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Stella, Aldo, John L. Dennis et Chiara Nucci. « La spiegazione psico-logica di un comportamento : riflessioni su un possibile modello ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (mars 2012) : 479–503. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-004001.

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Résumé :
La ricerca si incentra sulla spiegazione delle azioni e dei comportamenti e si propone l'obiettivo di confrontare la spiegazione meccanicista, da molti considerata l'unica spiegazione scientifica, con la spiegazione ermeneutica, che comprende anche la spiegazione intenzionale, fondantesi su ragioni, piuttosto che su cause. Se il sillogismo pratico esplicita la ragione, che sta alla base di un'azione e che e indicata nelle premesse, allora il pensiero esprime il suo potere causale in ordine al configurarsi dei comportamenti. Si viene cosi a delineare una spiegazione che, poiche rende manifeste inferenze, presenta il rigore della logica e si esprime nella forma di sillogismi condizionali. Tuttavia, poiche ha a che fare con ragioni e significati, che giustificano le azioni intenzionali, non si riduce alla semplice spiegazione meccanicista. Quando compaiono i significati, i processi di elaborazione cessano di essere solo automatici ed entra in gioco la soggettivita. La dimensione formale e sintattica viene integrata dalla dimensione semantica e la funzione cognitiva diventa funzione ermeneutica, che e frutto del pensiero cosciente e si esprime mediante la lingua naturale. Quest'ultima, nel suo valere come meta-linguaggio, consente di formulare la spiegazione come un discorso, il quale, adeguatamente rigorizzato, configura la "spiegazione psico-logica", che emerge oltre le spiegazioni meccaniciste e fisicaliste, pur conservandone la scientificita
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2

Dugo, Sandra. « Leopardi il filosofo poetante ». Revista Italiano UERJ 11, no 2 (28 février 2021) : 29. http://dx.doi.org/10.12957/italianouerj.2020.58073.

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Résumé :
Proponiamo uno studio interpretativo del pensiero poetante di Giacomo Leopardi, approfondendo l’analisi filologica di alcuni versi poetici e di alcune riflessioni estratte da Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura, conosciuti come Zibaldone. Il nostro Recanatese ha creato un’originale teoria di filosofia sull’esistenza umana, sulla vita, e sul metodo più adatto per intraprendere la ricerca della felicità, desiderio inarrestabile dell’uomo di ogni epoca. Non c’è alcun dubbio nel definire Leopardi filosofo esistenzialista. Anticipatore del nichilismo di Friedrich Nietzsche, riesce a proporre una filosofia i cui concetti principali sono: il nulla nichilistico, la ragione umana, la verità, la teoria della felicità, accogliendo l’interpretazione del filosofo italiano Emanuele Severino, del critico letterario Antonio Prete. L’obiettivo di questo studio non è esaustivo in questa sede, ma vuole dimostrare che l’interpretazione tradizionale del pessimismo individuale e cosmico del poeta è assolutamente riduttiva e insufficiente per comprendere la base teorica delle riflessioni di tutte le opere leopardiane. Lo Zibaldone non va letto come un insieme di pensieri confusi, privi di una connessione logica, perché sono in realtà un sistema di riflessioni basate su dimostrazioni certe, alla cui base vive uno scetticismo ragionato e dimostrato con una grande forza psichica in ogni sua pagina.
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Possenti, Vittorio. « La bioetica alla ricerca dei principi : la persona ». Medicina e Morale 41, no 6 (31 décembre 1992) : 1075–96. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1992.1082.

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Résumé :
Lo studio, premettendo che appare in questione il significato stesso dell'impresa etica nella vita umana, ritiene imprescindibile che l'uomo si interroghi sul significato dell"'esser morali", che l'Autore individua nella ricerca della luce del bene nell'ambito più generale dell'apertura all'essere. Da ciò si evince che le problematiche bioetiche basate su modelli di razionalità formali-astratte di tecniche logico-formali o sul "contrattualismo morale" conducono ad una bioetica povera di contenuto e di senso. Assume, perciò, valore emblematico e costituisce un crocevia imprescindibile per la soluzione di molti dei problemi delia bioetica, l'indagine meditante sulla persona nella sospensione della fretta. Le scienze biologiche non possono sapere alcunché della persona: ciò è di pertinenza del metodo filosofico, che è di tipo ontosofico. L'approccio che l'Autore ritiene consigliabile in bioetica al riguardo è, perciò, quello di operare uno "sguardo" antologico sulla realtà, la vita e l'essere uomini, dal quale sguardo emerga l'originalità e la specificità dell'essere persona: in una parola si tratta dell'approccio del "personalismo antologico''. Lo studio prosegue con l'analisi critica delle risposte filosofiche contemporanee alle seguenti due domande: "che cosa è persona?" e "chi è persona?" e si conclude con una sezione dedicata all'argomentazione in base a cui possibile attribuire lo status di persona all'embrione.
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Biorcio, Roberto, et Paolo Natale. « LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 3 (décembre 1989) : 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Résumé :
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Serra, Angelo. « The human embryo : a disposable “mass of cells” or a “human being” ? » Medicina e Morale 51, no 1 (28 février 2002) : 63–80. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.712.

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Nel 1986, a seguito dell’ingannevole introduzione dello stadio di “preembrione” nello sviluppo umano, il “neoconcepito” si vedeva negata la dignità di “essere umano” fino al 14° giorno dopo l’avvenuto concepimento e degradato a un “cumulo di cellule”. Anche la legge, sotto la pressione di una scienza senza valori e di una tecnologia imperante, in molte nazioni si adeguò, degradando l’embrione umano precoce a “oggetto disponibile” fino ad ammetterne la distruzione a scopo di ricerca, col pretesto di un suo minor valore di fronte a sperabili successi terapeutici. Un esame accurato e completo del processo di sviluppo dell’embrione umano in particolare, accompagnato da un’analisi di logica induttiva dello stesso processo, porta ad affermare con certezza che alla fusione dei due gameti un “reale individuo umano” inizia la propria esistenza o ciclo vitale, durante il quale - date tutte le condizioni necessarie e sufficienti - realizzerà autonomamente tutte le potenzialità di cui è intrinsecamente dotato. In realtà, sulla base di una buona scienza e di una corretta logica induttiva, l’embrione umano nei primi 14 giorni dal concepimento non è un mero “cumulo di cellule”, ma un reale “individuo umano”, e dell’individuo umano ha, perciò, la stessa dignità e gli stessi diritti.
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Brizzolara, Paola. « Qualche considerazione su processo diagnostico e lavoro analitico, alla luce dell'attuale interesse per la valutazione dimensionale ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (octobre 2011) : 33–41. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003003.

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Gli strumenti diretti a formulare la diagnosi secondo una logica dimensionale, come il PDM, indirizzano il ragionamento diagnostico non solo ad accogliere la soggettività del paziente, ma avvalendosi di un impianto epistemologico nutrito dalle logiche della Complessità e dal costruttivismo, promuovono il riconoscimento della diade pazienteterapeuta quale vertice osservativo del campo diagnostico. In tal senso, il lavoro della diagnosi presenta un'opportunità sia per estendere e rendere più raffinata la concettualizzazione del ruolo dell'analista, sia per riflettere su come i dati che emergono dalla valutazione possono essere impiegati nella pratica clinica. In particolare, attraverso la presentazione di una situazione clinica, è evidenziata l'importanza di una valutazione clinica aperta alla riformulazione lungo il lavoro terapeutico, per cogliere le nuove possibilità emergenti dal campo analitico nel momento presente, capace di comprendere e utilizzare le manovre implicite che il paziente mette in atto nella relazione terapeutica, alla ricerca dell'espansione della propria soggettività.
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Cerutti, Stefania. « Il turismo backpacker nell'esperienza degli studenti universitari : analisi di un caso italiano ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 1 (avril 2021) : 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2021oa11643.

