Thèses sur le sujet « Sistemi europei »

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1

Garetti, Giulia <1993&gt. « Pratiche dell'abitare comunitario nei sistemi urbani europei : la lezione di ecovillaggi e cohousing ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16285.

Texte intégral
Résumé :
Le città sono un prodotto della società umana e da sempre costituiscono parte integrante della vita della civitas, adattandosi alle nuove forme assunte dai processi socioculturali, giuridici ed economici. Di fatto, la capacità di ridefinire la propria identità nel tempo e nello spazio è diventata un imperativo per la sopravvivenza dei sistemi urbani odierni. Le pressioni che urbanizzazione e globalizzazione hanno imposto alle metropoli sono complesse da gestire; inoltre, il recente ruolo della città globale come motore dell’innovazione e cuore della creatività fa sì che essa necessiti di un continuo apporto di linfa vitale: investimenti privati e professionisti altamente qualificati. Nel tentativo di attrarre queste risorse, la città contemporanea offre intrattenimento e spettacolarità, rinnovandosi ad una velocità che è difficile da sostenere per una parte dei suoi residenti. Le politiche di rigenerazione, rinnovamento e riqualificazione celano spesso spoliazione ed inasprimento delle condizioni di vita urbana, nonché isolamento. Eppure, esistono esperienze dell’abitare incentrate su elementi comunitari, solidarietà ed ecologia che offrono spunti e prospettive per una riflessione sull'attuale gestione della realtà urbana: ecovillaggi e cohousing.
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2

Baldassarre, Silvia. « La tutela dell'ateismo in Italia. Elementi comparativi con i sistemi giuridici di alcuni Paesi Europei ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3424688.

Texte intégral
Résumé :
The Legal Protection of Atheism in Italy. Comparative elements with the Legal Systems of some European Countries. From the very beginning of the Constituent Assembly, the protection of Atheism has assumed ambiguous profiles. Protection of non-believers, freedom of conscience and Principle of Secularism don’t have an explicit reference in our Constitution. As a consequence of this, the jurisprudence practice had to face many criticisms which led to a heated doctrinal debate, still alive today. A substantial deficit in the legal protection of non-believers can be found through the study of historical legal cases, the analysis of some of the current practical problems of freedom in religion and beliefs and the comparison between Italian law and European Legal Systems. This doctoral dissertation, transposing all the evolutionary inputs from European and international law, is not only theoretical but it also proposes hypotheses of operational strategies in order to make Italian Legal System more responsive to the effective implementation of the Supreme Principle of Secularism.
La ricerca evidenzia come fin dal dibattito in sede costituente la tutela dell’ateismo abbia assunto profili ambigui; la mancanza di un esplicito riferimento nella nostra Carta Costituzionale alla tutela della non credenza, alla libertà di coscienza, al Principio di Laicità, ha determinato molteplici criticità nella prassi giurisprudenziale, diventate oggetto di un acceso dibattito dottrinale, ancora oggi in fieri. Dalla ricostruzione storica delle vicende giudiziarie, dalla comparazione tra l’ordinamento italiano ed i sistemi giuridici europei, e dall’analisi di alcuni attuali problemi pratici della libertà in materia di convinzioni religiose, emerge un deficit di tutela sostanziale della condizione giuridica dei non credenti. Il lavoro di ricerca, recependo gli stimoli evolutivi provenienti dalla normativa europea ed internazionale, non si limita all’aspetto compilativo, ma propone anche ipotesi di strategie operative finalizzate a rendere l’ordinamento giuridico italiano più rispondente alla concreta attuazione del Principio “Supremo” di Laicità.
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3

Puntoriero, Francesca Anita <1988&gt. « Risposte di Policy a tutela delle lavoratrici della cura. Analisi comparativa dei principali sistemi di welfare europei ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/8397.

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Résumé :
Il tentativo attraverso questo lavoro di tesi è quella di comprendere in che modo le politiche sociali italiane affrontino il tema del lavoro di cura svolto dalle donne migranti in favore degli anziani non autosufficienti comparandolo poi con i tre principali sistemi di welfare europei, il modello liberale inglese, quello conservatore corporativo tedesco, e quello socialdemocratico dei paesi scandinavi. Partendo da un’analisi delle principali trasformazione demografiche degli ultimi decenni, il nuovo assetto istituzionale dell’assistenza sociale in Italia, le nuove politiche migratorie, si chiarirà il contesto all’interno del quale si colloca il lavoro delle assistenti familiari. Andando ad indagare in che modo le politiche sociali vadano a tutelare i diritti delle lavoratrici e operino in una direzione di emersione del sommerso. I medesimi indicatori verranno utilizzati per l’analisi dei tre paesi europei presi in considerazione nella ricerca.
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4

Sgambelluri, Rosa. « Lo sport educativo in alcuni sistemi scolastici europei. Analisi comparativa tra Italia, Belgio, Spagna e Regno Unito ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/231.

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Résumé :
IX n.s.
Le nuove generazioni, soprattutto quelle nate a cavallo tra la fine degli anni 80’ e gli inizi degli anni 90’ del secolo scorso, sono state formate in Italia all’interno di una tensione ideale, quella di dover contribuire alla costituzione di una nuova dimensione sociale e culturale nonché nazionale: l’Unione Europea. Tra gli adolescenti e i giovani italiani questo imperativo educativo è stato letto e tradotto in una percezione alquanto peculiare della storia recente: i “nonni”, ovvero i costituenti dell’Unione Europea, all’indomani della II guerra mondiale, erano quelli che guardavano all’Europa solo in termini di abbattimento di frontiere, creazione strutture economiche interdipendenti e di un corpus legislativo comune, in quanto elementi atti a garantire la pace in Europa e scongiurare per sempre gli orrori dei campi di battaglia, delle città bombardate, delle popolazioni deportate; i “padri”, alias l’establishment governativo che conduceva verso l’euro, la comune moneta europea, erano quelli che guardavano all’Europa solo in termini di possibilità di crescita economica all’interno di un comune spazio di libera circolazione delle merci. Di contro la cultura adolescenziale e giovanile, intesa come un insieme di valori, definizioni della realtà e codici di comportamento condivisi da persone che hanno in comune uno specifico modo di vita , era già europea. I nonni e i padri non dovevano, per creare una nuova identità comunitaria, che rincorrere! Nello specifico i membri delle nuove generazione, proiettati nell’orizzonte geografico europeo, si percepivano già come comunità sentendo di avere in comune, pur nelle diversità, stesse origini, una cultura condivisa, un canale di comunicazione linguistica comune, valori, costumi, forme di alimentazioni, forme letterarie e artistiche gruppali, adolescenti e giovani europei erano consapevoli di ascoltare la stessa musica, leggere gli stessi autori e le stesse riviste, guardare gli stessi programmi televisivi, avere stessi valori e modelli culturali di riferimento, bere, mangiare e vestire le stesse cose e, nelle rispettive forme linguistiche nazionali, parlare con strutture gergali similari. Nell’incontrarsi sul comune suolo europeo queste generazioni, le prime a muoversi con grande disinvoltura tra una capitale e l’altra, grazie anche al codice comunicativo inglese, scoprivano velocemente che ciò che accomunava era di gran lunga superiore a ciò che differenziava. I giovani europei sentivano d’agire già come un unico popolo, insistente su di uno spazio geografico omogeneo, e, in virtù di tale comunanza, gli adulti dovevano e potevano, nel rispetto del loro ruolo di garanti della trasmissione intergenerazionale, organizzarsi in stato sovrano. In realtà i costituenti dell’Unione Europea, nel creare i presupposti comunitari, avevano come obiettivo quello di costruire un quadro comune di valori universali ai quali ispirarsi per edificare una “casa comune” fatta non più di mattoni condivisi ma condivisibili. Nel loro ambito riflessivo i costituenti attribuivano al termine valori, come in una parabola discendente, un significato che andava da quello di orientamenti, a fatti sociali e a fatti propri. Nel primo caso, per essere chiari, i valori sono intesi come orientamenti dai quali discendono i fini delle azioni umane, fini trascendenti rispetto all’esistente ed indicanti, pertanto, un dover essere, una tensione verso uno stato di cose ritenuto ideale e desiderabile, ma che non è, o non ancora, realizzato; nel secondo i valori sono intesi come fatti sociali in quanto fatti di gruppi sociali i quali orientano in base ad essi il proprio agire, e quindi valori come motivazioni dei comportamenti; nel terzo i valori sono intesi come fatti propri, adottati da individui o gruppi mediante processi, più o meno consapevoli, di scelta . Quanto più, in una società, i valori slittano da fatti propri a fatti sociali e, infine, ad orientamenti, divenendo la tensione di cui sopra, tanto più essi cessano di essere particolari per assurgere ad universali, espressione non più di una forma mentis soggiacente ad un dato spazio e ad un dato tempo ma presupposto di una società giusta nella sua derivazione etimologica da ius (ossia il diritto e quindi patto). Secondo i costituenti la nascita dell’UE doveva avvenire non solo in riconoscimento dei profondi legami storici che accomunavano le sorti delle popolazioni europee a partire dal IV secolo d.c., non solo per i profondi legami culturali letterali, artistici, ecc., che si erano creati nel trascorrere dei tempi, per la comune religiosità, per lo spazio geografico e climatico alquanto omogeneo, ma quanto per la scelta effettuata dai popoli comunitari: valori universali, valori “ di tutti” cui aspirare, in cui riconoscersi e specchiarsi, presidi dei confini del vivere civile, base, irrinunciabile e imprescindibile, definente la natura del patto sociale. In tal senso i costituenti definirono la pace come valore per la nascente UE poiché ripudiarono l’idea dell’esaltazione, presente nella cultura europea dalla caduta dell’Impero Romano sino alla prima metà del Novecento, della guerra come valore sul quale misurare la virtù e la dignità e l’onore dei popoli. Accanto al valore della pace nei rapporti tra i popoli europei, posero il valore della reciprocità e del rispetto, della libertà, dell’eguaglianza e della dignità della persona umana. Riconobbero, altresì, proprio perché si era alla presenza di una collettività di cittadini che stavano scegliendo un insieme di diritti e doveri alla base della loro società ideale, che nella costituzione dell’Unione la formazione dello stato avrebbe preceduto quello di costituzione della nazione. Avvertirono subito anche il pericolo di un soffocamento della formazione di una coscienza europea, di un’area culturale europea che potesse chiamarsi nazione, da parte di un apparato eurostatale qualora non controbilanciato da processi di interazione e integrazione dei meccanismi degli stati membri. Una siffatta situazione agli italiani, così come alle genti germaniche, è nota, giacché rammenta la formazione di uno stato nazionale come unificazione di una pluralità di stati regionali sotto la spinta egemonica di uno di essi . Per ovviare a ciò, per superare gli egoismi dei vari stati membri, previdero un lungo periodo di incontro-confronto tra gli apparati nazionali grazie al quale ciascuno potesse analiticamente conoscere e ri-conoscere l’altro, avviare un processo di accettazione e giustificazione delle diversità e un processo orizzontale di acculturazione nel suo significato di cambiamento culturale e psicologico dovuto al contatto duraturo con persone appartenenti a culture differenti (Sam, D.L. 2006). In tal senso attribuirono grande importanza alle istituzioni scolastiche come mezzo attraverso cui creare, nella centralità della persona, una nuova cittadinanza, un nuovo umanesimo, un nuovo patrimonio culturale di ispirazione valoriale universale. Negli ultimi anni la materia legislativa comunitaria, per l’istruzione e la formazione, si è limitata però a delle direttive per aumentare il grado di competizione dei cittadini europei, la mobilità sociale e, quindi, la coesione sociale. Nulla o poco è stato fatto in termini di un confronto, politicamente programmato, sistematico e non occasionale, tra i diversi sistemi scolastici che ne evidenziassero le specificità, i punti di contatto, i punti di forza e debolezza, rispetto ad esempio alle competenze, come riflessione sul concetto di competenza, rapporto tra sapere e saperi, conoscenza conoscenze e competenze, ruolo delle competenze trasversali nel processo di apprendimento, rapporto tra saperi disciplinari e competenze, o piuttosto alle metodologie, come motivazione degli alunni, metodi per un apprendimento consapevole, organizzazione di tempi, luoghi, strumenti e modalità della didattica, come necessità di mettere in rete le scuole, o infine alle scelte valoriali. Eppure come è possibile pensare un processo di integrazione tra i sistemi formativi nazionali al fine di creare strutture comunitarie che diano, equamente, ad ogni cittadino dell’UE le stesse possibilità se non si parte dalla reciproca conoscenza? Stesse possibilità intese non solo come spendibilità competitiva ma come piena espressione del sé di ogni cittadino, delle individuali potenzialità all’interno di una cornice di reciprocità, di dignità umana e libertà e universalità valoriale come pensato dai costituenti. Il presente lavoro vuole, anche solo in parte, provare ad ovviare a ciò offrendo una comparazione tra sistemi scolastici nazionali dell’UE e quindi consentire una maggiore comprensione delle modalità di cura del fanciullo, vero specchio di una società, nei diversi luoghi comunitari. Le nazioni che sono state prese in esame, oltre all’Italia, sono state la Spagna, il Regno Unito e il Belgio. La scelta è innanzitutto ricaduta sulle nazioni non di recente adesione all’UE sia per motivazioni strettamente correlate alla reperibilità di fonti sia perché si tratta di paesi che, in una certa misura, hanno già avviato politiche di integrazione se non altro per ciò che concerne gli obiettivi competitivi formativi comunitari. La scelta è stata fatta poi tenendo conto che molteplici credenze e abitudini intellettuali concorrono a formare lo spazio culturale comunitario, che tale variabilità rappresentino, ad un tempo, un fattore critico ed un elemento di ricchezza e che esse si riflettono tutte nell’agenzia formativa per eccellenza: la scuola. Ad esempio, l’Italia, la Spagna e il Belgio sono paesi a prevalenza cattolica, il Regno Unito invece è prevalentemente rientrante in quell’ambito religioso che per semplicità definiamo protestante. Pur assistendo nelle società moderne ad un processo di secolarizzazione è indubbio che esista un’interazione tra aspetti religiosi ed ordine morale. Sebbene lo spazio geografico europeo sia improntato alla tradizione giudaico-cristiana, i paesi cattolici hanno, in termini di mentalità, una maggiore correlazione con la tradizione cristiana e, di contro, quelli protestanti con la tradizione giudaica. Ne consegue un atteggiamento diverso, come substrato culturale, nei confronti della ricchezza (e della povertà) che si riflette nei fini valoriali formativi. Ancora, tutti e quattro i paesi presi in esame devono confrontarsi al loro interno con istanze autonomistiche che trovano la loro massima espressione nelle aspirazioni via via sempre più separatiste della componente francofona e fiamminga belga. Al di là degli elementi di attualità è interessante vedere come il Belgio ha provato ha riflettere il riconoscimento dell’alterità e della dignità umana delle “minoranze” nelle strutture formative, banco di sfida delle future strutture comunitarie. L’esistenza di una componente non minoritaria belga fiamminga, ovvero olandese, ovvero del germanico ovest, rimanda, inoltre, in termini linguistici (e non solo) alla maggiore vicinanza tra l’inglese e l’olandese (nonché tedesco) rispetto alla componente francofona di derivazione latina come lo spagnolo e l’italiano. Le strutture linguistiche, che rimandano a ceppi diversi del tipo europide, riflettono, poiché è la parola che struttura il cervello, habitus mentali differenti, approcci alla conoscenza diversificati. La comparazione tra sistemi scolastici apre così interessanti spunti di riflessione non solo sul concetto di competenze ma su come la correlazione tra cultura e corporeità modifichino il concetto stesso di competenze nel quadro comune di riferimento europeo. Gli esempi fatti rimarcano come la comparazione tra i sistemi scolastici non abbia solo un valore di ontologica conoscenza ma possa offrire spunti interessanti di riflessione sulle diverse modalità di intendere l’apprendimento, gli obiettivi formativi, i fini valoriali, ma anche di risolvere la sfida del ventunesimo secolo ossia la multiculturalità. Tutti elementi da cui una scuola comunitaria non può prescindere. [a cura dell'autore]
2009 - 2010
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5

Strade, Alberto. « Realizzazione di uno strumento per la ripartizione dei fondi europei nell'ambito del programma operativo regionale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7061/.

