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Zanni, Fabrizio. « L'ibrido urbano. Ipotesi di concettualizzazione ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 96–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056016.

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Résumé :
Il lavoro sul concetto di ‘ibrido' apre l'esplorazione di nuovi operatori teorici attraverso cui ‘aggredire' la condizione urbana e cercare di individuare, al di lŕ della stanca replica dell'esistente, qualche possibilitŕ, almeno ipotetica, di rottura della fatale logica riproduttiva dell'insediamento contemporaneo. Da un punto di vista progettuale un possibile spazio urbano ibrido puň essere definito come composizione, anche dissonante, di spazi architettonici e urbani definiti dalla intersezione di differenti specie di forme spaziali e funzionali o dalla mutazione di spazi predefiniti, in accordo con una concezione genetica e non deduttiva dell'operazione progettuale. Il concetto di ‘ibrido urbano' lavora attorno al concetto di ‘soglia' inteso come intervallo, rete od insieme di soglie. Acquista pregnanza allora una possibile strategia di intervento progettuale che si ‘insinui' all'interno delle strutturazioni urbane autoriproducenti per individuare un principio interno di rigenerazione, di commistione, di ibridazione locale.
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Vedovelli, Cristina. « Ambienti fisici di apprendimento che favoriscono i processi attentivi : gli effetti dello spazio vuoto, del colore e del design biofilico ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 104–20. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.357.

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Résumé :
L’esperienza degli spazi vissuta dagli individui è mediata da complessi e dinamici percorsi di raccolta degli stimoli sensoriali provenienti dall’ambiente circostante e dalla loro elaborazione cognitiva. È necessario un approccio di ricerca multidisciplinare e multilivello per supportare la costruzione di spazi fisici di apprendimento che forniscano agli studenti ambienti sensoriali funzionali all’espansione del proprio potenziale (Barret & Barret, 2010). Questo contributo approfondisce tre qualità degli ambienti fisici che hanno dimostrato con evidenze scientifiche di favorire i processi attentivi degli studenti: il vuoto, inteso come pulizia percettiva ed essenzialità degli spazi, il colore e la presenza di elementi naturali o design biofilico.
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Oppio, Alessandra, Luca Forestiero, Loris Sciacchitano et Marta Dell'Ovo. « How to assess urban quality : a spatial multicriteria decision analysis approach [Come valutare la qualità urbana : un approccio di analisi decisionale spaziale multi-criteriale per gli spazi aperti pubblici] ». Valori e Valutazioni 28 (juillet 2021) : 21–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212803.

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Résumé :
From the early 1990s the quality of public space is at the centre of the Agenda of major European cities. Today, more than before, the health emergency due to the Covid-19 pandemy has pointed out the importance of the relationship among public space, quality of life and health. Public and semi-private spaces, especially in high-dense cities and in the most affected areas by Covid-19, represent a strong driver both for restarting and for helping cities to face the new normal age. Despite the advancement of research during the past two decades and empirical evidence about the relationship among quality of open spaces, quality of life and urban sustainability, there is still a lack of studies on how to measure the quality of open spaces. Among the several research lines, the Urban Design approach across its evolution has always focused on it, starting from aesthetic as well as technical issues and increasingly including the social and economic ones. Dai primi degli anni ’90 la qualità dello spazio pubblico è al centro dell’Agenda delle principali città europee. Oggi, più di prima, l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19 ha delineato l’importanza delle relazioni tra spazio pubblico, qualità della vita e salute. Gli spazi pubblici e semi-privati, specialmente nelle città densamente popolate e nelle aree più colpite dalla pandemia, sono un elemento chiave da cui ripartire per aiutare le città ad affrontare una nuova normalità e a definire una risposta alle restrizioni sanitarie. Nonostante gli avanzamenti della ricerca scientifica e le evidenze empiriche sulla relazione tra qualità degli spazi aperti, qualità della vita e sostenibilità urbana, pochi sono ancora gli studi su come misurare la qualità degli spazi aperti. Tra le diverse tradizioni di ricerca, l’Urban Design ha sempre prestato una particolare attenzione a questo tema, iniziando con aspetti funzionali ed estetici e includendo nel corso della sua evoluzione anche questioni sociali ed economiche.
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Caravaggi, Lucina. « Disconnessioni e infrastrutture di paesaggio ». CRIOS, no 19 (mai 2021) : 20–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019003.

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Résumé :
"Roma in movimento" è il titolo di una recente ricerca dedicata al rapporto tra le forme di prigionia urbana e la difficoltà di spostarsi nella città metropolitana di Roma. L'osservazione ravvicinata dello spazio urbanizzato intorno e oltre il GRA conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanea sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma all'insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. L'ipotesi di lavoro sinteticamente delineata in questo testo è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili declinate come nuove ‘infrastrut¬ture di paesaggio' a partire proprio dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione di vasti preziosi paesaggi marginali. L'ipotesi interpretativa indaga alcune categorie del progetto paesaggistico connesse al ‘movimento' (continuità, inter¬sezione e interazione) attraverso cui dare corpo a una nuova rete di spazi e collegamen¬ti verdi al servizio degli spostamenti alternativi alle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
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Costa, Paolo. « La variabile sociologica nella valutazione degli effetti della progettazione architettonica ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 90 (septembre 2010) : 113–27. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090007.

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Résumé :
La valutazione post-occupativa (POE, Post-Occupancy Evaluation), č una pratica che studia gli spazi costruiti dopo che sono stati abitati, allo scopo di individuare lo scarto tra gli obiettivi inscritti nel progetto e le opportunitŕ e i significati effettivamente colti dai suoi abitanti. Dopo aver ricostruito la storia di questa pratica, indicato le sue fasi principali e i vari livelli a cui essa č in grado di produrre conoscenza, il saggio analizza criticamente gli approcci adottati nelle valutazioni degli ultimi anni, mostrando come queste abbiano dato sempre minor rilievo all'analisi delle variabili sociologiche, a fronte di una attenzione crescente verso le dimensioni tecnologiche e funzionali della progettazione architettonica.
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Pellini, R., A. De Virgilio, G. Mercante, B. Pichi, V. Manciocco, P. Marchesi, F. Ferreli et G. Spriano. « Lembo miofasciale di vasto laterale nella ricostruzione della lingua ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 4 (août 2016) : 321–25. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1031.

