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1

Carton, Jessy. « La Filosofia del Rifiuto ne La solitudine del satiro di Ennio Flaiano ». Quaderni d'italianistica 34, no 1 (22 juillet 2013) : 169–88. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v34i1.19878.

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Résumé :
In questo articolo si esamina la presunta ‘esclusione’ di Ennio Flaiano dal campo letterario del secondo Novecento tramite l’analisi della Solitudine del satiro, opera uscita postuma nel 1973. Nell’atteggiarsi a scrittore escluso e restio, Flaiano crea una distanza da cui criticare gli ideali culturali, politici e sociali della società del benessere.
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2

Scatamacchia, Rosanna. « Cinquemila anni di solitudine ? » SOCIETÀ E STORIA, no 166 (janvier 2020) : 823–27. http://dx.doi.org/10.3280/ss2019-166006.

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3

Crane, Rufus S., et Mario Dalla Palma. « Un caso di solitudine ». World Literature Today 59, no 2 (1985) : 254. http://dx.doi.org/10.2307/40141506.

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4

Trotta, Emanuela. « Locus amoenus : dalla noia come vuoto di senso e svalorizzazione di sé alla solitudine come pienezza di vita ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 111 (février 2021) : 291–300. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-111013.

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Résumé :
La diffusione del coronavirus ci ha obbligato ad affrontare non solo la precaria e fragile condizione dell'esistenza umana, ma anche l'incapacità di gestire sé stessi e il proprio tempo, mettendo in risalto la futilità di tante nostre attività, e della loro natura strumentale, consistente nel tenerci distanti da quel vertiginoso vuoto che ognuno è per sé stesso. La solitudine pone l'individuo in una condizione di completa nudità di fronte a sé stesso e alla propria esistenza, diventa espressione di un disagio culturale, sociale e relazionale, mentre dovrebbe essere una peculiarità posi-tiva. In un mondo saturo di informazioni, la solitudine, dovrebbe rappresentare la possibilità di ritrovare il silenzio dentro la propria anima, e in questo silenzio risco-prire la nostra condizione esistenziale. Quest'articolo propone una riscoperta del valore del silenzio, non solo come strumento per richiamare l'uomo contemporaneo a sé stesso, ma anche, parados-salmente come possibile modalità comunicativa. Solo chi è sceso in profondità, nella propria solitudine, è veramente capace di comunione con gli uomini. Questo è l'uomo che abita il silenzio. Così percepito, il silenzio, non è vuoto, ma pienezza, perché apre l'uomo all'incontro. L'esperienza della solitudine costituisce la prezio-sa possibilità di prendere coscienza di ciò che è veramente importante: gli altri, la socialità. Sarebbe questo il lascito costruttivo, ristabilire le priorità, promuovere la possi-bilità di rinnovamento e ristrutturazione di sé, come base necessaria su cui instaurare un rapporto autentico con l'Altro.
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5

Lazzaretti, Letizia. « Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Résumé :
Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Corsano, Paola, Gabriella Majorano, Giovanni Michelini et Alessandro Musetti. « Solitudine e autodeterminazione in adolescenza ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2013) : 473–98. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-004003.

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Résumé :
Il presente studio indaga la relazione tra il grado di autodeterminazione al comportamento solitario, il sentimento di solitudine e l'attitudine nei confronti di tale esperienza. A 1143 adolescenti di eta compresa tra i 14 e i 20 anni (M=16.71; DS= 1.52) sono stati somministrati il Frequency of and Autonomy for Solitary and Interpersonal Behavior (FASIB; Beiswenger, 2008) e il Louvain Loneliness Scale for Children and Adolescents (LLCA; Marcoen, Goossens, e Caes, 1987). Un'indagine sulle proprieta psicometriche del FASIB ne ha mostrato l'applicabilita nel contesto italiano (Studio 1). L'analisi delle correlazioni di Pearson ha evidenziato una relazione positiva tra motivazione autonoma al comportamento solitario e l'affinita per la solitudine. Il sentimento di solitudine nei confronti dei pari e correlato con la motivazione esterna al comportamento solitario e con l'assenza di motivazione (Studio 2). I dati supportano la teoria dell'autodeterminazione, sottolineando il ruolo dell'autonomia nella messa in atto dei comportamenti solitari.
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Riccň, Gian Franco. « La solitudine dei lavoratori ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (novembre 2010) : 73–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-003007.

