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Articles de revues sur le sujet « Scelte di fine vita »

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Gasparini, Giulia, Mauro Sarrica et Alberta Contarello. « Processi di regolazione emotiva e benessere emotivo nell'invecchiamento. uno studio sul modello della socioemotional selectivity theory di Carstensen ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2012) : 66–85. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-001004.

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Résumé :
L'incremento nelle aspettative di vita rappresenta per i Paesi industrializzati una sfida fondamentale. Modelli teorici recenti, come Positive Aging e Active Aging, suggeriscono di controbilanciare gli approcci che si concentrano esclusivamente sul declino fisico e psicologico, sottolineando la capacità che gli anziani hanno di mantenere una qualità di vita soddisfacente, sia a livello individuale che nella sfera delle relazioni sociali. Il presente contributo si riferisce principalmente alla Socioemotional Selectivity Theory (Carstensen, 1991), la quale indica che, con l'età, l'importanza relativa degli obiettivi cambia al fine di consentire e preservare esperienze emotive positive. L'indagine si concentra su due elementi principali: 1) la relazione tra emozioni ed età: si ipotizza che emozioni positive e negative non siano correlate e che l'invecchiamento non implichi necessariamente una riduzione delle prime ed un aumento delle seconde; 2) la selezione di partner e scopi significativi: si ipotizza che differenti scelte siano attuate in funzione dell'età e della condizione di vita, e che queste siano positivamente legate al benessere emotivo. Centocinquantaquattro partecipanti, giovani (n = 53), anziani attivi (n = 50) e istituzionalizzati (n = 51), hanno completato uno strumento carta-matita volto a indagare emozioni positive e negative, soddisfazione emotiva, scelta di partner sociali e obiettivi. Coerentemente con il modello di riferimento, i principali risultati indicano l'indipendenza tra emozioni positive e negative. Inoltre, gli anziani non riportano un decremento di emozioni positive ma, invece, un minor livello di rabbia e preoccupazione rispetto ai giovani. Inoltre, anziani attivi e giovani mostrano modalità di risposta simili. Tuttavia, contrariamente alle aspettative della SST, all'aumentare dell'età, avere scopi sociali importanti favorisce di per sé il benessere emotivo. I risultati indicano la necessità di approfondire i processi di invecchiamento non solo in relazione all'aspettativa di vita ma anche in relazione agli stilli di vita.
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Resta, Giorgio. « Dignitŕ e autodeterminazione nelle scelte di fine vita : il Bundesgerichtshof espande la frontiera dei diritti fondamentali ». DIRITTI UMANI E DIRITTO INTERNAZIONALE, no 3 (décembre 2010) : 566–73. http://dx.doi.org/10.3280/dudi2010-003006.

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Alessi, Giovanni, et Luca Bellini. « Su una vicenda pro bono (Trib. Lodi, 9 luglio 2022) ». N° 1 (gennaio-febbraio), no 1 (2 février 2023) : 35–40. http://dx.doi.org/10.35948/1590-5586/2023.233.

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Résumé :
MassimaÈ stato istituito un trust ai sensi della L. 22 giugno 2016, n. 112 (“Dopo di Noi”) a favore di un soggetto debole già sottoposto ad amministrazione di sostegno, consentendone la dotazione di parte significativa del patrimonio dello stesso. Si è operata un’integrazione dei due istituti al fine di garantire una protezione completa al soggetto fragile. In tal senso, la versatilità del trust rispetto ad altri istituti ha consentito la fluidificazione dei processi legati inscindibilmente alle scelte di vita a favore del beneficiario e all’amministrazione del suo patrimonio. Pertanto, in sede di istituzione si è optato per un coordinamento dei compiti dell’amministratore di sostegno, del guardiano e del trustee in relazione al ruolo irrinunciabile del giudice tutelare.
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Donatelli, Piergiorgio. « Scelta, libertŕ e rispetto della vita ». PARADIGMI, no 1 (avril 2011) : 113–26. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001007.

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Résumé :
Gli sviluppi della medicina hanno introdotto inedite possibilitŕ di intervento e di scelta riguardo ai problemi di inizio e fine della vita e hanno con ciň contribuito a trasformare la cultura morale. Molte concezioni filosofiche considerano l'idea di rispetto per questi processi naturali incompatibile con la libertŕ e la responsabilitŕ della scelta. Questo articolo mostra come il concetto di rispetto per la nostra costituzione naturale, elaborato da autori che vanno da Kant a Habermas, si possa coniugare con la difesa della libertŕ e della responsabilitŕ sulla linea segnata dalla tradizione liberale di J.S. Mill.
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Cellini, Giovanni, et Marilena Dellavalle. « Le professioni sociali di fronte all'impatto della pandemia ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juin 2021) : 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004007.

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Résumé :
Il contributo intende prospettare le conseguenze e le sfide che le professioni sociali hanno affrontato e continuano a fronteggiare, a seguito dell'emergenza provocata dalla pandemia Covid-19. Emergenza riduttivamente qualificata come sanitaria, mentre sono palesi i suoi effetti sulla dimensione psicosociale della vita delle persone, delle famiglie e delle comunità. Il necessario distanziamento fisico ha provocato una diminuzione degli interventi offerti dai servizi sociali tradizionalmente in presenza, incidendo fortemente su quelle prestazioni delle professioni sociali imperniate sul rapporto faccia a faccia e sulla prossimità. Scelte politiche e questioni organizzative si sono intrecciate con competenze e iniziative dei professionisti nel far fronte a esigenze di cambiamento assai repentino, di bilanciamento fra bisogni di diversa natura, compresi quelli di protezione sanitaria del personale operante nei servizi e della cittadinanza che ne fruisce, di individuazione di alternative. Orientamenti e linee guida sono stati espressi dalle comunità professionali di educatori e assistenti sociali, anche al fine di sostenere processi di elaborazione delle esperienze, così da capitalizzare buone pratiche e innovazioni nei diversi ambiti d'intervento.
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Mackie, Gillian. « Warmundus of Ivrea and episcopal attitudes to death, martyrdom and the millennium ». Papers of the British School at Rome 78 (novembre 2010) : 219–63. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000878.

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Résumé :
Sommarii:Warmundo, vescovo di Ivrea nella seconda metà del X secolo, è conosciuto per i suoi ampi successi come patrono dell'architettura e del volume illustrato. Fu anche poeta. Questo articolo si focalizza sull'ultimo periodo della vita di Warmundo, quando ha fornito nuovi libri liturgici per la sua cattedrale. Le illustrazioni che scelse per il suo Sacramentario rivelano che in vecchiaia la sua attenzione era rivolta alia morte, sia del semplice Cristiano sia dei martiri della fede. Due serie di miniature dal Sacramentario sono senza un confronto tra i manoscritti del suo tempo sopravvissuti. Un gruppo di dieci miniature illustra, in sequenza, le preghiere liturgiche da usare nella malattia e nella morte, mentre un'unica serie di tre miniature a piena pagina accompagna il testo per il giorno di Tutti i Santi e dipinge la sofferenza dei martiri con dettaglio grafico. lo esamino le possibili fonti per queste immagini nei manoscritti e nell'arte monumentale, e anche nella lerteratura, in particolare nelLiber Peristephanondi Prudentio. Possibili influenze sulla scelta dell'immaginario di Warmundo comprendono la sua età avanzata, il clima politico scombussolato e pericoloso dei suoi giorni e l'approccio al regno millenario, con associate le sue paure che la fine del mondo fosse vicina. Tutti questi fattori sono esaminati nel contesto delle illustrazioni che egli sceglie per i suoi manoscritti. I suoi interessi, come dimostrato in queste illustrazioni, possono ben essere stati condivisi con altri vescovi della sua era meno ben documentati, il cui lavoro non è sopravvissuto.
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Bellieni, Carlo. « Sospensione delle cure in pediatria : il pain principle, una scelta rispettosa della vita e della sofferenza / Withdrawal of care in pediatrics : the pain principle, respectful of life and suffering ». Medicina e Morale 67, no 4 (30 octobre 2018) : 407–16. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.549.

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Résumé :
Il dibattito sul fine-vita in pediatria negli ultimi tempi ha mostrato di incagliarsi quando viene usato come principio decisionale il cosiddetto best interest del bambino, dato che esso è solitamente invocato sia dai fautori della prosecuzione delle cure sia da quelli della sospensione. Il best interest è un principio troppo elastico per essere usato in maniera semplice e rispettosa della vita e della dignità del paziente in maniera inequivocabile. In questo articolo si propone un protocollo chiamato “pain principle”, che a) misura il livello di sofferenza del soggetto, valuta se questa sia eliminabile, e in caso di dolore insopportabile passa al punto b): la diminuzione dell’intensità e invasività delle cure. Questo protocollo ha il vantaggio di evitare la sofferenza inutile, di ridurre al minimo il soggettivismo delle scelte e di non provocare mai intenzionalmente la morte del paziente, rispettandone al tempo stesso la dignità. ---------- The debate on end-of-life in pediatrics has recently proved to be stranded when the so-called best interest of the child is used as a decision-making principle, since it is usually invoked by both advocates of treatment and those of suspension. The best interest is a principle too elastic to be used in an unequivocal manner. In this article we propose a protocol called “the pain principle”, which imposes to a) measure the level of suffering of the subject, assesses whether this is eliminable, and – in the case of unbearable pain – b): to decrease intensity and invasiveness of care. The pain protocol has the advantage of avoiding unnecessary suffering, of minimizing the subjectivism of choices and of never intentionally causing the patients’ death, respecting their dignity as well.
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Spagnolo, Antonio G., et Nunziata Comoretto. « Eutanasia, suicidio assistito e cure palliative : analisi del documento della Task Force etica dell’EAPC ». Medicina e Morale 53, no 3 (30 juin 2004) : 501–18. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.636.

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Résumé :
Nel giugno 2003 l’EAPC ha adottato come posizione ufficiale dell’Associazione un documento sull’etica dell’eutanasia e del suicidio medicalmente assistito. Con tale documento l’EAPC ha inteso inserirsi attivamente nell’ampio dibattito che coinvolge i temi di fine vita e l’assistenza al malato terminale, secondo la peculiare prospettiva delle cure palliative. Un primo elemento positivo offerto dal documento riguarda l’aspetto metodologico: il documento offre un chiarimento di concetti e definizioni ampiamente impiegati nel dibattito in questione e non di rado frutto di equivoci: in particolare emerge l’inutilità e l’ambiguità della distinzione, fin troppo abusata, tra eutanasia “attiva” e “passiva”. Alcuni punti del documento sembrano particolarmente significativi: il ruolo delle cure palliative nel “rinforzare” l’autonomia del paziente e nel contrastare le richieste di eutanasia e suicidio assistito da parte del paziente; il diverso significato di un atto eutanasico rispetto alla cosiddetta “sedazione terminale”. Gli Autori non mancano di rilevare, accanto agli aspetti positivi, alcuni nodi problematici contenuti nel documento, tra i quali un riferimento ambiguo all’impiego di direttive anticipate e, soprattutto, l’esplicita astensione dal connotare sul piano valoriale eutanasia e suicidio medicalmente assistito, quando invece ampio riferimento a norme e valori viene fatto a proposito delle cure palliative. L’asserita neutralità di fronte a scelte individuali a favore di queste condotte non può essere accettata da un documento sull’etica il quale avrebbe dovuto spingersi a dire qualcosa di più su ciò che “dovrebbe essere”.
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Angelucci, Anna. « La scuola di tutti e per ognuno. Meritocrazia selettiva e cooperazione inclusiva ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 45 (février 2013) : 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045004.