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Résumé :
Nell'ultimo decennio il lembo antero-laterale di coscia (ALT) è diventato il lembo libero più utilizzato nella ricostruzione della lingua, dal momento che esso è caratterizzato da bassa morbidità a livello del sito donatore e da migliori risultati estetici. Tuttavia, l'ALT fascio-cutaneo può essere insufficiente nella ricostruzione nei difetti maggiori (es. glossectomia totale) mentre la sua variante muscolo-cutanea (che include il muscolo vasto laterale)' può essere troppo voluminosa. Scopo dello studio è quello di descrivere la nostra esperienza preliminare nella ricostruzione della lingua utilizzando il lembo libero mio-fasciale di vasto laterale che potrebbe a nostro parere offrire notevoli vantaggi nella ricostruzione testa-collo come: possibilità di confezionare un lembo voluminoso quando necessario, ottimi risultati funzionali, obliterazione di spazi morti con prevenzione dello sviluppo di fistola e infezione con minima morbidità a livello del sito donatore.
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Mazza, Caterina, et Samuele Calzone. « Spazi di apprendimento virtuali e integrati : l’esperienza di alcune scuole italiane impegnate nei progetti ‘PON per la scuola’ nell’affrontare l’emergenza COVID-19 ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 46–61. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.307.

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Negli ultimi anni il dibattito sull’educazione si è arricchito di una nuova componente che prevede, come proposto da Loris Malaguzzi (I cento linguaggi dei bambini. L'approccio di Reggio Emilia all'educazione dell'infanzia, 2010), di considerare lo spazio come il “terzo educatore”, capace di sostenere l’apprendimento in una prospettiva di inclusione e di ascolto. È ormai riconosciuto il ruolo dello spazio nei processi di rinnovamento dei sistemi scolastici, così come promosso dalle ricerche dell’OCSE: l’ambiente fisico risulta determinante nello sviluppo del benessere degli studenti (Cuyvers, 2011), nella possibilità di accedere all’istruzione e infine nell’acquisizione di competenze chiave (Von Ahlefeld, 2009). A partire dal 2020, l’emergenza sanitaria dovuta alla diffusione del COVID-19 ha costretto le scuole di ogni ordine e grado a ripensare la didattica online e a rivedere, di conseguenza, l’ambiente scolastico. L’iniziale sospensione delle attività didattiche in presenza e la realizzazione, successivamente, di una didattica mista (presenza-online) ha alterato l’organizzazione degli spazi scolastici, accentuando in alcuni casi forme di diseguaglianza (relative, ad esempio, all’accesso ai device tecnologici) che hanno contribuito ad aumentare il divario e la povertà educativa nei territori (Save The Children, 2 marzo 2021). In tale prospettiva, il presente studio ha approfondito la risposta che le scuole secondarie di secondo grado, all’interno dell’opportunità offerta dal Programma Operativo Nazionale PON Per la Scuola 2014-2020, hanno sperimentato in termini di didattica a distanza, durante i mesi del primo lockdown (marzo-giugno 2020) e nel primo quadrimestre dell’a.s. 2020/2021. Sono state individuate 12 scuole particolarmente attive che sono state coinvolte in una analisi qualitativa: l’indagine ha permesso anche di individuare alcuni casi virtuosi di istituti che hanno organizzato lo spazio di apprendimento virtuale sia acquistando strumentazione tecnologica per dotare il proprio istituto di attrezzature adeguate, sia offrendo una formazione specifica al corpo docente in relazione all’uso delle TIC e delle metodologie didattiche maggiormente funzionali all’erogazione della didattica a distanza e digitale integrata. L’obiettivo è capire come un ripensamento dello spazio, in forme miste (presenza-online), abbia promosso il recupero della dimensione di inclusione e di collaborazione che sono alla base dello sviluppo delle competenze: l’ambiente fisico facilita infatti l’espressione di bisogni e di esigenze specifiche ma richiede, allo stesso tempo, una metodologia didattica adeguata e una disponibilità di tecnologie. Questa analisi intende cogliere le prospettive di miglioramento e gli ambiti su cui sarebbe auspicabile pianificare interventi di tipo formativo e di supporto alle scuole per il futuro, oltre che estendere ulteriormente l’analisi esplorando altre realtà. Un’ulteriore prospettiva di ricerca futura potrebbe coinvolgere gli studenti che hanno sperimentato la didattica a distanza in una riflessione meta-cognitiva sul loro processo di apprendimento in relazione allo spazio fisico e virtuale in cui si svolge la relazione pedagogica.
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Mangia, S., MA Macrì, G. Garreffa et B. Maraviglia. « Prospettive e limiti dei metodi RM nello studio della funzionalità cerebrale ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 85–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300115.

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In questo lavoro vengono affrontati alcuni argomenti che sono al centro della più recente indagine scientifica nel campo delle neuroscienze, in relazione alle metodologie che utilizzano la risonanza magnetica nucleare nello studio della funzionalita cerebrale. Soprattutto grazie alle sue caratteristiche di non invasività, la risonanza magnetica funzionale non soltanto si presenta come un formidabile strumento di ricerca finalizzato alla comprensione delle relazioni che intercorrono tra la struttura cerebrale, la funzionalità cerebrale e le patologie neurologiche, ma si prospetta anche come un'importante tecnica diagnostica di routine clinica. Tuttavia le problematiche legate a tale metodologia sono molteplici, e riguardano da una parte l'interpretazione stessa del segnale rivelato in condizioni di attivazione neuronale, dall'altra la definizione della risoluzione spazio-temporale, della specificità spaziale e della significatività statistica delle mappe di attivazione ottenute.
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Brignoli, Chiara. « Costruire spazio pubblico con la cultura ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 70–72. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093011.

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L'attivazione di pratiche di partecipazione a Romano di Lombardia è descritta nella sua capacità di ripensare le forme e i modi degli spazi e delle attività culturali all'interno della città. Gli eventi e le iniziative, nati da percorsi di cittadinanza attiva che hanno saputo coinvolgere e valorizzare in prima persona i giovani, hanno funzionato da innesco per la costruzione di spazio pubblico attraverso la riqualificazione di luoghi prima abbandonati o la riqualificazione di spazi esistenti.
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Megna, Gianfranco. « Clinica e antropologia nella riabilitazione del disabile grave ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 17–20. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003003.

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Résumé :
Il recupero dei deficit motori e di comunicazione richiede un'approfondita conoscenza dei meccanismi di compenso e vicarianza esistenti nel SNC. Tali meccanismi riguardano la possibilitŕ di riorganizzazione delle funzioni gnosiche, prassiche e fasiche compromesse o abolite dal danno cerebrale, attraverso processi di "spostamento" della funzione in aree perilesionali o di "riconnessione" di circuiti dedicati che il danno stesso ha posto in stato di isolamento funzionale. Uno strumento di facilitazione dei suddetti processi č rappresentato dalla CIMT (Constraint Induced Movement Therapy); accanto all'intervento tecnico č perň necessario un sostegno legislativo che garantisca al disabile l'accessibilitŕ agli spazi comuni.
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Dessì, Valentina. « Scuole all’aperto di ieri e di oggi. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 140–57. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13589.

