Thèses sur le sujet « Spazi aperti »

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1

Giani, Martino. « Un progetto per le mura di Bologna : antichi frammenti e nuovi spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Il progetto, partito da una ricerca storica della città di Bologna e della nascita della terza cinta in particolare, si è poi soffermato sull'analisi dello stato attuale delle mura. La problematica principale emersa è stata la frammentarietà dei resti. Quello che manca è una visione unitaria di questo spazio, che fino all'inizio del secolo scorso era il limite che marcava la città rendendola distinguibile dalla campagna. Da qui è nata l'idea del progetto a scala urbana: ripensare lo spazio dei viali di circonvallazione, anticamente occupato dal fossato, e di conseguenza cambiare radicalmente l'organizzazione della viabilità, riducendo la carreggiata adibita al traffico automobilistico. Operazione, questa, possibile solamente con l'introduzione di un servizio di trasporto pubblico efficiente quale il tram. In questo modo è stato possibile ricavare uno spazio, a ridosso delle mura, dedicato al verde. La scelta del verde è stata dettata dalla volontà di riportare alla memoria la distinzione tra città e campagna. Il progetto è proseguito poi a scala architettonica. Come area di progetto ho scelto un'area particolarmente importante per la città di Bologna: piazza XX settembre e la zona dell'autostazione. In quest'area specifica la criticità maggiore è la presenza dell'autostazione, edificio che compromette la visibilità del muro storico. Da questa motivazione è scaturita l'ipotesi di spostarla in zona fiera. Anche per il progetto architettonico sono partito da una ricerca storica dell'area: sito di particolare interesse storico in quanto per ben cinque volte vi è stata eretta una fortezza papale che è sempre stata abbattuta dai bolognesi, in nome di un senso civico di forte autonomia che ha sempre contraddistinto i cittadini. Proprio dalla suggestione di quest'idea sono partito per la formulazione del progetto architettonico. Ho pensato quindi ad uno spazio aperto, un teatro in legno, dedicato ai cittadini e alla loro cultura.
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2

Isidori, Giulia. « Il paesaggio urbano tra ferrovia e città. Progetto di spazi aperti a Viserba ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5347/.

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Résumé :
La presente tesi prende avvio all’interno del Laboratorio di Sostituzione di tessuto urbano del professor Antonio Esposito. Il tema è quello, diventato sempre più attuale negli ultimi decenni, della relazione tra gli spazi delle infrastrutture ed il paesaggio urbano. Gli spazi della mobilità finiscono per diventare degli spazi di risulta che anzichè creare dei collegamenti, vocazione principale delle infrastrutture per la mobilità nello specifico, diventano delle fratture all’interno della città, che dividono anzichè unire. L’area di intervento è a Viserba, località balneare nelle vicinanze di Rimini, caratterizzata da una crescita del tessuto urbano esponenziale sviluppatasi interamente nell’ultimo secolo, ma il problema interessa tutte le località sulla costa romagnola, tagliate in due dal passaggio della ferrovia. Il nuovo piano strategico del Comune di Rimini si pone il problema di offrire, finalmente, alla città un sistema della mobilità che consenta di fare a meno dell’automobile non a causa di meri divieti, ma per l’esistenza di valide alternative di trasporto che, consentendo eguale efficacia nella mobilità, riportano ad una più giusta dimensione relazionale le funzioni dell’abitare e del vivere città e territorio. Nella prospettiva di liberare dal mezzo privato la fascia turistica del litorale e di allentare la pressione automobilistica sulle periferie, il tracciato della ferrovia assume ancor più il valore di asse centrale distributivo per il sistema di trasporto pubblico di massa. Condizione fondamentale è che la permeabilità fra le zone a mare e a monte della ferrovia sia incrementata, attraverso la creazione di adeguati ed ampi attraversamenti urbani (non semplicisottopassaggi) che si appoggino ad “una trama verde” di percorsi e spazi di ricucitura della città con il suo mare. Questo è il contesto in cui si inserisce il progetto, che quindi risulta essere di grande attinenza alla contemporaneità.
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3

Tattara, Sabina <1972&gt. « Architettura e paesaggio : un progetto per gli spazi aperti lungo il fiume Panaro ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7960/1/sabina%20tattara%20tesi.pdf.

