Thèses sur le sujet « Reperti archeologici »

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1

Battaglia, Daniela Maria <1987&gt. « CARATTERIZZAZIONE E CONSERVAZIONE DI REPERTI CERAMICI ARCHEOLOGICI ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4791.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi è stato sviluppato considerando due aspetti tra loro complementari della chimica applicata ai beni culturali, lo studio dei materiali e l'intervento sui beni stessi, promuovendo un approccio non solo scientifico ma anche sostenibile del restauro, partendo dall'esperienza del "Progetto Shared Culture "Torecello 2012. Alle origini di Venezia". Oggetto di studio sono stati alcuni reperti ceramici rinvenuti nello scavo archeologico svolto sull'isola di Torcello, nel periodo novembre 2012-aprile 2013. Il lavoro è stato suddiviso in due fasi successive tra loro interconnesse. La prima fase del lavoro è stata di tipo "tradizionale" e ha riguardato la caratterizzazione chimica e fisica dei reperti che, appartenendo a epoche diverse, risultano differenti per impasto ceramico, tipo di rivestimento e metodologie di cottura impiegate. In questa fase, particolare attenzione è stata dedicata allo studio del rapporto tra vetrina e corpo ceramico: l'eventuale presenza di minerali di neoformazione nell'interfaccia e lo spessore di quest'ultima, sono infatti in grado di fornirci indicazioni riguardo la tipologia e la massima temperatura di cottura del manufatto. La seconda fase è stata di tipo "pratico" e ha riguardato la scelta e la verifica dei prodotti presenti sul mercato per il consolidamento dei reperti ceramici invetriati, che si presentavano in molti casi in cattivo stato di conservazione. L'intervento ha visto l'applicazione di due approcci: i) classico, utilizzando tre diversi consolidanti presenti nel campo del restauro, Estel 1000, Nanoestel e Acryl 33; e ii) sperimentale, volto da una parte al ripristino della protezione offerta dall'originale vetrina, tramite applicazione di film adesivi a base di PET e, dall'altra alla ricostruzione della vetrina stessa attraverso formulazioni bassofondenti. La fase di creazione della vetrina ha riguardato non solo l'individuazione della ricetta più semplice e facile da realizzare ma anche la necessità di un controllo della compatibilità delle fasi operative con i reperti stessi, che sarebbero stati poi sottoposti al trattamento. In tale fase sono state sperimentate diverse ricette e controllate le proporzioni tra i componenti delle diverse formulazioni, le interazioni tra corpo ceramico e vetrina nonché le temperature di cottura. Le indagini chimico-fisiche sono state ottenute utilizzando: microscopia ottica, fluorescenza a raggi x, spettroscopia infrarossa in trasformata di Fourier, microscopia elettronica a scansione, colorimetria.
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2

Zecchini, Lorenzo, et Valeria Veneroso. « Acropoli celata. Percorsi ipogei alla scoperta dei reperti archeologici ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20674/.

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Calvagna, Serena. « La città di Suasa Senonum. Conservazione, valorizzazione e musealizzazione dei reperti archeologici ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13465/.

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Résumé :
La tesi qui presentata si è occupata del Parco Archeologico di Suasa, situato in provincia di Ancona, e si è concentrata su un’analisi del sito romano, portando infine ad una proposta progettuale per la riqualificazione di alcuni elementi archeologici di interesse. Il lavoro svolto è partito dalle ricerche affrontate nella prima parte dell’anno accademico, all’interno del Laboratorio di Laurea in Architettura per l’Archeologia, dell’anno accademico 2015/2016, ed è proseguito nel corso dell’anno successivo.
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4

CHIAZZA, Maria Antonella. « CONOSCENZA E CONSERVAZIONE. PROSPETTIVE PER LE DOMUS DI PIAZZA DELLA VITTORIA A PALERMO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91211.

