Articles de revues sur le sujet « Ricerca spaziale »

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Dubrovina, Olga. « "Benvenuti, lo Sputnik è aperto a tutti!"Aspetti internazionali del mito spaziale sovietico ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 297–317. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002015.

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Résumé :
Una delle componenti del mito spaziale sovietico è la collaborazione internazionale dell'Unione Sovietica nell'esplorazione spaziale e la disponibilità dell'Urss a stabilire rapporti aperti con i partner stranieri. Non per caso la propaganda spaziale sovietica è permeata di immagini di apertura, generosità e altruismo. L'autrice si pone l'obiettivo di indagare la dimensione internazionale della ricerca spaziale sovietica sia attraverso le pubblicazioni scientifiche e divulgative, sia attraverso gli scritti prodotti dai testimoni coinvolti in prima persona nell'industria aerospaziale. Il processo di apertura internazionale è esaminato nei suoi due aspetti fondamentali: la partecipazione dell'Urss a iniziative internazionali e la collaborazione con altri paesi. Il contributo intende inoltre individuare eventuali discrepanze tra narrazione ufficiale e realtà effettiva della collaborazione internazionale. L'autrice evidenzia che l'internazionalizzazione delle ricerche spaziali da parte dell'Unione Sovietica è un processo lungo e scandito in diverse fasi. Dietro i bisogni della propaganda si nasconde un dilemma fra la segretezza e la dimostrazione dei successi che si risolve con risultati contraddittori.
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2

Nadler, Robert. « Multilocalitŕ : un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 94 (avril 2011) : 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Résumé :
Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Osti, Giorgio. « Abitare in periferia : alla ricerca di un modello ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 97 (février 2011) : 15–34. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097003.

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Résumé :
Nel paper si cerca di verificare se e come sia possibile parlare ancora di periferia in contesti abitativi segnati da diffusivitŕ dei manufatti e alta mobilitŕ delle persone. A lungo abbiamo utilizzato uno schema duale "centro-periferia" che sembrava riassumere bene tratti distinti e contrapposti della qualitŕ della vita. Quello schema non č piů sufficiente. Non per questo si debbono adottare schemi completamente basati su visioni soggettive della periferia. Vi sono ancora criteri generali con cui individuare gerarchie spaziali con particolare attenzione all'abitare. Nel testo vengono individuati quattro criteri: la morfologia spaziale, le istituzioni, la motilitŕ e le aggregazioni sociali. Questi variamente combinati identificano spazi nuovi, ancora in buona misura da denominare e studiare.
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Mela, Alfredo. « Per una sociologia dell'evento spaziale ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 127 (mars 2022) : 107–18. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127009.

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Résumé :
Il concetto di "evento" è usato in alcuni campi di ricerca della sociologia dell'ambiente e del territorio, ma non ha trovato sinora una definizione univoca e sviluppi coerenti. Tuttavia, esso è al centro di numerosi dibattiti nella filosofia contemporanea, così pure come in altri saperi. Il presente articolo esamina alcuni aspetti di tale riflessione, cercando di trarre da essa indicazioni per una più solida fondazione dell'idea dell'evento spaziale, inteso come fenomeno imprevisto e contingente, che si riferisce non unicamente agli effetti delle interazioni sociali, ma coinvolge al tempo stesso una molteplicità di elementi non-umani dotati di specifica agency, siano essi entità naturali o tecnologiche. Questo compito richiede anche di definire il rapporto tra l'evento e la situazione da cui prende origine, come pure le modalità con cui esso può dar vita ad una trasformazione radicale di questa. Basandosi su tali considerazioni, l'articolo si conclude ponendo la questione della sindemia di Covid-19 come evento catastrofico, dotato tuttavia di una potenzialità di trasformazione della situazione a vari livelli spaziali.
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Mega, Carolina, Alessia Canella et Francesca Pazzaglia. « Stile cognitivo visualizzatore in relazione ad abilitŕ immaginative e spaziali ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mars 2010) : 47–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001003.

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Résumé :
La presente ricerca si č proposta di esaminare, su un campione italiano, le relazioni esistenti tra stili cognitivi, abilitŕ immaginative e spaziali, e di verificare l'esistenza di differenze di genere. Hanno partecipato all'indagine 86 studenti (52 femmine e 34 maschi) di un Liceo Scientifico di Padova. Lo stile cognitivo č stato valutato attraverso tre strumenti: Verbalizer-Visualizer Questionnaire (Richardson, 1977), Object-Spatial Imagery Questionnaire (Blajenkova O., Kozhevnikov M. e Motes M.A., 2006a), Questionario sullo Stile Cognitivo (Kozhevnikov, Kosslyn e Shepard, 2005). Le abilitŕ immaginative e spaziali sono state indagate attraverso il Questionario sulla Vividezza delle immagini mentali (Marks, 1973) e il Mental Rotation Test (Vandenberg e Kuse, 1978). I risultati hanno evidenziato l'esistenza di due differenti tipologie di stile cognitivo visualizzatore, che presentano specifiche abilitŕ nell'elaborazione delle informazioni: i soggetti spatial, che preferiscono immagini schematiche delle relazioni spaziali tra oggetti, riescono meglio in compiti di abilitŕ spaziale. I soggetti object, invece, ottengono punteggi piů elevati nelle misure di vividezza delle immagini mentali. Inoltre differenze di genere sono state rinvenute nello stile cognitivo spatial, con punteggi piů elevati dei maschi.
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Chieffallo, Lucia, Annunziata Palermo et Maria Francesca Viapiana. « Tecniche geo-statistiche per la mappatura territoriale di divari multipli. La "geografia" della Regione Calabria ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 133 (mars 2022) : 104–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133005.

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Résumé :
La ricerca muove dalla necessità di ripensare la dimensione spaziale entro cui collocare le politiche regionali di sviluppo e coesione per una effettiva riduzione dei divari nei territori intermedi. A questo scopo la metodologia di mappatura proposta e applicata al caso della Regione Calabria individua un'inedita "geografia" dei territori soggetti a divari multipli dimostrando l'utilità dei risultati nella definizione degli ordini di priorità di azione per il riequilibrio regionale.
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Morpurgo, Daniela. « Quale pianificazione per quale cittadinanza ? Governo del territorio e pianificazione spaziale di fronte alla sfida della diversità religiosa ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 134 (août 2022) : 126–50. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-134006.

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Résumé :
L'immigrazione, e la diversità che ne consegue, pone una nuova questione urbana. Guardando al contesto veneto, questo studio approfondisce le relazioni tra gover- no del territorio, pianificazione spaziale e diritti di cittadinanza, in particolare quello di libertà religiosa. La ricerca considera le strategie messe in atto dalle amministrazioni in risposta alla crescente domanda di spazi per il culto non cattolici e quindi discute il ruolo della pianificazione in tali processi di localizzazione.
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Briata, Paola. « Social mixing policies, stigma territoriale, giustizia spaziale. Prospettive di ricerca e azione ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mai 2014) : 39–57. http://dx.doi.org/10.3280/mm2014-001004.

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Boutier, Jean. « Alla ricerca di una riconfigurazione spaziale. Una lettura cartografica dell'italia rivoluzionaria e napoleonica ». SOCIETÀ E STORIA, no 146 (mars 2015) : 699–703. http://dx.doi.org/10.3280/ss2014-146004.

