Littérature scientifique sur le sujet « Sepolcreto »

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Articles de revues sur le sujet "Sepolcreto"

1

Briquel, Dominique, et Luana Kruta Poppi. « Le tombe con marchi del sepolcreto di via Sabotino a Bologna ». Mélanges de l'École française de Rome. Antiquité, no 131-1 (30 juin 2019) : 137–75. http://dx.doi.org/10.4000/mefra.7545.

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D'Andrea, Francesca. « MONUMENTA COLUMBARIORUM INTEGRA REPERTA.ANALISI DI UN COMPLESSO MONUMENTALE PRESSO PORTA MAGGIORE ». Papers of the British School at Rome 83 (16 septembre 2015) : 29–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246215000033.

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Résumé :
Con il presente lavoro si propone la ricostruzione di un complesso funerario di età romana scoperto a Roma, nei pressi di Porta Maggiore, sul finire del XIX secolo (1871). Lo studio è stato condotto attraverso l'analisi critica dei dati offerti dalla documentazione di scavo, dalle foto d'archivio, dalle indicazioni topografiche e dai materiali epigrafici. L'articolo prende in esame le iscrizioni sepolcrali scoperte all'interno di questi ambienti, pubblicate nel sesto volume delCorpus Inscriptionum Latinarum(CILVI, 5961–6148). Grazie al ritrovamento di due fotografie, scattate durante gli scavi del 1871 da John Henry Parker, si è ora in grado di restituire all'originario contesto sepolcrale un gruppo di epigrafi, cui era stata finora attribuita un'erronea provenienza. L'obiettivo del presente lavoro è quello di contribuire, attraverso l'utilizzo di fonti diverse, alla comprensione dello sviluppo archeologico e topografico di quest'area, ripercorrendo le successive fasi di occupazione del sepolcreto che qui fu prese forma.
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Latteri, Nicoletta. « La Statio dei pretoriani al III miglio dell’Appia Antica ed il loro sepolcreto «ad catacumbas» ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 114, no 2 (2002) : 739–57. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2002.9734.

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Sestieri, Anna Maria Bietti. « Gino Vinicio Gentili : Verucchio villanoviana. Il sepolcreto in località Le Pegge e la necropoli al piede della Rocca Malatestiana ». Gnomon 78, no 3 (2006) : 250–54. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417_2006_3_250.

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Ferchiou, Naidè. « Le Mausolée de Q. Apuleus Maxssimus à El Amrouni ». Papers of the British School at Rome 57 (novembre 1989) : 47–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009089.

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Résumé :
IL MAUSOLEO DI Q. APULEUS MAXSSIMUS A EL AMROUNIIl mausoleo di El Amrouni (Tunisia), nel mostrare associati elementi pertinenti ad ambiti culturali tra loro differenti, fornisce una testimonianza di grande interesse per la conoscenza della “civilizzazione del limes”. Il proprietario del sepolcro e la sua famiglia, di origine indigena, sono ricordati in due iscrizioni: una in latino, l'altra in neopunico. Il monumento, in forma di torre, presenta grandi bassorilievi con scene mitologiche di ispirazione greco-latina piuttosto che non semitica od orientale (Orfeo con animali selvaggi; Orfeo agli Inferi; Ercole ed Alcesti), insieme al ritratto dei defunti. Altre scene mitologiche ornavano l'epistilio (Licurgo nell'atto di tagliare le viti; figura di un genio e rami di acanto). Agli angoli della torre si trovano pilastri di stile corinzio. Gli elementi epigrafici e la decorazione architettonica permettono di collocare il mausoleo alia fine del I sec. d.C. o nel primo terzo del II sec. Il sepolcro di questa famiglia associa dunque elementi culturali tra loro contraddittori rivelando così la propria pertinenza ad una cultura punico-libica nella lingua e greco-romana nella iconografia.
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Boccazzi, Gaudenzio. « L’Itinerario al Santo Sepolcro di Antonio da Crema ». Studia Orientalia Christiana 25 (janvier 1995) : 69–88. http://dx.doi.org/10.1484/j.socc.3.195.

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Garbarino, O. « Il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Appunti di ricerca storico-architettonica ». Liber Annuus 55 (janvier 2005) : 239–314. http://dx.doi.org/10.1484/j.la.2.303620.