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Résumé :
Il progetto di Dottorato indaga i territori di pianura della provincia di Modena lungo il fiume Panaro, in particolare le architetture che sono scomparse. La ricerca si svolge all'interno del progetto Progetto Emilia la conservazione della memoria dell'Università di Bologna nell’ambito del Dottorato in architettura, con la supervisione del Prof. Matteo Agnoletto. La tesi si prefigge di creare una mappa di quelle che erano le architetture legate al fiume Panaro e che ora sono scomparse o modificate o dimenticate. La mancanza di corrispondenza tra l'immagine odierna del fiume e quella che doveva essere fino a due secoli fa, ha reso necessaria la scomposizione stratigrafia degli elementi che compongono il territorio e che hanno per passi successivi composto un nuovo paesaggio che necessita di nuovi inserimenti.
In the contemporary world the progressive expansion of the urban settlement is closely linked to the disappearance of the rural and fluvial landscape. The abandonment of traditional economic infrastructures, in particular those directly or indirectly related to fluvial transport, has challenged the morphological equilibrium of the areas surrounding the river, has changed their physical conformation, their being perceived as a fluvial landscape. The fluvial environment is a typical common good and, once redesigned with new functionalities, can play a positive role and promote the construction of synergistic relationships between human settlements and the environment. This research is grounded on the medium course of the Panaro River. Our project place new importance to the river that is now back at the center stage, as a very important element of the environment preservation and a positive element of the bio-region for the Regione Emilia Romagna. The thesis project aims at strengthening the identity of the area along the river and at finding new functionalities that make the river interact with the inhabitant of the nearby cities and play a renewed environmental function. The “river architectures” that is, those buildings which were built in the territory to meet the needs of water-related activities, and that made up the key points of the socio-economic development of the area and that were scattered throughout the course of the river bed, become references points to be investigated looking at the whole water route with a comprehensive outlook.
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4

Sirri, Marco. « Abitare le unità di vicinato nel quartiere "Barca" di Bologna. Riqualificazione degli alloggi e degli spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
La presente Tesi di Laurea, sviluppata nell’ambito del laboratorio di laurea “Architettura sostenibile”, affronta il tema della rigenerazione del tessuto, in particolare degli alloggi e degli spazi aperti nella zona sud del quartiere Barca a Bologna di Giuseppe Vaccaro. L’area oggetto di studio presenta edifici di interesse documentale del moderno (art. 57 RUE Bologna), essendo parte di un importante piano di edilizia pubblica del dopoguerra. Il quartiere viene realizzato tra il 1957 e il 1962 nell’ambito del Programma di Coordinamento di Edilizia Popolare Cep da un gruppo di progettisti coordinato da Giuseppe Vaccaro, durante il secondo settennio del Piano Fanfani, seguendo le disposizioni dimensionali dell’INA-Casa. A scala urbana, i temi trattati nella Tesi comprendono il riassetto della viabilità carrabile e ciclopedonale, del trasporto e del verde pubblico. A scala architettonica, la Tesi tratta la riprogettazione degli spazi comuni e del verde, degli alloggi, la riqualificazione energetica degli edifici, la sopraelevazione di alcuni di essi. Con l’obiettivo di rispondere alle criticità emerse in fase di analisi, il progetto pone particolare attenzione alla ricucitura del tessuto urbano, all’adeguamento degli edifici, alle nuove esigenze degli abitanti del quartiere, all’efficientamento energetico e alla riconoscibilità dell’intervento. A livello architettonico, lo studio è stato svolto su una unità di vicinato rappresentativa, ma la logica progettuale è replicabile anche sulle altre, essendo il tessuto residenziale formato da un edificio tipo, variamente aggregato a comporre le unità di vicinato.
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Palmisano, Rosalia. « Abitare le unita di vicinato nel quartiere ?Barca ? di Bologna. Riqualificazione degli alloggi e degli spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23432/.

