Littérature scientifique sur le sujet « Spazi aperti »

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Articles de revues sur le sujet "Spazi aperti"

1

Giacomel, Alessandro, Arturo Lanzani et Christian Novak. « Infrastrutture e spazi aperti attraversati ». TERRITORIO, no 54 (octobre 2010) : 47–52. http://dx.doi.org/10.3280/tr2010-054007.

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2

Tornieri, Stefano, et Roberto Zancan. « Educazione liquida. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 36–49. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13414.

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Résumé :
In alcune scuole si sta investendo molto sull’esperienza di apprendimento negli spazi aperti, a contatto con la natura. Il moltiplicarsi di offerte formative all’aria aperta, complementari alla scuola e alla classica gita, indicano una sempre maggiore consapevolezza dell’importanza del paesaggio naturale non solo come luogo del benessere ma anche come spazio educativo, in cui il corpo stesso diviene mezzo di apprendimento in quanto vivo e sensoriale, che arricchisce e completa la classica didattica in aula. Comparando alcune iniziative localizzate dell’ambito costiero nord Adriatico con esperienze nord europee più radicali si vogliono delineare nuove possibilità progettuali, in cui l’educazione all’ecologia attraverso l’esperienza del fare, del dialogare e del vivere nella natura, pone nuovi interrogativi progettuali ancora poco esplorati nei nostri territori.
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Lanzani, Arturo. « Spazi aperti periurbani e nuove agricolture in Brianza ». TERRITORIO, no 60 (mars 2012) : 85–91. http://dx.doi.org/10.3280/tr2012-060015.

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Résumé :
Brianza is a prototype of recurring situations in the relationship between residential spaces and agricultural spaces in contemporary towns and cities. Described in terms of their differences, these show the evolution of the historical landscape, the reasons for its deterioration and new planning possibilities. The simplifi ed fabric of the Vimercate countryside, the strings of woodland and built-up areas in the hills, the clearings in urban areas and the woodland and countryside of the Groane open up prospects for new and different types of urban agriculture linked to local specifi cities. The future proposed is plural and examines different relationships between agriculture, collective spaces, the redevelopment of existing settlements, choosing the path of a halt to urban growth and the reconstruction of infrastructure and landscape quality in the Brianza area.
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Oppio, Alessandra, Luca Forestiero, Loris Sciacchitano et Marta Dell'Ovo. « How to assess urban quality : a spatial multicriteria decision analysis approach [Come valutare la qualità urbana : un approccio di analisi decisionale spaziale multi-criteriale per gli spazi aperti pubblici] ». Valori e Valutazioni 28 (juillet 2021) : 21–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212803.

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Résumé :
From the early 1990s the quality of public space is at the centre of the Agenda of major European cities. Today, more than before, the health emergency due to the Covid-19 pandemy has pointed out the importance of the relationship among public space, quality of life and health. Public and semi-private spaces, especially in high-dense cities and in the most affected areas by Covid-19, represent a strong driver both for restarting and for helping cities to face the new normal age. Despite the advancement of research during the past two decades and empirical evidence about the relationship among quality of open spaces, quality of life and urban sustainability, there is still a lack of studies on how to measure the quality of open spaces. Among the several research lines, the Urban Design approach across its evolution has always focused on it, starting from aesthetic as well as technical issues and increasingly including the social and economic ones. Dai primi degli anni ’90 la qualità dello spazio pubblico è al centro dell’Agenda delle principali città europee. Oggi, più di prima, l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19 ha delineato l’importanza delle relazioni tra spazio pubblico, qualità della vita e salute. Gli spazi pubblici e semi-privati, specialmente nelle città densamente popolate e nelle aree più colpite dalla pandemia, sono un elemento chiave da cui ripartire per aiutare le città ad affrontare una nuova normalità e a definire una risposta alle restrizioni sanitarie. Nonostante gli avanzamenti della ricerca scientifica e le evidenze empiriche sulla relazione tra qualità degli spazi aperti, qualità della vita e sostenibilità urbana, pochi sono ancora gli studi su come misurare la qualità degli spazi aperti. Tra le diverse tradizioni di ricerca, l’Urban Design ha sempre prestato una particolare attenzione a questo tema, iniziando con aspetti funzionali ed estetici e includendo nel corso della sua evoluzione anche questioni sociali ed economiche.
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Valente, Ilaria. « La rigenerazione dei tessuti urbani marginali : costruire un percorso di ricerca tramite sperimentazioni progettuali ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 66–69. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059011.

