Thèses sur le sujet « Sociologia dei sensi »
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PETRILLI, ENRICO. « “Se è tutto troppo bello, non ti preoccupare” Un’etnografia dei piaceri nei club di musica elettronica ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/207351.
Texte intégralVernari, Chiara. « Gravità, grevità e levità. Bambini in ospedale e macchine di divertimento : interazioni organizzative e pratiche creative ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3423341.
Texte intégralIl presente studio esplora la creatività dal punto di vista sociologico. Spesso considerato qualcosa che avviene nel profondo della psiche di una persona, e quindi al di fuori della sfera della teoria e della pratica sociologica, la dinamica creativa presentata in questa ricerca è intimamente collegata a tre campi fondanti dell’analisi sociologica: lo spazio, la materialità, e il corpo. Basata sull’osservazione partecipante dell’azienda manifatturiera vicentina di macchine di divertimento Zamperla, e dell’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze, questo studio offre un’argomentazione che si snoda in tre tematiche. Nel primo capitolo, esplora la spazialità della creatività, analizzando il fatto essenziale e facilmente trascurato che tutti i processi creativi si svolgono in spazi dedicati. Attingendo alla “teoria dell’etichettamento”, si esplora il potere simbolico di dichiarare uno spazio “creativo”. Al Meyer, la creatività dello spazio ospedaliero è accuratamente rappresentata dall’allestimento architettonico e insita nel design di interni della costruzione. Esso agisce come un monumento alla sua creatività, il cui potere simbolico è profondamente sentito dall’operatività quotidiana dell’ospedale. Gli uffici della Zamperla, invece, si intendono “creativi” per il loro ritmo organizzativo apparentemente caotico e improvvisato, che i membri organizzativi considerano una manifestazione esteriore del loro Presidente, Alberto Zamperla. Il secondo capitolo esplora la tensione generativa tra l’aspetto immateriale e quello materiale della creatività. Mentre l’intento sia al Meyer che in Zamperla è quello di produrre sensazioni che sono di levità – eccitazione, gioia, risate, emozioni – entrambi devono lavorare con componenti che sono materiali e pesanti in senso fisico e talvolta emotivo – blocchi di metallo, cateteri, flebo, strumenti medici. Per tradurre l’immaterialità dell’ispirazione creativa in un’altrettanto immateriale sensazione di leggerezza per i clienti e i piccoli pazienti, ciascuno deve viaggiare attraverso il regno di forme pesanti, passando dall’aria al metallo all’aria. Quest’“ossimoro produttivo” vale anche per il metallo metaforico della burocrazia e della standardizzazione procedurale, impersonato in Zamperla dalla leadership operativa del Direttore generale, contrapposto alla dimensione carismatica della leadership del Presidente. L’ultimo capitolo esplora la creatività e la dimensione corporea. Proprio come i processi creativi in questo studio sono trasmessi dalla materialità, così sono messi in forma dai corpi e dalle loro pratiche, dalle loro capacità e dai loro limiti. In Zamperla, sono descritti dai passeggeri delle giostre, dei cui corpi progettisti e ingegneri devono costantemente tener conto, perché l’alta velocità, il movimento ripido, l’accelerazione e gli avvitamenti delle loro creazioni, se si spingono oltre, possono provocare danni o addirittura la morte. Al Meyer, si prende in considerazione il corpo degli artisti dello spettacolo e delle professionalità educative. Nel loro intervento di trasformazione energetica attraverso una relazione di gioco con i bambini degenti e malati, devono mantenere e proteggere il loro corpo emozionale, perchè la grevità intensa e di sofferenza dell’ambiente ospedaliero ne logora gli equilibri. Attraverso la descrizione e l’analisi di questi due casi-studio e di questi tre ambiti, questa tesi offre una nuova comprensione del processo creativo, e dimostra allo tempo stesso che lo studio della creatività è ben di competenza della teoria e della pratica sociologica.
Andreatta, Claudia. « L'agency dei bambini e delle bambine nelle pratiche religiose. Senso e rappresentazioni del percorso di preparazione alla prima comunione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3422990.
