Articles de revues sur le sujet « Senso di comunità »

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Carillo, Filomena, Elisabetta Fenizia et Santa Parrello. « Da Maestri di Strada a CoroNauti : l'impatto della pandemia sulla comunità educante di una periferia metropolitana ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (octobre 2022) : 80–98. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-002005.

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Résumé :
Maestri di Strada (MdS) è un'associazione non profit che lavora nella periferia est di Na-poli per contrastare dispersione scolastica ed esclusione sociale attraverso interventi socioeducativi complessi. La pandemia da COVID-19 ha investito all'improvviso tutte le attività di MdS, spingendo ad utilizzare la tecnologia come risorsa per affrontare il problema dell'isolamento. A marzo 2020 è nato il Progetto CoroNauti, con l'obiettivo di supportare anche a distanza il senso di comunità per fronteggiare in modo resiliente il trauma, limitando gli effetti del divario dovuto alle povertà educative del territorio. Si è costituita così una comunità virtuale di pratiche di tipo riflessivo, che ha sostenuto in modo nuovo i processi educativi già avviati. L'intervento si è sviluppato con tutti gli attori della comunità locale educante, giovani, scuole, famiglie e ha prodotto diversi cambiamenti.
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2

Lupo, Eleonora. « Design e beni culturali : creare sistemi di valore per connettere cultura, luoghi, conoscenza, comunità, impresa ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 8 (7 avril 2013) : 30–39. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2013.v8i.12594.

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Résumé :
La valorizzazione dei beni culturali oggi è un asset privilegiato per lo sviluppo sostenibile e l’innovazione del sistema paese. La fruizione collettiva di cultura si è evoluta, parallelamente alla società dei servizi e delle esperienze, verso la democratizzazione moltiplicazione di momenti e occasioni di appropriazione e accesso a beni, prodotti, servizi ed attività culturali e creative, in termini di circuito di senso identitario di una comunità, di rigenerazione e ridistribuzione del valore di un territorio, di strumento di partecipazione, integrazione e coesione sociale.In questa logica, in coerenza con le indicazioni promosse dalla comunità Europea e dall’Unesco, i modelli di sviluppo culture oriented, hanno l’obiettivo di generare, attivare e incrementare il valore del bene culturale nella sua funzione patrimoniale, storica, civile, simbolica, sociale e di sviluppo, e sono finalizzati allo sviluppo di piattaforme e sistemi di connessione in grado di connettere le comunità attraverso cultura e conoscenza.
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3

Alonzo, Giulia, et Oliviero Ponte di Pino. « L'evento culturale come momento di creazione di welfare di comunità : la risposta di Suq Genova ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 147–56. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002011.

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Il Suq di Genova è un grande teatro dove ogni visitatore è spettatore di una crea-zione collettiva, corale, e al tempo stesso autore e protagonista della propria per-formance. Allestito come un bazar ospita le botteghe e i ristoranti etnici, cinquan-tatré nell'ultima edizione "in presenza", gestiti da commercianti con background migratorio attivi in città. La piazza centrale e alcuni spazi circostanti ospitano spettacoli, concerti, dibattiti, lezioni, in parte curati da associazioni di migranti, in parte selezionati dalla direzione artistica. Così il festival diventa per il visita-tore un viaggio verso il proprio riconoscimento identitario attraverso il confron-to con l'altro. Il soggetto, da entità singola, si trova partecipe e costruttore di una comunità aggregante che si costituisce nell'apertura e nel riconoscimento del nuovo: il senso di appartenenza dura il tempo del festival, che purtroppo non ha mai trovato appoggi per una organica crescita organizzativa, fisica ed eco-nomica. Nonostante questo limite, il Suq è stato riconosciuto tra le "Best Practi-ces" europee dal 2014 e continua a essere un riuscito esperimento di creazione di welfare di comunità.
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4

Garro Adriana Ragusa, Maria, et Cinzia Novara. « La progettazione di interventi per il benessere individuale e di comunità ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (mai 2022) : 43–59. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-001003.

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I progetti di intervento in ambito sociale e psicologico prevedono azioni volte a creare una rete non solo tra istituzioni e supporto informale, ma anche un'opportunità di cambiamento per i beneficiari. In tal senso, nel 2020, 6 giovani dei Servizi della Giustizia Minorile di Palermo hanno par-tecipato ad un progetto ottenendo un'opportunità di cambiamento attraverso la promozione del benessere, sia come individui sia come membri di una comunità. In generale, tali interventi consistono nel sostenere le categorie sociali e gli individui più vulnerabili. L'adozione dello sport acquatico è una metodologia valida, poiché si basa sulla condivisione di norme oltre che sulla responsabilità individuale e sul rispetto reciproco.
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5

Giallongo, Angela. « Cristine de Pizan e le emozioni per la Cità des Dames ». El Futuro del Pasado 2 (1 juin 2011) : 453–69. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24659.

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Résumé :
L’interesse storico per le emozioni spinge ad interrogarsi sul loro ruolo nelle utopie femminili alla fine del medioevo. Una fonte centrale su questo tema è l’opera illustrata la Cité des Dames (1405) di C. de Pizan (1365-1430). Gli studi di B.H. Rosenwein, W. Reddie e K.Oatley forniscono categorie interpretative psico-sociali (comunità emotive e regime emotivo) utili per connettere l’idea di utopia, valori emotivi e rapporti interpersonali fra i sessi. La problematicizzazione, suggerita da Rosenwein, della comunità immaginata come comunità emotiva aiuta a identificare i modi di sentire rifiutati e quelli privilegiati per l’espressione del senso di sé e per la costruzione della città ideale, offerta alle donne di tutte le classi sociali.In conclusione, l’analisi qualitativa dell’opera della de Pizan focalizza l’uso formativo delle immagini mitiche, l’esperienza dell’autrice, contestualizzata nel periodo, e i significati culturali attribuiti alle “emozioni”.
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Violini, Lorenza. « La scuola come comunità ? Modelli per una riorganizzazione ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 3 (octobre 2021) : 111–24. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-003005.

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Résumé :
Le riflessioni del presente saggio si prefiggono di entrare nella complessa definizione del nucleo centrale ed essenziale di una istituzione, la scuola, che sta al cuore di molte funzioni pubbliche proprie di uno Stato costituzionale a impronta sociale. La ripresa del dato costituzionale, a monte di ogni trattazione istituzionale o normativa, è utile per identificare quegli elementi primigeni che reggono il sistema nel suo complesso quale è, per il nostro tema, la funzione educativa e, quindi, l'educazione in senso lato, apparentemente lontana dalle aride tecnicità dell'analisi giuridica ma profondamente innervata in molti degli snodi essenziali di ogni ordinamento che si voglia definire democratico, secondo tutte le declinazione in cui si esprime questa fondamentale qualifica dei nostri sistemi di governo.
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Dinacci, Lucia. « Filoso-fare nell'epoca della pandemia : attualità e nuove sfide per la Philosophy for Children ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 230–29. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11803.

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Résumé :
A partire dalle sfide e dalle criticità di fronte alle quali ci ha posto la situazione pandemica da Covid-19, in quest'articolo si esplorano le possibilità che il Curriculum della Philosophy for Children, attraverso lo specifico dispositivo educativo della Comunità di Ricerca Filosofica, potrebbe offrire non solo a livello didattico, ma anche a livello comunitario. La proposta della Philosophy for Children, che si esplicita nella pratica dialogica del filoso-fare, potrebbe permettere di riorganizzare l'esperienza pandemica in un nuovo orizzonte di senso e significato, recuperando, nel contesto di questa "nuova normalità" in cui alla riflessività si è sostituita un'azione di tipo emergenziale, una prospettiva orientata al valore e alla cura dell'altro. Inoltre si sottolinea l'importanza della dimensione latente della communitas, in quanto condizione originaria e presupposto trascendentale della nostra esistenza, facendola 2dialogare" con la Comunità di Ricerca Filosofica, considerata come modello ideale verso cui tutte le comunità dovrebbero tendere.
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Meneghini, Anna Maria, et Sandro Stanzani. « La risposta degli italiani all'appello del volontariato per l'emergenza COVID-19 ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2021) : 11–28. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001002.

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Situazioni di emergenza mobilitano gli individui all'aiuto alla comunità. Per esplorare se tra i fattori facilitanti vi siano il grado di cultura civile, il senso di comunità territoriale, ma soprat-tutto le pregresse esperienze di volontariato continuativo e/o episodico, è stata condotta una survey su un campione rappresentativo di italiani (n = 1011), tenendo conto del coinvolgimen-to dei partecipanti in iniziative di volontariato per l'attuale emergenza sanitaria. I risultati mo-strano che più del 30% degli italiani ha aderito ad un'iniziativa di volontariato attivata in risposta all'emergenza COVID-19. Inoltre è emersa la presenza di "un patrimonio di cultura civile" che trova canali di espressione e di messa in pratica in modo particolare attraverso l'impegno nel volontariato episodico, piuttosto che attraverso quello continuativo (tradizionale).
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Barbieri, Irene, Gabriele Prati, Cinzia Albanesi, Christian Compare et Elvira Cicognani. « Il ruolo delle partnership nella promozione della salute delle comunità ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (septembre 2020) : 63–82. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002005.

