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Articles de revues sur le sujet « Scuola positiva »

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Sara Mori, Elettra Morini et Francesca Storai. « Cambiare la scuola : l’innovazione dal punto di vista degli studenti ». IUL Research 1, no 1 (24 juillet 2020) : 37–60. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.24.

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Résumé :
Il ripensamento del modello di insegnamento-apprendimento è uno dei temi al centro del dibattito sull’innovazione della scuola. Il Movimento Avanguardie Educative raccoglie scuole da tutto il territorio nazionale che condividono sperimentazioni basate su un modello in cui lo studente è al centro del proprio percorso formativo, un modello capace di promuovere un apprendimento significativo. La ricerca intende indagare come queste scuole abbiano interpretato il concetto di innovazione scolastica e, in particolare, il presente contributo si focalizza sui risultati del questionario e dei test psicometrici somministrati a 1880 studenti di 52 scuole che partecipano al Movimento da almeno due anni. I risultati evidenziano un’associazione positiva tra il livello di innovazione percepita dagli studenti e la soddisfazione per il funzionamento della scuola. Gli studenti che ottengono alti punteggi su queste dimensioni hanno risultati elevati anche nei test che indagano la soddisfazione per la propria esperienza di studente e l’organizzazione dello studio.
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Garlati, Loredana. « Alle origini della prova scientifica : la scuola di polizia di Salvatore Ottolenghi ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 2 (29 août 2021) : 883. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.597.

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Résumé :
Il saggio ripercorre le tappe che portarono alla nascita della Scuola di polizia scientifica (poi Scuola superiore a partire dal 1925), grazie all’opera di Salvatore Ottolenghi. La Scuola, istituita a Roma nel 1902, si proponeva di insegnare sia ai funzionari di pubblica sicurezza che a quelli della polizia giudiziaria un metodo scientifico per assolvere al meglio le proprie funzioni: nell’un caso la prevenzione dei reati, nell’altro fornire all’autorità giudiziaria dati “oggettivi” ai fini dell’accertamento della verità processuale. L’analisi è l’occasione per aprire uno squarcio su un periodo culturalmente vivace e di fideistico entusiasmo verso le cd. scienze ausiliarie (l’antropologia, la psicologia, la medicina legale, la statistica etc.), che irrompono sulla scena del processo penale, grazie anche all’impulso della Scuola positiva. Oggetto di attenzione sarà in particolare l’antropometria, messa a punto da Bertillon, e la dattiloscopia, grazie anche agli studi dell’italiano Gasti. Siamo agli albori della prova scientifica, che allora, come oggi, interroga sul ruolo del giudice, sulla legittimità dell’uso di pratiche tacciate di invasività e violazione dei diritti della persona, sul rapporto tra scienza e diritto e tra prova scientifica e discrezionalità (o libero convincimento) del giudice.
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Miletti, Marco Nicola. « Le facce d’un diamante. Appunti per una storia dell’immediatezza nella procedura penale italiana ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 2 (29 août 2021) : 827. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.596.

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Résumé :
Il saggio ripercorre alcune tappe dell’evoluzione del principio di immediatezza nella procedura penale italiana, entro l’arco cronologico compreso tra la fine del secolo XVIII e il codice Finocchiaro-Aprile del 1913. Dopo una breve rassegna delle diverse definizioni del lemma e un cenno diacronico alla demarcazione dal concetto di oralità, la ricerca muove dagli spunti offerti da ‘pionieri’ quali Francesco Mario Pagano e Niccola Nicolini; esamina la letteratura europea (francese e, soprattutto, tedesca) che permeò la riflessione dei giuristi italiani; quindi si addentra nella stagione post-unitaria. Quest’ultima fu connotata dal contrasto tra un codice di rito (1865) ancora prettamente inquisitorio e una dottrina tutt’altro che compatta: se i primi commentari e, ancor piú, la scuola carrariana classificavano l’immediatezza tra i canoni inderogabili della giustizia liberale, la scuola positiva vi scorgeva un indebito cedimento alle interferenze popolari ed emotive nel dibattimento. La lunga elaborazione del codice Finocchiaro-Aprile non solo stimolò un serrato confronto dottrinale ma partecipò a quel movimento per l’oralità grazie al quale Chiovenda confidava di modernizzare il rito civile e penale.
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Alesi, Marianna, Gaetano Rappo et Annamaria Pepi. « Strategie di autosabotaggio e autostima in bambini con differenti profili di apprendimento ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2012) : 505–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004002.

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Résumé :
Recenti ricerche si sono focalizzate sul ruolo dell'autostima e delle strategie di autosabotaggio nel contesto scolastico. In particolare l'autosabotaggio indica strategie disadattive impiegate da un individuo di fronte ad un compito minaccioso per proteggersi e mantenere un'autostima positiva. Abbiamo condotto due studi per confrontare il livello di autostima e le strategie di autosabotaggio in bambini di eta media 8 anni, frequentanti la terza classe della scuola primaria, con differenti profili di apprendimento. Nello specifico nel primo abbiamo confrontato due gruppi: uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. Nel secondo studio, invece, abbiamo confrontato tre gruppi: uno con dislessia, uno con difficolta generalizzate sia di lettura che di matematica ed uno con normale livello di apprendimento. In generale, i risultati dimostrano che i bambini con dislessia e quelli con difficolta generalizzata di apprendimento hanno livelli di autostima piu bassi dei coetanei con normale livello di appredimento. Relativamente all'impiego di strategie di autosabotaggio solo nel secondo studio abbiamo trovato differenze significative tra i gruppi. In particolare, i bambini con dislessia manifestano un maggiore bisogno di autoprotezione rispetto ai bambini con difficolta generalizzata di apprendimento e rispetto ai bambini con normale livello di apprendimento. Questo risultato enfatizza il ruolo della specificita della difficolta allo scopo di stimolare l'impiego di strategie difensive anche durante la frequenza della scuola primaria.
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Rabaglietti, Emanuela, Maria Fernanda Vacirca et Silvia Ciairano. « Il tempo virtuale nello sviluppo degli adolescenti : opportunitŕ o rifugio ? » PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mai 2011) : 67–82. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-001006.

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I giovani trascorrono parte del loro tempo quotidiano esplorando lo spazio virtuale offerto dalle nuove tecnologie, soprattutto il computer, utilizzato per studio o per svago. Attraverso questo studio condotto su 189 adolescenti di ambo i sessi, con un'etŕ media di 16 anni e frequentanti la scuola media di secondo grado, ci proponiamo di: 1) descrivere il tempo giornaliero da essi dedicato all'uso del computer per studio e per svago, le relazioni tra questi due comportamenti e le differenze di genere, fascia d'etŕ e tipo di scuola; 2) indagare nei due generi le relazioni fra tempo dedicato all'uso del computer per studio e per svago e: a) senso di alienazione e percezione positiva di sé; b) soddisfazione per l'esperienza scolastica e autoefficacia scolastica; c) autoefficacia sociale e regolatoria; d) popolaritŕ nel contesto scolastico. I risultati (frequenze, correlazioni, medie, analisi della varianza fattoriale, analisi di regressione gerarchica) evidenziano che per gli adolescenti, soprattutto maschi e studenti di istituti tecnici e professionali, il computer per studio e per svago č un compagno con cui trascorrere parte del tempo quotidiano. Inoltre, le due attivitŕ al computer, formativa e di svago, sono molto legate. Infine, nei maschi emergono relazioni tra bassa popolaritŕ e maggiore uso di computer per studio e tra bassa percezione di sé e maggiore uso di computer per svago; nelle ragazze la bassa soddisfazione per i risultati scolastici si associa ad un maggiore uso del computer per studio.
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Latino, Francesca. « The teaching of Life Skills through School Physical Education ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 50–65. http://dx.doi.org/10.36253/form-13577.

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Résumé :
The current complexity characterising modern society imposes the need to look at the education of the citizens of tomorrow, its principles can in fact be applied not only to school subjects but also to everyday behaviour. The International organisations involved in social development recommend the support and development, from early childhood, of a range of transferrable life skills to ensure they are capable of facing life’s challenges in a pragmatic and resilient way. The understanding of this framework sees school as an ideal setting to instil an education that meets the real needs of children and adolescents. Thus, the present work focuses on the importance of life skills and on the influence and contribution of school, in particular physical education, for the development of students’ physical, social, emotional and reasoning skills, in order to prepare them to become strong citizens and able to face life’s challenges in a positive and effective way. L’insegnamento delle Life Skills attraverso l’Educazione Fisica Scolastica. L’attuale complessità che caratterizza la società moderna impone sempre più la necessità di guardare alla formazione dei futuri cittadini non solo verso la trasmissione di contenuti didattici disciplinari, ma di attrezzare l’individuo di strumenti di adattamento adeguati al contesto. Le stesse organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo sociale raccomandano ormai da tempo di sostenere e sviluppare, sin dalla prima infanzia, una serie di competenze che rimandano ad abilità trasversali di vita e che rendono l’individuo capace di affrontare in maniera pragmatica e resiliente le sfide che la vita gli riserva. In questo quadro interpretativo la scuola rappresenta il setting ideale dove poter mettere in atto una formazione che risponda a pieno ai reali bisogni dei bambini e dei ragazzi. Il presente lavoro si concentra, pertanto, sull’importanza dell’educazione alle life skills e sul contributo offerto dalla scuola ed in particolare dall’educazione fisica per lo sviluppo delle capacità sociali, emotive e di pensiero negli studenti, al fine di preparare i giovani a diventare cittadini dinamici in grado di affrontare in maniera positiva e adattiva le sfide della vita di tutti i giorni.
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Berrini, Roberto, et Anna Maria Sorrentino. « I colloqui di presa in carico nella terapia individuale relazionale-sistemica ». TERAPIA FAMILIARE, no 95 (avril 2011) : 5–20. http://dx.doi.org/10.3280/tf2011-095002.

