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1

Guidarini, Stefano. « Progetto e ricerca ». TERRITORIO, no 95 (mai 2021) : 7–16. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-095001.

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Résumé :
Qui si riprende una riflessione, che è in corso nelle Scuole di Architettura italiane all'interno delle discipline della progettazione, con l'obiettivo di fare il punto sul progetto come strumento di conoscenza e come prodotto di ricerca scientifica, senza dimenticare la doppia natura dell'architettura da sempre divisa tra scienza e arte, tra sapere tecnico-scientifico e cultura umanistica, tra necessità pratiche (stabilità, funzionalità, durata, sicurezza, economia) e aspirazioni che si rivolgono a soddisfare necessità umane più ampie e sfumate (utilità, bellezza, figuratività e rappresentatività, comodità, riconoscibilità, creatività).
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Dattero, Alessandra. « Claudio Donati professore ». SOCIETÀ E STORIA, no 129 (décembre 2010) : 605–11. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129010.

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Résumé :
In questo intervento l'autrice ha voluto mettere in risalto i tratti salienti della personalitÀ e dell'attivitÀ di Claudio Donati, storico di valore internazionale, mancato prematuramente nel 2008. In Claudio Donati lo slancio e il rigore nella ricerca storica si univano all'impegno didattico e civile, alla curiositÀ e alla sete di conoscenza, alla divertita ironia con la quale egli guardava la multiforme realtÀ che ci circonda. Il forte senso dell'unitÀ del sapere storico, la sensibilitÀ verso il problema delle scansioni della storia, il ricorso costante alle fonti, sono state componenti essenziali della sua attivitÀ di storico, come di quella didattica. Il sapere scientifico si univa ad una grande umanitÀ, e alla capacitÀ di comunicare con gli altri.
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3

Catananti, Cesare. « L’antropologia alla base della medicina : un dibattito antico ed attuale ». Medicina e Morale 45, no 6 (31 décembre 1996) : 1135–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.894.

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Résumé :
La storia della medicina è stata costantemente punteggiata da un vivace dibattito su quelli che sono i contenuti del sapere medico, su quello che è il corretto esercizio applicato di quel sapere e sul se e sul come quel sapere e quell’agire si integrino in un’ottica antropologica. Questo costante richiamo ad una umanizzazione dell’assistenza medica tradisce il profondo bisogno di una medicina centrata sull’uomo e non sulla malattia. Un bisogno molto antico dato che già nel V sec. a.C. le divergenze tra la scuola medica di Cos e quella di Cnido vertevano proprio su tale questione. L’autore dopo aver ripercorso brevemente in questa prospettiva la storia della medicina, mette in luce come con l’individuazione e la diffusione del metodo scientifico, quantitativo, nel XVII sec. gli aspetti tecnici, economici, sociologici hanno prevalso su quelli relazionali. Mentre, a suo giudizio, è nella ricerca delle integrazioni psico-biologiche che il medico doctus ed expertus potrà far valere la sua sapientia, scientia e sapienza cordis tra loro amalgamate; falitando così il suo rapporto con il paziente il quale sarà caratterizzato non da un atteggiamento paternalistico o autoritario ma di paritaria empatia. Si tratta allora di costruire una tecnè che poggi in maniera armonica ed equilibrata su due pilatri: quello della conoscenza scientifica e quello dell’ethos umanitario. una medicina, quindi, che faccia coincidere antropologia e tecnologia.
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Federspil, G., et C. Macor. « L'etica del procedimento clinico ». Medicina e Morale 43, no 6 (31 décembre 1994) : 1107–14. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1000.

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Résumé :
L'articolo affronta il problema del rapporto tra sapere scientifico e pratica clinica. La medicina è una disciplina che persegue sia la conoscenza di numerosi fenomeni biologici che la possibilità di modificarli. Essa possiede, quindi, sia aspetti teorici che operativi. E questi, in realtà, sono solo apparentemente diversi, poiché il "fare" della tecnica non è un "fare" qualsiasi, ma un "fare efficace", che nasce dalla conoscenza di una serie di procedure operative progettate al fine di raggiungere determinati obiettivi. Dopo avere sottolineato che il "sapere razionale", nato durante la civiltà ellenica, trova un suo culmine nel XVII secolo con la nascita della scienza sperimentale, gli Autori iiiustrano la nascita della medicina moderna, quale scienza applicata, che è in grado - superando l'empirismo - di fornire le ragioni per le quali si agisce in un certo modo. Dopo avere argomentato sulla necessità dell'etica nella scienza, viene affrontata la medicina come scienza applicata, il cui fine è la salute dell'uomo. Pertanto il medico deve attenersi correttamente alle regole consolidate del procedimento clinico, metodologicamente e nei contenuti; inoltre è chiamato ad esercitare la scienza medica in modo da raggiungere gli scopi che costituiscono tale disciplina, adeguandosi alle conoscenze scientifiche più aggiornate e consolidate.
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KNIGHT, DAVID. « SCIENCE AND CULTURE IN MID-VICTORIAN BRITAIN : THE REVIEWS, AND WILLIAM CROOKES' QUARTERLY JOURNAL OF SCIENCE ». Nuncius 11, no 1 (1996) : 43–54. http://dx.doi.org/10.1163/182539196x00817.

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Résumé :
Abstracttitle RIASSUNTO /title L'Origine delleSpecie, che Charles Darwin pubblic nel 1859, sovente considerata come l'opera che segn un punto di svolta nel conflitto tra sapere scientifico e religione. Recenti studi, specialmente sul ruolo giocato nella vicenda da T. H. Huxley, il bulldog di Darwin, sottolineano invece (o meglio, al pari) l'intenzione di Huxley di escludere soprattutto appassionati e dilettanti da un ambito di ricerca che si stava trasformando in un settore per esperti. Per quanto le riviste del periodo contenessero soltanto un 10% di articoli scientifici, la domanda nei confronti di informazioni non specialistiche era in diminuzione; scienza e discipline umanistiche si stavano difatti trasformando in ci che C. P. Snow avrebbe poi definito le due culture.
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Fiorilli, Olivia. « Corpi insorgenti. I movimenti femministi e omosessuali di fronte al sapere medico-scientifico ». STORIA E PROBLEMI CONTEMPORANEI, no 71 (août 2016) : 5–23. http://dx.doi.org/10.3280/spc2016-071001.

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Oppedisano, Francesca Rachele. « Rudolf Steiner. » Mnemosyne, no 7 (15 octobre 2018) : 10. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i7.13833.

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Résumé :
Il filosofo austroungarico Rudolf Steiner (Kraljevec 1861- Dornach 1925) tra il 1882 e il 1897 è chiamato a curare la pubblicazione degli scritti scientifici di Wolfgang Goethe per la Deutsche National-Literatur. Lo studio delle opere di Goethe si offre alla sensibilità di Steiner come il principio di una nuova e moderna visione del mondo in cui filosofia, scienza e arte si possono efficacemente integrare nel processo conoscitivo. Goethe rappresenta per Steiner l’artista che ha sentito la necessità di passare dall’attività poetica allo studio scientifico per scoprire che « l’arte è una delle rivelazioni della legge primordiale del mondo; la scienza l’altra ». Da qui ne deriva per Steiner l’elaborazione di un sapere che pensa la natura come teorema e l’arte come problema.
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Rapini, Andrea, et Elena Pavan. « Reti, poteri e confini nelle "discipline amministrative" italiane (1885-1935) : per una storia sociale delle idee ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 299 (août 2022) : 19–48. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299002.

