Littérature scientifique sur le sujet « Ricerca pedagogica »

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Articles de revues sur le sujet "Ricerca pedagogica"

1

Fratini, Tommaso. « Bullismo : quadro di riferimento per una ricerca pedagogica ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2022) : 55–67. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2022oa13741.

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2

Melacarne, Claudio. « Dal terrorismo alla microradicalizzazione. Riflessioni per la ricerca pedagogica ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (octobre 2021) : 68–82. http://dx.doi.org/10.3280/erp1-special-2021oa12468.

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Résumé :
La radicalizzazione è un nuovo costrutto e una nuova area di interesse affermatasi dentro molti ambiti disciplinari. Negli ultimi anni questo concetto è stato utilizzato principalmente per descrivere i processi di radicalizzazione religiosa, politica, per identificare comportamenti violenti basati su ideologie e credenze. Il contributo, partendo dai costrutti di radicalizzazione e terrorismo intende circoscrivere all'interno di questo dibattito una specifica area di riflessione pedagogica.
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3

Girotti, Luca. « Da "filologi dell'amministrazione" a "ispiratori del cambiamento" : il contributo dell'indagine pedagogica alle politiche educative ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 410–18. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9502.

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Résumé :
Da molto tempo la pedagogia si interroga rispetto alla sua relazione con la politica, se non altro a motivo della percezione diffusa di non essere considerata come riferimento autorevole nella formulazione delle politiche educative; in particolare, negli ultimi anni, da più parti si è insistito sulla necessità per l'indagine pedagogica di riflettere sul contributo che la ricerca educativa può offrire alle politiche pubbliche in materia di istruzione, formazione e orientamento, a fronte delle rapide trasformazioni che attraversano la società postmoderna e della profonda crisi che sembra attanagliare le agenzie educative e i sistemi formativi. Le argomentazioni svolte pongono in luce il fatto che l'opportunità di chiarire in quali "termini" e a quali "condizioni" la ricerca educativa può essere una risorsa per le politiche pubbliche, la necessità di approfondire, sotto il profilo metodologico, i criteri in ragione dei quali attribuire/giudicare tale funzione e i relativi metodi/strumenti ad essi adeguati e l'esigenza di affrontare interrogativi etici connessi con la relazione fra pedagogia e politica sono questioni di natura complessa fra loro intrinsecamente interconnesse
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4

Baschiera, Barbara. « Apprendere in contesti intergenerazionali : un nuovo impegno per la ricerca pedagogica ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 3 (janvier 2016) : 27–39. http://dx.doi.org/10.3280/pri2015-003004.

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Galeotti, Glenda, Francesco De Maria et Giovanna del Gobbo. « La ricerca educativa di fronte alla sfida delle migrazioni : potenziale di conoscenza e progetti di vita dei giovani della Costa d'Avorio ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 280–305. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9472.

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Résumé :
Fra le problematiche della contemporaneità, strutturali o emergenti, la mobilità umana ed il rapporto tra fenomeni migratori e processi di sviluppo rappresentano sicuramente ambiti sfidanti di riflessione e di ricerca educativa. Il contributo si inserisce all'interno del più recente dibattito della pedagogia della migrazione e dei migration studies sui concetti di cause, determinanti e drivers della migrazione. Gli autori adottano una prospettiva olistica e sistemica per interpretare in chiave pedagogica il fenomeno migratorio ed esplorare come la combinazione tra variabili individuali e fattori contestuali conduca il soggetto a sviluppare un'aspirazione migratoria ed a cercare altrove la possibilità di autorealizzazione personale e professionale. Sono presentati i risultati di una ricerca esplorativa realizzata in Costa d'Avorio che ha assunto come focus di analisi il potenziale di conoscenza alla base dei progetti migratori dei giovani. Lo studio evidenzia le potenzialità di un approccio integrato soggetto/contesto, capace di considerare anche aspirazioni, capacità e aspettative, per definire azioni educative volte a sostenere progetti di vita consapevoli, sia nei contesti di origine, sia in quelli di destinazione.
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6

Rago, Emilio. « Arti visive e formazione aziendale (I). Introduzione alla ricerca e cornice pedagogica ». FOR Rivista per la formazione, no 93 (juillet 2013) : 8–14. http://dx.doi.org/10.3280/for2012-093002.

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Gozzelino, Giulia, et Federica Matera. « Pedagogical lines and critical consciousness for quality education at the time of the Covid-19 pandemic ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 3 (31 décembre 2021) : 191–99. http://dx.doi.org/10.36253/form-10178.

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Résumé :
In a global context of children’s material and cultural deprivation, the Covid-19 pandemic contributed to redefine the human condition’s vulnerability, favoring the emergence of new forms of poverty and invisibility. Starting from the analysis of the consequences caused by the spread of the pandemic on children’s environment and fundamental development factors, the contribution focuses on the emerging educational challenges, to offer a pedagogical reflection on the possibilities of quality education at the time of emergency. The interviews – carried out as part of the Research Project Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori – make possible to restore visibility and voice to the discomfort of mothers and children between zero and six years old, acting as a starting point for the development of some work’s lines for a reappropriation of relationality, awareness and corporeality, with a look at the children’s rights and at the society’s ethical and civil responsibility in their global protection. Linee pedagogiche e sentieri di coscientizzazione per un’educazione di qualità al tempo della pandemia Covid-19. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale. In un contesto globale di forte deprivazione materiale e culturale dell’infanzia e dell’adolescenza, la pandemia da Covid-19 ha contribuito a ridefinire i volti della vulnerabilità della condizione umana, favorendo l’emergere di nuove forme di povertà e di invisibilità. A partire dall’analisi delle conseguenze provocate dalla diffusione della pandemia sugli ambienti e sui fattori di sviluppo fondamentali della minore età, il contributo si concentra sulle sfide educative emergenti, per offrire una riflessione pedagogica sulle possibilità di una relazione e di una educazione di qualità dentro il tempo dell’emergenza. Le interviste svolte nell’ambito del Progetto di Ricerca “Povertà educativa e Covid-19: linee di riflessione pedagogica e di advocacy per i minori” hanno consentito di restituire visibilità e parola al disagio delle mamme dei bambini tra gli zero e i sei anni, ponendosi come punto di partenza per lo sviluppo di alcune linee di lavoro per una riappropriazione della relazionalità, della consapevolezza e della corporeità, con uno sguardo ai diritti dei minori e alla responsabilità etica e civile della società tutta nella loro tutela globale.
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Ghizzoni, Carla. « Il dizionario biografico dell'educazione e la ricerca storico-pedagogica in italia negli ultimi trent'anni ». SOCIETÀ E STORIA, no 149 (novembre 2015) : 553–60. http://dx.doi.org/10.3280/ss2015-149005.

