Articles de revues sur le sujet « Reperti archeologici »

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Steensma, Niels. « Satricum – Scavi e reperti archeologici. Exhibition in Le Ferriere, province of Latina, Italy, 201-2017 and M. Gnade (ed.), 2007. Satricum. Trenta anni di scavi olandesi, Amsterdam : Amsterdams Archeologisch Centrum, Universiteit van Amsterdam ». Ex Novo : Journal of Archaeology 1 (31 décembre 2016) : 121–27. http://dx.doi.org/10.32028/exnovo.v1i0.402.

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Satricum – Scavi e reperti archeologici. Exhibition in Le Ferriere, province of Latina, Italy, 11 June 2014 – 11 January 2015 (prolonged until 1 June 2017) and Gnade (ed.), 2007. Satricum. Trenta anni di scavi olandesi, Am­sterdam: Amsterdams Archeologisch Centrum, Universiteit van Amsterdam. ISBN 978-90-78863-14-4. 208 pp., €25,00
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Revello Lami, Martina. « Disegnare per Osservare, Capire, Raccontare. Conversazione con Agostino Sotgia ». Ex Novo : Journal of Archaeology 6 (11 février 2022) : 217–27. http://dx.doi.org/10.32028/vol6isspp217-227.

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Agostino Sotgia (Roma, 1990) è dottorando in archeologia preistorica presso la “Sapienza – Università di Roma” e la “RUG – University of Groningen”. Si occupa prevalentemente di Landscape Archaeology con particolare attenzione alla ricostruzione dei paesaggi agro-pastorali antichi in Etruria Meridionale a cavallo del I millennio a.C. Precedentemente si è interessato alla cultura materiale con una serie di studi sulle fornaci e le aree produttive per il vasellame ceramico in Italia peninsulare tra Età del bronzo e Età arcaica. All’attività di ricerca ha affiancato anche quella di sorveglianza archeologica nei cantieri per la creazione dell’infrastrutture della fibra ottica e del Gas. Collabora, inoltre, come disegnatore di reperti archeologici presso numerosi gruppi di ricerca e singoli ricercatori.
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Fabbrini, M. « Reperti archeologici nella città vecchia di Nablus ». Liber Annuus 55 (janvier 2005) : 355–62. http://dx.doi.org/10.1484/j.la.2.303623.

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Serlorenzi, Mirella, Fulvio Coletti, Lino Traini et Stefano Camporeale. « Il Progetto Domus Tiberiana (Roma). Gli approvvigionamenti di laterizi per i cantieri adrianei lungo la Nova Via ». Arqueología de la Arquitectura, no 13 (17 janvier 2017) : 045. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.163.

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[it] Il progetto Domus Tiberiana, iniziato nel 2013 e coordinato dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, ha come scopo il nuovo e complessivo studio del primo palazzo imperiale sul Palatino. Diversi aspetti vengono considerati, integrando fra loro i risultati delle ricerche precedenti e delle nuove indagini, archiviati nel GIS SITAR della Soprintendenza: studio della stratigrafia muraria, delle tecniche edilizie, delle decorazioni, dei reperti archeologici e dei restauri architettonici. In questo articolo sono esposti i primi risultati dell’indagine condotta sulle tecniche e i materiali da costruzione dell’isolato adrianeo nel tratto occidentale della Nova Via, costruito insieme all’ampliamento dell’angolo NordOvest della Domus. In particolare, l’analisi metrologica dei laterizi ha chiarito come gli approvvigionamenti di bipedali, sesquipedali, bessali, tegole fratte e laterizi di reimpiego venissero redistribuiti all’interno dell’edificio. La ripartizione delle tecniche edilizie nelle diverse porzioni murarie obbediva, infatti, a una razionale logica economica e strutturale.
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Perkins, P., et S. Schafer. « The excavation of the Villa Pigneto Sacchetti ». Papers of the British School at Rome 68 (novembre 2000) : 269–320. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003950.

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LO SCAVO DELLA VILLA PIGNETO SACCHETTII resti della Villa Pigneto Sacchetti, progettata da Pietro da Cortona, sono stati localizzati e parzialmente scavati nel 1992. Lo scavo ha rivelato che il Casino è sopravvissuto appena sopra il livello di fondazione e che anche le parti più interne del ninfeo e della grotta sono sopravvissute. I risultati dello scavo consentono una rivalutazione della correttezza delle piante del XVIIII secolo. Due fasi di sviluppo sono state riconosciute — inizialmente una piccola fontana, e successivamente una villa di più grandi dimensioni con un ninfeo e una grotta. La villa è risultata essere di progetto originale e non una ristrutturazione di un edificio gia esistente, come creduto in precedenza. L'analisi dei resti archeologici e dei documenti che sono sopravvissuti consente una rivalutazione della datazione della costruzione, con una prima fase risalente alia metà del 1637 ed una seconda ad un periodo che va dal 1638 al 1644. I reperti archeologici sono pochi, ma la presenza di una serie di vasi da fiori con disegni araldici papali è degna di nota.
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Donnici, Fabio. « Collezioni e collezionisti di reperti archeologici in Basilicata tra il XVIII e gli inizi del XX secolo ». ACME 74, no 2 (14 septembre 2022) : 41–94. http://dx.doi.org/10.54103/2282-0035/18662.

