Littérature scientifique sur le sujet « Riuso temporaneo »

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Articles de revues sur le sujet "Riuso temporaneo"

1

Postiglione, Gennaro. « Riuso temporaneo vs abitazioni temporanee ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 65–68. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056006.

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Résumé :
L'articolo affronta il tema riuso temporaneo sottolineando come non sia una pratica a cui fare ricorso solo quando si hanno a disposizione spazi aperti, terreni abbandonati, aree dismesse, ma una strategia operativa in grado di approcciare anche il complesso fenomeno urbano della cittŕ costruita. In particolare viene affrontato il tema dell'‘abitare temporaneo': tipologie di abitazionicontainer danno risposta facilmente e velocemente alla domanda abitativa studentesca inevasa di circa 50.000 alloggi, ma siamo sicuri del risparmio economico di tale modello rispetto a tecnologie piů tradizionali di prefabbricazione edilizia? L'autore mette in guardia sul non abusare dell'idea ‘giovani=colore=vitalitŕ urbana', ma invece di incentivare usi temporanei in aree dismesse che con poche infrastrutture possono accogliere e essere occasione per attivitŕ spontanee sportive, ludiche, ricreative.
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2

Inguaggiato, Valeria. « Riuso temporaneo a Milano ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056004.

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Résumé :
Parlare di riuso temporaneo di edifici e aree libere sottoutilizzati o dismessi a Milano vuol dire innanzitutto riflettere sulla forma fisica della cittŕ e sul mutamento che negli ultimi anni l'ha attraversata. Una cittŕ ‘in contrazione' che ha perso abitanti e funzioni e che nel frattempo non ha sviluppato una forte strategia per attrarne di nuove. In questo contesto, esperienze di riuso temporaneo sono state sperimentate in prima istanza da privati grazie alla progettualitŕ e l'iniziativa di gruppi di attivisti ma anche soggetti legati al design e alla creativitŕ che si sono mobilitati a ridosso di specifiche necessitŕ: un ostello temporaneo in occasione di grandi eventi, la sede temporanea di una associazione che si apre al quartiere con eventi e attivitŕ di varia natura, o ancora un luogo di lavoro e intrattenimento in un quartiere in profonda trasformazione. Ad oggi tuttavia anche alcune amministrazioni pubbliche iniziano ad intravvedere il riuso temporaneo come possibile strategia di sviluppo territoriale.
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3

Vittoria Ferroni, Maria. « Rigenerazione urbana e riuso temporaneo dei beni : i beni confiscati alla criminalità organizzata ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 128 (juillet 2022) : 71–82. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128007.

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Résumé :
Il contributo, a partire da una diversa concezione della rigenerazione urbana, riguarda il riuso temporaneo dei beni immobili. Il riuso ha la funzione di rivitalizzare gli immobili degradati, nel periodo transitorio, fin quando divengano luoghi con nuove funzioni. In particolare è stato analizzato il riuso temporaneo ed il riuso sociale dei beni confiscati alla mafia che, nelle more dello svolgimento delle lunghe procedure che ne determinano una nuova destinazione, può essere assegnato temporaneamente fin dalla fase di sequestro agli enti locali ed in particolare il Comune che potrà gestirli direttamente oppure assegnarli ad una serie di soggetti indicati dal legislatore (es. comunità giovanili, organizzazioni di volontariato, centri di recupero e cura dei tossicodipendenti, cooperative).
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4

Crosta, Pierluigi. « Riuso temporaneo, come pratica che ‘apprende' la cittadinanza ? » TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 82–83. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056011.

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Résumé :
Le cittŕ sono da sempre interessate da continui fenomeni di riuso ‘funzionale' e da processi di riuso che si presentano in modo assai diverso, pensiamo ai fenomeni di terziarizzazione e quelli di ghettizzazione (fra questi, la gentrification). Cosa ci suggeriscono, invece, i casi di riuso temporaneo? Che possono diventare occasioni, per gli abitanti della cittŕ, di ‘farsi attori' politici. Questa prospettiva ripropone al centro dell'attenzione le pratiche di riuso come costrutti interattivi (tra soggetti di diverso tipo, e tra materie o settori di problemi). Come costrutti, e non sistemi, d'interazione, per sottolineare il carattere di prodotto ‘in corso d'opera' e non predeterminato, che invece rinvia, in genere, alla predefinizione di quali soggetti sono da considerare attori, con quali ruoli e in vista di quali fini. Viceversa, ragionare in termini di costrutti č una strategia per considerare effettivamente aperta, indeterminata l'interazione, durante la quale (e non antecedentemente) si vengono defi nendo gli attori, le materie e gli interessi in gioco, e le relazioni e le regole d'interazione, tra gli uni e gli altri.
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5

Bruzzese, Antonella, et Germana De Michelis. « Progettare la temporaneitŕ. Il workshop ‘Cittadella del riuso temporaneo' ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 59–64. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056005.

