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Ciani, A. S. Camperio, et B. Chiarelli. « Socioecologia delle strategie riproduttive nei Primati ». Global Bioethics 5, no 2-3 (janvier 1992) : 65–79. http://dx.doi.org/10.1080/11287462.1992.10800606.

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Mele, Vincenza. « Percorsi femminili sull’accanimento riproduttivo ». Medicina e Morale 53, no 1 (28 février 2004) : 91–108. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.655.

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Résumé :
L’Autrice esamina criticamente la tecnica di fecondazione in vitro (FIVET) dal punto di vista etico, mettendo in luce gli elementi di sproporzione dell’intervento tecnologico per la bassa efficacia, l’alto rischio per il nascituro, l’invasività per il corpo materno e gli elevati costi economici. L’obiettivo del presente lavoro è contestare sia la terapeuticità della FIVET, sia contestare un luogo comune che vede il pensiero femminile favorevole alle tecnologie riproduttive. La sproporzionalità terapeutica viene quindi analizzata secondo l’ottica delle donne, alla luce di diverse prospettive: le prospettive della bioetica cosiddetta femminista e la prospettiva della bioetica al femminile. L’articolo mette in luce le ragioni di non accettabilità della tecnica da parte di entrambe le prospettive, in particolare l’oggettivazione del corpo della donna ed il parassitismo della tecnologia. L’Autrice conclude illustrando il suo personale punto di vista sulla bioetica al femminile: il logos delle tecnologie riproduttive, che è quello dell’ottimizzazione di un prodotto, mette a serio rischio il valore simbolico della maternità, come luogo originario del prendersi cura.
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3

Zaccaro, Antonella, et Maria Francesca Freda. « Domanda di consulenza genetica e progetto riproduttivo ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003004.

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Résumé :
La domanda di consulenza genetica prenatale o riproduttiva puo rappresentare, come evidenziato dalla letteratura di riferimento, un passaggio fondamentale nel gestire scelte riproduttive consapevoli in situazioni di rischio genetico. Il presente contributo intende esplorare i processi di significazione che orientano la domanda di consulenza genetica prenatale e riproduttiva, nell'ambito di un piu ampio studio svolto presso il Servizio di Cardiomiologia e Genetica Medica di Napoli e volto ad indagare ed integrare le dinamiche psicologiche entro il processo di consulenza genetica. Il materiale testuale di 17 interviste semi-strutturate, condotte con clienti in fase di pre-consulenza genetica e stato analizzato attraverso la metodologia dell'Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) messa a punto da Smith e colleghi. Dalla discussione dei risultati, emerge come i processi di accesso alla consulenza e le vicissitudini della conoscenza siano collegati alle conseguenze che la sola scelta di richiedere una consulenza puo avere sul piano familiare e dei legami inter-/intra-generazionali. Il momento pre-consulenza sembra rappresentare uno spazio in cui i clienti e le loro famiglie iniziano ad esplorare una serie di possibilita di uso della relazione sanitaria in funzione di complicati processi informativi e decisionali condivisi. E nella gestione di tali compiti che assume un ruolo centrale la funzione psicologica collocata in una prospettiva di integrazione a quella medica e che, fin dalla fase pre-consulenza contribuisce al raggiungimento di obiettivi di tutela e di promozione della salute.
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Spagnolo, Antonio G. « Comitati di bioetica in tema di procreazione artificiale ». Medicina e Morale 42, no 1 (28 février 1993) : 205–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1077.

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Résumé :
Il dibattito pubblico relativo agli aspetti etici delle nuove tecnologie riproduttive è stato iniziato dagli stessi scienziati coinvolti nelle ricerche in questo campo. Successivamente, sin dalla metà degli anni '70 il ricorso a comitati o commissioni etiche è emerso come una modalità estremamente importante di analisi dei problemi in questo campo anche al fine delle successive decisioni di politica pubblica. L'autore fa una revisione dei pareri di Comitati etici nazionali nel campo delle tecnologie riproduttive considerando tre punti principali: a) i problemi dell'applicazione clinica della fecondazione in vitro; b) il problema della maternità surrogata; c) il problema della ricerca sull'embrione umano. Egli considera, quindi, alcune linee-guida relative al funzionamento dei Comitati Etici all'interno dei servizi di procreazione assistita. Infine, auspica che vengano definite da ogni comitato alcune procedure operative standard pubblicamente accettate che impegnino il comitato stesso a fornire il loro parere secondo alcuni criteri razionali.
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Battaglia, L. « La cultura femminista di fronte alla sfida delle nuove tecnologie riproduttive ». Global Bioethics 5, no 2-3 (janvier 1992) : 117–25. http://dx.doi.org/10.1080/11287462.1992.10800612.

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Alessandro, Ghiggi. « Osservazioni di una femmina di Astore Accipiter gentilis nidificante nel primo anno di età in Provincia di Alessandria ». Rivista Italiana di Ornitologia 87, no 2 (21 juin 2018) : 49. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.329.

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Résumé :
Il presente articolo descrive una femmina di Astore nidificante nel primo anno di vita in provincia di Alessandria, durante la stagione riproduttiva 2015. In Italia, non vi sono molte pubblicazioni su questo tipo di strategia riproduttiva a causa della mancanza di studi sui modelli di nidificazione della specie. Secondo Krüger (2005) e Nielsen and Drachmann (2003), nel nord-est dell’Europa molte femmine iniziano a nidificare al primo anno, generalmente con un minore successo riproduttivo, che sembrerebbe essere conseguente ad un periodo di crescita della popolazione.
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Toledo, Mario. « Considerazioni preliminari sui cicli vitali e strategie riproduttive di alcune specie di Dytiscidae nella pianura padana (Coleoptera) ». Memorie della Società Entomologica Italiana 85, no 1 (30 juin 2006) : 187. http://dx.doi.org/10.4081/memoriesei.2006.187.

