Thèses sur le sujet « Sicurezza Integrata »

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1

Tinti, Francesco <1982&gt. « La caratterizzazione probabilistica del sottosuolo come strumento per l’ottimizzazione della progettazione integrata dei sistemi geotermici ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4667/1/Tinti_Francesco_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
L’utilizzo del reservoir geotermico superficiale a scopi termici / frigoriferi è una tecnica consolidata che permette di sfruttare, tramite appositi “geoscambiatori”, un’energia presente ovunque ed inesauribile, ad un ridotto prezzo in termini di emissioni climalteranti. Pertanto, il pieno sfruttamento di questa risorsa è in linea con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ed è descritto nella Direttiva Europea 2009/28/CE (Comunemente detta: Direttiva Rinnovabili). Considerato il notevole potenziale a fronte di costi sostenibili di installazione ed esercizio, la geotermia superficiale è stata sfruttata già dalla metà del ventesimo secolo in diversi contesti (geografici, geologici e climatici) e per diverse applicazioni (residenziali, commerciali, industriali, infrastrutturali). Ciononostante, solo a partire dagli anni 2000 la comunità scientifica e il mercato si sono realmente interessati ed affacciati all’argomento, a seguito di sopraggiunte condizioni economiche e tecniche. Una semplice ed immediata dimostrazione di ciò si ritrova nel fatto che al 2012 non esiste ancora un chiaro riferimento tecnico condiviso a livello internazionale, né per la progettazione, né per l’installazione, né per il testing delle diverse applicazioni della geotermia superficiale, questo a fronte di una moltitudine di articoli scientifici pubblicati, impianti realizzati ed associazioni di categoria coinvolte nel primo decennio del ventunesimo secolo. Il presente lavoro di ricerca si colloca all’interno di questo quadro. In particolare verranno mostrati i progressi della ricerca svolta all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali nei settori della progettazione e del testing dei sistemi geotermici, nonché verranno descritte alcune tipologie di geoscambiatori innovative studiate, analizzate e testate nel periodo di ricerca.
The use of the shallow geothermal reservoirs for heating and cooling purposes is a proven technique that allows to exploit, through appropriate geo-exchangers, omnipresent and inexhaustible energy, with a reduced cost in terms of greenhouse gas emissions. Therefore, the full exploitation of this resource is in line with the objectives of the Kyoto Protocol and it is described in European Directive 2009/28/EC (commonly known as: Renewables Directive). Given the considerable potential and affordable installation and operation costs, shallow geothermal energy has been exploited since the middle of the twentieth century in various contexts(geographical, geological and climate) and for different applications (residential, commercial, industrial, infrastructure). However, only since the year 2000, the scientific community and the market really began to be interested in the argument, which occurred as a result of economic and technical conditions. A simple and immediate proof of this can be found in the fact that in 2012 there is still no clear technical reference shared internationally, nor for design, nor for installation, nor for testing of the different shallow geothermal applications, despite a multitude of scientific articles published, thermal plants built and industry associations involved in the first decade of the twenty-first century. This research falls within this framework. In particular the progress of research undertaken within the Department of Civil Environmental and Materials Engineering in design and testing of geothermal systems will be shown, as well as some innovative geo-exchangers studied, analyzed and tested will be described
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Tinti, Francesco <1982&gt. « La caratterizzazione probabilistica del sottosuolo come strumento per l’ottimizzazione della progettazione integrata dei sistemi geotermici ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4667/.

Texte intégral
Résumé :
L’utilizzo del reservoir geotermico superficiale a scopi termici / frigoriferi è una tecnica consolidata che permette di sfruttare, tramite appositi “geoscambiatori”, un’energia presente ovunque ed inesauribile, ad un ridotto prezzo in termini di emissioni climalteranti. Pertanto, il pieno sfruttamento di questa risorsa è in linea con gli obiettivi del Protocollo di Kyoto ed è descritto nella Direttiva Europea 2009/28/CE (Comunemente detta: Direttiva Rinnovabili). Considerato il notevole potenziale a fronte di costi sostenibili di installazione ed esercizio, la geotermia superficiale è stata sfruttata già dalla metà del ventesimo secolo in diversi contesti (geografici, geologici e climatici) e per diverse applicazioni (residenziali, commerciali, industriali, infrastrutturali). Ciononostante, solo a partire dagli anni 2000 la comunità scientifica e il mercato si sono realmente interessati ed affacciati all’argomento, a seguito di sopraggiunte condizioni economiche e tecniche. Una semplice ed immediata dimostrazione di ciò si ritrova nel fatto che al 2012 non esiste ancora un chiaro riferimento tecnico condiviso a livello internazionale, né per la progettazione, né per l’installazione, né per il testing delle diverse applicazioni della geotermia superficiale, questo a fronte di una moltitudine di articoli scientifici pubblicati, impianti realizzati ed associazioni di categoria coinvolte nel primo decennio del ventunesimo secolo. Il presente lavoro di ricerca si colloca all’interno di questo quadro. In particolare verranno mostrati i progressi della ricerca svolta all’interno del Dipartimento di Ingegneria Civile, Ambientale e dei Materiali nei settori della progettazione e del testing dei sistemi geotermici, nonché verranno descritte alcune tipologie di geoscambiatori innovative studiate, analizzate e testate nel periodo di ricerca.
The use of the shallow geothermal reservoirs for heating and cooling purposes is a proven technique that allows to exploit, through appropriate geo-exchangers, omnipresent and inexhaustible energy, with a reduced cost in terms of greenhouse gas emissions. Therefore, the full exploitation of this resource is in line with the objectives of the Kyoto Protocol and it is described in European Directive 2009/28/EC (commonly known as: Renewables Directive). Given the considerable potential and affordable installation and operation costs, shallow geothermal energy has been exploited since the middle of the twentieth century in various contexts(geographical, geological and climate) and for different applications (residential, commercial, industrial, infrastructure). However, only since the year 2000, the scientific community and the market really began to be interested in the argument, which occurred as a result of economic and technical conditions. A simple and immediate proof of this can be found in the fact that in 2012 there is still no clear technical reference shared internationally, nor for design, nor for installation, nor for testing of the different shallow geothermal applications, despite a multitude of scientific articles published, thermal plants built and industry associations involved in the first decade of the twenty-first century. This research falls within this framework. In particular the progress of research undertaken within the Department of Civil Environmental and Materials Engineering in design and testing of geothermal systems will be shown, as well as some innovative geo-exchangers studied, analyzed and tested will be described
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Mingozzi, Daniele <1978&gt. « La nuova concezione della ferrovia europea dalle reti nazionali a una rete integrata. Effetti delle direttive sulla liberalizzazione, interoperabilità, sicurezza ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/94/1/Tesi_dottorato_Daniele_Mingozzi.pdf.

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Mingozzi, Daniele <1978&gt. « La nuova concezione della ferrovia europea dalle reti nazionali a una rete integrata. Effetti delle direttive sulla liberalizzazione, interoperabilità, sicurezza ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/94/.

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5

Pettazzoni, Laura. « Il Sistema di Gestione Integrata QSA per la miniera di acque termominerali di Porretta Terme ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/930/.

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6

Palladino, Nicola. « Controlli doganali e sicurezza portuale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8601.

