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Thèses sur le sujet « Ricostruzione PET »

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1

Diomedi, Lucio. « Ricostruzione di gradienti di ossigeno e glucosio da immagini PET per applicazioni nanobiotecnologiche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9567/.

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Résumé :
La ricerca biomedica è arrivata attualmente a un bivio che vede contrapposte sperimentazione in vitro e in vivo. Per ovviare a questo problema è nata la sperimentazione su biochip che, attraverso l'impiego di apparecchiature dedicate, permette di ottenere misure su campioni che ripropongano le condizioni fisiologiche dei tessuti umani in vivo superando il problema della sperimentazione animale e quello delle misure in vitro, che non rispecchiano le condizioni reali delle cellule in esame. Il perfezionamento dell'apparecchio in questione richiede la comparazione delle condizioni create nel biochip con quelle riscontrate nei tessuti cellulari di pazienti umani. Il fine della comparazione è quello di riuscire ad eguagliare i due sistemi per poter sfruttare il dispositivo come un fantoccio su cui verificare gli effetti di farmaci in fase sperimentale e misurare grandezze con un grado di precisione molto più alto rispetto ai metodi messi in opera fino a ora. Questo lavoro di tesi propone uno studio preliminare sulla fattibilità di misure di concentrazioni di ossigeno e glucosio attraverso i radiofarmaci 64Cu-ATSM e 18F-FDG impiegati su pazienti sottoposti a PET-CT. Nello specifico, dopo aver illustrato i processi cellulari che coinvolgono il glucosio e l'ossigeno all'interno dei tessuti umani, si passa a descrivere le metodologie di misura impiegate, nell'ambito dell'imaging diagnostico, e le caratteristiche che motivano la scelta dei radiofarmaci utilizzati come mezzo di contrasto. Successivamente viene considerato un modello compartimentale a due tessuti per descrivere la cinetica dei radiofarmaci e per ottenere una stima delle concentrazioni da rapportare alle grandezze rilevate con la PET. Infine sono tracciati dei profili sulle slice dei volumi PET elaborati che diano dei valori di concentrazione delle molecole studiate.
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2

STRINGHINI, GIANLUCA. « Development of an innovative PET module ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241249.

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Résumé :
Lo scopo di questo progetto ́e lo sviluppo di un rivelatore PET innovativo in grado di raggiungere alte prestazioni per quanto riguarda risoluzione spaziale, energetica e temporale mantenendo la complessit ́a del sistema ragionevolmente bassa. Il modulo PET proposto si basa su una matrice di cristalli scintillanti e un rivelatore (MPPC). Se paragonato ad una configurazione a doppia lettura in cui la luce di scintillazione ́e raccolta da entrambe le estremit ́a del modulo, nella configurazione proposta, un rivelatore ́e sostituito da una guida di luce e un ma- teriale riflettente. La luce raccolta dal secondo rivelatore nella configurazione a doppia lettura ́e invece ricircolata e collezionata dai rivelatori vicini grazie alla guida di luce posizionata sul modulo. Sfruttando questo meccanismo di condivisione della luce, ́e possibile raggiungere le stesse prestazioni di una con- figurazione a doppia lettura diminuendo il numero di canali richiesti. E ́ inoltre possibile adottare un accoppiamento tra cristalli e rivelatori maggiore di uno ri- ducendo ulteriormente i canali di lettura. Studiando infatti la distribuzione della luce condivisa ́e possibile identificare il cristallo in cui ́e avvenuta l’interazione del raggio gamma. Numerose matrici sono state testate con differenti configu- razioni di accoppiamento tra cristalli e rivelatore (uno a uno, quattro a uno e nove a uno) e i risultati hanno confermato un ottima capacit ́a di identificazione del cristallo colpito e una risoluzione energetica di 12 % FWHM (configura- zione uno a uno e quattro a uno) e 16% FWHM (configurazione nove a uno). Per quanto riguarda macchine PET con piccolo campo di vista, ́e presente un peggioramento della risoluzione spaziale vicino agli estremi del campo di vista stesso dovuto all’errore di parallasse. Questo ́e mitigato dalla conoscenza della profondit ́a di interazione del raggio gamma (informazione DOI). La possibilit ́a di ottenere questa informazione nel modulo proposto ́e stata testata e una riso- luzione DOI di 3mm FWHM misurata per le configurazioni uno a uno e quattro a uno, mentre per la configurazione nove a uno la risoluzione DOI ́e risultata essere 4 mm FWHM. Al fine di ottenere l’informazione sulla profondit ́a di in- terazione ́e stato necessario introdurre un effetto di attenuazione di luce lungo l’asse del cristallo con l’effetto per ́o di peggiorare le prestazioni temporali del modulo. Un metodo per includere il DOI nella misura della risoluzione tem- porale ́e stato quindi sviluppato. Il modulo proposto presenta una risoluzione temporale di 353 ps FWHM. La seconda parte del progetto ́e lo sviluppo di un algoritmo di ricostruzione di immagini metaboliche capace di includere sia l’informazione temporale che il DOI. L’algoritmo ́e presentato e uno studio di simulazioni condotto al fine di confermare i vantaggi sia dell’informazione DOI che della risoluzione temporale nella qualit ́a delle immagini ricostruite. Per fini- re, uno studio completo sulla PET con informazioni del tempo di volo (TOF) ́e stato effettuato valutando il miglioramento del rapporto segnale-rumore e della risoluzione spaziale in funzione delle prestazioni temporali del sistema.
Positron emission tomography (PET) is a technique based on the detection of two back to back 511 keV gamma rays originated by a positron-electron annihilation. The aim of this project is to develop an innovative PET detector module with high performances, in term of spatial, energy and timing resolution while maintaining the overall complexity reasonably low. The proposed module is based on a pixellated LYSO matrix and MPPC detector. Compared to double side readout configuration in which the scintillators are read on both sides by detectors, one detector is replaced by an optical light guide and a reflector. The light collected by the second detector in the double side readout approach is instead recirculated and collected by the nearby detectors thanks to the light guide on top of the module. Enabling this light sharing mechanism allows rea- ching the same performances of a double side readout configuration decreasing the number of detector channels needed. Furthermore, it is possible to adopt a more than one to one coupling between scintillators and detector in order to further decrease the number of channels needed and to improve the spatial re- solution of the system. Studying the shared light distribution allows identifying the crystal in which the gamma ray interaction took place. Several matrices are tested with different coupling between scintillators and detectors (one to one, four to one and nine to one) and the results show good crystals identification capabilities and an energy resolution in the order of 12% FWHM (one to one and four to one configurations) and 16% FWHM (nine o one configuration). For small animal and organ dedicated PET devices, there is a spatial resolution degradation close to the edges of the field of view (FOV) due to parallax error. This effect is mitigated by knowing the interaction position along the crystal main axis and this information is known as depth of interaction (DOI). The DOI capabilities of the proposed module are tested and a value of 3 mm FWHM DOI resolution is reached for the one to one and four to one coupling configuration. For the nine to one configuration a DOI resolution of 4 mm FWHM is obtained. In order to reach the DOI information, an attenuation behavior over the crystal length is introduced but, as drawback, it decreases the timing performances of the proposed module. A method to reduce this effect is presented by including the DOI information in the evaluation of the timing resolution. The module shows a coincidence time resolution of 353 ps FWHM. The second part of this project is focused on the development of an image reconstruction software able to include both the DOI and timing information. The reconstruction algorithm is described and presented and a simulation study is performed in order to confirm the benefits of the DOI and timing in the image quality. Furthermore, a complete time of flight (TOF) study is performed evaluating the improvement of the signal to noise (SNR) ratio and spatial resolution as a function of the timing performances.
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Beltrani, Teresa. « Interfaccia grafica per software Matlab per la ricostruzione di immagini ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2380/.

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4

Bartolacci, Francesca <1967&gt. « Per una ricostruzione topografica di cingoli nel Medioevo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/2242/1/Bartolacci_Francesca_tesi.pdf.

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5

Bartolacci, Francesca <1967&gt. « Per una ricostruzione topografica di cingoli nel Medioevo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/2242/.

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Valerii, Adele. « Ricostruzione di convessi e robotica ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10956/.

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Résumé :
Questa tesi si è focalizzata sulla topologia robotica. In particolare, in questo elaborato si è voluto sottolineare l’importanza della topografia dei pezzi nella visione robotica. Siamo partiti dalle definizioni di politopo e di mappa gaussiana estesa, per poi passare ad alcuni punti chiave della robotica, quali la definizione di posa di un oggetto, di “peg in the hole”e di forma da X. Questi punti ci hanno permesso di enunciare i teoremi di Minkowski ed Alexandrov che sono stati poi utilizzati nella costruzione del metodo EGI. Questo metodo è stato quindi utilizzato per determinare l’assetto di un oggetto nello spazio e permettere quindi al braccio del robot di afferrarlo.
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Risi, Stefano. « Un metodo automatico per la ricostruzione di immagini astronomiche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14128/.

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Résumé :
La ricostruzione di un segnale digitale è un processo che trova applicazione in numerose branche scientifiche e tecnologiche come: l'astronomia, la biomedica, la geofisica e persino la musica. Questo processo ha il compito di pulire il segnale dalle interferenze che lo hanno degradato e di leggerlo nella forma emessa dalla sorgente. Quest'opera si occuperà della ricostruzione di immagini astronomiche digitali, utilizzando un modello di regolarizzazione di tipo variazionale e facendo uso della funzione di variazione totale. L' obiettivo è specializzare un algoritmo già esistente: il Constrained Least Square Total Variation per ottenerne una versione che mantenga alcune delle caratteristiche della precendente, come la ricerca automatica del parametro di regolarizzazione, ma che possa dare risultati migliori nella ricostruzione di immagini astronomiche. Capitolo 1. Viene definito il concetto di immagine e come questa venga acquisita da un dispositivo digitale. Si spiega come avviene il processo di sfocamento e di formazione del rumore, sono in seguito presentate le condizioni al bordo più utilizzate nell'ambiente della ricostruzione di immagini. Capitolo 2. Si descrivono i problemi mal posti di cui la ricostruzione di immagini fa parte e si vedono i metodi principali per la regolarizzazione di un segnale digitale, con particolare attenzione alla funzione di variazione totale come funzione di penalizzazione. Capitolo 3. L'intero capitolo è dedicato ai due metodi utilizzati, Constrained Least Square Total Varition ed il Constrained Kullback-Liebler Total Variation, questi sono metodi automatici che operano nell'abito della regolarizzazione ed utilizzano la funzione di variazione totale come funzione di penalizzazione. Capitolo 4. Vengono mostrati i risultati numerici derivanti dall'utilizzo del metodo CKLTV nella ricostruzione delle immagini test, i risultati vengono poi confrontati con quelli ottenuti tramite il metodo CLSTV.
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Bertuccioli, Marialetizia. « Metodi numerici per la ricostruzione di immagini di tomosintesi ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6298/.

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Résumé :
La tesi affronta il problema della ricostruzione di immagini di tomosintesi, problema che appartiene alla classe dei problemi inversi mal posti e che necessita di tecniche di regolarizzazione per essere risolto. Nel lavoro svolto sono presenti principalmente due contributi: un'analisi del modello di ricostruzione mediante la regolarizzazione con la norma l1; una valutazione dell'efficienza di alcuni metodi tra quelli che in letteratura costituiscono lo stato dell'arte per quanto riguarda i metodi basati sulla norma l1, ma che sono in genere applicati a problemi di deblurring, dunque non usati per problemi di tomosintesi.
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9

Lazzerini, Daniela. « Analisi del metodo PIDAL-TV per la ricostruzione di immagini ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13456/.