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Résumé :
Le osservazioni effettuate su 25 specie provenienti da 12 località della pianura padana, hanno permesso di tracciare un primo, provvisorio, profilo della biologia riproduttiva e dei cicli vitali delle comunità di Dytiscidae in questo territorio. L’esame dei cicli vitali è stato effettuato utilizzando le categorie bionomiche di Nilsson (1986a) per il nord Europa, comparandone le definizioni con le situazioni riscontrate in pianura padana, dove finora tre tipi di cicli vitali sono stati riscontrati: i cicli numero 1), 4) e 5) sensu Nilsson (1986a). Il primo ciclo alle nostre latitudini si è rivelato più complesso che in Europa settentrionale; infatti esso può essere a sua volta suddiviso in 2 categorie: 1a) specie univoltine che si riproducono in un periodo limitato della bella stagione; 1b) specie univoltine, ma forse anche bi o plurivoltine che si riproducono continuamente o in più periodi della bella stagione. È infatti probabile che alcune specie che in nord Europa sono univoltine, alle nostre latitudini siano bivoltine o plurivoltine; ciononostante non esistono ancora prove che sia in effetti così. La presenza di due specie di <em>Ilybius</em> del gruppo <em>chalconatus</em> in pianura padana, pur non essendo ancora state studiate biologicamente, fa presumere che anche il ciclo n. 3) possa essere rappresentato in questo territorio. Rispetto al nord Europa, in una comunità della pianura padana le larve compaiono in anticipo o in ritardo, a seconda che si tratti di riproduttori primaverili o autunnali e gli stadi preimmaginali in media sono più brevi rispetto allo stadio adulto; questo in relazione anche al periodo riproduttivo in generale più lungo alle nostre latitudini. Infine, sono discussi brevemente il concetto di core-species in una comunità a Dytiscidae e le diverse preferenze ambientali in relazione alla riproduzione.
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Quadrelli, Isabella, et Nico Bazzoli. « Tra dipendenze intergenerazionali e asimmetrie di genere. Politiche e scelte riproduttive nelle Marche ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (avril 2021) : 136–65. http://dx.doi.org/10.3280/sd2020-003007.

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Storino, Pierpaolo, Giuseppe Martino, Manuela Policastrese, Eugenio Muscianese, Domenico Bevacqua, Sergio Tralongo et Antonino Siclari. « Prima nidificazione accertata di Tordo bottaccio Turdus philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte ». Rivista Italiana di Ornitologia 87, no 2 (21 juin 2018) : 45–47. http://dx.doi.org/10.4081/rio.2017.321.

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Résumé :
In Calabria, il Tordo bottaccio Turdus philomelos si riproduce solo nei settori settentrionali e centrali della Regione (i.e. Pollino, Orsomarso e Sila), mentre in provincia di Reggio Calabria la nidificazione non è mai stata accertata e le osservazioni risultano scarse e concentrate esclusivamente nei periodi migratori. Durante due successive stagioni riproduttive (2015-2016), abbiamo osservato N=16 individui di T. philomelos a differenti altitudini (min 630 m, max 1,838 m a.s.l.) prevalentemente nei boschi di latifoglie decidue mesofile. Sono stati utilizzati la modalità del “distance sampling” eseguendo un transetto a piedi ed altre 3 diverse tecniche di campionamento “point-count” per stimare la presenza della specie nel Parco Nazionale dell’Aspromonte. Con questo lavoro, abbiamo accertato per la prima volta la nidificazione del T. philomelos nel Parco Nazionale dell’Aspromonte e nella provincia di Reggio Calabria. In futuro, con l’incremento dell’area di investigazione, si potrà quantificare in modo più accurato il numero di coppie nidificanti e la loro distribuzione su scala regionale.
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Lombardi, Lia. « The Medicalization of Human Reproduction : Body and Gender ». SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (juillet 2009) : 172–88. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-en2012.

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Résumé :
- This article is focussed on the medicalization of human reproduction and its effects on the body and on the gender. Particularly, the analysis is carried under two perspectives. The first one is the social construction and the social control on the body in Western society. Specifically, the question is how medicine surveilles bodies and behaviors of women and men. Moreover, the first part of this article analyses sexualities, reproduction/procreation and gender relationships. The second subject regards how stereotypes on gender and parenthood are connected to the social construction of infertility and of articial reproduction. All the topics are analysed through the lences of the sociology of health and of the body, in connection with the most recent advances in biomedical technologies. The gender perspective and a critical approach are the theoretical mainframes which have driven this research.Keywords: body, Gender, medicalization, human reproduction; reproductive technology, sociology of health.Parole chiave: genere, medicalizzazione, riproduzione umana, tecnologie riproduttive, sociologia della salute.
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Lombardi, Lia. « La medicalizzazione della riproduzione umana : il corpo e il genere ». SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (juillet 2009) : 185–201. http://dx.doi.org/10.3280/ses2009-002012.

