Articles de revues sur le sujet « Sistemi di monitoraggio delle cure »

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Farilla, Cosima, Sante Minerba, Salvatore Scorzafave, Giulia Stola, Vito Guerra et Gregorio Colacicco. « La resilienza del sistema cardiologico nella pandemia SARS-CoV-2 e le proposte riorganizzative nella ASL Taranto ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 4 (22 mars 2022) : 10–238. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-4-4.

Texte intégral
Résumé :
Le malattie cardio-cerebrovascolari, nonostante la diminuzione della mortalità registrata negli ultimi anni, continuano a rappresentare in Italia una delle principali cause di morbosità, invalidità e mortalità. Secondo i dati Istat del 2017, il 10.4% di tutti i decessi è stato attribuito a malattie ischemiche del cuore (11.3% negli uomini e 9.6% nelle donne) e il 9.2% ad eventi cerebrovascolari (7.6% negli uomini e 10.7% nelle donne). Le Malattie Cardiovascolari sono tuttora anche la prima causa di ricovero ospedaliero in Italia (14.5% di tutti i ricoveri, circa 1 milione di ricoveri/anno). L’impatto della pandemia da coronavirus 2 della sindrome respiratoria acuta severa (SARS-CoV-2) in ambito cardiovascolare è stato particolarmente rilevante con un drastico calo di circa il 30-40% dei ricoveri per sindrome coronarica acuta (SCA) e scompenso cardiaco con conseguente grave ritardo nel ricorso alle cure. Si sono più che dimezzate anche le attività ambulatoriali penalizzando i follow-up dei pazienti post-SCA e di quelli con scompenso cardiaco, il monitoraggio dei pazienti con fibrillazione atriale ed in trattamento anticoagulante. L’impatto della Pandemia da SARS-CoV-2 nella ASL di Taranto è stato evidente con una riduzione degli accessi per eventi acuti e ricoveri (– 24%), e calo delle indagini cardiologiche (– 34%). Da un’analisi dei ricoveri in area cardiologica si è evidenziato un incremento degli exitus in età < 60 anni. La valutazione dei fattori di rischio cardiovascolari degli assistiti ha indicato la necessità di un territorio organizzato per la prevenzione di eventi acuti cardiovascolari. Tutto ciò ha reso necessario dei cambiamenti sugli assetti strutturali, organizzativi e tecnologici.
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Mastorakis, Konstantinos, Massimo Continisio, Maria Francesca Siotto, Luca Navarini, Franco Carnevale, Mary Ellen Mac Donald et Claudia Navarini. « La percezione degli operatori sanitari sulle cure palliative come mezzo per promuovere la qualità di vita dei pazienti e prevenire le richieste eutanasich / Healthcare workers’ perception of palliative care as a means to foster patients' quality of life and to prevent euthanasia requests* ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 25–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.565.

Texte intégral
Résumé :
Nel 2010 è stata emanata in Italia la Legge 38, che punta a migliorare formazione e tirocini nel campo delle cure palliative, sebbene al momento non esista un sistema nazionale di monitoraggio di tali pratiche su scala nazionale. A livello internazionale l’eutanasia si è andata sempre più configurando come trattamento possibile fra le cure di fine vita, mentre in Italia resta formalmente illegale. Esistono alcuni studi italiani sulle prospettive dei pazienti rispetto alle cure palliative e all’eutanasia, ma la letteratura relativa alla percezione degli operatori sanitari palliativisti è esigua. Scopo del presente studio è l’indagine di tali percezioni, sia rispetto alla qualità delle cure palliative sia al potenziale ruolo dell’eutanasia nelle cure di fine vita in Italia. La ricerca è stata condotta in tre hospice romani. È stato sviluppato e somministrato un questionario con 75 item graduati secondo la scala Likert a 5 punti, utilizzando come metodi di analisi l’analisi fattoriale e, per la parte statistica, SPSS. Il questionario è stato completato da 56 soggetti. Nella percezione dei partecipanti, i fattori rilevanti per la qualità delle cure palliative sono risultati sette: sofferenza fisica e sociale, benessere psicologico e spirituale, benessere emozionale, partecipazione alle decisioni, compassione, speranza ed empatia. Inoltre, le cure palliative ridurrebbero il desiderio di morte e di eutanasia. I fattori più importanti che emergono dal lavoro sono la sofferenza o il benessere sociali, fisici e psicologici. Gli operatori sanitari coinvolti nello studio non sostengono l’ipotesi dell’eutanasia e anzi ritengono che le cure palliative riducano il desiderio di ottenerla. ---------- In 2010, the State Law no 38 was enacted in Italy, seeking to improve palliative care education and training. There is currently no national monitoring system for palliative care practices in Italy. Euthanasia has become increasingly available internationally as an alternative amidst end-of-life care options, although in Italy this is not the case, and it is formally illegal. Although there are a few studies regarding patients’ perspectives regarding the issue of palliative care and euthanasia in Italy, there is limited literature focused on the perspectives of palliative care health care professionals. The purpose of this study is to explore the perspectives of hospice workers regarding both the quality of palliative care and the potential role of euthanasia in end-of-life care in Italy. This research was conducted with hospice clinicians in three hospices in Rome. A 75 item 5-point Likert scale questionnaire was developed and administered. Factor analysis was used, and descriptive statistics were performed using SPSS. Fifty-six respondents completed the questionnaire. From participants’ perspectives, there are seven significant factors explaining the quality of palliative care in Italy: social and physical suffering, psychological and spiritual well-being, emotional well-being, participation in decision making, compassion, hope, and empathy in care, while reducing patients’ desire for death and euthanasia. The most important of these factors regard social, physical and psychological suffering and well-being. Hospice workers in this study did not support euthanasia and felt that palliative care decreases the patient’s desire for euthanasia. * The manuscript was presented as an abstract in an International Congress on Palliative Care.
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Piazza, Antonella. « Community mental health service's monitoring by the local informative system. The results of first year implementation ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 1 (avril 1996) : 46–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003936.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo - Sono presentati i dati di monitoraggio di un servizio psichiatrico territoriale, con l'intenzione di documentare le dimensioni e il profilo demografico e clinico dell'utenza, descrivere per le prime visite le modalita di accesso e di contatto, delineare la distribuzione degli interventi in relazione alle diagnosi, i patterns di utilizzazione del servizio e infine le variabili associate al ricorso continuativo e intenso alle cure, verificando l'ipotesi che i pazienti piu seguiti siano socialmente e clinicamente i più svantaggiati. Disegno - Studio osservazionale con i dati forniti dal primo anno di attivita del sistema informativo locale. Setting - Servizio di Salute Mentale dell'ex USL 25 Emilia Romagna, attualmente Distretto San Giorgio di Piano dell'Azienda-USL Bologna Nord. Principali misure utilizzate - È stato calcolato il rischio relativo di diventare un utente lungoassistito e alto utilizzatore per alcune variabili anagrafiche e clini-co-anamnestiche, rispetto alia categoria di riferimento; la possibility di fattori di confondimento o di interazioni tra variabili e stata controllata con l'analisi stratificata. Risultati - Sono presentati i tassi grezzi di prevalenza-un giorno (635.4/100.000 resident! adulti) e di prevalenza nell'anno (1314.1/100.000) per il 1993. Tra i pazienti in contatto al census-day prevalgono le psicosi schizofreniche e simili, tra le prime visite dell'anno invece le psicosi organiche e i disturbi nevrotici. Al termine della prima visita non viene preso in carico il 50% dei pazienti; la decisione sembra basata sulla diagnosi, a prescindere dai precedenti psichiatrici o da caratteristiche socio-demografiche. Il 20% di utenza con psicosi schizofreniche e simili assorbe il 49% degli interventi e usufruisce di un ventaglio di prestazioni più ampio e articolato delle altre categorie diagnostiche. Il ricorso ai ricoveri è scarso anche per le diagnosi più gravi, con un rapporto complessivo tra pazienti non ospedalizzati e ospedalizzati di 12.5 a 1. I fattori di rischio associati con l'esito di lungoassistiti e alti utilizzatori sono l'età inferiore a 55 anni, la condizione di celibe, il vivere soli o non in famiglia, la diagnosi di psicosi funzionale, la lungoassistenza nel 1992 e la lunga durata di presa in carico. Conclusioni - Coerentemente con i propri obiettivi programmatici il servizio destina le risorse soprattutto ai pazienti clinicamente piu gravi e mostra una forte proiezione territoriale; inoltre sembra accumulare una quota di lungoassistiti proporzionalmente maggiore di altri servizi italiani. L'ipotesi che i pazienti lungoassistiti e alti utilizzatori differiscano per maggiore gravita clinica e anamnestica e confermata, mentre tra le variabili demografiche non emergono differenze statisticamente significative a seconda del sesso, della scolarita e della condizione lavorativa.
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Soriente, Lucia, Silvio Cigolari, Alberto Gigantino, Chiara Aliberti, Pasquale Ardovino, Paola Adinolfi et Rocco Palumbo. « La riorganizzazione delle prestazioni sanitarie in ottica di appropriatezza : l'esperienza dell'AOU "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" nella gestione del DRG 127 - Insufficienza cardiaca e shock ». MECOSAN, no 115 (janvier 2021) : 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115002.