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Résumé :
L'articolo racconta la parabola della Scienza dell'amministrazione dalla sua istituzionalizzazione nella facoltà di Giurisprudenza nel 1875 alla sua de-istituzionalizzazione nel 1935 e lo slittamento del suo oggetto, dei confini disciplinari e dello statuto scientifico. Dopo una ricostruzione della normativa concorsuale, l'articolo mostra - con l'ausilio della Social network analysis - la struttura della rete di relazioni tra commissari che governò tutti i concorsi universitari in Scienza dell'amministrazione, individuando al suo interno due zone distinte: da una parte un core di giuristi che si trovarono nella posizione di affermare i criteri di scientificità in seno alle discipline amministrative; dall'altra, all'opposto, una periferia del sistema decisionale. Infine, valorizzando le indicazioni provenienti dai networks, l'articolo approfondisce la biografia scientifica di alcuni giuristi per intendere il loro contributo specifico alla riproduzione del sapere e coniugare l'analisi delle idee e delle strutture sociali con quella degli attori.
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Brandt, Reinhard. « Riforma della metafisica e sapere scientifico : Saggio su J. H. Lambert (1728-1777). Fabio Todesco ». Isis 79, no 4 (décembre 1988) : 734. http://dx.doi.org/10.1086/354904.

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Blasi, Silvia, et Silvia Rita Sedita. « L'impatto dell'università di padova sullo sviluppo dell'economia locale e sui processi di creazione di impresa dei suoi laureati ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (décembre 2018) : 72–85. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003007.

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Résumé :
Negli Stati Uniti la performance delle università si misura anche nella capacità di sfornare business importanti. In Italia, invece, il ruolo delle università come culla dell'imprenditorialità non è mai stato sottolineato. In questo articolo ci si domanda se ancora oggi l'università sia un attore marginale o debba altresì cambiare la percezione della società nei suoi confronti, da culla del sapere scientifico a incubatrice di imprenditorialità. In particolare, l'articolo riflette sull'impatto dell'Università di Padova nello sviluppo dell'economia locale e nello sviluppo di processi di creazione d'impresa da parte dei suoi laureati. Al fine di approfondire il fenomeno si sono intersecate le informazioni relative ai laureati e alle imprese e si è anche svolta una survey tra marzo e maggio 2017 che ha visto coinvolte 315 aziende, create da laureati UniPD, selezionate attraverso un campionamento stratificato per ragione sociale e momento di fondazione.
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Cantisani, Matteo, et Fabio Fogliazza. « Arte, Archeologia, Uomo E Natura : Una Conversazione Con Fabio Fogliazza ». Ex Novo : Journal of Archaeology 4 (31 décembre 2019) : 137–43. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v4i0.376.

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Résumé :
Fabio Fogliazza è il tecnico per la preparazione di fossili presso la sezione di Paleontologia del Museo di Storia Naturale di Milano, nonché illustratore scientifico ed artista di fama internazionale. Una delle sue opere più famose è la scultura “L’Uomo di Neanderthal”, oggi esposta in via permanente al Museo de la Evolución Humana di Burgos (Spagna). In molte sue opere Natura e Uomo vengono riprodotti secondo processi creativi, ponendosi di fatto come piece d’art dalla forte carica emotiva, in grado di suggestionare il pubblico nonostante la distanza geografica e temporale che spesso intercorre tra chi osserva e il soggetto rappresentato. Come redazione siamo entusiasti della possibilità di discutere con Fabio Fogliazza alcune tra queste sue opere in questo numero di Ex Novo, in cui tematiche di management, tutela di beni naturali e conservazione vengono non solo trattate attraverso le lenti scientifiche del sapere ma discutendo anche di approcci in cui emozioni ed esperienze sensoriali vengono incorporate in strategie più complesse. Di seguito si riporta la breve intervista con l’artista Fabio Fogliazza, che ci ha gentilmente permesso di riprodurre in copertina due delle sue opere ed altre ancora di seguito presentate.
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Porro, Pasquale. « Dalla pagina alla scientia. L’identificazione tra libri e sapere scientifico nel Medioevo scolastico e il caso anomalo della teologia ». Quaestio 11 (janvier 2012) : 225–53. http://dx.doi.org/10.1484/j.quaestio.1.103016.

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Journals, FrancoAngeli, Paolo Giaccaria, Cristiano Giorda, Chiara Giubilaro, Vincenzo Guarrasi, Michele Lancione, Sara Luchetta et Andrea Pase. « Giuseppe Dematteis e Geografia come immaginazione. Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili (2021) ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 4 (décembre 2021) : 143–91. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12962.

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Résumé :
In occasione della pubblicazione del volume di Giuseppe Dematteis La geografia come immaginazione. Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili (Donzelli, 2021), la Rivista ha deciso di ospitare un forum di approfondimento invitando studiose e studiosi di diversa estrazione a riflettere sui contenuti del libro e sull'itinerario personale dell'autore.Il volume raccoglie alcuni articoli di Dematteis, pubblicati tra il 1986 e il 2009, sull'ambiguità della geografia come sguardo in parte scientifico e in parte poetico, conoscenza di ciò che è e immaginazione di ciò che potrebbe essere, disciplina al tempo stesso moderna, pre-moderna e post-moderna, invitando a leggere la terra come un insieme di relazioni. Queste riflessioni interrogano la natura stessa del sapere geografico e chiamano in causa questioni relative al posizionamento e alla ‘utilità' della disciplina nel dibattito scientifico e pubblico. L'occasione è stata inoltre ritenuta utile per riflettere su come è cambiata la geografia italiana in questi anni, dal punto di vista del percorso di ricerca di uno dei suoi massimi esponenti, il quale ha dedicato a questi temi pagine straordinarie sulle quali si sono formate generazioni di studiosi, geografi e non. Partire, quindi, da ciò che la geografia è, per provare a immaginare quello che potrebbe, dovrebbe o vorrebbe essere.Le studiose e gli studiosi invitati hanno all'unanimità aderito alla richiesta, e quelli che seguono sono i loro interventi
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Grotti, Leonardo. « Framing in interactions : expert witnesses' testimony in the italian judicial system ». La Nuova Giuridica 2, no 2 (19 janvier 2023) : 227–46. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1992.

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In a legal system that increasingly relies on scientific knowledge, expert witnesses have a critical role in criminal courts. However, experts have often reported feeling unsatisfi ed with their testimony. Also, the attorneys' style of questioning was found to impact jurors' impression of expert witnesses. This article preoccupies itself with the transformation of experts' testimony in the Court of Assizes. More specifically, it looks at the interactions involving the expert witnesses in the 2005 hearings held for the murder of the Ministry of Justice's advisor Massimo D'Antona. The paper analyses how lawyers shape expert witnesses' testimony and how expert witnesses present their opinion on the stand. Through Conversation and Discourse Analysis, it shows what discursive tools lawyers and expert witnesses use to simultaneously manage multiple frames, presenting scientifi c opinions to other parties (i.e., the judges, the parties involved, and the lay judges) throughout the hearings.In un sistema giudiziario che si basa sempre più sul sapere scientifico, i Consulenti Tecnici (CT) hanno un ruolo fondamentale. Tuttavia, i CT hanno spesso riportato di essere insoddisfatti della loro esperienza in tribunale: è stato dimostrato come diverse tecniche di interrogatorio impattino il modo in cui il CT viene visto dalla corte. Questo articolo si occupa della trasformazione della testimonianza dei CT in Corte d'Assise. Più specificamente, analizza le testimonianze dei consulenti citati nel corso delle udienze tenutesi nel 2005 per l'omicidio del consigliere del Ministero della Giustizia Massimo D'Antona. Il documento analizza le tecniche usate dagli avvocati durante esame e controesame dei CT e come questi ultimi presentano la loro opinione in tribunale. Attraverso l'analisi conversazionale e del discorso, si dimostra quali tecniche retoriche gli avvocati e i CT utilizzano per gestire contemporaneamente più frame, presentando opinioni scientifiche ai giudici, alle parti coinvolte e agli avvocati durante l’udienza.
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Gozzetti, Giovanni. « Dalla superficie alla profonditŕ. Un equivoco epistemologico circa fenomenologia e psicoanalisi ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 11–18. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003002.

