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Sani, Giacomo. « 1992 : LA DESTRUTTURAZIONE DEL MERCATO ELETTORALE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 3 (décembre 1992) : 539–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018906.

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Résumé :
IntroduzioneNel corso degli anni ottanta gli osservatori hanno colto molteplici segnali di mutamento del sistema dei partiti in Italia e, in particolare, nel rapporto partiti-elettori, vedendo nei risultati delle diverse consultazioni indicazioni di un (potenziale) maggior dinamismo dei comportamenti di massa rispetto al passato. In quella fase l'attenzione degli studiosi è caduta a volte sulla graduale erosione dei tassi di partecipazione elettorale, a volte sulla diminuzione delle quote di consenso raccolto dai grandi partiti storici, a volte sull'emergere di nuove formazioni, a volte ancora sui tassi di instabilità registratisi in alcune zone del paese (Corbetta, Parisi e Schadee 1988; Caciagli e Spreafico 1990; Mannheimer 1991). Segnali convergenti provenivano da ricerche sugli orientamenti degli elettori rilevati tramite indagini demoscopiche. Così uno studio condotto alla metà degli anni ottanta suggeriva che, sotto la spinta di fattori diversi, si era verificato un allargamento della quota di elettori «nel mercato», cioè di cittadini disposti a considerare di volta in volta opzioni diverse da quelle del passato. Se ne deduceva l'esistenza di un accresciuto potenziale di mobilità con potenziali riflessi in futuro sulla forza dei diversi gruppi politici (Mannheimer e Sani 1987). Sino alla fine dello scorso decennio, tuttavia, il mercato elettorale italiano continuava a mantenere molte delle caratteristiche di un tempo. Certo, non mancavano gli elementi di novità, ma era difficile sostenere che si fosse già verificata una vera e propria rottura rispetto alle caratteristiche prevalenti nel passato. In sostanza, ci si trovava in presenza di un forte scollamento tra il potenziale di cambiamento intravisto dagli osservatori e l'evidenza delle cifre all'indomani del voto.
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Sinardo, Stefania. « «Signa crucis e signa tabellionatus». Segni e Simboli ». ARCHIVIO STORICO PER LA SICILIA ORIENTALE, no 2 (décembre 2021) : 81–92. http://dx.doi.org/10.3280/asso2020-002006.

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Résumé :
I simboli della croce e i segni o sigilli notarili estrapolati da taluni documenti del Tabulario dei Monasteri di San Nicolò l'Arena e di Santa Maria di Licodia, qui per la prima volta inventariati, rappresentano un corpus omogeneo dal quale si ricavano informazioni preziose in merito allo stretto legame tra il momento diplomatistico del documento e quello redazionale. La documentazione esaminata mette in luce pergamene validate sia col solo signum crucis, più o meno accurato, sia col signum crucis accompagnato dal signum tabellionis, volti a garantire l'autenticità dell'atto pubblico.
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Boldreghini, Fulvio, et Giuseppe Sancetta. « Early warning system e governance del rischio di credito : l'emersione anticipata della crisi d'impresa dal punto di vista dei creditori finanziari ». CORPORATE GOVERNANCE AND RESEARCH & ; DEVELOPMENT STUDIES, no 2 (janvier 2022) : 147–75. http://dx.doi.org/10.3280/cgrds2-2021oa12637.

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Résumé :
La capacità di stimare la probabilità di default è da sempre uno degli obiettivi principali delle istituzioni finanziarie e, nell'imminente futuro, sarà sicuramente la chiave per far fronte all'aumento delle esposizioni deteriorate dovuto agli impatti dell'emergenza pandemica da Covid-19. Il presente lavoro si propone di indagare le pratiche di governance e gli strumenti di gestione del rischio di credito adottati per rilevare tempestivamente segnali di squilibrio economico e finanziario delle società. Di conseguenza, è stata prima condotta una revisione approfondita dei modelli di previsione dell'insolvenza per illustrare limiti e punti di forza ampiamente discussi in letteratura. In secondo luogo, si è fatto ricorso all'analisi di un case study per descrivere sia la metodologia dell'Early Warning System (EWS), sia le pratiche di governance interna adottate per monitorare e gestire tempestivamente i segnali di deterioramento del merito creditizio. I risultati evidenziano la necessità di combinare modelli quantitativi con un approccio di tipo judgmental per costruire un processo di monitoraggio in grado di intercettare anomalie ed evitare errate classificazioni. L'analisi del case study mostra inoltre come il coinvolgimento anticipato degli esperti di ristrutturazione del debito sia un elemento chiave nella definizione delle azioni volte a prevenire eventi di default. 
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Russo, Vittoria. « Storia di una battaglia senza guerra ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 37 (septembre 2022) : 92–102. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037008.

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Résumé :
Parlare di disabilità in un contesto di psicoterapia psicoanalitica non è usuale, ancora meno quando ci si confronta con disabilità sensoriali specifiche. Consideriamo la sordità, la possibilità di incontrare un paziente sordo, di interagire con lui in maniera diretta utilizzando come strumento di comunicazione la LIS (Lingua Italiana dei Segni). La terapia diventa in questo modo un viaggio nel viaggio, tanto per la terapeuta che incontra il paziente quanto per la persona sorda che decide in maniera autonoma di entrare in contatto con un soggetto udente, che utilizza la sua modalità di interazione con il mondo della sordità. Il setting della terapia, che prende forma dalla sua concretezza nell'essere prima di tutto luogo dell'incontro di due persone, poco per volta diventa luogo dell'incontro di due menti, due sensibilità, due mondi. Nella psicoterapia con i pazienti sordi le caratteristiche del setting sembrano ampliarsi, acquistano una forma tridimensionale: ci sono corpi che si incontrano, stili narrativi che prendono forma attraverso l'utilizzo di una lingua nuova definita da regole specifiche, segni, significati come nell'interazione con una lingua straniera. Paziente e terapeuta si conoscono anche attraverso l'espressione dello stile narrativo, dell'utilizzo delle mani per segnare, delle modalità di interazione di quelle mani sui propri corpi nell'esecuzione del segno. Si tratta di un viaggio affascinante, complesso e faticoso. Lo sguardo tra paziente e terapeuta a volte celato, negato o desiderato in altri casi, nell'incontro con la persona sorda diviene forma essenziale del setting: è importante lo sguardo che si rivolge al segno disegnato dalle mani, è rilevante lo sguardo che si posa sui volti per coglierne espressioni e caratteristiche elementi fondamentali nella LIS. L'incontro con Edoardo, giovane paziente adulto all'epoca del primo contatto per iniziare una terapia, presenta poco per volta la trama di una narrazione mai ascoltata ma forse ancora prima mai narrata. Nei segni che quasi timidamente si concedono paziente e terapeuta si coglie l'evoluzione di un percorso, che all'interno del setting prende forma e si trasforma. Edoardo cresce, la sua terapeuta insieme a lui e il luogo delle sedute diventa momento prezioso di condivisione emotiva ed affettiva. Il desiderio di autonomia di Edoardo, i suoi progetti delineati all'interno della terapia un giorno purtroppo vengono bruscamente tagliati, negati da un ambiente familiare chiuso e intimorito di fronte ai progressi del figlio. Edoardo esce di scena, costretto ad abbandonare il luogo della terapia diventa nuovamente sordo di fronte alle sue possibilità di crescita. Il setting della terapia perde la presenza di Edoardo, il tempo si dilata e i mesi diventano anni nel ricordo della sua assenza. L'irrompere nella vita di tutti della pandemia stravolge ritmi e consuetudini, le terapie cercano nuovi assetti per definire nuove forme di incontro e far fronte alla nuova realtà. In questo clima Edoardo dopo anni decide di riprendere la sua terapia, di ridare forma viva al setting del suo lavoro clinico. Edoardo desidera l'incontro in presenza, l'utilizzo delle mascherine simbolicamente gli ha fatto sentire il dolore provato per la negazione della comunicazione, con emozione ritrova il suo luogo con la sua terapeuta e può riprendere la trama della sua narrazione. Il lavoro con Edoardo permette di cogliere la specificità del setting, che ha trovato spazio nella mente del paziente, facendogli compagnia durante gli anni di assenza dal luogo della terapia. Edoardo ha custodito dentro di sé il senso del lavoro terapeutico, è riuscito ad ascoltarsi e riconoscere nella ricerca del setting perduto la voce di quella relazione che lo ha fatto sentire vivo.
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Marinetto, Paola. « INDIVIDUARE LA POLIFONIA NEI TESTI ESPOSITIVI-ARGOMENTATIVI : QUANDO IL CAPOVERSO AIUTA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 660–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18320.

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Résumé :
L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione del testo che sono segnali della sua polifonia, ossia della compresenza di voci e pensieri diversi, affiancati o sovrapposti a quelli dell’autore. Nei testi vi sono infatti a volte, oltre al Discorso Riportato, elementi più nascosti e sfuggenti, che lasciano intravedere un distanziamento (o, viceversa, un’accettazione) dell’autore rispetto a dei punti di vista diversi dal suo. L’articolo ha intenti didattici e, attraverso l’analisi di due testi di tipo espositivo/argomentativo utilizzati nei corsi di scrittura di sintesi con gli studenti universitari, mette in luce come l’utilizzo dei capoversi (segnali a loro volta dei Movimenti Testuali), e alcune scelte lessicali e sintattiche possano aiutare il lettore nell’individuazione della polifonia. Identifying polyphony in expository-argumentative texts: when the paragraphs help The article aims at identifying the “tools” related to text language and organization that signal polyphony, that is, of the coexistence of different voices and thoughts, side by side or superimposed on those of the author. In the texts there are, in addition to Reported Speech, more hidden and elusive elements, which allow us to glimpse at a distancing (or, vice versa, an acceptance) by the author with respect to points of view different from his/her own. The article has didactic purposes and, through the analysis of two expository/argumentative texts used in writing synthesis courses with university students, it highlights how the use of paragraphs (which are in turn signals of Textual Movement), and some lexical and syntactic choices help the reader identify polyphony.
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Ferrari, G., G. Giovannini et A. Prinster. « Le sequenze Fast Fluid Attenuated Inversion Recovery (FFLAIR) ». Rivista di Neuroradiologia 11, no 2 (avril 1998) : 187–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140099801100206.

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Résumé :
Lo sviluppo della sequenza FLAIR è nato dalla necessità di produrre immagini che mettessero bene in evidenza le lesioni situate nelle regioni periventricolari e subcorticali dell'encefalo. Tale sequenza, derivata dall'inversion-recovery, è caratterizzata da un lungo tempo d'inversione utile ad annullare il segnale del liquor e da un TE e un TR utili per produrre a livello del parenchima un segnale dipendente dal T2. Il lungo tempo d'acquisizione della FLAIR è stato sensibilmente ridotto con l'uso della tecnica utilizzata con le sequenze fast spin-eco. La selezione e l'accoppiamento dei parametri di sequenza è oggetto di analisi e i vari produttori hanno scelto differenti ed interessanti soluzioni, privilegiando a volte un ridotto tempo d'acquisizione, altre una ponderazione T2 più marcata, con un annullamento assoluto del segnale del liquor. L'uso di questa recente sequenza è presto divenuto d'elezione per il monitoraggio delle patologie demielinizzanti multifocali. Altri impieghi, in altre patologie, sono al vaglio di molti centri e l'ampliamento delle casistiche permetterà di comprendere quali sono le opportunità e l'efficacia offerte dall'utilizzo della sequenza Fast FLAIR.
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Basso, G., M. L. Gorno-Tempini, G. Calandra-Buonaura, M. Serafini, G. Pagnoni, L. Mavilla, C. A. Porro, P. Baraldi et P. F. Nichelli. « Localizzazione cerebrale funzionale delle aree del linguaggio per mezzo di un compito di decisione lessicale ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 139–47. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300125.

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Résumé :
La metodica di risonanza magnetica funzionale (fMRI) permette di esplorare le funzioni cognitive in vivo sull'uomo in modo non invasivo. In questo studio presentiamo i primi risultati di un progetto volto alla localizzazione delle aree cerebrali del linguaggio a scopo clinico per la valutazione prechirurgica e per il controllo riabilitativo di pazienti cerebrolesi. Sono stati studiati 10 soggetti sani destrimani e un paziente cerebroleso sinistro. È stata valutata la differenza di segnale di risonanza registrato con sequenza ecoplanare gradient-echo sensibile al segnale T2* comparando volumi cerebrali acquisiti in blocchi di 30 secondi. I soggetti eseguivano alternativamente un compito di decisione lessicale o un compito di decisione grafemica. I risultati dei dati ottenuti dai pazienti di controllo indicano una elevata sensibilità del test mettendo in evidenza tutte le aree note coinvolte nelle funzione linguistiche. L'analisi dei dati ottenuti dal paziente cerebroleso suggeriscono che il protocollo di studio descritto può essere applicato con successo allo studio delle funzioni linguistiche anche in presenza di danno cerebrale.
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Gallucci, M., I. Aprile, A. Bozzao, B. Orlandi et O. Migliori. « La RM nei tumori extrassiali intracranici ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 13–18. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s303.

