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Iovino, Serenella. « Il chewing gum di Primo Levi. Piccola semantica della resistenza al tempo dell'Antropocene ». MLN 135, no 1 (2020) : 231–54. http://dx.doi.org/10.1353/mln.2020.0000.

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Ciglioni, Laura. « Le guerre italiane nei rotocalchi degli anni Settanta ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (avril 2010) : 121–64. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-001005.

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Résumé :
Il saggio ricostruisce le immagini delle guerre combattute dall'Italia nel XX secolo, e in particolare quelle della prima e della seconda guerra mondiale, diffuse presso l'opinione pubblica italiana negli anni Sessanta, attraverso l'analisi di otto rotocalchi di ampia diffusione e di differente orientamento: Famiglia cristiana, L'Europeo, Oggi, Tempo, Epoca, Vie nuove, L'Espresso e Gente. Analizzando tanto la natura di prodotto dell'industria dell'intrattenimento che di giornale di opinione, propria del rotocalco, l'autrice ne ricostruisce i diversi livelli di fruizione e individua in particolare tre processi che operavano nella struttura dei settimanali illustrati: mitizzazione, ideologizzazione e affabulazione. Accanto ad un sentimento di estraneitŕ verso le guerre nazionali che emerge quale mito comune a tutti i rotocalchi, l'autrice individua come dato dominante l'esistenza di memorie contrapposte e polemiche del passato nazionale (in particolare della Resistenza) presso l'opinione pubblica italiana del tempo. Il saggio analizza, infine, gli elementi di continuitŕ e di frattura di alcune di queste memorie nel tempo e il loro rapporto con il discorso politico pubblico proposto dalle forze politiche protagoniste del centrosinistra.
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Bonelli, Caterina. « La scuola “resistente” : pratiche autobiografiche per la valorizzazione delle storie di scuola ». Revista Brasileira de Pesquisa (Auto)biográfica 6, no 19 (24 décembre 2021) : 992–98. http://dx.doi.org/10.31892/rbpab2525-426x.2021.v6.n19.p992-998.

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Résumé :
Le testimonianze scritte dalle maestre ci permettono di entrare “in punta di piedi” nelle pagine della storia, delle loro storie per meglio conoscere e comprendere una professione ancora nell’ombra. Le storie di vita delle e degli insegnanti sono dei veri e propri “giacimenti di storie” e l’obiettivo del contributo è di far emergere e valorizzare tali narrazioni. Attraverso le testimonianze autobiografiche dei professionisti dell’educazione e, al contempo degli studenti, emergono storie inconsuete, di “resistenza”, preziose microstorie che raccontano un tempo, un gruppo sociale, l’intera comunità. Il contributo si avvale di esperienze autobiografiche a scuola in collaborazione con la Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari - LUA.
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Gentile, A., et S. La Malfa. « Il miglioramento genetico per la resistenza agli insetti : una sfida difficile ed attuale ». Bullettin of the Gioenia Academy of Natural Sciences of Catania 52, no 382/SFE (22 décembre 2019) : DECA10—DECA16. http://dx.doi.org/10.35352/gioenia.v52i382/sfe.80.

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Nello scenario di una nuova agricoltura, le tecniche di miglioramento genetico sono chiamate a svolgere un ruolo importante al fine di rendere i processi produttivi sostenibili anche sotto il profilo ambientale ed economico. Nei prossimi anni sarà necessario produrre di più in condizioni di risorse naturali decrescenti e al tempo stesso assicurare produzioni anche attraverso una riduzione degli input chimici. Negli ultimi cinquant’anni l’integrazione di diverse tecniche e lo sviluppo di metodi di rigenerazione in vitro e di strategie molecolari ha consentito la definizione di nuovi strumenti di miglioramento genetico. Le conoscenze genomiche degli ultimi decenni hanno, infatti, innovato gli strumenti per la realizzazione di programmi di miglioramento genetico, sia in termini di disponibilità di marcatori per selezione assistita o per selezione genomica, sia in termini di conoscenze sulla funzione dei geni responsabili di caratteri agronomici fondamentali, tra i quali la resistenza a stress biotici. I nuovi metodi molecolari, che consentono di ottenere piante cisgeniche, o con sequenze modificate mediante genome editing, si affiancano ai metodi tradizionali di miglioramento genetico superando i limiti dell’incrocio e della selezione, soprattutto con riferimento alla lunghezza dei tempi ed alla impossibilità di prevederne il risultato in termini di caratteristiche modificate. Nella nota vengono descritti i principali metodi di miglioramento genetico e le principali strategie utilizzabili per migliorare la resistenza delle piante agli insetti.
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Rossi, Mario G. « Dalla Resistenza alla Costituzione. La formazione della nuova classe dirigente nella Toscana postfascista ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 265 (juin 2012) : 552–66. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-265002.