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Résumé :
Il contributo restituisce l'esperienza di un workshop realizzato per ripensare al riuso temporaneo di alcuni immobili e spazi aperti attraverso strategie e tattiche d'intervento temporaneo. Tre edifici in particolare sono stati oggetto di indagine: una palazzina per uffici, la ex Torre dei Modelli della Breda e il corpo di fabbrica dell'industria Vetrobalsamo a Sesto San Giovanni. L'esperienza, vissuta sul campo e all'interno di uno spazio riattivato temporaneamente, ha dato origine a spunti progettuali per possibili interventi da realizzare e riflessioni piů in generale legate al tema del riuso temporaneo come la differenza tra una temporaneitŕ ‘subita' e una temporaneitŕ ‘progettata', o ancora il tema della ‘reversibilitŕ' e della ‘flessibilitŕ' e dell'‘adeguamento'. I progetti elaborati dai gruppi di lavoro immaginano non solo soluzioni architettoniche possibili ed economicamente sostenibili, ma soprattutto modi d'uso praticabili e la possibilitŕ di appropriazione da parte di una domanda inevasa.
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6

Lomonaco, Alice. « Riuso temporaneo dei vuoti urbani : limiti ed opportunità ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 128 (juillet 2022) : 109–24. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128010.

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Résumé :
Le pratiche di riuso temporaneo dei vuoti urbani si prestano a garantire risposte alle nuove esigenze di vita che la contemporaneità ha imposto, per adattarsi più facilmente alle richieste degli attori; tuttavia, sembrano confermare le tendenze alla precarietà e alla flessibilità del lavoro e della vita degli attori coinvolti. Attraverso l'analisi del caso studio dell'Associazione Venti Pietre di Bologna l'articolo intende interrogarsi su cosa succede alle esperienze di rigenerazione urbana dal basso dopo la temporaneità. Queste esperienze possono essere trapiantate altrove? Hanno lo stesso successo e la stessa capacità? Cosa succede alle reti di relazioni costruite nel tempo una volta scaduto il tempo previsto dal contratto?
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7

Petrini, Giovanni. « Made in Mage, la scommessa della moda sostenibile per riattivare spazi sottoutilizzati ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 74–76. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056008.

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Résumé :
Il contributo ragiona sulle opportunitŕ dell'intrecciare domanda di spazi per il settore emergente della moda sostenibile con la grande offerta data dalle aree ed edifici dismessi o sottoutilizzati in Milano ed area metropolitana. L'occasione č il progetto di riuso temporaneo ‘Made in Mage'. Attivazione di un polo della produzione creativa e sostenibile per la valorizzazione del patrimonio industriale degli ex magazzini generali Falck' che ha come obiettivo quello di promuovere e sostenere le realtŕ artigianali e creative legate ai temi della moda e design sostenibile, incentivare il riuso di edifici e spazi vuoti o sottoutilizzati, coniugare nuove attivitŕ produttive con la valorizzazione del patrimonio di archeologia industriale sestese.
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8

Maria Bellè, Beatrice. « Iniziative bottom-up e riuso temporaneo. Quale valore aggiunto per la valorizzazione di beni immobili pubblici ? » CRIOS, no 16 (octobre 2018) : 35–44. http://dx.doi.org/10.3280/crios2018-016003.

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9

Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi et Francesco Incelli. « Architectural technology responds to the environmental crisis : participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale : la progettazione partecipata in ambito emergenziale ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Résumé :
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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10

« Che cos'č il riuso temporaneo ? » TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 18–42. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056003.