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Résumé :
La RM si rivela genericamente più accurata della TC per stabilire l'origine intra o extra-assiale di una formazione neoplastica encefalica; tale scopo può essere raggiunto sia valutando dei segni diretti (presenza di un piano di clivaggio e dislocazione della corteccia per quanto riguarda i tumori estrinseci) che valutando i segni indiretti (per es. compressione dei ventricoli o delle cisterne dell'angolo ponto-cerebellare, angoli che la massa forma con il tessuto adiacente, presenza o meno del segno meningeo). Al fine di poter effettuare tali valutazioni nella maniera più corretta è necessario adottare una tecnica d'esame rigorosa: acquisizione di scansioni secondo tutti i piani necessari per una corretta valutazione della massa neoplastica (assiali, coronali, sagittali e obliqui), uso di spessori di strato sottili (2 o 3 mm) ogni volta che lo si ritenga necessario (es. neurinomi del n. acustico) e infine adozione praticamente routinaria del mdc ev. La RM è estremamente vantaggiosa anche nel tentativo di caratterizzazione istologica del tumore, ma al momento attuale riteniamo che non presenti sufficiente specificità. L'intensità di segnale e il comportamento dopo somministrazione di mdc possono indirizzare nei confronti di un istotipo o di un altro, ma sicuramente non possono essere considerati come categoricamente diagnostici. È opinione degli autori, tuttavia, che il fine più importante da ottenere con la RM sia quello di stabilire l'origine intra o extra-assiale della neoplasia.
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Donati, P. Tortori, M. P. Fondelli, A. Rossi, A. Iester et G. L. Piatelli. « Cerebellite : Evoluzione di un caso ». Rivista di Neuroradiologia 6, no 3 (août 1993) : 341–45. http://dx.doi.org/10.1177/197140099300600316.

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Résumé :
Una bambina di 5 anni, reduce da una banale infezione delle vie aeree superiori, si ricovera in seguito alla comparsa di atassia cerebellare ed emiparesi. Una TC dà esito negativo; la RM dimostra invece una diffusa alterazione di segnale a carico di un emisfero cerebellare, elettivamente localizzata alla corteccia, in assenza di lesioni del comparto sopratentoriale. Un primo controllo eseguito a distanza di un mese, dopo regressione della sintomatologia neurologica, evidenzia la comparsa di una atrofia cerebellare monolaterale, associata a riduzione del segnale patologico a livello della corteccia interessata. Un secondo controllo a distanza di 9 mesi, a completa regressione della sintomatologia, mostra una marcata atrofia deU'emisfero cerebellare, ed una nuova alterazione di segnale a livello della corteccia, questa volta riferita alla comparsa di fenomeni gliosico-riparativi. La elettiva localizzazione delle lesioni alla corteccia cerebellare potrebbe essere imputata, secondo gli autori, ad una necrosi cellulare selettiva nell'ambito di una sorta di polio- tropismo virale, diversamente dalla vasculo-mielinopatia disseminata che caratterizza l'Encefalomielite Acuta Disseminata.
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Bertossi, Francesca. « Il ruolo del microbiota nell'aumento ponderale associato alla terapia antipsicotica ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2022) : 108–22. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002010.

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Per il trattamento di un disturbo mentale severo e la prevenzione delle ricadute sono indicate delle terapie a lungo termine con farmaci antipsi- cotici. Gli antipsicotici di seconda generazione sono associati ad un minor numero di sintomi extrapiramidali, tuttavia sono gravati da importanti effetti collaterali di tipo metabolico e dal rischio di aumento ponderale, effetti mediati sia dai recettori centrali e periferici, sia a modifiche della composizione del microbiota. Numerose sono le evidenze del ruolo del microbiota intestinale nell'indur- re l'aumento ponderale ed i disturbi metabolici indotti dagli antipsicotici di seconda generazione attraverso un alterato segnale dello stimolo della fame e della sazietà, una riduzione della spesa energetica, la modulazione del metabolismo lipidico e glucidico, le modifiche dell'infiammazione e del- la permeabilità della barriera intestinale. Nella prevenzione e nel trattamento integrato dell'aumento ponderale as- sociato alla terapia antipsicotica, oltre alle terapie di tipo farmacologico, i programmi nutrizionali e l'attività fisica trova impiego un approccio volto a modulare il microbiota intestinale per correggere la disbiosi. Tra i diversi probiotici impiegati quello più promettente sembra essere l'Akkermansia muchiniphila.
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Cicali, Gianni. « Destouches e Goldoni tra nobildonne, arcadi e liberi muratori. Percorsi della riforma del teatro comico italiano del Settecento ». Quaderni d'italianistica 40, no 2 (4 octobre 2020) : 49–81. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i2.34878.

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La riforma del teatro italiano promossa da Carlo Goldoni a metà del Settecento ha avuto dei momenti preparatori. Tra le fasi importanti di questa preparazione si devono includere le traduzioni di testi teatrali francesi di Destouches, drammaturgo aristocratico e accademico di Francia. Inoltre, questi segnali di una pre-riforma si notano particolarmente in ambienti legati all’illuminismo, all’aristocrazia e alla Massoneria in Toscana, regione in cui il giovane avvocato Goldoni soggiornò per alcuni anni. Un altro elemento sono le donne della nobiltà italiana che in alcuni casi non solo recitano da dilettanti i testi del francese durante eleganti villeggiature ma a volte li traducono o li fanno circolare tra compagnie significative di attori e attrici. In questo saggio vedremo questi antecedenti formativi della riforma di Goldoni e in particolare una traduzione di un testo di Destouches che si rivela importante per le persone coinvolte e che era sfuggita agli studi sui rapporti tra Goldoni e Destouches e la riforma del teatro italiano del Settecento.
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Matucci, Giuditta. « Le agenzie educative e i diritti dei singoli fra unità, identità e autonomia ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 2 (juin 2021) : 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-002004.

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Famiglia e scuola vantano una storia affine, segnata dalla loro primazia in quanto istituzioni, nei confronti dei loro stessi componenti. L'evoluzione dell'ordinamento ha, poi, seguito una strada diversa, volta a favorire i diritti dei singoli, esigenza imposta dal maturare della coscienza sociale in ordine, soprattutto, alla posizione dei soggetti più deboli: i figli, gli allievi. L'affermarsi dei minori come personalità dotate di soggettività giuridica rimette in discussione gli schemi del passato, favorendo la valorizzazione della loro posizione. Permangano, tuttavia, rischi di conflitto all'interno della formazione nucleare. Lo scritto valuta la possibilità di risolvere tali conflitti alla luce del dovere di solidarietà.
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Dentale, Rosa Celeste. « La solitudine di un corpo privato dei sensi ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2012) : 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Oteri, Annunziata Maria. « Messina l'italianissima. Il volto della cittŕ post-risorgimentale (1847-1880) ». STORIA URBANA, no 132 (février 2012) : 323–65. http://dx.doi.org/10.3280/su2011-132012.

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Per il numero di vittime e i danni materiali subiti durante i moti rivoluzionari del 1848, Messina dopo l'Unitŕ d'Italia, si č meritata l'appellativo di "Italianissima" e il riconoscimento di "benemerita del Risorgimento nazionale". A una cosě appassionata partecipazione alla causa italiana non sono seguiti, perň, una volta entrata la cittŕ a far parte del nuovo regno, segni evidenti di tale adesione. A differenza che in molte altre cittŕ, anche emotivamente meno coinvolte, gli iniziali ambiziosi programmi di celebrazione, nel vivo dell'impianto urbano, di fatti e eroi del Risorgimento si esauriscono nel giro di pochi anni e sono assorbiti da un indolente processo di crescita urbana che, come altrove, nasce da esigenze di ampliamento e risanamento. Č altrettanto indicativo, che a Messina, né prima né dopo il terremoto del 1908, si siano celebrati nelle trame urbane, gli eroi del Risorgimento.Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Cavour, Mazzini sono infatti ricordati soltanto nella toponomastica o in qualche busto di modeste dimensioni eretto in un angolo disperso di un giardino comunale o del cimitero. Il saggio analizza le ragioni di tali insolvenze in particolare i condizionamenti di una classe politica ancora agganciata ai vecchi sistemi e la scarsa incisivitŕ delle forze progressiste all'opposizione.
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Mannheimer, Renato. « LE ELEZIONI DEL 2001 E LA «MOBILITAZIONE DRAMMATIZZANTE» ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no 3 (décembre 2001) : 543–60. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002983x.

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Introduzione Le elezioni politiche del 2001 sono state caratterizzate dalla presenza di un fenomeno che pare segnare una cesura rispetto alle consultazioni precedenti, e può aver avuto anche una certa importanza, sia pure con modalità differenziate, nel contribuire a formare il risultato. Lo denomineremo provvisoriamente «mobilitazione drammatizzante» pro o contro Berlusconi. Quest'ultima è in buona misura legata al modo in cui si è manifestata e sviluppata la comunicazione pre-elettorale e si è di conseguenza formato il «clima» che ha caratterizzato il periodo precedente il voto.
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Trevisan, C., et M. Spagnoli. « La RM dei tumori vertebro-midollari ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 1_suppl (avril 1988) : 59–65. http://dx.doi.org/10.1177/19714009880010s107.

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La RM ha enormemente facilitato la diagnosi delle lesioni tumorali vertebro- midollari soppiantando completamente la mielografia e riducendo di molto l'impiego della TC. Questa può essere considerata un'indagine complementare volta a studiare soprattutto il coinvolgimento osseo da parte di neoformazioni primitive o secondarie a partenza dalle componenti ossee o nervose. La tecnica di indagine è la stessa in uso per ogni altra affezione del sistema nervoso centrale: immagini pesate in T1 ottenute con sequenze spin-echo brevi per lo studio morfologico ed immagini pesate in T2 ottenute con sequenze spin-echo lunghe o con tecniche veloci per ottenere informazioni circa il comportamento dell'intensità del segnale dei tessuti patologici.
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Aprile, I., E. Biasizzo, A. Lavaroni, R. Budai, F. Iaiza, P. P. Janes et G. Fabris. « Valutazione degli aneurismi cerebrali con Angio-RM ». Rivista di Neuroradiologia 9, no 5 (octobre 1996) : 541–50. http://dx.doi.org/10.1177/197140099600900505.

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Una delle applicazioni più studiate dell'angiografia a risonanza magnetica è rappresentata dallo studio degli aneurismi cerebrali. In molti casi infatti è possibile ottenere immagini molto vicine a quelle dell'angiografia digitale arteriosa; tuttavia sono spesso presenti inconvenienti tecnici (scarso rapporto segnale/rumore e caduta del segnale di flusso a causa di turbolenze) che penalizzano la tecnica impedendole di imporsi come reale alternativa all'angiografia digitale arteriosa in tutti i casi. É opinione unanime che per minimizzare questi limiti tecnici sia necessario restringere il campo di applicazione alle apparecchiature RM dotate di alto campo magnetico statico e sia necessario adottare la tecnica di acquisizione 3D TOF. In questo lavoro abbiamo voluto presentare i risultati del confronto fra angio-RM e angiografia digitale arteriosa ricavati dalla nostra casistica e quelli relativi a tutti i casi pubblicati finora studiati con apparecchiature ad alto campo e tecnica 3D TOF (496 casi). Nel nostro reparto abbiamo studiato complessivamente 39 aneurismi (di cui 6 giganti) in 30 pazienti confrontando le immagini angio-RM (tecnica 3D TOF, trasferimento della magnetizzazione e Flip Angle variabile) e di angiografia digitale arteriosa. Nel caso degli aneurismi giganti sono state acquisite in più sequenze 2D TOF e 3D TOF post-contrasto (Gd-DTPA). La sovrapponibilità fra angio-RM e angiografia digitale arteriosa è risultata elevata per quanto riguarda l'individuazione della lesione, la sede e, in misura minore, l'orientamento del fondo e la stima dello spasmo associato eventualmente presente; invece la immagini RM sono risultate di minore ausilio diagnostico per la valutazione del colletto e dei rapporti con i vasi adiacenti. I nostri risultati sono sostanzialmente confermati da quelli finora pubblicati in letteratura. L'angiografia a risonanza magnetica, in virtù della sua elevata sensibilità, rappresenta un'importante tecnica di screening per gli aneurismi cerebrali essendo in grado di individuare anche lesioni molto piccole (fino a dimensioni di 2–3 mm). Importanti limiti sono rappresentati tuttora dalla scarsa sovrapponibilità all'angiografia digitale arteriosa nella valutazione del colletto (a causa di caduta del segnale per flusso turbolento) e nella visualizzazione dei vasi adiacenti (per l'impossibilità con angio-RM di ottenere una progressiva opacizzazione dei vasi come invece avviene con angiografia digitale arteriosa). Nonostante questi limiti in molti casi è possibile ottenere un'adeguata visualizzazione dell'aneurisma per cui l'angio-RM diventa un importante ausilio pre-chirurgico in quanto in grado di fornire numerose immagini della lesione su ogni piano dello spazio consentendo di valutare la lesione con la proiezione più idonea (anche assiale). Per quanto riguarda gli aneurismi giganti (la cui valutazione con tecnica TOF è penalizzata dal lento flusso all'interno della sacca) abbiamo riscontrato che il maggior segnale è ottenibile con la sequenza 3D TOF con somministrazione di mezzo di contrasto paramagnetico.
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Andreula, C. F., A. N. M. Recchia-Luciani, I. Kambas et A. Carella. « Ipotesi di correlazione tra istopatologia e neuroradiologia in risonanza magnetica nelle neoplasie endocraniche primitive : Gli astrocitomi ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 2 (mai 1992) : 247–64. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500213.