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Résumé :
2011/2012
Il tema della tesi di dottorato si propone di rispondere ad alcuni quesiti che riguardano aspetti cruciali del traffico internazionale delle merci, rispetto alle innovazioni normative degli ultimi anni. In particolare ci si vuole riferire al ruolo del controllo di sicurezza doganale, che deve muoversi parallelamente all’applicazione delle procedure dirette a velocizzare i traffici (quelli leciti, naturalmente). Infatti, secondo il nuovo Codice Doganale Comunitario, il ruolo delle Autorità Doganali comunitarie è radicalmente cambiato, passando da quello di “anello di una catena” (ruolo ostico ed osteggiato, anziché visto come ruolo di garanzia) a quello di supervisore settoriale della liceità e sicurezza dei trasporti. La questione si rivolge ai porti marittimi, giacchè la stragrande maggioranza dei traffici commerciali mondiali si svolge via mare ed è su tale settore, quindi, che le attenzioni degli Operatori si sono rivolte per garantire ed assicurare il massimo rendimento (o un giusto equilibrio) tra le agevolazioni accordate e concesse dalle norme vigenti ed i livelli di “security”. In tale prospettiva, infatti, Organizzazione ed Istituzioni, nazionali ed internazionali, hanno sentito la necessità di affrontare questioni molto scottanti e specifiche, che riguardano la sicurezza degli stati e delle proprie infrastrutture, nonché la sicurezza dei cittadini, intesa in senso lato, quale “security” e “safety”. Il lavoro svolto si articola in tre parti: - Nella prima parte (capitolo 2) viene inquadrato il problema della security nei trasporti marittimi e nei porti: la domanda posta riguarda il perché si siano considerati a rischio sicurezza i porti ed il traffico commerciale via mare. Vengono evidenziati gli elementi di base che coinvolgono la sicurezza nei porti, con una panoramica di dati e grafici legati alle tipologie, quantità e crescita dei traffici commerciali marittimi, individuando, poi, i vari aspetti del significato di “security” nel traffico commerciale via mare e nella sicurezza degli impianti portuali; - Nella seconda parte (capitoli 3 e 4) vengono evidenziati gli ambiti di intervento dei controlli di sicurezza, relativamente ai settori maggiormente a rischio: si passa dall’immigrazione clandestina, al traffico di armi e di distruzione di massa, al traffico di stupefacenti, al traffico di rifiuti, al riciclaggio di denaro legato alle attività di gruppi criminali e terroristici. Prosegue questa parte con l’analisi dell’attività dell’Autorità Doganale, con i raccordi a livello dell’Unione Europea, evidenziando gli strumenti normativi ed organizzativi a disposizione: dalle norme del Nuovo Codice Doganale Comunitario, ai compiti propri della Dogana in materia di controlli di sicurezza, al raccordo comunitario del management in tale materia, alle varie raccomandazioni pervenute tramite l’Organizzazione Mondiale delle Dogane. E’ proprio l’organizzazione del management e la struttura dei controlli doganali che si evidenziano con maggior forza, poiché la struttura comunitaria di management (Common Risk Management System), l’attività di analisi dei rischi e previsionale, l’acquisizione anticipata dei dati relativi ai traffici commerciali marittimi (Entry Summary Declarations, ENS, e le Export Summary Declarations, EXS), consentono di interagire a più livelli tra i vari Enti, pubblici e privati, per migliorare ed alzare un maggior livello di contrasto ai fini della sicurezza, con una “compliance” come nel caso degli A.E.O. (Operatore Economico Autorizzato); - La terza parte (capitolo 5) è dedicata ad un’analisi della valutazione dei costi legati alla sicurezza dei controlli doganali; si sviluppano alcune teorie riguardo alla molteplicità degli interventi in tale ambito, che fanno emergere una oggettiva difficoltà di valutazione di tali studi, data la rilevante presenza di variabili riguardo alla prevenzione, al contrasto ed alla repressione di attività e commerci a rischio sicurezza, per analizzare più nel dettaglio una serie di studi effettuati negli Stati Uniti d’America relativamente ad ipotesi di attacchi terroristici nei porti di Los Angeles e Long Beach, ove l’attenzione è stata posta sull’impatto economico derivante da danni alle infrastrutture portuali ed alle ricadute nel medio-termine sull’economia locale, più che su quella di scala nazionale. Gli unici riferimenti reali, comunque, si riferivano a dati conosciuti, riguardanti l’impatto di uno sciopero degli operatori portuali nel 1962 ed i costi sostenuti a seguito dei danni prodotti dall’uragano Katrina nel porto di New Orleans. Il capitolo 6 è indirizzato alle conclusioni del lavoro. In particolare, riferendosi innanzitutto all’introduzione (capitolo 1), il problema era stato inquadrato nell’ambito dei controlli di sicurezza previsti a livello comunitario sul traffico marittimo delle merci e sugli oneri posti in carico alle varie Autorità Doganali a seguito degli attacchi terroristici, iniziati con l’attacco alle Torri Gemelle di New York l’11 settembre 2001. Il costante aumento dei traffici commerciali via mare ed il potenziale rischio di attacchi al territorio ed ai cittadini dell’Unione Europea perpetrabili attraverso il commercio internazionale hanno posto le basi per una stringete attività in materia di controlli doganalui di sicurezza. Il compito che si è proposta l’Unione Europea e le Autorità Doganali dei paesi Membri è quello di trovare un giusto equilibrio tra la velocizzazione delle procedure doganali ai fini di una maggiore fluidità dei trasporti e l’efficacia di controlli, intesi ad assicurare una ragionevole sicurezza sia ai cittadini dell’Unione, che ai commerci, per finire alla sicurezza legata alla salute ed all’ambiente, il tutto con una sostenibilità dei costi che non fosse sproporzionata rispetto alle attese. Lo scopo indiretto era anche quello di provare a delineare un quadro degli aspetti di controlli di security nell’ambito delle attribuzioni del Punto Franco di Trieste. E si è individuata, così, la possibilità che lo status di Punto Franco, unito alle norme già esistenti in tema di depositi fiscali e doganali, insieme alla previsione normativa comunitaria ancora da attuare, connessa al luogo di presentazione delle dichiarazioni doganali (ufficio doganale più vicino al luogo di residenza dell’operatore), unitamente alle procedure doganali in materia di controlli di sicurezza ed alla logistica ed all’informatizzazione delle movimentazioni delle merci nel Punto Franco stesso, possa divenire un sistema, uno strumento cui poter attingere per migliorare e sviluppare i traffici marittimi, in considerazione del fatto che il porto, con tutti i magazzini già esistenti, potrebbe essere visto come un enorme distripark, smistamento di merci (quasi) in linea, sia in entrata che in uscita dal territorio dell’Unione, dal moment o che la stessa normativa comunitaria permette l’uso dei depositi nel Punto Franco per lo stoccaggio di merci allo stato estero, da un lato, e merci nazionali e comunitarie, dall’altro.
XXIV Ciclo
1961
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7

Buresta, Pietro. « Sicurezza e crittografia dei sistemi LoRaWAN ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
La tesi ha lo scopo di fornire le principali generalità sui sistemi LoRaWAN, per poi concentrarsi sui metodi distribuzione delle chiavi, sulla crittografia relativa alle comunicazioni e sui possibili attacchi che una rete LoRa potrebbe subire. Lo scopo principale infatti è quello di approfondire l' aspetto della sicurezza di rete e i metodi utilizzati da tali sistemi per cercare di garantire comunicazioni sicure e affidabili.
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8

Bortolotti, Davide. « Studio sperimentale di barriere di sicurezza integrate e delle opere di sostegno ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Il problema del rumore derivante dai volumi di traffico sempre crescente richiede la ricerca di svariate soluzioni, tra cui l'installazione di barriere di sicurezza e antirumore, definite anche integrate. La tesi, svolta in collaborazione con Piacentini Ingegneri srl, dopo un primo inquadramento del problema dei livelli di rumore eccessivi e dei limiti imposti da normativa, descrive le possibili soluzioni trovate nel tempo e in corso di ricerca. Vengono dunque descritte nel dettaglio le barriere integrate, specialmente quelle trovate nei tratti autostradali di Genova e Milano nel corso del tirocinio svolto presso Piacentini Ingegneri srl. È stata eseguita una modellazione FEM delle barriere Integauto-s e diverse prove sperimentali sui new jersey e sulle opere di supporto alle barriere (pull-out, carotaggi, prove a trazione, ecc). Dai certificati delle prove si ricavano i parametri di resistenza degli elementi (barriera e cordoli di sostegno) grazie ai quali, in aggiunta alla documentazione originale fornita da Autostrade per l'Italia, si raggiunge il Livello di Conoscenza accurato, il massimo possibile: LC3. Ciò è indispensabile per rispettare la procedura per il rialzamento delle barriere integrate concordate tra le 2 società sopracitate. Quindi, si procede con le verifiche delle barriere e delle opere di supporto alle barriere (cordolo su terreno, cordolo con micropali o pali, cordolo su opera d'arte esistente, pile da ponte). L'intera tesi è finalizzata alla definizione delle altezze delle barriere integrate, in quanto per motivi di sicurezza erano state abbassate. I calcoli strutturali, la modellazione FEM e le prove condotte hanno portato alla conoscenza massima possibile delle seguenti barriere: Integauto-s, NJBP C1.2 Martellona, e NJBP Ecotecnica (trovate nei tratti autostradali oggetto di rialzamento).
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9

Amato, Alexei. « Rischi di privacy connessi ai sensori integrati negli smartphone ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17282/.

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Résumé :
L'elaborato presenta i rischi collegati all'uso dei sensori installati sugli smartphone. Tramite applicazioni maligne, qualcuno potrebbe accedere ai dati rilevati dai sensori per tentare di localizzare la vittima senza l'utilizzo del GPS. Inizialmente, vengono presentati gli studi correlati alla tematica, a differenza di questi nell'elaborato verrà utilizzata una simulazione dello scenario reale. Il modello utilizzato per la simulazione utilizza algoritmi di visita e ricerca sui grafi, implementati in linguaggio Python. Successivamente, vengono mostrati le analisi effettuate, utilizzando diverse metriche su 15 città appartenenti a 3 macrogruppi (Italia, Stati Uniti, Europa) e discussi risultati e differenze, facendo emergere quali di queste città risultino le più sicure contro gli attacchi informatici alla privacy.
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10

Brandolini, Filippo Alberto. « Sicurezza, protezione e integrità nei sistemi cloud : Modelli, metodi e tecnologie ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7535/.

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Résumé :
La natura distribuita del Cloud Computing, che comporta un'elevata condivisione delle risorse e una moltitudine di accessi ai sistemi informatici, permette agli intrusi di sfruttare questa tecnologia a scopi malevoli. Per contrastare le intrusioni e gli attacchi ai dati sensibili degli utenti, vengono implementati sistemi di rilevamento delle intrusioni e metodi di difesa in ambiente virtualizzato, allo scopo di garantire una sicurezza globale fondata sia sul concetto di prevenzione, sia su quello di cura: un efficace sistema di sicurezza deve infatti rilevare eventuali intrusioni e pericoli imminenti, fornendo una prima fase difensiva a priori, e, al contempo, evitare fallimenti totali, pur avendo subito danni, e mantenere alta la qualità del servizio, garantendo una seconda fase difensiva, a posteriori. Questa tesi illustra i molteplici metodi di funzionamento degli attacchi distribuiti e dell'hacking malevolo, con particolare riferimento ai pericoli di ultima generazione, e definisce le principali strategie e tecniche atte a garantire sicurezza, protezione e integrità dei dati all'interno di un sistema Cloud.
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11

Monno, Antonio Guido. « Pirateria : una minaccia alla sicurezza del trasporto marittimo internazionale. Tra percezione e realtà ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8600.

