Littérature scientifique sur le sujet « Resti scheletrici »

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Articles de revues sur le sujet "Resti scheletrici"

1

Small, Alastair. « Excavation in the Roman cemetery at Vagnari, in the territory of Gravina in Puglia, 2002 ». Papers of the British School at Rome 75 (novembre 2007) : 123–229. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003536.

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Résumé :
SCAVI NELLA NECROPOLI ROMANA A VAGNARI, NEL TERRITORIO DI GRAVINA IN PUGLIA, 2002Lo scavo del cimitero del villaggio romano di Vagnari in Apulia, iniziato nel 2002, è tuttora in corso. L'articolo propone la pubblicazione finale di diciassette inumazioni, scavate prevalentemente nel primo anno, databili nel complesso tra il I e il IV secolo d.C. Nella parte I Small discute le tipologie tombali, le pratiche funerarie, l'uso dei corredi funebri e i rituali funerari, e delinea paragoni con altre necropoli dell'Italia romana. Nella parte II Prowse analizza i resti scheletrici dal punto di vista dell'eta, del sesso e delle patologie. La parte III è un catalogo descrittivo delle deposizioni e dei corredi tombali, con resoconti specialistici sulla ceramica condotti da Kenrick, sul vetro da Giuliani, sulle lucerne da De Stefano, sulle monete da Abdy e sugli amuleti da Henig. Nella parte IV De Stefano discute la provenienza delle lucerne e la loro distribuzione in Italia e in particolar modo in Apulia. Il villaggio romano di Vagnari costituiva un centro economico di una proprietà imperiale, e lo scavo del cimitero è parte di un programma di studio in corso sul villaggio e il suo ambiente.
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Van de Noort, Robert, David Whitehouse, Marshall Joseph Becker, Thomas Blagg, Douglas Burnett, Ida Caruso, Amanda Claridge et al. « Excavations at Le Mura di Santo Stefano, Anguillara Sabazia ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 159–223. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000076.

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Résumé :
La relazione presenta i risultati degli scavi condotti tra il 1977 e il 1981 presso le imponenti rovine note come Le Mura di Santo Stefano, situate vicino Anguillara Sabazia, appena 3 km a sud del Lago di Bracciano. La fase più antica di occupazione era relativa ad una fattoria di I secolo d.C. Intorno al 200 d.C. viene costruita una serie di strutture, compreso un edificio a pianta rettangolare su tre piani copiosamente decorato con diciannove tipi di marmo, suggerendo così che il complesso avesse un carattere lussuoso, possibilmente parte di un latifundium. Si hanno evidenze di ulteriori attività nel III o inizi IV secolo d.C. Nel IX secolo, dopo un periodo di abbandono, parte del complesso fu convertito nella chiesa di Santo Stefano. L'aula rettangolare fu rioccupata e le restanti rovine usate come cimitero. Si è dedotto che il sito possa aver funzionato come centro di una proprietà medievale, parte della domusculta papale, o in alternativa come un fundus di una struttura monastica. Nell'XI secolo il sito fu abbandonato, dopo ehe i resti di scheletri appartenenti ad almeno 90 individui, e le ossa di tre cani, furono interrati in un pozzo tappato con pezzi di sculture marmoree romane.
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Valentini, V., A. Cassoni, V. Terenzi, M. Della Monaca, M. T. Fadda, O. Rajabtork Zadeh, I. Raponi, A. Anelli et G. Iannetti. « Our experience in the surgical management of craniofacial fibrous dysplasia : what has changed in the last 10 years ? » Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 5 (octobre 2017) : 436–43. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1081.

