Littérature scientifique sur le sujet « Ricostruzione storica »

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Articles de revues sur le sujet "Ricostruzione storica"

1

Cinquanta, Raffaella. « ARCHIVIO. Metodo costituente : una ricostruzione storica ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mai 2017) : 137–47. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2017-001007.

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2

Zanlungo, Claudia. « Paesaggi urbani sull'Elba. la ricostruzione di Magdeburgo e Dresda ». STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 87–119. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129004.

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Résumé :
Le cittŕ di Dresda e Magdeburgo, insieme a poche altre, rappresentano casi eccezionali in cui, nella ricostruzione postbellica, la Repubblica democratica non mise in scena il suo rifiuto della storia. Probabilmente, per via della fama acquisita nel tempo, di cittŕ caratterizzate dalle atmosfere affascinanti dei loro paesaggi urbani, gli sforzi, nei due casi, furono rivolti alla conservazione e la ricostruzione degli "accenti architettonici" e delle "dominanti urbane" storiche, con lo scopo di restituire a queste cittŕ il loromonumentale di valore nazionale e con l'intenzione di includervi, in maniera armoniosa sia da un punto di vista urbanistico che sociale, le nuove costruzioni secondo le piů moderne concezioni di sviluppo della cittŕ, della nazione e della societŕ socialiste. Nei due casi, dunque, lungi dal risolversi con un completo rinnovamento urbano, la ricostruzione rimase legata al ricordo dell'immagine urbana storica e all'effetto che i monumenti, come testimonianze del passato e spesso come simboli urbani, potevano avere sullofuturo, quasi a volere ricostruire con essi non solo la forma ma anche l'identitŕ e ildella cittŕ.
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3

Ianni, Paola Annalidia. « Il valore della città storica in Italia : mutamenti culturali e politiche urbane attraverso le ricostruzioni post-sisma negli ultimi cinquant’anni ». Ciudades, no 19 (8 novembre 2017) : 143. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.19.2016.143-161.

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Résumé :
Un evento catastrofico e la successiva ricostruzione costituiscono una sorta di momento di sintesi di ciò a cui un popolo in un momento storico aspira in termini di stile di vita. È come se, in maniera puntuale, si sia costretti ad interrogarsi sul modo di vivere da mantenere o a cui tendere, sul sistema produttivo con esso compatibile, sulle forme dello spazio urbano atte ad accoglierlo, sul modo di abitare che ne soddisfi le esigenze. Ciò che qui si propone è una ricognizione delle principali vicende di ricostruzione post-sisma in Italia a partire dal secondo Dopoguerra. Leggere il mutamento di approccio di intervento nei decenni dà conto delle profonde modificazioni culturali intervenute negli ultimi sessant’anni in Italia, del contestuale mutamento di valore attribuito alla città storica, di come tali modificazioni siano impresse sulla forma della città e del territorio.In ciò la speranza di fornire un tassello utile ad una ricognizione della storia urbanistica dell’ultimo secolo.
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Dovizio, Ciro. « Verità o falsificazione ? Gli Alleati e la mafia sulle pagine dell’Ora (1958-1963) ». Biblos, no 5 (17 octobre 2019) : 105–23. http://dx.doi.org/10.14195/0870-4112_3-5_5.

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Résumé :
L’articolo esamina la genesi di una storica controversia, avente per oggetto i rapporti che intercorsero tra mafia siculo-americana ed esercito Usa in occasione dello sbarco in Sicilia (luglio 1943). Secondo un noto racconto di Michele Pantaleone, la mafia aiutò militarmente gli Alleati ad invadere l’isola. La prima versione di questa tesi fu pubblicata dal giornalista sul quotidiano L’Ora di Palermo nel 1958. Nel 1963 lo stesso giornale pubblicò, a cura di Felice Chilanti, le memorie del boss Nick Gentile, che proponevano un’interpretazione opposta a quella di Pantaleone, accusata di falsificare la storia. Il contrasto di giudizi inaugurava una disputa che perdura ancora oggi. Il contributo fornisce gli elementi per una ricostruzione storica del dibattito e delle sue origini.
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Di Pietro, M. L., M. Pennacchini et M. Casini. « Evoluzione storica dell’istituto dell’obiezione di coscienza in Italia ». Medicina e Morale 50, no 6 (31 décembre 2001) : 1093–151. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.743.