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Résumé :
In questa tesi si é affrontato il problema della ricostruzione di immagini corrotte da rumore di Poisson. Tale problema sorge in diversi contesti applicativi in Astronomia e in Medicina. In particolare, in questo lavoro, si é considerato il metodo PIDAL-TV recentemente proposto per la risoluzione di questo problema. L’obiettivo della tesi é stato, dunque, analizzare dal punto di vista numerico e sperimentale, il comportamento di tale metodo. Il metodo é stato implementato in MATLAB e testato su una serie di problemi test. L’analisi sperimentale é stata condotta con lo scopo di analizzare la sensibilità del metodo al variare dei due parametri che lo caratterizzano. Infine il metodo PIDAL-TV é stato confrontato con altri metodi proposti in letteratura. I risultati numerici ottenuti mostrano che PIDAL-TV risulta essere competitivo con i metodi proposti in letteratura sia dal punto di vista della qualitá dei risultati, che dal punto di vista del costo computazionale. In particolare, un aspetto positivo di PIDAL-TV é che non risulta essere molto sensibile al variare di uno dei suoi due parametri.
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Marotta, Serena. « Soluzioni numeriche alla ricostruzione tomografica cone-beam per tessuti molli ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Lo scopo della tesi, una volta analizzato il modello fisico-matematico del processo di acquisizione dei dati, è stato quello di studiare opportuni modelli matematici e algoritmi di ricostruzione per CBCT che fossero in grado di evidenziare i tessuti molli nei dati ricostruiti. La tesi si è svolta nell'ambito di una collaborazione scientifica con l'azienda Skanray di San Lazzaro.
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Guiducci, Martina. « Metodo delle Direzioni Alternate per la ricostruzione di immagini Poissoniane ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19501/.

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Résumé :
Il problema della ricostruzione di immagini si propone di eliminare dall'immagine acquisita il blur e ridurre il rumore per ottenerne una che sia simile il più possibile all'oggetto esatto. In termini matematici tale ricostruzione si traduce nella minimizzazione di una funzione obiettivo formata da due termini: la divergenza di Kullback-Leibler, che rappresenta la distanza tra l'immagine acquisita e l'immagine ricostruita, e un termine di regolarizzazione in norma L_1, che esprime delle informazioni aggiuntive sulla soluzione. Tuttavia la divergenza di Kullback-Leibler coinvolge un logaritmo; dunque nei casi in cui l'immagine da ricostruire sia costituita da molti pixel neri, è necessario imporre un vincolo di non negatività sull'argomento del logaritmo e sulla soluzione. Il problema di minimo studiato in questa tesi è quindi un problema di ottimizzazione vincolata, in cui nella funzione obiettivo compare anche un vincolo che obbliga la soluzione a essere non negativa. A tal fine l'algoritmo implementato è l'Alternating Direction Method of Multipliers (ADMM). Il metodo delle direzioni alternate richiede a sua volta l'utilizzo dell'Orthant-Wise Limited Memory Quasi-Newton Method, il quale è un metodo di tipo quasi Newton progettato per la risoluzione di problemi generali di grandi dimensioni, regolarizzati in norma L_1. Per determinare la direzione di ricerca, richiede ad ogni iterazione la risoluzione di un sistema lineare la cui matrice dei coefficienti è la matrice Hessiana. Questa modalità del calcolo della direzione di ricerca non tiene conto della forma dell'Hessiana. Pertanto è stata proposta una modifica al metodo OWLQN che tenesse conto delle caratteristiche peculiari del problema e quindi della forma dell'Hessiana, in modo tale da poter invertire velocemente quest'ultima in uno spazio di Fourier e rendere il metodo più efficiente. Infine, è stata condotta un'analisi sperimentale sull'immagine oggetto di studio, facendo il confronto tra i metodi impiegati.
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Serantoni, Mirko. « Analisi di diverse giunzioni meccaniche per interventi di ricostruzione femorale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi è stato incentrato sullo studio e la simulazione numerica di sistemi di giunzione meccanica utilizzati in ambito chirurgico per l'osteosintesi dell'osso femorale. La prima fase del lavoro è consistita nell'attività di ricerca ed analisi bibliografica di pubblicazioni scientifiche e testi monografici, relativi ai temi della caratterizzazione delle costanti elastiche che definiscono il comportamento meccanico elasto-lineare del tessuto osseo corticale, e ai diversi sistemi di osteosintesi interni sviluppati negli ultimi decenni. Terminata la ricerca bibliografica si è passati all'attività sperimentale, svolta presso il laboratorio MECCANICA dell'Università di Bologna, di caratterizzazione del comportamento meccanico di due diversi sistemi di fissaggio di fratture femorali, durante l'operazione di serraggio delle viti corticali inserite nelle piastre per fissare quest'ultime a provini ossei corticali sintetici.\\ Da queste prove sono stati estratti i dati dei precarichi e delle coppie agenti sui gambi delle viti al termine della fase di rilassamento successiva al serraggio delle stesse.\\ Questi dati sono stati poi utilizzati per lo svolgimento dell'ultima attività di tesi, di tipo numerico.\\ Grazie alla collaborazione tecnica instaurata tra il Laboratorio di Tecnologia Medica dell'Ospedale Rizzoli di Bologna e il Dipartimento di Ingegneria Industriale, è stato possibile eseguire l'attività di simulazione numerica di tre diverse configurazioni di ricostruzione femorale pensate per pazienti in età pre-adolescenziale in seguito all'asportazione di tumori della diafisi femorale. Partendo dai disegni del Laboratorio del Rizzoli sono stati creati i modelli CAD degli assemblaggi corrispondenti alle tre differenti configurazioni proposte. Successivamente, con il codice commerciale agli elementi finiti ANSYS è stato simulato il processo di precarico delle viti,per i tre modelli, utilizzate per fissare la piastra interna ai diversi segmenti ossei.
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Cheng, Ai Lian Elena. « Algoritmi per la stima del rumore nella ricostruzione di immagini ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7894/.

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Résumé :
In questa tesi viene analizzato un metodo di regolarizzazione nel quale il problema di regolarizzazione è formulato come un problema di ottimizzazione vincolata. In questa formulazione è fondamentale il termine noto del vincolo, parametro per il quale dipende la bontà della ricostruzione, che corrisponde ad una stima della norma del rumore sul dato. Il contributo della tesi è l'analisi di un algoritmo proposto per stimare il rumore in applicazioni di image deblurring utilizzando la decomposizione in valori singolari dell'operatore che descrive il blur. Sono stati fatti numerosi test per valutare sia i parametri dell'algoritmo di stima che l'efficacia della stima ottenuta quando è inserita nel termine noto del vincolo del problema di ottimizzazione per la ricostruzione dell'immagine.
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TURCI, MATTEO. « Dalle azioni dirette all’azione diretta. Riflessioni per una ricostruzione unitaria ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1050154.

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Résumé :
Lo studio indaga la natura e le funzioni dell'azione diretta nel quadro delle soluzioni satisfattorie diverse dall'esecuzione coattiva. L’indagine muove dall’esame delle singole fattispecie ricondotte, dalla dottrina, dalla giurisprudenza o dal legislatore, alla categoria dell’azione diretta per ricavare, dalla disciplina di esse i tratti funzionali e strutturali comuni idonei a definire i contorni della figura. Il lavoro prosegue, quindi, valutando criticamente le possibili ricostruzioni dogmatiche della figura a vario titolo proposte, testandone la compatibilità e congruenza con gli individuati tratti caratterizzanti la fattispecie. Escluso l’accoglimento di alcuna delle proposte esaminate, lo studio promuove una nuova ricostruzione dell’azione diretta come fattispecie dotata di autonoma fisionomia ed approfondisce le potenzialità dello strumento, anche in rapporto alle tematiche di più recente interesse per la dottrina civilistica italiana ed europea.
The study investigates the nature and functions of direct actions in the context of satisfactory solutions other than compulsory execution. The study starts from an examination of the individual cases brought by doctrine, jurisprudence or the legislature to the category of direct action in order to derive, from the discipline of them, the common functional and structural features capable of defining the contours of the figure. The work then goes on to critically assess the possible dogmatic reconstructions of the figure proposed in various ways, testing their compatibility and congruence with the identified features characterising the case. Excluding the acceptance of any of the proposals examined, the study promotes a new reconstruction of direct action as a case with an autonomous physiognomy and explores the potential of the instrument, also in relation to the issues of most recent interest for Italian and European civil law doctrine.
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De, Dominicis Lucia. « Studio preliminare per olografia digitale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10350/.

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Résumé :
La tecnica olografica venne introdotta nel 1948 da Denis Gabor. Creò la parola holography combinando tra loro le parole greche holos, che vuol dire tutto, e graphein, che invece vuol dire scrivere. Con il termine olografia si intende le registrazione e la ricostruzione dell'ampiezza e della fase di un'onda. La prima si ricava dalle informazioni contenute nell'intensità delle frange luminose che costituiscono l'immagine di diffrazione, mentre la seconda si ottiene dalla distanza delle stesse. L'immagine di diffrazione non è altro che il prodotto dell'interferenza tra l'onda oggetto e l'onda di riferimento, che viene registrato solitamente su una lastra olografica o una pellicola, che si presenta come un susseguirsi di frange chiare e scure molto sottili, tanto da non essere visibili a occhio nudo a causa delle alte frequenze spaziali. Questa immagine riproduce l'oggetto se illuminato con un fascio luminoso simile all'onda di riferimento. Negli anni a seguire si sviluppò molto velocemente la tecnologia alla base dei computer che permise di trasferire sia il processo di registrazione che quello di ricostruzione su tali dispositivi. Un passo avanti venne fatto con l’introduzione dei Charged Coupled Devices (CCD) nella registrazione diretta di ologrammi, ad opera di Schnars e Juptner, con i quali venne eliminato definitivamente ogni tipo di passaggio fotografico intermedio. L'intero procedimento numerico di registrazione e ricostruzione venne riconosciuto in seguito come Olografia Digitale, e i suoi vantaggi rispetto all'olografia ottica erano ben chiari e ne permisero un largo impiego: dall'interferometria alla shearografia alla fotografia speckle. Questa tesi ha l'obiettivo di mostrare un'applicazione dell'olografia ottica e di infine tentare un primo approccio all'olografia digitale per mezzo di acquisizioni di figure di diffrazione attraverso un CCD e di simulazioni di generazione e ricostruzione di ologrammi su dispositivi elettronici.
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Di, Ianni Tommaso. « Campionamento e ricostruzione di immagini full wavefield per il monitoraggio strutturale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6715/.

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Résumé :
L'elaborato affronta la definizione di differenti strategie per il campionamento e la ricostruzione di segnali wavefield per applicazioni di monitoraggio strutturale. In accordo con quanto indicato dalla teoria del Compressive Sensing, obiettivo della tesi è la minimizzazione del numero di punti di acquisizione al fine di ridurre lo sforzo energetico del campionamento. I risultati sono validati in ambiente Matlab utilizzando come riferimento segnali acquisiti su setup sperimentali in alluminio o materiale composito in presenza di diverse tipologie di difetto.
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Todesco, Sara. « Per una ricostruzione teorico-generale del concetto di abuso del diritto ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425178.