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Cecchini, A., et F. Zappoli. « Mielografia e Mielo-TC nelle metastasi spinali ». Rivista di Neuroradiologia 8, no 2 (avril 1995) : 175–80. http://dx.doi.org/10.1177/197140099500800207.

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Résumé :
La mielografia e la mielo-TC sono indagini di rapida ed immediata esecuzione, dotate di bassa invasività, indenni da rischi e senza importanti effetti collaterali (ad eccezione della cefalea post-mielograflca) e, con un elevato apporto diagnostico. La RM con mdc è indubbiamente la metodica di scelta nella ricerca e nella dimostrazione di metastasi spinali, ma l'accoppiamento mielografia/mielo-TC consente una rapida esplorazione dell'intero asse spinale ed un bilancio spaziale della lesione metastatica, sufficienti per gli obbiettivi terapeutici. Data per scontata una decisa prevalenza della RM, la mielografia conserva alcune limitate indicazioni: — sintomatologia mielo-radicolare acuta in paziente con primitività nota; — ricerca di metastasi leptomeningee, in mancanza di RM, o con rilievi RM incerti; — mancanza di RM o controindicazioni al suo uso (protesi metallica, pace-maker, ecc…); — bilancio pre-operatorio rapido in paziente con lesioni vertebrali multiple (scelta del livello trattabile). L'accoppiamento mielografia / mielo-TC mantiene quindi valore nello studio, in particolare, delle lesioni intracanalari.
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Stoico, Felice, et Luca D'Altilia. « Analisi spaziale in archeologia dei paesaggi : il progetto N.D.S.S. (Northern Daunian Subappennino Survey) ». Virtual Archaeology Review 3, no 6 (1 novembre 2012) : 54. http://dx.doi.org/10.4995/var.2012.4441.

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Résumé :
<p>The Northern Daunian Subappennino Survey project, realised within the scientific research related to the PhD (Dottorato di ricerca) in "Archaeology and didactics of cultural heritage", proposes a methodological study of castles, aimed to rebuild the medieval landscape through the knowledge and interpretation of settlements. Starting from the results gained in the past researches and from many ideas offered by the analysis of medieval landscapes conducted by the University of Foggia, the project has been designed with a "global-type" analysis in mind, trying to redefine completely all the aspects involved in the archaeological documentation process and field-work, with the aid of archaeological computing, focusing on the use of free and open source software.</p>
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Verde, Serena. « Lomé : attori e processi di una transizione democratica ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 67–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126004.

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Résumé :
Nel quadro del recente dibattito che ha animato gli studi sull'evoluzione degli spazi urbani in Africa nel XXI secolo, questo studio intende analizzare le specificitŕ proprie alle dinamiche socio-spaziali della cittŕ di Lomé. In particolare ci si concentrerŕ sulle inedite relazioni tra Stato, cittadinanza e territorio createsi all'indomani della turbolenta transizione democratica dei primi anni Novanta. La Conferenza Nazionale del 1991 ha visto da una parte l'affermazione di una societŕ civile determinata ad occupare spazi e funzioni sempre piů importanti all'interno delle dinamiche cittadine. Allo stesso tempo, i disordini politici e le violenze che ne seguirono hanno scosso profondamente la cittŕ di Lomé. Il processo di frammentazione socio-spaziale prodottosi in questo ultimo periodo ha portato alla ribalta nuovi attori sociali, che hanno saputo instaurare un peculiare rapporto col territorio della capitale togolese, assumendo un ruolo importante nella governance territoriale. Frutto di una ricerca sul campo effettuata tra il 2007 e il 2008, questo contributo intende mostrare come i mutamenti politici degli anni Novanta abbiano permesso, seppur parzialmente, di delegare il governo della cittŕ ad attori sociali prima emarginati, quali i giovani, le donne e le associazioni. Si vuole porre inoltre in evidenza come la rappresentazione stessa della cittŕ sia cambiata, grazie al lavoro di una stampa vivace e sempre piů indipendente.
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Armondi, Simonetta. « Spazi e scale del presente. Rileggere le geografie nella pandemia di Covid-19 ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 67–70. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098011.

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Résumé :
Come si è inscritto l'impatto del coronavirus nel portato del modello dominante di urbanizzazione che ha seguito l'ultima crisi finanziaria globale? La pandemia di Covid-19 ha svelato la fragilità dell'urbanizzazione planetaria, la quale tuttavia sembra aver già inaugurato una fase di ricomposizione e ristrutturazione economica. Nell'articolo si sottolinea come la dimensione spaziale della pandemia, costituisca un importantissimo terreno di ricerca per gli studi urbani e regionali e per la definizione di politiche e strumenti di planning, perché pone all'attenzione il ripensamento di tradizionali confini e poteri istituzionali, economici, politici. Queste considerazioni hanno riverberazioni profonde sulle azioni possibili, non solo per far fronte all'emergenza, ma per reinventare progressivamente alcune traiettorie di urbanizzazione alla scala urbana e regionale.
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Cirillo, Vincenzo, et Ornella Zerlenga. « Entre arquitectura y geometría. Un ejemplo de escalera oval en la toba napolitana ». EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, no 39 (22 juillet 2020) : 196. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.11962.

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<p>Questa ricerca è dedicata allo studio della configurazione geometrica della scala come spazio rappresentativo dell’architettura. Questo contributo analizza una sorprendente scala, situata a Napoli (Italia) a Capodimonte, costruita in tufo (con sistema a sbalzo) e con sviluppo spaziale su una pianta a forma di cono rovescio. I metodi di indagine adottati sono stati il rilievo architettonico (diretto e con scanner laser) e l’analisi geometrica delle forme. I dati raccolti hanno permesso di riconoscere in questa scala la presenza di un grande pensiero progettuale capace di costruire una scala ovata a sbalzo nel tufo, adattando il suo sviluppo a un’elica conica invertita. Il modello della scala ovata è stato analizzato anche nei trattati di architettura italiana dal XVI al XVIII secolo.</p>
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Laino, Giovanni. « Gli immigrati ci mostrano come cambia la città ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 126–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100015.

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I migranti stranieri nelle città crescono, si radicano, partecipano alla divisione sociale dello spazio come delle opportunità del mercato del lavoro e alla trasformazione del paesaggio economico sociale oltre che spaziale. A Napoli si registra un incremento molto significativo di stranieri iscritti alla Camera di Commercio come commercianti, in sede fissa o ambulanti. La mappa delle localizzazioni di queste iscrizioni insieme alla ricostruzione di alcune carriere consentono di ipotizzare alcuni caratteri delle dinamiche di trasformazione. La ricerca presentata in questo servizio consente di sostenere che l'uso della categoria della segregazione non aiuta a decifrare le traiettorie del cambiamento mentre una lettura più obiettiva del processo consente di cogliere meglio alcuni caratteri, forse peculiari, anche di lunga durata, della città di Napoli.
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Vallar, Giuseppe. « La neuropsicologia italiana contemporanea e il contributo del gruppo di Milano ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2021) : 79–102. http://dx.doi.org/10.3280/rip1-2021oa11602.

