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Thèses sur le sujet « Ricerca processo »

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RODER, EMANUELA. « The complexity of therapeutic action in DBT : preliminary studies on process and outcome ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2019. http://hdl.handle.net/10281/241311.

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Résumé :
La Dialectical Behavior Therapy (DBT) è un programma di trattamento cognitivo-comportamentale strutturato, complesso e ricco, messo a punto per pazienti con Disturbo Borderline di Personalità (BPD) e gravi comportamenti disfunzionali (tentativi suicidari, autolesività, instabilità relazionale, comportamenti impulsivi). DBT ha dimostrato la sua efficacia in numerosi studi: i tentativi suicidari e i comportamenti disfunzionali si sono ridotti, mentre la regolazione emotiva e il funzionamento generale dei pazienti sono migliorati. La ricerca presentata i prefigge di valutare l’efficacia e i meccanismi d’azione di DBT, esaminando sia la dimensione di outcome, sia la dimensione di processo. La prima parte dell’elaborato è dedicata alla presentazione del modello DBT. Se ne discutono i fondamenti teorici, gli accordi alla base del trattamento, le modalità del programma terapeutico e le strategie di intervento. La seconda parte dell’elaborato è una valutazione dell’efficacia di DBT, rispetto alle variabili target. Lo studio è di tipo longitudinale ed è stato condotto seguendo le linee guida internazionali. DBT è stata messa a confronto con un programma di trattamento comparabile per tipologia di pazienti, obiettivi e complessità. Il campione è composto da 95 pazienti ambulatoriali, valutati ogni tre mesi. Poiché ci si attendeva che il contributo della variabilità individuale fosse rilevante, sono stati utilizzati modelli lineari gerarchici con effetti casuali. I risultati hanno mostrato che i tentativi suicidari, i comportamenti autolesivi, la disregolazione emotiva e comportamentale sono diminuiti in entrambi i gruppi dopo un anno; i modelli hanno mostrato come i soggetti differissero nella quota di cambiamento. Inoltre, i risultati sul campione dei completer hanno suggerito che il setting di gruppo e l’intensità del trattamento potrebbero agire quali specifici meccanismi terapeutici. La terza parte dell’elaborato si compone di una serie di studi di processo con un disegno single case, inseriti nel filone della ricerca process-outcome: si tratta della valutazione di due coppie terapeutiche, una con esito favorevole ed una con esito parziale. Le pazienti erano due giovani donne con diagnosi di BPD, differenti per profilo di personalità e comportamenti disfunzionali; hanno seguito un programma DBT standard con il medesimo terapeuta, un clinico esperto. Sono state esaminate le sedute durante il primo anno di trattamento. Si sono considerate tanto la dimensione tecnica quanto quella relazionale del processo terapeutico, esaminando entrambe da una prospettiva macroanalitica e microanalitica. I risultati hanno mostrato come alcuni aspetti siano riscontrabili in ambedue le coppie terapeutiche: l’aderenza al modello di trattamento e l’atteggiamento del terapeuta orientato alla collaborazione. D’altra parte, sono emerse specificità relative alle coppie terapeutiche. Nel trattamento della paziente con esito positivo, è presente un clima relazionale globalmente positivo, terapeuta e paziente riescono ad affrontare in modo proficuo anche le incomprensioni. Invece, nel trattamento della paziente con esito parziale, terapeuta e paziente faticano a trovare una sintonizzazione e a lavorare in modo sinergico, rimanendo bloccati in dinamiche problematiche e senza riuscire a conseguire pienamente gli obiettivi prefissati. Nel loro insieme, i risultati hanno confermato l’efficacia e la complessità di DBT. Più precisamente, hanno messo in luce le sovrapposizioni e le differenze tra DBT e altri modelli teorici, in particolare con gli interventi che promuovono il funzionamento riflessivo. Inoltre, i risultati hanno confermato l’importanza di una relazione collaborativa tra terapeuta e paziente. In sintesi, è possibile concludere che i meccanismi dell’azione terapeutica in DBT possono essere compresi solo alla luce delle dinamiche del processo terapeutico entro cui si verificano.
Dialectical Behavior Therapy (DBT; Linehan, 1993, 2014) is a structured, complex and comprehensive cognitive-behavioral treatment program for patients with Borderline Personality Disorder (BPD) and severe dysfunctional behaviors (repeated suicidal attempts, self-harm behaviors, relational instability, other impulsive behaviors). Up to now, DBT proved its effectiveness in several studies: suicide attempts and dysfunctional behaviors decreased, while emotional regulation and general functioning improved. The present research aimed at assessing the effectiveness of DBT and its mechanisms of action, evaluating both outcome and process dimensions. The first part of the thesis is dedicated to the presentation of the DBT model, examining its theoretical foundations, the agreements underlying the treatment, the modalities of therapeutic program, and the strategies of intervention. The second part of the thesis is an evaluation of the effectiveness of DBT, examining the course over time of the target variables. The study is longitudinal, single-blind, with a two-arm parallel design, conducted following the international guidelines for the outcome studies on intention-to-treat samples. DBT was compared with another treatment program comparable by patient type, objectives, and complexity of interventions. The sample was comprised by 95 outpatients, assigned to groups with the minimisation procedure and assessed every three months. Since the individual variability was expected to be consistent, Hierarchical Linear Models with random effects were used. Results showed that suicidality, self-harm, emotional and behavioral dysregulation decreased in both groups after one year; unconditional growth models indicated that subjects differed in the elevation and in the rate of change. Moreover, results on the completers’ subsample suggested that the group setting and the intensity of treatment could represent specific therapeutic mechanisms. The third part of the thesis is composed by process studies with a single-case design, in the strand of the process-outcome research: the empirical evaluation of two therapeutic couples, one with a favorable outcome and one with a partial outcome, was conducted. The patients were two young women with a diagnosis of Borderline Personality Disorder, different for personality profile and dysfunctional behaviors at the beginning of treatment; they followed a DBT standard program with the same therapist, a male experienced clinician. Sessions over the first year of treatment were examined (N1 = 38; N2 = 37). The technical and the relational dimensions of the therapeutic process were assessed and examined through a macroanalytic and microanalytic perspective. Results showed that some aspects are present in both couples: namely, the adherence to the treatment model and the attitude of the therapist oriented towards collaboration. On the other hand, specificities relating to each therapeutic couple emerged. In the treatment of the patient with positive outcomes, there was a globally positive relational climate; furthermore, therapist and patient can deal even with episodes of misunderstanding. Instead, in the treatment of the patient with partial outcomes, therapist and patient struggled to find an attunement and to work in synergy, remaining trapped in problematic relational patterns and without fully achieving the therapeutic objectives previously agreed. Taken together, results confirmed the effectiveness and the complexity of DBT. More specifically, they shed light on overlaps and differences between DBT and other theoretical models, in particular interventions promoting reflective functioning. Furthermore, the importance of a collaborative relationship between therapist and patient was confirmed. Overall, results suggested that mechanisms of action in DBT can be understood only in light of the dynamics of the therapeutic process in which they occur.
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Fietta, Kevin <1991&gt. « Politiche ambientali e ricerca in Cina. Determinanti politico-sociali del processo scientifico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6886.

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Résumé :
La ricerca orientata alle politiche pubbliche (policy-oriented research) viene influenzata da fattori politici e sociali. Questo lavoro si propone di analizzare in che modo ciò accada (quali ne siano le determinanti), e quale sia il tenore del dibattito domestico circa questo tema. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso l’analisi di un caso di studio, ovvero l’ambito delle politiche ambientali nella Cina contemporanea. E’ infatti possibile considerare questo settore come indicativo di tali tematiche, poiché caratterizzato da: forte attenzione politica, presenza di interessi (economici, politici, sociali) di natura eterogenea, larga presenza di attività di ricerca tese a orientare lo sviluppo delle politiche. Dopo una breve introduzione, nel primo capitolo viene introdotto l’argomento; si tratterà profusamente delle problematiche ad esso legate, tra cui quella dell’applicazione del cosiddetto “sviluppo scientifico” (科学发展) e di come la ricerca ne venga influenzata. Il secondo capitolo contiene quattro testi specialistici in cinese, seguiti dalle relative traduzioni e commento traduttologico, che fungeranno da supporto per lo studio e l’approfondimento del tema. Il terzo capitolo conclude la tesi con delle considerazioni finali sul tema.
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Sensidoni, Michele <1982&gt. « Ricerca sulle Caratteristiche di Filtrabilità della Birra e Ottimizzazione del Processo di Filtrazione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4831/1/Sensidoni_Michele_Tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro ha avuto lo scopo di identificare le caratteristiche di filtrabilità della birra attraverso lo svolgimento di prove tecnologiche di filtrazione in scala di laboratorio e su scala pilota, utilizzando diverse tipologie di sistemi filtranti e sperimentando diversi materiali di membrana. La fase preliminare della caratterizzazione della filtrabilità della birra è stata condotta presso i laboratori del Campden-BRI – The Brewing Research International, Inghilterra, mentre le prove tecnologiche su scala pilota si sono svolte presso il CERB – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra. Le prove di filtrazione e le analisi sui campioni hanno permesso di verificare le performance delle diverse membrane utilizzate in risposta alla variazione dei principali parametri del processo di filtrazione tangenziale. Sono stati analizzati diversi parametri di qualità della birra filtrata attraverso il monitoraggio del processo e lo svolgimento di prove analitiche sul prodotto volte ad evidenziare gli effetti delle differenti tecnologie adottate. Per quanto riguarda le prove di laboratorio per la caratterizzazione della filtrabilità della birra, l’analisi della PCS (Photon Correlation Spectroscopy) è stata utilizzata per verificare l’influenza di diversi trattamenti enzimatici sulla efficienza del processo di filtrazione e la loro influenza sulla stabilità colloidale della birra filtrata. Dai risultati ottenuti è emerso che il PCS è un valido strumento per determinare la distribuzione in classi di diametro e il diametro medio effettivo delle particelle solide in sospensione nella birra e può essere utilizzato sia per predire la stabilità della birra filtrata, sia per monitorare il processo di filtrazione in tempo reale.
The purpose of this work was to identify the characteristics of filterability of beer throughout different filtration tests on a laboratory scale and on a pilot scale, using different types of filter systems and experimenting with different membrane materials. The preliminary characterization of beer filterability with the particle size analysis was conducted at the laboratories of Campden-BRI - The Brewing Research International, United Kingdom, while the pilot-scale filtration tests were conducted at the CERB – The Italian Brewing Research Centre, Italy. The filtration tests and the analysis on the samples allowed to verify the performance of the different membranes used in response to the variation of the main process parameters of cross-flow filtration. Several quality parameters were monitored on both filtered and unfiltered beer samples, to highlighting the effects of the different technologies used. With regard to the laboratory tests for the characterization of beer filterability, the analysis of the PCS instrument (Photon Correlation Spectroscopy) was used to verify the influence of various enzymatic treatments (Protease and Cellulase) on the efficiency of the filtration process and their influence on the colloidal stability of filtered beer The results showed that the PCS instrument is a reliable tool for determining the size distribution of suspended particles in beer and can be used to predict the colloidal stability of the filtered beer and to monitor the process filtration in real time.
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Sensidoni, Michele <1982&gt. « Ricerca sulle Caratteristiche di Filtrabilità della Birra e Ottimizzazione del Processo di Filtrazione ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4831/.

