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Articles de revues sur le sujet « Riforma del 2006 »

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1

Di Virgilio, Aldo. « Elezioni in Italia – Prima e dopo le elezioni politiche : referendum su temi bioetici, elezioni regionali in Sicilia e Molise, referendum di revisione costituzionale ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 58, no 2 (30 décembre 2007) : 141–59. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10215.

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Résumé :
Procreazione medicalmente assistita: referendum abrogativi senza quoziente di validità Le elezioni regionali in Sicilia del maggio 2006 Le elezioni regionali in Molise del novembre 2006 Il referendum confermativo in tema di forma di governo: la cancellazione della riforma del centrodestra
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2

Tarantino, Francesco. « Il voto degli italiani all'estero : le difficoltà incontrate in Argentina nell'attuazione delle norme ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no 1 (30 juin 2007) : 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10223.

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Résumé :
La complessa riforma del voto all'estero Il passaggio delle norme alla prassi in Argentina, alla vigilia delle elezioni politiche 2006 La formazione degli elenchi elettorali: uno spunto di riflessione sulla certezza del voto L'invio e il recapito dei plichi elettorali: uno spunto di riflessione sulla sicurezza del voto Le elezioni politiche del 2006 in Argentina: partecipazione e risultati elettorali
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3

Caponi, Remo. « Procedimento sommario di cognizione e canone di proporzionalitŕ (A margine dell'articolo 702 bis codice procedura civile) ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2010) : 61–70. http://dx.doi.org/10.3280/qg2010-002006.

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Résumé :
Il tema delle interferenze tra sistema disciplinare e valutazioni di professionalitŕ dei magistrati mette a confronto due aspetti fondamentali del sistema ordinamentale, che hanno suběto di recente profonde modifiche ad opera rispettivamente del decreto legislativo 23 febbraio 2006 n. 109 e del decreto legislativo 5 aprile 2006 n. 160. Ciň richiede di esaminare i due sistemi in una visione prospettica che si rivolga all'indietro, guardando da dove siamo partiti ovvero dall'assetto degli stessi prima della riforma sia dal punto di vista normativo che dell'interpretazione delle norme.
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4

Malberti, Corrado. « L'environmental, social, and corporate governance nel diritto societario italiano : svolta epocale o colpo di coda ? » GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 168 (janvier 2021) : 661–80. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-168002.

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Résumé :
L'articolo esamina le implicazioni del dibattito sull'environmental, social, and corporate go-vernance nel diritto societario italiano. Dopo aver dato conto degli approcci tradizionali sul tema dell'interesse sociale, si esamina come il paradigma dello shareholder value abbia in-fluenzato il Codice di autodisciplina delle società quotate del 1999 e la riforma del diritto socie-tario del 2003. Successivamente, a partire dal 2006, si assiste però anche a un progressivo ri-pensamento di questo paradigma, sia a livello normativo, sia a livello di autodisciplina. A que-sto riguardo, particolarmente significativa è stata soprattutto l'evoluzione delle regole di self-regulation relative ai compensi degli amministratori. In questo contesto, il Codice di autodisci-plina del 2020 adotta un nuovo approccio e pone al suo centro il c.d. "successo sostenibile" della società. Il presente lavoro esamina se questa svolta possa considerarsi realmente innova-tiva o se essa miri piuttosto a limitare l'impatto che il dibattito sulla sostenibilità può avere sul diritto societario del nostro paese.
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5

Fanfani, Roberto, et Nica Claudia Calň. « Zone rurali e aziende agricole in Cina : cambiamenti strutturali nel periodo 1996-2006 ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (décembre 2011) : 7–52. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-004001.

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Résumé :
Zone rurali e aziende agricole in Cina: cambiamenti strutturali nel periodo 1996-2006 Le analisi dello sviluppo economico della Cina spesso trascurano le profonde differenze esistenti nelle zone rurali e le caratteristiche delle aziende agricole cinesi Scopo di questo lavoro č evidenziare i cambiamenti strutturali dell'agricoltura e delle aziende agricole che hanno interessato le vaste aree rurali della Cina a partire dalla riforma del 1978 e le disparitŕ crescenti fra le grandi macroregioni del Paese. Vengono, inoltre, sottolineate le caratteristiche dell'imponente fenomeno delle migrazioni interne e le sue ripercussioni sia sulle aree rurali di partenza che su quelle urbane di destinazione. I dati utilizzati sono quelli del Primo (1996) e del Secondo (2006) Censimento dell'agricoltura e delle zone rurali in Cina.
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6

Markus, Jean Paul. « Réforme des classements touristiques des communes françaises autour de deux labels officiels : la «commune touristique» et la «station classée» ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 1 (janvier 2011) : 19–26. http://dx.doi.org/10.3280/dt2011-001002.

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Résumé :
Pour distinguer les communes dotées d'un riche attrait touristique, une loi de 1919 avait créé des «classements» en «stations» de six catégories. Une loi de 2006, entrée en vigueur depuis mars 2009, simplifie le systčme en le réduisant à deux catégories, accessibles à bien plus de communes qu'auparavant par une procédure simplifiée. Mais cette réforme n'a pas été accompagnée de moyens financiers supplémentaires au désespoir des élus locaux. De plus, on peut douter que le touriste moderne soit aussi sensible aux labels touristiques officiels, qu'il l'était en 1919.Per distinguere i comuni dotati di una ricca attrattività turistica, una legge del 1919 aveva classificato i centri turistici in sei categorie. Una legge del 2006, entrata in vigore a marzo 2009, semplifica il sistema riducendolo a due categorie, accessibili a molti piů comuni rispetto a prima, attraverso una procedura semplificata. La riforma, tuttavia, non č stata accompagnata da mezzi finanziari supplementari nonostante le aspettative dei rappresentanti locali. Inoltre, si puň dubitare che il turista attuale sia sensibile ai marchi turistici ufficiali allo stesso modo in cui lo era nel 1919.
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7

Pilato, Fiorella. « La desertificazione degli uffici di procura : un disastro annunciato ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003004.

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Résumé :
- Gli attuali vuoti di organico delle procure sono devastanti: giŕ ammontano a oltre 200, sono concentrati in alcune sedi per lo piů del sud e sono destinati ad aumentare rapidamente per motivi fisiologici: pensionamenti, trasferimenti in secondo grado, in Cassazione e alla DNA, passaggi a incarichi direttivi e semidirettivi (a cui si accompagna l'impossibilitŕ di destinare agli uffici di procura i magistrati di prima nomina). La carenza di vocazioni per le funzioni requirenti si conferma a ogni pubblicazione di posti vacanti. Le ragioni sono molteplici: principalmente l'introduzione di una serie di ostacoli territoriali e funzionali per il transito dal settore giudicante a quello requirente e viceversa, ma anche la riforma dell'assetto degli uffici requirenti di cui al decreto legislativo 106/2006, che ha reso meno appetibili le procure per chi teme di perdere indipendenza interna e autonomia di fronte ai dirigenti. In ogni caso la desertificazione delle procure incombe e senza rimedi adeguati la paralisi č prossima.
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8

Guidi, Riccardo. « "Effetti corrosivi" ? Problematizzare l'impatto del New Public Management e della governance sui social workers del settore pubblico ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (décembre 2012) : 37–52. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-003003.