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Résumé :
La cooperazione appare, sia da un punto di vista biologico sia da un punto di vista culturale, come una modalitÀ comportamentale che gli esseri umani hanno sviluppato per garantirsi vantaggi evoluzionistici di tipo individuale e/o sociale. Anche nell'attivitÀ pedagogica e formativa, l'approccio cooperativo, centrato sulla costante valorizzazione dei processi di apprendimento nel percorso d'istruzione, costituisce la scelta privilegiata dai docenti italiani, nelle scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia, negli ultimi anni, con l'istituzione di un sistema di valutazione nazionale (Invalsi), il Miur sta introducendo nuove forme di competizione tra docenti, studenti, classi e scuole, adottando modelli anglosassoni basati sul paradigma della meritocrazia misurata attraverso test standardizzati. Forme di competizione che favoriscono la diffusione di comportamenti opportunistici e individualistici e che impediscono la realizzazione del fine ultimo dell'istruzione e della conoscenza: l'emancipazione da condizioni di partenza svantaggiose o inique e l'acquisizione di un ventaglio di capacitÀ soggettivamente significativo per formulare e realizzare il nostro progetto di vita.
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Zanon, Vittorio. « Ubuntu, io sono perché noi siamo. Empowerment di gruppo per giovani nigeriane vittime di tratta ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (janvier 2021) : 98–112. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-002008.

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Résumé :
Dal 2016 in Veneto ed in particolare a Verona si è registrato un enorme aumento di nigeria-ne vittime di tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Come servizio sociale del Comune di Verona, all'interno delle azioni del Progetto NAVe Network Antitratta per il Veneto è emersa l'esigenza di essere più efficaci negli interventi dei vari attori coinvolti nel progetto di aiuto alle ragazze per molte difficoltà nella creazione di relazioni interpersonali di fiducia, con conseguenti esiti fallimentari dei percorsi di assistenza, dovuti sia a limiti dei dispositivi di intervento sia alle sempre più complesse problematiche rilevate (scarsa motivazione, com-portamenti adolescenziali, esiti da traumi, aborti, atti autolesivi, tentati suicidi, ricoveri ospe-dalieri, allontanamenti, comportamenti a rischio e devianti, uso inconsapevole dei social net-work, ecc.). C'era l'esigenza di mettersi in discussione e modificare approcci e modalità di intervento, al fine di essere più efficaci nei percorsi di inclusione individuali, cambiare pro-spettiva e rimettere al centro le vere protagoniste dei percorsi di inclusione. Si è quindi scelto di fare un lavoro di gruppo tra minorenni e neomaggiorenni in carico al servizio sociale. Puntando su accettazione incondizionata e autodeterminazione delle perso-ne, si è avviato un percorso di empowerment di gruppo per accompagnare le giovani nige-riane vittime di tratta seguite in un percorso pedagogico antioppressivo di liberazione. Le attività sono condotte e facilitate da tre assistenti sociali, una mediatrice linguistico cultu-rale nigeriana e da una ragazza nigeriana con funzione di peer educator. Da settembre 2018 si sono organizzati incontri di 4-5 ore ogni sei settimane. Come scelta di conduzione delle attività si è scelto di non dare eccessiva strutturazione agli incontri e di utilizzare delle tecniche di animazione per facilitare un clima informale che age-volasse le relazioni e la libera espressione. L'obiettivo principale non è quello di trasmettere contenuti, ma di stimolare un processo di maturazione e consapevolezza del sé. Il messaggio esplicitato da subito era molto chiaro: «come sistema pubblico di assistenza siamo molto in difficoltà: abbiamo bisogno che siate voi stesse a farci capire come aiutarvi meglio». Le ra-gazze hanno così compreso il ruolo di partecipazione attiva richiesto; contemporaneamente la sfida per il servizio sociale ed i sistemi di accoglienza è stata quella di mettersi maggior-mente in gioco, per ridare fiducia alle ragazze e riconoscere loro competenze e capacità nell'autodeterminarsi. Da loro è inizialmente emersa una propensione a concentrarsi su temi legati al presente ed al futuro (la vita in comunità, la stabilizzazione nel territorio italiano, il lavoro, ecc.) ed una tendenza ad evitare tematiche più dolorose (il passato, il viaggio e l'esperienza di tratta, il rapporto con la Nigeria, ma anche in qualche modo il riconoscimento/consapevolezza di uno status di vittima che necessita di protezione). Si sono coinvolti negli incontri vari soggetti esterni soggetti della rete dei servizi, anche di tipo istituzionali (Questura, servizi specialistici sociosanitari, ecc.), affrontando alcune tematiche scelte dalle ragazze (le regole delle comunità, i documenti, la salute, le emozioni, le relazioni interpersonali, ecc.). Dopo un anno e mezzo, si individuano alcuni iniziali indicatori di esito: continuità della pre-senza e partecipazione attiva agli incontri, clima del gruppo, interazioni tra le ragazze all'interno e fuori dal gruppo, creazione di vicinanza e fiducia verso le istituzioni, tenuta dei percorsi di inclusione, maggiore attenzione, consapevolezza e disponibilità a mettersi mag-giormente in gioco, oltre ad un allargamento e coinvolgimento attivo da parte di servizi so-ciosanitari pubblici.
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Bonfanti, Angelo, Federico Brunetti et Elisa Pisani. « Il valore dello store design nel settore grocery : le scelte differenzianti della catena distributiva Mpreis ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (octobre 2012) : 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003003.

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I punti vendita del moderno grocery sono generalmente realizzati in base a logiche di funzionalitÀ ed efficienza, piů che di stupore e coinvolgimento sensoriale ed emotivo dei clienti. Anche in letteratura, la maggiore attenzione dal punto di vista dello store design č dedicata all'analisi dei contesti non grocery. Questo lavoro si propone di presentare la singolare esperienza di MPreis, catena di supermercati austriaca, che si caratterizza per valorizzare i diversi elementi di store design, tra cui in particolare l'architettura, al fine di creare identitÀ e differenziazione competitiva nei territori in cui opera. Sulla base dell'approccio di ricerca qualitativo del case study, l'analisi dei dati raccolti evidenzia il coraggio della diversitÀ, l'impegno nella ricerca estetica e il senso del dono come elementi centrali delle condotte dell'azienda oggetto di studio. Il paper consente cosě, da un lato, di includere lo store design tra le leve competitive a disposizione del retail grocery e, dall'altro, di far emergere il senso del dono e il possesso di un adeguato company ethos come componenti tra i piů imprescindibili per l'impresa del futuro.
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Cappella, A. W., E. Giacchi, G. Pompa et C. Castagna. « Metodi naturali e cultura della vita Valutazione di una esperienza di insegnamento ». Medicina e Morale 45, no 4 (31 août 1996) : 669–82. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.902.

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L’insegnamento dei Metodi Naturali viene impartito nel nostro Centro da almeno 20 anni ed esso è sempre stato caratterizzato dalla proposta di uno stile di vita per le coppie, piuttosto che da una mera tecnica per la regolazione della fertilità. Acquisito il valore della propria fertilità attraverso i Metodi Naturali, le coppie sono state soprattutto stimolate a sviluppare un atteggiamento di rispetto e di responsabilità verso la nuova vita che essi possono generare. Inoltre, esse sono aiutate a crescere nel dialogo, nella partecipazione e nel mutuo rispetto. Incoraggiati dai risultati di una precedente ricerca condotta negli anni 1986-1990, nel 1993 avviammo uno studio statistico multicentrico al fine di valutare l'accettabilità, l'efficacia e la diffusione in Italia del Metodo Billings. Furono analizzate 1730 schede di collezione di dati fornite da insegnanti del Metodo Billings che lavoravano in differenti province italiane. Esse corrisposero a un totale di 9360 cicli mestruali esaminati. 502 utenti mostrarono interesse a una semplice conoscenza del Metodo, ma essi non lo hanno applicato poiché erano single oppure erano fidanzati ma non avevano rapporti prematrimoniali. Dei 1228 utenti che hanno usato il Metodo, il 14,8% aveva lo scopo di ottenere una gravidanza, il 55,5% di posporla e il 29,7% di evitarla. Per le 1047 coppie che volevano posporre o evitare una gravidanza, il maggior stimolo ad imparare il Metodo derivava da una motivazione laica nel 50% dei casi e il 40% di queste coppie aveva avuto precedenti esperienze contraccettive. Soddisfazione per gli eccellenti risultati del Metodo si ebbero nell'85% dei "vecchi" utenti e nel 60,4% dei "nuovi", mentre i risultati furono insoddisfacenti nel 4,5% e nel 8,9% rispettivamente. L'associazione con i metodi di barriera fu abituale solo nel 2% dei casi e fu sporadico nel 9,6% degli utenti. La percentuale dell'abbandono nell'uso del Metodo fu del 5.95%. Questi dati mostrano che una precedente esperienza contraccettiva non sembra avere effetti sull'accettabilità del Metodo Naturale e dello stile di vita che esso richiede. La valutazione effettuata con l'Indice di Pearl modificata in accordo con l'Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzia 0 gravidanze dovute al metodo, 3,7 gravidanze dovute all’inadeguato apprendimento o insegnamento del Metodo e 13.8 gravidanze dovute a scelta consapevole. In un totale di 66 gravidanze, 19 (28,7%) furono desiderate. Il considerevole numero di gravidanze dovute a scelta consapevole o di gravidanze intenzionalmente cercate, verificatesi perfino in coppie che volevano evitare una gravidanza come prima motivazione, mette in evidenza il progressivo sviluppo in queste coppie di un atteggiamento di apertura verso la vita, che rappresenta il grande successo dell'insegnamento dei Metodi Naturali.
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Scalcione, Vincenzo Nunzio. « The authentic assessment of educational actions : backward design and promotion of life skills ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 66–80. http://dx.doi.org/10.36253/form-13584.