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Résumé :
This work examines the notion of abuse of rights. It is a choice solicited by the ascertainment of its vitality and of the increasing interest shown towards it by the elaborations of the doctrine as well as by jurisprudential applications. It is, moreover, a notion arisen from the doctrine and the jurisprudence. Only some legal systems, not our own, have absorbed it as a prescriptive rule, and there is no doubt that this circumstance represents a peculiar matter of interest. The perspective of investigation chosen, and considered most helpful for the purpose of understanding the abuse of rights, certainly involves dedicating space to the elaboration of the doctrine and to the jurisprudential cases that have made use of this instrument. Nonetheless, this does not mean to engage once more again (several have been the monographs dedicated to the abuse of rights by now) in an as most complete reconstruction as possible of its systematic traits and of its conditions of use. This work rather wants to be a reflection on the general theory of law. As a matter of fact, the notion of abuse of rights calls the attention of the expert to numerous and structural issues, which question the instruments that in the positivist and formalist vision of the regulations of inter-subjective relations still predominant today, constitute its protagonists (the rules, and the subjective rights meant as expressions of the same rules); the role of the interpreter and the jurist; finally, it questions in a particularly perceptive way about the function and the methods of the theoretical understanding of juridical phenomena and of the role of juridical science. It appears possible to reasonably assert that the notion of abuse of rights - beyond its practical function and its concrete application to many situations that emerge in the progress of relations and do not find any other adequate solutions - is especially relevant in this last perspective, that is to say in pointing out the function that the juridical science fulfils and must fulfil in interpreting, understanding and directing the solution of questions that involve the ratio and the structure itself of the juridical system. More explicitly, the thesis that this work means to prove is that the category of abuse of rights, which arises and then exists as an operative instrument of the interpreter and the jurist in order to satisfy well determined needs of the juridical system (and historically, in reaction to well determined conceptions of the juridical system), may be usefully, and perhaps especially considered and investigated as an instrument of the juridical science, that is as a "juridical concept" by means of which the jurist approaches the understanding, the interpretation and theorisation of the juridical experience. To this end the structure of this work has been arranged in three parts. The first part intends to define the boundaries and the structural significance of the notion of abuse of rights. This implies, first of all, that the conceptual categories that contribute to reconstruct the notion are to be accounted for: the category of subjective rights (in that the notion of abuse of rights originates in reaction to its strictly individualist foundation, and a control of the exercise of rights is proposed) and that of offence. Traditionally, the abuse of rights is considered as a tertium genus between the prospect of acting in accordance with a right and acting unlawfully. The abuse of rights as a concept defines itself necessarily in relationship with these other two concepts. On the other hand the thorough understanding of the conceptual autonomy of the abuse of rights demands to account for some instruments - of a former origin, that is widely elaborated and used in other legal systems - which share the same ratio of the prohibition of abuse and with it contribute to the identification and sanction of unlawful occurrences. These are the notions of exceptio doli generalis, the prohibition of venire contra factum proprium and the institution of the Verwirkung. The second part of the work directly deals with the questions relating to abuse through the investigation of the standpoints of the doctrine and the jurisprudence. Ample space is dedicated to the analysis of the most representative elaborations of the doctrine, both Italian and French. This survey leads to the identification of a significant line of development that starting from the first standpoints that deal with abuse as an issue of exclusively moral or ideological nature, rather evolves in the direction of an increasing awareness of the conceptual autonomy and of the utter juridical essence of the notion of abuse. Likewise significant appears to be the examination of jurisprudential verdicts, whilst the awareness of the conceptual and systematic significance of the notion of abuse undoubtedly proves to be inferior. Nonetheless, the reference to it is more and more frequent and reveals to be an instrument necessary to highlight crucial requirements of the system of inter-subjective relations. The last part is concerned with explaining precisely these conclusions suggested and justified by the analysis of the discipline and the jurisprudence. Moreover, in the light of the starting thesis, according to which the abuse of rights may be considered as a juridical concept and thus the lines of its development may represent the path of formation of a juridical concept, this last part also wants to account for the acquisitions of the philosophy of law and of the general theory of law on the theme of juridical concepts. Thus the standpoints of the famous controversy of the years 1935-1945, which had as its protagonists particularly Pugliatti, Jemolo, Cesarini Sforza and Calogero, are dealt with as well as the standpoints elaborated with regard to juridical concepts pertaining to the analytical philosophy, in a particular way in Scarpelli's and Pintore's works. Besides, the examination of these authors' beliefs leads to the ascertainment of the inadequacy of the reading keys that they propose in order to understand what a juridical concept is, how it is born and what power of understanding it grants. In the yet big differences of presuppositions and attitude that characterize these authors, however, they do not actually diverge form the epistemological horizon that asserts the conventional and operative nature of concepts and their inevitable dependence on the positive datum. Therefore, the answer to the hypothesis that the examined question of abuse lets perceive still remains open: that of a concept which delineates itself as such not from a prescriptive provision but from a real, substantial need of "ordering" of inter-subjective relations that is progressively received, elaborated, "systematised" by the work of the doctrine and the jurisprudence.
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Toro, Pietro. « La cartografia storica per la ricostruzione del paesaggio antico del Peloponneso ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2010. http://hdl.handle.net/10556/225.

Texte intégral
Résumé :
VIII n.s.
La scelta della regione del Peloponneso come oggetto di questo studio nasce dalla possibilità, offerta da tale contesto agli studiosi contemporanei, di potersi confrontare con un territorio ricco di tracce materiali, testimonianze storiche e monumentali di un passato nel quale essa è stata al centro del mondo antico. La proposta di tentare una ricostruzione storica dei paesaggi attraverso le fonti documentarie e la Cartografia storica si inserisce in un filone europeo di studi, che pone le basi nel metodo regressivo di matrice storica, e nell’individuazione ed interpretazione di tracce quali segni residuali del passato nei paesaggi contemporanei. I paesaggi sono elementi pluristatificati dove “le opere durature dell’uomo ovvero le strutture e le infrastrutture necessarie alla sua vita, al suo agire economico, culturale e spirituale, si sovrappongono al substrato naturale e si inseriscono in una eredità storica in via di progressivo arricchimento”. Il “paesaggio storico” è il risultato delle mutate culture, dell’approccio diverso che i vari gruppi umani hanno con l’ambiente che li ospita, e, fattore da non sottovalutare, delle caratteristiche geomorfologiche che hanno determinato l’evoluzione dei luoghi, come le tipologie di occupazione e di sfruttamento. Gli aspetti fisici di un territorio, come i fiumi, i monti, le vallate, determinano la forma degli spazi e rappresentano gli elementi di lunga durata su cui si impostano i paesaggi, che a loro volta vivono e mutano a seconda delle sollecitazioni dell’uomo. Il metodo archeologico per la ricostruzione del paesaggio storico, come notato già da Rizakis nel 1992, è stato elemento di discussione fra i sostenitori di un’archeologia estensiva, che procede all’esplorazione di vaste zone e quanti sono a favore di un approccio intensivo ed esaustivo, che predilige campioni ridotti con il risultato di una maggiore completezza dell’indagine. Il primo approccio traccia su una buona base di dati le linee generali della storia del popolamento, ma dà risposte deboli sui cambiamenti e sulle problematiche relative alla ... [a cura dell'autore]
2008 - 2009
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Garaffoni, Sara. « Il metodo MM per la ricostruzioni di immagini mediante TV ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/15822/.

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Résumé :
In questa tesi è stato considerato il problema di ricostruzione d'immagini che consiste nel determinare un oggetto x tale che Hx = y, essendo note la matrice del blur H e l'immagine degradata y. Si tratta di un problema lineare mal posto per la cui risoluzione è necessario applicare tecniche di regolarizzazione. Queste riformulano il problema originale come un problema di minimo la cui funzione obiettivo è costituita da due termini: il primo esprime la consistenza fra i dati osservati e l'immagine ricostruita, ed è un termine di minimi quadrati lineari, il secondo è il cosiddetto termine di regolarizzazione, che esprime qualche conoscenza a priori sull'immagine che si vuole ricostruire. I due termini sono bilanciati dal cosiddetto parametro di regolarizzazione. L'obiettivo di questa tesi comprende due aspetti: migliorare da una parte la qualità dell'immagine ricostruita, dall'altra la performance del metodo MM. Riguardo al primo aspetto, il lavoro si è concentrato su alcune regole di aggiornamento per il parametro di regolarizzazione. per quanto riguarda il secondo aspetto, si è proposto di approssimare il sistema lineare da risolvere ad ogni iterazione del metodo MM con un nuovo sistema lineare la cui matrice dei coefficienti può essere invertita efficientemente nello spazio di Fourier.
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Bendanti, Elisa. « Progettazione e assemblaggio multiscala di scaffold elettrofilati per la ricostruzione di tendini ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13120/.

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Résumé :
Con la presente tesi si intende descrivere il progetto di ricostruzione della struttura multiscala del tendine di Achille, esplicando le varie fasi che conducono alla realizzazione di uno scaffold artificiale. Alla struttura tendinea, infatti, è affidata un’importante funzione meccanica: essa permette la trasmissione delle forze dal muscolo all’osso per garantire il movimento del corpo. Eventuali lesioni tendinee comportano gravi problematiche motorie, accentuate dal fatto che tale tessuto non ha la capacità di rigenerazione spontanea; per questo l’ingegneria tissutale ha ricercato alternative alla sua ricostruzione.
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Bissoni, Claudia Bitia, et Lucia Ghetti. « L'Aquila, progettare la Ricostruzione : residenze per studenti e parco delle mura urbane ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3055/.

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Résumé :
Perché L’Aquila? A seguito del sisma del 2009, L’Aquila offre un’occasione per riflessioni su temi urbanistici e di composizione urbana, oltre che un reale campo di sperimentazione architettonica. Perché il centro storico? Come cuore culturale ed economico dell’intera vallata dell’Aterno, il centro storico rappresenta una priorità per la Ricostruzione; il suo valore storico è la sintesi consolidata nel tempo del rapporto di una società con i luoghi della propria residenza. Una memoria da difendere attraverso l’elaborazione di strategie di intervento e idee di progetto. Qual è l’obiettivo? Il lavoro di ricerca e di progettazione mira ad individuare degli scenari e proporre delle idee di ricostruzione per tornare ad abitare il centro storico. Qual è il metodo? Per affrontare una situazione così complessa è indispensabile una conoscenza storica della struttura urbana della città prima del sisma. Inoltre è necessario comprendere l’evoluzione degli eventi (da aprile del 2009 al luglio 2011) al fine di riconoscere quali direzioni possibili può prendere un progetto che si inserisce, oggi, in un sistema ancora in cerca di un equilibrio. La Ricostruzione, intesa come processo strategico e progettuale di ridefinizione degli equilibri e delle prospettive, consente, ma forse ancor meglio esige, un ripensamento complessivo ed organico dell’intera struttura urbana. Si tratta quindi di ridefinire le relazioni tra la città storica e la sua periferia comprendendo il rapporto che un progetto di Ricostruzione può avere nel medio e lungo termine, il tutto in un contesto economico e soprattutto sociale in forte trasformazione. Il progetto propone così un nuovo complesso di residenze universitarie che potrà accogliere settantadue studenti insieme a diversi servizi quali sale lettura, sale polivalenti e una mensa. Si prevede inoltre il potenziamento della struttura di accoglienza dei salesiani con 8 nuovi alloggi per professori e una nuova Biblioteca. Il progetto vuole ricreare una continuità nel sistema del verde urbano come mezzo più appropriato e idoneo per relazionare la prima periferia alla città murata.
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Bracchini, Diletta, et Laura Dominici. « La grande corte della cultura un monumento per la ricostruzione di Mirandola ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6879/.