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Résumé :
Obiettivo del lavoro è il tentativo di produrre informazioni sia sulla anatomia macroscopica che sulla intima struttura delle neoplasie, in virtù della capacità della RM di studiare la correlazione tra dimensioni molecolari, movimenti molecolari, tempo di correlazione (parametri fisici tissutali) e tempi di rilassamento attraverso lo studio della intensità di segnale in T1, T2, Densità Protonica. È stato affrontato in particolare il problema degli astrocitomi a causa della loro elevata incidenza, valutabile nel 25–30% dei gliomi cerebrali (a loro volta circa la metà dei tumori cerebrali adulti). Vengono analizzate le diverse classificazioni adottate, su basi e con obiettivi diversi, tutte portatrici di contributi conoscitivi, a causa della non omogeneità «pacchetto» di queste neoplasie, per cui diverse aree del tumore possono presentare diversa malignità; e la accertata evoluzione verso gradi di maggiore malignità (‘dedifferenziazione») in circa il 10% delle forme più benigne. A ciò va aggiunta la evenienza di forme multicentriche. Viene affrontato anche il problema della prognosi nei vari gradi, dipendente anche dalla localizzazione e dal volume raggiunti, fattori non introducibili in «pacchetto» su base istologica: localizzazione della neoplasia, unicita o molteplicità delle lesioni, peso assunto dalleffetto massa tumorale. La seconda fase dello studio prevede il controllo stereotassico in doppio cieco, con il calcolo dei coefficienti di correlazione che misurano il grado di accordo tra diagnosi neuroradiologica e diagnosi istologica. Particolare attenzione viene posta al tema dell'utilizzo di mdc paramagnetico, in particolare Gadolinio, ed alio studio della funzione della barriera ematoencefalica. Nella seconda parte si focalizza il tema della comprensione specifica dei vari tipi di astrocitomi, forzando la possibilità di attribuire un certo comportamento RM ad un tipo istologico. ‘Idea guida» è la ricerca del «perché» del segnale», per attribuirlo all'evento anatomopatologico con l'uso costante di semplici parametri per cercare di identificare il grado di benignità» o di malignità» di un astrocitoma con ricadute prognostiche ‘plausibili».
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Lama, Antonella. « Prendersi cura dei curanti : i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003006.

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Lo sviluppo e il mantenimento del benessere degli operatori č una chiave strategica di ogni struttura sanitaria orientata alla promozione della salute negli ospedali. Ciň malgrado sono in costante aumento segnali di sofferenza, situazioni conflittuali e manifestazioni di disagio da parte degli operatori sanitari dei reparti ospedalieri. Negli ultimi anni l'UO 1 di Psicologia dell'APSS di Trento ha introdotto i gruppi di psicodinamica, adattando il dispositivo della psicoterapia dinamica di gruppo ai bisogni delle équipe e affidandone la conduzione a personale esperto. Si tratta di esperienze a termine della durata di 12-18 mesi con incontri ad intervalli regolari (due volte al mese). Il personale focalizza le tematiche legate alle difficoltŕ della relazione con i colleghi e coi pazienti, e ha la possibilitŕ di elaborare le esperienze traumatiche. Tra i principali benefici riferiti dagli operatori vengono citati il miglioramento del clima emotivo e l'individuazione di sistemi difensivi piů evoluti per far fronte alla compassion fatigue.
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Parsi, Vittorio Emanuele. « La bomba e noi ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 14 (septembre 2010) : 34–44. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-014003.

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Résumé :
Durante la Guerra Fredda le armi nucleari hanno segnato il panorama delle Relazioni Internazionali rendendo il conflitto tra le superpotenze di fatto improbabile. Sulla scia di tale esperienza, nella memoria attuale l'effetto stabilizzante della bomba atomica sembra quasi occultare gli aspetti piů nefasti e tuttora incompresi del delicato equilibrio del terrore. Tuttavia, la fine del bipolarismo e la frammentazione del sistema internazionale hanno minato il potenziale di stabilizzazione dell'ordigno nucleare, rendendolo al contrario un pericoloso fattore di disordine. Le recenti ambizioni nucleari (piů o meno coronate da successo) di Stati quali Pakistan, Corea del Nord e Iran impongono quindi un ripensamento non solo della teoria della deterrenza, ma dell'intera architettura istituzionale volta a prevenire la proliferazione nucleare.
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Torlone, Francesca. « Contenuti core di un Corso di studi e gestione dei colloqui individuali di orientamento ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (juillet 2021) : 114–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12119.

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Résumé :
Il colloquio individuale di orientamento si configura come un percorso che lo studente, tradizionale e non, intraprende dal momento in cui incontra un docente nella fase di accoglienza fino all'ultimo dei colloqui che realizza prima del conseguimento della certificazione finale. Il percorso è segnato da colloqui ciclici, svolti con docenti diversi e nei vari momenti che attraversano il processo di orientamento del singolo studente. Ogni colloquio, o meglio ogni "batteria" di colloqui, si inserisce in momenti specifici della vita accademica, personale e professionale della persona. Ognuna di queste "batterie" di colloqui ha propri obiettivi e risultati attesi, volti a consentire allo studente di conseguire i suoi obiettivi di orientamento nel quadro dei contenuti core del CdS-L19. Lo studio che il contributo presenta articola i risultati conseguiti dagli studenti in quattro tappe attraverso cui si sviluppa il processo di orientamento: esplicitazione della domanda di orientamento da parte dello studente; la motivazione e la retention dello studente; la costruzione di una risposta di orientamento pertinente da parte del docente; la valutazione dei progressi realizzati.
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Miklič, Tjaša. « " Flash-forward " in italiano : aspetti concettuali e moduli espressivi ». Linguistica 45, no 1 (31 décembre 2005) : 239–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.45.1.239-258.

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Résumé :
In effetti tutto il sistema della lingua poggia sul princzpw irrazionale dell'arbitrarietà del segno che, se applicato senza restrizione, sfocerebbe nella massima complicazione; ma lo spirito riesce a introdurre un principio d'ordine e di regolarità in certe parti della massa dei segni, ed e in cio il ruolo del relativamente motivato. Il mio contributo presenta i principali risultati di una ricerca volta a determinare meglio le connessionitra alcuni fenomeni espositivi affini, alcuni dei quali sono contenuti nella seguente batteria.
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Lenassi, Nives. « Tratti del parlato nelle e-mail d'affari in lingua italiana scambiate tra partner italiani e sloveni ». Linguistica 52, no 1 (31 décembre 2012) : 201–11. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.52.1.201-211.

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Résumé :
Sullo sfondo delle constatazioni di vari studiosi relative alle caratteristiche dialogiche e orali nelle e-mail di natura prevalentemente privata, questa volta l’autrice ha condotto un’indagine in merito alla presenza dei tratti del parlato nella comunicazione elettronica d’affari. È stato constatato che quest’ultima, nonostante sia fortemente istituzionalizzata e perciò assai più restia all’irruzione dell’oralità nei testi, mostra pure un certo numero di tratti indubbiamente appartenenti alla comunicazione parlata. Così a livello diamesico, accanto ai messaggi formalmente assai strutturati, se ne trovano altri meno formali, fino a quelli che sembrano mimare una conversazione telefonica. A livello grafico, la punteggiatura enfatica (punti di sospensione, punti esclamativi e punti interrogativi) sembra essere usata in sostituzione della modulazione della voce (con una specifica funzione comunicativa). A livello lessicale e a livello sintattico, l’uso di alcuni verbi generici (dire e sentire) e di certe congiunzioni polifunzionali usate come segnali discorsivi (e e ma) tipici della comunicazione spontanea, allontana i messaggi dalla tradizionale formalità dell’interazione scritta. Al parlato ricordano, inoltre, anche il fenomeno sintattico della dislocazione a sinistra nonché alcune interiezioni. A livello testuale, infine, tradiscono un legame con il parlato determinate formule di apertura e di chiusura riscontrabili regolarmente in diversi punti di una conversazione faccia a faccia o in una conversazione telefonica.
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Floridia, Antonio. « Le primarie in Toscana : la nuova legge, la prima sperimentazione ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 55, no 1 (30 juin 2006) : 91–132. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-12711.

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Résumé :
Il 2005 sarà senza dubbio ricordato, negli annali della politica italiana, come l’anno delle “primarie”: ma, in particolare, il 20 febbraio di quest’anno potrà essere segnato come la data che ha visto, per la prima volta in Italia, lo svolgimento di elezioni primarie regolate da una legge, la legge della Regione Toscana che porta il n. 70, approvata il 15 dicembre del 2004. In questa relazione ci proponiamo dapprima di illustrare i contenuti e le caratteristiche di questa legge, la logica e le motivazioni che hanno ispirato le diverse soluzioni adottate, le alternative e le ipotesi che sono state discusse nel corso del processo di elaborazione delle nuove norme. Nella seconda parte, guarderemo ai risultati delle primarie toscane, valutando soprattutto le forme e i livelli della partecipazione elettorale; la varietà dei modelli competitivi da cui queste elezioni primarie sono state caratterizzate nelle diverse province della regione; il significato che esse hanno assunto nel contesto peculiare del sistema politico regionale, proprio a partire dal tema, e dall’alternativa, che abbiamo posto al centro del nostro incontro di studio: ossia, le primarie come selezione delle candidature e le primarie come fonte di legittimazione della leadership.
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Inglehart, Ronald. « LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 3 (décembre 1988) : 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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Résumé :
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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Botti, Alfonso. « Quando l'Action Française rientrò nell'alveo dei nazionalismi ammessi dalla Chiesa ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (août 2021) : 47–90. http://dx.doi.org/10.3280/mon2021-001002.

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L'articolo integra, sulla base della documentazione degli archivi vaticani, quanto messo a fuoco dalla storiografia sull'impatto nel mondo cattolico ed ecclesiastico francesi del decreto del Sant'Offizio che nel 1926 mise all'Indice alcune opere di Charles Maurras e il giornale L'Action Française. Ricostruisce poi per la prima volta, attraverso fonti del Sant'Offizio, il processo decisionale che portò il 10 luglio del 1939 al decreto con il quale il quotidiano fu ritirato dall'Indice, pur restando la precedente interdizione di alcune opere di Maurras e del giornale fino a quel momento. In un decennio segnato dalla minaccia rappresentata dai nazionalismi e dagli antisemitismi di Stato, l'articolo conferma che in tutta la vicenda la questione disciplinare prevalse di gran lunga su quella dottrinale, che prestò scarsissima attenzione alle principali caratteristiche, come la politique d'abord, dell'Action Française: il «nazionalismo integrale» e l'antisemitismo. Infine, l'articolo mette in luce il ruolo del cardinale Ottaviani e la discontinuità tra Pio XII e il suo predecessore.
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Righini, A., O. De Divitiis, A. Prinster, D. Spagnoli, I. Apollonio, L. Bello, G. Tomei, R. Villani, F. Fazio et M. Leonardi. « Risonanza magnetica funzionale : Localizzazione dell'area motoria primaria in pazienti portatori di lesioni espansive cerebrali Risultati preliminari ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 3 (juin 1995) : 371–81. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800304.