Texte intégralLa prospettiva teorica entro cui si inserisce il lavoro di ricerca è quello dei New Childhood Studies che considera i bambini come portatori di agency, costruttori delle proprie culture, abili negoziatori sia negli intrecci di relazioni con i propri pari, sia con gli adulti. Nello specifico, la ricerca intende studiare la formazione delle culture dei bambini e delle bambine nel processo di riproduzione, interiorizzazione e interpretazione delle pratiche religiose, con un’attenzione allo svelare le forme e i contenuti dell’agency. La domanda di ricerca è stata organizzata attorno a tre nuclei tematici. Un primo nucleo tematico vuole comprendere in che modo si strutturino le culture dei pari all'interno di un contesto di pratica religiosa. Il secondo riguarda le forme e i contenuti delle negoziazioni che i bambini ingaggiano con gli adulti rispetto alla partecipazione al catechismo e ai contenuti delle attività e la presenza alle messe domenicali. Inoltre si indaga su quali sono le richieste che provengono dai bambini e come organizzano queste loro istanze, quali sono i rapporti con gli adulti e chi sono gli adulti a cui i bambini si rivolgono per presentarle. Infine il terzo nucleo riguarda la riproduzione interpretativa e in particolare quali siano i significati e il senso che i bambini attribuiscono al percorso di catechismo che hanno intrapreso. L'attenzione di questa ricerca, si è focalizzata in particolare sulle esperienze che i bambini fanno durante il loro ultimo anno di percorso di preparazione alla prima comunione, osservando sia l’intero anno di catechismo frequentato dai bambini che lo svolgimento della cerimonia in cui ricevono la loro prima eucaristia. I tre nuclei sono legati tra di loro dal tentativo di individuare quale ruolo giocano il genere e la classe sociale di appartenenza dei bambini nelle diverse rappresentazioni che emergono. Nel percorso di ricerca si è voluto combinare tra di loro diversi metodi, delineando diverse fasi che procedono per passi successivi, consentendo di alternare ai momenti di ricerca altrettanti spazi di analisi e riflessività utili a modificare e ri-calibrare in itinere l’approccio sul campo. L'approccio multi-metodo ha consentito di integrare approcci qualitativi come osservazione etnografica e focus group, con approcci quantitativi come l'indagine campionaria. Per quanto riguarda l'osservazione partecipante, si è scelto di concentrarsi sulle esperienze dei bambini delle classi che stanno frequentando i corsi di preparazione alla prima comunione in due parrocchie cattoliche del comune di Venezia. Queste sono state individuate in base a un criterio di religiosità rispetto a un continuum che va da un massimo di omogeneità religiosa a un massimo di disomogeneità religiosa: nel primo caso si tratta una parrocchia inserita in quartieri a alta maggioranza di cattolici, prevalentemente di nazionalità italiana, il secondo caso invece riguarda una parrocchia di un quartiere in cui sono presenti anche altre confessioni religiose e diverse nazionalità. In entrambe le parrocchie le ore di osservazione sono state venti, per un totale di quaranta. Sono stati inoltre organizzati 4 incontri in cui ai bambini e alle bambine è stato chiesto di partecipare a dei focus group. Questi sono stati strutturati e proposti ai bambini come laboratori in cui si sarebbe discusso assieme di che cosa fanno a catechismo e in cui avrebbero avuto la possibilità di contribuire a revisionare assieme al ricercatore la parte di indagine campionaria. Infine, si è realizzata un'indagine campionaria che ha previsto l'utilizzo di un questionario standardizzato che permettesse di raccontare in un ampio campione di bambini le percezioni, i pensieri e le opinioni dei bambini in merito al catechismo, alla loro Prima Comunione, alla Confessione e in generale al mondo della pratica religiosa di cui, più o meno volontariamente, fanno parte. L’indagine si è realizzata in dieci parrocchie di Mestre e Marghera e sei parrocchie di Bassano del Grappa e dintorni, per un totale di sedici parrocchie e 430 questionari raccolti. La ricerca ha evidenziato pertanto due risultati di ricerca. Il primo riguarda i modi in cui i bambini manifestano la loro agency a catechismo nelle relazioni con le loro catechiste e che consentono ai bambini una certa libertà di azione. In questo modo la struttura del catechismo dipende in modo diretto ed evidente dall'agency dei bambini, e in particolare dalla loro capacità di attuare meccanismi di sabotaggio e negoziazione che determinano modifiche nella struttura delle attività. Il secondo infine riguarda il processo di individualizzazione del credere che si evidenzia già nei bambini che si stanno preparando alla prima comunione. In particolare emerge molto bene negli episodi in cui i bambini hanno reinterpretato le tradizioni dei rituali cristiani, il modo di considerare i sacramenti, le forme di preghiera, l'adesione ai valori del cristianesimo o la messa in discussione di alcuni misteri evangelici di cui hanno sentito parlare Si intende pertanto contribuire ad aggiungere uno spazio di riflessione negli studi delle pratiche religiose che consenta di includere i bambini e le bambine fino ad oggi presenti solo con un ruolo marginale, visti di riflesso attraverso le esperienze degli adulti di riferimento.
PINTO, LAURA. « LE ATTIVITA' DI UTILITA' SOCIALE NELLA GIUSTIZIA PENALE MINORILE. LA COSTRUZIONE DEL "SENSO DI SUCCESSO" CON LO SGUARDO DEL LAVORO SOCIALE : LA VOCE DEI PROTAGONISTI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135274.