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L'articolo si apre con una definizione di "neuropsicologia" e riassume le fasi iniziali dello sviluppo della neuropsicologia italiana contemporanea, con particolare riferimento all'approccio metodologico e alle prime attivit&agrave; del "Gruppo di Milano", formatosi, nei primi anni '60 del ‘900, attorno al neurologo Ennio DeRenzi, nella Clinica delle Malattie Nervose e Mentali dell'Universit&agrave; di Milano.La nascita di questo Gruppo, con lo sviluppo sistematico di ricerche su vari ed importanti temi (l'afasia e la sua riabilitazione, i deficit del riconoscimento degli oggetti, dell'intelligenza e del pensiero astratto, l'aprassia, la negligenza spaziale unilaterale) diede alla neuropsicologia italiana una visibilit&agrave; internazionale mai raggiunta in precedenza. Prima dello sviluppo del Gruppo di Milano, in Italia gli studi neuropsicologici, per lo pi&ugrave; di singoli pazienti con deficit appariscenti, pur presenti e con risultati talora di rilievo, erano rimasti episodi isolati, nel solco dei contributi maggiori degli autori Francesi, Tedeschi e dell'Impero Austro-Ungarico e Britannici, senza uno sviluppo organico di programmi di ricerca da parte di gruppi organizzati. Infine, sono ricordati i rapporti di Marcello Cesa-Bianchi con componenti il Gruppo di Milano e con l'autore di questo articolo.
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Lenart Perger, Meta. « Sulle tracce di Giovanna d’Arco tra mito e documento storico : l’indagine spaziale di M. Morazzoni ne Il fuoco di Jeanne ». Ars & ; Humanitas 13, no 2 (26 décembre 2019) : 119–31. http://dx.doi.org/10.4312/ars.13.2.119-131.

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Calata nell’episteme postmoderna, ma sempre un po' restia ad abbracciare pienamente la tendenza stilistica del postmodernismo, Marta Morazzoni si è ritagliata una scrittura che evita forme di ostentata metanarrazione, pur lasciando cadere degli accenti sull’attività di costruzione del testo. Allo stesso tempo riprende anche motivi e strategie della prosa dei modernisti, e in particolare la ricerca di una forte dimensione psicologica del narrato con una preferenza quindi per un discorso basato sulla rifl essione piuttosto che sull'azione.
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Mangia, S., MA Macrì, G. Garreffa et B. Maraviglia. « Prospettive e limiti dei metodi RM nello studio della funzionalità cerebrale ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 85–92. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300115.

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In questo lavoro vengono affrontati alcuni argomenti che sono al centro della più recente indagine scientifica nel campo delle neuroscienze, in relazione alle metodologie che utilizzano la risonanza magnetica nucleare nello studio della funzionalita cerebrale. Soprattutto grazie alle sue caratteristiche di non invasività, la risonanza magnetica funzionale non soltanto si presenta come un formidabile strumento di ricerca finalizzato alla comprensione delle relazioni che intercorrono tra la struttura cerebrale, la funzionalità cerebrale e le patologie neurologiche, ma si prospetta anche come un'importante tecnica diagnostica di routine clinica. Tuttavia le problematiche legate a tale metodologia sono molteplici, e riguardano da una parte l'interpretazione stessa del segnale rivelato in condizioni di attivazione neuronale, dall'altra la definizione della risoluzione spazio-temporale, della specificità spaziale e della significatività statistica delle mappe di attivazione ottenute.
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Dazzi, Davide. « Lavoro agile tra rottura del vincolo spaziale e ricerca di una nuova dimensione del luogo di lavoro ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2021) : 44–54. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-001004.

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Il procedere incerto della legislazione e della contrattazione tra un orientamento welfaristico e organizzativistico del lavoro agile rischia di produrre una dis-locazione della prestazione del lavoro senza una ridefinizione organizzata delle relazioni di lavoro. La remotizzazione del la-voro al di fuori di un ridisegno dell'organizzazione del lavoro rischia di contraddire le prero-gative legislative del lavoro agile di autonomia, produttività e conciliazione e di entrare in con-correnza con alcune traiettorie della digitalizzazione del mercato del lavoro. Se le relazioni di lavoro travalicano i confini aziendali, anche le parti sociali, e il sindacato in primo luogo, han-no bisogno di costruire politiche organizzative e contrattuali che sappiano andare oltre il solo perimetro aziendale.
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Colloca, Carlo. « Le condizioni di vita dei migranti nel ragusano fra processi di deterritorializzazione ed ecomafie ». MONDI MIGRANTI, no 2 (juillet 2022) : 53–73. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002003.

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L'articolo analizza l'organizzazione spaziale e sociale della "fascia trasformata del ragusano" dove abitano e lavorano cittadini stranieri immigrati. L'obiettivo è restituire - con il supporto di dati statistici, della cartografia e della fotografia - i risultati di un'attività di ricerca svolta fra il febbraio 2020 e il novembre 2021 sulle caratteristiche socio-territoriali di un contesto, dove il passaggio dalla stagionalità alla colture intensive in serra non si è configurato come una transizione ad una nuova produzione di territorialità, con nuove formulazioni della relazione co-evolutiva fra insediamento umano e ambiente, ma è l'esito di un sistema socio-economico per sua natura deterritorializzato e, dunque, organizzato in uno spazio astratto, omologato, casuale e artificiale. Si tratta di un territorio dove si concen-trano gli effetti di un'agricoltura divenuta sempre più industrializzata e globalizza-ta che si alimenta di un crescente sfruttamento del lavoro migrante e dell'ecosistema, anche per mano di una criminalità organizzata che controlla la gestione della plastica, degli agrochimici e dei rifiuti che questi materiali determi-nano.
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M. Bello, Elisabetta, et Maria Teresa Gabardi. « Gli usi temporanei del patrimonio pubblico abitativo. Alcune sperimentazioni a Milano e Torino ». CRIOS, no 22 (mars 2022) : 44–55. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-022005.

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La crisi economica che ha investito l'Italia negli ultimi dodici anni ha avuto notevoli riflessi sia dal punto di vista sociale che urbanistico. Diversi quartieri di edilizia residenziale pubblica, ma non solo, hanno subito svuotamenti e risignificazioni nell'organizzazione e uso degli spazi, mettendo in luce una ricerca paziente di nuove forme di gestione e uso del patrimonio pubblico. Molte sono le sperimentazioni e i tentativi che si sono dati, anche con forme di cooperazione pubblico/privato. Alcune iniziative e politiche promosse dai Comuni e dagli enti gestori hanno predisposto per esempio l'assegnazione temporanea in locazione a particolari categorie di popolazione, per garantire un uso continuativo del patrimonio ed evitare forme di degrado spaziale e sociale. Scopo del presente contributo è quello di provare a esplorare e restituire alcune di queste esperienze in atto, attraverso dei casi studio a Milano e Torino, indagandone le politiche alla base, le modalità di assegnazione degli alloggi e l'efficacia di alcuni esiti.
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Popolizio, T., G. Calabrese, T. Scarabino, M. Germano, R. Mingarelli, P. L. Ciritella et U. Salvolini. « Spettroscopia protonica RM a volume singolo con programma automatico “Probe” ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 1 (février 1997) : 29–39. http://dx.doi.org/10.1177/197140099701000103.