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Résumé :
L'articolo propone un percorso inteso a migliorare gli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco, nel rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed equita previsti dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSNI). Lo studio si fonda su un'analisi di caso, che concerne l'esperienza dell'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Partendo da una valutazione sistemica degli indicatori rilevati dall'ufficio Schede Dimissioni Ospedaliere (SDO) relativi al Diagnosis-Related Group (DRG) 127 "Insufficienza cardiaca e shock della cardiologia intensiva" per l'anno 2017, tra cui la degenza media e la percentuale di ricoveri oltre soglia, sono state identificate le criticita dei percorsi assistenziali. Alla luce delle evidenze raccolte, e stato proposto un nuovo disegno del processo assistenziale mediante la metodologia del Business Process Improvement (BPI). Tecnologia, asset management, percorsi di cura, formazione e monitoraggio rappresentano le leve considerate di maggior rilievo ai fini del miglioramento continuo degli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco.
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Munk-Jørgensen, Povl. « Perspectives for psychiatric epidemiology : are we measuring the right things ? » Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 3 (décembre 1996) : 190–97. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004176.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo - In questi ultimi anni l'epidemiologia è al centro dell'attenzione. La psichiatria è stata all'avanguardia nello sviluppo dei metodi epidemiologici e nella loro applicazione alia ricerca è alia pianificazione. La psichiatria epidemiologica si è occupata prevalentemente del servizi sanitari di secondo livello, cioè dei servizi ospedalieri. Scopo del presente lavoro è discutere quali sistemi di monitoraggio e quali tipi di dati saranno necessari in futuro. Metodo - La discussione e basata sull'esperienza e sui risultati ottenuti dai registri psichiatrici esistenti, principalmente dal Registro Psichiatrico dei Casi danese, presso il Dipartimento di Psichiatria demografica di Aarhus. Risultati - Alcuni Paesi hanno sviluppato sistemi di monitoraggio per la registrazione routinaria dei dati riguardanti il settore ospedaliero, la qualcosa comporta rilevanti benefici per garantire la qualita, per la ricercà e per la pianificazione. Peraltro, dopo l'introduzione della psichiatria decentratà, si deve riconoscere l'urgente necessita di spostare il punto focale affinche l'impiego dell'epidemiologia possa giovare anche alle attivita nel campo della psichiatria territoriale e della salute mentale fornita dai servizi di primo livello. Sebbene cio comporti grandi difficolta, devono essere sviluppati sistemi di monitoraggio per raccogliere informazioni valide e attendibili relative a tali mezzi di cura. E inoltre necessario sviluppare metodi epidemiologici da impiegare nella ricerca e nella garanzia di qualita in questo campo. Tali metodi di ricerca dovrebbero essere utilizzati non solo nell'indagine sull'eziologia. il decorso ed i risultati clinici dei disturbi mentali, ma anche, per esempio, nell'osservazione del funzionamento sociale e della disabilita dei pazienti psichiatrici, del bisogno di cura, della soddisfazione dei bisogni, dell'economia sanitaria e del flusso dei pazienti tra i differenti livelli del sistema di trattamento. Cio provoca numerose domande relative alia sicurezza dei dati, alia legislazione ed a problemi etici legati alia raccolta e all'impiego di dati nei modelli epidemiologici. Conclusioni - Si raccomanda di dare priorità ad un ampia utilizzazione dei dati dei registri esistenti; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di secondo livello nei Paesi che ne sono privi; all'introduzione di registri relativi alia salute mentale fornita dai servizi di primo livello; all'introduzione di sistemi di monitoraggio della disabilità; all'introduzione di sistemi per monitorare le risorse dei pazienti; ad una larga collaborazione in questo lavoro tra epidemiologi in campo psichiatrico, amministratori, economisti e tecnici.
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Donato, Fabio. « I sistemi di monitoraggio delle performance nelle Knowledge Innovation Communities europee ». MANAGEMENT CONTROL, no 1 (mars 2022) : 45–58. http://dx.doi.org/10.3280/maco2022-001004.

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Antonio Gariboldi et Antonella Pugnaghi. « Valutazione come dialogo ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 308–21. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.166.

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Résumé :
L’istituzione del sistema integrato “zerosei” (decreto legislativo n. 65/2017) mira a garantire a tutti i bambini il diritto all’educazione, riconoscendo nei servizi per l’infanzia dei luoghi di cultura educativa e di inclusione sociale. Tuttavia, oltre ad assicurare l’accessibilità, la sostenibilità e l’inclusività, diviene necessario introdurre dei sistemi efficaci di monitoraggio e valutazione, per garantire delle prassi educative di qualità. Nel contesto di un approccio formativo alla valutazione, il presente contributo intende illustrare due differenti percorsi di autovalutazione, il primo legato al processo di accreditamento dei servizi educativi 0-3 in Regione Emilia-Romagna e il secondo realizzato in 20 scuole dell’infanzia statali della provincia di Como.
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Carè, Alessandra. « Medicina di genere : normativa e rilevanza nella ricerca biomedica ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 3–5. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-1.

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Résumé :
L’approccio di genere rappresenta un cambiamento culturale che pone ogni persona al centro della cura. È un vero cambio di prospettiva che indica come aspetti fondamentali l’inclusione e la valorizzazione delle variabili biologiche, ambientali e sociali, dalle quali possono dipendere le differenze di salute tra i generi. La legge 3/2018 all’articolo 3 “Applicazione e diffusione della medicina di genere nel Servizio Sanitario Nazionale”, attraverso un Piano attuativo e con l’istituzione presso l'Istituto Superiore di Sanità dell’Osservatorio Nazionale per la Medicina di Genere, riporta gli step da considerare per assicurare l’avvio, il mantenimento nel tempo e il monitoraggio delle azioni richieste. Scopo primario sarà il raggiungimento di una reale equità nelle cure che tenga conto delle differenze di sesso e genere nella programmazione e nell’organizzazione dell’offerta sanitaria.
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Ferlito, Rosaria, et Rosario Faraci. « Sostenibilit&agrave ; e sistemi di Corporate Governance delle societ&agrave ; benefit : il ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2022) : 45–64. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12550.

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Résumé :
Negli ultimi anni si &egrave; assistito alla crescita del numero di organizzazioni ibride, imprese caratterizzate da pi&ugrave; domini funzionali e dalla coesistenza di sistemi di valori differenti. Le stesse presentano un modello di corporate governance allargato che richiede l'assunzione di responsabilit&agrave; nei confronti non solo della propriet&agrave;, ma anche verso tutti gli stakeholder. L'obiettivo del presente lavoro si sostanzia nell'esplorare i tre aspetti di governance caratterizzanti un'impresa ibrida con scopo di lucro ossia il bilanciamento di logiche differenti, il monitoraggio delle azioni e dei risultati e la comunicazione esterna, al fine di identificare le azioni da attuare per risolvere le tensioni manageriali insite in tale forma organizzativa. Per far ci&ograve; sono state prese in analisi le societ&agrave; benefit che nell'esercizio della propria attivit&agrave; economica oltre allo scopo del profitto perseguono una o pi&ugrave; finalit&agrave; di beneficio comune. Le evidenze empiriche derivanti dall'analisi del caso studio riguardante l'impresa italiana Illycaff&egrave; permettono di apportare nuova conoscenza nella letteratura sulla corporate governance e sul sustainability management.
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Rita Acone, Maria. « Dal profilo di rischio del lavoratore al profilo di rischio della persona : un metodo per la promozione della salute ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2021) : 78–97. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2021-002007.

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Résumé :
L'Autrice propone una diversa organizzazione della sanità territoriale con una maggiore attenzione alla prevenzione grazie a una periodica valutazione dello stato di salute psico-fisico delle persone. Trae spunto da due discipline: la medicina del lavoro e la psiconeuroendocrinoimmunologia. Dalla prima estrapola il metodo relativo all'accertamento dei rischi fisici, chimici, biologici, psicologici e le modalità di monitoraggio dell'assistito. Dalla seconda le basi scientifiche per una visione olistica dell'individuo che tenga conto delle interazioni tra i sistemi dell'organismo e di quelle tra persona e ambiente fisico e sociale. La proposta si concretizza in un documento di valutazione del rischio, realizzato con i metodi noti nell'ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro e in una cartella clinica della salute elaborata in base ai principi della Pnei caratterizzata, quindi, da un'anamnesi specifica per definire il profilo psico-socio-culturale dell'assistito e le sue relazioni con l'ambiente fisico e sociale in cui vive. L'Autrice, infine, auspica che la necessaria raccolta sistematica dei dati in formato digitale venga realizzata con il Fascicolo Sanitario Elettronico, già utilizzato in Italia anche se in modo disomogeneo tra le regioni.
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Gallucci, Carmen, Rosalia Santulli et Michela De Rosa. « I sistemi di alert per le imprese del settore moda : un'analisi preliminare nel nuovo contesto normativo ». ESPERIENZE D'IMPRESA, no 1 (novembre 2020) : 41–64. http://dx.doi.org/10.3280/ei2018-001003.

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Résumé :
La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Nuovo Codice della Crisi d'Impresa e dell'Insolvenza ha introdotto rilevanti novità in materia di procedure di allerta e di composizione assistita della crisi che, dall'entrata in vigore, avranno effetti immediati sul tessuto imprenditoriale italiano. Obiettivo del presente lavoro è quello di testare le possibili ripercussioni che l'introduzione di indicatori di allerta avrà nel settore moda, simbolo del made in Italy. A tal fine, su un campione di 281 imprese italiane, nell'orizzonte temporale 2009-2017, sono state condotte una Cluster k-means analysis, sull'intero campione e su sotto campioni ripartiti per età, dimensione e attività merceologica, e l'analisi dei percentili. I principali risultati, rilevando differenze significative tra i sotto campioni e mostrando l'andamento della distribuzione campionaria sulla base di ipotetici cut-off, evidenziano una oggettiva difficoltà nell'individuazione di valori soglia validi tout court. La discussione conclusiva, inoltre, sottolinea l'importanza di adottare un approccio forward looking, al fine di esprimere un giudizio in merito alle effettive capacità prospettiche delle imprese, e la necessità di ripensare le strutture di governance e i sistemi di pianificazione e monitoraggio.
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Belotti, Valerio. « Contraddittori e intempestivi, ma utili. Alla base dell'insoddisfazione verso i monitoraggi nazionali dei "fuori famiglia" ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (septembre 2020) : 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001003.