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Résumé :
- This article is focussed on the medicalization of human reproduction and its effects on the body and on the gender. Particularly, the analysis is carried under two perspectives. The first one is the social construction and the social control on the body in Western society. Specifically, the question is how medicine surveilles bodies and behaviors of women and men. Moreover, the first part of this article analyses sexualities, reproduction/procreation and gender relationships. The second subject regards how stereotypes on gender and parenthood are connected to the social construction of infertility and of articial reproduction. All the topics are analysed through the lences of the sociology of health and of the body, in connection with the most recent advances in biomedical technologies. The gender perspective and a critical approach are the theoretical mainframes which have driven this research.Keywords: body, Gender, medicalization, human reproduction; reproductive technology, sociology of health.Parole chiave: genere, medicalizzazione, riproduzione umana, tecnologie riproduttive, sociologia della salute.
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Di Pietro, Maria Luisa, et Maria Beatrice Fisso. « Donna e lavoro : considerazioni etico-giuridiche sulla prevenzione del rischio riproduttivo ». Medicina e Morale 44, no 3 (30 juin 1995) : 447–87. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.980.

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E' oramai noto che le attività lavorative possono influenzare, in modo diretto o indiretto, la salute: da questa consapevolezza ha avuto origine, nel tempo, una sempre maggiore attenzione nei confronti degli effetti nocivi di sostanze "sospette" in ambiente di lavoro. In questo articolo viene affrontato un aspetto particolare del rischio lavorativo, cioè il rischio a seguito dell'esposizione della donna a sostanze chimiche o ad agenti fisici o biologici che possono alterare la sua capacità riproduttiva o essere causa di gravi danni alla prole che è stata o verrà concepita. Dopo aver fatto distinzione tra rischio riproduttivo (la possibilità che una sostanza possa interferire con o impedire il concepimento) e rischio di sviluppo (la possibilità di produrre nel nascituro o successivamente nel nato fino alla pubertà anomalie strutturali, deficit funzionali o la morte), e aver analizzato il meccanismo di azione delle sostanze chimiche e degli agenti fisici e biologici più di frequente presenti in ambiente di lavoro, e precisato il momento di interferenza (la oogenesi, la gravidanza, l'allattamento), le Autrici individuano ed esaminano criticamente le possibili modalità di prevenzione del rischio riproduttivo e di sviluppo. Dall'individuazione delle situazioni a rischio alla messa a punto delle misure di controllo necessarie per ridurre o eliminare l'esposizione dei lavoratori, all'informazione dello stesso sull'esistenza e sull'entità del rischio: un'analisi che, in un'ottica personalistica, vorrebbe indicare - anche alla luce delle normative vigenti - nuove strade perché si possa attuare una reale tutela della lavoratrice e una vera politica di protezione fetale.
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Trębski, Krzysztof. « La surrogazione di maternità nel contesto della procreazione medicalmente assistita. Valutazione nella luce della dottrina morale della Chiesa cattolica ». Roczniki Teologiczne 69, no 3 (15 mars 2022) : 117–30. http://dx.doi.org/10.18290/rt22693.8.

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La surrogazione di maternità diventa un mezzo per realizzare il desiderio di procreare e, utilizzando moderne tecnologie riproduttive, provvede alla gestazione da parte di una donna per conto di una o più persone, che saranno il genitore o i genitori del nascituro. L’articolo tenta di valutare il fenomeno nell’ottica della morale cattolica, presentando la maternità surrogata nel contesto dell’uso di tecniche di inseminazione/fecondazione artificiale in vitro e il trasferimento dell’embrione, che in genere sono un passo fondamentale della procedura. La Chiesa cattolica esprime disapprovazione per la maternità surrogata, sottolineando che essa viola la dignità umana e distorce il carattere originario della maternità/paternità. Questa pratica non tiene conto della complementarietà dei sessi, del rispetto reciproco e del diritto degli sposi a diventare padre o madre insieme all’altro coniuge. Un essere umano ha il diritto di essere concepito in un matrimonio come frutto di uno specifico atto d’amore tra gli sposi. Altrettanto, la Chiesa giudica in maniera negativa l’utilizzo delle procedure medico-tecniche che permettono il trapianto dell’embrione nell’utero in caso di surrogazione gestazionale, sottolineando che minacciano seriamente la sua sopravvivenza. Inoltre, la surrogazione di maternità è vista come procedura disumanizzante, perché tratta la madre surrogata come «strumento umano usato per fini di riproduzione».
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Fiori, Angelo. « La salute riproduttiva ». Medicina e Morale 43, no 1 (28 février 1994) : 7–9. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1024.

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Nepi, Leonardo. « L’educazione sessuale nelle scuole : analisi critica sul piano etico e giuridico di alcune proposte dell’OMS / Scholar sex education : critical analysis of some WHO’s proposals from an ethical and legal point of view ». Medicina e Morale 66, no 1 (15 mars 2017) : 83–98. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.477.

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Résumé :
Si va consolidando il consenso sull’importanza dell’educazione sessuale rivolta a giovani e fanciulli, anche attraverso la previsione di specifici programmi educativi nelle scuole, ma il dibattito sui contenuti dell’educazione sessuale stessa rimane acceso. Si confrontano infatti diverse impostazioni, fondate su diverse concezioni della sessualità. Affrontando il tema da una prospettiva etico-giuridica, di particolare interesse risulta l’analisi del documento proposto dall’Ufficio regionale per l’Europa dell’OMS (Standard per l’educazione sessuale in Europa), che nell’affrontare la questione fa riferimento a controverse categorie, che meritano un adeguato approfondimento. Questo contributo intende allora evidenziare l’equivocità di alcuni concetti (salute sessuale e riproduttiva, diritti sessuali e riproduttivi, violenza di genere) utilizzati nel documento dell’OMS, per mettere in luce le implicazioni che un’adesione acritica a queste proposte comporterebbe. ---------- There is growing consensus on the importance of sexuality education, also through the provision of specific programs in schools aimed at young people and children, but the debate on it is still in progress, because of different educational settings based on diverse concepts of sexuality. Addressing the issue from an ethical and legal perspective, particularly interesting is the analysis of the document proposed by the WHO Regional Office for Europe (Standards for Sexuality Education in Europe), for its reliance on controversial models, which deserves thorough examination. This paper will highlight the ambiguity of some concepts (sexual and reproductive health, sexual and reproductive rights, gender based violence) used in the WHO document, in order to emphasize the implications of an uncritical adherence to these proposals.
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Casini, C., M. L. Di Pietro et M. Casini. « La normativa italiana sulla “procreazione medicalmente assistita” e il contesto europeo ». Medicina e Morale 53, no 1 (28 février 2004) : 17–52. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.651.