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La Spettroscopia Protonica a Risonanza Magnetica (MRS) è una tecnica non invasiva che permette di misurare in vivo i livelli di sostanze chimiche differenti fornendo informazioni chimico-metaboliche sulla struttura tissutale. La recente diffusione di tale tecnica e la disponibilità ed il perfezionamento di programmi computerizzati di facile impiego ne rendono possibile l'applicazione su ampia scala permettendo l'attuazione di sofisticati studi di ricerca. L'impiego nella pratica clinica è tuttavia ancora piuttosto scarso sia per limiti tecnici legati alla difficoltà di ottenere risoluzione spaziale e rapporto segnale-rumore ottimali, sia per i lunghi tempi di esame che la maggior parte dei programmi in uso impongono al paziente. Nel nostro studio abbiamo utilizzato il programma PROBE (Single-voxel Proton Brain Exam), con cui è possibile acquisire spettri da singoli volumi di interesse in modo automatico, cosicché il tempo complessivo dell'esame di MRS è di circa 9 minuti, con massima tollerabilità anche da parte di piccoli pazienti sottoposti a studio in narcosi.
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Oppio, Alessandra, Luca Forestiero, Loris Sciacchitano et Marta Dell'Ovo. « How to assess urban quality : a spatial multicriteria decision analysis approach [Come valutare la qualità urbana : un approccio di analisi decisionale spaziale multi-criteriale per gli spazi aperti pubblici] ». Valori e Valutazioni 28 (juillet 2021) : 21–30. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212803.

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From the early 1990s the quality of public space is at the centre of the Agenda of major European cities. Today, more than before, the health emergency due to the Covid-19 pandemy has pointed out the importance of the relationship among public space, quality of life and health. Public and semi-private spaces, especially in high-dense cities and in the most affected areas by Covid-19, represent a strong driver both for restarting and for helping cities to face the new normal age. Despite the advancement of research during the past two decades and empirical evidence about the relationship among quality of open spaces, quality of life and urban sustainability, there is still a lack of studies on how to measure the quality of open spaces. Among the several research lines, the Urban Design approach across its evolution has always focused on it, starting from aesthetic as well as technical issues and increasingly including the social and economic ones. Dai primi degli anni ’90 la qualità dello spazio pubblico è al centro dell’Agenda delle principali città europee. Oggi, più di prima, l’emergenza sanitaria generata dalla pandemia da Covid-19 ha delineato l’importanza delle relazioni tra spazio pubblico, qualità della vita e salute. Gli spazi pubblici e semi-privati, specialmente nelle città densamente popolate e nelle aree più colpite dalla pandemia, sono un elemento chiave da cui ripartire per aiutare le città ad affrontare una nuova normalità e a definire una risposta alle restrizioni sanitarie. Nonostante gli avanzamenti della ricerca scientifica e le evidenze empiriche sulla relazione tra qualità degli spazi aperti, qualità della vita e sostenibilità urbana, pochi sono ancora gli studi su come misurare la qualità degli spazi aperti. Tra le diverse tradizioni di ricerca, l’Urban Design ha sempre prestato una particolare attenzione a questo tema, iniziando con aspetti funzionali ed estetici e includendo nel corso della sua evoluzione anche questioni sociali ed economiche.
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Raffaele Catuogno, Teresa Della Corte, Veronica Marino et Victoria Andrea Cotella. « Archeologia e architettura nella rappresentazione della c.d. Tomba di Agrippina a Bacoli, una ‘presenza preziosa’ tra genius loci e potenzialità di intervento. » Mimesis.jasd 1, no 1 (5 août 2021) : 137–54. http://dx.doi.org/10.56205/mim.1-1.7.

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L’indagine nel sito architettonico-archeologico che fu antico teatro romano sul mare poi trasformatoin ninfeo - erroneamente denominato Tomba di Agrippina - intende affidare alla dimensioneastratta e conoscitiva della rappresentazione la restituzione dei significati del manufatto come‘presenza preziosa’ nel paesaggio urbano di Bacoli. L’approccio di indagine, avvicinandosialla insita dimensione metaprogettuale del rilievo, si propone di suggerire linee di indirizzo permirate strategie di rigenerazione del patrimonio culturale flegreo, laddove l’espansione urbana nonpianificata ci restituisce una mappa territoriale priva di segni di connessione tra le attuali zoneurbanizzate e i resti dei pregevoli manufatti antichi. Diffusamente, e in particolare nel caso inesame, i ritrovamenti archeologici rivelano problematiche compenetrazioni con l’edilizia moderna.I preziosi reperti, spesso ancora parzialmente interrati o inagibili, esigono decisioni e interventidi integrazione che facciano riferimento alle peculiarità territoriali e che, confermandone le azionidi tutela, consentano nuove forme di accessibilità ai siti, attivabili attraverso operazioni dirappresentazione digitale del patrimonio che implementino livelli di fruizione alternativi allavisita diretta.Muovendo da questa esigenza, l’orientamento metodologico della ricerca è inteso ad assumerela digitalizzazione dei processi in ogni fase di lavoro. Obiettivo prioritario è rendere disponibilimodelli tridimensionali del sito, sezionabili ed interrogabili secondo diversi livelli semantici,sia durante la prima fase di acquisizione dei dati (SAPR, TLS), sia in quelle successive dimodellazione (modello virtuale e ABIM) e di consultazione-interrogazione dei simulacri che siprestano a rappresentare in maniera efficace e propositiva il sistema spaziale complessivo e gliapparati figurativi puntualmente esaminati.
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Danesi, Marcel. « A Glossary of Lectal Terms for the Description of Language Variation ». Language Problems and Language Planning 9, no 2 (1 janvier 1985) : 115–24. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.9.2.03dan.

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SOMMARIO Un glossario di termini lettali per la descrizione della variazione linguistica L'esigenza di trovare una terminologia comune o standardizzata per descrivere i fenomeni appartenenti a un'area specifica di ricerca caratterizza tutte le scienze. Questo è vero, quindi, anche nel caso della linguistica. Data l'attuale tendenza a sviluppare una metodologia che mira ad incorporare parametri contestuali di carattere spaziale, sociale e psico-comunicativo, esiste il bisogno ora, più che mai, di utilizzare un sistema terminologico comune. In questo articolo discuteremo che un sistema comune, basato sul suffisso -letto, è già implicito negli scritti di parecchi studiosi. Quindi, lo scopo principale del presente lavoro è di proporre un glossario minimo di termini lettali, molti di cui si trovano dispersi nella letteratura scientifica. Alcuni dei termini, tuttavia, sono usati qui per la prima volta. RESUMO Lekta terminaro por priskribi lingvan varion La sercado de normigita, au komuna, terminologio por priskribi la terenon de fenomenoj, kiuj rilatas al difinita kampo de esploroj, karakterizas ciujn sciencojn. Tio validas ankaù pri lingvistiko. Pro la kreskanta emo evoluigi metodologion, kiu celas enpreni kuntekstajn parametrojn spacajn, sociajn kaj psikokomunikajn latt karaktero, sajnas esti bezono, ec pli urga ol antaûe, ke esploristoj uzu komunan terminologian sistemon. Tiu ci referajo argumentas, ke tia sistemo, bazita sur la sufikso -lekt, estas jam implica en la verkoj de multaj esploristoj. Sekve, gi sugestas minimuman liston de lektaj terminoj, multaj el kiuj troveblas dise tra la literaturo. Tamen, kelkaj terminoj estas ci tie unuan fojon uzataj.
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Stortini, Michele, Barbara Arvani et Marco Deserti. « Operational Forecast and Daily Assessment of the Air Quality in Italy : A Copernicus-CAMS Downstream Service ». Atmosphere 11, no 5 (29 avril 2020) : 447. http://dx.doi.org/10.3390/atmos11050447.