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Résumé :
Ad oggi non esistono in letteratura studi specificatamente dedicati al collezionismo privato di antichità in Basilicata, al contrario di quanto avvenuto in altre regioni limitrofe del Meridione d’Italia. Eppure, ad un’attenta disamina delle fonti bibliografiche e archivistiche – queste ultime per lo più inedite – disponibili, appare evidente come questo territorio molto ricco sotto il profilo archeologico abbia in realtà conosciuto, tra il XVIII e gli inizi del XX secolo, numerose ed importanti esperienze collezionistiche a livello locale. Nel presente contributo si cercherà per la prima volta non solo di enuclearne sistematicamente episodi e protagonisti principali, ma anche di delinearne alcune linee di tendenza generali e seguirne l’evoluzione di forme e contenuti nel corso del tempo. L’intento che si vuole perseguire, in altre parole, è quello di giungere ad una messa a fuoco della “cultura collezionistica” lucana, la quale pare perfettamente inserirsi e trovare ragion d’essere nella più ampia cultura antiquaria italiana e europea del periodo considerato, offrendo al contempo nuovi dati per la conoscenza di una delle sue espressioni più peculiari: la pratica di ricercare e raccogliere testimonianze materiali del passato al fine di elaborare nuove costruzioni identitarie nel presente.
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Raffaele Catuogno, Teresa Della Corte, Veronica Marino et Victoria Andrea Cotella. « Archeologia e architettura nella rappresentazione della c.d. Tomba di Agrippina a Bacoli, una ‘presenza preziosa’ tra genius loci e potenzialità di intervento. » Mimesis.jasd 1, no 1 (5 août 2021) : 137–54. http://dx.doi.org/10.56205/mim.1-1.7.

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Résumé :
L’indagine nel sito architettonico-archeologico che fu antico teatro romano sul mare poi trasformatoin ninfeo - erroneamente denominato Tomba di Agrippina - intende affidare alla dimensioneastratta e conoscitiva della rappresentazione la restituzione dei significati del manufatto come‘presenza preziosa’ nel paesaggio urbano di Bacoli. L’approccio di indagine, avvicinandosialla insita dimensione metaprogettuale del rilievo, si propone di suggerire linee di indirizzo permirate strategie di rigenerazione del patrimonio culturale flegreo, laddove l’espansione urbana nonpianificata ci restituisce una mappa territoriale priva di segni di connessione tra le attuali zoneurbanizzate e i resti dei pregevoli manufatti antichi. Diffusamente, e in particolare nel caso inesame, i ritrovamenti archeologici rivelano problematiche compenetrazioni con l’edilizia moderna.I preziosi reperti, spesso ancora parzialmente interrati o inagibili, esigono decisioni e interventidi integrazione che facciano riferimento alle peculiarità territoriali e che, confermandone le azionidi tutela, consentano nuove forme di accessibilità ai siti, attivabili attraverso operazioni dirappresentazione digitale del patrimonio che implementino livelli di fruizione alternativi allavisita diretta.Muovendo da questa esigenza, l’orientamento metodologico della ricerca è inteso ad assumerela digitalizzazione dei processi in ogni fase di lavoro. Obiettivo prioritario è rendere disponibilimodelli tridimensionali del sito, sezionabili ed interrogabili secondo diversi livelli semantici,sia durante la prima fase di acquisizione dei dati (SAPR, TLS), sia in quelle successive dimodellazione (modello virtuale e ABIM) e di consultazione-interrogazione dei simulacri che siprestano a rappresentare in maniera efficace e propositiva il sistema spaziale complessivo e gliapparati figurativi puntualmente esaminati.
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Fattorini, Simone. « I COLEOTTERI TENEBRIONIDI DI ROMA (Coleoptera, Tenebrionidae) ». Fragmenta Entomologica 45, no 1-2 (31 octobre 2013) : 87. http://dx.doi.org/10.4081/fe.2013.21.