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Résumé :
2011/2012
L’obiettivo della tesi è di verificare quali siano le reali conseguenze economiche e sociali del fenomeno della pirateria marittima. Come è noto, da alcuni anni, l’attenzione di organizzazioni internazionali e nazionali si è appuntata sulla pirateria marittima, vista come una minaccia in grado di causare enormi danni economici e di sistema trasporto marittimo mondiale. Non si potrebbe altrimenti comprender il motivo per cui da alcuni anni, enormi spese sono state affrontate per contrastare tale minaccia. Ma sono tali spese giustificate? Sono la pirateria e il terrorismo marittimo, due minacce reali capaci di influire in modo determinante sul sistema commerciale mondiale? È quanto questa tesi ha cercato di appurare. È stato quindi esaminato il fenomeno nel suo sviluppo temporale; infatti il primo capitolo è stato dedicato alla storia ed evoluzione della pirateria. Al di là del semplice resoconto storico degli avvenimenti, si sono cercate di approfondire la ragioni e cause che ne hanno originato la nascita e lo sviluppo nei differenti contesti mondiali. Nata parallelamente al commercio marittimo, non si è tuttavia legata solo ed esclusivamente a questo come attività predatoria criminale, risultando anche un metodo che oggi chiameremmo di guerra asimmetrica sul mare. E‘ in Grecia,nel periodo successivo a quello di Omero che nasce la parola “peirates” per definire coloro che praticavanono questo tipo di attività predatoria, termine che ha costituito la base etimologica nelle varie lingue occidentali per indicare chi si dedica a tale attività, anche se all’epoca la sua accezione non era certamente spregiativa e denigratoria come l’attuale. Con l’epoca della Repubblica e dell’Impero di Roma, si cominciano a delineare quegli elementi che tendono a porre il pirata al di fuori di un contesto legale di guerra e a non porlo quindi sotto i vincoli che comunque la delimitano. Già da quest’epoca si comincia a rilevare come i fattori sociali, quali la povertà e l’indigenza, uniti alla capacità di andare per mare e di sfruttare la morfologia del terreno e le situazioni climatiche favorissero l’insorgere del fenomeno; così come si ebbe la possibilità di rilevare che, oltre una soglia di tolleranza, essa poteva cominciare a creare problemi economici e sociali; il saccheggio di numerose navi che trasportavano il grano per Roma, poteva causare una penuria di cibo con conseguenti moti e rivolte. La pirateria, che è fondamentalmente un’attività predatoria, costituisce uno strumento di guerra, anche economica, oltre che criminale, e in questo contesto è stato spesso usato dalla caduta dell’impero romano in avanti. La formazione dei regni pirateschi berberi nel Mediterraneo e la loro ricchezza, sono legati proprio all'attività piratesca, che veniva peraltro sfruttata come metodo di lotta fra le potenze cristiane e musulmane nel Mediterraneo; analogo strumento sarà usato, in particolare dalla Gran Bretagna nei confronti della Spagna, inaugurando quella che vien chiamata l’epoca d’oro della pirateria e che vede la nascita ufficiale della pirateria legalizzata, il “privateering”, ossia quella svolta con l'autorizzazione e sotto l’egida della corona regnante che ne traeva dei vantaggi economici notevoli. Nè il fenomeno era presente nel solo mondo occidentale, in quanto anche nel mondo conosciuto orientale era presente, e in maniera notevole; al pari di quello occidentale numerosi sono stati i regni nati proprio da tale attività e che con tale attività hanno prosperato. Sempre a metà fra legalità e criminalità, man mano che si consolidavano i concetti della libera navigazione delle acque e del libero commercio,la pirateria cominciava a essere vista come un rischio e non più una opportunità, con uno sviluppo anche degli studi giuridici che ne delineavano l’aspetto criminale e la ponevano al di fuori di qualsiasi contesto di protezione legale affidando quindi a qualsiasi nazione il compito di combatterla. È da rilevare che nella sua forma legalizzata di privateering, la pirateria è sopravvissuta sino al 1856, allorquando fu abolita per trattato dalle potenze occidentali dell’epoca, e se vogliamo sino ai giorni nostri nella sua forma di guerra irregolare con le navi corsare tedesche durante la seconda guerra mondiale. Si è poi passati, nel successivo capitolo ad analizzare la pirateria nelle tre aree del mondo in cui si sviluppa il 75% di tale attività; l’Africa dell’Est e dell’ Ovest e il Sud Est asiatico, con una particolare attenzione sui dati che costituiscono la base della nostra conoscenza del fenomeno della pirateria, dati che risultano molto incompleti e frammentari, considerata la volontarietà nel fornirli e i riflessi economici associati al fornire tali numeri. Piraterie dagli aspetti diversi che, in particolare lungo le coste Est dell’Africa, sollevano numerosi interrogativi se, storicamente, l’area della Somalia, da cui proviene quella che viene percepita come la maggiore minaccia al commercio marittimo, e di conseguenza all’economia mondiale, è stata indenne da tale attività. E infatti la pirateria somala, di gran lunga quella che si attaglia maggiormente al concetto giuridico di pirateria moderna così come delineato a seguito di un accordo internazionale del 1982 in quanto svolgentesi al di fuori delle acque territoriali e quindi nelle acque internazionali, è finalizzata, in maniera esclusiva, al pagamento di un riscatto monetario., al contrario di quella lungo le opposte sponde africane, quelle della costa Ovest, dove essa assume un carattere molto più predatorio e concentrato sulla nuova ricchezza di tale parte dell’Africa, in particolare della Nigeria: il petrolio. Nell’Asia del sud est, la pirateria, che potremmo definire endemica, e che ha un ruolo sociale molto diverso da quello occidentale, ha essenzialmente un ruolo predatorio in cui occasionalità e organizzazione si mischiano, e in cui anche il terrorismo, legato a fattori storici e di identificazione nazionale oltre che religiosi, trova una sua collocazione attraverso sovrapposizioni che spesso non consentono di individuare anche legalmente, oltre che ideologicamente, dove cominci l’attività di terrorismo e dove quella di pirateria. In Asia il contesto geografico, caratterizzato da isole, arcipelaghi , strettoie e punti di obbligato passaggio marittimo, hanno influito e modellato l’attività della pirateria, in quanto proprio attraverso tali acque transita una notevolissima e importante porzione del commercio mondiale, anche di materie energetiche. Nel terzo capitolo sono stati delineati gli aspetti giuridici che hanno consentito nel tempo, di arrivare alla definizione come oggi conosciuta di pirateria e di terrorismo marittimo, due concetti diversi giuridicamente e che hanno dovuto trovare diverse e successive vie giuridiche considerata la sensibilità dell’argomento che si ripercuote di fatto sule sovranità nazionali. Si è trattato altresì delle Armed robberies, ossia di quegli atti di pirateria che si svolgono all’interno delle acque territoriali e che quindi, pur ricalcando nella sostanza l’attività di pirateria che si svolge nelle acque internazionali, giuridicamente se ne distingue, e non poco, essendo affidata alla esclusiva competenza nazionale. Il quarto capitolo si è concentrato sugli attori della pirateria che rimangono, dopo aver esaminato i pirati, ossia gli imprenditori e i marinai e di come l’‘attività di pirateria influisca su di loro. È in questo capitolo che si evidenzia come la percezione della minaccia sia elevata e sicuramente non proporzionata alla minaccia stessa, causa la sempre maggiore interdipendenza fra i vari sistemi economici, la nuova catena di distribuzione logistica mondiale che tende ad abolire le ridondanze e ridurre i costi e di come la percezione abbia influito sulla realtà laddove si sono addebitate alla pirateria situazioni economiche che avevano altre spiegazioni, come lo spostamento di una parte del traffico commerciale marittimo su nuove rotte che vanno a coprire nuovi fabbisogni e necessità mondiali. Nell’ultimo capitolo è stata esaminata l’attività di contrasto posta in essere , sia a livello militare che politico, laddove si è evidenziato come spesso tale attività ingente e economicamente onerosa, soggiaccia spesso a interessi nazionali più che collettivi e di come l’attività raramente venga affrontata su un piano interconnesso e olistico. Nelle conclusioni si è dedicata qualche parola al nuovo fenomeno criminale mondiale, spesso sottostimato in quanto non conosciuto e relegato nella cosiddetta area degli esperti; quello informatico. L’obiettivo, come detto, è stato di fornire un quadro della pirateria a livello mondiale, suddiviso per aree, cercando di evidenziare le cause che hanno portato al sorgere della stessa ma sopratutto allo sviluppo. Lo sviluppo o decrescita improvvisa di una località può strettamente dipendere da questo fenomeno, come dimostra la situazione africana, dove lo sviluppo di numerosi porti, è derivato dalle attività di pirateria interessanti porti viciniori o investimenti enormi sono messi a rischio dalla possibilità che tali attività continuino, come potrebbe accadere per il nuovo porto di Lamu in Kenia, ove si riversano gli interessi di numerose nazioni di quella parte dell’Africa.
XXIV Ciclo
1952
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12

Piva, Filippo. « Soluzioni digitali e analogiche per la garanzia di sicurezza in sottosistemi critici ferroviari ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Il trasporto ferroviario evolve verso scenari caratterizzati da convogli che viaggiano sempre più ravvicinati e a velocità crescente, il che richiede standard di sicurezza sempre più elevati. Rendere più sicuri treni che viaggiano a distanze ridotte significa poterli localizzare con precisione, cosa che oggi viene fatta anche con soluzioni che si basano sul principio della odometria. Con lo sguardo rivolto al futuro, Rete Ferroviaria Italiana e Arces stanno sviluppando un nuovo sistema di localizzazione odometrica. Questa tesi ha l’obiettivo di studiare una soluzione che assicuri al percorso dei dati del sottosistema di odometria, dal sensore all’elaborazione digitale, una Probability of Failure per Hour non inferiore a 10^-9. Per realizzarlo è stato necessario assicurare l’integrità di una sezione analogica rispetto ai guasti di tipo stuck-at. Sono state quindi studiate le dinamiche di guasto, calcolato il MTBF e infine sono stati pensati stimoli di test in ingresso con controllo delle uscite, pilotati da una sezione digitale. La difficoltà principale è stata rendere trasparenti gli stimoli di test alla logica di elaborazione odometrica, in modo da non compromettere i segnali vitali. Inoltre è stato necessario controllare l’assenza di anomalie nel sensore e nel cavo di trasmissione che lo collega alla sezione analogica, attraverso la misura di corrente assorbita dall’alimentazione. Per farlo è stato progettato un circuito per le misure di corrente ed è stata programmata la sezione digitale per digitalizzare e verificare le misure. Infine è stata redatta la documentazione formale con la descrizione delle scelte progettuali e dei collaudi effettuati in laboratorio, al fine di ottenere la certificazione di sicurezza SIL4, la più alta possibile, come previsto da RFI. L’architettura della sezione digitale in cui si è lavorato era mista, comprendente FPGA e MCU. L’innovazione del progetto risiede nel far eseguire quante più operazioni possibile alla logica programmabile.
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Follador, Marco <1976&gt. « Modelizzazione spazio-temporale delle dinamiche di uso del suolo ed analisi comparativa di differenti approcci predittivi. Uso integrato di SIG e telerilevamento nello studio dei processi di deforestazione nella regione La Joyanca in Peten, Guatemala ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/855/1/Tesi_Follador_Marco.pdf.

