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Articles de revues sur le sujet « Sistema a due livelli »

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Segatti, Paolo. « CHI SONO I MINISTRI IN SVEZIA, AUSTRIA E GRAN BRETAGNA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 2 (août 1988) : 259–86. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001220x.

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Résumé :
IntroduzioneNel 1966, in Norway: Numerical Democracy and Corporate Pluralism, Rokkan scriveva: «Il corporativismo del sistema di decision-making a due livelli è implicito e latente, non formale e istituzionalizzato … La sovrapposizione del personale, l'incrociarsi dei ruoli, le interdipendenze delle strategie ai 2 livelli creano complessi vincoli alle azioni dei partecipanti, e questi possono essere piò efficaci per l'integrazione del sistema di qualunque cornice formale del decision-making istituzionale».
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La Notte, Alessandra, et Luca Frappiccini. « Come strutturare un sistema di contabilitŕ ambientale per il territorio e gli enti locali. Una proposta di integrazione fra il sistema CLEAR e l'approccio NAMEA ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (avril 2010) : 87–107. http://dx.doi.org/10.3280/efe2009-003005.

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Résumé :
Negli ultimi decenni il concetto di contabilitŕ ambientale ha attraversato un notevole sviluppo dal punto di vista teorico, applicativo e nelle possibili utilizzazioni. Al momento presente da una parte, a livello macroeconomico, gli uffici statistici nazionali e comunitari assieme ad organizzazioni internazionali hanno lavorato ad un sistema di conti integrati economico-ambientali (SEEA) che ‘completa' attraverso conti satellite il sistema di contabilitŕ nazionale. Dall'altra parte iniziative locali, come Agenda 21, coordinate anche da organizzazioni internazionali, come ICLEI, hanno avviato una serie di sperimentazioni che introducono la rendicontazione sull'ambiente negli enti pubblici locali. Si tratta di due sistemi diversi che operano a diversi livelli instituzionali. Ci si chiede quindi se č possibile ed utile trovare fra essi un punto di incontro. Puň essere utile perchč, da una parte, a scala sub-regionale una contabilitŕ ambientale del territorio č del tutto assente e, dall'altra, sarebbe di aiuto una rigorosa base metodologica per la rendicontazione ambientale degli enti locali. Tale impostazione diventa possibile nel momento in cui si fa una chiara distinzione fra i moduli contabili veri e propri e gli indicatori da inserire nei documenti atti alla comunicazione. In questo lavoro si propone un sistema di integrazione fra i conti integrati economico- ambientali (SEEA) e il bilancio ambientale diffuso in molti comuni e province italiani (CLEAR). Nello specifico si presenta una possibile integrazione fra i dati NAMEA- emissioni in atmosfera e rifiuti e alcuni indicatori dei conti fisici CLEAR nella Provincia di Torino.
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3

Ballarino, Gabriele, et Hans Schadee. « Genere, origine sociale e disuguaglianza di istruzione nell'Italia contemporanea ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 170–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120009.

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Résumé :
Il lavoro studia l'andamento della disuguaglianza di opportunitŕ educative (Doe) di genere nell'Italia del secondo dopoguerra, e l'interazione tra questo e quello della Doe dipendente dalle origini sociali, intese sia come classe di origine che come livello d'istruzione dei genitori. Lo studio č condotto sui dati dell'Indagine nazionale sulla mobilitŕ sociale (1985) e dell'Indagine longitudinale sulle famiglie italiane (1997), e comprende 5 coorti di nascita decennali, dal 1920 al 1969. Si utilizza il modello logit cumulativo (logit ordinale) che consente di modellare insieme sia la disuguaglianza scolastica che l'espansione del sistema educativo. I risultati confermano in generale quanto giŕ noto in merito: la Doe di genere č diminuita, cosě come - in misura inferiore - quella legata all'origine sociale. Inoltre, le analisi mostrano che: a) la diminuzione della Doe di genere ha luogo ai livelli d'istruzione superiori, mentre nella scuola dell'obbligo persiste un vantaggio maschile; b) la diminuzione della Doe di genere č piů forte nelle classi agricole, dove le donne erano piů svantaggiate; c) a parte questo, la diminuzione č la stessa per tutte le classi di origine e per tutti i livelli d'istruzione delle famiglie di origine.
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Raddino, Riccardo, Angelica Cersosimo, Alfio Ernesto Bianchi et Antonio Maggi. « Effetti della malattia tiroidea sul sistema cardiovascolare ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (14 octobre 2021) : 115–22. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-2-4.

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Résumé :
Gli ormoni tiroidei hanno un impatto significativo sulla funzione e sulla struttura cardiaca. Gli effetti cardiaci intracellulari dell’ormone tiroideo T3 si esplicano attraverso due meccanismi: genomico e non genomico, mentre la definizione di ipertiroidismo o di ipotiroidismo si basa sui livelli sierici di TSH e di concentrazioni libere degli ormoni T3 e T4 (FT3, FT4).L’ipertiroidismo è caratterizzato da un aumento della frequenza cardiaca a riposo, del volume sanguigno, della gittata sistolica, della contrattilità miocardica, della frazione di eiezione e da un miglioramento del rilassamento diastolico. L’ipotiroidismo è associato a una ridotta gittata cardiaca a causa del ridotto rilassamento della muscolatura liscia vascolare e della ridotta disponibilità di ossido nitrico endoteliale con conseguente rigidità arteriosa, aumento della resistenza vascolare sistemica e minor ritorno venoso. In considerazione degli effetti dell’ormone T3 sui cardiomiociti e sulla fisiologia cardiovascolare e metabolica, sarebbe indicata una precoce ricerca sierica dei valori di TSH, FT3 e FT4 in tutti quei pazienti con disfunzione diastolica, fibrillazione atriale, PAH, blocchi atrioventricolari, così da garantire un trattamento precoce che può invertire l’evoluzione clinica e prevenire, così, il rischio di morte cardiovascolare.
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Fucci, Stefania. « Un diritto nel "labirinto" : la salute tra livelli essenziali di assistenza e costi standard ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (juillet 2012) : 69–87. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002004.

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Résumé :
La Costituzione italiana ha riconosciuto il diritto alla salute come diritto soggettivo, che si sostanzia in una pretesa da parte dei cittadini a ottenere prestazioni e servizi, e in un correlativo obbligo in capo allo Stato di fornirli. In Italia, le politiche sanitarie adottate a partire dal 1948 sono state di fatto il risultato del contemperamento di due differenti esigenze: il soddisfacimento, da un lato, di tale diritto soggettivo, e dall'altro, di obiettivi di politica economica. Il lavoro passa in rassegna i principali dettati normativi che hanno avuto a oggetto il sistema sanitario italiano a partire dalla legge 833/78, per giungere all'analisi e alla discussione del recente decreto legislativo (n. 68/2011) che dŕ attuazione al federalismo fiscale in ambito sanitario, al fine di mettere in evidenza gli aspetti che sembrano andare nella direzione del riconoscimento del diritto sostanziale, e quelli che possono, invece, impedirne il pieno soddisfacimento.
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Moretti, Marco, et Manuele Marsili. « Resilienza come apprendimento ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (octobre 2020) : 58–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002004.

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L'articolo approfondisce il tema della resilienza da un punto di vista interdiscipli-nare, psico-socio-economico, secondo il paradigma sistemico. Dopo una prima distinzione fra la resilienza dei sistemi chiusi e aperti, si delineano due approcci alla resilienza: conservativo e trasformativo. Per mettere ordine tra i vari costrutti di resilienza ed evidenziare quali interrelazioni vi siano tra questi processi sono indagate le modalità di intervento adottate in risposta agli shock e i fattori protettivi che favoriscono la resilienza nonostante le vulnerabilità e, in particolare, il "senso di coerenza". Gli autori, quindi, propongono un modello positivo sistemico basato sull'apprendimento in cui sono delineati quattro livelli di resilienza, di cui quella conservativa e trasformativa sono considerate forme di apprendimento distinte. Viene inoltre individuato un livello superiore, e piuttosto raro, di resilienza trasmutativa o evoluzionaria. Questo modello si propone non solo di raccordare, organizzare e dare senso alle diverse declinazioni del concetto in esame, ma prevede an-che la possibilità di accedere a livelli superiori della scala di resilienza. Quanto pro-posto potrebbe rappresentare uno stimolo ad incentivare la rivalutazione e la riorganizzazione, da parte del policy maker, dei vigenti modelli di governance. A que-sto proposito gli autori ritengono necessarie ulteriori ricerche, in particolare: appro-fondire le diverse modalità di accesso dai livelli inferiori a quelli superiori di resi-lienza, nonché le possibili declinazioni del modello proposto in modelli normativi. Dal momento che le sfide odierne si configurano sempre più come minacce di na-tura globale, esse impongono all'umanità un cambiamento epistemico e lo svilup-po di una resilienza che possa favorire un senso di identità comune basato sulla coscienza della comunità di destino umana.
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Marraffa, Massimo. « Jervis sul naturalismo darwiniano, la psicologia dinamica e i giochi di ultimatum ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (septembre 2010) : 335–44. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-003004.

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In questo commento viene criticata l'interpretazione che Cavallaro (2010) propone del libro di Jervis (2002) Individualismo e cooperazione. Psicologia della politica, sostenendo tre tesi. Primo, il naturalismo darwiniano č un complesso orientamento metodologico di cui la sociobiologia e la psicologia evoluzionistica rappresentano solo due incarnazioni parziali e controverse. Secondo, la distinzione fra il sistema motivazionale cooperativo e quello competitivo va collocata entro la cornice di un'antropologia che afferma la natura intrinsecamente sociale dell'individuo. Terzo, Jervis ritiene che la comprensione della dialettica fra cooperazione e competizione richieda spiegazioni su piů livelli, che tengano conto dell'inestricabile intreccio fra predisposizioni innate, invarianti relazionali formali e convenzioni culturali.
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Ignazi, Piero. « NUOVI E VECCHI PARTITI DI ESTREMA DESTRA IN EUROPA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 2 (août 1992) : 293–333. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018578.