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Résumé :
La ricerca progettuale che il testo introduce affronta la questione del grado di trasformabilitŕ dei tessuti, della loro demolizione, manutenzione, costruzione, consolidamento. Si intende argomentare la possibilitŕ di operare tramite una pratica di rigenerazione del margine urbano ‘aperta' e integrabile, sorretta da una consapevole e orientata descrizione del contesto a cui ancorare puntuali scritture progettuali. Gli interventi dei Dottorandi in Progettazione Architettonica e Urbana propongono alcuni modi di interpretare il tema della rigenerazione e alcune soluzioni parziali da cui muovere verso approfondimenti e comparazioni. Si tratta di strategie di intervento architettonico puntuali e tra di loro integrabili applicate al margine Ovest di Milano, dove si intende ricostituire tramite inedite connessioni la tessitura del costruito, degli spazi aperti, delle tracce preesistenti.
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Peraboni, Carlo. « Progetti di reti ecologiche. I temi dell'attuazione nei piani comunali ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 90–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058011.

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Résumé :
A partire dagli indirizzi di programmazione della Rer della Lombardia e attraverso i progetti di Rete ecologica e Rete Verde della Provincia di Mantova e del BioBaM (Biodiversitŕ nel Basso Mantovano), il contributo analizza le modalitŕ di valorizzazione fondate sulla biodiversitŕ, di coinvolgimento delle risorse per salvaguardare specie animali e vegetali presenti nelle aree rurali, dalla scala territoriale alla scala locale. Lo strumento di analisi della ‘carta delle idoneitŕ ambientali' e la costruzione di un ‘atlante degli spazi aperti' contribuiscono a sviluppare modelli interpretativi contestuali e pertinenti, capaci di cogliere le specifi citŕ del territorio e soprattutto dello spazio non costruito, da valorizzare e progettare in maniera multifunzionale e integrata nei Piani di Governo del Territorio, come nei comuni mantovani di Sermide e Felonica.
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Infussi, Francesco. « Giovanni Hanninen : "Continuità e frammentazione. Spazi aperti a San Donato" ». TERRITORIO, no 78 (septembre 2016) : 186–97. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-078022.

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Bellmunt, Jordi. « Ciudades Cambiantes : spazi aperti urbani in evoluzione per nuove città ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 140–51. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10257.

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Résumé :
La città cambia nello stesso modo in cui lo fanno anche le persone. Le vecchie città stanno lottando per la loro sopravvivenza, per il loro futuro, per essere più vivibili, più respirabili, più vicine alle persone che le abitano e, negli ultimi tempi, si stanno rilevando evidenti metamorfosi che rompono schemi, distruggono previsioni e modificano obiettivi pianificati. In un mondo in cui si presume che nei prossimi cinquant'anni oltre l'80% della popolazione vivrà in ambienti urbani, la lotta per rettificare le tendenze e per conquistare la città per il cittadino è cruciale.
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Berlingieri, Fabrizia. « Prossimità, tempi e transizione. Due indirizzi progettuali per la citt&agrave ; ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 27–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12924.

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Résumé :
Una sfida centrale, tra quelle che le città affronteranno nel futuro post-pandemico, consisterà nel riconciliare la sfera dell'abitare individuale con quella collettiva agendo sull'ossatura degli spazi pubblici attraverso una consistente modificazione dei suoi modelli.In questa prospettiva, la riflessione che il contributo propone si concentra sul necessario ripensamento di una scala intermedia per il disegno degli spazi aperti, e su modalità di intervento sempre più caratterizzate da una permanente temporalità nelle dinamiche ditrasformazione dei sistemi urbani e metropolitani.Si tratta di pratiche discrete e incrementali all'interno di un orizzonte incerto, non solo per le conseguenze della pandemia in atto, che diventa oggi un referente costitutivo dell'azione progettuale.
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Annalinda Neglia, Giulia. « Progetti per il recupero culturale. Strategie per il paesaggio urbano storico della città antica di Aleppo ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 105–22. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1007.

