Articles de revues sur le sujet « Spazi aperti »

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Giacomel, Alessandro, Arturo Lanzani et Christian Novak. « Infrastrutture e spazi aperti attraversati ». TERRITORIO, no 54 (octobre 2010) : 47–52. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-054007.

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2

Tornieri, Stefano, et Roberto Zancan. « Educazione liquida. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 36–49. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13414.

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Résumé :
In alcune scuole si sta investendo molto sull’esperienza di apprendimento negli spazi aperti, a contatto con la natura. Il moltiplicarsi di offerte formative all’aria aperta, complementari alla scuola e alla classica gita, indicano una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del paesaggio naturale non solo come luogo del benessere ma anche come spazio educativo, in cui il corpo stesso diviene mezzo di apprendimento in quanto vivo e sensoriale, che arricchisce e completa la classica didattica in aula. Comparando alcune iniziative localizzate dell’ambito costiero nord Adriatico con esperienze nord europee più radicali si vogliono delineare nuove possibilità progettuali, in cui l’educazione all’ecologia attraverso l’esperienza del fare, del dialogare e del vivere nella natura, pone nuovi interrogativi progettuali ancora poco esplorati nei nostri territori.
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3

Lanzani, Arturo. « Spazi aperti periurbani e nuove agricolture in Brianza ». TERRITORIO, no 60 (mars 2012) : 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-060015.

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Résumé :
Brianza is a prototype of recurring situations in the relationship between residential spaces and agricultural spaces in contemporary towns and cities. Described in terms of their differences, these show the evolution of the historical landscape, the reasons for its deterioration and new planning possibilities. The simplifi ed fabric of the Vimercate countryside, the strings of woodland and built-up areas in the hills, the clearings in urban areas and the woodland and countryside of the Groane open up prospects for new and different types of urban agriculture linked to local specifi cities. The future proposed is plural and examines different relationships between agriculture, collective spaces, the redevelopment of existing settlements, choosing the path of a halt to urban growth and the reconstruction of infrastructure and landscape quality in the Brianza area.
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4

Oppio, Alessandra, Luca Forestiero, Loris Sciacchitano et Marta Dell'Ovo. « How to assess urban quality : a spatial multicriteria decision analysis approach [Come valutare la qualità urbana : un approccio di analisi decisionale spaziale multi-criteriale per gli spazi aperti pubblici] ». Valori e Valutazioni 28 (juillet 2021) : 21–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212803.

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Résumé :
From the early 1990s the quality of public space is at the centre of the Agenda of major European cities. Today, more than before, the health emergency due to the Covid-19 pandemy has pointed out the importance of the relationship among public space, quality of life and health. Public and semi-private spaces, especially in high-dense cities and in the most affected areas by Covid-19, represent a strong driver both for restarting and for helping cities to face the new normal age. Despite the advancement of research during the past two decades and empirical evidence about the relationship among quality of open spaces, quality of life and urban sustainability, there is still a lack of studies on how to measure the quality of open spaces. Among the several research lines, the Urban Design approach across its evolution has always focused on it, starting from aesthetic as well as technical issues and increasingly including the social and economic ones. Dai primi degli anni ’90 la qualità dello spazio pubblico è al centro dell’Agenda delle principali città europee. Oggi, più di prima, l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19 ha delineato l’importanza delle relazioni tra spazio pubblico, qualità della vita e salute. Gli spazi pubblici e semi-privati, specialmente nelle città densamente popolate e nelle aree più colpite dalla pandemia, sono un elemento chiave da cui ripartire per aiutare le città ad affrontare una nuova normalità e a definire una risposta alle restrizioni sanitarie. Nonostante gli avanzamenti della ricerca scientifica e le evidenze empiriche sulla relazione tra qualità degli spazi aperti, qualità della vita e sostenibilità urbana, pochi sono ancora gli studi su come misurare la qualità degli spazi aperti. Tra le diverse tradizioni di ricerca, l’Urban Design ha sempre prestato una particolare attenzione a questo tema, iniziando con aspetti funzionali ed estetici e includendo nel corso della sua evoluzione anche questioni sociali ed economiche.
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Valente, Ilaria. « La rigenerazione dei tessuti urbani marginali : costruire un percorso di ricerca tramite sperimentazioni progettuali ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 66–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059011.

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Résumé :
La ricerca progettuale che il testo introduce affronta la questione del grado di trasformabilitŕ dei tessuti, della loro demolizione, manutenzione, costruzione, consolidamento. Si intende argomentare la possibilitŕ di operare tramite una pratica di rigenerazione del margine urbano ‘aperta' e integrabile, sorretta da una consapevole e orientata descrizione del contesto a cui ancorare puntuali scritture progettuali. Gli interventi dei Dottorandi in Progettazione Architettonica e Urbana propongono alcuni modi di interpretare il tema della rigenerazione e alcune soluzioni parziali da cui muovere verso approfondimenti e comparazioni. Si tratta di strategie di intervento architettonico puntuali e tra di loro integrabili applicate al margine Ovest di Milano, dove si intende ricostituire tramite inedite connessioni la tessitura del costruito, degli spazi aperti, delle tracce preesistenti.
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Peraboni, Carlo. « Progetti di reti ecologiche. I temi dell'attuazione nei piani comunali ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 90–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058011.

