Articles de revues sur le sujet « Scrittura del testo »

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Garosi, Linda. « I Taccuini di Pirandello, ovvero l’immaginario fantastico nella stanza segreta dello scrittore ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 3 (20 juin 2018) : 745–62. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818781865.

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Résumé :
Il saggio propone una lettura dei taccuini pirandelliani editi ( Taccuino di Coazze, Taccuino di Harvard e Taccuino segreto) in quanto testi autonomi. Nella prima parte si tracciano le coordinate concettuali su cui poggia la definizione dello statuto finzionale ibrido del corpus oggetto di studio. Sebbene si tratti di una scrittura periferica rispetto all’opera pirandelliana, i taccuini racchiudono tuttavia i fondamentali segmenti del percorso di ricerca compiuto dallo scrittore. Proiettano l’immaginario fantastico dell’artista ed è possibile quindi inquadrarli nel territorio irregolare delle scritture dell’io. Da questa angolatura, rappresentano la soglia della stanza più “segreta” e intima di Pirandello. Su tali presupposti, nella seconda parte, si prendono in esame i testi sul tema fondamentale del personaggio. Seguendo questo filo rosso, vengono messi in evidenza la genesi e i tratti distintivi delle figure che abitano la produzione artistica pirandelliana. Nel contempo viene riscontrata, inscritta nella finzione, la presenza dello scrittore. Tale gioco di specchi culmina, e si fa scoperto, nel Taccuino segreto. Il materiale raccolto in questo testo è attraversato, infatti, da una metaletterarietà che getta luce, retrospettivamente, anche sugli altri testi meno espliciti in tale senso.
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Haręzga, Stanisław. « Rola Pisma Świętego w Kościele według 2 Tm 3,14-17 ». Verbum Vitae 13 (14 janvier 2008) : 169–77. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1462.

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Résumé :
Nella Seconda Lettera a Timoteo si legge il passo piu rilevante di tutto il Nuovo Testamento circa il rapporto tra Sacra Scrittura e azione pastorale (2 Tm 3,14-17). In questo testo l'accento e posto, piu che sulla ispirazione, sulla efficacia della Parola di Dio scritta nella vita del credente e sulla sua utilita nel ministero pastorale. L'analisi da noi realizzata ci lascia di rivisitarlo sotto questo profilo.II brano si articola in due frasi nelia struttura chiastica: A(v. 14a), B (v. 14b-15), B1 (v. 16), A1 (v. 17). Dopo questa l' analisi la riffiesione si eoncentra sui molo delie Scritture, sulla loro efficacia formativa in ordine alla vita cristiana e sulla missione dei pastori delia Chiesa.
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Dell’Agnola, Daniele. « Connessioni. Intrecci di testi, parole e storie, per ascoltare l’altro e sé stessi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : 87–100. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.04.

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Résumé :
Nel contributo si descrive un lavoro svolto con allievi tredicenni che hanno cercato di esplorare, ricreare e ricercare i significati del proprio vissuto attraverso il testo letterario e attraverso la scrittura. La relazione tra i giovani lettori e ciò che era loro familiare ha rappresentato il motore di un percorso didattico mosso da una continua conversazione tra l’insegnante, le allieve e gli allievi e i testi. L’itinerario si è rivelato essere un’occasione per riflettere sulle connessioni possibili tra il testo letterario e chi, adolescente, svolge dei compiti di lettura e scrittura.
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Petrilli, Susan, et Augusto Ponzio. « L’accentuazione e la ri-accentuazione nella lingua, nella scrittura letteraria e nella traduzione ». Letrônica 14, sup. (31 décembre 2021) : e42510. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42510.

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Résumé :
Intonacija, akcentuacija sono termini ricorrenti nei testi di Michail Bachtin e Valentin N. Vološinov. Ogni enunciazione, ogni testo, ha la sua intonazione e la sua specifica accentuazione. La comprensione non è solo comprensione del contenuto, del significato, ma anche e soprattutto comprensione del testo comprensione del senso, e il senso è dato proprio dalla particolare, specifica intonazione, dalla singolare accentuazione. Ciò non vale soltanto nel parlato, ma anche nella scrittura, dunque nella lettura e anche nella traduzione interlinguistica. È compito del traduttore saper riaccentuare il testo nella lingua d’arrivo così come “risuona” nella lingua di partenza
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Barbetta, Pietro. « Note preliminari per una "fiction" sul caso Lucia Joyce ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 61–73. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016004.

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Résumé :
Il testo indaga il caso clinico di Lucia Joyce alla luce della scrittura del padre e in relazione alle interpretazioni psicoanalitiche di Jung e Lacan. L'ipotesi piů accreditata č che la scrittura di Joyce o la condizione nomadica e precaria della famiglia Joyce abbia avuto conseguenze riguardo al disordine psichico di Lucia. In questo testo cercherň di discutere quest'idea proponendo un'ipotesi clinica differente, legata alla iatrogenicitŕ degli interventi e degli internamenti psichiatrici subiti dalla figlia di Joyce contro la volontŕ propria e del padre, che leggeva invece nelle condotte della figlia ammirevoli e sconvolgenti capacitŕ telepatiche.
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Pelillo-Hestermeyer, Giulia. « Il racconto della quotidianità nella genesi del tempo. » Mnemosyne, no 1 (1 septembre 2008) : 11. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i1.11493.

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Résumé :
Nel diario al centro del saggio la registrazione del quotidiano si estende per un arco di tempo di trenta anni, dal 1959 al 1989. La scrittura registra in modo particolare la “normalità” della quotidianità, piuttosto che gli eventi eccezionali, introducendo il lettore in un lungo spaccato di vita dello scrivente. Nel descrivere ed analizzare questo testo il saggio parte dal dato linguistico, mostrando come il linguaggio, insieme ai contenuti espressi, si faccia testimone di un periodo storico e di un programma (oltre che di una storia) di vita allo stesso tempo. La tesi di fondo è che in un diario giornaliero la scrittura non sia soltanto uno strumento di registrazione, ma anche di ri-costruzione dell’esperienza.
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Menghi, Céline. « Un analista puň essere anche uno scrittore ? » ATTUALITŔ LACANIANA, no 9 (avril 2009) : 123–27. http://dx.doi.org/10.3280/ala2009-009010.

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Résumé :
- n questo testo si evidenzia un cambiamento di statuto della scrittura. La scrittura, da modalitŕ del soggetto per farsi La sua Storia e per dire l'indicibile dell'essere, presa nel dispositivo analitico e nella logica del fantasma e dell'al-di-lŕ del fantasma, si fa marchio, lettera a partire dalla sgrammaticatura del linguaggio, a partire dalla parola presa nel corpo. Uno snodo importante dell'esperienza analitica mette in luce un punto chiave di non ritorno per il soggetto sulla via della sua riduzione a oggetto. Parole chiave: terminal - lingua-sul-reale - corpo estraneo - lalangue - Piů-Nessuno
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Zavaglini, Claudia. « Dialegesthai. Il dialogo come pratica in Michelstaedter ». Estudios Románicos 27 (19 octobre 2018) : 253–64. http://dx.doi.org/10.6018/er/346681.

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Résumé :
Il contributo si sofferma sulle declinazioni della dialogicità in Michelstaedter e ne descrive l’importanza a livello sia biografico che testuale, evidenziando come la pratica del dialogo si profili in tutti e due i casi come scelta consapevole. La scrittura risulta contaminata dall’intenzionalità dialogica, che si esprime talvolta nell’onnipresenza del tu nel testo, talvolta nell’utilizzo del dialogismo a supporto dell’argomentazione, fino all’uso del dialogo puro. Nella parte conclusiva vengono ipotizzate le motivazioni della scelta dialogica e, attraverso Il dialogo della salute, la correlazione tra forma e finalità della scrittura.
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Ponzio, Luciano. « Enunciazione non iterabile e interrelazione tra scrittura e immagini del mondo ». Letrônica 14, sup. (31 décembre 2021) : e42539. http://dx.doi.org/10.15448/1984-4301.2021.s.42539.

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Produrre e comprendere segni significa partecipare ai processi comunicativi. Il segnico è il campo dell’ambivalenza, della somiglianza, della deviazione, della creatività, in cui tutto si decide per relazioni e pratiche sociali (io-per-me, l’altro-per-me e io-per-l’altro, come dice Bachtin). Il testo artistico fornisce la possibilità di cogliere al meglio la struttura dialogica dell’enunciazione. Bachtin mostra come il senso del testo non dipenda dagli elementi ripetibili del sistema di segni con cui è composto (interpretanti di identificazione) ma nella sua stessa costituzione, e non solo nella sua manifestazione; esso è situato nei rapporti di rinvio, di differimento (interpretanti di comprensione rispondente) che danno luogo ad una catena di testi ad esso antecedenti e ad esso successivi. Nel dispiegarne la trama, pur rispettandone regole, forme e strutture, l’enunciazione letteraria del discorso indiretto libero è capace di trasgredirle in un fitto dialogo intertestuale e, diacronicamente, tra autori differenti.
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Lazzaretti, Letizia. « Efficacia di un progetto di educazione linguistica inclusivo su auto-percezioni e struttura di testi narrativi ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 11–41. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.01.