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Résumé :
La costituzione dell’Unione Europea nel 1993 pose la questione del dover aiutare le regioni svantaggiate in essa contenute, allo scopo di promuovere i principi di eguaglianza appena stipulati. Allo stesso tempo si dovette cercare uno strumento per facilitare la collaborazione fra le regioni appartenenti all’Unione stessa. Tale strumento sono i Fondi Strutturali Europei, un sistema di autofinanziamento utilizzato per promuovere progetti lavorativi, di cultura o di ricerca in tutta Europa. La distribuzione dei fondi avviene secondo delle regole specifiche e spesso i temi verso cui i fondi vengono rivolti sono scelti di comune accordo tra i Paesi membri. Le amministrazioni regionali hanno quindi la possibilità di usufruire di una notevole quantità di denaro, giustificando in modo appropriato la destinazione d’uso dei fondi e stilando dei piani che ne descrivano la loro suddivisione nei vari progetti. In seguito all’evoluzione tecnologica degli anni ’60 e ’70 nacquero nuovi strumenti a favore delle aziende: i DSS (Decision Support System), descritti come “sistemi informatici a supporto del processo decisionale”. L’uso di questa nuova tecnologia permise una facilitazione dei compiti decisionali, oltre ad un miglioramento delle prestazioni negli ambiti di applicazione. Da tali premesse nascono diversi progetti che puntano ad utilizzare strumenti di supporto alle decisioni nei campi più diversi: amministrativo, medico, politico, culturale. In particolare, l’area d’applicazione politica vive un grande fermento negli ultimi anni, grazie a strumenti in grado di aiutare la classe politica in decisioni su più livelli di scelta e su una grosse mole di dati. Un esempio fra gli altri è la redazione del Programma Operativo Regionale, il quale fa affidamento sui finanziamenti dei Fondi Strutturali Europei per potersi sostentare. Negli ultimi anni la Regione Emilia-Romagna ha puntato molto sull’uso di strumenti informatici e automatizzati come aiuto nella compilazione di progetti, piani operativi e preventivi di spesa, sviluppando delle collaborazioni con diversi Enti ed Università, tra le quali l’Università degli Studi di Bologna. L’ultimo progetto realizzato in collaborazione con la Regione, e qui esposto, riguarda la realizzazione di uno strumento di supporto alle decisioni politiche per la ripartizione dei Fondi Europei, in particolare quelli destinati al Programma Operativo Regionale (POR).
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6

Musi, Emanuela. « La protezione della persona incapace in area europea ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/126.

Texte intégral
Résumé :
2008-2009
La tematica della protezione dei soggetti incapaci nei sistemi giuridici europei si presenta connotata di notevole rilevanza non soltanto sul piano teorico e dogmatico, ma soprattutto sotto il profilo pratico, attesa la "naturale" esigenza, avvertita nei diversi ordinamenti, di soddisfare le istanza di tutela innestate su situazioni personali o collettive permeate di indubitabile drammaticità e complessità: è evidente, pertanto, che l'importanza dll'argomento postula la necessità di un'analisi approfondita di tutte le questioni più o meno controverse suscitate dal dibattito, sorto in dottrina e sviluppato dal formante giurisprudenziale, intorno alla figura dell'incapace. Tuttavia, la necessità di pervenire a risultati puntuali e soddisfacenti conformi alle finalità primarie della comparazione tra ordinamenti, ha imposto una scelta necessariamente restrittiva del campo di riferimento della ricerca, da cui discende l'inevitabile selezione di alcuni soltanto tra i sistemi giuridici europei ai fini dell'analisi comparata (Italia, Francia, Inghilterra, Germania) e dei soli soggetti affetti da malattie mentali o versanti in situazioni di disabilità tra gli incapaci. Sotto il profilo metodologico, vale sottolineare che, trattandosi di tematiche coinvolgenti aspetti esistenziali della personalità umana, si è rivelato indispensabile operare una netta scelta nel senso di ricostruire la materia oggetto di indagine su basi squisitamente giuridiche al fine di evitare che implicazioni e considerazioni metagiuridiche potessero inficiare i risultati dell'elaborazione dogmatica, già resa complessa dalla chiave comparatistica di lettura. In ogni caso, le molteplici sollecitazioni provenienti dalla realtà sociale, specie intorno alla discussa figura del testamento biologico, hanno imposto alcune riflessioni quanto meno de iure condendo. Ciò premesso, la disamina delle nozioni di "incapacità" coniate dai diversi ordinamenti e l'analisi comparata delle scelte dei "padri" delle codificazioni europee nonché dei più moderni legislatori in relazione alle forme ed ai mezzi di tutela delle incapacità, molto spesso tradottesi in vere e proprie "camicie di forza" per soggetti non del tutto estranei al contesto della realtà, ma comunque bisognosi di protezione più che di restrizione e costrizione, ha permesso di delineare i primi risultati della ricerca: l'individuazione dei limiti degli strumenti di tutela tradizionali e l'enucleazione di spunti di valorizzazione della volontà dei soggetti incapaci attraverso le riforme recenti, influenzate anche dai formanti giurisprudenziali e dottrinali. Di seguito, l'elaborato si sviluppa nell'esame delle prospettive di tutela degli incapaci in ambito comunitario ed internazionale, soffermandosi in particolare sulle possibilità di influenza degli ordinamenti sovranazionali sugli ordinamenti nazionali in tema di protezione e promozione del valore-persona. Da ultimo, nell'ottica di una indispensabile compenetrazione tra profili personalistici e misure di matrice prettamente patrimonialistica, laddove questi ultimi, se scandagliati attraverso la lente della più ampia tutela degli interessi del soggetto debole possono consentire di assicurare la piena realizzazione degli obiettivi di protezione, la ricerca sfocia in un'approfondita comparazione tra figure giuridiche affini ma profondamente diverse (trusts, fiducie, patrimoni destinati), tutte contraddistinte dal tratto comune di non essere strutturalmente e teleologicamente indirizzate a soddisfare interessi di natura extra-patrimoniale. Si analizzeranno, così, le attuali possibilità di "trasmigrazioni" reciproche di strumenti tra ordinamenti, i limiti di questi ultimi, se adoperati rigidamenti e senza travalicare le finalità per cui sono nati, e si formuleranno alcune conclusioni: scarsa capacità di "deviazione" degli strumenti a matrice patrimonialistica verso la realizzazione di obiettivi extra causali, prospettive di apertura (e di chiusura) dell'ordinamento italiano. [a cura dell'autore]
VIII n. s.
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7

ALIANO, MAURO. « Globalizzazione e sistema bancario europeo : Determinanti e impatto sulla redditività ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266754.

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Résumé :
Based on a dataset that allows tracking banks across four Euro countries and across different modes of foreign entry, this study addresses the multi-nationalization strategies of European banks in the aftermath of the financial crisis of 2007. In this period the relevant regulatory activities that involved the banking sector and the high volatility of global economic and financial environment, represent the macro-institutional framework. In this context, bank hysteresis mechanisms among Euro countries are progressively attenuated, but still persist and affect ECB and its policy. In the analysis, we study the impact of country and firm level factors for bank multi-nationalization supported by a database of about 350 banks of the four major countries of the Euro area (Germany, France, Italy and Spain), for the period 2008-2014, on which statistical methods of panel regression are applied. We estimate a model with two specifications. In the first, we theoretically model the intensity of multi-nationalization of banks as a function of profitability, risk, and macroeconomics variables; in the second, we employ the intensity of multi-nationalization as impact-variable on bank profitability. Among the conclusions one seems the most important, the one linked to the prevailing negative relationship (dynamic in both directions) between profitability and intensive multi-nationalization process.
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8

PORFILIO, AMELIO. « Il welfare state incontra l’Unione europea : dalla costituzione economica europea ad un modello sociale europeo ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/807.

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Résumé :
La tesi si snoda lungo tre piani di analisi per esaminare i rapporti fra Unione europea e welfare state. Innanzitutto, essa guarda alla CEE come organizzazione sorta principalmente per perseguire l’integrazione economica degli Stati membri senza interferire sulla loro funzione di welfare. Nel ripercorrere l’evoluzione delle competenze sociali dell’Unione europea, la tesi suggerisce come i sussistenti limiti procedurali e sostanziali evidenzino quella logica. In secondo luogo, la tesi ricorre alla categoria di costituzione economica europea al fine di spiegare la limitazione di sovranità cui gli Stati membri sono andati incontro per favorire l’attuazione del principio di libertà economica. Su questa base, vengono enucleati taluni effetti prodotti dalla costituzione economica europea sul welfare state. Un’attenzione particolare è dedicata ai riflessi della costituzione economica in materia pensionistica. Infine, la tesi guarda alle innovazioni apportate dalla Strategia di Lisbona e dal Trattato di Lisbona, con particolare riguardo al rafforzamento del metodo aperto di coordinamento ed all’entrata in vigore della Carta dei diritti fondamentali. In questa luce, si coglie la tendenza all’edificazione di un modello sociale europeo. Avendone discusso genesi e sviluppo, vengono illustrati i suoi tratti distintivi ed i suoi riflessi sulle politiche nazionali di sicurezza sociale e del lavoro.
The thesis examines the relationship between European Union and Welfare State under three different perspectives. Firstly, it looks at the EEC as an organization pursuing economic integration of Member States while not interfering with their welfare function. In tracing the evolution of the social competences of the European Union, it is highlighted how the original logic still underlies the existence of procedural and substantive limits to those competences. Second, the thesis draws on the category of European economic constitution to explain how Member States bounded their sovereignty in order to give full effect to economic freedom. On that basis, the thesis describes some of the inroads made by the European economic constitution into national welfare states, with special attention to its effects on pension systems. Finally, the thesis looks at some of the innovations introduced by the Lisbon Strategy and the Lisbon Treaty, focusing on the strengthening of the Open Method of Co-ordination and the entry into force of the Charter of Fundamental Rights. In this perspective, the thesis captures the emergence of a European social model. Having discussed origins and development of the European social model, its main distinctive features and reflexes on domestic social policies are spelled out.
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9

PORFILIO, AMELIO. « Il welfare state incontra l’Unione europea : dalla costituzione economica europea ad un modello sociale europeo ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/807.

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Résumé :
La tesi si snoda lungo tre piani di analisi per esaminare i rapporti fra Unione europea e welfare state. Innanzitutto, essa guarda alla CEE come organizzazione sorta principalmente per perseguire l’integrazione economica degli Stati membri senza interferire sulla loro funzione di welfare. Nel ripercorrere l’evoluzione delle competenze sociali dell’Unione europea, la tesi suggerisce come i sussistenti limiti procedurali e sostanziali evidenzino quella logica. In secondo luogo, la tesi ricorre alla categoria di costituzione economica europea al fine di spiegare la limitazione di sovranità cui gli Stati membri sono andati incontro per favorire l’attuazione del principio di libertà economica. Su questa base, vengono enucleati taluni effetti prodotti dalla costituzione economica europea sul welfare state. Un’attenzione particolare è dedicata ai riflessi della costituzione economica in materia pensionistica. Infine, la tesi guarda alle innovazioni apportate dalla Strategia di Lisbona e dal Trattato di Lisbona, con particolare riguardo al rafforzamento del metodo aperto di coordinamento ed all’entrata in vigore della Carta dei diritti fondamentali. In questa luce, si coglie la tendenza all’edificazione di un modello sociale europeo. Avendone discusso genesi e sviluppo, vengono illustrati i suoi tratti distintivi ed i suoi riflessi sulle politiche nazionali di sicurezza sociale e del lavoro.
The thesis examines the relationship between European Union and Welfare State under three different perspectives. Firstly, it looks at the EEC as an organization pursuing economic integration of Member States while not interfering with their welfare function. In tracing the evolution of the social competences of the European Union, it is highlighted how the original logic still underlies the existence of procedural and substantive limits to those competences. Second, the thesis draws on the category of European economic constitution to explain how Member States bounded their sovereignty in order to give full effect to economic freedom. On that basis, the thesis describes some of the inroads made by the European economic constitution into national welfare states, with special attention to its effects on pension systems. Finally, the thesis looks at some of the innovations introduced by the Lisbon Strategy and the Lisbon Treaty, focusing on the strengthening of the Open Method of Co-ordination and the entry into force of the Charter of Fundamental Rights. In this perspective, the thesis captures the emergence of a European social model. Having discussed origins and development of the European social model, its main distinctive features and reflexes on domestic social policies are spelled out.
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Tassinari, Aurelio. « Sistemi di quote in ambito nazionale ed europeo ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
La tesi si propone in una prima parte di introdurre importanti concetti quali la reale forma della Terra, la definizione di quota ortometrica ed ondulazione geoidica ed i riferimenti rispetto a cui esse si misurano: ciò è necessario per descrivere la quota Helmert, la quota dinamica e la quota normale, ossia i sistemi di quote corrette per gravità attualmente utilizzati. Nella seconda parte le argomentazioni principali verteranno sui sistemi di riferimento verticali dei paesi europei e sull’importanza di unificare i datums in un’unica soluzione. Si elencheranno i vari tentativi di aggregazione dei sistemi che si sono susseguiti nella storia europea, con approfondimenti sulle loro caratteristiche e parametri statistici. Nella terza ed ultima parte, si discuterà della realizzazione più moderna di un sistema di riferimento verticale comune ai paesi comunitari, e si indicheranno le sue differenze rispetto ai sistemi precedenti. Si concluderà l’elaborato con un breve accenno sul futuro dei datum verticali europei.
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Ferreira, Ana Catarina Areias. « Design de comunicação para a mudança no sistema alimentar ». Master's thesis, Universidade de Lisboa, Faculdade de Arquitetura, 2018. http://hdl.handle.net/10400.5/17887.

