Littérature scientifique sur le sujet « Risorse idriche e geotermiche »

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Articles de revues sur le sujet "Risorse idriche e geotermiche"

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Roson, Roberto, et Martina Sartori. « Cambiamento climatico e commercio di acqua virtuale nel Mediterraneo ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 3 (septembre 2011) : 57–73. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-003003.

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Résumé :
Cambiamento climatico e commercio di acqua virtuale nel Mediterraneo In questo lavoro viene considerato lo scambio virtuale di acqua tra Paesi del Mediterraneo, che fa riferimento al contenuto implicito di acqua utilizzato per la produzione di beni commerciati. Vengono stimati i flussi di acqua virtuale legati al commercio di beni agricoli, e successivamente, viene impiegato un modello di equilibrio economico generale per simulare gli effetti di una minor disponibilitŕ futura di risorse idriche, legata al cambiamento climatico. Viene valutato come e quanto i meccanismi autonomi di adattamento dei sistemi economici possano costituire una parziale risposta ai problemi di riduzione delle risorse idriche disponibili.
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Saitta, Pietro, et Luigi Pellizzoni. « Lo chiamavano "sviluppo" : il complicato rapporto di Gela con l'Eni ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 96 (septembre 2010) : 158–88. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096007.

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Résumé :
Anni Cinquanta: il petrolio affiora in Sicilia e le popolazioni accolgono tripudianti l'arrivo degli stabilimenti petrolchimici. "La Sicilia come il Texas", č quello che molti pensano. Mezzo secolo dopo il conto del sogno č servito: malformazioni, malattie da industrializzazione, risorse idriche devastate e sottratte ai territori, criminalitŕ organizzata. Gela č una delle capitali italiane della petrolchimica: inizia da qui la resistenza ai padroni dell'oro nero. Gli autori discutono il tema del risanamento e descrivono l'impatto socioeconomico dell'industria petrolchimica.
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Redaelli, Chiara. « Modelli economici di allocazione delle risorse idriche : l'analisi del mercato cileno dei water rights ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 3 (juillet 2009) : 37–68. http://dx.doi.org/10.3280/efe2008-003003.

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Résumé :
Market instruments have been often proposed with the aim of improving the efficient allocation of use rights over natural resources. This article analyzes the potential of market mechanisms in the field of water resources and focuses attention on the experience of Chile, one of the few cases in which water markets have been implemented on a wide scale. Evidence from the Chilean case is discussed in order to verify theoretical hypotheses and to outline the potential benefits but also the many drawbacks of these instruments.Key words: Water policy, water markets, tradeable permits.JEL classifications: Q25, Q58.Parole chiave: Risorse idriche, mercati ambientali, permessi trasferibili.
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Gabbani, Giuliano, Enrico Pandeli, Alessandro Ronconi et Sauro Valentini. « Le potenzialità geotermiche di alcune aree del Medio Campidano oggetto di ricerca di risorse a media entalpia ». Rendiconti online della Società Geologica Italiana 35 (avril 2015) : 155–57. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2015.88.

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Rinne, Katherine Wentworth. « Hydraulic infrastructure and urbanism in early modern Rome ». Papers of the British School at Rome 73 (novembre 2005) : 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003020.

