Littérature scientifique sur le sujet « Sistema delle piazze »

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Articles de revues sur le sujet "Sistema delle piazze"

1

Mazzucotelli, Francesco. « FRAGMENTS OF LEBANON : SECTARIANISM AND THE FINANCIAL CRISIS ». Il Politico 252, no 1 (22 juin 2020) : 24–42. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.295.

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Résumé :
L’attuale crisi finanziaria libanese è per molti versi il risultato di un sistema politico clientelare, rivestito di narrazioni e di rivendicazioni confessionali, che ha utilizzato le risorse pubbliche in cambio di un instabile supporto. L’articolo prende in considerazione il default del marzo 2020 nel quadro del dibattito sulla fragilità dello stato libanese e la natura del sistema confessionalista. La fragilità delle istituzioni pubbliche libanesi è stata spesso convenientemente spiegata come l’effetto di fattori esterni, ultimo tra i quali il fardello rappresentato dai rifugiati della guerra civile siriana, o come il risultato delle frammentazioni religiose. L’articolo inquadra la crisi in corso all’intersezione tra il collasso di un sistema neopatrimoniale di rendite legate alle economie del Golfo e la crisi di legittimità delle élites politiche locali. La combinazione di tutti questi fattori esaspera i meccanismi di impoverimento della maggioranza della popolazione, e particolarmente della sua classe media, che rimane esposta a meccanismi confessionali di clientelismo, disciplina e controllo. Il paradosso dell’attuale crisi è che essa sta rafforzando le fondamenta del sistema che è all’origine dei meccanismi di indebitamento e di insostenibilità finanziaria. Dopo essere state messe sotto pressione dalle manifestazioni di piazza negli ultimi mesi del 2019, la pandemia di Covid-19 sta offrendo alle élites politiche la possibilità di riaffermare il proprio controllo egemonico sui propri territori e settori sociali di riferimento.
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2

Barbagallo, Sebastiano. « La difesa ecosostenibile delle colture agrarie ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382/SFE (22 décembre 2019) : DECA1—DECA4. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.78.

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Résumé :
Viene presentata una sintesi introduttiva alla lotta integrata per la difesa delle piante dai loro parassiti animali. Il metodo viene prospettato, ormai su scala mondiale, quale ineludibile sistema di intervento per frenare la facile unilateralità della lotta chimica ad oltranza e a sostegno di una agricoltura ecosostenibile. Si suggerisce pertanto il ricorso prioritario, ogni qualvolta applicabile, ai metodi colturali (inclusa la resistenza delle piante), fisici, biologici e biotecnici, limitando l’applicazione dei mezzi chimici (oculatamente scelti) ai soli casi di comprovata esigenza, come peraltro dettato dalla normativa comunitaria e nazionale vigente.
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3

Franco, Andrea. « Bystree, Vyse, Sil'nee : lo sport russo e sovietico dalle origini al disgelo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 207–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002011.

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Résumé :
Il presente articolo prende in esame alcuni aspetti rilevanti della storia dello sport in Urss, risalendo fino alle lontane origini in epoca zarista, e analizza come il movimento sportivo si sviluppò in Unione Sovietica. Il saggio prende in esame l'evoluzione dell'approccio con cui il potere sovietico, nei suoi primi anni di vita, guardò allo sport, dapprima rinnegandone la dimensione agonistica, cui veniva preferito il movimento di massa, che veniva associato ad un solidarismo di matrice marxista-leninista. Nel corso degli anni successivi la politica sovietica nei confronti dello sport mutò varie volte di indirizzo: dapprima furono organizzate le Spartakiadi, le competizioni cui partecipavano i movimenti socialisti europei, mentre, nel corso della seconda metà degli anni Trenta, le grandi sfilate di ginnasti in Piazza Rossa doveva in qualche modo porre il movimento sportivo staliniano alla pari di quelli ostentati dal nazismo e dal fascismo. Solo nei primi anni Cinquanta, il movimento sovietico aderì al CIO, e quindi alle manifestazioni sportive internazionali, dando vita ad un braccio di ferro con gli Usa, nel quale la supremazia in ambito sportivo stava a significare la superiorità di un sistema ai danni di quello rivale. Il saggio analizza, poi, i valori dello sport sovietico, i miti e gli anti-miti, e il suo impatto nella cultura di massa, con una particolare attenzione in riferimento al quadriennio 1952-1956.
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4

Papi, Emanuele. « La turba inpia : artigiani e commercianti del Foro Romano e dintorni (I sec. a.C. – 64 d.C.) ». Journal of Roman Archaeology 15 (2002) : 45–62. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400013830.