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Résumé :
La lettura e l’analisi della città di Mirandola post-sisma hanno portato ad una serie di considerazioni che mirano a ripensare la città non solo in termini di ricostruzione dal terremoto, ma riflettono su come organizzare una città contemporanea, riscoprendo la città ottagonale con segni architettonici riconoscibili. Inoltre l’integrazione tra centro storico e prima fascia oltre la Circonvallazione è stata risolta attraverso la progettazione di una grande corte della cultura a partire dagli esistenti Chiesa e Collegio dei Gesuiti.
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De, Angelis Silvia. « Algoritmi per la ricostruzione di immagini 3D di tomografia ad angoli limitati ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
La ricostruzione di immagini di tomografia ad angoli limitati può essere modellata tramite un sistema lineare, sottodeterminato a causa del numero limitato di proiezioni effettuate. Il problema viene quindi modellato come un problema di minimizzazione la cui funzione obiettivo è composta da due termini: la funzione Minimi Quadrati che rappresenta il fit con i dati e una funzione di regolarizzazione, Total Variation o Total p-Variation, che permette di sfruttare la sparsità del gradiente come informazione a priori. In questo lavoro di tesi sono stati proposti due algoritmi iterativi di ricostruzione di immagini tridimensionali di tomografia ad angoli limitati: lo Chambolle-Pock e il Gradiente Proiettato Scalato. Gli algoritmi stati testati su un problema test sintetico di medie dimensioni e poi applicati per la ricostruzione di immagini reali acquisite tramite un sistema di tomosintesi mammaria. I risultati ottenuti sono molto promettenti, in quanto entrambi i metodi sono in grado di ricostruire molto accuratamente gli oggetti di interesse già dalle prime iterazioni, il che li rende realmente applicabili per la ricostruzione di immagini di tomosintesi in campo clinico, in cui si ha necessità di produrre le ricostruzioni in tempi molto brevi.
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Baccarini, Flavio. « Ottimizzazione dei parametri di ricostruzione per l'identificazione dei neutroni con l'apparato FOOT ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/23895/.

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Résumé :
L'adroterapia è una terapia oncologica che consiste nell'irraggiamento con adroni della massa tumorale. È particolarmente efficiente perché la quasi totalità della dose viene rilasciata in prossimità della zona di arresto del fascio incidente, in corrispondenza della parte malata. In letteratura si trovano pochi dati sperimentali relativi alla frammentazione nucleare che avviene tra il fascio incidente e il corpo umano irraggiato all'energia tipica di un trattamento di adroterapia (50-400 MeV/u). Nel 2017 l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha approvato l'esperimento FOOT (FragmentatiOn Of Target) con l'obiettivo di misurare le sezioni d'urto differenziali in funzione dell'angolo e dell'energia dei frammenti nucleari generati. Attualmente FOOT si occupa solo dei frammenti carichi. Questo lavoro di tesi studia la possibilità di rivelare i neutroni generati nell'interazione fascio-bersaglio utilizzando l'attuale setup sperimentale. A tal fine, sono stati analizzati dati generati da simulazione Monte Carlo di un fascio di $^{16}$O incidente su un bersaglio di 5mm di polietilene. Per la rivelazione ed identificazione dei neutroni si è utilizzato un metodo di anticoincidenza tra due rivelatori (TOF-Wall e calorimetro), mentre per la ricostruzione dell'energia cinetica si è usato il Time-of-Flight dei frammenti e la distanza da essi percorsa. I risultati mostrano che il contributo dei neutroni generati nel target è molto inferiore rispetto a quello dei neutroni provenienti dall'ambiente esterno. Per sopperire a questo problema e per minimizzare il contributo del rumore, è stata condotta un'analisi variando i valori di una soglia energetica sull'energia depositata nel calorimetro dai frammenti prodotti e variando la dimensione del raggio di una regione di esclusione cilindrica all'interno del calorimetro. Tuttavia, l'attuale setup sperimentale non è sufficiente per la rivelazione di neutroni, ma è necessaria l'aggiunta di ulteriori rivelatori di neutroni specifici.
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Sensini, Alberto. « Sviluppo e caratterizzazione di scaffold elettrofilati per la ricostruzione del tessuto tendineo ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8959/.

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Résumé :
Gli obbiettivi di questo lavoro di tesi risultano i seguenti: 1) Progettare e caratterizzare una tipologia di bundle bioriassorbibile attraverso la tecnica dell’elettrofilatura, composto da una miscela di acido poli-(L)lattico (PLLA) e collagene, che cerchi di mimare le proprietà meccaniche dei fascicoli di collagene tendineo umano ed equino; 2) Individuare una metodologia di assemblaggio multiscala dei bundle che permetta la creazione di uno scaffold in grado di mimare la struttura gerarchica di un tendine completo; 3) Applicare la filosofia traslazionale alla progettazione dello scaffold al fine di poter applicare tale tecnologia sia nell’ambito della medicina umana che in quella veterinaria, lavorando nel senso della medicina unica.
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BIONDO, ANTONELLA. « Gli idrogel per la ricostruzione e la rigenerazione del tessuto muscolare scheletrico ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2009. http://hdl.handle.net/2108/208657.

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Résumé :
Il tessuto muscolare scheletrico costituisce circa il 40% della massa corporea ed è di fondamentale importanza per un organismo in quanto è responsabile dei movimenti, della postura e dell’equilibrio, oltre che di importanti funzioni metaboliche. La perdita di questo tessuto può essere causata da una malattia progressiva oppure da un danno accidentale e tuttavia il muscolo scheletrico ha la capacità di rigenerarsi in modo rapido e completo così da prevenire la perdita di massa muscolare. Le cellule satelliti, cellule localizzate tra la membrana plasmatica e la lamina basale di ciascuna fibra, sono considerate le cellule staminali muscolari: in occasione di un qualsiasi processo degenerativo, esse vengono attivate ed iniziano a proliferare. Le cellule figlie migrano per formare catene di cellule satelliti disposte longitudinalmente sotto la lamina basale, qui si fondono tra di loro o con altri miotubi preesistenti per formare nuove fibre muscolari multinucleate. Le cellule satelliti hanno una limitata capacità proliferativa e probabilmente non possono sostenere molteplici cicli di rigenerazione durante fasi ripetute di degenerazione e rigenerazione, ciò è verosimilmente la causa della natura progressiva delle distrofie muscolari. L’ingegneria tissutale del muscolo, ovvero l’utilizzo di un’impalcatura artificiale a supporto di mioblasti/cellule staminali, sta delineandosi da alcuni anni come una strategia terapeutica innovativa per la cura di molte malattie del sistema muscolare scheletrico. Lo scopo dell’ingegneria tissutale è recuperare tessuti ed organi persi, danneggiati o compromessi, partendo da cellule proliferanti in coltura per terminare con strutture cellulari differenziate tessuto-simili. La matrice extracellulare (ECM) gioca un ruolo essenziale nel determinare il comportamento delle cellule durante i processi di rimodellamento tissutale che portano a strutturare tissuti maturi. Quindi, è auspicabile controllare il differenziamento cellulare durante la rigenerazione del tessuto, mimando l’ECM mediante l’uso di materiali ingegnerizzati. La modifica delle proprieta’ biofisiche e meccaniche di questi biomateriali puo’ essere usata come strategia per indurre risposte cellulari specifiche. Inoltre, un biomateriale iniettabile sotto forma di idrogel, avendo queste caratteristiche, ha come vantaggio ulteriore quello di essere facilmente engrafted in vivo al fine di trasportare cellule staminali e/o molecole bioattive per promuovere il rinnovamento tissutale. La nostra ricerca ha avuto come scopo l’utilizzo di un idrogel iniettabile fatto di glicole polietilenico (PEG) coniugato al fibrinogeno, il PEG-fibrinogeno (PF). Questo biomateriale è stato usato come scaffold per la ricostruzione muscolare in vitro ad opera di mesoangioblasti (Mabs), cellule progenitrici mesodermiche associate ai vasi, e di mioblasti (cellule satelliti, SCs) isolati freschi. Inoltre il PF è stato testato come carrier per il delivery dei Mabs in vivo al fine di incrementare il processo rigenerativo di muscoli danneggiati. Gli scaffold di PF usati per le colture in tre-dimensioni in vitro hanno permesso una buona sopravvivenza cellulare ed hanno accelerato il processo differenziativo in muscolo scheletrico, portando alla formazione di miotubi contrattili entro le ventriquattro ore (normalmente, le colture in due dimensioni richiedono tre giorni prima di esibire la formazione di miotubi). Inoltre, utilizzando il biomateriale con un disegno più complesso, cioè contenente al suo interno dei microcanali creati con la microablazione laser, il PF ha permesso l’allineamento delle cellule lungo i canali, quindi il differenziamento e la formazione di fibre muscolari mature ben orientate. In una prima serie di esperimenti in vivo siamo riusciti ad indurre il differenziamento di tessuti simil muscolo da PF e Mabs impiantati sotto la cute in topi immunodeficienti. Il PF ha mostrato di essere in grado di promuovere la crescita ed il differenziamento dei precursori miogenici, proprio come accade in vitro, portando alla formazione di un vero e proprio organoide, senza dare segni di tumorigenicità. Nella seconda serie di esperimenti in vivo, invece, il PF è stato usato come carrier di Mabs in muscoli danneggiati (tibiali anteriori) di topi immunodeficienti. La presenza del PF ha permesso un’aumentata sopravvivenza delle cellule trapiantate, una migliore ritenzione cellulare in situ e un complessivo miglioramento nell’engraftment cellulare, che si è tradotto in una più rapida rigenerazione del tessuto danneggiato. In conclusione, i biomateriali ed in particolare gli idrogel come il PF possono essere facilmente utilizzati per il trasferimento di cellule muscolari scheletriche, mediante una semplice procedura di iniezione one-step, e quindi potrebbero avere un enorme impatto nel trattamento di patologie degenerative a carico dei muscoli scheletrici, come la distrofia muscolare.
Tissue engineering aims to replace lost, damaged or failing tissue and organs, starting with cultured proliferating cells and ending with tissue-like structures. The extracellular matrix (ECM) plays a pivotal role in determining cell behavior during tissue remodelling processes leading to complete differentiated structures. Therefore it is desirable to control cell differentiation during tissue regeneration by mimicking the ECM using engineered biomaterials. To modify the biophysical and mechanical properties of these biomaterials can be used as a strategy to elicit specific cellular responses. Moreover, an injectable hydrogel biomaterial, having such capabilities, should have the advantage to be easily engrafted in vivo in order to carry stem cell and/or bioactive molecules to promote tissue renewal. Our research is thus focused on the use of an injectable hydrogel made from polyethylene glycol (PEG) conjugated to Fibrinogen. The PEG-Fibrinogen (PF) is used as scaffold for in vitro muscle reconstruction, seeded and cultured with mesoangioblasts (vessel associated progenitor cells) and freshly isolated muscle satellite cells (SCs). The PF, which can be controlled in terms of its matrix modulus, is tested in vivo as mesoangioblast carrier for muscle regeneration. The PF scaffold used for in vitro 3-D cultures promoted good survival of miogenic precursors and accelerated skeletal muscle differentiation (contractile myotubes) within 24 hours (normally, 2-D cultures take three days to exhibit myotube formation). The confining geometry of the microchannels created with microablation in the PF scaffolds promoted the development of oriented mature muscle fibers. Sub-cutaneous PF/miogenic precursors implants in Rag2 Chain -/- mice were able to form a “muscle organoid”. Finally, in vivo experiments using PF as a cell carrier showed increased transplanted cell survival, ameliorated in situ cellular retention and an overall improvement in cell engraftment. Injectable hydrogel biomaterials can be readily applied for skeletal muscle cell delivery by a simple one-step injection procedure and could have a noteworthy impact in the treatment of muscular dystrophy.
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SPADA, CARLOTTA. « COMPENSATIO LUCRI CUM DAMNO E POLIZZA INFORTUNI. RIFLESSIONI PER UNA RICOSTRUZIONE ALTERNATIVA ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3458741.