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Résumé :
L'attivazione di partnership è da tempo riconosciuta come una componente centrale degli interventi di promozione della salute. Una questione ancora aperta riguarda come valutare la qualità del lavoro di partnership e i processi che lo rendono efficace. L'obiettivo di questo con-tributo consiste nell'esplorare se il tipo di ruolo e di contributo dato dai/alle partecipanti all'interno del programma "Guadagnare salute nei contesti di comunità" della regione Emilia Romagna (2014-2016) influisca sull'efficacia del lavoro di partnership. È stato somministrato un questionario a un campione di 238 persone (65,4% donne, età media = 51,13 anni). I risultati evidenziano che i ruoli assunti e le tipologie di contributo offerto dai/alle partecipanti influi-scono sull'efficacia della collaborazione; in particolare, sulla qualità percepita del lavoro di partnership, il senso di comunità e l'empowerment.
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Rullani, Enzo. « La sfida del welfare : produzione a rete e comunità di senso ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (février 2014) : 116–35. http://dx.doi.org/10.3280/es2013-003012.

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Francescato, Donata. « Il Covid-19 ci aiuterà a promuovere un senso di comunità planetario ? » TERAPIA FAMILIARE, no 129 (octobre 2022) : 51–70. http://dx.doi.org/10.3280/tf2022-129004.

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Résumé :
In questo articolo sostengo che, dopo il Covid-19, abbiamo una grande op- portunità, come psicologi e psicoterapeuti, di contribuire a promuovere un sen- so di comunità planetario, che ci aiuterà ad affrontare i problemi sistemici del cambiamento climatico, dell'aumento del disagio mentale, del razzismo, del sessismo, e delle crescenti disuguaglianze socioeconomiche e di potere. Dappri- ma, documento come il cambiamento climatico abbia reso urgente affrontare i problemi a livello planetario, poi descrivo come ricercatori di differenti campi si siano impegnati a formulare concetti che sottolineano il bisogno di aumentare la nostra consapevolezza di appartenenza al pianeta Terra. Terzo, discuto perché è essenziale eleggere politici che ci aiutino a innescare le complesse transizioni culturali, economiche e sociali richieste e che sostengano i movimenti giovanili globali come i Fridays For Future. Nella quarta sezione, descrivo quali contributi potrebbero offrire gli psicologi e gli psicoterapeuti come professionisti e attivisti.
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Panza, Costantino, et Michele Gangemi. « Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (juillet 2021) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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ΠΑΠΑΚΩΣΤΑ, ΧΡΙΣΤΙΝΑ Ε. « ΠΑΡΓΑ, ΠΡΕΒΕΖΑ, ΒΟΝΙΤΣΑ : ΑΣΤΙΚΕΣ ΣΥΣΣΩΜΑΤΩΣΕΙΣ ΣΤΑ ΒΕΝΕΤΙΚΑ ΗΠΕΙΡΩΤΙΚΑ ΕΞΑΡΤΗΜΑΤΑ ». Eoa kai Esperia 7 (1 janvier 2007) : 213. http://dx.doi.org/10.12681/eoaesperia.91.

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<p>Il tema della mia ricerca è la ricostruzione della storia delle comunità e deiloro consigli durante la venetocrazia nella costa occidentale dello Ionio e inparticolare nelle città di Parga, nel corso del Quattrocento, di Prevesa e diVonizza nel Settecento. I dati archivistici e bibliografici sono stati raccolti inseguito allo spoglio dei relativi fondi conservati presso l'Archivio di Stato diVenezia e le varie biblioteche della città.</p><p>I termini "comunità" ο "consiglio della comunità" descrivono un organocollettivo istituzionalmente riconosciuto dall'amministrazione centraleveneziana. Sede del consiglio era il centro cittadino e godevano del privilegiodi parteciparvi solo i membri maschi delle famiglie più influenti e facoltose edi provata appartenenza alla classe dei cittadini.</p><p>Nelle tre città in esame le famiglie aggregate al consiglio erano statescelte ancora prima che venisse costituita la comunità e in seguito non erapermessa alcuna ammissione se prima non si fosse estinta un'altra famiglia. Inquesto senso, le tre corporazioni civili possono essere definite come consiglicivili "serrati".</p><p>II consiglio, essendo il meccanismo centrale dell'organizzazione dellasocietà, assegnava annualmente le cariche locali, le quali affiancavano gliufficiali veneti (governatori, capitani, provveditori) all'esercizio del governodel paese.</p>
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Di Donato, Giulio. « LEOPARDI POLITICO TRA AMOR PATRIO E FRATELLANZA UNIVERSALE ». Il Politico 252, no 2 (15 janvier 2021) : 154–67. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.513.

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Mai come durante le settimane di dolore e preoccupazione legateall’emergenza Coronavirus si sono manifestati così tanti atteggiamentidi fierezza nazionale: un sussulto di orgoglio generato da un concorsodrammatico di circostanze che è diventato quasi un moto spontaneo eliberatorio utile ad esorcizzare le paure e le tensioni accumulate.Il senso di comunità inevitabilmente si rafforza soprattutto neimomenti di smarrimento collettivo, quando si cerca un ‘noi’ che ciprotegga e rassicuri. Va compresa dunque questa forma di patriottismoche nasce dall’angoscia e dal desiderio di non sentirsi soli in frangentitanto difficili.Certo, tutto
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Marino, SIlvio. « Il senso delle occorrenze del termine παρρησία nel Lachete ». Rónai – Revista de Estudos Clássicos e Tradutórios 8, no 2 (21 décembre 2020) : 331–52. http://dx.doi.org/10.34019/2318-3446.2020.v8.32337.

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Il presente articolo vuole analizzare il senso del termine παρρησία e del verbo derivato παρρησιάζεσθαι nel Lachete di Platone. Lo scopo dell’indagine è quello di considerare il termine e il verbo nella loro relazione semantica con gli altri termini e gli altri concetti che a essi si affiancano nel testo e di mostrare il senso che, nella particolare situazione dialogica di questo testo, questo concetto assume. Al fine di procedere con l’indagine, abbiamo metodologicamente analizzato la semantica di altri termini, come γελοῖον e ἀνακοινόω-ἀνακοινοῦσθαι, che, individuati in altri contesti platonici, sono stati discussi per individuare il senso precipuo della παρρησία nel Lachete. L’analisi dei testi e dei contesti che abbiamo condotto ha mostrato che la παρρησία, perlomeno nel Lachete, individua lo spazio del dialogo come spazio di una comunità dialogica. La παρρησία all’opera in questo dialogo mostra la necessità, per gli interlocutori che vogliano “veramente” discutere, di armonizzare i discorsi alla vita, nel pieno spirito della sentenza socratica dell’Apologia, per cui una vita non esaminata non vale la pena d’esser vissuta.
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Gaboardi, Marta, Silvia Demita, Roberta Cosentino, Natale Canale, Michela Lenzi, Claudia Marino, Alessio Vieno et Massimo Santinello. « La comunità di Padova si attiva : il volontariato nella prima fase dell'emergenza COVID-19 ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2021) : 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001004.

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A Padova, per l'emergenza COVID-19, è stato attivato il progetto di gestione del volonta-riato "Per Padova noi ci siamo". La presente ricerca ha l'obiettivo di conoscere le caratteristi-che dei volontari e capire quali fattori sono legati alla disponibilità a continuare il volontariato post-emergenza. In aprile-maggio 2020, 299 volontari hanno completato un questionario onli-ne che indagava l'esperienza di volontariato e alcune dimensioni psicosociali. Dalle analisi emerge la relazione tra l'intenzione a continuare il volontariato e la crescita post-traumatica, il senso di appartenenza e la partecipazione a riunioni di quartiere. Alla luce dei risultati, sono elaborate delle proposte per aiutare le organizzazioni a stimolare e fidelizzare le persone che hanno intenzione di continuare a svolgere volontariato.
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Guidetti, Giulia, et Cinzia Albanesi. « Senso di comunità. Può bastare per fronteggiare l'emergenza COVID-19 a scuola ? Uno studio di un caso su una scuola secondaria di primo grado ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juin 2021) : 81–95. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-001006.