Texte intégralThe research studies how the co-construction of the judicial response to juvenile offenders takes place within the communities where the criminally relevant facts occur. The point of view (from the point of view of social work) is a concept of justice that, in addition to containing, can create opportunities to redress the consequences of crimes committed by a growing person, strengthening collective responsibility rather than punishing and compressing the agency of the subject. The objectives of the research: • deepen the knowledge of what makes a community justice experience promoted by the social service "good", from the point of view of professionals, the judiciary involved, juvenile offenders, their families, local collaborators • explore the ways in which the social worker acts in the direction of success, accompanying the child and his family and facilitating coping. Data were collected using 9 focus groups created by grouping the participants homogeneously basis of their role and their experience (including juvenile offenders, social workers, magistrates, lawyers ...), to co-construct a framework that describe the positive aspects for each of the perspectives of the protagonists of this path. In a second phase, the collected data are analyzed in a second level focus group with mixed composition, including a representative of each role with which the previous focus groups were conducted, addressing the analysis of the first data in a participatory way. Results show that the community response to the commission of a crime is not a good "a priori" strategy, because the community can be afraid and feel insecure in the face of deviant acts. If involved, however, the community and the people know how to actively collaborate in the co-production of community reparation activities with young people who have committed a crime. This work is an attempt to reconstruct a social services response process within the juvenile criminal justice system that can successfully foster individual change and promote community trust in a relational way.
Guillaume, Olivier. « Le sens organisationnel : le cas des démarches de qualité / ». Paris : l'Harmattan, 2008. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb41367476d.
Texte intégralCORNETTA, DENISE ELENA. « Studio dei fattori che possono aumentare il senso di comunità e la collaborazione in contesti di comunità locali urbane : il ruolo dei social media basati sul Web ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/96101.
Texte intégralPharo, Patrick. « Sens et légitimité : contribution à une phénoménologie du lien civil ». Paris, EHESS, 1991. http://www.theses.fr/1991EHES0057.
Texte intégralThe studies assembled in this thesis raise the question of the relationship between the legitimacy of a political order and the meaning of human actions and passions; they attempt to show that the individual sense of good and evil is closely tied to that of civic good and evil. The method of investigation is a phenomenology of the civil bond, that is the analysis of the conceptual structures of mutual understanding this phenomenology specifies the principles, norms, forms, consequences, limits and morality of mutual understanding, in order to investigate the links between the meaning of a private experience and the constraints of common sense. The introductory report presents three successive stages of this research each stage scrutinizes the questions of meaning and legitimacy in relation to the poradoxes of a cultural theory of man. Tho first part of the report accounts for the original research grounds and criticizes the structuralist version of the cultural theory of man. The second part discusses the logical grounds of these paradoxes, namely in metasociological theories. The third part expounds the hypotheses raised by a phenomenology of the civil bond, and, in particular, it argues that a norm of mutual understanding constrains social relations and compels social agents to expect truth and good from one another
DESIDERI, AGNESE. « I processi di categorizzazione sociale durante l'infanzia ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/114596.
Texte intégralThis thesis deals with the processes of social categorization during childhood. This topic has aroused wide interest in many disciplines such as pedagogy, anthropology, psychology. As for sociology, although the topic represents a central theme for the discipline from an epistemological point of view, there is still a lack of empirical research on childhood, especially in Italy. Therefore, an empirical, experimental study has been carried out during the academic year 2018-2019 in the cities of Florence and Prato. The sample includes about 96 families from three schools. The schools are divided into three socio-economic levels: upper, middle and lower-middle, according to the ESCS (Economic, Social and Cultural Status indicator has been provided by the Italian Ministry of Education). The study employs a mixed methods approach. Children, aged seven, as well as their parents have been interviewed using photo-elicitation interview. A survey has been also used to question children’s families in order to reconstruct their socio-demographic and socio-economic profile. The images show real people that differ in gender, age, ethnicity, religious background, as well as in socio-economic and socio-professional characteristics (taking into account the main ethnic, ethno-religious minorities and the main socio-professional groups present in Italy in 2019). The results achieved revolve around the following macro-themes: the role played by the common sense language in standardizing the respondents's answers; the role played by the material culture when the respondents try to justify «how they use social categories". And finally, the theme of "social reproduction" of the maternal habitus (therefore the coincidence - high - in the use of the same social categories of mothers and their children).
Trabal, Patrick. « Le sens commun, les mathématiques et les sciences : une approche de la sociologie des sciences par une étude des représentations sociales des mathématiques et des sciences ». Paris, EHESS, 1995. http://www.theses.fr/1995EHES0064.
Texte intégralThe starting point of this dissertation consists of a simple observation : the difficulties secondary school pupils meet in their apprenticeship of mathematics, come generally from their mathematics representations. A more exhaustive study shows that this is a real social phenomenon : the relation to mathematics seems deeply ambivalent. Therefor we have treated an approach to the social representation of mathematics, that we have widened to representation of science and technology. The notion of social representation imposes a reflection on the object of the representation itself : our work gives an account of the various "epitemological" discourses. The fact that only one of these discourses seems to have been circulated outside the circle of the different protagonists, has led us to formulate a hypothesis related to the theory of bourdieu, which consists of a logic of reproduction of the predominant position of the realistic representation. These scientists'words widely distributed by the educational and the scientific vulgarisation tend to consolidate their predominant position and their vision of the world. A historical approach, based on the reform of "the modern mathematics" shows that the difficulties in the making use of this reform come less from the generally invoked reasons (mediocrity of school books, insufficiency in teachers training,. . . ) Than from the will of the reformers to change the social representation, which society has on mathematics. This point confirms the interest of more precise researchs, that this dissertation intends to begin
Boutiba, Rim. « Repenser la Responsabilité Sociétale des Entreprises à travers une perspective de construction de sens : perceptions de 20 responsables RSE ». Thesis, Université de Lorraine, 2014. http://www.theses.fr/2014LORR0318.