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Résumé :
La tesi affronta il tema della compensatio lucri cum damno con specifico riferimento alla questione della detraibilità dal risarcimento del danno dell’indennizzo da polizza infortuni e ha come obiettivo la dimostrazione del seguente enunciato: “Il danno da fatto illecito deve essere liquidato sottraendo dall'ammontare del danno risarcibile l'importo dell'indennità assicurativa derivante da assicurazione contro gli infortuni non mortali che il danneggiato-assicurato abbia riscosso in conseguenza di quel fatto sempreché all’astratta previsione legislativa della surrogazione corrisponda la sua operatività in concreto. In caso contrario, ossia nel caso in cui l’assicuratore abbia preventivamente rinunciato alla surroga, si deve ammettere la cumulabilità tra risarcimento e indennizzo dal momento che una clausola siffatta andrebbe ad incidere sulla ragione giustificatrice del beneficio collaterale e, pertanto, verrebbe a mancare il collegamento funzionale con l’obbligazione risarcitoria che si pone a fondamento della compensatio lucri cum damno”. Ricostruito storicamente l’atteggiarsi della compensatio con specifico riguardo al risarcimento e ai benefici collaterali (successione ereditaria, pensione di invalidità, nuova occupazione, indennizzi assicurativi e welfare pubblico), l’indagine si concentra sul contratto di assicurazione contro gli infortuni non mortali, svolgendo un esame critico delle soluzioni giurisprudenziali formulate nel 2014 e nel 2019, segnalando l’affermazione di taluni principi non adeguatamente motivati e l’inidoneità delle acquisizioni raggiunte dalle sezioni unite del 2018 a risolvere i problemi persistenti con riguardo a tale fattispecie. Benché, infatti, il rinnovato interesse per la clcd sorga dalla sentenza n. 13233/2014 pronunciatasi proprio in riferimento alla detraibilità dal risarcimento dell’indennizzo da polizza infortuni, tale questione non è stata espressamente affrontata e risolta dalle sezioni unite del 2018, che si sono occupate dei benefici provenienti dal sistema di sicurezza sociale o dal sistema assicurativo privato ma solo con specifico riguardo all’ipotesi di assicurazione contro i danni a cose materiali. L’interesse e la particolare rilevanza della clcd in materia di polizza infortuni discendono dalla prassi assicurativa di inserire la clausola di rinuncia alla surroga, diritto espressamente attribuito all’assicuratore dall’art. 1916 cod. civ. Con le pronunce del 2018 la surroga assurge a condizione necessaria di operatività della clcd e, tuttavia, in tale fattispecie si riscontra una contraddizione che sembra rendere necessaria una ricostruzione parzialmente alternativa rispetto a quanto statuito dalle sezioni unite. Da un lato, infatti, nella polizza infortuni risultano in astratto soddisfatte le nuove condizioni di operatività della clcd, mentre dall’altro si assiste ad una loro esclusione in concreto. Il percorso argomentativo dell’indagine si è sviluppato attraverso la disamina, da un lato, dei vulnera delle tesi dell’inefficacia e dell’invalidità della clausola di rinuncia alla surroga nella polizza infortuni - sostenute dalla terza sezione nel 2014 e nel 2019 - e, dall’altro, dei possibili argomenti a sostegno della tesi della sua validità ed efficacia.
La tesi affronta il tema della compensatio lucri cum damno con specifico riferimento alla questione della detraibilità dal risarcimento del danno dell’indennizzo da polizza infortuni e ha come obiettivo la dimostrazione del seguente enunciato: “Il danno da fatto illecito deve essere liquidato sottraendo dall'ammontare del danno risarcibile l'importo dell'indennità assicurativa derivante da assicurazione contro gli infortuni non mortali che il danneggiato-assicurato abbia riscosso in conseguenza di quel fatto sempreché all’astratta previsione legislativa della surrogazione corrisponda la sua operatività in concreto. In caso contrario, ossia nel caso in cui l’assicuratore abbia preventivamente rinunciato alla surroga, si deve ammettere la cumulabilità tra risarcimento e indennizzo dal momento che una clausola siffatta andrebbe ad incidere sulla ragione giustificatrice del beneficio collaterale e, pertanto, verrebbe a mancare il collegamento funzionale con l’obbligazione risarcitoria che si pone a fondamento della compensatio lucri cum damno”. Ricostruito storicamente l’atteggiarsi della compensatio con specifico riguardo al risarcimento e ai benefici collaterali (successione ereditaria, pensione di invalidità, nuova occupazione, indennizzi assicurativi e welfare pubblico), l’indagine si concentra sul contratto di assicurazione contro gli infortuni non mortali, svolgendo un esame critico delle soluzioni giurisprudenziali formulate nel 2014 e nel 2019, segnalando l’affermazione di taluni principi non adeguatamente motivati e l’inidoneità delle acquisizioni raggiunte dalle sezioni unite del 2018 a risolvere i problemi persistenti con riguardo a tale fattispecie. Benché, infatti, il rinnovato interesse per la clcd sorga dalla sentenza n. 13233/2014 pronunciatasi proprio in riferimento alla detraibilità dal risarcimento dell’indennizzo da polizza infortuni, tale questione non è stata espressamente affrontata e risolta dalle sezioni unite del 2018, che si sono occupate dei benefici provenienti dal sistema di sicurezza sociale o dal sistema assicurativo privato ma solo con specifico riguardo all’ipotesi di assicurazione contro i danni a cose materiali. L’interesse e la particolare rilevanza della clcd in materia di polizza infortuni discendono dalla prassi assicurativa di inserire la clausola di rinuncia alla surroga, diritto espressamente attribuito all’assicuratore dall’art. 1916 cod. civ. Con le pronunce del 2018 la surroga assurge a condizione necessaria di operatività della clcd e, tuttavia, in tale fattispecie si riscontra una contraddizione che sembra rendere necessaria una ricostruzione parzialmente alternativa rispetto a quanto statuito dalle sezioni unite. Da un lato, infatti, nella polizza infortuni risultano in astratto soddisfatte le nuove condizioni di operatività della clcd, mentre dall’altro si assiste ad una loro esclusione in concreto. Il percorso argomentativo dell’indagine si è sviluppato attraverso la disamina, da un lato, dei vulnera delle tesi dell’inefficacia e dell’invalidità della clausola di rinuncia alla surroga nella polizza infortuni - sostenute dalla terza sezione nel 2014 e nel 2019 - e, dall’altro, dei possibili argomenti a sostegno della tesi della sua validità ed efficacia.
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Dazzi, Chiara. « Caratterizzazione di bundles bioriassorbibili elettrofilati e reticolati per la ricostruzione del tessuto tendineo ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13324/.

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Résumé :
L'ingegneria tissutale è progredita notevolmente negli ultimi anni, ma la ricostruzione del tessuto tendineo resta ancora oggi una sfida, per la sua complessa struttura multiscala e le proprietà meccaniche che possiede in virtù del suo ruolo di raccordo tra ossa e muscoli. Nel presente lavoro di tesi si descrive la realizzazione, reticolazione e caratterizzazione di supporti porosi tridimensionali elettrofilati, pensati per la rigenerazione del tessuto tendineo.
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Manzoli, Chiara. « Metodi numerici per la ricostruzione di immagini mammografiche con acquisizione a doppia energia ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14776/.

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Résumé :
La tesi è incentrata sulla presentazione della tecnica per la ricostruzione di immagini mammografiche grazie a una doppia acquisizione dei dati tramite radiazione aventi energie diverse. Vengono trattati due metodi numerici, uno dei quali viene maggiormente approfondito. Infatti viene presentata la sua implementazione e in seguito è avvenuta la valutazione dell'algoritmo. Sono esposti i risultati ottenuti al variare del test e alcuni comportamenti caratteristici emersi dalle varie prove effettuate.
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Manfredini, Mattia. « Valutazione di codici di ingegneria inversa per la ricostruzione virtuale di componenti aeronautici ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
Valutazione dell'accuratezza dei programmi attualmente disponibili di reverse engineering basati sulla ricostruzione di componenti geometrici a partire da fotografie, al fine di una loro adozione come strumenti di supporto alle attività di un ingegnere aerospaziale. In una fase preliminare sono stati effettuati test su componenti semplici, per prendere confidenza con tali programmi e individuare quali meglio si prestassero a questo tipo di utilizzo. In seguito si è proceduto con il tentativo di ricostruzione di un modello più complesso e con un ampio range di forme geometriche diverse, con lo scopo di mettere alla prova il codice ritenuto più adatto ed individuare eventuali problematiche. I primi tentativi di ricostruzione hanno presentato livelli di accuratezza non accettabili già ad una semplice valutazione visiva; si è quindi provato a superare tale problema con la suddivisione del modello in tre elementi che successivamente sono stati uniti attraverso un software di elaborazione mesh. Il modello ottenuto da questo procedimento è risultato di qualità migliore rispetto al precedente ma non sufficientemente accurato per poter trovare un utilizzo pratico nella valutazione precisa di dimensioni lineari. Si è quindi giunti alla conclusione che tali procedure, allo stato attuale, non rappresentano un efficace strumento per l’ingegnere aeronautico, se non per svolgere valutazioni qualitative o di bassa precisione, in attesa che la rapida evoluzione dei codici di calcolo porti ad un incremento della fedeltà di rappresentazione dei componenti, tale da consentire valutazioni di ordine anche quantitativo.
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Strazzari, Dario. « Un metodo di tipo Newton per la ricostruzione di immagini con norma L1 ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7228/.

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Résumé :
Scopo dell'opera è implementare in maniera efficiente ed affidabile un metodo di tipo Newton per la ricostruzione di immagini con termine regolativo in norma L1. In particolare due metodi, battezzati "OWL-QN per inversione" e "OWL-QN precondizionato", sono presentati e provati con numerose sperimentazioni. I metodi sono generati considerando le peculiarità del problema e le proprietà della trasformata discreta di Fourier. I risultati degli esperimenti numerici effettuati mostrano la bontà del contributo proposto, dimostrando la loro superiorità rispetto al metodo OWL-QN presente in letteratura, seppure adattato alle immagini.
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Galli, Lorenzo. « Algoritmi di ricostruzione di immagini per sistemi a microonde dedicati all'imaging della mammella ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7407/.

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Résumé :
Lo scopo di questa tesi è quello di presentare alcuni degli algoritmi di ricostruzione utilizzati nei sistemi a microonde per l'imaging della mammella. Sebbene, la mammografia a raggi X sia la tecnica che a oggi presenta le migliori caratteristiche per la rilevazione di lesioni tumorali ai tessuti del seno, la compressione necessaria nel processo di imaging e la probabilità non trascurabile di falsi negativi hanno portato alla ricerca e allo sviluppo di metodi alternativi di imaging alla mammella. Tra questi, l'imaging attraverso microonde sfrutta la differenza delle proprietà dielettriche tra tessuto sano e tumorale. Nel seguente elaborato verrà descritto come è ottenuta l'immagine dell'interno della mammella attraverso gli algoritmi di ricostruzione utilizzati da vari prototipi di sistemi di imaging. Successivamente verranno riportati degli esempi che mostrano i risultati ottenuti attraverso simulazioni o, quando possibile, in ambiente clinico.
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Ferretti, Andrea. « Public History e reenactment : prospettive per una nuova storia applicata ». Thesis, A. Ferretti, "Public History e reenactment : prospettive per una nuova storia applicata", Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Dipartimento di Studi linguistici e culturali, 2015 [tesi di laurea], 2015. http://elea.unisa.it:8080/xmlui/handle/10556/5367.