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L'obiettivo dello studio è comprendere la relazione fra SSoC (Senso di Comunità Scolasti-co) e benessere degli studenti in didattica a distanza (DAD), durante la pandemia, e il ruolo delle scelte metodologiche della scuola sulle stesse variabili (benessere e SSoC), in una scuola secondaria di I grado che usa la Didattica per Ambienti di Apprendimento (DADA). Hanno partecipato alla ricerca 70 studenti (mediante questionario e un'intervista di gruppo) e 13 tra docenti e genitori (mediante interviste individuali). La ricerca ha indagato il ruolo della DAD e il suo impatto sulla scuola, sul SSoC e sul benessere psicologico (PWB) e sociale (MHC-SF). Dai risultati emerge l'importanza del SSoC e di pratiche trasformative nel mantenere il be-nessere scolastico, anche in situazioni di emergenza.
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Pertot, Susanna. « IMPARARE L’ITALIANO IN SLOVENIA : IL CASO DEGLI STUDENTI DELL’UNIVERSITÀ DEL LITORALE DI CAPODISTRIA ». Folia linguistica et litteraria XI, no 30 (2020) : 375–94. http://dx.doi.org/10.31902/fll.30.2020.21.

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L’articolo presenta i risultati di uno studio qualitativo basato su dieci interviste semi-strutturate ad altrettanti studenti sloveni che frequentano l’Università del Litorale (Univerza na Primorskem) di Capodistria-Koper, in Slovenia, e che l’autrice definisce parlanti attivi e competenti della lingua italiana. Essi hanno acquisito la lingua italiana attraverso il sistema educativo sloveno nella regione del Litorale, un’area bilingue in cui convivono la maggioranza slovena e la comunità nazionale autoctona italiana e in cui la lingua slovena e quella italiana godono di pari dignità nella vita pubblica e privata. Nella regione esistono due tipi di scuole: in quelle con lingua di insegnamento slovena è obbligatorio l’insegnamento dell’italiano come lingua del territorio, mentre in quelle in cui la lingua veicolare è l’italiano è obbligatorio anche l’insegnamento dello sloveno. La ricerca intende mettere a fuoco l’esperienza relativa al processo di acquisizione della lingua italiana da parte degli studenti che hanno frequentato questo tipo di scuole e sono attualmente iscritti all’università, esplorando inoltre i loro repertori linguistici e la loro percezione nel considerarsi e nell’essere considerati parlanti della lingua italiana; indaga infine se l’acquisizione della lingua italiana abbia prodotto in essi un senso di maggiore inclusione nella Comunità Nazionale Italiana in Slovenia.
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Horn, Vera. « Assaporare la Tradizione : Cibo, Identità e Senso di Appartenenza nella Letteratura Migrante ». Revista de Italianística, no 19-20 (30 décembre 2010) : 155. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i19-20p155-175.

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Come sostiene Vito Teti, il cibo per l’immigrato è una formadi difesa di un’identità culturale e riflette il bisogno di riconoscersi e diaggregarsi. Il bisogno di trovare senso e posto in un nuovo luogo vengonosegnati da un attaccamento ai cibi perduti, con un senso di sacralità che accompagnail pasto. A partire dalla premessa di Teti, verranno presi in considerazionei romanzi Volevo diventare bianca di Nassera Chohra (1993)e Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio di Amara Lakhous(2006) e i racconti Curry di pollo di Laila Wadia; Salsicce di Igiaba Scego e Il cuoco di Arbëria di Carmine Abate. Tali testi impongono uno sguardo determinante sul cibo come un indice culturale che può rappresentare ocostruire l’identità o determinare l’appartenenza ad una certa comunità, così come rifiutare decisamente qualsiasi contaminazione con la cultura della società ospitante o tentativo di assimilazione o, diversamente, offrire un punto di vista fondato sull’ibridismo; inoltre può favorire la formazione di stereotipi. In questo modo vengono definite prospettive diverse di costruzione dell’identità, sintetizzate da Stuart Hall nel binomio traduzione/tradizione.
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Bernard, Daniela. « Bernari e Ortese nella Napoli del dopoguerra ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (10 mai 2018) : 367–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755361.

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Attraverso Il Mare non bagna Napoli di Anna Maria Ortese e Speranzella di Carlo Bernari si vuole analizzare e mettere a confronto la lettura, che mescola il documento con il romanzesco, di una Napoli che esce dalla guerra. Una Napoli in cui la miseria si erge come forza autonoma e distruttiva che rende inerti i suoi cittadini, annullandone o gettandone nel silenzio le coscienze e le volontà. Nell’isolamento bestiale dell’uomo che smarrisce il senso della comunità e della convivenza civile, la miseria diventa abiezione e priva l’uomo della sua umanità, riducendolo a mero oggetto. Salvo trovare nei momenti di maggiore disperazione, le risorse per sopravvivere e dare una possibilità ad una speranza sempre più fioca.
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La Pietra, Federica. « Radici e germogli : la psicoterapia della Gestalt e il trauma transgenerazionale ». QUADERNI DI GESTALT 35, no 2 (décembre 2022) : 85–95. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002006.

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Nel susseguirsi di eventi mondiali come la pandemia e la guerra, diviene fondamentale la necessità di affrontare, trattare ed elaborare le ferite delle esperienze traumatiche, in modo che non condizionino in senso definitivo la percezione del futuro. Viviamo in un'epoca storica di diffusa e intensa traumatizzazione e gli effetti di queste sofferenze rischiano di avere conse-guenze sulle future generazioni che, come abbiamo visto, non è scontato sappiano o possano imparare dalle esperienze passate. Alla luce di ciò, la psicoterapia è la chiave per un cambia-mento individuale e sociale e, come psicoterapeuti, siamo chiamati ad agire responsabilmente non solo nei confronti dei pazienti, ma verso l'intera comunità, occupandoci della diffusione del trauma nella società e della propagazione della violenza da una generazione all'altra.
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Maugeri, Adelina. « Movimenti del setting e delle emozioni nella relazione analitica ai tempi della pandemia ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 2 (novembre 2020) : 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/psp2020-002004.

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In questo lavoro l'autrice offre una riflessione sulla esperienza traumatica vissuta durante l'emergenza per la pandemia Covid-19, esaminandola attraverso richiami teorici riguardanti i fenomeni della relazione corpo-mente, del funzionamento dei gruppi e attraverso l'esperienza della comunità psicoanalitica. Fa riferimento alla esperien-za di un gruppo di studio di analisti e a due flash clinici, in una dimen-sione in cui il distanziamento sociale, che si è imposto alla modalità di relazione in presenza di altri, ha richiesto l'appoggio a strumenti mul-timediali, andando a modificare l'assetto dei setting. Una dimensione in cui le senso-percezioni ridefiniscono la percezione di sé e di sé nella relazione con l'altro. Un trauma collettivo che propone piani di simme-tria nella relazione analista-paziente in quanto entrambi vittime della stessa minaccia alla vita.
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Ales Bello, Angela. « Il problema del male nella filosofia politica, etica e metafisica di Edith Stein ». Aoristo - International Journal of Phenomenology, Hermeneutics and Metaphysics 3, no 1 (10 mai 2020) : 67–80. http://dx.doi.org/10.48075/aoristo.v3i1.24878.

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Nel mio articolo suggerisco di iniziare "von unten", dalle associazioni umane, in particolare quellepolitiche in cui viviamo ogni giorno e che consideriamo positive o negative, come ha scritto EdithStein nel suo lavoro "On the State". Per comprendere il significato dei nostri giudizi sul bene e sulmale, è necessario approfondire ed esplorare l'origine del male in senso etico, metafisico e religioso.Pertanto, parto dall'analisi della descrizione essenziale della comunità di Edith Stein, e in particolarequella che è alla base dello Stato, per scoprire le difficoltà a costruire uno Stato secondo la suastruttura essenziale a causa del male etico. Secondo Stein, per comprendere la nascita e il significatodi questo tipo di male e del male in generale, è necessario proseguire fino alla comprensionemetafisica di esso come spiega in Essere finito ed Eterno.
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Moretti, Marco, et Manuele Marsili. « Resilienza come apprendimento ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 2 (octobre 2020) : 58–82. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-002004.