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IntroduzioneI sistemi di partito dell'Europa occidentale stanno attraversando una fase di trasformazioni (Crewe and Denver 1985, Dalton, 1988, Daltonet al.1984, Daalder e Mair 1983, Mair 1984, 1989a, 1989b, Wolinetz 1988). Questa trasformazione è individuabile a due diversi livelli di analisi, elettorale e partitico.
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Lupoi, Sergio, et Adele Maria Rosaria Francavilla. « Quando i bambini fanno da scudo ai grandi. Imparare dall'esperienza : un percorso di co-crescita ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 36 (décembre 2012) : 25–40. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036002.

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In questo articolo gli autori, due terapeute e il loro supervisore, presentano un caso clinico di una famiglia monogenitoriale, madre e due bambini, seguito durante il periodo della formazione. Agli incontri di terapia partecipano anche i nonni materni, in quanto sono molto presenti nella gestione quotidiana dei bambini. In questo sistema sono i bambini a farsi carico dell'emotivitŕ di tutta la famiglia, svolgendo il ruolo di "barriera emotiva" con la funzione protettiva di impedire l'emergere di sentimenti dolorosi come rabbia, tristezza, paura, legati alla morte del papŕ. Il seguente lavoro si caratterizza per la riflessione sul processo terapeutico prendendo in considerazione i diversi livelli che si intersecano, con particolare attenzione agli isomorfismi, alla loro utilizzazione in senso evolutivo, al cambiamento della famiglia e delle terapeute e al coinvolgimento del supervisore.
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Alboreo, Carlo, Rossella Carneade, Annalisa Della Monica, Tatiana Bolgeo, Angela Carpentiere et Lucia Di Nardo. « Il nuovo codice colore per la valutazione della priorità nel triage infermieristico : studio pilota ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 63–70. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19427.

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Résumé :
INTRODUZIONE:Stante come il numero degli accessi dei pazienti in un dipartimento di emergenza (ED) non possa essere pianificato con precisione, le risorse disponibili possono essere talvolta sovraccariche ("affollamento"), con conseguenti rischi per la sicurezza dei pazienti. OBIETTIVO:L’obiettivo del presente studio è stato quello di valutare l’efficacia di nuovo sistema di valutazione di triage presso il Pronto Soccorso di un’azienda ospedaliera italiana. MATERIALI E METODI: Studio pilota a due bracci; assegnazione ai due gruppi (valutazione standard –codice a 4 vs valutazione sperimentale – codice 5 colori) attraverso randomizzazione semplice. Sono state confrontate le valutazioni infermieristiche al momento del triage di ammissione con quelle al momento della dimissione.RISULTATI:Sono stati arruolati 1060 soggetti con “dolore toracico non traumatico” e 960 inquadrati come “disturbi neurologici acuti”; l’adozione del nuovo codice colore ha permesso una valutazione corretta del grado di gravità in oltre l’86% dei casi “cardiologici” e il 93% dei casi “neurologici”; il metodo standard ha permesso una valutazione corretta inferiore all’83% nei casi cardiologici e al 77% in quelli neurologici.CONCLUSIONI:I risultati emersi depongono a favore del nuovo sistema valutazione in triage infermieristico a cinque livelli; approfondimenti su campioni più ampi sono auspicabili.
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Dapit, Roberto. « Relazioni semantiche tra lo Sloveno standard e i dialetti con riferimento alle lungue di interazione ». Linguistica 49, no 1 (29 décembre 2009) : 277–93. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.49.1.277-293.

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Il contributo si propone mettere a confronto, sul piano semantico, un corpus lessicale dialettale con le relative voci della lingua standard contemplate nello slovar slovenskega knjižnega jezika. Il tentativo di analisi semantica viene realizzato sulla base di nomi di luogo rilevati a Resia che, in questa sede, vengono classificati in varie categorie secondo il livello di convergenza individuato tra i due livelli linguistici. Oltre al resiano si tiene conto nella discussione anche di altre varietà, in particolare del dialetto del Torre e, a causa dell’intensa interazione, del friulano, da cui deri- vano numerosi toponimi; il tedesco invece ha svolto in questo senso un ruolo assai limitato.Secondo i risultati dell’analisi, la categoria più numerosa comprende voci che indicano un’ampia convergenza tra i livelli della lingua slovena (51,30%), mentre risulta piuttosto limitata la categoria della divergenza (9,67%); la categoria delle voci desemantizzate assume invece un peso maggiore (21,93%); i prestiti, provenienti quasi esclusivamente dall’ambito romanzo e prevalentemente friulano, compongono l’ultima e relativamente ampia categoria (17,10%).L’autore sottolinea inoltre la questione del rapporto instauratosi non soltanto tra i livelli linguistici ma anche tra questi e le lingue di interazione. Infatti, oltre a constatare che i tratti semantici individuati nei nomi di luogo resiani confermano, anche sul piano della semantica, una stretta relazione con la lingua standard, ovvero la lingua slovena centrale, pone l’accento sulla necessità di definire, anche attraverso un processo di analisi etimologica, alcuni altri aspetti. Si riferisce più precisamente alle caratteristiche semantiche del lessico appartenente a sistemi lingusitici che si sono sviluppati in una dimensione di interazione linguistica e culturale. L’accento viene posto infine sulla rilevanza dei dati riguardanti la storia del lessico auspicando una ricerca che tenga conto della diversità linguistica e delle relazioni tra le lingue. Un simile approccio infatti consentirebbe non soltanto di approfondire le conoscenze relative all’evoluzione della semantica e alla lessicografia, ma anche di comprendere una condizione in cui la convivenza di varie lingue e culture è destinata normalmente a svolgere, nel lungo periodo, un ruolo preminente.
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Raciti, Paolo, et Vera Paloma Vivaldi. « Le Competenze Socioemotive nella prospettiva dello sviluppo umano integrale e della pedagogia critica : una proposta di riconcettualizzazione pedagogicamente orientata e oltre la lettura funzionalista ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 2 (septembre 2022) : 61–77. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002005.

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Gli effetti della pandemia sui sistemi di relazione sociale e sul benessere emoti-vo degli individui hanno dato particolare rilevanza alle competenze socioemotive (CSE), riconosciute come componente chiave per il consolidamento di contesti in-clusivi e resilienti. In questo quadro, negli ultimi due anni, l'INAPP ha implementato attività di valutazione delle CSE e di accompagnamento ad azioni orientate al loro consolidamento in contesti e biografie caratterizzate da alti livelli di vulnerabi-lità.
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de Rienzo, Antonio. « Una misteriosa orchestra. Note sulle comunicazioni sub-simboliche e sulla loro rappresentabilità nel campo transferale ». STUDI JUNGHIANI, no 53 (juillet 2021) : 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2021oa12001.

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L'articolo si propone di valorizzare l'utilità clinica della dimensione corporea in seduta e la coerenza di tale atteggiamento analitico con alcune intuizioni epistemologiche di Jung e Bion. La psiche verrà considerata come un'unità complessa mente/corpo, dotata di molti livelli di funzionamento (sottosistemi) raggruppabili in tre grandi aree: corporea, affettiva, e di pensiero. Ognuna di queste aree si esprime con un linguaggio diverso e solo il lavoro di integrazione sincronica dei sottosistemi crea la sensazione di possedere un Sé coeso. La seduta analitica può essere vista come un incontro tra due sistemi complessi che si attivano reciprocamente, creando un campo transferale multidimensionale. Non ci sono significati nascosti che il paziente cercherebbe inconsciamente di occultare, ma livelli di esperienza non integrati tra loro. L'articolo si chiude con una vignetta clinica, che mostra un processo di integrazione parallela e sincronica di elementi sub-simbolici, processo che coinvolge tanto l'analista quanto il paziente. Tale integrazione amplia le prospettive relazionali e autoconoscitive di entrambi i soggetti.
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Murray, Harrison Alexandra. « Il modello a sandwich dell'azione terapeutica : "musica e danza" nella terapia con il bambino traumatizzato ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (septembre 2012) : 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-003002.

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Résumé :
Quest'articolo rappresenta un tentativo di integrare l'attuale teoria dello sviluppo e la teoria psicoanalitica, nello studio dell'azione terapeutica. Io spiego l'azione terapeutica come qualcosa che si svolge simultaneamente in domini multipli. Perciň, il "modello a sandwich" aggiunge due domini a quello di cui si occupa la teoria psicoanalitica. Questi domini aggiunti non descrivono il cambiamento in termini lineari, perché ubbidiscono ai principi generali dei sistemi non lineari. Essi tematizzano differenti livelli temporali. Invece di spiegare i cambiamenti che avvengono nel corso di minuti, ore e anni, descrivono quelli che avvengono in tempi molto lunghi e molto brevi: secoli, secondi e frazioni di secondo. I tempi molto lunghi descrivono, per esempio, la formazione dei fiumi. Quelli molto brevi, invece, descrivono i micro-processi di interazione della coppia analitica; una scala temporale molto piů breve rispetto ai tempi necessari per l'articolazione delle parole, pertanto un livello non verbale. Si tratta di quella che si potrebbe chiamare "la musica e la danza" dell'azione terapeutica. La mia tesi č che includere questi domini addizionali possa migliorare la comprensione dell'azione terapeutica.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati et Paolo Monti. « Divenire partner del team di cura : qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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Poggi, Stefano. « Conflitti d'identità. Pratiche, gestione e controllo delle identità nell'Italia napoleonica ». SOCIETÀ E STORIA, no 172 (juin 2021) : 287–320. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-172003.

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Di fronte allo sviluppo dello Stato amministrativo, i governi delle repubbliche Cisalpine/Italiana e del regno d'Italia elaborarono un sistema identificatorio statale autonomo dal modello francese. Il caso studio della città di Vicenza - capoluogo del dipartimento del Bacchiglione - permette di verificare l'effettiva applicazione di questo progetto politico a livello locale. Attraverso lo studio sistematico dell'archivio del commissariato di polizia di Vicenza emerge così un insieme di pratiche popolari e strategie di controllo distante dal sistema uniforme previsto dalla legislazione nazionale. Un modello duale, in cui i sistemi identificatori tradizionale e statale convivevano intrecciandosi e integrandosi. Un modello che rispecchiava due diverse concezioni di identità: una, promossa dallo Stato, rigida ed esterna alla società; l'altra, radicata nella mentalità degli attori storici, fluida e costantemente ridefinita.
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Kenda, Jana. « Il modello valenziale ». Journal for Foreign Languages 13, no 1 (27 décembre 2021) : 519–36. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.13.519-536.