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Résumé :
Dissertação de Mestrado em Design, com a especialização em Design de Comunicação apresentada na Faculdade de Arquitetura da Universidade de Lisboa para obtenção do grau de Mestre.
O impacto da qualidade da alimentação quer na saúde da sociedade europeia quer na sustentabilidade do planeta Terra é uma questão que tem tanto de importante como de complexa. O funcionamento do sector alimentar afecta várias áreas do desenvolvimento social, cultural e económico de uma sociedade e como tal, cabe à União Europeia, na qualidade de entidade reguladora, tomar medidas que zelem pelo equilíbrio e bem-estar dos seus cidadãos e promovam o desenvolvimento sustentável deste sector. O design de comunicação, muitas vezes tão ubíquo que se torna invisível aos olhos do consumidor, tem um papel importante na evolução do consumo, desde logo precisamente pela sua omnipresença na relação entre os bens e os seus compradores. Com o objectivo de dar uma resposta a uma “chamada” do projecto Horizonte 2020, foi seleccionado o problema - abordagens inovadoras ao sistema alimentar e orientadas para o cidadão Europeu nas cidades - da categoria da Segurança Alimentar. Propõe-se assim a construção de um elo de ligação - através do design de comunicação - entre o cidadão e as abordagens inovadoras ao sistema alimentar. Foram analisados três pilares que serviram de suporte a este trabalho: a actuação da União Europeia e de algumas entidades mundiais no âmbito da alimentação; temas inerentes à tomada de decisão do consumidor e relacionados com o sistema alimentar; e o papel activo do designer de comunicação na sociedade. Através do método de brainstorming, chegou-se a uma possibilidade para uma resposta a esta chamada europeia. A concretização de um projeto editorial europeu e multilingue, a revista Proof, foi a conclusão deste processo que de seguida descreveremos. Este projecto pretende contribuir para a literacia do cidadão europeu expondo-o a informações factuais e a novas perspectivas, para que haja uma consciencialização individual e consequentes alterações graduais em todo o sistema alimentar. Em suma, com o término deste projecto alcançámos um objecto que dará uma contribuição útil para a literacia do consumidor no âmbito da alimentação. É um projecto editorial que tem como intuito ser um meio de comunicação que faz desencadear uma acção no consumidor resultando a longo prazo na sustentabilidade do sistema alimentar europeu.
ABSTRACT: The impact of the diet we choose to have, not only in society health but also on our planet sustainability, is a major and complex subject. Food industry affects several areas from social development, cultural and economical in nowadays society therefore is up to European Union, on regulatory authority duty, to take actions to keep the balance and well being of its citizens and promote sustainable development of this sector. Communication Design, quite often so ambiguous that becomes invisible to consumer’s eyes, has an upmost importance role in consumption evolution, right from the presence in consumer and goods relationship. With the purpose of giving an answer to a call from Horizon 2020 project, it was selected the problem – Innovative and citizen-driven food system approaches in cities – from food safety category. Our response was to develop a connection – through Communication Design – between the citizen and this new approaches to our food system. There were three main focus in this project: European Union action, and other world entities in food industry; subjects related to consumer choice when it comes to food; and finally the active role of the communication designer in today’s society. While brainstorming, we came to a way as an answer to this European callout. The conclusion of an editorial(magazine) and multilingual project, Proof magazine, was the outcome of this process that we will detail. This project seeks to add to the ordinary person knowledge by exposing facts and new perspectives, so that there’s an individual conscious and hopefully change in all food system. Nonetheless, as we conclude this project we reach a point and with it a work that will give a useful contribution to everyday consumer about the food system. This is a magazine project in which our main goal is to be a communication mean to unleash an action from consumer’s way of thinking, aiming to have in the long run a better sustainable food system in Europe.
N/A
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Maria, José Francisco R. « Controlos de capitais e sistema monetário europeu ». Master's thesis, Instituto Superior de Economia e Gestão, 1995. http://hdl.handle.net/10400.5/12419.

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Marzano, Michele. « Profili giuridici del coordinamento tra sistemi reddituali nell'Unione Europea ». Thesis, Strasbourg, 2012. http://www.theses.fr/2012STRAA035/document.

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Résumé :
La coexistence de différents systèmes de revenus se confrontes structurellement à un ordonnancement qui promeut l'intégration économique. Est-ce que le droit européen, en accord avec ces exigences, prévoit des solutions pour la répartition du pouvoir impositif entre Etats membres ? En particulier, est ce que la coexistence de tels pouvoirs implique comme son homonyme (imposé par le droit communautaire), la reconnaissance nécessaire d'une priorité dans la taxation des revenustransnationaux, appartenant à l'un plutôt qu'à l'autre des Etats membres ? Les principes fondamentaux du droit européen – indiqués dans les Traités instituant les Communautés Européennes – n'offrent aucun appui certain pour affirmer l'existence de tels paramètres de répartition, et, de manière plus générale, il est bien plus difficile d'établir si ces mêmes principes de droit européen impliquent un ensemble de règles de coordination, auquel la prétention fiscale des Etats membres doit être conforme
The coexistence of different income tax systems is structurally antithetic to a system – the EU one – which promotes economic integration. Does EU law, in accordance with these scopes, provide solutions for the distribution of tax powers between member states? In particular, does the coexistence of those tax powers imply the recognition of a “priority” in taxation of cross-border income, belonging to one rather than the other Member States? The fundamental principles of EU law – see the EU Treaties – offer no support to affirm the existence of such distribution parameters and, more generally, it is much more difficult to determine whether these same principles of European law involve a set of coordination rules, which the tax claim of the Member States must comply
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Aleotti, Alessandro. « Sistemi di ritenuta stradale : evoluzione normativa nazionale ed europea ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2006/.

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Marzano, Michele <1981&gt. « Profili giuridici del coordinamento tra sistemi reddituali nell'Unione Europea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5125/1/marzano_michele_tesi.pdf.

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Résumé :
Il coordinamento tra sistemi impositivi è una questione originaria e tipica del diritto comunitario. La tesi ne esplora le conseguenze sotto più aspetti.
Income tax systems' co-ordination is a relatively recent issue in the globalizing economy. In fact, a tendence to tax co-ordination begins, essentially, with the EU Law. Since 2006, European Institutions feel the urgence to solve problem of double imposition and non imposition phenomena left unsolved by the member states themselves, or by means of Double Taxation Conventions (DTCs). The tax co-ordination envisages means to do so. The theme is firstly envisaged by the unilateral and bilateral perspective, underlining the deficiencies of sovereignity methods in fronting the economies' integration problems. The theme is then pointed out by the perspective of EU Law. At a first level, by considering tax systems co-ordination methods envisaged by the Directives in matter of group-taxation. Then, monitoring the outgoing of co-ordination considered by three EU Communications dated 19 December 2006 (respectively targeted to the general problem of tax co-ordination, to the co-ordination between member states upon exit taxation, to the co-ordination upon consideraton of intra-EU losses). The issue is also considered by the point of view of the European Court of Justice. In this perspective, it's relevant to estabilish whether the ECJ has the power to compel the member states to structure each other their income tax systems, based on the application of the EU freedoms, with a view – in particular – to exit taxation policies, to intra-EU losses: a theme strictly linked to the view that is optioned out for the interpretation of EU non-discrimination clause (an overall approach facing the opposite per-country approach).
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Marzano, Michele <1981&gt. « Profili giuridici del coordinamento tra sistemi reddituali nell'Unione Europea ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5125/.

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Résumé :
Il coordinamento tra sistemi impositivi è una questione originaria e tipica del diritto comunitario. La tesi ne esplora le conseguenze sotto più aspetti.
Income tax systems' co-ordination is a relatively recent issue in the globalizing economy. In fact, a tendence to tax co-ordination begins, essentially, with the EU Law. Since 2006, European Institutions feel the urgence to solve problem of double imposition and non imposition phenomena left unsolved by the member states themselves, or by means of Double Taxation Conventions (DTCs). The tax co-ordination envisages means to do so. The theme is firstly envisaged by the unilateral and bilateral perspective, underlining the deficiencies of sovereignity methods in fronting the economies' integration problems. The theme is then pointed out by the perspective of EU Law. At a first level, by considering tax systems co-ordination methods envisaged by the Directives in matter of group-taxation. Then, monitoring the outgoing of co-ordination considered by three EU Communications dated 19 December 2006 (respectively targeted to the general problem of tax co-ordination, to the co-ordination between member states upon exit taxation, to the co-ordination upon consideraton of intra-EU losses). The issue is also considered by the point of view of the European Court of Justice. In this perspective, it's relevant to estabilish whether the ECJ has the power to compel the member states to structure each other their income tax systems, based on the application of the EU freedoms, with a view – in particular – to exit taxation policies, to intra-EU losses: a theme strictly linked to the view that is optioned out for the interpretation of EU non-discrimination clause (an overall approach facing the opposite per-country approach).
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Ganhoteiro, Pedro Jorge Romão. « Taxa única sobre o Imposto sobre o Valor Acrescentado ». Master's thesis, Instituto Superior de Economia e Gestão, 2020. http://hdl.handle.net/10400.5/21158.

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Résumé :
Mestrado em Ciências Empresariais
A presente dissertação retrata um estudo, com dados concretos, relativo à harmonização da taxa de IVA (imposto sobre o valor acrescentado) em curso na União Europeia (UE), este estudo foca-se em analisar, o IVA na UE entre 2000 a 2018, em função das receitas de IVA, do PIB, e do consumo privado. O correto funcionamento do mercado único na União Europeia exige a eliminação da tributação interna discriminatória ou protetora dos bens e serviços. A abordagem do tema pretende também proporcionar um historial da harmonização fiscal e uma descrição do atual funcionamento do sistema na UE. Constituindo esta harmonização na Europa, será possível obter uma fiscalização que permita potencializar o comércio, trocar informações importantes entre os EM e obter resistência à fraude e à evasão fiscal. O objetivo principal desta dissertação, é fornecer uma visão geral da evolução da harmonização fiscal indireta na União Europeia (UE) e os impactos que a harmonização fiscal, através do estabelecimento de uma taxa única de IVA na EU, pode contribuir para a anulação das barreiras fiscais entre os EM, consolidando o sistema fiscal Europeu para um mercado mais integrado.
This dissertation pictures a study, with concrete data, on the harmonization of the current VAT rate (value added tax) in the European Union (EU), this study focuses on analyzing VAT in the EU between 2000 and 2018, in the function of VAT revenues, GDP, and private consumption. The proper functioning of the single market in the European Union requires the elimination of discriminatory or protective internal influence of goods and services. An approach to the theme also aims to provide a history of fiscal harmonization and a description of the current functioning of the system in the EU. By constituting this harmonization in Europe, it will be possible to obtain a control that will enhance trade, exchange important information between Member States and gain resistance to fraud and tax evasion. The main objective of this dissertation is to provide an overview of the evolution of indirect tax harmonisation in the European Union (EU) and the impacts that tax harmonization, through the establishment of a single VAT in the EU, can contribute to the cancellation of tax barriers between state members by consolidating the European tax system into a more integrated market.
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De, Santis Dennis <1988&gt. « Analisi dei sistemi elettorali. Confronto fra le principali metodologie europee ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5519.

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Résumé :
La tesi analizza i sistemi elettorali: proporzionali, maggioritari e misti. Approfondimento sulla sentenza n.1 del 2014 della Corte Costituzionale Italiana e proposte in tema elettorale e referendario
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Bologna, Giulia <1988&gt. « La qualità della comunicazione del sistema turistico europeo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/2017.

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Résumé :
la tesi è divisa in due parti. La prima si compone di una analisi della domanda turistica europea, degli arrivi in Europa e delle tendenze verso i viaggi long-haul (capitolo primo) e della descrizione dei piani di sviluppo europei chiamati Europa 2020 sviluppati a seguito del trattato di Lisbona (capitolo secondo). Nella seconda parte si sviluppa il tema della comunicazione di una destinazione turistica attraverso un capitolo sulla comunicazione e sul marketing territoriale e un'altro sulle azioni concrete che potrebbero migliorare la promozione e l'immagine dell'Europa come meta turistica internazionale.
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Indriliūnaitė, Vilma. « Europos Sąjungos valstybių narių teisinių sistemų panašumai ir skirtumai ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2010. http://vddb.laba.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2007~D_20101124_200843-29417.

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Résumé :
ES valstybėmis narėmis šiuo metu yra 27 šalys, tačiau visos valstybės, nepaisant jų skirtumų, turi atskirą teisminę, vykdomąją ir įstatymų leidžiamąją valdžią. ES yra unikali sąjunga: jos valstybės narės yra įsteigusios bendras institucijas, kurioms perduoda dalį savo suvereniteto, kad tam tikri konkretūs bendro intereso klausimai galėtų būti naudingai sprendžiami Europos lygmeniu, taip pat egzistuoja atskira teismų sistema. ES teisės sistema nėra visiškai savarankiška, formaliai ES ir jos teisės sistema išlieka pagrįsta nacionalinėmis konstitucijomis ir yra priklausoma nuo nacionalinių institucijų tiek ES teisės kūrimo, tiek jau priimtos ES teisės įgyvendinimo ir taikymo aspektu. Valstybių narių teisinių sistemų grupavimas (iš pradžių į bendrosios teisės ir kontinentinės (civilinės) teisės) padeda pastebėti jų tarpusavio panašumus ir skirtumus bei daromą įtaką ES teisinei sistemai. Kontinentinė teisė dar skirstoma į: prancūzų, germanų, Skandinavijos šalių šeimos grupes. Pagrindiniai skirtumai tarp bendrosios teisės ir kontinentinės yra: sprendimų priėmimas, teisės aktų kalba, civilinių procesų, įstatymo aiškinimo metodai. Panašumai: kontinentinės teisės nei vienoje valstybėje nėra formaliai įteisinto teisinio principo, kuris įpareigotų teismą laikytis aukštesnio teismo sprendimo, tačiau praktikoje tokio principo daugelyje šalių visgi laikomasi, o štai bendrojoje teisėje vis ryškesnis siekis unifikuoti teisę. Kalbant apie Skandinavijos šalių teisę, tai jos vieningumui buvo... [toliau žr. visą tekstą]
There are 27 Member States in European Union (EU), and all of them are based on separate legislative, executive and judiciary power. EU is a unique union, which Member States established common institutions, for which they transfer a part of their sovereignty, for the purpose that common questions would be usefully solved at European level. Moreover, there are also separate judiciary system. Actually, EU legal system is not independent, formally EU and its legal system is based on national constitutions and depends on national institutions in creation of EU law, and also depends on realizing of already legislated EU law. Assorting legal systems of Member States is useful, because it helps to see their differences and similarities and also the impact of them to EU legal system. Firstly, dividing legal systems to common law and continental law groups. Latter is divided into French, German and Scandinavian law groups. Basic differences between common law and continental law are: making the decisions, the language of laws, civil process, methods of interpreting law. Similarity is that, nevertheless there are not in continental Europe states officially established principle for lower courts to follow the decision of higher court, but in practice this principle is acknowledged. Another similarity is that in common law there are obvious purpose to unify law with the help of legislator. As to the Scandinavian law, so for this unity of law there were favourable circumstances: common... [to full text]
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Janeliūnaitė, Vilma. « Mokesčių sistema, integruojantis į Europos Sąjungą ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2014. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2007~D_20140620_204259-73062.