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Résumé :
L’esperienza delle open-air school ci ricorda che lo spazio esterno di pertinenza della scuola, se progettato assieme all’edificio, diventa parte integrante dell’attività didattica, come evidenziato nei primi due casi studio riportati, la Casa del Sole e la Rinnovata Pizzigoni entrambe a Milano. Per troppi anni si è persa la consapevolezza della risorsa spazio-esterno-scolastico. Fortunatamente sempre più comunità scolastiche sono coinvolte nella realizzazione di spazi attrezzati nei cortili, convinte che la didattica a contatto con la natura offra opportunità di stimolo per tutti gli studenti che apprendono fin da piccoli il rispetto per la natura. Gli esempi riportati della scuola Marymount di Roma e Dante Alighieri a Milano ci fanno ragionare su come valorizzare lo spazio esterno a disposizione attraverso l’individuazione di nuove funzioni e il lavoro sulle superfici e le attrezzature.
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Pezzoni, Nausicaa. « La città come piattaforma di lavoro. Un'intervista a Francesco Melis ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 82–85. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100009.

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Il confronto con Francesco Melis, funzionario nidil cgil Milano, responsabile del settore Gig economy, intende approfondire la possibilità di costruire una sfera di diritti di natura giuslavoristica per i rider, a partire dalla fisicità e dal disegno degli spazi urbani. Grazie allo sguardo di chi si è occupato del percorso di sindacalizzazione dei rider sin dal 2017, l'intervista traccia sinteticamente le tappe cronologiche e normative del caso. In una seconda parte del dialogo si intrecciano riflessioni che correlano la prospettiva giuridico-lavorativa all'opportunità della costruzione di uno spazio di cittadinanza attraverso il coinvolgimento dei rider nel disegno della città, tratteggiando sinergie, responsabilità e traiettorie possibili per una governance condivisa di questo fenomeno.
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Bottaro, Gianfranco, et Pirro Oppezzi. « Rappresentazione con integrali multipli di funzionali dipendenti da funzioni a valori in uno spazio di Banach ». Annali di Matematica Pura ed Applicata 139, no 1 (décembre 1985) : 191–225. http://dx.doi.org/10.1007/bf01766855.

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Beltramello, A., G. Viola, A. Borsato, G. Tassinari, D. Campara, R. Cerini, M. Pregarz, G. Puppini et A. G. Bricolo. « Risonanza magnetica funzionale encefalica Razionale della metodica ed esperienze applicative su magnete per uso clinico ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 3 (juin 1995) : 345–70. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800303.

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Résumé :
La Risonanza Magnetica funzionale (fMRI) si sta di recente affermando come nuova metodica di indagine del «cervello al lavoro», occupando progressivamente un suo spazio nell'armamentario strumentale a disposizione dei Neurofisiologi per poter investigare la localizzazione e le inter-connessioni di differenti aree encefaliche funzionalmente coinvolte nella esecuzione di varie performance. L'fMRI indaga le modificazioni di segnale del tessuto encefalico indotte dalle variazioni perfusionali e di ossigenazione che si verificano nella sostanza grigia durante differenti stati funzionali (riposo/attività). Tali modificazioni sono rivelate con RM grazie alle variazioni che il transito nel letto vascolare encefalico di una sostanza para-magnetica è in grado di indurre sul rilassamento trasversale T2 degli spin protonici tissutali in prossimità dei capillari e mediante l'impiego di sequenze GE T2*-pesate. Due principali tecniche di studio sono state utilizzate: la prima, più complessa, richiede l'iniezione di un bolo di Gadolinio ed il monitoraggio, mediante sequenze eco-planari, del suo primo passaggio nel letto capillare encefalico; la seconda, realizzabile anche con magneti per uso clinico, utilizza come mdc para-magnetico endogeno la desossi-emoglobina e registra le variazioni di ossigenazione ematica correlate allo stato di attività corticale (tecnica BOLDc — Blood Oxygenation Level Dependent contrast). La nostra esperienza è stata effettuata con un magnete superconduttivo da 1,5 T, adottando la tecnica BOLDc e sequenze GE FLASH con TE lungo. Sono stati sottoposti ad indagine 19 volontari ed effettuati 11 studi di attivazione della corteccia motoria e 13 studi di attivazione della corteccia visiva. In 10 studi di attivazione motoria e 10 studi di attivazione visiva è stata osservata una buona o sod-disfacente variazione areale del segnale, localizzata nella regione corticale coinvolta dal paradigma di attivazione. Uno studio di attivazione motoria e 3 studi di attivazione visiva sono invece risultati insoddisfacenti, non essendosi riscontrata alcuna variazione di segnale o, quando presente, non essendo stato possibile attribuirla ad alcuna regione corticale di interesse. La RM, metodica che attualmente fornisce al Neuroradiologo le migliori informazioni anatomo-strutturali sul SNC, sta estendendo il suo campo di indagine, prima esclusivo appannaggio della Medicina Nucleare, ad alcuni aspetti delle funzioni cerebrali, avvantaggiandosi, rispetto alla SPET ed alla PET, in qualità delle sue prerogative di più elevata risoluzione spaziale e temporale, di assoluta innocuità, di rapida integrazione delle immagini funzionali con quelle anatomiche e di minori costi.
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Colafranceschi, Daniela, et Joan Nogué. « Abitare l’intangibile : paesaggio e spazio pubblico ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 2 (27 janvier 2022) : 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Résumé :
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Fontanella, Elena. « Figure dell'ibridazione. La dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 106–14. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056018.

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Al fine di comprendere in che termini si possa parlare di ibridazione nel campo architettonico, in ‘Figure dell'ibridazione: la dialettica delle opposizioni nell'ibrido architettonico e urbano' si ripercorrono casi studio, appartenenti a diversi tempi e contesti, nei quali si evidenzia la compresenza di diverse categorie spaziali, di caratteri tipologici e livelli tecnologici, come il risultato di un'operazione assimilabile a quella dell'ibridazione, per come questa viene definita in ambito scientifico. Si riconosce all'ibrido la capacitŕ di conciliare gli opposti, di integrarli in un risultato arricchito proprio dalla dialettica tra condizioni antitetiche, e, attraverso una selezione di riferimenti alla cultura di progetto, si ragiona sulle coppie dialettiche individuate: sull'ibridazione di spazio aperto ed edificato, pubblico e privato, sulla mixité funzionale in opposizione alla separazione e alla specializzazione delle funzioni, sul rapporto tra architettura e natura e infine su quello tra architettura e scultura.
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Zanini, Enrico. « I luoghi di sosta : funzioni, spazi, contesti ». Antiquité Tardive 24 (janvier 2016) : 81–90. http://dx.doi.org/10.1484/j.at.5.112614.

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de Polo, Renato. « La Bomba. Fornari e la speranza futura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 14 (septembre 2010) : 69–80. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014006.