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The processes of change that affect today's training system require a planning commitment aimed at finding flexible and, at the same time, effective answers. A training approach, oriented towards design models capable of proceeding with the assessment of performance, appears to be the element that defines authentic assessment. According to the methods of intervention estimated by Grant Wiggins and Jay McTighe, a methodology is proposed that starts from some assessment choices, intervening on the definition of the same methods of didactic planning, according to the tool of understanding by Design. The aim is to promote a lasting understanding, acquire skills for life, achieve the so-called promotion of an authentic assessment, a perspective within which the assessment aims to involve the student through real-life tasks. In the present discussion we have therefore proceeded to define the intervention framework of such an approach, proposing the examination of the theoretical references and design models, within a design intervention carried out in the school. La valutazione autentica delle azioni educative: progettazione a ritroso e promozione delle competenze per la vita. I processi di cambiamento che investono il sistema formativo odierno necessitano di un impegno progettuale finalizzato alla ricerca di risposte flessibili ed, al contempo, efficaci. Un approccio formativo, orientato verso modelli progettuali in grado di procedere all’accertamento delle prestazioni risulta essere l’elemento che definisce la valutazione autentica. Secondo le modalità di intervento preventivate da Grant Wiggins e Jay McTighe, viene proposta una metodologia che muove da alcune scelte valutative, intervenendo sulla definizione delle stesse modalità della progettazione didattica, secondo lo strumento dell’understanding by Design. Il fine risulta quello di promuovere una comprensione durevole, acquisire competenze per la vita, conseguire la cosiddetta promozione di un authentic assessment, una prospettiva, all’interno della quale, la valutazione mira a coinvolgere l’alunno attraverso compiti di realtà. Nella presente trattazione si è quindi proceduto a definire il quadro di intervento di un simile approccio, proponendo la disamina dei riferimenti teorici e dei modelli progettuali, all’interno di una attività didattica realizzata nella scuola.
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Inglese, Salvatore, et Miriam Gualtieri. « Il Banco senza nome della memoria. Il caso Aby Warburg tra antropologia e psicopatologia culturale ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2012) : 17–38. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-002002.

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Nel 1929, Aby Warburg presentň ufficialmente il suo ultimo progetto, un atlante composto di grandi telai in legno, ricoperti da tela nera, sui quali erano collocate riproduzioni fotografiche di opere d'arte. Il titolo scelto per l'atlante fu Mnemosyne, la parola greca che significa "memoria" e che č scolpita persino sull'ingresso della sede della sua biblioteca. Il presente lavoro intende offrire un'analisi di Warburg come eroe culturale dell'Occidente, in cui vita, malattia mentale e studi rivelano i rapporti tra memoria, trauma e oblio. Secondo Warburg la creazione di immagini č un meccanismo di reminiscenza e le forme artistiche possono essere trasmesse, trasformate e riportate a nuova vita. Egli utilizzň la parola Nachleben per indicare la sopravvivenza degli engrammi mnesici trasmessi nello spazio e nel tempo. Alcune forme diventano, di conseguenza, i contenitori di ciň che Warburg chiama Pathosformeln, un paradigma concepito intorno alla figura della fanciulla in movimento - Ninfa. Un viaggio in America tra gli Hopi gli forně l'intuizione di una sopravvivenza moderna di antiche usanze e illuminň le sue ricerche storico-artistiche. Ciň nondimeno gli Hopi svanirono dall'opera di Warburg fino alla loro ricomparsa nella conferenza del 1923, come espediente per essere dimesso dai medici della clinica psichiatrica di Kreuzlingen, diretta da Ludwig Binswanger. Al fine di studiare il caso culturale e clinico di Warburg e la relazione universale tra memoria e oblio nei contesti sociali, gli autori muovono da due punti di vista - antropologico e etnopsichiatrico - e mettono in luce alcuni effetti dello scambio tra civiltŕ diverse.
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Nieddu, Laura. « Processo all’immagine di un Fiore forense ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 2 (21 avril 2019) : 281–95. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819831680.

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Il Fiore è stato scritto da un giurista? Oggetto del presente studio è l’analisi di uno dei registri linguistici che compongono lo stile narrativo del Fiore, ovvero quello giuridico. In effetti, questo è uno dei criteri su cui si basano due tesi attributive, ovvero quella di Remo Fasani, che vuole l’opera figlia di Brunetto Latini, e quella di Maurizio Palma di Cesnola; quest’ultimo ha cercato di dimostrare che il testo, considerato dai più come dantesco, sarebbe in realtà stato scritto da un giurista provenzale, Guillaume Durand. Queste due tesi costituiscono lo spunto per poter prendere in esame le espressioni e i termini specifici legati al mondo giuridico e diplomatico, al fine di porre in rilievo questo aspetto stilistico del poemetto medievale. Oltre ai termini indicati da Fasani e da Palma di Cesnola, verranno sottolineati altri possibili indizi per un “Durante giurista”, nonché un certo atteggiamento “giuridico” a cui sono sottoposte alcune figure del testo, come Falsembiante o Ragione, anche per rilevare le differenze o i punti in comune tra Fiore e Roman de la Rose, modello dell’opera italiana, sia dal punto di vista delle scelte lessicali che dell'atmosfera generale.
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Silvestri, Chiara. « Liminalità e confini dell’io ne Le stelle fredde : l’intermedio difficile di Guido Piovene ». Quaderni d'italianistica 41, no 2 (11 juin 2021) : 93–113. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v41i2.36773.

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Dopo la fine di una relazione e le dimissioni dal lavoro “io” de Le stelle fredde sceglie di ritornare nella villa d’infanzia, dove le sue visioni e peregrinazioni straniate s’intrecceranno alla presenza inquisitiva di un poliziotto-filosofo e al racconto dell’aldilà di un Dostoevskij resuscitato. Il sostrato psicoanalitico del romanzo non porta tanto a una decostruzione formale quanto a una rielaborazione della soggettività secondo la teoria della percezione di Merleau-Ponty e altre suggestioni della cultura novecentesca. Rinnegati idealismo e intellettualismo “io” trova infine sollievo nella schedatura di oggetti in un difficile spazio liminale e purgatoriale che scambia e confonde coscienza e mondo, vita e morte.
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Szewczul, Bożena. « Ewangeliczna rada czystości podejmowana ze względu na królestwo niebieskie (kan. 599 KPK/1983) ». Prawo Kanoniczne 51, no 1-2 (5 juin 2008) : 121–38. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2008.51.1-2.07.

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Il canone 599 CIC/1983 cerca di dare una definizione compléta ed evangelica insieme del consiglio evangelico di castità. Uno dei tre elementi essenziali della definizione è motivazione del consiglio di castità cioè assunzione per riguardo al regno dei cieli. La castità è segno spéciale dei beni celesti e soprattutto del „mistico sposalizio” del Cristo con la sua Chiesa, perció la vocazione divina alla castità consacrata comporta che la persona si senta scelta da Cristo e non ceda a nessuno il proprio amore per il regno dei cieli. A questo motivo è stato dedicato tutto l’articolo. L’autrice di questo articolo présenta la precedenza del consiglio di castità in una triade dei consigli evangelici, spiega la natura del consiglio, la sua origine evangelica, l’espressione regno dei cieli, e alla fine la vita in castità assunta per il regno dei celi.
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Siwecki, Leon. « Linguaggio Teologico su Dio incomprensibile e ineffabile ». Roczniki Teologiczne 69, no 2 (24 février 2022) : 37–55. http://dx.doi.org/10.18290/rt22692.3.

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L’articolo sviluppa alcune riflessioni circa la conoscenza «teologica» di Dio, le sue condizioni di possibilità, la sua natura, i suoi strumenti e i suoi limiti. La conoscenza teologica di Dio è quella che scaturisce dalla sua libera autocomunicazione, ed è dunque distinta, senza esserne separata, dalla conoscenza «naturale». In primo luogo l’articolo presenta il concetto teologico di Mistero poi riflette i limiti e i modelli del linguaggio teologico su Dio; alla fine approfondisce l’idea dell’analogia, come regola cristiana del linguaggio su Dio. La conoscienza cristiana di Dio non è soltanto conoscenza dell’Essere assoluto, ma anche e propriamente dell’Essere personale e interpersonale in dialogo con noi. La conoscenza personale ha certo un momento concettuale, in quanto si tratta di conoscenza propriamente umana, ma anche e soprattutto una profondità a‑concettuale, in quanto si basa sulla simpatia o più profondamente sulla «connaturalità» (connaturalitas, per usare il termine di San Tommaso), che indica un momento di libera scelta (tendenzialmente reciproca), e sulla presenza del «Tu» come realtà della nostra vita. Ogni linguaggio teologico suppone un’esperienza religiosa come incontro personale col Dio della fede, incomprensibile e ineffabile.
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Torrieri, Francesca, Federica Cadamuro Morgante et Alessandra Oppio. « The social discount rate in cost-benefit analysis for flood risk management : reasoning on the intertemporal preferences ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 103–22. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212908.

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About the Flood Risk Management Plans (PGRA) the European Community (DIR. 2007/60; Regulation No. 1303/2013) introduces the need to provide an assessment of the prevention and mitigation measures for the hydraulic risk through a Cost-Benefit Analysis (CBA), (Cohesion Fund, 2014-2020). Indeed, the CBA helps identifying a priority ranking of structural and non-structural interventions to be implemented so to reduce the probability of flooding and the negative consequences for human health, the environment, cultural heritage and economic activities. In Cost-Benefit Analysis (CBA) application, the Social Discount Rate (SDR) covers a fundamental role in revealing the intergenerational concern and the willingness to pay for environmental protection and debt inheritance of a society into a specific territorial-time dimension. In particular, scientific research on the hydraulic risk area like the national and international guidelines demonstrates no agreement about the methodologies for estimating the SSS and the (SSS) value adopted in different territorial contexts. For this reason, this paper aims at investigating literature debates about SDR effectiveness on a value-based assessment and how it is applied in CBA analysis dealing with intergenerational environmental costs redistribution and human heath protections. The theoretical explanation is supported by applying CBA analysis to the real case study of Olbia city, where relevant flood events occurred in the last fifty years and, in particular, the last one in 2013, causing significant losses in economic welfare and human lives. First results from the empirical application show how the choice of the SSS and the time-frame of the interventions have a strong impact on the effectiveness of the strategic decisions from a social point of view. In particular, these two factors' influence is more evident in long-term scenarios due to intertemporal prices' cumulative and multiplicative effects, which reduce future values such as environmental and social benefits if discounted to date. Nell’ambito dei Piani di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), la Comunità Europea (Dir. 2007/60; Regulation No. 1303/2013) ha introdotto la necessità della valutazione delle misure di prevenzione del rischio alluvioni sulla base di una Analisi Benefici-Costi (ACB), al fine di individuare una graduatoria di priorità degli interventi strutturali e non strutturali da attuarsi per ridurre la probabilità di inondazione e le conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche. Rispetto all’applicazione dell’ACB, la stima del Saggio Sociale di Sconto (SSS) rappresenta uno degli aspetti più critici per esprimere il valore delle preferenze intertemporali, la disponibilità a pagare per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita, nonché il peso attribuito all'eredità del debito futuro intergenerazionale in una specifica dimensione spazio-temporale. In particolare, le applicazioni al settore del rischio idraulico così come le linee guida nazionali e internazionali mostrano come non vi sia ancora una convergenza di opinioni sulle metodologie da applicare per la stima del SSS e sul valore da adottare in differenti contesti territoriali. A partire da un’analisi della letteratura sul ruolo del SSS nelle ACB applicate al settore della prevenzione del rischio idraulico, il presente articolo propone un quadro ampio di casi di studio in differenti contesti geografici, che sottopone a una riflessione critica in merito agli aspetti teorici e operativi. Le riflessioni teoriche sono poi sperimentate attraverso un’applicazione dell’ACB alla città di Olbia, dove si sono verificate grandi alluvioni negli ultimi cinquant'anni, l'ultima delle quali nel 2013, che hanno causato perdite significative in termini di benessere economico e vite umane. I primi risultati ottenuti mostrano come la scelta del SSS, così come la temporalizzazione degli interventi, sia determinante per l’efficacia delle scelte dal punto di vista sociale, soprattutto in scenari di lungo periodo, a causa dell’effetto cumulato e moltiplicativo dei prezzi intertemporali che porta a ridurre i valori futuri, quali per esempio i benefici ambientali e sociali, se scontati all’attualità.
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De Fiore, Luca. « Il ruolo formativo dell'editoria ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2022) : 153–68. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-001009.