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Résumé :
Le distruzioni traumatiche che continuano a interessare i centri storici delle regioni mediorientali, ne hanno danneggiato la coerenza morfologica e sociale. Focalizzandosi sul recupero del paesaggio urbano nel suo complesso, questo scritto intende prospettare strategie progettuali per la rigenerazione della Citta antica di Aleppo basate su metodologie che coinvolgono la comunita locale nei processi di ricostruzione corale della societa urbana, delle case e del recupero degli spazi aperti.
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Thèses sur le sujet "Spazi aperti"

1

Giani, Martino. « Un progetto per le mura di Bologna : antichi frammenti e nuovi spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Il progetto, partito da una ricerca storica della città di Bologna e della nascita della terza cinta in particolare, si è poi soffermato sull'analisi dello stato attuale delle mura. La problematica principale emersa è stata la frammentarietà dei resti. Quello che manca è una visione unitaria di questo spazio, che fino all'inizio del secolo scorso era il limite che marcava la città rendendola distinguibile dalla campagna. Da qui è nata l'idea del progetto a scala urbana: ripensare lo spazio dei viali di circonvallazione, anticamente occupato dal fossato, e di conseguenza cambiare radicalmente l'organizzazione della viabilità, riducendo la carreggiata adibita al traffico automobilistico. Operazione, questa, possibile solamente con l'introduzione di un servizio di trasporto pubblico efficiente quale il tram. In questo modo è stato possibile ricavare uno spazio, a ridosso delle mura, dedicato al verde. La scelta del verde è stata dettata dalla volontà di riportare alla memoria la distinzione tra città e campagna. Il progetto è proseguito poi a scala architettonica. Come area di progetto ho scelto un'area particolarmente importante per la città di Bologna: piazza XX settembre e la zona dell'autostazione. In quest'area specifica la criticità maggiore è la presenza dell'autostazione, edificio che compromette la visibilità del muro storico. Da questa motivazione è scaturita l'ipotesi di spostarla in zona fiera. Anche per il progetto architettonico sono partito da una ricerca storica dell'area: sito di particolare interesse storico in quanto per ben cinque volte vi è stata eretta una fortezza papale che è sempre stata abbattuta dai bolognesi, in nome di un senso civico di forte autonomia che ha sempre contraddistinto i cittadini. Proprio dalla suggestione di quest'idea sono partito per la formulazione del progetto architettonico. Ho pensato quindi ad uno spazio aperto, un teatro in legno, dedicato ai cittadini e alla loro cultura.
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Isidori, Giulia. « Il paesaggio urbano tra ferrovia e città. Progetto di spazi aperti a Viserba ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5347/.

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Résumé :
La presente tesi prende avvio all’interno del Laboratorio di Sostituzione di tessuto urbano del professor Antonio Esposito. Il tema è quello, diventato sempre più attuale negli ultimi decenni, della relazione tra gli spazi delle infrastrutture ed il paesaggio urbano. Gli spazi della mobilità finiscono per diventare degli spazi di risulta che anzichè creare dei collegamenti, vocazione principale delle infrastrutture per la mobilità nello specifico, diventano delle fratture all’interno della città, che dividono anzichè unire. L’area di intervento è a Viserba, località balneare nelle vicinanze di Rimini, caratterizzata da una crescita del tessuto urbano esponenziale sviluppatasi interamente nell’ultimo secolo, ma il problema interessa tutte le località sulla costa romagnola, tagliate in due dal passaggio della ferrovia. Il nuovo piano strategico del Comune di Rimini si pone il problema di offrire, finalmente, alla città un sistema della mobilità che consenta di fare a meno dell’automobile non a causa di meri divieti, ma per l’esistenza di valide alternative di trasporto che, consentendo eguale efficacia nella mobilità, riportano ad una più giusta dimensione relazionale le funzioni dell’abitare e del vivere città e territorio. Nella prospettiva di liberare dal mezzo privato la fascia turistica del litorale e di allentare la pressione automobilistica sulle periferie, il tracciato della ferrovia assume ancor più il valore di asse centrale distributivo per il sistema di trasporto pubblico di massa. Condizione fondamentale è che la permeabilità fra le zone a mare e a monte della ferrovia sia incrementata, attraverso la creazione di adeguati ed ampi attraversamenti urbani (non semplicisottopassaggi) che si appoggino ad “una trama verde” di percorsi e spazi di ricucitura della città con il suo mare. Questo è il contesto in cui si inserisce il progetto, che quindi risulta essere di grande attinenza alla contemporaneità.
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Tattara, Sabina <1972&gt. « Architettura e paesaggio : un progetto per gli spazi aperti lungo il fiume Panaro ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7960/1/sabina%20tattara%20tesi.pdf.