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La ricerca di Fornari ha utilizzato i concetti di negazione e proiezione sul nemico per "spiegare" la guerra. Lo schema kleiniano delle due posizioni difensive legittima sia l'attacco all'altro come nemico (posizione schizoparanoide) sia la sua impossibilitŕ (posizione depressiva) a causa dei conseguenti, inevitabili, sensi di colpa. Nel setting individuale tramite l'elaborazione transferale e contro-transferale tale schema interpretativo sembra funzionare. Il suo trasferimento nell'analisi dei rapporti internazionali rivela tutta la sua impotente problematicitŕ. La soluzione fornariana di superare le difficoltŕ indicate con la relazione tra il livello di significazione infantile e quello adulto (doppia referenza) non č del tutto adeguata se si riflette sui limiti di sense making universale. Si puň avanzare una nuova prospettiva: il desiderio č minacciato dal timore di perdere "la primordiale armonia" depositata nella memoria nostalgica della relazione intrauterina. Un'ipotesi salvifica č connessa al linguaggio: attraverso esso scovare il conflitto e dare spazio alla costruzione di un discorso sul trauma e generare spazi nei quali il desiderio possa trovare soddisfazione piů facile nel mondo quotidiano.
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De Nisco, Alessandro. « Ambiente urbano, qualitÀ del servizio e behavioral intentions : uno studio esplorativo in un centro storico italiano ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 165–86. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004010.

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Il paper propone un modello di analisi finalizzato a verificare la relazione tra alcune categorie di stimoli ambientali tipicamente presenti nelle aree urbane (design esterno, layout e funzionalitÀ degli spazi e design interno), la qualitÀ del servizio complessivamente percepita dai consumatori e i relativi output in termini di intenzioni di acquisto e desiderio di permanenza. Gli elementi costitutivi del modello sono basati sulla letteratura sul retailing e il servicescape. Le relazioni ipotizzate tra i costrutti sono sottoposte a verifica empirica attraverso un'indagine empirica condotta nel centro storico di Benevento. I risultati evidenziano che due elementi dell'ambiente urbano (layout e funzionalitÀ degli spazi e design interno) esercitano un'influenza significativa sulla percezione della qualitÀ dei servizi erogati nell'area e che tale percezione, a sua volta, č positivamente correlata agli output attesi. Viene infine discussa la collocazione del paper all'interno della letteratura esistente e le relative implicazioni per il management dei centri urbani.
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Dezio, Catherine. « Verso un'infrastruttura materiale e immateriale per la Bioregione ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 32–36. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093005.

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L'idea bioregionale sottende un progetto di ricomposizione dei paesaggi di bordo che, ripristinando flussi, funzioni ecologiche, relazioni e identità, realizza un tessuto connettivo e attivatore. Tale tessuto agisce tramite interventi locali, caratterizzati da strumenti e linguaggi multidisciplinari e transcalari. Secondo quest'ottica, gli spazi rappresentano entità che si attivano attraverso una dimensione relazionale, di natura sociale, politica, economica, culturale, dai risvolti spaziali. Pratiche di modificazione, forme di regolamentazione, politiche di governo, gesti e usi, immaginari urbani e rurali concorrono, in forma plurale, alla generazione di spazi che sono il prodotto di questa molteplicità. È, quindi, attraverso questo quadro bioregionale che possiamo rileggere spazi, azioni progettuali e relazioni come elementi di una rete.
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Dematteis, Giuseppe, et Emanuel Cesare. « Morfologia, funzioni, identità : per una descrizione geografica degli spazi urbanizzati ». Méditerranée 77, no 1 (1993) : 103–6. http://dx.doi.org/10.3406/medit.1993.2822.

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Appell, J. « Sull'interpolazione di operatori nonlineari noncompatti in spazi di funzioni integrabili ». Rendiconti del Seminario Matematico e Fisico di Milano 58, no 1 (décembre 1988) : 115–26. http://dx.doi.org/10.1007/bf02925235.

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Pettenati, Giacomo. « La Bicocca : centro per la metropoli o quartiere per la cittŕ ? » ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104006.

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Il Progetto Bicocca ha trasformato radicalmente una porzione consistente della Milano industriale, insediando funzioni residenziali, universitarie e direzionali in un'area dismessa nel cuore della cittŕ. Il seguente contributo ripercorre la storia di questo controverso intervento, soffermandosi a descriverne le principali caratteristiche in termini di forma urbana, funzioni e presenza di spazi pubblici. Si vuole in particolare sottolineare come gli esiti di questa importante trasformazione urbana abbiano coinciso solo in parte con le attese che diversi attori, pubblici e privati, riponevano su di essa, in particolare per quanto riguarda la creazione di un nuovo "centro in periferia" auspicata da Vittorio Gregotti, realizzatore del masterplan relativo all'intera area.
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Nicosia, Manuela, et Valentina Pappalardo. « Lo spazio urbano come oggetto di osservazione : valenze simboliche e aspetti funzionali ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 97 (mai 2012) : 100–114. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097008.

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Résumé :
Il lavoro č il risultato di un'esperienza osservativa che ha preso le mosse dall'ipotesi iniziale di Piazza della Loggia a Brescia come luogo turistico. L'osservazione del contesto fisico-sociale ha permesso di individuarne due funzioni sociali, una fruitiva (connessa ai diversi soggetti: turisti, abitanti e immigrati) ed una simbolica legata alla celebrazione della memoria collettiva, e allo stesso tempo una debole valenza di "piazza", intesa come spazio di socializzazione.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani et P. Cozza. « Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Résumé :
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Procentese, Fortuna, Silvia Scotto di Luzio et Alfredo Natale. « Convivenza responsabile : quali i significati attribuiti nelle comunità di appartenenza ? » PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (mars 2012) : 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002003.

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Résumé :
La ricerca verte sul significato attribuito alla convivenza responsabile nei contesti locali ed č finalizzata a comprendere la discrepanza tra i cambiamenti culturali relativi alla ridefinizione del ruolo di cittadino e le prassi volte al raggiungimento del benessere sociale. A tal fine sono stati raccolti gli scritti di 73 studenti universitari. Dall'analisi tematica degli elaborati sono emerse le dimensioni strutturanti la rappresentazione locale di convivenza ed i diversi fattori determinanti la costruzione di azioni pro-sociali. Si evidenzia un non riconoscimento di spazi di condivisione e di negoziazione. In particolare prevale la mancanza di quel sentimento di fiducia che sviluppa interdipendenza costruttiva, funzionale alla convivenza responsabile.
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Del Popolo, Martina. « Gli spazi di corte della signoria di Isabella di Castiglia in Sicilia (1470-1504) ». Studia Historica. Historia Medieval 39, no 2 (12 novembre 2021) : 51–78. http://dx.doi.org/10.14201/shhme3925178.