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Scopo dell'articolo č di individuare un modello di presa in carico per pazienti che richiedono una psicoterapia individuale, in un ottica relazionale/sistemica. Gli autori lavorano come docenti della "Scuola di Psicoterapia Mara Selvini" di Milano, dove sempre piů frequentemente le allieve presentano richieste di supervisione per situazioni di presa in carico individuale di pazienti richiedenti, che provengono dai contesti di cura dove operano. In primo luogo vengono delineate le condizioni generali che permettono di accogliere la richiesta di terapia individuale. Successivamente il terapeuta deve riuscire a cogliere la dimensione esistenziale del paziente, ossia «che persona sia», seguendo una modalitŕ di incontro individuale/relazionale, centrato sull'attaccamento, allo scopo di creare un'alleanza terapeutica positiva. Inoltre č possibile utilizzare la classica modalitŕ sistemica del genogramma per indirizzare il pensiero del paziente verso una dimensione relazionale della sua sofferenza. Sono illustrati tipologie generali di pazienti: il primo mostra un'adeguata competenza autobiografica, mentre il secondo manifesta difficoltŕ rispetto alla verbalizzazione dei costrutti dell'attaccamento e porta il terapeuta a mettere a fuoco le sue modalitŕ procedurali e implicite relative a "come stare" con gli altri.
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Pinto, Maria A., et Renato Corsetti. « Ricadute metalinguistiche dell’insegnamento dell’esperanto sulla lingua materna dell’alunno ». Language Problems and Language Planning 25, no 1 (16 août 2001) : 73–90. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.25.1.06pin.

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Due gruppi di alunni di una scuola media italiana, comparabili tra loro per molti aspetti, hanno preso parte ad un esperimento sugli effetti dell’apprendimento dell’esperanto relativamente alle loro abilità metalinguistiche. Il gruppo che ha seguito un corso di esperanto per un intero anno scolastico ha avuto dei risultati migliori in test di abilità metalinguistiche sviluppati e validati indipendentemente da questo esperimento rispetto al gruppo di controllo. Pertanto, i risultati dell’esperimento sono del tutto in linea con le ipotesi prefissate, e cioè che l’insegnamento dell’esperanto avrebbe avuto un’influenza positiva sulle abilità metalinguistiche degli alunni. I risultati dei test mostrano chiaramente che all’inizio dell’anno scolastico entrambi i gruppi erano allo stesso livello sia per quanto riguarda le risposte “linguistiche” sia per quanto riguarda quelle “metalinguistiche” del test. Il test, infatti, richiede sia risposte linguistiche che metalinguistiche, in altre parole si devono dare le giustificazioni per le risposte linguistiche indicate. Questi risultati sono in linea con i risultati di ricerche precedenti sugli effetti propedeutici dell’esperanto e sottolineano i potenziali vantaggi dell’educazione bilingue per tutti i bambini. Confermando la validità dell’educazione bilingue dei bambini, gli autori chiedono che verifiche simili siano fatte relativamente a bambini con diverse età e con diverse lingue materne.
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Parisini, Roberto. « Per un bilancio dell'insegnamento nella storia delle Ssis ». SOCIETÀ E STORIA, no 128 (septembre 2010) : 311–21. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-128004.

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La necessitÀ di elaborare, anche in Italia un nuovo modello di formazione all'insegnamento ha portato alla creazione delle SSIS, all'interno delle quali un notevole spazio ha avuto la storia. In questo ambito, le Scuole avrebbero dovuto diventare il luogo di elaborazione, a metÀ strada tra universitÀ e scuola, di un nuovo, specifico sapere disciplinare, in grado di ricomporre ricerca scientifica e prassi didattica in un sapere autonomo, connesso a ricerche e pratiche proprie. Le Scuole tuttavia, frammentate e poco comunicanti tra loro, spesso hanno fallito il loro obiettivo. Ma ci sono state anche esperienze positive, dove sono maturati, a vari gradi, percorsi di grande interesse e originalitÀ. Il saggio propone una prima riflessione comparata su diverse esperienze delle Scuole, nella convinzione che esse costituiscano un importante livello di confronto, imprescindibile, nel bene e nel male, per poter proseguire lungo un cammino che rimane indubbiamente per molti versi complesso e accidentato.
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Mirabella, Fiorino, Debora Del Re et Antonella Gigantesco. « Strumenti di promozione della salute mentale e di potenziamento della resilienza : presentazione di un programma per l'applicazione in ambito scolastico ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2010) : 123–33. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-001009.

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La salute mentale comprende le capacitŕ di resilienza e di adattamento positivo che consentono alle persone sia di far fronte alle avversitŕ che di sviluppare le propria potenzialitŕ. I programmi condotti nell'ambito di attivitŕ scolastiche curriculari fi nalizzati alla promozione di abilitŕ sociali possono promuovere la salute mentale e ridurre i sintomi depressivi. Questo articolo descrive le caratteristiche e la prima applicazione in Italia di un programma di promozione della salute mentale nelle scuole di istruzione secondaria. Il programma richiede all'incirca, per il suo svolgimento, 20 sessioni da effettuarsi in classi della scuola secondaria con cadenza settimanale o quindicinale. La durata di ogni sessione puň andare da 60 a 90 minuti circa. Il programma si basa su un manuale per studenti composto da 18 capitoli su come comunicare in modo effi cace e assertivo, affrontare i confl itti e la rabbia, sviluppare l'autodisciplina, la negoziazione e la cooperazione e promuovere le relazioni interpersonali positive. Tredici differenti classi di 11 scuole medie inferiori e superiori, per complessivi 253 studenti di 13-18 anni, hanno partecipato volontariamente allo studio di fattibilitŕ del programma. Di ogni capitolo del manuale sono stati valutati il gradimento e l'utilitŕ dal punto di vista degli studenti partecipanti. Gli studenti hanno trovato il manuale accettabile e applicabile. Tuttavia, molti hanno osservato che le sessioni erano troppo brevi per raggiungere gli obiettivi pertinenti alla maggior parte dei capitoli. A seguito di una revisione, alcuni capitoli sono stati leggermente modifi cati. Per la facilitŕ di applicazione, il programma potrebbe essere introdotto senza particolari criticitŕ nell'ambito delle attivitŕ curriculari nella scuola secondaria. Dopo la sua revisione, il manuale č stato inviato all'editore per la stampa.
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Scordo, Irene. « HEALTHY BENEFICTS OF TM IN CLASSROOM : REDUCTION OF ANXIETY AMONG TEACHERS ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (2 juillet 2016) : 391. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.282.

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Questa ricerca mira alla valutazione degli effetti benefici della Meditazione Trascendentale sull’ansia dei docenti. Indipendenti ricerche scientifiche di tutto il mondo hanno povato che la categoria degli insegnanti, fra le cosiddette helping professions, è quella maggiormente sottoposta a stress. Dobbiamo avere a cuore, e curare, i nostri spazi educativi, i promotori e i beneficiari dell’educazione, andando direttamente al nocciolo del problema, dando un supporto scientifico per aiutare gli insegnanti nel loro difficile lavoro.L’idea nasce dal sempre maggiore interesse internazionale, negli ultimi anni, verso la MT e la valutazione dei risultati ottenuti nelle scuole di tutto il mondo in cui essa viene praticata: riduzione di stress, ansia, depressione, abuso di sostanze, miglioramento nella formazione della personalità, del comportamento, dell’intelligenza ed altro.Questa ricerca esamina un campione di docenti di Scuola Secondaria di Primo Grado, in Sicilia, che pratica la MT, anche in classe insieme agli alunni, e valuta i fattori dell’ansia di stato e di tratto, paragonato con un gruppo di stesse catatteristiche (ubicazione geografica, età, sesso, ecc...) non praticante la MT.L’analisi dei dati mostra l’utilità di tale pratica di contro allo stereotipo dell’ “insegnante fannullone” e perchè gli effetti positivi della MT sui fattori di stress possono essere un grande aiuto al nostro sistema scolastico sofferente.
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Miotto Altomare, Gianni, et Martino Beltrani. « La scuola dell’infanzia nel canton Ticino : sviluppi storici et modelli pedagogici ». Swiss Journal of Educational Research 25, no 2 (1 septembre 2003) : 211–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.25.2.4661.