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L'antifascismo e l'ereditŕ della Resistenza, oltre che fattore costitutivo dell'aggregazione del nuovo blocco di forze politiche e sociali alternativo a quello dominante nella Toscana liberale e fascista, rappresentano un vero carattere originale profondamente radicato nelle masse popolari e nelle élite dirigenti della Toscana contemporanea. A questo risultato ha contribuito in modo determinante il Comitato toscano di liberazione nazionale (Ctln) che, ponendosi come organo unitario di autogoverno, al di sopra delle contrapposizioni ideologiche e politiche, ha diretto la battaglia per le autonomie locali e il governo regionale e ha promosso un ampio processo di rinnovamento in tutti i settori delle classi dirigenti, operanti non solo nella politica e nell'amministrazione, ma anche nell'economia e nella societŕ civile. L'ampiezza e il radicamento della scelta antifascista si sarebbero consolidati nel tempo, impedendo, anche dopo la rottura provocata dalla guerra fredda, il recupero delle posizioni e degli interessi dei gruppi piů retrivi e consentendo lo sviluppo in termini articolati e non rigidi della dialettica tra le forze politiche della regione.
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Gatti, Marzio. « La decostruzione della visione etnocentrica : Il contributo dell’antropologia culturale e filosofica nel pensiero africano sulla religione ». Trans/Form/Ação 45, spe (2022) : 51–66. http://dx.doi.org/10.1590/0101-3173.2022.v45esp.04.p51.

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Riassunto: L’uomo ha sempre riflettuto su se stesso e sulla sua identità e la sua riflessione si è strutturata attraverso molteplici forme espressive. Le domande esistenziali nascono nell’uomo con il suo esistere. Il pensiero filosofico occidentale ha egemonizzato il campo filosofico e antropologico imponendo le proprie categorlie di pensiero come le uniche razionali e scientifiche in nome di una presunta superiorità legata a un’idea di sviluppo fondata su un modello prettamente economico. In questo articolo si cercherà di decostruire le certezze scientifiche del pensiero filosofico occidentale e analizzare criticamente il suo primato evidenziando come esistano diverse forme e rappresentazioni dell’esistenza umana. Il pensiero filosofico africano ci offre una prospettiva di lettura dell’essere che contrasta con la visione antropologica occidentale, ma allo stesso tempo ha una sua dignità e coerenza logica fondata su presupposti antropologici propri. Nata come resistenza al dominio del pensiero filosofico e antropologico occidentale, la filosofia africana si è sviluppata e contaminata dalle riflessioni che l’hanno preceduta. Non esiste un pensiero puro, poiché tutte le riflessioni umane sono ibride e nascono dall’incontro e dallo scontro con le altre posizioni filosofiche. Forse è venuto il tempo per riformulare il pensiero filosofico e antropologico da un punto di vista interculturale.
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Melis, Guido. « LA CONTINUITÀ NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 308–30. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.250.

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"Continuità" e "pausa", sono le parole chiave dell'amministrazione italiana, la prima generalmente prevalente sulla seconda. Ma in più di 150 anni, nonostante la continuità, ci sono state numerose interruzioni. Il modello della Legge Cavour (1853) è stato subito frammentato dalla creazione di uffici speciali, nuove funzioni e servizi collaterali. Il ridotto numero di dipendenti crebbe notevolmente nel tempo. La conoscenza tecnica a volte accompagnava la cultura burocratica dominante. Nacquero le amministrazioni "di guerra"; poi, con il fascismo, il parastato, le corporazioni, la burocrazia del Partito crebbe. Le principali caratteristiche della pubblica amministrazione furono le seguenti: la continuità degli uomini nel passaggio dal regime alla democrazia, ma anche le rotture, come quelle della Cassa per il Mezzogiorno e dell'Ente nazionale idrocarburi (ENI); le innovazioni del centro-sinistra (rottura) contro la tradizione (continuità); i successivi tentativi di riforma contro la resistenza dell'apparato. La continuità vince? Tuttavia, l'Europa, la digitalizzazione e le trasformazioni strutturali degli Stati agiscono come nuove fratture.
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Girardi, Giacomo. « Il mito della neutralitŕ violata. Lotta politica e rivolta in armi nelle Pasque veronesi ». IL RISORGIMENTO, no 1 (juin 2016) : 55–80. http://dx.doi.org/10.3280/riso2016-001003.