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Résumé :
Svarbiausias finansinių išteklių šaltinis, teikiantis bet kurios šalies vyriausybei lėšų atlikti įvairias funkcijas yra mokesčiai. Mokesčių harmonizavimo būtinumas atsirado panaikinus sienų kontrolę bei prekybos suvaržymus dėl skirtingų muitų. Šiuo procesu yra siekiama lygių konkurencijos sąlygų tarp ES partnerių, eliminuojant mokesčių kliūtis, be to siekiama integracijos procesų pagreitinimo. Europos Sąjunga neturi bendro mokesčių politikos modelio, todėl kiekviena šalis narė savo mokesčių politiką formuoja remdamasi ES direktyvomis, reglamentais bei kitais dokumentais, kurie sudaro prielaidas sukurti darnią mokesčių politiką. Kiekviena šalis narė turi taikyti tokią mokesčių politiką, kuri nesukeltų konkurencinių iškraipymų, užtikrintų bendrosios rinkos funkcionavimą ir nediskriminacinį mokesčių taikymą visiems ūkio subjektams. Suvienodinti mokesčius tiesiog reikalinga, nes skirtingi mokesčių tarifai kelia žalą konkurencijai. Žmonės rinksis tas šalis, kuriose mokesčių našta ne tokia didelė, o kitos šalys kentės nuo menkų biudžeto pajamų. Šiame darbe tiriamas objektas yra mokesčio sistema. Didelė mokesčių našta trukdo augti gamybai, skatina šešėlinės plėtros augimą ir mokesčių slėpimą. Stodama į ES, Lietuva įsipareigojo visiškai harmonizuoti PVM ir akcizų mokesčių dydžius ir apmokestinimo tvarką, taip pat buvo harmonizuota ir kitų mokesčių administravimo tvarka. Lietuvos narystės ES privalumai mokesčių srityje: mokesčių sistemos nuostatų suderinimas su ES geros praktikos... [toliau žr. visą tekstą]
The most important source of financial expenses which gives capital means for various purposes is taxes. The way of harmonyzing taxes became important after abolishment of borders control and abolishment of trade restriction and different duties. By this process we seek equal competition rights between EU partners who repeal impediments for taxes. Moreover, we seek to accelerate integration process. EU does not have general taxes politics that is why every state member formates it‘s own tax politics according to EU directives, regulations and other documents. Each state member must apply such tax system which will not allow to distort competition, which will guarantee the functioning of common market and equal taxes to all economy subjects. There is a necessity to unify taxes because different taxes make a huge damage to competition. People will choose such countries, where load of taxes is not so big, other counties are going to have big problems with budget‘s incoms. The object of this research is tax system. The big load of taxes prevent production growth, stimulate the growth of shade economics expansion and tax hiding. By joining EU Lithuania commited to harmonize VAT taxes and excise taxes. Also other administration systems of taxes were harmonyzed. The advantages for Lithuania for joining EU: coordination of tax system with practice of EU in tax system; usual and easier business conditions for small and medium bussiness companies; the growth of budget incomes because... [to full text]
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CALAMITA, MARIA ROSARIA. « Sistema di tutela degli investimenti e diritto dell’Unione europea ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2020. https://hdl.handle.net/11369/424571.

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Résumé :
La tesi di dottorato presentata ha ad oggetto l’evoluzione del sistema di tutela degli investimenti esteri nel diritto dell’Unione europea. Il primo capitolo è dedicato alle premesse terminologiche e metodologiche alla base dello sviluppo dell’elaborato: le coordinate terminologiche evidenziate, in particolare, sono atte a distinguere l’utilizzo dei medesimi termini e la loro interpretazione nel campo del diritto internazionale e in quello dell’Unione europea. Scopo di questo lavoro è, infatti, primariamente quello di osservare come il diritto UE abbia “incorporato” nel proprio sistema ordinamentale le norme, di matrice internazionale, volte alla tutela degli investimenti. Dal punto di vista metodologico, invece, si è distinto il problema della tutela degli investimenti negli accordi sottoscritti tra Unione e Paesi terzi, rispetto alla tematica relativa agli accordi bilaterali in vigore in materia tra Paesi membri (cosiddetti intra-EU BITs). Infatti, mentre nel primo caso le norme applicabili restano quelle del diritto internazionale tout court, nel secondo caso le norme di diritto internazionale applicate sino ai tempi più recenti negli accordi bilaterali sugli investimenti cosiddetti intra-EU appaiono oggi, ictu oculi, contrastanti con la particolare e indipendente disciplina elaborata in sede eurounitaria. Il secondo e il terzo capitolo, come anticipato, sono dedicati alla al tema della protezione degli investimenti così come prevista negli accordi di ultima generazione sottoscritti tra Unione europea (e, conseguentemente, tutti i suoi Membri) e Paesi terzi. Nel secondo capitolo, più nello specifico, si è approfondita l’evoluzione, da un lato, delle competenze interne dell’Unione nel rapporto con i suoi Membri; dall’altro, invece, si è osservato lo sviluppo dei trattati aventi ad oggetto il commercio e gli investimenti esteri (cosiddetti Preferential Trade Agreement e Investmente Protection Agreement). Il terzo capitolo, invece, sarà dedicato all’analisi delle caratteristiche del sistema di soluzione delle controversie in materia di investimenti elaborato dall’Unione e dal Canada, poi previsto nell’accordo CETA: l’Investment Court System (ICS). L’analisi di quest’ultimo sistema si ritiene fondamentale in quanto eletto a metodo di risoluzione delle controversie in tutti i successivi accordi sugli investimenti che l’Unione siglerà con altri partner commerciali statali esterni, nonché in considerazione della pronuncia della Corte di giustizia dell’Unione europea (Parere 1/17 del 30 aprile 2019), con la quale è stata sancita la definitiva compatibilità dell’ICS con il diritto UE. Il quarto e il quinto capitolo, invece, sono dedicati all’analisi delle problematiche connesse all’esistenza di pregressi intra-EU BITs, la cui incompatibilità con il sistema unionale è stata sancita dalla CGUE nella sentenza Achmea del 6 marzo 2018; si analizzeranno nello specifico le conseguenze sostanziali e procedurali di detta pronuncia nei lodi attualmente pendenti presso i tribunali settoriali per gli investimenti aditi o in attesa di esecuzione presso i tribunali interni degli Stati interessati.
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Jaurena, i. Salas Francesc-Xavier. « Les sentències del Tribunal Europeu dels Drets Humans com a elements transformadors del propi sistema del Conveni Europeu dels Drets Humans i de l’ordre constitucionals dels Estats ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2017. http://hdl.handle.net/10803/455137.

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Résumé :
Des dels seus orígens, el sistema del CEDH ha patit una forta tensió entre la seva forma i el seu contingut. Des d’un punt de vista formal, el sistema del Conveni és un tractat internacional. En canvi, pel que fa al seu contingut, el CEDH té com a objecte de regulació i com a finalitat una matèria que és típicament constitucional: garantir de forma real i efectiva els drets humans i les llibertats fonamentals. Aquests es constitueixen en límits a l’exercici del poder públic. Per assolir de forma efectiva aquest objectiu constitucional a través d'un instrument internacional, el TEDH ha hagut de transformar gradualment les seves pròpies funcions i la finalitat del sistema. El TEDH ha transcendit el cas concret per tal de definir l'estàndard de protecció dels drets, d'harmonitzar els Drets interns dels Estats i adaptar el CEDH al transcurs del temps. El TEDH passa de controlar actes a controlar també normes. Aquesta situació condueix a una harmonització permanent i sistemàtica dels diferents Drets interns al voltant d'un estàndard de protecció dels drets que és desenvolupat pel TEDH. Aquest estàndard de drets és qualificat de mínim, comú i irrenunciable per mantenir una societat democràtica; i transcendeix les jerarquies de les normes estatals així com les fronteres interestatals. Des d'aquesta perspectiva, el TEDH és coherent quan reitera que el CEDH i la doctrina del TEDH constitueixen un instrument constitucional de l'ordre públic europeu en matèria de drets humans. El TEDH manté la justícia individual com a finalitat, però la relativitza per assolir-ne també una altra: la de proveir justícia constitucional. Aquesta nova finalitat del sistema no és neutra respecte a la resta d’elements del sistema. Als Estats se’ls redueix el marge de llibertat de forma substancial a l'hora d'escollir els mitjans per complir les seves obligacions convencionals. Les persones veuen limitada la tutela individual dels seus drets pel TEDH. D’altra banda, la intensitat i l’abast de la incidència constitucional del sistema del Conveni no han estat homogènies, sinó molt diverses perquè el mateix sistema del CEDH assumeix la diversitat jurídica dels Estats. Es pot afirmar que el sistema del CEDH es constitucionalitza perquè adquireix funcions i efectes propis del Dret constitucional. Al seu torn, el Dret constitucional dels diferents Estats es convencionalitza. El resultat ha estat un progressiu enfortiment dels sistemes nacionals de protecció dels drets fonamentals de cada Estat i també l'aparició d'una pluralitat de centres (nacionals-internacionals) que incideixen en els drets fonamentals. Des d'aquesta perspectiva, podem parlar a Europa de l'existència d'un pluralisme constitucional al voltant dels drets fonamentals.
Since its origins, the system of the ECHR has been suffering from tension between its form and content. From a formal point of view, the system of the Convention is a mere international treaty. However, with regard to its content, the ECHR deals with issues which are typically constitutional, such as guaranteeing human rights and fundamental freedoms in a real and effective way. Rights and freedoms are real limits to the exercise of public power. In order to achieve this constitutional goal effectively through an international instrument, the ECtHR has been gradually transforming its own functions and purpose of the system. The ECtHR has transcended the specific case and individual justice in order to define the standard of rights protection, harmonize national domestic laws and update the ECHR to time. The Court also acquires new power and exerts control over the rules. This situation leads to a permanent and systematic harmonization of the different domestic laws around a shared protection standard which is developed by the ECtHR. This standard of rights protection is described as minimum common indispensable to maintain a democratic society and transcends hierarchies of national laws and borders. From this perspective, the ECHR and the doctrine of the ECtHR is a real constitutional instrument of European public order in the field of human rights. The ECtHR holds individual justice purpose, but at the same time, the Court relativizes it to provide constitutional justice. This new purpose of the system is not neutral with respect to the other elements of the system. The margin of appreciation of the States in choosing the means to fulfill their conventional obligations is reduced substantially. Individual justice is diminished. However, the intensity and extent of the impact of the constitutional system of the Convention on the states is not homogeneous. The impact can vary very much from one State to another because the same ECHR system assumes the legal diversity of States. It can be said that the ECHR system has been constitutionalized because it has acquired constitutional functions and effects. In turn, the constitutional law of various States are conventionalized. The result has been a gradual strengthening of national systems of protection of fundamental rights of each State and the emergence of a number of centers (national-international) affecting fundamental rights. From this perspective, we can talk of the existence of pluralism around constitutional rights in Europe.
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Šimkutė, Aistė. « Lietuvos ir Slovėnijos partinių sistemų ypatybės Vidurio Rytų Europos kontekste ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2011. http://vddb.laba.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2011~D_20110606_113716-15774.

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Résumé :
Analizuojama posocialistinių valstybių partinių sistemų nestabilumo problematika. Svarbiausi Vidurio Rytų Europos partinių sistemų aspektai - pliuralizmo pradžia pereinamuoju laikotarpiu, partinių sistemų fragmentacija, ideologinis pasiskirstymas, partijų ir rinkėjų ryšys - atskleidžiami Lietuvos ir Slovėnijos partinių sistemų lyginamojoje analizėje.
The subject of this paper is the party systems in Central Eastern Europe. The main characteristics of the party systems in the region, such as the emergence of pluralism in tranzition period, party system fragmentation, ideologigal alignments,and party-citizen connection - are used in comparative analysis of Lithuanian and Slovenian party systems.
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BERMOND, Andrea. « L'accesso alla protezione internazionale fra ordinamento dell'Unione europea e sistemi giuridici nazionali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2013. http://hdl.handle.net/11392/2388901.

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Résumé :
Access to international protection is one of the main problems of European Union asylum system. Indeed, in default of legal guarantees on access to the asylum determination procedure, the provision of high standards of protection is nonsense. The research aims to examine how migration flows controls and procedural rules affect access to international protection. The field of the survey is based on two different subjects. The first subject concerns the problem of access to the asylum determination procedure. The research analyses normative and procedural barriers that prevent the examination of asylum claims, in particular “safe country” notions. Concerning this topic, the survey underlines the need of a deep reform of the 2005/85/CE directive on procedures. 1 Moreover, the research focus on the impact of the Dublin II regulation on access to the asylum determination procedure. Dublin regulation application produce many problems, some of which involve the role of human rights protection in access to asylum. The research highlights the necessity of going beyond the Dublin system, through a radical reform of the regulation that combine asylum seekers needs and wishes with the principle of burden sharing among E.U. member States. The second subject of the research concerns the problem of entry of people in need of protection into European Union territory. Since the presence of asylum seekers is a necessary condition for the submission of protection claims, this topic is evidently decisive Given that migrants move in mixed flows, immigration controls can obstruct the entry of asylum seekers if they aren't protection sensitive. The research focus on the actions having a deeper influence on access to protection, in particular the measures arising from cooperation with the countries of origin or transit of immigrants. The survey analyse E.U. and national policies: at the internal level the research is based on a comparison between Italian and Spanish system, two countries that, since their geographical location, have similar needs and experiences.
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Honorato, Torrealba Rodolfo Francisco. « La marca no registrada : Sistema comunitario europeo y derecho chileno ». Tesis, Universidad de Chile, 2010. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/107014.