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Foletti, Ivan. « Germigny-des-Prés, il Santo Sepolcro е la Gerusalemme Celeste ». Convivium 1, no 1 (janvier 2014) : 32–49. http://dx.doi.org/10.1484/j.convi.5.103402.

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Dziuba, Andrzej F. « Valter GUADAGNO, Cavalieri del Sepolcro. Storia e significati della milizia nell’ordine equestre del santo sepolcro di Gerusalemme, Edizioni Settimo Sigllo, Manocalzati 2017, ss. 302. » Collectanea Theologica 88, no 4 (16 avril 2019) : 238–42. http://dx.doi.org/10.21697/ct.2018.88.4.15.

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Beseran, Pere. « Dalla vetrata al sepolcro : iconografia francescana in Catalogna (secoli XIII-XIV) ». IKON 3 (janvier 2010) : 71–80. http://dx.doi.org/10.1484/j.ikon.3.67.

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Thèses sur le sujet "Sepolcreto"

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Morpurgo, Giulia. « Il sepolcreto etrusco De Luca di Bologna. Rituale funerario ed articolazione sociale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3422862.

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Résumé :
The De Luca Etruscan necropolis in Bologna. Funerary ritual and social organization. Research theme is the De Luca Etruscan necropolis in Bologna, an important funerary complex of the Certosa phase discovered by Antonio Zannoni in the second half of the 19th century, but essentially unpublished. The work is part of a wider project, started and developed through a close collaboration between the University and the Archaeological Museum of Bologna, which aims to analyze and publish the Etruscan burials of Bologna that were investigated during the 19th century. The De Luca necropolis is located in the area of western necropolis, where, starting from the Villanovan phase, one of the main funerary pole in the Etruscan town of Bologna developed. This is constituted by 111 burials excavated between the 2nd of August 1875 and the January 1876 inside the Marchese Francesco De Luca propertry. The study has initially focused on the recover of the available bibliographic sources, especially of the unpublished documentation through a systematic research in some important archives (Archaeological Museum of Bologna, Archiginnasio, Piancastelli Fund in Forlì, L. Pigorini Archive in Padova and the Central State Archive in Rome). Thanks to this work allowed to collect a considerable documentation (Excavation Journal, notes, material list, sketch of tombs, section plans etc.) that was still unknown. All this documentation gave a crucial contribution to the reconstruction of the main characteristic of necropolis. One of the most important changes was the discovery of the general map of the necropolis made by A. Zannoni. This document turn out to be of exceptional importance not just for the study of the necropolis but also, more broadly, for a wider attempt to make an historical-topographical reconstruction of the Etruscan necropolis of Bologna in the Certosa phase. Another fundamental aspect of the research project was the systematic cataloging of all the materials related to the necropolis. In the same time all the objects were photographed and drawn. Through the integration of the different sources previously collected and thanks to the information inferable from the study of the materials, a philological reconstruction of all the funerary equipment has been done. This allowed to bring back to the original context most of the preserved material. At last, through a general and integrated reexamination of all the available documentation, we were able to make not only a reconstruction of the mains characteristics of the necropolis, (planimetric organization, funerary ritual, wealth, sex, age classes, chronology, etc.) but also his historical collocation in the wider panorama of the Etruscan town of Bologna in the Certosa phase.