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Résumé :
In base alla revisione dei dati di letteratura e all’esame di circa 2000 esemplari raccolti a Roma dal 1880 ai nostri giorni, è stata accertata la presenza in questa città di 45 specie di Tenebrionidi, ovvero oltre il 26% delle specie e sottospecie di Tenebrionidi note per l’Italia peninsulare. Altre 18 specie, di cui è stato esaminato materiale cartellinato “Roma” o citato di questa città, sono da considerarsi certamente o verosimilmente estranee. 11 specie citate da Gardini (1997) sono rimosse dalla fauna di Roma, mentre ne vengono segnalate per la prima volta altre 29. Di ogni specie sono indicati: i dati riguardanti il materiale esaminato, i dati di letteratura, la distribuzione, l’ecologia, la distribuzione ambientale nella città di Roma. In base all’estensione temporale delle ricerche, l’elenco fornito dovrebbe essere considerato pressoché completo. Specie rare sono <em>B. gigas</em>,<em> B. lethifera, C. atropos, M. tibialis, G. obscurum, S. metallica, Corticues</em> spp. e <em>N. picipes</em>. Per alcune di esse sono noti pochi reperti, prevalentemente di vecchia data. Alcune specie presenti a Roma mostrano una generale rarefazione, anche in ambienti naturali, probabilmente a causa di pressioni antropiche. Specie considerate un tempo comuni a Roma (come <em>T. italica, A. bacarozzo, Gonocephalum spp., O. sabulosum o N. planippennis</em>) sono oggi piuttosto rare o localizzate, mentre specie con una più ristretta tolleranza ecologica (come <em>C. atropos, M. tibialis, S. metallica, P. violacea, Corticeus spp</em>.) sono probabilmente divenute molto rare o si sono estinte a Roma. Le specie che hanno avuto maggior successo nella colonizzazione degli ambineti urbani sono elementi xerotermofili, o con ampia tolleranza ecologica, come<em> A. luigionii, S. striatus, B. gibba</em> e <em>P. meridianus.,</em> specie tipiche di ambienti aperti ed aridi, comuni nei giardini, nei parchi, nei siti archeologici, nelle aree ruderali, ecc. La presenza nella città di queste specie, tuttora abbondanti, può essere seriamente compromessa dalle operazioni di pulizia delle aree verdi, dall’inquinamento e dalla espansione urbanistica.
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Rowland, Robert J., et Andreina Ricci. « Progetto i nuraghi. Ricognizione archeologica in Ogliastra, Barbagia, Sarcidano : I reperti ». American Journal of Archaeology 98, no 1 (janvier 1994) : 171. http://dx.doi.org/10.2307/506234.

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King, N. « An archaeological field survey near Campagnano di Roma, southern Etruria ». Papers of the British School at Rome 61 (novembre 1993) : 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009958.

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RILEVAMENTO ARCHEOLOGICO NELLA ZONA DI CAMPAGNANO DI ROMA, ETRURIA MERIDIONALEUn rilevamento archeologico di piccola scala fu intrapreso ad ovest di Campagnano di Roma con due scopi. Il primo era quello di localizzare la rotta meridionale di una strada romana conosciuta a Vallelunga e che si pensa si congiungesse all'antica Via Cassia nei pressi del cratere di Baccano. Il secondo scopo era quello di valutare la natura dei reperti di superficie nell'area, a vent'anni dalla fine del ‘South Etruria Survey’. Oltre vent'anni di agricoltura intensiva e l'introduzione delle moderne tecniche di aratura profonda si pensa abbiano potuto influenzare il grado di recupero del materiale. I risultati del rilevamento, presentati in forma di tabella e figure, sembrano confermare questa ipotesi. Per la strada romana sono state trovate due possibili rotte e sono stati inoltre raccolti frammenti di materiale che vanno da una probabile epoca preistorica all'alto medioevo.
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Fulford, Michael, et Andrew Wallace-Hadrill. « Towards a history of pre-Roman Pompeii : excavations beneath the House of Amarantus (I.9.11–12), 1995–8 ». Papers of the British School at Rome 67 (novembre 1999) : 37–144. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004529.

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VERSO UNA STORIA DELLA POMPEI PRE-ROMANA: SCAVI AL DI SOTTO DELLA CASA DI AMARANTO (I.9.11–12), 1995–8Scavi condotti al di sotto della casa di Amaranto (I.9.11–12) a Pompei hanno prodotto evidenze della più antica occupazione dell'area. Tali ritrovamenti sono discussi nel presente articolo. Con l'eccezione di alcune tracce di presenza preistorica, la sequenza va dal VI al I secolo a.C, quando la casa fu costruita. Un resoconto della sequenza stratigrafica è presentato insieme ad una descrizione dei vari reperti, in particolare la ceramica, i resti faunistici e quelli botanici. Il recupero di una parte della struttura del sesto secolo, che ha uno stesso orientamento rispetto a quello della casa del primo secolo, e del tracciato stradale ad esse associato, porta a considerazioni sullo sviluppo e la natura della città nel periodo arcaico. Viene qui suggerito che la topografia della parte orientale della città si sia originata già alla fine del sesto secolo. Altri aspetti dell'evidenza archeologica, quali la continuità dell'occupazione, le attività economiche, le attività rituali e cambiamenti nella densità dell'occupazione, vengono anche discussi.
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Мингазов, Шамиль Рафхатович. « БУЛГАРСКИЕ РЫЦАРИ ЛАНГОБАРДСКОГО КОРОЛЕВСТВА ». Археология Евразийских степей, no 6 (20 décembre 2020) : 132–56. http://dx.doi.org/10.24852/2587-6112.2020.6.132.156.