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Résumé :
L'articolo approfondisce il tema della resilienza da un punto di vista interdiscipli-nare, psico-socio-economico, secondo il paradigma sistemico. Dopo una prima distinzione fra la resilienza dei sistemi chiusi e aperti, si delineano due approcci alla resilienza: conservativo e trasformativo. Per mettere ordine tra i vari costrutti di resilienza ed evidenziare quali interrelazioni vi siano tra questi processi sono indagate le modalità di intervento adottate in risposta agli shock e i fattori protettivi che favoriscono la resilienza nonostante le vulnerabilità e, in particolare, il "senso di coerenza". Gli autori, quindi, propongono un modello positivo sistemico basato sull'apprendimento in cui sono delineati quattro livelli di resilienza, di cui quella conservativa e trasformativa sono considerate forme di apprendimento distinte. Viene inoltre individuato un livello superiore, e piuttosto raro, di resilienza trasmutativa o evoluzionaria. Questo modello si propone non solo di raccordare, organizzare e dare senso alle diverse declinazioni del concetto in esame, ma prevede an-che la possibilità di accedere a livelli superiori della scala di resilienza. Quanto pro-posto potrebbe rappresentare uno stimolo ad incentivare la rivalutazione e la riorganizzazione, da parte del policy maker, dei vigenti modelli di governance. A que-sto proposito gli autori ritengono necessarie ulteriori ricerche, in particolare: appro-fondire le diverse modalità di accesso dai livelli inferiori a quelli superiori di resi-lienza, nonché le possibili declinazioni del modello proposto in modelli normativi. Dal momento che le sfide odierne si configurano sempre più come minacce di na-tura globale, esse impongono all'umanità un cambiamento epistemico e lo svilup-po di una resilienza che possa favorire un senso di identità comune basato sulla coscienza della comunità di destino umana.
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Lupo, Eleonora. « Design, beni culturali immateriali e “attivazione dell’autentico” : progettare il valore delle eredità culturali come “open-ended knowledge system” ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 4 (9 janvier 2011) : 44–54. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v4i.12662.

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Résumé :
Quando si parla di design per i beni culturali, più che di competenze di design e ambito di applicazione del progetto, è opportuno parlare di processi di design per i beni culturali. In questa visione, la valorizzazione dei beni culturali può essere vista come un insieme di processi di design (Lupo 2009). In un ideale ciclo di vita del bene culturale, materiale o immateriale (Lupo 2009), che proponiamo come lineare (si noti che questa semplificazione viene attuata solo come artificio retorico ed espediente comunicativo) si ha all’inizio un bene culturale ancora potenziale (che non esiste in quanto non ha forma), che si concretizza in forme di bene e che, quando è collettivamente socializzato riconosciuto, diventa bene esplicito, e quindi successivamente bene fruito o attivato da una comunità nel momento in cui se ne ‘appropria’ o vi partecipa in varie forme. Nel passaggio da uno stadio all’altro si verificano dei processi che sono chiamati rispettivamente di produzione (della forma) bene culturale, riconoscimento (del senso) del bene culturale e di attivazione (della funzione) del bene culturale.
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Liuzzi, Michele. « Per un progetto nazionale di psicologia di cure primarie ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (août 2020) : 158–75. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002008.

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Résumé :
L'articolo riporta un'esperienza di intervento di psicologia di cure primarie a Torino, nel quale vengono affrontati i temi più rilevanti, le caratteristiche, i punti di forza e le criticità di tali progetti. L'intento è quello di fornire informazioni e dati al fine di dare un ulteriore contributo al dibattito all'interno della comunità scientifica che porti alla creazione di servizi di psicologia di cure primarie a livello nazionale. Vengono presentati gli aspetti cruciali che caratterizzano il modello, accessibilità, gradualità, efficacia clinica e costo–efficacia. Accessibilità poiché tali servizi devono essere posizionati sul territorio, vicini ai luoghi di vita dei cittadini, flessibili e inclusivi. Gradualità poiché gli in-terventi debbono essere appropriati come intensità rispetto alle esigenze di salute. Efficacia cli-nica poiché è fondamentale dare il giusto trattamento al determinato disturbo del paziente. Co-sto-efficacia poiché gli interventi debbono essere appropriati al problema del paziente, tempe-stivi in modo da anticipare patologizzazione e cronicità, e inoltre devono svolgere una funzione di filtro per i servizi secondari e i dipartimenti di emergenza. Vengono altresì presentati alcuni risultati rispetto al medical cost offset di tali interventi, in particolare sugli effetti pre-post che l'intervento ha generato su prescrizioni farmacologiche, numero di invii ai servizi specialistici, e numero di visite dal medico di famiglia. Questi progetti nelle realtà internazionali più avanzate sono da tempo operanti, e le recenti vicende (Decreto Calabria) sono una testimonianza di quanto sia necessario realizzare tali ser-vizi. L'autore porta quindi alcune proposte in tal senso.
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Gatti, Rosa. « Cittadinanza dal basso e solidarietà inclusiva. L'alleanza trasversale tra migranti e cittadini a Napoli durante la pandemia da Covid-19 ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 83–100. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001005.

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Résumé :
Perseguendo l'obiettivo teorico di contribuire ai dibattiti su cittadinanza e solidarie-tà in senso più inclusivo, l'articolo analizza congiuntamente i concetti di cittadinanza dal basso e solidarietà dal basso applicandoli all'analisi empirica di una particolare pratica di solidarietà promossa dal basso dagli stessi migranti in alleanza con i cittadini durante la pandemia da Covid-19 nella città di Napoli. Il materiale empirico utilizzato è frutto di una ricerca etnografica di lungo periodo sulla partecipazione sociale e politica dei migranti nella città di Napoli. Costruendo reti di relazioni e alleanze trasversali, migranti e cittadini hanno dato vita ad una for-ma di solidarietà inclusiva, capace di sfidare e aggirare le strutture di solidarietà esclusiva, trasgredire i confini della comunità sociale e politica e ridefinire le appartenenze. In particolare, mostrerò come tale pratica di solidarietà sia stata capace di mettere in discussione e trasformare la cittadinanza, sfidando, modificando e rinnovando i modi in cui i soggetti coinvolti hanno definito se stessi e agito come cittadini, valorizzando le loro relazioni sociali. L'analisi degli atti di solidarietà prodotti dall'alleanza di migranti e cittadini può fornire una estensione della teoria degli atti di cittadinanza e rappresentare il punto di partenza per riflettere in maniera innovativa e più inclusiva su solidarietà, alleanze, appartenenze, confini e cittadinanza.
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Chiodo, Emanuela. « Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Résumé :
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Braga, Caterina. « Participation and co-creative planning for urban sustainability. The Clic-Plan project educational case ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 2 (31 juillet 2021) : 151–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-11326.

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Résumé :
The environmental degradation and climate change are the contemporary contexts in which educational processes take place. New forms of knowledge are therefore necessary, which place individuals, groups, as well as those responsible for social life at all levels (economic-political, institutional, administrative, productive, cultural), in the condition of not ignoring the consequences of human actions, also on the environment. Educating to participation, in contrast to delegation, promotes a sense of belonging and makes citizens responsible actors within the decision-making processes for managing their own territory. This, in the epistemological relevance of the pedagogical discourse, takes shape in the dimension of engagement for the benefit of the person and the community and is realized in active participation to the so-called smart city. This discussion can occur within an on-going project, CLIC-PLAN: Changing Climate: Local Adaptation Plan for sub-alpine lake districts with a strong commitment to tourism led by the Catholic University, with activities on climate change. Partecipazione e progettazione condivisa per la sostenibilità urbana. Il caso formativo del progetto Clic-plan Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city. Può contribuire ad alimentare la riflessione il progetto CLIC-PLAN: CLIma in Cambiamento. Piano Locale di AdattameNto per comuni lacustri in territorio subalpino con forte vocazione turistica dell’Università Cattolica, inerente al cambiamento climatico.
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Hombrados Mendieta, Maria Isabel, Gianluigi Moscato, Cinzia Novara et Floriana Romano. « Coppie miste in Italia e in Spagna. Uno studio sui fattori che favoriscono il senso di comunità dei partner stranieri ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2013) : 35–46. http://dx.doi.org/10.3280/psc2013-001004.

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Kowal, Janusz. « Geneza i rozwój instytucji eksklaustracji ». Prawo Kanoniczne 37, no 1-2 (15 juin 1994) : 47–72. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1994.37.1-2.03.

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Résumé :
L’istituzione d’esclaustrazione ossia una licenza di rimanere fuori della casa del proprio istituto è una delle più importanti norme riguardanti i casi di sospensione o di uscita dalla vita comune. Il senso più profondo richiede peró di prendere in considerazione le fonti dalle quali proviene soppranominata istituzione. Perciô il tema d’esclaustrazione è stato diviso in due parti. Il presente articolo descrive l’origine e sviluppo di questa istituzione, e il seguente ci dimostra attuali norme e la prassi vigenti in proposito. L’autore dopo aver presentato la definizione d’esclaustrazione, mostra la sua necessita alla luce di elementi essenziali della vita religiosa. Quindi presenta l’origine di licenza di rimanere fuori di comunità e in breve il suo sviluppo fino al 1917. La parte seguente dell’articolo presenta le norme del Codice di Diritto Canonico del 1917 e intende mostrare l’evoluzione dell’istituzione d’ esclaustrazione nel periodo del regime del CDC del 1917. Una particolare attenzione si dà alla nuova forma d’indulto d’esclaustratione introdotto dalla prassi della Congregazione dei Religiosi: esclaustrazione ,,ad nutum S. Sedis” ed esclaustrazione qualificata. L’analisi fatta dall’articolo prepara lettore a una migliore comprensione delle norme attuale, inoltre permette all’autore di venire alla conclusione riguardante il principio della sussidiarietà usato sempre più spesso dal’diritto della Chiesa. Ladimostrazione dell’evoluzione dell’istituzione d’esclaustrazione sugerisce anche che questo diritto é usato sempre più in modo soggettivo è modificato secondo le necessita.
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Rinaldini, Matteo, Anna Chiara Scapolan, Stefano Rodighiero et Fabrizio Montanari. « Il time crafting negli spazi di coworking ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (décembre 2021) : 67–92. http://dx.doi.org/10.3280/so2021-002003.