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Lo studio ha confrontato gli alunni con DSA di 4 classi sperimentali (tot. 8) e 3 di controllo (tot. 7) su abilità di scrittura e auto-percezioni su atteggiamenti di scrittura e benessere di classe. Le classi sperimentali hanno seguito un progetto di educazione linguistica che, tra i suoi obiettivi, annovera la promozione di atteggiamenti motivati e strategici verso la scrittura e la costruzione di un clima di classe sereno e inclusivo; le classi di controllo hanno seguito la normale programmazione prevista per l’anno scolastico in corso. Gli alunni hanno scritto un testo narrativo, valutato con procedure olistiche e analitiche, e completato tre questionari di auto-percezione inerenti a autoefficacia, strategie di scrittura e benessere di classe. I risultati evidenziano che le abilità di scrittura e le percezioni sono migliori per il gruppo sperimentale, soprattutto per gli alunni con DSA. Da qui emerge l’efficacia del Progetto nel garantire una didattica inclusiva e un miglioramento di abilità e percezioni di scrittura per tutti gli studenti con difficoltà, anche quelli con DSA.
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Campagnolo, Augusto. « COMPETENZE DI ACCESSO ALL’UNIVERSITÀ : DALLA COMPRENSIONE DEL TESTO ALLA SCRITTURA DI SINTESI ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 633–59. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18319.

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Résumé :
Per favorire un raccordo tra Scuola superiore e Università, l’articolo propone una riflessione sulle competenze linguistiche richieste agli studenti che accedono ai corsi di laurea, in particolare a quelli della Scuola di Scienze Umane. A partire dall’analisi di due testi, l’articolo illustra l’intreccio di competenze necessarie allo studente sia in fase di lettura e comprensione sia in fase di produzione del riassunto, e intende sostenere come la comprensione richieda anche una riscrittura e come il riassunto sia profondamente condizionato dai processi di analisi e comprensione del testo. L’esperienza dell’autore, maturata nei corsi di recupero delle competenze linguistiche, ha evidenziato come la pratica del riassunto sia uno strumento essenziale per migliorare le competenze di comprensione e di produzione scritta perché costringe lo studente a confrontarsi in modo analitico con i diversi livelli del testo e ad adottare le strategie linguistiche e le forme testuali più adeguate per riprodurlo. University access skills: from text comprehension to summary writing In order to encourage a connection between the High School and University, this article proposes a reflection on the required linguistic competences for students who enroll in degree courses, in particular those in the School of Human Sciences. Starting from the analysis of two texts, the article illustrates the intertwining of skills needed by the student both in the reading-and-comprehension phase and in the summary production phase, showing how comprehension also requires rewriting and how summarizing is deeply conditioned by the processes of analysis and comprehension of the text. The author’s experience, matured in remedial language skills courses, has shown how the practice of summarizing is an essential tool to improve comprehension and written production skills because it forces the student to deal with the different levels of the text analytically and adopt the most appropriate linguistic strategies and textual forms to reproduce it.
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Mosca, Anna. « Scannasurice di enzo moscato : um esempio di plurilinguismo del teatro italiano ». Dramaturgias, no 7 (4 juillet 2018) : 14–31. http://dx.doi.org/10.26512/dramaturgias.v0i7.9505.

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Résumé :
Il presente articolo propone una riflessione sulla peculiarità linguistica, e conseguentemente, sulle specifiche questioni traduttologiche del Teatro Italiano, attraverso lo studio di Scannasurice (Degolarratos), testo teatrale del drammaturgo, attore e regista Enzo Moscato, come esempio di scrittura ibrida tra italiano e napoletano. Si analizza dunque la traduzione di alcuni frammenti di Scannasurice dal napoletano al portoghese del Brasile e, pari- menti, si presenta la contestualizzazione dell’opera nella prospettiva storica, artistica, teatrale nell’ambito della Tradizione Drammatica Italiana e Napoletana.
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Guarracino, Serena. « [rec. to] I sensi del testo. Scrittura, riscrittura e traduzione (Giuseppe Sofo) ». Le Simplegadi, no 19 (novembre 2019) : 274–76. http://dx.doi.org/10.17456/simple-144.

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Berardi, Elisabetta. « La scrittura come gioco e prima cura del trauma ». PSICOTERAPIA PSICOANALITICA, no 1 (juin 2021) : 124–33. http://dx.doi.org/10.3280/psp2021-001008.

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Résumé :
L'autrice racconta un particolare utilizzo della scrittura e, nello specifico, del "giocare" con le parole come mezzo terapeutico o pre-terapeutico, utile per "raffreddare" e affrontare indirettamente aspetti traumatici e talvolta uscire, attraverso la narrazione, dall'identificazione con l'aggressore. La prima esperienza riportata è quella di un atelier proposto a un gruppo di ragazze come un gioco in cui, partendo da disegni, testi autobiografici o stralci di narrativa scelti, il materiale viene fatto girare, di mano in mano, così che dalle mani di ognuno si possa attingere alla propria mente e all'apporto che ne può dare in termini di nuova significazione. Tale modalità, pur permettendo alle diverse significazioni di unirsi e permettendo a ognuno di nutrirsene, permette al contempo a ognuno di proteggersi da un contatto esclusivo e troppo approfondito con materiali psichici molto incandescenti. Nelle altre due esperienze riportate, il rapporto è a due, terapeuta paziente, ma anche in questi casi si utilizza il giocare con le parole, con il loro transito da una mente all'altra per mezzo della concretezza di carta e mani. L'attenzione viene posta in particolare sulla dinamica che si crea nel momento in cui il materiale di qualcuno viene rimaneggiato da qualcun altro, che permette di farsi toccare dal materiale stesso, per poi restituirlo al mittente in una sorta di rêverie mediata dal testo.
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PASTORELLO, Lucila. « Para quem escreve uma criança ? » INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 377. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244915.

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RESUMOConsiderando a leitura e a escrita como práticas sócias da linguagem, este texto pretende focalizar o endereçamento do texto escrito pela criança. A proposta é realizar um exercício reflexivo a partir dos índices de subjetividade observados em textos escritos por uma mesma criança em diferentes momentos do processo de apropriação da escrita. É possível observar desde os primeiros textos a presença de um interlocutor na escrita da criança, uma marca de alteridade que confere sentido à escrita. Leitura e escrita. Subjetividade. Escrito. To whom do a child writes? ABSTRACT Considering the reading and writing associal practices of the language, the subject intends to focus on the addressing of the text written by the child. The proposal is to do a reflexive exercise from the subjective indexes seen in texts written by the same child in different moments of the process of writing appropriation. It is possible to observe from the first texts the presence of a interlocutor in the child writing, a mark of otherness that provides sense to the writing. Reading and writing. Subjective. Write. ¿Para qué sirve un niño? RESUMEN Considerando la lectura y la escritura como prácticas sociales del lenguaje, este texto intenta enfocarse en el direccionamento del texto escrito por niños. La propuesta es llevar a cabo un ejercicio reflexivo basado en los índices de subjetividad observados en textos escritos por uno mismo niño en diferentes momentos del proceso de apropiación de la escrita. Es posible observar desde los primeros textos la presencia de un interlocutor en la escritura del niño, una marca de alteridad que le dio un significado a la escrita. Lectura y escritura. Subjetividad. Escritura. A cosa serve un bambino? SINTESE Considerando la lettura e la scrittura come pratiche sociali del linguaggio, questo testo cerca di concentrarsi sulla direzione del testo scritto dai bambini. La proposta è di svolgere un esercizio riflessivo basato sugli indici di soggettività osservati nei testi scritti dallo stesso bambino in momenti diversi del processo di appropriazione di quello scritto. È possibile osservare dai primi testi la presenza di un interlocutore nella scrittura del bambino, un segno di alterità che ha dato il significato scritto.Linguaggio. Scrittura. Lettura.
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Lenart Perger, Meta. « Sulle tracce di Giovanna d’Arco tra mito e documento storico : l’indagine spaziale di M. Morazzoni ne Il fuoco di Jeanne ». Ars & ; Humanitas 13, no 2 (26 décembre 2019) : 119–31. http://dx.doi.org/10.4312/ars.13.2.119-131.

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Calata nell’episteme postmoderna, ma sempre un po' restia ad abbracciare pienamente la tendenza stilistica del postmodernismo, Marta Morazzoni si è ritagliata una scrittura che evita forme di ostentata metanarrazione, pur lasciando cadere degli accenti sull’attività di costruzione del testo. Allo stesso tempo riprende anche motivi e strategie della prosa dei modernisti, e in particolare la ricerca di una forte dimensione psicologica del narrato con una preferenza quindi per un discorso basato sulla rifl essione piuttosto che sull'azione.
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Alessio, Gian Carlo. « L'ars dictaminis nel Quattrocento italiano : eclissi o persistenza ? » Rhetorica 19, no 2 (2001) : 155–73. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2001.19.2.155.