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Настоящая работа является первым общим описанием на русском языке двух некрополей Кампокиаро (Кампобассо, Италия) – Виченне и Морионе, датируемых последней третью VII в. – началом VIII в. Культурное содержание некрополей показывает прочные связи с населением центральноазиатского происхождения. Важнейшим признаком некрополей являются захоронения с конем, соответствующие евразийскому кочевому погребальному обряду. Автор поддержал выводы европейских исследователей о том, что с большой долей вероятности некрополи оставлены булгарами дукса–гаштальда Алзеко, зафиксированными Павлом Диаконом в VIII в. на территориях Бояно, Сепино и Изернии. Аналогии некрополей Кампокиаро с погребениями Аварского каганата показывают присутствие в аварском обществе булгар со схожим погребальным обрядом. Из тысяч погребений с конем, оставленных аварским населением, булгарам могла принадлежать большая часть. Авары и булгары составляли основу и правящую верхушку каганата. Народ Алзеко являлся той частью булгар, которая в 631 г. боролась за каганский престол, что указывает на высокое положение булгар и их большое количество. После поражения эта группа булгар мигрировала последовательно в Баварию, Карантанию и Италию. Несколько десятков лет проживания в венедской, а затем в лангобардской и романской среде привели к гетерогенности погребального инвентаря, но не изменили сам обряд. Булгары лангобардского королевства составляли новый военный слой, который представлял из себя профессиональную кавалерию, получивший землю. Эта конная дружина является ранним примером европейского феодального воинского и социального сословия, которое станет называться рыцарством. Библиографические ссылки Акимова М.С. Материалы к антропологии ранних болгар // Генинг В.Ф., Халиков А.Х. Ранние болгары на Волге (Больше–Тарханский могильник). М.: Наука, 1964. С. 177–191. Амброз А.К. Кинжалы VI – VIII вв, с двумя выступами на ножнах // СА. 1986. № 4. С. 53–73. Безуглов С.И., Ильюков Л.С. Памятник позднегуннской эпохи в устье Дона // Средневековые древности Дона / Ред. Ю.К. Гугуев. М.–Иерусалим: Мосты и культуры, 2007. C. 25–48. Бешевлиев В. Пръвобългарите. История, бит и култура. Пловдив: Фондация «Българско историческо наследство», 2008. 505 с. Гавритухин И.О., Иванов А.Г. Погребение 552 Варнинского могильника и некоторые вопросы изучения раннесредневековых культур Поволжья // Пермский мир в раннем средневековье / Отв. ред. А.Г. Иванов. Ижевск: УИИЯЛ УрО РАН, 1999. С. 99–159. Добиаш–Рождественская О.А. Ранний фриульский минускул и одна из проблем жизни и творчества лангобардского историка VIII в. // Вспомогательные исторические дисциплины / Под ред. А. С. Орлова. М.; Л.: Изд–во АН СССР, 1937. С. 109–140. Засецкая И.П. Культура кочевников южнорусских степей в гуннскую эпоху (конец IV–V вв.). СПб.: АО "Эллипс", 1994. 221 с. Казанский М.М. Оногуры в постгуннское время на Дону // Дивногорский сборник / Труды музея-заповедника «Дивногорье». Вып. 6. / под ред. А. З. Винникова. Воронеж: Изд.– полигр. центр «Научная книга», 2016. С. 96–111. Казанский М.М. Хронологические индикаторы степных древностей постгуннского времени в Восточной Европе // НАВ. 2019. Т. 18 (2). С. 109–124. Кардини Ф. Истоки средневекового рыцарства // Пер. с ит. В.П. Гайдук / Общ. ред. В.И. Уколова, Л.А. Котельникова. М.: Прогресс, 1987. 384 с. Комар А.В., Кубышев А.И., Орлов Р.С. Погребения кочевников VI–VII вв. из Северо–Западного Приазовья // Степи Европы в эпоху средневековья. Т. 5. Хазарское время / Гл.ред. А.В.Евглевский Донецк: ДонНУ, 2006. С. 245–376. Кондукторова Т.С. Антропологическая характеристика черепов из Верхнего Чир–Юртовского могильника в Дагестане // ВА. 1967. Вып. 25. С. 117–129. Красильников К.И. Могильник древних болгар у с. Желтое на Северском Донце // Проблеми на прабългарската история и култура. София: БАН, Нац. Археол. институт с музей филиал Шумен, Аргес, 1991. Т. 2. С. 62–81. Красильников К.