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Durante il Novecento, numerose case editrici hanno svolto un ruolo importante per la crescita culturale dell'Italia, una funzione formativa molto simile a quella che ha caratterizzato l'attività di molti editori di paesi come Francia, Inghilterra, Germania, Stati Uniti. Quasi sempre l'attività editoriale era legata al contributo di intellettuali che svolgevano un ruolo politico-culturale attraverso l'impegno professionale: narratori, giornalisti, poeti. Questa funzione esplicitamente pedagogica dell'editoria è stata messa in crisi verso la fine del secolo scorso dall'esaurirsi della stagione politicamente più coinvolgente e conflittuale e, allo stesso tempo, dall'emergere di nuovi modelli di gestione che affidavano la conduzione aziendale a dirigenti più attenti ai risultati economici che al prestigio culturale. Con l'inizio del nuovo millennio, l'editoria italiana e internazionale ha iniziato a essere dominata da multinazionali proprietarie dei marchi storici dell'editoria e spesso gestite in maniera impersonale. L'editoria scientifica è forse quella che meglio ha saputo adattarsi alla gestione manageriale e, forse non a caso, è la più attraversata dal cambiamento: una delle questioni più discusse riguarda la qualità dei contenuti e gli strumenti per la sua valutazione precedente (peer review) e successiva alla pubblicazione (gli indici bibliometrici hanno assunto un potere determinante per la progressione delle carriere dei professionisti sanitari). Anche i modelli di accesso alle riviste sono molto cambiati, nonostante l'open access in grande ascesa rischi di discriminare i ricercatori delle nazioni a basso reddito. In un contesto culturale, sociale e politico molto cambiato rispetto al secolo scorso, anche l'attività, le scelte e le decisioni delle case editrici meno esposte o schierate politicamente possono avere un valore culturale non trascurabile contribuendo così a formare punti di vista sul mondo. E non è detto che - proprio grazie al lavoro degli editori - queste prospettive sul futuro non possano tornare a ispirarsi ai valori che hanno orientato la cultura del Novecento.
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Regina Martini, Sandra, et Matteo Finco. « Diritto alla salute e diritto all’autodeterminazione : la legge sul “consenso informato” in Italia. riflessioni a partire dalla teoria dei sistemi social / Right to health and right to self-determination : the Italian law on “living will”... » Revista Derecho y Salud | Universidad Blas Pascal, no 2 (15 novembre 2018) : 41–54. http://dx.doi.org/10.37767/2591-3476(2018)04.

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Con questo lavoro si vuole riflettere sulla semantica societaria – incentrata su termini quali ‘volontà’, ‘libertà’ e soprattutto ‘diritti’ – che descrive l’individualità moderna quale personalità soggettiva dotata della possibilità di distinguersi e di esercitare pretese. L’ambito di riflessione scelto è quello della salute, a partire dalla convinzione che esso rappresenti oggigiorno un contesto privilegiato per osservare la relazione tra individuo e società, tentando di capire quali spazi di azione personale e autonomia abbiano i singoli rispetto alle forze sociali che li condizionano. Alla riflessione di stampo teorico – attraverso la teoria dei sistemi sociali di Niklas Luhmann – sulle rivendicazioni del diritto alla salute, si aggiunge l’analisi della recente legge italiana sul “fine vita”, che consente l’adozione delle “disposizioni di trattamento” (DAT). L’ipotesi è che ciò rappresenti un esempio di riuscito equilibrio fra rivendicazioni dei singoli ed esercizio responsabile deidiritti, a vantaggio dell’integrazione societaria. This work is about semantics of society – focused on terms such as ‘will’, ‘freedom’ and above all ‘rights’ – describing the modern individuality as a subjective personality endowed with the ability to be different and to exercise claims. We focus on health, starting from the idea that nowadays it is a perfect context to observe the relationship between individual and society, trying to understand which spaces for personal action and autonomy the individuals have, free from social influences. Beside the theoretical reflection – starting from the perspective of social systems theory by Niklas Luhmann – about claims in the area of the right to health, there is the analysis of the recent Italian law on “end of life”, which allows the adoption of “treatment provisions” (DAT). The hypothesis is that this represents an example of a successful balance between individual claims and responsible exercise of rights, to the advantage of integration of society.
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Giardini, Anna, Marcella Ottonello, Carlo Pasetti, Debora Pain et Ines Giorgi. « Cosa voglio fare alla fine della vita ? Consapevolezza della malattia, conoscenza delle procedure cliniche e delle direttive anticipate in pazienti con malattie croniche progressive / What do I want to be done at end-of-life ? Disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases ». Medicina e Morale 67, no 1 (23 mars 2018) : 11–24. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.525.

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Scopo del nostro studio osservazionale cross-sectional è di studiare la consapevolezza di malattia, la conoscenza delle procedure cliniche e delle dichiarazioni anticipate di trattamento in pazienti italiani affetti da patologie croniche progressive. Metodo. Sono stati valutati 115 soggetti (23 con Sclerosi Laterale Amiotrofica – SLA; 30 con Scompenso Cardiaco Cronico – SCC; 32 con Insufficienza Renale Cronica – IRC; 30 con Tumore Avanzato –TA) su: conoscenza sui temi della salute, diritto ad essere informati, significato delle Direttive Anticipate (DA) e delle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT). Risultati. 86% dei pazienti hanno evidenziato il diritto di conoscere diagnosi e prognosi e di essere informati sull’evoluzione di malattia. Molti pazienti non conoscevano il significato di procedura invasiva (52%) o di trattamento aggressivo (81%). Il 72% non conosceva il significato di DA e di DAT; il 94% riteneva che le DA o le DAT potessero parzialmente o totalmente garantire il desiderio del paziente di prendere parte alle decisioni sulla gestione del fine vita. Una volta informati sul significato delle AD (vincolanti) e delle DAT (non vincolanti) I pazienti con SLA preferivano la scelta di direttive vincolanti rispetto ai pazienti con TA e con SCC (SLA vs SCC p=.005; SLA vs TA p=.001). I pazienti con IRC preferivano direttive vincolanti rispetto ai pazienti con SCC (p=.02). Conclusioni. Deve essere parte integrante nella pratica clinica l’informare e il guidare il paziente dal momento della diagnosi fino alle fasi ultime di vita. ---------- Introduction. Many steps forward within the legal field to facilitate end-of-life communication have been taken, but Mediterranean countries can be considered as a step back. Aim of our observational cross-sectional study is to observe disease awareness, knowledge of clinical procedures and of advanced directives in patients with chronic progressive diseases in Italy. Methods. 115 subjects (23 with Amyotrophic Lateral Sclerosis – ALS, 30 with Chronic Heart Failure - CHF, 32 with Chronic Kidney Failure – CKF, and 30 with Advanced Cancer – AC) were assessed on health literacy, their right to be informed and meaning of Advance Directives (AD) and of Advance Declaration of Treatment (ADT). Results. 86% of patients claimed the right to know diagnosis and prognosis and to be informed of disease progression. Patients did not know the meaning of invasive therapy (52%) and of aggressive treatment (81%). 72% did not know the meaning of AD and of ADT; 94% believed that AD or ADT could partially or totally guarantee patient’s will to make decisions on end-of-life, with frequency difference on AD or ADT efficiency between CHF and ALS patients (p=.01). Once informed on the definitions of AD (legally binding) and ADT (not legally binding), ALS patients preferred legally binding directives, compared to patients with AC and with CHF (ALS vs CHF p=.005; ALS vs AC p=.001). Patients with CKF would prefer legally binding proposal compared to CHF patients (p=.02). Conclusion. To inform and to guide patients from diagnosis to end-of-life should be an integral part of medical practice.
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De Luca, M. « Advanced hybrid closed-loop : review of the current systems available in Italy for the treatment of type 1 diabetes mellitus ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 120. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.1.

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OBIETTIVO DELLO STUDIO La terapia con microinfusore è raccomandata nelle persone con DMT1 per il raggiungimento degli obiettivi glicemici e di una migliore qualità di vita. Lo studio si propone di confrontare i diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente disponibili in Italia al fine di valutare le caratteristiche di ognuno di essi, riconoscere il profilo del paziente a cui destinarli e prendere decisioni terapeutiche informate e consapevoli. DISEGNO E METODI È stata analizzata la letteratura e le schede tecniche relative a 3 diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente commercializzati in Italia: MiniMed™ 780G associato al CGM Guardian e algoritmo SmartGuard, Tandem t:slimX2 associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo Control IQ e Accu- Check Insight associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo DBLG1. Sono stati inoltre analizzati i principali sistemi Hybrid Closed-loop open-source (Do It Yourself – Artificial Pancreas System). RISULTATI Il sistema Medtronic 780G utilizza il sensore Guardian 4, mentre i sistemi Tandem e Accu-chek Insight utilizzano il sensore Dexcom G6. I loro algoritmi (PID per Medtronic ed MPC per Tandem ed Accu-chek Insight) sono integrati alla pompa insulinica. Durante gli studi pivotal, a seconda della popolazione dello studio e dell’HbA1c di base, questi sistemi raggiungono una percentuale di tempo trascorsa nell’intervallo target tra il 65% ed il 76% con un basso rischio di ipoglicemia. OpenAPS è il primo sistema open source sviluppato per automatizzare il controllo glicemico, il cui algoritmo è stato creato e successivamente aggiornato dagli utenti stessi. CONCLUSIONI Una conoscenza approfondita e aggiornata delle più recenti tecnologie è fondamentale affinché il team diabetologico possa guidare i propri pazienti, fornendo loro l’educazione ed il supporto necessari ad una scelta di cura condivisa e consapevole. Questa rassegna riassume in modo pragmatico le principali caratteristiche dei sistemi Hybrid Closed-loop e si pone come strumento di consultazione per un utilizzo più appropriato di questa tecnologia. PAROLE CHIAVE diabete mellito; microinfusori; hybrid closed loop.
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Giorgi, Chiara. « Costituzione, politica, rapporti di forze e scelte di vita ». DEMOCRAZIA E DIRITTO, no 2 (septembre 2016) : 143–47. http://dx.doi.org/10.3280/ded2016-002009.