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Résumé :
Frutto della collaborazione di un gruppo di progettazione coordinato dall’architetto Giuseppe Vaccaro, il quartiere Barca viene realizzato tra il 1957 e il 1962 nell’ambito del Programma di Coordinamento di Edilizia Popolare (CEP) in un’area periferica della città di Bologna in prossimità del fiume Reno, in risposta all’esigenza di reperire nuovi alloggi economici. Il quartiere, pensato come una “città giardino”, prevedeva la realizzazione di diverse tipologie di residenze integrate con aree verdi pertinenziali e una serie di dotazioni pubbliche inserite nel contesto urbano, realizzate solo in parte. In risposta alle problematicità riscontrate durante la fase di analisi, la tesi affronta il tema della riqualificazione energetica e della riconnessione del tessuto residenziale delle unità di vicinato ad H e degli spazi verdi adiacenti, posti nella zona sud del quartiere. A scala urbana, il progetto prevede un riassetto della mobilità carrabile, dolce, ciclabile; la rivalorizzazione delle aree verdi limitrofe, il giardino “Guido Horn d’Arturo” e la fascia di rispetto dell’elettrodotto; a scala architettonica gli interventi riguardano il retrofit energetico, la riconfigurazione degli alloggi esistenti per rispondere alle odierne esigenze abitative, la sopraelevazione degli edifici e la riconfigurazione delle aree comuni di pertinenza, con l’obiettivo di definire un sistema sinergico tra spazi interni ed esterni.
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6

BARBAREWICZ, PIOTR BRONISLAW. « Il ritmo aperto : oggetto e spazio : la figurazione astratta nella cultura architettonica polacca ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1991. http://hdl.handle.net/11578/278153.

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7

D'Addazio, Danila <1986&gt. « Spazio aperto al molteplice musicale : Laboratorio Musica nell’estetica di Luigi Nono. Per una pratica culturale innovativa e critica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3764.

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Résumé :
Il presente lavoro propone una lettura alternativa della vicenda musicale di Luigi Nono, partendo dalla vexata quaestio del suo impegno politico, che per lungo tempo lo ha ancorato a interpretazioni tendenziose e assolutamente riduttive della complessità della sua opera e figura d’intellettuale del Secondo Novecento. L’analisi, in seguito a una sommaria introduzione alla biografia artistica del compositore, passa a delineare l'orizzonte filosofico, ideologico e politico del compositore engagé, per poi focalizzarsi su tematiche evocate dalla rivista “Laboratorio Musica”, diretta dal compositore alle soglie degli anni Ottanta. Si tratta di una fonte almeno parzialmente inedita, di cui è stato condotto per la prima volta uno spoglio integrale, reso consultabile in appendice alla tesi. La collaborazione di Luigi Nono all’esperienza editoriale, programmaticamente aperta al superamento delle schematizzazioni accademiche di genere, è esaminata alla luce della curiosità onnivora manifestata dal compositore verso realtà musicali estranee - se non lontanissime - rispetto all'avanguardia colta, dal pop al folklore. La trattazione si spinge a sondare i confini labili tra i generi musicali codificati e i modi di fruizione e ricezione della musica, fino all’epoca attuale, suggerendo una via critica e consapevole per chi opera nel mondo dell’arte, in un convergere di atteggiamenti “attivi” da parte sia del creatore che del suo pubblico. Nelle conclusioni, si discute la possibilità di considerare quella noniana come un’estetica inclusiva, piuttosto che confinata nell’elitarismo tipico dell’avanguardia postweberniana.
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8

Paveggio, Francesca. « Lo spazio aperto per l'infanzia a Bologna. Esperienze significative del secondo dopoguerra e riqualificazione del villaggio INA-Casa di Borgo Panigale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13642/.