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Todisco, Vincenzo, et Francesca Cangemi. « “Tandem” : una sperimentazione didattica per promuovere il doppio profilo di competenza ». DIDIT. Didattica dell’italiano. Studi applicati di lingua e letteratura, no 2 (16 novembre 2022) : 207–18. http://dx.doi.org/10.33683/didit.22.02.08.

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Résumé :
Grazie al doppio profilo di competenza, chi opera nel campo dell’insegnamento e delle didattiche disciplinari dispone di conoscenze e abilità sia teorico-scientifiche sia applicative. Un tale profilo è sempre più richiesto nell’ambito delle Alte scuole pedagogiche (ASP). Per raggiungere questo obiettivo è indispensabile avvicinare la pratica alla teoria. Con il progetto “QUATTRO/Tandem_PHGR” l’Alta scuola pedagogica dei Grigioni sta lavorando a un modello che prevede la collaborazione tra docenti, insegnanti di scuola elementare, ricercatrici/ricercatori e studenti/studentesse nell’ambito della didattica disciplinare italiano lingua straniera (L2). L’articolo presenta il progetto nel suo insieme e le modalità secondo le quali, in una prima fase sperimentale, gli e le insegnanti di scuola elementare hanno avuto la possibilità di partecipare alla ricerca didattica e all’insegnamento di moduli di glottodidattica dell’italiano L2. Si presentano e discutono inoltre i dati raccolti per la valutazione della fase sperimentale del progetto.
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Grazia Grazia Simone, Maria. « Cultura del consumo, bellezza ed educazione dello sguardo. Per una pedagogia dell'essenziale ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 572–85. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9481.

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Résumé :
L'articolo intende sollecitare una maggiore attenzione del discorso pedagogico sul tema della bellezza intesa come "direzione di senso educativo" e "dinamica significante" (Musaio, 2006) per riscoprirla come uno degli obiettivi più importanti della formazione dell'essere umano. Il contributo delinea le piste di ricerca pedagogica e le opzioni didattiche percorribili per un'educazione alla bellezza negli ambienti di vita della persona, affinché si possa guidare la capacità di guardare all'essenziale anche all'interno delle vaste sollecitazioni offerte dalla cultura del consumo. Dinanzi ad un agire volutamente esteriorizzato fino all'estremo, l'esperienza educativa sollecita a riconquistare la capacità di fare di se stessi il centro del proprio essere e della bellezza non il motore propulsivo della vanità ma un vettore di progettualità e di impegno individuale e sociale. Educare alla bellezza e alla profondità del cuore avvicina l'essere umano al suo nucleo costitutivo per risvegliare la capacità di progettare nuovi modi d'essere e così suscitare la sete di essenzialità e di bellezza, necessarie per un futuro di pace e di giustizia.
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Thèses sur le sujet "Ricerca pedagogica"

1

RIPAMONTI, DONATA ANTONELLA. « Bambini e tecnologie digitali:opportunità, rischi e prospettive di ricerca ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/211648.

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Résumé :
La recente e massiccia diffusione di tecnologie digitali ha profondamente modificato gli ambienti educativi e formativi, diffondendo un crescente dibattito su come e se tali dispositivi possono/devono entrare a far parte anche della vita dei bambini più piccoli, sebbene il loro uso sia già diventato una realtà nelle case di molti di loro e in alcuni contesti educativi. All'interno di questo scenario si inserisce la presente ricerca, che riguarda, secondo una prospettiva pedagogica, lo studio del rapporto tra bambini al di sotto dei 3 anni e le tecnologie digitali e che ha come obiettivo quello di indagare da un lato l’esperienza di esplorazione e utilizzo delle tecnologie touch da parte dei bambini piccoli, dall'altro le idee, le rappresentazioni, i dubbi di genitori ed educatori in merito a tale fenomeno. Il percorso di indagine ha utilizzato un metodo che combina gli strumenti della ricerca qualitativa in ambito educativo (osservazione, focus group) con strumenti di raccolta e di analisi propri dell'approccio quantitativo (in particolare il questionario) secondo la visione pragmatista della ricerca da cui è emersa la teoria dei mixed methods. Dopo avere iniziato una sistematica review della letteratura, è stata avviata la fase esplorativa della ricerca attraverso la realizzazione di una serie di focus group con genitori ed educatori che operano all'interno di servizi educativi per la prima infanzia allo scopo di indagare le rappresentazioni degli adulti in merito all'esposizione di bambini al di sotto dei 3 anni ai dispositivi touch e, nel contempo, di formulare le domande di un questionario da somministrare ai genitori. I dati analizzati hanno rivelato che anche i bambini italiani accedono ai dispositivi digitali in età molto precoce e che l'uso delle tecnologie aumenta col crescere dell'età. Per quanto riguarda l'utilizzo che essi fanno dei media touchscreen, dai questionari risulta prevalere la visione di video, in particolare cartoni animati, seguita dall'ascolto di musica e dall'utilizzo di app che propongono giochi pensati per insegnare loro colori, forme, lettere dell'alfabeto o di intrattenimento come puzzle, memory. Scarsa sembra essere la preparazione dei genitori nella scelta dei contenuti digitali destinati ai propri figli, che si orientano piuttosto superficialmente verso le app gratuite oppure verso quelle proposte come "educative", senza interrogarsi sulla loro effettiva qualità. Solo una minoranza dichiara di non disporre dei criteri necessari per orientarsi in tale scelta, pur riconoscendone l'importanza. Le informazioni raccolte rendono conto, inoltre, di livelli di consapevolezza dei genitori molto eterogenei e di pratiche che risultano essere in parte contraddittorie rispetto alle preoccupazioni esplicitate. Colpisce il fatto che, nonostante molti genitori ritengano che l’introduzione dei dispositivi touch in età precoce possa aumentare i rischi per la salute psico-fisica dei bambini, provocare dipendenza e interferire negativamente con le relazioni, almeno una parte di loro ammetta di usare le tecnologie per calmarli e distrarli già a partire dal primo anno di vita e in misura crescente in seguito. Nello stesso tempo sono molti i genitori che, evitando una superficiale contrapposizione tra favorevoli e contrari, preferiscono porsi con atteggiamento cautamente critico nei confronti dell'appropriazione digitale da parte dei figli e dichiarano di utilizzare prevalentemente le TD in modo condiviso. Più consapevoli e preoccupati sembrano essere gli educatori, che si interrogano sul ruolo che i servizi educativi devono svolgere nell'accompagnamento dei bambini all'appropriazione delle tecnologie e nel supporto ai genitori alle prese con la definizione della "dieta digitale" più equilibrata con cui "nutrire" i nativi digitali, in modo che essi possano sfruttare le potenzialità delle tecnologie evitando gli eventuali rischi provenienti da un uso eccessivo e acritico.
Abstract The recent and massive spread of digital technologies has brought along radical changes in educational and training environments, triggering a growing debate on how and if such devices can/must become part of younger children’s everyday life, even though their use is already widespread in many households and educational frameworks. The present research unfolds within this scenery, it deals with the relationship between children below the age of three and digital technologies from a pedagogic perspective, and aims at investigating both touch technologies exploration and use experience in young children, and ideas, representations, and doubts of parents and educators about such phenomenon. The study method is based on the combination of educational qualitative research process (such as observation and focus groups) with data collecting and analysis tools typical of a quantitative approach (notably, questionnaires), according to the rationalist point of view of the research from which the mixed methods theory ensued. After starting a systematic review of the literature on this subject, the explorative stage of the research started with the creation of a series of focus groups with parents and educators operating within educational services for early childhood, in order to investigate the adult’s representations regarding the exposure of children below 3 years of age to touch devices and, at the same time, to formulate questions for a questionnaire to be handed out to parents. The data collected proved that Italian children as well access digital devices at a very young age and the use of technology increases with age. As regards their using habits of touch-screen media, questionnaires revealed that watching videos, mostly cartoons, is the predominant activity, followed by listening to music and using apps devised to teach them: colors, shapes, alphabet letters, or leisure apps such as puzzle and memory games. The parents seem barely prepared to select the digital contents accessible to their children, loosely directing towards free apps or those advertised as “educational”, without questioning the real quality of the software. Only a minority declares lacking the necessary skills to make a reasoned choice, although acknowledging its importance. The data collected also highlight very diverse levels of awareness in the parents and the existence of habits that seem in partial contradiction with the worries they declared. It is amazing that, although many parents think that the early introduction of touch devices might increase the risks for the children’s psychical and physical health, cause addiction and affect their social relationships negatively, at least a part of them admits using technologies to calm and entertain the children starting from the first year of life, and increasing the habit with age. At the same time, a lot of parents, avoiding a superficial contraposition between favorable and contrary, prefer to maintain a mildly critic position towards their children’s digital mastering and declare a shared use of DT in their own households. Educators seem to be more aware and worried, questioning themselves over the role that educational services should take in the process of accompanying the children towards digital mastering and supporting the parents dealing with the fine-tuning of a balanced “digital diet”, necessary to “nourish” the digital natives, to enable them to exploit the DT potential while avoiding possible dangers arising from an excessive and indiscriminate use.
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POZZO, MATILDE MAIA. « Nella zona grigia delle nuove povertà. Una ricerca pedagogica sulle storie di formazione nei processi di impoverimento ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/262889.