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Résumé :
Nonostante la chirurgia rimanga l’opzione di scelta nel trattamento della displasia cranio-facciale (CFD) una volta che l’osservazione clinica sia stata esclusa, resta controverso il tipo di intervento (rimodellamento contro resezione radicale). Lo scopo di questo lavoro è di rivedere criticamente la nostra esperienza fino al 2013 confrontando la gestione CFD tra il 1980 e il 2002 e tra il 2003 e il 2013 e di proporre il nostro algoritmo chirurgico. Dal gennaio 2003 al dicembre 2013, 41 nuovi pazienti (18 maschi e 23 femmine) con diagnosi di CFD sono stati considerati. I dati sono stati confrontati con quelli di 95 pazienti che sono stati osservati e / o trattati tra il 1980 e il 2002. Considerando l’ultimo periodo abbiamo notato che l’osservazione clinica (26/41 pzt) è stato il metodo più utilizzato; una resezione radicale è stata eseguita in molti casi (8/15 pzt), ma in proporzione il numero di pazienti sottoposti a rimodellamento è aumentato (6% vs 15%), mentre è stato osservato una diminuzione del numero di pzt sottoposti escissione (63% vs 19%). Su queste basi, riteniamo che la resezione radicale rimanga l’unica tecnica per ottenere la risoluzione della displasia fibrosa. L’osservazione clinica è indicata in caso di lesioni stabili. Le moderne tecniche ricostruttive consentono di ottenere adeguati risultati estetici e funzionali in caso di resezione radicale; tuttavia, nella maggior parte dei casi si rendono necessarie ulteriori procedure ed i tempi di recupero sono superiori, cosicchè la maggior parte dei pazienti preferiscono eseguire il rimodellamento. Nonostante tutto, in caso di lesioni aggressive la resezione radicale è mandatoria, tranne che in pazienti pediatrici in cui tale intervento comporterebbe estesi difetti residui: in tali casi può essere accettabile effettuare un rimodellamento riservando trattamenti più demolitivi in caso di recidiva o dopo la maturità scheletrica.
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Trombley, Trent, Patrick Beauchesne, Sabrina Agarwal, Katherine Kinkopf, Caroline Goodson et Mauro Rubini. « Growing Up at Villamagna ». Bioarchaeology International, 25 janvier 2023. http://dx.doi.org/10.5744/bi.2022.0022.

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Résumé :
This study examines the interplay between sex, gender, and child-rearing using multiple markers of skeletal growthand health in the late-medieval central Italian population of Villamagna. To reflect the complexity of growth and heterogeneity of the skeleton, we used a multi-method approach: vertebral neural canal dimensions (n = 65), cribra orbitalia (n = 66), porotic hyperostosis (n = 73), linear enamel hypoplasia (n = 51), and terminal adult stature (n = 115). Medieval ethnohistoric accounts strongly support the notion that males at Villamagna would have received preferential treatment. We hypothesized that this social preference for males would manifest in lower prevalence of skeletal changes indicative of stress during growth and development for males compared to females. Our results are surprising in that they show the opposite. The transverse dimensions of the vertebral neural canal indicate greater variability and a significant difference between older (30+ years) and younger (18–29 years) age groups for males, but not for females. Prevalence of cranial and dental stress markers (CO, PH, and LEH) are consistently but not stastistically significantly higher in males than in females. This finding underscores the potential for nuances in experiences associated with child rearing such that gender may well have been a major axis of preference in terms of parental rearing, but biocultural buffers and preferential treatment may well have been more complicated than anticipated. Il presente articolo esamina le interazioni tra sesso, genere e i processi di allevamento dei figli, usando una serie di marcatori relativi alla crescita scheletrica e alle condizioni di salute ossea della popolazione tardo-medievale di Villamagna (FR), nell’Italia centrale. Per tenere in adeguata considerazione le complessità della crescita e l’eterogeneità dei resti scheletrici, abbiamo scelto di utilizzare un approccio multi-metodo che considera i seguenti elementi: dimensioni dei canali neurali vertebrali (n = 65), cribra orbitalia (n = 66), iperostosi porotica (n = 73), ipoplasia lineare dello smalto dentale (LEH) (n = 51) e statura adulta terminale (n = 115). Dati di natura etno-storica sembrano indicare che gli individui maschi ricevessero un trattamento nettamente preferenziale a Villamagna. Abbiamo dunque ipotizzato che questa preferenza sociale si manifestasse sotto forma di una minore prevalenza di alterazioni scheletriche indicative di stress infantile negli individui maschi, paragonati agli individui femmine. Sorprendentemente, le analisi hanno mostrato il contrario. Le dimensioni trasversali del canale neurale vertebrale presentano una maggiore variabilità e significative differenze tra individui maschi differenziati per età (gruppo di 30+ anni, paragonato al gruppo di 18-29 anni), ma ciò non è tuttavia riscontrabile nel caso degli individui femmine. Per quanto riguarda gli indicatori dentali e craniali di stress (CO, PH, e LEH), questi sono apparsi con una prevalenza costantemente superiore negli individui maschi rispetto a quelli femmine, ma questo dato non è da considerarsi statisticamente significativo. I risultati evidenziano il potenziale di un approccio che consideri la possibilità di sfumature nelle esperienze associate all’allevamento dei figli. In particolare, nonostante il genere dell’individuo venisse percepito come un forte elemento discriminatore in termini di preferenza parentale, va considerato che gli ammortizzatori bioculturali e la natura del trattamento preferenziale potrebbero essere stati più complessi del previsto.
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Thèses sur le sujet "Resti scheletrici"

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GUGLIELMI, SANDRA. « Studio archeologico, antropologico, paleobiologico e molecolare dei resti scheletrici umani provenienti dalle necropoli arcaiche di Pettoranello del Molise (IS) - Coste Castello e Trivento (CB) - Casale San Felice ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/73725.