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In this paper, an operational forecasting and daily assessment system of air quality is presented. This new system is thought of as a Copernicus-CAMS downstream national service, able to develop and implement a service for air quality forecasting and monitoring in the Italian domain, running every day on the National territory. The system is being developed on behalf of a cooperation between Agenzia Spaziale Italiana (ASI) and Sistema Nazionale Protezione Ambiente (SNPA). SNPA is the network between Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale (ISPRA) and the Regional Environmental Agencies (ARPAs). The objective of the cooperation is to provide full operation service in terms of continuity, sustainability, and availability of the air quality forecast and evaluation services at the national level. The system forecasts and analyzes air quality throughout Italy, with a focus on Italian regions, for the principal pollutants: Particulate matter with diameter smaller than 10 μm (PM10), ozone (O3), and nitrogen dioxide (NO2). It includes a Chemical Transport Model (CTM) nested with the Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS) global model and data from the air quality monitoring stations in Italy. The system, under public control and based on open software, is now under testing. To date, it is able to deliver free open data, which is available to environmental agencies and citizens. The data are delivered both as maps and graphs, and as numerical data, useful for providing boundary conditions to local–high resolution-air quality models or for developing customized services. In this work, a downscaling application to a regional nested domain highlights how the new air quality forecasting system gains better results than the Copernicus-CAMS system.
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Mela, Alfredo. « Contributi di ricerca socio-spaziali. Introduzione ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 121 (mars 2020) : 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/sur2020-121001.

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Valz Gris, Alberto, Chiara Iacovone, Astrid Safina, Andrea Pollio et Francesca Governa. « Il ‘campo' geografico di un'etnografia sottile. Cinque esperimenti di fieldwork ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 1 (mars 2022) : 5–31. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13364.

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Negli ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia' in geografia non &egrave; certo n&eacute; scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessit&agrave; del ‘campo' della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un'etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessit&agrave; spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e pi&ugrave; radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l'articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilit&agrave; di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialit&agrave;.
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Guidi, Andrea. « Storia italiana, storia mediterranea : nuove prospettive su un passato imperiale e coloniale ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 350–69. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa4.

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Negli ultimi anni, il legame fra Italia e Mediterraneo ha attirato una maggiore attenzione da parte della storiografia. Questo legame viene ormai studiato tenendo conto del dibattito su nuove categorie spaziali fra le scale nazionale, regionale, e globale con un interesse crescente per la categoria di impero. Il presente saggio discute lo stato attuale della ricerca e possibili orizzonti. Uno sguardo d'insieme su quattro monografie in lingua inglese permette di considerare il Mediterraneo come spazio adatto a ripensare la storia italiana mettendo l'accento sul suo carattere imperiale, compresa la decolonizzazione e i suoi echi fino a oggi. A partire da questi spunti, il saggio propone un dialogo con altre aree geo-storiche del bacino, la ricerca su fonti in varie lingue, e una maggiore attenzione per le realtà locali nel periodo precedente alla dominazione italiana.
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dell’Agnese, Elena. « La Climate Fiction secondo l'Ecocritical Geopolitics : un'agenda per la ricerca ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 110–26. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13805.

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L'idea che un cataclisma climatico possa alterare in maniera profonda gli equilibri del pianeta &egrave; presente nella fantascienza sin dalla fine dell'Ottocento. Le narrazioni incentrate sulle conseguenze potenzialmente catastrofiche di un cambiamento climatico, tuttavia,nei primi due decenni del Duemila si sono letteralmente moltiplicate, tanto che si parla di Climate Fiction. Al di l&agrave; del monito ambientalista inserito in queste narrazioni, un ulteriore livello di analisi pu&ograve; essere individuato nell'esame del discorso da esse veicolato, in relazione ai rapporti di potere tra esseri umani e tra esseri umani e ambiente. In questo articolo, dopo una breve introduzione all'approccio teorico individuato come utile a tal fine (l'Ecocritical Geopolitics), verr&agrave; articolata un'agenda di ricerca, con l'identificazione dei campi di indagine da aprire per esplorare la Climate Fiction, in riferimento ai suoi riferimenti spaziali, ai suoi principali protagonisti e al suo discorso sull'ambiente.
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Gandolfi, Chiara. « Pirola : impegno tipografico e proposte editoriali ». STORIA IN LOMBARDIA, no 3 (mars 2011) : 30–54. http://dx.doi.org/10.3280/sil2010-003002.

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La ricerca ripercorre la storia della tipografia-editrice e libreria Pirola di Milano, dalla fondazione dell'attivitŕ nel 1781 alle vicende del recente Novecento. Nello specifico, si sono analizzate le proposte ottocentesche dell'azienda, entro una parabola che spazia dalle pubblicazioni di servizio alla produzione teatrale alle edizioni scolastiche e pedagogiche.
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Pagano, Tullio. « La ricerca di Maria Luisa Spaziani tra tensione simbolica e distanziamento ironico ». Italica 71, no 2 (1994) : 208. http://dx.doi.org/10.2307/480006.

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Cignetti, Luca, Silvia Demartini, Simone Fornara et Vincenzo Todisco. « Editoriale ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 1 (9 novembre 2021) : VII—VIII. http://dx.doi.org/10.33683/didit.21.01.00.

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Prende l’avvio, con questo fascicolo, DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, una nuova rivista scientifica nata dalla collaborazione tra il Centro competenze didattica dell’italiano lingua di scolarizzazione del Dipartimento formazione e apprendimento della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana e l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni. Alla rivista partecipano quindi due istituzioni universitarie che si occupano della formazione degli insegnanti del Ticino e dei Grigioni, i due cantoni svizzeri in cui l’italiano è lingua ufficiale (nei Grigioni accanto al tedesco e al romancio): un contesto del tutto particolare, che vede l’italiano insieme lingua di scolarizzazione e lingua prima (in Ticino e nel Grigioni italiano), lingua seconda (in Ticino) e lingua straniera nella scuola dell’obbligo (nella parte tedesca del Canton Grigioni). In una realtà così peculiare dal punto di vista linguistico e culturale, DIDIT intende offrire uno strumento di ricerca e aggiornamento rivolto a chi opera, per ragioni di studio o di lavoro, nell’ambito della didattica dell’italiano come lingua prima, come lingua seconda o come lingua straniera. Vista la particolare situazione linguistica del Canton Grigioni, del limitrofo Alto Adige e tenuto conto delle diverse altre lingue presenti sul territorio grigionese e ticinese accanto alle lingue ufficiali, la nuova rivista prende in considerazione anche la ricerca sulla didattica del plurilinguismo. In questo senso la rivista si presenta come luogo di scambio scientifico privilegiato e unico nel panorama delle pubblicazioni scientifiche presenti sul territorio nazionale svizzero e come uno dei pochi strumenti a livello internazionale che prendono in esame l’italiano nei diversi contesti di insegnamento; l’obiettivo sul medio-lungo termine è di configurarsi come un punto di riferimento nel campo degli studi sulla didattica dell’italiano e del plurilinguismo, caratterizzati dal costante connubio tra dimensione teorica e dimensione applicativa. DIDIT è divisa in tre sezioni: Studi e ricerche, Esperienze didattiche e Recensioni e segnalazioni. La prima, affidata alla penna di studiose e studiosi di chiara fama nel settore della didattica della lingua e della letteratura italiana (in questo primo numero Maria G. Lo Duca e Giuliana Fiorentino e, per la tematica del plurilinguismo, Ruth Videsott), accoglie approfondimenti teorici su temi afferenti agli ambiti didattici sopra ricordati. La seconda è dedicata a esempi di applicazioni e percorsi didattici, affidati a studiose e studiosi, ricercatrici e ricercatori, docenti attive e attivi nella scuola di ogni ordine e grado (in questo numero Livia Radici Tavernese, Daniele Dell’Agnola, Stefania Crameri e Daniela Kappler). La terza presenta, infine, recensioni di libri e studi che possono contribuire all’innovazione didattica nelle discipline di riferimento e a segnalazioni di opere – come albi illustrati, poesie, raccolte di racconti e romanzi – rivolte a lettori di diverse fasce di età. Tenuto conto dei contesti minoritari con cui si vede confrontato l’italiano in Svizzera, la rivista ambisce a diventare anche uno strumento per il sostegno e la promozione della lingua italiana in questo contesto nazionale, e non solo. In tal senso, si propone di estendere il proprio orizzonte agli studi sulla didattica dell’italiano in un’accezione ampia, che accolga prospettive plurali e sguardi capaci di spaziare dalla teoria all’applicazione pratica, avendo sempre come obiettivo di fondo un aggiornamento costante sulle strategie, sui metodi, sulle ricerche volte a migliorare e a innovare l’insegnamento dell’italiano. In tal modo la rivista garantisce lo scambio e la comunicazione tra il mondo della ricerca e quello della scuola, a livello nazionale e internazionale: attraverso la scelta dei temi, degli ambiti di ricerca e di riflessione, DIDIT vuole così rispondere alle sfide didattiche e teoriche poste alla disciplina e stimolare il dibattito scientifico e pubblico.
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Journals, FrancoAngeli. « Il diritto ad aspirare nelle geografie dei bambini. Una ricerca-azione partecipativa nel quartiere CEP di Palermo ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 4 (décembre 2021) : 23–44. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12957.