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Dopo aver attraversato nel suo sviluppo storico tutti i diversi modelli che hanno accompagnato l’evoluzione delle strutture pedagogiche destinate alla seconda infanzia (l’asilo infantile, il Kindergarten, la Casa dei bambini montessoriana, la scuola materna), l’educazione prescolastica del Cantone Ticino, negli ultimi decenni, si è progressivamente avvicinata a una nuova visione del proprio compito educativo che ha poi assunto forma compiuta negli Orientamenti programmatici del 2000 che dettano i principi generali di quella che si è voluta denominare Scuola dell’infanzia.Si tratta di una visione dell’educazione del bambino contrassegnata da un organico itinerario di apprendimento che tenta di armonizzare i tratti caratterizzanti più positivi dei precedenti modelli per fornire risposte idonee ai bisogni di crescita del bambino nei diversi ambiti educativi della corporeità, della comunicazione verbale e non verbale, della vita affettiva e della sfera cognitiva. Partendo da alcune domande-chiave l’articolo ricostruisce i diversi passaggi attraverso i quali ha preso forma l’attuale struttura dell’educazione infantile per la fa-scia di età dai tre ai sei anni. Vengono pertanto esaminati i punti di forza e i meriti, mettendone, nel contempo, in evidenza i risvolti problematici su cui, alla ricerca di un migliore assetto, vale la pena di chinarsi ancora a riflettere. I punti specifici di osservazione qui assunti concernono la capacità di rispondere ai bisogni del bambino, il rapporto in cui la scuola dell’infanzia sa porsi rispetto alle richieste sociali, le coordinate pedagogiche di riferimento, la capacità istituzionale di porre il corpo docente in sintonia con i traguardi educativi che esso è chiamato a realizzare, la continuità educativa tra la scuola dell’infanzia e la scuola elementare.
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Molina, Paola, Alessandra Monetti, Elisa Sangiorgi, Simona Giuseppina Caputo, Sonja Ferrero, Maria Teresa Marcone et Loredana Versaci. « La didattica a distanza (DAD) nella scuola dell'infanzia : la parola dei genitori ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14313.

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Gli ultimi mesi del terzo anno della scuola dell'infanzia sono, di norma, considerati un periodo carico di aspettative in vista del passaggio alla scuola primaria. L'avvento della pandemia da pandemia da SARS-CoV-2 ha visto questo momento conclusivo di un ciclo di formazione caratterizzarsi per l'esperienza di lock-down e di didattica a distanza che i bambini e le loro famiglie hanno dovuto affrontare. Con una serie di interviste fatte nei mesi di giugno-luglio 2020 ai genitori dei bambini che avevano appena concluso l'ultimo anno della scuola dell'infanzia, abbiamo cercato di capire quali fossero i vissuti emotivi di questa popolazione in un momento delicato di passaggio tra ordini di scuola, in un periodo storico in cui, per necessità emergenziali, sono state introdotte modalità di formazione a distanza mai prima utilizzate in forma estensiva per questa fascia d'età. Sono state effettuate 16 interviste semi-strutturate, con la metodologia dell'intervista di esplicitazione (Vermersch, 2005), ai genitori di 18 bambini (9 femmine, una tripletta di gemelli dizigoti) che hanno frequentato nel 2019-20 l'ultimo anno della Scuola dell'infanzia. Hanno risposto 14 mamme e 2 papà, 14 famiglie italiane e 2 di origine straniera. Le interviste sono state svolte in remoto e videoregistrate, trascritte interamente e in seguito codificate con un'analisi tematica (Pagani, 2020). In particolare, rispetto alla DAD abbiamo analizzato il vissuto dei bambini (la loro partecipazione, le difficoltà incontrate e gli aspetti positivi riscontrati) e dei genitori, che si sono confrontati con un compito un po' inedito di insegnanti, ma anche le esplicitazioni rispetto alle difficoltà pratiche e tecnologiche incontrate. L'analisi approfondita permessa dall'utilizzo dell'intervista di esplicitazione rende i dati raccolti particolarmente interessanti nel filone degli studi sulla pandemia da SARS-CoV-2, proprio perché esplora l'aspetto qualitativo dell'esperienza in un campo che è sicuramente nuovo per qualunque ricercatore. E alcune delle indicazioni emerse possono essere utili non solo rispetto all'esperienza vissuta e in generale alla riflessione sul ruolo della didattica a distanza, ma anche rispetto al significato della didattica in relazione ai bimbi della scuola dell'infanzia.
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Campolucci, Lorella, et Danila Maori. « Un percorso integrato di matematica e italiano in continuità dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 73–102. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.4.

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In questo articolo si raccontano alcune esperienze realizzate da un gruppo di docenti di scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado basate su percorsi interdisciplinari di matematica e italiano. Le esperienze riguardano prevalentemente la lettura, la comprensione e la formulazione di problemi; l’uso di narrazioni per raccontare la matematica, introdurre nuovi concetti e far parlare dei concetti appresi; la ludolinguistica applicata alla matematica per un approccio positivo nei confronti dell’errore e per ampliare il lessico e le esperienze comunicative.
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Franscella, Sofia, et Lara Ponzio. « Il passaporto numerico : un percorso “italmatico” alla scuola dell’infanzia ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 139–67. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.7.

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Résumé :
Questo articolo ha lo scopo di descrivere un itinerario interdisciplinare focalizzato principalmente sull’italiano e sulla matematica. Il progetto “italmatico”, che è stato realizzato in due sezioni di scuola dell’infanzia di Monte Carasso e Bellinzona nord (Canton Ticino), si basa sulla realizzazione di un passaporto numerico. In questo documento d’identità vengono riassunte le principali informazioni numeriche che caratterizzano i bambini da diversi punti di vista (numeri personali: età, altezza, peso ecc.). Nel vivere queste esperienze, attraverso attività laboratoriali vissute con i compagni, non ci si sofferma solo sui numeri che si incontrano, ma anche su aspetti linguistici e sull’identità competente dei bambini. Per gli allievi della scuola dell’infanzia ed elementare risulta molto significativo individuare i propri numeri “personali” per conoscere meglio se stessi e gli altri. Lavorando in un’ottica interdisciplinare i bambini hanno l’opportunità di confrontarsi con attività contestualizzate nell’ambito del reale, sviluppando le proprie competenze in modo ricco e positivo.
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Panero, Monica, Pietro Di Martino, Luciana Castelli et Silvia Sbaragli. « L’evoluzione degli atteggiamenti verso la matematica e il suo insegnamento degli insegnanti di scuola elementare in formazione iniziale ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 8 (23 novembre 2020) : 48–77. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.20.8.3.

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Résumé :
Il percorso formativo come docenti di scuola elementare in didattica della matematica può essere fortemente influenzato da fattori di natura affettiva, che, a loro volta, risultano spesso legati ad esperienze scolastiche negative vissute con la matematica. Il progetto di ricerca-azione qui descritto ha approfondito proprio questo fenomeno, focalizzandosi sui futuri docenti di scuola elementare del Canton Ticino, con un duplice obiettivo: da un lato, progettare e implementare efficaci pratiche formative per lo sviluppo di atteggiamenti positivi verso la matematica e il suo insegnamento; dall’altro, studiare l’evoluzione di tali atteggiamenti nell’arco dei primi due anni della formazione. Sono stati sviluppati specifici interventi didattici e strumenti di osservazione che hanno permesso di rilevare e monitorare gli atteggiamenti degli studenti e di analizzare quali dimensioni – disposizione emozionale, senso di autoefficacia, visione della disciplina (Di Martino & Zan, 2011) – sono state più o meno influenti sul cambiamento di atteggiamento, e su quali componenti quindi la formazione può cercare di intervenire in modo più incisivo ed efficace.
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Zanfroni, Elena, Silvia Maggiolini et Luigi D'Alonzo. « Finally at school : the return to classes of vulnerable pupils. Results of the FocuScuola Inclusion research 20.20 ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 25–40. http://dx.doi.org/10.36253/form-10422.

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The research FocuScuola 20.20 – promoted by the Centre for Studies and Research on Disability and Marginality of Università Cattolica del Sacro Cuore – aims at specifically understanding the state of the art of the inclusive processes at the return to school after the first lockdown period. This research is in line with the aims of national and international surveys that have analysed the challenges to which the school system has been called in this period of health and social emergency. The collected data show a picture that seems to confirm the critics linked to an ideological and reductive scenario. This view is although characterized by some positive elements in terms of reception and attention to students with greater vulnerability, but it is substantially distant from the realisation of educational pathways that assume educational differentiation as an authentic perspective and concrete working method. Quando tutto è ricominciato: il ritorno a scuola degli alunni più fragili. Esiti della ricerca FocuScuola Inclusione 20.20. La ricerca FocuScuola 20.20 – promossa dal Centro Studi e Ricerche sulla Disabilità e la Marginalità dell’Università Cattolica del Sacro Cuore – ha inteso comprendere in modo specifico lo stato dell’arte dei processi inclusivi al rientro a scuola dopo il primo periodo di lockdown. Lo studio è in linea con le finalità di indagini nazionali e internazionali che hanno analizzato le sfide a cui il sistema scolastico è stato chiamato in questo periodo di emergenza sanitaria e sociale. I dati raccolti evidenziano un quadro che, seppur caratterizzato da alcuni elementi positivi sul piano dell’accoglienza e dell’attenzione verso gli alunni con maggiore vulnerabilità, sembra confermare le criticità legate ad una visione per molti aspetti ideologica e riduttiva, sostanzialmente lontana dalla realizzazione di percorsi educativi che assumano la differenziazione didattica come autentica prospettiva e concreta modalità di lavoro.
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Pozzoli, Tiziana, et Gianluca Gini. « Bullismo a scuola : fattori psico-sociali associati ai ruoli di difensore della vittima e osservatore passivo ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001013.