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Résumé :
L'articolo sviluppa considerazioni di carattere metodologico e sostanziale sull'impatto che le riforme ispirate al New Public Management e alla governance hanno avuto sul lavoro sociale. Nella prima parte dell'articolo sono sinteticamente esposti i caratteri fondamentali dei due paradigmi di riforma. La seconda parte si focalizza sull'approccio di studio all'innovazione nel campo della Pubblica Amministrazione. La terza parte espone alcune evidenze empiriche della letteratura internazionale sui cambiamenti del lavoro sociale. Sull'Italia viene proposta una rilettura dei dati di due ricerche nazionali svolte a cavallo del ciclo di riforme del welfare degli anni 2000. L'articolo giunge alla conclusione che lo studio dell'impatto delle riforme sul lavoro sociale richiede di considerare una pluralitŕ di "variabili di traduzione" delle riforme (pathdependent e actor-dependent). Siul piano teorico ciň sollecita a verificare la possibilitŕ di un incontro tra il neo-istituzionalismo sociologico e l'Actor-Network Theory.
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Parente, Ferdinando. « Il procedimento disciplinare notarile e la sua evoluzione storica ». Zeszyty Naukowe KUL 60, no 3 (26 octobre 2020) : 169–78. http://dx.doi.org/10.31743/zn.2017.60.3.169-178.

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Résumé :
Nel testo della legge 16 febbraio 1913, n. 89, il procedimento disciplinare notarile era modulato sulla diversificazione delle competenze secondo la gravità delle sanzioni. Per le sanzioni disciplinari più gravi – l’ammenda, la sospensione e la destituzione – la competenza per i tre gradi di giudizio era affidata al giudice ordinario, ossia al Tribunale, alla Corte d’Appello e alla Corte di Cassazione. Per le sanzioni meno gravi – l’avvertimento e la censura – la competenza, nel primo grado, era conferita al Consiglio notarile distrettuale, che decideva con provvedimento impugnabile dinanzi al giudice ordinario. Il d.lgs. 1 agosto 2006, n. 249 ha modificato radicalmente il regime del procedimento disciplinare notarile e ha istituito la Commissione amministrativa regionale di disciplina (Co.Re.Di.), avente natura amministrativa, per l’applicazione delle sanzioni disciplinari e delle misure cautelari notarili e per la valutazione dei presupposti di cessazione temporanea o definitiva dalle funzioni notarili. Nel quadro della riforma, invece, al Consiglio notarile distrettuale il legislatore ha assegnato il mero ruolo d’indagine e di controllo sul regolare svolgimento dell’attività notarile ed il potere di attivare il procedimento disciplinare tramite il diritto di azione accreditato al suo presidente
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Nocito, Walter. « Lo Stato regionale alla luce di un ventennio di riforme e nel prisma dell'esperienza e della riflessione dottrinaria : un modello aperto che richiede un approccio di realismo critico ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2021) : 263–88. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-001009.

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Résumé :
Il saggio analizza i processi di attuazione/inattuazione costituzionale della Repubblica di-segnata, nella sua forma di Stato, dalla Carta e poi riformata negli anni 1999-2001 e di re-cente riguardata dalle crisi del 2008 (finanziaria) e del 2020 (pandemica). Utilizzando la no-zione di unità economica, il saggio propone un approccio alle riforme politico-amministrative territoriali di ‘realismo critico'
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Binci, Daniele. « E-government ed innovazione nella Pubblica Amministrazione : la riforma dei servizi di Stato civile ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (décembre 2010) : 348–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-002007.

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Résumé :
I processi di riforma e di ammodernamento che stanno interessando le Pubbliche Amministrazioni dai primi anni '90 hanno l'obiettivo di migliorare la qualitŕ dei servizi compatibilmente con la diminuzione della spesa pubblica. In questo quadro l'e-government rappresenta un ambito di innovazione ad alto potenziale, in quanto l'uso di tecnologie innovative č in grado di incidere positivamente sulla gestione dei processi manageriali ed operativi attraverso un risparmio sui costi, una maggiore velocitŕ di erogazione ed una migliore qualitŕ dei servizi. Questo contributo si inserisce nel dibattito sull'e-government ed informatizzazione nelle Pubbliche Amministrazioni e vuol fornire, sotto il profilo gestionale, una rappresentazione dell'attuale funzionamento dello Stato Civile, area strategica, sottoposta ad un processo di cambiamento tecnologico ed organizzativo iniziato con il DPR. 396/2000. Dopo una breve panoramica sull'e-government e sui vantaggi che l'uso delle ICT apportano all'operato delle pubbliche amministrazioni, viene fornito un approfondimento sul ridisegno dei processi (BPR), strumento tecnico attraverso cui le riforme ed in generale i progetti di cambiamento si possono implementare. A conclusione del contributo viene discussa la riforma di Stato Civile attraverso il confronto tra il TO-BE cosě come delineato dalla riforma e l'AS-IS tuttora realizzato nella pratica dagli Ufficiali di Stato Civile.
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Saballos, Reynaldo Balladares. « La reforma tributaria 2009 en Nicaragua : una visión jurídica ». Revista de Derecho, no 15 (28 avril 2013) : 95–123. http://dx.doi.org/10.5377/derecho.v0i15.1030.

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Résumé :
La reforma tributaria del año 2009 obedece a criterios fundamentalmente recaudatorios, más que de justicia. Significa un quebrantamiento de la lógica inherente a la tributación que encuentra en los principios de justicia tributaria el límite de legitimidad constitucional al ejercicio del poder tributario por parte del Estado para la creación de tributos o su reforma. En relación con el impuesto sobre la renta referido a las personas físicas o al pago mínimo defi nitivo, la regulación legal del mismo operada por la reforma en cuestión es incongruente con las exigencias de los principios de igualdad y capacidad contributiva establecidos en los artículos 114 y 115 de la Constitución nicaragüense. Riassunto: La riforma tributaria dell´anno 2009 obedisce, fondamentalmente, a criteri di riscossione, invece di giustizia costituzionale. Significa una spazzatura della logica propria della imposizione che trova nei principi della giustizia tributaria i limiti della legittimità costituzionale all`utilizzo del potere tributario dallo Stato con riguardo alla creazione dei tributi, sebbene, alla loro riforma. In rapporto con l´imposta sul redito delle persone fi siche o al pagamento minimo defi nitivo, la regolazione legale dei medesimi operata dal legislatore nella suddetta riforma non è congrua nei confronti delle esigenze divenuti dai principi di eguaglianza e capacità contributiva defi niti dal dettato costituzionali negli articoli 114 e 115 della Costituzione nicaraguese. DOI: http://dx.doi.org/10.5377/derecho.v0i15.1030 Revista de Derecho No.15 2011 pp.95-124
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Profeti, Stefania. « LE ELEZIONI REGIONALI 2010 IN TOSCANA : UNA SINISTRA IN DIFFICOLTÀ MA SENZA ALTERNATIVE ». Quaderni dell Osservatorio elettorale QOE - IJES 64, no 2 (30 décembre 2010) : 5–42. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-9719.

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In Toscana le elezioni del 28 e 29 marzo 2010 si sono svolte dopo una seconda riforma sia dello Statuto regionale che della legge elettorale, che erano stati rinnovati nel 2004 e sperimentati in occasione della precedente tornata del 2005. Nel panorama italiano post riforma del Titolo V della Costituzione, la Toscana era stata infatti una delle prime regioni a dotarsi di un nuovo Statuto. Era stata anche la prima in assoluto ad approvare una nuova legge elettorale accompagnata da disposizioni che operavano una vera e propria «regionalizzazione» delle modalità di selezione dei consiglieri e del Presidente, pur nell’alveo dei meccanismi di fondo introdotti dalla disciplina transitoria di rango nazionale: l’elezione diretta del capo dell’esecutivo; il suo potere di nomina e di revoca dei componenti della giunta; la clausola simul stabunt simul cadent.
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Góralski, Wojciech. « Synod Archidiecezji Przemyskiej (1995-2000) ». Prawo Kanoniczne 43, no 3-4 (10 décembre 2000) : 67–83. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2000.43.3-4.03.