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Questo lavoro si propone di indagare criticamente il ruolo che le aspirazioni urbane, vale a dire la capacit&agrave; collettiva di immaginare spazi alternativi per le proprie citt&agrave;, hanno nella costruzione delle geografie quotidiane delle bambine e dei bambini. In linea con i presupposti della Political Geography of Children, bambine e bambini vengono qui consideraticome attori socio-spaziali capaci di rinegoziare pratiche e rappresentazioni imposte dagli adulti. Muovendo da queste considerazioni teoriche e dai principi metodologici della ricerca-azione partecipativa, analizzeremo il percorso laboratoriale organizzato con le ragazze e i ragazzi dell'Associazione San Giovanni Apostolo del CEP di Palermo, uno dei quartieri pi&ugrave; marginalizzati della citt&agrave;. In particolare, prenderemo in considerazione le attivit&agrave; di photo-walk e di mappatura collettiva condotte nel quartiere e i tentativi di trasformare il campo abbandonato di via Calandrucci da zona di ‘disimmaginazione' a luogo di desideri e rivendicazioni per i suoi abitanti pi&ugrave; piccoli.
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Pirrone, Concetta, Sabrina Castellano, Concetta Giuseppa Amata et Christopher Tienken. « Il gioco con le costruzioni e lo sviluppo cognitivo : una review narrativa ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (décembre 2021) : 1–19. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12859.

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Il gioco rappresenta per il bambino un'attivit&agrave; fondamentale per la sua crescita; in particolare, quello con le costruzioni, sembra avere un ruolo rilevante per lo sviluppo cognitivo del bambino. Al fine di comprenderne la reale efficacia, numerosi studi sono stati condotti indagandone i vari aspetti in relazione a differenti abilit&agrave; cognitive. Una prima area di studi riguarda la relazione tra gioco con le costruzioni e abilit&agrave; visuo-spaziali, una seconda ne esamina la relazione con la matematica, una terza area mette in relazione il gioco con le costruzioni, le abilit&agrave; visuo-spaziali, l'intelligenza numerica - nelle sue diverse componenti - e le immagini mentali. Tali studi lasciano presupporre che il gioco con le costruzioni rappresenti un importante strumento ludico ed educativo con elevate capacit&agrave; per il potenziamento dello sviluppo cognitivo complessivo e di specifiche abilit&agrave;, quali quelle matematiche. Questa rassegna narrativa propone dunque una revisione sistematica delle evidenze empiriche presenti in letteratura per tentare di comprenderne la reale efficacia. In un periodo storico in cui i device informatici stanno gradualmente sostituendo il gioco manuale che da sempre ha accompagnato lo sviluppo umano, conoscere lo stato dell'arte su questo importante ambito di ricerca potrebbe rappresentare uno spunto di riflessione al fine di rivedere la programmazione scolastica basata sul possibile ritorno a specifiche attivit&agrave; ludiche manuali finalizzate al potenziamento cognitivo e di specifiche abilit&agrave; scolastiche.
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Giordano, Filippo, et Jacopo Di Domenico. « Università e trasferimento tecnologico : il ruolo degli incubatori universitari ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (décembre 2018) : 42–51. http://dx.doi.org/10.3280/es2018-003004.

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Gli incubatori di impresa costituiscono ormai una realtà consolidata soprattutto nei Paesi più sviluppati. Divenuti popolari come strumenti per lo sviluppo e il rafforzamento del tessuto economico, si sono articolati nel tempo dando vita a varie forme organizzative con differenti modelli di business. Il contributo analizza nello specifico una delle tipologie di incubatore d'impresa oggi esistenti: l'incubatore universitario. Attraverso un'attenta review della letteratura internazionale, che ha permesso, tra l'altro, di evidenziare ambiti, localizzazione spaziale e temporale delle ricerche condotte fino ad oggi, sono stati identificati i modelli di business più diffusi e i fattori critici di successo. In ultimo, dopo una rappresentazione della situazione italiana, con evidenza delle realtà esistenti e primi tentativi di un'analisi statistica sul fenomeno di questione, sono state presentate alcune proposte di riflessione di prospettiva, anche sulla base della letteratura internazionale.
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Burlando, Patrizia, et Sara Grillo. « Utopia vs Realtà ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 172–81. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10291.

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Se la realtà ci impone di ripensare città come super-organismi con minori impatti per una crescita economica attuale, efficiente sotto il profilo delle risorse e competitiva, senza emissioni negative (Paris Agreement, Green Deal), dall’altra è chiaro il bisogno di utopia per immaginare dei futuri alternativi, traendo spunto dalle epoche in cui gli ideali hanno avuto il potenziale di influenzare l’attività di progettisti e di pianificatori. In qualunque modo l’utilizzo di un verde più resiliente è diventato l’elemento cardine nei processi di trasformazione urbana. Non a caso anche architetti di fama mondiale come Boeri Associati, MVRDV, AMO/Koolhaas e BIG- Bjarke Ingels Group hanno improntato la loro ricerca sulla green tech al fine di utilizzarla nell’ambito di interventi architettura. Nella soluzione di diversi problemi ambientali: dal cambiamento climatico, alla emergenza COVID-19, dunque, l’utilizzo di un insieme di soluzioni verdi, resilienti e a diverse scale spaziali da quella della città, a quella di quartiere, di isolato e del singolo edificio è diventata una necessità.L’obiettivo di questo lavoro è presentare evidenziandone pregi e criticità alcuni progetti verdi, sia visionari, sia in fase di realizzazione, che si basano sui concetti chiave di sostenibilità, multifunzionalità, aumento dei servizi ecosistemici e multiscalarità. Se la utopia della Riforestazione Urbana di Stefano Boeri diventa realtà, invece la ricerca The Green Dip condotta dal The Why Factory Workshop rappresenta al momento solo uno studio, un manifesto per restituire vivibilità alle città contemporanee.
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Di Tore, Stefano, Aldo Caldarelli, Michele Domenico Todino, Lucia Campitiello, Veronica Beatini et Simone Aparecida Capellini. « Colmare il divario tra Scuola e Storia : il Progetto Scan Italy ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 313–25. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14720.

