Articles de revues sur le sujet « Sociolinguistica, lingue in contatto »

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Jernej, Josip. « Considerazioni sui problemi sociolinguistici nelle regioni dell' Alpe-Adria ». Linguistica 28, no 1 (1 décembre 1988) : 47–48. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.47-48.

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Résumé :
Se l'Europa rappresenta il continente col maggior numero di nazioni e di minoranze etniche, il territorio situato tra le Alpi e l' Adriatico segna da un punto di vista linguistico e sociolinguistico uno degli ambienti più interessanti e più complessi del continente stesso. Qui s'incontrano infatti tre culture, la latina, la slava e la germanica e vivono a contatto numerose lingue e linguaggi. Comunità differenti e disparate interferiscono re«iprocamente, lingue maggioritarie s'intrecciano con lingue e linguaggi minoritari, il che genera problemi non facili a risolvere.
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Semeraro, Alessandra. « Un italiano del seicento nel mondo plurilingue africano : La compresenza di più lingue nell’Opera Di Cavazzi ». Revista X 17, no 2 (28 juillet 2022) : 588. http://dx.doi.org/10.5380/rvx.v17i2.83770.

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Résumé :
Considerando i contributi teorici della Sociolinguistica (AUER, 1984; BERRUTO, 2005; WEINREICH, 1953), l’obiettivo del presente studio consiste nell’analizzare il tema del plurilinguismo nell’opera di Giovanni Antonio Cavazzi da Montecuccolo, missionario vissuto nel regno del Congo e dell’Angola nel XVII secolo. Come si evince dai contributi citati, con plurilinguismo si intende la presenza all’interno di una stessa comunità, o nel repertorio linguistico di un singolo parlante, di almeno due varietà linguistiche. Basandoci su tale definizione, possiamo affermare che l’opera di Cavazzi presenta come peculiarità l’impiego di termini e strutture tipiche dei vari idiomi etnici della zona, pur trattandosi di un testo destinato a un pubblico italiano. Difatti, l’edizione critica dei manoscritti da noi condotta ha evidenziato la presenza di fenomeni tipici del plurilinguismo, dovuti al contatto con le popolazioni locali Jaga e con i soldati aventi il portoghese come lingua materna (L1). Tale processo si manifesta sia dall’italiano verso le lingue locali – a livello lessicale – sia dall’italiano verso il portoghese anche a livello sintattico –, tramite l’impiego di specifiche costruzioni lusofone. Pertanto il presente lavoro consentirà di comprendere i molteplici effetti determinati dai vari fenomeni di plurilinguismo all’interno dell’evento comunicativo, circostanza tipica dell’Africa del XVII secolo.
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Samardžić, Mila. « Lingue in contatto : un caso di prestigio linguistico ». Studia universitatis hereditati, znanstvena revija za raziskave in teorijo kulturne dediščine 8, no 2 (21 novembre 2020) : 11–21. http://dx.doi.org/10.26493/2350-5443.8(2)11-21.

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Résumé :
Languages in contact: a case of linguistic prestige The article aims to offer a review of the influences exerted by the Italian language (and the Venetian dialect) on the Serbian literary language as well as on the local dialects. These impacts date back to the Middle Ages and, in practice uninterruptedly, persist to the present day. The aim of the paper is to demonstrate how, due to socio-economic and cultural circumstances, Italian has been able to establish itself as a prestigious language compared to Serbian and how the relationship between the two languages over the centuries has always been essentially monodirectional. Key words: Language loans, Contact Linguistics, Italian, Serbian, Linguistic Prestige
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Shabaj, Flora. « Contatti linguistici e culturali tra le due sponde dell’Adriatico. L’italiano degli scrittori di origine albanese ». Italianistica Debreceniensis 26 (1 décembre 2020) : 69–86. http://dx.doi.org/10.34102/itde/2020/9382.

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Résumé :
La letteratura migrante è un potente mezzo di espressione che offre una grande varietà di interpretazioni e una grande fonte di ispirazione per gli studiosi per indagare i diversi aspetti della vita e quelli della società. Trovandosi nel mezzo, gli autori migranti hanno l'opportunità di vivere (in) due o più lingue e culture unendole, cambiandole e plasmandole. È proprio qui che avviene il contatto linguistico e dove si svolgono diverse strategie che diventano una parte interessante di una ricerca linguistica e letteraria. Questo articolo indaga il contatto tra la lingua albanese e quella italiana attraverso l'analisi di alcune opere di Ornela Vorpsi, Artur Spanjolli, Ron Kubati e Anilda Ibrahimi. Considerando il fatto che questi autori hanno deciso di utilizzare l'italiano come lingua di espressione, questa indagine offre alcune considerazioni su cosa questo significhi per loro e sull'impatto su entrambe le lingue. Considerando il fatto che questi scrittori trasferiscono nei loro testi non solo aspetti importanti della cultura ma anche alcune caratteristiche della lingua albanese, è interessante vedere il modo in cui avviene il transfert e cosa succede al testo quando due lingue diverse e distanti come albanese e italiano si incontrano.
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Casoni, Matteo. « Lingue di ricezione nei musei svizzeri ». Babylonia Journal of Language Education 3 (23 décembre 2022) : 11. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.250.

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Résumé :
La visita di musei e siti storici/archeolo-gici, assieme ai concerti e al cinema, è la pratica culturale più diffusa nella popo-lazione residente in Svizzera. L’Indagine sulla lingua, la religione e la cultura (ILRC 2019) mostra che il 71% della popolazione ha visitato nel corso dell’anno almeno un museo, un’esposizione o una galleria. I visitatori più assidui di musei vivono nella regione francofona (74%), seguiti da chi vive nella regione tedescofona (70%) e in quella italofona (66%; fonte UST). Non abbiamo dati sulla mobilità delle persone da una regione all’altra, ma il turismo culturale è senz’altro un motivo forte per visitare un luogo, nonché un’importante occasione di contatto tra le comunità linguistiche.
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Barbato, Marcello. « sociolinguistique et l’histoire des variétés romanes anciennes ». Travaux neuchâtelois de linguistique, no 53 (1 janvier 2011) : 77–92. http://dx.doi.org/10.26034/tranel.2011.2781.