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Résumé :
L’arcidiocesi di Przemyśl (del rito latino) negli anni 1995-2000 ha celebrato il suo primo (dopo la riforma di amministrazione ecclesiastica in Polonia nel 1992) sinodo. Eassamblea sinodale è stata convocata dal mons. Józef Michalik, arcivescovo di Przemyśl, nella prospettiva della rinnovazione dei correnti della pastorale per i prossimi anni. Nello stesso tempo il sinodo è stato collegato con 1’idea della codificazione della legge diocesana nello spirito del Concilio Vaticano II e conformemente alle disposizioni del Codex Juris Canonici del 1983. Dopo aver presentato lo svolgimento del sinodo 1’autore riferisce gli statuti (decreti) sinodali nonchè gli allegati agli statuti.
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Esposito, Gabriele. « La ripartizione territoriale dei seggi al Senato : metodi, storia e possibili novità ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 59, no 1 (30 juin 2008) : 5–35. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10203.

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Résumé :
Metodi alternativi di ripartizione dei seggi La nascita del Senato della Repubblica e la rappresentanza regionale nei lavori dell'Assemblea Costituente La riforma del 1963 Il problema della rappresentanza del Molise La legge elettorale del 2005 e la rappresentanza politica Verso una nuova riforma: come eliminare i problemi di equità
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Bechara Sanchez, Fabio José, et Turatti Maria Cecília Manzoli. « Agricoltura famigliare ed etnicitŕ : le trasformazioni delle lotte contadine in Brasile ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 128 (décembre 2012) : 135–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-128009.

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Résumé :
Nonostante la grande speranza depositata dai movimenti sociali legati alla lotta per la terra nell'ampliamento della riforma agraria durante il governo Lula, cioč, che finalmente sarebbe stata data prioritŕ alla riforma agraria da parte del governo e che sarebbe stata modificata la struttura fondiaria in Brasile, il fatto fu che la riforma agraria durante i due mandati del governo Lula alla presidenza del Brasile rimase molto al di sotto di quanto sperato Questo articolo voglia presentare ai lettori le dinamiche politiche e degli attori (gli agricoltori famigliari e i contadini etnici) che emergono del spostamento dela azione politica in relazione ai problemi fondiari e della riforma agraria in Brasile durante il governo Lula (2003-2010).
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Oliva, Federico. « L’urbanistica italiana tra riforma e contrariforma ». Ciudades, no 18 (8 novembre 2017) : 127. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.18.2015.127-142.

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Résumé :
In Italia la riforma urbanistica è attesa dal 1963, quando fu presentata una legge di riforma della legge urbanistica del 1942 che avrebbe cambiato la qualità delle successive trasformazioni territoriali, ma che il Parlamento non approvò perché riduceva radicalmente il peso della rendita fondiaria nell’economia. Da allora sono stati approvati vari provvedimenti, anche positivi, ma non una nuova legge organica, anche per la contrapposizione che si è creata nel mondo dell’urbanistica tra riformisti, sostenitori di un nuovo modello di piano strutturale-strategico, capace di adattarsi alle nuove realtà territoriali in divenire e conservatori, contrai a superare il modello regolativo della legge del 1942. Mentre dal 2003 è cambiato completamente il quadro istituzionale, con il passaggio alle Regioni delle competenze legislative in materia urbanistica e la formazione di una sorta di “federalismo urbanistico”, con molti elementi di confusione. Oggi è in discussione una nuova legge nazionale nell’ambito della revisione costituzionale delle competenze Stato-Regioni, che riprende alcuni dei principi fondamentali della riforma urbanistica e molte soluzioni già sperimentate dalle leggi delle varie Regioni. Essendo d’iniziativa governativa questa legge ha qualche probabilità di essere approvata, concludendo così il lungo percorso della riforma urbanistica italiana.
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Albisinni, Ferdinando. « Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione : i codici europei dell'agricoltura ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (octobre 2011) : 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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Giangiacomo, Bruno. « La mobilitŕ esterna dei magistrati e i suoi riflessi sulla mobilitŕ interna agli uffici giudiziari ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (juin 2011) : 43–58. http://dx.doi.org/10.3280/qg2011-002005.

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A seguito della riforma dell'ordinamento giudiziario intervenuta con la legge delega n. 150/2005 e con la legge n. 111/2007 il sistema della mobilitŕ dei magistrati č costituito da tanti sottosistemi quante sono le tipologie di mobilitŕ esterna e interna previste dall'ordinamento, dovendosi intendere la prima come quella disposta in via esclusiva con delibera del Csm all'esito di una procedura che ha inizio con la pubblicazione dei posti da parte dello stesso Consiglio, mentre la seconda ha inizio con un bando promosso dal dirigente dell'ufficio giudiziario e prosegue con l'iter previsto dalle procedure tabellari all'art. 7 bis regio decreto n. 12/1941.
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Petrusewicz, M. « EMANUELE BERNARDI. La riforma agraria in Italia e gli Stati Uniti : Guerra fredda, Piano Marshall e interventi per il Mezzogiorno negli anni del centrismo degasperiano. Foreword by Paul Ginsborg. (Collana della SVIMEZ.) Bologna : Il Mulino. 2006. Pp.397. 28.00 ». American Historical Review 112, no 2 (1 avril 2007) : 617–18. http://dx.doi.org/10.1086/ahr.112.2.617.

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Albisinni, Ferdinando. « Impresa agricola e scienze della vita nel diritto europeo dell’agricoltura ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(29) (30 décembre 2021) : 61–100. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2021.29.2.2.

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Résumé :
Il lavoro indaga sulle linee evolutive del diritto agrario nella prospettiva europea, ponendo in evidenza le sfide e le criticità che nel XXI secolo hanno connotato le scelte operate nell’ambito della politica agricola comune. All’interno di questa prospettiva, specifica attenzione è assegnata ai temi dell’impresa agricola e della stessa perimetrazione dell’attività agricola; temi risalenti nell’ordinamento italiano, ma rilevanti anche nell’ordinamento polacco, come sottolineato più volte negli studi di Roman Budzinowski. L’analisi investe in particolare le riforme di questo secolo, dalla MTR del 2003 alle riforme del 2013 e del 2021 con la riscoperta dell’agricoltura come attività produttiva, sottolineando l’emergere di nuovi modelli sistemici, che finiscono per costruire Codici europei dell’agricoltura. Vengono poi richiamate le ultime novità introdotte dal Trattato di Lisbona, da alcuni recenti regolamenti in tema di controlli ufficiali e dai documenti della Commissione sul Green Deal europeo, con la connessa attenzione ai temi del benessere animale e della tutela di ogni forma di vita e dell’ambiente nella sua complessità e unità, per concludere che le complesse vicende di questi due primi decenni del XXI secolo si caratterizzano per la crescente attenzione verso le scienze della vita come elemento essenziale e connotante dell’attività dell’impresa agricola in tutte le sue diverse declinazioni.
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Merusi, Fabio. « Il coordinamento della pianificazione sul territorio nell’ordinamento italiano ». Revista Andaluza de Administración Pública, no 63 (30 septembre 2006) : 47–53. http://dx.doi.org/10.46735/raap.n63.397.