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Résumé :
INFRASTRUTTURE IDRAULICHE E URBANISMO AGLI INIZI DELLA ROMA MODERNATra il 1570 e il 1620, Roma fu trasformata da una città essenzialmente medievale in una città barocca. Durante questo periodo, papi, cardinali e altri cittadini infiuenti restaurarono antichi acquedotti e costruirono nuove fontane con l'intento di usare le infrastrutture idriche come strumento per riportare Roma alla sua antica grandezza, solidificare il prestigio papale, cambiare l'assetto urbano esistente, stimolare lo sviluppo economico e accrescere la salute pubblica. Tre acquedotti a caduta furono costruiti per servire Roma: l'Acqua Vergine (1562–70), l'Acqua Felice (1585–7) e l'Acqua Paola (1607–12). Dopo un migliaio di anni di risorse limitate Roma fu rifornita di acqua e dal 1625 fu dotata di 80 nuove fontane pubbliche. In questo articolo tratterò queste fontane al fine di dimostrare come lo sviluppo urbano fu ottimizzato nelle aree in cui l'acqua poté essere distribuita. Si dimostrerà che le fontane erano molto più che ornamenti urbani; esse erano realmente le strutture più visivamente prominenti di un nuovo, benché perlopiù nascosto, ordine fisico, costruito sopra un sistema integrato di infrastrutture idriche che includeva acquedotti, condotti, distribuzione di cisterne e cloache, che nell'insieme verranno discusse in questa sede. Tale ordine esisteva in proporzione nelle vicinanze e nella città in quanto l'infrastruttura idrica forniva un'armatura per organizzare e effettivamente controllare lo spazio pubblico, forse per la prima volta dall'antichità.
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Hermon, Ella. « Aqua ducta, aqua distributa : La gestione delle risorse idriche in età romana by Anna Domizia Bianco ». Phoenix 64, no 1-2 (2010) : 208–10. http://dx.doi.org/10.1353/phx.2010.0062.

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La Vigna, Francesco, Roberto Mazza et Giuseppe Capelli. « Le risorse idriche nei travertini della piana di Tivoli-Guidonia. La modellazione numerica come strumento di gestione degli acquiferi ». Rendiconti online della Società Geologica Italiana 27 (juillet 2013) : 77–85. http://dx.doi.org/10.3301/rol.2013.21.

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Bruun, Christer. « Frontinus, Pope Paul V and the Aqua Alsietina/Traiana confusion ». Papers of the British School at Rome 69 (novembre 2001) : 299–315. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200001847.

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Résumé :
FRONTINO, PAPA PAOLO V E LA CONFUSIONE TRA AQUA ALSIETINA E TRAIANAL'iscrizione sulla Fontana dell'Acqua Paola del Gianicolo, a Roma, contiene un errore significativo. Secondo l'iscrizione, infatti, Papa Paolo V ristorò l'acquedotto augusteo dell'Aqua Alsietina, mentre in realtà i suoi ingegneri usarono l'Aqua Traiana per migliorare il rifornimento idrico della città (c. 1610). Questo errore non è semplicemente casuale. L'amministrazione papale era a conoscenza della presenza dell'Aqua Alsietina sulla sponda destra del Tevere dal trattato De aquae ductu urbis Romae di Frontino, ma non sapeva che i Romani avevano costruito anche un altro acquedotto sulla stessa sponda, poiché questo non veniva invece menzionato da Frontino. In questo articolo si sostiene che Frontino († c. 100 d.C.) doveva essere universalmente conosciuto tra gli ingegneri idraulici e gli amministratori delle risorse idriche in età rinascimentale e barocca (come Vitruvio tra gli architetti). La ‘riscoperta’ moderna dell'Aqua Traiana non avvenne che nel 1680 con Raffaele Fabretti, che fece uso di fonti antiche disponibili anche alla cancelleria di Paolo V, se solo fossero state condotte altre ricerche oltre Frontino. Furono necessari altri 150 anni prima che le conclusioni di Fabretti divennero generalmente note. Per la prima volta, inoltre, questo articolo prende in esame tutta l'evidenza antica e medievale in cui viene nominata l'Aqua Traiana.
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Spagnoli, Federica. « IL COLOSSO DEL KOTHON, BAAL DELLE ACQUE E DEL CIELO : PROTEZIONE DIVINA E CONTROLLO DELLE RISORSE IDRICHE A MOZIA NEL V SECOLO A.C. » Quaderni di Vicino Oriente 17 (2021) : 129. http://dx.doi.org/10.53131/qvo1127-60372021_12.

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Donathan Guido. « Sfide e potenziale per il futuro sviluppo agricolo in Giordania : ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità ». International Journal of Science and Society 4, no 3 (29 septembre 2022) : 460–73. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i3.540.