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Résumé :
Memoria (licenciado en ciencias jurídicas y sociales)
En el contexto internacional, las marcas siempre han tenido un rol protagónico, especialmente en el aspecto comercial. Ellas son portadoras del signo distintivo de un producto o servicio, y ello tiene un valor que debe ser protegido, el que se irá acrecentando o disminuyendo en cuanto el titular de la marca pueda penetrar o no en el mercado. Prueba de lo anterior, han sido las diversas normativas dictadas para tal efecto, como el CUP, los Arreglos de Madrid y de Niza, el ADPIC, etc. De ahí su importancia en la globalización actual, donde la libre circulación de mercancías y la libre prestación de servicios es un principio básico. Las marcas distinguen e identifican en el mercado las características y origen de los productos y servicios, por lo que desempeñan un rol dinamizador. En Chile, este proceso no se materializa en un derecho regional (como podría ocurrir con el reingreso del país al Pacto Andino de Naciones). No obstante, la Ley 19.039 que establece normas aplicables a los privilegios industriales y protección de los derechos de propiedad industrial, ha ido asumiendo las diversas exigencias que rigen a nivel internacional, mediante la adecuación a los diversos instrumentos internacionales y tratados de libre comercio suscritos por el país. El presente trabajo aborda la figura de la marca no registrada desde la perspectiva de su regulación en la legislación chilena y en la Comunidad Europea. A lo largo de estas páginas, primero se contextualizará el plano internacional, comunitario europeo y nacional; luego se desarrollarán los sistemas marcarios que existen hoy en día, y posteriormente se estudiará la figura de la marca no registrada abordándola a partir de las cuestiones propias de cualquier marca, registrada o no. El trabajo se abocará al estudio pormenorizado de la figura en cuestión, confrontando permanentemente los ordenamientos chileno y europeo, para así establecer las diferencias existentes entre éstas y las marcas registradas, las facultades que tienen los titulares de cada tipo de marca en ambos sistemas, y el rol que juega el registro dentro éstos. Ello para llegar a la cuestión final relativa al estatuto legal de las marcas no registradas, determinando qué acciones y defensas asisten a sus titulares tanto en Chile como en la Comunidad Europea.
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OSELLINI, ALICE. « Normative dell'Unione Europea e sistema penale. Profili di tutela dell'ambiente ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1301.

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Résumé :
La tesi dottorale indaga l'articolato sistema di interferenze che la normativa dell'Unione europea esercita sul diritto penale interno, di cui il settore ambientale è parso emblematico. Dal punto di vista sistematico, la tesi può idealmente essere suddivisa in due parti. La prima di queste è dedicata al più generale interrogativo circa l’atteggiarsi del dialogo tra ordinamento interno e sovranazionale alla luce delle novità determinatesi con la riforma dei Trattati del 2009 (e segnatamente; l'eliminazione della divisione in pilastri dell'Unione, la previsione di una competenza penale indiretta dell'Unione, l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali e la prevista adesione alla CEDU) in una prospettiva critica “costituzionalmente orientata”. La seconda è più specificamente rivolta alla materia ambientale, quale banco di verifica del funzionamento della nuova potestà punitiva sovranazionale, nonché della competenza redazionale del legislatore comunitario.
The enquiry aims to explore the relationships between European Legislation and National Criminal Law. The thesis is composed of two parts: the first one relates to questions pertaining to the National Criminal Law in light of the innovations of the Lisbon Treaty (i.e. the abolition of the three-pillar structure of the EU, the EU Criminal Law Competence, the Charter of Fundamental Rights that was given binding legal effect equal to the Treaties, the legal basis for the accession of the Union to the European Convention on Human Rights). The analysis is done assuming a constitutional-oriented approach. The second part relates to Environmental Law as a test case for the EU Criminal Competences.
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OSELLINI, ALICE. « Normative dell'Unione Europea e sistema penale. Profili di tutela dell'ambiente ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1301.

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La tesi dottorale indaga l'articolato sistema di interferenze che la normativa dell'Unione europea esercita sul diritto penale interno, di cui il settore ambientale è parso emblematico. Dal punto di vista sistematico, la tesi può idealmente essere suddivisa in due parti. La prima di queste è dedicata al più generale interrogativo circa l’atteggiarsi del dialogo tra ordinamento interno e sovranazionale alla luce delle novità determinatesi con la riforma dei Trattati del 2009 (e segnatamente; l'eliminazione della divisione in pilastri dell'Unione, la previsione di una competenza penale indiretta dell'Unione, l'attribuzione di valore giuridicamente vincolante alla Carta dei diritti fondamentali e la prevista adesione alla CEDU) in una prospettiva critica “costituzionalmente orientata”. La seconda è più specificamente rivolta alla materia ambientale, quale banco di verifica del funzionamento della nuova potestà punitiva sovranazionale, nonché della competenza redazionale del legislatore comunitario.
The enquiry aims to explore the relationships between European Legislation and National Criminal Law. The thesis is composed of two parts: the first one relates to questions pertaining to the National Criminal Law in light of the innovations of the Lisbon Treaty (i.e. the abolition of the three-pillar structure of the EU, the EU Criminal Law Competence, the Charter of Fundamental Rights that was given binding legal effect equal to the Treaties, the legal basis for the accession of the Union to the European Convention on Human Rights). The analysis is done assuming a constitutional-oriented approach. The second part relates to Environmental Law as a test case for the EU Criminal Competences.
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ANZANELLO, LUCREZIA GIORGIA MARIA. « Sanità, welfare privato e sistema pubblico : un’analisi comparata dall’Obama Care ai modelli europei ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/259334.

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Résumé :
La ricerca indaga, attraverso gli strumenti della comparazione giuridica, quali risposte il diritto come scienza sociale stia offrendo al problema diffuso in tutto il mondo occidentale di una maggiore esigenza di assistenza sanitaria, anche e soprattutto quale conseguenza dell'insufficienza di risorse finanziarie pubbliche e della mancanza di supporto da parte degli organi istituzionali. Nei paesi europei è dimostrato come la necessità di trovare il giusto equilibrio tra pubblico e privato, nel campo della sanità e della tutela dei diritti fondamentali, sia tutt'altro che facile da soddisfare e richieda una complementarietà ed integrazione tra gli operatori. Partendo dall’analisi della situazione italiana, la ricerca pone a confronto alcuni principali sistemi mirando ad individuare soluzioni e strumenti giuridici – sempre nella dicotomia tra pubblico e privato - che possano essere utilmente trasporti in Italia. Il percorso di ricerca si snoda attraverso precise direttrici fondamentali laddove la prima è dedicata ad una ricostruzione storica dei sistemi di welfare ed alle varie proposte di classificazione che si sono succedute nel corso degli anni secondo le macrocategorie esistenti (i) assicurazione sociale di malattia, (ii) modello universalistico e (iii) assicurazioni private. Tale analisi preliminare conduce ad una prima conclusione secondo cui non esiste una coerenza fra la classificazione dei sistemi di welfare e le caratteristiche concrete assunte dai sistemi sanitari nazionali. Le politiche di welfare hanno infatti dato origine a sistemi differenziati, non necessariamente espressione dei regimi politici entro i quali si sono sviluppate, cosicché le forme assunte sono espressione della complessità delle dinamiche che influenzano lo sviluppo dei sistemi. Con riferimento ai singoli sistemi è stato preso in considerazione dapprima il modello francese il quale, nel settore dell’assistenza complementare, vede l’intervento di tre operatori principali: società di mutuo soccorso, istituti di previdenza e compagnie di assicurazione. Dagli approfondimenti effettuati, emerge una vocazione non lucrativa del sistema che rispecchia l’approccio solidaristico ai temi della salute e della tutela sanitaria, ben radicato in Francia e caratterizzato da uno Stato interventista e garantistica, proiettato al riconoscimento dei diritti del malato e ove il cittadino è parte attiva del sistema essendo previsto un suo coinvolgimento sul piano economico ai fini di una maggiore responsabilizzazione. Il sistema americano, avente natura completamente opposta rispetto alla ispirazione universalistica francese, rappresenta un’esperienza unica nel panorama globale. Tra le principali tappe del welfare statunitense debbono essere ricordate il Social Security Act del 1935 (riforma voluta dal presedente Roosevelt mediante la quale il sistema americano inizia a sperimentare l’idea di sussidi statali), i programmi di protezione sociale (Medicare e Medicaid) rivolti principalmente ai soggetti deboli, e, da ultimo, la cd. Obamacare (composta da due provvedimenti il Patient Protection and Affordable Care Act e l’Healthcare and Education Reconciliation Act). Quest’ultima si presenta come riforma rivoluzionaria, costante motivo di attenzione nel panorama politico statunitense ed in merito alla quale sono state verificate le eccezioni di illegittimità costituzionale sollevate con particolare attenzione al bilanciamento esistente tra potere federale e statale. Bilanciamento che si esprime in modo particolare nel settore assicurativo che, nel più ristretto campo delle tutele sanitarie, vede la presenza di svariati operatori tra cui compagnie di assicurazione, mutual insurance companies, fraternal benefit societies e, Health Care Sharing Ministries; tra cui gli ultimi due sono palese espressione del particolarismo statunitense.
The research analyzes through the comparative method, the answers that the law - as social science - is offering to the widespread problem throughout the Western world of a greater need for health care; (particularly) because of the insufficiency of public financial resources and of the lack of support from institutional bodies. In European countries, it is proved that it is not easy to satisfy the need to find the right balance between public and private, in the field of healthcare and the protection of fundamental rights. This requires complementarity and integration between operators. Starting from the analysis of the Italian system, the research compares some main systems and identifies legal solutions - always in the dichotomy between public and private - that can be usefully transplanted in Italy. The research unfolds through precise and fundamental guidelines. The first is devoted to a historical reconstruction of the welfare systems and to the various classification proposals that have been drafted over the years according to the existing macro-categories: (i) social sickness insurance, (ii) universal model and (iii) private insurance. This preliminary analysis leads to a first conclusion that there is no coherence between the classification of welfare systems and the concrete characteristics assumed by national health systems. In fact, welfare policies created differentiated systems, but they are not necessarily the expression of the political regimes within which they developed, so that the forms assumed are an expression of the complexity of the dynamics that influence the development of a single system. The second guideline is the analysis of some individual systems and the comparison among them. It is firstly considered the French model, which provides for the intervention of three main operators in the complementary assistance sector: mutual aid societies, social security institutions and insurance companies. From the analysis carried out, emerges a non-lucrative vocation of the system that reflects the solidarity approach to the themes of healthcare and protection, really rooted in France and characterized by an interventionist and guaranteeing State. The system is projected to the recognition of the rights of the patient, and the citizen is an active part of the system being involved in the economic aspects for a greater responsibility. Whereas the American system, the nature of which is completely opposite to the French universalist inspiration, represents a unique experience in the global context. Among the main stages of the US welfare, the following must be remembered: the Social Security Act of 1935 (a reform wanted by president Roosevelt through which the American system started experimenting with the idea of state subsidies); social protection programs (Medicare and Medicaid) mainly aimed at vulnerable people, and, lastly, the so-called Obamacare (made up of two provisions: the Patient Protection and Affordable Care Act, and the Healthcare and Education Reconciliation Act). The latter is a revolutionary reform, a constant source of attention in the US political landscape and the exceptions of constitutional illegitimacy raised have been verified, with particular attention to the balance between federal and state power. Balancing that is particularly expressed in the insurance sector which, in the narrowest field of health protection, sees the presence of various operators including insurance companies, mutual insurance companies, fraternal benefit societies and Health Care Sharing Ministries. Among these the last two are expressions of US particularism.
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Stasiulaitytė, Rasa. « Europos Sąjungos prekybos aplinkos taršos leidimais sistemos vertinimas Lietuvoje ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2014. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2011~D_20141223_184446-84906.

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Norint sustabdyti globalinį klimato atšilimą, vadovaujamasi pasaulinėmis klimato kaitos politikos įgyvendinimo programomis ir priemonėmis. Lietuvos klimato kaitos plitika yra paremta Europos Sąjungos teisės aktuose numatytomis sąlygomis bei reikalavimais. Visi įsipareigojimai yra paremti tarptautiniais susitarimais. Remiantis Kioto protokolu, nuo 2005 metų, Europos Sąjunga pradėjo vykdyti prekybos aplinkos taršos leidimais sistemą, kurios dėka šalys narės siekia sumažinti šiltnamio efektą sukeliančių dujų išmetimus į atmosferą. Pagrindinis prekybos apyvartiniais taršos leidimais tikslas yra mažiausiomis sąnaudomis sumažinti išmetamų šiltnamio dujų kiekį. Aplinkos taršos mažinimas ir tarptautinių įsipareigojimų vykdymas, kovojant su klimato kaita, yra aktualūs veiksniai ne tik vyriausybei, veiklą vykdantiems ekonominiams vienetams, bet ir kiekvienam žmogui, todėl svarbu išsiaiškinti ir įvertinti, kaip efektyviai veikia Europos Sąjungos prekybos apyvartiniais taršos leidimais sistema Lietuvoje, kokia įtaka yra daroma ekologiniu, socialiniu, ekonominiu bei politiniu požiūriu. Tyrimo objektas – Europos Sąjungos prekybos apyvartiniais taršos leidimais vertinimas Lietuvoje. Šio darbo tikslas – pateikiamo darbo tikslas yra išanalizuoti Europos Sąjungos taikomą klimato kaitos politiką, atlikti prekybos šiltnamio dujomis sistemos vertinimą. 1. Išsiaiškinti, kokia yra klimato kaitos daroma įtaka bei reikšmė, išskirti klimato kaitos valdymo instrumentus; 2. Aptarti prekybos taršos... [toliau žr. visą tekstą]
EU requirements are forming Lithuanian climate policy. All liabilities are based on international agreements. After 1995 when Lithuanian parliament ratified the United Nations Framework on Climate Change (UNFCC) and in 2002 signed the Kyoto Protocol was started international work against climate change. This paper deals with main liabilities of Lithuania in climate changing policy and processes, the main key legislation and responsibilities of institution implementing with climate changes. Also the assessment of EU emission allowances trading system is done. One of the strongest instruments in a process of stopping global warming is trade of greenhouse gas (GHG) emissions mitigation policy. It‘s important to understand the meaning of GHG emission trading system, because we all are affected by the climate change. Research object - European Union emission allowance trading system’s assessment in Lithuania. The main target of the paper – to make the analysis of the EU Climate change policy and to make the emission allowance trading system‘s assessment in Lithuania. The main tasks of the paper: 1. To analyze what is the impact of climate change and which instruments are used to control the climate change. 2. To discuss the main models and methods of the emission allowances. 3. To emit what are the main aspects of the climate change system. 4. To analyze which low papers are the main of reglamentation processes in climate change policy, which institutions are responsible for... [to full text]
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Bitinas, Audrius. « Pensijų sistemų modeliai ir valdymo tendencijos Europos Sąjungoje ». Doctoral thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2008. http://vddb.library.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2008~D_20080408_100358-80646.

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Pirmoje disertacijos dalyje analizuojami pensijų sistemų teoriniai aspektai ir atlikta pensijų sistemų reformų prielaidų analizė. Šioje dalyje nagrinėjama pensijų sistemos samprata ir terminologinės problemos, atlikta socialinės apsaugos koncepcijų ir jų pokyčių analizė, analizuojamos pensijų sistemų klasifikacijos, atlikta pensijų sistemų reformų prielaidų ir pensijų sistemų tobulinimo krypčių analizė. Antroje disertacijos dalyje atlikta Europos Sąjungos valstybių bei Lietuvos pensijų sistemos modelių analizė ir pensijų sistemų valdymo Europos Sąjungos valstybėse bei Lietuvoje tendencijų analizė. Trečioje dalyje aprašoma tyrimo metodika, analizuojami pensijų sistemų modeliavimo rezultatai ir Lietuvos kaupiamosios pensijų sistemos reformos eigos bei pasekmių tyrimo rezultatai. Disertaciją užbaigia tyrimo rezultatų aptarimas, išvados ir siūlymai. Disertacijos pabaigoje pateikiamas naudotos literatūros sąrašas, autoriaus mokslinių publikacijų sąrašas ir priedai.
The first part of the dissertation presents the analysis of theoretical aspects of pension systems and the analysis of the preconditions of pension system reforms. In this part the pension system conceptions and terminological problems were defined, the analysis on changes of social protection conceptions was carried out and different pension system classifications were analysed. The analysis on pension system preconditions and improvement tendencies of the pension system management were accomplished as well. The second part of the dissertation deals with the analysis of pension system models and management tendencies both in the European Union states and in Lithuania. The third part of the dissertation presents the description of the methodology of the research, the analysis of the modelling results and the empirical research of the consequences of Lithuanian funded pension system reform. The dissertation closes with conclusions and proposals, a bibliography, a list of publications published by the author and annexes.
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Hernández, Vásquez Cristián Edmundo. « El euro y el sistema monetario europeo : análisis descriptivo y perspectivas ». Tesis, Universidad de Chile, 2002. http://www.repositorio.uchile.cl/handle/2250/113641.