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Résumé :
Il tema di ricerca possiede un carattere multidisciplinare, coinvolge ampi settori e, con un approccio metodologico di tipo olistico, mette in evidenza le complessità storiche, artistiche, architettoniche, archeologiche e urbanistiche, tenendo conto delle differenti implicazioni sul piano sia tecnologico che museografico. Il caso di studio scelto, per elaborare una strategia d’intervento e riproponibile in altri contesti, è costituito dalle Domus di Piazza della Vittoria a Palermo, un exemplum di complesso residenziale unico nell’ambito della città, arricchito dalla presenza di importanti mosaici che testimoniano la circolazione di possibili culti praticati nell’area occidentale della Sicilia. Un'attenta fase analitica e d'indagine del Bene archeologico permette di dare un valido contributo non soltanto al processo di conoscenza del suo valore storico e culturale, uno strumento fondamentale per adottare le scelte conservative più opportune e per definire i criteri di messa in valore e di fruizione, ma anche al processo conservativo. Il caso di studio ha consentito di approfondire un approccio metaprogettuale che si basa sulla ricerca di una metodologia appropriata, con l’obiettivo di sviluppare riflessioni nell’ambito della vasta tematica della valorizzazione e della fruizione.
The research topic has a multidisciplinary nature, involving various sectors and, with a methodological approach in a holistic style, it highlights the complexity of historical, artistic, architectural, archaeological and urban planning, taking into account the diverse implications, both technological and museological . The case study chosen , to develop an intervention strategy that can also be re-proposed in other contexts, is the Domus in Piazza della Vittoria in Palermo, an example of a single, residential complex in the city environment, enriched by the presence of important mosaics that testify to the movement of possible religious cults in western Sicily. A careful analytical phase and investigation of archaeological asset provides a valuable contribution not only to the conservation process, but also to the process of discovering its historical and cultural value, a fundamental tool for selecting the most appropriate approaches to conservation and defining the criteria for valorization and fruition. The case study has consented us to investigate a meta-design approach that is based on finding an appropriate methodology , with the aim of developing ideas in the context of the wide-ranging themes of valorization and fruition .
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5

Degetto, Paolo <1996&gt. « La survey 2014 ad Altino : i reperti marmorei ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18295.

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Garavello, Silvia <1975&gt. « ANALISI DEI REPERTI FAUNISTICI PROVENIENTI DAI RECENTI SCAVI DI COMACCHIO (FE) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1582.

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Résumé :
Il presente elaborato propone i risultati dello studio del campione faunistico recuperato durante le campagne di scavo di Piazza XX Settembre a Comacchio (FE), da contesti afferenti ad un periodo compreso tra la seconda metà del VI e l’inizio del XVI secolo. Lo studio ha previsto una fase di indagine analitica (determinazione anatomica, della specie, stima dell’età di morte, del sesso, misurazioni osteometriche, studio tafonomico) e quantitativa (conteggio del numero dei resti, del numero minimo degli individui, stima della resa carnea). I dati ottenuti sono stati poi confrontati con i risultati provenienti da siti cronologicamente affini per tentare delle valutazioni di tipo economico-alimentare.
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7

Triventi, Romano. « Tecniche geomatiche per il rilievo e l'analisi di reperti esposti presso Palazzo Mazzolani, Faenza ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
L’argomento di questa tesi riguarda l’applicazione della tecnica di rilievo image-based detta “Structure from Motion” (SfM) a reperti archeologici facenti parte di una esposizione permanente sita in un palazzo storico di Faenza: Palazzo Mazzolani. Dopo un approfondimento sulla storia di Palazzo Mazzolani, viene descritta la documentazione disponibile sui reperti dello scavo di Piazza della Penna (Faenza – 1966-67), attualmente esposti nell’androne monumentale del Palazzo. Poiché di tali reperti non esiste un rilievo rigoroso, che sarebbe invece di grande utilità per tentare di supportare un’ipotesi di assemblaggio tra gli stessi, si è deciso di intraprendere un rilievo geometrico sistematico con il metodo della Structure from Motion, che ne rappresentasse fedelmente forme e dimensioni. Mediante l’utilizzo di programmi di fotogrammetria, analisi di nuvole di punti e 3D Modeling, è stato realizzato un database completo dei reperti, collegato ai rispettivi modelli 3D. I risultati dei rilievi sono stati confrontati con le misure degli elementi catalogati dall’archeologa Valeria Righini. Solo due elementi su 8 non hanno trovato un riscontro concreto. Si è potuto verificare che gran parte dei reperti non risultano essere compatibili tra loro per mancata corrispondenza geometrica, solo per 11 elementi di 26 è stato possibile ipotizzare un collegamento. Gli elementi 6 e 26 risultano essere compatibili, purtroppo l’elemento 26 non è stato possibile rilevarlo fotogrammetricamente e quindi non sarà possibile realizzare un collegamento tra le nuvole di punti con i software utilizzati nel lavoro. È possibile realizzare anche un utilizzo interattivo dei risultati del lavoro per una fruizione diretta dei dati ottenuti, implementando sull’ortofoto derivante dal rilievo SfM ortofoto, per ogni elemento, il link alla rispettiva scheda tecnica e ad un modello 3D navigabile.
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8

DONATI, Roberta. « Qualità Ossea e Osteoporosi : un nuovo metodo di valutazione antropologica su reperti scheletrici umani recenti ed antichi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2015. http://hdl.handle.net/11392/2389115.