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Résumé :
Il presente lavoro ha avuto lo scopo di identificare le caratteristiche di filtrabilità della birra attraverso lo svolgimento di prove tecnologiche di filtrazione in scala di laboratorio e su scala pilota, utilizzando diverse tipologie di sistemi filtranti e sperimentando diversi materiali di membrana. La fase preliminare della caratterizzazione della filtrabilità della birra è stata condotta presso i laboratori del Campden-BRI – The Brewing Research International, Inghilterra, mentre le prove tecnologiche su scala pilota si sono svolte presso il CERB – Centro di Eccellenza per la Ricerca sulla Birra. Le prove di filtrazione e le analisi sui campioni hanno permesso di verificare le performance delle diverse membrane utilizzate in risposta alla variazione dei principali parametri del processo di filtrazione tangenziale. Sono stati analizzati diversi parametri di qualità della birra filtrata attraverso il monitoraggio del processo e lo svolgimento di prove analitiche sul prodotto volte ad evidenziare gli effetti delle differenti tecnologie adottate. Per quanto riguarda le prove di laboratorio per la caratterizzazione della filtrabilità della birra, l’analisi della PCS (Photon Correlation Spectroscopy) è stata utilizzata per verificare l’influenza di diversi trattamenti enzimatici sulla efficienza del processo di filtrazione e la loro influenza sulla stabilità colloidale della birra filtrata. Dai risultati ottenuti è emerso che il PCS è un valido strumento per determinare la distribuzione in classi di diametro e il diametro medio effettivo delle particelle solide in sospensione nella birra e può essere utilizzato sia per predire la stabilità della birra filtrata, sia per monitorare il processo di filtrazione in tempo reale.
The purpose of this work was to identify the characteristics of filterability of beer throughout different filtration tests on a laboratory scale and on a pilot scale, using different types of filter systems and experimenting with different membrane materials. The preliminary characterization of beer filterability with the particle size analysis was conducted at the laboratories of Campden-BRI - The Brewing Research International, United Kingdom, while the pilot-scale filtration tests were conducted at the CERB – The Italian Brewing Research Centre, Italy. The filtration tests and the analysis on the samples allowed to verify the performance of the different membranes used in response to the variation of the main process parameters of cross-flow filtration. Several quality parameters were monitored on both filtered and unfiltered beer samples, to highlighting the effects of the different technologies used. With regard to the laboratory tests for the characterization of beer filterability, the analysis of the PCS instrument (Photon Correlation Spectroscopy) was used to verify the influence of various enzymatic treatments (Protease and Cellulase) on the efficiency of the filtration process and their influence on the colloidal stability of filtered beer The results showed that the PCS instrument is a reliable tool for determining the size distribution of suspended particles in beer and can be used to predict the colloidal stability of the filtered beer and to monitor the process filtration in real time.
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Ruggiero, Camilla. « L’emotività e l’interprete di lingua dei segni : una ricerca sulla letteratura esistente ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
È legittimo parlare di emotività relativamente alla vita professionale di un interprete di lingua dei segni? Che ruolo giocano le emozioni durante il processo interpretativo? Quali elementi possono causare l’emergere dell’emotività nell’interprete? Come si traduce tutto ciò in termini di neutralità interpretativa? L’elaborato si propone di cercare una risposta a queste domande, attraverso lo studio della letteratura che tratta l’argomento. Esporremo quindi le caratteristiche della lingua dei segni e dell’interpretariato da/verso di essa, allo scopo di indagare come questi elementi possano influenzare il lavoro dell’interprete. In seguito, analizzeremo il processo interpretativo attraverso lo studio dei vari modelli che si sono succeduti nel corso degli anni, per definire quale sia il ruolo e l’influenza dell’interprete sulla comunicazione in atto. Tratteremo dunque l’argomento emozioni, analizzando i fattori che, secondo diversi esperti e professionisti del settore, possono causare l’emergere dell’emotività nell’interprete. Infine, rifletteremo sulla neutralità, sulla sua definizione e su come essa si possa raggiungere e mantenere in un contesto interpretariale.
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Piazzolla, Francesca <1993&gt. « “Le Digital Humanities e il loro processo di apprendimento in ambito universitario. Una ricerca sul campo” ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15260.

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Résumé :
Nel panorama generale delle magistrali di argomento letterario possiamo riscontrare cinque importanti “correnti” di studio: - Quella di matrice letteraria, rappresentante il 38% della totalità dei corsi e figurantesi come la più cospicua, che si caratterizza in particolare per uno studio bibliografico di matrice critica delle fonti, caratterizzato da un impronta fortemente storica. - Quella di matrice filologica, rappresentate il 37% della totalità dei corsi, dove ci si concentra sullo studio del documento librario o papirologico e ci si focalizza sul testo per far sii di ricavare il documento più fedele possibile all’originale, - Quella di matrice linguistica, rappresentante il 19% della totalità, dove ci si concentra sullo studio della lingua italiana per quanto concerne la sua formazione storica e contemporanea, con i suoi mutamenti che la caratterizzano nel tempo. - Quella incentrata sulla produzione, quindi produzione scritta, soprattutto giornalistica e teatrale – cinematografica. Che è rappresentata da appena il 4% dei corsi. - Quella archivistica, rappresentata da appena il 2%, che si concentra sulla conservazione dei testi e sulla biblioteconomia. È interessante a questo punto valutare come il digitale si manifesti in ciascuna di queste correnti di studio e dove in particolare sia più presente fra tutte. Infatti, sebbene i corsi letterari, filologici e linguistici rappresentino la percentuale di gran lunga più diffusa dei curriculum di matrice umanistica, sono quelli che possiedono meno corsi digitali in assoluto: appena 85 corsi di matrice informatica su un totale di 91 magistrali, quindi mediamente ne ce n’è uno ogni due corsi. Invece i percorsi imperniati sulla produzione giornalistica e teatrale e quelli archivistici ne possiedono ben 23 su totale di 6 magistrali, quindi mediamente 5 esami digitali a corso. Ciò rende manifeste sicuramente due realtà, la prima è che si concepisce l’umanista prettamente come uno studioso di testi letterari e come filologo piuttosto che come archivista o come produttore di testi fruibili in svariate maniere, dal libro al giornale. Il laureato in lettere si ritroverà ad avere le competenze per poter fare un lavoro imperniato sullo studio del testo antico, della lingua o sulla didattica. La seconda è che il digitale non è presente in maniera diffusa e ben radicata nella maggior parte dei percorsi didattici poiché si concentra proprio in quelle discipline che si manifestano più di rado nelle università. Chi sceglie un percorso archivistico o giornalistico rappresenta la minoranza dei laureati, eppure sono coloro che hanno più competenze digitali degli altri. Un’altra fondamentale informazione può essere ricavata analizzando il settore disciplinare di questi corsi. Il settore disciplinare di un esame è il codice che ci informa su quale siano gli argomenti base dell’insegnamento delle lezioni, e anche su che competenze abbiano i professori che si occupano di insegnarne il corso. Ora, nonostante il numero di esami digitali possa non sembrare poi così infimo, pochissimi corsi hanno un settore disciplinare assimilabile all’informatica o all’ingegneria informatica, appena 16 su 76 corsi. Come possiamo evincere dalla tabella e dal grafico qui riportati, molti dei corsi non ha affatto un settore disciplinare, e fanno parte di quelle competenze aggiuntive chiamate “idoneità”, che dovrebbero aggiungere alla preparazione di base dello studente un’infarinatura in più riguardo le competenze informatiche e linguistiche: Circa il 50% dei corsi sono assimilabili a settori disciplinari di matrice letteraria, filologica e linguistica oppure, alla stessa stregua, sono considerati idoneità senza settore disciplinare. Il restante 50% circa si divide fra un 30% di corsi attinenti alle più svariate discipline, dalla sociologia alla storia all’arte, e un 20% di corsi effettivamente informatici o ingegneristici.
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SPANO, MARCELLA. « Traduzione e Discorso Medico : il Ruolo del Traduttore nel Processo di Composizione degli Articoli di Ricerca Medici ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/685.

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Résumé :
La presente ricerca ha come obiettivo l’analisi del ruolo del traduttore specializzato nel processo di composizione degli articoli di ricerca medici. In particolare, si occupa dell’analisi degli interventi di revisione di due traduttori specializzati, rispettivamente di madrelingua italiana e di madrelingua inglese, su cinque articoli di ricerca scritti da autori italiani in lingua inglese, successivamente pubblicati su riviste internazionali. L’analisi viene affrontata da duplice punto di vista qualitativo e quantitativo. I risultati individuano il tipo di intervento che ogni traduttore realizza nei testi. Inoltre, la ricerca evidenzia nell’intervento del traduttore di madrelingua italiana l’uso di strutture lessicali e fraseologiche meno frequenti nel discorso medico. È quindi possibile concludere che lo studio del processo di revisione del traduttore nella composizione degli articoli di ricerca medici rappresenta un valido strumento per l’analisi dell’uso della lingua inglese nelle comunità di ricerca multilingue.
This dissertation describes the role of the specialized translator in the process of the composition of medical research articles. The dissertation investigates the revisions of two specialized translators, respectively Italian and English native speakers, in five medical research articles written by Italian doctors in English and subsequently published in international specialised medical journals. An analysis of the revisions performed by the native and non-native speakers is undertaken using qualitative and quantitative research methods. The results of this analysis describe the respective changes that each translator makes to the texts, and explains how the final text is mediated differently by native and non-native speaking translators. The research highlights that the Italian translator introduces lexical and phraseologic features that are less frequently used in medical discourse. I conclude that this has implications for understanding the way in which English is used in multi-lingual research communication, and suggest that the study of the intervention of the translator in the process of medical research article composition is a useful way of analysing the developing profile of the use of English in multi-lingual research communities.
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Miorandi, Arianna <1978&gt. « La Cambogia e la comunità internazionale : la costruzione della pace e la ricerca del "giusto processo" all'ombra del genocidio ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2008. http://hdl.handle.net/10579/408.

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Zaggia, Cristina. « L'università delle competenze. Analisi di caso e ricerca applicata sulla progettazione dei corsi di laurea nel Processo di Bologna ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3425012.

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Résumé :
The thesis deals with two issues: the design and evaluation of degree programs within the framework of the Bologna Process. Chapter number one reviews the relevant scientific literature concerning the design of higher education degree programs - i.e. curricular theories - and the main documents produced by European institutions, from which a European approach for the design of degree programs can be outlined. The emergent approach focuses on the definition of the learning outcomes, including competences, which are to be gained at the end of the program. The analysis of the different meanings and uses of the two terms underlines some contradictions; the chapter proposes some guidelines for designing competences oriented degree programs. Chapter number two concerns the evaluation of degree programs; both the scientific literature and some European documents and projects regarding the evaluation of degree programs are examined. In particular, the chapter presents and criticizes the most important Italian models and practices in order to sustain the proposal of an integrate (ex ante, in itinere, ex post) evaluation model (L. Galliani). Chapter number three reports two case studies. The first case study concerns an experimental course titled Identities in European history. The course was realized by an academic partnership called eHistory Learning Environment and Evaluation; it was held using an Internet-based learning platform called WebCT and in local study groups. This course was designed, delivered and evaluated according to history-specific competences, as they were in the Tuning project. The second case study presents the European master degree program in Lifelong Learning of the Danish School of Education in Copenhagen. As required by the Danish framework of qualification, this master is competence-oriented. Both case studies are analyzed through documentary, bibliographic and electronic references and through key-witness interviews. Some interesting and innovative elements about the design, the delivery and the evaluation of competence-oriented degree programs have emerged. Chapter number four illustrates the results of an empirical research about the design and the evaluation of a master degree program called Programmazione e gestione dei servizi educativi (Faculty of Education of the University of Padua). The goal of this action-research was the creation of a competences-oriented master degree program through the specific means of introducing some innovative and integrated practices and strategies for the design and evaluation of degree programs, in order to understand if the internal - i.e. the attainment of knowledge and skills from the point of view both of the teachers and the students - and external - i.e. the correspondence between the profile gained at the end of the course and the profile required by the labor market, and the capitalization of the competences - efficacy might be improved by focusing on the knowledge and the skills to be gained at the end of the course since the very design of the degree program. The hypothesis verified by the research, therefore, is that if the curriculum is designed on a knowledge and skills profile, the program's internal and external efficacy will be improved.
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De, Dominicis Maria. « Ottimizzazione del processo di ribilanciamento congiunto degli asset nel settore dell'e-commerce ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
La tesi affronta la tematica del ribilanciamento congiunto degli asset in un’azienda del settore dell’e-commerce. Dopo uno studio approfondito delle caratteristiche del commercio elettronico, si passa ad una analisi dei principali processi svolti all’interno dei centri distributivi al servizio dell’e-commerce, illustrandone le tecniche più diffuse e le sfide che le aziende devono affrontare per rimanere competitive. Questa analisi mette in luce come il contenimento dei costi, insieme al mantenimento di alti livelli di servizio al cliente, rappresenti un elemento chiave per il successo in questo settore. La scelta della modalità con cui si determina la programmazione settimanale dei camion che trasportano asset pieni e vuoti tra i centri distributivi dell’azienda rappresenta una grande opportunità in tal senso. Nella seconda parte della tesi viene infatti proposto un approccio che permette di ridurre notevolmente i costi di trasporto per la movimentazione degli asset rispetto alla pianificazione tradizionale. Questo prevede un algoritmo euristico per la pianificazione dei viaggi diretti e un modello di ottimizzazione per i viaggi inversi a capacità condivisa tra gli asset. Il primo introduce elementi innovativi che permettono di ridurre i costi sia direttamente dei camion che trasportano asset pieni e sia indirettamente quelli dei camion che trasportano asset vuoti. Il secondo invece si focalizza sui viaggi inversi ed è caratterizzato da una capacità condivisa tra i diversi tipi di contenitori, al contrario della gestione tradizionale che invece considera il ribilanciamento di ogni asset singolarmente. L'approccio multi-asset permette di ridurre i costi di trasporto e aumentare l’utilizzazione dei camion. È stato determinato che la combinazione dell’algoritmo euristico per i camion diretti e del modello di ottimizzazione per i camion inversi può portare a risparmi di circa € 600 000 su base annua per un’azienda di grandi dimensioni.
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Albicini, Laura. « I materiali compositi avanzati (FRP, FRG) classificazione e applicazioni nel restauro e ricostruzione post-sisma ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/12168/.