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Résumé :
La Risonanza Magnetica Funzionale (RMF) ha dimostrato di poter localizzare la sede di aree corticali funzionali in numerosi protocolli su volontari sani. La identificazione prechirurgica di aree corticali eloquenti è molto importante al fine della realizzazione di un intervento il meno lesivo possibile per la funzione. Il sowertimento più o meno grossolano della regione anatomica da parte di un processo espansivo rende spesso difficile la identificazione di determinati reperi anatomici. Ci siamo proposti di studiare con RMF, su tomografo convenzionale, pazienti affetti da neoplasie intra ed extrassiali che interessavano il lobo frontale posteriore o quello parietale. Sono stati studiati quindici pazienti, tutti destrimani, di età compresa tra i 15 ed i 64 anni. Sono state ottenute mappe di attivazione, che hanno evidenziato aree di significativo aumento del segnale in regione parieto-frontale posteriore. La morfologia delle aree di significativo aumento di segnale era il più delle volte di tipo serpiginoso. Quando l'effetto massa era netto, l'area attivata nell'emisfero patologico appariva dislocata rispetto a quella nell'emisfero controlaterale. Sino ad ora sono stati ripetuti gli esami di RMF dopo l'intervento chirurgico in tre pazienti che non presentavano deficit motori significativi all'arto superiore. Neoplasms compressing or infiltrating cerebral cortex often alter the normal anatomy in such a way that the neurosurgeon can not easily localize and spare functional areas. Moreover, the results of mass effect on brain functional anatomy have not been extensively investigated in vivo yet.
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Pelůcio, Larissa. « Desideri, brasilianitŕ e segreti. Il mercato del sesso nel rapporto tra clienti spagnoli e transessuali brasiliane ». MONDI MIGRANTI, no 1 (septembre 2010) : 153–72. http://dx.doi.org/10.3280/mm2010-001007.

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Résumé :
L'etnicizzazione del genere e la sessualizzazione della nazionalitŕ sono gli aspetti che caratterizzano gli incontri tra le transessuali brasiliane e la clientela spagnola nel movimentato commercio del sesso a pagamento in Spagna. In questi incontri sessuali, che sono anche commerciali, l'erotismo alcune volte č messo in relazione ad un esotismo legato non solo alla nazionalitŕ o alla razza, ma anche alla possibilitŕ di avere esperienze sessuali piů eccitanti rispetto a quelle considerate convenzionali. In questo modo, l'associazione che molti clienti fanno tra Brasile e corpo della transessuale puň essere compresa solo alla luce della densa grammatica sessuale che permea queste relazioni. Tali segni si sono strutturati a partire dal retaggio coloniale che ancora perdura, e al quale i flussi migratori odierni hanno attribuito nuovi significati sia per l'intensificarsi della circolazione delle immagini, sia per l'inserimento del Brasile tra le mete del turismo sessuale. Per spiegare le diverse implicazioni del fenomeno mi sono avvalsa del contributo della teoria Queer, alla quale ho associato ulteriori riflessioni di autrici/tori che interpretano il mercato del sesso partendo da un punto di vista poststrutturalista o postcoloniale. Questi quadri concettuali costi-tuiscono la struttura di base nella quale inserire i dati raccolti in un lavoro etnografico realizzato a San Paolo, Madrid e Barcellona, cosě come navigando nei siti Internet spagnoli specializzati nel desiderio sessuale verso le transessuali.
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Milella, D., A. Tarantino, C. F. Andreula et A. Carella. « Metastasi del midollo spinale : Studio RM ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 2 (avril 1995) : 235–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800215.

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Résumé :
Le metastasi intramidollari, con l'utilizzo della RM, stanno acquisendo sempre più una loro identità nosologica anche per il neuroradiologo, perdendo così la connotazione di patologia di interesse prevalentemente dell'anatomo patologo. La loro frequenza fra le complicanze di un processo neoplastico, è comunque sempre molto rara con un'incidenza infatti che varia dallo 0,9 all'8,5%. Questa rarità di riscontri neuroradiologici è in parte dovuto anche al mezzo tecnico «RM», che deve essere utilizzato sfruttando al massimo le sue potenzialità alla ricerca di queste lesione sovente molto piccole. La neoplasia che più frequentemente realizza lesioni secondarie a livello del midollo spinale è il cancro polmonare, segue poi il cancro mammario, il melanoma, il linfoma, cancro del colon etc. Il nostro studio è stato condotto con un'analisi retrospettiva di 165 esami RM spinali e midollari effettuati a pazienti con una neoplasia primitiva già diagnosticata o la cui diagnosi è scaturita proprio successivamente al riscontro neuradiologico. La sintomatologia di avvio all'esame era quasi sempre aspecifica, priva cioè di un indicazione precisa di sofferenza midollare, ma caratterizzata solitamente da dolore radicolare. Il nostro riscontro è stato di 6 metastasi intramidollari con una percentuale quindi di incidenza di lesioni intramidollari nella nostra casistica del 3,8%. I nostri rilievi neuroradiologici sono stati caratterizzati da alterazione morfologica del midollo spinale, alterazione di segnale, o evidenziazione diretta della lesione dopo somministrazione di mdc. La semeiotica neuroradiologica della lesione midollare sicuramente non patognomonica, ma ugualmente particolare, è comunque elemento indispensabile nell'ambito della diagnosi differenziale, con tutte le altre lesioni intramidollari, che bisogna sempre operare. Tale patologia quindi deve sempre essere tenuta sempre in cosiderazione dal neuroradiologo ogni qual volta viene eseguita una RM del rachide e midollo per la ricerca di metastasi. RM che è da considerare senza alcun dubbio come esame di scelta nella ricerca di possibili lesioni secondarie intramidollari, ma che deve essere eseguita sempre con la massima accortezza e completata con somministrazione ev di mdc paramagnetico, in relazione alle dimensioni solitamente piccole di queste lesioni.
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Skubic, Mitja. « Svend Bach og Jǿrgen Schmitt Jensen, Stnrre italiensk grammatik, /Munksgaards grammatiker/, Munksgaard 1990 ; pp. VIII + 760. » Linguistica 30, no 1 (1 décembre 1990) : 242–44. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.30.1.242-244.

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Résumé :
Una grammatica dell'italiano contemporaneo in lingua danese non può essere oggetto di una recensione da parte di chi il danese non lo conosce e perciò non ha potuto seguire il pensiero dei due autori. Si tratta, dunque, di una semplice segnala­ zione e di alcune osservazioni, fatte esclusivamente sulla base dei passi citati in ita­ liano. Più di una volta, poi, ho dovuto fare ricorso alia gentilezza del collega Janez Orešnik, scandinavista. Se devo difendere il mio coraggio d'aver intrapreso pure un tale lavoro, è perche uno degli autori, Jǿrgen Schmitt Jensen aveva già dato allo studio dell'italiano un valido contributo con Subjonctif et hypotaxe en italien con una penetrante analisi, tutta sua, dell'impiego di questo modo romanzo. Poi, per alcuni problemi sintattici è sempre interessante vedere come tratta un problema un romanista la cui lingua è estranea all'area romanza.
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Berišić Antić, Danijela, et Matea Maglica. « La nascita di un nuovo linguaggio nella pandemia ». SPONDE 2, no 1 (28 décembre 2022) : 93–110. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4091.

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La pandemia causata dal COVID-19 ha drasticamente cambiato la quotidianità delle persone. L’impensabile è diventato realtà. Sembra sempre più difficile immaginare di ritornare a vivere la "normalità". Il linguaggio, sottoposto a continui mutamenti, è diventato più ricco in un breve lasso di tempo. Ovviamente, non tutti i termini e i neologismi coniati durante la pandemia faranno in futuro parte dei dizionari ma alcuni verranno sicuramente registrati per segnare un’epoca che difficilmente sarà dimenticata. In questo contributo si è voluto riassumere ed analizzare cambiamenti subiti dal linguaggio sul piano lessicale. I termini, prima relativi esclusivamente al campo medico, hanno riempito le pagine dei giornali e il web e sono entrati a far parte del linguaggio comune dei cittadini. La nuova situazione che si è creata nel mondo dall’apparizione della pandemia è stata da ispiratrice per la creazione di neologismi, provenienti in gran misura dall’inglese. Il COVID-19 ha fatto creare tanto pessimismo tra le persone, le cose che prima erano scontate, non lo sono più, e c’è chi ha ritrovato l’ottimismo cercando di sdrammatizzare creando parole scherzose con i prefissoidi corona- e covid-. Oltre alle categorie summenzionate, nel presente contributo una parte è stata dedicata alle metafore sportive che vengono usate con il riferimento al coronavirus per attenuare la situazione difficile e dolorosa contro cui il mondo è andato in contro.
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D'Aprile, P., F. Macina, C. F. Andreula, G. Tripoli et A. Carella. « Gadolinio-DTPA in angiografia a risonanza magnetica ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 6 (décembre 1994) : 909–19. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700610.

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Résumé :
Scopo del presente studio è stato quello di valutare l'efficacia diagnostica della somministrazione per via ev di Gadolinio-DTPA alla dose di 0,2- mmol/Kg a completamento di esami Angio-RM «di base» del circolo intracranico, sia in soggetti normali, sia in portatori di alcune specifiche patologie: angiomi venosi, mav, meningiomi. Per lo studio Angio-RM è stato utilizzato un magnete da 1 T con tecnica di acquisizione 3D-TOF, sequenze FISP; la processazione delle immagini di base è stata eseguita con algoritmo MIP. L'impiego del Gadolinio-DTPA ha permesso di ottenere un consistente incremento della intensità del segnale del flusso ematico, soprattutto in quei distretti nei quali il flusso risultasse particolarmente lento (sia per motivi anatomici, sia per alcuni specifici adattamenti fisiopatologici), e dove, quindi, fosse massima l'influenza del fenomeno della «saturazione dei flussi lenti». Quanto sopra ha migliorato la visualizzazione delle diramazioni più distali delle arterie cerebrali medie e posteriori (negli arteriogrammi) e delle strutture venose non identificabili (nei venogrammi di base), ed ha permesso di definire con maggiore accuratezza i quadri di patologia vascolare intrinseca. Nell'intento di mantenere costante la concentrazione intravascolare di gadolinio, per un tempo sufficientemente lungo ai fini della visualizzazione dei reperti di utilità diagnostica, è stata utilizzata la somministrazione in doppia dose. La metodica proposta risente di alcuni limiti, quali la contemporanea (a volte fuorviante) visualizzazione dei vasi arteriosi e venosi; l'impregnazione (relativamente persistente) di determinate strutture anatomiche intracraniche (sia normali che patologiche) che presentino una vascolarizzazione particolarmente ricca (plessi corioidei) o prive di BEE (ipofisi, ecc.); il difficoltoso approccio al rapido decadimento della concentrazione ematica del Gadolinio in rapporto al tempo di acquisizione (solo parzialmente risolto con il raddoppio della dose somministrata).
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Jemielity, Witold. « Dziesięciny kościelne w Królestwie Polskim ». Prawo Kanoniczne 40, no 3-4 (10 décembre 1997) : 239–62. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1997.40.3-4.07.

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II 6/18 marzo 1817 lo zar di Russia e re di Polonia Alessandro I firmo il documento che fece il cambiamento dalla decima direttiva alla decima granaria e monetaria. Lo fece per dare fine ai contrasti tra i proprietari terrien e il clero. II13/25 giugno 1817 il re completo le leggi sulla decima dai beni dell’erario e dai contadini. Nel nome di Alessandro I alcuni dei suoi articoli furono precisati quattro volte dai govematore Zajączek e due volte dai Consiglio Amministrativo del Regno. Durante il cambiamento della decima direttiva furono presenti i rappresentanti dei voivoda e del vescovo, chiamati commissari. Loro furono approvati dalla Commissione del Governo per le religioni e l’istruzione pubblica. Nelle trattative volontarie partecipava solamente il decano del luogo. II parroco del luogo e i commissari firmavano l’accordo, il vescovo dava l’opinione sull’utilità per la parrocchia, la commissione del voivodato mandava i documenti a Varsavia per l’approvazione dell’acordo fatto. Nel calcolo tutti i tipi del grano si cambiava in moggi di segale, e questi spesso si cambiava in denato. Dopo 25 anni si tornava a moggi di segale, con la possibilita di ricalcolare in denaro. II governo garantiva l’accordo di questo genere, costringeva i debitori all’adempimento degli accordi. Usava dei mezzi amministrativi come nei casi degli arretrati delle tasse da pagare allo Stato. In modo indiretto il govemo approfittava di questo, perché i parroci pagavano delle tasse dalle decime ricevute. Il 14/26 dicembre 1865 fu proclamato il decreto sul clero cattolico romano. II Governo dello zar statalizzo i beni della Chiesa e abrogo le decime obbligatorie. I parroci cercavano di mantenere le vecchie usanze. Le autorità civili erano sensibili a tutti i segni di influsso di questo genere. Alcuni parrocchiani ancora per un lungo tempo portavano ai loro parroci dei cereali in covoni о in grano, su modello della decima di prima.
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Bonomo, Bruno. « La proprietà ; della casa alle origini dell'Italia repubblicana : politica e legislazione, 1945-1950 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 295 (mai 2021) : 222–51. http://dx.doi.org/10.3280/ic295-oa2.