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Seminario para optar al grado de Ingeniero Comercial, Mención Economía
El 1 de enero de 2002, entró en circulación el euro como moneda única en doce países de Europa. Desaparecen así cada una de las monedas nacionales de estos países, que son sustituidas por una moneda única y común. Con ello, lógicamente, se hace necesario todo un nuevo y tremendamente complejo engranaje: instituciones supranacionales, acuerdos y negociaciones, un banco central para toda la zona en cuestión, replanteamientos para la empresa privada, coordinaciones de las más variadas clases y estilos y, en general, la firme convicción de que se gana más de lo que se pierde. Así, la zona del euro se convierte en una especie de experimento económico y social, en el que se ha traspasado la frontera de la cooperación bilateral y los acuerdos de libre comercio. En este experimento –sin querer usar un sentido peyorativo en dicho concepto-, las sociedades tienen la posibilidad de ser parte de un sistema en que otras sociedades, tan distintas y diversas, cohabitan y se desenvuelven en los más variados ámbitos, que no sólo se circunscriben a lo meramente económico. Reconozcamos eso sí, que el eje de esta unión corresponde al pilar que da la cohesión económica, representada simbólicamente por el euro y sus instituciones.
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Agrifoglio, Giangabriele <1978&gt. « L'abuso di dipendenza economica nel sistema del diritto europeo dei contratti ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2007. http://hdl.handle.net/10579/616.

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BENINCASA, Luigi. « La tenuta del sistema italiano dell'ipoteca alla luce del diritto europeo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2021. http://hdl.handle.net/11392/2487911.

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La recente legislazione europea in materia di credito immobiliare ai consumatori ha imposto al legislatore italiano di introdurre in maniera inequivoca nel nostro ordinamento un’ipotesi di patto marciano. Ciò dimostra che l’Europa ha interesse al campo delle garanzie reali per il perseguimento dei suoi obiettivi di armonizzazione e integrazione del mercato unico e vi interviene in maniera diretta. Ma dimostra anche che il sistema delle garanzie reali italiano è obsoleto, non al passo con i tempi e necessita di un ripensamento, a partire dalla disciplina della regina delle garanzie reali, vale a dire l’ipoteca. Intercettando le esigenze degli operatori del mercato e le tendenze evolutive europee in questo campo, si ricava che l’ammodernamento della disciplina dell’ipoteca si gioca sul campo dell’accessorietà e della specialità: occorre attenuare questi requisiti per rendere più efficiente il sistema. Il presente lavoro si occupa, quindi, di riflettere su cosa l’ordinamento italiano possa fare in attesa che l’Unione europea disciplini direttamente questo settore, partendo dalla verifica della compatibilità con il nostro ordinamento di un’ipoteca dall’accessorietà attenuata, suscettibile di essere ceduta autonomamente rispetto al credito. Constatato che non ci sono ragioni giuridiche che si contrappongono a un simile effetto, si conclude tuttavia che a tal fine è necessario un intervento del legislatore, non potendosi raggiungere questo risultato in via ermeneutica. All’esito di un’attenta analisi delle discipline dell’euroipoteca di stampo europeo e dall’hypothèque rechargeable francese – entrambi istituti dotati di notevole flessibilità – e traendo spunto da esse, si cerca, infine, di ricostruire una possibile regolamentazione di questa nuova ipoteca cedibile, che contemperi gli interessi di tutti i soggetti potenzialmente coinvolti da una siffatta operazione.
The recent European legislation on real estate credit for consumers has obliged the Italian legislator to specifically introduce into our legislation a hypothesis of Patto Marciano. This proves that the European Union (EU) has an interest to legislate in the field of collateral in order to pursue its target of harmonisation and integration of the single market, and therefore can directly intervene. This also shows that the Italian collateral system is out-dated and requires a radical change, starting from the most notorious collateral: the mortgage. Monitoring the needs of the market actors and the European trends in the field, one finds out that to make the whole mortgage system more efficient, the mortgage regulation must be updated in its spe-cial and accessory nature. The aim of the present work is to understand what can be done in the Italian law, waiting for the EU to regulate directly on the matter. We will start with a verification of the compatibility with our legal system of a mortgage with a mitigated accessory nature, capable of being assigned independently of the credit. Having ascertained that there are no legal reasons against such an effect, it is nevertheless concluded that an intervention of the legislator is necessary for this purpose, as this result cannot be achieved by interpretation. Following a careful analysis of the disciplines of the Euromortgage and of the French hypothèque re-chargeable - both institutions endowed with considerable flexibility - and drawing from them, an at-tempt is made, finally, to reconstruct a possible regulation of this new transferable mortgage, which balances the interests of all parties potentially involved in such an operation.
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Fernandes, Italo José Ramos Esguita. « IIW/EWF system for professional qualification and its impact in metalworking companies in Europe ». Master's thesis, Faculdade de Ciências e Tecnologia, 2010. http://hdl.handle.net/10362/10396.

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Dissertação para obtenção do grau de Mestre em Engenharia de Soldadura
A tecnologia de soldadura é fundamental na industria e requer profissionais altamente qualificados dada a concorrência de saberes que envolve e a exigência de qualidade que coloca. A qualificação e certificação de pessoas é, assim, fundamental para o bom desempenho das empresas e a Federação Europeia de Soldadura desenvolveu um sistema implementado actualmente em 42 paises em colaboração com o Instituto Internacional de Soldadura desde 1998. O objectivo principal deste trabalho foi avaliar o impacto do Sistema EWF/IIW de Qualificação de Pessoas na área tecnológica de soldadura, nas empresas Europeias de metalomecânica. Pretendeu-se com este documento apresentar um estudo que permita às empresas de metalomecânica Europeias entender a relevância em ter nos seus quadros de pessoal indivíduos que tenham as qualificações adequadas em termos de tecnologia de soldadura. A metodologia de investigação utilizada baseou-se na realização de inquéritos às metalomecâncias, complementados pontualmente com a realização de entrevistas para esclarecimento de questões especificas. Foram recebidas 105 respostas provenientes de 14 países. Do estudo efectuado foi possivel concluir que existe uma clara mais valia para as empresas que contratam pessoal com qualificações profissionais emitidas no âmbito dos sistemas da Federação Europeia de Soldadura e do Instituto Internacional de Soldadura. Todas as empresas que empregam pessoal com diplomas EWF/IIW fazem menção que obtiveram ganhos tanto intagíveis com tangívieis, com a existência de pessoal com diplomas EWF/IIW nos seus quadros; Foi possivel a partir deste estudo desenvolver um método de cálculo que permite determinar “o melhor” número de coordendores de soldadura por empresa tendo em linha de conta o número de empregados da empresa que têm actividades ligadas à tecnologia de soldadura. Do estudo, pode concluir-se que existe uma relação entre o rácio RD (número de pessoas qualificadas/dimensão da empresa) e a redução de Sucata ou a redução de Reparações ou o aumento da Produtividade.
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Rizza, Laura Santa. « Il sistema europeo comune di asilo : la protezione internazionale dello straniero in Europa ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/4027.

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La tesi di dottorato dal titolo il sistema europeo comune di asilo: la protezione internazionale dello straniero in Europa nasce da un progetto di ricerca avviato alla fine del 2013 e volto a individuare la portata normativa europea in materia di protezione internazionale degli stranieri alla luce delle problematiche emerse nella prassi applicativa e quindi, in parte, connesse all attuale crisi migratoria. L obiettivo iniziale era quello di cogliere le differenze in tema di tutela del diritto di asilo tra due diversi piani ordinamentali: quello internazionale e quello europeo. In questa prima fase, e segnatamente nel I capitolo, il lavoro di ricerca si è incentrato sulla ricostruzione del processo di evoluzione del concetto di asilo nel diritto internazionale. Ne è seguita una disamina delle questioni giuridiche sottese alla costruzione del sistema europeo comune di asilo, il cui obiettivo è sancito nell art. 78 del TFUE, completato dall art. 18 della Carta dei diritti fondamentali dell Unione europea, nonché, bilanciato e arricchito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia dell Unione europea e della Corte Edu. Pertanto, i capitoli II e III sono stati dedicati rispettivamente alla nascita e all evoluzione della normativa dell Unione europea in materia e al quadro complessivo della vigente legislazione europea sul tema. La crisi migratoria del 2015, e il suo acuirsi negli anni successivi, hanno consigliato di orientare la tesi verso uno studio più approfondito delle ragioni di disfunzione del sistema europeo comune di asilo al fine di identificare e proporre soluzioni giuridiche nuove e potenzialmente idonee a realizzare di un diritto di asilo europeo informato a criteri più rispettosi dei diritti della persona. A tal proposito nel IV capitolo, dedicato ai principi fondanti il sistema europeo comune di asilo, ci si è soffermati sull opportunità o meno di valorizzare la c.d. clausola di sovranità al fine di salvaguardare la tutela dei richiedenti asilo dal subire trattamenti inumani e degradanti entro la stessa Unione europea nell applicazione dei c.d. trasferimenti Dublino; tale ultima eventualità è stata foriera di quella che si potrebbe definire crisi del principio di fiducia reciproca tra gli Stati membri. In quest ottica, si sono sollevati alcuni rilievi critici al parere n. 2/2013 della Corte di giustizia sull adesione dell Unione europea alla Convenzione europea dei diritti dell uomo. In particolare si sono rilevate le idiosincrasie della Corte di giustizia rispetto alle pronunce della Corte Edu in tema di tutela equivalente dei diritti umani nell Unione europea e applicazione del c.d. sistema Dublino. Di conseguenza, si è ricostruito il quadro giurisprudenziale di riferimento con specifica attenzione alle più rilevanti e recenti pronunce della Corte di giustizia, della Corte Edu e delle giurisdizioni nazionali di Inghilterra, Germania e Italia. Infine, nel V e ultimo capitolo sono state analizzate criticamente le più recenti proposte normative avanzate dalla Commissione europea nel 2016 finalizzate a riformare il c.d. pacchetto asilo. Inoltre, precipua attenzione è stata riservata all Accordo UE - Turchia del 18 marzo 2016 e al c.d. approccio hotspot. Queste due azioni volute dal Consiglio europeo e dalla Commissione europea sono state analizzate quali espressioni di una nuova tendenza europea che si caratterizza per l incapacità di adottare norme giuridiche seguendo le procedure legislative previste dai Trattati istitutivi. In conclusione, la tesi propone l individuazione di un approccio diverso e potenzialmente idoneo a migliorare la condizione di vita dei richiedenti protezione internazionale. La soluzione, in una prospettiva futura e ambiziosa, risiederebbe nel superamento della necessità del requisito della territorialità per proporre domanda di asilo e nell adozione di una normativa europea in materia d ingressi legali dei richiedenti protezione internazionale.
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Šimelytė, Aira. « Europos socialinės chartijos (pataisytos) ir Europos socialinės apsaugos kodekso nuostatų įgyvendinimas Lietuvoje ». Master's thesis, Lithuanian Academic Libraries Network (LABT), 2010. http://vddb.laba.lt/obj/LT-eLABa-0001:E.02~2008~D_20101125_183238-92306.

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Résumé :
Magistro darbo, kurio tema yra „Europos socialinės chartijos (pataisytos) ir Europos socialinės apsaugos kodekso nuostatų įgyvendinimas Lietuvoje“, pagrindinis tikslas - atskleisti Europos socialinės chartijos (pataisytos) bei Europos socialinės apsaugos kodekso vietą Lietuvos teisinėje sistemoje, įtaką socialinių teisių įgyvendinimui bei praktinio taikymo galimybes. 1996 m. Europos socialinėje Chartijoje (pataisytoje) įtvirtinta daugelis ekonominių, socialinių bei kultūrinių teisių. Pataisytosios Chartijos 12 straipsnio 2 punkte kaip valstybės tinkamos socialinės apsaugos rodiklis yra įvardijamas Socialinės apsaugos kodeksas, kuris nustato minimalius socialinės apsaugos standartus, todėl jo tikslas yra užtikrinti minimalią apsaugą įvairiais socialinės rizikos atvejais ir išlaikyti bei skatinti tinkamo lygio socialinės apsaugos sistemą. Pataisyta Chartija yra tarptautinė sutartis, kurioje, be kitų sudėtinių tarptautinės sutarties elementų, yra įtvirtintas ir įsipareigojimų kontrolės mechanizmas. Pagrindinė kontrolės forma pasireiškia per valstybių pranešimų teikimą, o fakultatyvinė – per kolektyvinių skundų teikimą. Pagrindinė Europos socialinės chartijos nuostatų įgyvendinimo kontrolės institucija – Europos socialinių teisių komitetas, kurio viena pagrindinių funkcijų yra teisiniu požiūriu vertinti, ar susitariančių šalių teisės aktai ir praktika atitinka jų įsipareigojimus pagal Pataisytą Chartiją. Pabrėžtina, kad Lietuva ratifikuodama Europos socialinę chartiją (pataisytą)... [toliau žr. visą tekstą]
The main purpose of Master degree work which theme is “The Implementation of the Provisions of the European Social Charter (as Amended) and the European Code of Social Security“, to reveal the position of European Social Charter (as Amended) and European Code of Social Security in the legal system of Lithuania, influence to implementation of social rights and possibility of practical applying. European Social Charter (as Amended) has involved many economical, social and cultural rights. The indicator of suitable social security is regulates in the Article 12 (2) of the Charter (as Amended). This indicator should be European Code of Social Security which determines minimal social standards. The aim of this Code is to vouch a minimal security on various social risks and maintain and promote social security on the right level. European Social Charter (as Amended) is an international agreement. Apart the main parts of an international agreement, The Charter contains of mechanism of commitments control too. The main control’s form is a presentation of countries notifications, a severable form – a presentation of participative complaints. The main institution of the implementation of European Social Charters’ (as Amended) provisions is The Committee of European Social rights, which function is to judge on whether contracting parties law instruments and practice correspond with obligations under the Charter. It is point out that Lithuania refused to recognise the right to prefer the... [to full text]
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Carratalá, Liberto. « La estructura de los valores humanos en la Unión Europea. Cómo definen y valoran los jóvenes europeos la democracia a través de su sistema de valores ». Doctoral thesis, Universidad de Alicante, 2016. http://hdl.handle.net/10045/58975.