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L'articolo torna sulle Pasque veronesi, la rivolta cittadina di Verona contro i francesi del 1797, episodio a lungo rimasto confinato nell'ambito della storia municipale e da qualche tempo riscoperto, ma in una chiave identitaria dallo scarso rilievo storiografico. Avvalendosi di documenti d'archivio e di fonti a stampa coeve, si propone di accostare la controrivoluzione veronese alla caduta di Venezia. La spontaneita della rivolta di plebe viene cosi limitata e si insiste sull'esistenza di un progetto politico, orientato dal ceto dirigente della Serenissima, per tagliare i rifornimenti all'esercito francese e costringerlo a ripiegare. Le Pasque veronesi sarebbero cosi una manovra concertata a Venezia da un gruppo interno al Senato, che considerava inutile insistere sulla neutralita e chiamava alle armi per allontanare la minaccia francese. Il mito di una Venezia pacifica e ingiustamente tradita da Bonaparte viene cosi largamente ridimensionato a vantaggio di una lettura nella quale gruppi politici della Serenissima giocarono la carta della resistenza in armi all'arrivo dei francesi.
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Costantino, Maria, Amelia Filippelli, Grazia Cioffi, Giuseppina Moccia et Francesco De Caro. « Stewardship per l’utilizzo degli antibiotici. » La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2 (25 juillet 2021) : 11–48. http://dx.doi.org/10.48268/antibioticoresistenza/2021/0001.1.

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Ridurre l’uso eccessivo, incontrollato o inappropriato degli antibiotici, è essenziale per garantire la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’Assistenza Medica. Per prevenire e controllare le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza si possono utilizzare varie strategie: • adozione di programmi di sorveglianza e controllo condivisi a livello nazionale, comprendenti lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici comuni, • implementazione della stewardship antimicrobica e dei programmi di formazione rivolti al personale sanitario, finalizzati alla promozione di una maggiore osservanza delle Linee Guida, • incremento della sorveglianza, effettuando studi di prevalenza ripetuti nel tempo, per poter identificare precocemente eventuali criticità e valutare l’efficacia dei presidi messi in atto, • potenziamento delle strutture ospedaliere, aumento delle camere singole destinate all’isolamento di pazienti particolarmente a rischio, • miglioramento delle procedure di pulizia e sanificazione e dei percorsi dedicati all’igiene delle mani, • promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte non solo al personale sanitario, ma anche ai cittadini, allo scopo di rendere i pazienti parte attiva del processo di lotta alle infezioni.
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Cerro, Giovanni. « Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912) ». Asclepio 74, no 2 (2 décembre 2022) : p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Zojaji, R., M. Keshavarzmanesh, M. Bakhshaee, R. Behdani, S. Esmaeelzadeh et M. Mazloum Farsi Baf. « Gli effetti sul flusso aereo nasale della turbinoplastica inferiore in corso di rinosettoplastica ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 97–100. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-410.

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La rinoplastica è una procedura chirurgica molto comune e al tempo stesso di elevata complessità. Uno degli aspetti più discussi di tale chirurgia sono gli insoddisfacenti esiti funzionali dovuti spesso ad un eccessivo restringimento dell’area della valvola nasale. Alcune procedure, come la turbinoplastica inferiore, possono favorire la prevenzione di tali problematiche ostruttive. L’intento del presente studio è quello di indagare gli effetti della turbinoplastica inferiore sulla resistenza nasale e sull’ostruzione respiratoria. In 50 pazienti è stata effettuata un’analisi preoperatoria e sei mesi dopo rinoplastica con turbinoplastica inferiore mediante rinomanometria anteriore attiva. Nessuno dei pazienti ha lamentato sintomatologia ostruttiva nasale nel preoperatorio o nel corso del postoperatorio. In accordo con i dati rinomanometrici sia le resistenze inspiratorie che quelle espiratorie hanno presentato valori migliori nel postoperatorio, ma solo le resistenze espiratorie hanno presentato una significatività statistica (p = 0,034). Le differenze in termini di flusso nasale fra maschi, femmine e differenti gruppi di età non sono state significative (p > 0,05). In conclusione dai dati del nostro studio emerge che la rinosettoplastica, associate a turbinoplastica parziale non ha un impatto negativo sulla funzionalità nasale ed in particolare sul flusso aereo attraverso le cavità nasali.
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Mattiato, Emmanuel. « Nuto Revelli : la ribellione come creazione. » Mnemosyne, no 5 (15 octobre 2018) : 18. http://dx.doi.org/10.14428/mnemosyne.v0i5.13503.