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Résumé :
Il documento esamina lo stato dello sviluppo agricolo in Giordania, le sfide attuali e il potenziale di sviluppo futuro. L'obiettivo dello studio è svelare il ruolo dell'istruzione e dell'imprenditorialità nella promozione dello sviluppo agricolo in Giordania attraverso: l'introduzione di nuove tecnologie nel settore; applicare una prospettiva di marketing moderna e globale e potenziare l'imprenditorialità giovanile. Questo studio si basa su un approccio teorico basato sulla ricerca secondaria e la ricerca primaria comprende due indagini sono state condotte in questo studio. Come vari studi, questo studio ha confermato che la scarsità d'acqua è la principale sfida allo sviluppo agricolo in Giordania e che il settore è meno sviluppato rispetto ad altri settori del paese. Tuttavia, questo studio ha aggiunto che la scarsa partecipazione dell'imprenditoria giovanile nel settore non è solo dovuta alla scarsità finanziaria e all'insufficiente conoscenza dei giovani, ma anche alla loro scarsa attitudine al lavoro nel settore. Pertanto, si suggerisce che vi sia la necessità di cambiare drasticamente il paradigma del sistema educativo per soddisfare le esigenze del mercato. Utilizzare anche il ruolo della R&S per migliorare la gestione delle risorse idriche e concentrarsi sulla desalinizzazione e il riutilizzo delle acque reflue e cambiare l'atteggiamento dei giovani nei confronti del lavoro in agricoltura. A ciò si aggiunge la necessità di fornire un maggiore supporto finanziario e tecnico per attrarre e aiutare i giovani imprenditori a investire nel settore. Di conseguenza, si presenterà un'opportunità per affrontare le sfide attuali e promuovere lo sviluppo futuro.
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Thèses sur le sujet "Risorse idriche e geotermiche"

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Barison, Erika. « Il contributo dei dati sismici per la valutazione delle risorse idriche e geotermiche della pianura friulana ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2008. http://hdl.handle.net/10077/2764.