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Résumé :
L’elaborazione della grammatica valenziale, che considera il verbo come l’elemento centrale e generatore della frase, predisposto a combinarsi con un certo numero di elementi per realizzare un’espressione minima di senso compiuto, trova applicazione anche nel contesto dell’insegnamento/apprendimento dell’italiano L2. L’articolo evidenzia i vantaggi glottodidattici del modello che sono rappresentati in primo luogo dall’importanza attribuita all’imprescindibile legame tra semantica e sintassi e alla correlazione tra frase e testo. In relazione a ciò, il discente impara a i) riflettere sugli elementi obbligatori e facoltativi della frase e a considerare i parametri con cui il verbo definisce e modifica la sua struttura argomentativa in funzione del suo significato e ii) trasformare i singoli elementi frasali da elementi nominali in frasi dipendenti. L’esercitazione sull’abilità di passaggio da un elemento nominale a uno frasale nella stessa funzione sintattica costituisce una importante risorsa didattica in quanto abitua l’apprendente a esprimere lo stesso concetto con strutture linguistiche differenti. L’articolo mette in evidenza l’utilità didattica e matetica della descrizione della frase secondo il modello valenziale anche per l’approccio all’analisi del testo in ottica della classificazione della tipologia testuale fondata sul grado di rigidità/elasticità dei testi: l’apprendente impara a misurare lo scarto tra la modalità di uso della lingua a livello di sistema (rappresentato dalla struttura della frase-tipo) e la modalità che appare negli enunciati dei testi reali illustrando lo stretto nesso tra queste due dimensioni della lingua. Il modello valenziale offre anche un valido supporto all’apprendimento sotto forma di rappresentazioni grafiche della frase per mezzo di cerchi radiali, che facilitano sia l’apprendimento dei postulati teorici che la pratica delle attività produttive degli studenti. La flessibilità del metodo lo rende compatibile con diversi livelli di conoscenza dell’italiano, diverse età e background culturali.
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Vitti, Emiliano. « Tanti piccoli Führer ? Il “peso” della decretazione personale nel governatorato generale di Polonia ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 419–49. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16894.

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Résumé :
Il sistema basato sulla dottrina politica nazionalsocialista non nacque accompagnato né da una base culturale giuridica propria, né con il presupposto di “appoggiarsi” allo Stato per poter riorganizzare la vita sociale ed economica tedesca. In effetti, furono i numerosi giuristi nazionalsocialisti ad elaborare una sorta di “struttura delle fonti giuridiche” che costituisse una riserva di strumenti giuridici da utilizzare per raggiungere un punto di “fusione” tra impianto istituzionale e dottrina politica di indirizzo.Gli effetti distorsivi che il nuovo “Diritto Nazionalsocialista” ebbe nella gestione dei territori, specie in quelli occupati durante la guerra, si manifestarono con maggiore intensità sul territorio polacco, o meglio su quella porzione di territorio rinominato Generalgouvernement für die besetzten polnischen Gebiete; sia negli alti livelli della Zivilverwaltung, sia nell’amministrazione dei distretti locali (Kreise), i personalismi dei funzionari si manifestarono con forza, anche grazie all’uso di forme di decretazione personale dotate di differente efficacia.L’obiettivo di questo scritto è porre in relazione gli strumenti giuridici di decretazione personale con l’operato dei molti “piccoli Führer” che operarono in una entità amministrativa atipica come il Governatorato generale di Polonia mostrando, talvolta prima conl’inadeguatezza che con la brutalità, il volto peggiore della Zivilverwaltung.
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Basile, G. « Semaglutide e dulaglutide : comparative effectiveness analysis e disparità nel Piano Terapeutico Regionale ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 105. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.5.

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Résumé :
OBIETTIVO DELLO STUDIO Si registra una evidente difformità nell’accesso ai nuovi farmaci nelle diverse regioni italiane. Per il clinico non è sempre semplice conciliare evidenze scientifiche e normative vigenti, soprattutto quando quelle regionali differiscono da quelle nazionali. Un caso emblematico è stato, prima della Nota 100 di AIFA, il Piano Terapeutico (PT) per la prescrizione dei GLP1-RA nella Regione Sicilia, che alla prima prescrizione durava 6 mesi per tutte le molecole, salvo che per semaglutide (4 mesi). Il nostro centro ha quindi analizzato i propri dati in un’ottica di comparative effectiveness per documentare se le disparità di PT trovano un riscontro pratico nell’impatto clinico dei due più recenti GLP1- RA disponibili. DISEGNO E METODI È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo. I dati dei primi 50 pazienti trattati con semaglutide sono stati confrontati con quelli dei primi 50 pazienti trattati con dulaglutide tra giugno e dicembre 2021. Sono stati quindi valutati i cambiamenti nei livelli medi di HbA1c, glicemia a digiuno (FBG) e peso dopo la prima e la seconda visita di follow-up, che cadevano, come da PT, a 6 e 12 mesi per dulaglutide e a 4 e 10 mesi per semaglutide. RISULTATI Al primo follow-up, l’HbA1c si era ridotta di -0,8% (IC95% -1,1;-0,5) con semaglutide e di -0,5% (IC95% -0,9;-0,2) con dulaglutide, raggiungendo livelli simili (circa 7,5%). La riduzione è stata significativa rispetto al baseline per entrambi i farmaci, nonostante la valutazione fosse più precoce per semaglutide, mentre il confronto tra i farmaci non ha evidenziato differenze statisticamente significative. Al secondo follow-up la riduzione di HbA1c è risultata di -1% in entrambi i gruppi, con differenze statisticamente significative rispetto al baseline ma nessuna differenza tra i gruppi. L’effectiveness è stata documentata anche sulla riduzione dei valori di FBG (fino a -51 mg/dl con semaglutide e -38 mg/dl con dulaglutide) e peso (circa -5 Kg con semaglutide e -3 Kg con dulaglutide), statisticamente significativa entro i gruppi sia al primo che al secondo follow-up, con riduzioni più marcate con semaglutide che con dulaglutide, ma senza differenze statisticamente significative tra i gruppi. CONCLUSIONI Questo studio conferma l’importanza strategica dei GLP1-RA nel migliorare gli outcome clinici dei soggetti con diabete di tipo 2 non controllato e solleva il problema della urgente necessità di rivedere in un’ottica di equità e valorizzazione dell’innovazione i criteri di accesso a farmaci innovativi, soprattutto se appartenenti ad una stessa classe terapeutica. PAROLE CHIAVE sistema regionale sanitario; semaglutide; dulaglutide; effectiveness; politica sanitaria.
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Bezzi, Roberto, Carla Farinazzo et Paolo Miragoli. « Capitolo 1 : Il Progetto di ricerca : motivazioni e generalità metodologiche ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (décembre 2002) : 4–7. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000186.

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Résumé :
La ricerca “Pattern di trattamento e costi nei Dipartimenti di Salute Mentale della Regione Lombardia”, che per brevità chiameremo HoNOS 2, rientra nei “Programmi Speciali” ex Art. 12 DL 502/92.La ricerca intende contribuire al dibattito su possibili modalità di finanziamento della psichiatria alternative al sistema tariffario per prestazione. Essa approfondisce, in un settore specifico, un problema che riguarda l'intero sistema sanitario e che sembra non avere ancora trovato una risposta definitiva soddisfacente.Nello scorso decennio il Servizio Sanitario Nazionale è passato, attraverso due fasi di generale riordino, governate a livello nazionale dai Decreti Legislativi 502/92 e 229/99, e ha conosciuto varie leggi regionali di riordino. Siamo solo all'inizio del nuovo decennio e già si preannunciano ulteriori modifiche sulla spinta dell'evoluzione federalista dello Stato.
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Patterson, Helen, et Martin Millett. « The Tiber Valley Project ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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Résumé :
IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Leonardi, M., et T. Penco. « Indicazioni attuali dell'angiografia diagnostica. Considerazioni tecnico-metodologiche : Angiografia tradizionale e digitale ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 3 (décembre 1988) : 251–55. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100307.

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Résumé :
L'angiografia digitale sottratta (ADS) si è confrontata fin dal suo primo apparire con i due problemi tecnici caratteristici della radiologia: risoluzione di contrasto e risoluzione spaziale, suscitando entusiasmi per la prima e perplessità per la seconda. II problema è stato più volte affrontato in questi anni, certo esaurientemente, ma per il continuo aggiornamento delle apparecchiature è necessario rivedere periodicamente le attuali possibilità e limiti, indispensabili per la corretta formulazione di protocolli di studio e di indicazione. Il confronto può essere fatto utilmente solo tra angiografia tradizionale (AT) e ADS arteriosa, in quanto presentano livelli di risoluzione spaziale vicini tra loro. La ADS venosa, che pure presenta vantaggi notevoli di ordine pratico e metodologico ha limiti di risoluzione spaziale notevoli rispetto alla AT; essa presenta un campo di impiego diverso, in quanto sfrutta al massimo le possibilità di risoluzione di contrasto del sistema ed un confronto con la AT è difficilmente proponibile in tema di pura qualità di immagine. La perdita di risoluzione spaziale (qualificabile intorno al 50% per condizioni operative standard) viene largamente compensata dalla possibilità di visualizzare strutture che presentano basse differenze di assorbimento Rx rispetto all'ambiente circostante. Va inoltre notato che per le condizioni operative ottimizzate la perdita di risoluzione spaziale della ADS è sicuramente piú evidente, ma bisogna tener conto dell'attuale utilizzo dell'indagine angiografica perché se la visualizzazione di vasi da 200/300 micron poteva essere importante nella diagnostica angiografica di neoplasia in epoca pre-TAC, attualmente ha perso gran parte della sua importanza. Una angiografia digitale è in grado di risolvere tutti i quesiti angiografici posti dopo la dimostrazione di massa fatta con TC o RMN.
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Betti, Marco. « Struttura produttiva e performance economiche del Sistema locale del lavoro di Thiene ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 1 (mars 2011) : 82–105. http://dx.doi.org/10.3280/rest2011-001003.

