direttamente coinvolti, soprattutto enti pubblici. Il Settecento vide anche la migrazione del teatro dalla piazza, prima verso i salotti e le sale pubbliche, per poi definitamente nell’edificio teatrale moderno, in senso stretto, il nuovo teatro all’italiana. La serie completa dei Diurni di Cancelleria, (Archivio di Stato di Prato, Fondo Comunale, Diurni di Cancelleria, 1699-1784, n. 251-284), trascritti nella seconda parte della tesi, è stata posta in relazione e raffrontata con le delibere della principale accademia pratese settecentesca, quella dei Semplici (Biblioteca Roncioniana, ms. 863 T-VII-8- ms. 864- T-VIII-9) e insieme hanno costituito la base documentale per una ricostruzione completa della cronistoria dello spettacolo pratese. La sezione archivistica dell’istituzione comunale e l’altra che riguarda la gestione privata e interna degli affari degli accademici Semplici risultano complementari, poiché garantiscono la possibilità di ricoprire diversi vuoti temporali dovuti alla scarsità di fonti d’archivio. In secondo luogo, la complementarietà delle fonti documentarie utili a ricostruire la storia del teatro pratese del Settecento, è tale poiché la stessa tipologia delle testimonianze mette in luce aspetti completamente differenti. Da un lato, i Diurni di cancelleria, voce ufficiale delle istituzioni comunali, precisano il rapporto fra il Comune e l’autorità granducale, occultando maggiormente tutte le controversie interne e le problematiche di gestione che si vennero a creare all’interno delle mura cittadine. Dall’altro, le deliberazione accademiche, offrono altresì la possibilità di indagare a fondo le dinamiche di criticità fra l’accademia e tutti i suoi interlocutori, sia pubblici e privati che s’interfacciarono direttamente con il teatro: i pubblici amministratori della proprietà, le stesse compagnie accademiche, gli impresari teatrali, le compagnie girovaghe di comici professionisti, gli intellettuali pratesi che dialogarono con il teatro. Le decisioni che i Semplici presero negli anni, permettono inoltre d’addentrarsi nel cuore della gestione quotidiana del teatro, mettendo in luce tutte le tracce della storia materiale, con una particolare attenzione al funzionamento giornaliero del teatro stesso. Attraverso la cronistoria prodotta dal censimento archivistico si riflette il mondo teatrale pratese, per lo più accademico, la formazione di un moderno impresariato teatrale, la diffusione di Goldoni e di Molière, così come quella dei toscani Fagiuoli e Gigli, le prime stagioni del Teatro dei Semplici, il sostentamento di musici e cantori, mentre la piazza urbana sembra interessata al fenomeno dei ballerini di corda, fenomeno assai diffuso nella piazze settecentesche italiane.
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Gozzi, Andrea. « Luoghi della spettacolarità a Firenze tra passato e futuro : spazi da comporre, spazi per comporre ». Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/2158/1300059.

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Résumé :
Lo spazio destinato alla performance musicale costituisce la cornice e il contenuto dell'esperienza degli ascoltatori. L'ambiente acustico impone continue negoziazioni che differiscono in base al ruolo e alla posizione dell'ascoltatore come compositore, esecutore o membro del pubblico. Obiettivo della mia ricerca è indagare l'acustica di uno spazio performativo, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino di Firenze, seguendo due percorsi complementari, entrambi basati su un modello digitale interattivo. Il primo offre un’esperienza audiovisiva in cui l'utente può esplorare virtualmente la sala grande del teatro scegliendo tra le riproduzioni binaurali di 13 diverse posizioni di ascolto. Il secondo riguarda la percezione sonora e visiva di un'esecuzione della romanza “Una furtiva lagrima” dall'opera di Donizetti L'elisir d'amore. L'utente, attraverso l’utilizzo di ambisonics, video a 360 ° e realtà virtuale, può fruire questa performance e il contributo acustico della sala da tre diverse posizioni nel teatro: sul palco, nella buca dell'orchestra e in platea.
 Per la realizzazione di tali esperienze di virtual acoustics si è svolto uno studio interdisciplinare afferente alle Digital Humanities che ha riguardato: la percezione sonora; l’acustica; l’architettura; il contesto storico-spettacolare dei luoghi della performance musicale attraverso un’indagine musicologica del rapporto tra opere e spazio; e le pratiche di restituzione digitale in contesti immersivi del patrimonio culturale immateriale.
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SPINELLI, LEONARDO. « "Chissa è 'na vera principessa" : Violante Beatrice di Baviera nel tramonto della spettacolarità medicea (1689-1731) ». Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/879551.

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MEGALE, TERESA. « La città in festa. Tipologie dello spettacolo nella Napoli del primo Seicento ». Doctoral thesis, 1994. http://hdl.handle.net/2158/627388.

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Riyazi, Mirmohammad. « Le forme spettacolari della Persia nei perioi Safavidi e Qjar (1501-1930) ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1214793.