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Résumé :
La storia dell’obiezione di coscienza è una storia antica, tanto che le prime testimonianze la datano già alla civiltà ellenica. Tuttavia, nell’antichità l’obiezione di coscienza non era un diritto, era una testimonianza di fedeltà a dei valori assoluti che può destare anche ammirazione, ma che non poteva trovare che risposte dure da parte dell’autorità politica, la quale si sentiva sfidata e minacciata. L’obiezione di coscienza, dunque, così come la intendiamo noi oggi, è una conquista delle civiltà giuridica moderna e in Italia il riconoscimento di tale istituto risale a tempi relativamente recenti. Obbiettivo di questo lavoro è la ricostruzione della storia giuridica dell’istituto dell’obiezione di coscienza nel nostro Paese sia negli ambiti in cui esso ha raggiunto una regolamentazione sia in quelli in cui non ha trovato tale riconoscimento. Tale ricostruzione ha messo in evidenza che, mentre l’istituto dell’obiezione di coscienza ha raggiunto un assetto definitivo in ambito sociale, si stanno, invece, moltiplicando in ambito sanitario le situazioni che possono richiedere all’operatore sanitario interventi in conflitto con la propria coscienza morale e deontologica.
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6

Cinŕ, Giuseppe. « L'identitŕ tra ricostruzione e recupero : il caso dei centri storici in Iraq ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 99 (avril 2011) : 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099008.

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Résumé :
I gravi ritardi che connotano la politica del recupero dei centri storici in Iraq sono fortemente segnati dalle conflittualitŕ inerenti la formazione di un'identitŕ culturale inclusiva e condivisa. Nel ripercorrere tale formazione l'autore sottolinea il controverso apporto fornito dalla cultura moderna, portatrice di nuovi valori identitari ma anche responsabile della rimozione di quelli propri alla cittŕ storica. Il testo si sofferma sulle conseguenze di questo fatto, leggibili in alcuni interventi oggi, dove una controversa nozione di bene culturale č all'origine di scelte distruttive.
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7

Vecchione, Guido. « La cosiddetta "competenza amministrativa" del tribunale per i minorenni nell'attuale sistema della giustizia minorile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 100–115. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002010.

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Résumé :
L'articolo contiene una breve ricostruzione storica delle misure amministrative o educative previste dagli articoli 25 e seguenti del r.d.l. 1404 del 1934 e si esprime a favore della vigenza attuale e utilità delle stesse, proponendo, tuttavia una lettura sistematica e costituzionalmente orientata delle norme di riferimento.
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8

Deriu, Fiorenza. « Le politiche abitative in Italia : ricostruzione storica e note critiche ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2015) : 26–34. http://dx.doi.org/10.3280/we2015-001003.

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9

Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Tracce. Storie e persone ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (mars 2021) : 143–46. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-001010.

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Résumé :
Vengono riprodotti alcuni brani di un seminario tenuto il 30 maggio 1992 alla scuola Il Ruolo Terapeutico di Milano, che lo ha pubblicato nel 1996 col titolo La persona e la tecnica. Appunti sulla pratica clinica e la costruzione della teoria psicoanalitica e che è stato ristampato nel 2002 dall'editore FrancoAngeli con aggiunte e integrazioni. In queste pagine vengono fatte alcune riflessioni sul problema della ricostruzione storica in psicoanalisi, sottolineando come sia indispensabile non basarsi solo sulla storia ufficiale, scritta, ma che sia di fondamentale importanza conoscere anche la storia affettiva e le vicissitudini di vita delle persone che sono state protagoniste nella costruzione teorica. La storia emozionale, trasmessa attraverso canali informali, è un elemento costitutivo della definizione stessa della disciplina psicoanalitica.
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Warnke-De Nobili, Stephanie. « «Ricostruzione» tra continuitŕ e «nuovo inizio» : la Berlino divisa come capitale del Wiederaufbau ? » STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 65–86. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129003.