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Le ultime Raccomandazioni del 2019 del Comitato Onu sui diritti dei bambini dirette all'Italia contengono ancora una volta il richiamo a una maggiore attenzione nella raccolta delle informazioni nazionali sulle bambine e i bambini allontanati temporaneamente dalla loro famiglia. Le rilevazioni istituzionali rivolte direttamente o indirettamente a monitorare le caratteristiche di questo fenomeno, nonostante siano molto utili, si rivelano infatti ancora inadeguate a rappresentarne in forma chiara e condivisa i vari aspetti. Con l'effetto, a volte, di favorire la confusione e gli allarmismi che periodicamente animano le diverse sfere pubbliche. La prolungata assenza di "misurazioni" appropriate, esaustive e attendibili, costituisce inoltre da tempo uno degli ostacoli più evidenti al raggiungimento di una base informativa funzionale alla progettazione di specifici interventi nel campo della tutela minorile. Eppure, a questa seppur rilevante mancanza, non possono essere attribuite responsabilità che attengono principalmente alla situazione d'impasse e alla frammentazione regionale nell'offerta dei servizi sociali per bambini e famiglie. A ben vedere, sono soprattutto queste ultime incertezze a non permettere un definitivo ed efficace superamento della diffusa insoddisfazione verso gli attuali sistemi di monitoraggio.
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Vasselli, Stefania, et Antonio Federici. « La valutazione dei Piani regionali di prevenzione ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 41–53. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050004.

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L'esperienza del Piano nazionale di prevenzione 2010-2012 (PNP), adottato con Intesa Stato Regioni 29 aprile 2010, si segnala per la sua importanza non solo per i contenuti e le metodologie adottate ma anche per il significato che assume all'interno dei rapporti tra le Istituzioni. La sua impostazione prevede infatti che il Ministero svolga Azioni centrali (DM 4 agosto 2011) a supporto della Programmazione regionale, come espressione dell'assetto costituzionale, secondo il modello di governance della stewardship, recepito dall'Italia con la carta di Tallin. Sul piano dei contenuti, il PNP pone grande e sistematica attenzione alla necessitŕ di disponibilitŕ e fruibilitŕ delle evidenze in tre momenti principali: prove di efficacia teorica (efficacy); monitoraggio e valutazione degli interventi; evidenze di impatto sugli outcome (effectiveness). In questa logica, e nel modello di governance adottato, l'attivitŕ di valutazione ha un significato sistemico di produzione di informazioni (intelligenza) funzionali a supportare la programmazione, l'implementazione, la valutazione degli interventi e si sta realizzando mettendo in campo molteplici azioni (certificazione; capacity building; promozione della cultura e degli strumenti di pianificazione e valutazione; attivitŕ di studio) e coinvolgendo interlocutori e partner diversi. In particolare, attraverso l'Azione centrale prioritaria "Intesa Stato Regioni su registri, sorveglianze e sistemi informativi per la prevenzione", si sta perseguendo l'obiettivo di un approccio integrato alle valutazioni di impatto degli interventi di prevenzione che definisca, al piů alto livello di concertazione, gli ambiti tematici, gli obiettivi conoscitivi e le regole di implementazione di un sistema informativo integrato per la prevenzione e che quindi tenga conto sia delle caratteristiche proprie di questi interventi (e delle relative difficoltŕ epistemologiche della loro valutazione), sia della conseguente attuale scarsezza e frammentarietŕ di informazione e valutazione.
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D. Tozzi, Valeria, Lucia Ferrara et Angelica Zazzera. « Il doppio binario delle cure primarie. Alcune scelte di fondo per i sistemi di tutela della salute ». MECOSAN, no 113 (juin 2020) : 227–42. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-113028.

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Rociola, Giuseppe. « Del soggetto diviso ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (novembre 2010) : 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-003007.

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Il soggetto della fenomenologia e quello delle neuroscienze sembrano avere molti punti in comune. In effetti condividono una parzialitŕ e quindi un errore di prospettiva: se la prima non puň svincolarsi dal piano immaginario sottovalutando la ristrutturazione sistemica dovuta all'acquisizione del linguaggio simbolico delle societŕ umane, le altre riducono le dinamiche della soggettivitŕ a quelle del substrato cerebrale. Per mezzo della epistemologia dei sistemi complessi, sosteniamo che il linguaggio porta all'emergenza di un livello sistemico differente, un nuovo dominio, in cui ogni talking cure trova la propria pertinenza. Il soggetto che nasce dal linguaggio č un soggetto diviso - come ha scoperto Freud e come la clinica ci mostra continuamente - non fra la coscienza ed il procedurale o l'implicito, bensě in se stesso. Attraverso questa prospettiva č possibile comprenderlo appieno, curarlo efficacemente, ma soprattutto č l'unica prospettiva etica, dove per etica si intende la questione del desiderio singolare che abita l'azione di quell'individuo e che comporta un'inconscio non riducibile alle altre dimensioni su citate.
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Giannini, Alberto. « Il dilemma dell’ultimo letto : allocazione di risorse limitate in rianimazione ». Medicina e Morale 47, no 2 (30 avril 1998) : 247–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.845.

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Résumé :
La rianimazione moderna è una disciplina dalle prestazioni estremamente dispendiose ma poco “produttiva” in termini meramente economici: essa infatti offre benefici ad alto costo a pochi “utenti”. In un contesto generale di riduzione delle risorse destinabili alla sanità diviene cruciale, in un settore così particolare come quello dell’area critica, la riflessione etica in merito ai criteri per la microallocazione di risorse limitate. In questo articolo, dopo aver affrontato natura e finalità dell’attività rianimatoria, vengono inizialmente prese in considerazione le possibili cause di una riduzione della disponibilità di posti letto in rianimazione, le modalità con cui abitualmente i medici affrontano le condizioni di ridotta disponibilità di risorse, e le linee guida per affrontare situazioni di triage. Il processo decisionale nell’impiego delle risorse sanitarie deve partire da un rigoroso “criterio clinico” (necessità e idoneità alle cure rianimatorie, urgenza, ecc.), unitamene al criterio della proporzionalità dei mezzi terapeutici. Di fronte a situazioni di pari necessità possono essere seguiti il cosiddetto criterio di temporalità (offrire cure a chi è giunto per primo all’osservazione del medico) o il criterio prognostico (utilizzare le risorse disponibili per chi ha maggiori chance di trarne beneficio). I sistemi a punteggio impiegati in campo rianimatorio per predire l’outcome non sono attualmente utilizzabili nel processo decisionale per il singolo paziente e nelle procedure di triage. Ribadendo che l’azione del medico, in tutti i suoi ambiti, deve essere eticamente pensata, si sottolinea come esista un dovere morale ad amministrare in modo corretto le risorse sanitarie, a limitare gli sprechi e a prevenire le situazioni di triage.
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Scalcione, Vincenzo. « Educational and training conditions of learning environments : quality control standards in the school ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 188–202. http://dx.doi.org/10.36253/form-12607.

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Résumé :
The development of forms of monitoring of educational systems has meant to account for the functioning of educational organizations. In the evaluation, the methods of measuring quality have become the structural articulation of each organized system. The need was felt to use interactive management methods, capable of promoting continuous quality control, also through a systematic verification of results and feedback produced by users. The text analyzes similar organizational methods in educational contexts, where actions are affirmed to improve the quality of the service, through the use of indicators, with the aim of defining training standards for quality learning environments. The concept of effectiveness and improvement intersect in the ESI project, where schools from European countries were able to share the identifying elements for educational change. Condizioni educative e formative degli ambienti di apprendimento: gli standard di controllo della qualità nella scuola. Lo sviluppo di forme di monitoraggio dei sistemi educativi ha inteso dar conto del funzionamento delle organizzazioni educative. Nella valutazione le modalità di misurazione della qualità sono divenute l’articolazione strutturale di ogni sistema organizzato. Si è avvertita la necessità di utilizzare metodi di gestione interattivi, in grado di promuovere il controllo continuo della qualità, anche attraverso una sistematica verifica dei risultati e del feedback prodotto dagli utenti. Nel testo si analizzano simili modalità organizzative nei contesti educativi, dove si affermano azioni per il miglioramento della qualità del servizio, attraverso l’utilizzo di indicatori, con l’obiettivo di definire standard formativi per ambienti di apprendimento di qualità. Il concetto di efficacia e di miglioramento si incrociano nel progetto Esi, dove scuole dei paesi europei hanno potuto condividere gli elementi indentificativi per il cambiamento educativo.
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Antoncecchi, Ettore, Enrico Orsini et Giovanbattista Zito. « Update su COVID-19 e Cardiologia ». Cardiologia Ambulatoriale, no 12020 (30 janvier 2020) : 11–27. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-1-2.

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Résumé :
La Sindrome Respiratoria Acuta severa del 2019 (COVID-19), malattia causata da un coronavirus (SARS-CoV2), si è diffusa rapidamente in tutto il mondo con un numero impressionante di decessi, sovraccaricando i sistemi sanitari di tutti i paesi e creando gravi conseguenze economiche. Clinici e scienziati di tutto il mondo stanno collaborando per cercare soluzioni efficaci. Negli ultimi cinque mesi è stata pubblicata una mole enorme di lavori scientifici su questo argomento. Risulta difficile seguire tutti i continui aggiornamenti per chi combatte duramente nelle corsie degli ospedali. I cardiologi sono spesso chiamati ad occuparsi di pazienti critici con pregressi problemi cardiovascolari o pazienti con complicanze cardiovascolari appena insorte; inoltre essi devono continuare a fornire le stesse cure di prima ai propri pazienti ma in condizioni estreme. Nel presente lavoro abbiamo cercato di raccogliere quelle che ad oggi sembrano le principali evidenze riguardo la fisiopatologia, il decorso clinico e la terapia delle problematiche cardiovascolari nella COVID-19, sperando di poter fornire un aiuto ai colleghi nell’affrontare il loro arduo compito.
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Federici, Antonio, et Marco Zappa. « Sistema informativo screening : la genesi della conoscenza come elemento di sistema ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050005.