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Résumé :
A partire dagli indirizzi di programmazione della Rer della Lombardia e attraverso i progetti di Rete ecologica e Rete Verde della Provincia di Mantova e del BioBaM (Biodiversitŕ nel Basso Mantovano), il contributo analizza le modalitŕ di valorizzazione fondate sulla biodiversitŕ, di coinvolgimento delle risorse per salvaguardare specie animali e vegetali presenti nelle aree rurali, dalla scala territoriale alla scala locale. Lo strumento di analisi della ‘carta delle idoneitŕ ambientali' e la costruzione di un ‘atlante degli spazi aperti' contribuiscono a sviluppare modelli interpretativi contestuali e pertinenti, capaci di cogliere le specifi citŕ del territorio e soprattutto dello spazio non costruito, da valorizzare e progettare in maniera multifunzionale e integrata nei Piani di Governo del Territorio, come nei comuni mantovani di Sermide e Felonica.
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Infussi, Francesco. « Giovanni Hanninen : "Continuità e frammentazione. Spazi aperti a San Donato" ». TERRITORIO, no 78 (septembre 2016) : 186–97. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-078022.

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Bellmunt, Jordi. « Ciudades Cambiantes : spazi aperti urbani in evoluzione per nuove città ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 140–51. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10257.

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Résumé :
La città cambia nello stesso modo in cui lo fanno anche le persone. Le vecchie città stanno lottando per la loro sopravvivenza, per il loro futuro, per essere più vivibili, più respirabili, più vicine alle persone che le abitano e, negli ultimi tempi, si stanno rilevando evidenti metamorfosi che rompono schemi, distruggono previsioni e modificano obiettivi pianificati. In un mondo in cui si presume che nei prossimi cinquant'anni oltre l'80% della popolazione vivrà in ambienti urbani, la lotta per rettificare le tendenze e per conquistare la città per il cittadino è cruciale.
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Berlingieri, Fabrizia. « Prossimità, tempi e transizione. Due indirizzi progettuali per la citt&agrave ; ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 27–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12924.

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Résumé :
Una sfida centrale, tra quelle che le città affronteranno nel futuro post-pandemico, consisterà nel riconciliare la sfera dell'abitare individuale con quella collettiva agendo sull'ossatura degli spazi pubblici attraverso una consistente modificazione dei suoi modelli.In questa prospettiva, la riflessione che il contributo propone si concentra sul necessario ripensamento di una scala intermedia per il disegno degli spazi aperti, e su modalità di intervento sempre più caratterizzate da una permanente temporalità nelle dinamiche ditrasformazione dei sistemi urbani e metropolitani.Si tratta di pratiche discrete e incrementali all'interno di un orizzonte incerto, non solo per le conseguenze della pandemia in atto, che diventa oggi un referente costitutivo dell'azione progettuale.
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Annalinda Neglia, Giulia. « Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Résumé :
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Kipar, Andreas. « Dal paesaggio all'ambiente, verso una nuova concezione degli spazi aperti urbanistica ». Ciudades, no 04 (1 février 2018) : 115. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.04.1998.115-123.

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Résumé :
“Uno dei compiti centrali dell'urbanistica non e quello di ampliare le arre edificate, ma lo sforzo di conservare lo spazio aperto.” Era probabilmente questa la frase con la quale negli anni '30 l'urbanista Schumacher convinse l'allora sindaco, poi cancelliere, Konrad Adenauer a conferirgli l' incarico di disegnare la grande cintura verde che ancor oggi di Cologna conserva.
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Bruzzese, Antonella, et Germana De Michelis. « Progettare la temporaneitŕ. Il workshop ‘Cittadella del riuso temporaneo' ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 59–64. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056005.

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Résumé :
Il contributo restituisce l'esperienza di un workshop realizzato per ripensare al riuso temporaneo di alcuni immobili e spazi aperti attraverso strategie e tattiche d'intervento temporaneo. Tre edifici in particolare sono stati oggetto di indagine: una palazzina per uffici, la ex Torre dei Modelli della Breda e il corpo di fabbrica dell'industria Vetrobalsamo a Sesto San Giovanni. L'esperienza, vissuta sul campo e all'interno di uno spazio riattivato temporaneamente, ha dato origine a spunti progettuali per possibili interventi da realizzare e riflessioni piů in generale legate al tema del riuso temporaneo come la differenza tra una temporaneitŕ ‘subita' e una temporaneitŕ ‘progettata', o ancora il tema della ‘reversibilitŕ' e della ‘flessibilitŕ' e dell'‘adeguamento'. I progetti elaborati dai gruppi di lavoro immaginano non solo soluzioni architettoniche possibili ed economicamente sostenibili, ma soprattutto modi d'uso praticabili e la possibilitŕ di appropriazione da parte di una domanda inevasa.
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Fiore, Ilaria, et Michele Baldassarre. « Ripensare gli spazi : l’educazione all’aperto come proposta per il benessere e il miglioramento dell’apprendimento degli alunni ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 137–49. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.347.

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Résumé :
Negli ultimi anni sono state svolte numerose esperienze didattiche accomunate dall’idea che gli spazi aperti siano luoghi in grado di supportare l’apprendimento dei bambini, apportando vantaggi che si riflettono sul loro benessere psicofisico e sociale (Farné & Agostini, 2014). In questa prospettiva si inserisce l’Outdoor Education (OE) che prevede percorsi da realizzare in ambienti naturali, in cui le esperienze possiedono un carattere pratico e coinvolgono gli studenti a livello sensoriale e corporeo (Malone & Waite, 2016). L’attuale sfida è quella di integrare l’OE nella pratica didattica, estendendo il concetto di aula ad altri ambienti open space, utilizzabili sia per momenti di studio sia per quelli di incontro e riflessione personale (Ceciliani, 2019). Diviene, così, necessario riflettere sulla qualità degli ambienti educativi e avvalersi di spazi in cui i discenti siano i diretti costruttori e responsabili dei luoghi che abitano (Mortari, 2008).
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Dondi, Lavinia, et Michele Morganti. « Per una citt&agrave ; compatta pi&ugrave ; resiliente : il ruolo strategico degli i ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 85–94. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12931.