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Résumé :
Questo articolo esamina il ruolo pubblico degli edifici storici nella ricostruzione di Berlino negli anni '50 e '60, che era marcato dal massiccio cambiamento dell'immagine della cittŕ portati dai grandi nuovi progetti edilizi. Giŕ in questa fase della guerra fredda, e non solo in seguito nel postmodernismo, il rapporto con l'architettura storica ricopriva un ruolo importante nella concorrenza tra i sistemi. Particolarmente i media berlinesi, i ricordi dei testimoni, guide turistiche o libri di fotografie danno indicazioni sul significato, che edifici singoli, conservati o demoliti, ebbero per l'opinione pubblica. Attraverso alcuni esempi quest'articolo estrae momenti di questi dibattiti. L'Opera, il Castello Imperiale demolito, lo scandalo dellae un libro sulla Berlino «uccisa» danno un'impressione dell'importanza della vecchia Berlino nel periodo del "nuovo inizio" dopo la seconda guerra mondiale.
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Thèses sur le sujet "Ricostruzione storica"

1

Serra, Mattia, et Maddalena Scaruffi. « La ricostruzione della citta ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il progetto propone un intervento di trasformazione e riqualificazione dell’area Ex Caserma Prandina di Padova. Un intervento pensato per ricucire questa frattura evidente all’interno della città contemporanea. Si tratta di un’area in passato utilizzata come caserma ad oggi dismessa che ha quindi perso il suo uso e la sua importanza passata diventando un luogo isolato e totalmente staccato dalla realtà cittadina. Un’area dimenticata, a margine della città vecchia, da riconfigurare e riallacciare all’interno del tessuto urbano esistente. Una occasione di trasformazione attraverso nuovi e organizzati complessi residenziali, universitari e luoghi di aggregazione che potessero restituire questa grande area alla viva città.
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2

Sforzato, Marco. « Dall’analisi storica alla ricostruzione digitale della Rocca Brancaleone di Ravenna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Il caso studio della Rocca Brancaleone ha permesso di poter applicare ad un edificio di grande importanza storica e architettonica tecniche di modellazione tridimensionale, basate su applicazioni di modellazione geometrica, con l’obiettivo di creare un modello 3D digitale polifunzionale. Nel caso specifico della Rocca Brancaleone, un modello tridimensionale di questo tipo risulta molto utile per scopi informativi e documentativi, e nello stesso tempo può essere utilizzato anche come strumento per eventuali interventi di restauro. Inoltre lo studio ha potuto analizzare le possibili criticità nei metodi di acquisizione, modellazione e foto-modellazione tridimensionale, procedimenti applicati frequentemente anche in altri ambiti quali l’architettura e il design industriale, ma usati perfino in settori come il cinema seppure con obiettivi diversi. Nel caso studio sono state effettuate acquisizioni tridimensionali effettuate tramite applicazioni Structure from Motion. I modelli 3D ottenuti tramite il Reverse Modeling sono caratterizzati da un elevato grado di dettaglio che però di contro li rende molto pesanti e difficili da gestire se non con workstation professionali. Un’altra importante fase della modellazione risulta l’attribuzione del colore al modello 3D attraverso l’inserimento di una texture, realizzata sia con la tecnica dello Structure from Motion che con l’elaborazione digitale di alcune immagini tramite l’uso di Adobe Photoshop: è stata inoltre applicata una tecnica di rimozione delle ombre e correzione dell’illuminazione che ha permesso di migliorare la qualità della texture.
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3

Aresu, Mattia <1989&gt. « La ricostruzione storica della biblioteca dei Carmelitani Scalzi di Padova ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7939.

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Résumé :
In questo elaborato ho ricostruito la storica della biblioteca dei Carmelitani scalzi di Padova. Il catalogo originario, da me trascritto, è il documento principale della tesi, attraverso una serie di documenti d'archivio e cataloghi generali contenenti gli elenchi dei libri scelti dalle biblioteche delle corporazioni religiose, ho cercato di ricostruire dove, a seguito della soppressione della biblioteca, sia stato portato il patrimonio librario.
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4

Osanna, Massimo. « Chorai coloniali da Taranto a Locri : documentazione archeologica e ricostruzione storica / ». Roma : Istituto poligrafico e zecca dello stato : Libreria dello stato, 1992. http://catalogue.bnf.fr/ark:/12148/cb37419368v.

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Civitelli, Silvia <1986&gt. « Il costume teatrale barocco : ricostruzione storica e rivisitazioni in epoca contemporanea ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/11994.