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Résumé :
La paura della perdita del posto di lavoro č un precipizio, la malattia, l'angoscia, l'insostenibile peso della famiglia da reggere. Capifamiglia maschi in crisi, casalinghe che prendono l'iniziativa per fare reddito. Sono casi particolari delle fabbriche, dell'edilizia, degli immigrati. Sono operai nelle manifatture in crisi, gente autosufficiente che si trova a combattere a mani nude l'economia globale. Marchionne disse ai lavoratori della Fiat di Pomigliano che l'azienda ed i lavoratori dovevano decidere se stare dentro o fuori la sfida del mercato globale. I lavoratori vivono oggi questo ricatto in grande solitudine.
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8

De Col, Alessandra, et Stefania Possemato. « Intimitŕ : metafora del mito ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 34 (décembre 2011) : 43–57. http://dx.doi.org/10.3280/pr2011-34004.

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Résumé :
In questo lavoro le autrici presentano la loro visione dell'alleanza e dell'intimitŕ di coppia attraverso un viaggio che č partito da lontano, dai miti del mondo greco passando per le filosofie orientali e la ritualitŕ arcaica e primitiva di alcune forme di folklore europeo, per approdare infine alla danza della differenziazione sessuale: il tango. Le autrici hanno messo in evidenza quanto l'intimitŕ di coppia sia caratterizzata da una perenne condizione di solitudine senza la quale non avrebbe modo di esistere il concetto stesso di coppia. La condizione umana di limite sessuale conduce l'uomo e la donna a un continuo incontro per muovere oltre la solitudine. Il "noi" in coppia č pertanto questo. Il viaggio inizia da Ermafrodito che ricerca la sua metŕ, la sua mezza mela, per non essere piů "da solo" e si conclude con i due ballerini di tango. Essi ballano la solitudine in coppia. In coppia si puň essere "soli" ma non si dovrebbe stare "da soli".
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Procacci, Michele. « Le conseguenze dell'amore. Distacco e solitudine ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2012) : 120–25. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001008.

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Résumé :
Il caso di G. permette di fare alcune osservazioni sulla psicopatologia e sulle strategie terapeutiche utilizzabili in un caso del genere. G. viene inquadrata come un individuo con sintomi di compartimentazione dissociativa emersi in seguito ad una relazione affettiva avvenuta in etŕ matura. Le modalitŕ descritte della relazione, cosě come precedenti situazioni relazionali vissute da G. in famiglia, portano all'ipotesi di una co-presenza di un tratto dipendente di personalitŕ. Vengono analizzate le due condizioni di sofferenza psicopatologica e di eventuale co-esistenza nel descrivere le dinamiche di mantenimento e poi di scompenso psicopatologiche del caso. Alcune brevi note sulle strategie terapeutiche da adottare in una prospettiva cognitiva vengono aggiunte a conclusione del commento.
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Stiegler, Bernard. « Lo schermo di scrittura ». Rivista di estetica, no 63 (1 décembre 2016) : 121–29. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1297.

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Camussi, Elisabetta. « L'uomo che non c'era : un'analisi delle produzioni discorsive sulla solitudine delle madri ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (février 2011) : 31–41. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002004.

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Résumé :
A partire dagli esiti di una ricerca sulle rappresentazioni sociali della maternità (Camussi, 2009), il contributo indaga "la solitudine delle madri" attraverso l'analisi delle produzioni discorsive di un gruppo di donne (lavoratrici, cultura medio-alta, residenti a Milano) con un'esperienza di maternità "normale". I risultati mostrano che la solitudine č una scoperta tanto sgradevole quanto inaspettata e deriva: 1) dall'assenza dei partner, padri "nuovi" e coinvolti, spesso non altrettanto adeguati a cogliere la complessità del ruolo materno; 2) dalla mancanza di reti famigliari e sociali che forniscano alle donne condivisione e supporto, riducendo l'investimento e le attese sul partner.
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De Simone, Simona. « La solitudine tra le torri gemelle ». PSICOBIETTIVO, no 3 (février 2013) : 103–6. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-003008.