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Résumé :
Il percorso di tesi propone di indagare lo spazio pubblico aperto destinato a l’infanzia nella città di Bologna. Questo luogo si definisce in maniera chiara nel secondo dopoguerra sviluppando teorie e metodologie importanti che hanno avuto ripercussioni nel mondo di oggi. A partire dalla loro ricerca ed analisi sono state individuate figure internazionali e non, urbanisti e tecnici importanti che sono stati di riferimento per i progettisti bolognesi: da Aldo van Eyck a Lady Allen of Hurtwood, da Cesare Chiodi a Giorgio Rigotti. La ricerca inoltre ha individuato nel quartiere residenziale, ed in particolare nei villaggi di edilizia popolare (dal 1945 al 1975), la sede principale di questi luoghi, cosa che ha portato a redigere delle schedature per ognuno di questi della città di Bologna, ponendo l’attenzione sugli spazi destinati ai bambini. Tra i diversi villaggi residenziali, quello INA-Casa di Borgo Panigale è stato uno tra i primi edificati nella città, esso, per lo stretto contatto con la natura, per la presenza di servizi per l’istruzione, per la diversità sia culturale che naturale che accomuna i bambini che lo abitano e per il degrado individuato, è stato ritenuto il più idoneo per proporre un progetto di riqualificazione urbanistica attento al piccolo utente. L’analisi paesaggistica naturale, delle infrastrutture e dei servizi hanno portato ad individuare tre principali punti d’intervento: il percorso delle stagioni, il centro dell’incontro ed il parco dei sensi. In ognuno di questi, concetti come percorsi sicuri, aree di crescita, educazione all’aperto, contatto con la natura, luoghi di divertimento, di socializzazione ed integrazione sono stati alla base della progettazione. La tesi infine ha voluto mostrare come non occorra bambinizzare la città per renderla a misura dei più piccoli, ma alcuni accorgimenti possono farla diventare a loro piacevole e fonte di stimoli senza escludere la fruizione delle altre tipologie d’utenti.
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9

BOTTA, VALERIO. « Prossimità. La reinvenzione dell'architettura e il caso di Vrin ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306018.

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Résumé :
Obiettivo della tesi è l’investigazione delle opportunità offerte in chiave compositiva dalla reinvenzione della preesistenza. Quest’ultimo termine è utilizzato per descrivere due ambiti spaziali che incidono sulla progettazione. Il primo di questi inerente al tessuto antropico presente alle origini di un processo di reinvenzione, il secondo riguardante lo spazio non costruito. Anche la natura è stata quindi intesa come parte di una preesistenza. Tali ambiti sono stati osservati nella loro stratificazione, come risultato di un processo di sviluppo secolare, in grado di esprimere un’evoluzione attraverso l’architettura. Per comprendere la profondità di analisi compositiva raggiungibile durante un processo di reinvenzione si è scelto di osservare, come strumento investigativo, un progetto di rigenerazione spaziale sviluppato presso quello che era il comune di Vrin, tra le Alpi svizzere, in cui venne proposto un piano di rivitalizzazione volto alla valorizzazione del contesto esistente. Tale piano coinvolgeva diversi ambiti professionali subordinati al progetto architettonico che ebbe un ruolo principale. La supervisione del progetto fu affidata all’architetto Gion A. Caminada che condusse il lavoro dalla scala territoriale a quella del dettaglio. Per comprendere e poi documentare questa fase operativa, così ampia e diversificata, si è deciso di osservare una caratteristica spaziale preminente nei tessuti dei villaggi che componevano l’ex- comune, con cui il progetto di reinvenzione si è confrontato in tutte le sue scale. La caratteristica spaziale presa in analisi è quella riguardante il ruolo d’intermediazione dello spazio aperto e pubblico nei villaggi interessati. Un’area che si interfaccia, sia con il terreno che circonda gli agglomerati, sia con i fabbricati che definiscono questi ultimi. Uno spazio che ha interessato diversi momenti del progetto e a cui è stata dedicata particolare attenzione, soprattutto nel villaggio capoluogo dell’ex-comune, anch’esso di nome Vrin. In una fase di analisi successiva si è cercato di comprendere come il progetto di rigenerazione abbia inciso sulla forma concreta dello spazio aperto d’intermediazione alle varie scale d’intervento. L’ipotesi della tesi è che attraverso l'analisi delle opere effettuate a Vrin sia possibile osservare come la reinterpretazione di alcuni elementi caratterizzanti un contesto possa restituire al territorio una rinnovata spazialità, in continuità con la preesistenza e in grado di soddisfare le esigenze dell’individuo contemporaneo. Tuttavia l’esperienza di Vrin in sé non sarebbe stata sufficiente a stimolare un'analisi così configurata e infatti sono un insieme di condizioni particolari ad aver reso tale esperienza emblematica rispetto al tema della reinvenzione architettonica. In primo luogo occorre ricordare le dinamiche sociali tramite cui il piano di rivitalizzazione si è sviluppato. Il progetto di rigenerazione di Vrin venne promosso da diverse associazioni, sostenute dall’amministrazione comunale che consentì una libertà d’azione altrimenti impossibile. Ciò permise di sviluppare una pianificazione a diverse scale architettoniche, partendo dalla definizione di interventi a scala “regionale” fino ad arrivare al dettaglio architettonico. Allo stesso tempo la reinvenzione di un contesto ai margini della civilizzazione urbana come Vrin consente di riflettere nuovamente sul campo d’azione definito dal tema del ripristino e del riuso. Un ambito che non riguarda unicamente monumenti o architetture dal valore storicamente riconosciuto, ma che può interessare anche contesti periferici, sia geograficamente che culturalmente. Contesti che possono trarre valore proprio dalla loro condizione di marginalità.
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10