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Résumé :
Questa tesi nasce dall’esigenza di riconoscere la dovuta importanza all’aspetto costumistico nell’ambito degli studi sul teatro. La prima parte presenta una definizione di costume teatrale, analizzando le dinamiche riguardanti la sua realizzazione ed il rapporto con l’attore. Affronta quindi la questione delle fonti documentarie e iconografiche ed analizza infine le caratteristiche e le differenze tra abito e costume teatrale. La parte centrale vuole essere una ricostruzione storica del costume teatrale barocco e si articola nella disamina dei fenomeni più caratterizzanti dell’epoca, quali le feste di corte, i tornei, il melodramma. Analizza inoltre altri aspetti quali la teatralità nella vita quotidiana e nella moda coeva, la trattatistica riguardante l’aspetto costumistico e le questioni inerenti al corredo dell’attore, le spese e il noleggio dei costumi. La terza ed ultima parte evidenzia, attraverso una serie di esempi e relativa analisi, come alcuni noti costumisti in epoca contemporanea abbiano rivisitato il costume teatrale barocco e si conclude con la presentazione del lavoro costumistico di Giuseppe Palella per l’Orlando Furioso di Vivaldi, realizzato dalla sartoria del Teatro La Fenice in coproduzione con il Festival della Valle d’Itria del 2017. La realizzazione è stata seguita e documentata in prima persona dall’autrice della tesi.
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6

Toro, Pietro. « La cartografia storica per la ricostruzione del paesaggio antico del Peloponneso ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/225.

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Résumé :
VIII n.s.
La scelta della regione del Peloponneso come oggetto di questo studio nasce dalla possibilità, offerta da tale contesto agli studiosi contemporanei, di potersi confrontare con un territorio ricco di tracce materiali, testimonianze storiche e monumentali di un passato nel quale essa è stata al centro del mondo antico. La proposta di tentare una ricostruzione storica dei paesaggi attraverso le fonti documentarie e la Cartografia storica si inserisce in un filone europeo di studi, che pone le basi nel metodo regressivo di matrice storica, e nell’individuazione ed interpretazione di tracce quali segni residuali del passato nei paesaggi contemporanei. I paesaggi sono elementi pluristatificati dove “le opere durature dell’uomo ovvero le strutture e le infrastrutture necessarie alla sua vita, al suo agire economico, culturale e spirituale, si sovrappongono al substrato naturale e si inseriscono in una eredità storica in via di progressivo arricchimento”. Il “paesaggio storico” è il risultato delle mutate culture, dell’approccio diverso che i vari gruppi umani hanno con l’ambiente che li ospita, e, fattore da non sottovalutare, delle caratteristiche geomorfologiche che hanno determinato l’evoluzione dei luoghi, come le tipologie di occupazione e di sfruttamento. Gli aspetti fisici di un territorio, come i fiumi, i monti, le vallate, determinano la forma degli spazi e rappresentano gli elementi di lunga durata su cui si impostano i paesaggi, che a loro volta vivono e mutano a seconda delle sollecitazioni dell’uomo. Il metodo archeologico per la ricostruzione del paesaggio storico, come notato già da Rizakis nel 1992, è stato elemento di discussione fra i sostenitori di un’archeologia estensiva, che procede all’esplorazione di vaste zone e quanti sono a favore di un approccio intensivo ed esaustivo, che predilige campioni ridotti con il risultato di una maggiore completezza dell’indagine. Il primo approccio traccia su una buona base di dati le linee generali della storia del popolamento, ma dà risposte deboli sui cambiamenti e sulle problematiche relative alla ... [a cura dell'autore]
2008 - 2009
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Ferretti, Andrea. « Public History e reenactment : prospettive per una nuova storia applicata ». Thesis, A. Ferretti, "Public History e reenactment : prospettive per una nuova storia applicata", Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Studi linguistici e culturali, 2015 [tesi di laurea], 2015. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/5367.

