Littérature scientifique sur le sujet « Rialzo seno mascellare »

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Articles de revues sur le sujet "Rialzo seno mascellare"

1

Bucci, Marco Brady, Maria Sofia Rini, Enrico Prataiola et Dario Brady Bucci. « Mini-rialzo : empiema del seno mascellare ». Dental Cadmos 87, no 01 (août 2019) : 498. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2019.06.

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2

Rossi, A., T. Anello, A. Montinari, E. Corsi et M. Chiapasco. « Il rialzo del seno mascellare con osso bovino deproteinizzato : studio clinico prospettico ». Dental Cadmos 80, no 1 (janvier 2012) : 40–49. http://dx.doi.org/10.1016/j.cadmos.2011.10.001.

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3

Di Stefano, Danilo A. « Il ruolo dello specialista ORL nella gestione del rialzo del seno mascellare ». Italian Oral Surgery 9, no 2 (avril 2010) : 43–46. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2010.01.007.

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4

Gherlone, E., G. Vrespa et D. Vrespa. « Rialzo crestale “a becco di flauto” della parete inferiore del seno mascellare ». Italian Oral Surgery 11, no 5 (décembre 2012) : 303–9. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2012.09.001.

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5

Tarquini, G. « Rialzo del seno mascellare per via laterale e pseudocisti antrale : caso clinico ». Dental Cadmos 83, no 9 (novembre 2015) : 630–39. http://dx.doi.org/10.1016/s0011-8524(15)30095-7.

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6

Vannini, F., et M. Nardone. « Utilizzo del mucotomo per il rialzo del seno mascellare con approccio crestale : report preliminare ». Italian Oral Surgery 10, no 1 (février 2011) : 15–28. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2010.10.001.

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7

Castagnola, M., R. Sacco et L. De Micheli. « Innesto di cresta iliaca e rialzo del seno mascellare nella ricostruzione delle gravi atrofie posteriori ». Italian Oral Surgery 9, no 4 (septembre 2010) : 181–87. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2010.05.005.

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8

Lomartire, G., F. Carini, V. Santagada, F. Pirrone et G. Bonacina. « Rialzo del seno mascellare con prelievo di osso autologo da siti intraorali : chirurgia piezoelettrica vs chirurgia tradizionale ». Italian Oral Surgery 11, no 5 (décembre 2012) : 174–86. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.08.002.

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9

Belcastro, S., L. Palazzo et M. Guerra. « Studio clinico prospettico sul grande rialzo del pavimento del seno mascellare con l’utilizzo di impianti a connessione conometrica ». Italian Oral Surgery 11, no 1 (février 2012) : 5–20. http://dx.doi.org/10.1016/j.ios.2011.03.001.

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Thèses sur le sujet "Rialzo seno mascellare"

1

FLORIANI, FEDERICO. « Valutazione radiografica del rimodellamento osseo nei rialzi di seno mascellare con innesto di osso autologo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88405.

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Résumé :
Il lavoro svolto riguarda la misurazione dell'altezza dell'osso perimplantare nel mascellare superiore nella zona molare dove, contestualmente all'inserzione dell'impianto dentale, è stato eseguito un grande rialzo del seno mascellare con innesto di osso autologo. La valutazione è stata fatta misurando l'altezza dell'osso parallela all'asse maggiore dell'impianto, direttamente su ortopantomografia digitale. La misurazione è stata effettuata al T0 e cioè successivamente all'inserzione implantare; e al T1, cioè dopo un follow up variabile compreso tra 2 e 11 anni. I risultati hanno mostrato come nel tempo l'innesto di osso si è mantenuta nel tempo, intengrandosi perfettamente con l'osso circostante rispettando l'altezza totale dell'osso perimplantare al momento dell'inserzione della fixture.
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2

DI, LEO ROBERTO ANGELO. « Valutazione radiografica del rimodellamento osseo nei rialzi di seno mascellare con innesto di osso autologo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/88408.