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Résumé :
Chi avesse percorso la Sacra via tra gli ultimi decenni del I sec. a.C. e l'estate del 64 d.C. si sarebbe trovato in un profano e lussuoso quartiere commerciale: ori, argenti, perle e pietre preziose, aromi e spezie, primizie e cibi ricercati, strumenti musicali, libri, corone di fiori, cortigiane e prostitute — tutte le delizie della vita (come già ai Greci era piaciuto immaginarle) fornite dalla plebe urbana che qui gestiva il sistema di vendite al minuto più famoso e organizzato della città. Anche nelle altre zone intorno al Foro lo scenario non sarebbe stato diverso; nelle botteghe della piazza, lungo le strade circostanti e nei vicini edifici continuava il commercio di dispendiose mercanzie per una clientela di gusti ambiziosi e grandi disponibilità. La tradizione commerciale del luogo era molto antica e risaliva all'età dei re; stando alla tradizione, Tarquinio Prisco aveva per primo utilizzato la valle per attività pubbliche, facendo costruire appositi vani per artigianato e commercio (tabernae circa forum). Quando alla fine del VI sec. a.C. si impiantarono i quartieri della Sacra via, sul fronte degli isolati furono costruite una serie di botteghe tra le quali si aprivano gli ingressi alle domus. Nel periodo più remoto era lo smercio di prodotti alimentari, soprattutto le carni, l'attività primaria forse anche per la presenza di un mercato del bestiame collegato al Foro Boario (beccherie e beccai sono ricordati dal V sec. a.C). Fu negli ultimi decenni del IV sec. a.C. che un aspetto più conveniente (forensis dignitas) si sarebbe affermato per gli interventi di C. Maenius e per la trasformazione delle botteghe da lanienae in argentariae, da macellerie cioè in banchi di cambiavalute, usurai e banchieri, destinati a dominare la piazza fin agli inizi dell'Impero. I commerci più ordinari o le rivendite specializzate non dovettero scomparire del tutto almeno fino alla metà del II sec. a.C: alle tabernae argentariae si mescolavano i negozi di beccai e speziali, chiamati alla greca myropolae, i primi ricordati da Plauto e da Livio nel luogo della basilica Sempronia, i secondi soltanto da Plauto.
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Marengo, Enrico, Norberto Roveri et Dario Marengo. « Particelle nanostrutturate di idrossiapatite biomimetica come sistema di delivery di micro e macro elementi nelle colture biologiche ». BIO Web of Conferences 56 (2023) : 01003. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20235601003.

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Résumé :
Nanoparticelle biomimetiche di idrossiapatite drogate con ioni metallici (Cu, Fe, Mg, Zn, K) sono state utilizzate in formulazioni contenenti basse concentrazioni di rame (Cu) e zolfo (S) per controllare la peronospora (plasmopara viticola) e l'oidio (erysiphe necator) della vite. I formulati sono stati testati in campo sulla varietà di vino "Dolcetto" coltivata secondo tecniche di agricoltura biologica, e la loro efficacia è stata confrontata con prodotti commerciali contenenti miscela bordolese e zolfo. I dati indicano che le formulazioni contenenti bassi dosaggi di rame e zolfo possono essere trasportati in modo efficiente dalle nanoparticelle di idrossiapatite biomimetica e possono ridurre la presenza di micota sulle foglie della vite. Nessun residuo di rame e zolfo è stato rilevato in campioni di vino ottenuti da viti in cui è stata utilizzata l'idrossiapatite biomimetica. Il drogaggio di nanoparticelle di idrossiapatite biomimetica con metalli di transizione è un modo efficiente per fornire micro e macro-elementi alle piante a basso livello di dosaggio. Le formulazioni contenenti idrossiapatite funzionano anche come supporti a lento rilascio di macronutrienti come elementi di calcio e fosforo.
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Cassata, Francesco. « Campo gamma. Energia nucleare, Guerra fredda e circolazione transnazionale dei saperi scientifici in Italia (1955-1960) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 294 (décembre 2020) : 235–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa2.