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Résumé :
L’uso frequente dei modelli predittivi per l’analisi di sistemi complessi, naturali o artificiali, sta cambiando il tradizionale approccio alle problematiche ambientali e di rischio. Il continuo miglioramento delle capacità di elaborazione dei computer facilita l’utilizzo e la risoluzione di metodi numerici basati su una discretizzazione spazio-temporale che permette una modellizzazione predittiva di sistemi reali complessi, riproducendo l’evoluzione dei loro patterns spaziali ed calcolando il grado di precisione della simulazione. In questa tesi presentiamo una applicazione di differenti metodi predittivi (Geomatico, Reti Neurali, Land Cover Modeler e Dinamica EGO) in un’area test del Petén, Guatemala. Durante gli ultimi decenni questa regione, inclusa nella Riserva di Biosfera Maya, ha conosciuto una rapida crescita demografica ed un’incontrollata pressione sulle sue risorse naturali. L’area test puó essere suddivisa in sotto-regioni caratterizzate da differenti dinamiche di uso del suolo. Comprendere e quantificare queste differenze permette una migliore approssimazione del sistema reale; é inoltre necessario integrare tutti i parametri fisici e socio-economici, per una rappresentazione più completa della complessità dell’impatto antropico. Data l’assenza di informazioni dettagliate sull’area di studio, quasi tutti i dati sono stati ricavati dall’elaborazione di 11 immagini ETM+, TM e SPOT; abbiamo poi realizzato un’analisi multitemporale dei cambi uso del suolo passati e costruito l’input per alimentare i modelli predittivi. I dati del 1998 e 2000 sono stati usati per la fase di calibrazione per simulare i cambiamenti nella copertura terrestre del 2003, scelta come data di riferimento per la validazione dei risultati. Quest’ultima permette di evidenziare le qualità ed i limiti per ogni modello nelle differenti sub-regioni.
The frequent use of predictive models for analyzing of complex, natural or artificial phenomena is changing the traditional approaches to environmental and hazard problems. The continuous improvement of computer performance allows for more detailed numerical methods, based on space-time discretisation, to be developed and run for a predictive modeling of complex real systems, reproducing the way their spatial patterns evolve and pointing out the degree of simulation accuracy. In this contribution we present an application of several methods (Geomatics, Neural Networks, Land Cover Modeler and Dinamica EGO) in the tropical training area of Petén, Guatemala. During the last few decades this region, included in the Biosphere Maya reserve, has seen a fast demographic raise and a subsequent uncontrolled pressure on its own geo-resources. The test area can be divided into several sub-regions characterized by different land use dynamics. Understanding and quantifying these differences permits a better approximation of a real system; moreover we have to consider all the physical, socio-economic parameters, which will be of use for representing the complex and sometimes random human impact. Because of the absence of detailed data from our test area, nearly all the information was derived from the image processing of 11 ETM+, TM and SPOT scenes; we studied the past environmental dynamics and we built the input layers for the predictive models. The data from 1998 and 2000 were used during the calibration to simulate the land cover changes in 2003, selected as reference date for the validation. The basic statistics permit to highlight the qualities or the weaknesses for each model on the different sub-regions.
L’utilisation chaque jour plus fréquent des modèles prédictifs pour décrire des systèmes complexes, naturels ou artificiels, est en train de changer progressivement les approches traditionnelles des problématiques environnementales et de gestion du risque. Le remarquable potentiel des ordinateurs actuels rend possible le développement de modèles numériques de calcul basés sur une discrétisation spatio-temporelle afin de simuler le comportement de phénomènes complexes ainsi que de prévoir des scénarios futures, avec différents dégréés d’approximation. On présent ici une application de différents modèles prédictifs (géomatique, réseaux de neurones, LCM Idrisi Andes et Dinamica), dans une région de forêt tropicale au Petén, Guatemala. Cette région, inscrite dans la réserve de biosphère Maya, a connu dans les dernières décades, une croissance démographique et une pression non contrôlée sur les ressources naturelles. Dans la région d’étude nous pouvons signaler des sous-régions avec différentes dynamiques d’utilisation du sol. Comprendre et quantifier de telles différences permet l’obtention d’une bonne approximation de la situation réelle et il est nécessaire d’intégrer les paramètres physiques, sociaux et économiques essentiels pour décrire la complexité, parfois aléatoire, de l’action anthropique. La première phase d’étude est basée exclusivement sur l’analyse d’informations satellites, car il n’existe pas d’autres données utiles disponibles sur cette étendue. Le traitement de 11 images ETM+, TM et SPOT a rendu possible l’observation des dynamiques environnementales passées ainsi que la construction de l’Input pour les différentes approches prédictives. Les résultats obtenus, en partent des informations collectées en 1998 et 2000, seront validés avec une image réelle de 2003; les statistiques de base vont permettre de souligner les points forts et les points faibles de chaque modèle sur les différentes sous-régions.
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Follador, Marco <1976&gt. « Modelizzazione spazio-temporale delle dinamiche di uso del suolo ed analisi comparativa di differenti approcci predittivi. Uso integrato di SIG e telerilevamento nello studio dei processi di deforestazione nella regione La Joyanca in Peten, Guatemala ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/855/.

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Résumé :
L’uso frequente dei modelli predittivi per l’analisi di sistemi complessi, naturali o artificiali, sta cambiando il tradizionale approccio alle problematiche ambientali e di rischio. Il continuo miglioramento delle capacità di elaborazione dei computer facilita l’utilizzo e la risoluzione di metodi numerici basati su una discretizzazione spazio-temporale che permette una modellizzazione predittiva di sistemi reali complessi, riproducendo l’evoluzione dei loro patterns spaziali ed calcolando il grado di precisione della simulazione. In questa tesi presentiamo una applicazione di differenti metodi predittivi (Geomatico, Reti Neurali, Land Cover Modeler e Dinamica EGO) in un’area test del Petén, Guatemala. Durante gli ultimi decenni questa regione, inclusa nella Riserva di Biosfera Maya, ha conosciuto una rapida crescita demografica ed un’incontrollata pressione sulle sue risorse naturali. L’area test puó essere suddivisa in sotto-regioni caratterizzate da differenti dinamiche di uso del suolo. Comprendere e quantificare queste differenze permette una migliore approssimazione del sistema reale; é inoltre necessario integrare tutti i parametri fisici e socio-economici, per una rappresentazione più completa della complessità dell’impatto antropico. Data l’assenza di informazioni dettagliate sull’area di studio, quasi tutti i dati sono stati ricavati dall’elaborazione di 11 immagini ETM+, TM e SPOT; abbiamo poi realizzato un’analisi multitemporale dei cambi uso del suolo passati e costruito l’input per alimentare i modelli predittivi. I dati del 1998 e 2000 sono stati usati per la fase di calibrazione per simulare i cambiamenti nella copertura terrestre del 2003, scelta come data di riferimento per la validazione dei risultati. Quest’ultima permette di evidenziare le qualità ed i limiti per ogni modello nelle differenti sub-regioni.
The frequent use of predictive models for analyzing of complex, natural or artificial phenomena is changing the traditional approaches to environmental and hazard problems. The continuous improvement of computer performance allows for more detailed numerical methods, based on space-time discretisation, to be developed and run for a predictive modeling of complex real systems, reproducing the way their spatial patterns evolve and pointing out the degree of simulation accuracy. In this contribution we present an application of several methods (Geomatics, Neural Networks, Land Cover Modeler and Dinamica EGO) in the tropical training area of Petén, Guatemala. During the last few decades this region, included in the Biosphere Maya reserve, has seen a fast demographic raise and a subsequent uncontrolled pressure on its own geo-resources. The test area can be divided into several sub-regions characterized by different land use dynamics. Understanding and quantifying these differences permits a better approximation of a real system; moreover we have to consider all the physical, socio-economic parameters, which will be of use for representing the complex and sometimes random human impact. Because of the absence of detailed data from our test area, nearly all the information was derived from the image processing of 11 ETM+, TM and SPOT scenes; we studied the past environmental dynamics and we built the input layers for the predictive models. The data from 1998 and 2000 were used during the calibration to simulate the land cover changes in 2003, selected as reference date for the validation. The basic statistics permit to highlight the qualities or the weaknesses for each model on the different sub-regions.
L’utilisation chaque jour plus fréquent des modèles prédictifs pour décrire des systèmes complexes, naturels ou artificiels, est en train de changer progressivement les approches traditionnelles des problématiques environnementales et de gestion du risque. Le remarquable potentiel des ordinateurs actuels rend possible le développement de modèles numériques de calcul basés sur une discrétisation spatio-temporelle afin de simuler le comportement de phénomènes complexes ainsi que de prévoir des scénarios futures, avec différents dégréés d’approximation. On présent ici une application de différents modèles prédictifs (géomatique, réseaux de neurones, LCM Idrisi Andes et Dinamica), dans une région de forêt tropicale au Petén, Guatemala. Cette région, inscrite dans la réserve de biosphère Maya, a connu dans les dernières décades, une croissance démographique et une pression non contrôlée sur les ressources naturelles. Dans la région d’étude nous pouvons signaler des sous-régions avec différentes dynamiques d’utilisation du sol. Comprendre et quantifier de telles différences permet l’obtention d’une bonne approximation de la situation réelle et il est nécessaire d’intégrer les paramètres physiques, sociaux et économiques essentiels pour décrire la complexité, parfois aléatoire, de l’action anthropique. La première phase d’étude est basée exclusivement sur l’analyse d’informations satellites, car il n’existe pas d’autres données utiles disponibles sur cette étendue. Le traitement de 11 images ETM+, TM et SPOT a rendu possible l’observation des dynamiques environnementales passées ainsi que la construction de l’Input pour les différentes approches prédictives. Les résultats obtenus, en partent des informations collectées en 1998 et 2000, seront validés avec une image réelle de 2003; les statistiques de base vont permettre de souligner les points forts et les points faibles de chaque modèle sur les différentes sous-régions.
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DE, AMICIS RICCARDO. « Analisi dinamica di un motoveicolo elettrico a trazione integrale in diverse condizioni di fondo stradale orientata alla sicurezza del mezzo stesso ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245608.