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Con particolare riferimento alle norme tramandate dai manuali composti tra la seconda meta dell'XI secolo e la fine del Quattrocento vengono individuate ed esaminate nel loro manifestarsi in testi rappresentativi del genere le linee di sviluppo dell'ars dictaminis. Questo consente di accertare che nel XV secolo l'ars dictaminis mantiene ancora un ruolo primario non solo come normativa per la scrittura dell'epistola ma anche come corpus di regole riferibili alla composizione di qualsiasi testo, scritto ed orale; in questo periodo la normativa contenuta nei trattati si compone di una mescolanza di elementi tradizionali, che provengono soprattutto dalla trattatistica del XIII secolo, e di innovazione, attraverso spunti dottrinari che hanno la loro prima origine nel XIV secolo.
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Beneteau, David. « Per un'edizione critica della versione toscana dell'«Histoire ancienne jusqu'a Cesar» contenuta nel manoscritto Hamilton 67 : «Le verace istorie romane» ». Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, no 2 (30 décembre 2021) : 135–63. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/16066.

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Presento in quest’articolo una notizia della imminente pubblicazione di un libro, Le verace istorie Romane, basato sul manoscrittto Hamilton 67 della Bi- blioteca nazionale della Germania a Berlino, datato 1313. In questo articolo sot- tolineo il rapporto fra i diversi codici, la forma della scrittura dell’estensore Lapo Corsini e la sua storia, e il metodo unico di contaminare e di associare codici da lingue diverse. Alla fine dell’articolo presento due campioni del testo, dalla storia dell’invasione di Annibale e delle meraviglie che appaiono, e dal racconto della peste e dell’infestazione mortale dei grilli.
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Clarke, Georgia. « Vitruvian Paradigms ». Papers of the British School at Rome 70 (novembre 2002) : 319–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002191.

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PARADIGMI VITRUVIANIQuesto articolo esamina la diffusione e la conoscenza del De archittctura di Vitruvio in Italia nel quindicesimo secolo e dimostra come l'interesse verso di esso sia aumentato nel corso del secolo, come attestato dal numero di copie di manoscritti realizzato dalla metà del secolo in poi, dall'influenza vitruviana sulla scrittura e la traduzione di altri trattati di architettura, e dalla stampa del De architettura nel 1487/8. Questo tipo di attenzione va messo in relazione con il contemporaneo interesse nei confronti dell'architettura da parte di mecenati, studiosi ed architetti. Nei primi decenni del sedicesimo secolo, Vitruvio occupava di già una posizione centrale in rapporto alla teoria architettonica tanto che fu prodotta nel corso del secolo tutta una serie di edizioni del testo. In alcuni testi, ma sopratutto nella pubblicazione sull'architettura del 1537 di Sebastiano Serlio, gli ordini vennero enfatizzati come la parte più importante dell'architettura e a Vitruvio fu concessa la massima autorità. In seguito, riferimenti a Vitruvio furono usati per giustificare teorie che dipendevano sia dalle idee e formulazioni del sedicesimo secolo che dal De architettura stesso.
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Rusconi, Fabrizio. « Scrittura e intertestualità ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda ». Revista de Italianística, no 37 (30 décembre 2018) : 58–65. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i37p58-65.

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L’articolo, prendendo spunto da una espressione di Gianfranco Conti- ni che a proposito di Gadda parla di “rimpianto della letteratura perduta”, si ripropone di analizzare, ne La Cognizione del Dolore di Carlo Emilio Gadda, l’emersione di una nostalgia testuale verso quelli autori e quelle opere del passato in cui tra letteratura e mondo non si era ancora frapposto il sospetto, l’incomprensione che caratterizzeranno il XX secolo. Gli spazi, le forme e i modi attraverso cui questa nostalgia si fa sensibi- le dipendono dal complesso gioco intertestuale affidato al testo. Pastiche, citazione, traduzione sono tra le principali modalità che l’autore della Cognizione sceglie per tematizzare ambiguamente la discontinuità tra presente e passato. Dietro all’apparente sarcasmo e all’ironia con cui sono trattati gli autori catturati nella vertigine intertestu- ale il lettore potrà avvertire un sentimento di lontananza, rimpianto e nostalgia.
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Iaconis, Valeria. « “Una sola donna, una sola voce” : Un'indagine “investigativa” su una novella d'autrice di fine Ottocento ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (9 mars 2019) : 408–24. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831967.

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La scrittura di mano femminile, fenomeno vistoso dell’Italia del secondo Ottocento, porta all’attenzione del pubblico le problematiche legali e sociali legate alla condizione della donna. Questo articolo analizza la novella Dopo la sentenza (1894) di Bruno Sperani, pseudonimo di Beatrice Speraz, quale esempio di tematizzazione dell’omicidio d’onore e di critica femminile ai codici postunitari. L’indagine si soffermerà sulle strutture narrative del testo, che privilegia il punto di vista situato del reo e l’uso sistematico delle figure dell’ellissi e della reticenza. Più che sulle informazioni esplicite nella novella, questa lettura si concentrerà sulla ricostruzione di quelle censurate. A tal fine verranno formulate ipotesi e deduzioni, instaurando un dialogo tra il testo e il contesto culturale e legale ad esso sottostante. Verranno così individuate le coordinate della percezione sociale del delitto d’onore, se ne osserverà il significato simbolico, e si evidenzierà la contestazione della nozione di rilevanza legale, attuata attraverso la valorizzazione del punto di vista femminile. Questo approccio, che prende le mosse dal movimento Law and Literature e dagli assunti del giusfemminismo, permetterà in ultima battuta di comprendere le dinamiche della violenza di genere ritratte da Sperani, violenza perpetrata materialmente dal protagonista, ma permessa e legittimata dall’orizzonte giuridico e sociale coevo.
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Campagnolo, Augusto, et Paola Iannacci. « IL RIASSUNTO NELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 698–719. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18323.

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L’articolo è nato dalla rielaborazione di un percorso sperimentato in alcune classi di scuola secondaria di primo grado. La sperimentazione era finalizzata alla produzione del riassunto, con particolare attenzione alle diverse fasi che ne permettono la realizzazione.In fase preliminare è stato dedicato uno spazio significativo alla comprensione, presupposto fondamentale per il passaggio alla scrittura del riassunto. Il modello di Angela Ferrari e del gruppo di Basilea ha costituito il riferimento e la guida teorica principali, sia nella fase di comprensione sia in quella di scrittura; gli autori hanno riservato pertanto una particolare attenzione alla ricostruzione dell’architettura semantica del testo, alla segmentazione in unità comunicative (Movimenti testuali) e alla rielaborazione linguistica, favorendo l’individuazione di domande che mettessero in evidenza le idee centrali del testo e le connessioni per la costruzione di un riassunto coerente e coeso. Summary writing in the secondary school This article is the result of the reworking of a course held in some secondary school classes. The experimentation was aimed at the drafting of the summary, with particular attention to the different phases in its realization. During the preliminary phase, significant time was devoted to comprehension, a fundamental prerequisite for the transition to the writing of the summary. The model by Angela Ferrari and the Basel group was the main reference and theoretical guide, both during the comprehension and the writing phases; therefore, the authors paid particular attention to the reconstruction of the semantic architecture of the text, the segmentation in communicative units (Textual Movements) and linguistic re-elaboration, encouraging the identification of questions that could highlight the central ideas in the text and the connections for the construction of a coherent and cohesive summary.
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Fornari Čuković, Maria. « “LA NAZIONE GIOVINETTA RESISTEVA AL COLOSSO” : FRACCAROLI E L’IMMAGINE DELLA SERBIA NEL LIBRO LA SERBIA NELLA SUA TERZA GUERRA : LETTERE DAL CAMPO SERBO (1915) ». Филолог – часопис за језик књижевност и културу 13, no 25 (30 juin 2022) : 389–405. http://dx.doi.org/10.21618/fil2225389f.