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Résumé :
Gli ambivalenti esiti delle trasformazioni economiche, sociali, culturali della contemporaneità hanno dato vita a un’area in cui si incrociano i lembi di differenti forme di fragilità, economica, sociale, relazionale, e di sofferenza urbana (Saraceno, 2010): una zona grigia di disagio diffuso (Iori e Rampazi, 2008; Tramma, 2015) che non supera quelle soglie di malessere conclamato che la collocherebbero nell’area della grave emarginazione, oggetto di attenzione dei servizi e delle politiche educative. I processi che hanno contribuito al diffondersi di vulnerabilità sociale (Ranci, 2002) hanno modificato anche alcuni tratti della condizione di povertà contemporanea: di questi elementi di novità mira a rendere conto il concetto di nuove povertà, una fascia dai confini incerti, di povertà grigie (Dovis e Saraceno, 2011), esito dell’ampliamento del rischio di impoverimento a fasce di popolazione prima considerate protette: un rischio connesso a eventi sempre meno eccezionali e sempre più legati ai “normali” corsi di vita. La ricerca pedagogica intorno alle implicazioni educative dei processi di impoverimento si è focalizzata, attraverso metodi biografici (Merril & West, 2012), sulle storie di vita e di formazione di quindici uomini e donne coinvolti da recenti processi di impoverimento. La cornice teorica della pedagogia sociale (Tramma, 2010) ha indirizzato l’esplorazione di queste traiettorie biografiche intorno alle dimensioni educative, formali e informali, che contribuiscono a definire lo scivolamento in situazioni di fragilità e/o a prevenirlo e attutirlo; l’analisi pedagogica si è concentrata sulle dimensioni di vulnerabilità intorno a cui si articolano le criticità dei percorsi di vita e sulle modalità, i significati, le rappresentazioni tramite cui i soggetti attraversano e rielaborano la propria storia e la propria condizione, facendo emergere il ruolo di un clima educativo diffuso che, contribuendo a letture sempre più individualizzate e iper-responsabilizzanti della propria vita e della condizione di impoverimento, ostacola la comprensione critica dei propri percorsi di vita e delle dinamiche del presente, fattore indispensabile perché si aprano per i soggetti possibilità di cambiamento e di azione verso il miglioramento delle condizioni di vita, individuali e collettive. La tensione trasformativa (Baldacci, 2001) della ricerca pedagogica qui presentata concerne la possibilità di contribuire alla riflessione pedagogica sulle nuove povertà, in vista di individuare orientamenti teorici e metodologici per un’intenzionalità educativa capace di promuovere percorsi di uscita dalla povertà e di intervenire in termini preventivi nelle situazioni a rischio di scivolamento.
Economic, social and cultural transformations of these times have produced ambivalent results while giving rise to a newfound and widespread form of distress where economic, social and relational fragility and urban suffering intertwine (Saraceno, 2010): this grey area of distress (Iori and Rampazi, 2008; Tramma, 2015) does not exceed standard thresholds of overt malaise that would place it within the traditional boundaries regarding severe marginality and exclusion – areas often touched upon by educational services and policies. The elements that contributed to the spread of social vulnerability (Ranci, 2002) – including the precariousness of living and working conditions, the weakening of the systems in place offering social protection and the erosion of the social fabric – have played a role in altering some traits of contemporary poverty: the concept of new poverty aims to account for new elements of a population dealing with uncertain borders, grey poverty (Dovis and Saraceno, 2011), meaning that those who were not previously considered at risk of poverty are now implicated: a risk related to events increasingly frequent and increasingly linked to those paths of life seen as “normal”. The pedagogical research on the educational implications of impoverishment processes focuses, through biographical methods (Merril & West, 2012), on the life stories and educational biographies of fifteen men and women who have recently become impoverished. The theoretical framework concerning social pedagogy (Tramma, 2010) has directed the exploration of these biographical trajectories in and around both formal and informal educational dimensions: these contribute to falling into fragile situations, but also preventing and/or reducing their eventual impact. The pedagogical analysis focuses on the vulnerability areas around which life’s critical aspects are concentrated, and on the representations and meanings through which impoverished people live and rework their own story and condition, highlighting the key role of a contemporary educational climate. Such an educational climate promotes increasingly individualised and notably hyper-responsible representations of one’s own life and impoverishment, while at the same time hindering the critical understanding of one’s life path, losing focus on the dynamics of the present – something indispensable to promote with the subjects changes for the improvement of individual and collective living conditions. The transformative tension (Baldacci, 2001) as part of this pedagogical research aims to contribute to the pedagogical reflection on new poverty in order to identify theoretical and methodological orientations for educational actions able to promote fresh paths for subjects, both in terms of preventive interventions with people at risk of poverty, and in terms of paths out of poverty.
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RONCHI, CARMELA. « Le dimensioni silenti del legame familiare come oggetto di riflessione pedagogica. L' esperienza dei giovani adulti tra culture di origine e processi di costruzione identitaria ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/16888.