Texte intégralThe aim of this research is to identify the contribution of sensemaking theory to the study of Corporate Social Responsibility (CSR). Therefore, we propose to bring out the meaning that actors attribute to socially responsible actions. For that matter, we seek to highlight the variety of sensemaking process that can lead to a variety of CSR representations. Our qualitative study consists in exploring in depth the sensemaking process of CSR. We have used crossing methodological perspectives: a lexical analysis, a thematic content analysis and finally a cognitive maps analysis. The results suggest four classes of discourse on CSR: responsibility to stakeholders (SK) and stakeholder mapping; moral and ethical behavior; sustainable development, certification and reporting; framing and implementing the approach. These results show the need to consider five dimensions of the sensemaking process of CSR: triggers, enactment process, selection process, communication process and adaptation process. From this study appear also five perceptions’ types of the sensemaking process of CSR: the global managers’ perception, the perception of public enterprises and organizations managers, the perception of Tunisian enterprises and organizations belonging to the ISO 26000 promotion program managers, the perception of private multinationals managers, and the perception of the manager of the Global Compact principles program
Fernandez, Fabrice. « Usages et usagers de drogues dans les mondes de l'errance urbaine et de la prison : une "expérience totale" ? : sociologie du sens endogène des pratiques de consommation de produits toxiques associées à des prises de risques pour la santé ». Toulouse 2, 2007. http://www.theses.fr/2007TOU20061.
Texte intégralPreventive public health policies and harm reduction policies (AIDS, hepatitis C) have been focusing increasingly on rendering drug “addicts” more responsible, while substitution treatments have been made more readily available ; they are indeed, distributed massively by general, as well as psychiatric, health agencies and practitioners. Nevertheless, high risk practices remain common among the most precarious of drug users. Through the notion of total experience, a framework that permits intelligibility, and through inductive methodology applied to extensive and varied fieldwork in the Parisian and Toulouse areas (prisons, hospitals, non-profit organizations, unorganized squats, streets), the present dissertation focuses on drug uses and drug users who are caught in a circulatory movement between urban vagrancy and carceral experience. What kind of adjustments occur at each end of the movement and how do these adjustments impact the relationship to one's own body and health ? Facing a society that deals with social issues in an increasingly penal and medicalized way, a heterogeneity of practices emerges : heterogeneity of the logics behind drug use, of life trajectories, of adaptation techniques and of the narrativization of these experiences. The analysis of various forms of total experience reveals some of the modes of resistance and self-preservation users develop in order to respond to the apparatuses proposed -and even imposed- to them, at the same time as it raises the question of what it means to limit one's control over one's self and body
Orange, Sophie. « L'autre supérieur : aspirations et sens des limites des étudiants de BTS ». Poitiers, 2011. http://www.theses.fr/2011POIT5016.
Texte intégralThe aim of this thesis is to analize the different social frameworks which are the background of the studying experience in french higher technical sections (Sections de Technicien Supérieur - STS). These vocationnal trainings are the preferred or even the exclusive pathways to the higher education levels, chosen by many vocational and technical "baccalauréat" graduates, thus contributing to the growth of a demand for education in low-income families. The monitoring of a group of students from their entry in STS until their graduation highlight the effects of the institution on school and job ambitions. It appears that the high integration potentential of these training courses and eventually the consecration of the students as a local elite in rural secondary schools allow increasing aspirations of weaker students. Thus, STS play a role of social promotion. However, curricula specificities and internal diversities of pedagogical configurations lead students to moderate their professionnal expectations. Furthermore, the isolation of STS in the french higher education system, a consequence of the LMD reform, has reduced the possibilities for the students to move towards long cycles. Consequently, these training courses are not able to completely guarantee the academic vocations they gave rise to
Mehrpouya, Afshin. « The making of meanings : The role of institutions and actors in the co-construction of field level interpretations and meaning systems ». Thesis, Cergy-Pontoise, Ecole supérieure des sciences économiques et commerciales, 2011. http://www.theses.fr/2011ESEC0001/document.