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Résumé :
2006/2007
L’attività di ricerca svolta in questi tre anni di dottorato ha coperto vari campi d’interesse nell’ambito della geologia e della geofisica con l’acquisizione, elaborazione ed interpretazione di dati sismici a riflessione ad alta risoluzione e l’applicazione alle ricostruzioni stratigrafiche per studi idrogeologici. I dati preesistenti da cui si è partiti sono state la “Mappa del Tetto dei Carbonati” e la “Mappa delle Isobate del Quaternario”, presentate all’interno del quaderno “Carta del Sottosuolo della Pianura Friulana” e realizzate dal DICA nel 2004 (Nicolich et al., 2004). Esso contiene anche cinque sezioni geologiche, derivate dall’interpretazione e conversione in profondità di linee sismiche, che attraversano la Pianura Friulana e Veneta orientale, e le stratigrafie dei pozzi per ricerche di idrocarburi presenti nel territorio. Queste mappe sono state riviste e corrette attraverso una serie di nuovo dati acquisiti nel corso di questi tre anni. Il primo passo è stato l’acquisizione di 8 km di linee sismiche a riflessione ad alta risoluzione, distribuite nei territori dei comuni di Aquileia (una linea lunga 4 km) e Grado (tre linee, per un totale di 4 km). Le linee sismiche hanno permesso di vedere in dettaglio la struttura del sottosuolo nell’area in studio. Le linee acquisite a Grado, inoltre, sono servite per posizionare il pozzo Grado-1. Con gli stessi criteri usati per l’interpretazione di queste linee sismiche è stata rivista la linea sismica ad alta risoluzione realizzata precedentemente dal DICA nel settore occidentale, nel territorio del comune di Precenicco. Successivamente sono state interpretate le linee sismiche a riflessione ad alta e altissima risoluzione, acquisite dall’OGS nel Golfo di Trieste e nelle Lagune di Marano e Grado. Tutti questi dati, una volta convertiti in profondità, hanno fornito le informazioni necessarie per l’estensione in mare delle due mappe prima citate. Lo scopo di questo lavoro è stato la definizione delle risorse geotermiche nel sottosuolo della Bassa Pianura Friulana. Per raggiungere questo obiettivo sono stati raccolti ed analizzati i dati da pozzo per ricerche idriche più affidabili presenti nella Bassa Pianura Friulana. In particolare sono state correlate le stratigrafie di 142 pozzi e, mediante l’utilizzo di un opportuno software commerciale (Rockworks), sono state identificati e definiti i sistemi di acquiferi di interesse geotermico esistenti nel sottosuolo, anche grazie all’ausilio di analisi geochimiche ed isotopiche effettuate dal gruppo di lavoro in pozzi scelti per un monitoraggio su lunghi tempi. La sequenza degli acquiferi è stata anche riportata sulle linee sismiche ad alta risoluzione acquisite a terra con il riconoscimento degli orizzonti riflettivi corrispondenti. Il risultato è stato illustrato con sezioni stratigrafiche 2D e successivi modelli interpretativi che mostrano estensione e spessori degli acquiferi, mappati in profondità con i corrispondenti valori di temperatura delle acque. Un lavoro analogo a quello svolto per i profili a terra e a mare nella Bassa Pianura e nel Golfo di Trieste, ovvero interpretazione e conversione in profondità dei dati, è stato eseguito per altre linee sismiche, acquisite preminentemente nell’Alta Pianura Friulana alla fine degli anni ’70 dall’Agip, concesse dalla stessa per tempi di riflessione fino a 1,5 s TWT, e ri-processate dall’OGS, su incarico della RAFVG, per recuperare dati più prossimi alla superficie con obiettivo applicazioni idrogeologiche. Le linee, interpretate sulla base delle conoscenze geologiche attuali e convertite in profondità, oltre a fornire le informazioni necessarie per il controllo e una migliore definizione delle Isobate del Tetto dei Carbonati e delle Isopache del Quaternario, mettono in evidenza le strutture geologiche del sottosuolo della pianura friulana, identificando la catena dinarica sepolta e le deformazioni sud-alpine. Le immagini chiariscono anche l’evoluzione delle strutturazioni tettoniche e delle sequenze deposizionali, con delimitazione dei riempimenti con i Flysch dinarici, con le sequenze mioceniche legate all’avanzamento delle unità sud-alpine, a partire dalla formazione indicata come Gruppo della Cavanella. Più in superficie è stata esaminata l’evoluzione delle sequenze plio-quaternarie con una migliore precisazione delle formazioni che costituiscono la base dei depositi dql Quaternario: substrato occupato dai carbonati mesozoici, dal Flysch eocenico, dalle molasse del Miocene e infine l’estensione del bacino di deposizione delle sequenze plioceniche.
XX Ciclo
1979
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2

MASSARUTTO, ANTONIO. « La gestione delle risorse idriche come politica pubblica ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1996. http://hdl.handle.net/11578/278382.

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3

Cimolino, Aurelie. « Caratterizzazione delle risorse geotermiche della bassa pianura friulana (regione FVG) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3620.