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Résumé :
Il progetto di Dottorato indaga i territori di pianura della provincia di Modena lungo il fiume Panaro, in particolare le architetture che sono scomparse. La ricerca si svolge all'interno del progetto Progetto Emilia la conservazione della memoria dell'Università di Bologna nell’ambito del Dottorato in architettura, con la supervisione del Prof. Matteo Agnoletto. La tesi si prefigge di creare una mappa di quelle che erano le architetture legate al fiume Panaro e che ora sono scomparse o modificate o dimenticate. La mancanza di corrispondenza tra l'immagine odierna del fiume e quella che doveva essere fino a due secoli fa, ha reso necessaria la scomposizione stratigrafia degli elementi che compongono il territorio e che hanno per passi successivi composto un nuovo paesaggio che necessita di nuovi inserimenti.
In the contemporary world the progressive expansion of the urban settlement is closely linked to the disappearance of the rural and fluvial landscape. The abandonment of traditional economic infrastructures, in particular those directly or indirectly related to fluvial transport, has challenged the morphological equilibrium of the areas surrounding the river, has changed their physical conformation, their being perceived as a fluvial landscape. The fluvial environment is a typical common good and, once redesigned with new functionalities, can play a positive role and promote the construction of synergistic relationships between human settlements and the environment. This research is grounded on the medium course of the Panaro River. Our project place new importance to the river that is now back at the center stage, as a very important element of the environment preservation and a positive element of the bio-region for the Regione Emilia Romagna. The thesis project aims at strengthening the identity of the area along the river and at finding new functionalities that make the river interact with the inhabitant of the nearby cities and play a renewed environmental function. The “river architectures” that is, those buildings which were built in the territory to meet the needs of water-related activities, and that made up the key points of the socio-economic development of the area and that were scattered throughout the course of the river bed, become references points to be investigated looking at the whole water route with a comprehensive outlook.
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Sirri, Marco. « Abitare le unità di vicinato nel quartiere "Barca" di Bologna. Riqualificazione degli alloggi e degli spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
La presente Tesi di Laurea, sviluppata nell’ambito del laboratorio di laurea “Architettura sostenibile”, affronta il tema della rigenerazione del tessuto, in particolare degli alloggi e degli spazi aperti nella zona sud del quartiere Barca a Bologna di Giuseppe Vaccaro. L’area oggetto di studio presenta edifici di interesse documentale del moderno (art. 57 RUE Bologna), essendo parte di un importante piano di edilizia pubblica del dopoguerra. Il quartiere viene realizzato tra il 1957 e il 1962 nell’ambito del Programma di Coordinamento di Edilizia Popolare Cep da un gruppo di progettisti coordinato da Giuseppe Vaccaro, durante il secondo settennio del Piano Fanfani, seguendo le disposizioni dimensionali dell’INA-Casa. A scala urbana, i temi trattati nella Tesi comprendono il riassetto della viabilità carrabile e ciclopedonale, del trasporto e del verde pubblico. A scala architettonica, la Tesi tratta la riprogettazione degli spazi comuni e del verde, degli alloggi, la riqualificazione energetica degli edifici, la sopraelevazione di alcuni di essi. Con l’obiettivo di rispondere alle criticità emerse in fase di analisi, il progetto pone particolare attenzione alla ricucitura del tessuto urbano, all’adeguamento degli edifici, alle nuove esigenze degli abitanti del quartiere, all’efficientamento energetico e alla riconoscibilità dell’intervento. A livello architettonico, lo studio è stato svolto su una unità di vicinato rappresentativa, ma la logica progettuale è replicabile anche sulle altre, essendo il tessuto residenziale formato da un edificio tipo, variamente aggregato a comporre le unità di vicinato.
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Palmisano, Rosalia. « Abitare le unita di vicinato nel quartiere ?Barca ? di Bologna. Riqualificazione degli alloggi e degli spazi aperti ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23432/.