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La normativa italiana sulla riproduzione artificiale si inserisce nel contesto legislativo europeo che, a partire dagli anni ottanta, ha visto il diffondersi di leggi in materia. Nella penultima decade del secolo scorso, infatti, il legislatore si è trovato di fronte ad un fenomeno completamente nuovo, ampiamente affermato nella prassi e connotato da una complessità tecnica (peraltro in continua evoluzione) di non immediata comprensione. La difficoltà di dare una disciplina ad una materia di tale densità e soprattutto coinvolgente beni (significato della procreazione, valore della vita umana allo stadio iniziale, significato della famiglia) e interessi (degli adulti ad avere un figlio, degli scienziati a fare le ricerche) di rilevante portata, ha spinto i Governi e i Parlamenti ad avvalersi degli Studi condotti da Commissioni costituite ad hoc. Nell’articolo, dunque, oltre ad esaminare i contenuti essenziali delle varie leggi in base ad un’analisi comparata che evidenzia i punti di convergenza e di divergenza, le leggi stesse vengono messe in relazione ai risultati raggiunti dai rispettivi gruppi di studio. Ne emergono due interessanti linee di tendenza: da un lato sembra prevalere un’orientamento pragmatico (la cui espressione più marcata si rinviene nel britannico Rapporto Warnock e nella conseguente legislazione britannica) caratterizzato dalla prevalenza del beneficio che si può ottenere dal ricorso alle tecnologie riproduttive a discapito di ogni tutela giuridica dei diritti dell’embrione; dall’altro, viceversa, un’orientamento, che in base alla moderna dottrina dei diritti umani, è disposto a riconoscere al neo-concepito, in quanto individuo vivente appartenente alla specie umana, i diritti umani fondamentali: alla vita, alla famiglia, all’identità (genetica e psicologica). È questo il percorso intrapreso dai documenti europei del 1989, inaugurato dal punto di vista legislativo dalla normativa tedesca (supportata dai lavori della Commissione Benda) e confermato dalla recente legge italiana. L’articolo in oggetto non si limita ad una rassegna sia pure ragionata delle normative in vigore, ma offre spunti di riflessione che vanno al di là di un semplice confronto legislativo.
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De Giglio, Claudia, et Roberta Rossi. « Indagine conoscitiva : salute riproduttiva tra gli adolescenti ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (octobre 2017) : 39–49. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2017-002003.

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Sansone, Andrea, Anna Schiavo, Francesco Romanelli et Emmanuele A. Jannini. « Esercizio fisico e doping : ricadute in medicina della sessualità ». L'Endocrinologo 22, no 4 (août 2021) : 311–17. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-021-00930-4.

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SommarioL’attività fisica rappresenta uno strumento essenziale per la prevenzione e la tutela della salute individuale. Ciononostante, solo una minoranza degli adulti raggiunge i livelli raccomandati di esercizio fisico. Nell’ambito della sessuologia medica, intervenire sulla sedentarietà può migliorare la salute sessuale e riproduttiva; tuttavia, è necessario che l’attività fisica sia adeguata, onde evitare lo sviluppo di quadri patologici come la triade dell’atleta o l’ipogonadismo indotto da esercizio fisico. Inoltre, l’eventuale uso di “sostanze atte a migliorare l’apparenza e la performance” ha trasceso i confini dello sport agonistico, trovando largo utilizzo fra gli atleti amatoriali al fine di massimizzare la resa dell’esercizio, sebbene siano noti gli effetti avversi sulla salute sessuale e riproduttiva in entrambi i sessi.
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Alberti, Gabriella, Devi Sacchetto et Francesca Alice Vianello. « Spazio e tempo nei processi produttivi e riproduttivi ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 146 (mai 2017) : 7–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2017-146001.

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Pardo, José María. « Juan de Dios VIAL CORREA y Elio SGRECCIA (eds.), La dignità della procreazione umana e le tecnologie riproduttive. Aspetti antropologici ed etici, Librería Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2005, 302 pp., 17 x 24, ISBN 88-209-7653-6. » Scripta Theologica 37, no 3 (5 décembre 2017) : 994–95. http://dx.doi.org/10.15581/006.37.14918.

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Pessina, Adriano. « Maternità surrogata o per altri e il mercato riproduttivo ». Medicina e Morale 67, no 1 (23 mars 2018) : 5–9. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.524.

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Balzano, Angela. « Il caso Italia : medicina riproduttiva e obiezione di coscienza ». Revista de Bioética y Derecho, no 29 (septembre 2013) : 11–23. http://dx.doi.org/10.4321/s1886-58872013000300003.

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Loffi, Vittoria Costanza Alessandra. « La disciplina sull'aborto nei paesi del blocco BRICS in una prospettiva comparata ». La Nuova Giuridica 2, no 2 (19 janvier 2023) : 179–219. http://dx.doi.org/10.36253/lng-1989.