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Résumé :
L'articolo descrive le principali caratteristiche del Sistema Informativo (SIS) dei programmi di screening oncologico in Italia(PS). Il SIS č organizzato per rispondere al bisogno conoscitivo di valutare la qualitŕ dei PS e la loro effectiveness. Tale bisogno si declina differentemente a seconda dell'interlocutore che, in effetti, puň esprimere un interesse informativo con prioritŕ diverse. Sono state nel tempo studiate e selezionate diverse variabili, sulla base delle loro caratteristiche di qualitŕ informativa, che vengono raccolte annualmente in survey nazionali. La fonte dei dati sono i sistemi gestionali dei PS Il SIS permette di produrre numerosi indicatori che derivano dalle Linee Guida Europee e che rispondono alle seguenti necessitŕ di monitoraggio e valutazione: - un PS č un percorso e non l'esecuzione di un test e dunque bisogna misurare la qualitŕ del percorso oltre che la singola prestazione; - un PS č rivolto a una popolazione asintomatica e quindi deve tenere conto della sensibilitŕ (capacitŕ di individuare i portatori della lesione di interesse) ma anche della specificitŕ (capacitŕ di individuare e dunque non esaminare ulteriormente e soprattutto non trattare chi non č portatore della lesione di interesse). Per queste ragioni viene misurato (per esempio) sia il tasso di identificazione, sia la percentuale di richiamo ad approfondimento o il VPP; - descrivere la qualitŕ organizzativa del programma. La valutazione č compiuta mediante standard di riferimento, nella massima parte dei casi adottati dalle Linee guida Europee, secondo un'ottica di benchmark inter- e intraregionale. I risultati della valutazione sono utilizzati, mediante specifiche forme di reporting, in modo sistematico ai livelli: regionale/aziendale; di governancenazionale; internazionale (evidence generation); di societŕ civile. La survey non č un sistema statico di raccolta e viene revisionato sulla base dello sviluppo delle conoscenze. Sulla base del Piano Nazionale della Prevenzione 2010-12, il SIS entrerŕ a far parte del nuovo sistema sanitario nazionale basato su un datawarehouse nazionale di dati individuali. L'intera esperienza dei PS in Italia si candida ad essere un prototipo di una governance innovativa nel panorama di devoluzione del sistema sanitario, contribuendo a identificare strumenti nuovi e a costruire una conoscenza piů approfondita del modello di governance. In questo quadro il sistema informativo/di valutazione č un esempio di sistema costruito in modo partecipato da esperti ed operatori, orientato alla valutazione della distanza osservato-atteso del beneficio di salute ottenibile con la prevenzione secondaria in oncologia.
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De Cristofaro, Ernesto. « La sovranità nei corsi di Foucault al Collège de France ». Italian Review of Legal History, no 8 (21 décembre 2022) : 313–40. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19256.

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Résumé :
Tra i temi di carattere giuridico e politico quello della sovranità è il più presente nei corsi che Michel Foucault ha tenuto presso il Collège de France dal 1970 al 1984. L’insegnamento presso questa istituzione – intitolato, nel suo caso, Storia dei sistemi di pensiero - obbedisce a regole particolari. Una tra queste è l’obbligo gravante sui docenti a non riproporre, di anno in anno, lo stesso corso di lezioni svolte in precedenza, ma di cambiare argomento. Al netto di questa clausola, negli anni che vanno dal 1973 al 1979, Foucault si occupa ripetutamente e intensamente di questioni che hanno una connessione molto esplicita e diretta con la dimensione del potere. Alcuni dei corsi tenuti costituiscono la base di opere che egli pubblica in questo periodo come Sorvegliare e punire o La volontà di sapere. È, certamente, all’interno dei corsi che si viene profilando l’idea del potere che attraversa la sua ricerca in questa fase temporale ed è grazie a questo laboratorio trasparente del suo lavoro che è possibile seguire l’analisi e la rielaborazione che egli svolge sull’argomento “sovranità”. Sebbene questo termine non sia mai espressamente presente nei titoli delle annualità didattiche, molte delle lezioni che impegnano l’insegnamento affidato a Foucault convergono su questa categoria. Foucault riceve dalla teoria giuridica e dalla politologia una parola alla quale si attribuisce pacificamente un preciso significato. Il titolare del potere sovrano è rappresentato, da una lunghissima e importante tradizione, come colui attorno al quale ruota il funzionamento dello Stato. Il sovrano è posto “in alto” e “al centro” della mappa del potere come il punto a partire dal quale e verso il quale si muovono tutti gli ingranaggi essenziali che fanno funzionare la macchina statuale. Inoltre, il sovrano è colui che esercita il proprio potere attraverso l’uso di una forza eminente, idonea a far rispettare le leggi, mantenere l’ordine e inibire qualunque ipotesi di sedizione. Foucault intende, viceversa, mettere in discussione questa lettura. L’itinerario che egli segue punta verso una fenomenologia dei rapporti di potere colti nella loro multiformità e disseminazione. Si tratta di osservare il potere rinunciando alla prospettiva della verticalità, come se esso fosse collocato presso una sola sede, alla prospettiva della patrimonialità, come se esso fosse posseduto esclusivamente da qualcuno e, infine, alla prospettiva della repressione, come se l’unica lingua che esso sapesse parlare fosse quella dell’intimidazione, della sanzione e delle armi. Per rileggere il potere bisogna, al contrario, studiarne il funzionamento presso apparati parziali della società, distribuiti trasversalmente e in grado di implementare una tecnologia che non si fonda sull’interdizione ma, al contrario, sulla sollecitazione della disciplina. Lungo il suo itinerario Foucault incontra lo sviluppo storico della penalità, nel cui perimetro viene sviluppandosi un potere fortemente individualizzante, capace di perseguire un incasellamento degli individui che si serve di molteplici tecniche di osservazione e descrizione operanti a vari livelli della struttura sociale; la storia della psichiatria, grazie alla quale la distinzione normale/anormale, e le conseguenti misure di monitoraggio e controllo della condotta deviante, hanno potuto avvalersi dell’uso di parametri “scientifici” e, pertanto, più cogenti; infine, la biopolitica, che ha ricollocato il tema della sottoposizione dei corpi a regole e vincoli, in vista della massimizzazione delle loro prestazioni, dalla scala degli individui a quella delle popolazioni, lasciando apparire dietro la figura tralatizia del sovrano che esprime la propria egemonia decidendo chi possa vivere e chi debba morire, l’immagine assai più concreta del potere anonimo delle regole di alimentazione, igiene e profilassi che stabiliscono come un’intera collettività debba essere curata e protetta.
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Villani, Maria Rosaria, Bruno Caccianotti, Giovanni Barone et Matteo Giordano. « Eradicazione possibile dell'epatite HCV negli utenti che afferiscono al Ser.D : esperienza di collaborazione tra un Ser.D della Provincia di Foggia e l'U.O.C. Malattie Infettive Policlinico Riuniti di Foggia ». MISSION, no 56 (janvier 2022) : 63–70. http://dx.doi.org/10.3280/mis56-2020oa12631.

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Résumé :
L'eradicazione dell'Epatite HCV negli utenti che afferiscono ai Ser.D dovrebbe essere incoraggiata non solo rispetto alla cura di tali pazienti ma anche per la salute globale, rappresentando oggi il principale serbatoio di infezione nei paesi industrializzati. Le esperienze sul campo e le evidenze scientifiche stanno cercando di individuare gli elementi essenziali al fine di facilitare l'accesso alle cure per la presa in carico del consumatore di sostanze con HCV. L'utilizzo dei nuovi farmaci, i DAA (antivirale ad azione diretta), in grado di curare oltre il 95% delle persone con infezione cronica da HCV, è certamente un elemento incoraggiante per il limitato tempo di cura e per gli scarsi effetti collaterali, ma l'arruolamento dei consumatori di sostanze è ancora difficile. Nel Ser.D. della provincia di Foggia è in corso una collaborazione con l'U.O.C. Malattie Infettive Policlinico Riuniti di Foggia. L'utilità di tale protocollo risiede nella sua capacità di integrare le attività svolte all'interno del Servizio per le dipendenze con quelle del Centro di cura Malattie Infettive, al quale spetta il compito di completare la diagnosi iniziale fatta dal Ser.D.e, prescrivere ai pazienti la terapia specifica. Spetta al Ser.D lo screening virologico completo, la diagnosi di attività di malattia epatica, il monitoraggio tramite esami laboratoristici in corso di terapia nonché la supervisione dell'assunzione della terapia affidata. L'esperienza fin qui svolta ha portato ai seguenti risultati: l'attività della malattia della dipendenza non ha rappresentato un fattore di non aderenza al trattamento né di non inclusione al trattamento stesso; i dipendenti afferenti al servizio risultati positivi agli Ab-HCV e con HCV-RNA positivo sono tutti dipendenti da sostanze stupefacenti con uso attivo o pregresso per via iniettiva, anche i due alcolisti positivi erano entrambi ex drug abuser; gli effetti collaterali registrati non sono risultati tali da determinare l'interruzione del trattamento antivirale in corso, eccetto per un paziente in cui è emerso una psoriasi e, comunque, quelli registrati sono legati alla terapia con interferone e ribavirina; la permanenza al servizio rappresenta un fattore protettivo non solo per la cura della dipendenza ma anche per la cura delle patologie correlate alla dipendenza, infatti ben il 72,3% di coloro che non hanno fatto il prelievo HCV-RNA aveva interrotto il trattamento per la cura della dipendenza; la percentuale di persi durante il trattamento è stata del 3,7%; rispetto alla patologia della dipendenza il 16,7% presentavano attività di malattia con positività alle sostanze stupefacenti, ma ciò non ha costituito né motivo di esclusione né d'interruzione della terapia antivirale. Il follow-up al 31 maggio 2021, post SVR-12, è stato caratterizzato da nessuna recidiva né reinfezione.
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Bruno, Licia, Shaniko Kaleci, Simona Chiodo, Angelo Fioritti et Antonella Piazza. « Adolescenti in transizione nei servizi di salute mentale : uno studio di follow-up ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2021) : 111–31. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2021-003008.