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Résumé :
2008/2009
Scopo della ricerca. La ricerca di dottorato è mirata allo studio delle risorse geotermiche profonde (acquiferi profondi e sub superficiali) presenti nel sottosuolo della Bassa Pianura Friulana, mediante l’integrazione di metodi geofisici applicati con metodi stratigrafici e idrogeologici, geochimici e numerici. Le tematiche del dottorato si sono focalizzate su: delimitazione spaziale e caratterizzazione dei sistemi acquiferi (anche come reservoirs a bassa entalpia); studio dei meccanismi di ricarica e circolazione delle acque; definizione della struttura geotermica e valutazione della risorsa nell’area di Grado (Gorizia), dove è stato perforato un pozzo esplorativo (1110 m di profondità). I risultati preliminari della ricerca costituiscono il primo studio integrato in Regione per la caratterizzazione e valutazione della risorsa geotermica effettuato con metodi geofisici da pozzo. Alla luce del modello geologico preesistente, il nuovo modello concettuale emerso dalle ricerche effettuate risulta per molti versi innovativo. Fasi di acquisizione dei dati. Il dottorato è risultato sinergico alle attività di ricerca sviluppate dal DICA dell’Università degli Studi di Trieste, nell’ambito di alcuni progetti innovativi finanziati negli ultimi anni dal Servizio Geologico regionale (Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici - RFVG) che hanno permesso la raccolta di numerosi dati inediti. I progetti sono: “Realizzazione della Carta Geologico-Tecnica della Risorsa Geotermica Nazionale e definizione delle Linee Guida per il suo Utilizzo”[Progetto 1]; “Perforazione del pozzo esplorativo Grado-1 per la quantificazione della Risorsa Geotermica - Progetto Geotermia Grado”[Progetto 2]; “Studio sugli acquiferi regionali finalizzato anche alla definizione di linee guida per il corretto e compatibile utilizzo delle loro acque”[Progetto 3]. Questi progetti sono stati completati con diverse collaborazioni con DISGAM e DST dell’Università di Trieste e l’OGS di Trieste. Attività di ricerca. La ricerca si è articolata in diverse fasi operative, anche in accordo ai progetti sopraccitati: 1)Definizione del quadro geologico e strutturale dell’avampaese friulano mediante analisi della letteratura esistente. 2)Studio degli acquiferi sotterranei profondi della Pianura friulana (fino alla profondità massima di 600 m circa) [Progetto 1]. In particolare, in questa fase: sono stati esaminati i dati in sito, analisi geochimiche ed isotopiche di campioni di acqua provenienti da alcuni acquiferi significativi; sono state elaborate mappe delle isobate del tetto dei sistemi acquiferi e mappe delle isoterme delle acque di strato. 3)Raccolta, analisi e contributo alla realizzazione di un database dei pozzi per acqua perforati nella Pianura Friulana che ha integrato oltre 1800 litostratigrafie e altri dati accessori [Progetto 3]. Lo studio ha compreso l’elaborazione numerica delle superfici delimitanti i principali sistemi di acquiferi e delle relative mappe, mediante l’applicazione di diverse metodologie statistiche e l’analisi dei variogrammi sperimentali. Questo ha aggiornato il modello idrogeologico ottenuto dal Progetto 1. 4)Studio del reservoir geotermico profondo mediante un pozzo esplorativo di circa 1100 m di profondità a Grado (Gorizia) e all’acquisizione e all’elaborazione dei dati del pozzo [Progetto 2]. Questa fase ha impegnato la dottoranda in assistenza continua alla D.L. in cantiere (tra gennaio ed aprile 2008) e nelle specifiche attività di: acquisizione e analisi di dati tecnici di perforazione, parametri chimico-fisici dei fluidi di circolazione, produzione del master log e well log di cantiere; monitoraggio termico e prove idrauliche di pompaggio nel reservoir geotermico; raccolta e analisi dei cuttings e delle carote, descrizione macroscopica delle litologie, ricostruzione della stratigrafia sulla base delle analisi preliminari di laboratorio sui cuttings e sulle carote; analisi delle caratteristiche geochimiche principali delle acque campionate; acquisizione e analisi dei logs geofisici di pozzo, che hanno fornito gli elementi-chiave per la ricostruzione delle strutture profonde. 