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SUMARIO: 1. LA PROGRAMMAZIONE GERARCHICA DEL 1942. I PIANI TERRITORIALI DI COORDINAMENTO. NON FURONO MAI REALIZZATI, TRANNE CHE IN QUALCHE ZONA INDUSTRIALE. 2. LE PROGRAMMAZIONI REGIONALI. 3. LA RIFORMA DEGLI ANNI ‘90 DEL SECOLO SCORSO. NUOVE AUTONOMIE AI COMUNI. IL PIANO TERRITORIALE DI COORDINAMENTO DEI PIANI COMUNALI VIENE AFFIDATO ALLA PROVINCIA. 4. RIFORMA DEL TITOLO V DELLA COSTITUZIONE NEL 2001: TUTTI GLI ENTI TERRITORIALI, STATO, REGIONI, CITTÀ METROPOLITANE, PROVINCE E COMUNI SONO SULLO STESSO PIANO, DI CONSEGUENZA TUTTI DEBBONO PARTECIPARE AL PROCEDIMENTO DI ELABORAZIONE DEI PIANI. COORDINAMENTO NEI PROCEDIMENTI DI PIANIFICAZIONE DI TUTTE LE PIANIFICAZIONI SETTORIALI CHE INTERESSANO IL TERRITORIO. LA NUOVA COMPETENZA LEGISLATIVA ATTRIBUITA ALLE REGIONI SUL GOVERNO DEL TERRITORIO DETERMINA LA POSSIBILITÀ DI DISCIPLINE DIVERSE IN OGNI SINGOLA REGIONE ANCHE SULLE PIANIFICAZIONI DI AREA VASTA ATTRIBUITE ALLE PROVINCE. 5. CONCLUSIONI RIASSUNTIVE SULLA DISCIPLINA ATTUALE DELLA PIANIFICAZIONE DI AREA VASTA.
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Costato, Luigi. « Regime disaccoppiato, Trattato di Lisbona e obiettivi della Pac verso il 2020 ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (octobre 2011) : 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002002.

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Résumé :
Le regole del libero mercato e della concorrenza non riescono, in agricoltura, a produrre effetti positivi tali da compensarne gli svantaggi. D'altra parte è lo stesso art. 39 del Tfue, che riprende senza modifiche le disposizioni sull'agricoltura del vecchio Trattato CE, a stabilire che le regole della concorrenza possano non essere applicate al settore di produzione e commercio dei prodotti agricoli e a porre come obiettivi la sicurezza degli approvvigionamenti, adeguati redditi per gli agricoltori e prezzi ragionevoli ai consumatori. Eppure, nell'intraprendere la strada per l'ennesima riforma della Pac sembra che la Commissione intenda restare ben salda sulle posizioni che, a partire dalla riforma del 2003 e dall'introduzione del, hanno provocato il lungo periodo di difficoltà di reddito e di mercato al mondo agricolo. Sebbene, infatti, la Commissione si dimostri capace di individuare le reali sfide che l'agricoltura europea è chiamata ad affrontare, tuttavia non indica proposte coerenti con i predetti scopi, così come non vengono forniti significativi elementi di novità quando si affrontano argomenti specifici quali, ad esempio, i pagamenti diretti o le misure di mercato. Ciò che, però, risulta ancor meno confortante è il fatto che, tra le tre diverse attuazioni della riforma proposte, sembri prevalere quella volta a favorire un abbandono graduale delle misure di sostegno del reddito e della maggior parte delle misure di mercato quando, invece, sarebbe auspicabile tornare ad incentivare la produzione alimentare, garantendo, anche attraverso le scorte, la sicurezza degli approvvigionamenti.
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Sanlorenzo, Rita. « Obiettivo. Le valutazioni periodiche di professionalità dopo la riforma del 2007. Introduzione ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 6 (mars 2014) : 115–19. http://dx.doi.org/10.3280/qg2013-006010.

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Mazzanti, Edoardo. « Brevi note sulla tutela penale della produzione alimentare locale ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (janvier 2021) : 63–76. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002005.

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Résumé :
Il lavoro offre una breve rassegna delle fattispecie penali applicabili a difesa della produzione alimentare locale. Introdotto il tema dell'origine dei prodotti alimentari ai fini penali, il contributo dà conto, prima, dei delitti del Titolo VIII Capo II del codice penale; poi, della complessa disciplina a difesa del made in Italy, contenuta nella legge n. 350/2003. Evidenziate le principali criticità dell'assetto attuale, nella parte finale si prospettano schematicamente alcune possibili direttrici di riforma.
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Ottolenghi, Emanuele. « SOPRAVVIVERE SENZA GOVERNARE : L'ELEZIONE DIRETTA DEL PRIMO MINISTRO IN ISRAELE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 2 (août 2002) : 239–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030148.

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Résumé :
IntroduzioneA seguito di un prolungato periodo di paralisi politica e frammentazione partitica durante gli anni ottanta, nel marzo 1992 il parlamento israeliano – la Knesset – adottò un nuovo e originale sistema consistente nell'elezione diretta del Premier –in contemporanea con l'elezione del parlamento – e nel mantenimento del legame fiduciario tra legislatore e governo. Scopo principale della riforma era di rafforzare l'esecutivo e garantire una maggior efficacia e coerenza nel processo di formulazione ed esecuzione della politica del governo. Il nuovo sistema è entrato in vigore per le elezioni del maggio 1996 e dopo appena cinque anni è stato abolito nel marzo del 2001.
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Canapa, Carlo Fabio. « Ammortizzatori sociali e Regioni : dall'accordo del 12 febbraio 2009 un ruolo nella riforma ». QT Quaderni di Tecnostruttura, no 35 (décembre 2009) : 67–70. http://dx.doi.org/10.3280/qt2009-035009.

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Giacanelli, Ferruccio, et Pier Francesco Galli. « Tracce ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2012) : 569–84. http://dx.doi.org/10.3280/pu2012-004003.

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Résumé :
Protagonista e testimone della psichiatria italiana in trasformazioneUn ricordoL'Ospedale Psichiatrico di Colorno nella storia della psichiatria di Parma (1996)Alcune pubblicazioni di Ferruccio GiacanelliDopo una Nota redazionale di Pier Francesco Galli che ricorda la figura di Ferruccio Giacanelli (1930-2012), psichiatra, fenomenologo e storico della psichiatria, viene pubblicato uno scritto inedito di Giacanelli del 2004 in cui ricostruisce la storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno (Parma), che lui stesso diresse dal 1972 al 1978. La storia dell'Ospedale Psichiatrico di Colorno viene suddivisa in quattro "momenti", che hanno i seguenti titoli: "La nascita del manicomio di Parma", "L'Ospedale Psichiatrico Provinciale in Colorno", "La chiusa compattezza istituzionale", "La rottura istituzionale", "La riforma del 1978: e dopo?". (Questo testo č stato letto al Convegno "La chiusura dell'Ospedale psichiatrico di Colorno: proposte per la futura psichiatria di Parma", tenuto a Colorno [PR] il 25 ottobre 1996).
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Ichino, Giovanni. « Obiettivo 2 : Perché una scuola della magistratura ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 2 (mai 2009) : 122–38. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-002010.