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Résumé :
I principi della sociolinguistica possono essere applicati proficuamente allo studio delle varietà romanze antiche, sia per spiegare la riorganizzazione dei rapporti tra le varietà in contatto, sia per collocare in un quadro realistico i cambiamenti che si verificano nei singoli sistemi linguistici. Lo studio della variazione presente nei testi antichi ha però anche delle caratteristiche specifiche, legate al tipo di documentazione, alla frammentarietà dei dati, alla presenza del filtro della scrittura e alla viscosità delle tradizioni grafiche. Alla luce di tali premesse si analizzano alcuni casi di variazione e cambiamento nelle varietà antiche dell’Italia meridionale.
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Ferrer, Eduardo Blasco. « Stanisław Widłak,Italia e Polonia. Popoli e Lingue in Contatto ». Zeitschrift für romanische Philologie (ZrP) 125, no 4 (novembre 2009) : 771–72. http://dx.doi.org/10.1515/zrph.2009.141.

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Ožbot, Martina. « Alcuni cenni sugli italianismi in sloveno ». Linguistica 48, no 1 (29 décembre 2008) : 159–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.48.1.159-166.

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Résumé :
Come è tipico delle aree di confine tra due o più lingue, anche nel caso dello sloveno e dell’italiano si possono osservare diversi fenomeni dovuti al contatto linguistico, uno dei temi di ricerca preferiti dal nostro Festeggiato. Gli scambi interlinguistici – lessicali, morfosintattici e altri – sono infatti tra le testimonianze più profonde della convivenza tra due o più lingue, specialmente nelle situazioni caratterizzate da una antica e continua presenza di contatto. Parlando dell’italiano e dello sloveno, e limitandoci ai lessemi italiani in sloveno, tralasciando quindi gli scambi nella direzione opposta, cioè gli elementi sloveni entrati in italiano – comunque meno numerosi e per lo più limitati alle varietà dialettali dell’area di confine – possiamo osservare che si tratta di prestiti assai numerosi e semanticamente molto eterogenei. Ricordiamo che gli italianismi presenti nello sloveno moderno rappresentano il secondo strato nell’insieme dei prestiti linguistici entrati in questa lingua dalle vicine parlate romanze nei diversi periodi di contatto. infatti, prima della differenziazione linguistica dalla quale hanno avuto origine l’italiano e lo sloveno, nella parlata slava che costituiva l’antenato dello sloveno moderno erano entrati diversi lessemi di origine romanza a partire dalla seconda metà del vi secolo, periodo in cui le popolazioni slave si sarebbero insediate sul territorio delle alpi Orientali dove vennero a contatto con i vicini romanzi. tali lessemi costituiscono il primo strato del contatto e sono stati studiati in modo approfondito da diversi romanisti. tra i contributi più importanti si vogliono ricordare gli studi, ormai classici, di Fran Šturm (1927, 1928) e quelli recenti di agata Šega (1998, 2007, 2008). Rientrano nel gruppo dei più antichi elementi romanzi lessemi come pogača (FOCaCea ‘focaccia’), hlača (CaLCea ‘calza’, pl. hlače ‘pantaloni’), kudati, dial. (COGitaRe ‘pensare’) e križ (CRUCe(M) ‘croce’). è inoltre presente in sloveno qualche altro romanismo ancora più antico, come češnja ‘ciliegia’, dal latino volgare CeReSia, entrato nello slavo già prima della migrazione di una parte dei parlanti slavi sul territorio summenzionato.
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Turchetta, Barbara, et Caterina Ferrini. « Italian heritage, Italian legacy e Italian affection : la negoziazione dell’Italianità e dell’identità nei linguistic landscapes delle Little Italy nordamericane ». Italian Canadiana 36, no 1 (3 octobre 2022) : 81–122. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39387.

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Résumé :
Scopo dell’analisi qualitativa di stampo sociolinguistico in questa sede condotta è 1) l’osservazione delle varietà di lingua e dei fenomeni di contatto osservabili nei linguistic landscape delle Little Italy nordamericane di Boston, New York e Toronto e 2) la successiva correlazione dei fenomeni linguistici osservati alle categorie culturali-merceologiche Italian heritage, Italian legacy e Italian affection.
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Mertelj, Darja. « Necrologio per Vesna Deželjin, Università di Zagabria e Università di Fiume ». Journal for Foreign Languages 13, no 1 (27 décembre 2021) : 573–74. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.573-574.

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Résumé :
A causa della sua prematura dipartita abbiamo perso non solo una collega ma anche una cara amica Vesna Deželjin, docente presso il Dipartimento di Italianistica della Facoltà di Filosofia di Zagabria e quello di Fiume. Vesna è stata un’eccellente docente, ricercatrice e conferenziere, una donna di rara umanità, sempre aperta e accogliente, instancabilmente dedicata alla lingua italiana nei suoi molteplici aspetti sincronici e diacronici: come madrelingua, lingua seconda, straniera, d’origine, etnica, ereditaria, in contatto con altre lingue e con il croato.
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Marković, Irena, et Monika Berić. « ANALISI CONTRASTIVA ITALIANO-CROATO-CECA NELLA FRASEOLOGIA ENTOMOLOGICA ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 243–63. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.14.

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Résumé :
Nella presente ricerca si è andati ad investigare in modo contrastivo quanto il comportamento e le caratteristiche degli insetti (in generale considerati universali) differiscano nelle tre lingue (italiano, croato e ceco) nelle espressioni idiomatiche. Si è partiti dalle espressioni idiomatiche italiane contenenti una componente entomologica (17 insetti), le quali cercano i loro equivalenti nel croato e nel ceco. Significa che l’analisi viene fatta soltanto unidirezionalmente dall’italiano al croato e ceco. Da un lato, la lingua croata e quella ceca, essendo della stessa origine (slava), dovrebbero accomunare equivalenti fraseologici totali (attraverso la variante protoslava), oppure attraverso i prestiti di terminologie religiose, ad esempio bibliche. D'altra parte, per via del diretto contatto italiano-croato, il croato dovrebbe avere più similarità fraseologica con l'italiano, a differenza del ceco. In base ai 4 passi della linguistica contrastiva e selezionando gli equivalenti totali, parziali e quelli diversi ci si è concentrati a spiegare (anche attraverso un’analisi concettuale) il perché delle diversità e quali siano le scelte linguistiche nei diversi equivalenti. Delle 72 espressioni in italiano, soltanto 9 (il 12%) sono equivalenti totali in tutte e tre le lingue. Differenziando le lingue, si nota un’affiliazione più stretta tra le lingue slave (24 equivalenze totali), che non tra il croato e l’italiano (15) e tra il ceco e l’italiano (11). L’analisi concettuale conferma questa affiliazione slava. Le lingue slave (croato e ceco), anche se storicamente e geograficamente più lontane, hanno conservato le loro specificità idiomatiche. D’altra parte l’italiano, essendo nell’ultimo millennio in stretto rapporto con il croato, ha sicuramente lasciato più repertorio idiomatico nel croato che nel ceco.
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Consani, Carlo. « Ritorno a Kafizin. Esiti del contatto fra lingue e scritture nella Cipro ellenistica ». Il segno e le lettere - Saggi 9788879167284 (mai 2015) : 133–48. http://dx.doi.org/10.7359/728-2015-cons.