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Résumé :
Attingendo e contribuendo alla letteratura sulla accelerazione sociale, agli studi organizzativi sul job crafting e alla più recenti ricerche sui coworking, l'articolo indaga le forme di time crafting attivate dai mobile workers che frequen-tano gli spazi di coworking. I risultati riportati si basano su una ricerca empirica qualitativa esplorativa che ha coinvolto 126 frequentatori di 39 spazi di coworking nella Regione Emilia-Romagna. L'evidenza empirica suggerisce che i coworkers attivano due forme di time crafting per strutturare e gestire il loro tempo e la rela-zione tra il loro tempo di lavoro e di non lavoro: il time boundaries crafting e il re-lational time crafting. La prima forma si riferisce fondamentalmente a tutte quel-le azioni volte a separare o sovrapporre tempo di lavoro e tempo di non lavoro che vengono favorite dalla frequentazione dello spazio di coworking. La seconda for-ma include quelle azioni volte a concentrare all'interno dello spazio di coworking tutto il tempo dedicato alle relazioni professionali e a ritualizzare le relazioni extra-lavorative che si sviluppano spontaneamente nel coworking. In entrambe le forme di time crafting, lo spazio di coworking gioca un ruolo rilevante fornendo ai mobili workers che lo frequentano artefatti fisici, servizi e risorse immateriali (fondamen-talmente il senso di comunità) che li supportano nelle loro azioni volte a strutture e gestire la collocazione temporale (timing), l'estensione nel tempo (length) e l'intensità (intensity, pace) delle loro attività lavorative e non lavorative.
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Porena, Massimo. « Urologia funzionale : Nuove acquisizioni scientifiche al servizio della clinica ». Urologia Journal 79, no 1 (janvier 2012) : 5. http://dx.doi.org/10.1177/039156031207900101.

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Questo seminar monografico di Urologia, dedicato all'urologia funzionale del basso tratto urinario, ospita quattro articoli che aprono a nuove prospettive sulla comprensione della fisiopatologia dei LUTS e del loro trattamento, alla luce delle recenti acquisizioni neurofisiologiche, di imaging e di biologia molecolari. Il progressivo allungarsi della vita media registratosi nell'ultima metà del secolo è destinato a diventare un fenomeno caratteristico della nostra epoca, portando all'attenzione dell'urologo nuovi contesti precedentemente considerati di scarso rilievo. L'intera comunità scientifica, e la comunità urologica nello specifico, appare oggi unanime nel considerare necessario incrementare i propri sforzi verso un costante supporto verso la qualità di vita. Questa volontà è particolarmente evidente per quelle patologie, come i disturbi del baso tratto urinario, che non minacciano direttamente la quantità di vista del singolo soggetto, ma minano profondamente la sua realizzazione individuale e sociale determinando profonde alterazioni qualitative. Succede così che dopo aver saputo opporsi con efficacia e prontezza inaspettate all'attacco di patologie infettive e neoplastiche, l'urologo si confronta oggi con altre sfide. I quattro lavori presentati in questo volume testimoniano l'impegno e il contributo dell'urologia funzionale italiana che con instancabile dedizione alla causa della salute dei propri pazienti, verso le patologie funzionali del basso tratto urinario. La comprensione che l'urotelio, in passato considerato alla stregua di una semplice barriera fisica, che separava le urine dal corpo, partecipi alla regolazione neurologica periferica del riflesso minzionale, che cellule epiteliali assumano la capacità di svolgere un ruolo sensorio afferenziale e che da questo ne derivi una nuova prospettiva terapeutica, rappresentano i principali avanzamenti nella gestione del paziente con vescica neurologica. Se in passato la correzione anatomia del difetto/descensus degli organi pelvici costituiva la prima ed unica soluzione, oggi siamo consapevoli che la correzione anatomica è un momento chirurgico che deve guardare ed ottenere un miglioramento dei sintomi. I quattro lavori, scritti da autori il cui valore è riconosciuto a livello nazionale ed internazionale, ci fanno comprendere come l'aumento dei valori relativi agli anni di vita media nei paesi più industrializzati sia un bene incompleto se non è accompagnato da un miglioramento della qualità di vita stessa delle persone. Come urologi, abbiamo motivi di ritenere — certo ognuno potrà considerare dentro di sé quanto tutto ciò sia reale — che la tutela della qualità di vita rappresenti il problema di primaria ed imprescindibile importanza in ogni nostro reparto ed è per questo che siamo orgogliosi di ospitare su Urologia un contributo clinico-scientifico in tal senso.
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Bolgiani, Isabella. « Chiesa cattolica e diffusione della “prassi pattizia” a livello locale in Italia. Una rinnovata stagione di relazioni ». Studia z Prawa Wyznaniowego 20 (29 décembre 2017) : 267–305. http://dx.doi.org/10.31743/spw.267.

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Résumé :
Il crescente sviluppo in Italia, nell’ultimo ventennio, della prassi pattizia a livello decentrato apre la via ad una “ulteriore nuova stagione” di relazioni tra Stato e Chiesa cattolica. Si tratta di una condizione che risulta riconducibile ad una pluralità di fattori. Da un lato, occorre ricordare il percorso di evoluzione delle autonomie locali successivo alla riforma del Titolo V, Parte II della Costituzione e, dall’altro, le trasformazioni che hanno toccato il diritto della Chiesa con riferimento, in particolare, al ruolo delle Conferenze episcopali regionali. E’ così possibile riscontrare nel tempo una sempre più significativa presenza di accordi a livello regionale ed “infra-regionale”. Al riguardo, si deve tuttavia precisare come, mentre la prima tipologia di fonti appaia inquadrabile prevalentemente in tre “macro-aree”, sia pure suscettibili di espansione qualora tale necessità venga avvertita, il secondo gruppo di accordi mostri contenuti estremamente diversificati quanto ai temi affrontati. Ciò nasce dall’esigenza di offrire risposte ai bisogni specifici di una determinata comunità, mediante relazioni tra i soggetti istituzionali e confessionali ad essa più vicini presenti sul territorio. In questo senso, può affermarsi come nell’ambito sociale, complice l’attuale percorso rivolto alla realizzazione di una cittadinanza “partecipativa”, il principio di sussidiarietà orizzontale trovi il suo “punto di contatto” con quello di collaborazione, sancito dall’art. 1 dell’Accordo di revisione concordataria. Si è dunque di fronte ad un articolato sistema di fonti, aventi diversa natura giuridica, ma in grado di misurarsi – in forza della loro duttilità – con la costante evoluzione dell’ordinamento civile e canonico, nel pieno rispetto del principio di laicità dello Stato.
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Sobański, Remigiusz. « Znaczenie pojęcia osoby w kanonicznym porządku prawnym ». Prawo Kanoniczne 40, no 3-4 (10 décembre 1997) : 3–13. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.3-4.01.