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Résumé :
La pandemia ha messo in luce le fragilità della città compatta - da tempo assunta a modello di riferimento per la qualità dei suoi spazi, la sua efficienza, la vitalità e il benessere degli abitanti - specie nei tessuti edilizi più densi, poiché generalmente sprovvisti di una rete di spazi aperti di prossimità. Ma ci ha anche fatto rivolgere l'attenzione verso uno degli elementi morfologici predominanti: l'isolato e la sua corte. Seppur sottostimato in termini spaziali, sociali e ambientali, l'invaso cortilizio costituisce un potenziale prezioso per il miglioramento della resilienza urbana. Lo studio indaga tale potenziale nelle recenti esperienze europee di rigenerazione, facendo emergere cinque temi di progetto essenziali per valorizzare il tessuto connettivo semiprivato e incrementare la resilienza della città compatta, anche in relazione ai disastri naturali, crisi sanitarie incluse.
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Migliarese, Caputi Andrea. « La riqualificazione degli spazi aperti del quartiere Fabio Filzi : gerarchizzare e complessificare ». TERRITORIO, no 71 (février 2015) : 104–7. http://dx.doi.org/10.3280/tr2014-071016.

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Ronchini, Beatrice. « Le asimmetrie regolamentari nell'industria dei fondi comuni aperti ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (septembre 2011) : 423–44. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003003.

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Résumé :
L'obiettivo di livellare il terreno competitivo tra gli operatori europei del risparmio gestito non sembra ancora pienamente raggiunto. Nei diversi paesi permangono infatti alcune residue divergenze - nelle modalitŕ di recepimento e di interpretazione delle normative comunitarie, nelle prassi di vigilanza, nei regimi sanzionatori, nella regolamentazione settoriale - tali da penalizzare potenzialmente gli operatori e i prodotti sottoposti alla disciplina piů stringente. Il presente contributo si focalizza sul comparto dei fondi comuni aperti italiani e intende arricchire la letteratura sul tema passando in rassegna in ottica comparata le principali norme e prassi di vigilanza "competition sensitive" suscettibili di limitare l'attrattivitŕ di tali prodotti rispetto a quelli esteri commercializzati in Italia o rispetto a prodotti finanziari alternativi. Come noto, le asimmetrie regolamentari sono considerate una delle cause del declino attraversato nel passato recente dall'industria italiana dei fondi comuni d'investimento mobiliare. L'individuazione dei residui spazi di discriminazione competitiva di matrice normativa rappresenta la necessaria premessa per prefigurare un possibile percorso di ottimizzazione della regolamentazione.
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Musolino, Elena. « Le Iniziative di Transizione. Per un patto di cura con i territori ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 99 (novembre 2012) : 64–78. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-099007.

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Nell'articolo l'autore si concentra su un'interpretazione analitica del movimento per la Transizione, inserendolo tra le iniziative di movimento per il cibo agite secondo una dinamica locale. Dimostra poi come le Iniziative di Transizione innescano dei processi di crescita della coscienza di luogo: un esercizio comunitario in cui si concretizza un patto di cura con il territorio e l'ambiente. Le IdT sembrerebbero colmare la tradizionale distanza tra consumo e produzione in un rinnovato rapporto tra cittŕ e campagna, basato su nuove strategie di alleanza, dove leggere rapporti di co-produzione, in cui si disegnano nuovi progetti di spazi aperti.
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Esposito, Fabrizio. « La campagna abitata. Territori periferici della contemporaneitŕ tra l'urbano e gli spazi aperti ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 97 (février 2011) : 61–89. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097006.

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Résumé :
The author analyzes urban sprawl in Italian hilly areas that once were used for rural activities and he names them:. These areas are not subjected to changes while inhabitants behaviour change, no more peasant but citizens, today: from using ways of urban origin appear new meanings of the rural heritage. Esposito creates images of this phenomenon that, differently from the traditional urban images, give back to the rural areas their centrality.
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Lanzani, Arturo. « Controvento : costruire natura e fare paesaggio negli spazi aperti della urbanizzazione diffusa pedemontana ». TERRITORIO, no 47 (février 2009) : 158–75. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047018.

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Résumé :
- One first consideration is to insist on the centrality of a political commitment to the redevelopment of residual open spaces for the development of the densely congested conurbation of the Alpine foothills. Residual open spaces can be reconsidered through a profound action to renew them as nuclei and corridors with a high degree of reconstructed naturalness: like islands of urban countryside; like spaces for collective enjoyment and meeting places for populations that are ever more different; like places of quiet and slowness in noisy and fast communities. Open spaces which when transformed into green infrastructures and parks (agricultural, leisure and nature areas) can restore ecological balance and spread elements of ‘urbanity' to an urbanisation which seems to present elements of crisis today because of its low level of liveability, its environmental unsustainability, its perennial congestion, its absence of any type of care for unbuilt on land, the poverty of urban places and the more general crisis of liveability (the cause of which today is now the quantity of urbanised land). A second consideration examines the process of the reciprocal adjustment of two tendentially conflicting policies: to construct a motorway and to identify a green corridor. This reciprocal adjustment occurs both through the strategic and planning interpretation of the environmental compensations of a motorway and through a rethinking of the ‘North green Dorsal' project as an active policy and not just as a constraint.
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Mattogno, Claudia. « Frutteti ed orti tra gli spazi aperti dei quartieri della città pubblica a Roma ». TERRITORIO, no 79 (janvier 2017) : 60–66. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-079010.