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Venier, Federica. « Dissimmetrie schuchardtiane : contatto e parentela fra le lingue. Trattatello ‘in laude’ di Schuchardt ». Il segno e le lettere - Saggi 9788879167284 (mai 2015) : 101–29. http://dx.doi.org/10.7359/728-2015-veni.

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Scetti, Fabio. « Alla ricerca dell’Italianità. Il ruolo dell’italiano nella comunità italiana di Montreal ». Italian Canadiana 36, no 1 (3 octobre 2022) : 151–68. http://dx.doi.org/10.33137/ic.v36i1.39390.

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Questo contributo s’inserisce in una ricerca etnografica più ampia sulla “comunità italiana” di Montreal, in Canada. Il suo scopo principale è quello di illustrare la situazione della lingua italiana e delle altre lingue e dialetti parlati dai discendenti della migrazione italiana nella città. Inoltre, tale progetto è volto a sottolineare l’importanza della questione della diversità e varietà linguistica nel processo identitario del gruppo, alla ricerca di una sua italianità, e il ruolo chiave delle pratiche linguistiche e della loro evoluzione in un contesto multilingue come quello di Montreal, a contatto con due lingue dominanti: il francese e l’inglese. Le ricerche si sono svolte a Montreal, dal 2011 al 2021, e sono state raccolte 60 interviste di italiani o discendenti di emigrati italiani di diversa età, sesso, condizione socio-economica, professione e studi. L’analisi dei dati ci ha permesso di osservare alcune caratteristiche peculiari dell’italiano parlato a Montreal, ed è stato inoltre possibile studiare il ruolo chiave e il particolare statuto dell’italiano attraverso ideologie e rappresentazioni, come elemento dell’identità comunitaria e della costruzione della cosiddetta italianità.
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Casini, Simone. « Questioni di teoria linguistica : Per un paradigma teorico della creatività semiotica ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 1 (6 décembre 2018) : 69–89. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818816667.

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Il contributo delinea il paradigma teorico della creatività intesa, da una prospettiva semiotica e di linguistica teorica, come il quadro di riferimento formale per la variazione e il cambiamento linguistico sia nei processi di generale interazione che, su piani quantitativamente maggiori, nei fenomeni in cui lingue e identità in contatto interagiscono per negoziare il senso comunicativo. Il percorso propone una analisi della creatività che spazia dagli ambiti della Filosofia antica sino alla riflessione linguistica contemporanea che si è avuta nel Novecento tra le due sponde dell’Oceano e individua nella dimensione dell’uso e della condivisione sociale tra i parlanti il principio primo capace di guidare le forme di creatività linguistica potenzialmente illimitate verso un fine che è identitario e comunicativo, al di là e molto oltre rispetto ai modelli di regolarità e norma (in senso prescrittivo) grammaticale. Interpretare secondo questo modello il paradigma della creatività significa porre la proprietà semiotica in una posizione di prima inter pares, in cui le viene affidato non solo il “ruolo” di formatore di segni (parole, frasi, testi), ma la funzione di primaria arbitrarietà, causa ed effetto della discretizzazione delle lingue storico-naturali.
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Caviglia, Alessia, et Matteo Viale. « L’APPROPRIATEZZA SOCIOLINGUISTICA NEI MATERIALI DI ITALIANO L2 PER MIGRANTI E RIFUGIATI : SPUNTI DA UNA RICERCA IN CORSO NELL’AMBITO DEL PROGETTO EUROPEO INCLUDEED ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023) : 94–112. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19572.

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Résumé :
La lingua dei segni italiana (LIS) è oggetto di ricerca scientifica da oltre quaranta anni ed è insegnata a pieno titolo nell’Università italiana da più di venti anni. In particolare, all’Università Ca’ Foscari Venezia e all’Università di Catania, la LIS può essere scelta come lingua di specializzazione al pari delle altre lingue offerte. L’insegnamento della LIS si può ora giovare della recente pubblicazione del QCER - Volume Complementare (Consiglio d’Europa, 2020), un manuale innovativo e inclusivo perché, rispetto alla versione del 2001, include le competenze linguistiche nelle lingue dei segni. Tre sono le principali novità: i) l’inserimento di espressioni neutrali rispetto alla modalità comunicativa (es. “il parlante/segnante”), ii) l’equiparazione funzionale delle videoregistrazioni ai testi scritti, e iii) un intero capitolo dedicato ai descrittori specifici per le lingue dei segni (suddivisi in competenze linguistiche, sociolinguistiche e pragmatiche). Questo contributo propone alcune riflessioni sull’applicazione di questi descrittori al caso specifico dell’insegnamento della LIS tracciando precise linee di progettazione didattica ed esempi di interventi formativi. L’impatto del Volume Complementare sui corsi di LIS nelle Università italiane comporterà ricadute positive non soltanto sul fronte dell’insegnamento ma anche, più in generale, sulla formazione dei professionisti sordi e udenti che lavorano con la LIS e con le persone sorde. Sign languages in the Companion volume and the teaching of LIS in Italian universities Italian Sign Language (LIS) has been studied by researchers for over forty years and has been taught in its own right in Italian universities for more than twenty years. In particular, at Ca’ Foscari University of Venice and at the University of Catania, LIS can be chosen as a language of specialization on a par with the other languages ​​on offer. LIS teaching can now benefit from the recent publication of the CEFR - Companion Volume (Council of Europe, 2020), an innovative and inclusive handbook as, compared to the 2001 version, it includes the linguistic competence in sign languages. In this regard, there are three main innovations: i) the inclusion of neutral expressions in terms of communication modality (e.g. “the speaker/signer”), ii) the recognition of the functional equivalence between video recordings and written texts, and iii) an entire chapter dedicated to language-specific descriptors of sign languages (organized into linguistic, sociolinguistic, and pragmatic skills). This paper discusses the application of these descriptors to the specific case of LIS teaching by tracing paths in didactic planning and providing examples of training interventions. The impact of the Companion Volumeon LIS courses in Italian universities will have positive effects not only on the teaching itself but also, more generally, on the training of deaf and hearing professionals who work with LIS and deaf people.
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Milici, Antonina. « L'uso di tecniche teatrali nell’insegnamento-apprendimento di una LS/L2 ». Cuadernos de Filología Italiana 26 (2 octobre 2019) : 57–73. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.62479.