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Colín, Martinéz Iván. « "La unión europea : Perspectivas Jurídicas, Económicas, Políticas y Sociales" ». Tesis de Licenciatura, Universidad Autónoma del Estado de México, 2016. http://hdl.handle.net/20.500.11799/58544.

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Casanovas, Pérez Christian. « El sistema de mayoría cualificada en el Consejo de la Unión Europea ». Doctoral thesis, Universitat de Barcelona, 2012. http://hdl.handle.net/10803/663090.

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Résumé :
El sistema de mayoría cualificada en el Consejo de Ministros es la síntesis de la vocación supranacional de la Unión Europea. Sin perjuicio del papel importante de la Comisión y del incremento de la participación del Parlamento a través del procedimiento de codecisión - hoy procedimiento legislativo ordinario -, la clave del proceso de integración radica en el régimen de adopción de las decisiones propias de la institución que todavía hoy ocupa la cúspide del complejo institucional y decisorio: el Consejo de Ministros. La supremacía y eficacia directa de las decisiones mayoritarias del Consejo en el seno de estados soberanos eventualmente minorizados en una votación por mayoría, ha trastornado y sigue trastornando la Unión. El quórum decisorio exigido (unanimidad, mayoría simple o cualificada) para entender formalmente adoptada una determinada decisión en el seno del Consejo - decisión que se sobrepondrá a los ordenamientos nacionales, y se impondrá como política y jurídicamente obligatoria en todos los Estados miembros, se hayan posicionado a favor o en contra de la decisión debatida-, ha sido siempre una cuestión central en el proceso de integración. Tras la entrada en vigor del Tratado de Lisboa nos asalta la sensación, cuando no la certeza, de que se ha completado la agenda de la ineludible reforma institucional ligada a la mayor y más difícil de las ampliaciones, especialmente en lo que al sistema de mayoría cualificada se refiere. La tortuosa consecución in extremis de este hito con más o menos éxito, tras el desgaste sufrido con ocasión de la Convención, el fiasco de la Constitución Europea por causa los referendos negativos de Francia y Holanda, y la seria amenaza a la que el Tratado de Lisboa se vio sometido tras el primer referéndum negativo de Irlanda y los chantajes euroescépticos infligidos por los gobiernos checo y polaco, han generado una visible fatiga generalizada en todos los niveles que a su vez es presagio de un merecido descanso para el difícil proceso de integración europea, máxime en lo que atañe a los asuntos institucionales. Un descanso merecido que se atisba largo y sosegado. Este tiempo de descanso es un campo abonado para el balance histórico y la reflexión político-jurídica, una oportunidad para analizar en profundidad la cuestión clave de la evolución del sistema de mayoría cualificada en el Consejo de Ministros, mediante una tesis doctoral que si bien me plantée por primera vez en el año 2002 tras la entrada en vigor del Tratado de Niza, ha pasado por los trabajos de la Convención, por la no nata Constitución Europea, y ha terminado en el año 2011 tras la entrada en vigor del Tratado de Lisboa. Por consiguiente, una vez cerrada la convulsa primera década del siglo XXI marcada por el transitorio Tratado de Niza, las expectativas de la Convención, el fiasco de la Constitución Europea, y la solución modesta del Tratado de Lisboa, el estudio de la evolución del sistema de mayoría cualificada a lo largo de sesenta años de proceso de integración europea y de actividad del Consejo de Ministros, se presenta como una asignatura de interés, oportuna y útil. En ese sentido, la presente Tesis supone un estudio de la evolución del sistema de mayoría cualificada desde el Tratado de París de 1951 hasta el Tratado de Lisboa de 2007, que arranca en el primer capítulo con algunas consideraciones dogmáticas a propósito de las estructuras de cooperación intergubernamental vs integración supranacional, de la naturaleza y equilibrio interno del Consejo de Ministros, y su interacción en el complejo institucional-decisorio, a fin solamente de preparar en abstracto el subsiguiente estudio profundo del sistema de mayoría cualificada. En el segundo capítulo entraremos de lleno en la configuración formal del sistema de mayoría cualificada, un sistema que reposa en un delicado equilibrio de fuerzas entre los estados representados en el Consejo de Ministros. Por esta razón analizaremos los elementos que conforman la articulación del quórum de la mayoría cualificada [:(i) la ponderación del voto de los estados, (ii) la fijación de los umbrales de la mayoría cualificada y correlativa minoría de bloqueo, y (iii) la concurrencia y vinculatoriedad de la propuesta previa de la Comisión], desde la idea de “sistema”, sin perder de vista la conexión e interdependencia funcional entre todos ellos, hasta el extremo que la modificación de uno, por nimia que sea, repercute indefectiblemente en los demás, alterando en último término la regulación de aquel equilibrio interno fundamental. En el tercer capítulo, entraremos en el examen de cuando, cuanto y donde se ha extendido el sistema de mayoría cualificada a lo largo del proceso de integración, desde un punto de vista formal y positivo, es decir, a la vista sólo de las previsiones del derecho originario y las sucesivas revisiones de los Tratados, siempre con el propósito de corroborar estadísticamente las sabidas tendencias en lo que a la extensión objetiva del sistema de mayoría cualificada se refiere. El cuarto y quinto capítulos están dedicados a los distintos dispositivos político- jurídicos de elusión ex ante y escape ex post del sistema de mayoría cualificada, de los que se han ido dotando los estados para mitigar de un modo u otro la cesión de soberanía que entraña aquel sistema.
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Cardoso, Bárbara Françoise. « Análise do sistema agroindustrial do biodiesel no Brasil e na União Europeia ». Universidade Estadual do Oeste do Parana, 2016. http://tede.unioeste.br:8080/tede/handle/tede/2213.

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Résumé :
Made available in DSpace on 2017-07-10T18:33:31Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Barbara Francoise Cardoso.pdf: 2912127 bytes, checksum: 58a16d70cfa75e411996a07ab6d5ad53 (MD5) Previous issue date: 2016-02-19
Fundação Araucária
Anche se il biodiesel è stato inserito nell'economia mondiale da più di mezzo secolo, il coordinamento della filiera del biodiesel intorno ad una normativa che regola il mercato, la produzione, la commercializzazione e l'uso di questo biocarburante è ancora un fattore da essere studiato per lo sviluppo ottimale del biodiesel in tutto il mondo. La produzione mondiale di biodiesel deve ancora affrontare difficoltà tecniche ed economiche per permettere il commercio su larga scala, che scoraggia il commercio internazionale. Date le difficoltà, ogni Nazione sviluppa le loro leggi applicate al settore agricolo e la produzione di biocarburanti, al fine di fornire miglioramenti nel coordinamento della filiera del biodiesel. Le differenze e le somiglianze di questa filiera tra le Nazione sono anche ancora dei fattori da studiare. In questo contesto, questa ricerca si propone di identificare e analizzare comparativamente i principali fattori coinvolti nel coordinamento della filiera del biodiesel in Brasile e nell'Unione Europea, dal punto di vista degli agenti di questa filiera in entrambi i contesti. Al fine di identificare e valutare i principali fattori è stata effettuata un'analisi dell'ambiente istituzionale e della letteratura di questa filiera in entrambi i contesti. Con questi fattori, un questionario è stato creato per ottenere il grado di importanza di ognuno alla filiera del biodiesel, secondo gli agenti di questa filiera. Per identificare i fattori simili e diversi è stata condotta una analisi fattoriale attraverso le risposte degli agenti. I risultati per quanto riguarda l'analisi dell'ambiente istituzionale, che ha considerato le principali leggi e regolamenti brasiliani ed europei, di questo è emerso che ci sono molte differenze tra i due contesti. Mentre in Brasile ci sono leggi che coinvolgono solo biodiesel, nell'Unione Europea tali regole rientrano nel contesto delle energie rinnovabili. I regolamenti brasiliani hanno una maggiore attenzione per l'aspetto sociale, mentre le leggi europee sono più concentrati sull'ambiente. La principale caratteristica comune tra le due situazioni è che in entrambi i casi esiste un minimo di blend di biodiesel (BX), ossia una percentuale minima di biodiesel da essere miscelata al gasolio. I risultati dell'analisi fattoriale hanno dimostrato che, per entrambi i contesti, i fattori simili dal punto di vista degli agenti della filiera sono legati alla tassazione e al commercio internazionale, i sindacati e le associazioni che rappresentano gli impianti di biodiesel, e la diversificazione, acquisizione dall'agricoltura familiare/piccolo produttore e garanzia della fornitura. I fattori diversi sono: (1) presa in considerazione solo nel caso del Brasile: le strategie di crescita, la competitività degli impianti, la differenziazione degli impianti, gli incentivi per la produzione di biodiesel, le politiche generali sui biocarburanti, le tecnologie di produzione di biodiesel, e le politiche nazionali specifiche, e (2) presa in considerazione solo nel caso dell'Unione Europea: la differenziazione nella produzione di biodiesel e le organizzazioni di supporto. Inoltre, i risultati dimostrano l'esistenza di un trade-off in relazione ai progressi tecnologici nella filiera del biodiesel in entrambi i casi. Se, da un lato, l'inclusione dei agricoltori familiare e piccoli produttori nell'economia è uno dei fattori da considerare per la sostenibilità della filiera, d'altra parte, lo sviluppo di questa, cercando di risolvere il conflitto cibo contro biocarburanti, emargina questi produttori.
Embora o biodiesel tenha sido inserido na economia mundial há mais de meio século, a coordenação do sistema agroindustrial do biodiesel (SAI biodiesel) em torno de uma legislação que regulamente o mercado, a produção, a comercialização e o uso deste biocombustível ainda é um fator a ser estudado para o melhor desenvolvimento do biodiesel em todo o mundo. A produção mundial de biodiesel ainda enfrenta dificuldades técnicas e econômicas para viabilizar o comércio em grande escala, o que desfavorece o comércio internacional. Diante das dificuldades, cada país elabora suas leis aplicadas à agricultura e à produção de biocombustíveis com o intuito de prover melhorias na coordenação do SAI biodiesel. As diferenças e as semelhanças deste sistema entre países também é ainda um fator a ser estudado. Neste contexto, esta pesquisa tem como objetivo identificar e analisar comparativamente os principais fatores envolvidos na coordenação do sistema agroindustrial do biodiesel no Brasil e na União Europeia, sob a perspectiva dos agentes deste sistema agroindustrial em ambos os contextos. A fim de identificar e aferir os principais fatores foi realizada uma análise do ambiente institucional e da literatura deste sistema em ambos os contextos. Com estes fatores, foi desenvolvido um questionário com o intuito de obter o grau de importância de cada um para o SAI biodiesel, de acordo com os agentes deste sistema. Para identificar os fatores semelhantes e diferentes foi realizada uma análise fatorial por meio das respostas dos agentes. Dos resultados, no que concerne à análise do ambiente institucional, que considerou as principais leis e regulamentos brasileiros e europeus, esta mostrou que há muitas diferenças entre os dois contextos. Enquanto no Brasil existem leis que envolvem apenas o biodiesel, na União Europeia estas normas se inserem no contexto das energias renováveis. Os regulamentos brasileiros têm maior foco no aspecto social, enquanto as leis europeias têm maior foco no meio ambiente. A principal característica comum entre as duas situações é que em ambos os casos existe um mandato mínimo de biodiesel (BX), isto é, um percentual mínimo de biodiesel que deve ser misturado ao óleo diesel. Os resultados da análise fatorial mostraram que para ambos os contextos, os fatores semelhantes na visão dos agentes do SAI estão relacionados à tributação e comércio internacional, aos sindicatos dos trabalhadores e associações que representam as usinas de biodiesel, e à diversificação, aquisição da agricultura familiar/pequeno produtor e garantia de oferta. Os fatores diferentes são: (1) considerados apenas no caso brasileiro: estratégias de crescimento, competitividade das usinas, diferenciação das usinas, incentivos para a produção de biodiesel, políticas gerais sobre biocombustíveis, tecnologias de produção de biodiesel, e políticas nacionais específicas; e (2) considerados apenas no caso europeu: diferenciação na produção de biodiesel e organizações de apoio. Além disso, os resultados mostram a existência de um trade-off no que se refere ao avanço tecnológico dentro do SAI biodiesel em ambos os casos. Se, por um lado, a inclusão dos agricultores familiares e pequenos agricultores na economia é um dos fatores a serem considerados para a sustentabilidade do sistema, por outro lado, o desenvolvimento deste, buscando resolver o conflito alimento versus biocombustíveis, marginaliza estes produtores.
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González, Ferrín Emilio. « El diálogo euro-árabe : la Unión Europea frente al sistema regional árabe / ». Madrid : Agencia española de cooperación internacional, 1997. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb40065789f.

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Santin, Piera <1986&gt. « Vicende giuridiche dei rapporti e variazioni iva : sistema europeo ed esperienza nazionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7681/2/tesi_santin_diritto_tributario_europeo_XXVIII.pdf.

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Résumé :
La presente trattazione analizza il ruolo delle vicende giuridiche dei rapporti imponibili nella disciplina dell’iva europea e nella sua attuazione nazionale. L’importanza delle vicende giuridiche dei rapporti è cresciuta all'affermarsi un modello di armonizzazione dell’imposta sul valore aggiunto improntato all’elaborazione di un modello d’imposta europeo, con la conseguente riduzione dell’autonomia normativa nazionale e la riconduzione delle fattispecie a categorie giuridiche comuni. Determinato dall’obbligo di rispettare i caratteri fondamentali dell’imposta. La disciplina si è poi evoluta con la sesta direttiva, sino a rappresentare un elemento sistematico, inscindibile dalla disciplina unitaria dettata dalla direttiva in tema di determinazione del corrispettivo quale effetto giuridico di un accordo concluso tra le parti. Ancora, nella messa a sistema dell’imposta con la direttiva rifusioni del 2006 l’assetto sistematico dell’iva europea ha valorizzato le fattispecie autonome corrispondenti a vicende giuridiche rilevanti e ne ha poi previsto l’interpretazione conforme alle previsioni in materia di rettifica della detrazione. Parallelamente a questa evoluzione si è poi sviluppata anche la disciplina italiana delle variazioni, caratterizzata da un’anticipazione nazionale delle stesse fattispecie che sarebbero poi state prese in considerazione con la sesta direttiva e da una peculiare scelta di prevedere l’effettuazione della variazione per il tramite della migliore valorizzazione dello strumento compensativo tipico del peculiare meccanismo applicativo dell’iva. In questo modo l’ordinamento interno ha potuto garantire lo sviluppo della disciplina in modo coerente con l’evoluzione dell’armonizzazione, pur sempre nel limite di un’attuazione e interpretazione con forti limiti casistici. Nella prospettiva di un’evoluzione successiva si valorizza dunque la possibilità di interpretare in senso europeo la disciplina italiana, così da garantire una coerente applicazione dell’art. 90 della direttiva iva, di cui è stato riconosciuto l’effetto diretto con la conseguente necessità di una conformazione delle discipline nazionali in via interpretativa.
Vat is applicable to legal relationship, that means that, whatever happens to the legal relationship considered in order to determinate value added tax, it has to be considered. The European system provide to an autonomous framework, evolved since the first introduction of VAT in 1967. In the present work it is analyzed how this system has been evolved and what are the effects in the national, particularly Italian, legal system.
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Santin, Piera <1986&gt. « Vicende giuridiche dei rapporti e variazioni iva : sistema europeo ed esperienza nazionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7681/.