VENUTA, MARIA LUISA. « La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Résumé :
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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VENUTA, MARIA LUISA. « La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Résumé :
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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QUATTRONE, SAVERIA DANIELA. « Il sistema degli spazi aperti nel progetto paesaggistico della metropoli contemporanea europea ». Doctoral thesis, 2008. http://hdl.handle.net/2158/592503.

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PILI, SILVIA. « Frammentazione e perdita di spazi aperti nelle metropoli mediterranee : indici e metriche del paesaggio quali strumenti di analisi e per la valutazione di scenari di pianificazione resiliente ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/11573/1266173.

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Résumé :
This thesis highlights the relevance of the landscape ecology analysis as a tool for planning the resilience of the metropolitan areas in relation to the processes of loss and fragmentation that are impacting on the open spaces. The research is focused on the Mediterranean region where an ever-growing alteration and fragmentation of the natural and semi-natural environments, as consequence of rapid urban and infrastructural expansions, is observable at multiple scales. For this reason, the thesis supports two main hypotheses: namely that planners should led more effective plans of resilience to the abovementioned processes monitoring the evolution of the metropolitan landscapes through several metrics and indices provided by the discipline of the landscape ecology; nevertheless, these analytical tools should be part of more integrated analysis with the aim of sustaining or restore the landscape services, on which all the species depend. The work is divided in four chapters as explained below. Firstly, a bibliographic recognition of the historical trajectories that have generated the metropolitan and the post-metropolitan forms is proposed. In order to debate the ways to resolve the socio-ecological critical points emerging from the model of unlimited growth that have guided their evolution, several alternative models (such as socio-metabolic models and bioregional approaches) are taken into account. The second chapter illustrates (i) some basic European directives concerning environmental conservation, (ii) some examples of green infrastructure’s planning and (iii) some case studies of urban and peri-urban agriculture in the Mediterranean region. The third chapter takes into account the potentials and the practical opportunities provided by landscape metrics and indices for the analysis of the processes of fragmentation and loss of the open spaces. Several research approaches (es. MuSIASEM or Energy-Territory Integrated Analysis) are illustrated and the case of the metropolitan urban planning of Barcelona is presented. Finally, in the fourth chapter, an original explorative analysis of the recent dynamics of lost and fragmentation interesting the metropolitan areas in the Mediterranean bioregion is presented. The study was carried out considering the CLC land use data in a multi-temporal perspective (1990-2012), through the elaboration of a set of metrics and indices referred to a representative number (97) of metropolitan areas. This set was employed for several objectives: to evaluate the urban and infrastructural expansion’s features; to identify examples of landscape fragmentation impacting on the ecological connectivity; to illustrate the recent loss of landscape functions; and, finally, to develop a proposal of a GIS-based method allowing the identification of critical areas needing priority -and multi-disciplinary- intervention with the aim of supporting and restoring the landscape ecological functionality.
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CARLESI, PIERNICOLA. « Il progetto urbano come “opera aperta”. Riferimenti teorici e prassi operative ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592740.