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Résumé :
Il paper analizza la relazione tra mutamento socio-politico locale e sviluppo economico in seguito alle trasformazioni politiche che hanno investito il Veneto. La nostra attenzione č concentrata sulle trasformazioni di medio e breve periodo nel distretto industriale di Thiene. Per rispondere al quesito sono state effettuate due analisi. La prima, di medio periodo, mette al centro la trasformazione della struttura produttiva nel decennio compreso tra il censimento del 1991 e quello del 2001. La seconda, invece, analizza le trasformazioni di breve periodo nel quinquennio 2001-2006: il fenomeno della terziarizzazione del distretto, con una particolare attenzione all'occupazione nei "servizi alle imprese". In un'ottica di medio periodo, l'immagine del Sistema locale del lavoro che emerge analizzando i dati del Censimento del 2001 non č molto diversa da quella del 1991. Cresce l'occupazione complessiva e rimangono stabili le specializzazioni produttive. Nel breve periodo, invece, prosegue sia l'erosione della base occupazionale nelle specializzazioni tipiche sia la crescita della terziarizzazione. Il Sistema locale del lavoro mostra una sostanziale tenuta dell'occupazione complessiva, con un incremento modesto di occupati. La riduzione dell'occupazione manifatturiera viene compensata dalla crescita degli occupati nei servizi, in particolare nel settore dei "servizi alle imprese". In un contesto di forte dinamismo a livello regionale, il distretto industriale di Thiene segue un trend di crescita di occupati che accomuna quasi tutti i sistemi locali regionali. Diminuisce l'occupazione manifatturiera, compensata dalla crescita degli addetti nei "servizi alle imprese", evidenziano un processo di "terziarizzazione complementare". In questo ambiente le imprese leader giocano un ruolo strategico creando un rete di subfornitura radicata nel territorio.
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Bartoletto, Silvana. « Energia e ambiente in Europa (1800-2010) ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (septembre 2011) : 59–78. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-002005.

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Résumé :
Il forte incremento dei consumi di energia e delle emissioni di CO2, la crescente dipendenza da aree molto instabili politicamente, l'aumento del prezzo dei combustibili fossili e il loro progressivo esaurimento sono problemi che mettono in evidenza l'insostenibilitŕ dell'attuale sistema energetico. E' stato nel corso degli ultimi due secoli che si č verificato un massiccio e continuo aumento del consumo di fonti energetiche non rinnovabili. Prima di questa importante trasformazione nel sistema energetico, tutte le forme impiegate di energia erano rinnovabili. Nel presente lavoro, dopo aver ricostruito l'attuale situazione energetica, si cercherŕ di analizzare i tempi e i modi del passaggio da fonti energetiche rinnovabili a fonti energetiche non rinnovabili. Lo scenario privilegiato sarŕ quello europeo, ma si farŕ continuo riferimento anche alla situazione esistente a livello mondiale. Verranno analizzati i consumi di energia in Europa in una prospettiva di lungo periodo, che va dagli inizi del XIX secolo fino ad oggi. Dopo aver analizzato l'evoluzione dei consumi sia in termini complessivi che pro capite, ci si soffermerŕ sulle modifiche nella struttura del bilancio energetico, evidenziando le differenze tra i diversi paesi europei nella transizione da un sistema energetico a un altro e le conseguenze in termini di emissioni di CO2.
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Basolo, Alessio, Paola Fierabracci et Ferruccio Santini. « Misurazione della spesa energetica mediante la camera metabolica nello studio dei fenotipi dell’obesità ». L'Endocrinologo 23, no 1 (12 janvier 2022) : 14–19. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-01007-y.

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Résumé :
SommarioLa capacità di modulare l’introito calorico in risposta ai cambiamenti della richiesta energetica è essenziale per la sopravvivenza dell’individuo. L’apparente spontaneità con cui decidiamo di alimentarci dipende da una complessa interazione tra percezioni visive olfattive e cognitive e il sistema nervoso centrale che integra a livello ipotalamico i segnali periferici relativi allo stato nutrizionale. La conservazione dell’equilibrio energetico può essere considerata un processo dinamico e, sotto controllo fisiologico ideale, le variazioni di un componente (spesa energetica) provocano cambiamenti compensatori biologici e/o comportamentali nell’altra parte del sistema (introito calorico) e viceversa. Nella vita di tutti i giorni un abbinamento così perfetto tra apporto energetico e dispendio energetico è difficilmente raggiungibile e il tessuto adiposo funge da deposito dinamico, proteggendo dalle inevitabili deviazioni dell’equazione di equilibrio. Recenti studi hanno dimostrato che la risposta adattativa della spesa energetica a differenti interventi dietetici (alimentazione eccessiva o restrizione calorica) identifica la presenza di due differenti fenotipi metabolici (“dissipatore” e “risparmiatore”). In questa rassegna verranno discussi i principi fondamentali dell’equazione del bilancio energetico e il loro metodo di misurazione mediante camera metabolica. Verranno inoltre descritti i due diversi fenotipi metabolici che possono indicare la propensione di un individuo a essere più o meno incline allo sviluppo dell’obesità.
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Skubic, Mitja. « Calchi di provenienza romanza nello sloveno occidentale ». Linguistica 37, no 1 (1 décembre 1997) : 99–106. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.37.1.99-106.

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Résumé :
Il calco è il processo linguistico dove, contrariamente al prestito, si imita solo il contenuto semantico dell'espressione in una lingua straniera, o anche in un dialetto della stessa lingua, se si tratta di un calco semantico; oppure dove si imita la struttura in un altro sistema linguistico, e in tal caso abbiamo a che fare con un calco sintattico, strutturale. Bruno Migliorini ha dedicato al problema del calco un succinto studio, dove delimita chiaramente i due processi linguistici: »La forma più elementare di scambio linguistico che consegue a una simbiosi più o meno profonda tra due comunità linguistiche è quella del prestito, cioè I'imitazione più o meno esatta di vocaboli altrui, nella loro forma e nel significato.« Il calco, invece,è per il Migliorini l'imitazione dello spirito informatore, e questo procedimento »implica un più alto livello culturale e un maggior grado di bilinguismo.«
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Costantini, Eleonora, et Luca Bonacini. « Organizzare i servizi nei processi di welfare territoriale. L'esperienza dell'Emilia-Romagna nell'offerta di servizi ai cittadini migranti ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2021) : 195–220. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002008.

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La scommessa di questo lavoro è di indagare come il sistema locale dei servizi sociali abbia reagito all'impatto dei flussi migratori, in un contesto regionale come l'Emilia-Romagna, descrivendo le principali dimensioni intorno alle quali si sono articolati i processi organizzativi nei nove comuni capoluogo. Come cioè sia avve-nuta l'integrazione tra i servizi specialistici rivolti a cittadini stranieri e il sistema dei servizi sociali generalisti. A seguito della riorganizzazione del welfare nazionale, infatti, i modi in cui i servizi si organizzano a livello territoriale è l'esito di due pro-cessi convergenti: l'integrazione tra le politiche rilevanti per il benessere dei cittadi-ni e il coordinamento dalla pluralità di attori - istituzionali e non - coinvolti o coin-volgibili nella governance di queste politiche. L'indagine copre il periodo della pro-grammazione sociale che va dal 2007 al 2017 e utilizza una base dati composta da interviste semi-strutturate a funzionari comunali e regionali (11) oltre che dai documenti amministrativi di natura progettuale e finanziaria, prodotti nell'ambito dei Paini di Zona. L'elaborazione è stata condotta utilizzando una Cluster Analy-sis sulla base di variabili ottenute attraverso la tecnica della Principal Component Analysis.
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Bertolini, Sonia. « Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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Corsetti, Renato, Maria A. Pinto et Maria Tolomeo. « Regularizing the regular ». Language Problems and Language Planning 28, no 3 (5 novembre 2004) : 261–82. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.28.3.04cor.

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This article deals with the phenomenon of overregularization in a language already extremely regular, i.e. Esperanto, in children who are learning it as their mother tongue together with one or two other national languages. It consists of an analysis of the diaries kept by Esperanto-speaking parents, tracing the development of five children who were brought up speaking Esperanto as one of their two or three mother-tongues. The children were all of European origin, and their ages ranged from one to five years. The different forms of overregularization have been subdivided into three levels of complexity based on the number and type of morpheme compositions used, and the degree of semantic elaboration. Detailed comments are provided on the forms and meanings of the various examples representing each level, showing the correlation between the age of the children and the growing complexity of the forms. This study can be seen as a first step towards a more systematic analysis of the typologies of overregularization specific to this category of early bilingual children and a better understanding of their language development profile. Sommario Regolarizzazione di una lingua regolare: Il fenomeno della iperregolarizzazione in bambini che parlano l’esperanto Questo articolo si occupa del fenomeno della iperregolarizzazione in una lingua già estremamente regolare, cioè l’esperanto, da parte di bambini che la stanno imparando come lingua materna insieme ad una o due altre lingue nazionali. Esso consiste in una analisi dei diari tenuti dai genitori esperantofoni, che registrano lo sviluppo di cinque bambini che sono stati allevati parlando in esperanto come una delle loro due o tre lingue materne. I bambini sono tutti di estrazione europea e le loro età vanno da uno a cinque anni. Le differenti forme di iperregolarizzazione sono state divise in tre livelli di complessità basati sul numero e sul tipo di combinazioni di morfemi e sul grado di elaborazione semantica. Vengono forniti commenti dettagliati sulle forme e sui significati dei vari esempi rappresentantivi di ogni livello, che mostrano la correlazione tra l’età dei bambini e la crescente complessità delle forme. Questo studio può essere visto come un primo passo vero una analisi più sistematica delle tipologie di iperregolarizzazione specifiche per questa categoria di bilingui precoci e verso una migliore comprensione del loro profilo di sviluppo linguistico. Resumo Reguligo de regula lingvo: La fenomeno de superreguligo en Esperanto-parolantaj infanoj Ĉi tiu artikolo temas pri la fenomeno de superreguligo en lingvo jam tre regula, tio estas Esperanto, fare de infanoj, kiuj lernadas ĝin kiel gepatran lingvon kune kun unu aŭ du aliaj naciaj lingvoj. Ĝi konsistas el analizo de la taglibroj verkitaj de esperantlingvaj gepatroj. La taglibroj raportas pri la lingva evoluo de kvin infanoj, kiuj kreskis, parolante en Esperanto kiel unu el la du aŭ tri lingvoj lernataj de la naskiĝo. La infanoj estas ĉiuj eŭropaj kaj iliaj aĝoj varias inter unu kaj kvin jaroj. La pluraj formoj de superreguligo estis dividitaj laŭ tri malsimplec-niveloj, kiuj baziĝas je la kvanto kaj la speco de morfem-kombinoj kaj je la grado de signifo-prilaborado aplikita. Oni liveras detalajn komentojn pri la unuopaj vort-formoj kaj pri la signifoj de la ekzemploj, kiuj reprezentas la unuopajn nivelojn. Ĉi tiuj ekzemploj montras kunvariadon de la aĝo de la infanoj kaj de la pliiĝanta malfacileco de la vortformoj. Ĉi tiu studo povas esti rigardata kiel unua paŝo al pli sistema esploro de la speco de superreguligoj tipaj por ĉi tiu speco de fruaj dulingvuloj kaj al pli bona kompreno de ilia lingvo-evoluo.
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Howe, Martin. « Reflections on the Italian Law for the Protection of Competition and the Market ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 135–45. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345081.