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Nuto Revelli scoprì le atrocità della Seconda guerra mondiale sul fronte orientale in quanto alpino. La sua carriera letteraria iniziò immediatamente dopo l’immane catastrofe della ritirata di Russia, nell’inverno 1943. I suoi primi testi sono chiaramente autobiografici e tornano sulla sua gioventù sotto il fascismo, a cui aderisce in un primo tempo prima di combatterlo senza pietà, impegnandosi nella Resistenza fin dall’8 settembre. Fino alla sua morte nel 2004, assistiamo ad una dilatazione della sua sfera analitica, ad un allargamento dall’io al noi. Dagli anni Sessanta i suoi scritti raccolgono le testimonianze orali dei « vinti », specialmente di chi non esiste più politicamente, che si tratti dei soldati caduti o dispersi di cui pubblica le lettere, della società contadina delle Langhe, delle donne migranti, e perfino di un prete ribelle e « giusto » che diviene, in uno degli ultimi libri di Revelli, il suo doppio. Mai Revelli, che definiva se stesso un mero « manovale della ricerca », si accontentò di riunire tali testimonianze secondo il metodo del reportage o dell’inchiesta sociologica, anzi concepì il proprio compito come un dialogo, un atto intersoggettivo : offrire a coloro che non hanno più voce un’occasione autobiografica, confrontando però la propria esperienza alla loro.
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Sahin, E., C. Cingi, G. Eskiizmir, N. Altintoprak, A. Calli, C. Calli, I. Yilgör et E. Yilgör. « Biocompatibilità e durata in vivo di cinque nuovi polimeri sintetici testati su coniglio ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 36, no 2 (avril 2016) : 101–6. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-965.

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I materiali alloplastici vengono frequentemente utilizzati negli interventi di chirurgia plastica sul volto, quali la rinoplastica e la chirurgia ricostruttiva del naso. Ad oggi non è stato ancora individuato un materiale alloplastico con caratteristiche ottimali. Il presente studio sperimentale si propone di valutare la risposta tissutale e la resistenza nel tempo di cinque nuovi polimeri proposti come materiali alloplastici. Il presente studio è stato condotto presso un ospedale universitario di terzo livello. Sono state ricavate sei tasche sottocutanee sul dorso di 10 conigli che sono state usate per l’impianto di ciascuno dei polimeri testati più una tasca di controllo. Ciascuna delle tasche è stata escissa congiuntamente al tessuto circostante dopo tre mesi, ed è stata sottoposta ad un esame istopatologico. È stata quindi condotta una valutazione semi quantitativa con focus su neo angiogenesi, infiammazione, fibrosi, formazione di ascessi, presenza di cellule giganti multinucleate contenenti corpi estranei e stato dei polimeri testati. E’ stata inoltre effettuata una valutazione statistica, che per quanto riguarda la comparazione diretta fra la tasca di controllo e i polimeri II, III e IV non ha mostrato differenze significative in merito alla neo vascolarizzazione, all’infiammazione, alla fibrosi, alla presenza di ascessi ed alla presenza di cellule giganti multinucleate. Il polimero I ha invece mostrato un grado di fibrosi inferiore rispetto alla tasca di controllo (p = .027) and V (p = .018), benché le altre variabili prese in considerazione fossero sostanzialmente uguali. L’integrità nel tempo dei polimeri III (9 intatti, uno frammentato) e IV (8 intatti, 2 assenti) è stata migliore di quella ottenuta con gli altri polimeri testati. Questo gruppo di nuovi polimeri può essere considerato interessante per future applicazioni cliniche. Tutti i polimeri hanno mostrato risultati accettabili in termini di risposta dei tessuti, tuttavia i fenomeni di integrazione fibrovascolare sono stati maggiori nel caso dei polimeri II, III e IV. Inoltre la durata nel tempo dei polimeri III e IV è stata la migliore in assoluto.
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Bussotti, Luca. « LA TRANSIZIONE FALLITA. DIECI ANNI DI POLITICA MOZAMBICANA (2009-2019) ». Il Politico 255, no 2 (10 janvier 2022) : 73–101. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.623.

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Per diverso tempo, dopo la firma degli Accordi Generali di Pace (AGP) a Roma, il 4 ottobre del 1992, fra il governo mozambicano guidato dal FRELIMO (Fronte di Liberazione del Mozambico) e la RENAMO (Resistenza Nazionale del Mozambico), una buona parte della comunità internazionale e accademica aveva considerato il Mozambico come un raro caso di successo in Africa. La realtà si è rivelata assai più complessa rispetto alle previsioni iniziali, nonostante l’illusione di un paese pacificato e sulla via di una democrazia stabile sia stata propagandata a lungo, anche a causa di un incremento medio annuo del PIL pari al 7,2% fra il 2000 e il 20161. Questo studio offre una riflessione su come la “transizione” dalla Prima alla Seconda Repubblica – ossia da uno Stato socialista con un regime a partito unico a uno democratico e multipartitico, non abbia seguito il percorso che era stato auspicato e previsto durante tutti gli anni Novanta e per buona parte del nuovo secolo. Al contrario, vi è stata una deriva autoritaria associata a nuovi conflitti interni. Non si è trattato di un fenomeno improvviso, ma costante, a partire dal 2009 circa fino a oggi, come tutti i principali indicatori su democrazia, libertà di espressione, diritti umani evidenziano.
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Basso, Pietro, et Fabio Perocco. « Immigrazione e trasformazione sociale dell'Europa : una svolta epocale e le sue prospettive ». Perspectiva 38, no 4 (13 janvier 2021) : 1–24. http://dx.doi.org/10.5007/2175-795x.2020.e67413.