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Résumé :
- Dopo l'entrata in vigore, nel 2007, della riforma dell'ordinamento giudiziario il sistema dell'autogoverno č riuscito a dare rapida ed efficace attuazione alle nuove disposizioni in tema di temporaneitŕ degli incarichi direttivi, nomina dei nuovi dirigenti e valutazioni di professionalitŕ. Sul fronte dell'istituzione della Scuola della magistratura, invece, la situazione č ferma per il concorso di due posizioni pur tra loro diverse: quella di chi č critico nei confronti dell'impianto delineato dal decreto legislativo n. 26/2006 e quella di chi non vuole istituire una Scuola della magistratura unitaria, mirando invece a una separazione delle carriere e della formazione di giudici e pubblici ministeri. Scartata senza mezzi termini la seconda via, bisogna evitare che la Scuola abortisca prima di nascere e premere per una sua veloce istituzione, salvo poi impegnarsi a affrontarne gli aspetti problematici nel corso dei primi anni di vita.
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de Salvo, Paola. « Le reti di governance e il turismo. I Sistemi Turistici Locali : il caso dell'Umbria ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 145–66. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092010.

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Résumé :
Il tema centrale del presente contributo č costituito da un'analisi sullo sviluppo dei Sistemi turistici locali, che ha interessato generalmente le regioni italiane, dove, a far data dalle relative leggi attuative della legge di riforma nazionale del turismo n. 135/2001, si sviluppa un'interessante ed innovativa esperienza, tesa a definire un nuovo modello aggregativo per lo sviluppo turistico integrato. Un nuovo modello di governance del sistema turistico locale, basato su una partnership pubblico/privato, dove le istituzioni pubbliche e le organizzazioni private si accordano per la formulazione di progetti di sviluppo locale e per l'integrazione di altre realtŕ produttive al turismo.
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Korn, Rafi. « L'analisi del d.lgs. n. 231/2001 e le prospettive di riforma in chiave ambientale ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 3 (mai 2015) : 67–93. http://dx.doi.org/10.3280/aim2013-003005.

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Corleto, Francesco. « I contratti derivati come strumenti di gestione del rischio nei mercati agricoli (possibili applicazioni nelle borse merci italiane) ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (décembre 2010) : 159–84. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001012.

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Résumé :
Negli ultimi anni, il settore agricolo ha subito profonde trasformazioni. Le istituzioni dell'Unione Europea hanno, da qualche anno, dedicato particolare attenzione al tema della gestione del rischio in agricoltura. L'evoluzione di un sistema che si discosti dalle misure di stabilizzazione dei mercati e dei prezzi, che per oltre cinquanta anni la Pac ha garantito attraverso il sostegno dei redditi degli agricoltori, non può che seguire progressivamente tappe intermedie. La riforma della Pac, varata nel 2003, ha previsto, infatti, l'introduzione di un sistema di riduzione progressiva obbligatoria dei pagamenti diretti per il periodo 2005-2012. In questo modo, nel 2013 si arriverà ad un sistema in cui gli interventi di sostegno saranno completamente disaccoppiati dalla produzione. Tale aiuto al reddito, soprattutto nella misura disaccoppiata al cento per cento, rischia però di essere socialmente impopolare, in particolare in tempi di stagnazione economica. Lo sviluppo dei mercati finanziari e la presenza di specifici servizi finanziari diretti agli agricoltori, infatti, può rappresentare un valido strumento per favorire la stabilizzazione del reddito degli stessi imprenditori agricoli. In virtù di questi cambiamenti, sarebbe opportuno che i singoli imprenditori agricoli utilizzino autonomamente gli strumenti derivati con la finalità di potersi proteggere dai rischi del mercato.
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Lo Presti, Veronica. « La valutazione del segretariato sociale nei municipi di Roma. Utilitŕ e pratica di un'osservazione sul "campo" ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (janvier 2011) : 9–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-004002.

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Résumé :
Questo articolo illustra alcuni risultati di una ricerca empirica sui segretariati sociali in 4 municipi della cittŕ di Roma dopo la promulgazione della legge 328/2000 che ha riformato il sistema dei servizi sociali in Italia. La prospettiva di ricerca selezionata pet l'analisi delle micro-organizzazioni del welfare locale č quella che fa riferimento all'etnografia sociale, frutto di una originale sintesi di alcuni concetti e pratiche tipiche del "fare etnografia" e del "fare etnometodologia" sul terreno. Il presente trattamento mostra, attraverso esempi e "immagini" assunte dal campo di analisi, l'utilitŕ dell'approccio "integrato" e dell'osservazione "partecipata" nei contesti organizzativi come quelli dei servizi sociali.
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Artuso, Mario. « Amministrazione del territorio e vicende politiche in Niger dal periodo coloniale ad oggi ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 117–38. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126006.

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Questo saggio ripercorre le vicende politiche e amministrative del Niger, il paese dell'Africa subsahariana piů povero del mondo. La prima parte esamina il periodo coloniale (1895-1960) e le difficoltŕ che i francesi incontrarono nell'occupare ed amministrare un territorio cosi vasto, impervio e abitato da popolazioni ostili. Il risultato č un paese che all'alba dell'indipendenza (1960) era diviso in due, il sud ovest, governato dall'amministrazione coloniale francese; il nord est, ancora sotto controllo militare. Tra il 1960 ed il 1991 (seconda parte) gli avvenimenti politici che si susseguirono: Prima repubblica, colpo di stato militare del 1974 e le riforme successive al 1983 con la Société pour le développement furono associati ad altrettante trasformazioni amministrative senza perň mai discostarsi eccessivamente dalla tipologia francese. Il 1991 č un anno importante. In Niger - come in gran parte dell'Africa - la Conférence national costituisce un punto di svolta verso il processo di democratizzazione e il decentramento amministrativo che diviene l'argomento prioritario attorno a cui ruotano le vicende amministrative dal 1991 ad oggi. Tale č l'oggetto della terza parte che approfondisce le vicende legate alla nascita dei comuni e il cui esito furono le prime elezioni comunali del 2004. Le conclusioni riguardano i punti critici con cui si confronta il processo di decentramento nella sua fase attuale e le conseguenti implicazioni soci-economiche.
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Iannone, Roberta. « Mutamenti del lavoro a Roma tra crisi e riforme. 2008-2010 : un biennio difficile ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 2 (juin 2010) : 23–136. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-002002.

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Orlandini, Giovanni. « Il recepimento delle direttiva sul distacco transnazionale in Italia : l'impatto del caso Laval ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 131 (août 2011) : 405–18. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-131004.

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Résumé :
L'Autore analizza il potenziale impatto che la sentenzapuň avere sulla disciplina che regola il distacco transnazionale nell'ordinamento italiano (dettata dal d.lgs. 72/2000, che recepisce la direttiva 96/71/CE). Il confronto con la normativa svedese, riformata per adeguarsi aidella Corte, evidenzia come la differenza tra i due sistemi di implementazione della direttiva sia piů apparente che reale. Anche in Italia, infatti, spetta in ultima analisi all'azione sindacale ed all'esercizio dell'autonomia collettiva garantire l'applicazione del contratto collettivo alle imprese straniere. Ciň che caratterizza maggiormente il sistema italiano č piuttosto l'alto grado di ineffettivitŕ dei diritti dei lavoratori distaccati, dovuto sia alla debolezza dell'azione sindacale che (soprattutto) alle lacune del sistema ispettivo.
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CAMELO, Danielle, et José BATISTA NETO. « Concepções sobre a Relação Ensino-Pesquisa no/do Currículo da Licenciatura em História da UFPE em Contexto de Reforma Curricular ». INTERRITÓRIOS 6, no 11 (6 août 2020) : 36. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i11.247747.