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Abstract La nuova legge italiana per la protezione della concorrenza e del mercato è oggetto di grande interesse nel Regno Unito, a motivo dell’intenzione del governo di modificare il sistema britannico di regolamentazione della concorrenza, soprattutto per quanto riguarda i cartelli.La nuova legge deve ancora essere presentata, ma un libro bianco è stato preparato dal governo.La necessità di cambiare la legislazione al riguardo è emersa, in parte, perché essa è piuttosto antica (la prima legge è del 1948) e per vari aspetti inefficace, ed in parte per la difficoltà di conciliarla con la regolamentazione comunitaria.L’industria britannica teme che la diversità tra sistema nazionale e sistema comunitario di tutela della concorrenza possa tradursi in procedure concorrenti e con risultati discordanti, cosa che metterebbe in svantaggio le imprese britanniche rispetto a quelle degli altri partners comunitari.È rimarchevole il fatto che la legge italiana sia non soltanto modellata sulla base della legge comunitaria, ma che essa affermi che la legge nazionale non sarà applicata quando la Comunità europea abbia giurisdizione.Nel Regno Unito, invece, si insiste sulla possibilità di compiere indagini a livello nazionale, pur accettando il primato della legislazione comunitaria, in caso di contrasto. Si ammette che pratiche o accordi vietati dalla Commissione non possono essere consentiti, ma si sostiene che possono essere vietati, a livello nazionale, accordi e pratiche ammessi a livello comunitario.Peraltro, l’apparentemente chiara distinzione contenuta nella legge italiana tra i compiti della legislazione nazionale e quelli della legislazione comunitaria rischia di venir meno tutte le volte che i due ordinamenti interpreteranno le leggi in modo diverso. Questa possibility era stata alla base dell’opposizione del Regno Unito al conferimento alla Commissione europea della giurisdizione esclusiva per le fusioni di «dimensione comunitaria».Il sistema britannico è basato sul concetto di «interesse pubblico», che è per sua natura impreciso, anche se esso viene applicato in modo pragmatico e flessibile, cosa da non sottovalutare se si tiene conto del fatto che in questo campo le opinioni convenzionalmente accolte possono cambiare.Vi sono tuttavia numerosi vantaggi in un sistema che, come quello italiano, è basato su proibizioni, e di essi tiene conto il libro bianco governativo: dà messaggi più chiari alle industrie su cosa sia consentito, conferisce poteri investigativi più precisi all’Autorità della concorrenza e può anche stabilire sanzioni per comportamenti illegali, con possibili effetti deterrenti.L’Autorità italiana dovrebbe dare assoluta priorità alla eliminazione degli accordi decisamente anti-concorrenziali, come quelli diretti alla fissazione dei prezzi, alle domande ed offerte concordate, ed alla suddivisione del mercato. Si tratta di accordi che hanno raramente una giustificazione di carattere efficientistico o di altra natura.I cartelli su cui è necessario concentrarsi sono quelli di carattere orizzontale, mentre i cartelli verticali non sembrano rilevanti, almeno di regola. Pertanto, l’avere inserito anche i cartelli verticali nella legislazione italiana (conformemente a quella europea) complica molto il lavoro dell’Autorità (a motivo dell’intenso lavoro burocratico che ne conseguira) senza effettivamente contribuire alla tutela della concorrenza, che potrebbe in questo caso avvenire attraverso il ricorso alla categoria dell’abuso di posizione dominante.Per quanto riguarda le concentrazioni, sebbene quelle orizzontali siano il modo più semplice mediante cui si può giungere all’abuso di posizione dominante, bisogna riconoscere che esse costituiscono una parte molto controversa della politica della concorrenza. Vi è il problema di stabilire le dimensioni della concentrazione da sottoporre a controllo, nonché quello della prevalenza di altre considerazioni, attinenti, per esempio, alla promozione dello sviluppo regionale, rispetto ai principii della concorrenza.A proposito delle concentrazioni, bisogna distinguere il caso in cui le attività in questione siano esposte alla concorrenza internazionale da quello in cui non lo siano. In quest’ultimo caso, gli effetti delle concentrazioni devono essere esaminati con attenzione maggiore, per verificare se possano aver luogo benefici sotto il profilo di una maggiore efficienza o sotto altri aspetti. Si tratta, comunque, di valutazioni molto complesse, che non possono risolversi con una semplice formula circa il tasso di concentrazione.La repressione dell’abuso di posizione dominante è indubbiamente una parte essenziale della legislazione per la tutela della concorrenza. Tale è quindi anche nel Regno Unito, dove peraltro l’inesistenza di proibizioni rende difficile ottenere effetti deterrenti. Peraltro, un limite all’accoglimento del sistema previsto dall’art. 86 del Trattato CEE (così come del corrispondente articolo 3 della legge italiana) è costituito dalla difficoltà di definire l’«impresa dominante” e, ancor più, l’«abuso», con la conseguenza che si rischia di rendere ancora più difficile la vita delle imprese, che si troverebbero di fronte al divieto di compiere atti «illegali” che non sono precisamente definiti.Sebbene siano state numerose nel Regno Unito le indagini in materia di abuso di posizione dominante, nella maggior parte dei casi esse hanno condotto alla conclusione della loro infondatezza. È probabile che l’Autorità italiana abbia esperienze analoghe.Per quanto possano essere diverse, da Paese a Paese, le leggi sulla concorrenza e gli stessi ordinamenti, nonché i sistemi economici e sociali, è sorprendente la somiglianza tra i problemi che le autorità responsabili della tutela della concorrenza si trovano di fronte.
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Laurenti, Andrea, Luca Orlandi et Mauro Panebianco. « Un nuovo ruolo per funzioni di controllo interno in azienda : il modello della Compliance integrata ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (septembre 2011) : 593–612. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-003010.

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Résumé :
Negli ultimi anni, l'evoluzione della normativa e la crescente complessitŕ dei prodotti di risparmio gestito hanno richiesto agli intermediari finanziari un maggiore sforzo nel presidio del rischio regolamentare e di conformitŕ, spingendoli ad istituire una funzione "permanente, efficace e indipendente" di Compliance, che sia adeguatamente integrata con la struttura di governance e le strutture di controllo tradizionali (Internal Audit e Risk management). La recente fase di crisi del risparmio gestito, dovuta alla perdita di fiducia da parte del risparmiatore ed all'esposizione alla concorrenza dei prodotti bancari ed assicurativi, sta spingendo le societŕ di gestione del risparmio verso una rinnovata attenzione alle esigenze degli stakeholder, che richiedono una maggiore tutela e piů elevati livelli di performance. Questi due elementi, ovvero l'evoluzione del quadro normativo in materia di modelli di controllo ed i rapporti con gli stakeholder intesi come l'universo dei clienti, dei dipendenti e della societŕ piů in generale, disegnano un nuovo scenario, nel quale la funzione di Compliance integrata diventa la guida imprescindibile nella catena del valore aziendale e nella gestione dei cambiamenti verso la riaffermazione del proprio brand, la tutela dei clienti ed il recupero della loro fiducia. Stiamo infatti assistendo ad una continua evoluzione dei sistemi di Governance, Risk e Compliance, che ha ormai reso obsoleto il modello tradizionale a favore di una visione di Compliance integrata ai processi operativi e di business, e quindi orientata alla creazione di valore, all'etica ed alla gestione dei rischi. La funzione di Compliance diventa in questo modo il mezzo piů efficace nella protezione contro il rischio reputazionale. Gli adeguamenti richiesti agli intermediari possono comportare oneri, ma non devono essere considerati solo come un obbligo stringente imposto dal Legislatore: portano infatti benefici tangibili e anche misurabili in termini di creazione di valore, fidelizzazione dei propri dipendenti e affermazione del brand sul mercato.
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Filandri, Marianna, Enrica Morlicchio et Emanuela Struffolino. « Povertà, lavoro e famiglia : una riflessione introduttiva ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 161 (décembre 2021) : 27–33. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161002.

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La povertà nonostante il lavoro rimane un problema rilevante e anzi in crescita. Ciò non è dovuto solo alle conseguenze economiche e sociali della pandemia, dal momento che tale tendenza era già chiaramente manifesta a partire dalla crisi del 2008. Da decenni milioni di famiglie in Europa (ma possiamo generalizzare ad altre aree geografiche) vivono in condizioni di povertà sebbene uno o più componenti siano di fatto parte del sistema occupazionale. Bisogna allora subito chiarire se parliamo di lavoro povero o di povertà delle famiglie di lavoratori. Questi concetti non sono solo analiticamente differenti, ma richiamano fenomeni non completamente sovrapponibili. Inoltre, essi hanno diverse implicazioni di policy. Nel saggio di introduzione alla Special Issue è analizzata la questione definitoria e sostanziale dei due lati del problema. Viene infatti argomentato come per un piano di intervento organico per contrastare la povertà da lavoro sono necessarie analisi approfondite che riconoscano la complessità del fenomeno guardando sia a bassi salari e limitata partecipazione al mercato del lavoro sia al nucleo famigliare, agli alti carichi familiari e al livello insufficiente di trasferimenti
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Paola, Cipolla, et Milena Jedlowski. « Applicazione del setting integrato "congiunto-disgiunto" : vincoli e possibilitŕ ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 35 (juillet 2012) : 29–44. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-035003.