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Il contributo è dedicato al turismo backpacker, considerato parte del più ampio segmento del turismo giovanile. L'origine e l'evoluzione di questa forma di viaggio sono presentati e discussi attraverso l'analisi di parte della letteratura sul tema del turismo "zaino in spalla"; emergono elementi e approcci definitori, ad oggi mescolati a motivazioni ed esperienze mutate e mutevoli. La logica orientata al mercato viene, infatti, arricchita da prospettive di natura geografica, sociologica e antropologica, capaci di far emergere caratteristiche e dinamiche backpacking di grande interesse. La ricerca condotta si propone di offrire un contributo al dibattito scientifico su questo filone di indagine, presentando dati e risultati di un caso studio italiano basato sulla domanda turistica backpacker di un campione di studenti universitari.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Pirni, Andrea. « Giovani e politica in Italia : gli studenti e la rielaborazione silenziosa del politico ». OBETS. Revista de Ciencias Sociales 8, no 2 (15 décembre 2013) : 315. http://dx.doi.org/10.14198/obets2013.8.2.05.

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L'articolo ha l'obiettivo di segnalare la dinamica di trasformazione dell'elaborazione del politico da parte dei giovani studenti italiani. Vengono presentate tre diverse coordinate attorno alle quali si è sviluppata la ricerca empirica italiana su giovani e politica e i rispettivi risultati. Successivamente vengono utilizzati i dati raccolti in una recente ricerca per presentare le discontinuità che propongono i “nuovi” giovani rispetto alle generazioni precedenti che costituiscono la base di una profonda trasformazione in corso della sfera del politico.
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De Paula, Ignazio Carrasco. « Etica della ricerca biomedica : la virtù oltre l’utile ». Medicina e Morale 49, no 5 (31 octobre 2000) : 869–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.768.

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Résumé :
La riflessione etica sulla ricerca biomedica si pone in un contesto ben definito: da un parte, l’accettazione dell’inevitabile coinvolgimento di soggetti umani; dall’altra, il riconoscimento della singolare preziosità del soggetto di studio e, di conseguenza, l’atteggiamento etico di rispetto e di responsabilità da parte del ricercatore. Su questa base, la ricerca dovrebbe procedere secondo un binomio inscindibile che pone su un piano egualitario sia la crescita qualitativa e quantitativa della conoscenza dell’uomo che la finalizzazione di tale progresso al servizio dell’uomo stesso. È proprio questa finalità bidimensionale che conferisce alla ricerca una portata virtuosa che trascende il carattere molte volte meccanico del metodo sperimentale. Il recente dibattito sulla clonazione terapeutica finalizzata all’ottenimento di cellule staminali si è focalizzato principalmente sui risultati che si spera di raggiungere in un futuro non prossimo. In questo modo, tuttavia, si è lasciato in ombra la questione fondamentale del senso di tale ricerca qua talis. La prevedibile debolezza degli argomenti addotti a favore della clonazione sembra essere anche una conseguenza di tale imperdonabile omissione.
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Mordacci, Roberto. « La corporeità disponibile ». Medicina e Morale 43, no 3 (30 juin 1994) : 491–509. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1994.1017.

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In questo articolo, che sarà pubblicato in due parti su numeri diversi della rivista, viene proposta un'analisi del significato morale della ricerca biomedica, in vista di una caratterizzazione etica della situazione di chi partecipa come volontario alla sperirnentazione di farmaci, con particolare riferimento alla fase 1. A partire dalla considerazione della natura propria della ricerca biomedica, intesa come ricerca di un sapere orientato al miglioramento della capacità di curare i malati, il significato etico della partecipazione di pazienti o soggetti sani alla sperimentazione è descritto come "disponibilità" a contribuire agli sforzi fatti dal ricercatore biomedico per soccorrere chi soffre. A tale atteggiamento si contrappone quello di "disposizione" della corporeità da parte di chi (soggetto o ricercatore) la considera come puro oggetto su cui sperimentare o per mezzo della quale trarre vantaggio. L'analisi dei risultati di un breve sondaggio fra i ricercatori e volontari sani sulle motivazioni del loro agire fornisce alcuni dati sulla difficoltà a tradurre nel concreto i valori percepiti alla base della ricerca: la motivazione prevalente alla partecipazione ad esperimenti risulta essere l'incentivo economico, mentre vi è scarso interesse per la effettiva rilevanza delle formalità della ricerca. Ne risulta che la prassi della sperimentazione sembra inscriversi per lo più in un atteggiamento diffuso di "disposizione" della corporeità propria o altrui.
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Bartole, Sergio. « SCIENZA POLITICA E DIRITTO : COMMENTO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no 1 (avril 1991) : 129–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200009849.

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IntroduzioneL'invito a intervenire sull'importante contributo di Leonardo Morlino (1989) mi consente di ritornare su un argomento — quello dei rapporti fra la scienza politica e la scienza del diritto costituzionale — cui ho già dedicato in altre occasioni una qualche riflessione (1985, 1986). Debbo confessare di guardare con un po’ di invidia all'iniziativa che Morlino ha preso di tracciare una sorta di bilancio dello stato della sua disciplina. Sono, in effetti, convinto che molto spesso gli studi di diritto costituzionale stiano procedendo senza una precisa consapevolezza della direzione da prendere, delle manchevolezza che li connotano e delle risposte di ordine scientifico che da essi si attendono: mancano adeguate meditazioni di ordine teorico e metodologico, e troppo spesso contributi monografici e saggistici nascono in obbedienza a quella che Morlino chiama una «logica esterna», e quindi senza una seria attenzione alla «logica interna» alla disciplina ed alle connesse preoccupazioni di ordine sistematico. Né vale rispondere che le preoccupazioni metodologiche e teoriche rappresentano fughe in avanti rispetto all'analisi e considerazione dei problemi concreti, di fronte ai quali soltanto ha senso proporre questioni di teoria e metodo, che, se formulate in astratto, restano nel limbo delle pie dichiarazioni di intenti, senza trovare adeguato riscontro nella attività pratica di ricerca. La mancanza di un bagaglio metodologico e teorico solo in apparenza allevia le fatiche del viaggiatore e, in realtà, lo obbliga a rifare il punto astronomico ad ogni giro di strada, anche al di là delle normali e corrette esigenze di una responsabile autocritica e di un doveroso autocontrollo.
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Inverso, Angelo Maria, Tiziana Frau, Elena Checchin et Alessia Minellono. « Prototipi clinici di ritirati sociali. Un approccio in seconda persona alla diagnosi ». PSICOBIETTIVO, no 2 (juin 2022) : 141–58. http://dx.doi.org/10.3280/psob2022-002012.

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Il lavoro che presentiamo è un tentativo di definire le caratteristiche di soggetti in età evolutiva, socialmente ritirati, in termini di stati mentali. Si caratterizza, altresì, per la metodologia di indagine che contempla un setting psicoterapeutico caratterizzato da "ascolto attivo" e atteggiamento non giudicante e non direttivo. La ricerca si compone di due fasi. La prima costituita dalla costruzione di prototipi, sulla base dell'osservazione clinica di soggetti in trattamento; la seconda dalla verifica su un campione di soggetti in trattamento della consistenza di tali prototipi. I risultati della ricerca, elaborati solo su base qualitativa, identificano, in una prima fase tre prototipi che abbiamo denominato: 1) mondo nemico aiuto inaccessibile o infido, con due varianti, rabbioso-ostile e sconfitta-umiliata; 2) diversità deviante; 3) straniamento non conflittuale a basso coinvolgimento. Nella seconda fase si sono evidenziate sia le peculiarità presenti nei diversi prototipi, nei termini di giudizio su di sé, sugli altri e sugli stati emozionali prevalenti nelle situazioni di esposizione sociale, sia le caratteristiche comuni a diversi prototipi. L'elaborazione statistica dei dati a nostra disposizione esula da questa analisi preliminare.
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Gennari, Marialuisa, et Giancarla Tamanza. « Incontrare i figli quando i genitori si separano. Il coinvolgimento dei figli nella valutazione psicogiuridica dell'idoneitŕ genitoriale ». INTERAZIONI, no 2 (février 2013) : 55–72. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-002006.