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Résumé :
Scopi. Descrivere le caratteristiche degli adolescenti con disturbi psichici e comportamentali residenti nel territorio dell'Azienda USL di Bologna, dimessi dal servizio di Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza (NPIA) dal 2006 al 2015. Individuare i fattori predittivi della prosecuzione delle cure nei Centri di Salute Mentale (CSM). Metodi Studio di coorte retrospettiva con un follow-up di tre anni, basato sui dati dei sistemi informativi NPIA e CSM. Sono state effettuate due analisi multivariate per identificare i fattori predittivi del ricorso al CSM entro tre anni e della transizione entro il primo anno dalla dimissione. Risultati La coorte è costituita da 2594 adolescenti di almeno 15 anni dimessi dal servizio NPIA, in maggioranza maschi. Quasi l'80% è stato dimesso prima di aver raggiunto 17 anni; circa il 59% ha ricevuto diagnosi di ritardo mentale o di disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti. Nei tre anni successivi alla dimissione ha fatto ricorso al CSM quasi un quinto della coorte (489 soggetti), di cui più di metà dei casi (n=277) in transizione entro il primo anno. Sono risultati fattori predittivi del ricorso al CSM la nazionalità italiana, l'età alla dimissione di almeno 17 anni, più di dieci anni di trattamento, più di sette prestazioni nell'ultimo anno, disturbi psichici o comportamentali maggiori. I fattori predittivi della transizione entro un anno dalla dimissione NPIA sembrano in gran parte analoghi, con tre eccezioni: la nazionalità italiana perde significatività, tra i gruppi diagnostici sono solo i disturbi dello sviluppo psicologico specifici/misti a mostrare probabilità inferiori, mentre emerge come fattore predittivo avere avuto la dimissione negli ultimi sei anni del decennio. Conclusioni Analogamente a quanto riportato da altre indagini, il ricorso al CSM riguarda una minoranza di adolescenti dimessi dal servizio NPIA. Trattamenti NPIA intensi e prolungati e disturbi gravi appaiono i principali fattori predittivi. La maggior probabilità per i dimessi negli ultimi sei anni del decennio di transitare al CSM in continuità di cura può essere ascrivibile ai miglioramenti organizzativi apportati con il consolidamento di pratiche e procedure condivise per il passaggio dei casi. Tuttavia rimangono aperti interrogativi sui gap di cura e sulle azioni necessarie per superarli.
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Navalesi, Guest Editors : P., M. Campanini, F. Lari et M. Giorgi Pierfranceschi. « La ventilazione non invasiva in Medicina Interna ». Italian Journal of Medicine 3, no 1 (16 décembre 2015) : 391. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.5.

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Résumé :
<p class="titolo"><strong>Legenda delle più comuni abbreviazioni e acronimi</strong> 391</p><p class="titolo"><strong>Prefazione</strong> 393<br /><em>P. Navalesi</em></p><p class="titolo"><strong>Presentazione</strong> 395<br /><em>M. Campanini</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La NIV in Medicina Interna</strong> 396<br /><em>F. Lari</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Il ventilatore e i suoi componenti</strong> 399<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Maschere ed interfacce</strong> 407<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Sistemi CPAP (pressione positiva continua applicata alle vie aeree)</strong> 411<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>Principi e tecniche di ventilazione meccanica</strong> 417<br /><em>F. Giostra, E. Di Flaviano</em></p><p class="titolo"><strong>Insufficienza respiratoria acuta cardiogena - ruolo della ventilazione non invasiva</strong> 427<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Riacutizzazione di broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong> 443<br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Altre indicazioni alla ventilazione meccanica non invasiva</strong> 451<br /><em>F. Pieralli, O. Para, C. Nozzoli</em></p><p class="titolo"><strong>Le apnee del sonno: competenza multidisciplinare e ruolo dell’internista</strong> 456<br /><em>F. Lari</em></p><p class="titolo"><strong>La ventilazione meccanica non invasiva nella palliazione del paziente oncologico terminale</strong> 462<br /><em>S. Orlando, M. Giorgi-Pierfranceschi</em></p><p class="titolo"><strong>La NIV nel paziente con insufficienza respiratoria cronica, la gestione domiciliare - Competenza specialistica nelle patologie pneumologiche pure</strong> 465<br /><em>A. Marchioni, E.M. Clini, B. Beghé</em></p><p class="titolo"><strong>Approccio al paziente internistico, candidato alla ventilazione meccanica non invasiva: <em>key messages</em></strong> 475<br /><em>M. Giorgi Pierfranceschi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>La ventilazione meccanica non invasiva: conclusioni</strong> 482<br /><em>M. Errico, A. Greco</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>NIV in Medicina Interna: sono necessari sistemi di monitoraggio emodinamico?</strong> 484<br /><em>N. Di Battista, F. Savelli</em></p>
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Rodrigues, Filipe Fernandes, Rita Macedo, Diogo Teixeira, Luís Cid et Diogo Monteiro. « Análise comportamental da prática de exercício físico em adultos em contexto de ginásio ao longo de dois anos ». Cuadernos de Psicología del Deporte 21, no 1 (1 janvier 2021) : 282–92. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.433261.

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Résumé :
El objetivo de este estudio fue analizar el comportamiento de los practicantes de ejercicio físico durante dos años, considerando su frecuencia como un predictor de la frecuencia futura. Participaron en este estudio 4788 nuevos practicantes de ejercicio físico (mujeres = 2556) con edades comprendidas entre 18 y 75 años. El acceso a gimnasios y health clubs se recopiló utilizando los sistemas electrónicos. Los datos se analizaron utilizando un modelo de ecuación estructural y un modelo de mediación. En cuanto a la tasa de abandono y posterior exclusión del análisis: 39% abandonó la práctica de ejercicio físico entre los primeros seis meses (T1) y los siguientes seis meses (T2); 25% abandonó la práctica entre T2 y seis meses después de un año de práctica regular (T3); y 10% abandonó entre T3 y seis meses después de un año y medio de práctica regular (T4). Según los resultados del modelo de ecuaciones estructurales, se encontraron varios efectos directos e indirectos significativos, lo que sugiere que T2 y T3 pueden ser mediadores entre T1 y T4. Según los resultados del modelo de mediación, es posible observar que el efecto directo no es significativo. Los resultados muestran la existencia de una mediación total entre el período T1 → T4, ya que el efecto indirecto total es significativo y superior al efecto directo. Las personas que practican ejercicio físico al menos dos veces por semana sin interrupción fueron las que tenían más probabilidades de permanecer en la práctica después de dos años de monitorear su comportamiento. This study aimed to examine the behavior of exercisers across two years, considering their exercise frequency as a predictor of future frequency. In total, 4788 new gym exercisers (female = 2556) aged between 18 and 75 years were enrolled for analysis. Adherence. Computerized records at the gyms and health clubs were used to measure exercise adherence. The collected data was analyzed using structural equation modelling and mediation model specifications. Regarding the dropout rate and later exclusion from the analysis: 39% dropped out within the first six months (T1) and the following six months (T2); 25% withdraw the practice between T2 and six months after one year of regular practice (T3); and 10% dropped out between T3 and six months after a year and a half of regular practice (T4). According to the results of the structural equation model, several significant direct and indirect effects were found, thus suggesting that T2 and T3 may play a mediation role between T1 and T4. Looking at the results from the mediation model, it is possible to observe that the direct effect was not significant. The results show the existence of total mediation between the period T1 → T4, since the total indirect effect is significant and greater than the direct effect. Individuals who practice physical exercise at least twice a week without interruption were those who were more likely to remain in practice after two years of monitoring their behavior. Lo scopo di questo studio era di analizzare il comportamento dei professionisti dell'esercizio fisico per due anni, considerando la loro frequenza come un fattore predittivo della frequenza futura. In questo studio hanno partecipato 4788 nuove praticanti di esercizio fisico (femmina = 2556) di età compresa tra 18 e 75 anni. L'accesso alle palestre e ai centri benessere è stato raccolto utilizzando i sistemi elettronici delle palestre. I dati sono stati analizzati utilizzando un modello di equazione strutturale e un modello di mediazione. Per quanto riguarda il tasso di abbandono e la successiva esclusione dall'analisi: 39% ha abbandonato la pratica dell'esercizio fisico tra i primi sei mesi (T1) e i successivi sei mesi (T2); 25% ha rinunciato alla pratica tra T2 e sei mesi dopo un anno di pratica regolare (T3); e 10% ha abbandonato tra T3 e sei mesi dopo un anno e mezzo di pratica regolare (T4). Secondo i risultati del modello di equazione strutturale, sono stati trovati diversi effetti diretti e indiretti significativi, suggerendo così che T2 e T3 possono essere mediatori tra T1 e T4. Secondo i risultati del modello di mediazione, è possibile osservare che l'effetto diretto non è significativo. I risultati mostrano l'esistenza della mediazione totale tra il periodo T1 → T4, poiché l'effetto indiretto totale è significativo e superiore all'effetto diretto. Le persone che praticano esercizio fisico almeno due volte alla settimana senza interruzione erano quelle che avevano maggiori probabilità di rimanere in pratica dopo due anni di monitoraggio del loro comportamento. O objetivo deste estudo consistiu em analisar o comportamento dos praticantes de exercício físico ao longo de dois anos, considerando a sua frequência como preditor da frequência futura. Participaram neste estudo 4788 novos praticantes de exercício físico (feminino = 2556) com idades compreendidas entre os 18 e 75 anos. Foi recolhida os acessos aos ginásios e health clubs com recurso aos sistemas eletrónicos dos ginásios. Os dados foram analisados com o recurso a um modelo de equações estruturais e um modelo de mediação. Relativamente à taxa de abandono e posteriormente exclusão da análise: 39% abandonaram a prática de exercício físico entre os primeiros seis meses (T1) e os seis meses seguintes (T2); 25% desistiu da prática entre T2 e os seis meses após um ano de prática regular (T3); e 10% abandonaram entre T3 e os seis meses após um ano e meio de prática regular (T4). De acordo com os resultados do modelo de equações estruturais, foram encontrados diversos efeitos diretos e indiretos significativos, sugerindo assim que T2 e T3 poderão ser mediadores entre o T1 e T4. De acordo com os resultados do modelo de mediação é possível observar que o efeito direto não é significativo. Os resultados mostram a existência de mediação total entre o período T1 → T4, dado o efeito indireto total ser significativo e superior ao efeito direto. Os indivíduos que praticam exercício físico pelo menos duas vezes por semana sem interrupção foram aqueles que demonstraram maior probabilidades em se manterem na prática após os dois anos de acompanhamento do comportamento.
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Foster, Bev, Sarah Pearson et Aimee Berends. « 10 Domains of Music Care : A Framework for Delivering Music in Canadian Healthcare Settings (Part 3 of 3) ». Music and Medicine 8, no 4 (26 octobre 2016) : 199. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i4.415.