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Résumé :
Frutto della collaborazione di un gruppo di progettazione coordinato dall’architetto Giuseppe Vaccaro, il quartiere Barca viene realizzato tra il 1957 e il 1962 nell’ambito del Programma di Coordinamento di Edilizia Popolare (CEP) in un’area periferica della città di Bologna in prossimità del fiume Reno, in risposta all’esigenza di reperire nuovi alloggi economici. Il quartiere, pensato come una “città giardino”, prevedeva la realizzazione di diverse tipologie di residenze integrate con aree verdi pertinenziali e una serie di dotazioni pubbliche inserite nel contesto urbano, realizzate solo in parte. In risposta alle problematicità riscontrate durante la fase di analisi, la tesi affronta il tema della riqualificazione energetica e della riconnessione del tessuto residenziale delle unità di vicinato ad H e degli spazi verdi adiacenti, posti nella zona sud del quartiere. A scala urbana, il progetto prevede un riassetto della mobilità carrabile, dolce, ciclabile; la rivalorizzazione delle aree verdi limitrofe, il giardino “Guido Horn d’Arturo” e la fascia di rispetto dell’elettrodotto; a scala architettonica gli interventi riguardano il retrofit energetico, la riconfigurazione degli alloggi esistenti per rispondere alle odierne esigenze abitative, la sopraelevazione degli edifici e la riconfigurazione delle aree comuni di pertinenza, con l’obiettivo di definire un sistema sinergico tra spazi interni ed esterni.
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BARBAREWICZ, PIOTR BRONISLAW. « Il ritmo aperto : oggetto e spazio : la figurazione astratta nella cultura architettonica polacca ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1991. http://hdl.handle.net/11578/278153.

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D'Addazio, Danila <1986&gt. « Spazio aperto al molteplice musicale : Laboratorio Musica nell’estetica di Luigi Nono. Per una pratica culturale innovativa e critica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3764.

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Résumé :
Il presente lavoro propone una lettura alternativa della vicenda musicale di Luigi Nono, partendo dalla vexata quaestio del suo impegno politico, che per lungo tempo lo ha ancorato a interpretazioni tendenziose e assolutamente riduttive della complessità della sua opera e figura d’intellettuale del Secondo Novecento. L’analisi, in seguito a una sommaria introduzione alla biografia artistica del compositore, passa a delineare l'orizzonte filosofico, ideologico e politico del compositore engagé, per poi focalizzarsi su tematiche evocate dalla rivista “Laboratorio Musica”, diretta dal compositore alle soglie degli anni Ottanta. Si tratta di una fonte almeno parzialmente inedita, di cui è stato condotto per la prima volta uno spoglio integrale, reso consultabile in appendice alla tesi. La collaborazione di Luigi Nono all’esperienza editoriale, programmaticamente aperta al superamento delle schematizzazioni accademiche di genere, è esaminata alla luce della curiosità onnivora manifestata dal compositore verso realtà musicali estranee - se non lontanissime - rispetto all'avanguardia colta, dal pop al folklore. La trattazione si spinge a sondare i confini labili tra i generi musicali codificati e i modi di fruizione e ricezione della musica, fino all’epoca attuale, suggerendo una via critica e consapevole per chi opera nel mondo dell’arte, in un convergere di atteggiamenti “attivi” da parte sia del creatore che del suo pubblico. Nelle conclusioni, si discute la possibilità di considerare quella noniana come un’estetica inclusiva, piuttosto che confinata nell’elitarismo tipico dell’avanguardia postweberniana.
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Paveggio, Francesca. « Lo spazio aperto per l'infanzia a Bologna. Esperienze significative del secondo dopoguerra e riqualificazione del villaggio INA-Casa di Borgo Panigale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13642/.