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Résumé :
The topic of investigation belongs to the family as a training experience, inside which the process of transmitting cultural and social values and the structuring of personal identity, in the relationship with each other. The aim of this research is investigating, in particular, the elements underlying verbal communication and behavioural practices, as an affective and emotional level that seems to be instrumental in preserving the bond, even in moments of crisis and deep transformation that characterise family experience. After a first reconstruction of the current reality of the family through a historico-cultural horizon, mediated by contributions not only coming from pedagogy, but also sociology and psychology, we focused on studies about unconscious dynamics in the group by analysing works in group-analysis, which allowed us to formulate the hypothesis that the primordial experience of fusion in the context of family delivers a silent heritage to its members, comprising hidden signs related not only to the ways of living the relationships, but also to the ways of representing them. In order to investigate this issue, the research continued with the structuring of a qualitative fieldwork oriented to a constructivist perspective, choosing, as its methodological paradigms, micro- pedagogy and autobiographical approach, and selecting a sample of young adults, as privileged witnesses of a possible state of tension between membership in the original context and openness to new forms of relationship. The proposal directed to them consisted of an initial moment of writing about themselves, followed by a nondirective interview and, finally, an operation of symbolic representation. The two clinical ways of analysing the collected material, individual and comparative, were instrumental in showing that the unknown aspects of family experience tend to transmit values, rules about the relationship and the roles within the group, and affect the idea of future ties. The analysis of the material revealed the presence of silences designed to protect others, oneself or the relationship and, at the same time, it identified communication as a tool capable of bringing out the resources and potentials of the family and, therefore, of preserving the tie. In the accounts of young adults, however, the opportunity to access a deeper form of dialogue and exchange with each other, allowing the sharing of intimate feelings and emotional experiences, emerged as silent educational demand. This demand could be considered as an object of pedagogical design, identifying counselling as a tool promoting self-awareness in one’s ways of living the bond and in his transformation potential.
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Pasini, Laura <1984&gt. « Ragazzi selvaggi : Un itinerario di ricerca tra storia della pedagogia, neuroscienze e dibattito pedagogico attuale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6365/3/laura_pasini_tesi.pdf.

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Résumé :
Il lavoro di tesi nasce con l'intento di realizzare un'analisi unitaria della tematica dei ragazzi selvaggi al fine di evidenziare il valore e le ripercussioni di quanto oggigiorno può emergere dal portare avanti lo studio dei ragazzi selvaggi da una prospettiva pedagogico-educativa. L’espressione ragazzo selvaggio viene tradizionalmente usata per riferirsi a quei bambini/e cresciuti per un lungo periodo in compagnia di animali o in luoghi isolati. Nel corso del tempo altre accezioni sono comparse e l’utilizzo di tale espressione ha assunto significati diversi in base ai contesti di riferimento e alle eventuali connessioni con la tematica del selvaggio in generale. Questa tematica si colloca al crocevia tra più aree di ricerca; gli incroci sono come territori di confine, luoghi in cui è facile smarrirsi, ma sono anche luoghi di incontro, di confronto, di scambio, luoghi che conducono a nuova conoscenza. Affrontare, come in questo caso, un argomento di ricerca ricco di aspetti analizzabili da più punti di vista, implica la necessità di riferirsi a più prospettive d'indagine e di rapportarsi con differenti ambiti di studio. Ciò non deve però tradursi in un’inclusione indistinta e giustapponente delle diverse letture del fenomeno e degli elementi connessi alla ricerca. Il presente lavoro cerca pertanto di adottare un orientamento olistico alla tematica dei ragazzi selvaggi avvalendosi di uno sguardo di matrice pedagogico-educativa. L’obiettivo generale della ricerca si articola in tre sotto-obiettivi, identificabili nello specifico come: - realizzare un’analisi del fenomeno dei ragazzi selvaggi che metta in luce gli apporti della tematica all’evoluzione della storia della pedagogia; - far emergere ed evidenziare le connessioni della tematica a problematiche educative attualmente rilevanti ed oggetto del dibattito pedagogico contemporaneo; - analizzare i punti di contatto tra le ricerche sui feral children e le evidenze emerse dagli studi in campo neuroscientifico.
The thesis starts with the intention to carry out a unified analysis of the Feral Children theme in order to highlight the value and impact of what nowadays can arise from pursuing the study of Feral Children from a pedagogical- educational perspective. The term Feral Child is traditionally used to refer to those children grown for a long time with the company of animals or in isolated places . Over time other meanings have appeared and the use of such expression has taken on different meanings according to the contexts of reference and any connections with the theme of the wild in general. This issue lies at the crossroads between several research areas , such as intersections are border areas, places where it is easy to get lost, but they are also meeting places for dialogue, exchange , places thatlead to new knowledge. Deal with a research topic full of aspects analyzed from several points of view, as in this case, implies the need to refer to multiple perspectives of investigation and relate to different fields of study. This should not result in an indistinct inclusion of the different readings of the phenomenon and of the elements related to research. This paper seeks to adopt a holistic approach to Feral Children’s issue using a look of educational matrix. The overall objective of the research is divided into three sub-objectives, identified specifically as: - Carry out an analysis of the phenomenon of Feral Children, highlighting the contributions of the thematic to the evolution of the history of education; - Bring out and highlight the thematic connections to educational issues currently under discussion; - Analyze the points of contact between research on feral children and the evidence emerging from studies in neuroscience.
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5

Pasini, Laura <1984&gt. « Ragazzi selvaggi : Un itinerario di ricerca tra storia della pedagogia, neuroscienze e dibattito pedagogico attuale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6365/.