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Il contributo illustra una modalitŕ clinico-familiare di realizzare le Consulenze Tecniche nei procedimenti di separazione e divorzio. Essa si fonda su una concezione relazionale della genitorialitŕ, intesa come una "funzione triangolare" che si determina nell'interrelazione tra i due genitori, il figlio ed i rispettivi sistemi relazionali di origine. In tale prospettiva il criterio valutativo preminente dell'adeguatezza genitoriale non si limita a considerare le "capacitŕ accuditive" di ciascun genitore, ma pone al centro dell'attenzione la capacitŕ e la volontŕ di ciascun genitore di promuovere l'accesso simbolico e fattivo dei figli all'intero contesto relazionale, ovvero la capacitŕ di ciascuno, di mantenere e consolidare la "unitŕ genitoriale" nei riguardi del minore stesso. Da tale presupposti teorici č stato sviluppato, all'interno di una logica di ricerca quasi-sperimentale, un protocollo operativo semistandardizzato, sia per quanto riguarda la procedura di intervento, sia per quanto riguarda le tecniche e gli strumenti. Tale specifica modalitŕ di lavoro č illustrata anche attraverso la presentazione di un caso clinico che mette in evidenza come essa sia particolarmente idonea a promuovere un costruttivo ascolto del minore all'interno dei processi giudiziali.
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Caffi, Claudia. « La mitigazione : tappe di un itinerario di ricerca ». Normas 7, no 1 (23 juin 2017) : 4. http://dx.doi.org/10.7203/normas.7.10421.

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In questo articolo richiamerò i punti salienti del modello linguistico pragmatico integrato che ruota intorno al concetto multilivellare e multidimensionale di «mitigazione» (Caffi 2001, 2007) focalizzando l’attenzione su alcuni aspetti che sono stati lasciati in ombra o che, pur ribaditi in diverse sedi, non sono stati sufficientemente intesi, e aggiornandoli alla luce delle mie ricerche più recenti. Di un lungo percorso, con diverse digressioni e ritorni, riassumerò in forma distillata alcune tappe fondamentali per accennare infine ad alcune prossime tappe. Più specificatamente, il presente contributo si articola in tre parti che hanno i seguenti scopi: richiamare alcune definizioni, punti chiave e sfondi teorici alla base del mio modello. Con un’operazione selettiva molto drastica, metterò in risalto i concetti che ritengo fondamentali;richiamare il criterio euristico alla base delle tipologie formali e funzionali proposte in Caffi (2001, 2007); accennare all’estensione delle applicazioni del modello, in diamesia e diafasia, a un genere particolare di testo scritto, il testo scientifico di ricerca biomedica.
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Altavilla, Annagrazia, et Alessandro Dell’Erba. « La ricerca sulle cellule staminali : la nuova sfida dell’Europa unita ». Medicina e Morale 53, no 6 (31 décembre 2004) : 1133–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.621.

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La ricerca sulle cellule staminali rappresenta uno dei settori più promettenti della biotecnologia, in quanto offre la possibilità di sviluppare nuovi metodi per riparare o sostituire le cellule o i tessuti lesionati o malati e per curare alcune patologie croniche gravi. Tale ricerca può anche fornire un contributo importante alla scienza di base, aiutando a comprendere i meccanismi di proliferazione e differenziazione cellulare. Gli embrioni umani preimpanto rappresentano una delle possibili fonti di cellule staminali. Tuttavia, laddove questa ricerca prevede l’utilizzo di embrioni umani, essa solleva la questione dei principi etici in gioco e dei limiti e delle condizioni cui questa deve essere soggetta. Gli stati europei hanno adottato posizioni diverse in merito alla regolamentazione della ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tale disparità, che riflette le tradizioni etiche, filosofiche e religiose alle quali gli stati si ispirano, conferma l’esistenza di punti di vista divergenti in Europa su quanto sia o meno eticamente suscettibile di tutela. Questo articolo esamina le legislazioni e le posizioni etiche esistenti a tal proposito in Europa, oltre che i nuovi orientamenti sui principi da applicare nella concessione di finanziamenti comunitari (nell’ambito del VI Programma quadro di ricerca europeo –FP6) per progetti di ricerca implicanti l’uso di embrioni umani e di cellule staminali embrionali. Tale studio intende altresì fornire degli spunti di riflessione sui nuovi traguardi dell’integrazione europea nel settore della ricerca biomedica.
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Lorenzi, F. « Breve Storia del Metodo Gemellare 2 - Le Attuali Formulazioni del Metodo ». Acta geneticae medicae et gemellologiae : twin research 47, no 1 (janvier 1998) : 57–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0001566000000386.

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Résumé :
Il termine LISREL e l'acronimo di LInear Structural RELationship ed è nato inizialmente come nome di un software messo a punto dallo svedese Karl Joreskog e dai suoi collaboratori nei primi anni '70 per stimare, col metodo della massima verosimiglianza, i coefficienti strutturali dei modelli basati su sistemi di equazioni strutturali.Tali modelli, nella elaborazione tramite il LISREL, rappresentano la sistemazione logica, prima ancora che statistica o computeristica, di tecniche di analisi multivariata le cui prime proposte risalgono all'ininzio del secolo; riconducendo ad un unico modello che ne costituisce una geniale sintesi, approcci ed itinerari scientifici fino ad allora distinti e non comunicanti, quali l'analisi fattoriale, i modelli causali e i modelli di misurazione. In particolare rappresentano in questo momento la più completa e sistematica risposta al problema di operazionalizzare in termini di ricerca e di verifica empirica, nel campo delle scienze sociali, la controversa, ma non per questo meno fondamentale, nozione di causalità. Essi sono quindi la reinterpretazione, sistemazione e soprattutto generalizzazione di quelli che negli anni '60 venivano chiamati i modelli causali e che nella prima metà degli anni '70 avevano conosciuto una notevole popolarità fra i sociologi soprattutto attraverso la tecnica della path analysis.
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Fabrizio Boldrini et Maria Rita Bracchini. « Le scuole come organizzazioni che apprendono : riconcettualizzare il modello di Kools e Stoll sulla base dei risultati di un’analisi qualitativo-percettiva ». IUL Research 3, no 5 (17 juin 2022) : 103–21. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.290.

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L’articolo proposto si basa su una ricerca internazionale sviluppata in Italia, Spagna, Bulgaria e Turchia. L’obiettivo della ricerca è stato quello di proporre un modello basato sulle esperienze e sulle pratiche esistenti e volto a realizzare nelle scuole quei cambiamenti che saranno necessari per preparare i ragazzi al loro futuro. L’idea è che se una scuola vuole essere un’organizzazione che apprende deve iniziare a pensare in modo diverso. Anche se questo tipo di concezione della scuola potrebbe non essere nuovo, è tempo di dare a quest’ultima una differente prospettiva di vita: attingere a ciò che gli studi e gli sforzi precedenti possono offrire, ma collegando questo approccio a una base di conoscenze più ampia e pertinente e al contesto attuale.
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De Nisco, Alessandro, Statia Elliot, Nicolas Papadopoulos, Giada Mainolfi, Vittoria Marino et Maria Rosaria Napolitano. « Turismo internazionale ed effetto "made in". L'influenza dell'immagine paese sulla soddisfazione turistica e le intenzioni post-visita ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (octobre 2012) : 131–51. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003007.

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Questo studio propone un modello di ricerca finalizzato ad indagare la relazione esistente tra le diverse componenti dell'immagine Paese - valutate a livello generale (general country image) e con riferimento agli attributi turistici (tourism destination image) e alle produzioni nazionali (product-country image) - la soddisfazione turistica e le intenzioni post-visita in termini di fedeltÀ attesa e propensione all'acquisto delle produzioni nazionali. Il framework analitico č stato testato su un campione di turisti internazionali intercettati al termine della propria visita in Italia. Sulla base dei risultati, vengono discusse le principali implicazioni di ricerca e fornite indicazioni utili per la gestione dell'immagine Paese da parte degli enti pubblici che si occupano di promozione turistica e delle imprese del made in.
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Castellano, Nicola. « Modelli e misure di performance aziendale : analisi della letteratura e spunti di ricerca ». MANAGEMENT CONTROL, no 1 (avril 2011) : 41–63. http://dx.doi.org/10.3280/maco2011-001003.