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FREDIANI, DANIELE. « Paesaggi della città convessa. Lo spazio aperto della modernità tra natura e abitare ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1592435.

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Résumé :
Questa ricerca si occupa dello spazio aperto della città convessa, vale a dire quella particolare condizione della modernità caratterizzata da un piano libero sul quale gli oggetti architettonici si collocano autonomamente. La domanda da cui prende le mosse è se davvero il pensiero urbano del Novecento sia l’esito di un implacabile desiderio di tabula rasa, o se piuttosto gli architetti di questa fase cerchino il proprio contesto di riferimento in un rinnovato rapporto con la natura, ricodificando i modelli insediativi fin nella loro texture costitutiva. Con un ribaltamento del punto di vista, che metta al centro dell’attenzione lo “spazio tra le cose” piuttosto che le cose stesse, si vedrà come il “progetto della natura”, lungi dall’avere funzione riempitiva di un campo isotropo e indeterminato sia, al contrario, una componente fondamentale della costruzione urbana, in grado di orientare e condizionare la forma della nuova città-territorio. Attraverso alcune realizzazioni significative – il QT8 di Piero Bottoni, Decima di Luigi Moretti, la Cité des Courtillères di Émile Aillaud e Lafayette Park, progetto americano di Mies, Hilberseimer e Caldwell – si tenterà di comprendere come la città possa essere progettata a partire da un’idea molto forte di spazio aperto, il quale già negli anni Cinquanta è informato di acquisizioni teoriche mature e strumenti operativi capaci di guidare, a monte, il progetto della città. Alcune categorie critiche sono messe a sistema per portare alla luce un’inaspettata costellazione di figure spaziali ricorrenti. L’obiettivo è tracciare delle linee di senso che, dallo spazio aperto della modernità, conducono fino alle più recenti acquisizioni sul progetto di paesaggio. In effetti, se si guarda alle posture contemporanee del “fare paesaggio”, si possono osservare non pochi punti di contatto.
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BOZZA, FRANCESCA. « Inclusive Design e Progetto urbano. L'applicazione allo spazio aperto pubblico del centro storico di Roma ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1364998.

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Résumé :
La tesi ambisce ad individuare una metodologia di approccio al progetto dello spazio pubblico e a formulare dei parametri per l’analisi dell’esistente, utili anche alla formulazione di princìpi progettuali. La ricerca si propone di approfondire, nell’ambito dello spazio confinato e del contesto urbano, l’esperienza multisensoriale. Questa tematica viene indagata nella Parte I attraverso lo studio della letteratura architettonica e delle attuali ricerche sulla disabilità. La Parte II della tesi propone una chiave di lettura di 25 casi studio, illustrando progetti virtuosi su territorio nazionale ed internazionale. L'ultima parte della tesi illustra la sperimentazione di un modello di analisi partecipata. La ricerca sul campo è stata condotta su alcuni tratti del Centro storico di Roma, coinvolgendo utenti dalle diverse esigenze. Obiettivo della fase operativa è la sperimentazione di un'indagine nel contesto urbano attraverso il sistema di mappatura partecipata, condotta sulla base di strumenti valutativi della progettazione inclusiva. Nell’indagine dello spazio fisico e della sua accessibilità, la tesi contribuisce all’individuazione di quei parametri utili alla lettura dello spazio fisico e alla mappatura dell’accessibilità del centro storico di Roma. La ricerca sperimenta inoltre una mappatura degli stimoli percettivi con il contributo della disciplina psicologica nel rilevamento di dati oggettivi e soggettivi. Infine, la ricerca pone una base cartografica ed un'interfaccia per lo sviluppo di un'application per sistemi mobili basata sulle mappature e i parametri valutativi elaborati nell'ambito della ricerca.
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STAZI, LEA. « Periferia non periferica. Progettare la città reale : Roma resiliente ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1600615.