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Résumé :
Questo lavoro mira alla conoscenza e all’approfondimento tecnologico ed applicativo dei materiali compositi fibrorinforzati in ambito edilizio. Dal punto di vista tecnologico con il termine compositi ci si riferisce a quella famiglia di materiali derivati dalla combinazione di due o più componenti di diversa natura allo scopo di ottenere un prodotto finale di prestazioni più elevate rispetto ai singoli materiali costituenti. In considerazione dell’elevato numero dei materiali costituenti, delle loro possibili combinazioni e della continua evoluzione della ricerca, parte sostanziale dell’elaborato verte sulla sistematizzazione delle informazioni reperibili sul mercato, dallo studio alla loro produzione. Il lavoro prende il via con una ricerca storica che tratteggia l’evoluzione dei materiali compositi e del loro utilizzo, dai primi impieghi ad oggi, con particolare riferimento all’ambito architettonico. Il passo successivo è stato analizzare i possibili prodotti finali, destinati all’edilizia, seguendo una precisa logica di trattazione, che parte dalla descrizione dei singoli elementi che lo compongono, all’esposizione più articolata delle caratteristiche meccaniche del composito, con l’obiettivo di giungere ad una sua catalogazione. Mi sono poi interessata alle caratteristiche meccaniche, ai meccanismi di crisi ed alle possibili metodologie applicative del materiale a disposizione del progettista il cui ambito si estende dal rinforzo strutturale, al delicato problema del restauro e della conservazione del patrimonio edilizio esistente e degli interventi post sisma. Ho concluso il testo con la presentazione di un caso studio di un intervento di miglioramento sismico di un edificio in pietra e laterizi di pregio architettonico, con un sistema in FRG.
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FERRANTE, ALFREDO. « Il professore e il dirigente : relazioni fra ricerca accademica e processo delle politiche pubbliche con particolare rifermento alla dirigenza della scuola nazionale dell’amministrazione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2015. http://hdl.handle.net/2108/203397.

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Résumé :
The thesis tries to give an answer to the question about the impact academic research might produce on the learning processes of bureaucracy in decision making of policies. It also tries to understand in and how policies are built and implemented on the basis of research. We know that effective public policies should rest on academic results: nevertheless what academics offer do not always matches what policy makers (politicians and bureaucrats) need. Many research dimensions are considered, taking into account the relations between those which literature named the two communities of policy makers and academics (including divisions between politicians and bureaucrats into the decision makers community). The analysis of the peculiar Italian situation is also taken into account: in order to define the decision making community we have chosen the subset of senior civil servants (dirigenti pubblici) from central government, represented by the 561 alumni of the National Institute for Public Administration (SNA, Scuola Nazionale dell’Amministrazione). They were asked to respond to a questionnaire, similar to the one prepared for the “Sir Humphrey and the Professors: what does Whitehall want from academics? A survey of senior civil servants’ views on the accessibility and utility of academic research and expertise”, research by Talbot and Talbot (2014). In that study the survey considered the UK SCSs on the accessibility and utility of academic research and expertise. 7 We have had an almost 40% responses by the Italian SCSs and results show that they have a basically positive approach to academic research and its relevance for the activities of policy process, asking for a concrete, understandable and timely support. Those evidences are mostly similar to the ones offered by the UK survey, though in the latter SCSs show tendency to a more pragmatic approach. It is a positive signal, needing for further research to clarify whether it is an attitude from SNA alumni only – that seems reasonable because of the particular track they have followed – or it can be extended to the whole of SCSs, and id and how the role of governments as facilitators of the dialogue between the two communities could be developed
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Rocchetti, Giulia. « Definizione di un piano d'azione per l'aumento del win rate delle offerte di servizi post-vendita mediante ricerca di variabili di correlazione che ne influenzino il trend. Il caso ACMA ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
Il progetto di tesi si occupa della definizione di un Action Plan, mediante l'applicazione del BPR, volto all'aumento dell'efficacia commerciale dei servizi di post-vendita di ACMA spa, azienda produttrice di macchine automatiche a media-alta velocità nel settore del packaging. Attraverso l'analisi delle performance misurate in termini di tasso di conversione da valore offerto a ordinato per le variabili rilevanti del mercato e l'analisi di correlazione tra di esse con il software Rapidminer, si è mappato il processo d'offerta scomponendolo in tutte le attività che lo compongono, rilevandone le criticità ed identificandone la causa-radice. Da qui la definizione delle azioni necessarie alla riprogettazione del processo in un ottica proattiva, secondo l'odierno orientamento del mercato di tipo customer-oriented, per la costruzione di una Value Proposition personalizzata al cliente: sviluppo del marketing relazionale, formazione, integrazione strategica del software CRM, ridefinizione della strategia d'offerta e sistematizzazione della metodologia di lavoro Si valuta infine il possibile impatto economico e organizzativo che l'implementazione dell'Action Plan apporterà al processo d'offerta sul lungo periodo.
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Azzanesi, Enrico. « "Modelli e algoritmi per il processo di ribilanciamento degli asset nel network logistico di un colosso dell'e-commerce" ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
La tesi tratta il problema del ribilanciamento degli asset all’interno del network logistico di un colosso dell’e-commerce. Per comprendere al meglio il processo di ribilanciamento degli asset, è stato inizialmente presentato un quadro completo circa il settore del commercio elettronico e le strategie di supply chain management al suo interno, focalizzandosi in particolar modo sulla gestione delle scorte e sulle modalità di distribuzione e spedizione, per poi entrare nel dettaglio della gestione di un singolo centro di distribuzione, al fine di comprendere quali sono i vari step attraverso i quali viene processato il flusso di prodotti. Una volta forniti tutti gli elementi necessari ad illustrare dettagliatamente il funzionamento dell’innovativo network logistico di un grande e-retailer, si è passati allo specifico processo di ribilanciamento degli asset. Il processo di ribilanciamento degli asset è stato completamente innovato grazie all’implementazione di un tool, fondato su modelli e algoritmi di ricerca operativa, che ha consentito di rimuovere le inefficienze e gli sprechi, ottimizzando il processo e consentendo di ottenere benefici considerevoli in termini di riduzione dei costi. Le chiavi del successo del nuovo tool sono state la minimizzazione delle distanze e un bilanciamento proattivo. Utilizzando un dataset fittizio, ma comunque verosimile, è stato possibile analizzare i risultati e quantificare i benefici economici che il tool offre rispetto al processo manuale di cui ha preso il posto. Dunque il tool non solo ha automatizzato e velocizzato un processo manuale e dispendioso in termini di tempo, ma ha anche reso più efficiente, come confermano i risultati, il processo di ribilanciamento degli asset all’interno di un network logistico ampio e complesso, riducendone i costi di circa il 25%.
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Selmi, Francesco. « Il ruolo della ricerca storica nella progettazione partecipata di uno spazio pubblico. Il caso della rigenerazione di Piazza Rossini a Bologna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
La tesi di laurea parte dalla ricerca storica come tradizionale e consolidato strumento di conoscenza dell’architettura, per innestarvi innovative sperimentazioni legate ai processi contemporanei di trasformazione urbana: studiando, attraverso una metodologia interdisciplinare, il caso esemplare della rigenerazione di piazza Rossini a Bologna. L’obiettivo della ricerca è, in questo contesto, quello di ricostruire in una prima fase, attraverso la ricerca bibliografica e archivistica, le vicende storiche della piazza e dei suoi usi per cogliere l'evoluzione della sua identità e del suo ruolo all’interno delle trasformazioni del quartiere e dell’intera città. La seconda parte della ricerca si è orientata verso l’analisi del presente e del futuro, attraverso l’osservazione “sul campo” del processo di coinvolgimento degli attori urbani nei progetti in corso di rigenerazione della piazza Rossini, grazie alla partecipazione al workshop di progettazione promosso dalla Fondazione Rusconi e agli incontri organizzati dall’Amministrazione Comunale e gestiti dalla Fondazione Innovazione Urbana, nell’ambito del progetto europeo ROCK - Regeneration and Optimisation of Cultural heritage in creative and Knowledge cities. Oltre alle analisi critiche svolte sono state raccolte le opinioni di alcuni esperti nelle discipline relative ai processi urbani, attraverso tre interviste con Rodolfo Lewanski, Simone Gheduzzi e Giovanni Ginocchini. Dall’esperienza osservata nella partecipazione al percorso di rigenerazione di piazza Rossini, è emersa l’importanza della ricerca storica in un contesto urbano così complesso: non solo ai fini teorici della ricostruzione della storia della città e delle sue architetture, ma anche come strumento generatore di informazioni per i “non tecnici” che vivono gli spazi studiati dalla ricerca, che può dunque rafforzare l’identità storica presente e porre le basi per un processo consapevole di progetto del futuro.
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Pazi, Nicola. « Analisi DIC e stampa 3D di materiali polimerici per un innovativo processo di product development ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017.

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Résumé :
Gli attacchi da snowboard rappresentano una componente cruciale dell’attrezzatura relativa a tale sport. La fase di ricerca e sviluppo di tali prodotti presenta dei problemi, legati alla scarsa capacità di previsione delle caratteristiche dei prodotti in base alle tecniche di trial&error utilizzate. Questo progetto di ricerca si pone l’obbiettivo di proporre delle soluzioni a tali problematiche, definendo un innovativo processo di product development. Esso si basa sull’utilizzo di stampanti 3D per la produzione rapida di prototipi funzionali, assieme alla definizione di procedure di test su scala di laboratorio ed all’adozione della tecnologia DIC (Digital Image Correlation) per l’analisi delle deformazioni. È stato sviluppato un macchinario (loading station) in grado di testare i prodotti in laboratorio; da tali test è possibile ottenere informazioni sulla rigidezza (flex) del prodotto e, grazie alla tecnologia DIC, sui suoi campi di deformazione. Sono stati testati due modelli diversi di attacchi presenti sul mercato prodotti mediante stampa ad iniezione, ed un prototipo prodotto mediante stampa 3D avente la stessa geometria di uno dei due modelli prima testati. I risultati ottenuti dai test portano a concludere che il flex dipenda dal modo in cui l’attacco si deforma nei punti più critici, il quale dipende solamente dalla geometria di quest’ultimo. Il confronto fra i modelli stampati ad iniezione ed in 3D aventi la stessa geometria conferma come la stampa 3D sia in grado di produrre prototipi funzionali, non essendo presenti differenze nel flex ed essendo i campi di deformazione qualitativamente analoghi. È perciò possibile prevedere le proprietà dei prodotti finali sulla base dei prototipi stampati in 3D. Le procedure sperimentali relative al processo di product development proposto permettono quindi l’acquisizione di importanti informazioni sulle caratteristiche dei prodotti testati, rendendo quindi più efficiente e sistematica la fase di ricerca e sviluppo.
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ESPOSITO, LUCIA ISABELLA. « La psicoterapia di coppia e la sua valutazione. Prove di efficacia e di efficienza ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/485.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi si colloca all’interno della tradizione di ricerca nota come Empirically Supported Therapy Relationships, un modello d’indagine centrato sulla natura e sulla funzione della relazione al di là della contrapposizione tra ricerca sugli esiti e ricerca sul processo. I tre studi in cui si articola il lavoro assumono come focus d'indagine porzioni progressive del trattamento: la prima seduta, le prime due sedute, l’intero percorso. Nel primo studio sono messi a confronto differenti esiti terapeutici per verificare se le ricadute sul piano clinico del metodo interpretativo siano riconducibili ad un criterio di presenza/assenza o da ricercare nell’intreccio con altri fattori caratterizzanti il percorso di cura. Il secondo studio si propone di affrontare casi di interruzione prematura del trattamento, differenziati in funzione del raggiungimento o meno della stipulazione di un contratto terapeutico: l’obiettivo è quello di evidenziare le caratteristiche connesse alla diversa fase di abbandono del contesto di cura. Infine il terzo studio, nella forma del single-case study, è incentrato sui momenti di frattura dell’alleanza terapeutica lungo un intero processo terapeutico di quaranta sedute.
The present dissertation refers to the theoretical background known in the literature as Empirically Supported Therapy Relationships, a research tradition focused on the relationship and its nature, beyond the outcome and process research opposition. The three studies included in this work focused on different portions of treatment: respectively the initial intake session, the first two sessions, and the overall treatment. In the first study different outcomes were compared in order to examine if the effects of interpretations were connected to specific factors of psychotherapeutic process. The second study aimed to assess clinical cases of premature termination, differentiated on the basis of the contract attainment: the purpose was to depict specificities due to the different phase of dropping out. Finally, the third study was a single-case research examining alliance ruptures within an entire clinical process of forty sessions.
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CAVALLI, LAURA. « Perchè non facciamo un altro figlio ? Implicazioni economiche delle intenzioni riproduttive individuali e di coppia in Italia tramite un approccio Mixed-Method ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/885.