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I sistemi di misurazione delle performance (SMP) nascono e si diffondono con l'obiettivo di orientare in maniera dinamica i comportamenti dei responsabili aziendali verso l'attuazione delle strategie. L'esigenza di utilizzo di questi strumenti si rafforza peraltro con la presa d'atto che gli strumenti di controllo tradizionale, a base esclusivamente contabile, impediscono una lettura efficace dei risultati e delle relative cause gestionali ed offuscano la ricerca delle conseguenti azioni volte al miglioramento. Questo articolo si propone di analizzare la piů recente letteratura in campo internazionale sul tema dei SMP, allo scopo di delineare i temi su cui si concentra l'attenzione dei ricercatori, le principali metodologie adottate ed i piů significativi risultati ottenuti. La classificazione dei contributi di ricerca selezionati č stata realizzata in relazione alle principali fasi del ciclo di vita di questi strumenti, cioč progettazione, implementazione ed utilizzo dei SMP. Nella parte finale sono proposti alcuni spunti per lo sviluppo futuro della ricerca.
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Stefania Chipa, Giuseppina Cannella et Giuseppina Rita Jose Mangione. « Modelli di leadership e alliances in “small European schools”. Un’analisi interpretativa su base internazionale ». IUL Research 3, no 5 (17 juin 2022) : 63–86. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.353.

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Résumé :
A livello internazionale, il tema delle scuole piccole e rurali trova nell’educational research numerose prospettive di indagine. Nel 2020, Indire ha avviato una ricerca qualitativa di tipo ricognitivo finalizzata alla nascita di uno Special Interest Group presso European Schoolnet dedicato alle “small and rural schools”. La collaborazione tra ricercatori e pratici può rappresentare lo strumentoper dare vita a “research alliances” e affrontare problemi endemici del contesto. Sono state individuate 24 piccole scuole europee per approfondire le azioni virtuose sulle dimensioni di Leadership e management (visione di scuola, quality team, commissioni, dipartimenti) e di System Innovation (collaborazione con la famiglia, con gli enti locali e Terzo settore, e reti tra scuole del territorio).
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Marina Imperato et Francesca Dello Preite. « Esperienze dalla dirigenza scolastica nella pandemia : traiettorie per una leadership trasformativa ». IUL Research 3, no 5 (15 juin 2022) : 29–43. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.254.

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Résumé :
La situazione creatasi a causa della pandemia nel 2020 ha sollevato nella dirigenza scolastica numerosi interrogativi da esaminare con urgenza, competenza e responsabilità. Su questa base è nato il progetto “Dirigere le scuole al tempo della pandemia”, ideato ed elaborato dal gruppo di ricerca D.I.S.C.O.V.ER.: la ricerca, di cui il presente contributo illustra i principali punti di interesse, ha assunto il metodo narrativo per raccogliere i vissuti professionali del lavoro dirigenziale durante il primo lockdown (primavera 2020). Gli input proposti ai dirigenti hanno cercato di esplorare sia gli aspetti tecnico-organizzativi, sia le componenti riconducibili alla leadership educativa. Alle interviste, effettuate tra agosto e settembre 2020, hanno risposto oltre trenta dirigenti di ogni ordine di scuola, di 11 regioni italiane, con diversa anzianità di servizio.
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Cozza, Claudio, et Daniele Paci. « La ricerca industriale nelle regioni italiane. Dinamiche recenti e nuovi indicatori ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 2 (novembre 2010) : 132–48. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-010010.

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Résumé :
Obiettivo del presente articolo č descrivere l'andamento della ricerca industriale svolta nelle regioni italiane nel recente passato. Utilizzando un dataset di imprese attive in ricerca e sviluppo (R&S), secondo l'indagine statistica Istat RS-1, vengono proposti approfondimenti su alcune dimensioni solitamente assenti nel dibattito sulla R&S regionale: la differenza fra proprietÀ ed esecuzione della R&S privata; la plurilocalizzazione degli investimenti in piů regioni; la caratterizzazione internazionale della R&S italiana. Sulla base di queste dimensioni, vengono costruiti tre nuovi indicatori che, presi in considerazione sia singolarmente che congiuntamente, forniscono un'immagine completa del differente coinvolgimento delle regioni italiane nella R&S privata e possono offrire supporto analitico alle scelte di politica in materia di sviluppo e innovazione a livello regionale.
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Tonizzi, Elisabetta M. « Una discussione su un libro controverso : Rockefeller d'Italia di Paride Rugafiori. Gerolamo Gaslini. Affari, politica e filantropia ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 259 (novembre 2010) : 314–19. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-259007.

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L'industriale Gerolamo Gaslini (1877-1964), attivo nel campo degli oli vegetali e dell'industria alimentare, ebbe grande successo e solida reputazione imprenditoriale. Nel 1938 costruě a Genova l'Istituto Giannina Gaslini, ospedale pediatrico rinomato a livello internazionale, intitolato alla figlia minore morta prematuramente. Per finanziarlo e gestirlo, nel 1950 donň tutto il suo ingente patrimonio alla Fondazione Gerolamo Gaslini. Quest'ultima ha promosso la ricerca sul suo benefattore, conclusa nel 2006. Senza spiegazioni, la fondazione ha poi rifiutato di pubblicarla. Con tre anni di ritardo, l'autore, Paride Rugafiori, ha deciso, per difendere l'autonomia della ricerca scientifica, di pubblicare il libro, basato su una corposa mole di fonti primarie. Questa documentazione ha permesso di quantificare esattamente l'entitŕ dell'evasione fiscale delle imprese di Gaslini. Al dibattito partecipano tre discussant: due storici, M. Elisabetta Tonizzi e Fabio Levi, e un filosofo, Luca Bagetto, che propongono chiavi di lettura diversificate in base alle loro competenze. Nella sua risposta l'autore, oltre a commentare con precisione i loro rilievi critici, sottolinea l'impianto multidisciplinare del volume.
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Catananti, Cesare. « L’antropologia alla base della medicina : un dibattito antico ed attuale ». Medicina e Morale 45, no 6 (31 décembre 1996) : 1135–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.894.

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La storia della medicina è stata costantemente punteggiata da un vivace dibattito su quelli che sono i contenuti del sapere medico, su quello che è il corretto esercizio applicato di quel sapere e sul se e sul come quel sapere e quell’agire si integrino in un’ottica antropologica. Questo costante richiamo ad una umanizzazione dell’assistenza medica tradisce il profondo bisogno di una medicina centrata sull’uomo e non sulla malattia. Un bisogno molto antico dato che già nel V sec. a.C. le divergenze tra la scuola medica di Cos e quella di Cnido vertevano proprio su tale questione. L’autore dopo aver ripercorso brevemente in questa prospettiva la storia della medicina, mette in luce come con l’individuazione e la diffusione del metodo scientifico, quantitativo, nel XVII sec. gli aspetti tecnici, economici, sociologici hanno prevalso su quelli relazionali. Mentre, a suo giudizio, è nella ricerca delle integrazioni psico-biologiche che il medico doctus ed expertus potrà far valere la sua sapientia, scientia e sapienza cordis tra loro amalgamate; falitando così il suo rapporto con il paziente il quale sarà caratterizzato non da un atteggiamento paternalistico o autoritario ma di paritaria empatia. Si tratta allora di costruire una tecnè che poggi in maniera armonica ed equilibrata su due pilatri: quello della conoscenza scientifica e quello dell’ethos umanitario. una medicina, quindi, che faccia coincidere antropologia e tecnologia.
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Mengoni, Alessandro, Anna Maria Murante, Sabina Nuti et Paolo Tedeschi. « Segmentazione e marketing per la sanitÀ pubblica ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 1 (mars 2010) : 119–39. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-001009.