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Résumé :
Osteoporosis is a major health problem in the world; it is an insidious disease that, silently, reduces bone mass making the bones weak and more prone to fractures. The attention that is paid is very great, especially in industrialized countries where the life expectancy is high and in which osteoporosis is becoming a disease with high social impact. In paleopathology, many studies have focused on bone loss in past populations. The aim of these works is to define the traces of a disease that is only apparently modern. The current study investigates a new methodological approach to assess bone health in recent and ancient human skeletal remains. The use of the Quantitative Ultrasonometry (QUS), applied for the first time on skeletal samples, has allowed to evaluate bone tissue identifying characteristics not only related to its mass and density, but also to the structure and to its elastic component. Starting to the differences found between sexes and age, ultrasonometric standard were created to provide a reference point for archaeological and to help identify osteoporosis or simple bone loss cases. The application of this method on a medieval sample has allowed to validate it on an archaeological sample demonstrating its efficacy.
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Originale, Maria Grazia. « Territorio, insediamenti e cultura materiale nel Basso Molise in età medievale : il caso di Sant’Elia a Pianisi (CB) ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2021. http://hdl.handle.net/11695/105602.

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Résumé :
L’insegnamento di Archeologia cristiana e medievale dell’Università del Molise è da tempo impegnato nello studio degli aspetti insediativi che, fra tarda antichità e medioevo, caratterizzarono il Basso Molise. Oltre a studi sugli insediamenti rupestri, le attività si sono concentrate nei siti di Santa Croce di Magliano, Portocannone e, in particolare, Sant’Elia a Pianisi dove le ricerche hanno permesso di riconoscere una fitta rete insediativa comprendente Sant’Elia a Pianisi, lo scomparso abitato di Pianisi e le località di San Pietro, San Benedetto, Cerreto e Colle San Nicola. Mentre San Pietro e San Benedetto non sono state, al momento, oggetto di indagini, i survey a Cerreto e Colle San Nicola hanno fornito dati sulla frequentazione tra basso medioevo e prima età moderna, arricchendo il quadro già noto dalla scarna documentazione scritta. I dati più consistenti, tuttavia, provengono da Pianisi sede, stando alle fonti, di un insediamento fortificato attestato, per la prima volta, in una cartula offertionis con data al 1008 ma non anteriore alla fine del XII secolo. L’area è stata indagata dal 2013 al 2019 nell’ambito del progetto Prope castello Planisi, frutto della collaborazione tra l’Università degli Studi del Molise, l’Amministrazione Comunale di Sant’Elia a Pianisi e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Molise. Del castello, al momento, sono riemersi alcuni muri del terrazzamento superiore e i resti dell’ecclesia Sancte Marie in Planisi che papa Pasquale I (817-824) confermò al cenobio di San Vincenzo al Volturno nell’821, come si legge in un diploma trascritto nel XII secolo nel Chronicon Vulturnense, dove ricorre la prima attestazione del toponimo. Al periodo compreso tra l’alto medioevo e il XII secolo possiamo datare le strutture murarie di Fase 1 alle quali venne aggiunto il campanile (Fase 2) poco prima della riedificazione (Fase 3). L’edificio di culto, strutturato su più navate (Fasi 3 e 4), aveva una probabile capienza di poco più di 400 persone; la sua datazione al XII-XIII secolo è suggerita da alcuni rilievi trovati negli strati di crollo, dagli elementi architettonici conservati in situ e dai lacerti di decorazioni pittoriche. Successivamente al XIII-XIV secolo i muri perimetrali delle navate e del campanile vennero fasciati all’esterno (Fase 6) con una cortina muraria che inglobò un frammento in protomaiolica, utile riferimento cronologico tanto per questa operazione di consolidamento quanto per la costruzione dell’edificio di Fase 3 che venne abbandonato, verosimilmente, a partire dal XVIII secolo (Fase 7). Ancorché le indagini abbiano raggiunto, sinora, livelli bassomedievali e di prima età moderna evidenze, quali un follis dell’imperatore Romano I (931-944), suggeriscono una frequentazione dell’area già a partire dall’alto medioevo. L’apporto delle ceramiche invetriate e smaltate in doppia cottura, associate anche a frammenti di dipinta a bande, risulta particolarmente indicativo delle fasi d’uso dell’area. Molto incisiva è la protomaiolica, che implementa notevolmente il quadro delle produzioni ceramiche sinora noto per il Molise bassomedievale; è stato rilevato, infatti, un repertorio di forme e motivi piuttosto ricco che evidenzia affinità con produzioni locali, ma anche legami con l’area pugliese e campana, quali sintomi dei traffici favoriti dalla rete tratturale.