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L'accesso di massa alla proprietà privata della casa di abitazione è un fenomeno che ha segnato in profondità la storia dell'Italia repubblicana, pur restandone a oggi uno degli aspetti meno indagati in ambito storiografico. L'articolo intende contribuire a colmare questa lacuna risalendo alle origini del processo che ha portato l'Italia a diventare uno dei paesi con la più alta quota di proprietari di casa dell'Europa occidentale. Un ruolo decisivo, al riguardo, hanno avuto le politiche abitative ed edilizie volte a incentivare e sostenere la piccola proprietà.Cruciali, sul piano politico e legislativo, furono gli anni del secondo dopoguerra, quando si posero alcuni dei tasselli fondamentali che sarebbero poi andati a comporre il mosaico dell'Italia quale paese di proprietari di casa. L'articolo prende in esame le posizioni programmatiche dei partiti e il confronto politico in sede di Assemblea costituente e di discussione parlamentare su provvedimenti di primaria rilevanza come il piano Ina Casa e le leggi Tupini e Aldisio per l'incremento edilizio.
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Casolari, Marzia. « EQUILIBRI MUTEVOLI NELLA POLITICA ESTERA DELL'INDIA : FATTORI INTERNAZIONALI E INTERNI IN GIOCO ». Il Politico 254, no 1 (7 juin 2021) : 22–46. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.559.

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Dalla seconda vittoria elettorale di Narendra Modi, nel maggio 2019, le relazioni bilaterali USA-India sono state segnate da una cordialità senza precedenti toni. "Howdy, Modi!" è stato lo slogan usato alla cerimonia di ricevimento tenuta dal presidente Trump al Houston Strong Stadium il 22 settembre 2019, per accogliere il primo ministro indiano Narendra Modi, in visita negli Stati Uniti. In questa occasione, per la prima volta nelle relazioni bilaterali USA-India un presidente degli Stati Uniti ha elogiato sontuosamente un primo ministro indiano. Trump ha descritto Modi come un "amico leale" e ha celebrato i suoi risultati, in particolare "l'incredibile numero" di quasi 300 milioni di persone sollevate dalla povertà e 140 milioni di indiani elevati al rango di classe media. Trump ha sottolineato il processo elettorale democratico dell'India e i suoi tratti comuni comuni con la democrazia americana.
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Sequenza, M. J., M. R. Loi, F. Londrino, P. Sale, S. Andrulli, A. Noce, O. Durante et al. « Sicurezza nella scelta dell'Inibitore di Pompa Protonica nel nefropatico cronico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 3 (26 janvier 2018) : 11–15. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1152.

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Résumé :
Il paziente nefropatico cronico facilmente presenta alterazioni morfologiche e funzionali dell'apparato gastroenterico. I segni più comuni e precoci nella sindrome uremica cronica sono rappresentati dai disturbi gastrointestinali. Da alcuni decenni abbiamo a disposizione dei farmaci con potente azione inibente la secrezione acida gastrica: gli inibitori di pompa protonica (IPP) hanno una struttura chimica affine, uno stesso meccanismo d'azione e sono molto importanti per il trattamento delle patologie acido correlate, per l'eradicazione dell'Helicobacter Pylori, per la prevenzione e la cura della gastropatia da farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS). Somministriamo ai nostri pazienti questa classe di farmaci, con terapie che continuano nel tempo, nonostante la risoluzione della malattia (gastroprotezione). Ma gli IPP possono essere utilizzati indistintamente nei nefropatici cronici oppure sarebbe utile conoscere il profilo del farmaco per una corretta scelta? In questo articolo si argomenta che i loro effetti collaterali non sono molto rilevanti e sono abbastanza simili: il loro impiego nel lungo termine è sicuro. La potenza e l'efficacia dei vari IPP, dall'analisi comparativa dei vari trial clinici, risulta essere molto simile sulla base dei milligrammi di sostanza utilizzata. L'unica eccezione illustrata in questo lavoro è rappresentata da 6 pazienti in emodialisi, trattati con lansoprazolo (15 mg), che presentavano gastriti e ulcere peptiche complicate da gravi episodi di ematemesi e melena con conseguente anemia. Tutti gli IPP hanno dimostrato un'efficacia clinica sovrapponibile, tuttavia vanno valutati di volta in volta i vantaggi (relativi) di ciascun IPP. I criteri di scelta di un IPP sembrano basati, principalmente sulle indicazioni autorizzate, sulle formulazioni disponibili, sul profilo di sicurezza del farmaco.
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Cotroneo, R., M. Dazi, R. Gigli, C. Guidetti, A. Pingi, G. Cantore et F. Chiappetta. « Studio Angio-RM degli aneurismi intracranici embolizzati con GDC ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 142. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s256.

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Gli autori presentano 18 casi di pazienti portatori di aneurismi cerebrali sottoposti ad embolizzazione mediante uso di spirali a distacco elettrolitico (GDC), controllati a distanza di tre e sei mesi con Angio-RM 3D TOF. Come è noto il protocollo internazionale prevede controlli angiografici a distanza di una settimana, tre mesi, sei mesi, un anno, per gli aneurismi spiralizzati con GDC. Il fine è di controllare una eventuale riabilitazione dell'aneurisma o un aumento delle dimensioni del colletto qualora questi non fosse stato totalmente obliterato. Gli autori hanno suddiviso gli aneurismi in base alle dimensioni della sacca (<1 cm, 1–2.5 cm, >2.5 cm) e in base alle dimensioni del colletto (<4 mm o >4 mm). Inoltre gli aneurismi sono stati suddivisi, dopo il trattamento, in totalmente embolizzati, parzialmente embolizzati, ed embolizzati con residuo di colletto. Al fine di evitare ai pazienti ripetuti esami angiografici con i rischi connessi alla somministrazione di m.d.c. iodato ed a ripetuti traumatismi nelle sedi di puntura, gli AA. hanno ipotizzato di verificare possibilità alternative di immagine. La presenza delle spirali di platino rende, per i noti artefatti, di difficile interpretazione l'Angio-TC con ricostruzione tridimensionale. L'Angio-RM presenta limiti per artefatti dovuti a caduta di segnale proprio in prossimità del colletto dell'aneurisma per turbolenze di flusso. Tale turbolenza è un aspetto fisico che si presenta quanto la sacca aneurismatica è pervia; una volta obliterata il flusso dovrebbe risultare più regolare. Per confermare tale ipotesi, sono state confrontate le Angiografie digitali eseguite a tre e sei mesi dalla spiralizzazione con le Angio-RM eseguite nello stesso periodo tutte con il medesimo tomografo a RM di media intensità di campo (0,5T). Gli autori illustrano i risultati, i limiti e discutono le indicazioni di un protocollo di Angio-RM per alcuni aneurismi sottoposti a embolizzazione.
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Geatti, S., et L. Feltrin. « La Diagnosi Infermieristica : II. La Formulazione della Diagnosi Infermieristica ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 22, no 2 (24 janvier 2018) : 1–6. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2010.1203.

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Résumé :
La diagnosi infermieristica, seconda fase del processo infermieristico, è un giudizio clinico riguardante le risposte della persona, della famiglia o della comunità a problemi di salute/processi vitali attuali o potenziali. Essa costituisce la base sulla quale scegliere gli interventi infermieristici volti a raggiungere dei risultati di cui l'infermiere è responsabile. La diagnosi infermieristica esprime il giudizio professionale sulle condizioni del paziente, sulle sue risposte ai trattamenti ricevuti e sulle necessità di assistenza infermieristica. La NANDA propone tre modelli di diagnosi: reali, di rischio, di benessere. La struttura della diagnosi infermieristica si compone di tre elementi utili essenzialmente per l'adozione di un linguaggio infermieristico condiviso. Per questo motivo è usata una terminologia specifica per diagnosticare in modo infermieristico. Gli elementi componenti sono tre: titolo, caratteristiche definenti, fattori correlati. Il titolo deve “qualifcare” la tipologia del problema; le caratteristiche definenti sono l'equivalente dei segni e dei sintomi soggettivi ed oggettivi presenti in relazione ad una determinata diagnosi; i fattori correlati sono in pratica le cause, i fattori eziologici che determinano una certa situazione; si possono raggruppare in quattro categorie: fisiopatologici, situazionali, fasi maturative, trattamenti. Il caso clinico suggerito prevede l'individuazione delle diagnosi infermieristiche evidenziate dai dati raccolti, sempre secondo la metodologia di Carpenito.
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D'Aprile, Patrizia, et Licia Versari. « Un gruppo di genitori tossicodipendenti in carcere. Ottica psicoanalitica e applicazioni dello psicodramma analitico ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 77–90. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003004.

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Questo articolo descrive un'esperienza terapeutica di gruppo a breve termine, secondo l'ottica teorica della psicoanalisi e dello psicodramma analitico. L'esperienza č stata realizzata nella Sezione Attenuata per Tossicodipendenti della Casa Circondariale di Forlě. Il gruppo era composto da genitori detenuti con problematiche, presenti o passate, di tossicodipendenza. Nel carcere, dove di solito ci si riconosce attraverso vari stereotipi (il tossicodipendente, il delinquente, il capo), abbiamo voluto costruire uno spazio in cui le persone potessero s-coprirsi in immagini differenti. Il genitore: era questa l'identitŕ con cui presentarsi all'altro, e attraverso cui pensarsi, in questo modo č emersa la parte piů singolare di ognuno. L'articolo mette in evidenza la difficoltŕ di svolgere un'attivitŕ psicoterapeutica nell'ambiente carcerario, cosě intrusivo e profondamente segnato da un mandato punitivo e di controllo. Inoltre, si sottolinea come gran parte del lavoro in tale contesto sia stato quello di favorire nei partecipanti il passaggio dalla lamentazione alla riflessione, fondamentale per un lavoro su di sé. Si percorrono, attraverso frammenti di sedute, quelle che sono state le principali tematiche emerse: dalla necessitŕ di una comunicazione autentica alla trasmissione generazionale, dagli interrogativi sul ruolo paterno alla scoperta delle proprie fragilitŕ.
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Campo, S. « La malattia policistica renale autosomica dominante dell'adulto : tributo alla sua identità ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 100–108. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1149.

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Résumé :
La malattia policistica renale autosomica dominante dell'adulto (ADPKD) è una delle malattie genetiche più comuni, con un'incidenza di 1 su 1000, ed è la principale causa genetica di insufficienza renale dell'adulto. Se ne distinguono due tipi; il tipo I, causato da mutazioni del gene PKD1, e il tipo II, causato da mutazioni del gene PKD2. La malattia ha un esordio tra i 40 e i 50 anni, ma può manifestarsi anche prima, e ha un'impronta sistemica. La diagnosi è spesso casuale, nel corso di indagini motivate da altri quesiti clinici, oppure promossa dalla presenza di segni clinici correlati. Nelle procedure diagnostiche, l'ADPKD deve essere distinta dalle cisti renali semplici, uniche o multiple, che interessano parzialmente i reni e che generalmente non presentano un'evoluzione critica. È possibile che nell'attività clinica possano essere diagnosticate erroneamente le condizioni che comportano la presenza di cisti renali, rischiando di sottovalutare il rilievo clinico dell'ADPKD. Per verificare tale ipotesi, è stato condotto uno studio epidemiologico nel setting della Medicina Generale italiana e da cui è emersa una prevalenza (1.9‰) quasi quattro volte superiore rispetto a quella registrata (0.5‰) prima della informazione fornita al medico di medicina generale sulle caratteristiche cliniche e diagnostiche dell'ADPKD. È auspicabile l'impegno della Medicina Generale, assieme alle Associazioni dei Pazienti a alle Società Scientifiche nefrologiche, al fine di contribuire a una ottimale gestione clinica della condizione, finalizzata al benessere ottimale del paziente.
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Sanguineti Katz, Giuliana. « La vita che ti diedi di Luigi Pirandello e L’attesa di Piero Messina ». Quaderni d'italianistica 39, no 2 (6 novembre 2019) : 7–20. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v39i2.33257.