5)Ricostruzione geologica della struttura di Grado e modello idrogeologico e termico per il termalismo profondo, mediante l’integrazione dei dati disponibili e dei nuovi dati acquisiti, con particolare attenzione a: stratigrafie e logs geofisici provenienti da pozzi perforati da Eni, Ina Naftaplin e altri; sezioni sismiche a terra, in Laguna di Grado e Marano e nel Golfo di Trieste; carte del tetto dei carbonati e delle isobate del Quaternario nella Pianura Friulana; mappe di anomalia gravimetrica e magnetica per il Golfo di Trieste ed il suo entroterra. Risultati del dottorato di ricerca. I dati acquisiti nell’area di Grado e Laguna circostante, integrati con le informazioni regionali hanno permesso di individuare e ricostruire una struttura dinarica esterna, non nota precedentemente, che costituisce la sede del sistema di circolazione termale che è caratterizzato da diversa permeabilità. La struttura è interessata da rilevanti faglie beanti sub-verticali e strutture tettoniche che probabilmente mettono in contatto i sistemi termali più profondi con il tetto del reservoir. L’area di Grado è caratterizzata da: una copertura di età plio-pleistocenica di sedimenti sciolti alternati, caratterizzati da granulometria variabile da ghiaioso-sabbiosa a limoso-argillosa; una potente successione clastica costituita da sedimenti neogenici marnoso-arenacei (semilitoidi) e dalle torbiditi del Flysch paleogenico; un basamento carbonatico composito, reservoir del sistema geotermico, rinvenuto a partire da 618 m di profondità nel pozzo Grado-1. Il basamento è risultato suddiviso in intervalli ben distinti. Sono stati individuati calcari di rampa paleogenici e la loro sequenza di sviluppo e annegamento con la comparsa del flysch. I calcari ad Alveolinidae e Nummulitidae sono stati differenziati dai sottostanti calcari micritici di piattaforma di età cretacica superiore anche grazie al riconoscimento di netti marker nel Gamma Ray Log. La correlazione tra i diversi logs geofisici acquisiti in pozzo ha permesso di differenziare ulteriormente il reservoir carbonatico in intervalli distinti per litologia (densità, porosità, resistività, radioattività naturale, …) e moduli elastici; le facies geofisiche sono risultate ben relazionabili a quelle riscontrate nell’offshore croato. I dati idraulici acquisiti durante le prove di strato (con portata naturale e stimolata) e le analisi geochimiche ed isotopiche delle acque hanno permesso di affinare il modello di circolazione idrotermale. Questo considera almeno due sistemi di circolazione all’interno dei carbonati, separati da un setto idraulico: il tratto 616–830 m circa è caratterizzato da circolazione di acque in poche fratture ma molto aperte (con portata spontanea di circa 15 l/s e temperatura di circa 41.4°C); nel tratto 830–1000 m circa si ha una debole circolazione di acque all’interno di un ammasso roccioso più massiccio, interessato da un reticolo fitto ma con modesta apertura; a partire da 1000 m circa si rinvengono acque più calde (45°C a fondo pozzo) in un reservoir a notevole permeabilità (per fratturazione e incarsimento) che potrebbe richiamare i fluidi del sistema idrotermale presente alla profondità di 600-800 m. A scala locale, le strutture tettoniche presenti e probabilmente riattivate recentemente costituiscono una importante via di migrazione, circolazione e cortocircuitazione dei fluidi profondi (acqua e gas) con i sistemi più superficiali. A scala più ampia, il quadro strutturale elaborato per l’area di Grado è caratterizzato da un sistema di strutture inverse ovest-vergenti che coinvolgono il basamento carbonatico e le soprastanti coperture e da un raddoppio tettonico individuato nei calcari; queste strutture sono state interpretate come il fronte dinarico più esterno e costituiscono la diretta prosecuzione di fronti compressivi affioranti in Istria. Il modello stratigrafico elaborato risulta inoltre coerente con il quadro stratigrafico generale desumibile dai pozzi perforati nell’offshore croato e con quanto ipotizzato a partire dalle mappe di anomalia gravimetrica e dalle sezioni sismiche disponibili. Nel più ampio contesto della Bassa Pianura friulana le attività di ricerca hanno consentito di:  caratterizzare preliminarmente dal punto di vista chimico-fisico ed isotopico le acque profonde circolanti a diverse profondità (in seno alle coperture post paleogeniche) nelle aree caratterizzate da anomalie geotermiche e le relative mappe delle isoterme  valutare la presenza di alcune strutture tettoniche (coinvolgenti le coperture prequaternarie e giungenti in prossimità della superficie) in grado di veicolare fluidi profondi con acque superficiali nelle aree a nordorientali della Laguna di Grado  rappresentare mappe regionali delle superfici delimitanti tetto e letto dei principali sistemi di acquiferi confinati evidenziati dalle litostratigrafie dei pozzi e ricostruire un modello numerico schematico del sottosuol. L’insieme dei risultati ottenuti ha permesso dunque di validare le ipotesi di lavoro formulate inizialmente e di proporre un più solido, rinnovato e, per molti versi, innovativo modello geologico-termico basato su inediti dati sperimentali. Il modello geologico elaborato risulta decisivo anche in relazione all’imminente realizzazione del pozzo esplorativo Grado-2, che permetterà al contempo di validare le ipotesi assunte e fornire ulteriori dati sperimentali.
XXII Ciclo
1979
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4