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Bottazzi, Marialuisa. « Alienazioni a titolo gratuito in documenti dei secoli XI-XII ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 595–643. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16899.

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Solo un numero esiguo di chartae rogate sin dall’alto medioevo si può dire abbia avuto una vita parallela alla consueta e preminente destinazione giuridica o amministrativa notarile grazie alla scelta d’incidere su pietra, il più delle volte da parte dei legatari, anche una sola parte del contenuto testuale pergamenaceo al fine di notificare, di pubblicizzare e di perpetuare, generalmente pro redemptione animae, la memoria di quanto veniva disposto da agiati benefattori a favore, in un primo tempo delle istituzioni monastiche ed ecclesiastiche e più tardi anche gli enti assistenziali, sia religiosi sia laici. La maggior parte di queste non numerose iscrizioni, che classifichiamo come chartae lapidariae, per lo stretto rapporto con le chartae notarili da cui derivano, sono state per la maggior parte prodotte in Italia sin dalla fine del secolo X per essere esposte con una certa frequenza nei luoghi sacri o molto attigui degli stessi. Nella maggior parte dei casi si parla di iscrizioni contenenti atti testamentari o di donazione inter vivos o mortis causa; meno frequentemente il loro tenore dispositivo e probatorio riconduce a bolle papali, decreti o a diplomi regi o imperiali. In ogni caso, siamo sempre di fronte a documenti incisi indiscutibili secondo qualsiasi piano giuridico ma che, per la consuetudinaria perdita del documento notarile da cui derivano e per la facile mancanza anche di uno degli elementi essenziali della charta, per esempio, della datatio, probabilmente per la funzione generalmente assunta, sin dall’impiego romano, di “regesto” dell’atto originale, per la mancanza, si diceva di alcuni elementi essenziale del documento notarile difficilmente possono essere considerati “documenti in senso proprio”, ma solo dei “monumenti” epigrafici a sé stanti, quindi particolarmente interessanti da analizzare solo per il loro “peso” storico. Malgrado ciò, per tutti gli elementi fin qui considerati e riassumibili nella difficoltà di dimostrare l’attendibilità dei contenuti incisi su pietra data l’impossibilità di ricostruire l’intimo impiego epigrafico/documentario intrinseco delle carte lapidarie con il loro originale notarile perduto, qualche importante attenzione verso questo tipo di documentazione è comunque giunta nel secolo scorso grazie ai lavori di Pietro Sella, di Cinzio Violante e di Ottavio Banti. Ciò nonostante, ancora oggi, le chartae lapidariae risultano poco considerate sebbene dinanzi a una rarefazione documentaria, per esempio nel caso di Milano, risultino efficaci per definire il ruolo dei laici sia entro lo spazio ecclesiale sia nella società; sia nello studio degli enti assistenziali, sia religiosi sia laici, come dei ceti dominanti dell’Italia e in special modo di Milano, del secolo XI. Se, dunque sull’interesse storico, seppur analitico dei contenuti della chartae lapidariae, sembra aver spesso prevalso il “peso” diplomatistico, che pone dei limiti all’attendibilità giuridica delle carte lapidarie,con questo lavoro si vuol richiamare l’attenzione su tre casi importanti e eccezionali prodotti nell’ultimo ventennio del secolo XI a Viterbo, a Milano e a Collescipoli.
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Premarini, Claudio. « Scelte educative e progetto di vita del bambino affetto da epilessia ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 139–54. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-s03009.

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L'articolo prende in considerazione gli elementi che si rivelano piů importanti dal punto di vista educativo per formulare un adeguato progetto di vita a vantaggio di bambini affetti da epilessia. Questi soggetti devono infatti essere aiutati a sviluppare sentimenti di autostima e di efficacia, nonché capacitŕ di autocontrollo e creativitŕ, per poter affrontare con successo i compiti evolutivi e di adattamento. Gli Autori sottolineano anche l'importanza di agire sul contesto scolastico e sociale per il superamento dei pregiudizi che tutt'ora esistono a proposito della patologia epilettica e che condizionano negativamente la qualitŕ di vita della persona affetta da epilessia.
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Spinsanti, Sandro. « Decisioni di fine vita ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 105–20. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038009.

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Il dibattito bioetico sulla regolamentazione delle decisioni di fine vita riceve per lo piů impulso da casi individuali che vengono portati all'attenzione dell'opinione pubblica. Il ruolo che hanno avuto per gli Stati Uniti le vicende biografiche di Nancy Cruzan e di Terry Schiavo č stato svolto in Italia da Piergiorgio Welby ed Eluana Englaro. Le vicende giudiziarie hanno trovato difficoltÀ a essere decise perché la legge si č rivelata inadeguata ad attribuire significati univoci a concetti come ‘accanimento terapeutico' e ‘trattamenti futili'. Il dibattito č stato ulteriormente complicato dall'uso di immagini e da emozioni. La ricerca di una legge condivisa ha trovato in Italia un ostacolo nella contrapposizione di atteggiamenti irriducibili. Il condizionamento piů negativo sembra essere l'intento di fare una legge ‘contro' una delle posizioni ideologiche in gioco.
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 . « La Voce dei Pazienti Scelte Alimentari e di Lavoro. Rene Policistico e Vita Quotidiana ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 3 (20 octobre 2014) : 310–12. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.928.

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Essere affetti da una patologia come il rene policistico comporta riflessioni spesso anche drammatiche sulle grandi scelte della vita (prima fra tutte, quella di avere o non avere figli). Ma altrettanto importanti sono le decisioni - solo apparentemente meno importanti - relative alla vita quotidiana. Sulla pagina Facebook di AIRP, si è recentemente dibattuto sugli stili di alimentazione più adatti a chi soffre di rene policistico e sul tema dell'invalidità in relazione al mondo del lavoro. Entrambi gli argomenti hanno generato fitti scambi di esperienze e di opinioni, con un'intensa partecipazione di voci diverse…
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Colao, Floriana. « La proprietà fondiaria dalla bonifica integrale di Arrigo Serpieri alla riforma agraria di Antonio Segni. Diritto e politica nelle riflessioni di Mario Bracci tra proprietà privata e socializzazione della terra ». Italian Review of Legal History, no 7 (22 décembre 2021) : 323–76. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/16892.

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Nel Programma di Giangastone Bolla per la Rivista di diritto agrario (1922) la proprietà fondiaria era banco di prova delle «moderne trasformazioni del diritto di proprietà» – su cui Enrico Finzi – in primo luogo con la «funzione sociale». Nell’azienda agraria Bolla osservava inoltre lo spostamento dalla proprietà all’impresa; asseriva che il legame tra l’agricoltura e lo Stato imponeva allo studioso del diritto agrario l’impegno per la «ricostruzione sociale ed economica del paese». In vista della «funzione sociale» Arrigo Serpieri – dal 1923 sottosegretario di Stato all’Agricoltura – promuoveva diversi provvedimenti legislativi per la «bonifica integrale»; la politica per l’agricoltura si legava all’organizzazione dello Stato corporativo in fieri (Brugi, Arcangeli). Il Testo unico del 1933 mirava al risanamento della terra per aumentarne la produttività e migliorare le condizioni dei contadini con trasformazioni fondiarie di pubblico interesse, con possibili espropri di latifondi ed esecuzione coatta di lavori di bonifica su terre private; dal 1946 il Testo unico del 1933 sarà considerato una indicazione per la riforma agraria (Rossi Doria, Segni). Nel primo Congresso di diritto agrario, (Firenze 1935), Maroi, Pugliatti, Serpieri, D’Amelio, Bolla, Ascarelli, Calamandrei discutevano alcune questioni, in primo luogo il diritto agrario come esperienza fattuale, legato alla vita rurale, irriducibile ad un ordine giuridico uniforme; da qui la lunga durata della ‘fortuna’ dell Relazione Jacini sulle diverse Italie agrarie. In vista della codificazione civile, i giuristi rilevavano l’insufficienza dell’impianto individualistico; ponevano l’istanza di norme incentrate sul bene e non sui soggetti, fino al superamento della distinzione tra diritto pubblico e privato. I più illustri giuristi italiani scrivevano nel volume promosso dalla Confederazione dei lavoratori dell’agricoltura; La Concezione fascista della proprietà esprimeva il distacco dalla concezione liberale – con l’accento sulla proprietà della terra fondata sul lavoro (Ferrara, Panunzio) – e teneva ferma l’iniziativa privata (Filippo Vassalli). Bolla ribadiva la particolarità della proprietà fondiaria tra ordinamento corporativo e progetto del codice civile, «istituto a base privata, aiutato e disciplinato dallo Stato», con il titolare «moderator et arbiter» della propria iniziativa. Nel codice civile del 1942 la proprietà fondiaria aveva senso dell’aspetto dinamico dell’attività produttiva, senza contemplare la «funzione sociale» come «nuovo diritto di proprietà» (Pugliatti, Vassalli, D’Amelio).Dopo la caduta del regime fascista le lotte nelle campagne imponevano al ministro Gullo di progare i contratti agrari e regolare l’occupazione delle terre incolte, con concessioni pluriennali ai contadini occupanti; il lodo De Gasperi indennizzava i mezzadri. Le differenti economie delle ‘diverse Italie agrarie’ sconsigliavano una riforma uniforme (Rossi Doria, Serpieri); i riorganizzati partiti politici miravano alla ripartizione delle terre espropriate e ad indennizzi al proprietario privato, senza lesioni del diritto di proprietà. L’iniziale azione dello Stato ad erosione del latifondo, con appositi Enti di riforma, aveva per scopo la valorizzazione della piccola proprietà contadina (Segni, Bandini). Per coniugare proprietà privata ed interesse sociale nella Costituzione Mortati motivava la sua proposta di «statuizione costituzionale»; Fanfani chiedeva «un articolo che parli espressamente della terra». Il latifondo era la questione più urgente ma divisiva; Di Vittorio ne chiedeva l’«abolizione » ed Einaudi la «trasformazione», scelta che si imponeva in nome delle diverse ‘Italie rurali’; non si recepiva la proposta di una norma intesa ad ostacolare le grandi proprietà terriere. L’articolo 44 della Costituzione prevedeva una legge a imporre «obblighi e vincoli alla proprietà terriera privata», al fine di «conseguire il razionale sfruttamento del suolo ed equi rapporti sociali». Bolla apprezzava la scelta di «trasformare la proprietà individuale in proprietà sociale»; Vassalli scriveva di un non originale «prontuario di risoluzione del problema agrario». Nel progetto del Ministro per l’agricoltura Segni – che riusciva a far varare una contrastata riforma agraria – l’art. 44 dettava compiti al «legislatore futuro»; la legge Sila 21 Maggio 1950, la legge stralcio del 21 Ottobre 1950 per le zone particolarmente depresse, i progetti di legge sui contratti agrari erano discussi nel Terzo congresso di diritto agrario e nel primo Convegno internazionale, promosso da Bolla, con interventi di Bassanelli, Segni, Capograssi, Pugliatti, Santoro Passarelli, Mortati, Esposito. Il lavoro era considerato l’architrave della proprietà della terra, «diritto continuamente cangiante, che deve modellarsi sui bisogni sociali» (Bolla). In questo quadro è interessante la riflessione teorico-pratica, giuridico-politica di Mario Bracci, docente di diritto amministrativo a Siena, rettore, incaricato anche dell’insegnamento di diritto agrario. Rappresentante del PdA alla Consulta nazionale nella Commissione agricoltura, Bracci si proponeva di scrivere un «libro sulla socializzazione della terra», mai pubblicato; l’Archivio personale offre una mole di appunti finora inediti sul tema. Bracci collocava nella storia la proprietà della terra, che aveva senso nel «lavoro»; la definiva architrave del diritto agrario e crocevia di diritto privato e pubblico, tra le leggi di bonifica, la codificazione civile, l’art. 44 della Costituzione, la riforma agraria, intesa come «problema di giustizia». Dal fascismo alla Repubblica Bracci coglieva continuità tecniche e discontinuità ideologiche nell’assetto dell’istituto di rilevanza costituzionale, «le condizioni della persona sono indissolubilmente legate a quelle della proprietà fondiaria». Da studioso e docente di diritto amministrativo e diritto agrario dal luglio 1944 Bracci intendeva rispondere al conflitto nelle campagne, mediando tra «fini pubblici della produzione agraria e le esigenze della giustizia sociale»; proponeva «forme giuridiche adeguate e che sono forme di diritto pubblico».
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Stasiński, Piotr. « Formacja do życia według rad ewangelicznych ». Prawo Kanoniczne 35, no 1-2 (5 juin 1992) : 89–100. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1992.35.1-2.05.