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Questo contributo ha come intento quello di presentare il rapporto tra uno dei giornalisti italiani più importanti di inizio Novecento, Arnaldo Fraccaroli, e la Serbia nei primi mesi della Grande Guerra. Fraccaroli viene annoverato dagli studiosi tra quei giornalisti quali Barzini, Civinini, Ojetti e altri che, con il loro lavoro e il loro stile di scrittura, hanno rappresentato un punto di svolta nella storia della carta stampata italiana. Piuttosto noto al grande pubblico durante la lunga carriera, il giornalista veronese, in parte fnito nel dimenticatoio dopo la sua morte, è stato riportato di recente all’attenzione dei lettori da un’accurata biografa scritta nel 2019 da Gian Pietro Olivetto. “La dolce vita di Fraka, cronista del Corriere della Sera” è il titolo dell’opera, da cui questo lavoro attinge parte delle informazioni sull’autore. La riscoperta di Fraccaroli, però, non si limita soltanto al libro di Olivetto, poiché nel 2017 la casa editrice Prometej di Novi Sad ha pubblicato la traduzione del libro “La Serbia nella sua terza guerra: lettere dal campo serbo”, scritto dal cronista italiano nel 1915. Questo testo, una raccolta di osservazioni e impressioni di viaggio annotate dal giornalista durante un viaggio da Salonicco a Belgrado nell’inverno del 1915, offre la possibilità, fnora poco approfondita, di considerare il lavoro di Fraccaroli nella prospettiva di un tramite tra i lettori italiani e la difcile realtà serba in quei primi mesi di guerra.
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Manzi, Alessandra. « Cosmopolitismo e piccola patria. La scrittura politica di Alvise Zenobio, nobile veneziano (1757-1817) ». IL RISORGIMENTO, no 1 (juin 2016) : 117–45. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001005.

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Résumé :
Il saggio ricostruisce l'avventurosa vita politica del nobile veneziano Alvise Zenobio, un repubblicano anglofilo che tra il 1789 e il 1815 si divise tra Londra e Parigi e intervenne a piu riprese sul significato degli anni rivoluzionari e napoleonici. Dapprima favorevole ai rivolgimenti francesi - tanto da tradurre in inglese un testo di Sieyes - guardo poi con preoccupazione alla nascita di una repubblica democratica per tornare in seguito a entusiasmarsi ai successi di Bonaparte in Italia. Nel 1797 plaudi al crollo della Serenissima e nel 1802 pubblico a Milano uno scritto di Hume, che gli sembrava dovesse ispirare la costituzione della Repubblica italiana. Presto deluso da Napoleone, tento, al momento del crollo dell'Impero francese, di perorare il ritorno all'indipendenza della Serenissima. Il saggio analizza i suoi molti scritti politici - spesso attribuendogliene alcuni pubblicati anonimi - e illustra un curioso percorso politico che esaurisce il cosmopolitismo dei Lumi nell'accettazione di una piccola patria ritrovata.
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Ferrari, Angela. « IL TESTO COME INTRECCIO DI GERARCHIE ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 582–94. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18315.

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Un testo ben scritto è caratterizzato da una vera e propria architettura, la quale è in sintonia con i suoi obiettivi comunicativi, con la tipologia a cui appartiene, con altri testi con cui dialoga, con il contesto in cui si manifesta, con le conoscenze e le aspettative del lettore. Una delle caratteristiche di fondo di questa architettura è la sua profonda costituzione gerarchica, la quale si applica alle sue unità secondo diversi principi. Così per esempio, c’è una gerarchia che distingue il piano principale del testo da quello degli incisi; c’è una gerarchia che interessa gli enunciati che formano il piano principale del testo, la quale è definita dalla sua progressione tematica e logico-argomentativa; c’è una gerarchia che caratterizza, a un livello più microscopico, il contenuto interno dei singoli enunciati, che viene ad articolarsi in informazioni in primo piano e informazioni sullo sfondo comunicativo. Le diverse gerarchie si disegnano a partire da indicazioni date dalla lingua – lessicali, sintattiche, interpuntive – e da operazioni inferenziali che chiamano in causa vari tipi di conoscenze extralinguistiche. L’obiettivo di questo intervento consiste nel tratteggiare l’intreccio di gerarchie che caratterizza i testi coerenti e coesi, e ciò sulla base di una serie di esemplificazioni tratte da testi autentici. Imparare, e poi insegnare, a riconoscerlo è fondamentale sia nell’ottica di una didattica della lettura sia in quella di una didattica della scrittura. E questo per quanto riguarda tutti i tipi di testi. Si pensi paradigmaticamente al riassunto, che – essendo un testo che elabora un altro testo – combina lettura e scrittura. Nella sua elaborazione, una grossa parte del lavoro consiste infatti proprio nel riconoscere ai diversi livelli le informazioni principali e quelle secondarie: nello sfrondare cum grano salis le seconde e nel riunire, combinare, generalizzare le prime. The text as a intertwine of hierarchies A well written text is characterized by a real architecture, which is in tune with its communicative objectives, its typology, with other texts it dialogues with, with the context where it manifests, with the reader’s knowledge and expectations. One of the basic characteristics of this architecture is its deep hierarchical constitution, which is applied to its units according to different principles. Thus, for example, there is a hierarchy that distinguishes the main level of the text from the asides; there is a hierarchy that affects the utterances that form the main level of the text, defined by its thematic and logical-argumentative progression; at a more microscopic level, there is a hierarchy that characterizes the internal content of the individual utterances, which is articulated into information in the foreground and information in the communicative background. The different hierarchies are drawn from indications given by the language - lexical, syntactic, interpunctual - and from inferential operations that involve various types of extralinguistic knowledge. The aim of this paper is to outline the interweaving of hierarchies that characterizes coherent and cohesive texts on the basis of a series of examples taken from authentic texts. Learning, and then teaching, how to recognize it is fundamental both for the teaching of reading and for the teaching of writing. This applies to all types of texts. Think paradigmatically of the summary, which - being a text that elaborates another text - combines reading and writing. In its elaboration, a large part of the work consists, in fact, in recognizing the main and secondary information at different levels: in pruning the latter cum grano salis and in reuniting, combining and generalizing the former.
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Masi, Maurizio. « Albino, la scrittura, la nevrosi. Ipotesi in margine all’eziologia nevrotica in Memoriale di Paolo Volponi ». Quaderni d'italianistica 40, no 1 (4 mai 2020) : 99–116. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v40i1.34154.

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Il seguente articolo intende valutare più approfonditamente alcune ipotesi sull’eziologia della nevrosi in Memoriale di Paolo Volponi, partendo proprio dall’originaria definizione di questa fornitaci da Freud. Spesso l’interpretazione del testo è rimasta troppo confinata ad un’esclusiva lettura in chiave di “romanzo familiare”, usando una dicitura strettamente analitica del contesto di riferimento, presentato quale unico fattore da cui scaturirebbe il disturbo nevrotico, ben più complesso e subdolo del previsto o di quanto, superficialmente, emerge dal vissuto di Albino, protagonista in primis ed io narrante della storia ed autore del memoriale. L’articolo, dopo una prima attenta e circostanziata descrizione della realtà interiore del nostro, delle sue attitudini ed aspettative, delle sue incertezze e, soprattutto, dei suoi “mali” fisici e morali che tornano quasi come un refrain nelle pagine e nelle note autobiografiche del romanzo, indaga il nesso molto stretto tra nevrosi, sindrome paranoide ed infezione tubercolotica, sulla base di quanto afferma in maniera profonda e precisa lo psichiatra francese Henri Baruk. La tesi si avvale, inoltre, di una confessione importante ad opera del protagonista che chiarisce bene le scaturigini della sua malattia fisica. Egli afferma, infatti, che la mancanza di una resistenza, di un pensiero “forte” fondato su progetti concreti e meno utopici ed astratti, aveva permesso alla tubercolosi d’insinuarsi inconsciamente e lentamente sotto la sua pelle.
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Simone, Andrea. « Dante “improvvisato” fra XVIII e XIX secolo : prassi esecutive e influenze culturali in evoluzione ». Dante e l'Arte 9 (22 décembre 2022) : 41–50. http://dx.doi.org/10.5565/rev/dea.160.

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L’articolo esamina i profili artistici e le prassi esecutive di alcuni tra i maggiori esponenti sette e ottocenteschi della poesia estemporanea di derivazione arcadica per indagare il loro contributo alla plurisecolare trasmissione orale della maggiore opera dell’Alighieri. Infatti, la fortuna della Commedia tra XVIII e XIX secolo, oltre ai canali filologico-letterari più ufficiali, passa anche per ambienti culturali al confine fra oralità e scrittura abitati da un pubblico educato alla fruizione di contenuti “alti” grazie alla mediazione di esperti dell’espressione di getto e della combinazione tra parola cantata e recitata, mimica e accompagnamento musicale. L’intreccio tra l’espressività intrinseca del testo e la capacità comunicativa di questi abili dicitori dell’ottava rima rinnovò la diffusione dei soggetti danteschi più emblematici nel passaggio dall’antico regime alla modernità.
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Della Ferrera, Leonardo. « Le memorie di Nicola Paravicini De Lunghi fra "liber chronicus" parrocchiale e autobiografia ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (décembre 2010) : 5–46. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-002001.