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Résumé :
La presente tesi è un contributo allo studio delle implicazioni economiche delle intenzioni di fecondità e all’analisi degli aspetti economici legati ai processi decisionali riproduttivi. Precisamente la tesi, composta da tre capitoli indipendenti e basata su dati Italiani, si focalizza su donne, su individui che vivono in coppia e sulle coppie. In particolare lo studio mira a comprendere: i) l'interazione esistente tra il mercato del lavoro (con un focus particolare sul ruolo del settore occupazionale femminile) e le preferenze per la formazione della famiglia; ii) le influenze della ripartizione dei ruoli domestici all’interno della coppia sulle intenzioni riproduttive; iii) le determinanti (all’interno delle coppie) dell’accordo/disaccordo circa l'intenzione di diventare genitori una seconda volta, e -per coppie che registrano un disaccordo- iv) le determinanti che spingono una donna a contrastare l’intenzione positive del suo partner per un secondo figlio. La tesi utilizza il mixed-method design, una strategia basata sull’analisi quantitativa dei dati nonché sull’analisi approfondita di interviste: questo approccio consente di studiare l'argomento da diverse prospettive e -grazie ai due metodi di ricerca -quantitativo e qualitativo- di approfondire le conoscenze del fenomeno di interesse.
The thesis is a contribution to the study of the economic implications of fertility intentions and desires and of the economic aspects of the fertility decision making process. Precisely, it is based on three autonomous chapters and it aims at understanding: a) for women and for individuals within the couples the interplay between fertility and labour market preferences (with a particular focus on the role of women's sector of employment), and the influences that the (un)balanced division of domestic duties play on the intentions of becoming parents for another time in Italy; b) for couples living together the determinants of their (dis)agreement about the intention of becoming parents again; and c) for couples that disagree on future fertility plans, the determinants of female’s contrasting attitude towards her partners’ positive fertility intention. The dissertation uses a mixed-method design- a strategy based on survey data analysis as well as in-depth interviews analysis: this approach allows investigating the topic from different perspectives, by means of both quantitative and qualitative research methods in order to provide new insights into the phenomenon of interest.
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Nardi, Silvio. « Riprogettazione dei processi di ricerca e sviluppo con l'implementazione di strumenti tecnologici di supporto : il caso Seco s.p.a ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Résumé :
Il presente elaborato ha riguardato lo studio dei processi di ricerca e sviluppo di SECO S.p.A, azienda operante nel settore dell’elettronica e dell’alta tecnologia, al fine di generare una nuova proposta volta a ridurre le criticità presenti e ad apportare un miglioramento generalizzato delle prestazioni con particolare riferimento all’implementazione di strumenti tecnologici di supporto. Il focus di questo elaborato è la fase di esecuzione che comprende le attività di progettazione e sviluppo del prodotto. Per raggiungere l’obiettivo prefissato si è seguito il metodo del Business Process Reegineering per la rimodellazione dei processi organizzativi. Con la fase di analisi dei processi è stato possibile approfondire gli obiettivi da perseguire: ridurre le criticità di partenza e inseguire i fattori critici di successo; migliorare gli indicatori di performance concentrandosi nelle prestazioni temporali. Lo sviluppo delle soluzioni della riprogettazione ha riguardato la definizione di un nuovo flusso delle attività andando a ridurre la sequenzialità delle attività e la dipendenza dai tempi di approvvigionamento, la modifica delle logiche di condivisione documentazione e l’incremento di autonomia delle persone a livello operativo. Lato tecnologia è stata ampliata la versione già presente del software Project Utility User con nuove funzionalità apportando benefici in: accessibilità alle informazioni di progetto, visibilità della disponibilità delle risorse in supporto alla pianificazione, standardizzazione delle comunicazioni tra i membri dei team, monitoraggio delle prestazioni, controllo delle attività assegnate da parte dei Project Manager e tracciamento delle cause dei ritardi. È stata svolta poi una valutazione complessiva dei risultati ottenuti, tra cui il miglioramento delle prestazioni, dimostrando come le soluzioni proposte hanno portato benefici in tutti i parametri analizzati. Infine si sono descritte le fasi che accompagneranno il cambiamento in azienda.
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Betti, Cecilia. « Ricerca del mezzo di reazione ecocompatibile per processi innovativi della chimica fine ». Paris 6, 2007. http://www.theses.fr/2007PA066531.

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Moar, Luisa <1959&gt. « Politiche in favore dell'imprenditorialita giovanile e importanza dei legami sociali. Una ricerca ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7370/1/Moar_Luisa_tesi.pdf.

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Résumé :
In uno scenario caratterizzato da globalizzazione e forti scompensi nei sistemi dei mercato del lavoro, a svantaggio soprattutto dei giovani, la ricerca ha inteso approfondire il tema delle relazioni che intercorrono tra la condizione giovanile e le politiche del lavoro, tematizzando la questione dell’imprenditorialità giovanile. Questo fenomeno è stato osservato lungo alcuni vettori specifici relativi all’attitudine imprenditoriale, espressa in termini di opportunità percepite, capacità imprenditoriali, paura di fallire e intenzionalità a intraprendere, e della valenza dei legami sociali nelle dinamiche di avvio di lavoro autonomo. Al fine di sondare le opinioni di giovani imprenditori potenziali in merito al tema dell’imprenditorialità la survey è stata rivolta a un campione di giovani aspiranti imprenditori europei, coinvolti in percorsi di politica attiva del lavoro, ovvero iniziative educative, di orientamento e di sostegno all’imprenditorialità. Considerando le variabili del capitale umano, del capitale sociale e dello status famigliare e la loro influenza nei diversi percorsi di imprenditorialità giovanile, la ricerca ha voluto verificare alcuni possibili orientamenti sociali. La ricerca ha messo in evidenza che i giovani provenienti da contesti familiari con alti livelli di capitale umano e sociale tendono a esprimere un approccio imprenditoriale caratterizzato da fiducia in se stessi, apertura in termini di innovazione, utilizzando quindi il pieno potenziale dei legami deboli. Al contrario un basso status di famiglia appare come correlato ad una bassa autostima, mancanza di innovazione, limitate reti sociali, e meno prospettive in termini di successo imprenditoriale.
Strong inequalities in the labour market characterize the current European scenario. In particular, many scholars maintain that young people are the losers of the globalization process. In this context, the research aims at deepening the relationship between young people and labour market policies addressed to youth entrepreneurship. This phenomenon has been observed along some specific vectors related to the entrepreneurial attitude expressed in terms of perceived opportunities, business skills, fear of failure and intent to undertake, and the relevance of social ties in the dynamics of self-employment and business creation. In order to collect the relevant information the research has addressed a survey to a sample of young aspiring European entrepreneurs, involved in active labour policies, i.e. education and training courses, vocational guidance, coaching measures and services supporting entrepreneurship. Considering variables regarding human capital, social capital and family status, and their influence in the different entrepreneurial paths of youth entrepreneurship, the research tried to design some possible social trends. The research has highlighted that young people coming from family contexts with high levels of human and social capital, tend to express an entrepreneurial approach characterized by self-confidence, openness in terms of innovation, thus using the full potential of weak ties. By contrast a low family status appears as correlated to a low self-confidence, lack of innovation, limited social networks, and less prospects in terms of entrepreneurial success.
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Moar, Luisa <1959&gt. « Politiche in favore dell'imprenditorialita giovanile e importanza dei legami sociali. Una ricerca ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7370/.

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Résumé :
In uno scenario caratterizzato da globalizzazione e forti scompensi nei sistemi dei mercato del lavoro, a svantaggio soprattutto dei giovani, la ricerca ha inteso approfondire il tema delle relazioni che intercorrono tra la condizione giovanile e le politiche del lavoro, tematizzando la questione dell’imprenditorialità giovanile. Questo fenomeno è stato osservato lungo alcuni vettori specifici relativi all’attitudine imprenditoriale, espressa in termini di opportunità percepite, capacità imprenditoriali, paura di fallire e intenzionalità a intraprendere, e della valenza dei legami sociali nelle dinamiche di avvio di lavoro autonomo. Al fine di sondare le opinioni di giovani imprenditori potenziali in merito al tema dell’imprenditorialità la survey è stata rivolta a un campione di giovani aspiranti imprenditori europei, coinvolti in percorsi di politica attiva del lavoro, ovvero iniziative educative, di orientamento e di sostegno all’imprenditorialità. Considerando le variabili del capitale umano, del capitale sociale e dello status famigliare e la loro influenza nei diversi percorsi di imprenditorialità giovanile, la ricerca ha voluto verificare alcuni possibili orientamenti sociali. La ricerca ha messo in evidenza che i giovani provenienti da contesti familiari con alti livelli di capitale umano e sociale tendono a esprimere un approccio imprenditoriale caratterizzato da fiducia in se stessi, apertura in termini di innovazione, utilizzando quindi il pieno potenziale dei legami deboli. Al contrario un basso status di famiglia appare come correlato ad una bassa autostima, mancanza di innovazione, limitate reti sociali, e meno prospettive in termini di successo imprenditoriale.
Strong inequalities in the labour market characterize the current European scenario. In particular, many scholars maintain that young people are the losers of the globalization process. In this context, the research aims at deepening the relationship between young people and labour market policies addressed to youth entrepreneurship. This phenomenon has been observed along some specific vectors related to the entrepreneurial attitude expressed in terms of perceived opportunities, business skills, fear of failure and intent to undertake, and the relevance of social ties in the dynamics of self-employment and business creation. In order to collect the relevant information the research has addressed a survey to a sample of young aspiring European entrepreneurs, involved in active labour policies, i.e. education and training courses, vocational guidance, coaching measures and services supporting entrepreneurship. Considering variables regarding human capital, social capital and family status, and their influence in the different entrepreneurial paths of youth entrepreneurship, the research tried to design some possible social trends. The research has highlighted that young people coming from family contexts with high levels of human and social capital, tend to express an entrepreneurial approach characterized by self-confidence, openness in terms of innovation, thus using the full potential of weak ties. By contrast a low family status appears as correlated to a low self-confidence, lack of innovation, limited social networks, and less prospects in terms of entrepreneurial success.
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Landini, D. « Ricerca del mezzo di reazione eco-compatibile per processi innovativi della chimica fine ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2007. http://hdl.handle.net/2434/45360.

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Baruzzo, Nicolo' <1993&gt. « REGOLE ASSOCIATIVE : IL MARKET BASKET ANALYSIS PER IDENTIFICARE LE RELAZIONI NEI PROCESSI D’ACQUISTO DEI CONSUMATORI MEDIANTE GLI AMBIENTI STATISTICI “R” E “WEKA” ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14477.

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Résumé :
Con questo elaborato si andrà ad analizzare un dataset di scontrini (ricevuti dal soggetto In's, appartenete al gruppo PAM) utilizzando le regole associative per mezzo di due ambienti statistici. L'obbiettivo è individuare delle associazioni che esistono tra panieri di beni nel comportamento di acquisto dei consumatori.
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Solci, Riccardo <1978&gt. « I beni relazionali nella ricerca sociologica : che cosa sono e quali effetti producono ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2206/1/solci_riccardo_tesi.pdf.

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Résumé :
This paper studies relational goods as immaterial assets creating real effects in society. The work starts answering to this question: what kind of effects do relational goods produce? After an accurate literature examination we suppose relational goods are social relations of second order. In the hypotesis they come from the emergence of two distinct social relations: interpersonal and reflexive relations. We describe empirical evidences of these emergent assets in social life and we test the effects they produce with a model. In the work we focus on four targets. First of all we describe the emergence of relational goods through a mathematical model. Then we individualize social realities where relational goods show evident effects and we outline our scientific hypotesis. The following step consists in the formulation of empirical tests. At last we explain final results. Our aim is to set apart the constitutive structure of relational goods into a checkable model coherently with the empirical evidences shown in the research. In the study we use multi-variate analysis techniques to see relational goods in a new way and we use qualitative and quantitative strategies. Relational goods are analysed both as dependent and independent variable in order to consider causative factors acting in a black-box model. Moreover we analyse effects of relational goods inside social spheres, especially in third sector and capitalistic economy. Finally we attain to effective indexes of relational goods in order to compare them with some performance indexes.
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Solci, Riccardo <1978&gt. « I beni relazionali nella ricerca sociologica : che cosa sono e quali effetti producono ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/2206/.

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Résumé :
This paper studies relational goods as immaterial assets creating real effects in society. The work starts answering to this question: what kind of effects do relational goods produce? After an accurate literature examination we suppose relational goods are social relations of second order. In the hypotesis they come from the emergence of two distinct social relations: interpersonal and reflexive relations. We describe empirical evidences of these emergent assets in social life and we test the effects they produce with a model. In the work we focus on four targets. First of all we describe the emergence of relational goods through a mathematical model. Then we individualize social realities where relational goods show evident effects and we outline our scientific hypotesis. The following step consists in the formulation of empirical tests. At last we explain final results. Our aim is to set apart the constitutive structure of relational goods into a checkable model coherently with the empirical evidences shown in the research. In the study we use multi-variate analysis techniques to see relational goods in a new way and we use qualitative and quantitative strategies. Relational goods are analysed both as dependent and independent variable in order to consider causative factors acting in a black-box model. Moreover we analyse effects of relational goods inside social spheres, especially in third sector and capitalistic economy. Finally we attain to effective indexes of relational goods in order to compare them with some performance indexes.
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Zugarelli, Giorgia <1981&gt. « LE COPPIE MISTE IN ITALIA. RICERCA DI BUONE PRASSI PER IL SERVIZIO SOCIALE ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2447.