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Superficie e profonditŕ indicano una dimensionalitŕ dal fuori al dentro, che richiama la topica di Freud e ha rapporti con alcune immagini derivate dalla fenomenologia di Husserl, che riguardano una concezione stratificata della psiche. I manuali diagnostici come i DSM esigono obbedienza e concedono come premio l'esattezza diagnostica, nei limiti della loro criteriologia. Essi provengono dalle concezioni di un empirista logico, Carl Hempel, e si basano sulla rinuncia alla validitŕ per accontentarsi del piů modesto criterio della affidabilitŕ tra osservatori. Se solo, perň, consultassimo un buon dizionario per esaminare i nostri termini, che, crediamo, in buona fede, neutri, ci accorgeremmo che corriamo il rischio di seppellire il nostro paziente in un nulla di parole artificiose, dal momento che il conoscere, nel nostro campo, non č solo sapere, ma ha la vibrazione del sentire. Siamo cioč costretti, in fondo, ad eleggere la soggettivitŕ a conoscenza, cercando di dare ad essa una consistenza. Karl Jaspers č partito da questo per forgiare il metodo psicopatologico della fenomenologia comprensiva, che ha per base uno strumento, la comprensione, Verstehen, vale a dire la capacitŕ dell'osservatore di mettersi al posto del paziente, grazie alle autodescrizioni, e, per empatia, cogliere i suoi vissuti, rivivendoli. Accanto a questa fenomenologia soggettiva, c'č quella oggettiva, che vuole accedere direttamente ai fenomeni psicopatologici. L'indagine fenomenologica obiettiva ha per momento iniziale la "riduzione", da intendersi come il metodo per il quale metto momentaneamente tra parentesi ogni teoria data, in modo da cercare di raggiungere una descrizione "pura" dei fenomeni. Metto tra parentesi e conservo: il metodo fenomenologico non č qui inteso come un rifiutare il sapere psichiatrico e psicoanalitico, ma come un esercizio, che permette di avvicinarsi a quella conoscenza implicita che non nega la conoscenza abituale. Si cerca quello che giŕ si sa, senza averne conoscenza esplicita e questo sapere implicito lo scopriamo in modo semplice e rigoroso, con uno sguardo attento alla descrizione di superficie. «Nel lavoro scientifico, dice Freud, č piů promettente affrontare il materiale che ci sta di fronte, per la cui indagine si apre uno spiraglio. Se lo si fa con scrupolo, senza ipotesi o aspettative preconcette, e se si ha fortuna, anche da un lavoro cosě privo di pretese puň scaturire l'appiglio allo studio dei grandi problemi, grazie al nesso che lega tutto con tutto, anche il piccolo col grande». Questo potrŕ forse dispiacere a chi ama le scorribande avventurose nello psichismo arcaico, ma forse la superficie puň dare piů interrogativi e celare piů misteri di quanto una teoretica dei primi palpiti di vita possa immaginare e permette comunque di stare col paziente nello stesso luogo in una prossimitŕ di incontro.
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MINIATI, MARA. « FABIO TODESCO, Riforma della metafisica e sapere scientifico : saggio su J. H. Lambert (1728-1777). Milano, Franco Angeli, 330 pp. (in corso di stampa). » Nuncius 1, no 2 (1986) : 191. http://dx.doi.org/10.1163/182539186x00881.

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Carrasco de Paula, Ignacio, et Maddalena Pennacchini. « Scienza medica e filosofia nella riflessione dei filosofi dell’esistenza ». Medicina e Morale 53, no 6 (31 décembre 2004) : 1189–201. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.623.

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Résumé :
Nella concezione dei pensatori di epoca positivista la scienza è la sola forma di conoscenza possibile e il metodo della scienza è l'unico valido. I positivisti non ammettono, pertanto, il ricorso a cause o principi che non siano riconducibili al metodo della scienza poiché ritengono che questi non fanno progredire il cammino della conoscenza e li considerano una pericolosa ricaduta nella metafisica. Alla filosofia spetta sostanzialmente un unico compito, quello di enunciare dei principi comuni alle varie scienze. Essa detiene la funzione di riunire e coordinare i risultati delle singole scienze, in modo da realizzare una conoscenza unificata e generale. Per contro Jaspers e Weizsäcker considerano la scienza e la filosofia come due distinte strade che conducono alla conoscenza. Essi volendo salvare i rapporti tra le due discipline si sono trovati nella necessità di collocarle su due piani distinti. Si tratta, tuttavia, di una distinzione di tipo contenutistico e metodologico che implica una conciliazione necessaria. E questo perché il limite fondamentale del sapere scientifico risiede proprio nella natura del suo procedimento metodologico. La scienza - vincolata dal suo metodo che le impone di attenersi alle oggettività ipoteticamente costruite - non giunge alla verità delle cose, bensì esclusivamente alla loro esattezza, ossia alla corrispondenza della loro oggettivazione con le ipotesi che l’hanno consentita. Pertanto, le scienze non conoscono il mondo, ma l’ordinamento del mondo da loro ipotizzato. Contro questa tendenza, Jaspers reagì affermando che gli scienziati devono imparare a pensare, e tale obiettivo pedagogico deve essere perseguito dalla filosofia.
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Palazzani, Laura. « La formazione in Bioetica : modelli e contenuti ». Medicina e Morale 47, no 1 (28 février 1998) : 119–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.842.

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Il problema della formazione in bioetica è estremamente delicato e complesso e presenta due tipi di difficoltà, una di fatto, l’altra di principio. La difficoltà fattuale è legata alla giovane età di questa disciplina e, conseguentemente, alla mancanza di modelli consolidati di insegnamento; le difficoltà teoriche sono, invece, strettamente legate al carattere interdisciplinare (confronto e dialogo tra discipline diverse) e al pluralismo teoretico e pratico (pluralità di concezioni morali e giuridiche) che costituiscono la peculiarità della bioetica. La domanda che l’Autrice si pone è: quale formazione in bioetica? E soprattutto chi, come, quando, formare in bioetica? Ma soprattutto chi formare in bioetica? Occorre prima di tutto individuare i discenti ed operare una distinzione tra una formazione che tende al generale (ed è quindi diretta a tutta la società) e una formazione che tende allo specifico (rivolta a chi opera nel settore socio-sanitario e a chi non opera direttamente o indirettamente nella sanità). Il come formare in bioetica riguarda invece tre settori: il sapere (conoscenza dettagliata della ricerca scientifica e della tecnologia, applicata alla biologia e alla medicina, della struttura socio-sanitaria, della teologia e della filosofia), il saper fare e il saper essere (è importante sapersi calare dal piano teorico-conoscitivo a quello applicativo ed esperienziale, sia dell’agire, sia dell’essere). La questione del quando formare in bioetica non è stata ancora risolta. Anche quella del chi forma in bioetica è ancora in fase di sperimentazione: sarebbe auspicabile una équipe di docenti di materie diverse ma interagenti.
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MINIATI, MARA. « FABIO TODESCO, Riforma della metafisica e sapere scientifico : saggio su J. H. Lambert (1728-1777). Milano, Franco Angeli, 330 pp. (in corso di stampa). » Nuncius 1, no 2 (1 janvier 1986) : 191. http://dx.doi.org/10.1163/221058786x00885.