The teaching of Christian and Medieval Archeology at the University of Molise has long been engaged in the study of the settlement aspects of Molise between Late Antiquity and Middle Ages. In addition to the rock cavities studies, activities have focused on Santa Croce di Magliano, Portocannone and Sant'Elia a Pianisi; here research has led to the recognition of a dense settlements network including: Sant'Elia a Pianisi, the disappeared settlement of Pianisi and San Pietro, San Benedetto, Cerreto and Colle San Nicola localities. While San Pietro and San Benedetto have not been investigated to date, the surveys at Cerreto and Colle San Nicola have provided data of the frequentation between late Middle Ages and early Modern Age. However, the most consistent data comes from Pianisi where, according to the sources, was a fortified settlement attested in a cartula offertionis dated 1008 but written in the 12th century. The area was investigated from 2013 to 2019 as part of the Prope castello Planisi project. Actually, they have resurfaced some upper terrace walls and the remains of ecclesia Sancte Marie in Planisi. The church was confirmed in 821 to the San Vincenzo al Volturno coenoby by Pope Pasquale I (817-824) as stated in a diploma transcribed, in the 12th century, into the Chronicon Vulturnense. The structures of Fase1 can be dated between the early Middle Ages and the 12th century, to which the bell tower (Fase2) was added shortly before the rebuilding (Fase3). The church probably held a little more than 400 people (Fasi 3 e 4), its dating to the 12th-13th century is suggested by some reliefs found in the layers, architectural elements preserved in situ and fragments of pictorial decoration. After the 13th-14th century, the perimeter walls were wrapped on the outside (Fase6) with a curtain wall that incorporated a protomaiolica fragment; the fragment is a useful chronological reference for this consolidation and for the construction of Fase3 building, which was probably abandoned in the 18th century (Fase7). Some evidence, such as a Roman I follis (931-944), suggests that the area was already frequented in the early Middle Ages. The glazed and double-fired glazed pottery is indicative of the use of the area. Very important is the contribution of protomaiolica, which considerably implements the data of ceramic production known for the lower Middle Ages Molise.
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Succi, Silvia. « Pavimenti antichi della Campania (fine IV a.C./III a.C.- VI d.C.) : contesti, tecniche e repertori decorativi ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3424662.

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Résumé :
The present work is a part of a wider research project, the so-called TESS Project, which is aimed at cataloguing the entire repertoire of mosaics of Ancient Italy by means of an online database. Within this framework, the present PhD dissertation focuses on the whole of Campania Region but the sites of the Vesuvian area, with a chronological horizon ranging from the beginning of the Hellenistic Era (to which the very first mosaics to be found in Campania actually date back) to the end of the Sixth Century AD. The choice of this large and extremely complex geographical area is mainly due to its centrality and importance in the elaboration, development and diffusion of the decorative repertoire of mosaics in both the Northern and the Southern parts of Italy throughout the Antiquity. The final goal of this research is to verify, based on the collected data, the extent and characteristics of this contribution in comparison with the artistic trends and the cultural features of the different periods which are here taken into account. In the first part of the study I will thus deal with the analysis of the techniques of the mosaic production as well as the decorative motifs and features of the time span here considered. In the second part, instead, I shall focus on the analysis and reassessment of the collected data from both the spatial and chronological standpoints, in order to try to further our knowledge of the mosaic culture of the individual parts of the Region.
Il presente lavoro si inserisce in un più ampio progetto di ricerca, denominato Progetto TESS, finalizzato alla schedatura, mediante un database on line, dell’intero patrimonio musivo e pavimentale dell’Italia. Oggetto specifico di questa analisi è la regione Campania, ad esclusione del comparto vesuviano, indagata in tutta la sua interezza all’interno di un arco cronologico che si estende dal primo ellenismo, periodo al quale riferire le prime pavimentazioni note, al VI sec. d.C. La scelta del territorio, vasto ed eterogeneo, è motivata dalla centralità e dall’importanza che questo riveste nell’elaborazione e nella diffusione del repertorio decorativo pavimentale sia verso le regioni centro-settentrionali che meridionali della Penisola, nel corso dei secoli. Lo scopo di questa ricerca è verificare, sulla base del dato materiale, l’entità e la centralità di questo contributo in relazione alle mode e agli influssi culturali caratteristici delle diverse epoche. Partendo dai dati raccolti nel database on line TESS, la prima parte del lavoro è dedicata all’analisi delle tecniche pavimentali e dei motivi decorativi ad esse relativi. La seconda parte prevede l’elaborazione dei dati raccolti e l’analisi diacronica del campione al fine di individuare, epoca per epoca, la cultura musiva del territorio.
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CORTESE, CLAUDIO. « Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Résumé :
Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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CORTESE, CLAUDIO. « Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2006. http://hdl.handle.net/10280/968.