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Résumé :
VERRA' ANALIZZATA LA PRESENZA DI COPPIE MISTE IN ITALIA, E PARTENDO DALLA RIFLESSIONE SUI PRINCIPI TEORICI DEL SERVIZIO SOCIALE, SI CERCHERANNO LE BUONE PRASSI CHE FACILITINO L'INTERVENTO DA PARTE DE PROFESSIONISTA.
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Pirina, Giorgio <1989&gt. « L'infrastruttura socio-materiale del capitalismo delle piattaforme. Una ricerca a Bologna e Lisbona ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amsdottorato.unibo.it/9761/1/Tesi%20dottorato_GiorgioPIRINA_Ciclo33.pdf.

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Résumé :
Inserendoci nel recente dibattito sul capitalismo delle piattaforme, e ricorrendo alla nozione di socio-materialità, investigheremo la contraddizione capitale-lavoro-natura incorporata nel digitale. Per investigare la relazione tra piattaforme digitali e trasformazioni urbane e del lavoro, dialogheremo con diversi approcci disciplinari: dagli urban studies, agli studi sulla scienza e la tecnologia, passando per la letteratura delle catene e reti globali di produzione e la sociologia del lavoro.Scopo di questa tesi, quindi, è far emergere la socio-materialità del digitale, criticando l’idea di una dematerializzazione dei processi produttivi dovuta alle tecnologie digitali. Lo faremo a partire dall’analisi empirica di due casi di piattaformizzazione del lavoro negli spazi urbani: il food delivery a Bologna e il ride-hailing a Lisbona. Entrambi gli studi di caso mostrano, con le proprie specificità, la persistenza di processi ambivalenti, in cui l’attore pubblico e politico – il Comune di Bologna e il Parlamento portoghese – ha cercato di porre un argine normativo alle trasformazioni urbane e del lavoro dovute alle piattaforme digitali della gig economy. I processi di piattaformizzazione sono, ad un tempo, causa e conseguenza di altre due componenti della socio-materialità del digitale: la degradazione del lavoro nei nodi produttivi degli spazi extra-urbani e l’impatto ecologico. Perciò, abbiamo identificato la propagazione digitale come infrastruttura socio-materiale del capitalismo delle piattaforme, in quanto rappresenta un contributo diretto allo sfruttamento del lavoro e all’impatto ecologico nella fase contemporanea del capitalismo. Sul solco della cornice dell’etnografia multi-situata, la metodologia utilizzata per i due studi di caso sarà quella non-standard in quanto ci ha permesso di rispondere meglio agli stimoli emersi dal campo, in particolare l’intervista in profondità a testimoni qualificati (lavoratori, policy-makers, attivisti, sindacalisti). Inoltre, l’approccio netnografico, ci ha permesso di mantenere un legame, seppur mediato, con il campo di indagine. La ricerca empirica è stata condotto tra il 2019 ed il 2020.
By situating in the critical framework of platform capitalism and adopting the socio-material approach, we investigate the capital-work-nature contradiction embodied in the digital. Thus, this research aim to highlight the socio-materiality of the digital, with a critique to the dematerialisation of the productive process as a result of digital technologies. On the contrary, this thesis make explicit the exploitation of work and nature along the global value chains of the platform capitalism. This hypothesis was developed on the basis of the case of platformisation of work in the urban spaces: the food delivery in Bologna and the ride-hailing in Lisbon. Both these cases show the persistance of contradictory and ambivalent process, for which the public actor and policy-makers (in our case the Municipality of Bologna and the Portuguese parliament) have tried to regulate the gig economy. But the process of platformization in the urban spaces are, at once, cause-and-effect of two more elements of the socio-materiality of the digital: the degradation of work in the productive nodes in the extra-urban spaces and the ecological impact. Thus, we identified the "digital propagation" as the socio-material infrastracture of platform capitalism, since it is a direct contribution to the increment of the exploitation of work and nature in the contemporary phase of capitalism. On the basis of a multi-situated etnography, we adopt a qualitative methodology, in particualar the in-depth interview to qualified witness (specifically workers, policy-makers, union representatives, activists). The field research was conducted between 2019 and 2020.
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Aquario, Debora. « Didattica universitaria e processi valutativi in prospettiva internazionale. Una ricerca sulle opinioni degli studenti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426263.

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Résumé :
In the international panorama the issue concerning teaching evaluation in higher education has been widely discussed. It clearly emerges the importance of undertaking a multidimensional view over the teaching process as well as involving the main actors of the university life according to a participative evaluation model, differentiating the various disciplinary contexts in order to determine which aspects are specific and which ones are transversal to faculties. On the basis of these assumptions, it was carried out a research (under the coordination of Prof. Raffaella Semeraro) across four faculties of Padua University (Humanities, Psychology, Educational Sciences, Maths), to be considered as a preliminary study for the development of an instrument of teaching evaluation. The aim of the pre-research was to ask the students of the four faculties chosen, through a semi-structured interview, to express the criteria they consider important in the evaluation of the university teaching. Forty students (ten for each faculty mentioned above) were the subjects involved in the preliminary study. Qualitative analysis of the data collected were conducted using the software Atlas.ti, showing a multidimensional conception of teaching process and differences among faculties. On the basis of the results of this preliminary study, it was developed a questionnaire composed by 92 items. Respondents are asked to answer on a 5-points Likert scale. It was administered to 440 students representatives of three faculties: Psychology, Educational Sciences and Engineering. Quantitative data obtained were analysed using SPSS. A factor analysis with Varimax rotation was conducted (factor loading criteria: 0.40), allowing the extraction of five factors (Focus on discipline, Critical thinking, Relationship, Practical implications of the course, Focus on student); internal reliability of each factor was computed and Alpha coefficients for each of the 5 scales resulted very high (> .80). Moreover, there were conducted cross-analyses with respect to the faculties, revealing significant differences between Psychology, Educational Sciences on one side and Engineering on the other. The unique transversal element resulted to be Factor 1 (Focus on discipline). The emerging factors refer to a complex and multidimensional idea of university teaching. This complexity should be the precondition for the design of effective evaluation activities.
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MANZI, LUCA. « L'AUTORE DI FICTION TELEVISIVA IN ITALIA, UNA RICERCA ETNOGRAFICA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/256.

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Résumé :
La tesi descrive il processo di ideazione e scrittura di lunga serialità in Italia attraverso l'osservazione etnografica di due scritture di fiction avvenute nel 2007; attraverso l'analisi etnografica si evidenziano le prassi professionali e le dinamiche interpersonali che si stabiliscono durante i processi di ideazione e scrittura, con particolare attenzione ai processi di negoziazione creativa e di differenze generazionali.
Thesis describes the creative and writing process of two fiction series in Italy, through ethnographical observation of two writing processes which took place in 2007; through ethnographical analysis professional habits and interpersonal dynamics are underlined, during creative and writing process; spotlight has been put on creative negotiations processes and generational differences.
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Pighi, Elisa <1978&gt. « Adolescenti, consumi e identità tra globale e locale : una ricerca visuale su giovani dell'Emilia-Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/234/1/tesi_elisa_pighi_sociologia_XIX_ciclo.pdf.

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Pighi, Elisa <1978&gt. « Adolescenti, consumi e identità tra globale e locale : una ricerca visuale su giovani dell'Emilia-Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2007. http://amsdottorato.unibo.it/234/.

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Ricciardelli, Chiara <1975&gt. « Formazione e Competenze Professionali : una ricerca empirica sui Cassaintegrati in deroga della regione Emilia Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4711/1/TESI_14%2C3%2C12_1.pdf.

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Résumé :
The general theme of the present inquiry concerns the role of training and continuous updating of knowledge and skills in relation to the concept of employability and social vulnerability. The empirical research has affected the entire calendar year 2010, namely from 13 February 2010 to December 31, 2010: data refer to a very specific context or to the course funded by the Emilia Romagna region and targeted to employees in cassintegrazione notwithstanding domiciled in the region. The investigations were performed in a vocational training scheme accredited by the Emilia Romagna for the provision of publicly funded training courses. The quantitative data collected are limited to the region and distributed in all the provinces of Emilia Romagna; It addressed the issue of the role of continuing education throughout life and the importance of updating knowledge and skills, such as privileged instruments to address the instability of the labor market and what strategy to reduce the risk unemployment. Based on the different strategies that the employee puts in place during their professional careers, we introduce two concepts that are more common in the so-called knowledge society, namely the concept of social vulnerability and employability. In modern organizations becomes relevant knowledge they bring workers and the relationships that develop between people and allowing exponentially and disseminate such knowledge and skills. The knowledge thus becomes the first productive force, defined by Davenport and Prusak (1998) as "fluid combination of experience, values, contextual information and specialist knowledge that provides a framework for the evaluation and assimilation of new experience and new information ". Learning at work is a by stable explicit and conscious, and even enjoyable for everyone, especially outside of a training intervention. It then goes on to address the specific issue of training, under the current labor market increasingly deconstructed.
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Ricciardelli, Chiara <1975&gt. « Formazione e Competenze Professionali : una ricerca empirica sui Cassaintegrati in deroga della regione Emilia Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4711/.

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Résumé :
The general theme of the present inquiry concerns the role of training and continuous updating of knowledge and skills in relation to the concept of employability and social vulnerability. The empirical research has affected the entire calendar year 2010, namely from 13 February 2010 to December 31, 2010: data refer to a very specific context or to the course funded by the Emilia Romagna region and targeted to employees in cassintegrazione notwithstanding domiciled in the region. The investigations were performed in a vocational training scheme accredited by the Emilia Romagna for the provision of publicly funded training courses. The quantitative data collected are limited to the region and distributed in all the provinces of Emilia Romagna; It addressed the issue of the role of continuing education throughout life and the importance of updating knowledge and skills, such as privileged instruments to address the instability of the labor market and what strategy to reduce the risk unemployment. Based on the different strategies that the employee puts in place during their professional careers, we introduce two concepts that are more common in the so-called knowledge society, namely the concept of social vulnerability and employability. In modern organizations becomes relevant knowledge they bring workers and the relationships that develop between people and allowing exponentially and disseminate such knowledge and skills. The knowledge thus becomes the first productive force, defined by Davenport and Prusak (1998) as "fluid combination of experience, values, contextual information and specialist knowledge that provides a framework for the evaluation and assimilation of new experience and new information ". Learning at work is a by stable explicit and conscious, and even enjoyable for everyone, especially outside of a training intervention. It then goes on to address the specific issue of training, under the current labor market increasingly deconstructed.
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Maiani, Giorgia <1994&gt. « This is a plastic world. Ricerca sulle implicazioni del consumo e sull'inquinamento causato dalla plastica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20698.

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Résumé :
La tesi, facente riferimento all'ambito di sociologia dei consumi, indaga il comportamento d'acquisto dei consumatori, le motivazioni che spingono un utente ad acquistare un oggetto e le successive implicazioni. Successivamente, viene presentato un focus sulla tematica dei rifiuti e l'interazione che i consumatori hanno con essi. Infine, si sviluppa un inquadramento sulla plastica, che attualmente presenta una delle più grandi minacce per gli esseri viventi tra tutte le tipologie di rifiuti. La tesi si pone l'obiettivo di migliorare l'interazione dei consumatori con i rifiuti.
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PANETTA, ALESSANDRO. « Archeologia Storica. Teoria, metodo e casi studio. Dalle fonti ai contesti. Dalle forme ai processi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2018. http://hdl.handle.net/11567/932464.

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MALVESTITI, DANIELA. « IL COORDINATORE NEI SERVIZI TUTELA MINORI. UNA RICERCA IN LOMBARDIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75455.