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Résumé :
2014-2015
Nel presente lavoro si è cercato di analizzare il ruolo che Public History e reenactment possono ricoprire nella produzione e nella divulgazione di narrative storiche. Nell’epoca della globalizzazione è compito degli storici riuscire ad adattare il proprio lavoro ai cambiamenti in corso nella società e incrementare la rilevanza pubblica della loro materia. Ciò può avvenire attraverso la produzione di narrative storiche che riescano a dimostrare appeal nella comunicazione di massa, senza incorrere nella banalizzazione dei propri contenuti. Nel perseguire tale obiettivo, la Public History è uno degli strumenti più efficaci a disposizione dello storico per la sua capacità di rendere la storia più accessibile al grande pubblico. Tra le attività pratiche della Public History, una di quelle che offre maggiori prospettive per nuove forme di storia applicata è il reenactment. Il suo approccio esperienziale costituisce una forma di indagine della storia che ha molteplici ricadute nei confronti di numerosi soggetti del mondo pubblico e privato. Esso ha la capacità trasversale di avere rilevanza sia per il pubblico che coinvolge, che per coloro che lo praticano. I suoi progetti di rappresentazione possono essere occasioni di formazione culturale, socializzazione, promozione e valorizzazione di un territorio e del suo patrimonio. All’interno degli strumenti della Public History, il reenactment è quello che richiede un maggior impegno nel compito di mediazione tra educazione e intrattenimento. Tuttavia, le sue potenzialità come forma di edutainment sono tra le più rilevanti: le forme di produzione storica e il coinvolgimento del pubblico che tale fenomeno riesce ad attivare, se padroneggiati e diretti da un mediatore per eccellenza quale è il public historian, accrescono il ruolo che la conoscenza del passato ricopre nella società e nella vita degli individui, contribuendo allo sviluppo di nuove prospettive per l’applicazione della storia.
The topic of the thesis is the analysis of the reenactment, one of the forms of applied history of the Public History, discipline born in the late seventies in the US, which has the objective of bringing history outside of the universities, communicating it to a nonN academic audience. In this sense, the reenactment ("rievocazione storica" in italian) is among the most effective tools to reach a wide and diverse audience, which generally would not have had the opportunity to approach such historical issues. The aim of this paper is to analyze the methods and purposes by which it is realized the historical reenactment by considering qualitative and quantitative surveys elaborate on this phenomenon by foreign authors. First, it will provide a theoretical framework to the reenactment phenomenon within the Public History, exposing the most recent work on this discipline. Secondly, it will be proposed a definition of the reenactment and its various practical applications such as, for example, the experimental and reconstructive archeology, living history, storytelling and more. The analysis will continue on the "places" of the historical reenactment, or where it is made, and who are those who practice this activity, citing data provided by anthropological research done on the reenactment. We will later define a series of case studies, bringing the experience of the writer in the organization of the historical reenactment "Mutina Boica". In conclusion, the existing connections between the world of the universities and the reenactment will be defined, going to envisage some future scenarios of development of the reenactment and new forms of applied history.
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Folin, Enrico <1955&gt. « PIETRO MONTANI Ricostruzione storica e biografica della figura del musicista alla luce di nuove fonti documentali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4190.

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Résumé :
Pietro Montani dedica la sua intera vita alla musica, dai precocissimi studi musicali intrapresi in famiglia, all’ultimo impegno, mantenuto fino alla morte, di Direttore dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Concertista, compositore e insegnante di pianoforte al Conservatorio per oltre quarant’anni, prima a Firenze e poi a Milano, collabora a lungo con l’editore Ricordi attraverso un’intensa attività di revisore, curatore e trascrittore di opere pianistiche e con l’assunzione, per l’intera durata delle pubblicazioni, della direzione del mensile «Ricordiana». Appassionato polemista, negli scritti si occupa principalmente di temi legati alla didattica pianistica, argomento a cui dedica un saggio e tutti i più importanti articoli. Questo studio si propone di recuperare e riorganizzare la documentazione, oggi sparsa tra biblioteche e archivi, necessaria a ridelineare la figura del musicista e a ricostruire, anche attraverso fonti documentali inedite, il significato e la contestualizzazione della sua multiforme opera. E’ anche proposta una riedizione aggiornata del catalogo delle composizioni, degli scritti e delle revisioni, in ordine cronologico.
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Masina, Elena. « Ricostruzione digitale e analisi storica : il progetto di Giuliano da Sangallo per il Mausoleo di Giulio II ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13226/.