Il sepolcreto etrusco De Luca di Bologna. Rituale funerario e articolazione sociale. Tema della ricerca è lo studio del sepolcreto etrusco De Luca di Bologna, importante complesso funerario di fase Certosa messo in luce da Antonio Zannoni nella seconda metà dell’Ottocento ma rimasto sostanzialmente inedito. Il lavoro s’inquadra all’interno di un più ampio progetto, nato e svoltosi nel segno di una stretta collaborazione tra Università e Museo Civico Archeologico di Bologna, che prevede l’analisi e l’edizione dei grandi nuclei funerari bolognesi indagati nel corso dell’Ottocento. Il contesto in esame si colloca nell’area dei sepolcreti occidentali, dove, a partire dall’epoca villanoviana si sviluppò uno dei principali poli funerari della Bologna etrusca. Esso risulta costituito da 111 sepolture messe in luce tra il 2 agosto 1875 e il gennaio dell’anno successivo all’interno dei terreni di proprietà del Marchese Francesco De Luca. Lo studio è stato inizialmente dedicato al recupero delle fonti bibliografiche disponibili e soprattutto della documentazione inedita attraverso un’indagine sistematica condotta presso alcuni importanti archivi (Archivio del Museo Civico di Bologna, Archiginnasio, Fondo Piancastelli presso la Biblioteca Comunale di Forlì, Archivio Pigorini a Padova e l’Archivio Centrale di Stato a Roma). Gli esiti positivi di tale lavoro hanno permesso di raccogliere una consistente documentazione (Giornale di Scavo, appunti, elenchi di materiali, schizzi di tombe, piante di settore etc.) di cui non sempre si era a conoscenza e che, a vario titolo, fornisce un contributo determinante ai fini non solo dell’interpretazione delle caratteristiche generali del sepolcreto e/o delle singole sepolture, ma anche in funzione di una ricostruzione storica delle vicende che hanno riguardato tali scoperte. Tra le novità di maggior rilievo va sottolineato il recupero della planimetria generale della necropoli realizzata da A. Zannoni e sulla cui esistenza la tradizione di studi precedente aveva sempre dubitato. Si tratta di un documento che, per le sue caratteristiche compositive, risulta di eccezionale importanza non solo per uno studio del complesso funerario in esame ma anche, più in generale, per un più ampio tentativo di ricostruzione storico-topografica dei sepolcreti etruschi bolognesi di fase Certosa, il cui nucleo occidentale costituisce una delle testimonianze più grandiose. Altra componente fondamentale del progetto di ricerca è stata poi la schedatura sistematica di tutti i materiali pertinenti al sepolcreto. In parallelo è stata condotta un’intensa campagna fotografica e di riproduzione grafica di tutti gli oggetti presi in considerazione. Attraverso l’integrazione delle diverse fonti documentarie precedentemente recuperate e grazie ai dati desumibili dallo studio dei materiali è stato dunque affrontato il lavoro di ricostruzione filologica dei singoli corredi funerari che ha consentito di ricondurre all’originario contesto di appartenenza la maggior parte del materiale conservato. Infine si è proceduto attraverso un riesame generale ed integrato di tutta la documentazione disponibile che ha consentito di approdare, non solo ad una ricostruzione delle principali caratteristiche del sepolcreto (organizzazione planimetrica, rituale funerario, ricchezza, sesso, classi d’età, cronologia, etc.), ma anche ad un suo inquadramento storico nel più ampio panorama della Bologna etrusca di facies Certosa.
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MATTIA, MIRKO. « QUATTROCENTO ANNI DI STORIA DI MILANO LETTI SUI RESTI DEI SUOI ABITANTI. RECUPERO E STUDIO DEL PATRIMONIO ARCHEOLOGICO E UMANO DEL SEPOLCRETO DELLA CA¿ GRANDA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2022. http://hdl.handle.net/2434/915723.