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Résumé :
L'articolo prende in esame il programma di mutagenesi in agricoltura, realizzato dal Comitato nazionale per le ricerche nucleari, a partire dal 1955, attraverso la costituzione di uno specifico sistema tecnologico e sperimentale: il cosiddetto "campo gamma", un campo circolare con al centro un radioisotopo di Cobalto-60. Emettendo raggi gamma, il Cobalto-60 produceva mutazioni genetiche nelle piante collocate in cerchi concentrici attorno alla sorgente. Il campo gamma venne inaugurato nel gennaio 1960 all'interno del Centro studi nucleari della Casaccia, grazie a una fonte radioattiva resa disponibile dal governo statunitense nell'ambito del programma Atoms for Peace. L'articolo analizza, in primo luogo, come la circolazione transnazionale del modello statunitense di mutation breeding sia stata fondamentale nel processo di istituzionalizzazione della genetica agraria in Italia; in secondo luogo, l'articolo dimostra come la costruzione di un immaginario sociotecnologico incentrato sul campo gamma sia stata parte integrante di tale processo di demarcazione scientifico-disciplinare.
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Farina, Laura. « I Crisomelidi (Coleoptera ; Chrysomelidae) del Parco di Montevecchia e della Valle del Curone (Italia, Lombardia, provincia di Lecco) [Leaf beetles (Coleoptera Chrysomelidae) from Montevecchia and Curone Valley Natural Park (Italy, Lombardy, Lecco)] ». Natural History Sciences 2, no 2 (9 novembre 2015) : 61. http://dx.doi.org/10.4081/nhs.2015.233.

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Résumé :
<p>Vengono presentati i risultati di un’indagine faunistica condotta nel Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, localizzato all’estremità meridionale del sistema Sudalpino, in provincia di Lecco. Viene fornito un elenco delle 92 specie di Crisomelidi censite (tre delle quali risultano nuove per la fauna lombarda: <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>, <em>Dibolia</em> <em>femoralis</em>, <em>Crepidodera</em> <em>fulvicornis</em>) con indicazioni corologiche, fenologiche e la lista delle piante nutrici, ricavate in parte dalla letteratura e in parte da osservazioni sul campo. Vengono inoltre fornite alcune considerazioni sistematiche e biogeografiche relative alla specie <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>. Le raccolte sono state effettuate prevalentemente in 9 stazioni situate all’interno del parco regionale e selezionate in base a criteri fitosociologico-vegetazionali. L’analisi zoogeografica mostra che il gruppo corologico maggiormente rappresentato è quello delle specie ad ampia distribuzione nella regione Olartica (57 specie = 62%), seguito dagli elementi ad ampia distribuzione in Europa (26 specie = 28%), e nel bacino mediterraneo (5 specie = 6%); i gruppi delle specie afrotropicali e orientali presenti anche nell’area mediterranea sono rappresentati da una sola specie (<em>Chaetocnema</em> <em>hortensis</em>), i gruppi di origine Neartica invece sono rappresentati da tre specie (<em>Diabrotica virgifera, Ophraella communa, Leptinotarsa decemlineata</em>).</p><p> </p><p>This paper is the result of a faunistic research on the Chrysomelidae fauna of Montevecchia and Curone Valley Natural Park. The Park is located south of the Alps, in Lombardy, in the province of Lecco. The author provides a list of 92 species collected. Three of these are new for the Lombardy fauna: <em>Aphthona sicelidis,</em> <em>Dibolia</em> <em>femoralis</em> and <em>Crepidodera fulvicornis</em>. The paper contains chorological and phenological notes for many species and taxonomical remarks on <em>Aphthona</em> <em>sicelidis</em>. Most specimens have been collected in 9 sampling-sites placed inside the Park and selected according to physiognomic-vegetational criteria. The zoogeographical analysis shows that the list of species is dominated by Olarctic species (57 species = 62%), followed by European elements (26 species = 28%) and Mediterranean species (5 species = 6%). Afrotropical and Oriental species also present in the Mediterranean area are represented by a single species (<em>Chaetocnema hortensis</em>), the groups of Nearctic origin instead are represented by three species (<em>Diabrotica virgifera, Ophraella communa, Leptinotarsa decemlineata</em>).</p>
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Mazzei, João Roberto Fortes, Estevão Freire, Eduardo Gonçalves Serra, José Ronaldo de Macedo, Angélica Castanheira de Oliveira, Lucia Helena Pinto Bastos et Maria Helena Wohlers Morelli Cardoso. « Ricerca sul campo : un’analisi comparativa tra metodi convenzionali, biologici e sostenibili di produzione del pomodoro ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 16 février 2021, 125–46. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/ingegneria-ambientale-it/produzione-del-pomodoro.