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Résumé :
Isabella di Castiglia ricevette pro Camera delle città della Sicilia orientale, su cui ostentò la piena giurisdizione. Questi territori, mai visitati dalla loro signora, furono sede di una complessa macchina istituzionale e amministrativa che si impiantò su scala locale in stretta connessione con la curia centrale. La creazione di una corte a Siracusa e le manifestazioni di potere dei palazzi e dei castelli dove risiedevano i più alti ufficiali della signoria erano infatti i modi in cui si materializzava e si rendeva visibile il suo dominio nel patrimonio di sua pertinenza. In questo studio, si esaminano gli spazi in cui si muovevano questi funzionari e le cure prestate dalla sovrana a queste strutture.
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Barbera, Marzia. « Trasformazioni della figura del datore di lavoro e flessibilizzazione delle regole del diritto ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 126 (juillet 2010) : 203–55. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2010-126001.

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Résumé :
Il saggio analizza le trasformazioni subite dalla figura del datore di lavoro a seguito dei grandi mutamenti economici e sociali che hanno interessato l'ultima parte del secolo scorso, nonché le risposte che il diritto del lavoro ha dato a questi mutamenti. Viene, dapprima, descritta la disarticolazione dello spazio interno dell'impresa, con i processi di frammentazione ed esternalizzazione del ciclo produttivo, che hanno dato nuova centralitŕ alla questione di chi sia il datore di lavoro; e, successivamente, la disarticolazione spaziale esterna, dovuta all'allargarsi dei confini del mercato su scala transnazionale, che ha determinato un'accresciuta scelta da parte del datore del diritto che governa il rapporto di lavoro. Il saggio descrive poi come il diritto del lavoro ha affrontato le conseguenze di tali processi, ed in particolare la disarticolazione delle responsabilitŕ datoriali e la creazione per il datore di nuovi ambiti di immunitŕ nell'esercizio dei propri poteri. Le nuove tecniche di tutela impiegate sono prevalentemente di tipo relazionale, intervengono, cioč, in relazioni nelle quali diritti e doveri delle parti non sono interamente determinati a priori, e lo fanno attraverso strumenti quali l'adozione di criteri di attribuzione funzionale delle responsabilitŕ datoriali fra diverse entitŕ economiche e attraverso varie forme di bilanciamento di interessi, mediate dalle clausole generali e dai principi di eguaglianza e ragionevolezza. Ne risultano un'accentuata flessibilizzazione delle regole giuridiche e un tasso piů elevato di incertezza e imprevedibilitŕ del diritto, ma anche la scoperta di nuove funzioni dei principi e dei diritti fondamentali.
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Cappello, Sonja, et Linda Manzone. « Farmer's market : una nuova forma di socialitŕ metropolitana ». SOCIOLOGIA DELLA COMUNICAZIONE, no 43 (septembre 2012) : 190–202. http://dx.doi.org/10.3280/sc2012-043013.

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Résumé :
All'interno del campo di indagine sul consumo e le reti sociali, contesti che sembrano assumere un particolare rilievo sono i farmer's markets, ovvero i mercati contadini, luoghi nei quali vengono messi in vendita prodotti ortofrutticoli, direttamente dal produttore al consumatore. La finalitŕ principale della ricerca č stata comprendere le ragioni alla base della presenza e della durata nel tempo dei farmer's market e le relazioni sociali che si instaurano all'interno di questi luoghi. Questi mercati, infatti, non costituiscono solamente luoghi in cui si scambiano merci, ma questo scambio assume un significato sociologicamente rilevante, tale da ricondurre i visitatori a tornare. E si caratterizzano come spazi di convivialitŕ, dove il consumo non č piů solamente inteso come un atto funzionale e alienante, ma un tempo riconquistato al piacere e alla socialitŕ.
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Bocca, Antonio, et Romina D’Ascanio. « Urbanisme transitoire : progetti al presente per costruire strategie al futuro ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 27–44. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003003.

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Résumé :
I processi di rigenerazione urbana restano, talvolta, legati ad interventi migliorativi a livello energetico e sismico dei singoli edifici. Tali pratiche appaiono ancora poco efficaci sulla rifun-zionalizzazione degli spazi pubblici "in attesa", sull'inclusione sociale e sulla costruzione di relazioni e di reti a livello territoriale. La Francia, negli ultimi quindici anni, ha avviato progetti di Urbanisme Transitoire intesi come facilitatori per lo sviluppo delle città e dell'identità loca-le. Tale approccio, contando su programmi pluriennali a progressiva implementazione e di mixité funzionale, sostiene la nascita di comunità collaborative in ambienti di condivisione estremamente flessibili e ricchi di offerta culturale e creativa. Se opportunamente declinate, le potenzialità del modello francese genererebbero, anche in Italia, progettualità in grado di inno-vare ambiti urbani con bassa qualità dell'abitare e scarsa coesione sociale.
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Panero, Cinzia, Carmen Calabrese, Cristina Campanale, Milena Vainieri et Sabina Nuti. « Esternalizzazione e centralizzazione dei processi di approvvigionamento : risultati e criticitÀ dell'esperienza degli Estav nella sanitÀ toscana ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 2 (juin 2010) : 103–28. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-002006.

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Résumé :
Le opportunitÀ ed i vantaggi derivanti dall'esternalizzazione e dalla centralizzazione dei processi aziendali, evidenziati in letteratura nel contesto privato, sono riscontrabili anche nel contesto sanitario pubblico? L'articolo si propone di compiere una prima valutazione dei risultati raggiunti in Toscana con l'introduzione degli ESTAV, la cui istituzione č avvenuta per razionalizzare, a livello sovra-aziendale, le funzioni tecnicoamministrative ed in particolare gli approvvigionamenti. Valutando i risultati raggiunti in termini di efficienza e di efficacia, viene evidenziato come tale esperienza presenti, pur con ampi spazi di miglioramento, risultati indubbiamente positivi e assimilabili a quelli presenti nel contesto privato.
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Cortese, Fulvio. « Le politiche scolastiche a livello regionale : quale autonomia ? » ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2020) : 79–88. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001005.

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Résumé :
Il contributo è diviso in tre parti. Nella prima si descrive brevemente il riparto delle funzioni legislative e amministrative di Stato e Regioni in materia di istruzione, con qualche cenno alle competenze delle autonomie speciali e facendo riferimento alle interpretazioni svolte dalla Corte costituzionale. Nella seconda parte si illustrano i contenuti della legislazione regionale attualmente vigente, con esemplificazioni concernenti gli interventi normativi approvati in alcune Regioni ordinarie. Nella terza parte si traggono alcune conclusioni, evidenziandosi, nell'ordine: lo stato di scarso sviluppo delle politiche scolastiche territoriali, anche in relazione ai difetti di attuazione della riforma costituzionale del 2001; la tradizionale e persistente attinenza di quelle politiche ai temi del diritto allo studio; la difficile interazione tra le politiche regionali e quelle statali pur presupposte al buon funzionamento della rete scolastica; la ricerca da parte delle Regioni di spazi alternativi di manovra, per recuperare maggiore capacità di indirizzo nel contesto dell'esercizio di funzioni amministrative concernenti altre politiche (anche di matrice europea).
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Borelli, Guido. « Urbanizzazione ‘creativa' e modo artistico di produzione dello spazio. Due casi milanesi ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 90 (septembre 2010) : 49–88. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090005.