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Résumé :
Adottando l'approccio Ruoli dei Partecipanti allo studio del bullismo, il presente studio ha analizzato: (a) le caratteristiche individuali (atteggiamenti, responsabilitŕ personale e strategie di coping) di difensori e osservatori passivi; (b) la relazione esistente tra i due ruoli e l'accettazione da parte dei pari in bambini di scuola primaria e media. I risultati mostrano un atteggiamento piů positivo nei confronti delle vittime, una maggiore responsabilitŕ personale per l'intervento e un maggior utilizzo di strategie di problem solving e di internalizzazione da parte dei difensori ri- spetto agli osservatori passivi. Infine, i difensori risultano essere piů accettati dai compagni rispetto agli osservatori passivi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per i programmi anti-bullismo.
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Corriero, Michele, et Antonio Ascione. « L'Esercizio Fisico tra Scuola Inclusiva e ADHD : un Protocollo Pedagogico-Motorio Sperimentale ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 341–54. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14910.

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Résumé :
Nell'inclusione del discente con deficit di disturbo dell'attenzione da iperattività (ADHD) l'esercizio fisico ha un ruolo di primaria importanza. La maggior parte della letteratura scientifica sostiene che gli effetti dell'attività fisica, del movimento e dello sport agiscono sulla riduzione dei sintomi principali dell'ADHD, apportando altresì miglioramenti anche nelle funzioni esecutive. Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare il miglioramento dell'inclusione degli alunnni con ADHD nel contesto scolastico, in seguito allo svolgimento di esercizi aerobici. Sono stati considerati dieci studenti con diagnosi dell'ADHD. La loro età variava dagli otto agli undici anni. Questi sono stati divisi casualmente in due uguali gruppi. Il gruppo che ha svolto gli esercizi ha eseguito dieci settimane di programma di attività aerobica, tre sessioni a settimana (nelle prime due settimane la sessione è durata circa 40 minuti e nelle ultime otto settimane la sessione è stata estesa a 50 minuti). È stata utilizzata la scala di valutazione del comportamento degli studenti prima di iniziare e dopo la fine delle dieci settimane del programma di esercizi. I risultati del gruppo di studenti che ha svolto gli esercizi aerobici ha rivelato un miglioramento significativo in tre delle cinque voci coinvolte nella scala (attenzione, capacità motorie e comportamento in classe) con p < 0,05 mentre non vi è stato alcun miglioramento nel gruppo di controllo (p> 0,05).  Si può quindi concludere che un programma di esercizi aerobici regolari correttamente proposto a scuola genera degli effetti positivi sulla sintomatologia dell'ADHD, incidendo, quindi, positivamente sullo stato psico-fisico dei discenti.
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Silich, Sergiy, Guillermo Tenorio-Tagle, Casiana Muñoz-Tuñón, Filiberto Hueyotl-Zahuantitla, Richard Wünsch et Jan Palouš. « ON THE EXTREME POSITIVE STAR FORMATION FEEDBACK CONDITION IN SCUBA SOURCES ». Astrophysical Journal 711, no 1 (6 février 2010) : 25–31. http://dx.doi.org/10.1088/0004-637x/711/1/25.

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Rubinstein, I., P. A. McClean, R. Boucher, N. Zamel, J. J. Fredberg et V. Hoffstein. « Effect of mouthpiece, noseclips, and head position on airway area measured by acoustic reflections ». Journal of Applied Physiology 63, no 4 (1 octobre 1987) : 1469–74. http://dx.doi.org/10.1152/jappl.1987.63.4.1469.

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Résumé :
To investigate whether it is possible to simplify the methodology of measuring airway area by acoustic reflections, we measured upper airway area in 10 healthy subjects during tidal breathing according to seven different protocols. Three protocols employed custom-made bulky mouthpiece with or without nose-clips, two protocols used a scuba-diving mouthpiece and cotton balls placed in the nostrils instead of noseclips, and two protocols employed neck flexion and extension. We found no significant difference in average pharyngeal, glottic, and tracheal areas for any of the protocols except for neck flexion, which was associated with a significantly lower mean pharyngeal area. Intraindividual variabilities were comparable for all protocols, except for protocol employing the customary bulky mouthpiece and no noseclips, which consistently resulted in the most variable measurements of area for all three airway segments: pharynx, glottis, and trachea. Furthermore, we found that the protocol employing the scuba-diving mouthpiece with or without cotton balls in the nostrils resulted in the lowest number of unacceptable measurements. We conclude that measurements of airway area by acoustic reflections may be further simplified by using a scuba-diving mouthpiece without noseclips; furthermore, control of head position during measurements is not critical provided there is no obvious neck flexion.
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Mancini, Giacomo, Nicole Righi, Elena Trombini et Roberta Biolcati. « Intelligenza emotiva di tratto e burnout professionale negli insegnanti di scuola primaria. Una revisione della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–22. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13705.

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Résumé :
La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.
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Filosofi, Fabio, Angela Pasqualotto et Paola Venuti. « Representation of disability within the school textbook : primary school teachers’ attitudes ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 106–19. http://dx.doi.org/10.36253/form-12559.

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Résumé :
The school textbook is a cultural artefact capable of conveying a particular cultural and social imagery that clearly affects the attitudes of teachers and learners towards disability. This paper presents an exploratory-descriptive study that aims to investigate the attitudes of primary school teachers towards the representation of disability within the school textbook. Correlation between attitudes and teaching qualifications and experience were also sought. For this purpose, a questionnaire was constructed starting from macro-themes that emerged from semi-structured interviews during the previous qualitative phase. Findings have shown that teachers, while aware of the low educational value of the textbook and the scarcity of images and texts related to disability, have positive attitudes towards inclusive representation, use and design of materials related to special needs. Finally, teachers with the specialization for support activities were found to have more positive attitudes towards the representation and management of materials representing the reality of disability. Rappresentazione della disabilità nei libri di testo: gli atteggiamenti degli insegnanti della scuola primaria. Il libro di testo scolastico costituisce un artefatto culturale che veicola un particolare immaginario destinato ad influenzare le percezioni di insegnanti e alunni. L’articolo presenta uno studio esplorativo-descrittivo che mira ad investigare gli atteggiamenti dei docenti nei confronti della rappresentazione della disabilità all’interno dei libri di testo scolastici. A tale scopo è stato costruito un questionario ad hoc a partire dai macro-temi emersi dalle interviste semi-strutturate durante la precedente fase qualitativa. La ricerca mostra che gli insegnanti, pur consapevoli dello scarso valore educativo del libro di testo e della scarsità di immagini e testi relativi alla disabilità, hanno atteggiamenti positivi nei confronti della rappresentazione inclusiva e delle competenze personali nella gestione di materiali relativi alla realtà dei bisogni speciali. Gli insegnanti in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, infine, tendono ad avere atteggiamenti più positivi nei confronti della rappresentazione della e dell’utilizzo di immagini e testi disabilità all’interno dei libri di testo rappresentanti la disabilità.
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Perovic, Antonija, Adriana Unic et Jerka Dumic. « Recreational scuba diving : negative or positive effects of oxidative and cardiovascular stress ? » Biochemia Medica 24, no 2 (2014) : 235–47. http://dx.doi.org/10.11613/bm.2014.026.

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Penzo, Ilaria, Enrichetta Giannetti, Cristina Stefanile et Saulo Sirigatti. « Stili umoristici e possibili relazioni con il benessere psicologico secondo una versione italiana dello Humor Styles Questionnaire (HSQ) ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2011) : 33–50. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002004.

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Résumé :
Sono state esaminate, nel contesto italiano, la struttura fattoriale e alcune caratteristiche psicometriche dello HSQ di Martin(2003), nonché le differenze di genere nei diversi stili umoristici e le loro relazioni con il benessere psicologico. Hanno partecipato 242 studenti di scuola media secondaria e di universitŕ. Sono state impiegate le versioni italiane dello HSQ e delle(RPWB). Partendo da correlazioni policoriche, č stata effettuata un'analisi fattoriale esplorativa utilizzando il metodo(ML) per l'estrazione dei fattori e ilper la loro rotazione obliqua. Analisi discriminanti e di regressione lineare multiple sono state condotte per esaminare le relazioni tra le variabili. Sono stati individuati i quattro fattori ipotizzati, anche se non tutti gli item risultano adeguatamente rappresentati; l'affidabilitŕ delle scale, fatta eccezione per una, č adeguata. I partecipanti maschili riferiscono un maggiore uso dello stile. Sono emerse relazioni positive tra gli stiliee negative traee il benessere psicologico. Ulteriori indagini sono richieste per approfondire la natura multifattoriale dello HSQ e le relazioni tra stili di umorismo e benessere psicologico.
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Tomov, Toma. « Multiple perspectives on the evaluation of outcome in Eastern Europe ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 173–77. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007363.