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Résumé :
2014-2015
Nel presente lavoro si è cercato di analizzare il ruolo che Public History e reenactment possono ricoprire nella produzione e nella divulgazione di narrative storiche. Nell’epoca della globalizzazione è compito degli storici riuscire ad adattare il proprio lavoro ai cambiamenti in corso nella società e incrementare la rilevanza pubblica della loro materia. Ciò può avvenire attraverso la produzione di narrative storiche che riescano a dimostrare appeal nella comunicazione di massa, senza incorrere nella banalizzazione dei propri contenuti. Nel perseguire tale obiettivo, la Public History è uno degli strumenti più efficaci a disposizione dello storico per la sua capacità di rendere la storia più accessibile al grande pubblico. Tra le attività pratiche della Public History, una di quelle che offre maggiori prospettive per nuove forme di storia applicata è il reenactment. Il suo approccio esperienziale costituisce una forma di indagine della storia che ha molteplici ricadute nei confronti di numerosi soggetti del mondo pubblico e privato. Esso ha la capacità trasversale di avere rilevanza sia per il pubblico che coinvolge, che per coloro che lo praticano. I suoi progetti di rappresentazione possono essere occasioni di formazione culturale, socializzazione, promozione e valorizzazione di un territorio e del suo patrimonio. All’interno degli strumenti della Public History, il reenactment è quello che richiede un maggior impegno nel compito di mediazione tra educazione e intrattenimento. Tuttavia, le sue potenzialità come forma di edutainment sono tra le più rilevanti: le forme di produzione storica e il coinvolgimento del pubblico che tale fenomeno riesce ad attivare, se padroneggiati e diretti da un mediatore per eccellenza quale è il public historian, accrescono il ruolo che la conoscenza del passato ricopre nella società e nella vita degli individui, contribuendo allo sviluppo di nuove prospettive per l’applicazione della storia.
The topic of the thesis is the analysis of the reenactment, one of the forms of applied history of the Public History, discipline born in the late seventies in the US, which has the objective of bringing history outside of the universities, communicating it to a nonN academic audience. In this sense, the reenactment ("rievocazione storica" in italian) is among the most effective tools to reach a wide and diverse audience, which generally would not have had the opportunity to approach such historical issues. The aim of this paper is to analyze the methods and purposes by which it is realized the historical reenactment by considering qualitative and quantitative surveys elaborate on this phenomenon by foreign authors. First, it will provide a theoretical framework to the reenactment phenomenon within the Public History, exposing the most recent work on this discipline. Secondly, it will be proposed a definition of the reenactment and its various practical applications such as, for example, the experimental and reconstructive archeology, living history, storytelling and more. The analysis will continue on the "places" of the historical reenactment, or where it is made, and who are those who practice this activity, citing data provided by anthropological research done on the reenactment. We will later define a series of case studies, bringing the experience of the writer in the organization of the historical reenactment "Mutina Boica". In conclusion, the existing connections between the world of the universities and the reenactment will be defined, going to envisage some future scenarios of development of the reenactment and new forms of applied history.
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Marcuz, Elisa <1987&gt. « Determinazione di proxy climatici in sedimenti per ricostruzioni ambientali : un approccio analitico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7693.

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Résumé :
In paleoceanografia il termine biomarker viene utilizzato per indicare molecole organiche che si trovano nei sedimenti e che vengono prodotte da una grande varietà di organismi sia acquatici che terrestri. Un’ importante caratteristica dei biomarcatori è che, dopo la loro biosintesi, e dopo la morte dell’organismo produttore, si depositano nei sedimenti in una forma riconoscibile in termini di struttura originaria e di configurazione sterica.L’utilità dei composti organici come paleoproxy dipende dalla loro resilienza ai processi di degradazione durante la sedimentazione e dopo l’incorporazione nel sedimento. Mentre alcune molecole risultano molto resistenti alla degradazione, altre, come gli amminoacidi ed i carotenoidi, vengono a mala pena conservati nei sedimenti. L’effetto generale della diagenesi è quello di ridurre la quantità assoluta di tutte le classi di composti all’aumentare delle profondità della colonna d’acqua e del sedimento.I biomarcatori più utilizzati come proxy climatici sono gli alchenoni C37. Queste molecole hanno un diverso grado di insaturazione (esiste la forma diinsatura, triinsatura e tetrainsatura), a seconda della temperatura in cui crescono gli organismi che le producono. Tale informazione rimane registrata nei sedimenti e consente di calcolare un indice (Uk’37) che permette di ricavare la temperatura superficiale dell’acqua (SST). Ad oggi non esistono standard di riferimento disponibili in commercio per la determinazione degli alchenoni. Tra gli scienziati che si sono dedicati allo studio di tali molecole vi sono il Prof. J. R. Maxwell della University of Bristol che è riuscito a ricavare un proprio standard di riferimento sintetizzando chimicamente gli alchenoni in laboratorio e gli scienziati della Woods Hole Oceanographic Institution (WHOI) che li hanno estratti da colture in laboratorio di Isochrysis galbana. Per quanto riguarda l’aspetto strumentale, le misurazioni vengono fatte con il GC – FID che risulta essere poco selettivo. Si ricercano, quindi, nuovi metodi che accoppino la fase preparativa già utilizzata e le analisi con GC ad alta risoluzione.
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Stella, Giuseppe. « Tecniche geostatistiche per la ricostruzione di serie di deflussi giornalieri in bacini non strumentati ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Il presente lavoro di Tesi si pone come obiettivo principale l’applicazione di alcune tecniche di interpolazione geostatistica per la ricostruzione di serie storiche di portata media giornaliera in bacini non strumentati. In particolare, vengono confrontate l’Ordinary Kriging, che considera la variabile regionalizzata definita su supporto puntuale, ed il Top-Kriging, che lavora invece su un supporti areali coincidenti con le aree dei bacini imbriferi considerati. I due metodi sopracitati vengono successivamente confrontati con due di tipo deterministico, il primo si basa sulla media aritmetica dei deflussi giornalieri specifici dei siti più vicini, mentre il secondo attribuisce dei pesi alle stazioni limitrofe in relazione al quadrato dell’inverso della distanza dalla sezione d’interesse. Le prestazioni dei modelli proposti sono quantificate attraverso una procedura di cross-validazione, nota come leave-one-out, che simula in corrispondenza di ogni idrometro considerato le condizioni di sezione fluviale sprovvista di osservazioni. L’analisi è stata condotta su 16 bacini appartenenti alla regione Trentino-Alto Adige per un arco temporale compreso tra il 01/01/1994 ed il 31/12/2009. L’analisi ha considerato diverse parametrizzazioni dei modelli geostatistici, rivelandone una elevata accuratezza di stima. Detta accuratezza è risultata decisamente superiore a quella delle tecniche di tipo deterministico considerate nello studio, risultate inadeguate per una ricostruzione realistica delle serie di portata media giornaliera nell’area di studio.
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Tripoli, Massimiliano. « L'impianto di protesi al silicone per la ricostruzione delle articolazioni metacarpofalangea ed interfalangea prossimale ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/174.

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Le protesi articolari digitali per le articolazioni metacarpofalangea ed interfalangea prossimale vengono utilizzate da molti anni per il trattamento della artrite reumatoide e della artrosi post-traumatica, poiche' permettono di ridurre il dolore e l'instabilita' articolare, e di ripristinare la funzionalita' delle dita. L'impianto di protesi al silicone, di ultima generazione, rispetto alle protesi precedenti, riduce il tasso di complicanze postoperatorie, incrementando significativamente il range motorio articolare.
The metacarpophalangeal and the proximal interphalangeal joints have been performed for many years as part of the treatment for rheumatoid arthritis and post-traumatic arthritis, because they are able to reduce the pain and the instability of the joints, restoring the joint motion. The last generation silastic joint prosthesis has a minor rate of post-operative complications, increasing the range of motion moe than the prosthesis of the old generation.
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RAIMONDO, VALENTINA. « L'ARCHIVIO NINO FRANCHINA. DOCUMENTI E IMMAGINI PER LA RICOSTRUZIONE CRITICA DI UNA VICENDA ARTISTICA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/172666.

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Nino Franchina Archive. Documents and images for a critical reconstruction of an artistic event. PhD thesis by Valentina Raimondo The purpose of the research was to reconstruct the artistic path of the Sicilian sculptor Nino Franchina considering his work from the beginning of his career during the Thirties until 1987 when he died. The author of the text have tried to consider the most relevant events that occurred in the sculptor’s life, the main artworks he have realized and, in the meantime, to show which artists have inspired his work. The fundamental instrument, used by Raimondo, to achieve the aim of the research is the consultation of the materials preserved in Nino Franchina Archive in Rome. Thanks to the numerous documents, drawings, sculptures and photos that the writer has found inside the archive it was possible to evaluate in an appropriate manner the artist’s figure and to unearth it from the oblivion of the past twenty years.
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Olianas, Rachele. « Ricostruzione dell'evento alluvionale del fiume Enza del dicembre 2017 mediante modellazione bidimensionale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Il presente lavoro ha l’obiettivo di riprodurre l'evento di esondazione del fiume Enza, verificatosi nel dicembre 2017 in corrispondenza di Lentigione (RE), riproducendone le condizioni in alveo e le dinamiche di esondazione nei territori alluvionati. La metodologia adottata prevede l’impiego congiunto del codice di calcolo HEC-RAS e di strumenti GIS. Le condizioni di deflusso dell’evento di piena lungo il fiume Enza sono state riprodotte mediante il software HEC-RAS, tramite il quale è stato possibile anche simulare il sormonto dell’argine destro, con conseguente formazione di una breccia, e la propagazione delle acque di esondazione nell’area circostante, schematizzata mediante approccio 2D. In assenza di osservazioni delle portate in alveo, le simulazioni considerano tre distinti scenari, ciascuno dei quali associato ad un differente idrogramma di piena ottenuto a partire dai livelli idrometrici osservati ed adottando diverse equazioni della scala di deflusso, o da studi di letteratura. Ogni modello sviluppato è calibrato identificando il valore ottimale della scabrezza dell’alveo principale e delle golene, espressa in termini di coefficiente n di Manning, che permette di riprodurre il sormonto dell’argine nella posizione e secondo le tempistiche realmente verificatesi. I risultati ottenuti individuano le mappe di allagamento che, dal confronto e sovrapposizione in ambiente GIS con i dati osservati durante l’evento, consentono di individuare il modello che meglio rappresenta le reali dinamiche di inondazione in termini di estensione dell’area allagata, tiranti raggiunti e volumi fuoriusciti. Il presente lavoro ha consentito di trarre importanti considerazioni sulle conseguenze che le incertezze e semplificazioni in input a questo tipo di modelli comportano, nonché fornire una quantificazione dettagliata delle sollecitazioni idrauliche (ad esempio tiranti e velocità delle acque di esondazione) che hanno interessato l’area di studio.
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Franchini, Marco. « Sviluppo di uno strumento per il test di algoritmi di ricostruzione ed elaborazione di bioimmagini ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20994/.