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Résumé :
Utilizzando come terreno d'indagine i ‘quartieri creativi' che proliferano nella cittŕ e tenendo sullo sfondo la letteratura piů in voga sull'argomento, il saggio utilizza alcuni insegnamenti di Henri Lefebvre entro un approccio di urban political economy, con l'intento di dimostrare che i ‘quartieri creativi' possono essere considerati non soltanto come uno spontaneo pot-pourri urbano di edifici, cortili, strade e di un fitto network di relazioni sociali ed economiche, ma anche come un terreno soggetto agli interessi delle maggiori forze sociali, economiche e politiche. Dal resoconto di due ‘quertieri creativi' milanesi emerge come la specializzazione e la diversificazione funzionale dell'organizzazione urbana siano diventate uno strumento attraverso il quale i developer riescono a esercitare un influsso consistente nella trasformazione spaziale delle cittŕ.
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Brachet, Julien. « Migrazioni (trans)sahariane. Territorialitŕ e socialitŕ dei migranti in transito nel Niger del nord ». MONDI MIGRANTI, no 2 (octobre 2009) : 31–46. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002003.

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Résumé :
Nel Sahara, i migranti africani lungo la loro strada per la Libia o l'Europa sviluppano una forma specifica di territorialitŕ basata sulla paura della "diversitŕ" e dell'"esterioritŕ" dell'ambiente geografico che transitano. Le costruzioni territoriali che sono il risultato di questo contribuiscono alla trasformazione del modo in cui tali spazi di transito funzionano cosě come alle attivitŕ che hanno luogo in queste oasi e le infrastrutture che emergono come risposta al crescente traffico trans-sahariano. L'analisi della territorialitŕ e della socialitŕ dei migranti durante il loro arrivo e permanenza in Agadez e durante il loro passaggio successivo attraverso l'Erg del Ténéré permette di studiare come i flussi migratori che passano attraverso il Sahara lasciano la loro imprint socio-spaziale su queste oasi di transito.
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Costantini, Dino. « Metamorfosi dell'integrazione. Dalla non-discriminazione al razzismo ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 41 (septembre 2011) : 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041004.

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Résumé :
Il termineha cominciato a essere impiegato nel nostro paese con riferimento all'integrazione sociale di gruppi minoritari solo a partire dagli anni sessanta, per sostituire il concetto ormai logoro di. Prendendo in esame le piů recenti normative italiane ed europee l'articolo mostra come le nuove politiche disegnino un ritorno, al di sotto di una terminologia rimasta immutata, alla concettualitÀ assimilazionista. Questo ritorno, in controtendenza rispetto alla progressiva giuridificazione e proceduralizzazione dell'appartenenza messa in moto dall'emergere nel secondo dopoguerra della politica dei diritti umani, sembra spingere le nostre societÀ politiche indietro verso una pericolosa ri-sostanzializzazione del concetto di cittadinanza in un processo che, lungi dall'aprire spazi di convivenza culturalmente plurali, sembra condurre concretamente verso una sempre piů spregiudicata e discriminante selezione migratoria funzionale a perpetuare quella sistematica inferiorizzazione economica e simbolica degli immigrati in cui consiste e di cui si nutre il razzismo istituzionale europeo.
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Michetti, Giovanni. « “Il mondo come puzzle” ». DigItalia 15, no 1 (juin 2020) : 26–42. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00002.

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Résumé :
Le nuove tecnologie offrono nuove e potenti possibilità di descrizione dei beni culturali nel web, contribuendo a rinnovare la natura, le funzioni e gli obiettivi dei tradizionali strumenti per la rappresentazione e la gestione del nostro patrimonio culturale in ambiente digitale. In particolare, il confronto con il catalogo nel web richiede un cambio di prospettiva: il catalogo non è una semplice enumerazione sulla base di modelli convenzionali e regole sintattiche che definiscono un paradigma ove non c‘è alcuno spazio per l‘anomalia, bensì una narrazione che attribuisce un senso ad una molteplicità di singolarità. Occorre cioè bilanciare da una parte il criterio ordinativo e le inevitabili rigidità imposte da linguaggi e modelli formali, dall‘altra l‘esigenza di dare spazio a prospettive e modelli diversi.
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Rotili, Marcello. « Forme e funzioni dello spazio urbano in Campania nella tarda antichità ». Hortus Artium Medievalium 23, no 2 (juillet 2017) : 708–28. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.5.113758.

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Verde, Serena. « Lomé : attori e processi di una transizione democratica ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 67–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126004.

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Résumé :
Nel quadro del recente dibattito che ha animato gli studi sull'evoluzione degli spazi urbani in Africa nel XXI secolo, questo studio intende analizzare le specificitŕ proprie alle dinamiche socio-spaziali della cittŕ di Lomé. In particolare ci si concentrerŕ sulle inedite relazioni tra Stato, cittadinanza e territorio createsi all'indomani della turbolenta transizione democratica dei primi anni Novanta. La Conferenza Nazionale del 1991 ha visto da una parte l'affermazione di una societŕ civile determinata ad occupare spazi e funzioni sempre piů importanti all'interno delle dinamiche cittadine. Allo stesso tempo, i disordini politici e le violenze che ne seguirono hanno scosso profondamente la cittŕ di Lomé. Il processo di frammentazione socio-spaziale prodottosi in questo ultimo periodo ha portato alla ribalta nuovi attori sociali, che hanno saputo instaurare un peculiare rapporto col territorio della capitale togolese, assumendo un ruolo importante nella governance territoriale. Frutto di una ricerca sul campo effettuata tra il 2007 e il 2008, questo contributo intende mostrare come i mutamenti politici degli anni Novanta abbiano permesso, seppur parzialmente, di delegare il governo della cittŕ ad attori sociali prima emarginati, quali i giovani, le donne e le associazioni. Si vuole porre inoltre in evidenza come la rappresentazione stessa della cittŕ sia cambiata, grazie al lavoro di una stampa vivace e sempre piů indipendente.
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Saruis, Tatiana, et Leonardo Catena. « Le politiche socio-assistenziali in Italia, tra discrezionalitŕ istituzionale e discrezionalitŕ operativa ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juillet 2012) : 145–60. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-002009.

