Littérature scientifique sur le sujet « Riti di passaggio »

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Articles de revues sur le sujet "Riti di passaggio"

1

Ahovi, Jonathan, et Marie Rose Moro. « Riti di passaggio e adolescenza : una riflessione su normalitŕ e patologia a partire dall'esperienza transculturale ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (juillet 2010) : 23–34. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2010-002003.

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Résumé :
L'adolescenza č in genere considerata una fase di transizione. Ogni cultura produce dei modi differenti per regolare e controllare le difficoltŕ di transizione dati dal passaggio da uno status all'altro - come succede durante l'adolescenza - con lo scopo di contenere le ansie sia dei novizi, sia degli adulti iniziati. Nelle nostre societŕ cosiddette moderne, complesse e meticcie, il rischio per gli adolescenti di perdersi, o di restare ai margini della societŕ, sembra in aumento. L'Autore, riprendendo i contributi dell'etnografo francese Arnold van Gennep (1873 - 1957), presenta le nozioni di riti di passaggio, le loro definizioni e funzioni. Secondo Van Gennep, una cerimonia di passaggio comprende tre fasi: separazione, margine, aggregazione. I riti di passaggio degli esseri umani hanno l'obiettivo primario, in particolare nei momenti di separazione, di garantire i processi di unione e di aggregazione e di contrastare i meccanismi di esclusione. I riti di passaggio hanno tre diverse funzioni: sociologica, psicologica e religiosa. Hanno inoltre valenze sia intrapsichici, sia collettivi. Essi sono presenti nei riti di iniziazione dell' adolescenza; riti tuttora attivi nel mondo che consentono alla donna e all'uomo di accedere al mondo dei significati.
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2

Torelli, Mario. « Riti di passaggio maschili di Roma arcaica ». Mélanges de l’École française de Rome. Antiquité 102, no 1 (1990) : 93–106. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1990.1661.

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Bartoletti, Roberta. « L'efficacia simbolica delle cose : forma e significato dei rituali di consumo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 116 (avril 2010) : 132–46. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-116012.

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Résumé :
L'autrice ripercorre i significati del rituale, che si sono spostati dal campo della religione e del sacro per approdare al campo della cultura e del significato. Č grazie in particolare a Mary Douglas che il rituale si configura come azione simbolica efficace nel dare forma e ordine all'esperienza. Tra i rituali contemporanei, un ruolo di particolare importanza assumono i rituali di consumo, i cui accessori sono merci. I rituali di consumo svolgono un ruolo importante nella gestione del significato e in particolare del cambiamento che investe la vita individuale e collettiva, in modo analogo a quanto avveniva nelle societŕ primitive con i tradizionali riti di passaggio. Nelle societŕ contemporanee ancora molti di questi cambiamenti e rotture, anche traumatiche, non sono chiaramente gestite a livello culturale e collettivo, con il rischio che questi spazi vengano occupati unicamente dal mercato.
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Nowicka, Urszula. « Przynależność wiernych do Kościoła według KKKW i KPK ». Prawo Kanoniczne 53, no 1-2 (9 janvier 2010) : 269–98. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2010.53.1-2.14.

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Résumé :
Una Chiesa cattolica, ma due Codici. Uno il legislatore, una la fede, identici i dogmi, ma 22 Chiese con riti diversi: 21 Chiese cattoliche orientali e una Chiesa latina. Dalla giusta determinazione dell’appartenenza o del passaggio da una Chiesa all’altra dipende la validità o la liceità di molti atti giuridici di un fedele. Ma non è il rito liturgico, né il luogo del battesimo, né la persona del ministro che determina l’appartenenza giuridica di qualcuno alla Chiesa, bensì la norma del diritto. L’ascrizione si realizza per sempre, ma il legislatore permette, in determinate circostanze, il cambiamento di appartenenza. Le questioni sono state regolate nei cc. 111-112 CIC e nei cc. 29-38 CCEO. Alcuni argomenti sono regolati in modo identico, altri differenziano e altre regolazioni mancano nella legislazione latina. Lo scopo del seguente articolo è l’analisi delle norme rispettive, in considerazione delle difficoltà d’interpretazione e dal punto di vista delle proprie opinioni sulle vertenze.
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Dargenio, Ruggero, et Cristina Nicolini. « Uso di suggestioni post-ipnotiche nella prevenzione dell'AIDS in Tanzania. Studio sulle possibilità di relazione tra i riti di iniziazione delle bambine e le moderne forme di comunicazione : dal rito di passaggio alle moderne tecniche pittografiche ». IPNOSI, no 2 (novembre 2017) : 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2017-002003.

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Ferraioli, Ferdinando. « Culti rurali e culti urbani nella Bitinia ellenistica e romana ». ARYS. Antigüedad : Religiones y Sociedades, no 19 (12 novembre 2021) : 97–129. http://dx.doi.org/10.20318/arys.2021.5927.