Texte intégralThis dissertation explores the interaction between structure and agency in the context of multi-level institutionalization. Institutions interplay in complex ways across the field, national and transnational levels. Those complex dynamics condition both the interpretations and convictions that actors produce and the ways they mobilize meanings in order to “enact” their interpretations and convictions under competing demands. These dynamics are explored in-depth through two empirical studies. The first looks at the role national institutions play in the transnational regulation of sovereign wealth funds. The second examines the role of actors and institutions in evolution of frames used for socially responsible investments.Both the empirical studies utilize qualitative research methods drawing upon multiple sources of data including participant observation, interviews and a wide range of documentary evidence and secondary material. These studies yielded three research papers, two of which are empirical and the third one is conceptual. The two empirical papers named respectively “Sovereign wealth funds, the IMF and transparency” and “From God to markets” attempt to answer theoretical questions around the role of institutions at multiple levels of transnational, national and field, and actors in constitution of interpretations and meanings. In addition, these papers mobilize and contribute to other theoretical frameworks including transparency, interpretive accounting, transnational governance, social movements and soft laws. The third paper named “social responsibility and karma of market”, provides a conceptual framework for all the mechanisms claimed to translate the social behavior of firms to financial performance. It then sets out the firm attributes and institutional factors at multiple levels that mediate this link. Overall, this dissertation attempts to provide a better understanding of how competing institutions at different levels condition the actors’ behavior and how actors selectively mobilize and edit the institutional frames and meanings
Mayer, Agnes Zsofia. « Indian Migration in European Cities : Comparative experiences how Gujarati immigrants are reshaping Leicester and Milan ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3425266.
Texte intégralNel contesto globalizzato, gli spostamenti delle persone sono diventati più facili e il significato di località è diventato instabile e incerto. Nel corso degli ultimi quattro decenni il numero degli studi sul rapporto tra uomo e ambiente è aumentato. Tali studi hanno le finalità di comprendere le interazioni reciproche e multifunzionali tra persone e ambiente, e di riconoscere le sfide del cambiamento che l’ambiente produce sulle persone da un lato, e dall’altro del cambiamento prodotto dall’arrivo dei migranti, in particolare sull’ambiente urbano. L’obiettivo di questa ricerca è quello di contribuire alla discussione sul ruolo del luogo nell'identità, e su come la migrazione influenza l’identità di luogo dei migranti. Indaga l’attaccamento all’ambiente di casa, l'interruzione della continuità dell’identità di luogo causata dalla migrazione, e la ricostruzione di ambiente familiare al fine di mantenere la continuità di identità dopo l'insediamento. Secondo queste tre fasi, i capitoli della presente ricerca cercano di rispondere alle seguenti domande : in che modo l’ambiente di casa induce un attaccamento nelle persone, come il cambiamento tra luoghi influenza la continuità dell’identità di luogo, e infine come la gente trasferita manifesta e mantiene il suo attaccamento verso l’ambiente di casa. È analizzato il caso degli indù gujarati migranti arrivati a Leicester e a Milano. Il confronto cross-urbano permette di esaminare: gli effetti dei rapporti post-coloniali e lo sviluppo delle comunità migranti; le dimensioni e la concentrazione sulla ricostruzione e sul mantenimento dell’identità di luogo. La ricerca empirica si basa su un lavoro di campo etnografico con interviste in profondità e osservazioni non partecipanti. Nello specifico, sono analizzate 62 interviste realizzate con indù gujarati immigrati e discendenti a Leicester e a Milano, 36 e 26 interviste rispettivamente, completate con 6 interviste raccolte da diversi archivi di ricerca. L'osservazione riguarda i luoghi pubblici urbani, con particolare attenzione all'ambiente materiale, alla vita sociale, e ai riti e cerimonie religiosi. Lo studio utilizza la teoria dell'identità come un quadro teorico per trasferire i principi dell’identità al concetto del luogo e forma la complessa entità del rapporto persona-ambiente. Organizza luogo, persona e processo del rapporto persona-ambiente in un modello a quattro componenti, applicanto all'esplorazione empirica dei temi di ricerca. I risultati empirici richiamano l'attenzione sul ruolo eccezionale dell’ambiente di casa tra i luoghi con cui le persone entrano in contatto durante la loro vita. In primo luogo la ricerca rivela quali sono le funzioni particolari dell'ambiente con cui l'ambiente di casa suscita emozioni forti e positive negli immigrati gujarati. In secondo luogo, esaminando gli effetti emotivi della migrazione e del reinsediamento, l'investigazione rafforza i risultati di ricerche pregresse, dimostrando che l'immigrazione provoca una frattura mentale causata da un cambiamento di luogo. Ancora, la ricerca mostra una relazione tra da un lato la frattura sentimentale e dall'altro l’abilità dei migranti e qualità dei luoghi di invio e di ricezione. In terzo luogo, analizzando come gli immigrati gujarati e i loro discendenti conservano ed esprimono il loro attaccamento all’ambiente di casa a Leicester e a Milano, la ricerca mette in evidenza che gli immigrati tendono a mantenere la loro appartenenza quanto più possibile, e non ad assimilarsi nel nuovo ambiente urbano. Gli immigrati gujarati usano lo stesso tipo di pratiche per ricostruire l'ambiente familiare nelle due città, con risultati diversi a seconda delle competenze speciali, del loro profilo di lavoro e dei fattori ambientali particolari del luogo di insediamento. I risultati cross-urbani indicano inoltre che le relazioni postcoloniali tra il Paese di invio e il Paese ricevente dei migranti, fornendo un ambiente ricettivo nel luogo di destinazione ed una rete sociale estesa nell’ambito internazionale, guidano il percorso migratorio e influenzano favorevolmente lo sviluppo della comunità di immigrati. In tal modo le relazioni postcoloniali possono indirettamente facilitare la trasformazione del luogo urbano. I risultati empirici provenienti dalla ricerca mettono in evidenza che l'ambiente di casa fa parte dell'identità tramite il legame emotivo costruito con l'ambiente, sviluppando l'identità di luogo, e dimostrano che il bisogno di ritrovare il senso dell'ambiente di casa disturbata dalla migrazione spinge gli immigrati a ricreare l'ambiente di casa nel luogo urbano di insediamento. La ricerca contribuisce e fornisce nuove scoperte empiriche alla letteratura sull’identità di luogo e sul paesaggio urbano, etnico. Tuttavia, l'adesione cosciente alle tradizioni familiari, il mantenimento dell’appartenenza al gruppo sociale e l'uso prominente delle pratiche religiose suggeriscono che oltre ai fattori ambientali, la cultura dei migranti svolge un ruolo significativo nella continuità dell’identità di luogo. Lo studio richiama l'attenzione sulla necessità di ulteriori esami empirici sugli effetti dell’appartenenza culturale sull’identità di luogo e sulla necessità di costruire un quadro dell’identità di luogo più articolato, includente la cultura.