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Oggi è oltremodo importante investigare sulle migliori strategie volte a facilitare l’acquisizione di competenza comunicativa in LS/L2, anche in considerazione delle più recenti politiche linguistiche europee. Il processo di insegnamento-apprendimento va ripensato in chiave sociolinguistica, pragmatica e interculturale. Come già acclarato dalla ricerca, la partecipazione emotiva dei discenti gioca un ruolo chiave per una maggiore efficacia negli esiti di apprendimento. Ciò è perfettamente in linea coi principi dell’approccio orientato all’azione che ritroviamo nel Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue e nel Companion Volume del 2018. Il presente contributo intende descrivere potenzialità e vantaggi delle tecniche teatrali impiegate in glottodidattica. Non sono moltissimi gli studi teorici in questo campo proprio perché esso si basa su esperienze pratiche che, oltre ad una buona padronanza in LS/L2, mirano ad ottenere risultati in ambito sociale, specialmente per gli stranieri, come la possibilità di un più rapido adattamento nel paese di accoglienza mantenendo il proprio bagaglio linguistico e culturale. La glottodidattica teatrale ha suscitato sempre maggior interesse perché rispondente in pieno alla promozione di un’educazione plurilinguistica e interculturale e della convivenza democratica.
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Baghana, J., et Т. G. Voloshina. « Nigerian Film Industry and Screenplay Text : Historical and Linguo-Socio-Cultural Symbiosis ». Nauchnyi dialog 12, no 1 (7 février 2023) : 132–50. http://dx.doi.org/10.24224/2227-1295-2023-12-1-132-150.

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The issue of the development of the Nigerian film industry and the specifics of the screenplay text as a reflection of the linguocultural picture of the world is considered. The question is raised about identifying the linguo-socio-cultural features of the screenplay text formed during the contact interaction of British English and the indigenous languages and cultures of Nigeria. It is proved that the text of the Nigerian film script has all the key textual categories, like the texts of British and American films, but in the refraction of the Nigerian linguistic culture. The scientific novelty of the study is determined by the derived new properties of the Nigerian screenplay text in the process of linguocultural adaptation of British English to the realities of Nigerian culture. The author’s development of a model of linguocultural adaptation of the Nigerian screenplay text is presented and its unique properties at the level of vocabulary and grammar are revealed. Particular attention is paid to the aspect of the sociolinguistic differentiation of the Nigerian society and the identification of errors in the dialogic communication of the characters depending on their belonging to the sociolinguistic type — acrolect, mesolect, basilect. The results obtained can be used for researchers in the field of the theory of language contacts in the field of communicative syntax.
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MOUGEON, RAYMOND, EDOUARD BENIAK et DANIEL VALOIS. « A sociolinguistic study of language contact, shift, and change ». Linguistics 277, no 1 (janvier 1985) : 455–88. http://dx.doi.org/10.1515/ling.1985.277.1.455.

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Antonič, Nives, et Mojca Cerkvenik. « insegnamento dell’italiano e l’educazione interculturale in Slovenia ». Revista de Italianística, no 38 (29 décembre 2019) : 61–72. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i38p61-72.

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Résumé :
L’articolo si propone di presentare una panoramica delle principali caratteristiche che riguardano l’insegnamento/apprendimento dell’italiano in Slovenia e una riflessione sull’importanza dell’educazione interculturale al fine di contribuire all’inclusione del singolo nella società che lo circonda. Dopo una sintetica illustrazione del quadro giuridico nel quale si inserisce la tutela delle lingue minoritarie in Slovenia, si presenta il percorso scolastico e le caratteristiche dell’insegnamento/apprendimento della lingua italiana come lingua materna (L1) e lingua seconda (L2) nel territorio bilingue nonché come lingua straniera (LS) nel resto della Slovenia. In particolare, vengono delineate le peculiarità del modello di educazione bilingue del Litorale sloveno, territorio di confine e area di contatto di culture prevalentemente romanze e slave. Infine, si evidenzia la necessità di applicare un approccio interculturale all’insegnamento in quanto il buon funzionamento della società multiculturale contemporanea dipende dalla consapevolezza della propria cultura congiuntamente all’esistenza di altre culture dell’ambiente. In questo modo sia insegnanti che studenti saranno coscienti del bisogno costante di accrescere le proprie competenze sia linguistiche che interculturali.
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Zabrodskaja, Anastassia, et Olga Ivanova. « The Russian language maintenance and language contacts ». Russian Journal of Linguistics 25, no 4 (18 décembre 2021) : 828–54. http://dx.doi.org/10.22363/2687-0088-2021-25-4-828-854.

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In our introductory article, we outline the main sociolinguistic features of Russian as a heritage language of post-Soviet immigrants in European settings and beyond. We offer a general overview of the evolution of Russian as a global language, with a particular focus on its geodemographics and economic and social value as a lingua franca . Based on this, we analyse the main principles defining the maintenance of Russian as a language of migration and as a heritage language in different countries, and emphasise the most important questions that still need to be addressed in this field of research. The main objective of this special issue is to combine the most recent research on the vitality of different languages of post-Soviet republics in new political milieu, with a particular focus on European and Asian countries, but there are other objectives as well. We propose to explore the factors that have either favoured or hindered the maintenance and transmission of languages of post-Soviet immigrants and repatriates, and how these sociolinguistic processes become evident in language vitality on both private and public levels. Our special issue primarily addresses the questions of family language policy, new language contacts and their management, and linguistic landscape in heritage speakers, diasporas and their new settings in Europe, Asia and the US.
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Nocoń, Arkadiusz. « Caritas, dilectio, amor w "Collationes patrum" Jana Kasjana ». Vox Patrum 52, no 2 (8 mars 2008) : 729–42. http://dx.doi.org/10.31743/vp.6309.

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«Amore», vocabolo fondamentale nel cristianesimo, benche oggi piuttosto abusato, e termine a cui si riconnettono, di fatto, accezioni semantiche molteplici. Diviene, dunque, ąuestione di determinante importanza recuperare la comprensione del vocabolo nella Sacra Scrittura e nella Tradizione della Chiesa. Nella Chiesa latina, infatti, il sentimento e la realta delPamore sono stati espressi eon termini diversi: amor, caritas, dilectio, affectio o studium. Tra IV e V secolo, secondo Agostino, essi sono divenuti, peró, ąuasi sinonimi. L’A., traduttore dell’opera di Cassiano in lingua polacca, pone al riguardo la ąuestione se differenze di campo semantico nel lessico relativo all’«amore» siano presenti negli scritti dell'abate marsigliese. A conclusione della ricerca, l’A. constata che le tre fondamentali parole determinanti l’idea di «amore» - caritas, dilectio e amor - non circoscrivono un campo semantico omogeneo e sinonimico, ma un autentico arcipelago di significati che vanno dalPamore in senso fisico alla virtu teologale. Pertanto, nonostante le frequenti analogie concettuali e qualche sovrapposizione d’uso, emergono a pili riprese differenze su cui si intersecano svariati campi semantici. Infine, eon una interessante incursione nelPambito della sociolinguistica, PA. fa emergere Pomologazione del concetto nelle lingue moderne, povere nelle definizioni delPamore e inclini a deno- tarne le sfaccettature, esplicitate eon sottigliezza nelle Conferenze spirituali di Giovanni Cassiano, eon l’impiego di un unico termine.
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Croci, Federico. « Il Richiamo delle Lettere : Lingua, Cultura e Identità nelle Corrispondenze Epistolari dei Migranti Italiani in Brasile ». Revista de Italianística, no 17 (30 décembre 2008) : 69. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i17p69-88.