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Résumé :
Il lavoro svolto riguarda la misurazione dell'altezza dell'osso perimplantare nel mascellare superiore nella zona dei diatorici dove, contestualmente all'inserzione dell'impianto dentale, è stato eseguito un grande rialzo del seno mascellare con innesto di osso autologo. La valutazione è stata fatta misurando l'altezza dell'osso parallela all'asse maggiore dell'impianto, direttamente su ortopantomografia digitale. La misurazione è stata effettuata al T0 e cioè successivamente all'inserzione implantare; e al T1, cioè dopo un follow up variabile compreso tra 2 e 6 anni. I risultati hanno mostrato come nel tempo l'innesto di osso si è mantenuta nel tempo, intengrandosi perfettamente con l'osso circostante senza intaccare in maniera importante l'altezza totale dell'osso perimplantare.
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3

Pieri, Francesco <1976&gt. « Riabilitazione del mascellare posteriore atrofico mediante impianti corti (6-8 mm) o rialzo di seno con contestuale inserimento di impianti di lunghezza standard : studio retrospettivo con follow up a 3 anni ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6568/1/TESI_DOTTORATO.pdf.

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Résumé :
Background: sebbene la letteratura recente abbia suggerito che l’utilizzo degli impianti corti possa rappresentare una alternative preferibile alle procedure di rigenerazione ossea nelle aree posteriori atrofiche, perché è un trattamento più semplice e con meno complicazioni, esistono solo pochi studi a medio e lungo termine che abbiano comparato queste tecniche. Scopo: lo scopo di questo studio retrospettivo è quello di valutare se gli impianti corti (6-8 mm) (gruppo impianti corti) possano presentare percentuali di sopravvivenza e valori di riassorbimento osseo marginali simili a impianti di dimensioni standard (≥11 mm) inseriti contemporaneamente ad una grande rialzo di seno mascellare. Materiali e Metodi: in totale, 101 pazienti sono stati inclusi: 48 nel gruppo impianti corti e 53 nel gruppo seno. In ciascun paziente da 1 a 3 impianti sono stati inseriti e tenuti sommersi per 4-6 mesi. I parametri clinici e radiografici valutati sono: i fallimenti implantari, le complicazioni, lo stato dei tessuti molli, e il riassorbimento osseo marginale. Tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni dal posizionamento implantare. Risultati: il periodo di osservazione medio è stato di 43.47 ± 6.1 mesi per il gruppo impianti corti e 47.03 ± 7.46 mesi per il gruppo seno. Due su 101 impianti corti e 6 su 108 impianti standard sono falliti. Al follow-up finale, si è riscontrato un riassorbimento osseo medio di 0.47 ± 0.48 mm nel gruppo impianti corti versus 0.64 ± 0.58 mm nel gruppo seno. Non sono presenti differenze statisticamente significative fra i gruppi in termini di fallimenti implantari, complicazioni protesiche, tessuti molli, e riassorbimento osseo. Il gruppo seno ha presentato, invece, un maggior numero di complicazioni chirurgiche. Conclusioni: entrambe le tecniche hanno dimostrato un simile tasso di successo clinico e radiografico, ma gli impianti corti hanno ridotto il numero di complicazioni chirurgiche.
Background: Although the recent literature suggested that short implants may be a preferable alternative to various bone augmentation procedures in posterior atrophic areas because the treatment is simpler, and associated with less morbidity, limited data have yet been published comparing these two treatment approaches with an observation period longer than 1 year. Purpose: The aim of this retrospective cohort study was to evaluate whether short implants (6 and 8-mm-long) (short group) could be a suitable alternative to standard-length implants (≥11 mm) placed simultaneously with a sinus augmentation (sinus group) for the treatment of atrophic posterior maxillae. Materials and Methods: In total, 101 partially dentate patients were enrolled in the study: 48 in the short group and 53 in the sinus group. One to three implants were placed in each patient and submerged for 4-6 months. Outcome measures were implant failures, complications, soft tissue parameters, and marginal bone levels. Patients were followed for an observation period of at least 3 years from implant placement. Results: The mean observation period was 43.47 ± 6.1 months for short group and 47.03 ± 7.46 months for sinus group. Two of 101 short implants and six of 108 test implants failed. At final follow-up, mean marginal bone loss was 0.47 ± 0.48 mm in the short group versus 0.64 ± 0.58 mm in the sinus group. No significant difference was observed between groups at patient level in terms of implant failures, prosthetic complications, soft-tissue parameters, or marginal bone loss. However, the sinus procedure led to more surgical complications compared with the short implant procedure. Conclusions: Both techniques showed similar clinical and radiographic outcomes, but the short implants provided advantages in terms of reduced number of surgical complications.
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4

Pieri, Francesco <1976&gt. « Riabilitazione del mascellare posteriore atrofico mediante impianti corti (6-8 mm) o rialzo di seno con contestuale inserimento di impianti di lunghezza standard : studio retrospettivo con follow up a 3 anni ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6568/.