И., Красильникова Л.И. 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Следы взаимовлияния европейской и азиатской социокультурных моделей: булгары в Италии (VI–VIII вв.) // Восточная Европа в древности и средневековье. Сравнительные исследования социокультурных практик: XXXII Чтения памяти члена корреспондента АН СССР В.Т. Пашуто. Москва, 15–17 апреля 2020 / Отв. Ред. Е. А. Мельникова. М.: Институт всеобщей истории РАН, 2020. С. 162–166. Нестеров С.П. Конь в культах тюркоязычных племен Центральной Азии в эпоху средневековья. Новосибирск: Наука. Сиб. отд–ие АН СССР, 1990. 143 с. Павел Диакон. История лангобардов / Пер. с лат., ст. Ю.Б. Циркина. СПб.: Азбука–классика, 2008. 318 с. Решетова И.К. Население донецко–донского междуречья в раннем средневековье: Палеоантропологическое исследование. СПб.: Нестор–История, 2015. 132 с. Решетова И.К. Описание индивидов с трепанированными черепами среди носителей Салтово–маяцкой культуры: медицинская практика или культ? // Этнографическое обозрение. 2012. № 5. С. 151–157. 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Résumé :
ARCHEOLOGIA DI UNA POLIS ETRUSCA: RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO TUSCANIA (STAGIONI 1986 E 1987)La comunicazione riguarda i risultati preliminari delle prime due stagioni di intensa ricognizione di superficie nella campagna circostante la città di Tuscania. Questo progetto della British School at Rome in collaborazione con l'università di Manchester, è diacronico in quanto si raccolgono reperti di superficie di tutti i periodi principali dalla preistoria al medioevo, ma con particolare interesse per il periodo etrusco, e si cerca di documentare tramite la sola ricognizione di superficie, la gerarchia di insediamento di un tipico centro etrusco di media grandezza. Nella prima fase di questo progetto sono stati percorsi transetti immediatamente a nord, sud, ovest ed est della città. Risultati preliminari sono pubblicati alle figure 2–5: queste carte sono solo provvisorie—non includono i dati “off site”, e le suddivisioni cronologiche derivano esclusivamente dall'analisi della ceramica fine; il futuro studio della ceramica grezza e delle tegole apporterà certamente qualche correzione a tale cronologia. Ciò nonostante due degli elementi interessanti già emersi sono l'improvvisa proliferazione di insediamenti avvenuta nel periodo etrusco, e l'esistenza di un “territorio agricolo” che si estendeva per un raggio di 4 o 5 km attorno alia città, mentre in epoca romana ville e fattorie erano distribuite più o meno regolarmente in tutta la campagna.
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Peña, J. Theodore. « Two tales of the city : final reports from the Caelian ‘Caput Africae’ and the Meta Sudans - C. PAVOLINI (a cura di), CAPUT AFRICAE I : INDAGINI ARCHEOLOGICHE A PIAZZA CELIMONTANA (1984-1988). LA STORIA, LO SCAVO, L'AMBIENTE (Archeologia di Roma ; Soprintendenza Archeologica di Roma/Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Rome, 1993). Pp. 363, fig. 190, tav. 12. ISBN 88-240-0398-2. Lit. 120,000. - C. PAVOLINI (coordinamento di), CAPUT AFRICAE II : INDAGINI ARCHEOLOGICHE A PIAZZA CELIMONTANA (1984-1988). TUTTE LE MONETE. LA CERAMICA E GLI ALTRI REPERTI DI ETÀ POST-CLASSICA (1997). Pp. 116, tav. 11. ISBN 88-240-3809-3. Lit. 70,000. - C. PANELLA (a cura di), META SUDANS I : UN AREA SACRA ‘IN PALATIO’ E LA VALLE DEL COLOSSEO PRIMA E DOPO NERONE (Archeologia di Roma ; Soprintendenza Archeologica di Roma/Università di Roma “La Sapienza”/Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Rome, 1996). Pp. 234, fig. 184. ISBN 88-240-3950-2. Lit. 70,000. » Journal of Roman Archaeology 13 (2000) : 549–58. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759400019255.