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Nel concetto cristiano ogni uomo è una persona, cioè un essere dotato dell’intelletto e della volontà, e questo lo rende il soggetto dei diritti e dei doveri i quali hanno origine nella sua „natura” (in questo chi è) e percio universali, intangibili e inalienabili. L’uomo - la persona umana - nella immagine cristiana dei mondo creato prende il posto centrale e per questo „la persona umana è e deve essere il principio, il soggetto e l’obbiettivo di tutte le organizzazioni sociali”. Questa dignità personale si deve a tutti gli esseri umani - l’essere umano è ,,l’unica creatura sulla terra il quale Dio voleva per lui stesso”, è „un segno particolare dell’immagine Divina”, è capace dell’autodecisione e non si puó trattarla come un mezzo per raggiungere (un qualsiasi) scopo, ma sempre come un obiettivo in sé stesso („la norma personalistica”). Nella filosofia cristiana la persona è un concetto dinamico, comprendente sia la costituzione biopsichica che la realizzazione esistenziale della natura umana. Il diritto canonico riconosce e presume che ogni essere umano è una persona, ma li dove si parla semplicemente della persona umana indipendentemente dal fatto se essa è battezzata, di solito si usa la parola homo (ma nel c. 1086 § 1 la „persona” significa anche una persona non battezzata), invece la „persona” è un termine tecnico che significa il soggetto della capacità giuridica. In questo significato è stato usato il termine persona nel c. 96 CIC/1983 e (indipendentemente dalle differenze tra c. 87 CIC/1917 e c. 96 CIC/1983) bisogna notare il complementare c. 204. Ci si presenta una domanda: perché due volte si dice lo stesso? Nei documenti della Commissione per la revisione del Codice troviamo la spiegazione che nel secondo libro CIC si parla delle persone come dei membri del Popolo di Dio e non delle persone nel senso giuridico. Allora ci si presenta la domanda: in che senso - se non nel senso giuridico - si parla delle persone nel Codice del diritto? Gli autori che difendono quella doppia - diciamo: a doppio aspetto - presentazione fanno notare che il termine „persona” un termine giuridico, statico e formale, il suo punto di riferimento è l’ordine giuridico, invece „christifidelis” un termine teologico, dinamico, contenente i diritti e i doveri dei fedeli e il suo punto di riferimento è populus Dei. Secondo questo concetto la „persona” - diversamente da „christifidelis” - non sarebbe in grado di esprimere adeguatamente uguale, in quanto riguarda la dignità e l’azione, posizione giuridica dei fedeli nella Chiesa, della quale nel c. 208. „Christifidelis” costituisce - secondo questo concetto - il fondamento per la „persona”. Si ammette invero che la „persona” puó essere sostituita con „christifidelis”, ma meglio lasciare la „persona” perché (1) la „persona” riguarda anche le situazioni regolate non risultanti dal fatto del battesimo e (2) rende più facile la comunicativa e la compatibilità con il diritto secolare. Bisogna perô notare che nella Chiesa un uomo diventa una persona proprio tramite il battesimo e da questo punto di vista questi termini sono intercambiabili, nel c.96 non si parla della capacità giuridica in genere, ma si parla della capacità giuridica nella Chiesa, cio non esclude la capacità giuridica dei non battezzati. La capacità, della quale nel c. 96, è l’effetto del battesimo ed è inseparabile dall’incorporazione nella Chiesa, ma per questa capacità il fondamento costituisce la persona umana: la „personalità” canonica si fonda su quella naturale, non la distrugge - un battezzato non ha la doppia personalità (una naturale e altra cristiana), ma corne un uomo (battezzato) è una persona nella Chiesa. Un uomo diventa cristiano tramite il donare che si effettua nel momento di esprimere la fede e di ricevere il battesimo. Questo dono lo rende capace di agire -lo rende capace e anche destina. Questa ontica capacità di agire poi diventa approfondita e indirizzata tramite altri sacramenti. Nella Chiesa la capacità di agire non è un aggiunta alle altre caratteristiche e attributi dell’uomo, ma caratterizza lo status ecclesiastico di un fedele in cui i doni del battesimo e le predisposizioni congenite si uniscono in un insieme. Nella nuova situazione, risultante dal battesimo, si trova un singolo, concreto uomo - e in questo senso essa ha il carattere personale. Ma nello stesso tempo essa ha anche il carattere comunitario - non solo perché con il battesimo l’uomo entra nella comunità, ma soprattutto perché questa situazione risulta dall’esistenza e dall’azione della comunità. L’uomo non avrebbe provato i frutti della redenzione, se la Chiesa non avesse funzionato come uno strumento della salvezza. Nella Chiesa e tramite la Chiesa si realizza la storica e sociale realtà della partecipazione di Dio nel mondo tramite Cristo, nella Chiesa l’uomo prova le grazie redentrici e ricevendole viene coinvolto nell’attività della comunità la quale da la prova della verità e dell’amore. Entrato nel communio, grazie ai doni che aveva ricevuto e con questi doni è diventato il soggetto dell’attività della Chiesa. Proprio questo fatto si cerca di esprimere nel diritto con il concetto della persona. Christifidelis non è che la „persona in Ecclesia”. Questi termini non devono essere differenziati perché altrimenti la riflessione sull‘uomo nella Chiesa seguirebbe il doppio corso, uno giuridico e altro teologico. Senza dubbio, per quanto riguarda l’imagine dell’uomo nella Chiesa, bisogna prendere in considerazione tutto ció che sull’uomo pue dirci la filosofia, psicologia, biologia e sociologia, ma non si pué perdere dalla vista le teologiche conseguenze del battesimo e trattarle come se non meritassero l’attenzione giurudica.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. « Essere psicoterapeuta della Gestalt al tempo del Coronavirus : Percepire lo sfondo esperienziale e "danzare" con reciprocità ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (juin 2021) : 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-001005.

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Partendo dalle esperienze sociali che hanno fatto da sfondo alla pandemia, sono descritte alcune delle dimensioni relazionali che sono venute in figura oggi. L'autrice sostiene la neces-sità di fare evolvere i valori delle psicoterapie umanistiche, dal sostegno al potenziale indivi-duale alla costruzione di un senso di "essere-con" l'altro, abbracciando una prospettiva più relazionale. Propone di guardare al paradigma della reciprocità, applicato attraverso un approc-cio estetico e ispirato all'ermeneutica gestaltica (fenomenologica e di campo), e presenta la Co-noscenza Relazionale Estetica (Spagnuolo Lobb, 2017a) come un mezzo per lavorare sulla sof-ferenza del paziente in modo contestualizzato, considerando la risonanza del terapeuta come parte del campo esperienziale che si crea nel setting terapeutico. Questo nuovo valore umanistico può essere realizzato concentrandosi sulla "danza" della reciprocità tra terapeuta e paziente (un modello in fase di ricerca che considera le reciproche percezioni e reazioni alle percezio-ni dell'altro, sostenute dalla vitalità che ciascuno pone nell'essere-con l'altro). In questo modo, il cambiamento terapeutico può includere sia esperienze in figura che dello sfondo. Una conse-guenza di questo nuovo valore è una svolta nella posizione etica dello psicoterapeuta: da uno sforzo narcisistico di essere un "buon terapeuta" ad un atteggiamento estetico che non nega i limiti e mette in primo piano la presenza dell'altro. Una conseguenza importante per i terapeuti è quella di prendersi cura di se stessi per essere in grado di affrontare il trauma della pandemia, cosa che si realizza anche attraverso un dialogo costante nella comunità professionale.
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Gratteri, Andrea. « Elezioni primarie e segretezza del voto : elementi pubblicistici ed associazionismo privato ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no 1 (30 juin 2006) : 241–54. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12716.

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Lo scorso 16 ottobre più di settemila elettori si sono recati al seggio allestito dai partiti dell’Unione, hanno magari affrontato una lunga attesa, hanno sottoscritto una dichiarazione di adesione ad un progetto politico, hanno pagato almeno un euro quale contributo alle spese, si sono appartati dietro ad un paravento, hanno piegato la scheda elettorale e l’hanno inserita nell’urna senza apporvi alcun segno. Contemporaneamente altri novemila elettori compivano le stesse operazioni salvo invalidare la scheda. Il comportamento di questi elettori, che pure rappresentano una frazione minima di coloro che si sono espressi per scegliere il leader dell’Unione, mette in evidenza uno degli elementi di maggior delicatezza di una consultazione, come quella delle primarie, dove si possono distinguere due diversi atti politicamente significativi: prima, la decisione di partecipare al voto; poi, la scelta fra le diverse opzioni di voto. Cosa ha spinto allora quei sedicimila elettori ad esprimere un voto non valido? Si deve pensare che costoro siano portatori di un senso di appartenenza al progetto dell’Unione tanto elevato da voler partecipare alla consultazione pur non volendo sostenere nessuno dei candidati? Alcuni probabilmente hanno voluto esprimere questo loro giudizio, magari votando goliardicamente, per esempio, per Valentino Rossi. Altri elettori, però, hanno presumibilmente votato scheda bianca (o nulla) perché la loro assenza al seggio sarebbe stata notata: per una qualche ragione dovevano esserci. Da queste prime considerazioni emerge il problema inestricabile di tutte quelle consultazioni in cui partecipazione e non partecipazione sono espressive di un comportamento connotato politicamente, come avviene ormai “tradizionalmente” in occasione dei referendum abrogativi. In questo caso solo la maturità della comunità politica e la diffusa legalità del sistema possono essere invocate per mitigare l’incidenza di pressanti forme di controllo (sociale e personale) e di indebite interferenze sulla partecipazione che, di fatto, limitano la libertà del voto. È pertanto evidente che la questione della segretezza del voto è di rilevante interesse anche per le consultazioni prive di ufficialità. In occasioni di questo genere la segretezza del voto può, perlomeno, attenuare le eventuali pressioni subite da chi, controvoglia, si è magari recato comunque al seggio.
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Pomilla, Antonella. « Distorsioni cognitive e schemi maladattivi precoci nei sex-offender : riferimenti teorici e di ricerca nella letteratura ». Tendencias Sociales. Revista de Sociología, no 2 (11 juillet 2018) : 95. http://dx.doi.org/10.5944/ts.2.2018.22318.