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Il passaggio dal continente di emigrazione al continente di immigrazione è stato un enorme cambiamento per l'Europa. Dal 1945, decine di milioni di immigrati sono arrivati in Europa occidentale, prima di altre regioni europee, dopo dei quattro angoli del mondo. Così si è verificata un'enorme trasformazione sociale: la nascita (definitiva) di società multinazionali, multirazziali, multiculturali, multireligiose. Per molto tempo i governi e le aziende hanno voluto che gli immigrati fossero solo temporanei, per avere una massa di lavoratori precari, poco integrati e vulnerabili. Questa rivendicazione, tornata con forza negli ultimi anni, ha incontrato l'orgogliosa resistenza delle popolazioni immigrate, che hanno creato un sempre maggiore radicamento sociale. Lo stesso vale per l'analoga rivendicazione dei poteri istituiti di sottoporre le popolazioni e i lavoratori migranti a uno sfruttamento differenziato e ad ogni tipo di discriminazione, che sono state affrontate con lotte e ribellioni. Per decenni, nel fondo minaccioso della grande crisi irrisolta del 2008, questo conflitto si è aggravato fino a trasformare la “questione immigrazione” in una questione militare, che deve essere risolta con le marine militari e la polizia di frontiera. Questo articolo spiega che c’è tanta cosa in gioco: o torniamo a un modello di società e stato basato sulla più brutale oppressione “razziale” e di classe, oppure passiamo a una società definitivamente liberata da queste e altre forme di oppressione
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Serkowska, Hanna. « L’altra faccia della medaglia : Il ciclo dei vinti di Giampaolo Pansa ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (3 mars 2017) : 95–111. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816682488.

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Questo saggio muove dall’enfasi sul desiderio di fare giustizia nel ciclo dei vinti (2003–) di Giampaolo Pansa, inserito nel contesto del revisionismo storico di sinistra, contestato dall’autore che con esso giustifica il proprio. Si dimostra che Pansa rivendica la giustizia nei modi che sfiorano la vendetta, con un ritardo che lascia sospettare l’opportunismo politico e che degrada la storia della Resistenza italiana a crimine diffuso in attesa di giustizia. L’autore, che si definisce uno storico dilettante e trascura le fondamentali regole della storiografia (pronuncia giudizi di valore, adotta una prospettiva e studia le fonti e testimonianze solo di una parte, non elabora il passato ma vi cerca le ragioni del presente), fa della storia politica. Parte integrale della sua operazione è anche la preferenza per la forma romanzo di cui qui si propone un’analisi delle componenti strutturali, linguistiche e ideologiche come uno spunto per riflettere sulla scelta dei destinatari e per capire l’uso che l’autore fa del concetto di giustizia. Si rinvengono infine alcune avvisaglie di un ripensamento: l’autore – già passato dalla sinistra a posizioni di destra – sembra rivedere un’altra volta le sue ragioni e accettare che la guerra sia uno stato di eccezione, per cui non sono idonei né i criteri di giustizia sviluppati al tempo di pace né tanto meno le chiavi di lettura semplificate.
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Acocella, Silvia. « Una trincea fatta di libri : La Nuova Biblioteca editrice di Carlo Bernari ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (26 février 2018) : 347–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755360.