TOSO, STEFANIA. « SECOND HOME TOURISM IN RURAL ITALY. Spatial patterns and social practices towards community resilience ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404658.
Texte intégralThe research project investigates the phenomenon of second-home tourism in the Italian rural and inner areas, through the analysis of spatial patterns and social practices related to second-home owners in the Province of Asti, chosen as a case study that in the last decades has seen an exponential increase in the percentage of empty houses inhabited by non-residents. The theoretical framework chosen for the development of the investigation is based on the concepts of place attachment and community resilience; the question at the centre of the research revolves around the ways in which different place attachment processes can play an active role in the construction of resilient rural communities. Through the application of the iterative qualitative research process (Gaudet and Robert, 2018) and according to a mixed methodology, quantitative data (ISTAT, reference municipalities, aqueduct databases) and qualitative data (57 semi-structured in-depth interviews within the provincial boundaries with second-home owners, local administrators, real estate agents, representatives of non-profit associations and representative bodies of the territory and, finally, local community inhabitants; newspaper articles; photographic material produced by the researcher and provided by the interview participants) were analysed. The analysis traced the spatial development of the phenomenon of second homes and led to the identification of specific social and cultural practices led by second-home dwellers that are contributing to processes of renewal, revitalisation and adaptation of Asti's rural communities in an attempt to contribute to the regeneration of some rural villages actively. The research shows how the contribution of second home users in marginal contexts can be significant and stimulating in the relationship with permanent inhabitants, a confrontation sometimes marked by change, sometimes by resistance.
El, Bahri Hajar. « Le sens de la RSE pour les salariés : étude de la relation entre la responsabilité sociale de l'entreprise et l'engagement organisationnel ». Thesis, Montpellier 3, 2017. http://www.theses.fr/2017MON30014.
Texte intégralThis research aims to analyze the process of reducing the ambiguity of Corporate Social Responsibility (CSR) in organizations, in order to better understand the mechanisms of the impact of CSR programs on employee attitudes. More precisely, this research tries to answer the following question : How do organizational actors construct a meaning for the societal engagement of their company ? And how this process positively impacts their organizational commitment. In order to address this research question, we identify theoretical concepts that can account for the mechanism of the impact of CSR on the employees' organizational commitment : sensemaking and organizational identification. This qualitative research is backed up by an empirical study carried out in France with 31 organizational actors belonging to different sectors and hierarchical levels. The professionals interviewed all worked in companies engaged in CSR initiatives. In parallel with the presentation of the content analysis of these interviews, we report the verbatim of the interviewees, in order to illustrate the theoretical concepts mobilized and to give them a more concrete dimension. The results of this work show that the organizational culture and the capacity of the company to plan, implement, evaluate and communicate its social commitment, offering cues to employees to build a sense of CSR. The impact of this perceived CSR on organizational commitment is influenced by the organizational identification, itself impacted by four
Bùi, Thị Hồng Thái. « Conduites de socialisation organisationnelle des jeunes diplômées vietnamiennes : rôle de l'autoreprésentation des rôles des femmes, des attentes de rôles professionnels perçues de la part des employeurs et du sens du travail ». Thesis, Toulouse 2, 2012. http://www.theses.fr/2012TOU20146/document.