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In un manoscritto ottocentesco dovuto al sacerdote di un villaggio valtellinese, Nicola Paravicini De Lunghi (1820-1900), si susseguono considerazioni sulla vicenda personale dell'autore, sulla sua attivitŕ come parroco di paese, sulle condizioni sociali della zona e sulle questioni politiche scottanti all'epoca nel rapporto Chiesa - Stato (Roma capitale, soppressione degli ordini religiosi). Il testo indagato fornisce un esempio della ricchezza delle fonti di scrittura primaria, in particolare attraverso l'analisi del ruolo e della preparazione culturale del clero curato dell'Ottocento. Note biografiche: Leonardo Della Ferrera (1965) si č laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1989 e in Storia presso l'Universitŕ degli Studi di Milano nel 2009; attualmente insegna disegno in un istituto tecnico. E-mail: leonardo.dellaferrera@fastwebnet.it
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Sapienza, Annamaria. « Oltre il testo. La sperimentazione teatrale napoletana negli anni Sessanta e Settanta ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (22 avril 2018) : 631–47. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757476.

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Negli anni ’60 e ’70 un aspetto particolarmente incisivo del teatro a Napoli è costituito dalle esperienze di ricerca condotte da alcune formazioni che, con diverse modalità, lanciano un chiaro segnale di rinnovamento. In nome di un più libero legame con la tradizione e rifiutando come unico il modello eduardiano, i gruppi sperimentali di questi anni generano un’autentica spinta vitale che, per la presenza di un patrimonio artistico stratificatosi nei secoli, assume particolari connotazioni all’interno del generale clima di rinnovamento del teatro italiano. Il rapporto acentrico con il testo drammatico costituisce una delle caratteristiche principali di questo processo nel quale, attraverso l’integrazione di espressioni proprie delle varie arti, la scrittura scenica è spostata sulla sfera del visivo. Il sTeatro, Napoli, Recitazione, Avanguardia, Sperimentazioneaggio intende tracciare la parabola dellã avanguardia teatrale napoletana nei due decenni che precedono la nascita della nuova drammaturgia (Moscato, Ruccello, Santanelli), ovvero, identificare i protagonisti di una generazione di artisti che si nega alla visione folklorica della cultura partenopea volgendo l’attenzione ai testi teorici (ad esempio le prime traduzioni degli scritti di Brecht e Artaud), alla drammaturgia straniera (Genet, De Ghelderode, Lorca, Ionesco, Beckett) e ai padri del Nuovo Teatro (Living Theatre, Grotowski), preparando l’humus germinale di una più serena relazione con il passato che consente la produzione testuale degli anni a venire.
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Aloisio, Miriam. « Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba ». Quaderni d'italianistica 36, no 2 (27 juillet 2016) : 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Résumé :
Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Meghnagi, David. « "Le parole per dire". Trauma e scrittura nell'opera di Primo Levi ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2012) : 39–62. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002003.

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Résumé :
La formazione scientifica di Levi, col suo linguaggio chiaro e lontano "dal linguaggio del cuore", la tensione morale dei suoi scritti, hanno offerto una combinazione unica di elementi psicologici, stilistici e formali nel dare corpo a una delle opere piů significative di testimonianza che sia mai stata scritta sull'esperienza dei Lager. Per dare fondamento alla testimonianza, Primo Levi fa ricorso a un modello dantesco. Il suo attraversamento di un inferno reale č descritto attraverso una discesa dove l'internamento di Fossoli funge da limbo. Quando le parole di Dante non son in grado ad assolvere il compito, egli ricorre al linguaggio della Bibbia da cui fa sprigionare scintille. La lingua "marmorea" di Levi, la sua prosa asciutta e chiara, hanno una funzione allo stesso tempo etica e letteraria. Collocare Levi in una zona limite posta tra la letteratura vera e propria e l'attivitŕ di testimone, ha contribuito a occultare e rimuovere il problema della responsabilitŕ degli scrittori di fronte ai problemi piů inquietanti del nostro piů recente passato Per molti anni č sfuggito ai piů che "Se questo č un uomo" č un testo letterario oltre che un trattato filosofico antropologico su un'esperienza estrema che l'autore non ha smesso di rivisitare. Sotto questo aspetto il concetto di zona grigia, che nell'ultima sua opera occupa uno spazio dilatato rispetto alla sua prima opera, ha per Levi un valore euristico che oltrepassa la descrizione del comportamento umano in situazioni limite. La zona grigia di Levi assume nell'ultima opera di Levi il significato di un potente strumento conoscitivo che in un duplice gioco di specchi collega la ricerca di Levi alla monumentale ricerca storica di Hilberg alle riflessioni della Arendt e agli esperimenti di Stanley Milgram sull'obbedienza all'autoritŕ.
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Canevacci, Mássimo. « Aria de pixel : riprodutibilità aurática digitale ». Psicologia & ; Sociedade 22, no 1 (avril 2010) : 169–79. http://dx.doi.org/10.1590/s0102-71822010000100020.

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Résumé :
Il saggio parte dalla riflessione del testo Writing Culture di Clifford-Marcus. Dopo più di 20 anni, è possibile verificare come questa critica, anziché aprire verso il futuro, ha chiuso una fase della mono-scrittura etnografica basata sul concetto di retorica e autorità. Già nella metà degli anni '80 stavano nascendo forme compositive multi-linguistiche sperimentali che applicavano una "etnografia indisciplinata" a design, architettura, pubblicità, musica, cinema, web. Si apre la sfida per una università non solo basata su Facoltà territoriali. Diverse modalità di comunicare attraverso il digitale mescolano e sincretizzano le visioni dualistiche di Benjamin su aura e riproducibilità. La mia prospettiva finale è la riproducibilità auratica digitale.
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Jusup Magazin, Andrijana. « La narrazione umoristica di Federico Seismit-Doda ». SPONDE 2, no 1 (28 décembre 2022) : 33–44. http://dx.doi.org/10.15291/sponde.4087.

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Nel 1846 Federico Seismit-Doda (Ragusa, 1825 – Roma, 1893), politico e patriota italiano, originario della Dalmazia, pubblica sul giornale letterario veneto Il Gondoliere il testo Studi drammatici. Ore di un condannato… alla scena a due puntate in due numeri consecutivi. Nel suo contributo Seismit-Doda narra la (s)fortuna di un certo Luigi Ruffoli, autore drammatico che, tre anni dopo un esordio teatrale di successo, mette in scena una commedia che alla fine venne fischiata. Oltre all’analisi delle numerose coincidenze biografiche fra autore e protagonista, che permettono di definire l’intera narrazione come autobiografica, nel presente studio è stata approfondita la peculiarità della strategia narrativa umoristica del modello sterniano. L’autore ricorre a procedimenti narrativi e retorici che fanno scattare i meccanismi dell’umorismo, quali digressioni metanarrative, interruzioni, parodia dei linguaggi e dei codici. In tal modo si conferma capace di ricreare tutti gli effetti dello stile umoristico. D’altronde, prendendo in considerazione un contesto più vasto del filone narrativo italiano di carattere umoristico, la sperimentazione narrativa nel testo Ultime ore di un condannato… alla scena vale a riprova che Federico Seismit-Doda era propenso a ricorrere alle modalità tipiche della scrittura umoristica dell’Ottocento italiano.
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Vignati, Rinaldo. « Pasquino avvocato. Vincenzo Talarico e il cinema ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 2 (12 décembre 2019) : 658–83. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819887728.

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Résumé :
L’attività degli sceneggiatori è raramente sottoposta a un’analisi mirante a individuarne un profilo “autoriale” che, come viene abitualmente fatto per i registi, ne metta in luce stilemi ricorrenti e interessi tematici. L’articolo si propone di esaminare l'attività di sceneggiatore di Vincenzo Talarico. II tratto caratteristico di questo giornalista e scrittore è identificato nel contrasto fra l’attrazione per la retorica e l’atteggiamento sarcastico nei confronti della retorica, e quindi nella volontà di demolire con l'ironia le maschere pubbliche che coprono i vizi privati degli individui. Tale contrasto può essere sintetizzato da un lato dalle sue comparse, in qualità di interprete, in vari film nei quali si è calato nella parte di un avvocato dall’eloquio ampolloso e dai gesti enfatici, e dall’altro nella frequente presenza, nei film da lui sceneggiati, di scene in cui un discorso celebrativo e retorico viene continuamente interrotto, oppure contrappuntato da commenti sarcastici. Talarico, che Indro Montanelli definisce “specializzato nell’arte di mormorare”, ha spesso collaborato alla scrittura di film in cui venivano prese di mira le pose monumentali del fascismo. Anche nelle opere “di genere” (film comici, melodrammi) a cui ha collaborato si ravvisa la presenza di simili contrappunti. I film a cui ha partecipato prevedono spesso lo smascheramento di personaggio dotati di una doppia faccia. L'articolo esamina dettagliatamente le collaborazioni cinematografiche di Talarico, mettendole a confronto con alcuni testi letterari dello stesso autore (in particolare, le pagine su Tersite nel testo Pasquino insanguinato forniscono una guida per la lettura del suo percorso). L’articolo – che prende in esame anche alcuni testi inediti – intende quindi contribuire a far emergere legami tra film che gli approcci tradizionali, incentrati sul regista o sui generi, tendono a lasciare in ombra.
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Lazzarich, Marinko. « La memoria del confine. Il motivo della patria perduta nel romanzo Il cavallo di cartapesta di Osvaldo Ramous ». Quaderni d'italianistica 37, no 2 (27 janvier 2018) : 125–48. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v37i2.29232.

