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Zambianchi, Manuela, et Bitti Pio Enrico Ricci. « Benessere psicologico e prospettiva temporale negli adolescenti e nei giovani ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2012) : 83–102. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-002005.

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Résumé :
Lo studio ha analizzato la relazione tra il benessere psicologico e la prospettiva temporale in un gruppo di adolescenti (etŕ media 16,65 anni) ed un gruppo di giovani-adulti (etŕ media 22,57 anni). Gli adolescenti sono stati suddivisi in due gruppi, media adolescenza e tarda adolescenza. Nei giovani-adulti si osserva un punteggio piů alto nella dimensione del futuro rispetto ai due gruppi di adolescenti, mentre il presente riporta un punteggio piů basso rispetto sempre agli adolescenti. Il benessere psicologico presenta anch'esso un punteggio piů elevato nei giovani-adulti rispetto agli adolescenti di entrambe le fasce d'etŕ. Sono state condotte tre analisi correlazionali separate per i tre gruppi mentre l'analisi della covarianza ha verificato l'influenza dell'etŕ sulle relazioni tra prospettiva temporale e benessere nei tre gruppi. Negli adolescenti il presente č positivamente correlato con le Relazioni Positive con gli altri e negativamente con lo Scopo di Vita e con il Benessere Psicologico generale. Nei giovani-adulti esso correla negativamente con il benessere psicologico generale. Negli adolescenti il futuro č correlato positivamente con l'Autoaccettazione, le Relazioni Positive con gli Altri, lo Scopo di Vita, ed alla Crescita Personale. Nei giovaniadulti il futuro č correlato positivamente con lo Scopo di Vita, il Dominio Ambientale, la Crescita Personale, l'Autoaccettazione, ed il benessere psicologico globale. Lo studio evidenzia la rilevanza della prospettiva temporale centrata sul futuro per lo sviluppo e l'attualizzazione delle risorse e delle potenzialitŕ nel passaggio dall'adolescenza all'etŕ di giovani-adulti e del tempo presente per la costruzione di relazioni significative unicamente nei due gruppi di adolescenti.
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Zani, Bruna, Francesca Emiliani, Giuseppina Speltini et Dino Giovannini. « Aree tematiche di ricerca in psicologia sociale ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 259–72. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12611.

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Résumé :
Partendo dagli studi di Canestrari, che fin dai primi anni '50 aveva mostrato interesse per i problemi sociali riguardanti gli adolescenti, i gruppi, il pregiudizio e le relazioni tra gruppi sociali, l'articolo analizza lo sviluppo delle ricerche in questi ambiti, che saranno progressivamente affrontati con un'ottica di psicologia sociale. Il compito di approfondire gli aspetti teorici, svincolandosi dall'impostazione mainstream comportamentista, e di realizzare interventi sul campo utilizzando metodologie innovative, in uno scambio fecondo tra teoria e pratica, è proseguito con Augusto Palmonari e il suo gruppo di collaboratori e allievi. Vengono presentate in questo articolo le aree tematiche più significative che costituiscono ancora oggi oggetto di analisi e di ricerca del gruppo bolognese di psicologi sociali: il sé e l'identità, l'adolescenza, le rappresentazioni sociali, i gruppi, il pregiudizio etnico e le relazioni intergruppi, la comunità.
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Simonelli, Chiara, Irene Petruccelli et Silvia Lorusso. « Il "peso" del corpo nelle relazioni sessuali ed affettive. studio pilota su un campione di donne con sovrappeso e obesitŕ ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (mars 2012) : 61–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-001004.

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I processi psicologici coinvolti nelle relazioni intime sembrano essere connessi, in maggior misura per le donne, alla soddisfazione per il proprio corpo e ai comportamenti alimentari e sessuali. La ricerca si č finora prevalentemente orientata a evidenziare le relazioni tra un indice di massa corporea (IMC) al di sotto del range normale e la soddisfazione relazionale e sessuale. In vista dell'aumentata incidenza dell'obesitŕ e del sovrappeso in Occidente, si č scelto di effettuare uno studio pilota che indagasse i rapporti esistenti tra l'eccesso di peso corporeo e le relazioni intime. L'ipotesi principale dello studio č dimostrare che all'aumentare dell'IMC aumenta l'insoddisfazione sessuale e relazionale misurata attraverso il Sesamo test, questionario sessuorelazionale. Obiettivi: appurare se esiste una relazione significativa tra IMC e le aree del Sesamo e analizzare la relazione tra le varie aree indagate dallo strumento scelto. Il campione di 45 donne č stato suddiviso in tre gruppi di 15 persone in base ai valori di IMC: range normale, sovrappeso e obesitŕ. Il lavoro, concluso nel 2010, sembra confermare la maggior parte degli studi precedenti e presenta dati originali e spunti interessanti per ricerche piů approfondite.
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Vanni, Ferdinando. « Nuove concezioni sulle difese inconsce nei gruppi ». GRUPPI, no 1 (mars 2013) : 11–25. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-001002.