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Résumé :
O presente artigo tem como objetivo analisar concepções construídas por docentes e funcionário do corpo técnico-administrativo do curso de licenciatura em História da Universidade Federal de Pernambuco sobre a relação ensino-pesquisa proposta pelo curso a partir de sua reforma curricular, implantada em 2012.2. Para construímos a pesquisa, utilizamos a entrevista semiestruturada como instrumento metodológico. Foram entrevistados/as docentes do curso e funcionário do corpo técnico administrativo. A análise dos dados foi realizada a partir da produção teórica de Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro e Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), e categorizada a partir da técnica da Análise de Conteúdo de Bardin. As entrevistas mostraram divergências entre as concepções dos sujeitos sobre o currículo do curso, o processo de reforma e, dentro disto, acerca da concepção teoria-prática, concebida como indissociável por um grupo de sujeitos e como dicotômica por outro grupo. Ensino-Pesquisa. Formação de Professores/as. Licenciatura.ABSTRACTThe objective of this article is to analyze conceptions built by professors and employees of the technical-administrative staff of the degree course in History of the Federal University of Pernambuco about the teaching-research relationship proposed by the course from its curricular reform, implemented in 2012.2 To build the research, we use the semi-structured interview as a methodological tool. The course teachers and administrative staff were interviewed. The data analysis was performed from the theoretical production of Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro and Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), and categorized from the technique of Content Analysis of Bardin. The interviews showed divergences between the subjects' conceptions about the course curriculum, the reform process and, within this, about the theory-practical conception, conceived as inseparable by one group of subjects and as dichotomous by another group.Teaching-Research. Teacher Training. Bachelor's Degree.RESUMENEl propósito de este artículo es analizar las concepciones construidas por profesores y funcionarios del personal técnico-administrativo del curso de Historia en la Universidad Federal de Pernambuco sobre la relación de enseñanza-investigación propuesta por el curso a partir de su reforma curricular, implementada en 2012.2. Para construir la investigación, utilizamos la entrevista semiestructurada como herramienta metodológica. Los profesores y el personal técnico administrativo fueron entrevistados. El análisis de datos se realizó con base en la producción teórica de Soares y Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro y Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), y categorizado según la técnica de análisis de contenido de Bardin. Las entrevistas mostraron divergencias entre las concepciones de los sujetos sobre el currículo del curso, el proceso de reforma y, dentro de esto, sobre el concepto de teoría-práctica, concebido como inseparable por un grupo de sujetos y como dicotómico por otro grupo.Enseñanza-Investigación. Formación del profesorado. Licenciatura.RIASSUNTOQuesto articolo ha lo scopo di analizzare le concezioni costruite da professori e dipendenti del personale tecnico-amministrativo del corso di Storia dell'Università Federale del Pernambuco sul rapporto insegnamento-ricerca proposto dal corso dalla sua riforma curriculare, attuato nel 2012.2. Per costruire la ricerca, abbiamo usato l'intervista semi-strutturata come strumento metodologico. Sono stati intervistati insegnanti e personale amministrativo del corso. L'analisi dei dati è stata eseguita sulla base della produzione teorica di Soares e Cunha (2017); Cunha (2011); Monteiro e Penna (2011); Tardif (2002); Freire (1997), e classificato usando la tecnica di Content Analysis di Bardin. Le interviste hanno mostrato divergenze tra le concezioni dei soggetti sul curriculum del corso, il processo di riforma e, all'interno di questo, sulla concezione teoria-pratica, concepita come inseparabile da un gruppo di soggetti e come dicotomica da un altro gruppo.Insegnamento-Ricerca. Formazione degli insegnanti. La laurea.
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Cortese, Fulvio. « Le politiche scolastiche a livello regionale : quale autonomia ? » ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2020) : 79–88. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001005.

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Résumé :
Il contributo è diviso in tre parti. Nella prima si descrive brevemente il riparto delle funzioni legislative e amministrative di Stato e Regioni in materia di istruzione, con qualche cenno alle competenze delle autonomie speciali e facendo riferimento alle interpretazioni svolte dalla Corte costituzionale. Nella seconda parte si illustrano i contenuti della legislazione regionale attualmente vigente, con esemplificazioni concernenti gli interventi normativi approvati in alcune Regioni ordinarie. Nella terza parte si traggono alcune conclusioni, evidenziandosi, nell'ordine: lo stato di scarso sviluppo delle politiche scolastiche territoriali, anche in relazione ai difetti di attuazione della riforma costituzionale del 2001; la tradizionale e persistente attinenza di quelle politiche ai temi del diritto allo studio; la difficile interazione tra le politiche regionali e quelle statali pur presupposte al buon funzionamento della rete scolastica; la ricerca da parte delle Regioni di spazi alternativi di manovra, per recuperare maggiore capacità di indirizzo nel contesto dell'esercizio di funzioni amministrative concernenti altre politiche (anche di matrice europea).
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Chiaromonte, William. « Welfare locale e immigrazione. Il contenzioso sulla legislazione regionale in materia di integrazione degli stranieri ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 132 (novembre 2011) : 657–96. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-132005.

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Il saggio, dopo una ricostruzione in chiave storico-evolutiva della disciplina nazionale in materia di immigrazione, illustra le tre stagioni della legislazione regionale che si sono succedute, a partire dagli anni '90 dello scorso secolo, a disciplinare l'integrazione degli stranieri. Viene, quindi, preso in esame il contenzioso insorto fra Stato e Regioni dopo la riforma costituzionale del 2001 ed avente ad oggetto principalmente il riparto di competenze in materia di immigrazione, la progressiva estensione del campo di applicazione soggettivo delle legislazioni regionali - fino a riconoscere alcuni diritti sociali fondamentali anche agli stranieri irregolari ed ai «neocomunitari» - ed il ruolo ritagliatosi dalle Regioni in alcuni ambiti di presunta competenza nazionale. L'Autore conclude constatando da un lato un significativo rafforzamento, sospinto dalla giurisprudenzadella Corte costituzionale, delle competenze regionali in materia di inclusione sociale degli stranieri, persino irregolari, nonostante il tentativo governativo di limitarne il raggio di azione, e paventando dall'altro, quale conseguenza di tale consolidamento di attribuzioni, il rischio concreto di una notevole differenziazione della qualitŕ dell'integrazione a livello territoriale (regionale ma anche infra-regionale), anche a causa della latitanza dello Stato quale soggetto riequilibratore.
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Ostenc, Michel. « Hervé Cavallera, Piero Lacaita (éds.), Marco Gatti e la riforma della scuola. Atti del convegno internazionale, Manduria (9-10 novembre 2000) ». Archives de sciences sociales des religions, no 138 (1 juin 2007) : 97–251. http://dx.doi.org/10.4000/assr.5682.

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Tucci, Giuseppe. « La discriminazione contro il disabile : i rimedi giuridici ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 129 (mars 2011) : 1–28. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-129001.

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La discriminazione contro i disabili ha una storia particolare nella nostra esperienza giuridica, in quanto viene fatta oggetto di sanzioni solo molto tempo dopo che erano state eliminate le altre tradizionali forme di discriminazione, come, ad esempio, quella contro le donne. Anche le norme costituzionali, che rendevano certamente illegittime quelle discriminazioni (artt. 2, 3, 4, 32, 35, etc. Cost.), sono state lette in funzione della tutela del disabile solo negli anni '90 del secolo scorso, quando la nostra legislazione ordinaria č stata costretta ad adeguarsi al diritto europeo. Infatti, soltanto l'art. 16 della l. 12 marzo 1999, n. 68, ha abrogato la norma del t.u. sul pubblico impiego che prevedeva la «sana e robusta costituzione» come astratto e generale requisito di accesso al pubblico impiego medesimo, cosě come soltanto nel 2003, in attuazione di precise direttive europee, l'art. 15 st. lav. č stato riformato in modo da qualificare come illegittima la discriminazione contro il disabile nel rapporto di lavoro privato. Oggi la tutela del disabile si realizza a livelli multipli. Infatti, vi č una tutela di diritto interno, una tutela di diritto internazionale, in base alla Convenzione delle Nazioni Unite del 13 dicembre 2006, una tutela di diritto dell'Unione europea in senso stretto ed una tutela basata sulla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Malgrado tale pluralismo delle fonti delle differenti discipline giuridiche, solo l'intervento delle diverse Corti, come la Corte costituzionale, quella di Lussemburgo e quella di Strasburgo, in costante dialogo tra loro, riesce a tutelare il disabile di fronte alle nuove forme di discriminazioni, come quelle razziali, che spesso hanno ad oggetto, in particolare nella nostra esperienza giuridica, disabili extracomunitari.
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Riberti, Anna. « II Contratto di Arbitrato ». Revista Brasileira de Arbitragem 5, Issue 18 (1 mai 2008) : 123–53. http://dx.doi.org/10.54648/rba2008033.