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Oropallo, Lorenzo. « Letteratura, arte e conoscenza nel romanticismo. una sintesi ». EPISTEMOLOGIA, no 2 (novembre 2012) : 329–23. http://dx.doi.org/10.3280/epis2012-002011.

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Un'indagine dello stato dei saperi artistici e scientifici nell'etŕ moderna deve necessariamente partire dall'epistemologia del primo romanticismo tedesco. Il sistema filosofico di Kant, infatti, analizza l'ambito di applicazione del pensiero umano, rilevando che l'arte, in quanto oggetto che sfugge all'indagine razionale della natura, non fornisce alcun tipo di conoscenza. Partendo da tale premessa, e dal ruolo che quindi Kant assegna preliminarmente all'arte, relegandola nell'ambito dell'estetica che č intesa come branca filosofica autonoma distinta dall'indagine razionale della scienza, Fichte, Schelling e i primi romantici tedeschi propongono di riconsiderare l'arte come forma di conoscenza piů alta, in quanto non solo prodotto, ma produzione del sapere stesso per il tramite del medesimo processo conoscitivo su cui si fonda la scienza. Ciononostante, proprio a partire dal romanticismo letteratura, arte e scienza vengono definitivamente separate andando a costituire le basi del nostro attuale paradigma conoscitivo.
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Barbosa, Maria Aparecida, et Maurizio Babini. « PROSPETTIVE E COMPITI DEL LAVORO TERMINOLOGICO ». Acta Semiótica et Lingvistica 24, no 3 (17 mars 2020) : 153–66. http://dx.doi.org/10.22478/ufpb.2446-7006.2019v24n3.51210.

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Questo lavoro analizza gli aspetti della natura e delle funzioni deimetalinguaggi tecnico-scientifici, di somma importanza nello sviluppo dellecompetenze e delle performance in un'area del sapere, i modi di trasmissione di unlinguaggio e la teoria coinvolta, le relazioni di equivalenza tra termini tecnico-scientificie i termini banali o volgari, la banalizzazione come strumento per acquisire unacompetenza specifica.
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Sinaccio, Graziella, Elisabetta Robert et Antonio G. Spagnolo. « Bioetica e informazione scientifica ». Medicina e Morale 45, no 1 (28 février 1996) : 83–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.921.

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L’informazione scientifica (IS) rappresenta oggi un bene prezioso da arricchire attraverso cultura, scienza, formazione, serietà ed etica. Gli Autori prendono in considerazione tre diversi soggetti ai quali l’informazione scientifica è rivolta: gli addetti ai lavori, il pubblico ed il paziente. L’Arte del sapere comunicare non può ignorare questa distinzione, valutando il linguaggio più appropriato per ogni destinatario affinché il messaggio venga compreso. Coloro che intendono divulgare la scienza hanno la grande responsabilità di farlo con “verità”, correttezza, evitando inutili allarmismi e false speranze, percorrendo il cammino indicato dai principi della Bioetica.
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Pezzagno, Michèle, et Anna Richiedei. « Quale futuro per la rendita ? Riflessioni e tendenze di ricerca ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 129 (mars 2021) : 209–31. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1010.

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Il dibattito scientifico, culturale e politico sul consumo di suolo e sul recupero del patrimo-nio esistente è pervasivo. Si ravvisa la necessità di provare a spostare lo sguardo rispetto alla tradizionale definizione della rendita cercando di costruire, tramite un confronto tra i saperi scientifici, un diverso sistema di valori utili alla valutazione dei suoli e dei servizi ecosistemici, affrontando con nuova consapevolezza alcuni nodi storici del governo del territorio tra cui la rendita.
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi et Francesco Incelli. « Architectural technology responds to the environmental crisis : participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale : la progettazione partecipata in ambito emergenziale ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Résumé :
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Piccinno, Marco. « Knowledge and skills. A possible meeting ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no 1 (4 février 2023) : 79–88. http://dx.doi.org/10.36253/form-13070.

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The essay focuses on the relationship between knowledge and skills, to identify the anchoring points that allow a non-antagonistic and integrated interpretation of these two aspects of learning. The principals on which to build this mediation processes are identified in the distinction proposed by Gardner (2009) between Matter (the set of knowledge related to a scientific domain) and discipline (the processes from which the individual sciences build knowledge around their object of study), as well as in the concept of Abitus (Dewey, 2014; Baldacci, 2006) understood as the set of permanent provisions of subjectivity. Saperi e competenze. Un incontro possibile. Il saggio focalizza la riflessione sul rapporto tra saperi e competenze, allo scopo di individuare i punti di ancoraggio che consentono una interpretazione non antagonista e integrata di questi due versanti dell’apprendimento. I presidi sui quali costruire i processi di mediazione vengono individuati nella distinzione proposta da Gardner (2009) tra Materia (l’insieme delle conoscenze afferenti a un dominio scientifico) e disciplina (i processi a partire dai quali le singole scienze costruiscono conoscenza intorno al loro oggetto di studio), nonché nel concetto di Abitus (Dewey, 2014; Baldacci, 2006) inteso come l’insieme delle disposizioni permanenti della soggettività.
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Gagliardi, Isabella. « La "religione della valutazione", tra oligopoli editoriali e "pubblicitŕ del sapere" ». HISTORIA MAGISTRA, no 9 (septembre 2012) : 94–100. http://dx.doi.org/10.3280/hm2012-009009.

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The paper analyzes the relationship between the economic interests and the scientific research using as intepretative key the genesis and the aims of the evaluation systems used in scholarly fields. It gives a particular attention to bibliometric indices - such as the hindex and the journal impact factor - now used to judge the scientific nature of a paper, but which in reality were developed by publishing companies for directing the purchases by university libraries. Afterward it shows how the commercial nature of the indices provokes distortions of the research, depriving it of its freedom and reducing its potential innovation. Finally the paper indicates the clever use of the semantic web (institutional repositories in open access) as a possible way out of this "impasse".
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Messina, Patrizia. « Trasferimento di tecnologia e scienza politica : il caso dello spin-off dell'università di Padova sherpa srl ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (décembre 2018) : 95–108. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003009.

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Nella concezione fordista dello sviluppo il "trasferimento tecnologico" viene riferito in modo pressoché esclusivo alla produzione di brevetti e spin-off provenienti dalle discipline ad alto contenuto tecnologico, tipico dei politecnici, finalizzati in genere alla produzione industriale. Nell'ambito di una economia della conoscenza, invece, il trasferimento di tecnologia viene inteso principalmente come "condivisione di sapere codificato" e riguarda l'intera gamma della conoscenza scientifica applicata, in grado cioè di generare innovazione nei processi di produzione del benessere della collettività. In questa seconda accezione del termine gli studi sulle politiche di sviluppo locale hanno permesso di elaborare un "sapere esperto" in grado di accompagnare gli attori locali in un percorso collaborativo di design e implementazione di strategie di sviluppo nell'ambito di processi di policy design partecipativi. Il saggio focalizza l'attenzione sull'esperienza maturata sul campo a questo riguardo, presentando il caso dello spin-off dell'Università di Padova Sherpa srl.
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Parisini, Roberto. « Per un bilancio dell'insegnamento nella storia delle Ssis ». SOCIETÀ E STORIA, no 128 (septembre 2010) : 311–21. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-128004.