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RIASSUNTOScopo - Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare la capacità dei sistemi di salute mentale dell'Europa Orientale di attuare reali riforme nel campo della salute mentale.Metodi - Partendo dalle ipotesi della scuola delle relazioni di gruppo, è stata messa in evidenza la tendenza delle organizzazioni ad abbandonare i principali compiti che esse dichiarano di avere, sotto influenze di tipo ideologico, politico e altre influenze legate al contesto. Lo stato della salute mentale dell'Europa orientale è discusso in questa prospettiva.Risultati - È stato accertato che i cambiamenti ed i progressi sono impediti dai ruoli che proibiscono la curiosita e che mettono in discussione le pratiche routinarie.Conclusioni - L'emergere in Europa orientale di una rete di operatori orientati verso la riforma è ritenuto un segno positivo. Un ulteriore importante obiettivo e la sostituzione delle strutture defunte di salute mentale (servizi, ricerca e training) con muove strutture. La sfida al sistema ereditato e inevitabile. Il ruolo di progetti di collaborazione con i paesi occidentali è di estrema importanza.
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Carreño, Arnau, Mireia Gascon, Cristina Vert et Josep Lloret. « The Beneficial Effects of Short-Term Exposure to Scuba Diving on Human Mental Health ». International Journal of Environmental Research and Public Health 17, no 19 (3 octobre 2020) : 7238. http://dx.doi.org/10.3390/ijerph17197238.

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Exposure to outdoor blue spaces can help improve human health by reducing stress, promoting social relationships, and physical activity. While most studies have focused on the adverse health effects of scuba diving, very few have assessed its health benefits. Moreover, when scuba diving is done in large groups with no diving instructor or pre-dive briefing, negative environmental impacts are generated and negative impacts on human health may also occur due to overcrowding, which may create stress. This is the first study to evaluate the effects of scuba diving on divers’ mental health using their diving practices to estimate the impacts on the ecosystem. In the marine-protected area of Cap de Creus and adjacent areas, we assessed the mental health of 176 divers and 70 beach users (control group) by employing a 29-item version of Profile of Mood State (POMS) questionnaires. According to the parameters associated with reduced environmental impacts, two scuba diving experiences were established. Poisson regression models were performed to assess both the contribution of the activity and diving experiences to POMS scores. Both groups (scuba divers and beach goers) reduced their POMS scores after carrying out the activities. Although no significant differences were found between beach and scuba diving activities, nor between the two different scuba diving experiences, our results showed that subjects with regular medication intake due to a chronic or psychiatric illness had a POMS reduction score significantly higher than other subjects. We conclude that both beach and scuba diving activities have positive effects for human mental health, particularly among subjects with regular medication intake.
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Anderson, DT, et JT Anderson. « Functional morphology of the balanomorph barnacles Tesseropora rosea (Krauss) and Tetraclitella purpurascens (Wood) (Tetraclitidae) ». Marine and Freshwater Research 36, no 1 (1985) : 87. http://dx.doi.org/10.1071/mf9850087.

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Tesseropora rosea of eastern Australia inhabits exposed, wave-washed rocks, is an extension feeder in fast currents, and has monometric growth, with orifice enlargement by erosion. It has a deep, mobile operculum. Tergal depressor muscles are large, scutal depressors moderately large. The opercular valves play an active part in respiratory pumping beat. Tergal depressors effect opercular withdrawal. Rostral scutal depressors assist in pumping beat. Lateral scutal depressors assist in opercular opening. Cim IV-VI of T. rosea unfurl rapidly in response to fast water currents and are captorial, either singly or in concert. The antenniform third maxillipeds (cirrus 111) turn back laterally in the extended position but fold over and hold down the captorial cirri in the curled position. Tetraclitella purpurascens of southern Australia inhabits crevices and overhangs on rocky shores, is an extension feeder in moderate currents, and has diametric growth, with orifice enlargement by circumferential growth of radii and parietes. It has a shallow operculum with only slight mobility. Tergal depressors are large, scutal depressors small. Valve action is mainly hinge-like and slow, with little apicobasal movement. The small scutal depressors assist the large tergal depressors in opercular withdrawal and have only a very minor role in pumping beat. Cirri IV-VI of T. purpurascens are held erect for long periods in moderate water currents. Captorial movements are similar to but slower than those of T. rosea. The third maxillipeds have short rami involved in forward food transfer. Setation correlates with function on the cirri of both species. The oral cone of T. rosea is broader and the mouthparts relatively larger than those of T. purpurascens, possibly mediating a more powerful triturating mechanism. A comparison of structure and function shows that T. purpurascens retains many primitive balanomorph features, whereas T. rosea has a more advanced functional configuration. In the evolution of tetraclitids, it seems likely that the tetraclitellines diverged early, before the austrobalanines gave rise to the tetraclitines. The four-plated wall may have evolved independently in tetraclitellines and austrobalanines.
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Lee, Kangyoun, Sehee Choi et Chayong Kim. « The effects on satisfaction and behavioral intention by selected attributes according to SCUBA diver's lifestyle ». Korean Data Analysis Society 25, no 1 (28 février 2023) : 359–71. http://dx.doi.org/10.37727/jkdas.2022.25.1.359.

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The purpose of this study is to investigate the effect on satisfaction and behavioral intention by selection attributes (facility, price) according to the scuba diver's lifestyle (prestige pursuit type, fashion pursuit type, change pursuit type). A survey was conducted at a SCUBA diving shop located in Jeju island and Gangwon-do province with 250 adults aged 20 or older who had scuba diving experience at least once a year, and the final 205 people were used for the study. The collected data was subjected to frequency analysis and correlation analysis using the SPSS program, and confirmatory factor analysis and structural equation analysis were performed through AMOS to verify the research hypothesis. As a result of verifying the fit of the research model, x²/df=1.874, CFI=.903, TLI=.888 RMSEA=.065. As a result of hypothesis testing, only change pursuit type SCUBA divers among lifestyle types were found to be affected by Facilities (t=2.111), Price (t=2.149). and also SCUBA diving shop facilities affect satisfaction(t=4.290) and behavioral intention(t=5.464). Most domestic SCUBA diving facilities are operated with similar facilities and prices, and are only available for a short period of time due to the specificity of the season. Therefore, only users with a change pursuit type lifestyle SCUBA divers have an impact on facilities and prices, and it has been verified they have a positive effect on satisfaction and behavioral intention by level of facilities.
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Gündoğdu, Cemal, Yalın Aygün et Mehmet Ilkım. « Finding Environmental Knowledge in SCUBA-Based Textual Materials ». Journal of Education and Training Studies 6, no 2 (21 janvier 2018) : 54. http://dx.doi.org/10.11114/jets.v6i2.2838.

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As marine environments within the adventure domain are future key-settings for recreational SCUBA diving experience, SCUBA-based textual materials should provide insight into environmental knowledge that is well connected to the novice divers’ behaviour and attitude. This research is concerned with a major recreational SCUBA diver manual for novice divers from a position that seeks to explore its focus and scope of environmental knowledge in semantic networks. However, results obtained from thematic analyses of environmental knowledge emerged two sub-themes: marine-based conservation and aquatic life. Analyses of textual data indicated that the manual has groundling statements and notes on environmental knowledge. Furthermore, analyzing manual’ environmental documents showed that there is no skill-related knowledge, which attributes to SCUBA divers’ environmental behaviour and attitude towards underwater environment.
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Aygün, Yalin, et Göktuğ Norman. « Beneath the Waves : Experiences of Beginner SCUBA Divers and Sensorium ». Pakistan Journal of Medical and Health Sciences 15, no 5 (30 mai 2021) : 1666–72. http://dx.doi.org/10.53350/pjmhs211551666.

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Background: The experience of Recreational SCUBA Diving (RSD) is unique and exciting because participants can feel innermost and special sensations. Aim: By exploring the role of the senses in RSD This paper seeks to illustrate the complex, kaleidoscopic and inter-relational connections beginner SCUBA divers make with aquatic environment within the sensorium experience for the first time. Methods: The present research draws upon the qualitative inquiry away from the positivist approaches to capture insider views, meanings, and interpretations. Audio-recorded semi-structured interviews with a convenience sample of 12 undergraduate students who had experienced a first-time SCUBA diving through Discover SCUBA Diving (DSD) Program were transcribed and thematically analyzed. A thematic analysis was performed with the Nvivo 11 Plus software package program. Results: Analysis illustrated that both positive and negative emotions are experienced due to (a) Diver Dimension of Marine Wildlife Touching, (b) Diver Dimension of Marine Wildlife Viewing, and (c) Diver Dimension of Marine Wildlife Hearing. Conclusion: The opportunity to experience aquatic environment for the first time during active leisure reflects participants’ ability, which offers encouragement, enthusiasm, well-being, and satisfaction. In unravelling the negative diving experience, as experienced by divers, we argue some physical and psychological distress and difficulty arise due to chemical and physical properties of aquatic environment, however. Keywords: Active Leisure, Aquatic, Sensorium, SCUBA Diving, Well-being.
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Stavenuiter, Fabian, Alexander B. Meijer, Erica Sellink et Koen Mertens. « Factor VII Activating Protease (FSAP) : Functional Implications of the “Marburg-1” Polymorphism. » Blood 114, no 22 (20 novembre 2009) : 2126. http://dx.doi.org/10.1182/blood.v114.22.2126.2126.