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Nei testi letterari degli anni 1945–1956 che parlano dell’e­sodo degli italiani dalla città di Fiume il motivo del confine diventa il simbolo della conservazione di un’identità nazionale divisa. Al con­tempo, il tema della terra natale perduta lega direttamente la lette­ratura fiumana a quella mondiale coeva. In questo testo si propone un’analisi della letteratura della migrazione italofona e della questione dell’esodo dalla sponda orientale dell’Adriatico; in particolare, sarà osservato il costituirsi di identità individuali e di gruppo attraverso l’esperienza letteraria di convivenza propria della città di Rijeka (la Fiume di un tempo). Punto focale dell’analisi sarà il multiculturalismo nella scrittura di Osvaldo Ramous (1905–1981), autore che rappresenta la continuità della letteratura italiana autoctona di Fiume, i cui scritti portano la testimonianza dei traumi storici che hanno segnato il destino dei suoi concittadini. Attraverso una lettura critica del romanzo Il cavallo di cartapesta (1969) si tenterà un esame della dimensione estetica e so­ciologica dell’interpretazione delle doppie identità di questa città di frontiera, cosa che, nel contesto di un’Europa contemporanea senza confini interni, rende attuale la questione della tolleranza verso l’altro. di confine, storia, identità repressa, rapporti letterari italo-croati, la questione adriatica.
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Bence-Muk, Mirona. « Premesse per un approccio linguistico al testo della Sacra Scrittura. Le valenze del linguaggio della fede visto come atto creatore ». Studia Universitatis Babeș-Bolyai Theologia Catholica 62, no 1-2 (29 décembre 2017) : 37–49. http://dx.doi.org/10.24193/theol.cath.2017.03.

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Nardi, Andrea. « PROGETTARE UN LIBRO DI TESTO DIGITALE TRA CRITICITÀ E OPPORTUNITÀ ». Media Education 9, no 2 (4 mai 2020) : 252–74. http://dx.doi.org/10.36253/me-8813.

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Résumé :
In Italia la vigente cornice legislativa prevede nelle scuole la transizione al libro di testo elettronico e individua nei docenti i principali soggetti coinvolti nell’autoproduzione e valutazione di questi materiali didattici digitali. Nel presente studio vengono descritti il design, lo sviluppo e la valutazione di un prototipo di libro di testo digitale, multimediale e interattivo, nel tentativo di indagare le principali criticità poste dalla sua realizzazione, i possibili elementi di innovazione rispetto al tradizionale libro di testo, e fornire delle linee-guida ai docenti sempre più responsabili della scrittura e validazione di queste nuove tipologie di testi. Per valutare l’usabilità cognitivo-didattica del prototipo è stato somministrato un questionario a un panel di esperti. Nella prima parte dell’articolo vengono descritti i risultati della rassegna della letteratura svolta al fine di rintracciare buone regole e principi di design; la seconda parte descrive lo sviluppo del prototipo e la procedura di raccolta e analisi dei dati. I risultati ottenuti vengono successivamente discussi ed infine si cerca di trarre qualche conclusione da quanto emerso. In Italy the current legislative framework foresees the transition to the electronic textbook in schools and identifies teachers as the main subjects involved in the self-production and evaluation of these digital teaching materials. This paper describes the design, development and evaluation of a digital, multimedia and interactive textbook prototype, in an attempt to investigate the main critical issues raised by its implementation and the possible elements of innovation compared to the traditional textbook. In addition, it provides guidelines for teachers who are increasingly responsible for the writing and validation of these new types of texts. To assess the cognitive-didactic usability of the prototype, a questionnaire was given to a panel of experts. The first part of the paper describes the outcomes of the literature review carried out in order to draw effective design principles; the second part illustrates the prototype development and the procedure adopted to collect and analyze data. The results are then discussed and finally some conclusions are drawn.
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Rosik, Mariusz. « Duch święty - źródło odwagi w głoszeniu Słowa Zbawienia (Dz 4,23-31) ». Verbum Vitae 2 (14 décembre 2002) : 151–64. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1337.

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L’annuncio della parola di Dio appare come uno dei temi più importanti della teologia di Luca-Atti. Il tema che abbiamo scelto per il nostro studio ci spinge ad esaminare determinate caratteristiche degli Atti 4,23-31. Lo scopo del nostro lavoro è quello di dimostrare, che durante le persecuzioni, Dio aiutava la comunità cristiana che si radunava in preghiera, e che questa preghiera faceva scendere lo Spirito Santo e incoraggiava i credenti ad annunciare la parola di Dio. Dopo aver stabilito la struttura interna della pericope proseguiamo con la spiegazione del testo. I successivi elementi della struttura degli Atti 4,23-31 mettono in risalto diverse caratteristiche che poi compongono questo messaggio principale del brano. L’introduzione della preghiera sottolinea il suo aspetto comunitario. L’invocazione presenta l’immagine di Dio come despo,thj, il Creatore universale e colui che parla attraverso la Scrittura. Egli porta avanti la storia della salvezza. La citazione di Sal 2,1-2 interpreta le persecuzioni contro il Messia di Dio. L’esplicazione di questa citazione afferma l’identità messianica di Cristo e applica il Sal 2,1-2 alla vita della comunità. Così l’evangelista mette in rilievo tre fatti: che le promesse, le profezie e le speranze dell’Antico Testamento si sono compiute in Gesù; che le persecuzioni contro Gesù e i suoi seguaci erano previste da Dio, dunque fanno parte del suo piano salvifico; e che Dio continua ad operare nella storia dei cristiani come ha agito nella vita del suo Unto. Le richieste rivolte a Dio Padre si concentrano sull’annuncio della parola di Dio nonostante le „loro minacce” e le persecuzioni. La risposta del Padre, accompagnata dal segno della scossa, consiste nella discesa dello Spirito Santo e nel dono della parrhsi,a per la proclamazione della buona novella.
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Marinetto, Paola. « INDIVIDUARE LA POLIFONIA NEI TESTI ESPOSITIVI-ARGOMENTATIVI : QUANDO IL CAPOVERSO AIUTA ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 660–80. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18320.

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L’articolo si propone di individuare gli “strumenti” relativi alla lingua e all’organizzazione del testo che sono segnali della sua polifonia, ossia della compresenza di voci e pensieri diversi, affiancati o sovrapposti a quelli dell’autore. Nei testi vi sono infatti a volte, oltre al Discorso Riportato, elementi più nascosti e sfuggenti, che lasciano intravedere un distanziamento (o, viceversa, un’accettazione) dell’autore rispetto a dei punti di vista diversi dal suo. L’articolo ha intenti didattici e, attraverso l’analisi di due testi di tipo espositivo/argomentativo utilizzati nei corsi di scrittura di sintesi con gli studenti universitari, mette in luce come l’utilizzo dei capoversi (segnali a loro volta dei Movimenti Testuali), e alcune scelte lessicali e sintattiche possano aiutare il lettore nell’individuazione della polifonia. Identifying polyphony in expository-argumentative texts: when the paragraphs help The article aims at identifying the “tools” related to text language and organization that signal polyphony, that is, of the coexistence of different voices and thoughts, side by side or superimposed on those of the author. In the texts there are, in addition to Reported Speech, more hidden and elusive elements, which allow us to glimpse at a distancing (or, vice versa, an acceptance) by the author with respect to points of view different from his/her own. The article has didactic purposes and, through the analysis of two expository/argumentative texts used in writing synthesis courses with university students, it highlights how the use of paragraphs (which are in turn signals of Textual Movement), and some lexical and syntactic choices help the reader identify polyphony.
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Bachis, Dalila. « SCRIVERE E RISCRIVERE I TESTI IN CHIAVE ACCESSIBILE E RAPPRESENTATIVA : ALCUNE INDICAZIONI PRATICHE ». Italiano LinguaDue 14, no 1 (28 juillet 2022) : 1018–37. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/18336.