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Résumé :
Background: sebbene la letteratura recente abbia suggerito che l’utilizzo degli impianti corti possa rappresentare una alternative preferibile alle procedure di rigenerazione ossea nelle aree posteriori atrofiche, perché è un trattamento più semplice e con meno complicazioni, esistono solo pochi studi a medio e lungo termine che abbiano comparato queste tecniche. Scopo: lo scopo di questo studio retrospettivo è quello di valutare se gli impianti corti (6-8 mm) (gruppo impianti corti) possano presentare percentuali di sopravvivenza e valori di riassorbimento osseo marginali simili a impianti di dimensioni standard (≥11 mm) inseriti contemporaneamente ad una grande rialzo di seno mascellare. Materiali e Metodi: in totale, 101 pazienti sono stati inclusi: 48 nel gruppo impianti corti e 53 nel gruppo seno. In ciascun paziente da 1 a 3 impianti sono stati inseriti e tenuti sommersi per 4-6 mesi. I parametri clinici e radiografici valutati sono: i fallimenti implantari, le complicazioni, lo stato dei tessuti molli, e il riassorbimento osseo marginale. Tutti i pazienti sono stati seguiti per almeno 3 anni dal posizionamento implantare. Risultati: il periodo di osservazione medio è stato di 43.47 ± 6.1 mesi per il gruppo impianti corti e 47.03 ± 7.46 mesi per il gruppo seno. Due su 101 impianti corti e 6 su 108 impianti standard sono falliti. Al follow-up finale, si è riscontrato un riassorbimento osseo medio di 0.47 ± 0.48 mm nel gruppo impianti corti versus 0.64 ± 0.58 mm nel gruppo seno. Non sono presenti differenze statisticamente significative fra i gruppi in termini di fallimenti implantari, complicazioni protesiche, tessuti molli, e riassorbimento osseo. Il gruppo seno ha presentato, invece, un maggior numero di complicazioni chirurgiche. Conclusioni: entrambe le tecniche hanno dimostrato un simile tasso di successo clinico e radiografico, ma gli impianti corti hanno ridotto il numero di complicazioni chirurgiche.
Background: Although the recent literature suggested that short implants may be a preferable alternative to various bone augmentation procedures in posterior atrophic areas because the treatment is simpler, and associated with less morbidity, limited data have yet been published comparing these two treatment approaches with an observation period longer than 1 year. Purpose: The aim of this retrospective cohort study was to evaluate whether short implants (6 and 8-mm-long) (short group) could be a suitable alternative to standard-length implants (≥11 mm) placed simultaneously with a sinus augmentation (sinus group) for the treatment of atrophic posterior maxillae. Materials and Methods: In total, 101 partially dentate patients were enrolled in the study: 48 in the short group and 53 in the sinus group. One to three implants were placed in each patient and submerged for 4-6 months. Outcome measures were implant failures, complications, soft tissue parameters, and marginal bone levels. Patients were followed for an observation period of at least 3 years from implant placement. Results: The mean observation period was 43.47 ± 6.1 months for short group and 47.03 ± 7.46 months for sinus group. Two of 101 short implants and six of 108 test implants failed. At final follow-up, mean marginal bone loss was 0.47 ± 0.48 mm in the short group versus 0.64 ± 0.58 mm in the sinus group. No significant difference was observed between groups at patient level in terms of implant failures, prosthetic complications, soft-tissue parameters, or marginal bone loss. However, the sinus procedure led to more surgical complications compared with the short implant procedure. Conclusions: Both techniques showed similar clinical and radiographic outcomes, but the short implants provided advantages in terms of reduced number of surgical complications.
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