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Abstract Abstract 2126 Poster Board II-104 Introduction FSAP is a plasma serine protease first reported as an activator of single-chain urokinase-type plasminogen activator (scuPA) and Factor VII (FVII), suggesting a key role in hemostasis and thrombosis. Numerous additional functions have been proposed, including inhibition of smooth muscle cell proliferation and migration. Rigorous studies have been limited by the difficulty of obtaining intact FSAP from blood or recombinant sources due to autocatalytic activity which is stimulated through interaction with negatively charged surfaces. About 5-10% of healthy individuals carry a polymorphism (Marburg-1) at position c221 (G534Q) located in one of the 8 surface binding loops of the serine protease domain. This polymorphism has been proposed to be associated with impaired activation of scuPA in vitro, suggesting a putative defect in fibrinolysis. Epidemiological studies have remained inconclusive with regard to prothrombotic implications of this polymorphism. Residue c221 has been described as highly important in serine proteases. For prothrombin the D221Q mutation has been associated with a severe defect in fibrinogen clotting. Similarly, patients who are hemizygous for a c221 substitution in FIX (A221V) suffer from haemophilia B. In general, in Na+ -dependent serine proteases like FVII, FIX, and thrombin, residue c221 contributes to activity and substrate specificity. Objectives: Our aim was to investigate, using intact recombinant (r) FSAP, the effect of the M1-polymorphism on FSAP biological activity. Results Various stable cell lines (HEK293-, BHK-, LOVO-, and CHO cells) expressing normal rFSAP (wt) and its Marburg-1 (M1) variant were produced. Irrespective to the cell type used, rFSAP was found to be cleaved after expression due to autocatalytic cleavage. However, wtFSAP was found to be more sensitive to proteolytic processing than its M1-variant. Moreover, wtFSAP was found to be completely inactivated whereas the M1-variant could be purified in its two-chain form. To overcome the problem of autocatalytic degradation, for wtFSAP we constructed a FSAP-variant in which the natural activation site (R313-I314) was replaced by a cleavage site for the bacterial protease thermolysin. Thermolysin-activated rFSAP displayed the same affinity for chromogenic peptide substrates (S2288) as pdFSAP (Km 0.38 mM) and retained its capability to activate scuPA (Km 62 nM). Vmax for scuPA activation was increased through interaction with negative charged surfaces like polyphosphate and heparin (2- and 3-fold, respectively), whereas no effect on the hydrolysis of S2288 was found. In contrast, the M1-variant displayed severely reduced affinity for S2288 (6.5-fold) and hardly any scuPA activation. Interestingly, addition of heparin or polyphosphate showed positive effects on the hydrolysis of both substrates by the M1-variant. Compared to wtFSAP, however, both the Km and Vmax were still heavily affected. Surprisingly, wtFSAP proved incapable of cleaving purified FVII, even in the presence of calcium-ions and lipid vesicles of varying composition, including up to 40 mol% negative phospholipids such as phosphatidylserine and cardiolipin (CL). On membranes of 100% CL FVII cleavage did occur, but this resulted in transient activation and rapid degradation. The M1-variant, however, displayed no FVII cleavage under any of the conditions tested. Finally, we found that Na+, in absence of CaCl2, affects the maximal rate of S2288 hydrolysis by rFSAP, with a maximal effect at physiological relevant concentrations. The Na+ concentrations needed to reach maximal catalytic activity of the M1-variant were found 8 - 10 fold above physiologically relevant levels. Conclusions While rFSAP indeed activates scuPA, FVII appears surprisingly resistant to activation by rFSAP. The M1-variant does not activate FVII either, but does display reduced scuPA activation. The M1-polymorphism, being a Gly to Glu substitution at position c221, makes the protease less responsive to Na+. This is compatible with its location in the putative Na+-binding loops. Whether or not the reduced scuPA activation has any physiological impact remains unclear. Disclosures: No relevant conflicts of interest to declare.
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Vogler, Stefanie Karin. « Didattica a distanza di Lingua tedesca in ambiente universitario ». Altre Modernità, no 27 (30 mai 2022) : 131–44. http://dx.doi.org/10.54103/2035-7680/17882.

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Negli ultimi due anni, la pandemia ha obbligato docenti e studenti ad adeguarsi a una nuova forma di didattica a distanza anche a livello universitario. Il contributo muove dall’esperienza nella Scuola di Economia dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, dove l’inglese è la prima lingua obbligatoria, mentre il tedesco viene offerto in alternativa al francese e allo spagnolo. Insegnare una materia la cui caratteristica principale è la comunicazione in un contesto che per la sua stessa natura pone dei forti limiti all’interazione in quanto i partecipanti (sia docenti che studenti) rimangono fisicamente lontani fra di loro, presenta delle notevoli sfide. Attraverso esempi emersi nell’aula virtuale vengono esaminati i problemi riscontrati e le soluzioni sperimentate in diciotto mesi di didattica soltanto da remoto. L’analisi degli aspetti critici e degli elementi positivi emersi da questa esperienza porta a riflettere su alcuni concetti basilari dell’apprendimento autonomo e, di conseguenza, sul ruolo dei docenti e dei discenti. L’obiettivo è di esaminare le modalità con cui integrare tali concetti in un ambiente istituzionale quale l’università, per formulare proposte concrete per lo studio del tedesco sia a distanza che in presenza dopo il rientro (forse anche solo parziale) nell’aula reale.
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Šuljak-Lončarević, Azijada, et Muhamed Ajanović. « Position of Mandibular Joint Surface in Cenrric Relation ». Bosnian Journal of Basic Medical Sciences 6, no 3 (20 août 2006) : 89–92. http://dx.doi.org/10.17305/bjbms.2006.3152.

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The position of mandible in centric relation is the initial position in prosthodontic rehabilitation. This fact is especially significant today when, due to development of implantology, the use of osseointegrated prostheses is increasingly discussed. The aim of the study is to define if the peak of the articulating surface of mandible in centric relation position is directed towards the zenith of madibular fossa, or is in the retroposition. The research was conducted on macerated human sculls in anthropometric system, based on objective measuring techniques and methods. The results showed that if the zenith of mandibular fossa is determined according to the vertical line of the Frankfurt horizontal, the peak of the mandibular caput articulating surface is in retroposition. The relation of the lower joint surface to the mandibular fossa zenith is the same on both right and left side. The correlation coefficient demonstrates a high correlation between the sides, highly significant with probability level of p<0,01. If the peak of mandibular fossa is determined according to the vertical line of the Frankfurt horizontal, the peak of the articulating surface of mandibular caput is in retroposition in relation to the peak of the upper jaw surface. This original scientific work will help better understanding of x-ray analysis and understanding of relationship of TMJ surfaces, what is necessary for treatment of TMD and occlusal imbalances.
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Minelli, Alessandro. « Culture as the natural history of Homo sapiens : pluralism, memory, creativity ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 55, no 385 (4 septembre 2022) : IP1—IP12. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v55i385.101.

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A full century before Darwin, Linnaeus placed firmly our species in his classification of the animal kingdom, assigning it to the Primates, together with monkeys. To this day, however, Homo sapiens has retained a position of privilege, despite the advent of evolutionary theory: in many phylogenetic trees, the highest branch is reserved for our species. Nevertheless, anatomy and physiology do not ignore the structural and functional faults of our body, which suggest a more articulated vision of biological evolution. This opens, or reopens, the possibility of evaluating the distance that separates man from his closest cousins not in terms of genes, presumed custodians of a program for development, but of culture and its fundamental tool, the language. In fact, human history is has been running through a plurality of languages and cultures. Fascinating parallels emerge between biological species and human languages, parallels that also reveal their fragility and disclose the fast decline of their diversity, increasingly due to behaviors adverse to our nature of cultural animals and eventually stifle our creativity. Lectio Gioenia, delivered at the Scuola Superiore di Catania, on July 8, 2022
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Bonnet, Agnès, Vincent Bréjard et Jean-Louis Pedinielli. « Personality, Affectivity, and Alexithymia in Scuba Diving : Two Types of Risk Taking ». Journal of Clinical Sport Psychology 11, no 3 (septembre 2017) : 254–70. http://dx.doi.org/10.1123/jcsp.2014-0049.

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Objectives for this study were, first, to describe individual differences in risk taking among scuba divers. Differences were examined on personality dimensions and psycho-affective variables, including positive and negative affect, as well as alexithymia. In addition, the study examined contributors to two types of behavior associated with scuba diving—deliberate risk taking and controlled participation in a high-risk sport (non-risk-taking). A cross-sectional design was used, and 131 participants were assessed on extraversion-neuroticism, affectivity, and alexithymia. The broad dimensions of personality and affectivity explained risk taking among divers. Alexithymia differentially predicted two types of risktaking behavior (direct or short-term and indirect or long-term) and was associated significantly with short-term risk-taking behavior.
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King, M. J., S. L. Buchmann et H. Spangler. « Activity of asynchronous flight muscle from two bee families during sonication (buzzing). » Journal of Experimental Biology 199, no 10 (1 octobre 1996) : 2317–21. http://dx.doi.org/10.1242/jeb.199.10.2317.