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Résumé :
L’agricoltura rappresenta uno dei principali pilastri dell’economia brasiliana, la sua importanza è legata alla sicurezza alimentare e alla generazione di opportunità di lavoro. Tuttavia, è necessario avere una riflessione critica sulla sostenibilità della semina. Tra i diversi tipi di colture, il pomodoro si è distinto come uno dei frutti più piantati e consumati al mondo. Questo articolo fornisce una valutazione comparativa tra tre tipi di piantagione di pomodori: convenzionale, biologica e sostenibile (TOMATEC®), dalla preparazione del terreno alla commercializzazione sul mercato. Il lavoro è stato svolto nel nord dello stato di Rio de Janeiro, insieme a gruppi che producono i frutti in questi tre tipi di impianto. La metodologia si è basata su un questionario non strutturato, con risposte libere, applicato agli agricoltori della regione. Riteniamo che questo studio contribuirà all’orientamento della società attraverso i dati ottenuti da criteri di elaborazione delle informazioni seri. I principali risultati hanno mostrato, attraverso il sistema di impianto sostenibile di EMBRAPA (innovazione), che è possibile utilizzare pesticidi con consapevolezza ambientale e produrre frutti privi di residui. Le malattie, nel sistema convenzionale, sono controllate mediante l’applicazione di fungicidi e battericidi. Nella piantagione sostenibile viene utilizzata una miscela di detersivo fatto in casa con olio di soia, miscela bordolese, latte vaccino, fungicidi da contatto e fungicidi sistemici, e nel sistema di produzione biologico è comune non lasciare che la malattia si depositi nella pianta, attraverso il controllo preventivo della preparazione e protezione del suolo. Nella disinfestazione, il sistema convenzionale esegue l’applicazione di insetticidi composti da diversi principi attivi. Nel sistema organico, il controllo degli insetti è privilegiato bilanciando il suolo, con questo le piante acquisiscono una maggiore resistenza a malattie e parassiti. Nel sistema sostenibile non esiste un trattamento preventivo, ma curativo. I prezzi di mercato della frutta per le piantagioni convenzionali oscillano e dipendono dall’offerta, mentre i pomodori provenienti da sistemi biologici e sostenibili non oscillano. La produzione biologica non ha la capacità installata per soddisfare le richieste del mercato. Con questo, il sistema sostenibile ha guadagnato spazio nel mercato e si è espanso nel sud-est e nel sud del paese.
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Thèses sur le sujet "Sistema delle piazze"

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Novelli, Daniele. « Rilievo e restituzione della cosiddetta "Casa Colonica" a sud dell'area di Palazzo di Villa Adriana : domande aperte e considerazioni ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17909/.

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Résumé :
La tesi “Restituzione grafica della cosiddetta Casa Colonica a sud dell’area di Palazzo di Villa Adriana” si pone l'obiettivo di fornire una documentazione digitale della cosiddetta Casa Colonica mediante un modello tridimensionale realizzato con il software 3D Leica Geosystems Cyclone e l'estrazione da questo di elaborati tecnici significativi. La struttura della tesi segue le fasi del processo che a partire dal rilievo porta alla generazione di elaborati bidimensionali di documentazione tecnica di Beni Culturali, articolandosi in tre fasi ben distinte: la prima riguarda la ricerca storica della Villa imperiale, studiando approssimativamente l’intero complesso della villa per poi approfondire il caso di studio; la seconda riguarda la fase di rilievo spiegando la metodologia di rilievo, la strumentazione utilizzata e le varie operazioni svolte per ottenere il rilievo completo sotto forma di nuvola di punti; la terza riguarda la realizzazione degli elaborati: pianta della Casa Colonica; sezione longitudinale e trasversale. Non è secondaria la parte conclusiva di studio della pianta, per verificare le dimensioni di ogni singolo ambiente riferendole alla maglia compositiva basata sull’unità di misura romana, il piede (pes).
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Imperoli, Fausto. « Rilievo e documentazione di uno spazio tricliniare collocato a nord dei Giardini di Palazzo della Villa Adriana ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17851/.