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Résumé :
Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana.
In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.
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Renzelli, Diana, Pietro S. Pantano et Antonino Oliva. « Applicazione di tecniche di datazione ed indagini diagnostiche su reperti archeologici ossei, ceramici e lapidei ». Thesis, 2013. http://hdl.handle.net/10955/917.

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PASTORELLI, AUGUSTO ALBERTO. « Presenza di contaminanti ambientali in reperti archeologici : valutazione della concentrazione di metalli pesanti in reperti umani ed animali di provenienza pre e post industriale ». Doctoral thesis, 2014. http://hdl.handle.net/11573/917523.

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Résumé :
Metals present in the environment (soil, water and atmosphere) can affect food safety and human health through bioaccumulation and bio magnification phenomena. Human exposure to metals may take place through the environment and by ingesting contaminated food (including water), determining harmful effects usually over long time. Starting with the Industrial Revolution, local occurrence and concentration of metallic contaminants in the environment has been exponentially increasing: it has been assessed that present-day daily absorption of lead by North American individuals is noticeably greater than that during prehistoric times. In this study, antimony, arsenic, beryllium, cadmium, copper, lead, phosphorus, tin vanadium and zinc concentrations were measured in 153 bone samples (femurs) of Iron Age inhabitants of Central Italy (Abruzzo): the Samnites from the Alfedena Necropolis (2600–2400 B.P), 12 bones from the Sedilo Lochele Necropoli and 3 from the Grotta dei Colombi (Sardinia). As, Be, Cd, Cu, Pb, Sb, Sn, V, Zn determinations were carried out by quadrupole inductively coupled plasma mass spectrometry (Q-ICP-MS). P determination was carried out by UV-VIS Spectrophotometry. Found data are in agreement with results of similar published studies. Heavy metal concentrations varied widely among samples with the exception of zinc (round square deviation < 40%). A significant difference (p>90%) between the concentration of antimony, tin and cadmium male and female samples was found. Bioaccumulation phenomena has been confirmed. Data also confirm a mild relationship (r = 0.6 P=0,001) between lead and cadmium concentration. Burials of Alfedena were placed in defined areas outlined by stones placed and not directly interred whereas remains of individuals from the other necropolis (Sedilo-Lochele and Capo Figari) were found in collective burial caves. Diagenetic phenomena have been investigated by ICP-MS evaluation of metals concentration along the femur radial profile as well as by the evaluation of data obtained from laser-ablation mass spectrometry. Finally As, Be, Cd, Cu, Pb, Sb, Sn, V, Zn levels were measured in pleistocenic mammal bones. Results show concentrations in human buries are generally higher than animals nevertheless for a complete evaluation other investigations (taking in account the heterogeneity and number of samples) are necessary.
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TARQUINI, OMBRETTA. « Applicazioni innovative di procedure sperimentali a raggi X per lo studio di reperti archeologici di scavo ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11573/918796.