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Résumé :
La presente trattazione analizza il ruolo delle vicende giuridiche dei rapporti imponibili nella disciplina dell’iva europea e nella sua attuazione nazionale. L’importanza delle vicende giuridiche dei rapporti è cresciuta all'affermarsi un modello di armonizzazione dell’imposta sul valore aggiunto improntato all’elaborazione di un modello d’imposta europeo, con la conseguente riduzione dell’autonomia normativa nazionale e la riconduzione delle fattispecie a categorie giuridiche comuni. Determinato dall’obbligo di rispettare i caratteri fondamentali dell’imposta. La disciplina si è poi evoluta con la sesta direttiva, sino a rappresentare un elemento sistematico, inscindibile dalla disciplina unitaria dettata dalla direttiva in tema di determinazione del corrispettivo quale effetto giuridico di un accordo concluso tra le parti. Ancora, nella messa a sistema dell’imposta con la direttiva rifusioni del 2006 l’assetto sistematico dell’iva europea ha valorizzato le fattispecie autonome corrispondenti a vicende giuridiche rilevanti e ne ha poi previsto l’interpretazione conforme alle previsioni in materia di rettifica della detrazione. Parallelamente a questa evoluzione si è poi sviluppata anche la disciplina italiana delle variazioni, caratterizzata da un’anticipazione nazionale delle stesse fattispecie che sarebbero poi state prese in considerazione con la sesta direttiva e da una peculiare scelta di prevedere l’effettuazione della variazione per il tramite della migliore valorizzazione dello strumento compensativo tipico del peculiare meccanismo applicativo dell’iva. In questo modo l’ordinamento interno ha potuto garantire lo sviluppo della disciplina in modo coerente con l’evoluzione dell’armonizzazione, pur sempre nel limite di un’attuazione e interpretazione con forti limiti casistici. Nella prospettiva di un’evoluzione successiva si valorizza dunque la possibilità di interpretare in senso europeo la disciplina italiana, così da garantire una coerente applicazione dell’art. 90 della direttiva iva, di cui è stato riconosciuto l’effetto diretto con la conseguente necessità di una conformazione delle discipline nazionali in via interpretativa.
Vat is applicable to legal relationship, that means that, whatever happens to the legal relationship considered in order to determinate value added tax, it has to be considered. The European system provide to an autonomous framework, evolved since the first introduction of VAT in 1967. In the present work it is analyzed how this system has been evolved and what are the effects in the national, particularly Italian, legal system.
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Fidelangeli, Alessia <1993&gt. « Le nozioni autonome di diritto europeo nel sistema dell'imposta sul valore aggiunto ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amsdottorato.unibo.it/9956/1/Tesi%20Alessia%20Fidelangeli_Le%20nozioni%20autonome%20di%20dirittto%20europeo%20nell%27IVA_AMS.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro intende indagare la formulazione di nozioni autonome di diritto europeo nell’ambito dell’imposta sul valore aggiunto elaborate dalla Corte di giustizia. Più specificamente si intende proporre una tassonomia convenzionale delle nozioni autonome, utile alla loro sistematizzazione e miglior comprensione, fondata sulla distinzione fondamentale tra nozioni autonome e nozioni proprie. A questo scopo il lavoro propone un’ampia analisi delle nozioni nella giurisprudenza europea che vengono distinte a seconda che l’obiettivo finale dell’autonomia sia quello di limitare la discrezionalità applicativa degli Stati relativamente a ipotesi derogatorie, nel caso delle nozioni autonome in senso stretto; oppure che l’obiettivo ultimo sia quello di meglio definire l’ambito di applicazione di nozioni fondamentali nella struttura dell’imposta, nel caso delle nozioni proprie. Lo scopo del lavoro è dimostrare che la definizione funzionalistica risponde a obiettivi diversi, accomunati dal fatto di far valere comunque il primato dell'ordinamento europeo. L’analisi e la sistematizzazione proposte possono essere uno strumento utile nell’attuazione, interpretazione e applicazione delle nozioni. In questo senso, il lavoro esamina anche esempi tratti dalle esperienze nazionali che dimostrino, da un lato, che gli interventi della Corte relativi alle nozioni influenzano gli ordinamenti nazionali; dall’altro, che permangono ancora disallineamenti. L’analisi della giurisprudenza europea e dei regimi nazionali, infine, vuole dimostrare che l’elaborazione di nozioni autonome si inserisce nel processo verso un’armonizzazione sempre più incisiva in ambito IVA, di cui è protagonista la Corte di giustizia. Questo processo, cui l’elaborazione di un “tessuto concettuale europeo” contribuisce, comporta una limitazione della discrezionalità degli Stati, e quindi del principio di attribuzione, in nome dell’efficacia e della primazia del diritto europeo.
The thesis aims at investigating the creation of independent concepts of European law in the field of Value Added Tax developed by the Court of Justice. The aim is to propose a conventional taxonomy of autonomous notions, useful for their systematisation and better understanding, based on the fundamental distinction between "autonomous" and "own" notions. Hence, the thesis has a broad analysis of the notions in European case law, which are distinguished according to whether the ultimate objective of autonomy is to limit the States' discretion in application with regard to derogatory hypotheses (exemptions), in the case of "autonomous notions"; or whether the ultimate objective is to better define the scope of fundamental notions in the tax structure, in the case of "own notions". The aim of the work is to show that the functionalist definition responds to different objectives, which all have in common the granting of the primacy of European law. The analysis and systematisation proposed can be a useful tool in the implementation, interpretation and application of the concepts. In this sense, the work also examines examples from national experiences that show, on the one hand, that the Court's interventions on the concepts influence national systems and, on the other hand, that misalignments still remain. Finally, the analysis of European case law and national systems is intended to show that the development of autonomous notions is part of the process towards deeper harmonisation in the VAT field, in which the Court of Justice has a leading role. This process, to which the elaboration of a European concepts contributes, entails a limitation of the discretion of States in the name of the effectiveness and primacy of European law.
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Moscato, Giulia <1989&gt. « "Mare Nostrum" : la politica italiana dell'asilo, nel quadro del Sistema Comune Europeo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/5990.

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Résumé :
L’immigrazione clandestina è una questione di scottante attualità che tutt’oggi non trova una soluzione concreta ed efficace ma che anzi, con l’aggravarsi dei conflitti e delle guerre in diverse parti del mondo, continua a costituire un problema di intensità sempre crescente e doppiamente allarmante da un punto di vista umanitario a da un punto di vista sociale. L’apparato normativo Italiano in materia migratoria ha subìto, nel corso degli anni, trasformazioni sostanziali, incidenti sul profilo penale, con lo scopo di scoraggiare i forti flussi di irregolari e di adeguarsi alle direttive lanciate dall’Europa. In seguito al tristemente noto naufragio del 2013, l’Italia ha deciso di agire in modo autonomo rispetto all’Europa e di avviare Mare Nostrum, un’operazione umanitaria nel Mediterraneo interamente italiana con lo scopo di controllo e soccorso in mare. In questo lavoro verrà fatta una disamina delle più significative leggi e direttive in materia di immigrazione clandestina, analizzando conseguentemente cause ed effetti di tali normative e dell’operazione Mare Nostrum da un punto di vista socio-giuridico sfruttando i più recenti fatti di cronaca per meglio comprendere la ratio delle suddette norme. Alla luce di quanto detto e, attraverso un’indagine delle proposte fatte dagli esperti, verranno tratte le dovute conclusioni critiche in merito alle scelte fatte dall’Italia.
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COLLETTI, Elisa. « I diritti fondamentali nel sistema di compensazione italiano e nel contesto europeo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2020. http://hdl.handle.net/10447/394895.

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Quintanilla, Navarro Miguel Ángel. « La integración europea y el sistema político español : los partidos políticos españoles ante el proceso de integración europea, 1979-1999 / ». Madrid : Congreso de los diputados, 2001. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb38867733p.

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Rios, Marcelo Jabour. « A necessidade de reforma do sistema tributário brasileiro como eliminação de entraves à integração no âmbito do MERCOSUL : análise a partir de experiências europeias ». Universidade de São Paulo, 2015. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/2/2135/tde-08122015-085636/.

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Résumé :
Os tratados internacionais firmados após a segunda metade do século XX, em particular aqueles que pretendem superar os tradicionais acordos de livre comércio ou união aduaneira, seguem desafiando o direito contemporâneo. Por serem mais ambiciosos, ultrapassam a clássica forma de cooperação entre países soberanos e exigem uma estrutura institucional mais elaborada, capaz de fazer emergir a vontade expressa nos tratados e de estabelecer as liberdades que serão asseguradas nesse novo ambiente, uma vez que a máxima um povo, um governo, um território, não o define. A experiência mundial bem sucedida que conseguiu erigir um mercado comum, assim compreendido como um espaço sem fronteiras em cujo interior circulam livremente pessoas, serviços, mercadorias e capitais, foi a vivenciada pelas Comunidades Europeias. A clareza dos objetivos traçados, a capacidade de superar as fases de estagnação, a solidez das instituições e, sobretudo, o reconhecimento da supremacia do direito comunitário foram determinantes para o êxito europeu. O triunfo assentou-se, dentre tantos outros pilares, no processo de harmonização das legislações tributárias dos países membros, em especial as que alcançam o consumo de bens e serviços, razão pela qual é reconhecido, pela doutrina e jurisprudência comunitárias, como um dos principais motores da União Europeia. Após vários fracassos nas tentativas de aproximação dos países na América Latina, o Mercado Comum do Sul (MERCOSUL) foi idealizado para atingir o patamar de um mercado comum e reconhecer, entre os seus membros, as quatro liberdades fundamentais de um mercado integrado. Como a harmonização das legislações fiscais constitui uma etapa fundamental para a consecução desse espaço econômico sem fronteiras, a tese analisa as espécies tributárias que alcançam o consumo de bens e serviços nos países membros do MERCOSUL e avalia a possibilidade de avanço rumo à integração regional iniciada pela assinatura do Tratado de Assunção. Nesse sentido, demonstra em quais aspectos o sistema tributário brasileiro representa um importante entrave à integração no âmbito do MERCOSUL.
The international treaties signed after the second half of the 20th century , especially those meant to supersede the traditional free trade agreements or customs union, still challenge contemporary law. Given that they are more ambitious, they override the classic mode of cooperation between sovereign countries and survive on a more carefully elaborated institutional structure, capable of making the wills expressed in the treaties emerge and establish the freedoms that will be guaranteed in this new environment, once the maxim a people, a government a territory does not define it. The well succeeded world experience that led to the creation of a common market, construed as a space with no boundaries, within which people, services, goods and capital circulate freely, was experienced by the European Union. The clarity with which the aims were set forth, the power to overcome stagnation spells, the solvency of the institutions and, above all, the recognition of the supremacy of the communitarian law were decisive in the consolidation of the European success. Triumph, among so many other pillars, played a role in the process of harmonization of the tax law of the member countries, especially the law that contemplates the consumption of goods and services, which is the reason why it is known for its communitarian doctrine and jurisprudence, as one of the compelling forces of the European Union. After a succession of frustrated attempts to bring together the Latin American counties, the Southern Common Market (MERCOSUR) was conceived to attain the status of a common Market and recognise, among its members, the four fundamental freedoms of an integrated Market. As the harmonization of the fiscal laws is a stage of prime importance in the construction of this boundless economic space, the thesis analyses the types of taxes that affect the consumption of goods and services in the MERCOSUR member-countries and evaluates the possibility for is advancement towards the regional integration set on train with the signature of the Asunción Treaty. In this sense, it highlights which aspects of the Brazilian tax system pose a serious barrier to integration within the context of MERCOSUR.
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Martins, Jorge Humberto Ferreira. « Testes de avaliação do processamento auditivo central : SSW em português europeu ». Master's thesis, Universidade de Aveiro, 2007. http://hdl.handle.net/10773/1871.

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Résumé :
Mestrado em Ciências da Fala e da Audição
A possibilidade de avaliação do sistema auditivo central é uma melhoria na prática clínica em Audiologia. Com o nosso trabalho disponibilizamos para a língua portuguesa europeia, a ferramenta mais utilizada na Audiologia internacional, julgando, assim, contribuir para uma melhor avaliação dos indivíduos com alterações do processamento auditivo central. O nosso trabalho foi dividido em diversas etapas: revisão da anatomo-fisiololgia e da literatura existente e posterior criação do teste SSW versão Português Europeu. Para a criação do teste foi criada a lista de estímulos em Português Europeu, avaliada a sua adaptação a crianças, gravada e criado o teste para avaliar a população normoouvinte. A avaliação foi efectuada a 89 indivíduos dos 12 aos 59 anos, 45 do género feminino e 44 do género masculino, dos quais 10 são canhotos. Também foram avaliadas 5 crianças com 6 anos e 7 crianças com 9 anos. Como principal resultado salientamos a obtenção do SSW para o Português Europeu, com as mesmas características do teste original de Katz, não tendo o nosso trabalho revelado diferenças estatísticas no desempenho no teste relacionadas com género, região territorial de origem e predominância motora (dextro/canhoto). Contudo, foi encontrada diferença estatística no desempenho no teste quando se avaliou a formação académica dos indivíduos do grupo 3 (idades de 12 a 59 anos) em que os indivíduos sem frequência universitária revelaram pior desempenho. ABSTRACT: The possibility of evaluating the Central auditory system it’s an improvement in the Audiology practice. With our work we provide for the European Portuguese Language the most used tool in international audiology in this evaluation, thinking that our contribution will be of importance in evaluating subject’s whit exchanges in the central auditory processing, ether children or adults. The Work was split in several stages: summary of anatomy and physiology, existing literature on the theme and posterior creation of a version of the SSW test for European Portuguese. For the creation of the test, a list was produced in European Portuguese, the adaptation for children was evaluated, the list was recorded and a test was created to be evaluate on the normal hearing population. The evaluation was carry out on a total of 89 subjects from 12 to 59 years old, 44 males and 45 females, 79 subjects were right handed and ten subjects were left handed. Also some children were evaluated, 5 children with the age of 6 years and 7 children of 9 years old. The most important result is the production of the SSW test for the European Portuguese Language whit the same characteristics of the original test from KATZ, our work shows no statistical differences regarding the gender and right or left handed, however it was found a statistic difference on in the subject’s test performance whit academic background on the group 3 (12 to 59 years old). Subject’s whit academic background performed better than subject’s without academic background.
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