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Résumé :
Questo articolo esamina in primo luogo il dramma di Pirandello La vita che ti diedi del 1923 e in secondo luogo il film L’attesa, del 2015, in cui il regista Piero Messina, ispirandosi al lavoro di Pirandello, ha creato un’opera profondamente originale. Sia il dramma sia il film svolgono il tema di una madre che non riesce ad accettare la morte del suo unico figlio e cerca di mantenere l’illusione che sia ancora vivo nascondendo la notizia della sua morte alla donna che lo ama e che viene a trovarlo. Nel dramma la madre trova sollievo al suo stato d’animo attraverso il suo bisogno costante di comunicare i suoi sentimenti con vari personaggi e si difende dall’angoscia della perdita negando che sia avvenuta, anche se alla fine deve accettare la realtà. Nel film L’attesa, il regista Piero Messina, pur mantenendo intatto il tema principale del dramma, trasforma l’esperienza dello spettatore sostituendo ai lunghi discorsi di Pirandello la forza delle immagini e portando la vicenda ai giorni nostri. I protagonisti comunicano tramite messaggi telefonici e sono le musiche di Ben Lukas Boysen, Alexander Knaifel e Arvo Pärt che sottolineano i momenti più tristi della storia. Ma sono soprattutto i paesaggi, gli interni e il folclore siciliani che segnano l’originalità del film e ci comunicano i sentimenti dei protagonisti. Mentre il dramma di Pirandello si svolge in una villa solitaria della campagna toscana, il film ha luogo in vari luoghi della Sicilia orientale e le riprese vanno dalla villa ottocentesca della madre vicino a Ragusa, all’areoporto di Comiso, ai crateri Silvestri ricoperti di lava ai piedi dell’Etna, al lago artificiale vicino a Ragusa, agli antichi mosaici romani di Piazza Armerina e infine alle cerimonie di Pasqua a Caltagirone. La vicenda del film si svolge poco prima di Pasqua e termina con le cerimonie pasquali, quando la madre cerca invano di rintracciare suo figlio scrutando i volti spettrali degli incappucciati, crede in una impossibile resurrezione, ma alla fine deve accettare la realtà della sua perdita e della propria solitudine.
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Ott, Christine. « La vesta, ch’al gran dì sarà sì chiara : Dante, Michelangelo und das Jüngste Gericht ». Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no 1 (28 septembre 2018) : 3–24. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0002.

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RiassuntoDopo un’introduzione al dibattito medievale sul giudizio universale e la risurrezione dei corpi, il contributo analizza l’immaginario della »vesta« all’interno della concezione dantesca della risurrezione. Sebbene l’ammonizione di Catone, che in Purg. II esorta le anime a »spogliarsi« di un involucro ingombrante, sembri propagare una condanna del corpo come fonte di peccato, la concezione dantesca vede la felicità ultraterrena (e risurrezionale) in una riunione di corpo e anima, la »doppia vesta« di Par. XXV. Anche in Michelangelo si incontra spesso l’immaginario del vestito o della pelle come simboli di una condizione peccaminosa di cui l’uomo deve »spogliarsi« per accedere alla felicità ultraterrena. La pelle del peccatore ha trovato una concretizzazione pittorica impressionante nel celebre autoritratto che Michelangelo ha nascosto nella pelle di san Bartolomeo, nel Giudizio universale della Sistina. Impossibile decidere se essa raffiguri l’involucro dell’uomo »vecchio«, che va eliminato per accedere alla via eterna, oppure un qualcosa che »va salvato«. Altrettanto impossibile dire se l’artista volesse esprimere una sorta di auto-condanna oppure la speranza di poter risorgere lasciando dietro di sé la propria natura di peccatore. Nella lirica michelangiolesca il discorso non è affatto più semplice. Accanto alle liriche improntate a un dualismo neoplatonico di anima e corpo, vi sono altre che trattano la tematica della risurrezione in maniera frivola, concettistica, celebrando la bellezza di un giovane amato, che anche dopo la morte dovrà risorgere tale quale e che darà conforto alle altre anime – in paradiso oppure in inferno. Il tono spirituale e quello amoroso possono anche essere intimamente connessi, come si mostrerà infine in base al sonetto D’altrui pietoso. In questo testo segnato da reminiscenze dantesche e petrarchesche, un’io lirico esprime il desiderio di lasciare la propria pelle per rivestirne l’amato – che a sua volte appare contemporaneamente come essere terreno e come figura di Dio.
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Giacosa, Antonella. « Clarification and repair in emergency remote EFL classes ». Ripensare l’insegnamento delle lingue straniere a partire dall’esperienza della didattica a distanza 8, no 2 (30 novembre 2021) : 161–84. http://dx.doi.org/10.21283/2376905x.14.252.

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Résumé :
During the sudden shift in education onto digital platforms due to the Covid-19 emergency, teachers became streamers and experimented with new tools to involve their students in video-mediated, multi-floor, multiparticipant, and multimodal interactions. In turn, students experienced new ways to participate in lessons and interact with instructors. This study focuses on clarification and repair in videoconferencing as a strategy to address trouble in video-mediated communication and to re-establish mutual understanding. Through participant observation of online classes, the researcher collected data on classroom interactions, which are analyzed through conversation analysis. The findings show how the digital affordances of video-mediated conversation help teachers and students manage intersubjectivity and compensate for the lack of non-verbal cues typical in face-to-face interaction, such as facial expressions or tone of voice. Consequently, this article argues that the wisdom gained during the pandemic can help teachers and lecturers better deal with clarification and repair in digital conversations. Ultimately, it can increase their digital interactional competence, thus giving way to more interaction and learning in EFL classes, both online and in-person. Key words: EMERGENCY REMOTE EDUCATION, CONVERSATION ANALYSIS, CLARIFICATION, REPAIR, EFL Durante la migración hacia las plataformas digitales en la educación debido a la emergencia sanitaria del Covid-19, el profesorado se ha convertido en transmisor digital y ha experimentado con nuevas herramientas para implicar a su alumnado en conversaciones mediadas por vídeo multiparticipativas y multimodales. A su vez, el alumnado ha experimentado nuevas formas de participación en las clases y de interacción con el profesorado. Este estudio se centra en la aclaración y en la reparación en las videoconferencias como una estrategia para afrontar los problemas en la comunicación mediada por vídeo y restablecer el entendimiento mutuo entre docentes y estudiantes. Mediante la observación participante de las sesiones en línea, la investigadora recogió datos sobre las interacciones en clase que son analizados a través del análisis conversacional. Los resultados muestran cómo las posibilidades digitales de la conversación mediada por vídeo ayudan al profesorado y al alumnado a manejar la intersubjetividad y a compensar la falta de señales no verbales propias de la interacción cara a cara, como son las expresiones faciales o el tono de voz. En consecuencia, en este artículo se sostiene que el conocimiento adquirido durante la pandemia puede ayudar al profesorado a afrontar mejor la aclaración y la reparación en las conversaciones digitales. En última instancia, este conocimiento puede aumentar la competencia interactiva digital del profesorado dando lugar a una mayor interacción y a un mayor aprendizaje en las clases de inglés como lengua extranjera, tanto en línea como presenciales. Palabras clave: EDUCACIÓN REMOTA DE EMERGENCIA, ANÁLISIS DE LA CONVERSACIÓN, ACLARACIÓN, REPARACIÓN, EFL Durante l'improvvisa migrazione della didattica sulle piattaforme digitali dovuto all'emergenza Covid-19, i docenti sono diventati streamer e hanno sperimentato nuovi strumenti per interagire e coinvolgere i propri studenti in conversazioni mediate dal il video. A loro volta, gli studenti hanno sperimentato nuovi modi per partecipare alla lezione e interagire con i professori e fra loro. Questo studio si concentra sul chiarimento e la riparazione nella videoconferenza come strategie per affrontare i problemi nella comunicazione mediata dal video e ristabilire la comprensione reciproca. Attraverso l'osservazione partecipante delle lezioni online, sono stati raccolti dati sulle interazioni in classe e sono poi stati analizzati attraverso l'analisi della conversazione. I risultati mostrano come alcune caratteristiche della conversazione mediata dal video aiutino insegnanti e studenti a gestire l'intersoggettività e a compensare la mancanza di segnali non verbali tipici dell'interazione in presenza, come le espressioni facciali o il tono di voce. Si sostiene che la consapevolezza guadagnata durante la pandemia può aiutare i docenti a capire come affrontare il chiarimento e la riparazione nelle conversazioni digitali. Inoltre, può aumentare la loro competenza interattiva digitale, permettendo a una maggiore interazione e apprendimento nelle classi EFL, sia online che in presenza. Parole chiave: ISTRUZIONE A DISTANZA IN EMERGENZA, ANALISI DELLA CONVERSAZIONE, CHIARIMENTO, RIPARAZIONE, EFL
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Scotti, G., C. Righi, F. Simionato et Ming Hua Li. « Trattamento endovascolare degli aneurismi intracranici con spirali staccabili (GDC) ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 5 (octobre 1994) : 723–33. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700502.

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Tra Giugno 1993 e Agosto 1994, sono stati trattati con spirali staccabili di Guglielmi 32 pazienti con aneurismi intracranici subaracnoidei. Il gruppo è composto da 24 femmine e 8 maschi, con età media di 53 anni. Venti pazienti sono stati trattati in fase acuta a seguito di emorragia subaracnoidea; 12 sono stati diagnosticati per la presenza di segni neurologici legati alla sede e dimensione dell'aneurisma (effetto massa, deficit di nervi cranici), o sono stati un riscontro occasionale. Per quanto riguarda le dimensioni, 15 aneurismi erano piccoli (meno di 10 mm di diametro), 11 erano grandi (fra 10 e 25 mm di diametro) e 6 erano giganti (più di 25 mm di diametro, comprendendo la porzione eventualmente trombizzata). Un elemento importante nel condizionare le probabilità di successo del trattamento endovascolare è rappresentato dalle dimensioni del colletto in rapporto alle dimensioni dell'aneurisma: 14 aneurismi avevano un colletto di diametro inferiore ai 4 mm (10 piccoli, 3 grandi e un gigante) e 12 un colletto di diametro superiore ai 4 mm (3 piccoli, 5 grandi e 4 giganti); negli altri 6 non è stata possibile una valutazione sufficientemente accurata. Gli aneurismi del circolo posteriore erano 11, 8 dell'apice e 3 del tronco della basilare. Tutti i pazienti sono stati trattati in anestesia generale; gli ultimi 22 pazienti erano in eparinizzazione totale. I controlli a distanza sono disponibili solo per un numero limitato di pazienti (3 a 12 mesi; 5 a 6 mesi e 2 a 4 mesi); tutti i pazienti hanno avuto un controllo angiografico immediato e ad una settimana dal trattamento. Secondo il protocollo tutti i pazienti avranno un controllo angiografico ad un anno e possibilmente a 24 mesi dal trattamento. Il controllo angiografico ha mostrato occlusione completa dell'aneurisma in 18 pazienti (56%), occlusione parziale in dodici (38%) (di cui in 6 superiore all '80%). In due pazienti (6%) non è stato possibile posizionare il microcatetere Tracker all'interno dell'aneurisma. Questi due pazienti sono stati successivamente operati, come altri due in cui non era stato possibile posizionare un numero di coils adeguato per ottenere un packing soddisfacente ed era residuato un colletto non protetto. Tre pazienti sono stati trattati due volte; in due il trattamento è stato ripetuto perchè un controllo a 6 mesi aveva documentato ricanalizzazione parziale dell'aneurisma, nel terzo perchè il posizionamento delle coils era stato interrotto la prima volta per il riscontro di embolo nella arteria cerebrale media. Non si sono rilevate differenze nella percentuale di occlusione in funzione della sede dell'aneurisma; per quanto riguarda le dimensioni, la percentuale di occlusione completa e del 33% negli aneurismi giganti, del 63% in quelli grandi e del 70% in quelli piccoli. Nella nostra casistica il diametro del colletto non sembra influenzare in maniera significativa la percentuale di chiusura completa; ciò può essere tuttavia espressione del numero per ora basso di aneurismi trattati. Sui 14 aneurismi con colletto piccolo si è avuta chiusura completa in 5 dei 10 piccoli, vale a dire solo il 50%. Tuttavia in due pazienti non e stato possibile introdurre le spirali nell'aneurisma e si tratta quindi di insuccessi tecnici. Se quindi si considerano 8 aneurismi trattati la percentuale sale al 62%. Tutti i tre aneurismi grandi sono stati occlusi completamente (100%) mentre la chiusura dell'unico aneurisma gigante è stata parziale. Nei 12 aneurismi con colletto di diametro superiore ai 4 mm, 2 su 3 piccoli sono stati chiusi completamente (66%), 3 su 5 grandi (60%) e 1 su 4 giganti (25%). Nessun paziente è morto in conseguenza diretta del trattamento; due pazienti, entrambi con emorragia subaracnoidea di grado 3–4 sono morti cinque giorni dopo il trattamento. Si trattava di aneurismi della comunicante anteriore, in un caso associato a spasmo della cerebrale anteriore con successivo infarto frontale e nell'altro con ematoma frontobasale mesiale, prodottosi dopo il posizionamento delle coils. Si sono registrate 5 complicanze emboliche (15%) durante il trattamento o nelle prime dodici ore successive; tutte tranne una in pazienti non eparinizzati. Quattro delle complicanze sono state sintomatiche con deficit neurologici residui in 3 pazienti, da lieve afasia a grave emiparesi. In un paziente si è prodotta rottura dell'aneurisma nel corso del posizionamento delle coils, per eccessivo avanzamento del Tracker dopo la quarta coil. Il posizionamento di una quinta coil ha conseguito il tamponamento della rottura. In totale sono state impiegate 155 spirali con una media di cinque spirali per paziente; questo alto numero è spiegato dalla prevalenza, nel nostro gruppo, di aneurismi grandi o giganti.
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CACHOEIRA, Luiz Antônio Lima, et Iara Tatiana BONIN. « Pedagogias culturais em realizações de cineastas Mbyá-Guarani ». INTERRITÓRIOS 5, no 9 (9 décembre 2019) : 17. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v5i9.243596.