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L’Istruzione Indicazioni riguardanti la formazione negli istituti religiosi considera come scopo principale della formazione il ragiungimento dell’identità religiosa. Elemento essenziale della identificazione con la vocazione religiosa é intraprendere la vita secondo i consigli evangelici. L’Istruzione, sottolineando il valore di questo argomento, chiama i consigli evangelici „come l’asse principale della vita religiosa”. La necessità di mettere in pratica i consigli evangelici proviene dal fatto che accolti con la professione come nuova legge, generano anche una nuova responsabilità. É necessaria dunque la capacità di fare delle scelte contrasegnate dalla evangelica radicalità. L’Istruzione, da tutti i punti di vista, commenta gli elementi e gli aspetti della formazione alla vita nella castità, povertà e obbedienza.
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Ghezzi, Morris L. « Bioetica tra scienza e superstizione ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (novembre 2010) : 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sd2010-002001.

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Questo articolo tratta dei limiti che la bioetica deve imporre alle normative statali nella regolamentazione dei comportamenti da tenere in situazioni riguardanti il tema della vita e della morte dell'essere umano. Ovviamente per individuare tali limiti č necessario in via preliminare procedere alla definizione dei concetti di vita e di morte da un punto di vista sia filosofico, sia giuridico. Negli Stati democratici e laici la legge deve rispettare le libere scelte dei cittadini in materie che coinvolgono esclusivamente la dimensione individuale dell'essere umano. Pertanto, poiché la vita e la morte sono proprio dimensioni specificatamente soggettive ed individuali, di fronte alle quali la collettivitŕ deve fermarsi ad ascoltare l'opinione del diretto interessato, la legge piů che formulare imperativi, deve tracciare spazi di libera scelta entro i quali il singolo individuo possa trovare difesa per la realizzazione delle proprie ultime volontŕ. Nella cultura umana la distinzione tra naturale ed artificiale č priva di significato, poiché la creativitŕ culturale produce artificialitŕ, ma č naturale per l'essere umano. Dunque, non esistono parametri oggettivi per indicare scelte naturali in bioetica, ma ogni visione č possibile, ogni posizione etica č rispettabile. In materia bioetica non puň esistere eteronomia, ma solo autonomia del singolo individuo e ciň impone anche che la ricerca scientifica resti libera da qualsiasi vincolo di natura superstiziosa, religiosa o politica e trovi limiti esclusivamente nell'eguale libertŕ di scelta di tutti gli esseri umani.
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Campo, Gaetano. « C'era una volta il diritto del lavoro ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 1 (mars 2012) : 7–30. http://dx.doi.org/10.3280/qg2012-001002.

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Il diritto, e quello del lavoro in particolare, non č sillogismo astratto. Č il racconto della vita di persone in carne e ossa. Per questo ogni analisi al riguardo deve partire da storie e da numeri: non per eludere le questioni giuridiche che maggiormente dovrebbero interessare una comunitŕ di giuristi ma, al contrario, per cercare di cogliere dall'indagine sulla realtŕ le linee di tendenza del nostro ordinamento e della nostra legislazione in materia di lavoro, la caduta che sulla societŕ e sulla vita delle persone hanno le scelte che fin qui sono state compiute dalla politica e dal legislatore.
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Szewczul, Bożena. « Nowe wyzwania wobec życia konsekrowanego ukazane w instrukcji "Rozpocząć na nowo od Chrystusa" ». Prawo Kanoniczne 48, no 1-2 (5 juin 2005) : 101–20. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.1-2.07.

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Résumé :
La vita dedicata a Dio e al suo regno incontra oggi difficoltà e ostacoli, che costituiscono altrettante sfide alla vita consacrata. L’istruzzione „Ripartire da Cristo. Un rinnovato impegno della vita consacrata nel terzo millennio” elenca le sfide più significative nell’attuale momento storico: ritrovare il senso e la qualità della vita consacrata, una seria formazione permanente all’interno di una radicale riconsiderazione del problema della formazione, l’animazione vocazionale, il compito dei superiori e delle superiore, rispondere sempre meglio all’esigenza di inculturazione, le sfide di cultura globalizzata, il problema della riorganizzazione delle opere, inosservanza dei diritti umani fondamentali, mentalità consumistica. Nel testo dell’Istruzione possiamo trovare una triplice chiave di affrontare le sfide della modernità: lo sguardo di fede che sa accogliere la grazia nella debolezza; la capacità di scoprire in ogni difficoltà l’ocasione per un nuovo inizio; le indicazioni di linee concrete di discernimento nelle scelte che si impongono.
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Livi-Bacci, Massimo. « Le migrazioni internazionali. Fisiologia di un sistema ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2010) : 7–22. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-003001.

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Résumé :
Nel XXI secolo č comune l'idea che le grandi migrazioni non siano un motore primario della societŕ, ma piuttosto una componente anarchica del cambio sociale, la tessera deformata di un mosaico che non trova l'appropriata collocazione, un "rumore" di fondo che disturba il regolare ronzio della vita sociale. Eppure la capacitŕ di muoversi e di migrare č una essenziale prerogativa umana e meccanismo vitale e fisiologico della vita collettiva. Sulle migrazioni internazionali, nella storia dell'umanitŕ, influiscono profondamente le scelte individuali, la capacitŕ adattativa (fitness) dei migranti, i processi selettivi, l'azione politica, con esiti complessi sul successo delle migrazioni. Alcuni esempi, tratti dal lontano passato e dalla contemporaneitŕ, illustrano i diversi modelli e paradigmi alla radice degli spostamenti internazionali, fisiologici - anziché estranei - al sistema sociale.
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Kowalski, Piotr. « "Ragazzi di vita" di Pier Paolo Pasolini nelle traduzioni inglesi e francesi – rivisitazioni moderne ». Translatorica & ; Translata 2 (30 décembre 2021) : 29–42. http://dx.doi.org/10.18778/2544-9796.02.02.

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Résumé :
L’articolo contiene un’analisi comparativa tra originali traduzioni in francese e in inglese di Ragazzi di vita di Pier Paolo Pasolini pubblicate rispettivamente nel 1958 e 1968 e le nuove versioni pubblicate nel 2016. L’analisi e basata su diversi aspetti come le scelte tra l’esotizzazione e l’addomesticamento; il modo in cui i traduttori hanno affrontato il problema del plurilinguismo nel testo di partenza che collega l’italiano standard, il dialetto romano e il gergo della malavita romana; strategie che riguardano per esempio gli antroponimi caricati semanticamente.
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Ruiu, Maria Laura. « La vetrinizzazione delle cittŕ contemporanee. Bratislava - Milano : due realtŕ a confronto ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 95 (juillet 2011) : 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095007.

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Résumé :
La ricerca mette in evidenza come la pubblicitŕ imponga una particolare veste estetica allo spazio urbano. Il lavoro si basa sull'analisi e sul confronto del tessuto urbano di due cittŕ molto diverse da ogni punto di vista (economico, sociale, politico): Milano e Bratislava. Lo studio evidenzia le nuove modalitŕ di utilizzo del linguaggio pubblicitario e le sue applicazioni nel contesto urbano: Bratislava ha una conformazione piů caotica risultante dalla diffusione "selvaggia" della pubblicitŕ; Milano, al contrario, č caratterizzata da un modello di pubblicitŕ che tende a "mimetizzarsi" nel tessuto urbano. I processi comunicativi agiscono sulle esperienze di consumo degli individui influenzando le loro scelte in termini di stili di vita, abitudini, luoghi di consumo; cosě, gli stessi luoghi di consumo si trasformano, dando vita ad una nuova architettura della cittŕ.
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D’Ambrosio, Cristiana. « Dieta, Cuore e Cancro : tra mito e realtà ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (31 juillet 2022) : 45–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-6.

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Résumé :
Sebbene comunemente considerate come due entità patologiche separate, le malattie cardiovascolari e il cancro, le principali cause di morte, possiedono varie possibili interazioni, tra cui una serie di fattori di rischio simili (ad es. obesità, diabete, infiammazione cronica). Ogni cardiologo dovrebbe fornire consulenza per un corretto stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, evitare il fumo e l’abuso di alcol); così facendo si potrebbero prevenire non solo le malattie cardiovascolari, ma anche il cancro. Inoltre, l’intervento su dieta, attività fisica e fumo si è dimostrato efficace anche in pazienti con tumori noti. Il ruolo di una dieta sana nella prevenzione del cancro è ben riconosciuto. Dati recenti indicano che seguire gli stessi consigli può anche migliorare la qualità della vita dei sopravvissuti al cancro. I pazienti con cancro al seno (BC) sono comunemente preoccupati per la dieta e l’alimentazione e spesso esprimono la necessità di ottenere informazioni relative alla salute e la volontà di cambiare dieta e stile di vita. Pertanto, essere consapevoli dei cambiamenti nella dieta dei sopravvissuti e delle esigenze di informazioni è fondamentale per gli operatori sanitari per guidarli verso scelte di vita ottimali.
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Bellino, Francesco. « Eubiosia e bioetica di fine vita ». SALUTE E SOCIETÀ, no 1 (avril 2011) : 23–46. http://dx.doi.org/10.3280/ses2011-001003it.