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Résumé :
Questa tesi di dottorato ha come scopo l’indagine sistematica di una parte del deposito archeologico e degli individui sepolti nella Cripta della Beata Vergine Annunziata, presso l’antico Ospedale Maggiore Ca’ Granda di Milano. L’utilizzo di metodi presi dall’archeologia e dall’antropologia ha permesso di ottenere risultati utili ad affrontare un discorso multidisciplinare per ricostruire la storia degli scheletri recuperati. La suddetta ricerca ha posto altresì le basi metodologiche per studi futuri sul Sepolcreto e per confronti con altre popolazioni, anche non riconducibili alla stessa area geografica. La porzione di deposito indagata ha restituito, per la prima volta, una sequenza stratigrafica ben definita, nonché individui in connessione anatomica e reperti non ossei dal particolare valore archeologico. Lo studio antropologico è stato suddiviso in due differenti campagne: la Campagna A che ha analizzato i 1571 resti ossei commisti provenienti da sondaggi precedenti, privi di contesto stratigrafico, e la Campagna B, la quale si è occupata di indagare le 1059 ossa e i 43 individui recuperati nel nuovo scavo archeologico. I risultati così ottenuti sono stati affiancati da quelli relativi alle altre discipline scientifiche, svolti su un campione di reperti di natura differente come, ad esempio, i tessuti molli e i resti botanici intrappolati nel tartaro calcificato. Al fine di effettuare un confronto diacronico per ricostruire l’identità degli antichi abitanti di Milano ed inserire la popolazione della Ca’ Granda nel più ampio progetto MIAntropo, è stato poi svolto un raffronto antropologico con tre diversi campioni di popolazione. Gli scheletri archeologici presi in considerazione provengono da necropoli e cimiteri di Età Romana, Medievale e Contemporanea. Un primo ed importante risultato dell’analisi archeologica è stato quello di individuare le dinamiche di inumazione dei corpi. Si tratta quindi di un deposito di tipo primario, utilizzato per un lungo periodo di tempo (primary long term usage). La presenza degli individui in connessione anatomica è il risultato della deposizione, avvenuta poco dopo la morte, di numerosi cadaveri. La commistione dei reperti osteologici, riscontrata nei vari livelli del deposito, è dovuta perlopiù all’azione di eventi tafonomici naturali, come la caduta e il rotolamento di ossa a causa della forza di gravità, ed antropici. Le analisi antropologiche hanno permesso di ricostruire una popolazione non omogenea, composta da soggetti di entrambi i sessi e di varie età: dai feti a soggetti anziani, di età superiore ai 60 anni. I dati hanno confermato che nelle corsie ospedaliere veniva curata perlopiù la popolazione povera di Milano; i segni osservati sulle ossa sono di natura perlopiù cronica. Tra di essi è ben rappresentata la malattia simbolo dell’Età Moderna, ovvero la sifilide. Nei reperti ossei esaminati sono state riscontrate poche lesioni traumatiche, la maggior parte subita prima della morte dell’individuo e in corso di guarigione. In particolare, una grande percentuale di questi eventi è dovuta a cause accidentali, probabilmente accadute in ambito lavorativo, ma non mancano episodi, anche se minimi, di segni riconducibili a violenza interpersonale. Le analisi specialistiche hanno permesso di acquisire ulteriori informazioni sulla medicina praticata all’interno del nosocomio e sullo stile di vita degli antichi abitanti, nonché sul Sepolcreto stesso e sulla datazione delle sepolture. I temi trattati hanno permesso di ottenere, per la prima volta, un quadro ricostruttivo composto da dati storici e scientifici differenti, ma coerenti tra loro, il quale ha consentito di proporre una solida metodologia per risolvere le problematiche rimaste ancora irrisolte e che saranno oggetto degli studi futuri. I criteri scientifici qui delineati potranno porre le basi per un approccio scientifico multidisciplinare, adatto ad affrontare altri contesti di studio dal punto di vista archeologico ed antropologico.
The purpose of this his doctoral thesis is the systematic investigation of a part of the archaeological deposit and of the individuals buried in the Crypt of the Beata Vergine Annunziata, at the ancient Ospedale Maggiore Ca 'Granda in Milan. The archeaological and anthropological methods made it possible to obtain useful results for addressing a multidisciplinary discourse to reconstruct the history of the recovered skeletons. The aforementioned research also laid the methodological foundations for future studies on the crypt and for comparisons with other populations, even from distant geographical areas. The investigated section of the crypt has shown, for the first time, a well-defined stratigraphic sequence, as well as individuals in anatomical connection and non-osseous finds of important archaeological value. The anthropological study was divided into two different campaigns: Campaign A analyzed the 1571 commingled bone remains from previous surveys, without a stratigraphic context, and Campaign B investigated the 1059 bones and 43 individuals recovered in the recent archaeological excavation. The results thus obtained were accompanied by those relating to other scientific disciplines, carried out on a sample of finds of a different nature such as, for example, soft tissues and botanical remains trapped in calcified calculus. In order to make a diachronic comparison to reconstruct the identity of the ancient inhabitants of Milan and include the population of Ca 'Granda in the wider MIAntropo project, an anthropological comparison was then carried out with three different population samples. The archaeological skeletons taken into consideration came from Roman, Medieval and Contemporary necropolises and cemeteries. A first and important result of the archaeological analysis was to identify the dynamics of the burial of the bodies, which was a primary long-term usage deposit. The presence of individuals in anatomical connection is the result of the deposition of numerous corpses shortly after death. The mixture of osteological findings, found in the various levels of the deposit, is mostly due to the action of natural taphonomic events, such as the fall and rolling of bones due to gravity and anthropogenic forces. Anthropological analyses made it possible to reconstruct a non-homogeneous population, constituted of individuals of both sexes and of various ages: from fetuses to elderly over 60 years of age. The data confirmed that mostly the poor population of Milan was treated in the hospital wards; the signs observed on the bones are mostly mainly chronic in nature. The symbolic disease of the Modern Age, syphilis, was well represented among them. A few traumatic injuries were found in the bone findings examined, most suffered before the death of the individual and in course of healing. A large percentage of these traumatic events can be attributed to accidental causes, probably during work activities, but some, even if only a minimal percentage may be ascribed to interpersonal violence. Finally, laboratory analyses made it possible to acquire further information on how medicine was practiced within the hospital and on the lifestyle of the ancient inhabitants, as well as on the Sepolcreto itself and on the dating of the burials. The topics covered made it possible to obtain, for the first time, a reconstructive framework composed of different, but coherent, historical and scientific data, hence proposing a solid methodology to solve the problems still unresolved and subject of future studies. The scientific criteria outlined here will be able to lay the foundations for a multidisciplinary scientific approach, suitable for tackling other study contexts from the archaeological and anthropological point of view.
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Tříletý, Petr. « Analýza sepolker Jiřího Ignáce Linka ». Master's thesis, 2016. http://www.nusl.cz/ntk/nusl-354051.