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La necessitÀ di elaborare, anche in Italia un nuovo modello di formazione all'insegnamento ha portato alla creazione delle SSIS, all'interno delle quali un notevole spazio ha avuto la storia. In questo ambito, le Scuole avrebbero dovuto diventare il luogo di elaborazione, a metÀ strada tra universitÀ e scuola, di un nuovo, specifico sapere disciplinare, in grado di ricomporre ricerca scientifica e prassi didattica in un sapere autonomo, connesso a ricerche e pratiche proprie. Le Scuole tuttavia, frammentate e poco comunicanti tra loro, spesso hanno fallito il loro obiettivo. Ma ci sono state anche esperienze positive, dove sono maturati, a vari gradi, percorsi di grande interesse e originalitÀ. Il saggio propone una prima riflessione comparata su diverse esperienze delle Scuole, nella convinzione che esse costituiscano un importante livello di confronto, imprescindibile, nel bene e nel male, per poter proseguire lungo un cammino che rimane indubbiamente per molti versi complesso e accidentato.
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Moretti, Anna. « Il Parco Scientifico e Tecnologico San Marino- Italia : il progetto di sviluppo di un'area inter-statuale nell'Italia centrale ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (septembre 2011) : 111–25. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-003008.

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L'elaborato si propone di sintetizzare il piano strategico ed operativo di realizzazione del Parco Scientifico e Tecnologico (PST) inter-statuale S. Marino-Italia, volto a promuovere nuove sinergie territoriali a favore di una realtŕ dal respiro internazionale. L'autore - descrivendo lo sviluppo storico dei PST, gli obiettivi, i margini di convenienza e i servizi offerti alle imprese localizzate all'interno e al tessuto imprenditoriale locale - vuole testimoniare come i Parchi Scientifici e Tecnologici rappresentino utili strumenti a supporto della crescita di una regione mediante la produzione di innovazione tecnologica e gestionale. Al lettore č consegnato il messaggio finale: l'importanza di disegnare confini nuovi, fisici e mentali, per garantire una crescita fondata sull'integrazione di saperi e di risorse.
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La Manna, Cynthia, Isabella Prina, Michele Cavalleri, Patrizia Conti et Angelo Selicorni. « Cosa deve sapere ogni pediatra sulla comunicazione aumentativa alternativa (CAA) ». Medico e Bambino 39, no 8 (15 octobre 2020) : 513–17. http://dx.doi.org/10.53126/meb39513.

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Augmentative Alternative Communication (AAC) is an area of clinical practice that tries to compensate for the temporary or permanent disability of individuals with complex communication needs. It uses gestures or signs and images and utilises a double communicative input, both visual and auditory. It is Augmentative because its main purpose is to enhance and expand ("augmentative" 1983 ISAAC) communication and language, supporting all the communicative potential of the person. It is Alternative because it uses an alternative method to traditional communication: it utilises gestures, signs, aids for communication and advanced technology, falling within Assistive Technology (AT). AAC users are mainly those with complex (cognitive and communicative) disabilities. Moreover, it is also used in all those temporary situations in which communication is hindered by traumatic factors (intensive care, first aid) or linked to the issue of integration / inclusion. For example, foreign people can benefit from the use of AAC in order to reduce discomfort in social relations and language learning. The Authors highlight the potential of AAC both on the basis of scientific and clinical evidence and describe the evolution of two clinical cases followed at the Child and Adolescent Neuropsychiatry Unit in Como (Italy).
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Gaj, Nicolň. « Verso un modello unificato in psicologia clinica. Un'analisi storico-epistemologica sullo sviluppo della disciplina ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (avril 2010) : 73–94. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-002004.

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Résumé :
La psicologia clinica in Italia si č sviluppata sotto l'influenza di svariate sollecitazioni scientifiche e culturali. Come nel resto d'Europa, la spinta della filosofia neo-positivistica permise il delinearsi di una disciplina autonoma, minacciata perň da istanze filosofiche e ideologiche proprie del nostro panorama culturale. La progressiva trasformazione del tessuto sociale e la maggiore soliditŕ scientifica e teorica della psicologia clinica chiamano i professionisti a occuparsi sempre di piů di problemi di rilevanza sociale. Entro questo scenario, risulta centrale la necessitŕ di chiarire e circoscrivere alcune questioni centrali nella definizione della psicologia clinica, quali il rapporto tra clinica medica e clinica psicologica, la specificazione delle caratteristiche dell'erogazione di servizi psicologici, le peculiaritŕ del ruolo dello psicologo clinico nell'operare congiunto con altri professionisti. In considerazione della pluralitŕ di contesti in cui opera lo psicologo clinico e della frammentazione del sapere psicologico, emerge l'opportunitŕ di individuare un frame condiviso, in grado di integrare e coordinare i principali riferimenti teorici e metodologici dell'intervento in psicologia clinica. L'individuazione di tale cornice teorico-metodologica non puň prescindere dalla considerazione di alcune istanze ritenute centrali nella definizione della clinica come dimensione applicativa della psicologia.
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Spalletti, Stefano. « Economia, diritto e agricoltura : vecchie e nuove prospettive di ricerca su Ghino Valenti ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (novembre 2021) : 129–48. http://dx.doi.org/10.3280/aim2019-001005.

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Résumé :
Nela letteratura accumulatasi dopo la sua morte, mancano ancora alcuni aspetti significativi della bibliografia scientifica di Ghino Valenti. Con questo lavoro si vuole riavviare un percorso teso a stimolare nuove e più ampie ricerche sul personaggio. Il timing della ripresa degli studi su Valenti è legato ai cento anni trascorsi dalla sua scomparsa, avvenuta a Roma il 20 novembre 1920. Fonte significativa per Valenti è l'articolata e complessa eredità di Romagonosi, il suo sapere allo stesso tempo unificante e pratico. Da esso Valenti trae l'attitudine all'indagine economica e sociale e la connessione stretta dell'economia con il diritto. Quest'ultima fa presa, soprattutto, sull'economia agraria, sulla politica economica-agraria e su quella generale.
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Federspil, Giovanni, et Roberto Vettor. « Il progresso scientifico e la medicina interna ». Medicina e Morale 46, no 2 (30 avril 1997) : 287–98. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.883.

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Parlare di progresso scientifico e medicina può sembrare, ozioso perché l’idea che il progresso scientifico sia stato la causa del miglioramento dell’assistenza medica è ormai così ampiamente diffusa e radicata che sembra non dar adito ad alcun dubbio. Gli autori ritengono, invece, utile evidenziare come i rapporti che sussistono tra progresso sciantifico da un lato e medicina interna dall’altro siano più complessi di quanto non possa apparire a prima vista. L’analisi di questo binomio, da una prospettiva storica, ha consentito all’autore di evidenziare che oggi l’internista non è più il medico che, come alla fine dell’Ottocento, ha le competenze più profonde; ma il medico che di fronte al profluvio di concetti, di teorie, di tecniche e di nuovi approcci di studio, che vengono proposti quotidianamente dal progresso scientifico, sa mantenere un atteggiamento mentale critico ed equilibrato. La funzione e l’importanza dell’internista non risiedono nel saper praticare questa o quella tecnica o nel conoscere a fondo la variante più recente di ogni teoria patogenetica concernente una certa malattia, ma consistono nel possedere, oltre ad una cultura sufficientemente ampia, una maggiore consapevolezza metodologica e un atteggiamento critico.
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Messina, Nunziata. « IL SAPERE GEOGRAFICO E LE TEORIE PEDAGOGICO – DIDATTICHE PER L’INSEGNAMENTO DELLA GEOGRAFIA ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no 1 (2 juillet 2016) : 413. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v2.307.