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Résumé :
Entre o século XIX e SS, um milhão e meio de italianos emigraram ao Brasil. Trata-se de um fenômeno que obrigou seus protagonistas a vive longas dolorosas e, frequentemente, definitivas separações de familiares e das próprias comunidades. Uma experiência que começou com a travessia oceânica, uma espécie de ritual de passagem no qual se concentra simbolicamente a condição de migrante, caracterizado pelo sentido de desarraigamento. Mais precisamente, os sinais tangíveis deste processo de fragmentação da identidade e das tentativas de recomposição, cansativamente mas obstinadamente realizadas, são as cartas que permitem restabelecer um ponto de continuidade com o passado e com a própria comunidade de origem. Os navios singravam os mares com mercadorias e homens, acompanhados por uma esteira de palavras e de escritos que hoje constituem um testemunho precioso e, por alguns aspectos, insubstituível para tentar reconstruir momentos da história da língua italiana no seu contato com a língua portuguesa. Nesse artigo, analisa-se uma tipologia particular dessas cartas: as cartas de chamada. Interferências linguisticas e aspectos sociolinguisticos da lingua escrita nesses documentos constituem um prisma valioso para analisar intercâmbios devidos ao contato entre as duas culturas.
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Belyaev, Andrei N. « German-Slavic toponymic contacts in East Germany ». Neophilology, no 27 (2021) : 434–43. http://dx.doi.org/10.20310/2587-6953-2021-7-27-434-443.

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Résumé :
We consider the issues of the relationship between the German language and the Sorbian language. The material of the study is the toponyms that are common in the territory that extends in the east to the course of the rivers Bober, Quays and Oder, in the north – to the vicinity of Berlin, and in the west goes beyond the Saale River. The relevance of the study is due to the desire for a more in-depth study of German-Slavic language contacts issues. The novelty of the work lies in the consideration of the issue in various aspects: language levels, sociolinguistic, areal. We study the mechanisms and properties of adaptation of Slavic toponyms at all linguistic levels, clarify the methodology for describing the integration process of borrowed toponyms, describe the phase’s characteristic of the integration process. We show that among the Slavs and Germans, semantic parallelism in the acts of nomination is often noted, due to the geographical environment. We establish that the linguo-geographic relations that developed during the German-Lusatian to-ponymic interaction are heterogeneous in nature. We conclude that interlanguage contacts in the field of toponymy were complex and did not have a monolithic character, as was previously be-lieved. As a prospect for further research, it is planned to study the Slavic Germanic place names in the Slavic languages.
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Harris, Sandra, et Francesca Bargiela-Chiappini. « 9. BUSINESS AS A SITE OF LANGUAGE CONTACT ». Annual Review of Applied Linguistics 23 (mars 2003) : 155–69. http://dx.doi.org/10.1017/s0267190503000242.

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Résumé :
Although business settings have been a site of language contact for many years, the field of “language in business” has changed substantially during the past two decades. The proliferation of topics and approaches has contributed to shaping what is now an eclectic disciplinary field, methodologically diverse. Thus, this review of the field will necessarily move beyond sociolinguistic approaches and theories of variation and change. In particular, the globalization of the workforce and the growth of multinational and multilingual corporations have strengthened the perception of English as the “lingua franca” of international business, though some recent research challenges aspects of this perception in multicultural corporate settings. Intercultural communication, especially recent developments in that field, including its “discursive turn” and its current preference for qualitative studies, has made a significant contribution to the study of multicultural/multilingual business interaction. In the concluding section, we discuss three particular areas of development: (a) the growth in the use of new media and the analysis of that use and its impact on business discourse in context; (b) the shift from the analysis of written to spoken discourse and from simulated data to naturally-occurring corporate language; (c) and the increasing need to study the language of the multilingual workplace. We argue for redressing the balance of research into business as a site of language contact in favor of less well-represented languages and cultures through indigenous discourse studies, and we note in particular the increasing frequency and importance of work involving Asian languages.
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Gorelenko, I. M., et L. A. Ulianitckaia. « Language Contacts in Belgian Media ». Discourse 8, no 5 (26 novembre 2022) : 144–59. http://dx.doi.org/10.32603/2412-8562-2022-8-5-144-159.

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Introduction.Language situation in Belgium is considered unique because, despite several state languages, a dozen minority languages, and hundreds of dialects being in constant contact with each other, the Belgian language community is also actively influenced by the English language. The relevance of this research is dictated by the growing importance of the English language in Europe, where the latter is frequently used as a lingua franca, by the developing mutual influence of the French and the Dutch languages in Belgium, and also by the linguists’ interest towards the matter of code-switching. The purpose of this research lies in analyzing the examples of code-switching in Belgian media, and in exploring their functions and the strategies of forming them in the context of the difficult language situation in Belgium. Methodology and sources. The material of this research consists of publications in Belgian newspapers and journals and materials of Belgian informational resources in the social network “Instagram”. The following methods are used in this research: continuous sampling method, synthesis method, descriptive method, classification method, and comparative language analysis. Results and discussion. The research briefly describes the features of sociolinguistic situation in Belgium, particularly in three regions: Flanders, Wallonia, and the BrusselsCapital Region. Analysis of the found in Walloon and Flemish examples of code-switching showed that in Belgian newspapers and journals code-switching in French – Dutch and Dutch – French pairs is very rare, and the absolute majority of examples is in English. Switching to English adds some emotional aspect to a text and is used when addressing to precedent statements, situations, and names that entered the international discourse in English. According to P. Muysken, among the strategies of code-switching the most frequently used are insertion and alternation. Conclusion. Sociocultural, economical and linguistic differences lead to the autonomy and certain independence of Belgian regions. They also provoked the willing to turn to English as a mediatory language during interpersonal communication. Analysis of the written sources allowed to document the cases of mostly motivated switching to English and study their stylistic, functional and linguistic features.
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Tramutoli, Laura. « PROFILO SOCIOLINGUISTICO DELL’ITALIANO DELLE ‘VERSIONI’ : IL TRADUTTESE CLASSICO È UN SOTTOCODICE ? » Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 336–53. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17142.