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Résumé :
La presente tesi di dottorato tratta l’analisi dinamica di un motoveicolo a trazione integrale per poterne simulare il comportamento in differenti condizioni di fondo stradale. L’idea della trazione integrale non è nuova nel mondo dei veicoli a due ruote. L’avvento dei motori elettrici ha reso più attraente questa soluzione. Un motoveicolo a doppia trazione può offrire migliori condizioni di sicurezza di guida, in particolare se dotato di sistemi di controllo adeguati che consentono di ripartire dinamicamente la coppia di trazione tra le due ruote. Lo sviluppo di questi sistemi di controllo necessita però di una adeguato modello della dinamica del veicolo che deve comunque garantire un buon compromesso tra complessità computazionale e accuratezza nella descrizione di situazioni di guida complesse o critiche. Il presente lavoro, partendo dallo stato dell’arte dei modelli tradizionali, sviluppa un nuovo modello dinamico di motoveicolo a doppia trazione.
The present research work has focused on the dynamic analysis of a motorcycle with double traction. The system has proven to simulate the behavior of the vehicle in different road surface conditions. The idea of the double traction is not new in the field of two-wheeled vehicles. With the advent of electric traction has become more attractive. A motorcycle with double traction can guarantee better safety conditions, especially when providing it with advanced control systems able to transfer dynamically the torque between the two wheels. The achievement of such control performances requires a suitable dynamic modelling of the vehicle while guarantee a good tradeoff between computational complexity and accuracy in the description of complex and critical driving maneuvers. This work propose a new dynamic model of a motorcycle with double traction.
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BROCCO, Debora. « Il sistema di gestione integrato della sicurezza e della qualità nelle Università e negli enti di ricerca : l'esperienza della Sezione di Chimica Biologica e dei Laboratori Universitari di Ricerca Medica dell'Università degli Studi di Verona ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343861.

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Résumé :
Il mio percorso di Dottorato è consistito in: - una fase iniziale di studio della normativa di riferimento, in materia di salute e sicurezza dei lavoratori e di sistemi di gestione, della qualità e della sicurezza; - un approfondimento in merito all’applicazione delle normative sulla sicurezza nelle Università Italiane e analisi del contesto universitario; - la sperimentazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza in due Sezioni dell’ateneo veronese. Nello specifico, è stato fatto un excursus sull’evoluzione della normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro dalle sue origini al D.Lgs. 81/08 e ss.mm.ii., che ha introdotto una nuova visione della materia, basata sull’organizzazione della sicurezza all’interno del sistema aziendale. Aspetti ancora carenti nell’organizzazione della sicurezza prevista dal D.Lgs. 81/08, tuttavia, sono: • la verifica e la misura delle prestazioni di salute e sicurezza dell’azienda, in relazione ai risultati della valutazione dei rischi; • la previsione di audit periodici per verificare la conformità alle decisioni pianificate per la gestione della sicurezza; • il rispetto della politica e il raggiungimento degli obiettivi di sicurezza posti dalla direzione aziendale. La strada per sopperire a queste carenze, comunque, è delineata dal Decreto stesso, che indica i modelli di organizzazione aziendale, conformi alle Linee guida UNI-INAIL per un SGSL (2001), o al BS OHSAS 18001:2007, tra i modelli idonei ad avere efficacia esimente della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni. Tenuto conto che, per avere successo, un SGS dovrebbe essere parte integrante del sistema di organizzazione aziendale, ho provveduto a fare dei confronti tra D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Linee Guida UNI-INAIL per un SGSL e standard ISO 9001:2008 per i Sistemi di Gestione della Qualità. Da questo confronto è emerso che sarebbe un grande risparmio di risorse ed energie implementare un sistema di gestione integrato Sicurezza – Qualità. Per quanto riguarda l’applicazione delle norme di sicurezza in ambito universitario, ho riportato un’indagine effettuata dalla CRUI nel 2005. Da questo studio è emerso che la quasi totalità degli Atenei Italiani ha dichiarato di aver formalizzato l’approccio sistemico in un regolamento, ma che non c’è ancora una buona corrispondenza tra azioni formali ed effettiva attuazione delle azioni operativo-gestionali. Inoltre, le principali carenze tecniche si sono riscontrate nei settori: Prevenzione incendi; Impianti elettrici; Impianti termici; Barriere architettoniche. In generale, si è visto che la realtà universitaria deve coniugare l’organizzazione della prevenzione con una realtà organizzativa molto complessa e flessibile, data l’autonomia e la libertà di ricerca e di didattica e l’elevato turn-over del personale. Nella nostra realtà, è stato elaborato un “Regolamento per la gestione della salute e della sicurezza sul lavoro nell’Università degli Studi di Verona” in cui sono state definite le modalità per individuare le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della politica dell’ateneo per la prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e sicurezza vigenti; si registra, tuttavia, una certa difficoltà ad adottare in toto un SGS, che dovrebbe essere voluto dai vertici aziendali e condiviso nello spirito e negli obiettivi da tutte le componenti universitarie. Per questo motivo si è deciso di adottare degli SGS “locali”. In particolare, in Chimica Biologica abbiamo dapprima definito l’organigramma della Sezione, identificando i ruoli di tutte le figure presenti, ai sensi del D.Lgs. 81/08. Poi abbiamo costruito un elenco di tutte le attività svolte da ogni singolo gruppo di ricerca; infine sono stati raccolti: o l’elenco degli agenti biologici e o.g.m. utilizzati o l’elenco degli agenti chimici o l’elenco delle attrezzature e degli strumenti o l’elenco degli esposti a rischio agenti cancerogeni e mutageni o la planimetria della Sezione, con la destinazione d’uso delle stanze. Con queste informazioni, la Direzione è in grado di definire:  la Politica di Sezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori;  gli obiettivi e il Piano di miglioramento;  le Procedure Gestionali;  le Procedure o Istruzioni Operative di sicurezza;  gli aspetti da verificare periodicamente, con audit programmati;  le regole per effettuare periodici “Riesami della Direzione”, volti a garantire una continua idoneità, adeguatezza ed efficacia del Sistema di Gestione. Purtroppo, il lavoro nella Sezione di Chimica Biologica è stato ostacolato da un’adesione solo formale alla sperimentazione da parte del Responsabile. Ciò ha comportato il non-coinvolgimento di buona parte del personale e la totale assenza degli elementi fondamentali dei Sistemi di Gestione. Pertanto, si è cercato di lavorare per approssimazioni successive, implementando dapprima Procedure necessarie per rispondere agli adempimenti normativi cogenti, in seguito si vorrebbero implementare procedure di interesse comune e poi Procedure/Istruzioni Operative relative a singoli processi/attività, contando su un interesse crescente da parte di tutti i gruppi di ricerca. Il passo successivo sarà quello di prendere tutte le metodiche di laboratorio e di trasformarle in vere e proprie Istruzioni operative, contenenti anche le informazioni di sicurezza. Tale collezione risulterebbe essere un punto di partenza importante per un sistema di gestione della qualità che eventualmente si volesse, un domani, implementare. Nei Laboratori Universitari di Ricerca Medica si è dovuto affrontare il problema di identificare le componenti universitarie e quelle aziendali, in quanto nella struttura, che è universitaria e diretta da personale universitario, operano 23 gruppi di ricerca afferenti a 5 Dipartimenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata – Verona. Definiti compiti e responsabilità di tutte le figure che operano nel LURM, è stato steso l’organigramma della struttura. Poi si sono raccolte le informazioni in modo analogo a quanto si è fatto per la Sezione di Chimica Biologica. Per agevolare il Direttore del LURM nel compito di promozione e vigilanza sugli adempimenti relativi alle misure di prevenzione da adottare, è stato implementato un data-base contenente tutte le informazioni sopra citate. Questo D-B risulta essere uno strumento potentissimo attorno a cui costruire la maggior parte delle procedure dell’SGS, soprattutto se si pensa di poterlo integrare con le seguenti informazioni:  il profilo di rischio di ogni lavoratore;  i Dispositivi di Protezione Individuale consegnati al singolo lavoratore;  la formazione in materia di sicurezza svolta da ogni lavoratore;  la registrazione degli infortuni occorsi;  la registrazione degli incidenti o dei mancati infortuni accaduti nell’ambito dei Gruppi di Ricerca. Con uno strumento di questo tipo è possibile definire le regole con cui far girare tutte le informazioni inerenti la sicurezza, dai Preposti ai Direttori di Dipartimento e del LURM e viceversa, nonché verso il Serv. di Prevenzione e Protezione, il Serv. di Sorveglianza Sanitaria, il Serv. di Radioprotezione, i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. Una volta implementato un SGS basato sui principi fondamentali dell’OHSAS 18001:2007, sarà possibile integrare le procedure già elaborate per l’SGS con i requisiti previsti dal SGQ, ed intraprendere anche un percorso di Certificazione del Sistema Qualità. Sulla base delle due sperimentazioni condotte, è emerso che la spinta propositiva da parte della Direzione è fondamentale per elaborare una Politica per la sicurezza della Sezione, fissare obiettivi da raggiungere, coinvolgere il personale nello spirito e nella convinzione dell’importanza dell’implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza, al fine di ottenere condizioni di lavoro migliori.
The route of my PhD consisted in: • an initial study of the relevant legislation about health and safety of workers and management systems of quality and safety; • a study regarding the application of regulations concerning safety at Italian Universities and analysis of the university context; • the testing of a Safety Management System (SMS) in two Sections of the University of Verona. Specifically, a survey has been on the evolution of legislation on health and safety at work from its origins to the D.Lgs. 106/09, which introduced a new vision of the subject, based on organizational behavior of security within the enterprise system. Aspects that are still lacking in the organization of safety provided by D.Lgs. 106/09, however, are: • verification and performance measurement of health and safety company, in connection with the evaluation of risks; • providing for periodic audits to verify compliance with decisions planned for safety management; • compliance with the policy and the achievement of safety targets set by management. The way to overcome these deficiencies, however, is delineated by the law itself which indicates the models of business organization, in accordance with the Guidelines for SGSL INAIL-UNI (2001), or to BS OHSAS 18001:2007, as models suitable to have effect on the administrative liability of legal persons, companies and associations. Given that, to succeed a SMS should be part of the system of organization, I proceeded to make comparisons between D.Lgs. 81/08, OHSAS 18001:2007, Guidelines for UNI-INAIL SGSL and standard ISO 9001:2008 for Quality Management Systems. This comparison revealed that it would be a great saving of energy resources to implement an integrated management system of Safety and Quality. As regards the application of safety standards in Universities, I quoted a survey conducted by CRUI in 2005. This study showed that almost all Italian universities said had formalized the systemic approach in a regulation, but that there isn’t a good match between formal actions and effective implementation of operational and managerial actions, yet. Moreover, the main technical deficiencies were found in: fire prevention, electrical systems, heating systems and architectural barriers. In general, we have seen that university must combine prevention organization with a very complex and flexible organizational reality, given the autonomy and freedom of research and teaching and the high turnover of staff. In the University of Verona, has developed a "Rules for the management of health and safety at work at the University of Verona," in which procedures for identifying responsibilities, procedures, processes and resources for policy implementation for the prevention of the University, in compliance with health and safety regulations, are defined; there are, however, some difficulties to take over a full SMS, which should be whised by senior management and shared in the spirit and objectives by all university constituents. For this reason it was decided to adopt local SMS. In particular, in the Section of Biological Chemistry, we defined first the organization, identifying the roles of all the figures according to the D.Lgs. 81/08. Then, we built a list of all the activities carried out by each research group, and finally we collected: o the list of biological agents and genetically modified microorganisms used o the list of chemicals o the list of equipment and instruments o the list of exposed to risk carcinogens and mutagens o the Section planimetry, with the intended use of the rooms. With this information, the Direction of the Section is able to define: • Policy Section for the health and safety of workers; • objectives and improvement plans; • Management Procedures; • Procedures and Safety Operating Instructions; • aspects to be checked periodically, with planned audits; • the rules for carrying out through periodic "review management”, to ensure continued suitability, adequacy and effectiveness of the Management System. Unfortunately, work in the Section of Biological Chemistry was hampered only by a formal adherence to the trial by the Head of Section. This has led to a non-involvement of most staff and the total absence of the key elements of management systems. Therefore, we tried to work through successive approximations, first by implementing the procedures necessary to meet the mandatory regulatory requirements, then we would implement procedures of common interest and then Procedures / Operating Instructions related to individual processes / activities, relying on a growing interest from all research groups. The following step will be to take into consideration all the laboratory methods and turn them into proper operating instructions, which also contain safety information. This collection of operative instruction would be an important starting point for a quality management system that could be eventually implemented in the future. University Laboratories for Medical Research (LURM) has faced the problem of identifying the academic and hospital components, as in the structure, which is headed by university staff, operate 23 research groups applying to 5 Departments of University Hospital Integrated - Verona. After having defined tasks and responsibilities of all the figures involved in LURM, we drew the organization chart of the structure. Then we gathered information in a way similar to the one which has been done for the Section of Biological Chemistry. To assist the Director of LURM in the task of promotion and supervision of compliance relating to the prevention measures to be taken, a database containing all the information above was implemented. This DB appears to be a powerful tool around which to build most of the procedures of SMS, especially in the case that the DB will be supplemented with the following information: • the risk profile of each employee; • the Personal Protective Equipment delivered to the individual worker; • training on safety held by each employee; • recording of accidents occurring; • recording of accidents or near misses occurred within research groups. Thank to this tool one can define the rules by which to run all information pertaining to safety, from the Supervisors to the Directors of Departments and of LURM and vice versa, and moreover to the Prevention and Protection Service, the Health Monitoring Service, the Radioprotection Service, the representatives of workers' safety. Once implemented an SMS based on the core of OHSAS 18001:2007, one can integrate procedures already developed for the SMS with the requirements of the QMS, and take a path of Quality System Certification. The two experiments carried out showed that the push by the proactive management is essential to design a policy for the safety of the section, set goals, engage staff in the spirit and in the belief of the importance of the Safety Management System implementation, in order to obtain better working conditions.
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GALLUPPO, Francesca. « Il Sistema di Gestione integrato della Sicurezza e della Qualità nelle Università e negli Enti di Ricerca : l’esperienza della Sezione di Immunologia e della Sezione di Anatomia e Istologia Umana dell’Università degli Studi di Verona ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Verona, 2010. http://hdl.handle.net/11562/343863.