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Postiglione, Gennaro. « Riuso temporaneo vs abitazioni temporanee ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 65–68. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056006.

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Résumé :
L'articolo affronta il tema riuso temporaneo sottolineando come non sia una pratica a cui fare ricorso solo quando si hanno a disposizione spazi aperti, terreni abbandonati, aree dismesse, ma una strategia operativa in grado di approcciare anche il complesso fenomeno urbano della cittŕ costruita. In particolare viene affrontato il tema dell'‘abitare temporaneo': tipologie di abitazionicontainer danno risposta facilmente e velocemente alla domanda abitativa studentesca inevasa di circa 50.000 alloggi, ma siamo sicuri del risparmio economico di tale modello rispetto a tecnologie piů tradizionali di prefabbricazione edilizia? L'autore mette in guardia sul non abusare dell'idea ‘giovani=colore=vitalitŕ urbana', ma invece di incentivare usi temporanei in aree dismesse che con poche infrastrutture possono accogliere e essere occasione per attivitŕ spontanee sportive, ludiche, ricreative.
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Olivetti, Maria Livia. « La terza via. Nuove regole per trasformare gli spazi aperti nei quartieri della città pubblica ». TERRITORIO, no 72 (mars 2015) : 40–46. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-072006.

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Arnetoli, Maria Vittoria, Irene L'Abate et Matteo Mazzoni. « Costruire nuovi immaginari per gli spazi aperti della scuola come strumento di educazione alla sostenibilità ambientale. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 50–69. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13586.

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Résumé :
Per affrontare l’attuale policrisi e costruire un nuovo equilibrio uomo-natura, la scuola si fa palestra di conoscenze altre, aprendo le proprie pareti a esperienze incentrate sulla sostenibilità ambientale e rivolte alla capacità di pensiero sistemico, trasformativo e resiliente dei futuri cittadini. Le limitazioni dovute alla pandemia da COVID-19 hanno ancor più evidenziato quanto il rapporto con gli spazi verdi sia importante in termini di salute psico-fisica e qualità dell’abitare. L’articolo presenta un’esperienza di co-design, sviluppata con un approccio interdisciplinare, che ha coinvolto gli studenti del Liceo Scienze Umane G. Galilei di Firenze nella ri-progettazione degli spazi aperti scolastici esplorando le tematiche dell’Outdoor education. L’iniziativa appartiene al progetto “Comunità Scolastiche Sostenibili” coordinato dal Laboratorio Didattico Ambientale del Parco Mediceo di Pratolino (Città Metropolitana di Firenze) in convenzione con il Centro per l’UNESCO di Firenze. To face the current polycrisis and build a new human-nature balance, the school becomes a training ground for other knowledge, opening its walls to experiences focused on environmental sustainability and aimed at the systemic, transformative and resilient thinking skills of future citizens. The restrictions caused by the COVID-19 pandemic have further highlighted the importance of the community's relationship with green spaces in terms of mental and physical health and quality of living. The article presents a co-design experience, developed with an interdisciplinary approach, that has involved the “G. Galilei” High School students in Florence in the re-design of school open spaces exploring the themes of Outdoor education. The initiative belongs to the project “Sustainable School Communities” coordinated by the Environmental Didactic Laboratory of the Medici Park of Pratolino (Metropolitan City of Florence) in agreement with the UNESCO Centre of Florence.
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La Varra, Giovanni. « Post-it City. L'ultimo spazio pubblico della cittŕ contemporanea ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 84–86. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056012.

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Résumé :
L'articolo racconta di una temporaneitŕ messa in gioco da popolazioni che si riappropriano di spazi residuali e non, reinventandoli. Lo spazio post-it č uno spazio aperto che riesce ad adottare forme differenti da quelle esclusive per le quali č stato pensato, gli spazi postit mettono in scena delle relazioni in pubblico, delle forme abitative, delle strutture di scambio e di commercio di una comunitŕ in movimento.
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Padoa Schioppa, Caterina. « La dialettica tra città aperta e città chiusa. Il quartiere San Giusto a Prato ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 130–41. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100016.

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Partendo dall'osservazione, tanto del progetto quanto della forma costruita, del quartiere San Giusto a Prato di Ludovico Quaroni, ci si interroga sulla nozione di ‘città aperta' quale alternativa spaziale e ‘politica' alla tendenza della città contemporanea di organizzarsi per nuclei segregati. Se da un lato l'illusione di vivere in assenza di relazioni contestuali degenera nella formazione di enclave, dall'altro il bisogno di confini riconoscibili resta una condizione del vivere collettivo. San Giusto, con le sue corti aperte ma capaci di definire spazi circoscritti, sembra ancora offrire, a settant'anni dalla sua concezione, una forma ‘progressista' dell'abitare, in cui morfologia architettonica e urbana concorrono a favorire relazioni dialogiche tra individuo e comunità.
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Mariotti, Ilaria, et Mina Akhavan. « Gli spazi di coworking prima e durante la pandemia covid-19 : tipologie, geografia ed effetti ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2021) : 66–84. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001006.