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Résumé :
Questo articolo tratta della varietà di italiano utilizzata nella traduzione dalle lingue classiche – il cosiddetto ‘traduttese classico’ –, analizzandone le proprietà linguistiche e sociolinguistiche e sostenendone un inquadramento nel diasistema dell’italiano contemporaneo quale sottocodice (Berruto, 1987). Caratterizzato da un alto grado di formalità e formalizzazione, il traduttese segna una tendenza opposta su tutti gli assi di variazione sociolinguistica a quella che motiva il processo attuale di ristandardizzazione dell’italiano, tipicamente orientato ad accogliere tratti substandard. Il lavoro è così articolato: il paragrafo 1 contiene un’introduzione in cui si inquadra la nozione di ‘traduttese classico’; il paragrafo 2 ne rende un profilo socio-funzionale, chiarendo quali circostanze determinano la sua emersione; il paragrafo 3 ne individua i tratti linguistici peculiari; il paragrafo 4 argomenta l’appartenenza del traduttese al numero dei sottocodici del diasistema italiano e il paragrafo 5 ospita delle brevi conclusioni; infine, il paragrafo 6. raffronta le proprietà del traduttese e quelle dell’italiano neostandard. Socio-linguistic profiles of Italian ‘versions’: is classical translanguese a subcode? This article deals with the variety of Italian used in translation from classical languages – the so-called ‘classical translanguese’ –, analyzing its linguistic and sociolinguistic properties and arguing for its inclusion in the diasystem of contemporary Italian as a subcode (Berruto, 1987). Characterized by a high degree of formality and formalization, translanguese marks an opposite trend on all axes of socio-linguistic variation with respect to the current re-standardization process of Italian, typically oriented to accommodate sub-standard traits. The paper is articulated as follows: paragraph 1 contains an introduction in which the notion of ‘classic translanguese’ is framed; paragraph 2 gives a socio-functional profile, clarifying which circumstances determine its emergence; paragraph 3 identifies its peculiar linguistic features; paragraph 4 argues that translanguese should be considered a subcode of the Italian diasystem and paragraph 5 contains brief conclusions; finally, paragraph 6 compares the properties of translanguese and neo-standard Italian.
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Carpitelli, Elisabetta. « Repenser la linguistique de contact : À propos de Uriel Weinreich, Lingue in contatto. Premessa di Vincenzo Orioles. Introduzione di Giorgio Raimondo Cardona, Torino, UTET (Unione Tipografico Editrice Torinese), 2008 ». Journal of Language Contact 3, no 1 (1 janvier 2010) : 119–28. http://dx.doi.org/10.1163/000000010792317866.

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Carpitelli, Elisabetta. « Repenser la linguistique de contact : À propos de Uriel Weinreich, Lingue in contatto. Premessa di Vincenzo Orioles. Introduzione di Giorgio Raimondo Cardona, Torino, UTET (Unione Tipografico Editrice Torinese), 2008. » Journal of Language Contact 3, no 2 (1 janvier 2010) : 119–28. http://dx.doi.org/10.1163/19552629-90000024.

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Protassova, Ekaterina, Neelakshi Suryanarayan et Maria Yelenevskaya. « Russian in the multilingual environment of three Asian countries ». Russian Journal of Linguistics 25, no 4 (18 décembre 2021) : 981–1003. http://dx.doi.org/10.22363/2687-0088-2021-25-4-981-1003.

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Résumé :
This article provides a comparative analysis of the sociolinguistic situation in three Asian countries, India, Japan, and South Korea, which are relatively less known as countries where the Russian language is used. The aim of the study is to assess the significance of the Russian language in these countries Russian-speaking diasporas, business sphere, and education, as well as to define the characteristics of its teaching in the cultural contexts under discussion. In all these domains processes of language commodification are intensifying. The countries chosen for analysis differ in the history of language contacts, political relations with Russia, language policy, language attitudes, and as a result, residents motivation for maintaining and learning the Russian language. We discuss similarities and differences in the development of Russian speech communities. We also reflect upon linguistic and cultural hybridity, and in particular, its effect on the evolution of multilingual identities on the basis of interviews, fieldnotes, internet resources, and published data. The results show that in Japan and South Korea, the number of immigrants, students, businesspeople and mixed families using Russian is growing, and Russian language schools are popular; in India, the established relationship of peace, friendship and cooperation through various treaties continues to have its effect on the popularity of the Russian language in various spheres of life. In all the three countries Russian serves as a lingua franca for immigrants from different post-Soviet countries, which increases its value for the diasporans. The study argues that realities of diasporic life contribute to the pluricentric trends in the development of Russian.
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Cerruti, Massimo, et Riccardo Regis. « Partitive determiners in Piedmontese : A case of language variation and change in a contact setting ». Linguistics 58, no 3 (26 mai 2020) : 651–77. http://dx.doi.org/10.1515/ling-2020-0080.

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AbstractThis paper addresses the use of partitive determiners in Piedmontese as a case in point for the interplay of language variation and change in Italo-Romance. Firstly, a brief diachronic account will be provided of the development of partitive determiners in Piedmontese, ranging from the twelfth and thirteenth centuries to the nineteenth and twentieth centuries; such an overview will rely upon the results of recent studies on this subject. Next, the behavior of partitive determiners in contemporary Piedmontese will be examined; we will draw primarily on some unpublished materials collected within the ALEPO research program (ALEPO stands for Atlante linguistico ed etnografico del Piemonte Occidentale, “Linguistic and Ethnographic Atlas of Western Piedmont”), which consist of both responses to a questionnaire survey and spontaneous speech data. The study will help to shed light on the similarities and differences not only between different varieties of Piedmontese, but also between such varieties and Italian. The main paradigmatic differences identified will be argued to relate to two different ways of categorizing the relationship between mass nouns and countable plurals, one in which quantification prevails over classification, and the other in which classification is foregrounded. This state of affairs will then be discussed against the backdrop of the sociolinguistic situation under scrutiny, paying special attention to the contact between Piedmontese and Italian (as well as with French up to the end of the nineteenth century) and to the “superposition” of both an official standard language (i. e., Italian) and a regional koine (based on the variety of Turin) over local varieties of Piedmontese.
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Vatteroni, Selene Maria. « Elisa Guadagnini / Giulio Vaccaro (edd.), «Rem tene, verba sequentur». Latinità e medioevo romanzo : testi e lingue in contatto. Atti del convegno conclusivo del progetto FIRB – Futuro in ricerca 2010 «DiVo – Dizionario dei Volgarizzamenti. Il lessico di traduzione dal latino nell’italiano delle Origini» (Firenze, Villa Medicea di Castello, 17–18 febbraio 2016) (Bollettino dell’Opera del Vocabolario Italiano. Supplementi, 6), Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2017, 304 p. » Zeitschrift für romanische Philologie 134, no 4 (7 novembre 2018) : 1258–62. http://dx.doi.org/10.1515/zrp-2018-0083.