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Résumé :
Lo scopo della ricerca è stato comprendere il ruolo dei coordinatori nei Servizi Tutela Minori lombardi. Questi middle managers sono il primo riferimento organizzativo e metodologico per gli assistenti sociali, ma allo stesso tempo hanno una responsabilità nei confronti del top management e delle comunità rispetto al buon andamento di questi Servizi. Attualmente la conoscenza scientifica prodotta sul ruolo è scarsa e sembra che esso abbia preso forma prevalentemente nella pratica. Lo studio ha avuto una duplice finalità, sia descrittiva che esplorativa: la prima parte della ricerca ha infatti indagato le caratteristiche socio-demografiche, la qualifica e la carriera dei managers, mentre la seconda ha esplorato la loro opinione sul loro ruolo in termini di competenze richieste, bisogni e risorse. La ricerca ha previsto un'indagine preliminare sui Servizi Tutela Minori lombardi, un questionario on-line indirizzato a tutti i coordinatori attivi in Lombardia, nonchè interviste semistrutturate indirizzate ad un campione di questi managers (18). Due approcci teorici hanno fatto da cornice agli approfondimenti, ovvero gli studi culturali delle organizzazioni e del management (Alvesson e Berg, 1993; Mintzberg, 1980, 2010; Gagliardi e Monaci, 2011) e il Relational Social Work (Folgheraiter, 1998, 2011, 2017). L’integrazione tra queste teorie e i dati raccolti dai managers hanno permesso di delineare le caratteristiche specifiche che il ruolo di coordinatore tutela minori assume nel sistema di Child Protection lombardo e di far emergere la prospettiva dei coordinatori sul proprio lavoro.
The aim of this study was to understand better the role of middle managers in lombard Child Protection services. This managers are the first organizational and methodological reference for social workers, but at the same time they have a responsability towards top management (and communities) in terms of a good service trend. There isn’t so much knowledge about their work and it seems that they have built their role in practice. The study explored the current characterization of managers that are active in lombard Child Protection system and collected their opinions about the role. The study consisted in a preliminary investigation about Child Protection services in Lombardy After this first investigation, the first step was a survey on-line addressed to all the managers that actually works in Lombardy; the second step consisted in semistructured interviews addressed to a sample of these managers (18). The aim of the first part of the research was descriptive (socio-demographic characteristics, qualification and career of the managers) while that of the second part was exploratory (managers opinion about their role in terms of competences requested, needs and resources). The research has combined two theoretical approaches, cultural studies of organizations/management (Alvesson e Berg, 1993; Mintzberg, 1980, 2010; Gagliardi e Monaci, 2011) and Relational Social Work (Folgheraiter, 1998, 2011, 2017): the integration of them allowed the identification of specific characteristics of child protection middle managers and their point of view about their job.
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MALACRIDA, LAURA. « RICOSTRUIRE IL PUZZLE DELLA PROPRIA STORIA Una ricerca partecipativa con le persone adottate ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/75453.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi, realizzato su mandato della cooperativa C.T.A. di Milano, discute i risultati di una ricerca partecipativa realizzata per approfondire il percorso di ricerca delle origini da parte di persone adottate con adozione nazionale. Per la realizzazione della ricerca, in accordo con i principi dell’approccio partecipativo, sono stati coinvolti quattro esperti per esperienza -adulti adottati che hanno fatto esperienza di ricerca delle proprie origini- i quali, lavorando in gruppo insieme al ricercatore, hanno definito le domande di ricerca, valutato la scelta dello strumento per la raccolta dei dati, costruito la traccia dell’intervista e infine analizzato i dati raccolti. Dalle 16 interviste realizzate sono emersi risultati che evidenziano la complessità del percorso di ricerca delle origini: quali significati assume per le persone adottate, le modalità con cui avviene, da parte di chi le persone adottate si sentono supportate nel corso delle ricerche, il rapporto con la famiglia adottiva, con altre persone adottate, con i Tribunali per i Minorenni e con gli operatori sociali. Questi risultati forniscono numerosi elementi utili non solo per approfondire la conoscenza del fenomeno, ma anche per immaginare l’attivazione di forme di sostegno specifiche per coloro che necessitano di ricostruire il puzzle della propria storia.
This thesis, carried out under the mandate of CTA Milan, shows the results of a participatory research on the process of reconstruction of pre-adoptive history by Italian adult adoptees. According to the participatory model, four experts by experience were involved in a research group (steering group), and work in tandem with the researcher on all the research project. Integrating researcher’ s technical skills with experiential skills of co-researchers, we defined the research question and decided to use semi-structured interviews to collect data. Text analysis of the transcripts of the 16 interviews carried out, was also made in the steering group, according to the literature review and to the personal experience of co-researchers. The interviews analysis shows the whole complexity of the origins’ research process: what is the meaning of origins’ research in the view of adoptees; how Italian adoptees try to find the identity of their birth family; by whom they have been supported during this research process; the relationships with adoptive family, with other people who live adoptive experiences, with the Juvenile Court and social workers. With these results we could learn more about origins’ research and provide significant suggestions on how adopted people could be supported in their experience of research.
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Morri, Lorenzo <1972&gt. « La responsabilità sociale dell’impresa : teorie e significati sociali. Con una ricerca empirica sul punto di vista dei lavoratori ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1098/1/Tesi_Morri_Lorenzo.pdf.

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Morri, Lorenzo <1972&gt. « La responsabilità sociale dell’impresa : teorie e significati sociali. Con una ricerca empirica sul punto di vista dei lavoratori ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1098/.

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POZZO, MATILDE MAIA. « Nella zona grigia delle nuove povertà. Una ricerca pedagogica sulle storie di formazione nei processi di impoverimento ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262889.

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Résumé :
Gli ambivalenti esiti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali della contemporaneità hanno dato vita a un’area in cui si incrociano i lembi di differenti forme di fragilità, economica, sociale, relazionale, e di sofferenza urbana (Saraceno, 2010): una zona grigia di disagio diffuso (Iori e Rampazi, 2008; Tramma, 2015) che non supera quelle soglie di malessere conclamato che la collocherebbero nell’area della grave emarginazione, oggetto di attenzione dei servizi e delle politiche educative. I processi che hanno contribuito al diffondersi di vulnerabilità sociale (Ranci, 2002) hanno modificato anche alcuni tratti della condizione di povertà contemporanea: di questi elementi di novità mira a rendere conto il concetto di nuove povertà, una fascia dai confini incerti, di povertà grigie (Dovis e Saraceno, 2011), esito dell’ampliamento del rischio di impoverimento a fasce di popolazione prima considerate protette: un rischio connesso a eventi sempre meno eccezionali e sempre più legati ai “normali” corsi di vita. La ricerca pedagogica intorno alle implicazioni educative dei processi di impoverimento si è focalizzata, attraverso metodi biografici (Merril & West, 2012), sulle storie di vita e di formazione di quindici uomini e donne coinvolti da recenti processi di impoverimento. La cornice teorica della pedagogia sociale (Tramma, 2010) ha indirizzato l’esplorazione di queste traiettorie biografiche intorno alle dimensioni educative, formali e informali, che contribuiscono a definire lo scivolamento in situazioni di fragilità e/o a prevenirlo e attutirlo; l’analisi pedagogica si è concentrata sulle dimensioni di vulnerabilità intorno a cui si articolano le criticità dei percorsi di vita e sulle modalità, i significati, le rappresentazioni tramite cui i soggetti attraversano e rielaborano la propria storia e la propria condizione, facendo emergere il ruolo di un clima educativo diffuso che, contribuendo a letture sempre più individualizzate e iper-responsabilizzanti della propria vita e della condizione di impoverimento, ostacola la comprensione critica dei propri percorsi di vita e delle dinamiche del presente, fattore indispensabile perché si aprano per i soggetti possibilità di cambiamento e di azione verso il miglioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive. La tensione trasformativa (Baldacci, 2001) della ricerca pedagogica qui presentata concerne la possibilità di contribuire alla riflessione pedagogica sulle nuove povertà, in vista di individuare orientamenti teorici e metodologici per un’intenzionalità educativa capace di promuovere percorsi di uscita dalla povertà e di intervenire in termini preventivi nelle situazioni a rischio di scivolamento.
Economic, social and cultural transformations of these times have produced ambivalent results while giving rise to a newfound and widespread form of distress where economic, social and relational fragility and urban suffering intertwine (Saraceno, 2010): this grey area of distress (Iori and Rampazi, 2008; Tramma, 2015) does not exceed standard thresholds of overt malaise that would place it within the traditional boundaries regarding severe marginality and exclusion – areas often touched upon by educational services and policies. The elements that contributed to the spread of social vulnerability (Ranci, 2002) – including the precariousness of living and working conditions, the weakening of the systems in place offering social protection and the erosion of the social fabric – have played a role in altering some traits of contemporary poverty: the concept of new poverty aims to account for new elements of a population dealing with uncertain borders, grey poverty (Dovis and Saraceno, 2011), meaning that those who were not previously considered at risk of poverty are now implicated: a risk related to events increasingly frequent and increasingly linked to those paths of life seen as “normal”. The pedagogical research on the educational implications of impoverishment processes focuses, through biographical methods (Merril & West, 2012), on the life stories and educational biographies of fifteen men and women who have recently become impoverished. The theoretical framework concerning social pedagogy (Tramma, 2010) has directed the exploration of these biographical trajectories in and around both formal and informal educational dimensions: these contribute to falling into fragile situations, but also preventing and/or reducing their eventual impact. The pedagogical analysis focuses on the vulnerability areas around which life’s critical aspects are concentrated, and on the representations and meanings through which impoverished people live and rework their own story and condition, highlighting the key role of a contemporary educational climate. Such an educational climate promotes increasingly individualised and notably hyper-responsible representations of one’s own life and impoverishment, while at the same time hindering the critical understanding of one’s life path, losing focus on the dynamics of the present – something indispensable to promote with the subjects changes for the improvement of individual and collective living conditions. The transformative tension (Baldacci, 2001) as part of this pedagogical research aims to contribute to the pedagogical reflection on new poverty in order to identify theoretical and methodological orientations for educational actions able to promote fresh paths for subjects, both in terms of preventive interventions with people at risk of poverty, and in terms of paths out of poverty.
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Grantham, Daniel. « Ligeti’s Early Experiments in Compositional Process : Simple Structures in Musica Ricercata ». Thesis, University of North Texas, 2014. https://digital.library.unt.edu/ark:/67531/metadc699913/.

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Résumé :
This study examines the formation of a unique chromatic and formal language in Musica Ricercata by György Ligeti. The study begins by examining statements from an interview with Ligeti conducted by Ove Nordwall in 1979. The interview discusses his compositional experiments from the early 1950s, the period in which Musica Ricercata was composed. Working from Ligeti’s words, “simple structures” are defined as repeating formations of rhythms and intervals with easily discernable features. These features must be salient such that when the structure is altered, it is still clearly and audibly recognizable. The musical and political environment in Hungary at the time is established, providing context for this early experimentation with compositional parameters. The analysis begins with an overview of the entire work, outlining developments of pitch-class density, symmetrical pitch-class structures, and notated accelerandi over the course of the multi-movement work. Analyses of simple structures in each movement elucidate both Ligeti’s experimental approaches to chromaticism, along with more traditional aspects, with special reference to Bartók’s compositional style.
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Visconti, Angela <1983&gt. « La costruzione identitaria fuori e dentro un percorso di welfare to work. Una ricerca sugli informatori scientifici del farmaco in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5958/1/TESI_DOTTORATO_Angela_Visconti.pdf.

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Résumé :
L’idea generale da cui parte l’attività di analisi e di ricerca della tesi è che l’identità non sia un dato acquisito ma un processo aperto. Processo che è portato avanti dall’interazione tra riconoscimento sociale del proprio ruolo lavorativo e rappresentazione soggettiva di sé. La categoria di lavoratori che è stata scelta è quella degli informatori scientifici del farmaco, in virtù del fatto che la loro identificazione con il ruolo professionale e la complessa costruzione identitaria è stata duramente messa alla prova negli ultimi anni a seguito di una profonda crisi che ha coinvolto la categoria. Per far fronte a questa crisi nel 2008 è stato creato un dispositivo, che ha visto il coinvolgimento di aziende, lavoratori, agenzie per il lavoro e organizzazioni sindacali, allo scopo di ricollocare il personale degli informatori scientifici del farmaco coinvolto in crisi e/o ristrutturazioni aziendali.
The general idea from which part of the analysis and research of the thesis is that identity is not an acquired but an open process. Process that is carried out by the interaction between social recognition of their work role and subjective representation of self. The category of workers that has been chosen is that of medical representatives, by virtue of the fact that their identification with the professional role and the complex construction of identity has been sorely tested in recent years as a result of a profound crisis that has involved the category. To cope with this crisis in 2008 was created a device, which has seen the involvement of companies, workers, employment agencies and labor organizations, in order to redeploy personnel of the medical representatives involved in crisis and / or renovations busines
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Visconti, Angela <1983&gt. « La costruzione identitaria fuori e dentro un percorso di welfare to work. Una ricerca sugli informatori scientifici del farmaco in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5958/.

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Résumé :
L’idea generale da cui parte l’attività di analisi e di ricerca della tesi è che l’identità non sia un dato acquisito ma un processo aperto. Processo che è portato avanti dall’interazione tra riconoscimento sociale del proprio ruolo lavorativo e rappresentazione soggettiva di sé. La categoria di lavoratori che è stata scelta è quella degli informatori scientifici del farmaco, in virtù del fatto che la loro identificazione con il ruolo professionale e la complessa costruzione identitaria è stata duramente messa alla prova negli ultimi anni a seguito di una profonda crisi che ha coinvolto la categoria. Per far fronte a questa crisi nel 2008 è stato creato un dispositivo, che ha visto il coinvolgimento di aziende, lavoratori, agenzie per il lavoro e organizzazioni sindacali, allo scopo di ricollocare il personale degli informatori scientifici del farmaco coinvolto in crisi e/o ristrutturazioni aziendali.
The general idea from which part of the analysis and research of the thesis is that identity is not an acquired but an open process. Process that is carried out by the interaction between social recognition of their work role and subjective representation of self. The category of workers that has been chosen is that of medical representatives, by virtue of the fact that their identification with the professional role and the complex construction of identity has been sorely tested in recent years as a result of a profound crisis that has involved the category. To cope with this crisis in 2008 was created a device, which has seen the involvement of companies, workers, employment agencies and labor organizations, in order to redeploy personnel of the medical representatives involved in crisis and / or renovations busines
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Crabu, Stefano. « Dalla molecola al paziente : la ricerca oncologica fra laboratori scientifici e spazi clinici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423543.