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La centralità dei temi delle distorsioni cognitive e degli schemi maladattiviprecoci è stata da sempre annoverata dalla Terapia Cognitiva nell’originee nel mantenimento dei disturbi psicopatologici (Beck 1963; 1964; 1967; 1976).Nel corso degli ultimi decenni un rinnovato interesse verso tali costrutti ha interessatoanche la popolazione forense, laddove essi sono stati ricondotti alle spiegazionigiustificatorie pre o post comportamento-reato, in particolare quelli di aggressionesessuale (Gannon, Wright, Beech & Williams, 2006; Noferesty & Anary,2013; Carvalho & Nobre, 2014; Sigre-Leiros, Carvalho & Nobre, 2015). Riconoscendoil valore che tali costrutti hanno in termini di minimizzazione della responsabilitàpenale nonché rispetto alle conseguenze per la vittima (Di Tullio D’Elisiis,2006), il presente lavoro desidera riferire sugli approfondimenti in senso teoreticoe di ricerca prodotti dalla comunità scientifica. Verranno menzionati i riscontri insenso qualitativo sulle convinzioni distorte ed i processi cognitivi disfunzionalidescritti dagli approcci teorici che si sono interessati degli aggressori sessuali;laddove emersi dalla ricerca empirica, verranno indicati anche i riscontri in sensoquantitativo.Si considera l’importanza di annoverare anche i summenzionati contenuti cognitiviquali fattori di rischio tra gli altri tradizionalmente esaminati nella valutazionedel rischio di recidiva criminosa violenta (violence risk assessment).The centrality of the themes of cognitive distortions and early maladaptiveschemes has always been counted by Cognitive Therapy in the origin andin the maintenance of psychopathological disorders (Beck 1963; 1964; 1967;1976). Over the past few decades a renewed interest toward such constructs hasalso affected the forensic population, where they have been traced back to justifyingpre or postcrime-behavior explanations, particularly those of sexual assault(Gannon, Wright, Beech & Williams, 2006; Noferesty & Anary, 2013; Carvalho &Nobre, 2014; Sigre-Leiros, Carvalho & Nobre, 2015). Once that the value thatsuch constructs have in terms of minimizing criminal liability as well as the consequencesfor the victim has been acknowledged (Di Tullio D’Elisiis, 2006), thispaper aims to describe the theoretical and the research insights produced by thescientific community. The qualitative findings on the distorted beliefs and dysfunctionalcognitive processes described by the theoretical approaches dealing withsexual aggressors will be mentioned; should the emerge from the empirical research,quantitative findings will also be indicated.The importance of including the aforementioned cognitive contents such asrisk factors among the others traditionally examined in the assessment of the violentrecidivism risk (violence risk assessment) is also considered.
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De Piccoli, Norma, Chiara Rollero et Stefano Tartaglia. « Obsolescenza o attualitŕ del senso di comunitŕ ? Una riflessione ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juillet 2009) : 105–13. http://dx.doi.org/10.3280/psc2009-001009.

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- Debate on Sense of Community increased recently. Present work is an exploration of the articles published in the last years (2000-2006) by scientific journals included in PsycINFO database. The study aims to explore the use of the Sense of Community concept in scientific literature. On the ground of the results, some critical points about the concept are discussed.Keywords: Sense of Community, Community, Scientific Research
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Alastra, Vincenzo. « Prendersi cura delle comunitŕ di pratica attraverso progetti di ricerca-formazione-intervento. Esperienze nella azienda sanitaria di Biella ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2011) : 151–70. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-003009.

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L'articolo propone una rilettura di due esperienze, riconducibili alle cornici teorico-metodologiche della ricerca-intervento e della formazione-intervento, condotte nella Azienda Sanitaria Locale BI di Biella. Gli scenari operativi relativi ad entrambi i progetti attengono lo sviluppo di comunitŕ di pratica. Viene articolata una riflessione intorno al ruolo che puň, in tal senso, essere assunto da un servizio formazione. Vengono inoltre prese in esame alcune opportunitŕ, nodi critici e competenze richieste, atteggiamenti e caratteristiche della cultura organizzativa di riferimento, sui quali si ritiene necessario sollecitare l'attenzione e l'impegno da parte di chi intenda cimentarsi su questi fronti. Sfide e aspetti questi, tutti attinenti sia le due metodologie di intervento, che la stessa problematica della cura di comunitŕ di pratica in queste organizzazioni.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati et Paolo Monti. « Divenire partner del team di cura : qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Résumé :
Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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Romagnoli, Matteo. « La Corte costituzionale difende l'idea di Unione Europea come «comunità di diritto» ». La Nuova Giuridica 1, no 1 (14 septembre 2022) : 123–44. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1819.

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At present, there is a crisis in the relationship between legal systems. Is the constitutional architecture of the EU solid enough to withstand the various jurisdictional earthquakes such as those that occurred with the May 2020 judgment of the BVerfG or the K3/21 judgment of the Polish Court? Integration through dialogue has stalled in other countries because of conflicts due to overlapping competencies introduced by the Lisbon Treaty. Yet, there is another way to deal with interordinamental conflict: the one provided by the Italian Constitutional Court. The Consulta had no fear of challenges and kept trying to find a way that relied on dialogue as a method. With its peculiar way of dealing with such problems made up of some cataloguing tricks, it is possible to say how the CC can reawaken a sense of community of the Union in law. In the work of the Court, we can read the traits of that conception whereby the outcome of integration is a “community based on the rule of law”.
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Roversi, Valentina, Alessandra Cavallo et Daniel Barenco mello contage. « creare i sensi della terra : il respiro naturale della comunità di indagine ». childhood & ; philosophy 18 (28 novembre 2022) : 01–23. http://dx.doi.org/10.12957/childphilo.2022.66131.

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The earth is the archetypal image of the origin of humanity, but throughout the history of Western culture it has given way to other, more heavenly allegories. Enlightenment as a paradigm of knowledge consolidated itself in Western philosophical thought in a very convincing way as a production of meanings. Through this rereading of the first Greek metaphysics, thought gradually distanced itself from its materiality, from its humanity, from the possibility of admiring the concrete world, getting closer and closer to the need to create abstract objects, which, as ethical limits, political, aesthetic and epistemological, we end up meeting again in our lives. Visibility seems to be the basis of a Western mental habitus: recognition, officiality, legitimacy and certainty become visible signs with which we compare and validate our own experiences. The earth, as a less transparent element, with greater ability to hide, occult, encrypt represents, however, an image that is better suited to the discussion plan proposed in this text. The relationship with reality, in terms of visibility and invisibility, requires a new perception of the world: the underlying structure no longer assumes a transcendent level, but is understood as a plane of immanence, in which meaning is interior, produced by compositions; an amalgam of networks that intertwine in an imperceptible, invisible underground plane. What we propose here is not a vertical perspective, but a horizontal one like the ground. It is from this earthly thought that we want to reflect on what happens in philosophy and childhood; in philosophy with childhood and in the childhood of philosophy. In the present attempt of an ecophilosophy of education, the discussion plan requires a deviation from the guiding images with which we learn to do research. The intention of the following investigation is to look for another type of map: a kind of subterranean cartography, which pays attention not to what we can see, which has well-defined names and categories, but to what is hidden and inhabits a plane that is muddy, earthly, indistinguishable and absolutely alive. According to the Lipmanian model of Philosophy for Children, the subterranean and rhizomatic processes of the research community will be examined, comparing them to other collective movements that characterize the vegetable communities of plants that inhabit the natural world. Finally, three concepts considered relevant to escape the limits found in some contemporary pedagogical postures will be illustrated, suggesting other paths in the relationship between philosophy, childhood and education: reciprocity, passivity and invisibility.
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Maone, Antonio. « Psicoanalisi, psichiatria di comunitŕ e welfare sociale. Convergenze, controversie e nuove prospettive ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 53–66. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002006.

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La legge 180 ha restituito i malati psichiatrici al territorio. In questo modo non ha risolto un problema, ma ne ha creati molti altri. Soprattutto ha creato confusione fra gli operatori della salute mentale che si trovano ad oscillare fra scoraggiamento e megalomania. Utile a riguardo il nuovo concetto di recovery, intesa come un obiettivo di recupero, ripresa e reintegrazione, piuttosto che guarigione clinica. Si tratta di un ribaltamento dell'approccio tradizionale che sposta il focus dalla malattia alla persona e puň tradursi in un progressivo riemergere di speranza, senso di potere e controllo personale (mastery, personal agency).
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Correale, Antonello. « La psicoanalisi al di lŕ dei soliti confini ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 31–41. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002004.