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Résumé :
L'attenzione al caso da commentare si sposta dalle ipotesi diagnostiche al tentativo di rintracciare "le radici" di una storia, che possa dare senso al dolore ed alla solitudine del paziente. Un dolore che impedisce la narrazione in un clima familiare congelato e sospettoso. Č il corpo del ragazzo allora a diventare possibile "testo", a permettere di rintracciare un filo tra vergogna, ambivalenza, difficoltŕ identitarie, a proporre una cornice diversa entro cui porsi nuovi interrogativi.
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Marazzi, Massimiliano. « Scrittura e atti di scrittura : riflessioni su alcune novità editoriali ». Kadmos 59, no 1-2 (1 avril 2020) : 25–42. http://dx.doi.org/10.1515/kadmos-2020-0002.

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Résumé :
Abstract La nuova pubblicazione in Italia del libro di S. Ferrara, La grande invenzione. Storia del mondo in nove scritture diverse (Milano 2019), rappresenta uno dei piu recenti tentativi di affrontare il complesso fenomeno della nascita e dello sviluppo di sistemi scrittori nella storia secondo schemi innovativi. Con questo contributo l’Autore intende, partendo da un’analisi critica dell’opera in oggetto, aprire un dibattito sui modi e le prospettive di approccio al fenomeno scrittorio, puntualizzando, allo stesso tempo, i risultati raggiunti nell’ambito di una serie di ambiti della ricerca sui sistemi scrittorî piú conosciuti.
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Galati, Maria, Annalisa Pasqualini et Corinna Albolino. « Scritturachecura. Esperienze di scrittura in psichiatria ». GRUPPI, no 1 (mars 2013) : 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001009.

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Résumé :
Le autrici, in un precedente lavoro (Gruppi, 2011, XIII, 1), avevano presentato l'esperienza personale della "scrittura di sé", come sviluppata presso la LUA (Libera Universitŕ dell'Autobiografia di Anghiari), considerando in senso lato la possibile funzione di cura del sé. Nel presente lavoro riportano l'esperienza che ognuna ha tratto dall'aver introdotto liberamente nella pratica clinica e terapeutica quotidiane l'uso della scrittura stessa. Sono nate cosě le narrazioni di esperienze terapeutiche ove la scrittura, nei casi seguiti individualmente, ha rappresentato la possibilitŕ di continuitŕ, di estensione e completamento della terapia in corso, o ove ancora č diventata mediatore in gruppi terapeutici con pazienti borderline. La scrittura ha rappresentato poi il nucleo di una proposta formativa per infermieri di un SPDC: il coinvolgimento attraverso un percorso personale di scrittura autobiografica ha permesso di affrontare le tematiche che si dispiegano nel lavoro psichiatrico ai suoi vari livelli evitando la passivizzazione della lezione in aula e aumentando il livello di partecipazione e soddisfazione.
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Varchetta, Giuseppe. « Pandemia e tracce di scrittura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 33 (septembre 2020) : 25–27. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033005.

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Ciula, Arianna. « Modelli digitali di scrittura carolina ». Gazette du livre médiéval 45, no 1 (2004) : 27–38. http://dx.doi.org/10.3406/galim.2004.1645.

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Scianatico, Giovanna. « La scrittura di viaggio di Carlo Levi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 50, no 2 (août 2016) : 556–64. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816662818.

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Dentale, Rosa Celeste. « La solitudine di un corpo privato dei sensi ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2012) : 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Résumé :
Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Swoboda, Antoni. « Egzegeza alegoryczna Pisma Świętego w listach Paulina z Noli ». Vox Patrum 32 (15 décembre 1997) : 261–68. http://dx.doi.org/10.31743/vp.7726.

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Résumé :
L’autore dell’articolo intitolato „L’esegesi allegorica della Sacra Scrittura nelle lettere di S. Paolino di Nola” presenta che la Sacra Scrittura occupava in loro un posto particolare. Le citazioni non soltanto esprimevano meglio dei pensieri di Paolino, descrivevano delle persone gli conosciute ma anche l’interpretazione della Sacra Scrittura consisteva nel cercare in essa dei simboli e nel commentare il loro senso.
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Langeli, Attilio Bartoli. « Scrittura e figura, scrittura e pittura, (con esempi di eta medievale) ». La Ricerca Folklorica, no 31 (avril 1995) : 5. http://dx.doi.org/10.2307/1480031.