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RESUMOO cinema indígena vem sendo conformado a partir de um amplo conjunto de narrativas fílmicas cuja realização resulta da ação direta de membros de distintas etnias indígenas brasileiras, com apoio de instituições voltadas para a produção audiovisual autoral. Muitas destas produções têm sido premiadas e exibidas no Brasil e no exterior, acompanhadas, algumas vezes, de sessões de debate com os próprios cineastas e realizadores. Considerando que o cinema indígena dinamiza estéticas singulares, marcadas pelas formas de pensar e de narrar de um povo indígena, no presente texto focalizam-se narrativas cinematográficas feitas por membros do povo Mbyá-Guarani no âmbito do projeto Vídeo nas Aldeias. O objetivo é analisar significados de territorialidade constituídos nos filmes “Desterro Guarani” e “Tava, a casa de pedra”, dos cineastas Mbyá-Guarani Patrícia Ferreira (Keretxu) e Ariel Duarte. Cinema indígena. Pedagogias Culturais. Relações Étnico-raciais. Cultural pedagogies in Mbyá-Guarani filmakers ABSTRACT The Indigenous cinema has been shaped after a wide set of film narratives coming from different Brazilian Indigenous ethnic groups’ action held by institutions aiming at authorial audiovisual production. Many of these productions were rewarded and exhibited abroad sometimes in debates with the very filmmakers and directors. Considering that the Indigenous cinema fosters singular aesthetics, marked by typical Indigenous ways of thinking and narrating, this work has focussed on cinema narratives by Mbyá-Guarani members in the project called Vídeo nas Aldeias (something like ‘Video in Indigenous Villages’). The objective is to analyse meanings of territoriality in ‘Desterro Guarani’ and ‘Tava, a casa de pedra’ by Mbyá-Guarani filmmakers Patrícia Ferreira (Keretxu) and Ariel Duarte. Indigenous cinema. Cultural pedagogies. Ethnic and racial relationships.Pedagogia Culturale dei Cineasti Mbyá-Guarani RIASSUNTO Il cinema indigeno è stato plasmato da una vasta gamma di narrazioni cinematografiche la cui realizzazione deriva dall'azione diretta di membri di diversi gruppi etnici indigeni brasiliani, con il sostegno di istituzioni incentrate sulla produzione audiovisiva autoriale. Molte di queste produzioni sono state premiate e proiettate in Brasile e all'estero, a volte accompagnate da sessioni di dibattito con i registi e gli stessi registi. Considerando che il cinema indigeno dinamizza l'estetica singolare, segnata dai modi di pensare e narrare un popolo indigeno, questo testo si concentra su narrazioni cinematografiche realizzate da membri del popolo Mbyá-Guarani nell'ambito del progetto Video in the Villages. L'obiettivo è analizzare i significati di territorialità costituiti nei film "Desterro Guarani" e "Tava, la casa di pietra", dai cineasti Mbyá-Guarani Patrícia Ferreira (Keretxu) e Ariel Duarte. Cinema indigeno. Pedagogie culturali. Relazioni etnico-razziali.Pedagogías culturales en los logros de los cineastas Mbyá-Guaraní RESUMEN El cine indígena se ha formado a partir de una amplia gama de narraciones cinematográficas cuya realización es el resultado de la acción directa de miembros de diferentes grupos étnicos indígenas brasileños, con el apoyo de instituciones enfocadas en la producción audiovisual autoral. Muchas de estas producciones han sido premiadas y proyectadas en Brasil y en el extranjero, a veces acompañadas de sesiones de debate con los propios cineastas y directores. Teniendo en cuenta que el cine indígena dinamiza la estética singular, marcada por las formas de pensar y narrar a un pueblo indígena, este texto se centra en las narraciones cinematográficas realizadas por miembros del pueblo mbyá-guaraní dentro del alcance del proyecto Video nas Aldeias. El objetivo es analizar los significados de territorialidad constituidos en las películas "Desterro Guarani" y "Tava, a casa de pedra", de los cineastas Mbyá-Guarani Patrícia Ferreira (Keretxu) y Ariel Duarte. Cine indígena. Pedagogías culturales. Relaciones étnico-raciales.
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Colao, Floriana. « La sovranità della Chiesa cattolica e lo Stato sovrano. Un campo di tensione dalla crisi dello Stato liberale ai Patti Lateranensi, con un epilogo nell'articolo 7 primo comma della Costituzione ». Italian Review of Legal History, no 8 (21 décembre 2022) : 257–312. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19255.

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Il saggio ricostruisce la genesi della ‘Premessa’ al Trattato del Laterano del 1929, in cui le Due Alte Parti – governo italiano e Santa Sede, con le firme di Mussolini e del cardinale Gasparri – garantirono alla Chiesa «una sovranità indiscutibile pur nel campo internazionale». Da qui la «necessità di costituire, con particolari modalità, la Città del Vaticano […] con giurisdizione sovrana della Santa Sede», e l’art. 2, «l’Italia riconosce la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale come attributo inerente alla sua natura, in conformità alla sua tradizione ed alle esigenze della sua missione». Il saggio considera che i giuristi – Vittorio Emanuele Orlando, che, da presidente del Consiglio nel maggio giugno 1919 tentò una trattativa con la Santa Sede per la risoluzione della Questione romana, e Amedeo Giannini, che tra i primi suggerì a Mussolini un «nuovo codice della legislazione ecclesiastica» – legarono la Conciliazione alla crisi dello Stato liberale ed al «regime diverso», insediatosi in Italia il 28 Ottobre 1922. Il saggio considera che già nel 1925 il guardasigilli Alfredo Rocco coglieva nelle ‘due sovranità’ una pietra d’inciampo nella costruzione dello Stato totalitario, anche se dichiarava di dover abbandonare l’«agnostico disinteresse del vecchio dottrinarismo liberale». Il saggio considera che Rocco rimase ai margini delle trattative con la Santa Sede, dal momento che metteva in guardia dal riconoscimento del «Pontefice sovrano, soggetto di diritto internazionale», e da «un altro Stato nello Stato», principio su cui convergevano giuristi quali Ruffini, Scaduto, Schiappoli, Orlando. Le trattative segrete furono affidate a Domenico Barone – consigliere di Stato, fiduciario del Duce – e Francesco Pacelli, avvocato concistoriale e fiduciario del cardinal Gasparri; la sovranità della Chiesa ed un suo ‘Stato’ appariva come la posta in gioco. Il saggio considera che la nascita dello Stato della Città del Vaticano complicava l’‘immagine’ del Regno d’Italia persona giuridica unitaria, ‘costruita’ dalla giuspubblicistica nazionale, difesa anche da Giovanni Gentile sul «Corriere della Sera». Mostra che il fascismo intese riconoscere il cattolicesimo «religione dominante dello Stato» per rafforzare la legge 13 Maggio 1871 n. 214, «sulle guarentigie pontificie e le relazioni fra Stato e Chiesa», che aveva previsto un favor religionis per la Chiesa cattolica. La Conciliazione risalta come l’approdo di un lungo processo storico, che offriva forma giuridica al ruolo che il cattolicesimo aveva e avrebbe rivestito per l’identità italiana; non a caso nel Marzo 1929 Agostino Gemelli celebrava una «nuova Italia riconciliata con la Chiesa e con sè stessa, con la propria storia e la propria bimillenaria civiltà». Il saggio mostra che la sovranità della Chiesa e lo Stato della Città del Vaticano furono molto discusse nel dibattito parlamentare sulla ratifica dei Patti firmati l’11 Febbraio 1929, con i toni duri di Mussolini, che definì la Chiesa «non sovrana e nemmeno libera». Rocco affermò che il «regime fascista» riconosceva «de iure» una sovranità «immutabile de facto»; rispondeva agli «improvvisati e non sinceri zelatori dello Stato sovrano, ma anticlericale», che «lo Stato è fascista, non abbandona parte alcuna della sua sovranità». Jemolo e Del Giudice – estimatori delle « nuove basi del diritto ecclesiastico – colsero il senso di questa «pace armata» tra governo e Santa Sede. Il saggio esamina l’ampio dibattito sulla «natura giuridica» della sovranità della Chiesa e sulla «statualità» dello Stato della Città del Vaticano, tra diritto pubblico, ecclesiastico, internazionale, teoria generale dello Stato. Coglie uno snodo nel pensiero di Santi Romano, indicato da Giuseppe Dossetti alla Costituente come assertore del «principio della pluralità degli ordinamenti giuridici». Il saggio esamina poi il confronto sullo Stato italiano come Stato confessionale, teoria sostenuta da Santi Romano, negata da Francesco Scaduto. Taluni – Calisse, Solmi, Checchini, Schiappoli – guardavano ai Patti Lateranensi come terreno del rafforzamento della sovranità dello Stato; Meacci scriveva di «Stato superconfessionale, cioè al di sopra di tutte le confessioni»; Piola e Del Giudice tematizzavano uno «Stato confessionista». Jemolo – che nel 1927 definiva la «sovranità della Chiesa questione forse insolubile» – affermava che, dopo gli Accordi, «il nostro Stato non sarà classificabile tra i Paesi separatisti, ma tra quelli confessionali». Il saggio esamina poi il dibattito sulla sovranità internazionale della Chiesa – discussa, tra gli altri, da Anzillotti, Diena, Morelli – a proposito della distinzione o unità tra la Santa Sede e lo Stato Città del Vaticano – prosecuzione dello Stato pontificio o «Stato nuovo» – e della titolarità della sovranità. Il saggio si sofferma poi sul dilemma di Ruffini, «ma cos’è precisamente questo Stato», analizzando uno degli ultimi scritti del maestro torinese, il pensiero di Orlando, Jemolo, Giannini, una monografia di Donato Donati e una di Mario Bracci, due dense «Lectures» di Mario Falco sul Vatican city, tenute ad Oxford, Ordinamento giuridico dello Stato della Città del Vaticano di Federico Cammeo, in cui assumeva particolare rilievo la «sovranità, esercitata dal Sommo Pontefice», per l’«importanza speciale» nei «rapporti con l’Italia». Quanto agli ecclesiasticisti, il saggio esamina le prospettive poi sviluppate nell’Assemblea Costituente, uno scritto del giovane Giuseppe Dossetti – docente alla Cattolica – sulla Chiesa come ordinamento giuridico primario, connotato da sovranità ed autonomia assoluta non solo in spiritualibus; le pagine di Jannaccone e D’Avack sulla «convergenza tra potestas ecclesiastica e sovranità dello Stato come coesistenza necessaria della Chiesa e dello Stato e delle relative potestà»; un ‘opuscolo’ di Jemolo «per la pace religiosa in Italia», che nel 1944 poneva la libertà come architrave di nuove relazioni tra Stato e Chiesa. Il saggio conclude il percorso della «parola sovranità» – così Aldo Moro all’Assemblea Costituente – nell’esame del sofferto approdo all’articolo 7 primo comma della Costituzione, con la questione definita da Orlando «zona infiammabile». Sull’‘antico’ statualismo liberale e sul ‘monismo giuridico’ si imponeva il romaniano pluralismo; Dossetti ricordava la «dottrina dell’ultimo trentennio contro la tesi esclusivista della statualità del diritto». Rispondeva alle obiezioni dei Cevolotto, Calamandrei, Croce, Orlando, Nenni, Basso in nome di un «dato storico», «la Chiesa cattolica […] ordinamento originario […] senza alcuna compressione della sovranità dello Stato». Quanto al discusso voto comunista a favore dell’art. 7 in nome della «pace religiosa», Togliatti ricordava anche le Dispense del 1912 di Ruffini – imparate negli anni universitari a Torino – a suo dire ispiratrici della «formulazione Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani». Tra continuità giuridiche e discontinuità politiche, il campo di tensione tra ‘le due sovranità’ si è rivelato uno degli elementi costitutivi dell’identità italiana, nel segnare la storia nazionale dei rapporti tra Stato e Chiesa dall’Italia liberale a quella fascista a quella repubblicana, in un prisma di temi-problemi, che ancora oggi ci interroga.
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Piccinelli, Marco, et Pierluigi Politi. « Elementi per una valutazione epidemiologica dell'attività di un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 1, no 3 (décembre 1992) : 165–75. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006722.