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Résumé :
La riorganizzazione del Welfare ha visto una redistribuzione di funzioni, compiti e spazi di autonomia decisionale tra livelli istituzionali, organizzazioni ed attori. In Italia, questi processi hanno interessato sia il versante della programmazione delle politiche, sia quello della loro effettiva realizzazione. La combinazione tra le indicazioni normative e le specificitŕ regionali e locali hanno dato vita ad un sistema di Welfare territorialmente diversificato. L'assunzione del principio di sussidiarietŕ e di una prospettiva di governance porta con sé dilemmi irrisolti, che definiscono esiti differenziati, anche potenzialmente divergenti. Sono numerosi ed interessanti gli interrogativi che sorgono intorno alla possibilitŕ di bilanciare i principi di autonomia ed equitŕ e di contenere gli "spazi" di una discrezionalitŕ che si po- trebbe definire "istituzionale". Il rischio č di sancire dal punto di vista istituzionale squilibri subnazionali e diseguaglianze fra i cittadini. Nell'area delle politiche sociali, dove l'esigibilitŕ dei diritti appare, per molti versi, ridotta, si combina una spesso rilevante discrezionalitŕ "operativa", affidata agli attori preposti alla complessa fase dell'implementazione. In un quadro normativo dai tratti incerti ed indefiniti, sostenuto da risorse spesso contenute, si intrecciano competenze, organizzazioni e professionalitŕ, nell'affrontare bisogni complessi ed in rapida trasformazione. In un mutevole bilanciamento tra specificitŕ ed equitŕ delle prestazioni, flessibilitŕ e garanzia dei servizi, diritti, eccezioni ed emergenze.
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Galdieri, Michela, et Diana Carmela Di Gennaro. « Rethinking the didactic-educational space : suggestions for promoting school inclusion ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 308–21. http://dx.doi.org/10.36253/form-12609.

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Résumé :
The central role played by space within the educational field, considered as a prerequisite for action, redefines the didactic experience through the meanings of design and organization, implying a systemic relationship between teacher, learner and contexts. The aim of this paper is to reflect upon the meanings of space, spatiality, accessibility and the opportunity to prepare educational and didactic places in which the inclusion of each and every one can be promoted, including pupils with complex communication needs. Indeed, for those pupils the absence of language, a partial or not very functional use of language can represent a limitation to well-being, an obstacle to activity and an impediment to participation to school context. Ripensare lo spazio didattico-educativo: suggestioni per promuovere l’inclusione scolastica. Il ruolo centrale dello spazio in ambito educativo, inteso come presupposto dell’azione, riconfigura l’esperienza didattica nei significati di progettazione e di organizzazione, implicando una relazione sistemica tra docente, discente e ambiente. L’obiettivo di questo lavoro è di riflettere sui significati di spazio, spazialità, accessibilità e sull’opportunità di predisporre luoghi dell’educazione e della didattica nei quali favorire l’inclusione di tutti e di ciascuno, ivi compresi, gli alunni con bisogni comunicativi complessi (BCC) nei quali l’assenza del linguaggio, un uso parziale o poco funzionale può costituire una limitazione al benessere, un ostacolo all’attività e un impedimento alla partecipazione nel contesto scolastico.
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Bucchetti, Valeria. « Pubblica utilità : nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione ». i+Diseño. Revista científico-académica internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 14 (5 décembre 2019) : 133. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2019.v14i0.7088.

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Résumé :
Il progetto WeMi. La città per il welfare costituisce il fulcro di questo contributo poiché si offre come caso paradigmatico per compiere, ex post, alcune riflessioni sul terreno disciplinare del Design della comunicazione e, più specificamente, del Design della comunicazione per il welfare.Si tratta di riflettere su nuovi e vecchi compiti del Design della comunicazione, sulle responsabilità e funzioni del Design della comunicazione per il Welfare, considerando le sfide progettuali e le Insidie che la trasformazione, guidata dal ruolo assunto dalla Rete e dai media digitali, impone a questo campo del progetto. Ma anche di soffermarsi sul modello di società che si intende promuovere, interrogandosi sui modi più adeguati per favorire spazi di incontro, tra designer della comunicazione e istituzioni pubbliche, sul piano delle comuni responsabilità culturali.
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Tulli, M., S. Bondi et M. Bussi. « Voluminous laryngeal schwannoma excision with a mini-invasive external approach : a case report ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 3 (juin 2017) : 242–44. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1234.

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Résumé :
Gli schwannomi laringei sono una variante estremante rara dei tumori benigni della laringe. Riportiano il caso di un voluminoso schwannoma localizzato nella regione sopraglottica, con coinvolgimento dello spazio pre-epiglottico e paraglottico superiore. I segni e i sintomi di presentazione di tale tumore e le principali caratteristiche radiologiche riscontrabili alla TC e alla RMN sono descritte dettagliatamente. Pur non permettendo una diagnosi certa, tali caratteristiche, tipiche ma non esclusive dello schwannoma, sono importanti per sospettare il tumore in fase preoperatoria. La diagnosi definitiva necessita comunque dell’esame istologico e immunoistochimico, ottenibile mediante biopsia escissionale. Nello specifico descriviamo l’utilizzato nuovo approccio open mini-nvasivo che consente di ottenere la exeresi completa del tumore, con un ottimo outcome funzionale.
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Montecchi, Leonardo. « Variazione del setting nella psicoterapia di gruppo dovute alla pandemia da covid19 ». Revista de Psicoterapia 33, no 121 (1 mars 2022) : 157–72. http://dx.doi.org/10.33898/rdp.v33i121.1129.

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Questo articolo si concentra sugli effetti prodotti dalla pandemia/ sindemia sul setting dei gruppi psicoterapeutici. Dopo avere descritto il concetto di gruppo e di gruppalita' intesa come stato di coscienza modificato e come vissuto intenzionale e non intenzionale, si sofferma sulle condizioni di passaggio dalla situazione di aggruppamento in cui la gruppalita non è cosciente di se, al gruppo in cui la gruppalita' prende coscienza. In oltre si mostrano le variabili indipendenti che favoriscono questo passaggio cioè il compito, lo spazio, il tempo e i ruoli/ funzioni. In conclusione vengono descritti gli effetti di cambiamento del setting dovuti alla pandemia, soprattutto in relazione allo spazio, in tre gruppi. Il primo si svolge nel Centro Osservazione e Diagnosi della comunità di Vallecchio, in provincia di Rimini. Il secondo è un gruppo di apprendimento. Il terzo e' un gruppo di psicoterapia.
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Barioglio, Caterina, et Daniele Campobenedetto. « Coding Turn. Regole, forme e funzioni nella città contingente ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 18–19. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098002.

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Questa introduzione presenta i contributi del servizio e descrive il contesto di ricerca nel quale gli studi qui presentati sono stati sviluppati. I contenuti sono elaborati da ricercatori del Future Urban Legacy Lab, centro interdipartimentale del Politecnico di Torino, coinvolto nella revisione al Piano regolatore generale della Città di Torino. Il servizio descrive alcuni esiti di questa ricerca, che si pone in relazione con soggetti pubblici e privati nel campo della trasformazione dello spazio fisico, includendo riflessioni sulla stratificazione di alcune regole urbane nella storia della città europea e sulla codifica della città ordinaria e delle sue modificazioni, ma anche esempi di applicazione delle azioni proposte per il miglioramento del sistema di regolazione.
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Pastore, Gerardo. « Elementi per una Governance del lifelong learning : il modello dei Circoli di studio ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (novembre 2011) : 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004008.