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Résumé :
BACKGROUND This PhD dissertation looks at ways to “translate” knowledge and techniques of molecular oncology into novel clinical applications. Using translational research in the field of molecular oncology as a case study, my investigation examines the social interaction between activities in medicine and in research and development and between medical staff and scientists. From a theoretical point of view, my reflection about translational research contrasts with the pipeline representations that social theorists have often adopted, where the trajectory of the translational imperative is shown as both linear and progressive. In this text, I analyse and describe the character of translational research in biomedicine as a new style of practice. This concept points to the complex and heterogeneous set of places and interactions that make up translational research in the molecular oncology domain and the subsequent shaping of new technologies of life and clinical objects, such as new molecular diagnostic tests. My work highlights the fact that translational biomedicine is a complex socio-technical area where research in molecular oncology is performed through heterogeneous practices and various actors are engaged in the construction of new clinical technologies and objects, regulations and cures for disease. The observations I have made over the past year, through ethnographic research in two different settings, have led me to recognize translational research as a complex mixture of the mutual interaction between different disciplines, practices, technologies and forward-looking statements about the future of medicine. AIMS AND OBJECTIVES The main goal of this dissertation is to contribute to the respective sociological literature about medicine, science and society by providing an alternative and empirically based understanding of translational biomedicine in action. In order to do this, I provide descriptive ethnographic material through observing both clinical and research activities in molecular oncology. I then explore the ways in which scientists relate to the clinical practices governing their fields and examine how different actors and practitioners handle communication between scientific laboratories and clinical spaces. RESEARCH METHODS This study draws on empirical data gathered through ethnographic observation in laboratories and clinical trials, and through documentary analysis and interviews with scientists, clinicians, those who coordinate experiments and data managers
PREMESSA Nel corso di questa tesi di dottorato ho rivolto l’attenzione ai processi attraverso i quali le conoscenze biomediche in oncologia molecolare vengono tradotte in nuove applicazioni cliniche. Più precisamente, mi sono focalizzato sulla cosiddetta ricerca traslazionale nel campo dell'oncologia molecolare al fine di indagare le relazioni tra la ricerca scientifica e la medicina, e tra il personale clinico e i ricercatori. Da un punto di vista teorico, la mia riflessione sulla ricerca traslazionale traccia una discontinuità rispetto ai modelli adottati dalle scienze sociali per studiare i rapporti fra scienza, medicina e società, in cui la traiettoria traslazionale di innovazione è stata tradizionalmente concepita come un meccanismo lineare e progressivo. Nel condurre la ricerca ho adottato una prospettiva maturata dal dialogo fra la sociologia della medicina e della salute e gli studi sociali sulla scienza e la tecnologia, che mi ha permesso di costruire una rete di concetti capaci di cogliere le dinamiche che portano comunità biomediche differenti a convergere e dialogare fra loro. Più in particolare, questa prospettiva mi ha consentito di indagare la ricorsività fra le aspettative, le visioni scientifiche, gli oggetti tecnologici e le pratiche tecnoscientifiche attraverso le quali medici e ricercatori cercano di consolidare e materializzare le narrazioni scientifiche sui “futuri clinici” improntati al nuovo paradigma traslazionale. Da questo punto di vista, l'intersezione fra la clinica e il laboratorio definisce e circoscrive uno spazio bioclinico ibrido, rappresentato dalla ricerca traslazionale. Quest'ultima è stata considerata nei termini di un nuovo stile di pratiche, ovvero come l'esito emergente di un lavoro scientifico che ha stimolato il dialogo e la convergenza fra attori umani e dispositivi tecnologici, risorse linguistiche e pratiche discorsive al fine di comprendere in che modo le aspettative e le aspirazioni su possibili futuri clinici possono essere manipolate e gestite entro i contesti laboratoriali dove conoscenza biomedica e nuove indicazioni terapeutiche vengono prodotte e condivise. OBIETTIVI DELLA RICERCA In primo luogo, lo scopo di questa tesi è di contribuire in modo innovativo alla comprensione dei processi di innovazione nella biomedicina contemporanea, cercando di mettere in dialogo diverse prospettive teoriche maturate in seno alla sociologia della medicina e agli studi sociali sulla scienza e la tecnologia. In secondo luogo, nel corso della tesi vengono esplorati in profondità i modi in cui gli scienziati si relazionano alle pratiche e ai problemi clinici che disciplinano il loro campo d'azione, esaminando così in che modo i diversi attori presenti sulla scena della biomedicina traslazionale costruiscono il dialogo tra laboratori scientifici e gli spazi della cura. METODOLOGIA Il disegno dell'indagine, costruito in relazione al quadro teorico e agli obiettivi della ricerca, ha previsto l'analisi documentale e l'osservazione etnografica – della durata complessiva di un anno – condotta all'interno dei laboratori e degli spazi clinici localizzati in due differenti setting biomedici del Nord Italia, nei quali la ricerca e la cura oncologica sono gestite secondo un approccio traslazionale. Inoltre sono state realizzate ventitré interviste etnografiche con scienziati, medici, coordinatori di sperimentazione clinica e infermieri impegnati nei diversi contesti empirici presi in considerazione.
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MORGANDI, TIZIANA. « Esperienze e processi di conoscenza dei bambini : un percorso di ricerca e formazione nei Centri per Bambini e Famiglie ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88068.

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Questa ricerca si colloca nell’ambito degli studi di pedagogia dell’infanzia ed esplora, attraverso un percorso di indagine empirica, la qualità dell’esperienza educativa dei bambini in alcuni Centri per Bambini e Famiglie (CBF) a Milano (Mantovani, 2005). Lo studio nasce dai risultati di una ricerca internazionale sulla funzione sociale di questi servizi oggi in Italia (Musatti, Mantovani, 2013), Belgio, Francia, Giappone (Hoshi-Watanabe et al., 2012). Molte ricerche sulla prima infanzia sono state condotte in ambiente domestico o nel nido, pochi studi riguardano le esperienze educative dei bambini nei CBF, tradizionalmente più orientati alla genitorialità; in specifico poco indagate risultano le potenzialità di apprendimento dei bambini in questi contesti educativi di compresenza adulto-bambino (0/3 anni). La ricerca si iscrive nel modello teorico della ricerca-formazione e si basa sull’ipotesi che le esperienze dei bambini nei CBF, seppure non quotidiane, abbiano oggi una valenza educativa saliente proprio per le specificità sociali e pedagogiche di questi luoghi basati sulla compresenza di adulti (familiari e non) e bambini; ciò richiede un ri-allineamento della formazione degli educatori, oggi un po’ allentata, alla complessità del ruolo. A livello metodologico, il lavoro ha combinato strumenti qualitativi propri della tradizione di ricerca sul campo in educazione (Mantovani, 1998; Mortari, 2007; Caronia, 2011; Denzin e Lincoln, 2005), con indicazioni inerenti la videoricerca (Goldman et. al., 2007; Derry et. al., 2010; Haw, Hadfield, 2011) rilette in prospettiva pedagogica (Bove, 2009; Braga, 2009). A livello empirico, la ricerca si è articolata in due fasi: nella prima sono state realizzate 12 videoregistrazioni di giornate tipo in 4 CBF e sono stati realizzati interviste e focus group con educatrici e genitori; nella seconda è stata condotta un’esperienza pilota di ricerca-formazione in uno dei 4 CBF coinvolti che ha previsto la videoregistrazione di 4 proposte educative riviste e discusse con le educatrici. I dati emersi sono stati analizzati mediante il supporto del software NVivo seguendo le indicazioni metodologiche dell’analisi del contenuto. I risultati evidenziano: la complessità e la variabilità delle esperienze di apprendimento dei bambini nell’ecologia di questi contesti educativi e la necessità di renderle visibili per sostenerle mettendole al centro del “confronto tra genitori e educatori” in una prospettiva pedagogica di sostegno allo sviluppo; cambiamenti nelle interpretazioni delle educatrici con una riconsiderazione delle competenze dei bambini e del proprio ruolo in relazione a proposte educative e “didattiche” situate in contesti di compresenza bambini e adulti; alcuni “movimenti formativi” che hanno innescato interventi di riprogettazione educativa. Nel complesso la ricerca ha confermato le potenzialità educative e sociali (di inclusione) di questi servizi esposti a una variabilità crescente di stili parentali e modelli di sviluppo/apprendimento e ha evidenziato la necessità di sostenere il ruolo degli educatori attraverso percorsi formativi mirati, sostenibili, efficaci.
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MARCU, OANA. « Giovani rom e dinamiche di genere : tecniche e strumenti per la ricerca azione ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/986.

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La ricerca approfondisce il processo di costruzione di identità di genere ed etniche in migrazione, attraverso l’intreccio di più assi di rappresentazione delle proprie appartenenze: l’asse dell’etnia, del genere e della classe. L’approccio metodologico parte dalla ricerca-azione per proporre un modo di condurre ricerca impegnato, relazionale, emozionale, il cui scopo è promuovere individui e gruppi in logiche di empowerment sociali. Il metodo privilegiato è l’etnografia, svolta in contesto transnazionale, basata sulla costruzione di relazioni di fiducia e combinando metodi visuali, interviste biografie e ricerca tra pari per ricomporre il quadro multifaccettato dell’esperienza dei giovani migranti e raggiungere un’ampia gamma di attori impegnati, con ruoli diversi, nella realtà studiata. L’esperienza migratoria dei giovani rom connette il Sud Ovest della Romania a Milano, attraverso dei circuiti e legami di parentela transnazionali. I giovani partecipanti nella ricerca sono coinvolti nello spazio delle economie della strada, praticano quotidianamente l’elemosina, la musica di strada o il borseggio. Alcune pratiche, nell’incontro tra gruppi in migrazione, si polarizzano in posizioni antitetiche, arrivano a simboleggiare la tradizione e a mediare la differenza tra i rom e i non-rom oppure tra gruppi diversi di rom. Tale lo statuto delle pratiche di genere associate alla verginità, ai matrimoni e al controllo dei corpi e della sessualità delle giovani ragazze. Attraverso il mantenimento della forte distinzione tra le traiettorie di genere, gruppi portatori di stigma rivendicano attributi identitari valorizzati: una sistemazione famigliare essenzialmente diversa, utilizzata discorsivamente per riproporre la differenza, in termini etnici e di statuto, nei confronti del gruppo “maggioritario”, e degli altri gruppi rom. Giovani uomini e donne contestualizzano gli scenari, le stilistiche dell’esistenza, associate alla tradizione come all’“occidentalizzazione”, e separano le loro performance di genere tra i diversi spazi della loro vita in migrazione. Definiscono nuove appartenenze in grado di costruire identità valorizzate e ricompongono permanentemente il sistema di pratiche, in un continuo dialogo tra “noi” (i gruppi di appartenenza) e “io” (l’identità individuale).
The research is focused on the process of gender and ethnic identity construction in migration, on multiple axes that represent migrant’s belongings: ethnicity, gender, and class. The methodological approach is based on the action research perspective and proposes an engaged, emotional and relational way of doing research, in order to promote individuals and groups in social empowerment processes. The privileged method is ethnography, in a transnational context, based on building relationships of trust with participants and combining visual methods, biographical interviews, and peer research in order to narrate the complex picture of migrant youth experiences and to reach all the actors involved. Young Roma’s migratory experience connects the South West of Romania to Milan, in transnational circuits and kinship networks. The participants are involved street economies: they beg, play music, or pickpocket on a daily basis. Some of the practices, in the encounters between groups in migration, come to symbolize tradition and mediate difference between Roma and non-Roma, or between different groups of Roma. Such are the practices related to the virginity of young girls, matrimonies and the control over the bodies and sexuality of young girls. By maintaining strong distinctions between gendered life paths, stigma afflicted groups reclaim valued identity attributes related to an essentially different family order, discursively used in order to re-state ethnic and status differences between “us”, the “majority” group, and other Roma groups. Young men and women contextualize these scenarios, the traditional as well as occidental “stylistics of existence”, and separate their gendered performances in the various spaces of their migrant life. They define new belongings able to construct valued identities and permanently challenge the systems of practice, in a continuous dialogue between “us” (in-group) and “I” (individual identities).
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Farina, Filomena Gaia. « Le ragazze di periferia. Una ricerca etnografica tra le figlie delle migrazioni in un contesto multiculturale urbano ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3425825.