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In linea con le nuove strategie di intervento dei sistemi sanitari pubblici, orientate verso un approccio proattivo in grado di fornire servizi differenziati in base ai bisogni, lo studio propone un tentativo di segmentazione dell'utenza dei servizi distrettuali. Nella prima parte vengono presentate le motivazioni alla base della ricerca, la review della letteratura internazionale ed il contesto oggetto di analisi. Da un'indagine su 3461 utilizzatori, vengono successivamente individuati - tramite l'analisi fattoriale e l'analisi cluster - 4 segmenti: i "modesti", i "coscienti e sostenuti" gli "esperti" e gli "evoluti". Le caratteristiche dei segmenti vengono infine commentate, con l'esposizione delle possibili implicazioni gestionali.
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Bosia, Anna. « Leggere per andare oltre. Una proposta su “Skellig” di David Almond ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 139–63. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.05.

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Il contributo illustra un itinerario didattico legato alla lettura integrale di un romanzo. La proposta, dedicata a un pubblico di allieve e allievi tra i dodici e i tredici anni, poggia sul sociocostruttivismo, il laboratorio di lettura (WRW) e soprattutto sull’apprendimento cooperativo. Infatti, la maggior parte delle proposte didattiche si svolge in gruppo. La guida del docente e il confronto fra pari concorrono a una costruzione di significati e interpretazioni profondi e offrono strategie applicabili in diversi contesti didattici. La ricerca-azione propone il romanzo Skellig di David Almond come uno studio di caso. Viene proposto un percorso articolato, sperimentato in parte, dal quale si possono evincere spunti e strategie sulla base delle esigenze della propria classe.
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Bertolini, Piro. « Lo stato delle scienze dell’educazione in Italia ». Swiss Journal of Educational Research 22, no 1 (1 janvier 2000) : 93–110. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.22.1.5083.

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Nell’articolo si affronta dapprima la questione della definizione delle scienze dell’educazione che in Italia si presenta con due accezioni: come indicativa delle varie scienze umane (psicologia, sociologia, psicoanalisi, ecc.) nel momento in cui si occupano esplicitamente del fenomeno educativo la prima e indicativa delle diverse specificazioni della pedagogia generale (storia della pedagogia; didattica; pedagogia speciale; pedagogia sperimentale; pedagogia degli adulti; ecc.) la seconda. Su questa base si discute l’evoluzione delle scienze dell’educazione a partire dalla seconda guerra mondiale, ponendo l’accento sui fattori che ne hanno condizionato le due anime: da un lato le esigenze di carattere sociale con riferimento a problematiche extra-scolastiche, dall’altro lato il diffondersi di un reale interesse per la formazione professionale degli insegnanti. Di particolare interesse è l’evoluzione della didattica che è alla ricerca di una autonomia delle varie specificazioni attraverso la costituzione di un proprio statuto epistemologico e di metodologie di ricerca proprie. Infine, per quanto riguarda le istituzioni e gli strumenti di appoggio alle scienze dell’educazione o pedagogiche, l’articolo tocca il ruolo delle riviste specializzate e di alcune Associazioni che riuniscono i rappresentanti delle varie discipline pedagogiche e ad alcuni centri di ricerca pubblici o privati.
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Tiziana Faitini, Erik Gadotti et Paola Venuti. « Un modello di scuola basato su una visione olistica, sistemica e complessa : Riflessioni a margine di un’esperienza ». IUL Research 1, no 1 (24 juillet 2020) : 95–105. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.37.

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L’articolo intende contribuire all’elaborazione di un nuovo modello didattico illustrando il modello integrato per la ricerca, la formazione, l’innovazione e lo sviluppo che, a partire dal 2007, è stato studiato e implementato presso l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche di Trento, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento. Verrà evidenziato il contributo che le teorie dei sistemi complessi possono dare all’interpretazione delle caratteristiche proprie della società della conoscenza e, su questa base, verranno descritte le linee pedagogiche che permettono di costruire un ecosistema formativo e le soluzioni didattiche e organizzative che ne consentono la realizzazione.
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Fabbrini, Sergio. « IL GOVERNO DEL LEADER-CON-PARTITO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no 3 (décembre 1991) : 471–522. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017871.

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IntroduzioneLo scopo di questo saggio è il seguente: individuare lestrategie di azione governativaadottate e adottabili nelle democrazie occidentali. Per quanto riguarda quelle adottate, molto è stato scritto, anche se con poca sistematicità analitica. Si tratta allora di porre ordine nel materiale disponibile, e ciò sulla base dei due approcci che hanno fin qui orientato l'interpretazione dell'azione governativa (quello delgoverno del partitoe quello delgoverno del leader), per quindi sottoporli ad una verifica logica ed empirica. Per quanto riguarda quelle adottabili, o meglio per quanto riguarda quella adottabile (ilgoverno del leader con partito), si tratta di argomentarne le ragioni (logiche ed empiriche) giustificative e, quindi, di definire le condizioni che potrebbero renderla realizzabile. Il mio sforzo è motivato dal fatto che ritengo i due approcci dominanti deboli sul piano descrittivo e carenti su quello analitico: per questo motivo tento di delineare le caratteristiche di un terzo (per me: piò adeguato su entrambi i piani) approccio all'azione governativa.
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Preziosi, Paolo. « La valutazione del protocollo di sperimentazione ». Medicina e Morale 47, no 4 (31 août 1998) : 731–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.827.

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In questo articolo l'Autore indica i criteri in base ai quali occorre valutare un protocollo di sperimentazione su soggetti umani. L'analisi dei protocolli deve considerare il piano della ricerca, i ricercatori coinvolti, i soggetti partecipanti, l'informazione che è data ai partecipanti. Il piano della ricerca deve recare una visione generale del progetto proposto che sia chiaro ed inequivocabile e che si soffermi in particolar modo sul disegno sperimentale e sulle metodologie, sul luogo dove si svolgeranno le ricerche, sul centro guida, sulla durata, sulle analisi dei dati; i ricercatori coinvolti nella ricerca dovranno essere indicati con nome e qualifica (stesso criterio vale per chi avrà la responsabilità assistenziale dei pazienti inclusi nella sperimentazione e per il responsabile dell'equipe per la sperimentazione); i soggetti che partecipano allo studio devono essere “arruolati” con un'accurata valutazione, precisandone il numero, le modalità di arruolamento, i rapporti con il ricercatore, la vulnerabilità, i criteri di inclusione e di esclusione, i rischi; l'informazione deve essere chiara per poter consentire un consenso valido, informato e volontario. Nella parte finale dell'articolo vengono inoltre menzionati i problemi che si possono incontrare con soggetti che partecipano alle sperimentazioni cliniche in qualità di volontari sani e quelli relativi a volontari pazienti.
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Ruggieri, Giancarlo. « Analisi su base statistica delle componenti fondamentali delle valutazioni di nefrologi sulle possibili cause del limitato ricorso alla Dialisi Peritoneale (DP) ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (24 janvier 2018) : S64—S66. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.978.

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L'analisi è stata effettuata individuando le argomentazioni comuni o comunque assai similari esistenti fra i differenti commenti operati dai Nefrologi intervenuti nella discussione sulle scarsità della DP, considerati gli items di base. Ad essi è stato dato un punteggio arbitrario fra 0 e 2 per ogni singolo autore a seconda della rilevanza espressa dall'autore, la cui somma ha dato il peso totale dell'item, espresso in percento sulla somma totale degli items. Ciò ha dato luogo a due classificazioni delle cause individuate, la prima secondo i 13 items individuati, la seconda per associazione logica fra gli items. In ambedue le classificazioni il minor punteggio è dovuto ad un'ipotizzata non necessità della DP in Italia, mentre le classificazioni si diversificano per il punteggio più elevato, legato a responsabilità dei nefrologi stessi per varie cause nella prima classificazione e nella seconda a palese responsabilità dello Stato. Punteggi significativi sono legati ad un'insufficiente formazione ed informazione dei nefrologi, e nella prima classificazione all'intervento del privato nella terapia dialitica.
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Carreri, Anna, Giorgio Gosetti, Barbara Poggio et Patrizia Zanoni. « Lavoro e digitalizzazione : introduzione alla sezione monografica ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 158 (novembre 2020) : 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2020-158003.