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Résumé :
Il percorso di tesi propone di indagare lo spazio pubblico aperto destinato a l’infanzia nella città di Bologna. Questo luogo si definisce in maniera chiara nel secondo dopoguerra sviluppando teorie e metodologie importanti che hanno avuto ripercussioni nel mondo di oggi. A partire dalla loro ricerca ed analisi sono state individuate figure internazionali e non, urbanisti e tecnici importanti che sono stati di riferimento per i progettisti bolognesi: da Aldo van Eyck a Lady Allen of Hurtwood, da Cesare Chiodi a Giorgio Rigotti. La ricerca inoltre ha individuato nel quartiere residenziale, ed in particolare nei villaggi di edilizia popolare (dal 1945 al 1975), la sede principale di questi luoghi, cosa che ha portato a redigere delle schedature per ognuno di questi della città di Bologna, ponendo l’attenzione sugli spazi destinati ai bambini. Tra i diversi villaggi residenziali, quello INA-Casa di Borgo Panigale è stato uno tra i primi edificati nella città, esso, per lo stretto contatto con la natura, per la presenza di servizi per l’istruzione, per la diversità sia culturale che naturale che accomuna i bambini che lo abitano e per il degrado individuato, è stato ritenuto il più idoneo per proporre un progetto di riqualificazione urbanistica attento al piccolo utente. L’analisi paesaggistica naturale, delle infrastrutture e dei servizi hanno portato ad individuare tre principali punti d’intervento: il percorso delle stagioni, il centro dell’incontro ed il parco dei sensi. In ognuno di questi, concetti come percorsi sicuri, aree di crescita, educazione all’aperto, contatto con la natura, luoghi di divertimento, di socializzazione ed integrazione sono stati alla base della progettazione. La tesi infine ha voluto mostrare come non occorra bambinizzare la città per renderla a misura dei più piccoli, ma alcuni accorgimenti possono farla diventare a loro piacevole e fonte di stimoli senza escludere la fruizione delle altre tipologie d’utenti.
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BOTTA, VALERIO. « Prossimità. La reinvenzione dell'architettura e il caso di Vrin ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306018.

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Résumé :
Obiettivo della tesi è l’investigazione delle opportunità offerte in chiave compositiva dalla reinvenzione della preesistenza. Quest’ultimo termine è utilizzato per descrivere due ambiti spaziali che incidono sulla progettazione. Il primo di questi inerente al tessuto antropico presente alle origini di un processo di reinvenzione, il secondo riguardante lo spazio non costruito. Anche la natura è stata quindi intesa come parte di una preesistenza. Tali ambiti sono stati osservati nella loro stratificazione, come risultato di un processo di sviluppo secolare, in grado di esprimere un’evoluzione attraverso l’architettura. Per comprendere la profondità di analisi compositiva raggiungibile durante un processo di reinvenzione si è scelto di osservare, come strumento investigativo, un progetto di rigenerazione spaziale sviluppato presso quello che era il comune di Vrin, tra le Alpi svizzere, in cui venne proposto un piano di rivitalizzazione volto alla valorizzazione del contesto esistente. Tale piano coinvolgeva diversi ambiti professionali subordinati al progetto architettonico che ebbe un ruolo principale. La supervisione del progetto fu affidata all’architetto Gion A. Caminada che condusse il lavoro dalla scala territoriale a quella del dettaglio. Per comprendere e poi documentare questa fase operativa, così ampia e diversificata, si è deciso di osservare una caratteristica spaziale preminente nei tessuti dei villaggi che componevano l’ex- comune, con cui il progetto di reinvenzione si è confrontato in tutte le sue scale. La caratteristica spaziale presa in analisi è quella riguardante il ruolo d’intermediazione dello spazio aperto e pubblico nei villaggi interessati. Un’area che si interfaccia, sia con il terreno che circonda gli agglomerati, sia con i fabbricati che definiscono questi ultimi. Uno spazio che ha interessato diversi momenti del progetto e a cui è stata dedicata particolare attenzione, soprattutto nel villaggio capoluogo dell’ex-comune, anch’esso di nome Vrin. In una fase di analisi successiva si è cercato di comprendere come il progetto di rigenerazione abbia inciso sulla forma concreta dello spazio aperto d’intermediazione alle varie scale d’intervento. L’ipotesi della tesi è che attraverso l'analisi delle opere effettuate a Vrin sia possibile osservare come la reinterpretazione di alcuni elementi caratterizzanti un contesto possa restituire al territorio una rinnovata spazialità, in continuità con la preesistenza e in grado di soddisfare le esigenze dell’individuo contemporaneo. Tuttavia l’esperienza di Vrin in sé non sarebbe stata sufficiente a stimolare un'analisi così configurata e infatti sono un insieme di condizioni particolari ad aver reso tale esperienza emblematica rispetto al tema della reinvenzione architettonica. In primo luogo occorre ricordare le dinamiche sociali tramite cui il piano di rivitalizzazione si è sviluppato. Il progetto di rigenerazione di Vrin venne promosso da diverse associazioni, sostenute dall’amministrazione comunale che consentì una libertà d’azione altrimenti impossibile. Ciò permise di sviluppare una pianificazione a diverse scale architettoniche, partendo dalla definizione di interventi a scala “regionale” fino ad arrivare al dettaglio architettonico. Allo stesso tempo la reinvenzione di un contesto ai margini della civilizzazione urbana come Vrin consente di riflettere nuovamente sul campo d’azione definito dal tema del ripristino e del riuso. Un ambito che non riguarda unicamente monumenti o architetture dal valore storicamente riconosciuto, ma che può interessare anche contesti periferici, sia geograficamente che culturalmente. Contesti che possono trarre valore proprio dalla loro condizione di marginalità.
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VENUTA, MARIA LUISA. « La città da energivora a nodo attivo delle reti di produzione e di scambio energetico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/85.