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Résumé :
Anticamente, il sapere geografico era imperniato soprattutto sulla dimensione della Terra, vista prioritariamente come corpo celeste e collegata all’attività cartografica. Nel Rinascimento il rinnovamento culturale ebbe ripercussioni anche sul livello educativo, gli umanisti consideravano l’uomo all’inizio di un’era nuova. Le grandi scoperte geografiche aprirono nuovi orizzonti verso la conoscenza del mondo e verso le diverse applicazioni didattiche. Michel Eyquem de Montaigne sosteneva che l’insegnamento della geografia doveva basarsi sull’osservazione diretta, collegando la geografia alla storia. Il filosofo John Locke vide nella geografia una disciplina particolarmente proficua per lo sviluppo dello spirito di osservazione, in quanto, attraverso le passeggiate scientifiche, le gite ed i viaggi, l’allievo poteva riuscire ad avere una conoscenza diretta delle cose. Nel ‘700 si sviluppò l’Illuminismo ispirato ai principi razionali; Jean – Jacques Rousseau nella sua opera, “Emilio”, evidenziò la grande forza e il valore educativo dell’ambiente, egli ribadiva che nel passaggio dalla fanciullezza all’adolescenza si sviluppa nel ragazzo la curiosità di conosce il mondo, in questo la geografia diviene un importante alleato anche per lo studio delle scienze. Dopo la seconda metà dell’ottocento si affermarono il naturalismo e il positivismo, in questo periodo anche nelle Università Italiane venne introdotta la geografia e un impulso positivo per l’insegnamento geografico nella scuola elementare fu dato da Filippo Porena che propose una nuova metodologia basata sull’utilizzo di diversi metodi: metodo oggettivo (immagini); metodo naturale; geografia locale e lettura e disegno delle carte geografiche. L’uso del disegno divenne una metodologia importante in tutte le scienze ma soprattutto nelle geografia.
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Favretto, Ilaria, Marco Meriggi, David Laven, Giulia Albanese et John Foot. « Round Table. The ‘British School’ and Italian Historiography ». Modern Italy 22, no 4 (20 septembre 2017) : 471–83. http://dx.doi.org/10.1017/mit.2017.46.

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Résumé :
Italian summaryI contributi sopra intendono riflettere sulla cosiddetta ‘scuola britannica’ di storici e ricercatori specializzati nello studio dell’Italia moderna e contemporanea. Facendo seguito ad una tavola rotonda tenutasi durante il Convegno ASMI 2016, abbiamo chiesto a coloro che vi hanno partecipato di pubblicare i propri interventi nella forma di brevi saggi. In essi viene discussa l’influenza della storiografia britannica sullo studio della storia italiana dal diciannovesimo secolo fino al Fascismo e il ventesimo secolo. Gli autori dei saggi riflettono pure sul ruolo e l’uso della storia in Italia, la strumentalizzazione di dibattitti storiografici che ha a lungo contraddistinto la politica italiana, editoria e strategie di divulgazione del sapere storico. Tutto ciò con un occhio di riguardo alla vita e alla produzione scientifica di Christopher Duggan a cui è dedicato questo numero speciale della rivista.
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Piana, Daniela. « Di quali saperi abbiamo bisogno ? La conoscenza tecnico-scientifica nella collaborazione fra uffici requirenti e università ». Archivio penale, no 1 (2014) : 198–218. http://dx.doi.org/10.12871/978886741315714.

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Cassata, Francesco. « Campo gamma. Energia nucleare, Guerra fredda e circolazione transnazionale dei saperi scientifici in Italia (1955-1960) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 294 (décembre 2020) : 235–68. http://dx.doi.org/10.3280/ic294-oa2.

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L'articolo prende in esame il programma di mutagenesi in agricoltura, realizzato dal Comitato nazionale per le ricerche nucleari, a partire dal 1955, attraverso la costituzione di uno specifico sistema tecnologico e sperimentale: il cosiddetto "campo gamma", un campo circolare con al centro un radioisotopo di Cobalto-60. Emettendo raggi gamma, il Cobalto-60 produceva mutazioni genetiche nelle piante collocate in cerchi concentrici attorno alla sorgente. Il campo gamma venne inaugurato nel gennaio 1960 all'interno del Centro studi nucleari della Casaccia, grazie a una fonte radioattiva resa disponibile dal governo statunitense nell'ambito del programma Atoms for Peace. L'articolo analizza, in primo luogo, come la circolazione transnazionale del modello statunitense di mutation breeding sia stata fondamentale nel processo di istituzionalizzazione della genetica agraria in Italia; in secondo luogo, l'articolo dimostra come la costruzione di un immaginario sociotecnologico incentrato sul campo gamma sia stata parte integrante di tale processo di demarcazione scientifico-disciplinare.
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Fagiolo, Enzo. « La facoltà di medicina nella formazione integrale del medico ». Medicina e Morale 45, no 1 (28 février 1996) : 71–81. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.919.

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Résumé :
La facoltà di Medicina si trova al centro di un dibattito i cui postulati, spesso antitetici ed esterni alla scienza medica, si riflettono sui progetti formativi. La speculazione epistemologica sembra aver introdotto fratture concettuali all’interno della scienza medico-biologica, postulando una distinzione tra vari tipi di medicina, ognuna delle quali richiederebbe schemi differenti. In tal modo, termini relativi alla naturale complessità della medicina ed alle diverse fasi e condizioni dell’agire medico, vengono presentati come contrapposizioni strutturali della scienza medico biologica. per una formazione integrale, tecnica ed insieme etica, sembra necessario recuperare l’unità del sapere e della medicina, sia come scienza che come prassi, sulla base di una concezione integrale della persona umana. Il docente, componente di una vera “comunitas professorum” dovrà essere portatore di una visione unitaria della medicina e quindi di un progetto formativo globale. La facoltà di Medicina deve tornare ad essere la sede naturale di una riflessione autenticamente “universitaria” sulla persona umana e sulle acquisizioni della ricerca scientifica.
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Manghi, Sergio. « Saperi, catastrofi, ecologia e politica (a partire da quattro suggestioni della rivista Educazione sentimentale) ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 55–63. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036006.

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Da una parte l'immaginare la conoscenza scientifica "vera" come incorporea e asituata, dall'altra l'esigenza di un "prendere la parola" e della sua localizzazione eco-sociale e spazio-temporale. La conoscenza è un'attività creativa sempre e comunque concretamente in atto, emergente all'interno delle più vaste "interdipendenze costitutive" di cui è parte. La percezione del carattere unico e contingente di ogni singolo accadimento non può essere scollegato dallo sguardo dell'osservatore cui accade. La prospettiva è quella di una convergenza tra saperi a lungo compartimentati con un attraversamento dei vari campi disciplinari e delle reti eco-sociali che li sostengono. Tutto questo e altro nutre l'auspicio ad "ascoltare il mondo" contro l'avanzata di un progetto di civilizzazione ormai fuori controllo.
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Fasola, Taiye R., A. Egunyomi et EO Odudu. « Medicinal Plants of Ethiope West and Sapele Local Government Areas of Delta State, Nigeria ». International Journal of Environment 3, no 3 (13 septembre 2014) : 252–63. http://dx.doi.org/10.3126/ije.v3i3.11084.