Texte intégralThis research is in the field of social psychology of work and organizations. It is interested in behavior organizational socialization of graduated Vietnamese young women. Adopting a systemic and constructivist approach, we think each person at work is « an active subject because plural and prospective » in his process of socialization and personalization. In an exploring view, we try to show that the socialization behaviours of young Vietnamese graduated are not only determined by their socio-biographical characteristics and their organizational contexts but also oriented by their psychological activity of meaning of work. After an exploratory investigation by interview, an extensive survey with questionnaire allowed us to inquire 435 young women graduates, from Master of Arts level, in a multiplicity of work spheres. First, the analysis of the results, allows establishing a typology of young Vietnamese graduates. The socio-biographical characteristics of the 4 classes are in significant relationships with the various behaviours of organizational socialization. When analyzing those first results, it seems that socio-economic and cultural context in the transition of labour and employment in Vietnam, stay a « collective determinant » for individual behaviours of workers. In addition, the results show the importance of axiological processes which are involved in the activities of our subjects, including the influence of the meaning of work, on the evaluation process by the subjects of the effects of their work activity. Over the contribution to describe the working behaviours of young graduates Vietnamese, these results provide recommendations both at a theoretical and at a practical level. At the theoretical level, they invited to enrich the notion of « plural subject » in the same professional sphere as literature doesn’t approach yet. Practically, they lead to propose training and professional guidance to make easier the professional insertion of young Vietnamese women and men
Thuộc chuyên ngành Tâm lí học lao động và các tổ chức, luận án này nghiên cứu các hành vi xã hội hóa nghề nghiệp của nữ trí thức trẻ Việt Nam. Vận dụng « tiếp cận hệ thống và xây dựng », chúng tôi cho rằng mỗi cá nhân là một « chủ thể tích cực vì sự xã hội hóa đa dạng và hướng đến tương lai » trong quá trình xã hội hóa và cá thể hóa. Trong khuôn khổ một nghiên cứu mở đường, chúng tôi muốn chỉ ra rằng các hành vi xã hội hóa nghề nghiệp của nữ trí thức trẻ Việt Nam không chỉ phụ thuộc vào những đặc điểm cá nhân - xã hội và đặc điểm của môi trường lao động mà họ thuộc về, mà chúng còn được định hướng bởi đặc điểm tâm lí của nữ trí thức và ý nghĩa của công việc đối với họ. Từ phỏng vấn bán cấu trúc ban đầu, chúng tôi đã làm điều tra mở rộng bằng bảng hỏi trên 435 khách thể, là những nữ lao động có trình độ từ Đại học trở lên, trong nhiều lĩnh vực nghề nghiệp khác nhau. Các kết quả thu được cho phép thiết lập một hệ thống phân loại các nữ trí thức thành 4 nhóm. Những đặc điểm cá nhân xã hội của 4 nhóm trí thức này có mối quan hệ có ý nghĩa với hành vi xã hội hóa nghề nghiệp của họ. Từ những phân tích ban đầu, chúng tôi nhận thấy hoàn cảnh kinh tế, xã hội và văn hóa trong sự chuyển đổi lao động và việc làm ở Việt Nam luôn có ảnh hưởng mạnh mẽ đến hành vi của người lao động. Bên cạnh đó, các kết quả cũng chỉ ra sự ảnh hưởng của các giá trị cá nhân đến hoạt động của chủ thể, đặc biệt là ảnh hưởng của ý nghĩa của công việc tới cách đánh giá hiệu quả hoạt động của chủ thể. Ngoài những đóng góp vào việc mô tả hành vi nghề nghiệp của nữ trí thức trẻ Việt Nam, kết quả nghiên cứu cũng cho phép chúng tôi đưa ra những kiến nghị cả về mặt lý thuyết lẫn thực tiễn. Về lí thuyết, các kết quả này mở ra việc bổ sung vào khái niệm « chủ thể đa dạng » không chỉ trong mối tương quan với các mặt khác nhau của đời sống là cuộc sống gia đình, cuộc sống nghề nghiệp, cuộc sống cá nhân và cuộc sống xã hội mà người lao động trẻ Việt Nam còn thể hiện là một « chủ thể đa dạng » ngay trong cuộc sống nghề nghiệp khi họ một lúc làm nhiều công việc. Điều này chưa được lý thuyết về xã hội hóa nghề nghiệp đề cập đến. Về mặt thực tiễn, luận án hướng đến những kiến nghị liên quan đến đào tạo và hướng nghiệp để làm thuận lợi quá trình gia nhập vào đời sống nghề nghiệp của giới trẻ Việt Nam
Bagheri, Griffaton Asal. « Les relations homme/femme dans le cinéma iranien postrévolutionnaire, stratégies des réalisateurs, analyse sémiologique ». Phd thesis, Université René Descartes - Paris V, 2012. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00747693.
Texte intégralLi, Jingqiang. « Traitrements cognitifs mis en jeu dans la perception visuelle de scènes complexes et conséquences sur l'indexation automatique d'images ». Phd thesis, Université Rennes 2, 2008. http://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00288060.
Texte intégralDURANTE, GABRIELE. « L'antiterrorismo in Italia negli "Anni di Piombo". Senso e significati ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1064334.
Texte intégralLandry, Julien. « Les chercheurs, leur discipline, leurs publics : l’orientation de la recherche en sciences sociales et humaines ». Thèse, 2012. http://hdl.handle.net/1866/8684.