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The indirect flight muscles of bees are used to produce a variety of actions in addition to flight, including sonication, which has a higher frequency than flight. We observed the dynamic movement of the scutum during sonication and the transition from tethered flight to sonication. During sonication, the scutum oscillated above its rest position, indicating that the conformation of the structural components of the thorax had been altered. Sonication vibrations of the thorax occurred by deformation of the scutum rather than by opening of the scutal fissure and are smaller than vibrations associated with flight. During tethered flight, the ratio of muscle activity (recorded via electromyograms) between the dorsal longitudinal muscles and the dorsoventral muscles approached 1, but during sonication the ratio was significantly higher (up to 4.0). This increase may cause the dorsal longitudinal muscles to contract further than the dorsoventral muscles and close the scutal fissure during sonication, so limiting the displacement of the wings and 'decoupling' them from the indirect flight muscles.
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Kossel, Elmar. « Der Wiederaufbau von Florenz 1945 ». Architectura 46, no 1 (30 décembre 2016) : 72–103. http://dx.doi.org/10.1515/atc-2016-0005.

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AbstractFlorence suffered heavy destruction due to blasting by the german Wehrmacht in the area around the Ponte Vecchio in 1944. On the question of how the historic, in the core medieval buildings should be rebuilt, a vigorous debate was ignited, which also was intensively conducted in public. The debates core was about the question of wether the old center should be reconstructed exactly as it was or should a modern and contemporary solution be given priority. The art historian Bernhard Berenson and the archeologist Ranuccio Bianchi Bandinelli exemplified the position in the debate for the Florentine context. Linked to this discussion was also the question, how Italy would present itself after war and fascism as a new and democratic society. The built result can be seen as a compromise of these positions, as the new architecture is added in the center emphasized inconspicuousDespite the consistently negative reception, it was possible to dissociate oneself in two respects from this locally located variety of post-war modernity: On the one hand, the international architectural scene and, on the other hand, its own architectural heritage which is contaminated by fascism. The reference to its own architectural heritage and the very independent appropriation of international influences should remain the basic characteristic of the »Scuola Fiorentina« until the mid-1970s
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Mota, Luis. « 2. Using Of Natural Spaces For Tourism Activity Scuba Diving And Impacts On Aquatic Animals ». International Journal of Tropical Veterinary and Biomedical Research 1, no 1 (1 mai 2016) : 9–20. http://dx.doi.org/10.21157/ijtvbr.v1i1.5069.

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Résumé :
There were few previsions to strongly expand the growth of scuba diving activity, and nowadays training standards are enforced for safety and also for respecting the natural space where dive tourism takes place. Based on literature review, environmental impacts were noted in terms of providing positive aspects, mainly represented by economic benefits and employment opportunities. The negative side was revealed by wildlife impacts whereby animals change their behavior due harassment or contact with nature-based users, with authors reporting their concerns and measuring the consequences and long-term learning impacts. The over-usage of the reefs can result in physical devastation and chemical contamination. Land development in support of scuba diving can also cause negative impacts and affect the surrounding infrastructure, with alternating living patterns and by creating economic differences among the local society. When dive techniques are mastered, scuba diving itself does not represent a threat to the environment, neither to marine animals, but bad dive practices, poor buoyancy control associated to the lack of awareness can contribute to damage the benthic zone. Divers physical impact on the reef can benefit some species looking for opportunity to feed or compete for space, although, it destroys the habitat and lifting up sediment affect negatively coral structures by inducing stress and reducing the average amount of light.
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Žarak, Marko, Antonija Perović, Irena Dobrović, Sandra Šupraha Goreta et Jerka Dumić. « Galectin-3 and Cardiovascular Biomarkers Reflect Adaptation Response to Scuba Diving ». International Journal of Sports Medicine 41, no 05 (23 janvier 2020) : 285–91. http://dx.doi.org/10.1055/a-1062-6701.

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AbstractTo understand better the adaptation response of the cardiovascular system (CVS) to self-contained underwater breathing apparatus (SCUBA) diving, Galectin-3 (Gal-3) and specific CVS biomarkers were measured in plasma of 16 male recreational divers before and after (30 min, 3 and 6 h) diving (total time of 30 min at 30 m depth) undertaken a after long non-dive period. The one-time SCUBA dive caused a significant increase in Gal-3, N-terminal prohormone of brain natriuretic peptide (NT-proBNP), high-sensitivity troponin-I (hs-TnI), and myoglobin immediately after diving. Whereas Gal-3 and myoglobin dropped down to the basal levels during the recovery period, NT-proBNP and hs-TnI concentration continued to increase. An immediate increase of vascular endothelial growth factor, detected immediately after diving, was followed by a significant decrease and return to the basal level, 3 and 6 h after diving, respectively. After a significant initial decrease, endothelin-1 increased during the recovery period, but did not return to the basal level. The observed changes in these biomarkers reflect comprehensive, but transient adaptation of CVS and muscular system to the specific environmental conditions during the SCUBA dive. Whether the recurrent activation of these adaption mechanisms due to repetitive dives has positive or negative effects on CVS remains to be elucidated.
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Hahn, Heidi Ann. « Training in Sport Diving : Can Improving Written Tests Improve Safety ? » Proceedings of the Human Factors Society Annual Meeting 30, no 6 (septembre 1986) : 524–27. http://dx.doi.org/10.1177/154193128603000603.

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Résumé :
A survey aimed at assessing the adequacy of the written testing materials used in certifying sport SCUBA divers was administered to 11 student divers. The results indicated that the areas of training concerned with the diving environment and with diving procedures were in need of improvement. Since these topics are critical to dive safety, it was concluded that improving the written training materials might have a positive impact on diving accidents and injuries.
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Beck, Gregor Gilpin, Thomas G. Smith et Michael O. Hammill. « Evaluation of Body Condition in the Northwest Atlantic Harp Seal (Phoca groenlandica) ». Canadian Journal of Fisheries and Aquatic Sciences 50, no 7 (1 juillet 1993) : 1372–81. http://dx.doi.org/10.1139/f93-157.

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We evaluated body condition in 315 harp seals (Phoca groenlandica) obtained between 1988 and 1991. Total percent lipid of blubber did not vary between the five body sites and three depths sampled. In nine winter specimens, blubber, carcass, viscera, and skin contributed 89.5, 8.7, 0.9, and 0.9% of total body lipid. Pregnant females in winter had higher percent lipid in muscle than males, but no difference was observed in percent lipid in liver or blubber or in liver mass. Those females obtained 1 mo postpartum had the highest percent lipid in muscle and liver, the heaviest livers, but the lowest blubber lipid content. Sculp mass (skin with attached blubber) increased from autumn through late winter, with pregnant females having heavier sculps than males in winter. Both sculp and core mass varied on a seasonal and annual basis in males and females. Blubber was most variable dorsally between 40 and 70% of length, measured from the snout, and thickest at 50%, coincident with the position of maximum girth. Blubber thickness measured over the sternum was significantly less variable than at the 50% dorsal position. The direct measurements of body component masses may be necessary to detect subtle differences in body condition.
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Messina, Nunziata. « IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no 1 (2 juillet 2016) : 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Buscemi, Francesco, Giulio Chiribella et Giacomo Mauro D'Ariano. « Quantum Erasure of Decoherence ». Open Systems & ; Information Dynamics 14, no 01 (mars 2007) : 53–61. http://dx.doi.org/10.1007/s11080-007-9028-4.

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We consider the classical algebra of observables that are diagonal in a given orthonormal basis, and define a complete decoherence process as a completely positive map that asymptotically converts any quantum observable into a diagonal one, while preserving the elements of the classical algebra. For quantum systems in dimension two and three any decoherence process can be undone by collecting classical information from the environment and using such an information to restore the initial system state. As a relevant example, we illustrate the quantum eraser of Scully et al. [Nature 351, 111 (1991)] as an example of environment-assisted correction, and present the generalization of the eraser setup for d-dimensional systems.
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Ahn, Hyunsook, John Tkaczynski, Khalil Bdeir, Victoria Stepanova, Douglas B. Cines, Mortimer Poncz et Sergei Zaitsev. « A Novel Platelet-Targeting Fibrinolytic Strategy : Endocytosed Urokinase By Megakaryocytes Is Stored in α-Granules and Is Functional In Vivo in a Murine Model of Thrombosis ». Blood 134, Supplement_1 (13 novembre 2019) : 3627. http://dx.doi.org/10.1182/blood-2019-124501.