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Dopo una breve analisi del setting come elemento della complessitŕ nel sistema terapeutico, le autrici intendono illustrare - attraverso la rilettura di un caso clinico - potenzialitŕ e rischi dell'introduzione di una forma di setting integrato congiunto-disgiunto. L'ipotesi che fa da sfondo al contributo č che, in alcuni casi, l'introduzione di tale setting possa permettere di lavorare su piů livelli contemporaneamente, evitando il rischio di interventi potenzialmente corretti da un punto di vista formale, ma che potrebbero rivelarsi contro-sistemici in un unico contesto. Specifici "incastri di lealtŕ" possono rappresentare un vincolo per la definizione di un setting unico, sia familiare che individuale, che potrebbe rendere difficile tener conto della complessitŕ dei livelli implicati. Ma proprio il riconoscimento di tale vincolo puň diventare l'opportunitŕ per definire un setting integrato, trasformandosi cosě in risorsa per avviare un processo terapeutico che possa rispettare la complessitŕ dei bisogni evolutivi dei singoli e del sistema e favorire la dialettica tra appartenenza e individuazione.
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Pergolizzi, Antonio, et Emanuela Somalvico. « Le bonifiche delle discariche in procedura di infrazione UE. Criticità, infiltrazioni criminali e proposte di policy ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (février 2022) : 68–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-002005.

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L'articolo passa in rassegna la lunga e complessa evoluzione, politica e normativa, delle procedure di bonifiche dei siti contaminati, individuando criticità, contraddizioni, opacità, lentezze e manifestazioni di illegalità. A livello generale, almeno due sono emerse come le principali criticità di sistema, che hanno fatto da freno alle attività concrete di bonifica: 1) criteri non idonei di scelta per l'identificazione del sito da bonificare; 2) errata ripartizione delle responsabilità tra gli enti territoriali, che spesso non hanno adeguati mezzi e risorse, soprattutto in termini di personale qualificato per rispondere a procedure così complesse. Anche da questa prospettiva, l'inquinamento diffuso provato anche dalla presenza dei siti da bonificare rappresentano il punto finale di un processo di sviluppo industriale e consumistico privo di regole e di limiti. Deregulation che è valsa per almeno un quarantennio, un ampio arco temporale in cui il territorio nazionale ha visto l'esplosione dei siti inquinati (di interesse nazionale, regionale o comunale), dove per almeno 200 casi l'Unione Europea ha addirittura aperto due distinte procedure d'infrazione. Procedure che sono costate all'Italia oltre 40 milioni, più una penalità semestrale iniziale di 42.800.000 euro. Per far fronte a questo salasso il 24 marzo 2017 il Governo dell'epoca ha costituto il Commissario Straordinario di Governo per svolgere la missione di bonifica e messa in sicurezza degli 81 siti di discarica abusivi sotto procedura di infrazione a seguito della Sentenza di condanna sanzionatoria della Corte di giustizia dell'Unione Europea del 2 dicembre 2014.
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Pacini, Luca. « La tutela dei minori e il ruolo dei Comuni ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (septembre 2020) : 67–75. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001007.

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L'articolo prende in esame il ruolo assegnato nel disegno istituzionale ai Comuni nella tutela dei minori, tenuto conto dell'articolazione del sistema di intervento intorno alle tre aree della Promozione, Prevenzione e Protezione. Tratta quindi di alcuni degli attuali profili critici del sistema: la necessaria creazione di un Fondo strutturale capace di assicurare livelli essenziali di intervento su dimensione nazionale, la qualificazione e stabilizzazione contrattuale di figure professionali, in specie gli assistenti sociali, operanti nel settore pubblico, i passi da compiere in direzione dell'integrazione sociosanitaria.
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Oates, Wallace E. « On the Welfare Gains from Fiscal Decentralization ». Journal of Public Finance and Public Choice 15, no 2 (1 octobre 1997) : 83–92. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782833.

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Abstract Questo lavoro esplora i vantaggi in termini di benessere derivanti dalla decentralizzazione in un sistema di governo a livelli multipli. L’analisi rivela che nei casi in cui le differenze in output locali efficienti risiedano nella domanda locale, i potenziali vantaggi in benessere dovuti alia decentralizzazione variano con l’entità di queste divergenze nella domanda e con il valore del coefficiente angolare (in termini assoluti) della curva di domanda. Al contrario, se la fonte delle differenze nei livelli efficienti dell’output locale risiede nei costi, allora l’entità dei vantaggi in benessere dovuti alia decentralizzazione fiscale varia direttamente con la grandezza delle differenze di costo intergiurisdizionale ma inversamente all’inclinazione della curva della domanda. Inoltre, quando si fa venir meno l’assunzione di «tecnologie” date, la decentralizzazione fiscale offre potenziali benefici in benessere grazie alia «sperimentazione» locale di diverse forme di programmi pubblici; il cosiddetto «federalismo di laboratorio» puo promuovere innovazione nei settore pubblico.
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Carrasco de Paula, Ignacio. « Etica e Salute : due quesiti, due compiti ». Medicina e Morale 51, no 6 (31 décembre 2002) : 1039–46. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.679.

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Résumé :
Etica e salute pur essendo due componenti di ogni singolo uomo sono lette spesso come realtà inconciliabili. Il diritto alla salute occupa un posto di rilievo tra le conquiste della modernità. Tuttavia, nonostante la ben nota definizione di salute che ha dato l’OMS, definizione tendente a precisare, più che una realtà, un potere d’intervento da parte dell’istituzione stessa, è ancora necessario chiarire con che cosa si identifichi, nella pratica, tale diritto: non si tratta di mera sopravvivenza, ma neppure del godimento della pienezza somatica e funzionale del proprio corpo, e comunque non si può prescindere dal considerare in questo contesto anche il benessere spirituale della persona. Il centro dell’attenzione va posto sull’uomo sofferente. Diviene inoltre prioritario affrontare la minaccia della discriminazione nell’accesso ai servizi indispensabili per la difesa della salute stessa. Quest’ultimo aspetto si pone come una questione di giustizia e si gioca a due livelli: quello della giustizia commutativa, nel contesto di un rapporto medico-paziente ridotto a prestazione professionale meramente contrattuale, fondata sull’informazione più che su una reale comunicazione. C’è poi la questione della giustizia distributiva che prevede che a ciascuno venga dato quanto gli spetta. Questa deve essere guidata dal principio di sussidiarietà, dove il sussidio non deve divenire un surrogato pena l’impossibilità da parte dello Stato di farsi carico dei bisogni di tutti. Nell’allocazione delle risorse il rispetto della giustizia distributiva si gioca a tre livelli di responsabilità molto precisi: quello delle politiche sanitarie, quello della professione medica e quello gestione locale delle risorse e dei servizi. Il perseguimento del bene comune trova però un limite nella centralità e preziosità di ogni singola persona, sana o malata che sia, la cui dignità rappresenta un limite invalicabile, neppure nel nome della giustizia.
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Finuola, Roberto. « Le agevolazioni tributarie e contributive del settore agricolo ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (octobre 2012) : 143–57. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-003007.

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Le agevolazioni tributarie e contributive del settore agricolo La nota ripercorre l'evoluzione delle agevolazioni tributarie e contributive al settore agricolo, proponendo una riflessione per un suo ripensamento in una fase di forti vincoli di bilancio. In essa si dŕ conto del peso delle agevolazioni nel complesso del sostegno pubblico al settore agricolo, riportando i termini del dibattito europeo sull'opportunitŕ di garantire gli attuali livelli di sostegno al settore agricolo. Particolare attenzione viene dedicata al sistema di fiscalitŕ preferenziale vigente in Italia. La nota analizza anche le prospettive per il sistema delle agevolazioni di una maggiore integrazione e complementaritŕ con le altre politiche di sostegno all'agricoltura.
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Botta, Emanuela. « Percorsi secondari di una prova adattativa multilivello e valutazione formativa ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2021) : 58–73. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2021oa13019.

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In questo articolo si illustra il processo di analisi delle risposte fornite dagli studenti in una prova adattativa multilivello computer based per la stima delle abilità in matematica nel grado 10 del sistema di istruzione italiano. La stima è stata effettuata tramite una prova adattativa multilivello 1 - 3 - 3 costruita nell'ambito di una ricerca di dottorato in Psicologia Sociale, dello Sviluppo e della Ricerca Educativa. Nella prima parte dell'articolo si descrivono la struttura della prova e il suo funzionamento, oltre ai vantaggi che essa offre rispetto a una classica prova lineare, quali una maggiore precisione nella stima delle abilità e la possibilità di confrontare direttamente i risultati ottenuti da studenti che hanno svolto percorsi differenti. In seguito, si analizza l'andamento degli studenti in due dei percorsi secondari della prova sia per mettere in luce in quali quesiti essi hanno incontrato maggiori difficoltà, nell'ottica di una valutazione formativa, sia per indagare i motivi per cui in una data fase della prova gli studenti hanno mostrato un inatteso calo nel rendimento. Nell'analisi dei risultati di una prova adattativa multilivello lo studio dei percorsi secondari è di particolare interesse perché in essi ricadono gli studenti per i quali la stima dell'abilità varia nel passaggio da un livello all'altro ed è dunque ipotizzabile la parziale acquisizione di alcune conoscenze e abilità.
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Sánchez Izquierdo, María, Juan Pablo Morillo Baro, Yarisel Quiñones Rodríguez, Verónica Morales Sánchez et Antonio Hernández Mendo. « Sistema de observación para la evaluación técnica en la danza clásica : ejercicio del plié ». Cuadernos de Psicología del Deporte 21, no 2 (20 avril 2021) : 72–84. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.452291.