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Résumé :
Medicinal plants used by the Urhobo people of Ethiope West and Sapele local government areas of Delta State of Nigeria were documented. Fifty one plant species belonging to thirty one families are used for the treatment and management of diseases such as measles, diabetes, stroke, jaundice, malaria, typhoid, hypertension, gonorrhoea and rheumatism. The list provides useful information on medicinal plants and their uses. This may serve as a lead for further scientific studies aimed at ascertaining the veracity or otherwise the therapeutic claims ascribed to the plants by the indigenous people of the region. The need to conserve these medicinal plants in the region is hereby emphasized. DOI: http://dx.doi.org/10.3126/ije.v3i3.11084 International Journal of Environment Vol.3(3) 2014: 252-263
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Arcidiacono, Davide, et Luigi di Cataldo. « Trading Zone e Platform Capitalism : intere trans-disciplinarità tra sociologia e diritto ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 183–208. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164010.

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Résumé :
La transizione digitale e la "piattaformizzazione" del lavoro rappresentano una sfida del nostro tempo che richiede uno sforzo trans-disciplinare. Si tratta di defini-re delle "trading zone", spazi d'incrocio tra saperi in cui definire la migrazione di componenti scientifiche da un dominio ad un altro. L'articolo, attraverso il con-fronto sistematico della letteratura giuridica e sociologica sul tema del lavoro di piattaforma, individua quattro trading zone principali: il riconoscimento del lavoro umano; la qualificazione giuridica dei rapporti di lavoro; il valore del lavoro; l'organizzazione degli interessi collettivi. Le trading zone da noi individuate non sono soltanto spazi di riflessione e integrazione tra discipline diverse ma forniscono anche indicazioni di policy per dipanare le complessità del lavoro digitale nella so-cietà algoritmica.
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Li Calzi, Giada. « Perché parlare di complessità e management della Sanità è attuale ». MECOSAN, no 118 (août 2021) : 9–54. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-118002.

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Résumé :
La sociologia della complessita aiuta a guardare a fenomeni propri della post-modernita, in cui la dimensione planetaria dell'economia e dei mercati finanziari e una crescente interconnessione tramite il web trasformano la condizione dell'uomo "costretto" a confrontarsi con multicause dagli effetti non prevedibili deterministicamente, non lineari, emergenti da processi di auto-organizzazione, in un mondo sempre piu ampio e accelerato dai progressi nelle conoscenze scientifiche. Anche la sanita va verso un approccio sempre piu tecnologico e data-driven. L'Autrice evidenzia che se si tratta di tecnologie intensive, che incorporano il ruolo e le scelte dell'essere umano, per cui poter predire non coincide necessariamente con il poter controllare, il ruolo del manager in Sanita diventa quello di facilitatore di processi flessibili, capaci di adattarsi a un ambiente incerto e mutevole, anche dotandosi di nuovi profili di competenza capaci di collegare saperi esperti.
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Mancini, Giacomo, Nicole Righi, Elena Trombini et Roberta Biolcati. « Intelligenza emotiva di tratto e burnout professionale negli insegnanti di scuola primaria. Una revisione della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–22. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13705.

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Résumé :
La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.
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Fantozzi, Donatella. « Insegnare e apprendere nella scuola secondaria : paradigmi teorici e declinazioni operative per una scuola inclusiva ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 164–77. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa11861.

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Résumé :
La necessità di pensare ad un percorso formativo che permetta al futuro insegnante di sperimentare il proprio apprendimento teorico attraverso modalità operative quali il tirocinio, le attività laboratoriali, l'affiancamento di colleghi esperti durante il primo periodo di servizio, la formazione continua per tutto l'arco temporale dello svolgimento della professione, emerge a chiare note sia dalla ricerca scientifica che dai monitoraggi internazionali OCSE sullo status della scuola e sulle competenze dei docenti; emerge del resto anche dalle risposte dagli aspiranti insegnanti che esprimono, nelle risposte all'indagine presentata, l'esigenza di acquisire competenze specifiche circa la didattica inclusiva, la collegialità e l'interdisciplinarità, dispositivi ritenuti irrinunciabili per poter e saper declinare l'insegnamento in apprendimento. Il contributo presenta i risultati di un'indagine esplorativa svolta tra gli iscritti presso l'Università di Pisa, negli aa.aa. 2018/2019 e 2019/2020, al Percorso Formativo per l'acquisizione dei 24 Crediti Formativi Universitari necessari per accedere all'insegnamento, indagine volta a misurare la soddisfazione e i desiderata dei partecipanti.
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Pucci, R., et G. G. N. Angilella. « Leonardo da Vinci, scienziato ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382 (22 décembre 2019) : FP12—FP28. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.77.

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Leonardo è stato l'unico scienziato la cui ricerca non solo ha preso spunto da immagini, ma è avvenuta con immagini. Egli ha espresso le sue idee scientifiche non con parole o formule, ma con un linguaggio visivo. Leonardo è questa anomalia. Non si ripeterà nella storia della scienza una simile coincidenza fra scienza ed arte. Egli, inoltre, effettua una continua simbiosi tra diversi campi della scienza. Egli, ad esempio, trasferisce i suoi studi delle onde nell'acqua alle onde dell'aria o i suoi studi nell'ottica alla prospettiva nell'arte o le proprietà delle leve allo studio del moto degli arti. Leonardo è stato definito l'uomo più curioso che sia mai esistito, ed in effetti i suoi interessi spaziano tra tutti i saperi noti alla sua epoca: dalla pittura alla scultura, dalla meccanica all'idraulica, dall'architettura alla geologia, dall'anatomia alla zoologia, dalla fisiologia alla geografia, dalla matematica all'ottica, dalla statica all'astronomia ed alla botanica. In questa conferenza si accenna ad alcune delle più importanti scoperte di Leonardo, sottolineando il carattere di rottura che esse hanno rispetto alle idee dominanti nella scienza del suo tempo.
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Barcellona, Pietro. « Elogio del discorso inutile ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 114 (mai 2010) : 28–40. http://dx.doi.org/10.3280/rt2010-114003.

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Résumé :
La nostra epoca tecnico-scientifica sembra ossessionata dalla risoluzione di problemi, pratici o teorici che siano. Saggisti, opinionisti e persino filosofi non resistono al richiamo delle sirene. Il dramma č che ai consulenti predicatori che forniscono ricette e soluzioni, fa da contraltare una schiera sempre piů vasta di individui disorientati e incapaci di prendere decisioni autonome. La ricerca della veritŕ, perň, č ben diversa dalla ricerca di rimedi efficaci, perché implica la creazione di un nuovo spazio mentale, dove pensieri ed emozioni si trasformano in nuovi pensieri ed emozioni. Di qui la scelta dell'elogio del discorso "inutile", che attiene alle trasformazioni soggettive, alle relazioni affettive, liberando lo spazio mentale dai vincoli del conformismo sociale e dall'etica del successo. Sono "inutili" tutti quei discorsi che riguardano la sfera psichica, che producono rappresentazioni mentali diverse e creano scenari differenti da quelli consueti. Si tratta di dialoghi interattivi, creativi, dove non č possibile distinguere chi dona da chi riceve e richiamano le riflessioni sul radicamento di Simone Weil, secondo cui sapere č comprendere e non apprendere. L'efficacia del comprendere ha a che vedere con la trasformazione del soggetto, attraverso il suo sguardo sul mondo. Il discorso "inutile" usa il linguaggio dell'eccedenza, che ci aiuta ad appezzare l'incalcolabile significato degli affetti, dell'amicizia, di tutto ciň per cui vale la pena di perdere la vita per ritrovarla piů ricca. Come la conversione di Paolo, ogni nuova visione del mondo č un'irruzione dell'impensato nella vita quotidiana. E l'impensato sta a testimoniare l'eccedenza. Possiamo considerare i percorsi psicoanalitici delle conversioni, perché si strutturano nel tempo attraverso la creazione di nuovi significati, che retroagiscono sulla storia del soggetto, rilanciandola in avanti.
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Peroni, Antonia. « Considerazioni sulla fondazione teoretica per l’etica infermieristica ». Medicina e Morale 52, no 6 (31 décembre 2003) : 1213–31. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.660.