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Résumé :
L’obiettivo di questo elaborato è quello di fornire un’analisi sociale e giuridica delle discipline sulle interruzioni di gravidanza, sottolineando il ruolo giocato dai fenomeni storici del colonialismo e della determinazione per via rivoluzionaria di una forma di Stato socialista nel definire la posizione della donna all’interno della società. Tramite l’ottica del diritto comparato si vuole evidenziare la correlazione tra la forma di Stato dei paesi del blocco BRICS, la loro concezione di diritti riproduttivi e il ruolo dei movimenti femminili e femministi all’interno di ogni ordine sociale nell’aver imposto all’agenda politica del proprio paese il tema dei diritti riproduttivi. La nozione di forma di Stato attiene al rapporto tra libertà e autorità, pertanto vi risulta inclusa anche la peculiare relazione tra autorità e diritti riproduttivi. È per questo fondamentale sottolineare il ruolo dei movimenti femministi nella determinazione delle forme di Stato e nella conseguente delineazione dei propri diritti produttivi.The scope of this paper is to provide a social and legal analysis of abortion laws, emphasising the role played by the historical phenomena of colonialism and the determination by revolutionary means of a socialist form of State in defining the position of women within societies. Through the perspective of comparative law, the aim is to highlight the correlation between the form of state of the BRICS bloc countries, their conception of reproductive rights, and the role of women's and feminist movements within each social order in placing the issue of reproductive rights on the political agenda of their countries. The notion of the state form relates to the relationship between freedom and authority, so the peculiar relationship between authority and reproductive rights is also included. It is therefore crucial to emphasise the role of feminist movements in determining the forms of state and the consequent delineation of reproductive rights.
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Aznar, Justo, et Julio Tudela. « Gestational surrogacy. Ethical aspects / Maternità surrogata. Questioni etiche ». Medicina e Morale 67, no 3 (30 juillet 2018) : 277–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2018.539.

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Résumé :
Gestational surrogacy is the practice that takes place when a woman becomes pregnant with a foetus with which she is not genetically related, and the eggs used to produce it come from a donor or the contracting mother, to whom the baby will be handed over after the birth. The woman acting as surrogate may be contracted commercially and remunerated for her service, or the surrogacy may be altruistic, a circumstance that arises when, generally, a member of the family or friend selflessly volunteers. The ethical debate lies in which should prevail: the hypothetical right of the parents to have a child, the reproductive rights of the woman, or even the good of the child itself. At the heart of the matter is the risk of “objectification” of the gestational mother and the child itself. To resolve this question, we must assess the overall ethical principles of the reproductive process and what it implies for all parties involved, as well as the ethicality of the means used and the end pursued. Instrumentalisation of mother and child invalidates any other reason that may be adduced to positively value gestational surrogacy, from an ethical point of view.----------La maternità surrogata è quella pratica che ha luogo allorché una donna rimane incinta di un feto con il quale non è geneticamente collegata, e le uova usate per produrlo provengono da un donatore o da una madre con cui si sia stipulato un contratto, a cui il bambino sarà consegnato dopo la nascita. Con la donna che agisce come surrogata può essere stipulato un contratto commerciale ed ella può essere remunerata per il suo servizio, oppure la maternità surrogata può essere altruistica, una circostanza che si verifica, in genere, quando un membro della famiglia o un amico si offre volontariamente in maniera disinteressata. Il dibattito etico si riferisce a quel che dovrebbe prevalere: l’ipotetico diritto dei genitori di avere un figlio, i diritti riproduttivi della donna, o anche il bene del bambino stesso. Il nocciolo della questione è il rischio di “oggettivazione” della madre gestazionale e del bambino stesso. Per affrontare questa questione, occorre valutare i principi etici generali del processo riproduttivo e quel che implica per tutte le parti coinvolte, nonché l’eticità dei mezzi utilizzati e il fine perseguito. Da un punto di vista etico, la strumentalizzazione della madre e del bambino invalida qualsiasi altra ragione che possa essere addotta per sostenere il valore positivo della maternità surrogata.
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Sgreccia, Elio. « Editoriale - Il divieto di clonazione riproduttiva : proposta all'Assemblea Generale dell'ONU ». Medicina e Morale 50, no 6 (31 décembre 2001) : 1055–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.739.

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Guizzardi, Luca. « Contrattualità, giustizia riproduttiva e istanze LGBT nella surrogacy : alcune riflessioni ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (novembre 2021) : 119–42. http://dx.doi.org/10.3280/sd2021-001005.

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Vezzani, Silvia, Sara De Vincentis, Manuela Simoni et Elisa Magnani. « La leptina nella fisiologia e patologia della funzione riproduttiva femminile ». L'Endocrinologo 16, no 5 (octobre 2015) : 219–23. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-015-0148-8.

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Repaci, Andrea, et Renato Pasquali. « La leptina nella fisiologia e patologia della funzione riproduttiva femminile ». L'Endocrinologo 17, no 1 (février 2016) : 28–36. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0177-y.

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Ilacqua, Alessandro, Giulia Izzo et Antonio Aversa. « Effetti della patologia tiroidea sulla funzione sessuale e riproduttiva maschile ». L'Endocrinologo 19, S1 (22 février 2018) : 10–11. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0404-9.

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Musio, Alessio. « Il capitale in-umano. La bioetica di fronte al “lavoro clinico” / The in-human capital. Bioethics in front of "clinical work" ». Medicina e Morale 65, no 3 (21 septembre 2016) : 293–314. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.437.