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La danza clásica es una disciplina rigurosa, técnica, estilística, cultural y artística que requiere el estudio de las acciones y habilidades motrices. El estudio presenta una herramienta de observación ad hoc compuesta por un sistema mixto de formato de campo y un sistemas de categorías exhaustivas y mutuamente excluyentes (E/ME), con el objetivo de validarla para poder codificar y evaluar un ejercicio de danza clásica, el plié de una barra de ballet. El instrumento está compuesto por 5 criterios y un total de 84 categorías distribuidas de la siguiente forma: 9 para las cuentas musicales, 19 para cabeza/mirada, 33 en tren inferior, 18 en tren superior y 5 en dirección espacial. La muestra fueron 10 bailarines/as, ocho mujeres y dos hombres, todos con un nivel profesional en danza clásica. Se realizó un análisis de Calidad del Dato y un análisis de Generalizabilidad con los programas HOISAN y SAGT v1.0. La fiabilidad de los observadores se llevó a cabo mediante el cálculo de los coeficientes de correlación Pearson, Spearman y Tau b de Kendall; y mediante el índice de concordancia Kappa de Cohen y concordancia canónica de Krippendorf. Las correlaciones estimadas fueron de .99-1.00 para la fiabilidad inter e intraobservador, el índice de Kappa de Cohen se situó entre .99 y 1.00 respectivamente y la concordancia canónica entre 99.6% y 100%. Los resultados muestran índices adecuados de correlación, así como excelentes resultados de generalizabilidad con un valor G relativo y G absoluto de 1.00 en el acuerdo interobservador e intraobservador, revelando que la herramienta de observación presenta una óptima validez, precisión y fiabilidad. Classical dance is a rigorous, technical, stylistic, cultural and artistic discipline that requires the study of actions and motor skills. The study presents an ad hoc observation tool composed of a mixed field format system and a system of exhaustive and mutually exclusive categories (E / ME), with the aim of validating it in order to be able to code and evaluate a classical dance exercise, the plie of a ballet barre. The instrument is made up of 5 criteria and a total of 84 categories distributed as follows: 9 for musical accounts, 19 for head / gaze, 33 in lower body, 18 in upper body and 5 in spatial direction. The sample was 10 dancers, eight women and two men, all with a professional level in classical dance. A Data Quality analysis and a Generalizability analysis were performed with the HOISAN and SAGT v1.0 programs. The reliability of the observers was carried out by calculating the correlation coefficients Pearson, Spearman and Kendall's Tau b; and using Cohen's Kappa concordance index and Krippendorf's canonical concordance. The estimated correlations were .99-1.00 for inter and intra-observer reliability, Cohen's Kappa index was between .99 and 1.00 respectively, and canonical agreement between 99.6% and 100%. The results show adequate correlation indices, as well as excellent generalizability results with a relative G and absolute G value of 1.00 in the interobserver and intraobserver agreement, revealing that the observation tool has optimal validity, precision and reliability. Keywords: Observational Methodology, Generalizability Analysis, Data Quality, Classical Dance, Plié. La danza classica è una disciplina rigorosa, tecnica, stilistica, culturale e artistica che richiede lo studio delle azioni e delle capacità motorie. Lo studio presenta uno strumento di osservazione ad hoc composto da un sistema misto di formati di campo e da un sistema di categorie esaustive e reciprocamente esclusive (E/ME), con l'obiettivo di validarlo per poter codificare e valutare un esercizio di danza classica, il plié di un ballerino. Lo strumento è composto da 5 criteri e da un totale di 84 categorie così distribuite: 9 per le perline musicali, 19 per la testa/occhio, 33 nel treno inferiore, 18 nel treno superiore e 5 nella direzione spaziale. Il campione era di 10 ballerini, otto donne e due uomini, tutti con un livello professionale nella danza classica. Con i programmi HOISAN e SAGT v1.0 sono state effettuate un'analisi della qualità dei dati e un'analisi di Generalizability. L'affidabilità degli osservatori è stata effettuata calcolando i coefficienti di correlazione Pearson, Spearman e Tau b di Kendall; e tramite l'indice di concordanza Kappa di Cohen e l'indice di concordanza canonica di Kriperndorf. Le correlazioni stimate sono state di 0,99-1,00 per l'affidabilità inter- e intra-osservatore, l'indice Kappa di Cohen era rispettivamente tra 0,99 e 1,00 e la concordanza canonica tra 99,6 e 100%. I risultati mostrano adeguati indici di correlazione, così come eccellenti risultati di generalizzabilità con un valore G relativo e G assoluto di 1,00 nell'accordo inter- e intra-osservatore, rivelando che lo strumento di osservazione presenta una validità, precisione e affidabilità ottimali. A dança clássica é uma disciplina rigorosa, técnica, estilística, cultural e artística que requer o estudo das ações e habilidades motoras. O estudo apresenta uma ferramenta de observação ad hoc composta por um sistema de formato de campo misto e um sistema de categorias exaustivas e mutuamente exclusivas (E / ME), com o objetivo de validá-la para poder codificar e avaliar um exercício de dança clássica, a folha de uma barra de balé. O instrumento é composto por 5 critérios e um total de 84 categorias distribuídas da seguinte forma: 9 para contas musicais, 19 para cabeça / olhar, 33 na parte inferior do corpo, 18 na parte superior do corpo e 5 na direção espacial. A amostra foi de 10 bailarinos, sendo oito mulheres e dois homens, todos com nível profissional em dança clássica. Uma análise de qualidade de dados e uma análise de generalização foram realizadas com os programas HOISAN e SAGT v1.0. A confiabilidade dos observadores foi realizada por meio do cálculo dos coeficientes de correlação de Pearson, Spearman e Kendall's Tau b; e usando o índice de concordância Kappa de Cohen e a concordância canônica de Krippendorf. As correlações estimadas foram de 0,99 a 1,00 para confiabilidade inter e intraobservador, o índice Kappa de Cohen ficou entre 0,99 e 1,00, respectivamente, e a concordância canônica entre 99,6% e 100%. Os resultados mostram índices de correlação adequados, bem como excelentes resultados de generalizabilidade com G relativo e valor G absoluto de 1,00 na concordância interobservador e intraobservador, revelando que o instrumento de observação tem validade, precisão e confiabilidade ótimas.
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Lora, Antonio, Marianna Cavazza et Vittorio Mapelli. « Capitolo 5 : Diagnosi e gravità ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S6 (décembre 2002) : 38–52. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000228.

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Gli elementi di cui si dispone per descrivere le caratteristiche cliniche dei pazienti arruolati nello studio sono la diagnosi e la valutazione del livello di gravità del paziente. Entrambe le informazioni sono rilevate dalla scheda HoNOS.La compilazione delle schede HoNOS richiede agli operatori di riportare la diagnosi principale del paziente, adottando i codici F della classificazione ICD 10. Per questa fase dello studio, si è ritenuto opportuno fare riferimento alla sola prima cifra della diagnosi, limitandosi pertanto a menzionare i gruppi diagnostici dei pazienti arruolati.La quota principale di assistiti arruolati (tabella 5.1), risulta essere affetta da schizofrenia (F2), rappresentando più di un terzo del totale; seguono gli utenti con sindromi nevrotiche (F4) ed affettive (F3); infine, i pazienti affetti da disturbi della personalità (F6) rappresentano l'ultimo gruppo diagnostico consistente.Disponendo poi delle diagnosi della popolazione in carico presso le 10 UOP nel 2000 (grazie al sistema informativo regionale) è possibile effettuare un confronto per indagare sulla rappresentatività, anche dal punto di vista clinico, dei pazienti coinvolti nello studio. Dal confronto fra gli utenti arruolati e quelli in carico presso i servizi, emerge una leggera sovra-rappresentazione nel campione di pazienti affetti da patologie considerate più gravi, rispetto agli utenti in carico. Ciò a causa dei pattern di trattamento più continuativi per i pazienti gravi (come i pazienti affetti da schizofrenia), che ha portato ad intercettare un maggior numero di essi nel campione. Il fenomeno opposto riguarda i pazienti con patologia nevrotica. Per i restanti gruppi diagnostici, si registra invece una notevole sovrapposizione fra le due popolazioni confrontate.
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Chiapparini, L., M. Grisoli, E. Ciceri, I. Milanesi, A. Erbetta, S. Florio et M. Savoiardo. « Patologia cerebrovascolare in 5 pazienti affetti da iperomocisteinemia ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 173. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s273.

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Elevati livelli di omocisteinemia hanno un effetto citotossico sull'endotelio vasale e interagiscono con le piastrine e con le proteine della coagulazione in senso pro-aggregante. Numerosi deficit enzimatici congeniti del metabolismo della metionina possono causare elevati livelli di omocisteina nel plasma e determinare le numerose sindromi cliniche dell'omocistinuria associate frequentemente a lesioni vascolari ischemiche del bambino e del giovane adulto. Anche una lieve iperomocisteinemia, causata da deficit di folati, vitamina B12 o B6 appare associata ad un maggior rischio di malattie vascolari aterosclerotiche e tromboemboliche. In questo secondo gruppo con una semplice terapia correttiva si può ottenere la normalizzazione del quadro plasmatico in una percentuale considerevole di pazienti. Consideriamo gli aspetti neuroradiologici di 5 pazienti affetti da iperomocisteinemia. Sono state valutate retrospettivamente le immagini neuroradiologiche (5 RM e 2 angiografie) di 5 giovani adulti (3 femmine e 2 maschi) con elevati livelli plasmatici di emocisteina, di natura carenziale (1 caso) e da deficit enzimatico (1 caso); i restanti 3 casi sono ancora in corso di definizione. 4 pazienti presentavano infarti ischemici cerebrali e cerebellari di estensione variabile, a carico di territori vascolari sia di arterie leptomeningee sia di arterie perforanti. In un caso si sono verificati numerosi infarti emorragici dovuti a trombosi del sistema venoso profondo e dei seni durali. L'iperomocisteinemia deve essere presa in considerazione nei giovani pazienti con lesioni vascolari sia in mancanza di altri fattori di rischio sia in associazione ad essi. La diagnosi precoce è importante nei casi di natura carenziale per mettere in atto una terapia correttiva. Nei casi di accertato deficit enzimatico è auspicabile uno screening familiare.
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Cinelli, Gianmario, et Francesco Longo. « Un Servizio Nazionale per gli Anziani Non Autosufficienti ». MECOSAN, no 118 (août 2021) : 155–73. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118008.