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Résumé :
The present thesis is the result of a close collaboration with the Sovrintendenza Speciale dei Beni Archeologici di Roma (SSBAR), who had raised the issue of the study of archaeological excavation, prior to the conservation and restoration. The modus operandi can be shared into three steps. First, a working procedure was defined. The working procedure is the application of analytical techniques to X-ray radiography first, and then to the digital image processing, X-ray fluorescence and diffraction In the second step, we made changes and improvements to the utilised instrumentation. For radiography experiment, it was realised a radiographic bench, equipped with an experimental X-ray generator whose management program in VB was written on my own (.net language). For the instrumentation utilised for XRF, it was achieved an handling system XYZ, equipped with a tracking system that allows to document the measuring point owing to a portable microscope. Concerning the diffraction instrumentation, a reading system of the detector of type IP diffractometer was improved and upgraded. Finally, the procedure was applied on different types of findings provided by the superintendent, using the previously described instrumentation. We analyzed about 50 soil blocks from Crustumerium (IX sec. BC) containing iron- and copper alloy- metallic objects, about one hundred Roman coins (from 50 BC) from excavations of the Palatine Hill in Rome, those Pompeii Porta Stabia and those of the Villa Medici in Rome, two Etruscan mirrors and finally the Fragments necklace from Khirbet al-Batrawi (Jordan) (III millennium BC.) The results were presented in several national and international conferences, and they were also used by restorers and archaeologists of supervision in order to decide the best conservative intervention. In some cases, it was chosen not to proceed with the restoration, because it would have caused an irreversible loss of information already extracted with the procedure.
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Ricca, Michela, Pietro Pantano, Donatella Barca et Russa Mauro F. La. « Indagini archeometriche di reperti archeologici di provenienza marina e ipotesi di conservazione con formulati a base di nanoparticelle ». Thesis, 2014. http://hdl.handle.net/10955/1261.

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IANNACCONE, ROBERTA. « Tecniche di Imaging Innovative per la Messa a Punto di un Protocollo Integrato per la Caratterizzazione dei Pigmenti Utilizzati nell'Antichità ». Doctoral thesis, 2015. http://hdl.handle.net/2158/988034.

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Résumé :
Scopo della ricerca di dottorato è stato la messa a punto un protocollo di analisi, mediante l'uso di tecniche non invasive, per la caratterizzazione dei pigmenti presenti su varie tipologie di supporto tra le più comuni per le opere d'arte, come marmi, legno, tessuti e ceramiche. Lo studio è stato rivolto a manufatti antichi come decorazioni e statue risalenti al periodo egizio, greco e romano. Studi e pubblicazioni in campo archeologico, hanno dimostrato ampiamente che la maggior parte di essi era decorata con colori vivaci. Molti dei reperti egiziani presentano tuttora una colorazione ben visibile, mentre le statue di origine greca e romana, viceversa, presentano raramente parti della policromia originale, a volte riscontrabile solo in piccole quantità. Nel progetto è stato proposto, da una parte, uno studio dei pigmenti maggiormente utilizzati in epoca antica attraverso l'innovativa tecnica della Luminescenza Indotta da Luce Visibile (VIL) con la possibilità di individuare tracce di questi pigmenti attraverso il fenomeno della Luminescenza Indotta da Luce Visibile. In parallelo sono stati analizzati e studiati, sempre con la tecnica della VIL, i pigmenti di epoca moderna e di derivazione industriale. Inoltre sono state sperimentate le potenzialità della tecnica al variare: del tipo di sorgente luminosa, a spettro più o meno ampio (led e tubi fluorescenti di diverse marche e con caratteristiche differenti); dei differenti filtri a disposizione per la fotografia nell'infrarosso; dei differenti sensori montati su macchine fotografiche differenti. Nel caso specifico della ricerca sui pigmenti antichi, la ricerca si è focalizzata soprattutto su un pigmento blu artificiale, la cui sintesi inizia proprio in epoca egizia e che venne largamente utilizzato sia su supporto marmoreo che ceramico: il Blu Egizio. E' stata proposta un'analisi integrata attraverso altre tecniche non invasive quali: tecniche di imaging; Fluorescenza X (XRF); Spettroscopia di Riflettanza a Fibre Ottiche (FORS). Nel caso delle tecniche di imaging sono state affiancate alla VIL tecniche fotografiche trazionali quali la Fluorescenza Ultravioletta (UV), l'Infrarosso fotografico (IR) e l'Infrarosso Falso Colore (IRFC). Il risultato ottenuto da queste analisi è utile come base per orientare, nell'ottica di una campagna di studio di un manufatto artistico, gli eventuali prelievi e nel contempo minimizzarne il numero.
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