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Résumé :
Il progetto di ricerca che qui si propone è volto a indagare gli aspetti sociali, rituali e paleodemografici di alcune necropoli del territorio molisano databili tra VI e IV secolo a.C. attraverso lo studio antropologico dei resti scheletrici umani rinvenuti in 37 tombe portate alla luce in località Casale San Felice a Trivento (CB) e in località Coste Castello a Pettoranello del Molise (IS). L’obiettivo principale è il conseguimento di informazioni utili alla caratterizzazione della popolazione presente nel territorio, al fine di comprenderne l’organizzazione sociale ed economica, i cambiamenti nelle modalità e nella qualità della vita, l’evoluzione dei riti funerari e della concezione della morte. L’indagine è stata realizzata attraverso differenti livelli di analisi: archeologica, paleobiologica e antropologica. Confrontando e integrando i dati ottenuti dai distinti studi è stato possibile ottenere una conoscenza complessiva del fenomeno in esame, anche in termini biodemografici. Sul campione osteologico oggetto della presente ricerca sono stati calcolati gli indici tafonomici che potrebbero aver condizionato “lo stato di conservazione” dei resti ai fini di una ricostruzione paleodemografica. Lo “studio tafonomico” ha come obiettivo la valutazione e l’interpretazione di tale stato, permettendo così di identificare o ipotizzare quale sia stato l’agente (o processo) tafonomico (e in quale periodo della storia del seppellimento dell’organismo ha agito) che ha determinato lo stato di conservazione stesso. Per la valutazione dello stato di conservazione sono stati applicati nell’ordine, gli indici I.R.O. (Indice di Rappresentazione Ossea), l’I.C.A (Indice di Conservazione Anatomica) e l’I.Q.O. (Indice di Qualità Ossea). Tutti prevedono 6 gradi di valutazione del parametro, in funzione delle caratteristiche quantitative e qualitative di conservazione, espressi in 6 classi, a cui sono stati attribuiti i singoli elementi scheletrici. E’ stata affrontata la stima del sesso e dell’età su 34 sepolture. E’ stato possibile stimare l’età per quasi tutti gli individui: per 32 soggetti è stata eseguita l’attribuzione in classi d’età, per due individui si è potuta solo stimare l’appartenenza alla categoria dei subadulti. E’ stato possibile diagnosticare il sesso per 25 individui. L’analisi paleopatologica del campione ha evidenziato una bassa incidenza delle patologie di origine infettiva/infiammatoria e traumatica, a differenza delle patologie degenerative osteoarticolari che, invece, si sono riscontrate con maggior frequenza. Al fine di ricostruire i movimenti migratori e i rapporti filogenetici tra gli individui sepolti nelle necropoli di Trivento e Pettoranello, sono stati selezionati gli esemplari osteologici che nel loro stato di conservazione risultavano più idonei a fornire apprezzabili quantità di DNA esogeno originale e per ricostruire eventuali affiliazioni parentelari. I risultati conseguiti saranno veicolati per favorire il processo di valorizzazione e musealizzazione di alcuni di questi individui, assunti a simbolo delle popolazioni arcaiche che verranno ospitati negli spazi espositivi del Museo Nazionale di Santa Maria delle Monache a Isernia. Saranno presi in considerazione diversi piani valutativi da parte della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Molise, titolare della paternità scientifica dell’operazione, per permettere la piena visibilità di questi ritrovamenti e per restituire al pubblico un tesoro, capace di trasmettere una valida ed efficace comunicazione scientifica, alla portata di tutti.
This research project aims to investigate the social, cultural and paleo-demographical aspects of some necropolis from Molise, dated between the sixth and fourth centuries BC, by the anthropological study of human skeletal remains found in 37 tombs unearthed in the village of Casale San Felice in Trivento (CB) and in Coste Castello in Pettoranello del Molise (IS). The main goal is to achieve helpful information about the characteristics defining the populations of the area, in order to understand their social and economic organization, changes in the methods and quality of life, the evolution of funeral rituals and the concept of death. The survey carried out was based on different criterions: archaeological, anthropological and palaeo-biological methods. Comparing and integrating the data obtained from separate studies it has been possible to obtain an overall understanding of the phenomenon, in bio-demographic terms. We calculated the taphonomic index on the osteological sample covered by this research, which might have influenced “the state of conservation” of remains, in order to obtain a paleo-demographical reconstruction. The aim of the “taphonomic study” is to evaluate and interpret the state of preservation, allowing us to identify or assume what has been the taphonomic agent (or process) which has determined the conservation (and in what period it has acted during the history of the buried organism). To determine the preservation condition we calculated different indices as follow: the B.R.I. (Bone Representation Index), the A.P.I (Anatomical Preservation Index) and B.Q.I. (Bone Quality Index). All indices involve six levels of parameter evaluation, as a function of the quantitative and qualitative characteristics of preservation, expressed in 6 classes, to which the individual skeletal elements have been attributed. We estimated sex and age on 34 burials. It has been possible to estimate the age for almost all individuals: for 32 subjects we assigned a class age, for two individuals it was only possible to recognize them as belonging to the category of sub-adult. It was possible to ascribe the sex of 25 individuals. The paleo-pathological analysis of the sample showed a low incidence of diseases with infectious / inflammatory and traumatic origin, unlike the osteoarticular degenerative diseases which, however, were determined more frequently. In order to reconstruct the migratory movements and the phylogenetic relationships among individuals buried in the necropolis of Trivento and Pettoranello, we selected the osteological samples that resulted more suitable, due to their condition, to provide significant amounts of original exogenous DNA and to retrace any parental affiliations. The results will be conveyed to facilitate process of valorization and musealization of some of these individuals, recognized as a symbol of the archaic populations. They will be hosted in the exhibition spaces of the National Museum of Santa Maria delle Monache in Isernia. We will consider different levels of evaluation by the Superintendence for Archaeological Heritage of Molise, holder of the scientific paternity of the project, to allow full visibility of these findings, and to return them to a public treasure, able to pass on valid and effective scientific communication, within the reach of all.
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DORI, IRENE. « Storie sepolte : paleobiologia della popolazione di Arano (Illasi, VR). Studio antropologico di una comunità del Bronzo Antico ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/2158/989212.