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Caporuscio, Flavia. « In sonno e in veglia : l’esperienza della soglia e la scrittura del dormiveglia ». Quaderni d'italianistica 41, no 2 (11 juin 2021) : 115–33. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36774.

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Résumé :
Nel panorama delle rielaborazioni novecentesche dell’immaginario purgatoriale può senz’altro collocarsi In sonno e in veglia (1987) di Anna Maria Ortese, il cui richiamo al luogo intermedio dell’aldilà cattolico è presente tanto nell’oggetto della narrazione quanto nella scrittura stessa. La raccolta di racconti è in realtà un libro-manifesto che svela il segreto della scrittura in un titolo programmatico: il binomio ossimorico di sonno e veglia circoscrive infatti sia la tecnica narrativa visionaria, sia la Weltanschauung dell’opera ortesiana che, qui come altrove, accoglie “storie tra mondo e sottomondo, tra giorno e notte.” La scrittura di apparizioni e visioni, tipica della narrativa ortesiana, abitando la soglia tra sogno e realtà, che è poi lo spazio liminale tra visibile e invisibile, autorizza all’uso della definizione di scrittura del dormiveglia.
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Caffarena, Fabio. « L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare ». REVISTA DE HISTORIOGRAFÍA (RevHisto), no 37 (21 juillet 2022) : 111–26. http://dx.doi.org/10.20318/revhisto.2022.7058.

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Résumé :
L’Archivio Ligure della Scrittura Popolare, fondato da Antonio Gibelli nel 1986 presso il Dipartimento di Storia Moderna e Contemporanea, dal 2017 è un centro di ricerca e documentazione del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Genova. La sua attività è finalizzata al recupero, allo studio e all’utilizzo didattico delle testimonianze scritte della gente comune nei secoli XIX e XX, con l’intento di analizzare i processi di affermazione della soggettività che affiorano fra le scritture di migranti, soldati, operai, donne e bambini.
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La Rosa, Cecilia, et Maria Giuseppina Mantione. « Sex offenders : un'ipotesi di trattabilitŕ. Il caso di Antonio ». PSICOBIETTIVO, no 2 (janvier 2011) : 103–13. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-002008.

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Résumé :
Gli autori espongono il percorso di co-terapia, individuale e coppia di un caso clinico di pedofilia. Parte integrante del percorso di co-terapia č fondato sul contratto terapeutico e sulla identificazione delle tematiche agonistico-dominanti-sessualizzate del paziente in risposta a situazioni di solitudine e di conflitto coniugale. Emergono i modelli operativi del paziente di tipo evitante e disorganizzato in risposta a tali situazioni di stress. La possibilitŕ di una integrazione della coscienza viene percorsa attraverso il percorso di co-terapia che consente di vedere e integrare nella vita reale della coppia i significati delle fantasie violente e erotizzate del paziente.
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Lipari, Domenico. « La scrittura come costruzione di realtà ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 30 (février 2019) : 56–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2018-030008.

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Iori, Vanna. « La scrittura nelle professioni di cura ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (juin 2012) : 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/erp2012-001004.

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Résumé :
Faced with a growing call for help, services note the inconsistency of the old paradigms and are facing unprecedented challenges. In this situation, the caregivers, who are daily in a difficult and stressful social work, are the real "experts", the true owners of a knowledge of caring, verified by the contact with a lived experience. Starting again from the experience the narrative can give voice to caregivers, encouraging the reflection and transforming the anguish into a strategies for social work, education, health care. In particular, the autobiographical writing is a sort of self-care and indicates the practical implications to be better able to care for others.
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Toscano, Anna. « Scrittura e pittura come solchi ». Balthazar, no 4 (13 septembre 2022) : 146–50. http://dx.doi.org/10.54103/balthazar/18513.