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Résumé :
L’obiettivo di questo lavoro è individuare un punto di intersezione tra gli obiettivi dell’educazione linguistica (e in particolare della didattica testuale) e quelli dell’inclusione. In primo luogo si cerca di chiarire che cosa si intende in generale quando si parla di un testo accessibile e rappresentativo in àmbito didattico. In seguito si danno delle indicazioni di scrittura o riscrittura di un testo con finalità didattica, al fine di guidare chi scrive nel processo, variabile e graduale, verso l’accessibilità e la rappresentatività. Tali indicazioni sono pensate come spunti rivolti a chi, a vario titolo, produce quotidianamente materiali destinati alla didattica: docenti di tutte le discipline, docenti di sostegno, autori e autrici di sezioni di testi scolastici, creatori e creatrici di contenuti con finalità informativa e formativa. La trattazione delle caratteristiche su cui concentrarsi durante la stesura di un testo il più possibile inclusivo è suddivisa in tre parti: 1) aspetti materiali, grafici e di impaginazione del testo; 2) aspetti più specificamente linguistici; 3) aspetti legati alla rappresentatività. Infine si danno dei suggerimenti di attività da proporre in classe, nel tentativo di mostrare come la manipolazione guidata di un testo in senso inclusivo è un’operazione che in parte può coinvolgere anche le studentesse e gli studenti, permettendo loro di esercitarsi nell’uso della lingua e al tempo stesso di riflettere su di essa. Writing and rewriting texts in an accessible and representative way: some practical suggestions The purpose of this paper is to identify a meeting point between the objectives of language education and those of inclusion. First it is necessary to clarify what is meant by “an accessible and representative text” in a didactic context. Subsequently, suggestions are given for writing or rewriting a text for educational purposes, in order to guide the writer in the process towards accessibility and representativeness. These suggestions are for those who produce texts as didactic materials on a daily basis: teachers, authors of school textbooks, creators of contents for informative and training purposes. The characteristics to focus on when drafting an inclusive text are organized into three sections: 1) material, graphics and layout of the text; 2) linguistic aspects; 3) representative aspects. In conclusion, suggestions of activities are given for use in class, in an attempt to show how the guided manipulation of a text in an inclusive sense is an operation that can also involve students, allowing them to practice using language and at the same time to reflect on it.
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Redaelli, Arianna. « PER UN’INTERPRETAZIONE COMUNICATIVA DELLA PUNTEGGIATURA NELLE GRAMMATICHE FRANCESI DEL SECOLO XVIII : ESEMPI DI LETTURA MANZONIANA ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 573–88. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17149.

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Résumé :
L’articolo intende fornire una breve disamina delle riflessioni riservate alla punteggiatura da parte di alcune tra le principali grammatiche del Settecento francese, allo scopo di segnalarne la modernità, la profondità d’analisi e l’influenza che esercitarono sulla sintassi moderna, non solo d’oltralpe. Una prima sezione è destinata a osservare come, di fronte alla storia recente dell’interpunzione, i grammatici illuministi si scostino sensibilmente dalle tendenze imperanti in Italia. Essi, infatti, non riservano all’argomento spazio esiguo e liminare, né si limitano a fornire semplici regole d’uso oscillanti tra un’interpretazione pausativa e un’interpretazione sintattica dei segni, e non di rado ridotte a vaghezze sul libero arbitrio degli scriventi. Al contrario, propongono osservazioni ampie e acute, poco o per nulla connesse alla mera prassi (dunque scarsamente fruibili a livello didattico), e perlopiù relate al problematico rapporto tra oralità e scrittura, ai cambiamenti verificatisi nel tempo entro il sistema scrittorio e ai fondamenti logici e semantici che presiedono all’organizzazione del discorso, cui la punteggiatura prende attivamente parte. Si procede poi con l’osservazione diretta di alcuni scritti, in particolare dei notevoli esempi forniti dalle opere di Claude Buffier, dell’abate Girard e di Nicolas Beauzée. Pur nella difformità delle trattazioni, tali grammatici condividono un approccio ragionativo al problema, che prende avvio da un’analisi minuziosa del testo e che offre altresì i presupposti per un fertile dialogo tra indirizzi interpretativi talora divergenti. Le loro proposte giungono, tra Settecento e Ottocento, anche in Italia, al punto che uno scrittore quale il Manzoni dei Promessi Sposi sembra venirne influenzato. Di qui, una casistica che lo dimostri. Si pensi, ad esempio, all’impiego della virgola tra soggetto e predicato – che i grammatici italiani teorizzano solo a partire dal Novecento, con il Malagòli – quando il primo sia espanso o da tematizzare; e all’uso del corsivo – ancora considerato, in ambiente peninsulare, appannaggio del tipografo – per segnalare la citazione, nel testo, di un altro testo scritto: riflessioni riscontrabili, almeno sino a Ottocento inoltrato, nella sola grammatica del Beauzée. Qualche considerazione conclusiva, infine, inserisce questi lavori nel complesso degli studi sull’interpunzione e chiarisce il legame sussistente tra essi e il testo manzoniano, anche in relazione alla diffusione del paradigma comunicativo-testuale nel panorama grammaticografico italiano. A communicative interpretation of punctuation in the French grammar books of the XVIII century: manzonian examples The article provides a brief examination of the reflections on punctuation in some of the main eighteenth century French grammar books, in order to point out their modernity, depth of their analysis and the influence they exerted on modern syntax, not only in France. The first section observes how, in the face of the recent history of punctuation, the grammarians of the Enlightenment deviated considerably from the prevailing trends in Italy. In fact, they dedicated ample space to the subject, going beyond providing simple rules for use that oscillated between a pausative interpretation and a syntactic interpretation of the signs, which not infrequently were reduced to vagueness regarding the free will of the writers. The ample and acute observations, barely connected to mere practice (therefore scarcely usable at a didactic level), were mostly related to the problematic relationship between orality and writing, changes that occurred over time within the writing system and to the logical and semantic foundations that presided over the organization of discourse, where punctuation took an active part. We then proceed with the direct observation of some writings, in particular remarkable examples provided by the works of Claude Buffier, Abbot Girard and Nicolas Beauzée. Despite the differences in their treatments, these grammarians shared a reasoned approach to the problem, which began with a detailed analysis of the text and which also offered the basis for a fertile dialogue between interpretative, sometimes divergent, approaches. Between the eighteenth and nineteenth centuries, their proposals reached Italy, where Manzoni, in Promessi Sposi, seemed to have been influenced by them. Hence, a series of cases demonstrate this. Think, for example, of the use of the comma between subject and predicate – that Italian grammarians theorized only from the twentieth century with Malagòli – when the first was expanded or thematized; or the use of italics – still considered, in a peninsular environment, the prerogative of the typographer – to signal a citation, in the text, of another written text: reflections that can be found, at least until the late nineteenth century, only in the grammar book by Beauzée. Finally, a few concluding considerations place these works within studies on punctuation and clarify the link between them and Manzoni’s text, also in relation to the diffusion of the communicative-textual paradigm in the Italian grammatical panorama.
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Peterle, Patricia. « Questioni per la Letteratura Comparata : uno Sguardo alle Opere di Ignazio Silone e Graciliano Ramos ». Revista de Italianística, no 19-20 (30 décembre 2010) : 80. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i19-20p80-90.

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Questo testo ha lo scopo di ripercorrere la traiettoria intellettuale e letteraria di due scrittori, Ignazio Silone e Graciliano Ramos, che hanno vissuto e sperimentato momenti culturali e sociali significativi deiloro paesi di origine: il Brasile dell’Estado Novo e l’Italia del Fascismo. Questo saggio propone, così, uno sguardo che integra e non allontana i profili dell’intellettuale e dello scrittore e che presenta una rilettura del percorso e della produzione letteraria dei due autori.
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Lazzaretti, Letizia. « TRADUZIONE, ADATTAMENTO E VALIDAZIONE DI UN QUESTIONARIO SU MOTIVAZIONE E DISPOSIZIONE VERSO LA SCRITTURA E SUO IMPIEGO NELLO STUDIO DELL’AUTOPERCEZIONE DI CLASSI INTERE E STUDENTI MULTILINGUI ». Italiano LinguaDue 13, no 2 (26 janvier 2022) : 254–76. http://dx.doi.org/10.54103/2037-3597/17137.