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Nei canali sommersi della clandestinità, la Resistenza passò anche attraverso una cultura che si conservava ostinatamente di respiro europeo, attraverso i vasti orizzonti dei progetti editoriali: come quello de La Nuova Biblioteca editrice, di Carlo Bernari, che portò avanti lo sperimentalismo degli anni Trenta (e di una Napoli in contatto con la Parigi di Breton e con il secondo surrealismo al servizio della rivoluzione), aprendosi alle nuove correnti artistiche d'Europa, non solo anticipando la visione del mondo del dopoguerra e le domande su una nuova definizione di uomo, ma anche mantenendo ampi i confini di una stagione che fu definita neorealistica quando ormai il termine, almeno in letteratura, aveva perso molto del suo significato originario. Si dovrebbe parlare, piuttosto, per gli anni dell’immediato dopoguerra, di neo-espressionismo, come le scelte editoriali de La Nuova Biblioteca confermano, orientate verso quella “seconda ondata dell'espressionismo” che Contini individua nella Germania Weimar. Solo dopo il ritrovamento dell'intero catalogo delle edizioni de La Nuova Biblioteca, pubblicato il 7 giugno 1944 nella Roma appena liberata, si è potuta ricostruire la portata di questo progetto e il vasto orizzonte che ne orientava il disegno. A rendere prezioso il catalogo de La Nuova Biblioteca non è solo la preparazione di testi che sarebbero stati fondamentali per la nuova cultura del dopoguerra (come, per la prima volta in Italia, l’ opera omnia di Antonio Gramsci, in un'edizione priva di tagli e perciò anticipatrice dell'edizione critica di Gerratana del 1975) o la presenza di nomi come Delio Cantimori, Umberto Barbaro, Franco Calamandrei, Ettore Lo Gatto, Lombardo Radice, Alicata e Sapegno, ma è anche la particolare fase cronologica in cui questo progetto prende forma: si tratta di un lasso di tempo breve, apertosi a ridosso della guerra e destinato a chiudersi rapidamente: è come uno squarcio, in cui il magma di materiali diversi accumulatosi nei canali della clandestinità affiora per un’ultima volta prima che intorno si irrigidiscano gli schemi di nuove culture sempre più dominanti. Torneranno a inabissarsi, queste narrazioni aperte alla deformazione, alla menzogna romanzesca e alla commistione tra le arti; tuttavia come un fiume carsico continueranno a scorrere, andando a unirsi a tutte quelle correnti che procedendo parallele, tra inversioni, stalli e rivolgimenti, attraverseranno l'intero secolo.
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Pavoni, C., E. Cretella Lombardo, R. Lione, P. Bollero, F. Ottaviani et P. Cozza. « Orthopaedic treatment effects of functional therapy on the sagittal pharyngeal dimensions in subjects with sleep-disordered breathing and Class II malocclusion ». Acta Otorhinolaryngologica Italica 37, no 6 (décembre 2017) : 479–85. http://dx.doi.org/10.14639/0392-100x-1420.

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Résumé :
Con il termine Sleep disorder breathing (SDB) s’intendono tutte quelle difficoltà respiratorie che si verificano durante il sonno. Si può osservare una grande variabilità nella sintomatologia dei pazienti affetti da SDB, direttamente proporzionale alla resistenza che le vie aeree superiori offrono al passaggio dell’aria quando queste sono ostruite. L’SDB rappresenta un ampio ventaglio di disturbi che vanno dal russamento primario fino ad arrivare alle apnee ostruttive del sonno. I bambini con problemi respiratori tendono a compensare l’ostruzione delle vie aeree assumendo posizioni caratteristiche, tali da garantire il mantenimento della pervietà delle vie aeree durante il sonno. Un’anomalia di posizione nel sonno, durante la fase di crescita e sviluppo, si ripercuote in un’alterazione dello sviluppo occlusale e in una modifica del pattern di crescita. Le principali alterazioni sono a carico del mascellare superiore, dell’altezza facciale, del tono muscolare e della posizione mandibolare; nei bambini con SDB, infatti, è spesso presente un pattern scheletrico di Classe II, con lunghezza mandibolare ridotta ed overbite aumentato. Lo scopo del presente studio è stato quello di valutare i cambiamenti craniofacciali indotti dalla terapia funzionale di avanzamento mandibolare con particolare riferimento alla dimensione sagittale delle vie aeree, superiori ed inferiori, alla posizione dell’osso ioide e alla posizione della lingua in soggetti con SDB e malocclusione di Classe II, messi a confronto con un gruppo controllo in Classe II non trattato. 51 soggetti (24 femmine, 27 maschi; età media 9,9 ± 1,3 anni) con malocclusione dentoscheletrica di Classe II e SDB trattati con il dispositivo funzionale Monoblocco Modificato (MM) sono stati messi a confronto con un gruppo controllo non trattato di 31 soggetti (15 maschi, 16 femmine; età media 10,1 ± 1,1 anni) presentanti la stessa malocclusione senza SDB. Il gruppo di studio è stato valutato da uno specialista in otorinolaringoiatria per la definizione del tipo di respirazione ed è stato sottoposto ad un esame fisico completo. I genitori di tutti i pazienti hanno completato un questionario per valutare la presenza di sintomi notturni e diurni prima e dopo il test clinico (versione italiana in 22 punti del Pediatric sleep questionnaire, ideato da Ronald Chervin). Le teleradiografie in proiezione latero laterale sono state analizzate all’inizio e alla fine del trattamento con MM. Tutte le misurazioni cefalometriche dei due gruppi sono state analizzate attraverso dei test per la valutazione statistica dei cambiamenti avvenuti durante il trattamento. I risultati hanno evidenziato dei cambiamenti scheletrici favorevoli nel gruppo trattato a tempo T2. La terapia funzionale di avanzamento mandibolare ha indotto dei cambiamenti statisticamente significativi nella dimensione sagittale delle vie aeree, nella posizione dell’osso ioide e nella posizione della lingua in soggetti di Classe II affetti da SDB rispetto ai controlli non trattati. Dopo la terapia ortodontica in 45 pazienti del gruppo di studio è stata osservata una riduzione dei sintomi diurni di SDB. Il trattamento con apparecchiature funzionali, non solo migliora i rapporti tra mascellare superiore e mandibola, ma riduce anche il rischio del collasso delle vie aere superiori. La logica terapeutica si basa sul concetto che tutte le anomalie, legate ad un retroposizionamento mandibolare, beneficiano della terapia funzionale di avanzamento mandibolare, che è in grado di ampliare lo spazio posteriormente alla lingua ed allo stesso tempo promuovere l’avanzamento linguale. Lo spostamento anteriore della mandibola influenza la posizione dell’osso ioide e la posizione della lingua, aumentando lo spazio intermascellare in cui quest’ultima alloggia e migliorando la morfologia delle vie aeree superiori. Ne consegue sia la risoluzione della malocclusione scheletrica di Classe II che il miglioramento dei rapporti retrofaringei, eliminando quei fattori predisponenti per lo sviluppo di disturbi respiratori in età adulta.
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Malice, Teresa. « “Il tempo non guarisce le ferite” : un laboratorio didattico su guerra, occupazione e Resistenza a Collecchio (1943-45) ». E-Review. Rivista degli Istituti Storici dell'Emilia-Romagna in Rete 4 (11 novembre 2016). http://dx.doi.org/10.12977/ereview108.