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Andryeyev, Vitaliy, Svitlana Andryeyeva et Oleksandr Kariaka. « Mykhailo Bernov as a Pioneer of Hiking Tourism : Travel through Spain and Algeria (Part II. Algeria. February 1894 – May 1894) ». Kyiv Historical Studies 14, no 1 (2022) : 8–19. http://dx.doi.org/10.28925/2524-0757.2022.11.

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Résumé :
This article gives careful consideration to the route of Mykhailo Bernov’s hiking journey through the colonial possessions of France in North Africa in 1894 while he was a correspondent for the Parisian publication «Le Petit Journal». The source basis of the study is his work “Spain, Algeria and the Sahara” (St. Petersburg, 1899) and data from French periodicals (metropolitan and colonial). Attention is paid to Mykhailo Bernov’s perception of the peculiarities of the national character and way of life of the peoples who inhabited the region at the end of the 19th century. In fact, he was faced with the task of overcoming the “barrier of civilization” and he correctly identified the main “watershed” that should at least try to “cross”. This is religion. Mykhailo Bernov paid great attention to acquaintance with natural objects such as deserts, mountains, Hammam-Meskutin. His visits to the monuments of antiquity – ancient Roman cities (mostly ruins of the late Roman period) – Hipon-Regia near Bonn, near Batna – Lambes and Timgad, a Roman colony on the way to Carthage – are described separately. He calls Timgad “Algerian Pompeii” – the city has survived thanks to the sands, the onset of the desert due to climate change. Mykhailo Bernov noted that the Arab, classical and general ancient monuments in Algeria are in good condition. They are not destroyed specially, not stretched, as in the “South of Russia” for building materials. Bernov carefully captures interethnic contradictions in the cultural, national, political and administrative spheres, in fact, he ignores the ways to solve these problems. Mykhailo Bernov’s contribution to the popularisation of hiking and acquaintance of the general public with the tourist potential of Algeria and partly Tunisia is determined. It is shown that Bernov partially repeats the stamps and uses terminology to denote ethnonyms and social statuses, which have acquired a negative connotation in the modern world. His descriptions of many cultural, archeological and natural sites, which have significantly changed their appearance today, can be considered positive.
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Suryanto, Rusyad Adi, Toetik Koesbardiati, Delita Bayu Murti, Ahmad Yudianto et Anak Agung Putu Santiasa Putra. « Karakteristik Genetik Populasi Kuno Pulau Bali : Sanur dan Gilimanuk ». Berkala Arkeologi Sangkhakala 17, no 1 (5 janvier 2018) : 39. http://dx.doi.org/10.24832/bas.v17i1.92.

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Résumé :
AbstractThe study of ancient human migration and peopling in Indonesia still raises debate until now, both from the perspective of biological anthropology, human genetics or archaeological. The debate was always open space again to do some research about that. We concentrated with samples of ancient Bali, the findings of human remains from Gilimanuk (Melaya, Jembrana) and Semawang (Sanur, Denpasar). Relatively, Bali is an island located in the centre of Indonesian Archipelago, which may represent a major pathway of human migration and distribution according to the outer arc islands. The research aimed to describe human genetic variation of the two archeological sites of ancient Bali. Based locus short tandem repeats (STR) combined DNA index system (CODIS), which CSF1PO, TH01 and TP0X, the research took a sample of six individual human ancient Bali, which includes each of the three individual from Semawang and Gilimanuk site. The process of genetic research has been done at the Institute of Tropical Disease Laboratory of Human Genetics, Airlangga University. Semawang and Gilimanuk derived from different populations based on the analysis of its CTT loci visualization. The results with reference to all possible aspects of archaeology and biological anthropology further enrich the wealth of knowledge about human migration events in Indonesia around the Neolithic period, the early times of increasingly massive mongoloid migrations to the Archipelago region. The results also further strengthen the results of previous genetic studies of Bali population. Balinese has undergone a genetic mixture of various immigrant populations since the Neolithic period.AbstrakPenelitian migrasi dan penghunian manusia kuno di Indonesia masih memunculkan perdebatan sampai kini, baik dari perspektif antropologi biologis, genetika manusia atau arkeologis. Perdebatan itu selalu membuka ruang lagi untuk melakukan penelitian perihal itu. Kali ini kami berkonsentrasi dengan sampel Bali Kuno, yakni temuan sisa-sisa manusia dari Gilimanuk (Melaya, Jembrana) dan Semawang (Sanur, Denpasar). Bali merupakan pulau yang relatif terletak di tengah gugusan kepulauan Indonesia, di mana dapat mewakili jalur besar migrasi dan persebaran manusia seturut rute pulau-pulau busur luarnya. Penelitian ini bertujuan untuk mendeskripsikan variasi genetik manusia kuno dari dua situs arkeologis Bali itu. Berdasarkan lokus short tandem repeats (STR) combined DNA index system (CODIS), yakni CSF1PO, TH01 dan TP0X, penelitian ini mengambil sampel enam individu manusia Bali Kuno, yang meliputi masing-masing tiga individu Semawang dan Gilimanuk. Proses penelitian genetik itu telah dikerjakan di Laboratory of Human Genetics, Institute of Tropical Disease, Universitas Airlangga. Sampel Semawang dan Gilimanuk berasal dari populasi yang berbeda berdasarkan analisis visualisasi lokus CTT-nya. Hasil penelitian ini dengan merujuk semua kemungkinan aspek arkeologis dan antropologi biologisnya makin memperkaya khazanah pengetahuan tentang peristiwa migrasi manusia di Indonesia sekitar masa Neolitik, yang menjadi masa awal makin masifnya migrasi Mongoloid ke kawasan Nusantara. Hasil penelitian ini juga makin menguatkan hasil-hasil penelitian genetika populasi Bali sebelumnya bahwa populasi Bali dari sejak Neolitik sampai sekitar masa yang lebih resen diturunkan oleh banyak leluhur atau banyak sumber gen. Penduduk Bali telah mengalami percampuran genetik dari berbagai populasi pendatang sejak Neolitik atau awal Tarikh Masehi.
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Dias, Íris, Carlos Pereira, Elisa Sousa et Ana Margarida Arruda. « Aspectos cotidianos romanos en el Algarve. Los artefactos de hueso de Monte Molião (Lagos, Portugal) ». Vínculos de Historia Revista del Departamento de Historia de la Universidad de Castilla-La Mancha, no 11 (22 juin 2022) : 311–38. http://dx.doi.org/10.18239/vdh_2022.11.14.