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Questo contributo si prefigge da un lato, di dare uno spaccato del dilagante utilizzo di Extended Reality con particolare attenzione verso quella immersiva (Virtual Reality), mostrandone il crescente mercato dei dispositivi utilizzabili; dall'altro propone un sistema che &egrave; gi&agrave; in essere sotto il nome di Progetto &quot;ScanItaly&quot;, volto alla digitalizzazione di reperti museali collezionati in database pubblici, per il loro utilizzo a 360 gradi nella Extended Reality sotto la licenza totalmente gratuita delle Creative Commons, al fine di permettere la creazione di ambienti immersivi, di musei viertuali o semplicemente agevolarne il download delle singole scansioni per scopi didattici. Le prospettive di ricerca che un tale sistema suggerisce spaziano dal ripensamento della didattica museale per le scuole di ogni ordine e grado alla realizzazione di ambienti virtuali inclusivi.
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Pucci, R., et G. G. N. Angilella. « Leonardo da Vinci, scienziato ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382 (22 décembre 2019) : FP12—FP28. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382.77.

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Leonardo è stato l'unico scienziato la cui ricerca non solo ha preso spunto da immagini, ma è avvenuta con immagini. Egli ha espresso le sue idee scientifiche non con parole o formule, ma con un linguaggio visivo. Leonardo è questa anomalia. Non si ripeterà nella storia della scienza una simile coincidenza fra scienza ed arte. Egli, inoltre, effettua una continua simbiosi tra diversi campi della scienza. Egli, ad esempio, trasferisce i suoi studi delle onde nell'acqua alle onde dell'aria o i suoi studi nell'ottica alla prospettiva nell'arte o le proprietà delle leve allo studio del moto degli arti. Leonardo è stato definito l'uomo più curioso che sia mai esistito, ed in effetti i suoi interessi spaziano tra tutti i saperi noti alla sua epoca: dalla pittura alla scultura, dalla meccanica all'idraulica, dall'architettura alla geologia, dall'anatomia alla zoologia, dalla fisiologia alla geografia, dalla matematica all'ottica, dalla statica all'astronomia ed alla botanica. In questa conferenza si accenna ad alcune delle più importanti scoperte di Leonardo, sottolineando il carattere di rottura che esse hanno rispetto alle idee dominanti nella scienza del suo tempo.
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De Gregorio, Orlando, et Elena Giacomelli. « Dentro, fuori e contro le involuzioni delle politiche sull'immigrazione : riflessioni dalle esperienze di microaccoglienza diffusa di richiedenti asilo in Valsugana e Valle di Susa ». MONDI MIGRANTI, no 2 (juillet 2022) : 165–87. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002008.

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Quest'articolo verte sulle esperienze di accoglienza diffusa di richiedenti asilo rea-lizzate nei comuni montani della Valsugana in Trentino e in alta Valle di Susa in Piemonte. Si tratta di progetti nati in seno all'accoglienza straordinaria, ma che hanno assunto le forme dell'accoglienza diffusa e integrata, come altri progetti realizzati in diversi altri territori del paese. Cosa sono state queste esperienze? Usiamo il passato perché nel momento in cui scriviamo, queste esperienze sono state smantellate o in via di smantellamento per gli effetti delle politiche salvinia-ne. Cosa ha significato, in termini di governance e processo d'implementazione, fare accoglienza diffusa in piccoli comuni montani di persone che sono o erano nell'attesa di ottenere lo status di rifugiato (o altra forma di protezione)? Come si sono collocate e si possono collocare queste esperienze rispetto alle politiche na-zionali sull'immigrazione da tempo caratterizzate dal paradigma dell'emergenza, dalla frammentarietà, e dall'incoerenza? Attraverso due progetti di ricerca qualita-tiva, l'articolo guarda all'interno di questi processi di implementazione, concen-trandosi su come le dimensioni spaziali e temporali siano state lentamente "riem-pite" dal lavoro costante di comunità locali, migranti e operatori sociali, in un mo-do che sfuma le distinzioni politiche e sociologiche di accoglienza e integrazione. Lo scopo principale è quindi quello di riflettere sull'interconnessione tra il meso (il livello locale), il micro (l'interazione quotidiana tra richiedenti asilo-operatori sociali-comunità locali) e il macro (le politiche nazionali).
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Guslandi, Silvia. « “Ma immobile la freccia ardiva a un cielo senza tempo né varco” : Avversative e sacralità in Utilità della memoria di Maria Luisa Spaziani ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 3 (10 octobre 2019) : 716–30. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819872938.

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L’articolo si propone di rintracciare il dualismo individuato da diversi critici nella poesia della maturità di Maria Luisa Spaziani e nella raccolta giovanile Utilità della memoria. La presenza di una tensione irrisolta nella sua poesia è ancorata, nel caso specifico, a due espedienti su cui si concentra la maggior parte del saggio: l’uso della congiunzione avversativa “ma” e del lessico sacro. Il primo introduce nel testo un’alternativa tra positività e scetticismo, tra aspirazione e disillusione, dove la scelta spetta al soggetto stesso. Considerando la raccolta nel suo complesso, questi appare dunque costantemente sulla soglia tra due atteggiamenti contrastanti, dei quali nessuno riesce a vincere definitivamente sull’altro. Simile effetto è prodotto dall’utilizzo del lessico sacro. Questo apre l’esperienza individuale a un piano metafisico, che non è però accettato pacificamente, bensì costantemente ricercato e interrogato.
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Cannavò, Michele, Jelena Zeleskov Doric, Alessandro Cereda et Azzurra G.M. Alù. « L'uso delle immagini e della fotografia nella psicoterapia della Gestalt. Neuroestetica, neuroni specchio e risonanza corporea ». QUADERNI DI GESTALT, no 2 (novembre 2021) : 29–43. http://dx.doi.org/10.3280/gest2021-002003.

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La psicoterapia della Gestalt permette l'uso delle immagini e delle fotografie nel processo terapeutico in ragione della sua natura fenomenologica orientata al processo. Le fotografie di-ventano un mezzo che consolida la consapevolezza dei pazienti, facilitando la dinamica figura/sfondo. Questo articolo offre un excursus teorico che spazia tra la fototerapia e la psicoterapia della Gestalt, con riferimento ai capisaldi della epistemologia gestaltica come la consapevolezza, la concentrazione e la presenza ai sensi. Propone altresì una trattazione sulla correlazione tra le recenti ricerche neuroscientifiche sui neuroni specchio, il campo di indagine della neuroestetica, il concetto di conoscenza relazionale estetica e quello di risonanza corporea, come sfondo teorico alla validità dell'uso della fotografia nei processi trasformativi terapeutici. Gli autori concludono con esempi di applicazione del mezzo fotografico nel processo di terapie individuali.
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Delledonne, Nicola. « L’arte del realismo onirico : architettura, pittura e letteratura nell’opera di Arduino Cantàfora ». Quaderni d'italianistica 38, no 1 (18 octobre 2018) : 223–50. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v38i1.31167.