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Oggi la città necessita di un tipo di progettazione multidisciplinare che si avvalga di un metodo trasversale per coinvolgere realtà e maestranze pubbliche e private le quali tendono a lavorare per compartimenti stagni, non condividendo saperi e decisioni, producendo inevitabilmente, molteplici soluzioni e pareri, spesso anche discordanti tra loro. Insieme agli attori delle politiche locali, agli architetti e agli urbanisti che sono chiamati a trovare risposte differenziate in relazione ai contesti territoriali in cui operano, questo cambio di prospettiva orientato ad un pensiero non solo multidisciplinare, ma anche transcalare, è necessario per rinnovare la visione su una città densamente abitata, come quella periferica e che presenta disagi sia in termini di servizi, sia in quelli di mobilità che di coesione sociale.
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TURCHETTI, GAIA. « Ventilazione naturale nella città storica. Metodologie e strumenti per la valutazione speditiva del fattore ventilativo per il miglioramento delle condizioni di comfort dello spazio aperto ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1639370.

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Résumé :
L’analisi del fattore ventilativo riveste un ruolo interessante per la comprensione delle condizioni di comfort dello spazio urbano. Partendo dalla porosità dell’organismo architettonico, si è voluto incentrare l’attenzione su potenzialità e limiti della ventilazione naturale, analizzandone con occhio critico possibili ricadute progettuali in relazione ad uno specifico campo di indagine: la città storica. Proprio in questi brani di città, che oggi risultano essere quelli maggiormente vulnerabili dal punto di vista climatico, si deve parlare di ventilazione e di sfruttamento delle potenzialità di raffrescamento, lavorando in equilibrio quasi statico tra l’invarianza di un tessuto da tutelare e le possibili libertà progettabili. Dalla rilettura critica di conoscenze già acquisite all’esperienza sul campo, il lavoro di ricerca propone una calibrazione ed integrazione di metodi e strumenti operativi per una sistematizzazione metodologica ed operativa sul tema della ventilazione in questo specifico ambito urbano in vista di una possibile azione progettuale. Non linee guida, ma uno strumento speditivo di supporto nelle prime fasi di analisi e valutazione dell’intervento, capace di fornire una immediata verifica pratica degli assunti teorici, che si dimostri iterabile (ripetibile con facilità su realtà differenti), implementabile nel tempo e soprattutto flessibile (adattabile all’eterogeneità del reale).
The analysis of the wind factor plays an interesting role in under-standing the comfort conditions of urban space. Starting from the porosity of the architectural organism, it was decided to focus attention on the potential and limits of natural ventilation, analyzing with a critical eye possible design effects in relation to a specific field of investigation: the historical city. Precisely in these parts of cities, which today are the most vulnerable from a climatic point of view, we must talk about ventilation and exploitation of the cooling potential, working in an almost static balance between the invariance of a fabric to be protected and the possible designable freedoms. From the critical reinterpretation of already acquired knowledge to the field experience, the research work proposes a calibration and integration of methods and operational tools for a methodological and operative systematization on the theme of ventilation in this specific urban area aiming to a possible design action. Not guidelines, but a supporting instrument in the early stages of analysis and evaluation of the intervention, able to provide an immediate practical verification of theoretical assumptions, which proves to be iterable (easily repeatable on different realities), implementable over time and above all flexible (adaptable to the heterogeneity of reality).
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Soleti, Rene'. « Architettura del limite e costruzione del vuoto nell’opera di Polesello, architetto veneziano. Progettare con l’assenza nella città costruita, archetipi e forme ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/11589/241580.