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Livres sur le sujet "Spettacolarità"

1

Bartolomeis, Valter Luca De. Flessibilità, efficienza, spettacolarità : L'industrial design per la gestione del progetto e dei "tempi" dell'architettura. Napoli : Liguori, 2012.

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1530-1571, Arquer Sigismondo, et Carmona Giovanni Francesco, dir. Il tragico e il comico : Teatralità del sacro e spettacolarità del profano in Sigismondo Arquer e Giovanni Francesco Carmona. Cagliari : Edizioni della Torre, 2007.

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3

Martini, Davide. 49 gol spettacolari. Roma : Playground, 2006.

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4

Kenneth Patchen : Forme spettacolari. Roma : Aracne, 2008.

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5

Luigi, Allegri, et Di Benedetto Renato, dir. La Parma in festa : Spettacolarità e teatro nel Ducato di Parma nel Settecento. Modena, Italia : Mucchi, 1987.

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6

Il giardino delle delizie : Spettacolarità e concettualità nei progetti di orti e parchi urbani a Milano, Bologna, Roma, Palermo. Firenze : Alinea, 1986.

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7

Battista, De Cesare Giovanni, et Istituto universitario orientale (Naples, Italy). Sezione studi europei., dir. Dal testo alla scena : Atti del convegno di studi, Napoli, 22-24 aprile 1999 : drammaturgia e spettacolarità nel teatro iberico dei secoli d'oro. Salerno : Edizioni del Paguro, 2000.

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25 Spettacolari Mandala Dimensionali Da Dipingere VOLUME 1. Independently Published, 2021.

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9

Carnovalini, Riccardo. Sardegna a piedi : 11 itinerari spettacolari lungo la costa. 2013.

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10

40 Mandala Spettacolari per Calmare lo Stress Di Covid VOLUME 1. Independently Published, 2021.

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Chapitres de livres sur le sujet "Spettacolarità"

1

Blichmann, Diana. « Effetti scenografici e macchine spettacolari nelle “performance” pubbliche nella Roma del primo Settecento ». Dans Spectacles et performances artistiques à Rome (1644-1740), 239–80. Publications de l’École française de Rome, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.efr.17277.

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Actes de conférences sur le sujet "Spettacolarità"

1

Silva, Madalena Pinto da. « Guardare oltre il tempo ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7958.

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Résumé :
È nostra convinzione che gli argomenti della dissoluzione del luogo contribuiscono a ideare una città che va aggiungendo architetture atopici, architetture dove si può manifestare più facilmente la spettacolarità delle sue forme, e dove la rottura spaziale della città diventa più evidente. D'altra parte, la difesa dell’anti-storicità del processo creativo architettonico, nel confronto con la città e la sua architettura in nome del progresso e del futuro, crea le forme di rottura e di disagio e dà forza ad una nuova visione puramente funzionalista. Oggi l'architettura appare come controllata d’altre aree del sapere, manifestandosi, tuttavia, esuberante nelle sue forme, in un’autonomia illusoria, e prigioniera di presupposti che le superano e svalutano. L'architettura contemporanea deve chiamare di nuovo a sé il concetto di continuità e permanenza, della prospettiva di creare nuove memorie e di contribuire alla definizione di riferimenti collettivi che possano edificare le forme della nostra storia attuale, e le forme di una città in crescita che oggi è già difficile da identificare. Siamo preoccupati, tuttavia, in un altro ordine, l'ordine che possiamo trovare attraverso esempi che mostrano una sequenza 'genomica', una struttura che stabilisca la continuità dei fatti che hanno determinato la città e che la hanno configurato in molti modi, nel corso della sua storia. In un processo dicotomico di causa ed effetto, la città contemporanea può anche vedere la sua forma descritta con la precisazione della forma dei suoi spazi pubblici (Il suo design e la sua posizione – una grammatica operativa), ma anche con il rapporto e i legami tra loro, (un ordine – una sintassi efficiente). We are convinced that the arguments surrounding the dissolution of place tend toward the materialization of a city which continues to amass atopic architectures, architectures that facilitate the spectacularism of their forms and where the spatial rupture of the city becomes more discernible. On the other hand, the vindication of the architectural creative process as anti-historical creates forms of rupture and discomfort, and empowers a new, merely functionalist, vision. Today architecture is seen as subsidiary to other branches of knowledge, and, despite its exuberant forms, it retains an illusory autonomy, confined by assumptions that surpass and depreciate it. Contemporary architecture must reclaim the notion of perpetuity and permanence, so as to create new memories and contribute to the maintenance of collective references that solidify our current history’s forms and the forms of a growing city increasingly difficult to identify. We are interested in the order that we can find by way of examples that feature a ‘genomic’ sequence, a structure capable of establishing the continuity of facts that throughout history have determined and configured the city in so many ways. By means of a dichotomous cause and effect process, we may also describe the contemporary city’s form by clarifying the form of public spaces (their design and position – an operative grammar) and the relation and articulation between public spaces (an order – an efficient syntax).
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