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Résumé :
L'autore individua alcuni punti chiave della visione psicoanalitica dell'essere umano e li applica al sociale. L'attenzione liberamente fluttuante, come capacitŕ di vedere ciň che si nasconde fra le pieghe, per la particolare utilitŕ di restituire un senso di apertura nelle situazioni che appaiono come prive di una via d'uscita. Il concetto di libido intesa come eros, cioč come dimensione del desiderio che si contrappone a quella del bisogno: la spinta che porta l'essere umano verso l'apertura e non verso la ripetizione degli schemi relazionali ed emotivi dai quali sarebbe altrimenti completamente condizionato. Il conflitto come umana impossibilitŕ di conciliare tutte le cose, la cui consapevolezza ci rende piů saggi e delicati nelle relazioni d'aiuto. Il transfert come coinvolgimento appassionato, difficile da reggere, fonte del rischio di trincerarsi nei ruoli. Infine l'autore si sofferma sulla differenza fra istituzione e comunitŕ. Comunitŕ deriva da munus che significa contemporaneamente impegno e dono. Nella dimensione del dono trova spazio l'unicitŕ della persona.
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Toledo, Mario. « Considerazioni preliminari sui cicli vitali e strategie riproduttive di alcune specie di Dytiscidae nella pianura padana (Coleoptera) ». Memorie della Società Entomologica Italiana 85, no 1 (30 juin 2006) : 187. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2006.187.

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Résumé :
Le osservazioni effettuate su 25 specie provenienti da 12 località della pianura padana, hanno permesso di tracciare un primo, provvisorio, profilo della biologia riproduttiva e dei cicli vitali delle comunità di Dytiscidae in questo territorio. L’esame dei cicli vitali è stato effettuato utilizzando le categorie bionomiche di Nilsson (1986a) per il nord Europa, comparandone le definizioni con le situazioni riscontrate in pianura padana, dove finora tre tipi di cicli vitali sono stati riscontrati: i cicli numero 1), 4) e 5) sensu Nilsson (1986a). Il primo ciclo alle nostre latitudini si è rivelato più complesso che in Europa settentrionale; infatti esso può essere a sua volta suddiviso in 2 categorie: 1a) specie univoltine che si riproducono in un periodo limitato della bella stagione; 1b) specie univoltine, ma forse anche bi o plurivoltine che si riproducono continuamente o in più periodi della bella stagione. È infatti probabile che alcune specie che in nord Europa sono univoltine, alle nostre latitudini siano bivoltine o plurivoltine; ciononostante non esistono ancora prove che sia in effetti così. La presenza di due specie di <em>Ilybius</em> del gruppo <em>chalconatus</em> in pianura padana, pur non essendo ancora state studiate biologicamente, fa presumere che anche il ciclo n. 3) possa essere rappresentato in questo territorio. Rispetto al nord Europa, in una comunità della pianura padana le larve compaiono in anticipo o in ritardo, a seconda che si tratti di riproduttori primaverili o autunnali e gli stadi preimmaginali in media sono più brevi rispetto allo stadio adulto; questo in relazione anche al periodo riproduttivo in generale più lungo alle nostre latitudini. Infine, sono discussi brevemente il concetto di core-species in una comunità a Dytiscidae e le diverse preferenze ambientali in relazione alla riproduzione.
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Possanzini, Davide. « Elezioni e partiti nella Serbia post-comunista (1990-2004) ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 56, no 2 (31 décembre 2006) : 69–124. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12705.

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La scarsa attenzione prestata dalla letteratura politologica alla complessa ricostruzione democratica della Repubblica Serba fornisce valide motivazioni al presente saggio che intende affrontare le problematiche insite ad un processo di transizione ancora in atto. Gli stravolgimenti politici occorsi negli ultimi anni non hanno agevolato il consolidamento di questa giovane democrazia, comunque meritevole di una prima lettura interpretativa, per quanto prematura essa possa apparire. La mutevole natura del sistema politico serbo ha compromesso la trasformazione democratica guidata dalla vecchia elite comunista consentendo, però, l’instaurazione di un’effettiva democrazia elettorale da parte dell’opposizione politica, oggi meno esposta ai richiami autoritari. Nello specifico, questo studio prende in esame lo sviluppo del sistema elettorale e partitico serbo dal crollo del regime comunista ai giorni nostri, soffermandosi sul processo d’involuzione subito dal regime pseudo-democratico serbo alla fine degli anni novanta. A tal proposito, sono stati presi in considerazione tutti i provvedimenti costituzionali e gli strumenti di ingegneria elettorale adottati ed escogitati dal Partito Socialista per garantirsi una prolungata supremazia politica. L’utilizzo di grafici e di indici statistici ha consentito la ricostruzione dello schema evolutivo dei partiti e la simulazione di un suo diverso sviluppo a differenti condizioni aggregative. La proiezione cartografica dei risultati elettorali registrati nei singoli comuni (qui ridimensionata per ovvi limiti di spazio) è servita a semplificare la lettura del panorama politico scaturito da ogni consultazione. Sebbene recenti studi abbiano contribuito ad individuare nuove fratture partitiche nel corso delle transizioni democratiche avviate in Europa orientale, la sistematizzazione dei dati empirici serbi ha messo in risalto alcuni degli storici cleavages partitici utilizzati da Rokkan per spiegare la formazione degli Stati-nazione occidentali. Per quanto la frattura nazionalistica risulti esplicativa dello sviluppo partitico serbo, essa sembra rivestire un ruolo secondario ed apparente, di causa accidentale adottando le parole di Weber, in quanto determinato dalla strategia diversiva del Partito Socialista. Dal raffronto dei dati elettorali con il loro contesto geografico è emerso, infatti, un perenne conflitto tra centro/periferia e città/campagna come causazione adeguata all’evoluzione partitica in senso nazionalistico.
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Spagnuolo Lobb, Margherita. « La psicoterapia della Gestalt con i gruppi. Dall'esperimento di Perls in California alla scelta politica del New York Institute, fino alle moderne applicazioni ». QUADERNI DI GESTALT, no 1 (septembre 2012) : 37–49. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-001005.

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Nonostante il lavoro di Perls con i gruppi abbia rappresentato un cambiamento importante nelle metodiche psicoterapiche di allora, i suoi successori hanno sviluppato un pensiero teorico su questa innovazione solo negli anni '90, quando il New York Institute for Gestalt Therapy, dopo la morte di Laura Perls e di Isadore From, prese con forza una decisione politica in questo senso. Questo articolo racconta un excursus delle teorie e dei metodi clinici sui gruppi pubblicate nella comunitŕ gestaltica dal Perls californiano fino ad ora,e puň rappresentare uno strumento didattico e conoscitivo per quanti si interessano al nostro approccio.
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Castrignanň, Marco. « Il concetto di comunitŕ : quale spendibilitŕ per la sociologia urbana ? » SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 88 (octobre 2009) : 73–88. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-088003.

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Résumé :
- My article makes some questions about the heuristic actuality of community as a concept for the urban sociology. Two meanings of community will be considered, the socio-cultural and the socio-spatial one; however, the first one will be stressed, where community is a quality of social relations. So, my framework will be the Weber distinction between community and association; I think it can be used more than the Toennies one in the current context. In other words, it is a question to insert such concept of community in a reflection about urban sociology, trying to individuate the sociospatial implications of community as a quality of social relations. In this sense, the link between community and natural area is extremely important. So, the concept of natural area is the one to focus on; in particular, I will stress that it can be only partially overlapped to community as a quality of social relations, and such overlapping is more and more problematic today. However, despite the difficulty in speaking about natural areas, I think that community is still useful at a micro-level; in fact, the way in which affectional soSummaries cial actions chart the urban space is a very important field of study. So, a shift from an "area" to an "interstice" logic should be required.Key words: community, natural area, urban interstices, affective action.
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Longo, Antonio. « Progettare in regime di risorse scarse ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 93–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057013.

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Résumé :
Cernusco sul Naviglio č una cittŕ di notevole abitabilitŕ, apparentemente lontana dagli aspetti critici che connotano la gran parte del territorio Milanese. Gli effetti dello sviluppo immobiliare degli anni recenti, modificando la percezione del paesaggio urbano e gravando sul sistema dei servizi locali, hanno rappresentato per la cittŕ una complessiva perdita di valore dei luoghi e la compromissione di una condizione di equilibrio della comunitŕ. L'avvio del progetto di Piano ha rappresentato inizialmente l'occasione e lo strumento per rifiutare le modalitŕ di cambiamento recenti. Solo in un secondo momento ha rappresentato la via per riorientare lo sviluppo e per riportare la cittŕ entro una propria misura. Infine ha costituito una via per immaginare una diversa forma di cambiamento fondata sull'attribuzione di un senso nuovo alle risorse esistenti, sulla loro ricomposizione, su pochi e controllati nuovi sviluppi.
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