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Da oltre un decennio studiosi, politici ed esperti discutono di democrazia partecipativa e si impegnano nella teorizzazione di modelli diin grado di aumentare le possibilitŕ decisionali dei cittadini. Da qui la diffusione delle cosiddette "best practices" politiche, amministrative, sociali volte a superare quel deficit democratico che sembra caratterizzare le societŕ contemporanee e a contrastare i dilaganti atteggiamenti antipolitici, oltre che antisociali. Nell'articolo si individua una comunione di intenti fra pratiche partecipative, cittadinanza attiva e il piů ampio processo di costruzione della societŕ della conoscenza. A partire dalla considerazione del ruolo strategico delsi propone un approfondimento monografico sui circoli di studio, in quanto pratica formativa chiamata a giocare funzioni chiave nella costruzione della cittadinanza attiva e nella realizzazione di spazi per la promozione della partecipazione e della cultura democratica.
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Cassani, Cristiano, Elena Giudici et Silvia Rota. « "Viaggio alla ricerca delle parole per raccontare una storia... anche sempre la stessa, ma con parole diverse" ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 15 (décembre 2010) : 83–124. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015009.

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Michele De Lucchi racconta che la presenza di due maestri come Ettore Sottsass e Achille Castiglioni gli ha permesso di coniugare il disegno alla riflessione, insegnandogli da un lato l'importanza di fissare sulla carta l'idea quando giunge nella mente e dall'altro l'amore per il dialogo e l'ironia che fa crescere le idee per farle diventare progetti. La duplice influenza del mondo anglosassone e del mondo latino, che il suo studio ha sempre voluto avere, consente di mantenere separati o di unire, a seconda delle esigenze, momenti razionali e momenti istintivi: un team internazionale mantiene in equilibrio i due aspetti del fare progettuale. Il processo di costruzione di un'architettura, che spontaneamente porterebbe subito a una risoluzione formale, deve invece essere condotta lungo i binari della definizione funzionale, distributiva, degli spazi e dei percorsi. L'insegnamento č stato intrapreso da Michele De Lucchi come mezzo di sintesi e definizione del proprio metodo progettuale. Il nuovo modello che egli vuole trasmettere č quello dell'uomo artigiano, descritto da Richard Sennet: nel lavoro che svolge il progettista deve mettere un impegno personale che lo conduca alla gratificazione emotiva.
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Lorenzetti, Anna. « Amministrazione penitenziaria, Volontariato, Terzo Settore ». Società e diritti 8, no 15 (11 janvier 2023) : 105–27. http://dx.doi.org/10.54103/2531-6710/19680.

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Résumé :
Lo scritto analizza il ruolo del terzo settore e del volontariato nel contesto dell’amministrazione penitenziaria. A partire dalle origini, passando dal dibattito in assemblea costituente, si ripercorre l’evoluzione normativa che ha riconosciuto un sempre maggiore spazio all’intervento del volontariato che il terzo settore può inverare. Trattandosi di un momento di grande fermento normativo, alla luce di alcune recenti riforme, tra cui la c.d. Riforma Cartabia, lo scritto precisa rischi e potenzialità del terzo settore in un contesto peculiare quale quello volto ad accogliere – in termini simbolici e pratici – chi sia privato della libertà personale, collocandoli nel quadro costituzionale. Sono in particolare i principi di solidarietà, di pari dignità, il principio personalista e il finalismo rieducativo a deporre per un sempre maggiore spazio del terzo settore nel contesto penitenziario, ferma restando la necessità di marcare una distanza rispetto a ruoli e funzioni dell’amministrazione pubblica, anche al fine di evitare che risultino non visibili le vistose inefficienze nei servizi trattamentali.
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Colasanto, Michele. « Forza e debolezza del nuovo welfare ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 29–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117003.

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Il paradigma del welfare state attivo, se non opportunamente contestualizzato, conduce ad alcune aporie. La prima č legata al lavoro inteso come carattere determinante del nuovo welfare: l'accesso all'occupazione puň anche essere considerata un'opportunitŕ e non un diritto, ma solo se tale opportunitŕ si caratterizza come effettiva. Inoltre, l'obiettivo dell'occupabilitŕ non č proponibile in termini puramente funzionali: non occorre solo l'occupazione, ma una occupazione valutabile positivamente per il soggetto. Una seconda aporia deriva dal peso dato all'apprendimento continuo e alla formazione come fattori di protezione e risorsa per l'occupabilitŕ. La formazione č condizionata da fattori di carattere normativo, organizzativo, finanziario e anche contrattuale per il lavoro dipendente, dalla motivazione individuale, che č fortemente correlata al livello di istruzione. Occorrono politiche di attivazione che mettano insieme lavoro, formazione, assistenza, partecipazione civile e politica: per dare spazio a una maggiore responsabilizzazione degli individui e delle famiglie, tenendo conto di come cambiano i corsi di vita.
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Di Francesco, Michele. « Gli ingredienti dell'io ». PARADIGMI, no 1 (avril 2010) : 143–52. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001012.

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Résumé :
La riflessione contemporanea sulla coscienza si č concentrata sul problema dei qualia, assumendone il carattere fondamentale e sottolineandone la natura di hard problem. Senza voler sottovalutare la rilevanza di questo problema per temi quali la tenuta del fisicalismo o la natura del nesso psicofisico, č sorprendente come uno spazio molto minore sia stato dedicato a un fenomeno altrettanto complesso e problematico, quello dell'auto-coscienza umana. Prendendo spunto dal testo di Pietro Perconti, L'autocoscienza. Che cosa č, come funziona, a cosa serve, nel presente lavoro argomento come l'autocoscienza umana sollevi questioni metafisiche e scientifiche non meno cruciali di quelle associate alla spiegazione dell'esperienza soggettiva.
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Sommantico, Massimiliano. « Lapsus e sogno : vie d'accesso alla realtà psichica inconscia del legame familiare ». INTERAZIONI, no 2 (novembre 2021) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-002004.

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Résumé :
Con l'aiuto di alcuni frammenti clinici tratti da una psicoterapia psicoanalitica familiare a cadenza settimanale, l'autore cerca di mostrare come lapsus e sogno siano formazioni di com-promesso che, oltre ad adempiere funzioni strettamente individuali, possano esprimere anche l'organizzazione e il funzionamento della realtà psichica inconscia del legame fami¬liare. Il lavo-ro psicoanalitico sullo spazio psichico familiare comune e condiviso, così come sui lapsus e sui sogni portati in seduta, permetterà, a questa famiglia caratterizzata dal pre¬valere di un fun-zionamento mortifero e da un'assenza di trasmissione di senso, di iniziare un lavoro di rappre-sentazione e simbolizzazione delle origini transgenerazionali della soffe¬renza.
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