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Calderaro, Monica, et Marta Senesi. « Disney : crime in fairy tales* ». Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia 22, no 1-2-3 (27 décembre 2017) : 27–30. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2017.10.

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Résumé :
The screen is colored by a celestial sky and begins to outline a castle under whose white gold stands the "Walt Disney Pictures", a semi-crown crown all and the doors of the fantasy are ready to open to the spectators. This is the classic presentation of a Disney Movie that at least once in a lifetime will happen to each of us to attend and accompany the childhood of millions of children. But what is waiting behind that castle? Charming spells and sparks of magic? Absolutely. Princesses to save and charming princes to dream? Absolutely yes. Speaking animals and an Never Land? All this and much more. But if we looked at that castle from a different perspective, and if we shifted our attention from the precious robe of the protagonist, to what deeply motivates her choices and the dynamics surrounding her, we could notice dark shadows, concealed by glittering jewels and unnatural sunsets, so brilliant to blind. The work will focus on those heaviest nuances, analyzing and deepening scenes and themes of Disney Movies where it will be possible to find criminological and psychopathological aspects, thus trying to connect two worlds so distant that for a moment they will intersect as well as in a palette of a painter you can mix white and black. ---------- Lo schermo si colora di un celeste cielo, e comincia a delinearsi un castello sotto la cui bianca aurea si staglia la sigla “Walt Disney Pictures”, un semiarco corona il tutto e le porte della fantasia sono pronte a schiudersi per gli spettatori. Questa è la classica presentazione di un Film Disney a cui almeno una volta nella vita sarà capitato a ciascuno di noi di assistere, e che accompagna l’infanzia di milioni di bambini. Ma cosa ci aspetta dietro quel castello? Affascinanti incantesimi e scintille di magia? Senz’altro. Principesse da salvare e principi azzurri da sognare? Assolutamente sì. Animali parlanti e un’isola che non c’è? Tutto questo e molto di più. Se guardassimo, però, quel castello da una prospettiva diversa, e se spostassimo l’attenzione dal vestito prezioso della protagonista, a ciò che motiva in profondità le sue scelte e alle dinamiche che la circondano, potremmo notare delle sfumature oscure, celate da sfavillanti gioielli ed innaturali tramonti, tanto brillanti da accecarci. È proprio su quelle sfumature più tetre che si concentrerà il lavoro, analizzando e approfondendo scene e temi dei Film Disney in cui sarà possibile riscontrare aspetti criminologici e psicopatologici, cercando così di connettere due mondi tanto distanti che per un attimo si intersecheranno, cosi come in una tavolozza di un pittore è possibile mescolare il bianco e il nero. ---------- La pantalla es de color azul claro del cielo, y comienza a tomar forma un castillo bajo cuyo blanco de oro se coloca la abreviatura "de Walt Disney Pictures", un semi-arco rodea el todo y las puertas de la imaginación están listos para salir del cascarón para los espectadores. Esta es la presentación clásica de una Película de Disney que al menos una vez en la vida nos ha sucedido a cada uno de nosotros para asistir, y que acompaña a millones de niños. Pero, ¿qué está esperando detrás de ese castillo? Encantadores hechizos y chispas de magia? Absolutamente. ¿Princesas para salvar y príncipes azules para soñar? Absolutamente sí ¿Animales que hablan y una isla que no está allí? Todo esto y mucho más. Si observamos, sin embargo, que el castillo desde una perspectiva diferente, y si a mitad de camino a través de la atención por parte del precioso vestido el personaje principal, lo que motiva profundamente en sus elecciones y la dinámica que lo rodean, se puede notar las sombras oscuras, ocultas por las joyas espumoso y puestas de sol antinaturales, tan brillantes para cegar. Es precisamente en los tonos más sombríos que se centrarán los trabajos, analizando y profundizando escenas y películas temas de Disney, donde se pueden encontrar aspectos criminológicos y psicopatológicas, tratando así de conectar dos mundos tan lejos que un momento se cruzará, así como en una paleta de un pintor puede mezclar blanco y negro.
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Salerno, Alessandra. « Figli adulti di divorzi ostili ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 143–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124008.

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Résumé :
L'articolo propone una rassegna della letteratura relativa agli effetti a breve e lungo termine del divorzio coniugale sui figli adulti e giovani adulti. La ricerca internazionale relativa alle conseguenze del divorzio sul benessere psicologico dei figli ha spesso trascurato l'impatto che l'evento separativo e i cambiamenti ad esso connessi possono avere sulla vita e sulle scelte dei figli adulti. Il vissuto del sentirsi "intrappolati" nel conflitto coniugale sembra avere esiti a lungo termine e influenzare differentemente la relazione con il padre e con la madre. L'articolo, attraverso un'esemplificazione clinica, si concentra anche sulle conseguenze del divorzio sulla qualità delle relazioni di coppia dei figli adulti e propone alcune tipologie di intervento.
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Zulian, F., M. Campanini, L. Lusiani, L. Magnani, G. Pinna et R. Nardi. « Saper desistere per curare fino in fondo : come intraprendere il migliore percorso di assistenza nel Paziente con grave insufficienza d’organo in Medicina Interna ? » Italian Journal of Medicine 5, no 1 (11 avril 2017) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.5.

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Résumé :
<img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>La futilità in medicina e le difficoltà a desistere</strong><br /><em>L. Lusiani, L. Magnani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive Slow Medicine sulla desistenza terapeutica</strong><br /><em>S. Spinsanti, S. Vernero</em></p><p class="titolo"><strong>La desistenza terapeutica: il punto di vista del magistrato</strong><br /><em>V. Castiglione, V. Pedone</em></p><p class="titolo"><strong>La <em>desistenza terapeutica</em> è giustificabile sul piano etico?</strong><br /><em>E. Furlan</em></p><p class="titolo"><strong>Il punto di vista di un credente</strong><br /><em>G. Pinna</em></p><p class="titolo"><strong>Il buon samaritano, la misericordia del medico e desistenza terapeutica: concetti fra loro compatibili?</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, L. Cascavilla, G. Fasanella</em></p><p class="titolo"><strong>Le grandi insufficienze d’organo <em>end stage</em>: il documento SIAARTI</strong><br /><em>G.R. Gristina, L. Riccioni</em></p><p class="titolo"><strong>I determinanti della mortalità a breve termine dei pazienti non oncologici ricoverati in medicina interna: un’esperienza sul campo</strong><br /><em>M. Tiraboschi, S. Ghidoni, A. Zucchi, A. Carobbio, A. Ghirardi, M. Casati, F. Dentali, A. Squizzato, D. Torzillo, F. De Stefano, V. Gessi, E. Tamborini Permunian, S. Moretti, A. Assolari, A. Brucato</em></p><p class="titolo"><strong>Le parole per dirlo: la comunicazione al paziente, ai familiari e al <em>caregiver</em></strong><br /><em>M. Felici, S. Lenti, L. Occhini, A. Pulerà</em></p><p class="titolo"><strong>Le alternative possibili che il medico internista può proporre alla dimissione, rispetto all’aumento di intensità di cura e l’assistenza ospedaliera ordinaria: <em>la rete di cure palliative</em></strong><br /><em>D. Valenti, F. Moggia</em></p><p class="titolo"><strong>Scompenso cardiaco avanzato: dalla terapia attiva alle cure palliative</strong><br /><em>G. Mathieu</em></p><p class="titolo"><strong>Ictus ischemico ed emorragia cerebrale: problematiche di fine vita</strong><br /><em>C. Trocino</em></p><p class="titolo"><strong>Demenza avanzata</strong><br /><em>M. Coveri</em></p><p class="titolo"><strong>La dispnea al termine della vita</strong><br /><em>M. Giorgi-Pierfranceschi, S. Orlando</em></p><p class="titolo"><strong>Dialisi</strong><br /><em>M. Meschi, S. Pioli, A. Magnano, F. Spagnoli, M. Saccò</em></p><p class="titolo"><strong>Ventilazione meccanica invasiva e non</strong><br /><em>M. La Regina, F. Orlandini</em></p><p class="titolo"><strong>Il diabete mellito</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>Comunicare la scelta di desistere in medicina: una esperienza sul campo</strong><br /><em>C. Bullo, G. Bordin, L. Lusiani</em></p><p class="titolo"><strong>Le prospettive future in Italia e all’interno del nostro SSN</strong><br /><em>A. Fontanella</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>APPENDICE<br />Metodi di riconoscimento e di valutazione del paziente in fase terminale o a rischio di elevata mortalità in ospedale: le malattie più frequentemente riscontrabili in Medicina Interna</strong><br /><em>R. Nardi, G. Belmonte, P. Gnerre, G. Pinna, D. Borioni, M. Campanini, R. Gerloni, A. Fontanella</em></p>
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Coletti Moia, Elena. « Quali pazienti, quale rischio. Identificazione e correzione : scelte ed aderenza terapeutica ». Cardiologia Ambulatoriale, no 3 (30 novembre 2020) : 163–66. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-2.

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Résumé :
Prima di iniziare una terapia oncologica potenzialmente cardiotossica è importante una valutazione cardiologica basale; essa può essere eseguita da un cardio-oncologo ma spesso in realtà viene attuata dal cardiologo ambulatoriale. La valutazione basale serve a identificare il profilo di rischio cardiovascolare del paziente, a correggere i fattori di rischio modificabili e, nel paziente cardiopatico noto, ad ottimizzare il trattamento. La correzione dei fattori di rischio come ipertensione arteriosa e dislipidemia richiede un adeguato approccio farmacologico ma per abbattere il più possibile il rischio, il paziente deve adottare una correzione dello stile di vita con misure comportamentali come l’interruzione del fumo, l’esercizio fisico ed una adeguata alimentazione. Il paziente con disfunzione ventricolare sinistra o cardiopatia ischemica deve essere valutato con test che permettano di rilevare l’entità del problema e poi intraprendere una terapia la cui scelta ed aderenza va considerata anche in base alle possibili interferenze con i farmaci oncologici.
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Di Vittorio, Arianna. « Turismo 2.0 : le community on line dei viaggiatori e la condivisione dell'esperienza turistica ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (décembre 2011) : 147–67. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-004010.