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Résumé :
Las excavaciones arqueológicas realizadas en Monte Molião permitieron la recogida de un importante conjunto de artefactos de hueso pulido, de la Edad del Hierro y de época Romana, que supone un total de 80 piezas. Están distribuidas por distintas categorías funcionales, relacionadas con el adorno personal, con la actividad textil, con el juego y con la escritura. Otros integran la categoría de complementos de muebles. El conjunto es revelador de la presencia, en el sur de Portugal, de individuos con costumbres y usanzas que siguen patrones estéticos y sociales del Mediterráneo romanizado.Palabras clave: Algarve romano, mundus muliebris, textiles, ludi, stiliTopónimo: PortugalPeriodo: Edad del Hierro, época romana ABSTRACTThe archaeological digs undertaken in in Monte Molião led to the discovery of 80 bone artefacts, dating from Iron Age and Roman times. They are divided into several functional categories, connected with personal adornment, textile activity, games, and writing. Others correspond to furniture complements. They reveal the presence in the south of Portugal of individuals with customs and practices that follow specific aesthetic patterns of the Romanized Mediterranean. Keywords: Roman Algarve, mundus muliebris, textiles activities, ludi, stiliPlace names: PortugalPeriod: Iron Age, Roman times REFERENCIASAlarcão, J. de, Étienne, R., Alarcão, A. y Ponte, S. da (1979), “Les accessoires de la toilette et de l’habitallaments”, en J. de Alarcão y R. Étienne (dir.), Fouilles de Conimbriga, VII, Trouvailles diverses 80, Paris, E. De Boccard.Almagro Basch, M. (1955), Las Necrópolis de Ampurias: Necrópolis romanas y necrópolis indígenas, Barcelona, Seix y Barral.Alonso López, J. y Sabio González, R. (2012), “Instrumentos de escritura en Augusta Emerita. Los stili o estiletes”, Revista de Estudios Extremeños, LXVIII, III, pp. 1001-1024.Andreu Pintado, J. 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Résumé :
Migliaia di reperti ceramici sono emersi da indagini archeologiche tra gli anni '80 del XX secolo e il 2014 a Venezia e Mestre, nella vicina terraferma: nell’ex-convento dei Frari a San Polo, pregevoli graffite del primo Rinascimento e una maiolica a lustro, usate come riempimento del soffitto a volte di un salone; a S. Pietro di Castello, S. Giobbe a Cannaregio e S. Maria delle Grazie a Mestre immondezzai hanno restituito invetriate monocrome o dipinte su ingobbio, graffite, maiolica berettina. Ben attestate le maioliche dalla Romagna, specie “berettina” e "stile compendiario"; da S. Giobbe provengono anche un albarello in fritware, crogioli, pietra ollare e reperti vitrei.
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Bellia, Angela. « Musica e archeologia. Immagini, reperti, e strumenti musicali nel museo archeologico regionale “Pietro Griffo” di Agrigento ». Les Carnets de l'ACoSt, no 10 (1 juin 2013). http://dx.doi.org/10.4000/acost.772.

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Arslan Pitcher, Lynn, et Gianluca Mete. « Una casa repubblicana nel vicus di Bedriacum ». LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, 14 novembre 2022, 187–206. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/19004.

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Résumé :
Viene presentato lo scavo di un edificio in legno, pisé e opus craticum sito nel “Campo del Generale” avvenuto nel 1996 nella località Costa di Sant’Andrea nel territorio di Calvatone in provincia di Cremona (luogo dell’antico vicus di Bedriacum). L’intervento (saggio 6/96) fu eseguito dalla Soprintendenza Archeologica della Lombardia. Si tratta di una casa databile dalla fine del II sec. a.C. agli ultimi decenni del I sec. a.C. Fino ad ora è l’unica casa del vicus che non utilizzi laterizi e presenti caratteristiche più simili a strutture protostoriche che a quelle romane. L’analisi dei reperti trovati durante gli scavi 1988-96 porta a supporre l’esistenza di una koiné mista con genti indigene e coloni romani che convivono strettamente.
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Russo, Alfonsina. « Domus Aurea in-Visibile : dalla ricerca alla fruizione ». LANX. Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici - Università degli Studi di Milano, 19 juillet 2022, 72–84. http://dx.doi.org/10.54103/2035-4797/18368.