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Gli anziani non autosufficienti, ossia le persone di eta superiore o uguale a 65 anni che non sono in grado di compiere in autonomia e senza bisogno di assistenza le attivita di vita quotidiana, sono circa 2,9 milioni. Si tratta di un numero destinato a crescere fortemente nei prossimi anni. Nel PNRR il governo italiano si e impegnato ad adottare entro la primavera del 2023 "una riforma organica degli interventi destinati agli anziani non autosufficienti". Lo studio si pone l'obiettivo di contribuire al dibattito su come realizzare tale riforma, attraverso alcune stime originali e riflessioni sulle lezioni che possono essere apprese dall'esperienza di altri Paesi o dal Sistema Sanitario Nazionale. In particolare, lo studio mira a offrire quattro principali contributi: 1) stima originale della spesa pubblica e privata per gli interventi destinati agli anziani non autosufficienti, rispettivamente pari a 15,48 e 10,21 miliardi di euro; 2) stima originale del tasso di copertura del bisogno, ossia del numero degli anziani che ricevono servizi pubblici per tipologia di servizio, che e pari a circa il 52%; 3) gli elementi principali per la riforma organica degli interventi, che sarebbero: a) l'istituzione di un pilastro unico, integrato e distinto rispetto agli altri ambiti del welfare, dotato di un fondo nazionale unico, unita di accesso unificate e una politica nazionale di prevenzione; b) livelli di assistenza commisurati alle condizioni di salute; c) la promozione e la valorizzazione delle esperienze territoriali; d) orientare la spesa privata verso lo sviluppo di un settore professionale; 4) infine, e sviluppata una simulazione della spesa pubblica e del tasso di copertura del sistema proposto, mostrando come il sistema proposto possa avere un impatto positivo in termini di intensita e qualita dei livelli di assistenza.
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Malagnini, Francesca, et Irene Fioravanti. « Tra testo, lessico e morfosintassi : analisi descrittiva di testi di italiano L2 ». Cuadernos de Filología Italiana 29 (24 juin 2022) : 181–204. http://dx.doi.org/10.5209/cfit.79546.

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La competenza testuale, lessicale e morfosintattica rappresentano tre competenze importanti per lo sviluppo e l’apprendimento di una seconda lingua (L2). Se da un lato, la competenza testuale si sviluppa linearmente fin dalle prime fasi dell’apprendimento della L2, altrettanto non si può affermare per la competenza lessicale e morfosintattica. Gli apprendenti L2, infatti, sembrano non individuare gli errori lessicali e a violare le regole di restrizione lessicale. Inoltre, alcuni aspetti morfosintattici, come la selezione delle forme verbali e l’uso di ordini sintattici complessi, sembrano essere problematici per gli apprendenti. Tenendo a mente ciò, il presente contributo indaga il livello testuale, lessicale e morfo-sintattico in testi di apprendenti di italiano di due livelli di competenza linguistica diversi: intermedio e avanzato. Lo scopo dell’analisi è stato quello di delineare i tratti più salienti in ciascuno dei tre piani di analisi sia nel livello intermedio che avanzato, e quanto i due livelli differiscano fra di loro. I risultati hanno mostrato che sia i testi intermedi che avanzati mostrano una buona architettura testuale. Dal punto di vista grammaticale, i due livelli sono caratterizzati dagli stessi errori (p.e., la selezione non corretta delle preposizioni e l’uso dei clitici). Tuttavia, i testi del livello intermedio mostrano una maggior correttezza grammaticale dei testi di livello avanzato. Al contrario, la competenza lessicale risulta superiore nei testi di livello avanzato rispetto ai testi di livello intermedio, suggerendo che gli apprendenti di livello avanzato tendono a dirigersi verso una struttura del testo più comunicativa che corretta grammaticalmente.
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Giannola, Adriano. « Energia, crescita e sviluppo ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 1 (avril 2011) : 39–63. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001008.

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Résumé :
Il presente lavoro esamina il complesso rapporto tra energia e sviluppo, proponendo tre diversi livelli dai quali analizzare il problema. Il primo livello focalizza l'attenzione su cosa sia l'energia che chiediamo alle fonti energetiche. Il secondo livello, superando il vizio della segmentazione del problema dei "limiti alla crescita" distingue tra una crescita possibile del sistema e l'inevitabile necessitŕ di sviluppo di sottoinsiemi del sistema. Infine, il terzo livello di analisi, si concentra sullo specifico caso Italia, ove il tentativo di conciliare sviluppo e crescita č da sempre imposto dal persistente dualismo economico e sociale. L'autore conclude l'analisi sottolineando l'urgenza di una svolta per uscire dal circolo vizioso per cui una bassa offerta di capitale umano, modello di specializzazione e bassa domanda di capitale umano si alimentano a vicenda.
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Scacchi, Luca, Francesca Cristini, Alessia Vieno et Massimo Santinello. « Benessere psicologico degli adolescenti immigrati : quando il contesto fa la differenza ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 73–85. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001007.

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Résumé :
Obiettivo del presente studio č stato quello di confrontare due diversi contesti socioculturali rispetto all'integrazione ed al benessere psicologico degli adolescenti immigrati. I due contesti (Padova ed Aosta) presentano caratteristiche diverse nell'atteggiamento verso l'immigrazione e nell'inserimento sociale e lavorativo degli immigrati. Hanno partecipato allo studio, svolto tramite questionario, 2533 studenti (66.7% maschi; etŕ media: 17.26; D.S.=1.63), di cui il 14.2% sono immigrati di 1a o 2a generazione. I risultati mostrano che gli adolescenti immigrati di Aosta riportano minori livelli di discriminazione percepita e maggiori livelli di identitŕ nazionale, rispetto agli adolescenti immigrati a Padova. Inoltre si evidenziano maggiori disparitŕ tra immigrati e non immigrati a Padova, rispetto ad Aosta. Tali disparitŕ riguardano agiatezza economica, benessere psicologico e sostegno dei compagni. Tali risultati vengono discussi rispetto alle loro implicazioni circa l'adattamento e l'integrazione degli adolescenti immigrati.
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Busso, Emanuela. « Il nuovo paradigma della psicoanalisi infantile : l'importanza del "procedurale" in un approccio terapeutico integrato ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (octobre 2011) : 77–93. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003007.

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Résumé :
Il testo traccia le linee generali di un nuovo paradigma dalla psicoanalisi infantile, definito "Approccio terapeutico integrato". Il modello nasce all'interno della teoria dei sistemi complessi e tiene conto dei dati dell' e delle scoperte neuro scientifiche sulla memoria procedurale. Si tratta di un intervento ad orientamento psicoanalitico sulle diverse componenti del sistema genitori-bambino, sistema che si estende ad altre persone significative per il bambino e di cui entra a far parte l'analista. L'intervento clinico, articolato su più livelli (interattivo, relazionale e intrapsichico), è caratterizzato dal coinvolgimento dei genitori nel processo terapeutico, dall'elasticità della tecnica e dall'utilizzo del gioco come espressione del sistema bambino-genitori-analista. Nelle vignette cliniche proposte, i bambini in seduta fanno apparentemente lo stesso gioco, ma con significati molto diversi in ogni singolo caso. L'analista non interpreta il contenuto del gioco, ma il lavoro terapeutico si svolge in gran parte su un livello implicito, procedurale del "come si gioca e si sta insieme". Ogni cambiamento nel modo di giocare segnala ed esprime un cambiamento nel sistema bambino-genitori-analista.
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Gallo, Manuela, et Valeria Vannoni. « Credito bancario e sviluppo economico nelle regioni italiane ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juillet 2012) : 407–20. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-003001.

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Résumé :
Il lavoro propone un'analisi del contributo offerto dal sistema bancario allo sviluppo economico nelle diverse regioni italiane; il presupposto č che la distribuzione e la qualitŕ del credito bancario riflettano le differenze in termini di sviluppo economico delle diverse regioni. L'analisi si concentra, in particolare, sulla qualitŕ del credito, in base alla considerazione per cui la disponibilitŕ delle banche nel concedere prestiti sia influenzata, secondo una relazione inversa, dalla dimensione dei crediti non-performing. Un ulteriore elemento incluso nell'analisi č la presenza delle banche sul territorio, valutata in base al numero degli sportelli per regione. Oltre a questi aspetti, sono oggetto di valutazione anche gli investimenti in ricerca e sviluppo, per i quali l'aspettativa č quella di un'influenza positiva sullo sviluppo economico della regione. La verifica empirica, condotta mediante un'analisi di regressione lineare multivariata, ha evidenziato come a livelli piů alti di qualitŕ del credito bancario corrispondano anche maggiori livelli del pil: un deterioramento del merito creditizio delle controparti bancarie si traduce, pertanto, in minore crescita economica e, quindi, in una stretta del credito, che a sua volta contrae i margini di aumento del prodotto interno lordo. La spesa per ricerca e sviluppo risulta premiare le regioni che credono sia necessario investire in tal senso.
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Vinciguerra, Rosa, Francesca Cappellieri et Michele Pizzo. « Il contributo del partenariato sociale al sistema sanitario nazionale : un'indagine empirica su ruolo e caratteristiche demografiche delle onlus ». MECOSAN, no 119 (novembre 2021) : 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119003.

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Résumé :
Il contributo indaga l'impatto che le relazioni di PPP sociale esercitano sulla performance - finanziaria e non finanziaria - delle strutture ospedaliere pubbliche, evidenziandone modalità di intervento e opportunità intrinseche. È stata condotta un'analisi empirica valutando la centralità che il ruolo intrapreso dalle organizzazioni non-profit e le loro caratteristiche di corporate governance possono assumere nella determinazione del successo della collaborazione. Lo studio è stato circoscritto alle relazioni di partenariato pubblico-privato, attive nell'anno 2019, in 6 regioni italiane, selezionate sulla base dei punteggi conseguiti sui Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). Il lavoro contribuisce alla letteratura colmando le lacune esistenti e fornisce spunti critici a sostegno tanto dei policy- makers quanto degli operatori del settore.
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