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Résumé :
Music care is a developing approach to care that allows the therapeutic principles of music to inform caring practices in both formal healthcare settings and community or home-based contexts, and to create an integral role in developing more relational and person-centered cultures in caregiving. A significant part of the music care approach is a conceptual framework describing 10 domains of delivery. This article is the third in a three-part series on the theory and applications of a music care framework. Music is increasingly being recognized in health care communities as an effective psychosocial and rehabilitative intervention, increasing many aspects of quality of life. Currently, there is little standardization as to how music may best be integrated into individual care goals and care settings, though a growing body of literature supports the important impact of music in health care. It is this absence of standardization that has led the authors to develop a music care conceptual framework, so the varying scopes of practice that integrate music can be distinguished from one another and new possibilities for optimizing music in care can be identified. While the first study in this series examined how music care is understood in Canadian long term care facilities (1), the purpose of the second study explored how music could be optimized in complex continuing care environments, using one such facility in Ontario, Canada, as an exploration site (2). The 10 Domains of Music Care presented in this paper can be used as both a research tool and a practical, actionable tool for healthcare providers, managers, and decision makers. The paper discusses the 10 domains of music care delivery, need for a music care conceptual framework, and the implications and applications the framework provides. (1) Foster, B., Bartel, L. (2016) Understanding music care in Canadian facility-based long term care. Music Med, 1(8) 29-35.(2) Nelson, M., Foster, B., Pearson, S., Berends, A., Ridgway, J., Lyons, R., Bartel, L. (2016) Optimizing music in complex rehabilitation and continuing care: A Community Site Facility Study (Part 2 of 3), Music Med, 8(3) 128-136. Keywords: music care, person centered care, health arts, music therapy, 10 domains of music careSpanishParte 3 de 3: Diez dominios del cuidado musical. Un encuadre para ofrecer música en entornos médicos canadiensesResumen: el cuidado musical es un abordaje de atención en desarrollo que permite utilizar los principios terapéuticos de la música para informar las prácticas de asistencia tanto en abordajes de salud formales y comunitarios como en contexto domiciliarios, y crea un rol integral en el desarrollo de cuidados relacionales y centrados en la persona. La música está siendo reconocida de manera creciente en las comunidades de atención de salud como una efectiva intervención psicosocial y biomédica, mejorando varios aspectos de la calidad de vida. Actualmente en Canadá hay muy poca estandarización sobre cómo la música puede ser integrada en los objetivos asistenciales y en los settings de atención en salud. También hay un vacío en la regulación de lenguajes y competencias de la práctica para encontrar los tipos de asistencia musical que se brindará, aunque la creciente literatura sostiene la importancia del impacto de la música en la atención de salud. Contar con un marco conceptual para el entendimiento de la asistencia musical y cómo es brindada es beneficioso y sería una herramienta oportuna para direccionar estas discrepancias. Una parte significativa del abordaje de asistencia musical es el marco conceptual que describe diez dominios de servicio. Este artículo es el tercero en una serie de tres partes sobre la teoría y las aplicaciones del marco de la asistencia musical. La música está siendo reconocida de manera creciente en las comunidades de atención de salud como una efectiva intervención psicosocial y biomédica , incrementando varios aspectos de la calidad de vida. Existe poca estandarización sobre cómo la música puede ser integrada de la mejor manera en los objetivos individuales y en los settings de atención. Es esta ausencia en la estandarización la que ha llevado a los autores a desarrollar un marco conceptual para la asistencia musical, así la variedad competencias de la práctica que integra la música pueden ser distinguidas unas de otras y pueden identificarse nuevas posibilidades de optimizar la asistencia musical. El primer estudio de esta serie examina la optimización de la asistencia musical en instituciones de cuidado prolongado en Canadá, el propósito del segundo estudio fue explorar cómo la música puede ser optimizada en ambientes de cuidado complejo continuo, usando una institución en Ontario, Canadá como sitio de exploración.Los diez dominios de asistencia musical en el presente estudio pueden ser empleados tanto como herramienta de investigación y práctica como herramienta de acción para proveedores de salud, managers, y quienes toman decisiones. Este paper analiza los diez dominios de servicio de la asistencia musical, la necesidad de un marco conceptual de la asistencia musical, como así también las implicancias y aplicaciones que este marco provee. Palabras claves: asistencia musical, cuidado centrado en la persona, arte, musicoterapia, diez dominios de asistencia musicalGerman Teil 3 von 3: Zehn Bereiche von musikalischer Pflege: Ein Rahmen, um Musik im Canadischen Gesundheitsfürsorge zu verankernMusikpflege ist ein Ansatz zur Pflege, der es den therapeutischen Prinzipien von Musik erlaubt, über Pflegepraktiken sowohl in formalen Settings der Gesundheitsfürsorge und Einrichtungen oder ambulanten Zusammenhängen zu informieren – und damit eine wesentliche Rolle für eine beziehungsorientiertere und personenzentrierte Kultur in der Pflege schafft. Musik wird zusehends mehr in Gesundheitsfürsorgeeinrichtungen als eine effektive psychosoziale und biomedizinische Intervention anerkannt, die viele Aspekte der Lebensqualität (QoL) erhöht.Zur Zeit gibt es in Canada eigentlich keine Standardisierung, wie Musik am besten in individuelle Pflegeziele und Pflegesettings zu integrieren ist. Auch gibt es eine Lücke, in Praxisstilen und –bereichen, um Modelle von Leistungen der Musikpflege einzuordnen, obwohl eine wachsende Anzahl von Literatur den wichtigen Einfluss von Musik in der Gesundheitsfürsorge unterstützt. Ein konzeptueller Rahmen, um Musikpflege zu verstehen und wie sie einzuordnen ist, ist ein nützliches und aktuelles Mittel, um diese Diskrepanz anzugehen. Ein signifikanter Teil in dem Musikpflegeansatz ist ein konzeptueller Rahmen, der zehn Bereiche der Anwendung beschreibt. Dieser Artikel ist der dritte in einer dreiteiligen Serie über Theorie und Anwendung eines Rahmens der Musikpflege. Musik wird zusehends mehr in Gesundheitsfürsorgeeinrichtungen als eine effektive psychosoziale und rehabilitative Intervention anerkannt, die viele Aspekte der Lebensqualität (QoL) erhöht. Es gibt wenig Standardisierung, wie Musik am besten in