Texte intégral
Résumé :
La tesi riguarda la documentazione e il rilievo digitale della zona Tricliniare, situata a nord dei giardini di palazzo Imperiale e adiacente alla Piazza d’Oro di Villa Adriana (Tivoli). L’obiettivo è documentare in forma digitale l’oggetto di studio con strumenti di rilievo evoluti, inquadrandolo nella zona circostante, per ricavarne successivamente planimetrie, piante e sezioni. Il lavoro è stato suddiviso in tre fasi: ricerca storica; ottimizzazione della metodologia di rilievo con laser scanner; estrazione e rielaborazione di elaborati tecnici 2D. L’attività di rilievo è stata suddivisa in tre fasi fondamentali: acquisizione dei dati (fase di campagna), elaborazione dei dati catturati e restituzione di elaborati bidimensionali (fase di post-produzione). Nella fase di post produzione sono state esportate tutte le scansioni ed eliminate le parti non necessarie alla documentazione. In seguito alla fase di elaborazione dei dati ed alla registrazione delle diverse scansioni necessarie per completare la zona di studio mediante i punti comuni, si è ottenuta una nuvola di punti densa globale descrittiva dell’intero complesso. Da questa sono state estratte le informazioni utili per produrre gli elaborati tecnici che descrivono l’area ottimizzati per la scala 1:100, per un totale di 4 disegni che rappresentano la planimetria del complesso con la vicina Piazza d’Oro. Una fase non trascurabile ha riguardato il confronto di questi elaborati con i rilievi eseguiti nel passato, che risulta originale in quanto la zona oggetto di tesi finora non era mai stata rilevata dettagliatamente.
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LO, BELLO CHIARA. « Architettura e obsolescenza nella città europea (1960-2015). Percorsi interpretativi, progetti e strategie per la costruzione dello spazio pubblico ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1031890.

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Résumé :
La ricerca sviluppa un percorso d’indagine sul rapporto tra il progetto di architettura dello spazio pubblico della città europea e la sua obsolescenza. Alcuni interventi contemporanei, frutto di un pensiero progettuale, già poco dopo la loro inaugurazione, risultano interessati da fenomeni di abban¬dono o sottoutilizzo, fallimentari, incapaci di intessere relazioni propositive con la città. Tali spazi non sono irrilevanti dato che nella città permangono e si stratificano, consumando suolo, denaro, energie fisiche e intellettuali, l’idea stessa dello spazio pubblico. La ricerca non solo propone la possibilità di riscrivere la storia di alcune opere dal punto di vista della loro ricezione, ma permette di riconoscere un tipo di obsolescenza legata ad interpretazioni poco attente della città e di attribuirne le ragioni alla mancata coincidenza tra modalità e strumenti di lettura del contesto e strumenti operativi utilizzati nel processo del progetto piuttosto che solo al degrado tecnico, funzionale, estetico, tecnolo¬gico, fisico, simbolico, programmato, dell’oggetto del progetto architettonico. Il carattere sperimentale della tesi ha consentito la definizione di un sistema di criteri atti a valutare tale fenomeno. La procedura critica individuata, che propone di colmare la diffusione ancora minima delle valutazioni post-occupative degli spazi pubblici, concentrandosi più sull’efficacia che sull’efficienza del progetto, è stata verificata mediante l’applicazione su casi studio (il Metropol Parasol a Siviglia, l’Esplanade Charles-De-Gaulle a Bordeaux-Mériadeck, il Sistema delle Piazze a Gibellina). Le indagini interdisciplinari realizzate sul campo hanno ricostruito i processi progettuali dalle prime volontà politiche alla fruizione dell’opera nel corso del tempo, attraverso la lettura dei differenti attori coinvolti (fruitore, progettista, istituzione) e l’analisi degli scarti tra le diverse fasi. L’architettura dello spazio pubblico, se manifesta inconsciamente il portato della società contemporanea, diviene non sol¬tanto un prodotto ma un sottoprodotto, un marcatore di defunti processi socio-economici: architetture concepite ‘per’ le vite di scarto e/o ‘da’ coscienze di scarto, attraverso processi progettuali e procedimenti burocratici che riflettono consapevolmente o inconsapevolmente tale natura. Riconoscendo il fenomeno dell’obsolescenza contemporanea come un sistema e non frutto di casualità, è possibile scardinarne il meccanismo. Introducendo nel processo del progetto un capitolo sulla valutazione post-occupativa è infatti possibile, durante ogni fase del processo del progetto, dare elementi di riflessione agli attori coinvolti e stabilire nuove modalità operative nella costruzione del progetto dello spazio pubblico.
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Actes de conférences sur le sujet "Sistema delle piazze"

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Raimondo, F. M., R. Schicchi et G. Domina. « Piante indigene e loro impiego nel recupero della biodiversità dei sistemi forestali siciliani ». Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.034.

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