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L'autore passa in rassegna le concezioni psicoanalitiche di transfert e controtransfert nella psicoterapia analitica "in" gruppo e in quella "di" gruppo, per poi esaminare altre concezioni, risultato di sviluppi teoretici piů specifici della psicologia dei gruppi: il transfert di relazioni senza oggetto, i transfert parziali secondari, il transfert persecutorio anonimo primario di origine culturale. L'autore propone che quegli aspetti della propria identitŕ rappresentati nel gruppo come non-Sé, contengano anche transfert di costruzioni culturali infantili, cioč prodotti etnocentrici ben definiti che riemergono in gruppo in modo relativamente indipendente dalla particolare storia infantile di ciascuno. L'autore afferma quindi che in gruppo la mente lavora in modo peculiare, non necessariamente regressivo, e che l'interazione di gruppo non le permette di conservare le rappresentazioni usuali di sé quando l'interazione stessa č finalizzata al confronto tra le rappresentazioni che ciascuno ha di sé e degli altri con le rappresentazioni altrui. In questo caso la mente elabora alcune difese particolari perché il feedback del gruppo le impedisce di utilizzare rimozione, proiezione e negazione, come invece puň fare quando si limita ad immaginare le relazioni o quando il gruppo č assente o quando esso funziona in modo da confermarle rappresentazioni di sé precostituite.
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D'Amico, Renato. « Benessere organizzativo, dinamiche di gruppo ed equilibrio omeostatico nelle pubbliche amministrazioni ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 1 (mars 2012) : 5–27. http://dx.doi.org/10.3280/sa2012-001001.

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La necessitŕ di innovazione delle pubbliche amministrazioni puntando sulla loro dimensione organizzativa e sul fattore umano ha aperto la strada ad un ampio dibattito su temi come il benessere organizzativo. Ciň ha implicato una riflessione anche sugli assetti paradigmatici che operano come sense making nei confronti della pubblica amministrazione. L'unitŕ di osservazione scelta in questo articolo č la relazione sociale tra individui ovvero le relazioni fra gruppi. Ne deriva per l'organizzazione la permanente ricerca di un punto di equilibrio, che nel quadro della dinamicitŕ delle relazioni viene qui definito equilibrio omeostatico. Con questo approccio, centrale diventa la dimensione soggettiva delle relazioni di forza che assicurano il governo della sequenza "equilibrio - rotture e crisi - nuovo equilibrio". Specie nel caso italiano, la principale questione diviene allora quella del cambiamento, nella versione trasformativa piuttosto che evoluzionistica, e dell'apprendimento organizzativo visto qui nella sua dimensione processuale.
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Carbonai, Davide. « Valutare il networking. Note di studio sul partenariato sociale ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 43 (février 2010) : 15–26. http://dx.doi.org/10.3280/riv2009-043003.

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Le pratiche di partenariato si definiscono anche nell'insieme delle relazioni che intercorrono tra attori sociali, nella condivisione di strategie di governance e nella collaborazione all'interno di uno o piů gruppi di lavoro; č anche attraverso le molte tecniche in uso nell'analisi delle reti sociali che questa intensa attivitŕ relazionale - networking - č osservabile, misurabile, oggetto di valutazione. L'utilizzo di queste tecniche contribuisce, nel suo complesso, a migliorare gli strumenti di valutazione delle pratiche di networking, monitorare le attivitŕ di un gruppo di lavoro (in itinere), la creazione e l'estensione delle reti del partenariato, la loro sostenibilitŕ nel tempo (ex post). Si discutono cosě i principali risultati di una serie di esperimenti condotti su cinque distinti gruppi di lavoro (per cinque diversi progetti di partenariato Equal). L'obiettivo di questo studio č quello di fornire ai partenariati sociali alcuni spunti di riflessione, strumenti di monitoraggio e valutazione, soluzioni ed esperienze utili ad indirizzare la discussione sugli aspetti piů concreti ed operativi (e, quindi, su soluzioni innovative).
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Cattunar, Alessandro. « Confine, memorie, identitŕ Il Governo militare alleato nella Venezia Giulia tra politiche pubbliche e percorsi privati ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 258 (septembre 2010) : 26–56. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-258002.