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Résumé :
Scopo della tesi è l’implementazione di un Sistema di Gestione Integrato Qualità - Sicurezza in due strutture dell’ Università di Verona. Sono state prese in considerazione le Sezioni di Immunologia e di Anatomia e Istologia Umana, caratterizzate dalle seguenti peculiarità: - la Sezione di Immunologia è una sezione mista che svolge sia attività di ricerca che attività di diagnostica, in quanto convenzionata con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata (AOUI) - Verona. Come Sezione convenzionata con l’Azienda viene denominata “Unità Operativa di Immunologia Clinica”, ed è struttura certificata secondo UNI EN ISO 9001: 2008 dal 2002; la parte della Sezione puramente universitaria, dedicata alla ricerca, non è in possesso, invece, di alcuna certificazione; - la Sezione di Anatomia e Istologia Umana si occupa esclusivamente di ricerca e affronta il Sistema di Gestione della Sicurezza e della Qualità in modo completamente nuovo. Per quanto riguarda l’Unità Operativa di Immunologia Clinica il lavoro svolto è consistito nell’integrazione dei contenuti specifici della sicurezza nella documentazione del Sistema di Gestione della Qualità. Questo è stato il primo passo di un percorso di integrazione dei Sistemi di Gestione Qualità – Sicurezza che verrà sviluppato attraverso:  la definizione della Politica e degli obiettivi di Sezione per la salute e la sicurezza dei lavoratori;  l’identificazione di indicatori specifici relativi agli aspetti della sicurezza;  la stesura di procedure specifiche relative alla sicurezza, quali: - la gestione degli infortuni - la gestione delle emergenze  l’effettuazione di verifiche periodiche integrate sugli aspetti critici e sul raggiungimento degli obiettivi sia della Qualità che della Sicurezza;  il Riesame della Direzione e la riprogrammazione degli obiettivi, sempre in modo integrato Qualità – Sicurezza, in un’ottica di miglioramento continuo. Per quanto riguarda la componente prettamente universitaria della Sezione di Immunologia, ci si è posti l’obiettivo di implementare un Sistema di Gestione Qualità e Sicurezza unico con quello dell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, ma, dall’analisi dell’organizzazione, si è arrivati alla conclusione che non è possibile unificare l’individuazione delle figure della sicurezza secondo D.Lgs. 81/08 e, quindi, non si può arrivare a costruire un organigramma unico e a definire in modo univoco compiti e responsabilità. Pertanto, ci si è posti inizialmente l’obiettivo di elaborare un Sistema di Gestione della Sicurezza nella Sezione di Immunologia, anche al fine di rispondere ai requisiti normativi previsti dal D.Lgs. 106/09, pensando di integrarlo, poi, con i contenuti specifici del Sistema di Gestione della Qualità e di raggiungere, infine, l’obiettivo iniziale di avere il maggior numero possibile di documenti integrati qualità – sicurezza comuni ad entrambe le parti della Sezione, universitaria e aziendale. Per quanto riguarda la Sezione di Anatomia e Istologia Umana, inizialmente ci si è dedicati alla sensibilizzazione del Direttore e del personale al fine di arrivare all’implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza, eventualmente da integrare con un Sistema di Gestione della Qualità in un prossimo futuro. A questa fase è seguita:  la raccolta e l’aggiornamento delle planimetrie della sezione  l’elaborazione dell’organigramma funzionale e nominale del personale  la compilazione di un data-base con indicazione, per ciascun lavoratore, delle attività svolte, dei locali di lavoro occupati, dei possibili rischi legati alla manipolazione di sostanze tossiche/cancerogene e di agenti biologici. Il lavoro svolto si è concluso con questa fase di raccolta dati, a cui si vorrebbe far seguire una fase di identificazione dei processi e di elaborazione delle Procedure. In base alle esperienze maturate, sono emerse, nelle realtà considerate, grandi differenze in termini di approccio ai Sistemi di Gestione e di coinvolgimento del personale. Questa diversa sensibilità trova la sua origine nel percorso fatto sinora, che ha visto il mondo universitario molto poco sensibile all’avvento dei sistemi di gestione certificati che, negli ultimi anni, hanno preso piede in tutto il mondo lavorativo. Di fatto, nell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, dove il Sistema di Gestione della Qualità era già implementato e la documentazione utilizzata risultava già parzialmente integrata con le informazioni di sicurezza, ci si è trovati a confronto con personale consapevole e coinvolto nell’implementazione del Sistema. Tutto il personale della Sezione/Unità Operativa di Immunologia è risultato, quindi, più disponibile ad adottare nuove procedure integrate Qualità–Sicurezza, essendo personale che spesso è coinvolto sia in processi ospedalieri di diagnostica, che in processi universitari di ricerca. Solo una piccola parte del personale della Sezione è prettamente universitario, e quindi ancora digiuno di tutte le procedure di qualità adottate dall’Unità Operativa, ma in un contesto in cui tutti i colleghi sono già informati, formati e coinvolti nel processo di implementazione del Sistema di Gestione, il raggiungimento del 100% del coinvolgimento del personale risulta essere un obiettivo facilmente ottenibile. Il percorso iniziato nell’Unità Operativa di Immunologia Clinica, di integrazione dei Sistemi di Qualità - Sicurezza, risulta, quindi, un obiettivo di facile raggiungimento. L’auspicio è che tale attività trascini anche il personale universitario in un percorso a step, che parte dall’implementazione di un Sistema di Gestione della Sicurezza, che garantisce anche tutti gli adempimenti normativi in materia, per arrivare all’integrazione con un Sistema di Gestione della Qualità. Il problema della sensibilità nei confronti dei Sistemi di Gestione si è fatto sentire in modo molto più pesante nella Sezione di Anatomia e Istologia Umana, dove buona parte del lavoro svolto è consistito proprio in attività di coinvolgimento del personale e di spiegazione dei principi alla base dei Sistemi di Gestione. Il lavoro svolto non è, quindi, potuto andare oltre la definizione di ruoli, compiti e responsabilità e l’identificazione delle attività svolte nell’ambito della Sezione. Il percorso di implementazione del Sistema di Gestione della Sicurezza prevede, non solo la definizione di Politica, Obiettivi, Piano di Miglioramento, modalità di verifica e Riesame della Direzione, ma anche la stesura di tutte le Procedure e Istruzioni Operative, sia gestionali che tecniche.
The aim of the thesis is the implementation of a Safety and Quality Integrated Management System in two sections of the University of Verona: the section of Immunology and the section of Anatomy and Human Histology. The Immunology section carries out both research and diagnostic activities, as part of the Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata-Verona (AOUI). Under this agreement, the Immunology section is identified as “Clinical Immunology Unit” and it is certified UNI EN ISO 9001: 2008 since 2002; the part of the section that is exclusively committed to research is not covered by any type of certification. The Anatomy and Human Histology section carries out only research activities and is not covered by any type of certification for the Safety and Quality Management System. In the Clinical Immunology Unit we integrated information about safety into the documentation of the Quality Management System. This was the first step aiming to an integration of Quality and Safety Management System. This integrated system will be developed through the following steps:  definition of policy and objectives for the health and safety of workers in the Unit;  identification of specific indicators related to safety;  drafting of specific procedures for safety, such as: o management of accidents o management of emergencies  periodical integrated monitoring of the critical aspects and achievements of the objectives for both Quality and Safety;  management review and replanning of the objectives aiming to a continual improvement of the system. As regards the University component of the Immunology Section the goal was to implement a common Quality and Safety Management System with the Management System of the Clinical Immunology Unit; however, from the analysis of the above mentioned organization, it emerged that it is not possible to identify common liabilities for Safety Management according to D.Lgs. 81/08 and thus it is impossible to build a shared organization chart and univocally define tasks and responsibilities. For this reason, the initial objective was to work out a Safety Management System in the Immunology Section, in order to meet the rules stated in the D.Lgs. 106/09, integrating it later with the specific contents of the Quality Management System and to finally reaching the initial objective of sharing as many as possible integrated documents on Quality and Safety between the two parts of the Section. As regards the Anatomy and Human Histology Section, we tried to raise awareness in the Director and staff of the Section in order to reach, as a first step, the implementation of a Safety Management System and then a Quality and Safety Integrated Management System. The actions carried out during this study were the following:  Collection and update of the Section planimetry  Elaboration of the organization chart for the staff of the section  Elaboration of a database with the description of the elements in the staff, position covered, activities, exposure to toxic/carcinogenic substances, evaluation of the risk in which all processes are carried out. The work carried out in the Anatomy and Human Histology Section was concluded at this stage of data collection; this phase should be followed by the drawing of the procedures. A clear evidence, which emerged from what has been related above, is that the two contexts considered in this study show wide differences in the way the Management systems have been approached and in the way the staff has been involved. The different sensitivity to the issues considered originates from the course taken so far, which showed a scarce interest of the academic world in the certified management systems that, over the last few years, have gained ground in the working environment worldwide. At an operational level, in the Clinical Immunology Unit, further to implementing all the documentation for the Quality Management System which is already partially integrated with Safety guidelines, the staff showed awareness and felt involved in the implementation of the System. As a consequence, the process of integration with the Safety Management System was felt as a natural evolution of the work so far carried out. All the staff of the Section/Unit of Immunology proved more willing to adopt the new integrated procedures for Quality and Safety. Only a small portion of the staff in this Section is only academic, and is thus not yet primed with all the Quality guidelines put in place in the Unit, yet, in a context in which most of the workers are already trained and involved in the process of implementation of the Management System, the goal of extending this knowledge to 100% of the staff seems to be easily attainable. The shared hope is that this will eventually drag the university staff in a stepwise path that, starting from the implementation of a Management System for Safety which grants the fulfilment of all the regulatory requisitions, will allow the final integration with a Quality Management System. Awareness towards the Management Systems is an issue that was more heavily felt within the Anatomy and Human Histology Section, where a good portion of the efforts were spent in activities aimed at involving the staff and explaining the principles standing at the base of the Management Systems. The study could not therefore go beyond the definition of roles, tasks and the identification of all activities being carried out within the Section. The path towards the implementation of a Safety Management System implies not only the definition of a Policy, Objectives, Improvement Plan, Check and Management Review, but also the drafting up of organizational and technical procedures.
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Zani, Carlotta. « Contributi allo sviluppo del sistema di gestione integrato qualità sicurezza e ambiente di un'azienda multiservizi : applicazione della normativa Emission Trading e certificazione OHSAS 18001 ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/959/.