individuelle Pflegeziele und Pflegesettings zu integrieren ist. Weil es eben keine Standardisierung gibt, haben sich die Autoren vorgenommen, einen konzeptuellen Rahmen für Musikpflege zu entwickeln, damit die verschiedenen Praxisbereiche voneinander unterschieden und neue Möglichkeiten, die Musikpflege zu optimieren, bestimmt werden können. Während die erste Studie dieser Serie die Optimierung der Musikpflege in Langzeiteinrichtungen in Canada untersuchte [1], war der Zweck für die zweite Studie zu untersuchen, wie Musik in komplexen Dauerpflegeeinrichtungen optimiert werden könnte, wobei eine dieser Einrichtung in Ontario, Canada als Untersuchungsort diente [2].Die Zehn Bereiche der Musikpflege, die in dieser Studie präsentiert werden, können sowohl als Forschungstool wie auch als durchführbares, einklagbares Tool für Gesundheitsfürsorger, Manager und Entscheidungsträger dienen. Dieser Artikel diskutiert die zehn Bereiche der Anwendung der Musikpflege, die Notwendigkeit eines konzeptuellen Rahmens für Musikpflege, und die Zusammenhänge und Anwendungen, die dieser Rahmen bereitstellt.Keywords: Musikpflege; personenzentrierte Pflege, Musiktherapie, zehn Bereiche der MusikpflegeItalianParte 3 di 3: Dieci Domini di Cura con la Musica: Un Modulo per Introdurre la Musica nei Sistemi Sanitari CanadesiLa cura con la musica è un approccio che si sta sviluppando nella cura che permette ai principi terapeutici della musica di informare le practiche sia nell’ambiente sanitaria formale che in contesti communitari o delle pratiche fatte da casa, e creare un ruolo di integrazione per uno sviluppo delle culture piú relazionale e piú incentrato su una cura sulla persona. La musica è sempre piú riconosciuta nelle comunitá di assistenza sanitaria come un efficace intervento psicosociale e biomedico in aumento. Attualmente in Canada c’è poca standardizzazione su come la musica puó essere meglio integrata I obbiettivi di cura individuali e in ambiti di cura. C’è anche un vuoto nel linguaggio regolamentato o in ambiti di pratica per la localizzazione di tipi di cura con la musica, anche se c’è una crescente materiale di letteratura che sostiene l’importanza della musica nella cura sanitaria. Un modulo concettuale per la comprenzione della cura con la musica e come viene effettuata è uno stumento utile e tempestivo per affrontare questa discrepanza. Una parte simportante del metodo di cura con la musica è un modulo concettuale che descrive dieci domini di consegna. Questo articolo è il terzo di una serie in tre parti sulla teoria e le applicazioni di un modulo di cura con la musica. La musica è sempre piú riconosciuta nella comunità di assistenza sanitaria come un efficace intervento psicosociale e riabilitativo, aumentando molti aspetti della qualità della vita. C’è poca standardizzazione su come la musica può essere meglio integrata in obbiettivi di cura individuali e ambienti sanitari. Mentre il primo studio di questa serie ha esaminato l’ottimizzazione delle cure con la musica nelle strutture di assistenza a lungo termine Canadesi [[i]], lo scopo del secondo studio ha eslorato come la musica può essere ottimizzata in complessi ambienti di assistenza continua, utilizzando un impianto I Ontario, Canada, come sito di esclorazione. (2)I Dieci Domini di Cura con la Musica presentato in questo studio può essere utilizzato sia come strumento di ricerca che come stumento pratico, come strumento operativo per gli operatori sanitari, manager e coloro che fanno le decisioni. L’articolo discute I dieci domini della cura con la musica, il bisogno di un modulo concettuale della cura con la musica, e le implicazioni e applicazioni che procura il modulo.Parole Chiave: cura con la musica, cura sulla persona, musicoterapia, dieci domini della cura con la musica Chinese音樂照護是一種發展中的照護方式,能夠讓音樂的治療原則運用在正規的醫療照護場所以及社區或居家照護,並在發展重視關係、以人為本的照護文化中扮演不可或缺的角色。以音樂作為心理社會以及生理醫學的有效處遇方式,在健康照護領域逐漸被認可,且能增加各層面的生活品質。最近加拿大正針對如何將音樂最佳的在照護場域中融入個人照護目標制定標準。目前音樂在照護場域的運用缺少正規的詞彙和定位音樂照護提供的實踐範圍。透過越來越多的文獻支持音樂在照護場域的重要影響,藉由此一概念性的架構來了解音樂照護,並以此有益而即時的工具來解決矛盾。 在音樂照護方法中一個很重要的部分為論述十種可提供的照護領域的概念架構。本文是三篇音樂照護概念理論與應用系列文章當中的第三篇。在健康照護領域,音樂逐漸被認定為是有效的物理與復健介入,並促進多方面的生活品質。關於音樂如何最佳的被融入個人照護目標或照護機構中則幾乎沒有任何標準。由於缺少了這樣的標準,作者於是發展出音樂照護的概念架構,如此一來,便得以區隔各種不同範疇的音樂照護並界定出最理想化的實踐。本系列中的第一篇評估了加拿大長期照護機構音樂照護的理想[[i]],而第二篇的目的則實地考察加拿大安大略省的一個機構,探討音樂如何最佳的被運用在複合式照護環境中(2)。在最近的研究中所提到的十種音樂照護領域可同時作為研究工具方法,並提供臨床照顧者、經營者以及決策者可用的方法。本文討論了十種音樂照護的領域,對音樂照護概念架構的需求,以及此架構的影響與應用。 JapanesePart 3 of 3: ミュージックケアにおける10の領域: カナダのヘルスケア施設に音楽を提供する枠組み ミュージックケアは、音楽の治療的原理を用いてヘルスケア施設やコミュニティおよび在宅介護で、療法的活動を行う開発途中のアプローチである。ケア提供において、対人関係を促し、パーソンセンタードな文化を向上させる重要な役割も果たしている。音楽は、心理社会的および生物医学的な介入におけるQOL(生活/生命の質)を向上させる効果的な方法として、ヘルスケア領域で認められるようになってきた。カナダでは、個別ケアの目的と実践の中に音楽がいかに統合され得るかについて、まだ最良の形態で標準化されていない現状がある。また、ヘルスケアにおける音楽の重要な効果に関する文献は顕著に増加しているものの、ミュージックケアの実践に関する用語や介護分類を表す言語が欠けているといえるであろう。ミュージックケアを理解しいかに提供するかという概念的枠組みを考えることは、上述の不足を 解決するためにも、有益である。ミュージックケアアプローチにおける重要な側面として、実践における10の領域の概念的枠組みがある。本論文は、ミュージックケアの枠組みにおける理論と実践について書いた3部シリーズの第3部である。音楽は、心理社会的およびリハビリテーション医学的な介入におけるQOL(生活/生命の質)を向上させる効果的な方法として、ヘルスケア領域で認められるようになってきた。個別ケアの目的と実践の中に音楽がいかに統合され得るかについて、まだ最良の形態で標準化されていない現状がある。このような標準化の不足をふまえ、筆者達はミュージックケアの概念的枠組みを展開することにし、それによって様々な音楽を活用した活動との違いを明らかにし、ケアにおける音楽の適正な利用法の新しい可能性と役割を検証した。この研究の第1部では、カナダの長期ケア施設におけるミュージックケアの適正な活用法について考察し [[i]]、第2部ではカナダ・オンタリオにおける複合施設という状況下での音楽の適正な応用について探索した(2)。 本研究におけるミュージックケアにおける10の領域は、研究ツールとしても実践および活動ツールとしても、ヘルスケア提供者、管理者など治療を提供することを決定するすべての専門職が応用できるものとなっている。本論では、ミュージックケアの実践における10の領域、ミュージックケアの概念的枠組みに対するニーズ、そしてこの枠組みが提供する実践と応用について考察する。 キーワード:ミュージックケア、パーソンセンタードケア、音楽療法、ミュージックケアにおける10の領域 KoreanPart 3 of 3: 음악 치료의 10가지 영역: 캐나다 건강관리 환경에서 음악을 전달할 수 있는 체계음악 치료는 발전하고 있는 치료 접근법이며, 음악 치료 원칙들이 정규 의료 환경과 공동체(커뮤니티) 또는 가정에서 치료 관행을 알리고, 보다 관계 중심적이고 사람 중심적인 치료 문화를 개발하는 데 있어서 중요한 역할을 만들 수 있도록 만들어준다. 의료 사회에서 음악은 점점 효과적인 심리사회적, 생물의학적 중재 방법으로 인식되고 있으며, 삶의 질에 여러 가지 측면들을 증가시키고 있다. 현재 캐나다에는 음악을 개별 치료 목표와 치료 환경에 가장 잘 통합시킬 수 있는 방법에 대한 표준이 거의 없다.비록 점점 더 많은 문헌들이 건강관리에 음악이 끼치는 중요한 영향들을 뒷받침 해주고 있지만, 음악 치료 제공의 유형을 찾아내는 데 필요한 언어 및 관행 범위에는 여전히 빈틈이 있다. 음악 치료와 그것을 전달하는 방법을 이해하기 위한 개념적 토대는 이런 빈틈을 해결하는 데 유익한 도구이다. 음악 치료 접근법의 중요한 부분은 10가지 전달 영역을 설명하는 개념 체계이다. 본 연구는 음악 치료 체계의 이론과 적용에 대한 3가지 시리즈 가운데 세 번째 이다.음악은 의료 사회에서 삶의 질의 여러 측면들을 증진시켜주는 효과적인 심리 사회 및 재활 중재 방법으로 점점 더 인정을 받고 있다. 음악을 개별 치료 목표와 치료 환경에 가장 잘 통합시킬 수 있는 방법에 대한 표준화는 거의 없다. 저자들은 음악을 통합하는 관행의 다양한 범위를 구분하고 치료에 있어서 음악을 최적화시킬 수 있는 새로운 가능성을 확인할 수 있도록 제안한다. 또한 저자들이 음악 치료의 개념적 토대를 개발하게 만든 목적 역시 이러한 표준화의 부재에 대한 대안을 제시하고자 함이다. 이 시리즈 중 첫 번째 연구는 캐나다 장기 요양 시설에서의 음악 치료 최적화에 대해 조사한 반면, 두 번째 연구는 조사 현장으로 캐나다 Ontario에 있는 그런 시설 한 곳을 이용해서 음악을 복합한 지속 치료 환경에서 최적화 시킬 수 있는 방법을 조사했다. 의료 제공자, 관리자들, 의사 결정자들은 본 연구에서 제시한 음악 치료의 10가지 영역을 실용적인 도구이자 연구 도구로 사용할 수 있다. 본 논문은 음악 치료 전달의 10가지 영역, 음악 치료의 개념적 토대 필요성 및 그 토대가 제공하는 의의와 적용점 등에 대해 논의할 것이다. 키워드: 음악돌봄(music care), 사람 중심 치료, 건강 예술, 음악치료, 음악치료의 10가지 영역
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Brignardello, Enrico. « Onco-ematologia in età giovanile : come chemioterapia e radioterapia hanno modificato la storia naturale ». Cardiologia Ambulatoriale, 30 novembre 2020, 209–12. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-12.