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Résumé :
Questa tesi si pone l’obiettivo di proporre una ricostruzione digitale relativa al mausoleo commissionato nel 1505 da Papa Giulio II all’architetto Giuliano da Sangallo e di sviluppare una metodologia capace di restituire sia i caratteri del progetto Sangallesco sia i dubbi, le incertezze, le criticità che emergono dalla ricostruzione tridimensionale di un progetto di cui rimangono solo una pianta e un alzato. l progetto è infatti relativo ad un manufatto mai realizzato, e l’oggetto della presente tesi di laurea è stato quindi duplice: 1) Ricostruire tridimensionalmente il progetto 2) Sviluppare una metodologia capace di permettere una lettura critica della ricostruzione realizzata a partire dai documenti originali e con l’ausilio del maggiore studioso di Giuliano da Sangallo oggi vivente, che è anche correlatore della tesi.
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Bezzi, Chiara. « Anastilosi e geomatica : ricostruzione fotogrammetrica del tempio di Baalshamin ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
Il tempio di Baalshamin si trovava nell’antica città di Palmira, in Siria. Risalente al II secolo d.C. era l’edificio meglio conservato dell’intero sito archeologico. Il 23 agosto 2015 i miliziani dell’Isis, dopo averlo dichiarato profano, lo hanno fatto esplodere. Questa tesi tratta di geomatica e anastilosi applicate al caso del tempio di Baalshamin. L’obiettivo è ricostruire fotogrammetricamente il tempio di Baalshamin utilizzando foto turistiche trovate sul web. Si partirà da un inquadramento storico della città di Palmira, per poi passare ai nostri giorni e toccare argomenti di attualità. Dopodiché saranno illustrate brevemente le nozioni fondamentali della geomatica e si parlerà di anastilosi. Nella parte sperimentale della tesi verranno analizzati i prodotti ottenuti dal raddrizzamento fotografico e dalla ricostruzione fotogrammetrica. Si vuole dimostrare che anche da foto di bassa qualità è possibile ottenere risultati apprezzabili dal punto di vista geometrico. Si vuole inoltre sottolineare l’importanza del turismo e del mondo del web, senza i quali questa tesi non sarebbe stata realizzata.
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Livres sur le sujet "Ricostruzione storica"

1

Mariavittoria, Antico Gallina. Dall'immagine cartografica alla ricostruzione storica. Milano : LED, 1994.

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2

Orefici, Giuseppe. Nasca : Archeologia per una ricostruzione storica. Milano : Jaca, 1992.

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3

Facchi, Alessandra. Diritto e ricompense : Ricostruzione storica di un'idea. Torino : G.Giappichelli, 1994.

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4

Dessı̀, Paola. Ipotesi di ricostruzione storica della diteggiatura antica. Bergamo : Carrara, 1996.

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5

Valerio, Nuzzo, dir. Un'altra storia : Mascheramento e falsificazione nella ricostruzione storica : alcuni esempi significativi. Bassano del Grappa, Italy] : A. Fraccaro, 2011.

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6

Baratella, Italo. Este, 4-12-1943 : L'arresto delle Zevi : ricostruzione storica. Padova : Zielo, 2005.

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Lio, Giancarlo Magnano San. Filosofia e storiografia : Fondamenti teorici e ricostruzione storica in Dilthey. Soveria Mannelli : Rubbettino, 2000.

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8

Liveri, Giuseppe Turco. Nietzsche e Spinoza : Ricostruzione filosofico-storica di un incontro impossibile. Roma : Armando, 2003.

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9

Adolfo, MariaCamilla. Il mito di Spartaco nella cultura moderna : Una ricostruzione storica. Rome] : Stamen, 2015.

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10

Bedeschi, Lorenzo. Murri, Sturzo, De Gasperi : Ricostruzione storica ed epistolario (1898-1906). Cinisello Balsamo (Milano) : San Paolo, 1994.

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Chapitres de livres sur le sujet "Ricostruzione storica"

1

Cecilia Maria Roberta Luschi et Laura Aiello. « La ricostruzione storica della città attraverso l'iconografia urbana. Il caso studio di San Giovanni d'Acri ». Dans CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.129.

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2

« Ricostruzione del contesto storico e amministrativo ». Dans I templi del Fayyum di epoca tolemaico-romana : tra fonti scritte e contesti archeologici, 187–207. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv10crdnm.11.

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3

« Elementi per la ricostruzione della storia della diocesi di Populonia-Massa Marittima tra VIII e XI secolo : ». Dans Archeologia dell’architettura religiosa e forme di potere all’Isola d’Elba tra XI e XII secolo, 31–60. Archaeopress Publishing Ltd, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2nrz7gd.6.