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Il presente contributo critico interpreta l’opera di Arduino Cantàfora (1945) — architetto, pittore e scrittore — attraverso la nozione di realismo onirico, coniata per evidenziare la propensione dell’artista milanese a trasfigurare gli elementi della realtà secondo un processo tipico del mondo dei sogni. Tra l’inizio degli anni Settanta e la fine degli anni Ottanta del Novecento, egli affina una tecnica di lavoro destinata a diventare una peculiarità del suo modo di operare: prima progetta architetture, poi le dipinge e, infine, ne trae spunti per componimenti letterari. La sua è una ricerca che sottende una riflessione sullo spazio e sul tempo, ma, soprattutto, sulla frammentazione di queste due entità e sulla ricomposizione dei frammenti spaziali e temporali in un nuovo contesto. In ogni opera — per lo più racconti accompagnati da dipinti di architettura, ma anche grandi tele per mostre di pittura nonché libri di narrativa — ne sortisce un effetto straniante che sembra voler avvertire il lettore o l’osservatore dell’esistenza di una realtà onirica accanto a quella fattuale. È la realtà del ricordo che, trasformato dal trascorrere del tempo, diviene materiale per la creazione artistica. Il ‘ricordare’ così concepito, però, non è il risultato di una nostalgia insoddisfatta, bensì lo strumento attraverso cui l’artista avanza le sue personali idee di architettura, pittura e letteratura. Ecco allora che dietro l’apparenza malinconica delle immagini e le narrazioni allucinate prende corpo un’idea di città fatta di molte sedimentazioni storiche, nella quale il ricordo personale diviene memoria collettiva. Non solo. Esso diventa anche la testimonianza di una lotta per la città nel momento in cui la città si appresta a scomparire, subissata dalla metropoli, dalla megalopoli o, più banalmente, dal territorio diffuso. Tutte le opere menzionate nell’articolo suonano come un monito a non dimenticare quella città. Forse anche a sognarla.
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Piovan, Silvia Elena, et Leonardo Mora. « L’ex-ferrovia Ostiglia-Treviso : analisi di una foresta e greenway sui binari ». Bollettino della Società Geografica Italiana, 29 septembre 2022, 81–100. http://dx.doi.org/10.36253/bsgi-1623.

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Il percorso della ferrovia Ostiglia-Treviso, aperta tra il 1925 e il 1941 e chiusa definitivamente tra il 1945 e il 1987, è stato parzialmente convertito in pista ciclabile a partire dal 2005. Oltre alla trasformazione parziale in ciclopedonale, il tracciato ha visto altre dinamiche, tra cui l’inglobamento in terreni agricoli, la conversione in strade e carrarecce e l’abbandono. Questa ricerca studia la densa vegetazione originatasi a seguito dell’abbandono della linea e si concentra sull’analisi spaziale dei poligoni vegetati nel loro contest storico-culturale e naturalistico. A tal fine è stato creato un database GIS di tutti i poligoni vegetati lungo l’intero percorso della ex-ferrovia. L’analisi quantitativa ha fornito dati che sono stati comparati con i parametri richiesti dalla definizione di foresta della FAO. Ciò ha portato a definire la copertura vegetale lungo l’ex-Ostiglia Treviso come una “serie di foreste”. Inoltre, la sua conformazione lineare funge da collegamento tra elementi di particolare interesse naturalistico e culturale che caratterizzano il territorio rendendola agli effetti sia un corridoio ecologico che una potenziale greenway nella sua totale lunghezza.
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B. ROSSI. « Risultati e prospettive delle ricerche spaziali ». Annals of Geophysics 16, no 3 (4 juillet 2011). http://dx.doi.org/10.4401/ag-5244.

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Toro Jiménez, Cristina. « Bailando la huella del espacio / Dancing space trace / “Danzando il segno dello spazio” ». Tercio Creciente, 1 juillet 2016. http://dx.doi.org/10.17561/rtc.n10.2.

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Résumé :
El inicio de esta investigación se sitúa en una inquietud hacia una de las primeras formas de arte que el ser humano manifiesta de forma casi instintiva, la Danza; así mismo el contacto más directo con esta siendo lenguaje expresivo, donde la anatomía artística se convirtió en protagonista de la investigación. Este proyecto, refleja un cuerpo que se desliza en un tiempo preciso y un espacio narrativo en el cual se desdibuja descifrándose a sí mismo en la huella danzada, identidad de este y pretensión nuestra a alcanzar; algo efímero, su huella, su representación, su propia voz. Con ello se quiso reflejar que un dibujo anatómico, al igual que la danza de un cuerpo, se puede traducir a través del espacio y el tiempo, en cualquier otro modo de creación, ya sea escultórico, pictórico, escenográfico, musical, fotográfico, etcétera; cabe destacar el importante papel que juega el espacio y tiempo en este, pues traduce y traspasa los lenguajes trasladando la dimensión espacial; Hablamos pues, de bidi y tridimensionalidad.Dancing space traceThe aim of this research is to sed light on the latent concern about one of the earliest forms of art which humans being manifest instinctively, the Dance, moreover, the direct connection of this art with the expressive body language, where the artistic anatomy became the protagonist and challenge of this study. According to the facts mentioned above, the work focused on the body that slides into the precise time as well as the narrative space in which is decoded it self on the dance track, that represents it’s identify, moreover led my final goal to reach. Something ephemeral, it’s footprint, representation, what’s more it’s own voice. Furthermore, it is a reflection of how a picture of the anatomic body, as well as it’s own dance, can be represented through the space and time dimensions as any sort of creation. Whether sculptural, painterly, scenic, musical, photographic, so on. It claims to be noted the significant role of time and space on the dance as transfers and translate the different types of languages developing and modifying the spacial translation. Ending up in the bidi and three-dimensionality matter.“Danzando il segno dello spazio”L’inizio di questa ricerca si trova in una inquietudine verso una delle prime forme d’arte che l’essere umano manifesta quasi istintivamente, la danza; Allo stesso modo il contatto più diretto con questa come linguaggio espressivo, in cui l’anatomia artistica divenne protagonista delle indagini. Questo progetto, riflette un corpo scorrevole in un tempo preciso e uno spazio narrativo in cui si sfuma decifrato sé stesso nel segno danzato, l’identità di questo e obiettivo nostro di raggiungere; qualcosa di effimero, la sua impronta, la sua rappresentazione, la propria voce. Questo è stato lo scopo per dimostrare che un disegno anatomico, come la danza di un corpo, può essere tradotto attraverso lo spazio e il tempo, in qualsiasi altra modalità di creazione, sia la scultura, la pittura, teatro, musica, fotografia, ecc. Vale la pena notare l’importante ruolo dal spazio e il tempo in questo progetto, poiché traduce e proietta i linguaggi spostando la dimensione spaziale; Si parla poi di bidi e tridimensionalità
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« S. Prassede : Linee di ricerca sul luogo e sui valori spaziali della basilica di ». Svmma, no 2017.9 (2017). http://dx.doi.org/10.1344/svmma2017.9.4.

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