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Résumé :
Il lavoro di tesi nasce con l'intento di realizzare un'analisi unitaria della tematica dei ragazzi selvaggi al fine di evidenziare il valore e le ripercussioni di quanto oggigiorno può emergere dal portare avanti lo studio dei ragazzi selvaggi da una prospettiva pedagogico-educativa. L’espressione ragazzo selvaggio viene tradizionalmente usata per riferirsi a quei bambini/e cresciuti per un lungo periodo in compagnia di animali o in luoghi isolati. Nel corso del tempo altre accezioni sono comparse e l’utilizzo di tale espressione ha assunto significati diversi in base ai contesti di riferimento e alle eventuali connessioni con la tematica del selvaggio in generale. Questa tematica si colloca al crocevia tra più aree di ricerca; gli incroci sono come territori di confine, luoghi in cui è facile smarrirsi, ma sono anche luoghi di incontro, di confronto, di scambio, luoghi che conducono a nuova conoscenza. Affrontare, come in questo caso, un argomento di ricerca ricco di aspetti analizzabili da più punti di vista, implica la necessità di riferirsi a più prospettive d'indagine e di rapportarsi con differenti ambiti di studio. Ciò non deve però tradursi in un’inclusione indistinta e giustapponente delle diverse letture del fenomeno e degli elementi connessi alla ricerca. Il presente lavoro cerca pertanto di adottare un orientamento olistico alla tematica dei ragazzi selvaggi avvalendosi di uno sguardo di matrice pedagogico-educativa. L’obiettivo generale della ricerca si articola in tre sotto-obiettivi, identificabili nello specifico come: - realizzare un’analisi del fenomeno dei ragazzi selvaggi che metta in luce gli apporti della tematica all’evoluzione della storia della pedagogia; - far emergere ed evidenziare le connessioni della tematica a problematiche educative attualmente rilevanti ed oggetto del dibattito pedagogico contemporaneo; - analizzare i punti di contatto tra le ricerche sui feral children e le evidenze emerse dagli studi in campo neuroscientifico.
The thesis starts with the intention to carry out a unified analysis of the Feral Children theme in order to highlight the value and impact of what nowadays can arise from pursuing the study of Feral Children from a pedagogical- educational perspective. The term Feral Child is traditionally used to refer to those children grown for a long time with the company of animals or in isolated places . Over time other meanings have appeared and the use of such expression has taken on different meanings according to the contexts of reference and any connections with the theme of the wild in general. This issue lies at the crossroads between several research areas , such as intersections are border areas, places where it is easy to get lost, but they are also meeting places for dialogue, exchange , places thatlead to new knowledge. Deal with a research topic full of aspects analyzed from several points of view, as in this case, implies the need to refer to multiple perspectives of investigation and relate to different fields of study. This should not result in an indistinct inclusion of the different readings of the phenomenon and of the elements related to research. This paper seeks to adopt a holistic approach to Feral Children’s issue using a look of educational matrix. The overall objective of the research is divided into three sub-objectives, identified specifically as: - Carry out an analysis of the phenomenon of Feral Children, highlighting the contributions of the thematic to the evolution of the history of education; - Bring out and highlight the thematic connections to educational issues currently under discussion; - Analyze the points of contact between research on feral children and the evidence emerging from studies in neuroscience.
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SARTORI, DANIELE. « Genesi e sviluppo della clinica della formazione : il pensiero di Riccardo Massa tra riflessione e sociomaterialismo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47430.

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Résumé :
This dissertation aims to trace the origin and evolution of Massa’s thought. The latter is also placed within the current debate on learning theories, and further developed thanks to Fook’s critical reflection and Latour’s actor-network theory. Firstly, Massa’s writings are discussed. The influence of Marxism, Althusser, Foucault, and psychoanalysis on Massa’s socio-materialistic understanding of the learning process is investigated. Particular attention is given to the Foucauldian notions of ‘micro-physic of power’, ‘apparatus’, and ‘clinic’. On that basis, Massa’s ‘educational apparatus’ and ‘Clinica della formazione’ [Foucauldian clinic applied to the learning process] are debated, together with their mutual relationships. Educational apparatus is proved to be the core of Massa’s thought. Thanks to this notion, Massa simultaneously granted agency to materiality, and depicted education as a complex phenomenon underpinned by both human and non-human elements in interactions between each other. The ‘educational apparatus’ also acts as a theoretical grid to be projected on the learning process under scrutiny in order to reveal its hidden complex structure. Clinica della formazione consists in the set of techniques which makes this procedure possible; hence, it is Foucauldian. Clinica della formazione is presented and placed within the Italian educational debate of the 80’s-90’s. Moreover, its goals and methods are debated. Clinica della formazione is proved to be anthropocentric: it does not grant agency to non-human and it is based on a reflective process. In order to highlight the gap between Clinica della formazione and Massa’s original socio-materialistic epistemological background, the notions of reflection and reflexion are discussed, together with the works of Dewey, Kolb, Schön, Mezirow, Sheppard, Brookfield, and Fook. In order to further develop Clinica della formazione as a consultancy and supervision methodology, a contamination between Clinica della Formazione and Fook’s critical reflection is suggested. Latour’s actor-network theory (ANT) is identified as the most suitable research methodology to investigate the learning process according to Massa’s original materialistic epistemology. History and key aspects of ANT are presented; its position within Science and Technology Studies debated. The impact of ANT on educational research is discussed. Massa’s work is lastly compared to Latour’s one: the notion of ‘educational apparatus’ is compared to Latour’s notion of ‘network’ and Massa’s learning theory is reread taking into consideration Latour’s concepts of ‘translation’, ‘mediation’, and ‘assemblage’. Finally, Massa’s ‘theatrical deixis’ is discussed. This notion clearly suggests that Massa was moving away from Clinica della formazione methodological apparatus to fully embrace his original materialistic background. It also shows Massa’s attempt to plan and implement a consultancy process in line with the socio-material understanding of the learning process.
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UBBIALI, Marco. « Pedagogia della vita personale : tra la carne e la parola. Contributi per una fondazione fenomenologica della pedagogia : ricerca teorica e ricerca empirica alla luce della filosofia di Edith Stein ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28676.