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Résumé :
L'avvento del digitale ha contribuito all'aumento di alternative ai luoghi di lavoro tradizionali, quali ad esempio gli spazi di coworking, dove lavoratori autonomi e dipendenti, e piccole im-prese possono avvantaggiarsi di interazione sociale e professionale al fine di ridurre i rischi di isolamento (in particolare nel caso di lavoro a domicilio) e aumentare le occasioni di incontro. La pandemia Covid-19 ha avuto un impatto negativo sugli spazi di coworking: il 21,76% de-gli spazi nel mondo ha chiuso e il 71,67% ha registrato una significativa riduzione del numero di coworker che frequentano lo spazio, i quali hanno iniziato a lavorare a domicilio. In Italia il numero di coworking chiusi nei mesi di marzo e aprile ammonta al 59,15%, mentre il 36,62% è aperto ad attività essenziali. Durante la pandemia, il numero dei lavoratori a distanza e a do-micilio è significativamente aumentato e il coworking di prossimità può rappresentare un vali-do luogo di lavoro. Il presente contributo si inserisce in questo contesto e si propone di de-scrivere le tipologie, la geografia e i principali effetti dei nuovi luoghi del lavoro prima e du-rante la pandemia Covid-19, con attenzione al caso italiano.
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Romano, Elida, et Didier Destal. « La famiglia entra in ospedale : suicidi in adolescenza ». TERAPIA FAMILIARE, no 94 (février 2011) : 156–72. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094011.

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Résumé :
Il bambino cresce in seno alla famiglia, che č il suo sociotipo principale. Nel corso della crescita, metterŕ questo sociotipo a confronto, se non in competizione, con gli altri spazi nei quali costruisce la sua differenziazione e la sua autonomia. La scuola ed il gruppo dei pari sono i principali. Nelle famiglie che incontriamo, spesso caratterizzate da una nuclearizzazione forte e disfunzionale, lo spazio familiare č danneggiato con violenza a causa di un'integrazione impossibile dell'adolescente nei suoi sociotipi esteriori. Questo danneggiamento č comune e reciproco tra l'adolescente ed il resto della famiglia. Quando il ricovero si rende necessario, deve rispettare delle modalitŕ che designano questo spazio esteriore "patologico" come un luogo in cui le competenze di ognuno, le paure, le speranze, ritrovano diritto di espressione; la prima condizione č allora che il luogo del ricovero sia un teatro di mediazione realmente aperto nella vita quotidiana a tutti i membri della famiglia senza eccezione.
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Colafranceschi, Daniela, et Joan Nogué. « Abitare l’intangibile : paesaggio e spazio pubblico ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 2 (27 janvier 2022) : 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Résumé :
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Monaco, Lorena. « Il gruppo del Ruolo : spazi e confini di un'appartenenza ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 122 (février 2013) : 13–46. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122003.

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Résumé :
All'interno del Seminario greco del 2009 organizzato da Il Ruolo Terapeutico, Sergio Erba presenta un suo scritto "La struttura della relazione terapeutica". Alcuni dei responsabili dei gruppi locali del Ruolo partecipano con il proprio contributo riferito a tale scritto. Ne nasce un importante momento di confronto e scambio all'interno del gruppo su tematiche fondamentali e ancora aperte all'interno del gruppo del Ruolo e un'occasione per cercare proposte innovative all'organizzazione interna del Ruolo Terapeutico.
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Bracchi, Paola. « Dall'ibridazione tipologica dello spazio pubblico alle fruizioni urbane ibride ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 115–20. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056019.

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Résumé :
Č ancora possibile parlare di spazio pubblico oggi? Se per spazio pubblico si fa riferimento ai modelli tradizionali di piazza, strada e parco, coincidenti allo spazio aperto, allora č possibile affermare che lo spazio pubblico č ormai obsoleto, cristallizzato in un immagine non piů rispondente alle necessitŕ contemporanee. La staticitŕ presupposta dalle figure archetipe oggi non č piů valida, tempo e spostamento sono fattori a cui il progetto deve far riferimento. Č necessaria un'innovazione tipologica dello spazio pubblico, in grado di interpretare complessitŕ, dinamicitŕ e stratificazione della cittŕ contemporanea. Tale innovazione passa indubbiamente attraverso l'ibridazione dei tipi tradizionali: un'evoluzione trasversale tra le tipologie dello spazio pubblico, tra tipologie dello spazio pubblico e spazio abitato e tra tipologie ibride ed usi urbani.
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Giudici, Diana. « Lo spazio aperto nell'agenda della Comunitŕ Europea ». TERRITORIO, no 52 (avril 2010) : 76–78. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-052013.

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Coarelli, Filippo. « Aree aperte e concezione dello spazio a Roma ». Fragmenta 1 (janvier 2007) : 25–32. http://dx.doi.org/10.1484/j.frag.2.302092.

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Coppetti, Barbara. « La dialettica tra residenza e spazio aperto nella cittŕ contemporanea : processi generativi e costitutivi ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 75–82. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059013.

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Résumé :
La dissoluzione dell'isolato tradizionale inteso come unitŕ costitutiva del tessuto edilizio, determina una nuova organizzazione urbana che modifica radicalmente la dialettica fra residenza e spazio pubblico nella cittŕ. L'edificio diventa un volume reiterabile all'interno del quartiere e lo spazio libero si svuota dei suoi caratteri specifici. Da una logica in base alla quale ad ogni spazio viene assegnato un particolare carattere riconosciuto dalla pratica, si passa ad un principio insediativo le cui parole chiave sono ritmo, sequenza, intervalli, ripetibilitŕ. Il progetto architettonico e urbano intende rimarcare il senso celato degli odierni paesaggi della mediocritŕ e ricercare nuovi modi abitativi, usi e aggiornate tipologie che diano forma a relazioni aperte capaci di tracciare i processi trasformativi alla quota del suolo pubblico.
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Peron, Irene. « Dispositivi per uno spazio aperto condiviso nel quartiere D'Annunzio ». TERRITORIO, no 71 (février 2015) : 100–103. http://dx.doi.org/10.3280/tr2014-071015.