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Résumé :
The author of the thesis wants to examine the applicability of the concept of galant style as presented by Robert Gjerdingen in his treatise Music in the Galant Style (2007). As a musical material which he wants to analyze by using the mentioned concept he chooses three extant sepolcros by a schoolmaster from Bakov nad Jizerou Jiří Ignác Linek (1725-1791). Further, he deals with a thesis by Eva Tomandlová (1934- 2010) written in the late 1950's that had these sepolcros as its subject. Thus, at presenting Gjerdingen's approach and its specific possibilities, the author can make use of comparison with a method which can be considered an exemplar of the prevailing analytical tradition. Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
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Livres sur le sujet "Sepolcreto"

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Tovoli, Silvana. Il sepolcreto villanoviano Benacci Caprara di Bologna. Bologna : Grafis, 1989.

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Università di Bologna. Dipartimento di archeologia et Museo civico archeologico-etnologico (Modena, Italy), dir. Il sepolcreto etrusco della Galassina di Castelvetro (Modena). Bologna : Ante Quem, 2009.

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F, Berti, et Italy. Soprintendenza archeologica per l'Emilia Romagna., dir. Mors inmatura : I Fadieni e il loro sepolcreto. Borgo S. Lorenzo (FI) : All'insegna del giglio, 2006.

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Patrizia, Solinas, dir. Microstorie di romanizzazione : Le iscrizioni del sepolcreto rurale di Cerrione. Venezia : Ca' Foscari, 2013.

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Macellari, Roberto. Il sepolcreto etrusco nel terreno Arnoaldi di Bologna : 550-350 a.C. Bologna : Comune di Bologna, 2002.

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Il sepolcreto etrusco nel terreno Arnoaldi di Bologna : 550-350 a. C. Bologna : Comune di Bologna, 2002.

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Mattia, Mirko. Il Sepolcreto della Ca' Granda, un tesoro storico e scientifico di Milano. Milano - Italy : Ledizioni, 2021.

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Gentili, Gino Vinicio. Verucchio Villanoviana : Il sepolcreto in località Le Pegge e la necropoli al piede della Rocca Malatestiana. [s.l.] : G. Bretschneider, 2003.

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Gentili, Gino Vinicio. Verucchio Villanoviana : Il sepolcreto in località Le Pegge e la necropoli al piede della Rocca Malatestiana. [s.l.] : G. Bretschneider, 2003.

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Lincei, Accademia nazionale dei, dir. Verucchio villanoviana : Il sepolcreto in località Le Pegge e la necropoli al piede della Rocca Malatestiana. Roma : G. Bretschneider, 2003.

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Chapitres de livres sur le sujet "Sepolcreto"

1

Seifert, Herbert. « Das Sepolcro – ein Spezifikum der kaiserlichen Hofkapelle ». Dans Die Wiener Hofmusikkapelle III, 163–74. Wien : Böhlau Verlag, 2011. http://dx.doi.org/10.7767/boehlau.9783205791423.163.