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Résumé :
Il materiale scheletrico umano oggetto del presente studio proviene dagli scavi effettuati nella località di Arano (Cellore di Illasi, VR) e condotti dalla Soprintendenza Archeologica del Veneto, Nucleo Operativo di Verona, in collaborazione con l’Università degli Studi di Firenze. Gli scavi hanno portato alla luce un vasto sito archeologico caratterizzato dalla presenza di una piattaforma cultuale dell’età del Rame, di una area antropizzata (“abitato”) e di una necropoli, entrambe databili all’antica età del Bronzo. In totale sono stati recuperati dallo scavo 75 individui: uno proveniente dall'abitato e 74 dalla necropoli (73 inumati e un incinerato). Le ricerche sul campo, hanno restituito una grandissima quantità di materiale che ha necessitato di un lungo e costante lavoro in più campi di ricerca per cercare di inserire il sito in questione all’interno del contesto culturale e popolazionistico di appartenenza. L’area archeologica di Arano costituisce un importante ritrovamento che ha permesso di aumentare le conoscenze sul patrimonio ideologico, tecnologico, sugli usi funerari e sulle caratteristiche bioarcheologiche delle comunità presenti nelle aree di pianura dell’Italia settentrionale a cavallo tra la fine del III e gli inizi del II millennio A.C. La popolazione di Arano, con i suoi 75 individui, costituisce attualmente il campione scheletrico più numeroso ritrovato in Italia settentrionale e datato all’età del Bronzo Antico.
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Livres sur le sujet "Resti scheletrici"

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Martino, Luigi. Le reliquie di S. Nicola : Studio anatomo-antropologico dei resti scheletrici rinvenuti nella sua tomba in Bari (alla ricognizione canonica del 5 maggio 1953). Bari : Biblioteca di San Nicola, 1987.

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Chapitres de livres sur le sujet "Resti scheletrici"

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Borchia, Cinzia, et Sabrina Calzà. « Resti di sepolture e analisi dei reperti scheletrici umani ». Dans Ricerche Archeologiche a Sant’Andrea di Loppio (Trento, Italia) : L'Area della Chiesa, 121–39. Archaeopress Publishing Ltd, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv15vwjmh.6.

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