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Résumé :
La produzione artistica di Etel Adnan nel suo insieme, scrittura e pittura, è un santuario della memoria legato a paesi, lingua, culture, società diversissime. Le vite vissute da Adnan, donna e artista attivista e femminista, ruotano intorno all’esperienza di differenti luoghi e idiomi e creano un’arte legata a un corpo a corpo con la vita.
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Chamedes, Giuliana. « Pio XI, Hitler e Mussolini : La solitudine di un papa ». Journal of Modern Italian Studies 14, no 3 (septembre 2009) : 365–66. http://dx.doi.org/10.1080/13545710903031960.

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Sposetti, Patrizia, et Maria Emanuela Piemontese. « Gli studenti universitari non sanno più scrivere ? Una riflessione sulle caratteristiche delle scritture di un campione di studenti universitari italiani e sulle possibili strategie didattiche di intervento ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis | Studia de Cultura 9, no 3 (4 juillet 2018) : 144–57. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.3.14.

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Résumé :
Il tema delle competenze di scrittura degli studenti universitari ha assunto nel tempo un crescente interesse testimoniato dall’ampio numero di studi e ricerche ad esso dedicati nel panorama scientifico europeo e internazionale. Il contributo presenta una riflessione sul tema attraverso i primi risultati di una ricerca sulla scrittura degli studenti del corso di laurea magistrale in Pedagogia e Scienze dell’educazione e della Formazione della “Sapienza” Università di Roma dall’anno accademico 2011/2012 all’anno accademico 2015/2016. Il punto di partenza teorico è costituito dalla consapevolezza dell’insegnabilità della scrittura e della conseguente importanza del lavoro educativo.Czy studenci umieją pisać? Obserwacje dotyczące cech tekstów pisanych przez studentów włoskich uniwersytetów oraz możliwych strategii dydaktycznychZagadnienie kompetencji studentów w zakresie redakcji tekstów wzbudza coraz większe zainteresowanie zarówno w Europie, jak i poza nią, o czym świadczą liczne poświęcone mu badania. Artykuł przedstawia wnioski z badań prowadzonych od roku akademickiego 2011/2012 do 2015/2016, które dotyczyły prac pisemnych studentów studiów magisterskich kierunku pedagogika oraz nauki o edukacji i kształceniu na Uniwersytecie „La Sapienza” w Rzymie. Tezą, stanowiącą punkt wyjścia dla autorek, jest przekonanie, że kompetencje studentów w zakresie reakcji tekstów mogą być rozwijane oraz że ćwiczenie tego typu umiejętności mogą przynieść znaczące efekty.
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Demetrio, Duccio. « Tristezza esistenziale e ricorso alla scrittura ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 15 (décembre 2010) : 51–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-015005.

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Résumé :
Il tema della relazione con un maestro (con "il" maestro) č qui narrato tenendo una "posizione" di "relativa distanza" e di "relativa vicinanza", probabile frutto di un processo sviluppato dalla domanda (inespressa): c'entra l'amore con l'apprendimento? Appare sullo sfondo il tema di una relazione con il maestro che non puň essere relativa ad una intesa meramente intellettuale, cognitiva, razionale ma che si estende a emozioni fortemente connotate, come puň essere l'affetto per una persona che conosce, che sa e che č disposta a condividere il proprio sapere. Dal punto di vista della teoria della tecnica, l'autore sostiene che ogni seduta psicoterapeutica, nell'incontro con l'altro, diviene un sogno condiviso, conarrato, co-agito che prescinde da una veritŕ reale o storica a favore di una veritŕ emotivonarrativa nella quale prendono vita storie, trasformazioni, insight, attitudini a trasformare in ręverie, in immagini quanto urgeva come sensorialitŕ e protoemozioni.
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Lucarelli, Massimo. « L’ autobiografia di un ribelle padre della patria ». Mnemosyne, no 5 (15 octobre 2018) : 13. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13543.

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Résumé :
Tra le opere autobiografiche risorgimentali, le Note mazziniane risultano particolarmente funzionali a un’analisi dei legami tra scrittura di sé, autolegittimazione e ribellione. Mazzini cominciò a redigerle a Londra, in esilio, nel marzo del 1861, proprio mentre a Torino si proclamava il Regno d’Italia. Lungi dal romanzesco e dall’individualismo tipici dell’autobiografia preromantica, le Note si presentano come un «sommario storico» il cui fine politico e nazionale giustifica la scrittura autobiografica. Esse sono infatti, soprattutto, un’autolegittimazione dell’azione politico-rivoluzionaria mazziniana e un documento di polemica contro la classe dirigente del neonato Regno d’Italia.
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Milburn, Erika, et Claudia Berra. « La scrittura degli 'Asolani' di Pietro Bembo ». Modern Language Review 95, no 3 (juillet 2000) : 855. http://dx.doi.org/10.2307/3735566.