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Résumé :
Questo contributo intende presentare le attività di studio e di catalogazione dei reperti rinvenuti nella Domus Aurea. Si tratta di un intervento che rientra in un progetto più complessivo del Parco archeologico del Colosseo, finalizzato, in primo luogo, a ricontestualizzare i reperti conservati nei depositi. Il progetto, nella prima fase, ha riguardato lo studio e l’analisi dei frammenti marmorei rinvenuti nella Domus Aurea allo scopo, in prima istanza, di ritrovare quanto resta delle sontuose sculture e delle decorazioni architettoniche che dovevano ornare la reggia di Nerone. E “scavando” nei depositi si è individuato un raffinato capitello di colonna di tipo corinzieggiante in marmo proconnesio, recentemente restaurato e che, insieme ad alcune sculture, sempre pertinenti alla Domus Aurea, è stato posizionato lungo il rinnovato percorso di visita. Il capitello rientra nel gruppo con motivo a lira, che, a partire dall’età augustea, si diffonde su larga scala a Roma e si inserisce nella vasta produzione destinata a soddisfare le esigenze di ostentazione del lusso delle committenze aristocratiche e imperiali. Riveste inoltre un particolare interesse il fatto che se ne conoscano i dati di rinvenimento e un’indicazione cronologica certa, in quanto coerente con il periodo di costruzione della Domus Aurea (64-68 d.C.).
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Shahid, Muhammad Shafiq, Muhammad Naeem Sattar, Zafar Iqbal, Amir Raza et Abdullah M. Al-Sadi. « Next-Generation Sequencing and the CRISPR-Cas Nexus : A Molecular Plant Virology Perspective ». Frontiers in Microbiology 11 (12 janvier 2021). http://dx.doi.org/10.3389/fmicb.2020.609376.

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Résumé :
In recent years, next-generation sequencing (NGS) and contemporary Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats (CRISPR)-CRISPR-associated (Cas) technologies have revolutionized the life sciences and the field of plant virology. Both these technologies offer an unparalleled platform for sequencing and deciphering viral metagenomes promptly. Over the past two decades, NGS technologies have improved enormously and have impacted plant virology. NGS has enabled the detection of plant viruses that were previously undetectable by conventional approaches, such as quarantine and archeological plant samples, and has helped to track the evolutionary footprints of viral pathogens. The CRISPR-Cas-based genome editing (GE) and detection techniques have enabled the development of effective approaches to virus resistance. Different versions of CRISPR-Cas have been employed to successfully confer resistance against diverse plant viruses by directly targeting the virus genome or indirectly editing certain host susceptibility factors. Applications of CRISPR-Cas systems include targeted insertion and/or deletion, site-directed mutagenesis, induction/expression/repression of the gene(s), epigenome re-modeling, and SNPs detection. The CRISPR-Cas toolbox has been equipped with precision GE tools to engineer the target genome with and without double-stranded (ds) breaks or donor templates. This technique has also enabled the generation of transgene-free genetically engineered plants, DNA repair, base substitution, prime editing, detection of small molecules, and biosensing in plant virology. This review discusses the utilities, advantages, applications, bottlenecks of NGS, and CRISPR-Cas in plant virology.
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Ma, Xiaokai, Li’ang Yu, Mahpara Fatima, William H. Wadlington, Amanda M. Hulse-Kemp, Xingtan Zhang, Shengcheng Zhang et al. « The spinach YY genome reveals sex chromosome evolution, domestication, and introgression history of the species ». Genome Biology 23, no 1 (7 mars 2022). http://dx.doi.org/10.1186/s13059-022-02633-x.

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Résumé :
Abstract Background Spinach (Spinacia oleracea L.) is a dioecious species with an XY sex chromosome system, but its Y chromosome has not been fully characterized. Our knowledge about the history of its domestication and improvement remains limited. Results A high-quality YY genome of spinach is assembled into 952 Mb in six pseudo-chromosomes. By a combination of genetic mapping, Genome-Wide Association Studies, and genomic analysis, we characterize a 17.42-Mb sex determination region (SDR) on chromosome 1. The sex chromosomes of spinach evolved when an insertion containing sex determination genes occurred, followed by a large genomic inversion about 1.98 Mya. A subsequent burst of SDR-specific repeats (0.1–0.15 Mya) explains the large size of this SDR. We identify a Y-specific gene, NRT1/PTR 6.4 which resides in this insertion, as a strong candidate for the sex determination or differentiation factor. Resequencing of 112 spinach genomes reveals a severe domestication bottleneck approximately 10.87 Kya, which dates the domestication of spinach 7000 years earlier than the archeological record. We demonstrate that a strong selection signal associated with internode elongation and leaf area expansion is associated with domestication of edibility traits in spinach. We find that several strong genomic introgressions from the wild species Spinacia turkestanica and Spinacia tetrandra harbor desirable alleles of genes related to downy mildew resistance, frost resistance, leaf morphology, and flowering-time shift, which likely contribute to spinach improvement. Conclusions Analysis of the YY genome uncovers evolutionary forces shaping nascent sex chromosome evolution in spinach. Our findings provide novel insights about the domestication and improvement of spinach.
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