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Résumé :
Dalla nascita della bioetica si è consolidata una situazione inedita, che emerge talvolta confusamente nel lemma “bioeconomia”, in cui i corpi umani sono iscritti tanto nella ricerca tecno-scientifica quanto nei processi del lavoro. Nella sperimentazione farmacologica su soggetti sani e nell’ambito delle tecnologie riproduttive, infatti, è sorta una nuova forma di manodopera definita ormai “lavoro clinico”. Emblematico è il caso della Fivet, il cui sviluppo ha reso possibile separare la figura della donna fornitrice di gameti da quella in cui avverrà la gestazione e il parto, dando così luogo a due differenti mercati – degli ovociti e della maternità surrogata – segnati da forme di discriminazione sociali e razziali. Eppure, in gioco non è solo la contrapposizione tra solidarietà (dono) e profitto (sfruttamento). Il “lavoro clinico”, infatti, deriva sul piano teorico dall’elaborazione di quegli economisti che hanno valorizzato la nozione di capitale umano cercando simultaneamente di «trasformare le più intime funzioni corporee in beni e servizi commerciali». Così, mentre da più parti si guarda alla nozione di capitale umano come alla soluzione dei problemi, non ci si accorge di come essa istituisca un’etica che riscrive interamente il modo di intendere il rapporto tra salute, malattia e disabilità nell’ottica dell’imprenditoria di sé. Il tentativo di questo contributo, allora, è di indagare in chiave bioetica la letteratura neoliberale sul capitale umano, per evitare che sia questa a tracciare i criteri bioetici dell’epoca biotecnica a venire. ---------- Since the birth of bioethics a new situation has been consolidated, it emerges sometimes confusedly in the lemma of “bioeconomy”, in which human bodies are registered as much in techno-scientific research as in labor processes. In fact, in pharmacological trials in healthy subjects and in the field of reproductive technology, a new kind of manpower has arisen, now defined as “clinical labor”. An emblematic case is IVF, its development has made it possible to separate the figure of the woman supplier of the gametes from that of the woman carrying out gestation and birth, thereby giving rise to two different markets – one for oocytes and the other for surrogacy – tainted by forms of social and racial discrimination. However, the contrast between solidarity (gift) and profit (exploitation) is not the only thing at stake. Clinical labor, in fact, derives in theoretical terms from the analyses of those economists who have enhanced the notion of human capital trying simultaneously to transform the most intimate bodily functions into “commercial goods and services”. So while from many quarters the notion of human capital is looked on as the solution to problems, there is inadvertence as to how it institutes an ethics that completely rewrites the way of conceiving the relationship between health, illness and disability within the perspective of the enterprising self. This paper, therefore, endeavours to investigate from a bioethical standpoint the neoliberal literature on human capital, in order to avert its tracing the bioethical criteria of the biotechnical age to come.
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Del Re, Alisa. « Lavorare da casa, lavorare in casa ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2021) : 55–65. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001005.

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Résumé :
Durante questa pandemia da Sars-Cov2 abbiamo vissuto trasformazioni del modo di vivere e di produrre che da emergenziali sono divenute rapidamente strutturali. Il confinamento ha se-gnato il definitivo ingresso in un'era digitale, con le sue specifiche forme di sfruttamento, controllo e sorveglianza in un quadro di welfare insufficiente, connotato da una debolezza dei servizi pubblici, dagli ospedali alla sanità territoriale, dalla scuola fino all'università. Si è in-staurato un paradigma tecnologico, di cui si vedevano le avvisaglie già prima della pandemia, con un'accelerazione sconcertante. Questo ha acuito diseguaglianze economiche e sociali, raz-ziali e di genere preesistenti. Ma ha fatto anche scoprire la casa come terreno di scontro tra corpi "produttivi" e corpi deboli, luogo di lavoro non più separato tra produzione e riprodu-zione. L'emergere della consapevolezza della sostanziale necessità del lavoro riproduttivo, tradizionalmente attribuito alle donne, richiede una diversa visione sociale del welfare, una diversa organizzazione sociale del territorio e delle abitazioni, nonché una riqualificazione salariale di quello che molti chiamano "lavoro di cura", riducendone inoltre i tempi infiniti e ridi-stribuendoli socialmente. Parole chiave: lavoro riproduttivo, smart working, pandemia, welfare, donne
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Della Puppa, Francesco, Pamela Pasian et Giuliana Sanò. « Quando la paura guida le scelte. Donne immigrate e salute riproduttiva ». MONDI MIGRANTI, no 3 (octobre 2020) : 71–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2020-003005.

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Casini, M., et M. L. Di Pietro. « Clonazione : il dibattito biogiuridico in Francia e il contesto internazionale ». Medicina e Morale 52, no 4 (31 août 2003) : 667–701. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.665.