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Résumé :
This dissertation presents four distinct parts, independent as four different essays. However these four essays are related one another through the fil rouge of a look upon the educational problem guided by phenomenology. Educational problem and problems: the radical question about the sense of educating (phenomenology of education) but also the contextual question about what a concrete educational phenomenon (a kindergarten, for example) is; a theoretical and an empirical research, distinct but strictly connected, essential one another just in the name of phenomenology. All the four parts try to offer some contribution to a phenomenological foundation of pedagogy. The first essay, Wide-eyed. Phenomenological notes for research in education, presents some thoughts to found phenomenologically the empirical research in education, a research within educational contexts, with a pedagogical, orienting and formative approach. The second essay, Edith Stein and ‘Bildung’ phenomenon, presents the thought of an extraordinary philosopher (born in Breslau, 1891, and died in Auschwitz, 1942), exponent of the early phenomenological movement, who also studied philosophy of education. This essay presents her contribution to the theory of Bildung (education) but also tries to read the whole steinian production through a pedagogical perspective, referring especially to her philosophical anthropology, and also to the question of community, the relationship between phenomenology and metaphysics, and the problem of a Christian philosophy. The third essay, What is generated in kindergartens? An empirical research inspired to phenomenology in the kindergartens associated to FISM of Mantua, presents an empirical research projected and conducted through a method inspired to phenomenology (and tries to prove it), such as explained in the two previous essays. The fourth essay, Custodian of sense. Educator between educational challenge and good life promise, describes an essential profile of educator, as a person and a professional of Bildung, i. e. of the personal education of every single being. A phenomenological philosophy offers the possibility of a pedagogy in personal life, made up of flesh, action and contingence, but also of word, reflection and theory.
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AUGELLI, ALESSANDRA. « L'erranza come ricerca di senso : prospettive pedagogiche. Itinerari educativi per la preadolescenza ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/327.

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Résumé :
La dimensione itinerante può essere assunta come cifra dell'esperienza esistenziale di ogni persona, in relazione con gli altri. Il tema è di particolare rilievo in un tempo caratterizzato da incertezza e inquietudine, a motivo delle varie forme di mobilità. Esplorando le diverse modalità di essere-in-cammino, di cui si mostrano inautenticità e aspetti positivi, la tesi cerca di delineare la significatività dell'erranza per esprimere la complessità del processo educativo. In prospettiva pedagogica, l'educazione itinerante evidenzia il senso dell'attraversamento e dell'esperienza vissuta, l'importanza della direzionalità assiologica e teleologica, il valore dell'errore, la tensione al cambiamento, qualificando l'erranza come ricerca di senso. Si profila il ruolo dell'educatore-wanderer, guida partecipe nel cammino, che fa della strada metafora e luogo del suo agire educativo. In una cornice fenomenologico-esistenziale si esaminano i vissuti dell'homo viator e le tonalità emotive che scaturiscono dall'essere-per-via. Alla luce di queste preliminari considerazioni teorico-pedagogiche, si rivolge un'attenzione privilegiata al periodo preadolescenziale. È infatti questa fase dello sviluppo un tempo in cui il passaggio trova una sua apicalità e il divenire della persona si esprime in tutta la sua portata trasformativa. La riflessione teoretica si arricchisce qui delle narrazioni dei preadolescenti sui temi dell'erranza, frutto di un'esperienza laboratoriale condotta in ambito scolastico.
By exploring the multifaceted ways of the «art of wandering» as a means of leading a life of constant change, this Thesis attempts to outline the implications of the process of wandering as an experience which never ceases to retain truth searching significance in order to identify the complexities and best practises of educational pathways. The act of wandering can be viewed as an indicator of existential experience of one's life when confronted with human reality both individually and collectively. This topic is of particular interest in a time characterized by profound uncertainties and unrest due to ever-changing habits and forms of what is regarded as mobility. In pedagogy, itinerant education pays strict attention to the importance of «going through» and lived experience, teleological and axiological direction, the value and consequences of doing errors and the need for change making the process of wandering an indispensable tool for the search for meaning. Subsequently, the functions of the educator-wanderer take shape and he becomes a guiding light through on the «way» of Education. In view of what will be discussed throughout the first part of this paper, special attention will be paid to pre- adolescence years. These are in fact the years in which the experience of becoming is so strong. That theoretical analysis grow rich by preadolescent's autobiographic narrations about wandering, written during some workshop in the school.
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PAIS, IGNACIO. « Valutazione, università, accessibilità. La ricerca di un dialogo possibile ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2022. http://hdl.handle.net/11577/3457278.

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Résumé :
Il tema del presente lavoro è la valutazione nei contesti universitari. Ci si propone di indagare i processi valutativi riferiti agli apprendimenti degli studenti dal punto di vista delle culture (i valori e i significati associati al processo), delle politiche (le scelte strategiche e organizzative) e delle pratiche (gli strumenti, le procedure utilizzate). L’elemento di novità del presente lavoro rispetto alle indagini già esistenti sul tema è rappresentato dalla lente specifica che si è scelto di adottare nel leggere quanto emergerà dalla ricerca: la lente è quella dell’accessibilità. In contesti universitari in cui l’eterogeneità è inevitabilmente presente in diverse forme (attitudini nei confronti dell’apprendimento, esperienze formative pregresse, motivazione, facilitatori/ostacoli all’apprendimento e alla partecipazione,..), diventa importante dare valore ad un costrutto come quello dell’accessibilità che nasce nell’ambito della filosofia dello Universal Design e che, in dialogo con la valutazione, rivela opportunità di ripensamento e miglioramento a partire da interrogativi come: è possibile pensare ad un processo valutativo che promuova l’accessibilità per tutti? Cosa significa progettare un processo valutativo universale? Il disegno di ricerca scelto è lo studio di caso. Gli strumenti utilizzati sono l’analisi di documenti (60 documenti), questionari (156 docenti e 380 studenti) e Focus Group (17 studenti).
The subject of this paper is assessment in university contexts. We intend to investigate the assessment processes related to students’ learning from the point of view of cultures (the values and meanings associated with the process), policies (strategic and organizational choices) and practices (tools, procedures used). The originality of this work with respect to the existing investigations on the subject is represented by the specific lens that has been chosen to adopt in reading what will emerge from the research: the lens is that of accessibility. In university contexts where heterogeneity is inevitably present in different forms (aptitudes towards learning, previous training experiences, motivation, facilitators / obstacles for learning and participation), it becomes important to give value to a construct such as that of Accessibility that arises in the context of philosophy of Universal Design and which, in dialogue with assessment, reveals opportunities for rethinking and improvement starting from questions such as: is it possible to think about an assessment process that promotes accessibility for all? What does it mean to design a universal assessment process? The chosen research design is the case study. The instruments used are document analysis (60 documents), questionnaires (156 teachers and 380 students) and Focus Groups (17 students).
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VACCHELLI, ORIETTA. « PEDAGOGIA DELL'AMBIENTE : LINEE DI RICERCA DELL'UNIONE EUROPEA SUI TEMI DELL'EDUCAZIONE ALLA SOSTENIBILITA' VERSO EXPO 2015 ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6173.