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Résumé :
L'articolo indaga le pratiche di riuso temporaneo in spazi e terreni vuoti che non trovano ancora un nuovo utilizzo, e che possono trovare usi temporanei in quel ‘tempo di mezzo' di anni, e spesso decenni, che intercorre tra vecchia e nuova destinazione d'uso. Come avviare una ricerca-azione sul riuso temporaneo prendendo in analisi alcuni casi studio stranieri e mettendoli a confronto con la propria realtŕ urbana? Nell'articolo viene data una prima griglia di lettura ed individuati cinque elementi comuni d'indagine, quali: la tassonomia di spazi urbani dismessi o sottoutilizzati, gli attori che fruiscono, avviano o si relazionano a progetti di riuso temporaneo, i diversi cicli temporali abitativi, lavorativi o ludici che in questi spazi si possono attivare, i tre macro-livelli di nuova infrastrutturazione e interventi architettonici commisurati al tipo e alla durata del riuso temporaneo degli spazi, ed infi ne le regole, le procedure e le garanzie giuridiche che hanno permesso l'avvio di progetti sperimentali di riuso temporaneo.
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Thèses sur le sujet "Riuso temporaneo"

1

CAPRIOTTI, PAOLA. « Il diritto della rigenerazione urbana. Il riuso temporaneo come paradigma di una disciplina in transizione ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/11578/282403.

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Casadei, Ruben, et Gian Paolo Franceschini. « Le trasformazioni dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione. La Darsena di Ravenna come caso di studio ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3617/.

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Résumé :
Questa tesi propone una riflessione critica sulle pratiche della pianificazione urbanistica attraverso l’analisi di un significativo caso di studio, costituito dalla Darsena di Città a Ravenna. Questo approccio di ricerca è dal nostro punto di vista una conseguenza della difficoltà di governare le attuali problematiche di sviluppo dello spazio urbano attraverso gli strumenti tradizionali della pianificazione e dell’urbanistica. La tesi ha lo scopo di far emergere temi di dibattito attuale sulle aree di sviluppo urbano, in particolare la complessità dei compiti decisionali riguardanti aree oggetto di interventi di rigenerazione urbana. La definizione “area di sviluppo urbano” si pone come prodotto di un’attiva collaborazione tra Stato, mercato e società civile e costituisce dal nostro punto di vista una vera “questione sociale”. Prenderemo come riferimento il caso della Darsena di Città di Ravenna, oggetto della sperimentazione urbanistica degli ultimi trenta anni, sul quale diversi “stili” e strumenti di pianificazione si sono confrontati, nell’intento di guidare un processo di riqualificazione che ha portato ad oggi a risultati concreti assai limitati. Attraverso gli strumenti consultabili e un rapido sopralluogo infatti, possiamo intuire immediatamente come la realizzazione di interventi sull’area si limiti a casi localizzati come la riqualificazione della raffineria Almagià, la nuova sede dell’autorità portuale e l’ex molino Pineta, oltre agli interventi residenziali riconducibili all’edificio progettato dall’architetto Cino Zucchi e ai nuovi isolati attorno alla parte centrale di via Trieste. Le problematiche di fondo che hanno creato conflitti sono molte, dall’elevata divisione proprietaria alla cesura del comparto con il centro storico data dalla barriera ferroviaria, alla questione relativa al risanamento delle acque e dei suoli, solo per citare le più evidenti. Siamo quindi interessati a capire il problema dal punto di vista del processo di pianificazione per poi concentrare la nostra riflessione su possibili soluzioni che possano risolvere i conflitti che sembrano all’oggi non trovare una risposta condivisa. Per meglio comprendere come rapportarci al caso specifico si è cercato di analizzare alcuni aspetti teorici fondanti del “procedimento archetipico” di pianificazione urbana in contrapposizione con metodi di pianificazione “non convenzionali”. Come lo studio dei primi ci ha permesso di capire come si è arrivati all’attuale situazione di stallo nella trasformazione urbana della Darsena di Città, i secondi ci hanno aiutato a comprendere per quali ragioni i piani urbanistici di tipo “tradizionale” pensati per la Darsena di Città non sono stati portati a realizzazione. Consci che i fattori in gioco sono molteplici abbiamo deciso di affrontare questa tesi attraverso un approccio aperto al dialogo con le reali problematiche presenti sul territorio, credendo che la pianificazione debba relazionarsi con il contesto per essere in grado di proporre e finalizzare i suoi obiettivi. Conseguenza di questo è per noi il fatto che una sensibile metodologia di pianificazione debba confrontarsi sia con i processi istituzionali sia con le dinamiche e i valori socio-culturali locali. In generale gerarchie di potere e decisioni centralizzate tendono a prevalere su pratiche decisionali di tipo collaborativo; questa tesi si è proposta quindi l’obiettivo di ragionare sulle une e sulle altre in un contesto reale per raggiungere uno schema di pianificazione condiviso. La pianificazione urbanistica è da noi intesa come una previsione al futuro di pratiche di accordo e decisione finalizzate a raggiungere un obiettivo comune, da questo punto di vista il processo è parte essenziale della stessa pianificazione. Il tema è attuale in un contesto in cui l’urbanistica si è sempre confrontata in prevalenza con i temi della razionalizzazione della crescita, e con concetti da tempo in crisi che vanno oggi rimessi in discussione rispetto alle attuali istanze di trasformazione “sostenibile” delle città e dei territori. Potremmo riassumere le nostre riflessioni sull’urbanistica ed i nostri intenti rispetto al piano della Darsena di Città di Ravenna attraverso una definizione di Rem Koolhaas: l’urbanistica è la disciplina che genera potenziale, crea opportunità e causa eventi, mentre l’architettura è tradizionalmente la disciplina che manipola questo potenziale, sfrutta le possibilità e circoscrive. Il percorso di ragionamento descritto in questa tesi intende presentare attraverso alcune questioni significative l’evoluzione dello spazio urbano e delle pratiche di pianificazione, arrivando a formulare un “progetto tentativo” sul territorio della Darsena di Città.
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3