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Résumé :
Il concetto di rete dell'informazione può diventare uno schema logico con cui descrivere l'evoluzione delle politiche sulle energie rinnovabili e sulla sostenibilità? La ricerca è stata svolta analizzando l'architettura delle due reti (internet e reti energetiche) e l'evoluzione del bene prodotto e distribuito nella rete energetica, l'energia, esplicitando l'accessibilità da parte della distribuzione mondiale delle risorse petrolifere tradizionali e delle risorse rinnovabili. La struttura metodologica del progetto di ricerca si basa due tipi di analisi teorica: 1) l'analisi della nascita delle società in rete attraverso le teorie di Manuel Castells (concetto di spazio di flussi) e di Saskia Sassen e l'evoluzione delle città (cap.2 e cap.5) 2) le analisi dei flussi dei materiali e delle energie avendo come riferimento metodologico l'approccio ecologico ideato dai ricercatori dell'istituto per il Clima, l'Ambiente e l'Energia di Wuppertal, Germania (cap.3 e cap.4) La contraddizione tra città innovative e città che sono ai livelli di enormi discariche o di baraccopoli è esposta nel cap.6 attraverso casi studio e progetto dei Programmi Europei. Nell'ultimo capitolo (cap.7) si riassumono le ipotesi di partenza e i risultati della ricerca e si espongono le questioni aperte.
Can internet logic scheme be used as a basis to describe public policies evolution on renewable energies production and sharing in urban areas all over the world? The research project analyses the two networks (internet and energetic grids) architectures in actual and future urban areas. This analysis is connected with present and future forecasts energy productions from traditional fuels and from renewable sources. Theoretical analysis is conducted following a double conceptual pathway: - societal networks (Manuel Castells theory) and urban areas evolution (Saskia Sassen and Mike Davis) in order to picture the evolution of cities and towns in modern economies and in developing countries (Chapters 2 and 5); - Material and Energy Flow Analysis (approach by Wuppertal Institute for Climate, Environment and Energy) applied to renewable energy (Chapters 3 and 4) In Chapter 6 case studies are exposed on the deep cleavage between two different worlds: innovative, rich towns on a side and the landfills cities, slums on the other side. In the last part hypothesis and thesis are put together and open questions are explained (Chapter 7).
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Livres sur le sujet "Spazi aperti"

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1918-, Zevi Bruno, et Benincasa Carmine, dir. Venti spazi aperti italiani. Torino, Italy : Edizioni SEAT, 1986.

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Alessandro, Rogora, et Dessì Valentina, dir. Il comfort ambientale negli spazi aperti. Monfalcone (Gorizia) : Edicom, 2005.

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Galleria d'arte moderna "Il Castello" (Milan, Italy), dir. Valerio Adami : Forme chiuse, spazi aperti. Milano : Edizioni Galleria Il Castello, 2016.