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Mascio, Antonella, Cosimo Marco Scarcelli et Martina D'Ariano. « Fra i banchi di... casa. Il punto di vista dei giovani sulla didattica a distanza nei giorni del lockdown. - Among the school desks… at home. The point of view of youths on distance learning during the lockdown. » Media Education, 30 janvier 2023. http://dx.doi.org/10.36253/me-13877.

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Résumé :
La pandemia ha portato alla ridefinizione di alcune modalità tipiche della cultura scolastica, sia da parte degli insegnanti che da parte degli studenti. In questa situazione sono emerse nuove pratiche, nuovi modi di fare didattica e allo stesso tempo nuove forme di sottrazione – o ‘resistenza’ – da parte degli studenti che hanno prodotto forme ‘altre’ di cultura digitale, scolastica e universitaria. Obiettivo della ricerca che qui presentiamo è quello di indagare quanto – e soprattutto come - sono cambiate, rispetto al periodo precedente alla pandemia generata dal Covid 19, le routine degli studenti e delle studentesse della scuola di secondo grado e dell’università, considerando, in particolar modo, il ruolo dei media digitali all’interno di queste dinamiche. Il principale strumento utilizzato è stato l’intervista, somministrata a quaranta ragazze e ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado e dell’università, residenti in differenti regioni d’Italia. Le interviste, raccolte insieme a un piccolo team di studentesse e studenti coinvolti nella ricerca, hanno fatto emergere come, grazie ai media digitali, durante i periodi di pandemia ragazze e ragazzi abbiano usato una serie di tattiche di resistenza e ri-significazione degli spazi domestici, al fine di rispondere a una situazione inedita e inaspettata. Abstract in inglese The pandemic brought to the re-definition of some of the typical modalities of the scholar culture, both from the educators’ and the students’ points of view. In this situation emerged some new practices, new ways of teaching, and at the same time new forms of subtraction – or “resistance” – from the students’ side, which created “unusual” forms of digital scholastic and academic culture. The aim of this research is to investigate how much – and in particular how – the daily routine of the second grade and university students changed, compared to the previous phase of Covid 19, evaluating in particular the role of digital media inside these dynamics. The main tool used has been the interview, hand out to forty boys and girls from secondary and university degree, leaving in different Italian regions. The interviews, collected thanks to the support of a team of students involved in the research, arose that thanks to digital media, during the pandemic periods, boys and girls used several strategies such as resistance and re-signification of domestic spaces, aiming at responding to a previously unknown and unexpected situation.
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Giallauria, Francesco, Antonio Cittadini, Neil Andrew Smart et Carlo Vigorito. « Resistance training and sarcopenia ». Monaldi Archives for Chest Disease 84, no 1-2 (22 juin 2016). http://dx.doi.org/10.4081/monaldi.2015.738.