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Maldonado, Gabriel Orlando Quiñones, et Clara Coleta Oropeza Martínez. « Sociolinguistica musicale brasiliana ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 5 mars 2020, 93–130. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/sociolinguistico-musicale.

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Résumé :
Questo articolo è il risultato di anni di esperienza e di contatto con l’insegnamento dei portoghesi del Brasile e con le riflessioni derivate da una ricerca post-dottorato. In questa ricerca, ci sono informazioni rilevanti sull’insegnamento dei portoghesi del Brasile come lingua straniera e le varie esigenze presentate da ex studenti di Porto Rico. Il questionario è stato utilizzato per indagare se c’era un problema tra la comunità degli ex-alunni. Il problema presentato dagli ex studenti è stata la mancanza di un corso ludico di musica brasiliana, che, a sua volta, ha bisogno di integrare tutte le componenti essenziali per l’apprendimento avanzato dei portoghesi, come ad esempio: la linguistica e le sue varianti e la società e la cultura. Le esigenze riscontrate nell’indagine sono state compilate sulla base delle risposte degli studenti provenienti dal portoghese del Brasile a Porto Rico. I dati delle neuroscienze hanno rivelato l’indiscutibile connessione che esiste tra i due emisferi cerebrali: il logico e l’olistico in parallelo. Per risolvere il problema con la creazione del corso di sociolinguistica musicale brasiliana per soddisfare le esigenze dei futuri studenti del programma portoghese è stato uno degli obiettivi del lavoro. Si intende inoltre che la ricerca serva da base scientifica per l’attuazione del corso.
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« Problemi di sociolinguistica nelle origini delle lingue romanze (1995) ». Romance Philology 69, no 2 (septembre 2015) : 493–502. http://dx.doi.org/10.1484/j.rph.5.110347.

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Orioles, Vincenzo. « I contatti interlinguistici nel modello teorico di Eugenio Coseriu ». ENERGEIA. ONLINE JOURNAL FOR LINGUISTICS, LANGUAGE PHILOSOPHY AND HISTORY OF LINGUISTICS, 15 octobre 2022, 161–75. http://dx.doi.org/10.55245/energeia.2022.006.

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Résumé :
La riflessione di Coseriu sul contatto interlinguistico si inserisce in modo coerente nell’edificio teorico complessivo dello studioso romeno richiamandone e confermandone i capisaldi e le principali antinomie. Così ad esempio gli influssi esogeni entrano in gioco sullo sfondo della sua concezione del cambio linguistico e in particolare della dialettica tra “innovazione” e “adozione”.Un altro criterio fatto valere dallo studioso si collega con la nota distinzione tra ‘sistema’ e ’norma”: non tutte le innovazioni che agiscono sulla ‘norma’ producono effetti sugli equilibri del ‘sistema’. Il contributo prende poi in esame singoli aspetti del contatto tra lingue, tra cui le peculiari manifestazioni dell’interferenza nel parlante adulto e colto e il peso da assegnare agli influssi di sostrato. Pur non ignorando il contributo di Weinreich alla tematizzazione del contatto, la posizione teorica di Coseriu si caratterizza per il fatto di elaborare un modello esplicativo che incorpora l’innovazione esogena “in den Rahmen einer Theorie des Sprechens”, collocata sullo stesso piano delle creazioni interne ad una lingua.
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Moretti, Bruno, et Adrian Stähli. « L'italiano in contatto con il dialetto e altre lingue. Nuovi mezzi di comunicazione e nuove diglossie ». Linguistik Online 48, no 4 (1 juillet 2011). http://dx.doi.org/10.13092/lo.48.334.

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This paper is concerned with variational aspects of SMS (i.e. text message) communication as a communicative mode that not only has become very popular over the last few years but is also supposed to have certain (and continuing) impacts on some of the constitutive parameters of communication as a whole (e.g. by re-evaluating the dichotomy between typically/traditional oral and written language conceptions). Based on collected material from the sms4science corpus this contribution elucidates some general intra- and extralinguistic features of the Italian subcorpus before focusing on language contact phenomena (involving Italian and other languages or dialectal varieties). Special attention is given to the emergence of what we consider a kind of 'new dialectality' (in the Italian speaking Switzerland), which is considered to be a result of ongoing processes of a restructuring of the repertoire and of the relation between the linguistic codes that are involved.
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MOUGEON, RAYMOND, EDOUARD BENIAK et DANIEL VALOIS. « A sociolinguistic study of language contact, shift, and change ». Linguistics 23, no 3 (1985). http://dx.doi.org/10.1515/ling.1985.23.3.455.

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Pizzoli, Lucilla, et Matthias Heinz. « IL PROGETTO OIM (OSSERVATORIO DEGLI ITALIANISMI NEL MONDO) ». Italiano LinguaDue 14, no 2 (18 janvier 2023). http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/19601.

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L’Osservatorio degli Italianismi nel Mondo (OIM) è uno dei progetti strategici dell’Accademia della Crusca e viene portato avanti da un largo gruppo internazionale di ricercatori. Il progetto intende costituirsi come punto di riferimento per la raccolta, revisione e disseminazione degli italianismi rintracciati nelle diverse lingue del mondo. L’accurata descrizione e analisi dei risultati del contatto tra italiano e altre lingue (tipologicamente e storicamente diversificato a seconda delle lingue coinvolte) richiede approfondite considerazioni di tipo metodologico, filologico e lessicologico. Alla base del progetto – nella prospettiva di lessicografia digitale – si colloca il database contenente le raccolte di italianismi nelle lingue europee ed extraeuropee. Nel contributo presentato in questa sezione, diviso in due parti, si offre un panorama delle prospettive di ricerca messe a punto per il compito che attende i ricercatori e che caratterizzano attualmente il lavoro. Nella sezione introduttiva si ricostruisce la storia del progetto, mentre nella successiva si descrive il funzionamento del database, i criteri usati per la raccolta degli italianismi e la presentazione delle entrate lessicografiche; si affrontano inoltre questioni legate alla semantica dei prestiti e si offre infine una panoramica delle prospettive future del progetto OIM. The OIM project (Osservatorio degli Italianismi nel Mondo) The Osservatorio degli Italianismi nel Mondo (OIM), an observatory of Italian loanwords in languages throughout the world, is among the strategic projects of the National Academy of the Italian language, Accademia della Crusca. The project is carried out by a vast international group of researchers and is intended to be a point of reference for the collection, review and dissemination of Italianisms found in many different languages worldwide. The accurate description and analysis of the results of multi-faceted and historically diverse language contact situations involving Italian as a donor language requires both methodological and in-depth lexical-philological considerations. The digital lexicographic tool which the project rests upon has at its core a database containing collections of Italianisms in both European and extra-European language varieties. This paper, divided into two main sections, provides an overview of the research perspectives that have eventually brought forth the OIM endeavor and characterize its current lines of work. In the introductory part the history of the project is recounted while the following parts address the set-up of the database, the criteria for collecting data on Italianisms, the lexicographical entries as well as semantic questions regarding loanwords and finally offer an outlook on future work within the OIM.
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Steciąg, Magdalena. « "Lingua receptiva" : ekolingwistyczne ujęcie słowiańskich kontaktów międzyjęzykowych w przestrzeni pogranicza (przypadek polsko-czeski) ». Acta Baltico-Slavica 45 (31 décembre 2021). http://dx.doi.org/10.11649/abs.2344.