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Résumé :
La pedagogia dell’ambiente può offrire nuove prospettive interpretative rispetto a talune rilevanti questioni ambientali. Delineando contributi progettuali sostenibili per formare ad una cittadinanza responsabile in una civiltà planetaria, essa dischiude la possibilità di elaborare una cultura della sostenibilità educativa. Significare un nuovo modello di sviluppo, secondo un pensiero pedagogico orientato alla centralità della persona in stretta congiunzione con la dottrina sociale della Chiesa, caratterizza il quadro teorico della tesi. E’ in questa cornice che si inserisce la presente ricerca, la quale, in una prospettiva pedagogica, compie un’esplorazione orientata ad approfondire il rapporto tra pedagogia e politica dell’ambiente nello scenario dell’Unione Europea. L’elaborato mira a proporre un’articolata disamina critica delle attuali politiche ambientali europee in merito a ricerca e innovazione dell’istruzione e formazione. L’interpretazione pedagogica di emblematici documenti dell’Unione Europea circa l’educazione allo sviluppo sostenibile evidenzia elementi imprescindibili per delineare una progettazione educativa sostenibile finalizzata a generare un cambiamento culturale nel segno della sostenibilità e per elaborare possibili linee di orientamento rivolte a policy makers.
Environmental pedagogy can offer new interpretational perspectives with respect to certain significant environmental issues. By outlining sustainable projects aimed at forming a responsible population in a planetary civilization, environmental pedagogy discloses the possibility to develop a culture of educational sustainability. Representing a new development model, according to a pedagogical thought oriented towards the central nature of the person, in close conjunction with the social doctrine of the Church, characterizes the theoretical picture of the thesis. It is this frame that encloses the present research, which, from a pedagogical perspective, carries out an investigation aimed at deepening the relationship between pedagogy and environmental policy in the scenario of the European Union. The paper intends to propose a well-structured and critical examination of the current European environmental policies on the subject of research and innovation in education and training. The pedagogical interpretation of emblematic documents issued by the European Union concerning education for sustainable development shows elements which are crucial for the purpose of outlining a sustainable educational plan aimed at generating a cultural change in the sign of sustainability and for developing possible guidelines aimed at policymakers.
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Livres sur le sujet "Ricerca pedagogica"

1

Fabbri, Loretta. Ricerca pedagogica e pratiche educative : Per una pedagogia come scienza pratica. Napoli : Tecnodid, 1994.

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2

Zanchetta, M. Chiaranda. Problemi e prospettive della ricerca storico-pedagogica. Roma : Bulzoni, 1990.

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3

Palmieri, Cristina. Crisi sociale e disagio educativo : Spunti di ricerca pedagogica. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2012.

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4

Giusti, Mariangela. Una scuola tante culture : Un percorso di autoformazione interculturale : la riflessione pedagogica, la ricerca, la metodologia, la didattica. Firenze : Fatatrac, 1996.

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5

Epifania, Giambalvo, dir. Cinquant'anni di personalismo critico : Tra metafisica e ricerca pedagogica : Giornata di studi in onore di Mario Manno, Università di Palermo, 4/6 1998. Palermo : Fondazione nazionale Vito Fazio-Allmayer, 2001.

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6

Genovesi, Giovanni. Pedagogia e didattica alla ricerca dell'identità. Milano : F. Angeli, 2003.

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7

Callegari, Carla. La storia della pedagogia tra ricerca e didattica. Lecce : Pensa multimedia, 2012.

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8

Chistolini, Sandra. Laboratorio di pedagogia sperimentale : L'aula universitaria come cantiere di ricerca. Roma : Editrice universitaria di Roma--la Goliardica, 1998.

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9

Montuschi, Ferdinando, et Roberto Zavalloni. Itinerari di ricerca in pedagogia : Saggi in onore di Roberto Zavalloni. Rome] : Dipartimento di scienze dell'educazione, IIIa Università degli studi di Roma, 1995.

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10

Costabile, Giancarlo. La ricerca dell'umano : Il problema pedagogico negli scritti umanistico-rinascimentali di Giovanni Gentile. Cosenza : Periferia, 2005.

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Chapitres de livres sur le sujet "Ricerca pedagogica"

1

Ferrari, Monica. « Professioni educative di ieri e di oggi : la “lezione delle cose” come itinerario di ricerca ». Dans Studi e saggi, 77–89. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-009-2.10.

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Résumé :
Starting from a reflection on the pedagogical analysis of professionalization processes from a diachronic perspective, the essay discusses a research perspective attentive to the "lesson of things" underlying the identification processes of individuals and social groups, by highlighting their training values for education professionals.
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2

Nosari, Sara. « L’«attitudine persona» o della capacità di trasformare : una prospettiva pedagogica ». Dans Culture della persona : itinerari di ricerca tra semiotica, filosofia e scienze umane, 66–75. Accademia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.4000/books.aaccademia.10305.

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3

Dison, Laura, et Kershree Padayachee. « Stakeholder Struggles in the Uptake and Use of Blended and Online Learning in Higher Education ». Dans Studi e ricerche. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-529-2/003.

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Résumé :
Recommendations for greater adoption of blended and online learning pedagogies pre-date COVID-19 by many years. However, the uptake and implementation of blended and online learning was largely ignored by lecturers in many contact institutions, despite the introduction of policies and various resources to support such a shift. In this chapter, we critically explore the reluctance of lecturers to adopt blended and online learning pedagogies, drawing on the Epistemic Pedagogic Device (EPD) of Legitimation Code Theory (LCT) and the elements of Archer’s theory of Social Realism to explicate the roles and contestations among the various stakeholders involved in teaching and learning in higher education institutions. In particular, we examine the struggles for legitimacy faced by instructional designers and academic developers in the sites of teaching and learning, sites which have traditionally been controlled by lecturers. We posit that successful, sustainable implementation of online and blended learning requires institutional recognition of multiple stakeholders as legitimate role-players in teaching and student learning.
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4

Salati, Enrico Mauro. « Intermezzo : Alla ricerca di una “pedagogia della maschera” ». Dans Pedagogia della maschera : Educazione alla Teatralità nella scuola, 151–54. Editore XY.IT, 2011. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.1446.

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5

Baragwanath, Nicholas. « Defining Solfeggio ». Dans The Solfeggio Tradition, 239–48. Oxford University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780197514085.003.0010.

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Résumé :
The chapter offers an interpretation of the primary sources concerning eighteenth-century solfeggio, classifying solfeggi into four main types and outlining their historical origins, characteristic features, and pedagogical purposes. Both syllables and didactic function must be considered essential to any workable definition of solfeggio. Ambiguities arise, however, because the term was (and still is) applied to other types of pedagogical melody by extension, convention, or analogy. Cutting across the four types are the two broad traditions of seventeenth- and eighteenth-century solfeggi: one essentially contrapuntal, with roots in the ricercar, and the other essentially cantabile, stemming from opera and cantata. Various types of keyboard accompaniment and their purposes are outlined.
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Gordon, Colette. « Always Flipped ? A Peer-Centred Cycle for Teaching and Learning in the English Literature Class ». Dans Studi e ricerche. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-529-2/012.