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Résumé :
In questo elaborato di tesi è stato sviluppato uno strumento per il test di algoritmi di ricostruzione e segmentazione di immagini mediche. Il software è stato ottimizzato adattandolo alle nuove possibilità offerte dalle ultime versioni su Matlab ed è stato ampliato aggiungendo una sezione per la segmentazione delle bioimmagini. Il metodo di ricostruzione implementato è quello di filtered back projection, un algoritmo efficiente dal punto di vista computazionale che tuttavia causa un aumento del rumore nell’immagine. Per questo motivo, sia durante la ricostruzione dell’immagine che a termine del processo analitico vengono mostrate visivamente le differenze introdotte dal filtraggio: in questo modo l’utente può valutare l’effetto di diversi filtraggi sulla qualità dell’immagine. Per quanto riguarda le tecniche di segmentazione, sono stati scelti approcci automatici che limitano l’intervento dell’operatore minimizzando la variabilità intra- ed inter- operatore nei risultati finali.
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Patrizi, Veronica. « Metodologie per la fotogrammetria e la ricostruzione tridimensionale basate su sistemi aerei a pilotaggio remoto ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
L’elaborato di tesi si incentra sulla comparazione e sulla consecutiva valutazione di tre software fotogrammetrici Structure from Motion per la modellazione 3D di un edificio. Nella prima parte, si espongono i principi analitici e teorici dell’arte fotogrammetrica e della strumentazione in essa impiegata. Nella seconda parte, si fornisce, per ogni software, una panoramica del processo elaborativo step-by-step. Si procede, poi, alla valutazione della ricostruzione e alla descrizione degli errori rilevati durante il processing del modello. Infine, si propone un’analisi comparativa dei risultati secondo svariati criteri: tempo di elaborazione del modello, strumenti di editing propri dei singoli software, automatizzazione del processo di ricostruzione 3D.
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Morotti, Roberto. « Architettura temporanea nella ricostruzione post-sisma : progetto per le attività commerciali di Concordia sulla Secchia ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/6409/.

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Mancini, Chiara. « Metodo dell'ortante per la ricostruzione di immagini con rumore di Poisson mediante regolarizzazione in norma L1 ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18231/.

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Résumé :
Il problema di ricostruzione di immagini solitamente prende in considerazione immagini corrotte da rumore di tipo Gaussiano bianco. Per alcuni tipi di immagini però il rumore prevalente è il rumore di Poisson, generato dal conteggio dei fotoni nella fase di registrazione dell’immagine. In questa tesi si è considerato il problema di ricostruzione di immagini affette da rumore di Poisson, con regolarizzazione in norma L1. Partendo dal metodo OWL-QN presente in letteratura per la minimizzazione di una funzione regolarizzata in norma L1, si sono proposte alcune modifiche che tengano in considerazione le caratteristiche del problema in esame. I nuovi metodi sono stati testati, provando la loro superiorità rispetto al metodo OWL-QN.
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Conti, Francesco. « Berlino oltre la "ricostruzione critica" : proposta di intervento per il comparto Hertzallee Nord nella City West ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Dopo la caduta del Muro, la città di Berlino è stata oggetto di un dibattito teorico-architettonico di respiro mondiale. Il modello di “ricostruzione critica”, che ne è uscito vincitore, si è tuttavia imposto in maniera assiomatica e la sua ripetizione su larga scala comporta il rischio del venir meno della complessità urbana figlia della travagliata storia della capitale tedesca. Pertanto, l’indagine progettuale - che si svolge nell’eccezionale cornice del comparto di Hertzallee Nord nel cuore della City West centro culturale, commerciale e turistico di Berlino - trae spunto da visioni alternative alla città immaginata da Hans Stimmann. In opposizione alle previsioni di edificazione diffusa, nel progetto viene dato largo spazio alle zone verdi, di cui una parte è pensata come estensione del limitrofo Großer Tiergarten e l’altra accoglie il circo che si è stabilito ormai da anni nell’area. A tale risultato si perviene grazie alla concentrazione dei volumi in un grande edificio-piattaforma, generato dalle variazioni prodotte da un sistema sequenziale di setti; esso intende proporsi come “condensatore sociale urbano”, in cui le attività ormai consolidate nel comparto (legate all’università, all’autostazione e agli spazi turistico-ricreativi) possano coesistere dinamicamente. Al grande sviluppo orizzontale dell’opera fa da contrappunto la verticalità di una torre-studentato, che emerge dalla piattaforma stessa grazie alla prosecuzione in elevato di alcuni dei setti. Essa, assieme ad un planetario sferico, si affaccia sulla copertura dell’edificio, nuovo suolo sopraelevato e futuro aggregatore della socialità urbana.
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Michelotto, Lisa. « INGEGNERIA DEI TESSUTI E CELLULE STAMINALI ADULTE. TECNICHE PER LA RICOSTRUZIONE IN VITRO DI TESSUTI GHIANDOLARI ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3427486.

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Résumé :
The aim of the first part of the PhD was the study and the improvement of the in vitro differentiation conditions of pluripotent human liver stem cells, HLSCs, into hepatocytes. After the evaluation that these cells cultivated in collagen sponge and in static conditions do not allow a good distribution in all the scaffold and that cells remain in a indifferential status, dynamic cultures were performed by using a bioreactor to assure a correct medium perfusion. Moreover, we performed co-coltures of HLSCs with hepatic stellate cells (Ito) in a medium for hepatocytes and in a medium for stem cells to investigate how the variation of a medium can influence the stem condition of cells. Morphological, histological, cells proliferation and genic expression analysis demonstrated how the use of a bioreactor and the employment of a stem cells medium, guarantee first of all HLSC’s organization in typical liver clusters up to the sponges deepest layers and the increase of the functional differentiation in a population of mature hepatocytes. In the second part of the PhD, the in vitro stem cells differentiation in Langerhans Islet by using biomaterials was studied. During the first step of the study we used Beta cells in order to understand in which form of benzilic ester scaffold cells can grow better. The more appropriate conditions concerns the use of sponges. However, cells showed a low proliferation rate and so we used Mesenchymal Stem Cells (MSC). Co-coltures of MSC with Beta cells by using different medium are still in progress to evaluate the differential status of Mesenchymal Stem Cells.
Nella prima parte del dottorato è stato effettuato lo studio e il miglioramento delle condizioni del differenziamento in vitro di cellule staminali pluripotenti presenti nel fegato, le HLSC, in senso epatico. Dopo aver valutato che la semina in condizioni statiche di tali cellule in spugne di collagene non permetteva una buona distribuzione in tutto lo scaffold e queste rimanevano per lo più indifferenziate, sono state effettuate delle colture dinamiche utilizzando un bioreattore per garantire una corretta perfusione del terreno di coltura. Inoltre sono state effettuate sia delle co-colture di HLSC con le cellule Ito del fegato sia semina in un terreno normalmente utilizzato per la coltura di epatociti e in un medium per cellule staminali, per valutare come la variazione di un terreno di coltura potesse influire sulla staminalità delle cellule. Sono state effettuate analisi morfologiche, istologiche, di proliferazione cellulare e di espressione genica delle colture. Queste hanno dimostrato come l’utilizzo di un bioreattore e di un terreno per cellule staminali possa permettere l’organizzazione delle HLSC in clusters tipici del fegato fino a strati profondi della spugna e l’aumento del differenziamento funzionale in una popolazione di epatociti maturi. Un’altra parte del dottorato è stata improntata nello studio del differenziamento in vitro di cellule staminali in Isole di Langerhans all’interno di biomateriali. Durante una prima fase di studio si sono utilizzate cellule Beta del pancreas per capire in quale forma di scaffold a base dell’estere benzilico dell’acido ialuronico potessero crescere meglio. La situazione migliore riguardava l’uso di spugne. Avendo però le cellule una scarsa capacità proliferativa, si è deciso di utilizzare come alternativa le Cellule Staminali Mesenchimali (MSC) e sono state effettuate prove di co-colture con cellule Beta utilizzando terreni diversi per valutare lo stato differenziativo delle MSC. Tali prove sono ancora in corso.
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Compostella, C. « PALEOSUOLI ED ALTRI ARCHIVI PALEOAMBIENTALI PER LA RICOSTRUZIONE DELLE FLUTTUAZIONI OLOCENICHE DELLA TREELINE ALPINA E APPENNINICA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/169981.