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Questa introduzione al numero monografico riflette su come la digitalizzazione sta cambiando la qualità del lavoro e della vita lavorativa. Anzitutto, cercando di andare oltre a letture polarizzate e deterministiche, ricostruiamo il dibattito scientifico prestando particolare attenzione ai processi di soggettivizzazione che si intrecciano con le nuove tecnologie, e le forme di controllo e di autonomia che esse introducono. Sulla base della nostra lettura dei contributi raccolti, l'articolo offre poi una riflessione sui concetti e gli strumenti metodologici utilizzati e individua piste di ricerca futura per l'analisi del modo in cui le tecnologie digitali trasformano il lavoro e la qualità della vita lavorativa.
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Martorana, Giuseppe. « L'autoferimento. Uno studio pilota sui fattori di rischio : ruolo e interazione di trauma, attaccamento, dissociazione ed alessitimia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2012) : 7–31. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002002.

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Questo studio si propone di indagare il ruolo che i vissuti traumatici, l'attaccamento, la disregolazione affettiva e i processi dissociativi hanno nello sviluppo dell'autoferimento in un gruppo di giovani che si autoferiscono. I partecipanti sono 27 (22 femmine, 5 maschi), hanno aderito alla ricerca compilando il questionario on-line disponibile su "SIBRIC", sito web costruito ad hoc per lo studio e la ricerca sul self injury. Successivamente sono stati somministrati i seguenti test: TSI-A, ASQ, TAS-20, DES-II e A-DES. I dati di questo studio pilota confermano l'ipotesi che eventi traumatici, difficoltŕ nell'attaccamento, regolazione affettiva e dissociazione costituiscono fattori di rischio per lo sviluppo ed il mantenimento del self injury. Pertanto sarebbe necessario un maggiore approfondimento. Sulla base dei risultati ottenuti l'autore sostiene che un attaccamento insicuro ed esperienze traumatiche durante l'infanzia possano indebolire la capacitŕ di regolazione di stati affettivi, favorendo cosě l'insorgere di sintomi dissociativi e tratti alessitimici. Il self injury costituirebbe una strategia maladattiva di regolazione delle emozioni utilizzata per gestire tali stati.
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Desideri, Paola. « Principali studi morfosintattici sulla lingua politica nel ventennio 1960-1980 ». Linguistica 61, no 2 (30 décembre 2021) : 49–59. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.61.2.49-59.

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Résumé :
Con il presente lavoro si intende dimostrare la rilevanza dell’analisi morfosintattica nell’ambito della lingua politica. Nel ventennio 1960-1980 su questo terreno di ricerca sono stati effettuati importanti studi soprattutto da parte di italiani, francesi e tedeschi, di essi vengono citati qui i più significativi. Infatti, specialmente in periodi di crisi sociali e di congiunture politiche, i processi morfologici e sintattici esibiscono quanto sia efficace la creatività linguistica per coniare mirate parole d’ordine e lessemi ad effetto propagandistico. L’analisi distribuzionale di corpora politici, condotta negli anni Settanta sulla base della “discourse analysis” di Z. S. Harris, apporta, con diversi lavori, un ulteriore interessante contributo all’esame sintattico del linguaggio politico.
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Biagiotti, Andrea, et Natalia Faraoni. « Brevetti provetti : un'analisi esplorativa dei brevetti "di rottura" italiani del settore farmaceutico ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 122 (juin 2011) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-122006.

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Résumé :
Il saggio presenta i risultati di un'indagine esplorativa su un campione di brevetti farmaceutici dello. Il brevetto viene analizzato come un processo di costruzione sociale dell'innovazione. Dopo aver classificato il campione in base al giudizio di una giuria di esperti, gli autori prendono in considerazione una serie di variabili che possono influenzare la capacitŕ "di rottura" dei brevetti in termini di una discontinuitŕ scientifico-tecnologica: il profilo formativo e professionale degli inventori; le caratteristiche generali dell'organizzazione in cui il brevetto è maturato; le risorse esterne alle imprese ma interne al territorio su cui l'organizzazione ha fatto affidamento; le dinamiche del gruppo di ricerca autore del brevetto. La comparazione tra i brevetti "di rottura" e quelli di contenuto innovativo più ordinario permette di individuare le dimensioni rilevanti nello spiegare la distribuzione del contenuto innovativo all'interno del campione.
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Tamanza, Giancarlo, et Marialuisa Gennari. « Violenza di coppia e separazione. Caratteristiche relazionali e indicazioni per il trattamento ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 167–93. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124009.

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Il contributo illustra i risultati di una ricerca clinica condotta su un campione di 10 "coppie violente", incontrate in un contesto di consultazione clinico-giudiziaria durante la transizione separativa. L'analisi è stata condotta secondo un approccio relazionale integrato che cerca cioè di considerare congiuntamente variabili relative alla personalità dei singoli partners, alle condizioni evolutive e contestuali (fattori legati alla trasmissione intergenerazionale ed alle condizioni economiche e socioculturali) ed alle caratteristiche della relazione violenta nel suo insieme. L'obiettivo era di identificare alcuni descrittori distintivi del legame violento e, sulla base di questi, verificare le condizioni di trattabilità terapeutica, soprattutto per quanto riguarda l'accompagnamento nella definizione dell'assetto post-separativo ed il supporto nell'esercizio della genitorialità.
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Catelli, Marika, Angelica Di Domenico, Carlo Mina et Monica Treppiedi. « Alla scoperta dei numeri che ci circondano ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 11 (18 mai 2022) : 69–94. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.22.11.4.

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Résumé :
L’articolo presenta dei percorsi didattici finalizzati all’apprendimento numerico in prima elementare, attraverso la ricerca e la conoscenza dei numeri con cui i bambini si confrontano nella quotidianità. I percorsi sono incentrati su attività di scoperta, di stampo laboratoriale e ludico, che hanno la finalità di promuovere le competenze numeriche di base, fondamentali per questo anno scolastico, proponendo anche sviluppi per ampliare e consolidare tali apprendimenti anche negli anni scolastici successivi. Per ogni percorso, vengono presentati alcuni possibili legami con i materiali creati all’interno del progetto MaMa – Matematica per la scuola elementare, che possono aiutare il docente per la progettazione di tali percorsi, consentendo di alternare attività di scoperta, concrete e manipolative, con momenti di riflessione e allenamento.
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Caiazzo, Marielda, Paolo Carnazza et Piergiorgio Saracino. « Contratti di rete : aspetti normativi, strutturali e principali risultati di un'indagine qualitativa ». ARGOMENTI, no 36 (janvier 2013) : 29–58. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036002.

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Résumé :
Il lavoro intende approfondire un'innovativa modalità di aggregazione: il Contratto di rete. Dopo aver fatto un breve cenno alle principali tappe normative, si fornisce una fotografia quantitativa dello strumento. Successivamente, la ricerca presenta i risultati di un'indagine qualitativa svolta su un campione di circa 300 imprese che coinvolgono 159 Contratti di rete. L'indagine è finalizzata ad individuare i principali motivi che hanno spinto le imprese a scegliere questo strumento; i relativi vantaggi e svantaggi; i giudizi e le aspettative sulla performance di alcune variabili aziendali; i rapporti con il sistema bancario. Da ultimo, si è cercato di indicare alcune misure di politica industriale sulla base dei suggerimenti forniti dalle stesse imprese intervistate. .
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Bougard, François, Matthieu Cassin, William Duba, Claudia Fabian, Christoph Flüeler et Anne-Marie Turcan-Verkerk. « International Standard Manuscript Identifier (ISMI) ». DigItalia 15, no 1 (juin 2020) : 45–52. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00003.