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Résumé :
Il paper affronta il tema della condivisione dell'esperienza turistica tramite lo strumento del web. Dallo studio di questo fenomeno emerge come aspetto chiave il significato e il ruolo che hanno le comunitÀ on line di viaggiatori nell'ottica di un nuovo scenario: il turismo 2.0. Il paper, costruito su un'ampia rassegna della letteratura č di tipo positivo-descrittivo, ma offre implicazioni prescrittive di management e policy per le imprese che operano nel settore turistico. Esso intende dimostrare il crescente valore delle attivitÀ di viral marketing in un contesto, quale quello turistico, dove il consumo del viaggio č diventato esperienza di vita che genera "valore". Tale "valore", se trasferito ad altri consumatori tramite il web, diventa fonte di informazione ed arricchimento per le altrui scelte di acquisto. Nella sua strutturazione il paper parte dal presupposto secondo cui il viaggio č esperienza e il consumatore cerca esperienze positive, per poi sostenere la tesi secondo cui le esperienze degli altri possono notevolmente influenzare le nostre scelte decisionali. Alla luce di questa rivoluzione globale dei nuovi consumatori, anche le organizzazioni turistiche colgono i nuovi risvolti di un nuovo processo d'acquisto, formulando nuove modalitÀ di promozione e vendita dei propri prodotti turistici.
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Garavaglia, Valentina. « Tra utopia e riformismo, il teatro pubblico di Paolo Grassi e Giorgio Strehler ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (10 mars 2020) : 439–58. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910088.

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Résumé :
L’incontro tra Paolo Grassi e Giorgio Strehler avvenuto nella Milano del dopoguerra, segna l’inizio di un sodalizio, artistico e umano, che ha concorso a scrivere importanti pagine della storia del teatro non solo italiano, ma soprattutto ha contribuito ad arricchire la storia della cultura di ispirazione socialista nel nostro paese. Il legame tra il Piccolo Teatro di Milano, nei suoi primi 25 anni di vita, e la storia del socialismo riformista si racconta attraverso drammaturgie di impegno politico, scelte di regia e di politica culturale nelle quali si intrecciano le biografie del regista e dell’ideologo, uniti nell’impegno per la realizzazione di un teatro d’arte per tutti a partire dall’eredità della Resistenza. Attraverso l’analisi degli appunti di regia, della corrispondenza privata, della critica e degli allestimenti, l’articolo si propone di ripercorrere gli anni dalla fondazione del Piccolo Teatro, nel 1947, fino al 1972, anno in cui Paolo Grassi passerà alla direzione del Teatro alla Scala. A partire dal primo allestimento di Giorgio Strehler, L’albergo dei poveri di Gor’kij, le scelte drammaturgiche e stilistiche del primo teatro stabile pubblico italiano si rivelano emblematiche della continua tensione ideale tra arte e politica, tra attenzione rivolta all’uomo e riflessione sulla collettività.
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Nykiel, Krzysztof. « Evangelizzazione e sacramento della penitenza ». Roczniki Teologiczne 69, no 1 (31 janvier 2022) : 97–115. http://dx.doi.org/10.18290/rt22691-6.

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Résumé :
I nuovi scenari culturali, sempre più secolarizzati, plurali e prepotentemente influenzati dalla cultura digitale pongono le scelte di vita, in particolare quella cristiana, di fronte ad antiche e nuove sfide. In essi quale posto occupa la fede cristiana? Questa domanda merita adeguata risposta che la Chiesa intende offrire proponendo un rinnovamento del cammino ecclesiale che punti sull’evangelizzazione delle culture ma anche della vita cristiana stessa e della pastorale sacramentale. Questo contributo mette in risalto l’antico e sempre nuovo rapporto tra evangelizzazione e sacramento della Penitenza, inquadrandolo nell’intrinseco nesso tra Parola e Sacramento, tra fede e sacramenti della fede che innervano l’esperienza cristiana concreta del singolo e delle comunità. In questo scenario il Sacramento della Penitenza, adeguatamente evangelizzato, ricompreso e ben celebrato, svolge un duplice ruolo; quello di rendere praticabile l’amore misericordioso di Dio che previene, accoglie, perdona e ridona vita e quello più specificamente “missionario” che traduce la testimonianza di vita rinnovata e misericordiata del penitente in un’autentica azione evangelizzatrice, il cui cuore è rappresentato dal messaggio della rivoluzione della tenerezza divina che fa nuove tutte le cose. Il singolo credente e le comunità traggono dal Sacramento della Penitenza la forza dell’amore misericordioso di Dio, che guarisce, risana e fa risorgere, e ripropone la vita cristiana come la più bella avventura da vivere, poiché il perdono chiesto e ricevuto diventa la più alta scuola dove si accoglie l’amore come dono che, a sua volta, va sempre donato.
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Bertolini, Sonia. « Flessibilizzazione del mercato del lavoro e scelte familiari dei giovani in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 148–65. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124008.

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Résumé :
Il saggio evidenzia le connessioni tra due fenomeni: la flessibilizzazione del mercato del lavoro e la tarda uscita dalla famiglia di origine da parte dei giovani in Italia. Si intende analizzare, se in un contesto come quello italiano caratterizzato da un sistema di welfare state non universalistico, essere occupati con un contrat to a termine diminuisca la probabilitŕ di uscita dalla famiglia di origine. Il saggio si concentra, inoltre, su un altro aspetto della questione ancora poco esplorato: se l'effetto della precarietŕ lavorativa sulla transizione alla vita adulta e la formazione della famiglia puň variare in funzione della classe sociale e del livello di istruzione, che in Italia sono fortemente correlati. Le due questioni saranno esplorate attraverso un'indagine quantitativa basata sui dati Istat delle Forze di Lavoro italiane (2008) che permettono di evidenziare le correlazioni tra fenomeni, combinata con indagini qualitative, che invece permettono di "spiegare" le correlazioni, evidenziando i meccanismi sociali presenti.
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Toraldo, Domenico Maurizio. « Il trattamento del cancro polmonare : evidenze scientifiche e valori bioetici in conflitto nelle scelte terapeutiche ». Medicina e Morale 50, no 4 (31 août 2001) : 741–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.732.

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Résumé :
Il cancro del polmone costituisce una delle principali cause di morte dei paesi europei. La malattia se inoperabile ha una prognosi generalmente infausta e circa l’80% dei pazienti muore entro un anno dalla diagnosi. Stabilire un efficace piano di trattamento costituisce una priorità di salute pubblica e oggetto di continuo dibattito scientifico. La diagnosi precoce offre la possibilità al malato di usufruire del trattamento chirurgico che può guarire la malattia. La polichemioterapia e la radioterapia si rivelano spesso fallimentari e nel migliore dei casi possono allungare di qualche mese la vita del malato al costo di sofferenze importanti. Nella pratica clinica in molti ospedali italiani pur non esistendo un protocollo diagnostico-terapeutico di riferimento, e il trattamento medico viene proposto, nella maggior parte dei casi, senza un adeguato consenso informato che spieghi al paziente le difficoltà e la complessità terapeutiche ed il paziente nella maggior parte dei casi non partecipa alle decisioni che lo riguardano. L’Autore attraverso una revisione della letteratura scientifica recente mette a punto il problema dal punto di vista tecnico e affronta contestualmente i numerosi problemi bioetici e deontologici sollevati dall’assenza sia di un’etica della comunicazione nelle problematiche della diagnosi e della terapia sia della relazione di cura cioè nella conduzione della terapia nel tempo, mettendo in evidenza le inesauribili possibilità curative che il medico dovrebbe evidenziare con la su presenza e con il suo attaccamento al malato. Viene analizzato il ruolo decisivo del medico nelle ultime fasi della vita del paziente e l’utilità della medicina palliativa nella sedazione del dolore e nel controllo dei sintomi come forma di rispetto della dignità della persona. Infine l’Autore auspica la necessità di una formazione etica e deontologica attraverso corsi di aggiornamento obbligatorio del medico ospedaliero per poter acquisire una consapevolezza dei valori in gioco.
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Albisinni, Ferdinando. « Impresa agricola e scienze della vita nel diritto europeo dell’agricoltura ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(29) (30 décembre 2021) : 61–100. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.2.

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Résumé :
Il lavoro indaga sulle linee evolutive del diritto agrario nella prospettiva europea, ponendo in evidenza le sfide e le criticità che nel XXI secolo hanno connotato le scelte operate nell’ambito della politica agricola comune. All’interno di questa prospettiva, specifica attenzione è assegnata ai temi dell’impresa agricola e della stessa perimetrazione dell’attività agricola; temi risalenti nell’ordinamento italiano, ma rilevanti anche nell’ordinamento polacco, come sottolineato più volte negli studi di Roman Budzinowski. L’analisi investe in particolare le riforme di questo secolo, dalla MTR del 2003 alle riforme del 2013 e del 2021 con la riscoperta dell’agricoltura come attività produttiva, sottolineando l’emergere di nuovi modelli sistemici, che finiscono per costruire Codici europei dell’agricoltura. Vengono poi richiamate le ultime novità introdotte dal Trattato di Lisbona, da alcuni recenti regolamenti in tema di controlli ufficiali e dai documenti della Commissione sul Green Deal europeo, con la connessa attenzione ai temi del benessere animale e della tutela di ogni forma di vita e dell’ambiente nella sua complessità e unità, per concludere che le complesse vicende di questi due primi decenni del XXI secolo si caratterizzano per la crescente attenzione verso le scienze della vita come elemento essenziale e connotante dell’attività dell’impresa agricola in tutte le sue diverse declinazioni.
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Olivetti Manoukian, Franca. « Adozioni sostenibili : il contributo dei Servizi tra conoscenza e azione ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (novembre 2020) : 16–26. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002002.

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Résumé :
L'articolo si propone di mettere in luce come le crisi nelle adozioni siano collegate a conoscenze preliminari delle situazioni dei minori e delle coppie, prevalentemente attente agli aspetti giuridico-formali e meno orientate a valorizzare le qualità delle relazioni su cui regge il progetto di vita familiare. I Servizi possono essere attivamente presenti per fornire e sviluppare, in collaborazione con i giudici, riconoscimenti sottili e perspicaci di motivazioni e investimenti affettivi, possono rilevare aspetti meno evidenti e tuttavia condizionanti per il benessere dei singoli e della famiglia. In un contesto generale attraversato da cambiamenti culturali stravolgenti e disorientanti le realtà familiari sono continuamente esposte a complessità di valutazioni e di scelte tendenzialmente più adeguate e pertinenti se sono condivise.
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Pellegrino, Gianfranco. « Cambiamento climatico e generazioni future ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 39 (janvier 2011) : 7–19. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-039001.

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Résumé :
Il saggio introduce le tematiche di questo numero, soffermandosi in particolare sulla rilevanza etica e politica del cambiamento climatico. Dopo una rapida spiegazione dell'effetto serra naturale e artificiale, si ripercorrono le teorie che concepiscono il cambiamento climatico come un problema di giustizia distributiva. Secondo alcuni autori queste teorie non sono sufficienti per dare strumenti adeguati, perché il cambiamento climatico rappresenta un problema etico nuovo, che richiede una strumentazione etica inedita. Il saggio approfondisce alcune delle caratteristiche nuove dell'etica del cambiamento climatico, soprattutto in relazione all'impatto che le scelte presenti avranno sulla qualitÀ della vita delle generazioni future.
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