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Résumé :
The aim of this research is the reconstruction of Holocene environmental changes at the treeline in three study areas along a gradient from continental to oceanic climate; the study was carried out in two areas in the Central Italian Alps (Valtellina and Val Camonica) and in one in the Northern Apennines (Mt. Cusna area). To outline the complex interactions between soil, vegetation, climate and human activity, a multidisciplinary approach was necessary, combining pedological and paleopedological investigation, soil micromorphology, pedoanthracology, macroremains analysis and dendrochronology. Firstly, we characterized current soils to outline present relations between soil, climate and vegetation. These results were necessary to correctly interpret data from the subsequent paleosol analyses. Paleopedological study, through the identification of forest paleosols above the current treeline, allowed to identify the altitudinal shift of the treeline during the Holocene. Micromorphological analyses highlighted processes driving soil development; we could analyze the parent material effect on soil development, correlate different sampling site and identify different climatic phases that have affected study areas. Macroremains and charcoals analyses allowed to reconstruct vegetation compositions during the different climatic phases. Macroremains analysis was performed on peat samples and allowed a detailed environmental reconstruction. Charcoals were extracted from soil samples and were identified to reconstruct forest composition at the treeline; we performed also the identification of insect exoskeleton fragments found in soils, which provided detailed paleoecological information. Dendrochronological analysis was performed along altitudinal transects, in order to estimate the effect of the current warming on vegetation and to assess how treelines respond to climate change, in order to better interpret data about the past fluctuations. In the Alpine sites we focused on Podzols, typical soils linked to conifer forest cover; podzols were sampled at different elevations, along an altitudinal transect from closed forest to alpine grassland; we compared their macroscopical, physical, chemical and micromorphological characteristics, to asses if the profiles above the present treeline are in equilibrium with the present environmental conditions or if they are relict soils formed under more favorable climate conditions with higher treeline. Our analysis confirmed the second hypothesis; Podzol above present treeline are relict soil, very well preserved, with the same translocation rate of the lower ones and without traces of regressive pedogenesis. The identification of relict Podzols allowed to estimate a minimum rise of 250 m of the treeline probably during the Holocene climatic optimum. In this study area we performed also a macroremains analysis in two peatlands, to correlate vegetation history with forest paleosols; a tree log found at the base of one peat section was AMS dated to 9090y cal BP, suggesting that the rise of the treeline to higher elevations occurred in the early Holocene. On the Apennines we performed two main studies, the first with multidisciplinary approach (field observation, pedoanthracological analysis, soil micromorphology and dendrochronology) to reconstruct Late Holocene soil evolution and environmental changes at the treeline, and the second with micromorphological approach, to outline processes of soil evolution and to outline how micromorphology can help in reconstructing environmental change in areas where paleosols are available as proxy archives. In the first study, we described nine soil and paleosols profiles across the present treeline; physical and chemical analyses, pedoanthracological and micromorphological observations were carried out and tree ring analysis was performed to outline recent disturbance events. All studied soils consisted of two superimposed units. The lowermost, with a well developed B horizon, is the result of intense brunification process, the superficial unit, up to 1 m thick, consists of colluvium deposits with poorly developed pedogenesis. Below the present treeline, Abies and Fagus dominated the anthracological assemblages in the buried B horizon and Abies charcoals were AMS dated to 790-670 y cal BP. Above the treeline, Abies and Laburnum dominated the anthracological assemblages in the buried B horizon and Laburnum charcoals were dated to 3920-3700 cal BP; the anthracological assemblages in the buried overlying Ab horizon was dominated by Abies, Laburnum and Vaccinium with abundant insect remains dated to late Middle Age. Our analyses indicate the occurrence of forests well above the present treeline in the Early-Mid Holocene;. the lowering of the treeline probably started during Late Holocene but open forest or treed heathland occurred at high altitude until recent times. Colluvial episodes and the burial of paleosols probably took place through successive events during Modern Age; tree ring analysis indicated that such phase occurred at least during the 18th and early 19th century. In the second study on the Apennines, we focused on the potentiality of micromorphology as a tool for paleoenvironmental reconstruction in areas were paleosols are available as proxy archives. We studied nine soil profiles across the present treeline; from field observations it was possible to divide all the profiles into two main units: the upper one, the recent soil of colluvial origin, and the deeper one, the underlying buried, more developed paleosol. The micromorphological approach provided detailed information concerning the nature of the two sequences: we could reconstruct four principal phases of paleosol development, identify multiple colluvial layers and determine the origin of the colluvial material. So we demonstrated that the micromorphology approach represents a powerful tool in multidisciplinary paleoenvironmental study, due to the high level of resolution in outlining the successive phases of soil evolution. Finally, we analyzed the response of the treeline to the current global warming; so, we performed a detailed, individual-based survey of different treeline types in our study areas, to assess treeline structure and dynamics in areas with different treeline type, species composition and bioclimatic conditions. All the tree individuals were recorded and described along altitudinal transects from the closed forest to the species limit; the age of each individual was assessed through a core or estimated through the individuation of annual growth units, using a method purposely developed. The structure and dynamics of the treeline ecotone was described through the main altitudinal limits and the abruptness pattern of tree height, density and age. Our study showed that treeline was markedly different in the three areas, with diffuse treeline on the Alps, but with advancing dynamics only in one site (Valtellina), and abrupt and completely static treeline on the Apennines, even if the climatic parameters at the species limit were much more favourable than the alpine ones. A main role is probably played by species composition which is in turn determined by bioclimatic features and historical events. In conclusion, we demonstrate the importance of a multidisciplinary approach to paleoclimate studies, to overcome the not uniform distribution of paleoenvironmental archives; an approach combining abiological and biological disciplines has proved to be useful to understand the response of the treeline to the past and present climate changes. Soils have proved to be excellent palaeoenvironmental archives; micromorphological analysis, in particular, is able to show the temporal succession of the different phases of soil evolution and the corresponding environmental. The present research also underlines the importance of monitoring the current situation in order to better interpret the palaeoenvironmental evidence; the responses of vegetation to climate change at high altitude are not linear, although they are obviously climate-dependent. It has been observed how the treeline position is influenced by the bioclimatic profile of the different study areas and by the species composition of arboreal vegetation at its altitudinal limit. This information must be taken into account, both for the interpretation of palaeoenvironmental data and in the case of predictive studies, aiming to model the response of ecosystems to current climate change.
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Costa, Jacopo. « Dense image matching per la ricostruzione tridimensionale di monumenti storici da immagini acquisite con camere non metriche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Lo sviluppo tecnologico degli ultimi anni ha permesso di incrementare notevolmente le prestazioni dei personal computer e la qualità delle fotocamere digitali, consentendo la possibilità di acquistare tali prodotti a prezzi sempre più contenuti. Le attuali e rilevanti capacità computazionali dei processori e la possibilità di acquisire sempre più facilmente immagini digitali ad alta risoluzione hanno favorito l’incontro delle tecniche proprie della Computer Vision con quelle della fotogrammetria digitale terrestre (close range photogrammetry). Sotto queste premesse negli ultimi anni si è registrato un notevole sviluppo degli algoritmi di ricostruzione tridimensionale a partire da immagini digitali (algoritmi image-based), che al giorno d’oggi permettono elaborazioni automatiche in tempo reale senza sacrificare l’accuratezza metrica, rendendo possibile ottenere prodotti sempre più analoghi a quelli derivabili da scansioni laser con costi decisamente inferiori. Si è quindi voluto indagare quale fosse la validità dei prodotti restituiti con tali algoritmi eseguendo un rilievo fotogrammetrico e una scansione laser della facciata della basilica di Sant’Apollinare Nuovo a Ravenna. Per ogni prodotto ottenuto sono state effettuate analisi qualitative e quantitative per poter giungere a un giudizio critico sull’efficacia di tali algoritmi, in relazione ad un loro reciproco confronto e al paragone con la consolidata tecnica del rilievo laser scanner.
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Masina, Elena. « Ricostruzione digitale e analisi storica : il progetto di Giuliano da Sangallo per il Mausoleo di Giulio II ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13226/.

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Résumé :
Questa tesi si pone l’obiettivo di proporre una ricostruzione digitale relativa al mausoleo commissionato nel 1505 da Papa Giulio II all’architetto Giuliano da Sangallo e di sviluppare una metodologia capace di restituire sia i caratteri del progetto Sangallesco sia i dubbi, le incertezze, le criticità che emergono dalla ricostruzione tridimensionale di un progetto di cui rimangono solo una pianta e un alzato. l progetto è infatti relativo ad un manufatto mai realizzato, e l’oggetto della presente tesi di laurea è stato quindi duplice: 1) Ricostruire tridimensionalmente il progetto 2) Sviluppare una metodologia capace di permettere una lettura critica della ricostruzione realizzata a partire dai documenti originali e con l’ausilio del maggiore studioso di Giuliano da Sangallo oggi vivente, che è anche correlatore della tesi.
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Pecciarini, Francesco. « Ricostruzione con metodi geofisici dell'assetto geo-morfologico di un tratto della valle dell'Adige per potenziali applicazioni idrotermali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13358/.

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Nella valle dell’Adige (BZ) due pozzi, a pochi chilometri di distanza, hanno evidenziato la presenza di altrettanti acquiferi termali collocati in contesti geologici-idrodinamici diversi. Queste differenze hanno motivato uno studio geofisico del tratto di valle compreso tra Sinigo e Postal per ricostruirne l’assetto geo-morfologico ed effettuare valutazioni sull’area potenzialmente sfruttabile dal punto di vista idrotermale. L’approccio d’indagine scelto è noto come sismica passiva, una tecnica che attraverso il rumore sismico ambientale misura le frequenze di risonanza del sottosuolo, riconducendole alla profondità del bedrock. I due pozzi sono stati utilizzati come verticali di taratura delle indagini geofisiche. Le 66 misure effettuate hanno permesso di ricostruire la morfologia del bedrock, che è apparsa complessa e legata soprattutto all’erosione fluvio-glaciale della valle. Un secondo riflettore, che rappresenta un acquitarde regionale profondo, è stato individuato all’interno della copertura quaternaria. E’ stata inoltre trovata una correlazione tra la litologia della roccia profonda e la geometria dei picchi di risonanza. Infine vengono fornite indicazioni, generiche, sulle profondità ed ubicazioni dello strato che potrebbe contenere l’acquifero.
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Chehaimi, Omar. « Parallelizzazione dell'algoritmo di ricostruzione di Feldkamp-Davis-Kress per architetture Low-Power di tipo System-On-Chip ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13918/.

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Résumé :
In questa tesi,svolta presso il CNAF,si presentano i risultati ottenuti nel lavoro svolto per la parallelizzazione in CUDA dell'algoritmo di ricostruzione tomografica di Feldkamp-Davis-Kress (FDK),sulla base del software in versione sia sequenziale che parallela MPI,sviluppato presso i laboratori del X-ray Imaging Group.Gli obbiettivi di questo lavoro sono principalmente due:ridurre in modo sensibile i tempi di esecuzione dell'algoritmo di ricostruzione FDK parallelizzando su Graphics Processing Unit (GPU) e valutare,su diverse tipologie di architetture,i consumi energetici.Le piattaforme prese in esame sono:SoC (System-on-Chip) low-power, architetture a basso consumo energetico ma a limitata potenza di calcolo,e High Performance Computing (HPC),caratterizzate da un'elevata potenza di calcolo ma con un ingente consumo energetico.Si vuole mettere in risalto la differenza di prestazioni in relazione al tipo di architettura e rispetto al relativo consumo energetico.Poter sostituire nodi HPC con schede SoC low-power presenta il vantaggio di ridurre i consumi, la complessità dell'hardware e la possibilità di ottenere dei risultati direttamente in loco.I risultati ottenuti mostrano che la parallelizzazione di FDK su GPU sia la scelta più efficiente. Risulta infatti sempre,e su ogni architettura testata,più performante rispetto alla versione MPI,nonostante in quest'ultima venga parallelizzato tutto l'algoritmo.In CUDA invece si parallelizza solo la fase di ricostruzione.Inoltre si è risusciti a raggiungere un'efficienza di utilizzo della GPU del 100%.L'efficienza energetica rapportata alle prestazioni in termini di tempo è migliore per le architetture SoC rispetto a quelle HPC.Si propone infine un approccio ibrido MPI unito a CUDA che migliora ulteriormente le prestazioni di esecuzione.Il filtraggio e la ricostruzione sono operazioni indipendenti,si utilizza allora l'implementazione più efficiente per la data operazione,filtrare in MPI e ricostruire in CUDA.
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Strazzi, Sofia. « Studio di tecniche di machine learning per la ricostruzione del barione charmato Λc in ALICE ad LHC ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/19155/.

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Résumé :
L'esperimento ALICE (A Large Ion Collider Experiment), situato al Large Hadron Collider (LHC) del CERN, è dedicato allo studio delle collisioni tra ioni pesanti ultrarelativistici, in particolare di ioni di piombo, fino ad energie di 5.5 TeV per coppia di nucleoni nel centro di massa. L'obbiettivo principale dell'esperimento è indagare lo stato della materia che si forma in condizioni di alta temperatura e densità di energia, noto come Quark-Gluon Plasma (QGP). Il QGP risulta essere difficilmente osservabile e avendo una vita media estremamente breve, le prove della sua esistenza sono tutte dovute a misure indirette. Uno degli strumenti fondamentali per investigare le sue proprietà è lo studio dei quark pesanti. Essi infatti, grazie alle loro masse elevate, vengono prodotti nelle primissime fasi della collisione e, propagandosi all'interno del mezzo, interagiscono con i suoi costituenti durante tutta l'evoluzione del sistema, fornendo misure sulle sue proprietà. In particolare, in questa tesi è stato preso in considerazione il barione charmato Λc^{+} nel suo canale di decadimento Λc^{+} → p + Ks^{0}. A causa delle breve vita media e del basso rapporto tra segnale e fondo, la ricostruzione di tale particella risulta complicata e si rende necessario l’uso di tecniche di analisi multivariata, che permettono di considerare contemporaneamente e indipendentemente più variabili per evento, e di sfruttare tutte le informazioni disponibili attraverso metodi di machine learning. Nella presente tesi sono state analizzate e confrontate tre diverse tecniche per l’estrazione del segnale: i tagli rettangolari, le reti neurali e i Boosted Decision Tree (BDT). Viene in particolare riportata una descrizione dei tre metodi, compresi i principi di funzionamento e i parametri di configurazione adottati, e un confronto tra le loro performance.
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