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Résumé :
Scopo di questo intervento è esaminare le principali testimonianze sulla diffusione dei culti in ambito rurale ed urbano nella Bitinia ellenistica e romana. Il dossier epi­grafico appare più limitato per il periodo ellenistico, mentre è più ampio per quello romano. Nelle aree urbane e nelle aree rura­li appaiono diffuse le principali divinità del pantheon cultuale greco come Zeus, Apollo, Artemide, Atena, Asclepio ed altre; è signi­ficativo come tali divinità nelle aree rurali appaiano con epiteti locali di origine indi­gena. Particolarmente interessante il caso di Zeus a cui sono associati epiteti come Ba­leos e Okkonenos, che appaiono di origine tracia, e come Sabazios, che è probabilmen­te di origine frigia. Altri culti probabilmen­te basati sulla commistione tra elemento greco e elementi non-greci erano quello della Grande Madre Cibele, che aveva un tempio dedicato a Nicomedia, e alcuni culti tipicamente locali come Priettos, Tataula, Proustene e i Theoi Nerolenoi. In ambito urbano possono ritrovarsi invece culti mag­giormente legati alle influenze esterne come quelle egiziane. Ciò appare soprattutto nelle città costiere come Kios, Apamea e Nico­media, che già in età ellenistica sono aperte ai culti di Iside e Serapide. Più limitato e in epoca più tarda appare l’influsso della reli­gione romana, testimoniato dalle rare dedi­che bilingui e dall’attestazione dei riti fune­rari dei Rosalia. Il rapporto tra culti rurali e culti urbani appare contraddistinto quindi da alcune differenze, con le aree rurali che appaiono almeno in un primo tempo meno disponibili ad accogliere i culti stranieri e maggiormente legate ai culti indigeni, che vengono uniti a quelli per le principali divi­nità del pantheon ellenico. Alla fine tuttavia anche in Bitinia quindi, come è stato notato per altre zone dell’Asia Minore, si assiste, con il passaggio tra l’età ellenistica e quella romana, ad un processo di progressiva in­tegrazione tra culti urbani e rurali, che si attua probabilmente in maniera prevalente­mente armonica e senza grosse tensioni tra le varie componenti etniche e territoriali.
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Bertoni, Roberto. « Bonaviri ermetico : il motivo del rito di passaggio ». Italianist 16, no 1 (1 juin 1996) : 161–75. http://dx.doi.org/10.1179/026143496792033731.

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Thèses sur le sujet "Riti di passaggio"

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VILLA, MARTA. « Riti di fertilità, costruzioni identitarie e strategie di riconoscimento in Sudtirol/Alto Adige. Il case study di Stilfs in Vinschgau ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/46088.

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Résumé :
Stilf, in Vinschgau, è una comunità di circa 2000 abitanti nella Provincia Autonoma di Bolzano, che in inverno mette in atto una ritualità legata alla dimensione della fertilità agita dai giovani maschi strettamente correlata con le strategie del riconoscimento e della affermazione dell’identità collettiva. I tre eventi rituali (Klosen, in dicembre; Pfluziehen, il sabato grasso; Schiebenslagen, la prima domenica di quaresima), legati al paesaggio agricolo circostante, sono praticati al fine di ottenere abbondanza e benessere per i prodotti dei campi e per gli animali domestici, nonostante molta parte della comunità non sia più vincolata per la propria sopravvivenza al lavoro agricolo. Tutti i personaggi dei riti sono vicini al mondo del maso e quindi alla dimensione della vita sedentaria del contadino. In uno di questi riti, il Pfluziehen, il male viene rappresentato da lavoranti girovaghi che minavano la sicurezza e la tranquillità della vita rurale e i personaggi buoni, vestiti con gli abiti tradizionali della famiglia contadina, mettono in scena per le vie del paese l’aratura rituale con attrezzi antichi, utilizzati solo per questa sacra circostanza. Il legame con l’ambiente antropizzato circostante è notevole: sia la storia di questo territorio sia l’esperienza percettiva che è possibile qui vivere, rivelano questo tipo di pratica familiare. In questa zona il contadino è un vero e proprio architetto del paesaggio, da sempre sensibile all’armonia stessa dell’ambiente circostante e ben cosciente del proprio intervento regolarizzatore e ordinatore. Il paesaggio agricolo in Sud Tirolo è simile ad un giardino e il bauer, che indossa sempre la divisa del contadino sudtirolese (il grembiule blu), rimarcando con forza la sua appartenenza identitaria, è un giardiniere che continuamente compone un quadro, capace di svelare, se letto con attenzione, l’intimo legame che unisce questa terra con i propri abitanti. L’indagine riguardo la ritualità stagionale specifica legata alla produzione agricola, che altrove è andata sparendo, ma che qui conserva una memoria così lucida, perché strettamente interrelata all’autonomia e alla protezione della propria dimensione identitaria, è stata utile per cercare di svelare le pratiche agite anche inconsapevolmente per costruire la propria identità collettiva. Il paragone con la vicina Provincia Autonoma di Trento è stato utile per comprendere l’efficacia o meno delle strategie del riconoscimento messe in atto dagli abitanti del Sudtirol. La trattazione dei riti organizzati a Stilfs, spettacolari anche per l’aspetto visuale, inoltre è risultata fino ad ora inedita.
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Livres sur le sujet "Riti di passaggio"

1

Giovanna, Salvioni, dir. Riti di passaggio e feste annuali nella tradizione ebraica. Milano : EDUCatt-Ente per il diritto allo studio universitario dell'Università cattolica, 2011.

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2

Aime, Marco. La fatica di diventare grandi : La scomparsa dei riti di passaggio. Torino : Einaudi, 2014.

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3

Cerisey, María Cristina Manca. Le cerimonie funebri come riti di passaggio : Eterno fluire : diversità religiose in area fiorentina. Milano : F. Angeli, 2005.

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Gallo, Pia Grassivaro, et Lucrezia Catania. Modificazioni espansive dei genitali femminili, tra eredità e ambiente : Africa, passaggi di età attraverso il rito. Lungavilla (PV) : Edizioni Altravista, 2015.

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5

Gavina, Ciusa, dir. Sardegna svelata : Arte e riti di passaggio verso la modernità : la Barbagia di Grazia Deledda dal 1871 al 1959. Torino [etc.] : U. Allemandi, 2004.

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