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Valente, Ilaria, et Elena Fontanella. « Milano, margine ovest : una strategia per la riconnessione degli strati urbani ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 89–117. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059015.

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Résumé :
Nell'ambito del Laboratorio di Dottorato, le sperimentazioni progettuali hanno assunto come contesto i quartieri residenziali del primo e secondo dopoguerra collocati nel settore marginale compreso tra l'asse del Sempione e il Naviglio Grande con l'obiettivo di formulare strategie d'intervento in grado di lavorare a diverse scale e in grado di coinvolgere non solo lo spazio edificato, ma anche quello aperto e di relazione.
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López de Lucio, Ramón. « Comercio y periferia : El caso de la región de Madrid ». Ciudades, no 10 (1 février 2018) : 185. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.185-202.

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Résumé :
Le attività commerciali in Spagna hanno vissuto negli ultimi trenta anni dei cambiamenti sostanziali, accompagnati dalle trasformazioni nelle relazioni di tali attività con lo spazio urbano ed il trasporto pubblico. La città si è frammentata, le sue parti si sono specializzate e nella struttura insediativa della città diffusa sono sorte le grandi superfici commerciali extraurbane.Gli anni ottanta sono stati un periodo di transizione. A Madrid sono stati aperti dei grandi magazzini in centro e contemporaneamente dei centri commerciali nelle zone periferiche. Negli anni novanta si verifica una esplosione di grandi strutture nell’area metropolitana. All’inizio del nuovo secolo, i centri commerciali rappresentano le nodalità territoriali della regione urbana di Madrid. Nasce una nuova gerarchia dei centri urbani, influenzata dalla localizzazione di questi nuovi complessi commerciali. La presenza di queste superfici in Spagna diventa tripla rispetto a quella europea.I nuovi formati commerciali generano degli effetti sulle reti tradizionali e sulla vitalità dello spazio urbano.
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Lombardi, Marco, et Giovambattista Virga. « Porta aperta : spazio riservato a ogni commento pertinente o impertinente ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 13, Suppl. 2 (1 juillet 2001) : S63—S68. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2001.1694.

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Lombardi, Marco, et Giovambattista Virga. « Porta aperta : spazio riservato a ogni commento pertinente o impertinente ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 14, Suppl. 3 (1 avril 2002) : S63. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2002.1641.

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Fea, Alessandro. « Ripensare lo spazio aperto perturbano. Scenari per il contesto milanese ». TERRITORIO, no 60 (mars 2012) : 81–84. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-060014.

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Résumé :
This paper refl ects on the future of peri-urban outdoor spaces. A construction of a brief picture of the general background and a description of the dynamics of the regional system of which the Milan context forms part is used to formulate important questions for the purpose of imagining possible confi gurations for cultivated areas within heavily urbanised environments.
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Lombardi, Marco, et Giovambattista Virga. « Porta aperta : spazio riservato a ogni commento pertinente o impertinente ». Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 13, no 2_suppl (juillet 2001) : 63–68. http://dx.doi.org/10.1177/03949362010130s225.

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Lombardi, Marco, et Giovambattista Virga. « Porta aperta : spazio riservato a ogni commento pertinente o impertinente ». Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 14, no 3_suppl (avril 2002) : 63. http://dx.doi.org/10.1177/03949362020140s324.

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Grammatica, A., A. Bolzoni Villaret, M. Ravanelli et P. Nicolai. « Tumore fibroso solitario della laringe sopraglottica ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 3 (mai 2016) : 239–43. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-194913.

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Il tumore fibroso solitario (SFT) è una neoplasia rara, benigna, di origine mesenchimale che generalmente origina nella pleura ma che raramente può coinvolgere altre sedi al di fuori degli spazi sierosi (mediastino, polmone, fegato, tiroide); il coinvolgimento laringeo è molto raro con solo pochi casi riportati in letteratura. Riportiamo un caso di SFT in una paziente di 41 anni con coinvolgimento della laringe sopraglottica. La sintomatologia è comparsa con disfonia e modesta odinofagia da 2 anni; L’esame fibrolaringoscopico ha evidenziato una massa sottomucosa con coinvolgimento della sovraglottide di sinistra e della parete mediale del seno piriforme. L’RMN rappresenta l’esame principale per escludere altre diagnosi (schwannoma, paragangliome ed emangioma) e per una corretta stadiazione mentre l’immunoistochimica e l’analisi citomorfologica (bcl-2 e CD34 positiva nel 90% dei casi) è la base per una diagnosi definitiva. La chirurgia (endoscopica o cielo aperto) è la prima scelta di trattamento e l’obbiettivo è un bilancio tra la radicalità oncologica e la funzione d’organo; nel caso riportato l’approccio è stato a cielo aperto per il volume della massa tumorale. La prognosi è buona e solo in alcuni casi (specialmente nei SFT pleurici) il comportamento biologico del tumore può essere di tipo maligno.
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Cafagno, Maurizio. « L'evoluzione delle procedure di gara, alla ricerca di un bilanciamento tra le ragioni dell'efficienza economica e le ragioni dell'imparzialità amministrativa ». ECONOMIA PUBBLICA, no 3 (novembre 2021) : 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/ep2021-003003.