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CARTOCETI, GRETA. « EMPLOYEE BENEFIT PLANS E PIANI DI WELFARE AZIENDALE NEI SISTEMI DI SICUREZZA SOCIALE STATUNITENSE E ITALIANO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/551280.

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Résumé :
Il presente studio analizza le componenti pubblicistiche e privatistiche del Sistema di Sicurezza Sociale statunitense, rispettivamente rappresentate dalla Social Security e dai programmi di Medicare e Medicaid, nonché dagli Employment-Based Benefit Plans e dagli Individual Saving Accounts. L’analisi si focalizza in particolare sulla disciplina dettata dalla legge federale (ERISA) in riferimento ai Pension Benefit Plans, Health Care Plans e Welfare Benefit Plans, dei quali vengono analizzate la genesi, le funzioni e le previsioni normative che ne regolano il funzionamento. La seconda parte dello studio, invece, descrive il Sistema di Sicurezza Sociale italiano, con particolare attenzione per i problemi di sostenibilità che oggi affliggono la Previdenza obbligatoria e per il ruolo di “sostengo” che la cd. Previdenza contrattuale è chiamata a svolgere per sopperire alle carenze della prima. Quest’ultima, in particolare, viene analizzata in tutte le sue componenti, rappresentate dalla previdenza complementare, dai fondi sanitari integrativi, dagli enti bilaterali, dagli ammortizzatori contrattuali e dal welfare aziendale. Costituisce, tuttavia, il focus principale dello studio il fenomeno più recente del Welfare Aziendale, del quale vengono messe in luce le potenzialità e gli aspetti controversi, specialmente in ordine alla sua collocazione all’interno del Sistema di Sicurezza Sociale. Non mancano, infine, considerazioni sulle conseguenze derivanti dal progressivo spostamento del baricentro delle tutele previdenziali e assistenziali tradizionalmente erogate dalla Previdenza obbligatoria verso forme di collaborazione “integrata” tra soggetti pubblici e privati, che lascia presagire un progressivo e preoccupante retrenchment dello Stato nella gestione della “cosa pubblica”.
The first part of the study analyzes the public and private components of the U.S. Social Security System, represented respectively by the Social Security and Medicare & Medicaid Programs, as well as the Employment-Based Benefit Plans and the Individual Saving Accounts. The analysis focuses particularly on the discipline provided by the federal law (namely ERISA) regulating the Pension Benefit Plans, the Health Care Plans and the Welfare Benefit Plans. The second part of the study describes the Italian Social Security System in its general features and the problems of sustainability currently affecting the Public Pension Pillar, as well as the role played by the so-called Occupational Schemes to cover the shortcomings of the former. The latter is comprised by complementary pensions schemes and supplementary health care schemes, bilateral bodies, contractual dampers and the so-called Welfare Aziendale. In conclusion, the study highlights the consequences of the gradual shift from the Public Pension Pillar to Occupational Voluntary Schemes in providing pension and health care treatments, which suggests a progressive and worrying retrenchment of the State from the management of public affairs.
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Gorbenko, Ivan. « Verifica dell'integrità di sistemi software ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/12950/.

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Résumé :
Ogni giorno usiamo numerose applicazioni software e spesso ne installiamo di nuove, nella maggior parte dei casi ottenute da Internet. Il progetto del sistema operativo Debian, si è adattato a questo trend costruendo un'infrastruttura che permettesse di gestire facilmente i software, dallo sviluppo alla distribuzione all'utente finale. Il modello adottato da Debian migliora notevolmente l'esperienza dell'utente finale, rendendo semplice ottenere e installare applicazioni da un vasto archivio, ma allo stesso tempo introduce nuovi problemi legati alla sicurezza. La tesi analizza l'infrastruttura di Debian, ponendo particolare attenzione sulle tecniche adottate per garantire l'integrità dei software che ospita e distribuisce, mostrandone i pregi, i difetti, ed i problemi tuttora aperti. Si discute del problema dell'integrità dei software installati in un sistema, mostrando alcuni attacchi che alterano i software e le soluzioni attualmente esistenti per rilevare tali attacchi. Infine si passa alla progettazione e implementazione di un sistema in grado di verificare l'integrità dei software installati nel sistema operativo Tails, una distribuzione live derivata da Debian, nata per proteggere la privacy e l'anonimato online dell'utente.
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Breda, Silvia <1988&gt. « Qualità ambientale dei siti di coltivazione della vongola verace filippina Ruditapes philippinarum : un approccio integrato mediante Analisi Ambientali, Fisiologiche e Molecolari ai fini della Tracciabilità e Sicurezza Alimentare ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1942.

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Résumé :
La laguna di Marano è stata interessata per svariati decenni da eventi di contaminazione legati alla presenza degli impianti industriali di Torviscosa e dell’ex area Caffaro; le pressioni ambientali subite hanno comportato l’inserimento dell’area nel novero dei S.I.N. Italiani. In realtà, la situazione ambientale della zona non è ancora stata investigata in modo olistico. All’interno di questo lavoro si è adottato un approccio interdisciplinare volto a costruire un quadro completo, seppur preliminare, della condizione ambientale del sito di interesse prendendo in considerazione sia i sedimenti che l’organismo target Ruditapes philippinarum e svolgendo sui primi analisi di tipo chimico (geospeciazione, estrazione totale di metalli e metalloidi) e sulla seconda analisi di tipo fisiologico (bioaccumulo di metalli e metalloidi, quantificazione di MT quali biomarker) e genetico (analisi di 16S mitocondriale e microsatelliti). I risultati conseguiti sono stati interpretati statisticamente in modo da mettere in luce le criticità ambientali che sono, infatti, deducibili solo attraverso una lettura integrata dei dati, la quale ha consentito di ben caratterizzare la zona. I dati ricavati dalle analisi genetiche, inoltre, corredano lo studio di un contributo volto a descrivere la collocazione filogenetica dei campioni di Marano rispetto a campioni della medesima specie provenienti da altri siti di coltivazione: laguna di Venezia, Delta del Po’ e Spagna (i cui dati sono stati reperiti in letteratura) e fornisce un contributo importante verso la realizzazione di un tool genetico per la tracciabilità e la sicurezza alimentare.
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LABRADA, SOSA Ailed. « Modelli di organizzazione e gestione. Modello di organizzazione e gestione integrato per gestire in un'ottica di prevenzione e miglioramento continuo le problematiche relative alla salute e alla sicurezza sul lavoro ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30445.