CASAZZA, CHIARA. « Agricoltura Urbana e città sostenibile, potenzialità e nuove tecnologie per la riqualificazione urbana ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/2158/1027030.

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Résumé :
Assistiamo oggi allo sviluppo di un trend che investe le città: l’Agricoltura Urbana. Questa si esplicita con valenze ed espressioni diverse secondo i contesti e, nel caso specifico delle grandi città dell’Europa, si arricchisce di valori quali la sostenibilità (sociale, ambientale ed economica) e la ricerca di modelli alimentari alternativi, rispondendo ad esigenze condivise: riduzione delle filiere, riavvicinamento tra consumatore e produzione, educazione ambientale e alimentare, convivialità, partecipazione, verde urbano e qualità ambientale, cura del territorio, benessere e salute, riqualificazione urbana, sostegno a categorie svantaggiate. Il fenomeno investe la città a diverse scale, dalla pianificazione, alla progettazione di nuove tipologie di spazi aperti (community gardens, parchi agricoli, pocket vegetable gardens) alla progettazione dell’integrazione tra produzione agricola e ambiente costruito (sulle coperture degli edifici, con sistemi serra integrati), fino alla progettazione dei componenti tecnologici. L’architetto viene chiamato così a progettare nuovi spazi o componenti per nuove funzioni ed in risposta ad esigenze attuali. La ricerca vuole sviluppare una conoscenza sul fenomeno dell’Agricoltura Urbana, aggiornando e inquadrando lo stato dell’arte di un fenomeno complesso, delineare un quadro conoscitivo completo di potenzialità per l’integrazione di una rete di verde produttivo urbano, ed analizzare e inquadrare il tema specialmente dal punto di vista dell’integrazione architettonica e dello sviluppo tecnologico. Obiettivo della parte finale della ricerca è la definizione di un modello sperimentale per lo sviluppo dell’Agricoltura Urbana all'interno di aree non pianificate o dismesse della città di Firenze, come strategia per la riqualificazione e la ri-funzionalizzazione di spazi altrimenti marginali, l’innovazione sociale e lo sviluppo di nuove filiere a km0. Il sistema è proposto con un approccio tran-scalare: da quello normativo-urbanistico, passando per un progettuale, fino alla tecnologia con la definizione di un prototipo : un modello innovativo di serra, la Urban Farm Unit, con di sistema di coltura idroponica, modulare, reversibile, sostenibile, a ciclo idrico chiuso, energicamente autosufficiente, di qualità architettonica, ed adatta ad essere posizionate anche temporaneamente in contesti urbani.
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Livres sur le sujet "Riuso temporaneo"

1

Olivastri, Chiara. Con temporaneo : Design per il riuso di spazi abbandonati. Roma : Gangemi editore SpA international, 2018.

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2

Inti, Isabella. Temporiuso : Manuale per il riuso temporaneo di spazi in abbandono, in Italia. Milano : Altreconomia, 2014.

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