Poli, Marco. « Risorse idriche sotterranee del continente africano : disponibilità e prospettive di gestione ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
L’acqua è uno dei principali fattori per la crescita socio-economica e lo sviluppo del continente africano. Il continente africano dispone di ingenti risorse idriche, ma le complessità naturali caratteristiche di alcune regioni del continente e la frequente assenza di una corretta pianificazione della loro gestione ne riduce ad oggi il potenziale in maniera significativa. L’utilizzo delle risorse idriche in Africa è destinato ad incrementare sensibilmente nel corso dei prossimi decenni, come risultato della crescita demografica e dei fabbisogni nell’agricoltura. Le risorse idriche sotterranee giocano un importante ruolo in tale scenario in quanto molti paesi africani caratterizzati da scarsità d’acqua dispongono di sostanziali riserve idriche sotterranee e l’accesso a tali risorse, ancorché limitate, è largamente diffuso nel continente. Si stima che il totale delle risorse idriche sotterranee sia di 0,66 milioni di km cubi. Le risorse sotterranee sono largamente distribuite: i maggiori volumi sono localizzati nei larghi acquiferi sedimentari nelle regioni del nord Africa. Per molti paesi africani pozzi appropriatamente ubicati sono in grado di sostenere le comunità con l’estrazione manuale mediante pompe con una portata di 0,1-0,3 l/s. Grandi impianti di produzione da acquifero (>5 l/s), che siano adatti per lo sviluppo urbano o produzioni agricole intensive, non sono ancora diffusi e sono limitati ad aree particolari. La disponibilità ed accessibilità delle acque sotterranee in gran parte dell’Africa è favorevole ad uno sviluppo rurale piuttosto che urbano. Il maggiore fattore limitante per una gestione sostenibile delle risorse sotterranee è dato dalla necessità di identificare se le acque sotterranee sono rinnovabili (ed in quale misura) o meno, al fine di programmare le corrette politiche gestionali nel tempo.
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Frontori, I. « L'ACQUA A MEDIOLANUM. CONTROLLO E GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE IN ETÀ ROMANA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2017. http://hdl.handle.net/2434/488876.