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Résumé :
Lo scritto muove dalla constatazione che studi ed osservazioni empiriche illu-strano come la disomogenea distribuzione di informazioni tra soggetti che si tro-vano a negoziare alimenta l'incertezza e concede spazio all'opportunismo, in-nalzando i costi di transazione. Calando, però, la questione strategica della miti-gazione dell'opportunismo all'interno dei tre diversi ordini di rapporti chiamati in causa dalle negoziazioni pubbliche, ossia il rapporto tra pubblica amministrazio-ne e funzionari, tra pubblica amministrazione e concorrenti e tra pubblica am-ministrazione e contraenti, possono affiorare delle prospettive legittime che, uscendo dalle strettoie della modellistica contabile familiare alla prassi giuridica , consentano di acquisire e sfruttare nuova informazione, in corso di gara, adat-tando stime e proposte e consentendo, in tal modo, di guadagnare parecchio in termini di efficienza. In definitiva ed in sintesi, teoria ed esperienza, che trovano ampio supporto ed ispirazione nel diritto europeo, inducono a pensare che l'obiettivo di innalzare efficienza e convenienza dei meccanismi di gara postula il ricorso a modelli di-versificati, aperti a gradi variabili di flessibilità. A ben vedere il diritto europeo, assumendo il patrocinio di procedure contrattuali più aperte e di criteri di bilan-ciamento più flessibili, ispirati dall'idea che la stretta sorveglianza dei funzionari e delle amministrazioni non sia la finalità incondizionatamente prioritaria, ac-credita piuttosto l'idea che gli oneri del formalismo vadano sopportati soltanto sinché si può supporre che ne discendano benefici superiori in termini di stimolo all'intensificazione degli scambi. Lo scritto approda alla conclusione che l'efficienza vada considerata alla stregua di una variabile endogena, e non esogena, rispetto alle politiche di promozione della concorrenza. Onde, sarebbe utile convalidare anche nel nostro ordinamento un criterio di libertà delle forme procedimentali, almeno per i cosiddetti contratti esclusi, che non sempre e non necessariamente siano tenute a tradursi in procedure di gara, fatta salva la possibilità di accesso alla tutela giurisdizionale per l'aspirante che dimostri di aver subito gli effetti lesivi e discriminatori della violazione dei principi generali.
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Maniscalco, Maria Luisa. « Le minoranze religiose in Europa : costruire il legame sociale in uno spazio post-secolare ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001002.

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Résumé :
La difficile costruzione di uno spazio pubblico europeo si trova oggi ad affrontare le complesse problematiche che vedono, da un lato, una radicata secolarizzazione delle societŕ europee e, dall'altro, la rinascita del fenomeno religioso anche sotto la spinta di minoranze che reclamano riconoscimento e ruolo pubblico come comunitŕ di credenti. Da questa tensione emerge l'esigenza di un dialogo, attraverso cui aiutare a costruire una piattaforma di valori comuni per una pacifica convivenza. La prospettiva post-secolare di questo articolo suggerisce di accantonare la dimensione religiosa come fonte di identitŕ di gruppo in favore di un'enfasi sulla religiositŕ come aspirazione universale al trascendimento e come legame sociale. Nello spazio pubblico europeo esistono le condizioni e i presupposti per pensare in termini di complessitŕ e di autoriflessivitŕ critica, per muoversi con creativitŕ e immaginazione in direzione di un futuro comune, per guardare alla storia e all'evoluzione delle culture (religione, costumi, stili di vita) non soltanto nella loro genesi identitaria, ma anche nel loro essere contesti aperti in cui le pratiche umane si organizzano in linguaggi, immagini, attribuzioni di significati e di simboli plurali che, seppure contrastanti, possono comunque incontrarsi e dialogare nel reciproco rispetto.
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Poccetti, Paolo. « Lingue sabelliche ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (5 mai 2020) : 403–94. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.399.

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La documentazione delle lingue sabelliche, occupanti l’area più estesa dell’Italia peninsulare, consiste di circa 1000 testi epigrafici, compresi tra il VII e il I secolo a.C., di estensione variabile da una sola lettera a circa 3000 parole,oltre a meno di 50 glosse di fonti greche e latine, che hanno trasmesso informazioni storico-culturali sulle comunità di parlanti. L’intera storia di questo gruppo di lingue è caratterizzata dalla dialettica tra unità e dalla varietà riguardo sia ai rapporti con le lingue indoeuropee d’Italia sia alle più spiccate convergenze con il latino sia ai contatti con lingue prossime (greco ed etrusco). Di conseguenza restano aperti numerosi problemi relativi alla loro definizione e classificazione e al loro impatto nella storia del latino. La dinamica tra unità e varietà caratterizza anche i rispettivi sistemi alfabetici non solo nello spazio, ma anche nel loro sviluppo diacronico.
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Coppetti, Barbara, Sandra Maglio et Andrea Fradegrada. « Lo spazio educante. Luoghi pubblici integrati per una scuola aperta e diffusa ». TERRITORIO, no 97 (janvier 2022) : 42–55. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097006.

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Pase, Andrea, Federico Gianoli, Luca De Felice, Marina Bertoncin, Michael Cherlet et Angela Kronenburg García. « Il respiro del Sahel. Rappresentazioni di uno spazio in movimento ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 1 (mars 2022) : 32–59. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13366.