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RIASSUNTO: L'articolo è volto ad esaminare lo status degli arbitri e la natura giuridica del rapporto che, nel processo arbitrale, si instaura tra i compromettenti e il l'organo giudicante: la questione è stata oggetto di accesi dibattiti, ma nessun ordinamento ha finora espressamente adottato una soluzione. Nondimeno, la determinazione della vera natura di tale vincolo consente un regolare svolgimento del procedimento, evitando il sorgere di situazioni anomale. Esso si inserisce nell'ambito di un proce­dimento che presenta natura ibrida, con fonte contrattuale ma oggetto giudiziale. Le riforme che dal 1983 si sono susseguite fino al D. Lgs. 4/2006 mettono in luce il mutato atteggiamento del legislatore, che, da istituto di carattere privatistico, ha reso l'arbitrato uno strumento modellato sul giudizio ordinario, ma a questo autonomo ed alternativo. Invero, da un'attenta analisi delle norme che regolano il rapporto tra le parti e gli arbitri, emerge come la fattispecie rilevi a figura contrattuale autonoma - precisamente "contratto di arbitrato" - escludendo la ricon­ducibilità della stessa sia a negozi tipici (quali il mandato, la prestazione d'opera, la transazione o un negotium mixtum tra questi), sia ad un rapporto di matrice pubblicistica. Uno sguardo all'esperienza di altri ordinamenti conferma il cambiamento nella "filosofia" dell'istituto, che non è più ancillare rispetto alla giu­stizia ordinaria, ma configura l'arbitro quale giudice dei privati nel campo dei diritti disponibili. Peculiare è, infine, l'arbitrato c.d. amministrato, dove la presenza di una Corte arbitrale volta a controllare il procedimento, determina il sorgere di rapporti giuridici trilaterali tra le parti, l'istituzione arbitrale e l'arbitro da questa designato.
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Pasquino, Gianfranco. « Il Modello Westminster ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 3 (décembre 2002) : 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Cardi, Mavie. « Prospettive di ridefinizione degli assetti proprietari del capitale della Banca d'Italia : profili giuridici e valutativi ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juin 2010) : 445–64. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003003.

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Il tema della proprietŕ delle quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia rimane ancora irrisolto nonostante siano decorsi i tre anni previsti dalla legge di riforma del risparmio per dare una soluzione attuativa al problema. L'articolo 19, comma 10, della l. 28 dicembre 2005, n. 262 ha previsto infatti una ridefinizione in senso pubblicistico dell'assetto proprietario della Banca; tuttavia, la mancata indicazione da parte del legislatore dei criteri da seguire nell'individuazione dei nuovi azionisti e dei canoni contabili da applicare per la valorizzazione delle quote, č stata di ostacolo nell'identificazione di idonee soluzioni. Restano fermi i numerosi interrogativi che giŕ in passato si sono posti con riguardo alla ricerca di correttivi di detta «anomalia» istituzionale. Il presente lavoro nel riferimento alla peculiare configurazione ordinamentale della Banca d'Italia č orientato alla ricerca di metodi di valutazione del capitale della Banca d'Italia volti a verificare la concreta proposizione di ipotesi definitorie della problematica in parola. In primo luogo si sottolinea che le tecniche utilizzate nell'apprezzamento dei titoli societari non sembrano applicabili nel caso di specie, in ragione della specificitŕ delle «quote» di partecipazione al capitale della Banca centrale (basti pensare alle differenze riguardanti il regime di circolazione degli ordinari titoli azionari ed il significato diverso che gli stessi rivestono dal punto di vista commerciale o del patrimonio di vigilanza). Da qui una prima conclusione che esclude la possibilitŕ di riferire al capitale della Banca d'Italia i criteri valutativi che, a vario titolo, vengono in considerazione per la determinazione del valore patrimoniale dell'asset in questione. Successivamente, l'analisi - fermi i profili di non trasferibilitŕ delle quote da parte dei futuri acquisitori delle stesse - non preclude la concreta possibilitŕ di far ricorso, nel caso di specie, all'applicazione, non solo teorica, ma pratica, di criteri valutativi basati sul valore reddituale. In particolare, si riscontra l'effettiva applicabilitŕ del Discounted Dividend Model, metodo che - assumendo a criterio di riferimento un elemento reddituale, il dividendo (in questo caso valorizzato dalla presenza di significative componenti di rendimento aggiuntivo) - trova un preciso riscontro nelle componenti economiche che qualificano la partecipazione al capitale della Banca d'Italia e pertanto appare non soltanto teoricamente, ma anche tecnicamente, applicabile nella fattispecie.
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Casolari, Marzia. « ALLA RICERCA DI UNA SFERA DI INFLUENZA IN ASIA : LA POLITICA ITALIANA IN AFGHANISTAN TRA LE DUE GUERRE (1919-1928) ». Il Politico 256, no 1 (28 juin 2022) : 46–70. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2022.682.

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L’Afghanistan, dal 2001 al centro della politica internazionale, ha acquisito ulteriore rilevanza a seguito del ritiro del contingente NATO nell’ agosto 2021, dopo esattamente vent’anni di presenza nel paese. Fra le nazioni che hanno aderito alla coalizione, l’Italia ha svolto un ruolo di primo piano: la funzione del nostro paese si è concentrata sulla ricostruzione, soprattutto istituzionale e dei servizi rivolti alla popolazione. È evidente che il governo italiano ha messo in campo un notevole investimento in Afghanistan, in termini di persone impiegate, ma soprattutto in termini economici. A riprova dell’importanza della presenza italiana nel paese è la richiesta da parte del portavoce dei talebani, Zabiullah Mujahid, il 1 settembre 2021, di non chiudere l’Ambasciata d’Italia a Kabul1. Sorge spontaneo chiedersi da dove derivi l’importanza dell’Afghanistan per l’Italia, che si è così a lungo e tanto spesa in questo paese, e quale sia l’importanza dell’Italia per l’Afghanistan, al punto che da un esponente di primo piano di un governo non certo benevolo vero l’Occidente arrivi una simile richiesta. Una ricostruzione delle origini della presenza italiana in Afghanistan potrà aiutare a fornire risposte a questo quesito, in una prospettiva storica. Questo articolo abbraccia un arco cronologico che va dalle prime iniziative avviate in Afghanistan fin dalle fasi conclusive del quinto governo Giolitti, nella primavera 1921, alla vigilia della caduta di re Amanullah Khan e del suo esilio in Italia, nel 1929. Questa vicenda ha rappresentato uno spartiacque sia nella storia dell’Afghanistan, sia nella politica italiana in questo paese. Amanullah Khan fu il primo fra i regnanti e i capi di stato afghani a cercare di introdurre importanti riforme modernizzatrici. Nonostante questo tentativo sia in gran parte fallito, il regno di Amanullah ha segnato un’epoca e ha lasciato un segno profondo nella memoria storica dell’Afghanistan. Questo saggio si ferma alla vigilia degli anni Trenta, quando la politica italiana nella regione compresa tra Asia centrale e meridionale era ancora di cauta esplorazione e di interlocuzione con la Gran Bretagna.
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Casini, Carlo. « Riflessioni sulla “legge imperfetta” : il caso della procreazione artificiale in Italia ». Medicina e Morale 52, no 2 (30 avril 2003) : 227–62. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2003.669.