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Cerruti, Marco. « Rilievi sulla scrittura satirica di Carlantonio Pilati ». Italies, no 4 (1 janvier 2000) : 517–28. http://dx.doi.org/10.4000/italies.2312.

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Campetella, Paolo. « Pratica di scrittura e lettura dell'opera d'arte ». CADMO, no 1 (septembre 2019) : 35–49. http://dx.doi.org/10.3280/cad2019-001004.

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Ferrarini, Edoardo, et Eugenio Staltari. « Scrittura ed Immagini : un'ipotesi di restauro virtuale ». Le médiéviste et l'ordinateur 41, no 1 (2002) : 49–59. http://dx.doi.org/10.3406/medio.2002.1573.

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Garibaldo, Luca Francesco. « Arteinpiazza - Pratiche di lettura e scrittura urbana ». TERRITORIO, no 47 (février 2009) : 34–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047005.

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Résumé :
- While creativity, art and culture are terms used increasingly more often by urban institutions in the attempt to provide an answer to the anonymity of international style and to promote certain markets, there is a constellation of spontaneous activities seething in the shadows. Practiced either individually or in groups, they constitute an area of challenge and conflict in which you measure your freedom against that of the others. In a city of steel reinforced doors and closed-off areas under Cct surveillance, art is a common and possible space where you can cultivate your responsibility and set new social equilibriums even if they are temporary. Let us learn to read and write our cities! Let us try it in an unexpected place, perhaps in a square in the poorer outer neighbourhoods of the city, to discover alternative centres and new geographies.
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Sicuro, Antonio. « La scrittura mancina di Leonardo da Vinci ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 1 (février 1993) : 71–72. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600110.

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Perondi, Luciano. « Scrittura e spazio visivo. Perché č importante estendere il concetto di scrittura nella formazione ». FOR - Rivista per la formazione, no 80 (novembre 2009) : 16–20. http://dx.doi.org/10.3280/for2009-080004.

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Perrella, Silvio. « Sergio De Santis, un naufrago della scrittura ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (22 avril 2018) : 485–91. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757442.

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Résumé :
Quelle di Sergio De Santis (Napoli, 1953) sono storie naufraghe e salmastre; storie di malussìa che raccontano di uno “smarrimento fra gli stretti sentieri di una vita troppo diversa da come l’avevamo immaginata”. E la malussìa è la dimensione di un io metamorfico e dai nomi cangianti – a volte professore, altre velista, altre ancora giocatore di carte… – che attraversa il suo mondo narrativo, legando tra loro echi, temi e movenze di scrittura. Nel gruzzolo di opere sinora pubblicate – una raccolta di racconti e tre romanzi – De Santis si dimostra un naufrago della scrittura che ama giocare con la reticenza, non solo perché è consapevole della forza dell’allusività e del rapporto tra i vuoti e i pieni, ma anche perché vuole che il suo paesaggio fisico e morale sia un correlativo di una condizione umana generale. Per De Santis il Sud è soprattutto la specola attraverso la quale guardare malinconicamente al disastro del mondo, senza però lasciarsi sfuggire ogni possibilità residua e imprevista di bellezza.
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Barbetta, Pietro. « Note preliminari per una "fiction" sul caso Lucia Joyce ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 61–73. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016004.

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Résumé :
Il testo indaga il caso clinico di Lucia Joyce alla luce della scrittura del padre e in relazione alle interpretazioni psicoanalitiche di Jung e Lacan. L'ipotesi piů accreditata č che la scrittura di Joyce o la condizione nomadica e precaria della famiglia Joyce abbia avuto conseguenze riguardo al disordine psichico di Lucia. In questo testo cercherň di discutere quest'idea proponendo un'ipotesi clinica differente, legata alla iatrogenicitŕ degli interventi e degli internamenti psichiatrici subiti dalla figlia di Joyce contro la volontŕ propria e del padre, che leggeva invece nelle condotte della figlia ammirevoli e sconvolgenti capacitŕ telepatiche.
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Nasi, Franco. « Fenomenologia e stile nella scrittura di saggio di Luciano Anceschi ». Italica 75, no 3 (1998) : 399. http://dx.doi.org/10.2307/480058.