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Résumé :
Nel gennaio scorso il Senato francese – nell’ambito dell’intenso dibattito sulla revisione delle Lois Bioéthiques del 1994 – ha approvato un disegno di legge che vieta ogni forma di clonazione, vale a dire non solo la clonazione c.d. “riproduttiva”, ma anche la clonazione c.d. “terapeutica”. Si tratta di un risultato importante, ma non ancora definitivo perché su di esso pende la decisione dell’Assemblea Nazionale. Tuttavia merita di essere segnalato, perché controcorrente rispetto al generale atteggiamento favorevole alla “clonazione terapeutica” e contrario alla “clonazione riproduttiva” ed in linea, dunque, con le indicazioni del Parlamento Europeo secondo cui “una nuova strategia semantica cerca di indebolire il significato morale della clonazione umana” poiché “non vi è alcuna differenza tra clonazione a fini terapeutici e clonazione a fini di riproduzione”. Nell’articolo la decisione del Senato viene inserita in un duplice contesto: quello del dibattito biogiuridico in Francia e quello che, più o meno contemporaneamente, è andato e va svolgendosi nel panorama internazionale. I numerosi documenti passati in rassegna mettono in evidenza come, ancora una volta, l’embrione umano sia al centro della discussione: se l’embrione è un oggetto, può essere utilizzato per raggiungere gli obiettivi della medicina rigenerativa, ma se è un soggetto non può essere strumentalizzato per nessun fine. Il principio di relazionalità, il principio di uguaglianza, il principio di solidarietà, il principio cautelativo sono le indicazioni che la moderna concezione del diritto offre per dire che ogni soggetto umano è sempre un soggetto giuridico.
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Di Carlo, Maria Chiara, et Emanuela Arvat. « Outcome riproduttivi e perinatali in donne con iperplasia surrenalica congenita : studio di coorte ». L'Endocrinologo 23, no 1 (février 2022) : 109–10. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-022-01022-7.

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Carnovali, Sara. « I diritti innominati. Sessualità e diritti riproduttivi di bambine e donne con disabilità ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (février 2022) : 132–48. http://dx.doi.org/10.3280/sd2021-002007.

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Sciomer, Susanna, et Federica Moscucci. « Menopausa e rischio cardiovascolare : come educare le donne alla prevenzione ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 31–33. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-7.

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Résumé :
La menopausa costituisce un momento cruciale della vita della donna non solo dal punto di vista riproduttivo ma anche dal punto di vista fisiopatologico. Il calo della produzione ovarica di estrogeni determina una ridotta stimolazione di beta recettori endoteliali e miocardici che sono alla base di processi patologici quali le alterazioni del microcircolo coronarico o lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Tali alterazioni si associano a quelle indotte da altri fattori di rischio cardiovascolare. È fondamentale in tale contesto prendere coscienza e trattare i fattori di rischio classici e quelli genere-specifici per non favorire l’insorgenza di patologie che incidono sugli eventi, sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
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Monacelli, Nadia, et Luca Caricati. « L'auspicata disparità o la costanza di Cenerentola : quando il mondo ideale non contempla l'equità ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (février 2011) : 43–54. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-002005.

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Résumé :
Con questo lavoro si č inteso verificare la persistenza di modelli relazionali improntati a una divisione tradizionale dei ruoli di genere nell'ambito del lavoro riproduttivo. Un questionario volto a rilevare la suddivisione dei lavori domestici sia nella descrizione dei vissuti quotidiani sia in quella relativa ad una convivenza ideale č stato sottoposto a 947 persone (53,5% donne) appartenenti a diverse classi di età. I risultati rivelano, sia sul piano concreto sia su quello ideale, una sostanziale tipizzazione dei compiti domestici. La stabilità del dato attraverso i sottocampioni, indica una consistente condivisione delle aspettative di ruolo, concepite come profondamente asimmetriche, fra tutti i partecipanti: uomini e donne, giovani e adulti.
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Lahi, Migena, et Miretta Prezza. « Le conseguenze della violenza domestica sul benessere fisico delle donne ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 1 (mars 2010) : 89–110. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-001006.

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Résumé :
La violenza domestica č considerata uno dei maggiori problemi di sanitŕ pubblica in tutto il mondo. L'obiettivo di questo lavoro č quello di identificare le conseguenze della violenza domestica perpetrata dagli uomini sul benessere fisico delle donne che la subiscono. A tale scopo č stata effettuata un'attenta recensione della letteratura internazionale, la quale ha portato all'identificazione di una molteplicitŕ di conseguenze sul benessere fisico e riproduttivo, e di alcuni dei meccanismi che collegano i maltrattamenti a queste conseguenze. I maltrattamenti perpetrati all'interno delle mura domestiche hanno degli effetti plurimi e devastanti, sia di lungo che di breve termine, sulla salute delle donne che li subiscono.
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Delli Zotti, Giovanni, et Giorgio Porcelli. « Introduzione. La salute sessuale e riproduttiva delle donne migranti. Le buone pratiche di integrazione ». SALUTE E SOCIETÀ, no 3 (novembre 2021) : 5–8. http://dx.doi.org/10.3280/ses2021-003001.

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Maggioni, Guido. « I comportamenti familiari e riproduttivi in un tempo di cambiamento sociale, culturale e giuridico ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (avril 2020) : 48–75. http://dx.doi.org/10.3280/sd2020-001004.

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Tomasello, A., B. M. Ferreri, C. Fradà Orestano et S. Calvo. « Osservazioni Sul Ciclo Riproduttivo diPosidonia Oceanica(L.) Delile (Posidoniaceae) Lungo le Coste Tirreniche Siciliane ». Giornale botanico italiano 128, no 1 (janvier 1994) : 216. http://dx.doi.org/10.1080/11263509409437068.

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Di Masi, Maurizio, et Maria (Milli) Virgilio. « La gestazione per altri e il turismo riproduttivo. Tra proibizionismo e desiderio di responsabilità genitoriale ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (mars 2017) : 41–50. http://dx.doi.org/10.3280/mg2017-001005.

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Ferlin, Alberto. « Trend nella terapia sostitutiva con testosterone negli uomini in età riproduttiva dal 2003 al 2013 ». L'Endocrinologo 17, no 6 (décembre 2016) : 328. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-016-0250-6.