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Résumé :
In English departments, the default literary pedagogy of ‘read and discuss’ renders student performance particularly vulnerable to shortfalls in the area of deep reading. Where students rely on online content resources before reading literary texts, they effectively flip the class, decreasing rather than increasing active learning. This article presents a blended model for mitigating this trend by means of a reciprocal peer learning feedback loop. The Peer-Centred Cycle minimises direct instruction online or in class, and uses an online-to-classroom feedback loop to shift the majority of classroom activity to reciprocal peer learning, distinguishing it from both flipped classroom pedagogies, as well as from RPL as an occasional classroom strategy.
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Muñoz García, Sandra Paola, et David Ruiz Guzmán. « Creating and Testing an Online Platform for Language Learning in the Mexican Context ». Dans Studi e ricerche. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-529-2/009.

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Résumé :
This chapter presents the results of a case study conducted in 2016-17 at the National School of Higher Studies in Morelia (ENES-M), Michoacán, Mexico, where a pilot programme was implemented at bachelor’s level for students learning English as a foreign language. The platform used in this study was composed of small digital units called Learning Support Units (UAPAs) first developed in 2011 to help students practice and develop their linguistic skills at two levels, basic and pre-intermediate. These selected UAPAs were hosted in a portal named Ambiente Virtual de Idiomas (AVI) (Language Virtual Environment) administrated by the Coordination of Open University and Distance Education (CUAED). Later, in 2015, it was proposed that a more complex and complete platform be designed and in 2016 the new UAPAs for levels A1, A2, B1 and some of B2 were developed and then piloted for further evaluation. As a result, the experimental groups exposed to a blended teaching reported higher scores in the post test than control groups that were taught with no use of technological elements, hence proving that blended-learning teaching is a good pedagogical option for university students.
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Fazzi, Fabiana. « Museum Learning Through a Foreign Language ». Dans Studi e ricerche. Venice : Edizioni Ca' Foscari, 2018. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-227-7/031.

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Résumé :
One of the most interesting effects of internationalisation is certainly the increase, in Italy, of museum educational programmes delivered through the means of a foreign language and based on the CLIL methodology. The aim of these programmes is for visitors to practise their foreign language skills in an authentic and stimulating context, while at same time developing their knowledge of science, art or other discipline related contents. Their target is mainly school-students, which is in line with current European policies that encourage member states to bridge the gap between in- and out-of-school language learning. This article will first offer a broad overview of how internationalisation has affected museum educational programmes in Italy. Thus, it will give an overview of museum and CLIL-based pedagogies, discussing the challenges encountered to integrate them through summarising Fazzi’s evaluation of a CLIL museum programme. It will then outline a research project carried out in collaboration with the Civic Museum of Venice, through discussing (i) the steps taken in developing a CLIL museum programme at the Natural History Museum of Venice, (ii) the programme structure and (iii) the challenges encountered. The project, which is currently in its second year, adopts a participatory approach and involves the museum educational staff, the museum educator/researcher, and secondary school teachers and students.
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Bregni, Simone. « Hybrid Design and Flipping the Classroom in Content-Oriented Foreign Language Courses Developing Intensive Italian for Gamers ». Dans Studi e ricerche. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-529-2/010.

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Résumé :
In recent years, scholars have increasingly indicated content-based language teaching (CBLT) as a potential successful response to the increasing challenges faced by language departments in higher education. This article is a case study on the advantages of using a hybrid format in a content-based intensive foreign language video game-based (VGBL) course. For decades now, video games have been a pervasive part of our culture. My experiments in introducing video games as a learning device in the F/L2 language classroom have led me to explore the option of teaching a gaming-based language course. I further developed language acquisition strategies using video games and related media. In spring 2017, I used the SLU state-of-the-art learning studio to teach Intensive Italian for Gamers, which combines “traditional” intensive language instruction with gaming-based interaction. Within the pedagogical premise that language acquisition is a process that involves, and benefits from, daily interactions in the language in and outside the classroom, the course targeted the specific segment of the student population that self-identifies as gamers. A specific content-oriented intensive foreign language course of this kind would not have been possible without a hybrid course design format. Flipping the classroom allowed learners to spend more time in contact with the target-language and focus their attention on exploring the spoken language through the digital gaming realia and communicating with one another in the target language on the specific course topic: video games. Flipping the classroom also encouraged students to explore more of the language independently. In an online survey conducted approximately six months after completing the course (response rate was 83.3%), all of the respondents reported that they autonomously continued to play games in the target language in their own spare time, and most of them did so often”. Pilot data show that students attained the desired level, continued learning on their own, and less stress was involved than in a traditional course. My course could serve as a model for a mixed/blended learning format that could be applied to other languages and even other fields. After all, video games lend themselves to some interesting potential multidisciplinary developments in, among other subjects, History, Art and Architecture.
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Actes de conférences sur le sujet "Ricerca pedagogica"

1

Kurienkova, Anna. « PEDAGOGICAL CONDITIONS OF THE SOCIAL COMPETENCE FORMATION IN PRESCHOOLERS WITH INTELLECTUAL DISABILITIES ». Dans TENDENZE ATTUALI DELLA MODERNA RICERCA SCIENTIFICA. European Scientific Platform, 2020. http://dx.doi.org/10.36074/05.06.2020.v2.06.

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2

Kolchenko, Maksym, Oleksandr Maistrenko et Oleksandr Lykholot. « THE PROBLEM ANALYSIS OF SCIENTIFIC AND PEDAGOGICAL STAFF TURNOVER ». Dans RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE : ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-12.11.2021.v1.23.

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3

Diachenko, Liudmyla. « WAYS TO IMPROVE THE QUALITY OF HIGHER PEDAGOGICAL EDUCATION IN GERMANY ». Dans RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE : ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-12.11.2021.v2.29.

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4

Bocheliuk, Vitalii, et Olena Pozdniakova. « SOCIO-PEDAGOGICAL REHABILITATION OF CHILDREN UNDER THE CONDITIONS OF FUNCTIONING THE EDUCATIONAL SYSTEM OF THE EDUCATIONAL AND REHABILITATION INSTITUTION ». Dans RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE : ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-14.05.2021.v2.34.

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Tkachenko, Elena, et Muskan Khan Pathan. « INTERCULTURAL CONTACTS RESULTS AS A WHOLE AND AMONG FOREIGN STUDENTS AS WELL AS THEIR INFLUENCE ON PEDAGOGICAL APPROACHES TO THE STUDENTS’ EDUCATION ». Dans RICERCHE SCIENTIFICHE E METODI DELLA LORO REALIZZAZIONE : ESPERIENZA MONDIALE E REALTÀ DOMESTICHE. European Scientific Platform, 2021. http://dx.doi.org/10.36074/logos-26.11.2021.v3.03.

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