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Lingua receptiva: An Ecolinguistic Approach to Slavic Inter-Language Contacts in a Borderland Area (a Polish-Czech Case)Ecolinguistics has dealt with inter-language contacts ever since its beginnings as an independent linguistic discipline in the 1970s. However, it has not gained much interest among Slavic studies scholars in Poland. The aim of this article is to present the ecolinguistic concept of research on Slavic inter-language contacts on the example of Polish and Czech using the notion lingua receptiva. The proposed concept of integrated research on language ecology in the Polish-Czech borderland covers three dimensions of the language ecosystem: natural, social and cognitive. Research on the natural ecology of the language revolves around its interrelationships with the surrounding natural environment and can relate to topography, fauna and flora, etc. This research considers the potential of the natural and the anthropogenic environment in relation to the language (and vice versa). In the sociological observation of the language ecology, attention is paid to social and cultural conditions shaping the relationships between communicating individuals and the nature of the communities that are constituted or maintained as a result of these contacts. Cognitive language ecology, in turn, includes the cognitive skills and competences of users, especially those that enable flexible adaptation in a particular environment. A different methodology has been developed for each dimension: from sociolinguistic quantitative approaches based on surveys, to pragmalinguistic experiments designed to observe the shape of sender-recipient relations in inter-language receptive communication. These methodologies are presented together with the preliminary results of research which make it possible to state that lingua receptiva is the nucleus of inclusive multilingualism, breaking the paradigm of monolingualism and blurring the borders between languages in the pursuit of mutual understanding. Lingua receptiva: ekolingwistyczne ujęcie słowiańskich kontaktów międzyjęzykowych w przestrzeni pogranicza (przypadek polsko-czeski)Ekolingwistyka jako samodzielna dyscyplina językoznawcza, która ukonstytuowała się w latach 70. XX wieku, od początku zajmowała się kontaktami międzyjęzykowymi. Jednakże wśród slawistów w Polsce nie zyskała większego zainteresowania. Celem tekstu jest przedstawienie ekolingwistycznej koncepcji badań słowiańskich kontaktów międzyjęzykowych na przykładzie polsko-czeskim z wykorzystaniem pojęcia lingua receptiva. Proponowana koncepcja zintegrowanych badań nad ekologią języka na polsko-czeskim pograniczu obejmuje trzy wymiary ekosystemu języka: naturalny, społeczny i poznawczy. Badania nad naturalną ekologią języka oscylują wokół jego wzajemnych związków z otaczającym środowiskiem naturalnym i mogą odnosić się do topografii, fauny i flory itd. Pod uwagę bierze się w nich potencjał środowiska naturalnego i otoczenia antropogenicznego w relacji do języka (i odwrotnie). W obserwacji socjologicznej ekologii języka zwraca się uwagę na uwarunkowania społeczne i kulturowe kształtujące relacje między komunikującymi się jednostkami oraz charakter wspólnot, które są konstytuowane lub podtrzymywane w wyniku tych kontaktów. Kognitywna ekologia języka obejmuje z kolei zdolności poznawcze i kompetencje użytkowników, zwłaszcza te, które pozwalają elastycznie adaptować się w określonym środowisku. Dla każdego wymiaru została wypracowana inna metodologia: od socjolingwistycznych ujęć ilościowych opartych na badaniach ankietowych do eksperymentów pragmalingwistycznych służących obserwacji ukształtowania nadawczo-odbiorczego w międzyjęzykowej komunikacji receptywnej. Zostanie ona przedstawiona wraz ze wstępnymi wynikami badań, które pozwalają stwierdzić, że lingua receptiva stanowi jądro multilingwizmu inkluzywnego przełamującego paradygmat jednojęzyczności i zacierającego granice języków w dążeniu do wzajemnego zrozumienia.
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Akissi Boutin, Béatrice. « Possessive pour in the French Lexicon of the Ivory Coast and Language Contact ». Linguistik Online 30, no 1 (1 janvier 2007). http://dx.doi.org/10.13092/lo.30.546.

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Résumé :
Any variationist study of Ivory Coast French needs to take into account sociolinguistic considerations and systemic features of other contact languages. For instance, there is a specific usage of pour against which the interference hypothesis can easily be tested: FI: Le kaki que je porte présentement, c'est pour un bachelier qui me l'a laissé avant de partir en fac, cadeau. (Lafage 2003: 676). Avant de te moquer du linge de ta voisine, regarde si pour toi est propre.. In Ivory Coast French, pour (N/Pro) can display a variety of functions: it can be part of associative predications, it can stand for genitive phrases in an anaphoric construction, make reference to an object in relation with another and participate in various idiomatic expressions. This paper has a twofold objective. First, I argue that pour (N/Pro) constructions has to be analysed as an empty headed "associative" noun phrase. Second, I will show the relevance of extra- AND intersystemic factors in accounting for language variation. Incidentally, the use of pour (N/Pro) constructions seems to be conditioned by the availability of similar constructions in other Ivory Coast languages on the one hand, such as baoule (o liε) or dioula (à tá), and, cultural needs on the other.
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Schreiber, Michael. « Uriel Weinreich, Lingue in contatto, Nuova edizione a cura di Vincenzo Orioles, con un'introduzione di Giorgio Raimondo Cardona, Traduzione di Giorgio Raimondo Cardona, rivista da Vincenzo Orioles ». Zeitschrift für romanische Philologie (ZrP) 127, no 4 (janvier 2011). http://dx.doi.org/10.1515/zrph.2011.100.

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