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Résumé :
Lo sviluppo delle risorse digitali e della ricerca scientifica online sta creando nuovi requisiti di interoperabilità e di vocabolario comune. Il libro manoscritto è direttamente interessato da questa sfida, a causa dell’eterogeneità dei sistemi di vocabolario e delle variazioni nell’espressione delle segnature: non solo lo stesso manoscritto è stato designato in diversi modi diversi nel corso della sua storia, in quanto è stato spostato e il patrimonio è stato riclassificato, ma è ancora oggi spesso designato in modi diversi. Queste ambiguità rendono difficile l’aggregazione delle informazioni su Internet. Per superare questi problemi, il Consorzio ISMI, costituito nel novembre 2018, propone di creare un identificatore numerico o alfanumerico universale per l’oggetto manoscritto (e non per la sua riproduzione digitale o la sua registrazione in un catalogo) sulla base di un accordo internazionale. I vocabolari così sviluppati, che si rivolgeranno inizialmente ai manoscritti medievali, saranno basati su Open Linked Data.
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Barreto, Williem Da Silva, et Sérgio Urquhart de Cademartori. « Teoria pura del diritto ». Revista de Direito da Faculdade Guanambi 8, no 01 (18 mai 2021) : e302. http://dx.doi.org/10.29293/rdfg.v8i01.302.

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Résumé :
OBIETTIVO: introdurre i concetti di base della teoria pura del diritto e discutere i problemi che circondano il tema dell'interpretazione in Kelsen. METODO: la ricerca viene svolta qualitativamente, utilizzando il metodo bibliografico, con indagini svolte su libri e articoli accademici, pubblicati su prestigiose riviste. RILEVANZA / ORIGINALITÀ: lo studio è rilevante, in considerazione dell'influenza espressiva della teoria pura del diritto negli ordinamenti giuridici contemporanei. Inoltre, sono giustificati approcci critici, con l'obiettivo di: a) identificare, nel pensiero kelseniano, possibili inconsistenze; e b) proporre modifiche riguardanti la sua applicabilità pratica. RISULTATI: si conclude che la concessione di un'eccessiva discrezionalità all'interprete costituisce un difetto rilevante per la teoria pura del diritto. CONTRIBUTI TEORICI / METODOLOGICI: la teoria pura del diritto non risponde efficacemente alle richieste presentate agli interpreti / giudici. Pertanto, il contributo teorico sta nella promozione di archetipi giuridici che affrontano in modo più solido i fenomeni di interpretazione / decisione.
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Daidone, R., P. Visconti, R. Agati et P. Giovanardi Rossi. « Studio clinico-neuroradiologico di un caso di patologia della sostanza bianca individuabile come malattia di Alexander ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 1_suppl (avril 1992) : 75–78. http://dx.doi.org/10.1177/19714009920050s114.

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Résumé :
Viene presentato il caso di una paziente di 4 anni, giunta ad osservazione per ritardo psico-motorio ed arresto dello sviluppo del linguaggio. Figurava nell'anamnesi la comparsa di irrequietezza, insonnia e pianto frequente; la deambulazione senza appoggio, iniziata a 3 anni, era condotta su base allargata. Le indagini di routine, la ricerca di mucopolisaccaridi ed enzimi lisosomiali, EMG, potenziali evocati del tronco encefalico e cariotipo risultarono nella norma; l'EEG mostrò anomalie non specifiche. L'obiettività rivelò macrocrania, ipertelorismo, iper-refles- sia osteo-tendinea. La TC evidenziò grave riduzione di densità della sostanza bianca e discreta dilatazione ventricolare. La RM rivelò parimenti gravi segni di sofferenza della sostanza bianca cerebrale e cerebellare, con integrit della capsula interna e dello splenio del corpo calloso.
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Balestrieri, Matteo. « Expressions of depression in Alzheimer's disease. The current scientific debate ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no 2 (juin 2000) : 126–39. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008319.

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Résumé :
RIASSUNTOScopo– In questa rassegna sono stati raccolti ed analizzati i dati conoscitivi provenienti da ricerche che si occupano della relazione tra depressione e malattia di Alzheimer (Alzheimer's Disease, AD).Metodo– E' stata analizzata in modo sistematico la letteratura, attingendo sia alle segnalazione presenti nella banca-datiMedlineche alle informazioni ricavabili da una analisi ragionata degli studi pubblicati.Risultati– La prevalenza di segni e sintomi depressivi nei pazienti con AD è piuttosto elevata (40-50%). II ruolo della depressione all'interno dell'AD (indipendente, prodromo, fattore di rischio) deve in realtà essere ancora definito. I dati sulla familiarità per la depressione suggeriscono che l'AD agisca come stimolo scatenante la depressione su una base di vulnerabilità genetica. Su un versante biologico l'insorgenza di depressione nell'AD potrebbe derivare da uno sbilanciamento tra sistema colinergico e noradrenergico, mentre sul versante della comprensione psicologica la depressione costituirebbe una reazione di lutto per il decadimento cognitivo. Gli attuali strumenti diagnostici validati in pazienti con AD costituiscono un buon ausilio nella clinica e nella ricerca. L'individuazione di una depressione nel corso di un AD rimane in realtà sempre difficoltosa se non sono presenti sintomi affettivi franchi, poichè i sintomi cognitivi, psicomotori e vegetativi appartengono sia alia depressione che all'AD. I disturbi affettivi più frequentemente riportati sono la depressione maggiore e la distimia. Nel trattamento farmacologico si suggerisce l'utilizzo dei farmaci antidepressivi con minori effetti anticolinergici. Buoni risultati sono stati ottenuti anche adattando diversi tipi di psicoterapia alle particolari esigenze del paziente demente.Conclusioni– L'attuale dibattito scientifico si basa su conoscenze ancora limitate e parcellizzate. La futura ricerca in questo campo dovrà produrre studi che siano in grado di soddisfare criteri di indagine più rigidi, con una migliore definizione dei casi, una stratificazione per fattori di rischio ed una prospettiva longitudinale.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. « La comunicazione interpersonale : espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Résumé :
Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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Capuano, Maria, Giuseppe Morelli Coppola, Marco Terribile, Francesco Arienzo, Marco Morelli Coppola, Roberta Rossano et Luca Apicella. « Stenosi dell'arteria renale : rivascolarizzazione percutanea o terapia medica ? » Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 1 (19 mars 2013) : 6–10. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.994.

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Résumé :
La stenosi dell'arteria renale (RAS) è nel 90% dei casi su base aterosclerotica; in quasi il 10% dei casi è invece correlata a displasia fibromuscolare. La RAS può essere causa di ipertensione maligna nonché di riduzione della funzionalità renale. È pertanto importante mettere in atto una terapia ottimale per ridurre le complicanze. Vi è un generale consenso sull'efficacia di una rigorosa terapia medica. È invece dibattuta l'utilità di un concomitante intervento di rivascolarizzazione percutanea per migliorare la PA e il GFR. Abbiamo pertanto effettuato una ricerca della letteratura utilizzando PubMed e ricercando i termini “renal artery stenosis, atherosclerotic renal artery stenosis, renovascular hypertension”. In questa review analizziamo l'epidemiologia, la fisiopatologia, la diagnosi e, in modo più approfondito, le diverse opzioni terapeutiche alla luce dei più recenti trial clinici.
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Argentino, Paola. « 7. Una esperienza di formazione per operatori di SR : il progetto siciliano ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 13, S7 (septembre 2004) : 85–86. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000113.