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Résumé :
<p>Aging is inexorably accompanied by a progressive decline of muscle mass, quality and strength. The resulting condition has been termed sarcopenia. Age-related sarcopenia can be accelerated by a variety of factors including changes in the hormonal milieu, inactivity, poor nutrition, chronic illness, and loss of integrity and function in the peripheral and central nervous systems. The downstream mechanisms by which these risk factors cause sarcopenia are not completely understood. Exercise training (particularly resistance training) has long been identified as the most promising method for increasing muscle mass and strength among older people. New interventions aimed at preventing muscle atrophy, promoting muscle growth and ultimately, maintaining muscle functions during aging are discussed. Understanding how age affects muscle-related gene expression, protein recycling and resynthesis, post-translational modification and turnover will be crucial to identify new treatment options. </p><p><strong>Riassunto</strong></p><p>L’invecchiamento è inesorabilmente accompagnato da un progressivo declino della massa, della qualità e della forza muscolare. La conseguente condizione viene definita sarcopenia. La sarcopenia correlata all’invecchiamento può essere accelerata da una serie di fattori tra cui le modifiche degli equilibri ormonali, la sedentarietà, la scarsa nutrizione, le patologie croniche, e la perdita di integrità e funzione del sistema nervoso centrale e periferico. I meccanismi attraverso i quali questi fattori causano sarcopenia sono ancora non completamente chiari. L’esercizio fisico (in particolare il training di resistenza) è da tempo identificato come una delle più promettenti stratefie per aumentare la massa muscolare e la forza negli anziani. Interventi mirati a prevenire la atrofia muscolare, a promuovere la crescita muscolare e, in ultima analisi, preservare le funzioni muscolari durante l’invecchiamento verranno discussi. Comprendere come l’invecchiamento interferisce con l’espressione genica ai livello muscolare, con i sistemi di riciclo e resintesi proteica, con le modifiche post-traslatzionali e il turnover, sarà cruciale per identificare e implementare nuove strategie terapeutiche.</p>
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Scordari, Chiara Carmen. « Mending a Frail Humankind : Remedial Hermeneutics and Messianic Anthropology in Joseph Soloveitchik ». Colloquia Humanistica, no 11 (21 décembre 2022). http://dx.doi.org/10.11649/ch.2757.

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Résumé :
Mending a Frail Humankind: Remedial Hermeneutics and Messianic Anthropology in Joseph SoloveitchikThis essay focuses on Joseph Soloveitchik’s re-semantization and renewal of the Jewish concept of messianism. In his view, the idea of Messiah is personified and, at the same time, deferred, as an allegory for ceaseless and ever-changing transformations, both individual and communitarian. Biblical personae endowed with a messianic impulse, such as Abraham, Esther, Mordecai, Tamar, and Ruth, are seen by Soloveitchik as eschatological and metahistorical figures, co-redeemers and co-creators with God, and models with whom human beings may identify. In this framework, particular attention will be paid to Soloveitchik’s conception of midrashic hermeneutics, as an always open process of individual and collective self-knowledge and self-redemption; and to the dialectical opposition between “revealed world” and “hidden world” as the constitutive element of Soloveitchik’s vision of the humanity-to-come.Riparare l’umanità fragile: ermeneutica correttiva e antropologia messianica in Joseph Soloveitchik In Joseph Soloveitchik l’esperienza dell’umanità post-Shoah, negativa e difettiva, suscita la contro-immagine di un’umanità futura da riparare e riconciliare. Coniugando il messianismo naturalistico-restaurativo di Maimonide con l’idea coheniana di tempo futuro ideale, Soloveitchik trasforma l’attesa in un Messia personale in progetto antropologico, sviluppando un’idea di redenzione intra-mondana, immanente all’uomo e alla storia. In questa cornice, le figure bibliche di Abramo, Ester, Mordecai, Tamar e Rut sono ri-vissute e ri-esperite come modelli escatologici e metastorici di resistenza e creatività umana, e tappe del processo di continua scoperta e attuazione di sé, nei diversi tempi e luoghi della storia, individuale e nazionale. Da qui l’idea di un’ermeneutica che si fa modalità di rivelazione e auto-comprensione storica ed esistenziale, nonché strumento di redenzione e progettazione dell’umanità-a-venire.Naprawa kruchej ludzkości: hermeneutyka naprawcza i antropologia mesjańska u Josepha Soloveitchika U Josepha Soloveitchika doświadczanie człowieczeństwa po Shoah, negatywne i ułomne, wzbudza antyobraz przyszłej ludzkości, którą należy naprawić i zaprowadzić wśród niej zgodę. Łącząc naturalistyczno-restauracyjny mesjanizm Majmonidesa z kohenowską ideą idealnej przyszłości, Soloveitchik przekształca oczekiwanie na osobowego Mesjasza w projekt antropologiczny, rozwijając ideę wewnątrzświatowego zbawienia, immanentnego zarówno dla człowieka, jak i historii. W tym ujęciu biblijne postacie Abrahama, Estery, Mordechaja, Tamar i Rut są ponownie przywoływane i doświadczane jako eschatologiczne oraz metahistoryczne modele ludzkiego oporu i twórczości – etapy w procesie ciągłego poznania i aktualizacji własnego ja, które zachodzą w różnych czasach i momentach historii tak indywidualnej, jak i narodowej. Stąd idea hermeneutyki, która staje się modalnością historycznego i egzystencjalnego objawienia i samorozumienia, ale także instrumentem odkupienia i planowania przyszłej ludzkości.
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