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RiassuntoScopo - Analizzare l'attività del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Pavia nel periodo compreso tra il 1978 (anno dell'apertura del servizio) ed il 1990. Disegno - Analisi retrospettiva dei dati contenuti in un archivio computerizzato, nel quale, a partire dal 1978, sono state raccolte informazioni relative alle caratteristiche socio-demografiche e nosologiche dei pazienti ricoverati, nonché alia modalità ed all'andamento dei ricoveri. Setting - Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura di Pavia, il cui bacino di utenza è costituito dall'ULSS 77, comprendente la città di Pavia e 61 comuni limitrofi. Principali indici utilizzati - Per ciascun anno considerato sono stati ricavati: indicatori d'uso (primi ricoveri, ricoveri complessivi, giornate di degenza, pazienti ricoverati); presenza media giornaliera e media annuale dei massimi mensili di pazienti ricoverati; indicatori d'intensita d'uso o di flusso (degenza media, indice di occupazione media dei posti-letto, indice di turnover, indice di rotazione dei posti-letto). La produttivita del servizio è stata indagata utilizzando il monogramma di Barber. Risultati - Tra il 1978 ed il 1983 si è verificato un progressivo incremento nel numero dei pazienti ricoverati, dei ricoveri complessivi e delle giornate di degenza; è seguito un periodo stazionario protrattosi fino al 1987; infine, durante gli ultimi tre anni il numero dei ricoveri complessivi e quello dei pazienti ricoverati sono leggermente diminuiti, mentre le giornate di degenza sono rimaste sostanzialmente stabili. Il numero annuale dei pazienti entrati in contatto per la prima volta con il servizio ha segnato due picchi negli anni 1979 e 1983 (N = 250), diminuendo poi progressivamente fino ai valori di 139 nel 1989 e di 152 nel 1990. Le frazione percentuali dei primi ricoveri rispetto ai ricoveri complessivi e rispetto ai pazienti ricoverati si sono ridotte nel corso del periodo considerato: nel 1990 esse erano pari a 30% e 50% rispettivamente. Presenza media giornaliera e media annuale dei massimi mensili di pazienti ricoverati sono aumentate tra il 1979 ed il 1983, passando da 12 a 21 pazienti/die, e da 14 a 25 pazienti/die, rispettivamente; negli ultimi otto anni i due parametri si sono stabilizzati su valori di 20-21 e 24-25 pazienti/die rispettivamente. II nomogramma di Barber, costruito sulla base dei valori assunti dagli indicatori d'intensita d'uso nel corso di ciascun anno considerato, ha mostrato che tutti gli anni in esame si sono distribuiti entro la zona di produttivita accettabile, ad eccezione del 1980 e del 1981. Conclusioni - Dopo una fase iniziale di progressiva espansione, il servizio sembra aver raggiunto una fase di equilibrio dinamico con il suo bacino di utenza, fornendo per la maggior parte del periodo considerato un livello di produttività accettabile.Parole chiaveservizi psichiatrici, utilizzazione, dei servizi, produttività.SummaryObjective – To analyze the activity of a General Hospital Psychiatric Inpatient Service in Pavia between 1978 (when the service was set up) and 1990. Design - Retrospective analysis of data stored in a computerized database, in which, since 1978, information has been collected on sociodemographic and nosological characteristics of patients admitted to the service, as well as on clinical aspects of all admissions. Setting – A General Hospital Psychiatric Inpatient Service in Pavia, whose catchmentarea (ULSS 77) includes the town of Pavia and 61 close municipalities. Main outcome measures -For each yearover the period considered we reported on: the indices of service utilization (first admissions, total admissions, days of stay, number of admitted patients); the mean daily number of inpatients, and the mean of the largest daily numbers of inpatients by month; the indices of intensity of service utilization (mean lenght of stay, index of bed occupation, index of turnover, index of bed rotation). The service productivity was determined according to the Barber's nomogram. Results – Between 1978 and 1983 patients admitted to the service, total admissions, and days of stay gradually increased; a steady period then followed until 1987; over the last three years, total admissions and the number of admitted patients slightly decreased, while daysof stay remained substantially stable. The annual number of patients admitted for the first time to the service marked two peaks in 1979 and 1983 (N = 250), and then gradually decreased to 139 in 1989 and 152 in 1990. The percent ratio of first admissions by total admissions and that of first admissions by the number of admitted patients showed a reduction over the period considered: in 1990 they were 30% and 50% respectively. The mean daily number of inpatients and the mean of the largest daily numbers of inpatients by month increased between 1979 and 1983, from 12 to 21 and from 14 to 25 patients/day respectively; over the last eight years the values remained rather constant, around 20-21 and 24-25 patients/day respectively. The Barber's nomogram, obtained on the basis of the indices of intensity of service utilization over the period considered, showed that each year fell within the area of acceptable productivity, with the exception of 1980 and 1981. Conclusions – After an initial phase of gradual expansion, the service then reached asteadystate, providing an acceptable productivity over most of the period considered.
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Gasperini, Massimo. « Pisae Forma Urbis. Digital drawing and ‘reading’ of the city ». ZARCH, no 8 (2 octobre 2017) : 200. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_zarch/zarch.201782156.

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Se il territorio costituisce il supporto materiale sul quale si sono impressi e sovrapposti i segni lasciati dall’uomo attraverso i secoli, la città può essere a ragione considerata la massima manifestazione dell’intervento dell’uomo su di esso. I processi urbani che determinano un impianto con tutte le sue modificazioni dinamiche sono interconnessi senza soluzione di continuità storica tanto da essere riassunti e rinvenuti nella trama stessa della città. Possedere gli strumenti per cercare di comprenderne i contenuti costituisce un primo atto cognitivo di fondamentale importanza qualora si intenda partecipare consapevolmente all’accumulazione di nuove proposte all’interno del tessuto storicizzato.La fase analitica della lettura conduce alla comprensione di questi processi dinamici che hanno determinato storicamente gli assetti insediativi e infrastrutturali del territorio. In analogia con la letteratura possiamo asserire che il palinsesto territoriale corrisponde al testo della storia dell’uomo e per essere compreso deve essere letto con la logica del progetto, lo strumento eletto della disciplina dell’architettura. Il documento principale per la lettura è il rilievo. Sottoporre la forma urbana di Pisa all’indagine sperimentale della lettura mediante l’adozione di nuovi strumenti digitali costituisce un momento di approfondimento e di sintesi delle conoscenze acquisite oltre ad esperire nuove metodologie analitiche sia nel campo degli studi storico-archeologici che in quelli dell’urbanistica e dell’architettura. I modelli tridimensionali digitali di Pisa e del suo territorio entrano per la prima volta a far parte di tale apparato strumentale, potenzialmente aperto verso nuovi possibili modi di utilizzazione. In particolare la Pianta della città si pone come supporto tecnico per molteplici e multiformi applicazioni.If the territory is the material support on where the marks left by man through the centuries are impressed and superimposed, the city could be rightly considerated as the greatest manifestation of the human intervention on it. The process that determine an urban system with all its dynamic changes are interconnected in a historical continuum so as to be summarized and found in the same interlaced city. To have the means in such a way as to try to understand its contents is primary importance if one intends to participate with good knowledge of a case in proposing new plans within the historical tissue. The analytical phase of reading leads to understand these dynamic process that have historically caused the settling down order and the territorial structure. On the analogy of the literature we can assert that the territorial palimpsest accords with the man history text and to be understood should be read with the logic of the plan, the elect instrument of the architectonic discipline. The main document for reading is the survey. To submit the urban form of Pisa to the experimental research of the reading by using new digital instruments is an opportunity of search and synthesis of the acquired knowledges besides to test new analithical methodologies both in the field of historical and archaeologic studies and in those of the town-planning and architecture. For the first time the digital threedimensional models of Pisa and its territory take part of this instrumental system, potentially open to new modes of use. Particularly the 3D representation of the town is a technical support for many and multiform applications. However, these new instruments of representation need to be connected with new methods of ‘reading’ and interpretation.KEYWORDS: 3D city model, G.I.S., territory and town, reading and typological interpretation
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Almeida, Carolina Gomes, Gabriel Pereira Ávila, Isabelly Montenegro Teixeira, Raíza Júlia Viana Rodrigues, Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck, Maria Helena Mendonça de Araújo et Amanda Alves Fecury. « Caratterizzazione epidemiologica dei casi di Sifilide Congenita nel nord del Brasile, dal 2014 al 2019 ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 21 décembre 2020, 20–31. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/nord-del-brasile.

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La sifilide è una malattia causata dal batterio Treponema pallidum, acquisito, in gran parte, dalla trasmissione sessuale. La sifilide congenita è una malattia contagiosa di trasmissione verticale (dalla madre al feto). Questo studio mirava a presentare il numero di casi segnalati di sifilide congenita nel nord del Brasile, tra il 2014 e il 2019, e a caratterizzare il profilo epidemiologico dei casi. La ricerca descrittiva, trasversale e retrospettiva è stata condotta utilizzando la banca dati. C’è stato un aumento del numero di casi nel periodo valutato, in particolare lo Stato di Amazonas, che ha presentato il maggior numero di notifiche. Per quanto riguarda l’assistenza prenatale, una media di quattro volte più donne si esibiscono rispetto a quelle che non lo hanno fatto. Le donne con grado scolastico materno dal 5 ° all’8 ° scuola elementare incompleta hanno avuto un numero maggiore di casi di malattia. Sebbene la regione settentrionale abbia avuto un’elevata performance prenatale, la maggior parte dei casi di sifilide congenita sono stati diagnosticati solo dopo il parto, indicando interpretazioni errate per quanto riguarda i test e conseguente errore nella diagnosi e nel trattamento. Poiché la forma precoce (emergenza fino al 2 ° anno di vita) è la maggior parte del numero di casi, c’è un’evoluzione favorevole della malattia.La scolarità e il reddito sembrano essere fattori che influenzano la diagnosi tardiva della malattia. C’è bisogno di un aumento dei partner trattati, riducendo la trasmissione della sifilide e, di conseguenza, della sifilide congenita.
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Grassia, Gianluca. « Correlazioni tra disfonia postura e malocclusione ». Journal of Advanced Health Care, 17 juillet 2019. http://dx.doi.org/10.36017/jahc1907-004.

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La voce è un segnale acustico, caratterizzato da una frequenza fondamentale e dai suoi multipli interi, variamente amplificati e/o smorzati ad opera delle cavità di risonanza. I disordini della voce sono causati da un disturbo o da una perdita della normale funzione. Ci sono voluti molti anni per dimostrare che la masticazione è solo una delle funzioni dell’apparato odontostomatognatico, in quanto tale apparato è coinvolto direttamente e indirettamente anche nella respirazione, nell’orientamento, nell’equilibrio, nella postura, nel parlato, nel cantato. La fonazione è una funzione multidimensionale e quindi la valutazione della voce non può limitarsi ad un singolo aspetto, ma deve essere multiparametrica. Una corretta valutazione diagnostica clinico-strumentale e` alla base dell’interpretazione dei segni clinici e quindi dell’individuazione della patologia vocale specifica: la diagnosi e` di competenza del medico specialista, foniatra e/o otorinolaringoiatra. E’ necessaria una metodica di indagine standardizzata, in modo che tutti i professionisti del settore si possano confrontare con le stesse unità di valutazione. Possiamo riassumere che ogni volta che siamo di fronte alla persona affetta da disfonia disfunzionale è raccomandabile avere una visione globale del paziente. L’intervento mira al ripristino dei principi occlusali (riabilitazioni temporo-mandibolare), alla riprogrammazione posturale globale, ginnastica propriocettiva computerizzata, al controllo dei movimenti del diaframma e, di conseguenza, del flusso di aria e della vibrazione delle corde vocali, mantenendo tonica la muscolatura addominale. Questa visione olistica risulta maggiormente efficace al raggiungimento dell’eufonia, intesa come la miglior voce possibile, naturale, in assenza di fatica, senza sforzo, senza contrazioni per cui lo Speech assume caratteristiche di economicità efficienza ed efficacia in un contesto di quotidianità colloquiale.
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