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We have been interested in developing fibrinolytic agents that have a prolonged half-life and can selectively prevent new thrombi from forming without destabilizing established hemostatic clots. We believe that platelet-targeting of urokinase plasminogen activator (uPA) might be able to achieve this goal. Two approaches had been tried in the past: In the first, we had generated chimeric drugs consisting of a platelet-targeting scFvs fused to a thrombin activatable low molecular weight (LMW) uPA (uPA-T). Infused scFv/uPA-T bound to circulating platelets that targeted the fusion within nascent thrombi where significant amounts of thrombin are generated to activate surface-bound scFv/uPA-T. In contrast, mature thrombi are spared because scFv/uPA-T platelets are not activated on the "shell", nor do they penetrate the "core" where thrombin might be present. Murine studies affirmed αIIbβ3-directed scFv/uPA-T provided thromboprophylaxis, but therapeutic doses caused significant thrombocytopenia in murine and baboon models. We therefore considered a second approach: ectopic storage of uPA during megakaryopoiesis. We found that scuPA was stored in platelet α-granules of transgenic mice that ectopically express single-chain uPA (scuPA) and did not cause systemic fibrinolysis. Infusion of such "scuPA platelets" into wildtype mice was highly effective at preventing new thrombi from developing. We now wish to develop this strategy further by taking advantage of ongoing efforts by others to generate in vitro-grown megakaryocytes (Mks) and platelets that can be modified to express uPA near the point-of-care and then infused into patients, bypassing the need to establish uPA-expressing hematopoietic cell lines. We have previously shown that Mks express low-density lipoprotein (LDL) receptor-related protein 1 (LRP1) during their maturation, whereas the platelets that are released do not. We now asked whether in vitro-grown Mks beginning with CD34+ hematopoietic cells would endocytose uPA as seen in other cell types. We show that Mks internalize and store scuPA (scu-Mks, Fig. 1A), as well as LMW uPA and uPA-T (not shown) after overnight incubation. Endocytosed uPA is found within membrane bound structures that partly colocalize with von Willebrand factor (VWF)-positive granules, suggesting uPA is sorted to α-granules (Fig. 1A). Uptake is blocked by receptor-associated protein (RAP), which inhibits endocytosis by LDL receptor family members, including LRP1. We then studied whether platelets with endocytosed scuPA (scuPA-Plts) prevent nascent thrombus development in immunodeficient NOD-scid IL2rγnull (NSG) mice that are also homozygous for VWFR1326H (a single amino acid substitution that switches species selectivity of VWF so that it binds human platelet glycoprotein (GP) Ib/IX receptor rather than mouse GPIb/IX). These mice show a mild bleeding diathesis in a Rose Bengal photochemical carotid artery injury model unless they are infused with human Mks, which we have shown go on to release functional platelets in the recipient animal in its pulmonary capillary bed over the ensuing several hours (Fig. 1B). Thus, when 106 Mks not exposed to uPA were infused so that ~1-10% of circulating platelets were human, thrombi developed in this model; however similar infusion of scuPA-Mks did not occlude (Fig. 1B). In tail clip studies in the same genotypic mice, where the mice were first corrected with human platelets (Fig. 1C) followed 10 min later by scuPA-Mks, rebleeding did not develop when given a similar dose of scuPA-Mks that prevented thrombosis in the photochemical injury model. These studies suggest that Mks internalize biologically relevant concentrations of uPA through a process likely to involve LRP1. Whether ex vivo loading of Mks with uPA can serve as model for point-of-care therapeutics for thromboprophylaxis and diverse other hematologic and non-hematologic indications should be explored. Disclosures No relevant conflicts of interest to declare.
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De Domizio, Anna, et Darja Mertelj. « I giochi didattici nell’insegnamento/apprendimento d’italiano come lingua straniera ». Journal for Foreign Languages 7, no 1 (30 décembre 2015) : 191–215. http://dx.doi.org/10.4312/vestnik.7.191-215.

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Nonostante le numerose e diverse definizioni del gioco, in generale, si considera che il gioco stimoli e sostenga lo sviluppo cognitivo, sociale, emozionale e motorio degli individui. Nell’ambiente scolastico si usano i cosiddetti giochi didattici che sono organizzati in base agli obiettivi formativi. La differenza tra questi e i ‘giochi popolari’ consiste nel fatto che questi non sono frutto della tradizione popolare o dell’invenzione spontanea dei bambini, ma sono creati e adattati dagli insegnanti stessi, secondo criteri organizzativi e contenutistici che coincidono con gli obiettivi specifici dell’unità didattica. In conseguenza sono sempre più numerosi gli insegnanti e gli autori di libri di testo che decidono di includere questo tipo di tecnica didattica nel processo d’insegnamento. I giochi didattici nelle lezioni di lingue straniere hanno un’importanza notevole perché possono essere usati sia per sviluppare le abilità ricettive che per quelle produttive. Un’ulteriore caratteristica potenzialmente positiva dei giochi didattici è che non sono adatti solo per bambini ma anche per adolescenti e adulti, quindi adatti anche per l’insegnamento delle lingue straniere in vari contesti d’apprendimento. Nella parte empirica di quest’articolo si cerca di chiarire in quale misura si usino i giochi didattici durante le lezioni d’italiano come lingua straniera nelle scuole secondarie superiori e come questa tecnica d’insegnamento/apprendimento sia accolta tra gli studenti.
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Thom, Stephen R., Tatyana N. Milovanova, Marina Bogush, Veena M. Bhopale, Ming Yang, Kim Bushmann, Neal W. Pollock, Marko Ljubkovic, Petar Denoble et Zeljko Dujic. « Microparticle production, neutrophil activation, and intravascular bubbles following open-water SCUBA diving ». Journal of Applied Physiology 112, no 8 (15 avril 2012) : 1268–78. http://dx.doi.org/10.1152/japplphysiol.01305.2011.

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The goal of this study was to evaluate annexin V-positive microparticles (MPs) and neutrophil activation in humans following decompression from open-water SCUBA diving with the hypothesis that changes are related to intravascular bubble formation. Sixteen male volunteer divers followed a uniform profile of four daily SCUBA dives to 18 m of sea water for 47 min. Blood was obtained prior to and at 80 min following the first and fourth dives to evaluate the impact of repetitive diving, and intravascular bubbles were quantified by trans-thoracic echocardiography carried out at 20-min intervals for 2 h after each dive. MPs increased by 3.4-fold after each dive, neutrophil activation occurred as assessed by surface expression of myeloperoxidase and the CD18 component of β2-integrins, and there was an increased presence of the platelet-derived CD41 protein on the neutrophil surface indicating interactions with platelet membranes. Intravascular bubbles were detected in all divers. Surprisingly, significant inverse correlations were found among postdiving bubble scores and MPs, most consistently at 80 min or more after the dive on the fourth day. There were significant positive correlations between MPs and platelet-neutrophil interactions after the first dive and between platelet-neutrophil interactions and neutrophil activation documented as an elevation in β2-integrin expression after the fourth dive. We conclude that MPs- and neutrophil-related events in humans are consistent with findings in an animal decompression model. Whether there are causal relationships among bubbles, MPs, platelet-neutrophil interactions, and neutrophil activation remains obscure and requires additional study.
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Hobson, R. S. « Dental evaluation of scuba diving mouthpieces using a subject assessment index and radiological analysis of jaw position ». British Journal of Sports Medicine 35, no 2 (1 avril 2001) : 84–88. http://dx.doi.org/10.1136/bjsm.35.2.84.

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Boligon, Aline Augusti, Bruna Ribeiro Magoga, Andrieli Cassel Feltrin, Vanessa Janovik et Margareth Linde Athayde. « Potencial antioxidante in vitro, conteúdo de fenóis e flavonóides nos ramos de Scutia buxifolia Reissek ». Saúde (Santa Maria) 35, no 1 (3 juillet 2009) : 34. http://dx.doi.org/10.5902/223658346527.

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O presente trabalho descreve a avaliação da atividade antioxidante pela metodologia do radical livre DPPH, o doseamento de polifenóis pelo método de Folin-Ciocalteau e teor de flavonóides no extrato bruto e nas frações dos ramos de Scutia buxifolia (coronilha). O conteúdo de polifenóis e flavonóides variaram de 102,02 ± 0,71 a 318,82 ± 1,62 miligrama de ácido pirogálico por grama de planta seca e 83,47 ± 0,93 a 140,71 ± 2,14 miligrama de rutina por grama de planta seca, respectivamente. O IC50, concentração necessária para inibir a atividade do DPPH em 50% foi: extrato bruto > CH2Cl2 > AcOEt > n-BuOH. No presente estudo foi possível estabelecer uma alta correlação positiva entre compostos fenólicos das frações e a atividade antioxidante destas (0,99). Estes resultados indicam que S. buxifolia possui Substâncias químicas capazes de capturarem radicais livres, compostos promissores na busca de fármacos antioxidantes contra doenças decorrentes do estresse oxidativo, sendo as frações n-BuOH e AcOEt as mais efetivas.
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HAN, WU, JIE LIU, YIFAN LUO et HONGQU TANG. « No longer endemic to Africa : Kribiodosis Kieffer, 1921 (Diptera, Chironomidae) new to Oriental China with a phylogeny and expanded adult generic diagnoses ». Zootaxa 5072, no 6 (3 décembre 2021) : 560–74. http://dx.doi.org/10.11646/zootaxa.5072.6.4.

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Kribiodosis Kieffer, 1921, an African genus of Chironomini (Diptera: Chironomidae), is newly recorded from the Oriental region through a new species K. cantonensis sp. n. Detailed descriptions of the male, female and a DNA barcode are provided. With the inclusion of the new species bearing scutal tubercle and fused tibial comb, the generic diagnosis needs revision and expansion. The phylogenetic position of Kribiodosis within the tribe Chironomini is explored based on five concatenated genetic makers (18S, 28S, CAD1, CAD4 and COI-3P) using both mixed-model Bayesian inference and maximum likelihood methods. Kribiodosis is placed as a core member of the Microtendipes group but its precise sister group remains unclear. Inclusion of the analysis of Nilodosis Kieffer, another Chironomini genus with an African-Oriental distribution, reveals an unexpected robust position as sister to a large and diverse inclusive group of many Chironomini.
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