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Actes de conférences sur le sujet "Ricostruzione storica"

1

Albissini, Piero, Antonio Catizzone, Laura De Carlo, Laura Carlevaris, Vittorio Di Stefano et Alessandro Micucci. « Le trasformazioni dello spazio urbano : la quarta dimensione nella georeferenziazione dell’iconografia storica di Rome ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Barcelona : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2009. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7549.

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Résumé :
Se si considera la componente fisica del sistema città come espressione materiale dell’insieme dei fenomeni evolutivi dei luoghi, appare evidente come la sua rappresentazione possa essere considerata come sistema di conoscenza generale in grado di manifestare una convergenza di informazioni di natura altamente eterogenea. Le vaste trasformazioni che hanno interessato le città nella storia hanno determinato una evoluzione non solo nelle modifiche morfologiche degli assetti territoriali e nella stratificazione architettonica delle strutture urbane, ma anche nella percezione e fruizione degli spazi urbani. Se si considera l’organizzazione dello spazio urbano come ambito di relazione tra gli uomini, i contributi che provengono dalle fonti bibliografiche, iconografiche e cartografiche in particolare possono consentire la ricostruzione diacronica dei tessuti urbani. Questa ricostruzione è resa possibile dalla lettura delle diverse rappresentazioni che della città sono state date nel tempo, come rappresentazioni iconografiche o pittoriche, talvolta simboliche se non addirittura metaforiche, che consentono di acquisire conoscenze dei luoghi, anche quando presentano uno scarso grado di attendibilità. L’introduzione dell’informatica nel rilevamento e nella rappresentazione cartografica e la realizzazione dei sistemi informativi territoriali hanno aperto nuove possibilità non solo nella realizzazione di database collegati e georeferenziati, che possono contenere una notevole quantità di informazioni di diversa natura progressivamente incrementabili, ma soprattutto rendendo agevoli sia le molteplici interrogazioni sia le successive elaborazioni. Lo sviluppo della cartografia digitale dalla quale si possono derivare direttamente modelli tridimensionali, si pone quindi come punto di partenza per una corretta rappresentazione della complessità del fenomeno urbano e per un ripensamento dello spazio non più sulla base di esplorazioni planimetriche, ma tramite la creazione di modelli virtuali generati in maniera più o meno automatica a partire dalla cartografia stessa. In questo senso, il modello di derivazione cartografica costituisce l’aspetto metrico-quantitativo della rappresentazione della città, aspetto che risulta tanto più esatto, obiettivo e verificabile in quanto ottenuto con strumenti che rendono le misurazioni sufficientemente attendibili. Si tratta dunque di esplorare la cartografia tridimensionale cogliendone le peculiarità e la ricchezza nella restituzione dello spazio urbano, caratteristiche, queste, che suggeriscono immediatamente di tentare di ricostruire con la stessa vivacità rappresentativa anche tutti i trascorsi storici della città o, quanto meno, di alcuni dei suoi momenti topici, con particolare attenzione alle trasformazioni di natura orografica ed edilizia. In questo quadro emergono due distinti aspetti di natura metodologica, l’uno concernente la generazione del modello urbano e le implicazioni tecniche che questo comporta (implementazione di dati, automatismi, studi tipo-morfologici, scala del modello, …), l’altro relativo all’evoluzione della città attraverso il confronto tra modelli cartografici diversi (bi e tridimensionali). La realizzazione di un modello virtuale basato sulla cartografia digitale 3D, che fotografa lo stato attuale della struttura urbana, può rappresentare la griglia tridimensionale di riferimento per una visualizzazione delle trasformazioni spaziali attuata con una procedura che ripercorre a ritroso il cammino della storia. Si tratta di riferire a questa griglia orientata sulla base di capisaldi topografici certi i dati cartografici e iconografici provenienti dalla ricerca storico-documentaria, sulla base della individuazione di elementi invarianti della struttura urbana, come assetti orografici, vuoti urbani o edifici esistenti, etc., che non hanno mutato la loro localizzazione e le loro caratteristiche morfologiche. Così concepito, il modello tridimensionale di derivazione cartografica si caratterizza per la capacità di recepire e valorizzare documenti molto diversi e non necessariamente “scientifici” ai fini di una visualizzazione interattiva della storia del singolo brano di città o del singolo edificio per valutarne le trasformazioni sul piano morfologico e dimensionale, ma anche percettivo.
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Fedeli, Raul Enzo, et Stefano Magaudda. « Il progetto rewetland : riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Résumé :
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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