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Polito, Antonio. « Modellazione di dettaglio di un nuovo sistema di rinforzo esterno per il miglioramento sismico degli edifici mediante l'utilizzo del software Midas FEA ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
La messa in sicurezza, miglioramento e adeguamento sismico del patrimonio edilizio esistente costituiscono da sempre uno dei settori più importanti dell’ingegneria civile. Ad oggi molte sono le tecnologie utilizzate per il miglioramento del livello di sicurezza sismico ma poche sono versatili e di facile realizzazione, impedendo spesso la fruizione del fabbricato. Per far fronte a tali esigenze nasce il progetto regionale “TimeSafe”, sinonimo di “Tecnologie integrate ed innovative a limitato impatto ed invasività per il miglioramento sismico di edifici senza interruzione d’uso”. All’interno del progetto TimeSafe si sviluppano nuove tecnologie, tra loro integrate e a bassa invasività, che consentono la realizzazione per fasi di un rinforzo esterno con lo scopo di aumentare sia il livello di sicurezza sismico della struttura sia altre prestazioni come ad esempio quella energetica. Fondamentale importanza è stata data all’ottenere un basso impatto e alla personalizzazione del sistema in modo da garantire il suo impiego nella maggior parte dei contesti edilizi. Lo scopo del presente elaborato di tesi riguarda la modellazione numerica di dettaglio di un singolo modulo rappresentativo della struttura, avendo come obiettivo la previsione del reale comportamento del rinforzo e fungere da supporto alle imminenti prove di laboratorio. In particolare lo studio verterà dapprima sulla validazione dei due software Midas FEA e Midas FEA NX, per poi passare allo studio del singolo modulo di rinforzo. Si passerà quindi alla realizzazione di modelli semplificati e di dettaglio attraverso i quali si andranno a definire il comportamento del rinforzo e la quantità di armatura da considerare nell’elemento parete. Concludendo, al fine di considerare l’applicabilità di tale rinforzo in zone sismiche differenti, si sono eseguite delle analisi di sensibilità variando la sezione dei pilastri e la quantità di armatura in essi inserita, calcolati attraverso una valutazione parametrica.
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BARBANI, DANIELE. « Sicurezza nei Motoveicoli : Analisi e Sviluppo di Sistemi di Sicurezza Passiva Integrati su Motoveicolo ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/2158/866525.

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Résumé :
Nell'ultimo decennio si è verificato un consistente aumento del parco circolante di motoveicoli, in particolar modo si stanno sempre piu diondendo scooter di elevata potenza. Sebbene siano diminuiti gli incidenti in rapporto al numero di veicoli su strada, in termini assoluti questi sono ancora innumerevoli (ad esempio in Italia dai 1180 morti del 1999 si è passati a 1380 morti del 2010). Questi fattori hanno portato ad una sempre maggiore attenzione e richiesta di sicurezza sui motoveicoli. Rispondendo a tali necessità, l'attività di dottorato qui esposta e svolta presso il gruppo di ricerca CISAP (afferente al Dipartimento di Meccanica e Tecnologie Industriali dell'Università degli Studi di Firenze), è stata realizzata con l'intento di apportare nuovi sviluppi in merito alla sicurezza passiva dei veicoli a due ruote. Questo elaborato presenta le attivita svolte nell'analisi e nello sviluppo di dispositivi di protezione integrati direttamente sui motoveicoli. In particolare l'attenzione è stata posta alla riduzione delle lesioni alla parte superiore del corpo e agli arti inferiori. Tale attività è stata realizzata in ambiente virtuale, tramite codici ad elementi finiti non lineari. Per eseguire tali analisi, sono stati realizzati modelli FEM riproducenti svariate configurazioni di incidente (rispondenti agli standard normativi ISO 13232:2005). L'utilizzo di dati sperimentali ha inoltre permesso di validare tali modelli. Per la protezione della parte superiore del corpo è stato testato un airbag. Attraverso la misurazione della capacità di mitigazione delle lesioni a testa e collo, ne sono state valutate le prestazioni nei vari scenari simulati. Sono state inoltre provate preliminarmente delle modifiche alla forma del dispositivo per estendere le sue elevate prestazioni in un campo di configurazioni di impatto più grande. Per la riduzione delle consistenti lesioni registrate sugli arti inferiori sono state testate varie tipologie di protettori, da quelli realizzati con materiali ad elevata capacità di assorbire gli urti (polistirene e alluminio con struttura honeycomb) a due piccoli airbag a forma di "guanciale". In conclusione è stato osservato che, alla luce dei risultati ottenuti, l'integrazione di dispositivi di sicurezza passiva come quelli qui sviluppati e analizzati, può significativamente ridurre le probabilità di insorgere in gravi lesioni durante un incidente.
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SPAGNUOLO, Franco Enzo. « Modello integrato di vulnerabilità delle infrastrutture stradali - VIS 4 Road Safety ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1383074.

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Résumé :
La funzioni della società moderna dipendono dal complesso sistema di reti di infrastrutture e servizi, comunemente comprese nel vasto concetto di lifelines. Tra i sistemi di lifelines le infrastrutture di trasporto stradali rivestono un ruolo fondamentale e strategico nello sviluppo economico e sociale di un paese. L’efficienza, l’affidabilità e la disponibilità del sistema dei trasporti stradali costituisce un fattore determinante per lo sviluppo dell’economia di un territorio. Il sistema di trasporto e le interconnessioni con le reti internazionali devono garantire l’accessibilità e il “movimento” di persone e merci in modo sicuro ed efficiente. Nonostante la consapevolezza dell’importanza delle infrastrutture di trasporto terrestri non è disponibile una metodologia condivisa per la valutazione della sicurezza di tali infrastrutture: Kaundinya et alii (2016) evidenziano come il tema sia affrontato con approcci settoriali, definizioni e concetti variabili e metodi parziali. Oltre al tema della migliore funzionalità ordinaria e dei metodi necessari alla sua progettazione, la disponibilità del sistema viario costituisce la condizione preliminare per l’applicazione delle misure di emergenza in occasione di disastri naturali, come risultato evidente in occasione dei recenti terremoti e fenomeni di dissesto idrogeologico avvenuti in Italia. Infatti, solo il mantenimento di un livello sufficiente di efficienza può consentire il raggiungimento in breve tempo delle zone colpite e quindi mitigare le conseguenze. La necessità di garantire la funzionalità della rete di trasporto in occasione di eventi sismici o altre calamità naturali richiede quindi un’analisi della vulnerabilità delle infrastrutture di trasporto e la pianificazione degli interventi finalizzati a garantirne la fruibilità al fine di supportare la gestione di post evento. Dopo eventi catastrofici diffusi, quali sisma o alluvioni, è essenziale che la rete di trasporto rimanga operativa o che la sua funzionalità venga ripristinata nel più breve tempo possibile. E’ necessario che il sistema sia caratterizzato da sufficiente resilienza, con riferimento alla rete nella sua interezza o a parti di essa ritenute imprescindibili. La progettazione della resilienza della rete favorisce inoltre la ripresa economica della zona colpita. Per tale fine è fondamentale disporre di strumenti di analisi in grado di valutare preventivamente gli effetti locali e sistemici dei terremoti o di altri eventi calamitosi. La disponibilità di un metodo unitario per la valutazione della vulnerabilità e resilienza della rete consentirebbe inoltre di investire razionalmente le risorse, ottenendo la riduzione del rischio e dell’indisponibilità dell’infrastruttura. A riguardo bisogna evidenziare che manca l’integrazione tra le metodologie di analisi sistemiche di una rete stradale e le metodologie di analisi di vulnerabilità strutturale delle singole componenti che compongono il sistema. Manca, cioè, un approccio integrato che sappia mettere insieme i risultati delle metodologie di dettaglio, sviluppate in diversi settori dell’ingegneria, per valutare gli effetti che alcuni eventi generano o possano generare sulla funzionalità dell’infrastruttura stradale, ed i modelli di valutazione della funzionalità e affidabilità della rete stradale. Le attuali metodologie di valutazione della vulnerabilità di una rete stradale sono in grado di individuare gli elementi più importanti di una rete stradale, vale a dire quegli elementi che se interrotti possono provocare un aumento generalizzato dei tempi e dei costi del trasporto, ma non sono in grado di fornire indicazioni sulla probabilità che una tale occasione possa verificarsi, né tantomeno possono fornire una indicazione in merito ai tempi di ripristino dell’elemento interrotto. Il progetto di ricerca si è posto l’obiettivo di definire un modello integrato in grado di fornire una valutazione della probabilità di indisponibilità di un elemento o di un arco stradale nel breve e nel lungo periodo, nonché una valutazione delle possibili tempistiche di indisponibilità, sulla base dei fattori di pericolo che possono interferire con l’elemento o l’arco stradale. Una tale valutazione è possibile attraverso la definizione di un modello di rischio in cui la vulnerabilità è definita come legame funzionale tra sollecitazione e risposta in termini di disponibilità del sistema. In tal modo si possono mettere in relazione eventi naturali o antropici interferenti con l’infrastruttura, caratteristiche dell’infrastruttura e livello funzionale dell’infrastruttura a seguito di un dato evento. La definizione del suddetto modello necessita di un approccio multidisciplinare al fine di poter sfruttare le migliori metodologie sviluppate nei singoli settori dell’ingegneria: aspetti strutturali, idraulici, geotecnici, trasportistici ecc..
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