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Résumé :
My PHD thesis focuses on young girls with immigrant background in a urban and multicultural context. General aim of the research is to analyse, with a gender perspective, the ways in which young people with different geographical and family background deal with the differences in everyday multiculturalism (Colombo, Semi, 2007; Wise, 2007; Frisina, 2006; Harris, 2009; Räthzel 2008). Specific attention is paid to young girls and in particular to the process of social construction of femininity, the use of urban contexts and the identification and differentiation practices. Although there is a conspicuous literature on “second generation immigrants”, specific studies on young girls are scanty, especially in the Italian context. Moreover, studies including in the analysis both Italian native youngsters and sons of immigrants in a generational perspective are almost missing. The present work, therefore, contributes to open a debate on this gap. The analysis is based on an ethnographic research conducted in a fringe neighborhood of Bologna, a North Italian city. Besides the use of classical instruments of ethnographic studies, like participatory observation and qualitative interviews, I used participatory visual methods (Walkabouts and Photoscape) and “virtual ethnography” on the young girls and boys' Facebook WebPages. The introductory section (chapter 1) offers an examination of the Italian multicultural society and its characteristics. The second chapter provides an overview of the literature on “girls studies” (Aapola, , Gonick, Harris, 2005; McRobbie, 2000), an expanding discipline at international level, but still missing in Italian literature. The third chapter describes the social context of the research and elucidate the methodology of the investigation. The aim is, based on the good results obtained, to provide methodological indications for an effective use of plural and visual methods, which proved to be appropriate to assure direct involvement of young people in the research and to favor the girls' agency and participation. The second section of the thesis focuses on the analysis of the data collected in the fieldwork and presents the results of the research. In particular, the 4th chapter concentrates on how public spaces are used by young girls and the ways they represent and talk about their neighborhood: 3 videos produced with girls and a videoclip hip-hop made with boys provided useful inputs for the research. It has been possible to note differences in the ways girls and boys occupy the quarter spaces, depending on the specific power relations established in the neighborhood. At the same time, multiculturalism resulted to be present in the everyday life of the people living that area: conflicts and contrasts are not based on ethnic or cultural differences, but rather on gender, social classes and intergenerational issues. The social construction of femininity and masculinity represent the focus of chapter 5. By partially referring to a typology developed by the English sociologist D. Reay (2001), 5 models have been identified to describe the ways in which young girls construct themselves and are constructed as feminine: tomboys, spice girls, girlies, bad girls and mediators. Finally, chapter 6 deals with the analysis of the girls' aspirations and future perspectives together with an investigation of their practices of identification and differentiation. The involvement of both autochthonous girls and daughters of immigrants in the research proved to be very profitable and suggested that some integration is needed in the identitarian strategies available in the literature: the new typologies detected reveal that the process of identification and the configuration of young women affiliation are affected and shaped by several factors that are not simply related to their national background
La tesi di dottorato si concentra sulle giovani figlie delle migrazioni in un contesto urbano e multiculturale. Intento generale della ricerca è analizzare, con una prospettiva di genere e il supporto teorico dei "girl studies"(Aapola, Gonick, Harris, 2005; McRobbie, 2000), i modi in cui le ragazze e i ragazzi di diverse provenienze geografiche e familiari affrontano le differenze nelle pratiche di multiculturalismo quotidiano (Colombo, Semi, 2007; Wise, 2007; Frisina, 2006; Harris, 2009). Interesse specifico è concentrare l'attenzione sulle ragazze analizzando: i processi di costruzione della femminilità; l'utilizzo dei contesti urbani e il modo in cui le ragazze creano appartenenze, identificazioni e relazioni di genere e di classe nelle pratiche quotidiane. A fronte di una letteratura cospicua sulle cosiddette "seconde generazioni" gli studi specifici sulle ragazze sono ancora esigui, in particolar modo nel contesto italiano, e sono ancor meno gli studi che inseriscono nell'analisi giovani autoctoni e figli di migranti in una prospettiva generazionale. Questo lavoro contribuisce quindi all'apertura di un dibattito in tal senso. L'analisi si basa su una ricerca etnografica condotta in un rione popolare della città di Bologna. Oltre ad impiegare gli strumenti classici dell'etnografia, osservazione partecipante e interviste discorsive, l'indagine si è avvalsa di alcuni metodi visuali (walkabout e Photoparade) e dell' "etnografia virtuale" sulle pagine del social network Facebook in cui le ragazze e i ragazzi considerati si presentano e rappresentano. La prima sezione dell'elaborato presenta le caratteristiche della società multiculturale italiana e le prospettive teoriche alla base della ricerca(cap.1). Nel secondo capitolo, inoltre, fornisce una rassegna della letteratura sui "girl studies" , approccio teorico in fermento a livello internazionale ma non ancora presente nel contesto italiano. Il terzo capitolo illustra, infine, le demarche etnografiche seguite durante la ricerca sul campo. Sulla base del lavoro svolto e dei risultati positivi ottenuti, propone quindi alcune indicazioni metodologiche per l'utilizzo di metodi plurali e visuali, utili a stimolare un coinvolgimento attivo dei giovani nelle ricerche e a favorire l'agency delle ragazze. La seconda sezione si concentra sull'analisi del materiale raccolto durante la ricerca sul campo e esplicita i risultati della stessa. Nel capitolo 4 l'analisi è focalizzata sui modi in cui le ragazze utilizzano gli spazi pubblici e sui modi in cui le stesse raccontano il proprio quartiere. Tre video-racconti prodotti con le ragazze e un videoclip hip hop prodotto con i ragazzi, hanno fornito materiale utile all'analisi. La costruzione sociale della mascolinità e della femminilità sono prese in esame nel capitolo 5. Facendo riferimento ad una tipologia messa a punto dalla sociologa inglese D. Reay (2001), si individuano cinque modi in cui le ragazze si costruiscono e sono costruite in rapporto alle "femminilità tradizionali": Tomboys, Spice Girls, Girlies, Bad Girls e Medatrici. L'analisi delle aspirazioni e delle prospettive future delle ragazze e l'esplorazione delle pratiche di identificazione e differenziazione delle stesse(cap.6), grazie all'inclusione di autoctone e figlie di immigrati nella riflessione, risulta particolarmente ricca. Ciò suggerisce alcune integrazioni alle strategie identitarie dei/delle giovani migranti già presenti in letteratura. Le nuove tipologie rinvenute rivelano l'influenza di fattori che esulano dalla sola provenienza nazionale sui processi di identificazione e sulla configurazione delle appartenenze delle giovani donne analizzate
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Gallanti, Chiara. « Le collezioni del Museo di Geografia dell'Università di Padova : radici storiche e processi costitutivi tra ricerca e didattica (1855-1948) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2020. http://hdl.handle.net/11577/3425923.

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Résumé :
La tesi propone il risultato di un percorso di ricerca dedicato al patrimonio del Museo di Geografia dell’Università di Padova e alle vicende storiche che ne hanno indirizzato i processi costitutivi. La geografia è infatti insegnata all’Università di Padova fin dal XVI secolo, sia pur nell’ambito di corsi più vasti quali Matematiche o Astronomia; dopo la breve esperienza settecentesca di una cattedra di Scienza nautica e Geografia, è tuttavia nel XIX secolo che la geografia approda come disciplina autonoma tra quelle insegnate nella Facoltà filosofica dell’Ateneo di Padova, per un triennio in epoca asburgica (1855-58) e, dal 1872, con continuità. Da allora, ma ufficialmente con l’istituzione del Gabinetto di Geografia nel 1884, ha iniziato a costituirsi un patrimonio formato, oltre che da libri e carte, da sussidi didattici e strumenti funzionali alla produzione cartografica e all'osservazione diretta, che costituisce il nucleo d’origine delle collezioni del Museo di Geografia. Dall'inizio del XX secolo, anche nell'ambito della Facoltà di Scienze vengono creati una cattedra e un Istituto di Geografia fisica, che a propria volta si dota di un importante corredo scientifico e didattico. Alla soppressione dell’Istituto nel 1942, le sue dotazioni materiali passano in buona parte al suo omologo della Facoltà di Lettere. Le collezioni del Museo di Geografia rappresentano dunque l’eredità di queste due esperienze. La prima parte della tesi ricostruisce, principalmente a partire dalle risorse archiviste universitarie, la storia delle due cattedre di geografia, tentando di portare luce in particolare sui momenti fino ad ora trascurati dalla piccola tradizione di studi esistente sul tema, come il triennio asburgico, nel quale l’Ateneo di Padova si trovò coinvolto in una serie di importanti riforme comuni a tutto l’Impero, volte principalmente a migliorare la formazione accademica dei futuri insegnanti. Dei docenti che animarono i due stabilimenti geografici patavini (Francesco Nardi, Giuseppe Dalla Vedova, Giovanni Marinelli, Giuseppe Pennesi, Roberto Almagià, Arrigo Lorenzi, Luigi De Marchi) e dei loro assistenti e collaboratori, oltre alle carriere accademiche si indagano l’impegno e le scelte sia sul piano didattico che sullo quello scientifico. In questo modo, si intende fornire una cornice di senso alle acquisizioni, ripercorse nel dettaglio a partire dagli inventari storici, in questa fase ancora senza il filtro costituito dalla riflessione su ciò che si è o meno conservato. I protagonisti sono seguiti nel dettaglio dal 1855, anno che vide l’incarico di Geografia assegnato a Francesco Nardi, fino al 1948, quando, con la morte di Arrigo Lorenzi, i due insegnamenti di Geografia e Geografia fisica si troveranno emblematicamente riuniti nelle mani di Giuseppe Morandini, che da quel momento avrebbe impugnato le redini della geografia patavina indirizzandola verso una nuova fase. La seconda parte, spostando l’attenzione dai protagonisti agli oggetti, propone innanzitutto una classificazione delle collezioni del Museo sulla base di quella formulata dalla corrente museologia accademica. Ne emerge un duplice filone individuabile nell'ambito delle collezioni geografiche, l’uno collegato alla pratica didattica storica, l’altro alla tradizione scientifica. Successivamente ricostruisce l’evoluzione storica del ruolo degli oggetti che costituiscono ogni tipologia di collezione (carte murali, globi e apparati astronomici, plastici, fotografie ad uso didattico, sul piano didattico, strumenti, fotografie e manoscritti generati dall'attività di ricerca, su quello della ricerca), sullo sfondo del dibattito critico che ci viene restituito dagli Atti dei Congressi Geografici e dei confronti a distanza tramandati dalle pagine delle riviste d’epoca. Di ogni collezione si tirano quindi le fila relativamente al processo costitutivo, facendo sintesi rispetto all'analisi della prima parte, e si esaminano le caratteristiche generali rispetto a quanto si è conservato. Di ogni tipologia di collezione si passa, infine, all'analisi pezzo per pezzo.
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Kyeremeh, Sandra Agyei. « Il genere e il colore dello sport italiano. Una ricerca etnografica tra atlete con e senza origini straniere ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3423143.

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Résumé :
Through my Phd research I aim to explore the power relations that take place within a gendered and racialized space such as sport. In this work I focus on female athletes with or without foreign origins that play sport at high levels in the Italian field, although they are not recognized as professional athletes by Italian sport federations. In particular, in my research, I concentrate on “de facto professional athletes” which play sport in those spaces that are considered male domain, such as football, cricket and athletics. Those contexts allow me to analyze the practices thought which Italian sporting bodies and the athletes themselves produce gender in the sporting fields. On the one hand, drawing on intersectional approach and Critical Race Theory I aim to explore their everyday lived experiences as race, gender, class and sexuality interrelated outcomes (Collins 2015: 7), on the other hand I focus on Butler’s gender performativity concept (1990), I investigate on the everyday practices adopted by female athletes in order to “do their gender” and to negotiate hegemonic masculinity and femininity models. In my research I also explore the practices through which race is constructed in sport by female athletes and Italian sporting institutions. In those contexts, I also analyze how ideas about “Italiali-ness” are constructed by the above mentioned subject. Through my work I also investigate about form of resistance put in action by female athletes to resist and negotiate both hegemonic female and male models and Italian sporting institutions’ ideas about “race” and “Italianness”. In my research I adopt qualitative methodology including participant observations, focus group and interviews (Cardano 2003: 77-80; Gratton e Jones 2010: 119-120; 197).
Con la mia ricerca intendo indagare circa le relazioni di potere presenti all’interno di uno spazio genderizzato e razzializzato come lo sport. Nel mio lavoro pongo l’attenzione sulle atlete con e senza origini straniere che giocano ad alti livelli nei contesti sportivi italiani, nonostante non sia riconosciute come atlete professioniste da parte delle federazioni sportive nazionali. In particolare mi concentro sulle atlete “professioniste di fatto” che praticano sport in quegli ambiti sportivi che vengono considerati di dominio maschile come il calcio, il cricket e l’atletica leggera. Questi contesti mi permettono di analizzare le pratiche attraverso le quali le istituzioni sportive italiane e le atlete stesse producono il genere nei campi sportivi. Da un lato, partendo da un approccio intersezionale e dalla Critical Race Theory, esploro quali sono gli esiti dell’intersezione tra “race”, genere, classe e sessualità nello esperienze di vita quotidiane delle atlete (Collins 2015: 7), dall’altro lato partendo dal concetto di Butler (1990) sulla performatività del genere, indago circa le pratiche quotidiane adottate dalle atlete connesse al “fare il loro genere” e alla negoziazione dei modelli egemonici di mascolinità e di femminilità. Nella mia ricerca indago anche sulle pratiche attraverso le quali le atlete e le istituzioni sportive italiane costruiscono “la race”. In tali contesti mi concentro su come le rappresentazioni circa l’italianità vengono costruite dai soggetti sopraccitati. Inoltre, attraverso il mio lavoro, indago anche circa le forme di resistenza messe in atto dalle atlete per resistere e negoziare sia i modelli egemonici di femminilità e di mascolinità sia le idee delle istituzioni sportive italiane circa la “race” e l’italianità. Nella mia ricerca adotto una metodologia qualitativa facendo ricorso ad osservazioni partecipanti, focus group ed interviste (Cardano 2003: 77-80; Gratton e Jones 2010: 119-120; 197).
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