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Résumé :
Il progetto PROGRES prevedeva, laddove vi fossero state le condizioni, una fase successiva alla ricerca in senso stretto, volta a realizzare corsi di formazione per operatori di SR (fase 3), a partire proprio dalle informazioni raccolte nell'ambito della ricerca. Nella Regione Siciliana, grazie all'impegno dell'Assessorato alla Sanità, è stato possibile realizzare la fase 3 (Argentino, 2002, 2003). Il progetto di formazione si è sviluppato in due programmi, di base e avanzato. Il programma di base prevedeva l'addestramento degli operatori all'utilizzo dei principi e delle metodologie di valutazione e pianificazione descritti nel manuale per la ‘Valutazione di Abilità e Definizione di Obiettivi’ (VADO) (Morosini et al., 1998). Il programma avanzato prevedeva, invece, la possibilità per i partecipanti di scegliere tra vari modelli teorici e pratici; è stato quindi deciso, dopo una rilevazione tra gli stessi partecipanti, di orientare il programma di formazione avanzato sull'applicazione nelle SR della psicoterapia della Gestalt (Perls et al. 1951; Spagnuolo Lobb, 2001).I corsi di formazione PROGRES sono stati articolati su due moduli: il 1° modulo di quattro giorni (32 ore didattiche) ha approfondito gli aspetti teorici, clinici e valutativi, sviluppando inoltre gli strumenti di intervento terapeutico e riabilitativo. Il 2° modulo di tre giorni (24 ore didattiche) è stato indirizzato alla verifica dell'applicazione degli strumenti forniti e alla supervisione clinica. Tra il 1° e 2° modulo è stata favorita l'attuazione degli argomenti trattati nella realtà lavorativa dei partecipanti, con la realizzazione dei cosiddetti ‘Progetti Work’. Tutte le unità didattiche, compresi i progetti work, hanno ruotato attorno al nucleo portante costituito dal “Modello Gestaltico Comunitario” (Argentino, 1997, 2001; Spagnuolo Lobb, 1997).
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Andreula, C. F., et A. Carella. « Malattie metastatiche dell'encefalo ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 101–13. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s320.

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Résumé :
La ricerca di metastasi cerebrali in pazienti con anamnesi oncologica positiva avviene mediante l'utilizzo di metodiche avanzate quali la TC e la RM. Il confronto tra le due metodiche si impone per la scelta dell'esame da eseguire, per la valutazione di eventuali falsi negativi preferendo una tecnica, per le considerazioni economiche del rapporto costi- benefici. Tale confronto però dev'essere eseguito ottimizzando al massimo le tecniche per evitare dati tendenziosi e facilmente correggibili. L'utilizzo della tecnica speciale TC con doppia dose di mezzo di contrasto e scansioni ritardate permette un'incremento del 67% di sensibilità della tecnica e il rilievo di circa il 12% di falsi negativi al confronto con la abituale tecnica TC. La RM di base ha una sensibilità sovrapponibile alla TC con tecnica speciale, mediante lo sfruttamento diagnostico della elevata sensibilità delle sequenze a lungo TR e TE per immagini appesantite in T2. L'avvento dei mdc paramagnetici (Gadolinio DTPA) ha permesso un ulteriore incremento di sensibilità della metodica ottenendo un aumento percentuale del 37% su dati di metastasi unica o dubbio di metastasi svelate dalla TC con tecnica speciale. Tali dati apparsi in letteratura concordano con la nostra esperienza personale, con minime variazioni percentuali. In conclusione è nostra opinione prospettare la necessità di adottare nel protocollo diagnostico della ricerca di metastasi la RM con mezzo di contrasto per le sue maggiori percentuali di sensibilità ed anche di specificità. Solo nei casi di difficile accesso agli impianti di RM si farà ricordo alla TC con tecnica speciale di doppia dose di mdc e scansioni ritardata; a sospetto molto fondato di presenza di metastasi e quadro TC negativo bisognerà ricorrere comunque alla RM con gadolinio DTPA. Tale ricerca meticolosa di un numero di metastasi diverso da uno risiede nella differente possibilità terapeutica chirurgica delle metastasi solitarie, con incremento della qualità e della quantità di vita.
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Ciglioni, Laura. « L'Italia del miracolo economico e la stampa statunitense ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (mars 2013) : 81–128. http://dx.doi.org/10.3280/mon2012-003003.

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Résumé :
Il saggio ricostruisce l'atteggiamento, le analisi e i giudizi della stampa statunitense di fronte al miracolo economico italiano tra il 1960 e il 1964. Il contributo offre due diversi piani di lettura, fra loro complementari. Da un lato, propone una ricostruzione delle dinamiche del miracolo economico (i fattori della crescita, i settori trainanti, le radici della crisi), filtrate attraverso lo sguardo degli osservatori statunitensi, con l'intento di comprendere quali luci e ombre la stagione del boom contribuě a proiettare sull'immagine complessiva dell'Italia allora diffusa oltreoceano. Dall'altro, intende contribuire a un'analisi dell'opinione pubblica americana negli anni Sessanta, facendone emergere in controluce orientamenti e percezioni, convinzioni e prioritŕ, pregiudizi e paure, anzitutto rispetto al problema della crescita economica e dei modelli di sviluppo nel contesto della Guerra Fredda, ma anche in relazione ad alcune scelte dell'amministrazione Kennedy verso l'alleato europeo e ai processi di modernizzazione in corso nella penisola. La ricerca č basata, oltre che su documentazione del Dipartimento di Stato americano, su quotidiani e periodici statunitensi selezionati in base a diffusione, autorevolezza, orientamento e pubblico di riferimento.
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Stame, Nicoletta. « Come concepire la politica, come valutarla ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mai 2010) : 57–74. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-001004.

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Résumé :
Recenti dibattiti sulla Evidence-Based Policy hanno discusso le sue ipotesi metodologiche su come stabilire l'evidenza, e cioč la gerarchia della robustezza dei metodi nella valutazione degli effetti dele politiche. Minore attenzione č stata dedicata al modo in cui una politica č concepita all'interno di questo approccio, vale a dire come trattamento somministrato ad un paziente (target), al fine di ottenere uno specifico risultato, con l'obiettivo poi di essere generalizzato. Questa concezione si esprime in un quadro epidemiologico come ambito disciplinare, e presuppone un'analisi controfattuale come gold standard, che ignora il processo decisionale e di attuazione, e il ruolo degli stakeholders. Sia questo modo di concepire la politica, che quello di affrontare le diverse fasi del ciclo delle decisioni politiche sono in contrasto con altre metodologie basate su differenti presupposti disciplinari e teorici, in gran parte provenienti dalle scienze politiche. Gli approcci basati sulla "razionalitŕ sinottica" considerano le politiche come interventi basati su una logica di obiettivi-mezzi-risultati, prendendo in considerazione le tre fasi, come momenti separati, e seguono una valutazione basata sugli obiettivi (goal-oriented evaluation). Gli approcci basati sulla "razionalitŕ incrementale" guardano alle politiche come ad un insieme di relazioni complesse che si sviluppano durante l'implementazione, durante la quale le politiche vengono ri-definite. I diversi approcci sono confrontati sulla base del loro modo di considerare ciň che accade durante il processo decisionale, l'attuazione del programma e la valutazione; qual č il significato di valutare gli effetti (causalitŕ), il loro modo di affrontare il contesto, e il modo in cui consentono la partecipazione dei beneficiari.
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Munarini, Giuseppe. « Tragedia degli armeni negli anni della Grande Guerra. Storia, memoria, letteratura ». Journal of Church History 2020, no 1 (1 juin 2020) : 18–40. http://dx.doi.org/10.24193/jch.2020.1.2.

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Riassunto: Questo articolo ha come base la conferenza fatta dal professore Giuseppe Munarini all’Istituto di Storia Ecclesiastica „Nicolae Bocșan” dell’Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca, il 7 dicembre 2017. Giuseppe Munarini lavora da molti anni su argomenti di ricerca legati alla storia, cultura e vita religiosa degli armeni, i suoi contributi sono quindi noti sia in Italia che in Romania. Nel presente materiale viene realizzata una breve sintesi degli eventi di un secolo fa, negli anni della Prima Guerra Mondiale, quando uno dei più antichi popoli della storia europea fu sottoposto ad una politica sistematica di purificazione etnica di cui esito fu un’immane tragedia collettiva che soffrì la comunità armena della Turchia di allora. L’autore si sofferma prevalentemente sulla dimensione spirituale dell’identità di questo popolo e passa in rassegna, al contempo, numerosi contributi sul tema, apparsi soprattutto in Italia, dal campo della storiografia, memorialistica e letteratura.
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