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Grandolini, Simonetta. « Sull'invenzione della scrittura nell'orazione di Giorgia In difesa di Palamede ». Giornale Italiano di Filologia s. 2, no 1-2 (novembre 2011) : 13–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.101932.

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Malagnini, Francesca. « L’italiano in rete tra parola e immagine ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 3 (26 juin 2019) : 748–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819854055.

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Résumé :
Nell’articolo si analizzano i rapporti tra parola e immagini nella comunicazione di alcuni media mostrando come i codici verbale e iconico, se accoppiati, sono spesso incoerenti fra loro, tanto da impedire la comprensione del messaggio. Inoltre, si esamina il processo di scrittura del messaggio verbale in rete, mettendolo in relazione con i testi semicolti: in entrambi i casi mancano la progettazione e la revisione. Un punto di partenza per insegnare una scrittura di massa strutturata e sequenziale, talvolta accompagnata da immagini, può essere quello di una riflessione linguistica e testuale sui testi verbali frammentati che circolano nella rete.
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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. « Il racconto della quotidianità nella genesi del tempo. » Mnemosyne, no 1 (1 septembre 2008) : 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11493.

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Résumé :
Nel diario al centro del saggio la registrazione del quotidiano si estende per un arco di tempo di trenta anni, dal 1959 al 1989. La scrittura registra in modo particolare la “normalità” della quotidianità, piuttosto che gli eventi eccezionali, introducendo il lettore in un lungo spaccato di vita dello scrivente. Nel descrivere ed analizzare questo testo il saggio parte dal dato linguistico, mostrando come il linguaggio, insieme ai contenuti espressi, si faccia testimone di un periodo storico e di un programma (oltre che di una storia) di vita allo stesso tempo. La tesi di fondo è che in un diario giornaliero la scrittura non sia soltanto uno strumento di registrazione, ma anche di ri-costruzione dell’esperienza.
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Maras, Daniele Federico, Javier Velaza Frías et David Nonnis. « Influssi esterni : ‘ellenizzazione’, ‘romanizzazione’, ‘mediterraneizzazione’ (VI-III sec. a.C.) ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 129–65. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.384.

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Résumé :
Nel Mediterraneo occidentale, l’introduzione della scrittura è uno importante momento del processo storico di acculturazione che ha un impatto notevole sulla precedente tradizione letteraria orale. Nella penisola iberica, la documentazione eterogenea, unita alle difficoltà di interpretazione, impedisce di approfondire la ricerca: si presenta pertanto l’interrelazione dei diversi sistemi scrittori tra VI e III sec. a. C., in riferimento alle controparti fenice e greche. L’epigrafia della produzione latina ed etrusco-italica fornisce un banco di prova, che dimostra un rapporto costante degli artigiani con la scrittura. In Etruria, il passaggio del formulario standard di dono dall’ambito cerimoniale aristocratico a quello votivo si inserisce nel contesto della frequentazione di visitatori stranieri.
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Burlini, Annamaria, et Giuseppe Carlo Pollina. « Un intervento possibile nelle organizzazioni in tempi di insicurezza e solitudine ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 107–28. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003011.

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Résumé :
Gli autori ripropongono l'attualitŕ degli interventi di formazione condotti con il metodo dei Gruppi Operativi (Pichon Rivičre) nel mondo contemporaneo, dominato dalla globalizzazione e da una visione miope di investitori e manager, che hanno profondamente modificato l'organizzazione del lavoro, la suddivisione dei ruoli e delle responsabilitŕ e la funzione delle istituzioni. Aziende, enti, imprese ecc., infatti, non hanno piů una funzione protettiva dall'ansia; al contrario, producono ansia esse stesse non rispondendo piů ai bisogni soggettivi di riconoscimento, individuazione, unicitŕ.
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Maras, Daniele Federico. « Le scritture dell'Italia preromana ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 923–68. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.386.