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Résumé :
As is widely known, in the early 1900s the city of Milan looked very different than today because of its close relations with water: it had a dense network of canals and natural groundwater springs. The origin of this intricate system dates back to the process of Romanization and the beginnings of planned urban development. Since 49 BC, when Mediolanum’s “municipium” was established, the need for new strategies for water supply and defense led to the diversion of some rivers, with the aim of creating a self-sufficient internal water course-network. Over the last thirty years, archaeological digs have uncovered the remains of a number of drainage facilities, channels and pipes throughout the city; furthermore, the discovery of some parts of the defensive moat have stimulated a debate about the aspect of the townscape during the Roman period. This paper aims to give a complete survey of the system, combining archaeological evidence with the study of historical sources.
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6

Castiglioni, Simone <1981&gt. « Modelli per la stima delle risorse idriche superficiali in bacini idrografici non strumentati ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2992/1/castiglioni_simone_tesi.pdf.

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7

Castiglioni, Simone <1981&gt. « Modelli per la stima delle risorse idriche superficiali in bacini idrografici non strumentati ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/2992/.

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8

Spiandorello, Massimo <1978&gt. « Gestione sostenibile delle risorse idriche nei piani di monitoraggio ambientale delle grandi opere infrastrutturali ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/498.

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9

Gervasio, Isabella. « Caratterizzazione di sito per la gestione delle risorse idriche sotterranee mediante metodi geofisici integrati ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7342.

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Résumé :
2010/2011
Il presente lavoro affronta lo studio di due problematiche idrogeologiche complesse e molto diverse tra loro, mediante un approccio geofisico integrato con le indispensabili indagini geologiche e idrogeologiche: (1) caratterizzazione delle risorse sotterranee solforose in ambiente montano al fine di localizzare una o più aree adatte alla perforazione e quindi all’estrazione di acque solforose; (2) caratterizzazione idrogeofisica di un area golenale soggetta a forti eterogeneità locali che possono influenzare il flusso, alterando consistentemente la conduttività idraulica. I risultati delle indagini geofisiche costituiscono nei casi descritti un indispensabile supporto funzionale per comprendere approfonditamente le aree studiate con particolare riguardo alla ricostruzione dei sistemi acquiferi, circuiti idrogeologici e disponibilità di risorse idriche e termali al fine di realizzare un'azione progettuale ingegneristica mirata e consistente.
XXIV Ciclo
1977
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10

GAGLIARDI, ANNAMARIA FABRIZIA. « Le tre acque : la gestione delle risorse idriche nel progetto della citta e del territorio ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2004. http://hdl.handle.net/11578/278515.

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Livres sur le sujet "Risorse idriche e geotermiche"

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Nicola, Lugaresi, et Mastragostino Franco, dir. La disciplina giuridica delle risorse idriche. Rimini : Maggioli, 2003.

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2

Zini, Luca, et Aurelie Cimolino. Risorse idriche sotterranee del Friuli Venezia Giulia : Sostenibilita dell'attuale utilizzo. Trieste] : Università degli studi di Trieste, Dipartimento di geoscienze, 2011.

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3

Albarea, Roberto. L'acqua come cittadinanza attiva : Democrazia e educazione fra i Nord e i Sud del mondo. Bologna : EMI, 2003.

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4

Aqua ducta, aqua distributa : La gestione delle risorse idriche in età romana. Torino : S. Zamorani, 2007.

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5

Emanuele, Guggino, Rossi Giuseppe et Benedini Marcello 1932-, dir. Innovazione, risorse idriche e ambiente : Studi in memoria di Emanuele Guggino Picone. Milano : F. Angeli, 1991.

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6

Italy) Convegno su acqua e sviluppo. Una politica delle risorse idriche per il futuro del Mediterraneo (2001 Naples. Acqua e sviluppo : Una politica delle risorse idriche per il futuro del Mediterraneo. Bologna : Mulino, 2003.

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7

Bruno, Francesco. Tutela e gestione delle acque : Pluralità di ordinamenti e governance multilivello del mare e delle risorse idriche. Milano : Giuffrè editore, 2012.

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8

Le Risorse idriche per lo sviluppo economico e civile della Sicilia. Palermo, Italia : I.L.A Palma, 1988.

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9

Cirene e L'acqua : Ricerche e Documenti Sulla Gestione Delle Risorse Idriche in Citta e Nella Chora : Cirene 'Atene d'Africa' XI. L'Erma di Bretschneider, 2020.

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Chapitres de livres sur le sujet "Risorse idriche e geotermiche"

1

« Governance ambientale multilivello : le risorse idriche ». Dans Rapporto sulle performance ambientali, 119–56. OECD, 2013. http://dx.doi.org/10.1787/9789264188754-8-it.

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2

Burgio, Aurelio. « Le risorse idriche nel territorio di Alesa ». Dans From Hydrology to Hydroarchaeology in the Ancient Mediterranean, 76–90. Archaeopress Publishing Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv30pntvk.6.

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Actes de conférences sur le sujet "Risorse idriche e geotermiche"

1

Marchetti, Marco. « Selvicoltura e risorse idriche, ovvero boschi e buona acqua. Nuova funzione o nuova consapevolezza ? » Dans Terzo Congresso Nazionale di Selvicoltura. Accademia Italiana di Scienze Forestali, 2009. http://dx.doi.org/10.4129/cns2008.061.

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