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Questo articolo vuole essere un contributo per cercare di applicare nel modo più corretto possibile il pensiero del Santo Padre espresso nell’Enciclica Evangelium Vitae (paragrafo n. 73) alla materia della procreazione artificiale umana con specifico riferimento alla situazione italiana. L’analisi si articola su tre fronti: giuridico, politico, educativo-culturale. Per quanto riguarda l’ambito della scienza giuridica, l’Autore, - dopo aver chiarito che “vuoto legislativo” non significa “vuoto normativo” - effettua un’opera di ricognizione per vedere quali sono le norme dell’ordinamento giuridico italiano che regolano oggi la nuova materia della procreazione artificiale. Questa “fotografia” è finalizzata a capire qual è il livello di miglioramento e di peggioramento giuridico introdotto da una ipotizzabile legge confrontando in questo senso la normativa vigente con la riforma approvata dalla Camera il 18 giugno 2002. L’indagine nel campo politico muove dall’intento di valutare il comportamento del parlamentare cattolico che intende modificare con una legge una situazione ingiusta già esistente. A tal fine vengono inizialmente ripercorse le tappe delle procedure dell’iter legislativo e poi vengono considerate le condizioni politiche che possono farlo progredire e giungere a compimento. Gli aspetti educativo-culturali riguardano l’esigenza di fare chiarezza in ordine ai valori in gioco nella loro interezza. In sostanza l’appoggio ad una legge “imperfetta” migliorativa dell’esistente e comunque espressione del massimo bene possibile raggiungibile nel dato momento storico, deve accompagnarsi ad un’opera di illuminazione delle coscienze. E’ questo compito soprattutto dell’azione pastorale della Chiesa, ma anche del parlamentare cattolico la cui posizione deve “essere chiara e a tutti nota”. Per questo, conclude Casini, “l’azione educativa non deve sentirsi estranea all’impegno per ottenere una legge, che, per quanto ‘imperfetta’, si muova nella direzione dello stesso valore che presiede al messaggio educativo e culturale. In definitiva spiegare anche le ragioni della legge ‘imperfetta’ i limiti e gli obiettivi finali irrinunciabili, è, anch’esso, un aspetto di rilevante significato educativo e culturale”.
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MECHISSO, Guedes Basilio. « Influências das políticas globais na expansão do ensino superior em Moçambique ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 352. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244913.

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RESUMOO presente artigo analisa as influências globais nas políticas nacionais, a partir da expansão do ensino superior em Moçambique. As reformas políticas de carís neoliberal a que o país foi sujeito a partir da década de 90, com a adesão ao Banco Mundial e ao Fundo Monetário InternacionaI propiciaram a entrada do sector privado na educação. Poe essa via, houve um crescimento vertiginoso de novas IES na sua maioria privadas e com as IES públicas a ofertarem maior parte das vagas de ingresso em regime privado (cursos pós-laborais e a distância). Pelo carácter mercadológico, o ensino superior passou a limitar o seu acesso para todos. O referencial teórico-metodológico de análise é a Abordagem do Ciclo de Políticas de Stephen Ball e outros, sintetizado por Mainardes (2006).Expansão. Acesso. Neoliberalismo. Influences of global policies on the expansion of higher education in Mozambique ABSTRACTThis article analyzes the global influences on national policies, based on the expansion of higher education in Mozambique. The political reforms of a neoliberal nature to which the country was subjected since the 1990s, with the adhesion to the World Bank and the International Monetary Fund, provided the entrance of the private sector in education. As a result, there was a virtuous growth in new HEIs, mostly private ones, with public HEIs offering most of the places for admission to the private regime (post-employment and distance courses). Due to the market character, higher education started to limit its access for all. The theoretical-methodological framework of analysis is Stephen Ball's Policy Cycle Approach and others, synthesized by Mainardes (2006). Expansion. Access. Neoliberalism. Influencias de las políticas globales en la expansión de la educación superior en Mozambique RESUMEN Este artículo analiza las influencias globales en las políticas nacionales, basadas en la expansión de la educación superior en Mozambique. Las reformas políticas de carácter neoliberal a las que estuvo sometido el país desde la década de 1990, con la adhesión del Banco Mundial y el Fondo Monetario Internacional, proporcionaron la entrada del sector privado en la educación. Como resultado, hubo un crecimiento acelerado de nuevas IES, en su mayoría privadas y IES públicas que ofrecieron la mayoría de los lugares de admisión en régimen privado (cursos posteriores al empleo y a distancia). Debido al carácter del mercado, la educación superior comenzó a limitar su acceso para todos. El marco de análisis teórico-metodológico es el Enfoque del Ciclo de Políticas de Stephen Ball y otros, sintetizado por Mainardes (2006). Expansión. Acceso. Neoliberalismo. Influenze delle politiche globali sull'espansione dell'istruzione superiore in Mozambico SINTESE Questo articolo analizza le influenze globali sulle politiche nazionali, basate sull'espansione dell'istruzione superiore in Mozambico. Le riforme politiche neoliberiste alle quali il paese è stato sottoposto dagli anni '90, con l'adesione della Banca mondiale e del Fondo monetario internazionale, hanno fornito al settore privato l'accesso all'istruzione. Di conseguenza, si è verificata una crescita accelerata di nuovi istituti di istruzione superiore, principalmente istituti di istruzione superiore pubblici e privati, che hanno offerto la maggior parte dei luoghi di ammissione su base privata (post-impiego e corsi a distanza). A causa della natura del mercato, l'istruzione superiore ha iniziato a limitare l'accesso a tutti. Il quadro di analisi teorico-metodologico è il focus del ciclo politico di Stephen Ball e altri, sintetizzato da Mainardes (2006). Espansione. Accesso. Neoliberismo.
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Villar, José R. « John R. QUINN, La reforma del papado : el precioso llamamiento a la unidad cristiana, Herder, Barcelona 2000, 256 pp., 20 x 13, ISBN 84-254-2158-6 ; Per una riforma del Papato. L’impegnativo appello all’unitè dei cristiani, Queriniana, Brescia 2000, 230 pp., 12 x 19, ISBN 88-399-0772-6. » Scripta Theologica 33, no 1 (7 novembre 2017) : 326. http://dx.doi.org/10.15581/006.33.12939.

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Ganapini, Luigi. « Piero Jahier : uno scrittore protestante ? Atti del XLIII Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 30–31 agosto 2003), edited by Davide Dalmas, Torino, Claudiana, 2005, 248 pp., €19.00, ISBN 88 7016 615 5 ». Modern Italy 13, no 2 (mai 2008) : 217–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1353294400010905.

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Dubois, Alain. « Libri, biblioteche e cultura nelle Valli valdesi in Età moderna, Atti del XLIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia (Torre Pellice, 28-29 agosto 2004), a cura di Marco ». Revue de l'histoire des religions, no 4 (1 décembre 2008) : 559–61. http://dx.doi.org/10.4000/rhr.7023.

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