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Résumé :
La scrittura è stata introdotta nell’Italia antica attraverso il contatto tra i navigatori greci e le aristocrazie etrusche dell’età Orientalizzante. Entrando a far parte dei rapporti cerimoniali tra pari, si è diffusa rapidamente presso le popolazioni vicine e nel corso del VI secolo a. C. ha assunto un valore identitario etnico, dando vita a un mosaico di diverse tradizioni grafiche, volta per volta derivate direttamente dalla scrittura greca o attraverso la mediazione etrusca o latina. L’autore dedica alcune pagine introduttive al processo storico di trasmissione e adattamento della scrittura e poi passa in rassegna i domini epigrafici etrusco, falisco, latino, celtico, veneto, retico, camuno, paleo-italico, paleo-sabellico, ausone, osco e umbro. In conclusione, alcuni spunti per la ricerca futura vengono brevemente accennati.
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Dell’Agnola, Daniele. « Connessioni. Intrecci di testi, parole e storie, per ascoltare l’altro e sé stessi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : 87–100. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.04.

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Résumé :
Nel contributo si descrive un lavoro svolto con allievi tredicenni che hanno cercato di esplorare, ricreare e ricercare i significati del proprio vissuto attraverso il testo letterario e attraverso la scrittura. La relazione tra i giovani lettori e ciò che era loro familiare ha rappresentato il motore di un percorso didattico mosso da una continua conversazione tra l’insegnante, le allieve e gli allievi e i testi. L’itinerario si è rivelato essere un’occasione per riflettere sulle connessioni possibili tra il testo letterario e chi, adolescente, svolge dei compiti di lettura e scrittura.
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Menghi, Céline. « Un analista puň essere anche uno scrittore ? » ATTUALITŔ LACANIANA, no 9 (avril 2009) : 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009010.

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- n questo testo si evidenzia un cambiamento di statuto della scrittura. La scrittura, da modalitŕ del soggetto per farsi La sua Storia e per dire l'indicibile dell'essere, presa nel dispositivo analitico e nella logica del fantasma e dell'al-di-lŕ del fantasma, si fa marchio, lettera a partire dalla sgrammaticatura del linguaggio, a partire dalla parola presa nel corpo. Uno snodo importante dell'esperienza analitica mette in luce un punto chiave di non ritorno per il soggetto sulla via della sua riduzione a oggetto. Parole chiave: terminal - lingua-sul-reale - corpo estraneo - lalangue - Piů-Nessuno
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Benelli, Enrico. « Formazione delle scritture alfabetiche in Italia centrale. Riflessioni sul caso dell'etrusco e alfabetti conessi ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 103–28. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.391.

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Résumé :
Il processo di formazione dell’alfabeto etrusco segue principi molto diversi rispetto a processi analoghi che hanno portato alla nascita delle altre scritture alfabetiche di area mediterranea. La ricerca passata ha spesso mancato di cogliere questa anomalia, o ha tentato di spiegarla attraverso modelli teorici non sempre soddisfacenti. Partendo dalla constatazione che le città etrusco-meridionali, al momento della formazione della scrittura alfabetica, comprendevano componenti alloglotte, evidenti soprattutto ai livelli sociali più alti, e introducendo confronti con situazioni analoghe riscontrabili in vari sistemi scrittori del mondo, l’articolo propone di spiegare il singolare processo formativo dell’alfabeto etrusco come il risultato di un tentativo di creare una scrittura che potesse servire a rendere più lingue diverse.
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Sanfilippo, Marina. « Libri, lettere, scritte e testamenti : magia e pericoli della scrittura nelle raccolte di racconti popolari siciliani dell’Ottocento ». Cuadernos de Filología Italiana 27 (7 juillet 2020) : 199–219. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.67487.

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Résumé :
In questo lavoro analizzo la presenza multiforme di elementi e riferimenti al mondo della scrittura in racconti siciliani orali raccolti tra la seconda metà del XIX secolo e i primissimi anni del XX, con il duplice scopo di, in primo luogo, sottolineare il complesso rapporto esistente tra oralità e scrittura e, in secondo luogo, capire quali funzioni e caratteristiche attribuirono allo scritto la cultura popolare e i suoi interpreti, per lo meno nel contesto preso in esame.
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