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Résumé :
La ricerca indaga il ruolo che svolge il vuoto architettonico nella ri-composizione della forma urbana. Lo studio delle opere poleselliane, in particolare quelle che lavorano su una città specifica, permette un’indagine di confronto sulle ragioni urbane o d’interpretazione critica dell’esistente, rapportandosi sempre con lo spazio aperto. Esse in fondo sono determinate da istanze figurative e da assunzioni progettuali di natura formale, ad un’interpretazione personale e creativa della struttura urbana di Venezia. Si evidenziano come i valori figurativi della città storica possano diventare vero e proprio materiale per la creazione di nuovi progetti, strumenti attraverso i quali rivestire di significati più profondi l’azione trasformativa dell’architettura. Rileggere i progetti dell’architetto friulano, dai vuoti che emergono da essi, sono rappresentativi sia di un’idea di città che di un modo di approcciarsi al progetto e allo spazio urbano. Un modo che appartiene ad una scuola (quella veneziana) intesa non tanto come accademia, ma come territorio di confronto attraverso il progetto per cui il riferimento non è tanto di un registro figurativo ma di un modo di interpretarlo. La struttura della ricerca si articola in macro-sezioni, nella prima parte sono affrontate le forme dei vuoti nello spazio nei progetti selezionati, nello specifico si assumono due condizioni di lettura dello spazio di relazione/vuoto: di esternità e di internità. I due paradigmi antichi, l’agorà e il foro, sono definite come strutture spaziali che sintetizzano la composizione per elementi distinti e quella per elementi continui in cui lo spazio aperto ha la capacità di condizionare la forma del costruito, l’elemento di fatto passivo dell’insieme. Dalla costruzione geometrica, una sorta di astrazione delle relazioni tra le parti, si procede riconoscendo degli archetipi spaziali, cioè dei modelli concettuali teorici di riferimento, dotati di schema ma privi di forma dai quali le opere di architettura sono scaturite. Le figure individuate rappresentano, dunque, una sorta di astrazione delle relazioni tra le parti che costituiscono le differenti spazialità. I tre archetipi, individuati in questa ricerca per una lettura delle forme del vuoto, sono: il recinto, l’ipostilo e la galleria. Nella seconda parte sono affrontati i nove singoli casi studio selezionati tra i progetti veneziani, schematizzati attraverso la forma dello spazio aperto riconosciuto come vuoto architettonico oggetto di sperimentazione. La fase di riconoscimento utilizza un metodo di comparazione e revisione delle opere in ottica progettuale e ha come risultato una serie di disegni interpretativi degli spazi aperti. La terza parte, conclusiva del lavoro di ricerca, propone una riflessione sul “vuoto necessario” e la definizione delle relazioni per assenza, un approccio alla progettazione in cui lo spazio aperto è quel “vuoto architettonico” nei quali la città si rappresenta. Ci si sofferma sul ruolo della memoria nel processo di re-invenzione, per una costruzione della città come strutturazione per vuoti. I singoli tipi e figure del vuoto poleselliano, precedentemente individuati nei progetti, sono classificati secondo gli archetipi spaziali riconosciuti e comparati secondo il grado di chiusura e delimitazione rispetto allo spazio aperto. La re-interpretazione delle operazioni progettuali, in questa ricerca, prova a proporre utili strumenti per il progetto contemporaneo di ri-composizione della città attraverso una strutturazione dello spazio aperto. Un approccio che consentirebbe di ridefinire le possibilità di relazione, di riqualificare pezzi di città e territorio e di legare il nuovo al preesistente attraverso un intervento di senso e di organizzazione delle parti.
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