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Kempers, Bram. « Clergy and Laity Viewing Both Sides of Painted Altarpieces in Rome, Siena, San Sepolcro and Perugia ». Dans Monuments & ; Memory : Christian Cult Buildings and Constructions of the Past, 269–78. Turnhout : Brepols Publishers, 2016. http://dx.doi.org/10.1484/m.acsha-eb.4.2018022.

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Šebela, Stanka. « Sepolcro ». Dans Natural and Anthropogenic Impacts on Cave Climates, 127–31. Elsevier, 2022. http://dx.doi.org/10.1016/b978-0-12-822954-5.00015-9.

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4

Kendrick, Robert L. « The Power of the Cross ». Dans Fruits of the Cross, 152–62. University of California Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1525/california/9780520297579.003.0008.

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Résumé :
One reuse of a sepolcro in the mid-twentieth century was Bruno Maderna and Luigi Nono’s rediscovery of a 1705 work, an adaptation performed in 1950. This was the last piece that Leopold I would have heard before his death in 1705. The book concludes by revisiting the sepolcro with which it had opened, the 1697 La Virtù della Croce, a piece that moves in the direction of an individual ars moriendi.
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White, Harry. « The Sepolcro Oratorios of Fux : An Assessment ». Dans Johann Joseph Fux and the music of the Austro-Italian Baroque, 164–230. Routledge, 2017. http://dx.doi.org/10.4324/9781315092287-10.

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Viladesau, Richard. « The Aesthetic Mediation ». Dans The Folly of the Cross, 103–42. Oxford University Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780190876005.003.0003.

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Résumé :
New texts and styles predominated in the period following Bach’s settings of the passion. In Protestant church music, more poetic and operatic settings became common, with more emotional stress. Roman Catholic passion music centered on the genre of the sepolcro, with meditations on the reactions of Jesus’ disciples to his suffering and death. The Romantic period produced only a few great works centered on the passion.
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Kendrick, Robert L. « Introduction ». Dans Fruits of the Cross, 1–9. University of California Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1525/california/9780520297579.003.0003.

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Résumé :
The introduction uses the opening of a 1697 sepolcro, La Virtù della Croce, to introduce the thematics, dramatic means, performance situations, and visual images typical of the genre. It also explains the relationship of the main court figures to Passion devotion, and it sets out questions to be answered in later chapters about the role of allegorical characters in the dramas, the centrality of musical projection, and the dynasty’s investment—real and figurative—in multimedia penitential spectacle.
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Tirelli, Margherita. « I sepolcreti lungo le strade e le anse fluviali : l’età alto-medioimperiale ». Dans Antichistica. Venice : Edizioni Ca' Foscari, 2019. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-379-3/003.

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Mermati, Francesca. « Rango, potere e identità sociale nei sepolcreti indigeni di età orientalizzante della Piana del Sarno, Campania ». Dans Papers in Italian Archaeology VII : The Archaeology of Death, 292–302. Archaeopress Publishing Ltd, 2018. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1nzfvx7.37.

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Kendrick, Robert L. « Passion and Theater ». Dans Fruits of the Cross, 10–44. University of California Press, 2018. http://dx.doi.org/10.1525/california/9780520297579.003.0004.

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Résumé :
In ways even beyond France’s Louis XIV, the Habsburgs projected themselves via music theater, including sacred works. The sepolcri took place in a highly ritualized series of events during Holy Week, including liturgy, processions, and reenactments of Passion events, across Vienna as well as in the court chapels. Their origin can be linked to a wider Italian tradition of Passion theater, including deposition drama and laments over the dead Christ. Pieces were staged on both Holy Thursday and Good Friday, while normally new works were created each year for each day. In Viennese performances, both the architectonic conditions of the chapels, plus Ludovico Burnacini’s set designs (traceable from about 1670 onward) contributed to the perception of texts and the production of meaning. In this, the staged emblematics present in image and text also contributed to penance and recollection. The chapter closes with a consideration of a sepolcro, La Gara della Misericordia e la Giustizia, which reworks the medieval trope of the “contest between divine mercy and justice” in a way that would have had special resonance for its primary audience, the dowager empress, in whose chapel it was performed on Holy Thursday 1661.
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