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Questo articolo sintetizza il processo di traduzione e validazione di un questionario sulla disposizione verso la scrittura rivolto a studenti di scuola primaria e secondaria di primo grado. A seguito di due fasi di validazione, una incentrata sulla comprensibilità degli item e una sulla consistenza interna dello strumento, è stato prodotto un questionario semplice e facilmente utilizzabile in contesti sia didattici che di ricerca. Non tutte le sottoscale ottengono risultati indicativi di una forte consistenza, quindi saranno necessari ulteriori perfezionamenti. Lo strumento è stato poi utilizzato in una ricerca volta a determinare gli effetti, sia motivazionali che linguistici, apportati da un progetto di educazione linguistica su 122 studenti di quinta primaria e terza secondaria di primo grado (gruppo sperimentale), poi confrontati con 104 alunni di pari età (gruppo di controllo). I gruppi sono stati confrontati sia interamente che per soli multilingui. Gli studenti hanno scritto individualmente un testo narrativo, poi analizzato tramite scale olistiche su contenuto, comprensibilità, coerenza e coesione, successivamente hanno compilato il questionario. I risultati linguistici, migliori per il gruppo sperimentale, suggeriscono che la metodologia del Progetto sia un buon punto di partenza per accrescere le competenze in modo omogeneo e per ridurre le disuguaglianze dal punto di vista linguistico. I risultati di autopercezione lasciano invece aperte diverse ipotesi, che necessitano di ulteriori rilevazioni per essere confermate o smentite. Translation, adaptation, and validation of a questionnaire on motivation and disposition towards writing and its use in the study of self-perceptions of whole classes and multilingual students This paper summarizes the process of translation and validation of a questionnaire about disposition towards writing for primary and middle school students. We followed two validation phases -the first one focused on the comprehensibility of the items, the second one on the internal consistency of the tool- and finally we obtained a simple and easily usable questionnaire for both educational and research contexts. Not all subscales were strong consistent, so further refinements are needed. We subsequently used the questionnaire in a study about motivational and linguistic effects of a language education project on 122 5th and 8th-grade students (experimental group), then compared with 104 same-age pupils (control group). We analyzed both entire groups and multilingual pupils only. Students individually wrote a narrative text (analyzed through holistic scales about content, comprehensibility, coherence, and cohesion) and then filled out the questionnaire. The linguistic results, better for the experimental group, suggest that the Project's methodology is a good starting point to increase skills homogeneously and to reduce linguistic inequalities. The self-perception results leave open several hypotheses, which require further findings to be confirmed or denied.
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Guidi, Andrea. « Armi proprie” e machiavellismo militare : con alcune note sul concetto di “autore” nella trattatistica del Cinquecento ». Las Torres de Lucca. International Journal of Political Philosophy 11, no 2 (13 juin 2022) : 285–95. http://dx.doi.org/10.5209/ltdl.80659.

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La circolazione dell’Arte della guerra di Machiavelli ha dato un fondamentale contributo allo sviluppo della cultura militare europea in volgare del Cinquecento. Questo saggio analizza alcuni specifici aspetti della ricezione di quest’opera nella produzione scrittoria militare del tempo e in particolare si concentra su quegli elementi di pensiero legati al tema delle “armi proprie” fortemente propagandato dal libro machiavelliano. A questo proposito, si è qui deliberatamente scelto di offrire l’esempio di due opere diverse per natura ideologica e altezza cronologica: l’una risalente alla prima metà del Cinquecento, l’altra originatasi nell’ambito delle guerre di religione e della diaspora dei protestanti francesi in area elvetica. Si tratta, in effetti, di due libri che permettono di comprendere sfumature poco note del processo di riuso di certi concetti machiavelliani che all’epoca potevano essere considerati politicamente controversi. Al tempo stesso, le due opere sono capaci di far risaltare le difficoltà che emergono ogni volta che si prova ad applicare il moderno concetto di autore a testi nati in un contesto caratterizzato da un continuo riutilizzo e dalla rielaborazione di temi ed elementi ascrivibili a una lunga e articolata tradizione di scrittura militare che si sviluppò lungo il corso del secolo, la quale, tuttavia, aveva trovato un momento di passaggio cruciale nel contributo di Machiavelli
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Cherchi, Paolo. « Per l’identificazione del «Gaufredo» citato dal Marqués de Santillana ». Tirant : Butlletí informatiu i bibliogràfic de literatura de cavalleries, no 23 (13 décembre 2020) : 335. http://dx.doi.org/10.7203/tirant.23.19193.

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Résumé :
Nella Defunsión de Don Enrique de Villena, testo del Marqués de Santillana, appare citato un certo «Gaufredo» chenon si è potuto identificare chiaramente finora. Le proposte d’idenficazione sono scarsamente credibili semplicementeperché i nomi ricordati non ebbero mai una risonanza che autorizzasse la loro presenza in un canone. Si proponeGaufredo di Viterbo, autore del Pantheon, opera legata alla cultura spagnola. I lettori del Marqués avrebberoriconosciuto immediatamente questo scrittore.
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Cherchi, Paolo. « Per l’identificazione del «Gaufredo» citato dal Marqués de Santillana ». Tirant : Butlletí informatiu i bibliogràfic de literatura de cavalleries, no 23 (13 décembre 2020) : 335. http://dx.doi.org/10.7203/titant.23.19193.

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Résumé :
Nella Defunsión de Don Enrique de Villena, testo del Marqués de Santillana, appare citato un certo «Gaufredo» chenon si è potuto identificare chiaramente finora. Le proposte d’idenficazione sono scarsamente credibili semplicementeperché i nomi ricordati non ebbero mai una risonanza che autorizzasse la loro presenza in un canone. Si proponeGaufredo di Viterbo, autore del Pantheon, opera legata alla cultura spagnola. I lettori del Marqués avrebberoriconosciuto immediatamente questo scrittore.
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Malagnini, Francesca. « L’italiano in rete tra parola e immagine ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 3 (26 juin 2019) : 748–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819854055.

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Nell’articolo si analizzano i rapporti tra parola e immagini nella comunicazione di alcuni media mostrando come i codici verbale e iconico, se accoppiati, sono spesso incoerenti fra loro, tanto da impedire la comprensione del messaggio. Inoltre, si esamina il processo di scrittura del messaggio verbale in rete, mettendolo in relazione con i testi semicolti: in entrambi i casi mancano la progettazione e la revisione. Un punto di partenza per insegnare una scrittura di massa strutturata e sequenziale, talvolta accompagnata da immagini, può essere quello di una riflessione linguistica e testuale sui testi verbali frammentati che circolano nella rete.
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Pontillo, Corinne. « Tra letteratura e dispositivo museale : sulle tracce delle collezioni nella narrativa contemporanea ». ENTHYMEMA, no 29 (15 juillet 2022) : 74–85. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/16478.

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Tra le forme di ibridazione che caratterizzano la scrittura letteraria del Novecento, la rappresentazione del museo nei testi narrativi dà luogo a diverse declinazioni tematiche e retoriche, e si presta dunque ad essere analizzata attraverso molteplici prospettive ermeneutiche. Configurandosi come spazio di ambientazione del plot, o di trasfigurazione in chiave letteraria di musei reali, oppure ancora come raccolta sistematica di oggetti, di collezioni che assumono talvolta una valenza metatestuale, il dispositivo museale interagisce con la scrittura narrativa e delinea un campo d’indagine ancora poco esplorato dagli studi critici. Prendendo avvio da tali premesse, il contributo intende proporre la lettura di alcune occorrenze contemporanee del tema, sia italiane che straniere, in particolare nei testi La casa della vita (1958) di Mario Praz, Il museo dell’innocenza (2008) di Orhan Pamuk e, a guidare le riflessioni finali, Non luogo a procedere (2015) di Claudio Magris.
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Marinetti, Anna. « Venetico ». Palaeohispanica. Revista sobre lenguas y culturas de la Hispania Antigua, no 20 (1 mai 2020) : 367–401. http://dx.doi.org/10.36707/palaeohispanica.v0i20.374.

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Il venetico è una lingua indeuropea, attestata da oltre 500 iscrizioni datate dal VI al I sec.a.C. e provenienti soprattutto dall’attuale regione italiana del Veneto (in pochi casi, dal Friuli Venezia-Giulia, dall’Austria e dalla Slovenia). La scrittura utilizzata è un alfabeto locale di derivazione etrusca. Le iscrizioni venetiche comprendono testi funerari, votivi e pubblici, resi - tranne alcune eccezioni -mediante schemi formulari. Ampiamente documentata è l’onomastica (nomi personali; formula onomastica maschile e femminile). Le strutture della lingua (fonologia, morfologia, sintassi e lessico), data la natura frammentaria del venetico, sono conosciute solo parzialmente; permangono problemi relativi alla classificazione, anche se è ormai accertata l’appartenenza al ramo italico dell’indeuropeo.
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Marangon, Giorgia. « Pentolaccia di Giovanni Verga : analisi variantistica e risultati traduttivi. Le traduzioni in spagnolo di Cipriano Rivas Cherif e José Abad Baena a confronto ». Hermēneus. Revista de traducción e interpretación, no 20 (13 décembre 2018) : 295–315. http://dx.doi.org/10.24197/her.20.2018.295-315.

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Résumé :
Questo studio si divide in due parti, nella prima ci prefiggiamo di analizzare, dal punto di vista delle varianti del testo, la novella Pentolaccia dello scrittore siciliano Giovanni Verga e, nella seconda, confronteremo la prima e l’ultima traduzione spagnola della stessa: Pucherete di Cipriano Rivas Cherif (1920) e Historia de Ollaza di José Abad Baena (2011). Il nostro obiettivo è evidenziare le differenze non solo linguistiche ma anche strutturali delle due traduzioni e, per fare questo, occorre affrontare l’analisi delle varianti del testo. Questo studio sarà propedeutico al raggiungimento di esaustivi risultati traduttivi e alla comprensione del modus operandi dei traduttori.
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