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Il Sahel è un'area geografica che, nel tempo, è stato oggetto di molteplici definizioni, climatico-botaniche e politiche: i suoi limiti sono stati disegnati in modi molto diversi. Non mancano posizioni di aperta contestazione del senso stesso di questa denominazione e della relativa delimitazione. Il lavoro proposto prova a immaginare una cartografia capace di rappresentare il movimento incessante di condizioni, limiti e possibilità che caratterizza questa fascia posta fra il Sahara e le umide regioni sudanesi, rendendo la definizione areale del Sahel – allo stesso tempo – possibile e fluida. Si tratta però di ripensare dalle fondamenta, dal loro ‘dato per scontato', alcuni attrezzi usuali della rappresentazione cartografica, ad esempio il concetto di ‘isoieta' per identificare le aree climatiche o di ‘confine' per racchiudere giurisdizioni politiche. Conoscenze provenienti dal fieldwork e competenze nell'elaborazione di dati satellitari e georeferenziati convergono in questo percorso di analisi e di rappresentazione.
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Galdieri, Michela, et Michele Domenico Todino. « Promote Assistive and AAC technologies during Covid-19 ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 215–29. http://dx.doi.org/10.36253/form-10189.

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The Covid-19 health emergency has produced a rethinking of education and training systems based on open and flexible physical spaces and remote communication channels; however, socialization processes and virtual relational exchanges are still possible and at the same time authentic. Moreover, the use of telecommunication technologies augment efforts to find a new way to organize educational spaces when it is not possible to share physical space and virtual spaces must be used. Starting from the role of assistive technologies in European policies, this work presents a case study about the inclusive perspective of corporeality and action in teaching-learning process and described an experience done in a third grade class of a primary school in Rome where a teacher used an eye communicator with GRID3 software and tools of Augmentative Alternative Communication with a student with complex communication needs, main goal of this activity was to create an inclusive and sharing path for each scholar done in distance education. Promuovere le tecnologie assistive e la CAA al tempo del Covid-19. L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha sollecitato un ripensamento dei sistemi educativi e formativi quali dimensioni aperte e flessibili in cui formarsi, spazi nei quali i canali di comunicazione a distanza hanno reso possibile processi di socializzazione e scambi relazionali virtuali ma non per questo meno autentici, luoghi della didattica in cui favorire gli apprendimenti mediante l’uso di tecnologie che hanno consentito di raggiungere risultati anche in assenza di condivisione di uno spazio fisico. Il lavoro presenta una riflessione sul ruolo delle tecnologie assistive nelle politiche europee, sul potenziale inclusivo della corporeità e dell’azione nei percorsi di insegnamento-apprendimento e propone la descrizione di un’esperienza svoltasi nella classe terza di una scuola primaria romana dove, in presenza di un’alunna con gravi difficoltà comunicative, la didattica ha previsto l’uso del comunicatore oculare con software GRID3 coniugato alle pratiche e agli strumenti propri della Comunicazione Aumentativa Alternativa, con l’obiettivo di creare un percorso inclusivo e partecipativo per ciascun alunno, seppure a distanza.
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Guglielmo, Matteo. « Dinamiche politiche e regimi di conflitto nella Mogadiscio contemporanea ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 17–36. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126002.

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Résumé :
La guerra civile in Somalia si protrae ormai da diciotto anni, cambiando spesso attori, interessi e caratteri. A causa di essa, le sue cittŕ sembrano essere mutate, non tanto in seguito alla definizione di politiche urbane ufficiali, ma piuttosto seguendo linee imposte dal conflitto stesso. Mogadiscio, capitale della Repubblica Somala dal 1960, č uno dei centri che ha risentito maggiormente dei cambiamenti politici e sociali post- 1991, adattando i suoi spazi e confini ai processi di scontro e, conseguentemente, di mobilitŕ forzata che continuano a contraddistinguere l'intero paese e la sua popolazione. Cosě, la geografia del conflitto ha finito col trasferire i suoi caratteri nella stessa conformazione urbana della capitale, trasformando profondamente quartieri, mercati, spazi e, al tempo stesso, aprendola a nuovi centri di potere e di autoritŕ i quali, seppur brutali e illiberali, sembrano comunque aver registrato un certo grado di successo. In tale contesto, i processi di globalizzazione hanno trovato campo fertile: Mogadiscio č diventato uno dei centri economici piů dinamici del Corno d'Africa, aperto non solo ai mercati regionali, ma anche a quelli arabi, i cui vettori principali si sviluppano tutt'oggi attraverso l'asse Dubai-Mogadiscio. Questo articolo si propone di fornire uno spaccato sulle dinamiche politiche e sociali che hanno contraddistinto la capitale somala dallo scoppio della guerra civile nel 1991 ad oggi, cercando di individuare non solo i suoi mutamenti fisici e strutturali, ma anche di identificare gli attori che ne hanno determinato i nuovi assetti economici e di potere.
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Aristone, Ottavia. « Paesaggi del mutamento : le colline adriatiche dell'appoderamento ». TERRITORIO, no 96 (septembre 2021) : 67–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-096006.

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Résumé :
Le colline adriatiche conservano paesaggi agrari di pregio. Storie, geografie ed economie hanno caratterizzato la campagna e gli insediamenti. Le recenti trasformazioni dello spazio aperto ridefiniscono la relazione tra la campagna e la natura sulla base di processi di abbandono e riscritture del paesaggio agrario; mutamento che riguarda anche i luoghi dell'abitare. Il contributo, per costruire le proprie evidenze, assume ambiti areali a progressiva specificazione: il radicamento nella regione, la collina adriatica e le specializzazioni successive. A partire dagli assetti consolidati e dall'attuale riuso, il focus sulle colline della provincia di Chieti ne approfondisce i caratteri anche in relazione ad esperienze innovative che declinano esternalità e coesione sociale.
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