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4

Aymonino, Carlo. Piazze d'Italia : Progettare gli spazi aperti. Milano : Electa, 1988.

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5

Margini e spazi aperti delle città in trasformazione. Bologna : Compositori, 2014.

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6

La percezione degli spazi urbani aperti : Analisi e proposte. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2016.

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7

Rosetti, Claudio. Il progetto della piazza : L'architettura degli spazi aperti della città. Roma : Gangemi, 1985.

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8

L' architettura degli spazi aperti della città : Il progetto della piazza. Roma : Gangemi, 1985.

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9

Orlandi, Alessandro. Il paesaggio della città : Spazi aperti, giardini, parchi e struttura urbana. Roma : Gangemi Editore, 1994.

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10

Grifoni, R. Cocci. Tecnologie urbane : Costruito e non costruito per la configurazione degli spazi aperti. Trento] : LISt Lab, 2017.

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Chapitres de livres sur le sujet "Spazi aperti"

1

Malini, Giulia Innocenti. « Legami in spazi aperti (Bonds in Open Spaces) ». Dans The Routledge Companion to Applied Performance, 403–14. Abingdon, Oxon ; New York : Routledge 2021. | : Routledge, 2020. http://dx.doi.org/10.4324/9781351120142-50.

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2

« SPAZI APERTI ». Dans LA CURA DELLE CITTÀ, 308–23. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1h0p5kf.38.

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3

Imbroglini, Cristina. « REINTERPRETARE GLI SPAZI APERTI ». Dans Spazi re-attivi, 102–41. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1p6hpnv.10.

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4

Tarantino, Stefania. « Di spazi politici inediti aperti dal pensiero di Simone Weil ». Dans L’Europa di Simone Weil, 187–202. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvkwnmtg.16.

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5

Cutroni, Fabio. « La «messa in scena» di un sapere aperto. » Dans Spazi per l’università nell’architettura contemporanea, 116–24. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvdf0k1d.17.

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6

Camardelli, Marialucia. « Strategie dello spazio aperto a Matera. » Dans Osservare Matera, 180–85. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdmz4.7.

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Actes de conférences sur le sujet "Spazi aperti"

1

Di Giacomo, Tullia Valeria. « Riconnettere i percorsi della memoria per valorizzare e salvaguardare : la riqualificazione del corridoio fluviale dell’Aniene ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7968.

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Résumé :
I territori attuali, spesso frammentati dal crescente e incontrollato consumo di suolo hanno bisogno di una pianificazione che ristabilisca la continuità dei luoghi contribuendo a tessere nuove relazioni, intese come legami fisici o immateriali, ed eventualmente ricostruire preesistenti legami di senso depauperati o eliminati. Come mostrato dal crescente uso dei moderni strumenti di comunicazione che altro non fanno che creare delle reti per facilitare la comunicazione e il collegamento tra persone nello spazio digitale, allo stesso modo rimane evidente la necessità di creare delle reti di collegamento nello spazio fisico: collegando i diversi paesi, collegando gli abitanti gli uni agli altri, collegando gli abitanti con il territorio e le sue risorse storiche e ambientali. In misura ancora più marcata, si ritrova l’urgenza di restituire un senso ad alcuni luoghi che hanno subito una trasformazione e una perdita di ruolo, di uso, di cura e quindi di dignità. Il caso di studio si colloca a Roma, lungo il corso del fiume Aniene, nel corridoio fluviale che ancora sopravvive all’aggressione del consumo di suolo e che tuttavia necessita di particolari attenzioni verso la protezione della risorsa ambientale e verso la protezione dai rischi connessi dalla presenza del corso d’acqua a ridosso di zone anche fortemente urbanizzate. L’obiettivo è quello di ricucire la frammentazione urbana e impedire l’ulteriore consumo di suolo lungo questi spazi aperti che sono il risultato di interventi di urbanizzazione, i cosiddetti “vuoti” di risulta, gli SLOAP (Space Left Over After Planning).
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2

Lutzoni, Leonardo. « Paesaggi in divenire : la territorialità attiva dei nuovi abitanti : il caso di Luogosanto in Alta Gallura ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Résumé :
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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3

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano et Alessandro Micucci. « Le trasformazioni dello spazio urbano : la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Barcelona : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Résumé :
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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