Texte intégralOur study of the orientation of research in the social sciences and humanities is a response to Micheal Burawoy’s typology of knowledge production. The objective of this investigation is to identify and describe the social organisation of the meaning of research as scholars attempt to reach different audiences and as their investigations are routed towards particular cognitive aims. Having conducted twenty-five in-depth interviews with historians, sociologists and economists, we analysed their interpretations of research practices in relation to the social space of academia and in regards to the extension of academic activities towards other social spaces. This analysis is then mobilised to comment on Michael Burawoy’s typology of research as we attempt to correct some of the distinctions he makes between professional, critical, policy and public knowledge. Notably, we suggest that these “types” should be broken down into multiple postures understood in relation to a segmentation of academic discursive fields and a differentiation of extra-academic modes of intervention.
Réalisé en association avec le Centre interuniversitaire de recherche sur la science et la technologie (CIRST).
Bureau, Mylène. « Sentiment de justice chez les personnes victimes : le rôle de l'information et du contact humain ». Thèse, 2017. http://hdl.handle.net/1866/19345.
Texte intégralMurrugarra, Cerna Juan Carlos. « Immigration et sport : l’impact de la pratique du soccer amateur sur l’intégration sociale des minorités à Montréal ». Thèse, 2014. http://hdl.handle.net/1866/11706.
Texte intégralBased on an ethnographic study of soccer amateur practice in an immigrant population politically associated with visible minorities, discernible from the majority group formed by francophone Quebecers, this thesis seeks to elucidate the practical and functional relationship between body, knowledge and society in the light of the theory of practice formulated by Bourdieu. In this way, it seeks to tackle sports practice as a social integration vector likely to shape the habitus appropriate for integration, sociability and social participation required to develop a sense of belonging to the host society in the ranks of these athletes. In the vein of the grounded theory, and based on a systematic observation of the style of play and the social representations about integration created by a group of soccer enthusiasts in a study combining observation, video, field notes, and interviews, collected in an amateur soccer league in Montreal, the thesis aims to uncover the social logic that underlies the sport by identifying the practical sense at work in this dimension of the social space. On this basis, the study of the soccer practice and the materiality of the immigrant’s body as a “total social fact” leads us to understand the newcomer’s integration to the host society as a combination of the “exteriority” and the “inwardness” responsible of the adequate dispositions suitable for fleshing out the integration. We have good reasons to believe that sport allows its followers to engage with their partners in social relationships, giving them distinct and distinguishable positions, and leads us to understand and explain the integration process by the issues that it raises. In this regard, the ethnicization in action under the conditions given operates under the mediation of the body conceived as “knowledge vector”, “form of self-presentation” (Sayad, 1999, p. 301), and “the emblem of ethnicity” (Defrance, 2009, p. 26). The body, in the eyes of the players and fans, becomes an object of representations based on performance, judgment of physical ability and personal attitude as indicators of the player’s skills and, more generally, the symbolic elements born from social interaction at the playground and outside of it. Ultimately, soccer, by its practice acts as a mediation, even a lever that may overcome barriers to integration into the host society in the shape of acculturation. Our thesis comes out as a contribution to enhance the sociological explanation of the integration process in a multicultural context in the light of the habitus concept to perceive theoretically the dialectic between acculturation and incorporation in the guise of a game of objective relationships whereby the participant undertakes the game on his own, without being fully aware that the practice is subject to social judgment, inculcation of culturally legitimate dispositions, etc. From this emanates the hypothesis that the soccer player shows the “knowledge by body” (to know by heart) that requires his integration to the society in which he decided to evolve and perform voluntarily (Bourdieu, 2003). Thus, sport proves to be a “synthetic identity strategy” that may enable the individual’s identity to be attuned to the “existence’s objective conditions” of the environment to which he is going to integrate (Manço, 1999).
Barthélemy, Claudine. « Flexibilité des pratiques de gestion des ressources humaines et intention de quitter des salariés ». Thèse, 2009. http://hdl.handle.net/1866/3248.
Texte intégralThe employees’ intention to quit their jobs. To do this, we had to define various components that surround our main concept. We refer to areas of choice on the organization and the organization of working time, areas of choice on the remuneration, the training.... The description of these practices, which are found to be in the heart of the concept of «cafeteria HRM », enable us to realize that human resources management knows a new side, it is mainly explained by the fact that companies desire today to get closer to the expectations of their employees by offering them a number of areas of choice in their jobs. Managers in human resources try to customize practices, which requires flexibility on the part of organizations Thus, this study allowed us to present a theoretical model that aims to test the influence of the flexibility of choosing different areas of «cafeteria HRM » on the intention to quit among employees. Results obtained using data from a Haitian bank and multivariate analysis highlight the significant impact of some practices and the mediating role of sense of self-determination in the employees’ intention to quit their job. Keywords: Intention of voluntary departure, flexibility practices of «cafeteria HRM », a sense of self-determination