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Oggi un bambino o un adolescente che si ammala di tumore ha una probabilità di “guarire” (intesa come sopravvivenza a 5 anni) > 80%. Questo innegabile successo dell’oncologia pediatrica ha però un “prezzo”, che si paga in termini di tossicità tardiva delle cure (i cosiddetti late effects delle terapie antitumorali). Le complicanze tardive cardio-vascolari, che sono certamente molto rilevanti sul piano clinico, devono perciò essere inquadrate e gestite nel conte-sto molto più ampio di questi late effects. Il monitoraggio clinico a lungo termine dei giovani adulti curati per tumore richiede infatti il coinvolgimento di molti specialisti d’organo (fra cui il cardiologo), la cui attività deve essere coordinata da un medico esperto in late effects, secondo un programma di follow-up personalizzato in funzione delle pregresse terapie oncologiche.
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Le Méné, Jean-Marie. « Etica sanitaria e gestione della salute mondiale ». Medicina e Morale 54, no 4 (30 août 2005). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2005.382.

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La gestione dei sistemi sanitari appare regolata prevalentemente dal binomio domanda e offerta che sta alla base di tutte le teorie economiche. Gli elementi di tale binomio condizionano in maniera assai differente, però, i programmi sanitari del Nord e del Sud del mondo. Analizzando la situazione della sanità mondiale, l’Autore mette in evidenza come nel mondo sviluppato, infatti, la domanda sanitaria stia gradualmente cambiando e si stia orientando verso nuovi bisogni che, seppure non specificatamente medici, sono fatti rientrare nel mondo della salute, portando ad un sempre maggiore aumento delle spese. Se, quindi, nei paesi industrializzati è la domanda il vero motore delle politiche sanitarie, nei paesi in via di sviluppo, invece, è l’offerta a penalizzare la gestione della sanità. I vari programmi sanitari adottati in questi paesi negli ultimi cinquant’anni, volti ad assicurare l’accesso della popolazione ad un livello minimo di cure, sono infatti falliti perché basati su modelli di assistenza sanitaria elaborati solo idealmente, ma inappropriati e insufficienti nella realtà. L’Autore individua l’errore che sta alla base delle scelte operate dalle organizzazioni internazionali nell’inventare “modelli” ideologici ed imporli agli stati beneficiari, senza tenere sufficientemente in considerazione il bene della persona. ---------- Health systems’ management seems to be regulated prevalently by the supply and demand binomial which is the basis of all economics theories. The elements of this binomial condition very differently, however, the health programs of North and South of the world. Analysing the world health situation, the Author points out how health demand of developed countries is gradually changing and is tending toward new needs which, though not specifically medical, are included in health circles, bringing forth a greater and greater expenses increasing. So, if demand is the real driver behind the health policies in the industrialized countries, on the contrary, supply damages health management in developing countries. The different health programs adopted in these countries in the last fifty years, directed to assure population the access to a minimum care level, are indeed failed because based on health aid models just ideally worked out, but inadequate and insufficient in reality. The Author identifies the error in which the choices of the international organizations are based on, in inventing ideological “models” and imposing them on the beneficiary states, not holding in due consideration the good of the person.
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Fontanella, Guest Editors : A., G. Pentella, G. Bordin et F. Bertoncini. « La ricerca finalizzata in Area Medica : approfondimenti assistenziali dell’Associazione A.N.Í.M.O. » Italian Journal of Medicine, 11 juillet 2019, 1–62. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2019.5.

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Introduzione Il gruppo di ricerca dell’Associazione ANÍMO La ricerca infermieristica Obiettivo del lavoro Metodi Metodologia operativa e ambiti di attività I livelli di approfondimento metodologici Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo vescicale Approfondimento metodologico Evidence-Report il cateterismo venoso periferico a breve termine Approfondimento metodologico Evidence-Report il dolore cronico in medicina interna Risultati Evidence-Report: i risultati da Revisioni di Linee Guida Il cateterismo vescicale a permanenza Il cateterismo venoso periferico a breve termine La gestione del dolore cronico in medicina Evidence-Based Care-sheet: What we know e what we can do Le lipodistrofie associate alla pratica iniettiva La nutrizione nel paziente con polimorbilità Scompenso cardiaco e fine vita Terapia anticoagulante orale e processi educativi: il ruolo dell’infermiere La somministrazione di liquidi per via sottocutanea L’ictus cerebrale: rischi e prevenzione Focus di approfondimento, the most updated research La somministrazione dei farmaci per os in pazienti disfagici e/o portatori di SNG o PEG Il dolore cronico nei pazienti con disturbi cognitivi Le cadute negli anziani Il monitoraggio dei parametri vitali Il Lock dei cateteri venosi centrali: quale soluzione? Quali evidenze? La responsabilità del professionista infermiere nella terapia farmacologica La mancata aderenza alle prescrizioni: un problema da non sottovalutare in medicina interna La gestione della stipsi nelle degenze di area medica: ruolo dell’infermiere La malnutrizione in ospedale L’uso della contenzione è un indicatore di buona pratica assistenziale e di buona cultura? Riposo a letto o mobilizzazione precoce? L’uso delle checklist in area medica La flebite da infusione La sorveglianza infermieristica: una competenza necessaria in medicina interna Umidità e calore della miscela di aria nei trattamenti di ventilazione non invasiva: quali evidenze? Diabete, intervento educativo, ruolo dell’infermiere La terapia anticoagulante e il ruolo dell’infermiere: alcune evidenze Il ritorno dell’ipodermoclisi: quali evidenze? Gli aspetti assistenziali prevalenti nelle cure infermieristiche alla persona colpita da ictus Lo scompenso cardiaco: epidemiologia e interventi assistenziali Conclusioni Bibliografia
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Battimelli, Giuseppe. « Nutrizione ed Idratazione Artificiale (NIA) nei documenti di alcune società scientifiche : una riflessione bioetica ». Medicina e Morale 60, no 3 (30 juin 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.165.

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Alla luce di un approfondito esame di alcuni documenti ufficiali di due importanti società scientifiche, in particolare la SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) e la SINPE (Società Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale), riguardo la nutrizione e l’alimentazione artificiale, l’Autore cerca di dimostrare come per motivi di ordine scientifico, oltre che dal punto di vista etico, sia molto problematico inserire tali pratiche, indipendentemente dal fatto che esse siano considerate cure ordinarie o terapie mediche, nelle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), stante l’estrema diversità del quadro clinico e della evoluzione di alcune patologie. Questo porta a ritenere l’impossibilità pratica di manifestare questa volontà proprio perché nessuno è in grado di prevedere in quale particolare grave situazione clinica possa eventualmente venirsi a trovare in futuro. Infatti, dal punto di vista terapeutico, assistenziale e di monitoraggio biologico- strumentale esiste una notevole differenza tra un malato in Terapia Intensiva rispetto a un paziente oncologico (e se questi è in fase terminale) rispetto a una persona in stato vegetativo o altrimenti disabile. Si tratta di ammalati che richiedono “terapie” differenti, ma tutti abbisognevoli di identiche “cure” alla persona (pulizia, detersione delle piaghe, riscaldamento, mobilizzazione, controllo degli sfinteri). Riguardo alla nutrizione ed alimentazione artificiale, l’Autore ritiene che esse vadano sempre offerte, garantite e praticate, soprattutto ai gravi disabili, fino a che risultino efficaci ed utili e non si configurino come accanimento terapeutico. Dal punto di vista bioetico, si accetta da parte di tutti che la nutrizione ed alimentazione hanno un alto valore umano e simbolico e nella valutazione dell’opportunità di praticarle o sospenderle si rivendica un forte potere decisionale del medico, il quale valuta su parametri scientifici e mai su un giudizio etico personale o condizionato da una valutazione di altri sulla qualità della vita del paziente. ---------- In the light of a thorough review of some official documents by two important scientific societies, especially the SIAARTI (Italian Society of Anesthesia Reanimation and Intensive Care) and the SINPE (Italian Society of Parenteral and Enteral Nutrition), about artificial nutrition and hydration, the author tries to demonstrate how for scientific reasons, as well as from the ethical point of view, it is very difficult to incorporate these practices, regardless of whether they are considered ordinary care or medical therapies, into the Advance health care directives, given the great difference of the clinical picture and of the evolution of certain diseases. This leads to consider that it is pratically impossible to express this desire just because nobody can predict in what particular serious medical condition may possibly find herself/himself in the future. In fact, in terms of therapeutic, care and biological-instrumental monitoring there is a great difference between a patient in the ICU and a cancer patient (and if she/he is in terminal phase) compared to a person in a vegetative state or otherwise disabled. They are sick persons who need different “therapies”, but the same care (cleaning, wounds cleansing, warming, mobilization, bowel control). As for artificial nutrition and hydration, the Author believes that they should always be offered, guaranteed and practiced, especially to severely disabled until they are effective and useful and don’t take the shape of over treatment. From the perspective of bioethics, everybody accepts that nutrition hydratation and nutrition have a high human and symbolic value and considering whether to practice or to suspend them, it is claimed a strong decisionmaking power of the physician, who assesses on scientific parameters and never on a personal ethical judgment or conditioned by the evaluation of other people on the life quality of the patient.
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