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Résumé :
L’etica in ambito infermieristico riveste da sempre grande importanza per la peculiare natura disciplinare dell’infermieristica. Proprio per questo l’etica viene variamente interpretata e trattata all’interno del sapere infermeiristico in relazione ai diversi approcci disciplinari ed interpretazioni da parte dei docenti. In questo lavoro non si intende disquisire sulle diverse correnti etiche oggi variamente presenti nella comunità scientifica, bensì fare una panoramica sulle diverse concezioni con le quali si interpreta l’etica in campo infermieristico. Fondamentalmente esse si possono ricondurre a tre filoni principali: l’etica come filosofia, l’etica come norma e l’etica come assistenza, quest’ultima a sua volta articolata in due oreintamenti, l’etica in relazione a “teorie e modelli infermiersitici” e l’etica del “prendersi cura”. In realtà si evince che tutti gli orientamenti proposti hanno in sé dei limiti poiché sviluppare l’etica infermieristica secondo un orientamento significa tendere a sviluppare un atteggiamento categoriale, interpretato, con il rischio di non andare alla radice della questione etica nell’intento di riconoscere la peculiarità di ogni essere umano. Si conclude affermando la ricchezza e l’importanza delle diverse concezioni etiche per la professione infermieristica ma non senza aver sviluppato gli elementi che costituiscono la base della fenomenologia etica e cioè la Legge Morale Naturale, la Coscienza e la Moralità. Perché un infermiere possa esercitare con competenza la sua professione deve sviluppare gli elementi della moralità, in particolare la coscienza etica. Soltanto a queste condizioni egli potrà essere in grado di vivere pienamente la dimensione etica del suo servizio riconoscendo i problemi e dilemmi etici nella quotidianità del suo lavoro nel tentativo di rispondere secondo gli orientamenti che riterrà più conformi alla sua natura etica ma sempre nel rispetto della intrinseca “valorialità” della persona umana.
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SYLLA, Daouda. « L’hétérogénéité ou la fabrique de l’informe chez Patrick Deville ». ALTRALANG Journal 4, no 02 (30 décembre 2022) : 83–105. http://dx.doi.org/10.52919/altralang.v4i02.204.

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Résumé :
Heterogeneity or the Making of the Formless of Patrick Deville ABSTRACT: This article aims to analyze the mode in which heterogeneity operates in the novelistic production of Patrick Deville. In his textual practice, this contemporary novelist organizes the scene of writing in the form of an intergeneric and intertextual game, mixing materials of all kinds. The absorption of all these resources to which must be added scientific borrowings, linguistic hybridity and an anarchic management of the textual space create a new form of writing whose contours remain vague and undecidable. The challenge of such a practice of formlessness or openness is to undermine the norms of the great founding narratives and to open up the novels to release unsuspected potentialities. RÉSUMÉ : Le présent article se propose d’analyser le mode selon lequel opère l’hétérogénéité dans la production romanesque de Patrick Deville. Dans sa pratique textuelle, ce romancier contemporain, organise la scène de l’écriture sous forme de jeu intergénérique et intertextuel, mêlant des matériaux de toutes sortes. L’absorption de toutes ces ressources auxquelles il faut adjoindre les emprunts scientifiques, l’hybridité linguistique et une gestion anarchique de l’espace textuel créent une nouvelle forme d’écriture dont les contours restent flous et indécidables. L’enjeu d’une telle pratique de l’informe ou d’ouverture est de saper les normes des grands récits fondateurs et d’ouvrir les romans pour en libérer des potentialités insoupçonnées.
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Slaby, Jan. « Appunti per una critica delle neuroscienze ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 20 (décembre 2010) : 105–26. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020008.

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Résumé :
Questo studio introduce le motivazioni e l'idea sottese al varo recente di un'iniziativa interdisciplinare dal titolo Neuroscienza Critica. (www.criticalneuroscience. org). Si tratta di un approccio che si sforza di capire, spiegare, contestualizzare e - qualora chiamata farlo - criticare, gli sviluppi attuali nel campo nelle neuroscienze e in quei settori sociali in cui tali sviluppi si applicano, allo scopo di creare le competenze necessarie a trattare responsabilmente le nuove sfide e interessi emergenti in materia di scienze del cervello. Neuroscienza critica si rivolge agli studiosi di discipline umanistiche cosě come (e non si tratta di figure di minore importanza) a coloro che svolgono una pratica in campo neuroscientifico, a chi si occupa di polizze di assicurazione, e a coloro che operano nel settore pubblico in senso lato. La neuroscienza suscita davvero effetti a largo raggio, oppure stiamo collettivamente sovrastimando il suo impatto, a spese di altri importanti vettori di mutamento sociale e culturale? Quali sono i canali e i tramiti grazie ai quali le neuroscienze interagiscono con le idee correnti in tema di personalitŕ, identitŕ e benessere? Inoltre, cosa altrettanto importante, Neuroscienza critica si sforza di rendere i risultati di tali valutazioni, rilevanti per la pratica scientifica stessa. Essa aspira a motivare i neuro scienziati, a lasciarsi coinvolgere nell'analisi dei fattori contestuali, delle traiettorie storiche, delle difficoltŕ concettuali e delle conseguenze potenziali in connessione con il lavoro empirico. Questo studio comincia ad abbozzare un fondamento filosofico che sostenga il progetto di delineare esempi d'interazione che hanno luogo fra neuroscienze e contesto sociale e culturale nel quale esse sono inserite, esponendo alcune delle assunzioni e dei modelli interpretativi che sottostanno agli approcci dominanti. Un recente lavoro antropologico verrŕ discusso, al fine di porre i profani nelle condizioni di capire il senso di interazioni de facto interno al sapere neuroscientifico, le sue proiezioni future, nonché la propria auto comprensione. Questo puň costituire un primo passo verso una fenomenologia di quella "allure seducente" che le neuroscienze stanno esercitando sia sul mondo accademico sia nell'immaginazione popolare.
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Sparrow, Katy J., et John D. Kessler. « Comment on “The origin of methane in the East Siberian Arctic Shelf unraveled with triple isotope analysis” by Sapart et al. (2017) ». Biogeosciences 15, no 15 (9 août 2018) : 4777–79. http://dx.doi.org/10.5194/bg-15-4777-2018.

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Résumé :
Abstract. In this comment, we outline two major concerns regarding some of the key data presented in this paper. Both of these concerns are associated with the natural abundance radiocarbon-methane (14C-CH4) data. First, no systematic methodology is presented, nor previous peer-reviewed publication referenced, for how these samples were collected, prepared, and ultimately analyzed for 14C-CH4. Not only are these procedural details missing, but the critical evaluation of them using gaseous and aqueous blanks and standards was omitted although these details are essential for any reader to evaluate the quality of data and subsequent interpretations. Second, due to the lack of methodological details, the source of the sporadic anthropogenic contamination cannot be determined and thus it is premature for the authors to suggest it was in the natural environment prior to sample collection. As the natural 14C-CH4 data are necessary for the authors' stated scientific objectives of understanding the origin of methane in the East Siberian Arctic Shelf, our comment serves to highlight that the study's objectives have not been met.
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