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Wójcik, Piotr. « La clonazione umana nella letteratura bioetica italiana. Il fatto biologico. Lo scopo riproduttivo e terapeutico ». Rocznik Teologii Katolickiej 14, no 2 (2015) : 125–36. http://dx.doi.org/10.15290/rtk.2015.14.2.08.

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Borghi, Vando, et Marco Marrone. « Il potere infrastrutturale nel capitalismo di piattaforma. Lavoro, connettività ed ecologia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 51–69. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164003.

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Résumé :
Questo contributo vuole mettere in evidenza, accanto alla centralità assunta dalle piattaforme digitali nella nostra società, l'emergere di un "potere infrastrutturale" - categoria che prendiamo in prestito dal lavoro di Michael Mann - in grado di con-dizionare tanto le attività lavorative, quanto le stesse forme della vita quotidiana. L'oggetto della riflessione è l'origine di tale potere, le sue caratteristiche e le sue implicazioni nei confronti della capacità produttiva e riproduttiva della società. Dopo aver ripercorso le trasformazioni avvenute sul piano della connettività, verrà dunque analizzata l'ascesa delle piattaforme e le conseguenze tanto nell'ottica specifica del lavoro, quanto all'interno di una più ampia prospettiva ecologica. Nelle conclusioni, la lente infrastrutturale verrà presentata anche come pista pro-mettente attraverso cui ripensare un "inversione" delle componenti materiali e immateriali che determinano il "potere infrastrutturale" delle piattaforme.
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Ferlin, Alberto. « Le mutazioni del gene SOX8, SRY-correlato, si associano a uno spettro di disordini riproduttivi umani ». L'Endocrinologo 19, no 2 (27 mars 2018) : 118–19. http://dx.doi.org/10.1007/s40619-018-0429-0.

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Evans, J. J., G. M. Anderson, Marco Centanni, Loredana Bianchi et Nunzia Brusca. « Bilanciamento tra ovulazione e anovularietà : integrazione dell’asse riproduttivo e del bilancio energetico da parte dei neuropeptidi ». L'Endocrinologo 13, no 3 (juin 2012) : 142. http://dx.doi.org/10.1007/bf03345970.

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Zanni, Fabrizio. « L'ibrido urbano. Ipotesi di concettualizzazione ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 96–98. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056016.

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Résumé :
Il lavoro sul concetto di ‘ibrido' apre l'esplorazione di nuovi operatori teorici attraverso cui ‘aggredire' la condizione urbana e cercare di individuare, al di lŕ della stanca replica dell'esistente, qualche possibilitŕ, almeno ipotetica, di rottura della fatale logica riproduttiva dell'insediamento contemporaneo. Da un punto di vista progettuale un possibile spazio urbano ibrido puň essere definito come composizione, anche dissonante, di spazi architettonici e urbani definiti dalla intersezione di differenti specie di forme spaziali e funzionali o dalla mutazione di spazi predefiniti, in accordo con una concezione genetica e non deduttiva dell'operazione progettuale. Il concetto di ‘ibrido urbano' lavora attorno al concetto di ‘soglia' inteso come intervallo, rete od insieme di soglie. Acquista pregnanza allora una possibile strategia di intervento progettuale che si ‘insinui' all'interno delle strutturazioni urbane autoriproducenti per individuare un principio interno di rigenerazione, di commistione, di ibridazione locale.
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Monastra, Antonella. « La sessualità nell'adolescenza tra diritti e responsabilità ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 63–74. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003007.

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Résumé :
L'Agenda 2030 dell'Onu ha individuato 17 macro-obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile basati sui diritti, sull'equità e sul genere. Due tra gli obiettivi fissati, con i relativi indicatori, prevedono che venga garantito l'accesso universale alla salute sessuale e riproduttiva per tutti. Nello stesso anno, il Governo italiano ha istituito il Fertility Day e nel 2016 ha avviato lo Studio Nazionale Fertilità per l'elaborazione dell'omonimo Piano Nazionale. Una parte dello studio, rivolto ad un campione rappresentativo di adolescenti, ha esplorato conoscenze, atteggiamenti, fonti informative e comportamenti agiti nell'ambito della sessualità per una programmazione di interventi mirati. A partire dagli impegni assunti dalle istituzioni e dai dati emersi dall'indagine si evidenzia la difficoltà dei decisori nel tradurre responsabilmente in politiche sanitarie concrete quanto pianificato. Vengono prese in considerazione criticità e carenze che rendono difficilmente esigibile il diritto alla salute sessuale per la nostra popolazione più giovane.
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Serra, Angelo. « Difficili nodi della bioetica oggi ». Medicina e Morale 52, no 6 (31 décembre 2003) : 1151–74. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.657.

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Résumé :
Gli ultimi cinquant’anni del secolo XX hanno visto un progresso esponenziale nel campo delle scienze della vita. Ne seguirono e ne seguiranno grandi benefici per l’umanità. Nello stesso tempo, sotto la pressione di una cultura dominata da un pluralismo ideologico ed etico, che ha oscurato chiare certezze su valori umani essenziali, scienza e tecnologia imposero procedimenti e attività che ledono la dignità e i diritti dell’uomo. Tra questi in particolare: la produzione di embrioni in vitro a scopo riproduttivo o quale strumento di ricerca; la soppressione di embrioni e feti portatori di serie patologie già in atto o potenziali; e tentativi per il miglioramento della specie umana. Il contrasto sopra queste gravi deviazioni, che oggi prevalgono, è forte; ma è necessario, attraverso una adeguata istruzione su questi temi, illuminare chi è inconsciamente sedotto da queste novità, senza sapere i gravi danni che ne conseguono per tutta la società.
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