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Il saggio propone un'analisi dei legami tra confine, identitŕ e memorie nella Venezia Giulia, e in particolare nel Goriziano, durante l'amministrazione del Governo militare alleato (Gma). In qust'area questo periodo č cruciale per la definizione della linea di confine tra Italia e Jugoslavia. Per la popolazione, č un momento di passaggio da un sistema di identitŕ plurime, fluide e cangianti a una contrapposizione nazionale e politica alquanto netta. Anche in seguito ai traumi subiti negli anni precedenti, infatti, gli individui e i gruppi riformulano i parametri per definire se stessi e "gli altri" selezionando eventi e momenti della storia passata e ponendoli a fondamento della propria identitŕ. Tali dinamiche si riflettono sull'affermazione di memorie differenti e spesso antitetiche. L'autore studia sia la dimensione pubblica/istituzionale, sia quella privata delle emozioni, dei sentimenti, delle singole scelte quotidiane principalmente attraverso l'analisi delle interviste e dei racconti di vita dei testimoni: fonti orali che vengono confrontate e fatte interagire con i documenti ufficiali che descrivono l'attivitŕ del Gma e le relazioni tra questo e i diversi gruppi nazionali e culturali presenti sul territorio.
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Morosini, Irma, Lucia Balello et Raffaele Fiaschetti. « Didier Anzieu, uno sguardo retrospettivo sul suo pensiero e i suoi contributi alla psicoanalisi ». GRUPPI, no 1 (juillet 2022) : 107–24. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14027.

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L'autrice passa in rassegna alcune idee di Didier Anzieu in psicoanalisi, evidenziandone le ricerche e gli interessi in diverse aree. Creatore di concetti quali l'interfantasmatizzazione, l'Io-pelle, gli involucri psichici che mette in rapporto con le categorie del pensiero in un sistema di relazioni e corrispondenze reciproche, Anzieu evidenzia il pensiero per metafore, dando spazio alla sensorialità e alle connessioni tra il biologico e lo psichico come energia che va da una zona all'altra legando parti e funzioni. Anzieu considera il gruppo come un corpo con un involucro specifico da comprendere e di cui aver cura. L'autrice utilizza alcuni di questi concetti per esprimere la propria esperienza clinica nel lavoro con i gruppi psicoterapeutici e propone un'apertura verso l'uso di risorse e tecniche di mediazione nel lavoro terapeutico in psicoanalisi.
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D'Ovidio, Fabrizio. « L'effetto dei legami positivi e negativi sulle prestazioni sportive ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 62–90. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002003.

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L'assunto teorico dell'indagine condotta si basa sull'influenza agita sulle prestazioni dalle relazioni instaurate tra i membri di squadre sportive. L'impiego della Social Network Analysis (SNA) in questo contesto di studio si rende estremamente pertinente, dato che le squadre sportive presentano confini netti, costituiscono gruppi di soggetti ben definiti (reticoli completi), generano misure di outcome facilmente misurabili e l'efficacia dell'interdipendenza tra i propri membri produce un impatto diretto sulle performance (Lusher et al., 2010). L'unitŕ di analisi č costituita dai match disputati dalle squadre campionate, appartenenti a quattro specialitŕ sportive (pallacanestro, pallavolo, pallamano e pallanuoto) e distinti livelli di intensitŕ agonistica (dalla massima serie al dilettantismo). Attraverso gli strumenti della SNA, nell'indagine condotta vengono rilevate le relazioni interpersonali di matrice professionale e amicale: le prime misurano l'intesa di gioco e la reputazione professionale di ciascun giocatore; le seconde catturano quanto spesso gli atleti dichiarano di frequentarsi al di fuori dell'ambiente sportivo. I legami instaurati tra i giocatori vengono inoltre distinti in positivi e negativi. La ricerca si concentra perlopiů sulle relazioni di segno negativo in virtů della teoria dell'asimmetria negativa dei legami, secondo la quale gli eventi negativi stimolano una maggiore attivitŕ fisiologica, affettiva, cognitiva e comportamentale rispetto a quelli positivi o neutri (Labianca e Brass, 2006). Le medie degli indegree centrality dei legami positivi e negativi, e di tipo professionale e amicale, vengono impiegate per predire le performance collettive delle squadre, operativizzate attraverso la differenza standardizzata dei punteggi ottenuti in ciascun match. L'analisi condotta dimostra che l'appartenenza ad una serie agonistica rispetto ad un'altra influenza notevolmente l'effetto dei legami sulle prestazioni: in generale, i legami positivi si rendono premianti in termini di rendimento per le squadre professioniste, mentre quelli negativi risultano ostacolare le performance delle squadre meno professionali. Nello specifico, nelle squadre professioniste le relazioni di antipatia e di ostilitŕ tra i giocatori sono neutralizzate dall'osservanza delle regole tecniche in base alle quali essi sono chiamati ad interagire - osservanza che fa tutt'uno con la professionalitŕ loro richiesta, mentre le relazioni di segno positivo si rendono estremamente determinanti. Nel caso delle squadre non professioniste (i cui atleti percepiscono solo modesti vantaggi economici dall'attivitŕ agonistica sportiva), al contrario, i legami negativi tra i giocatori in campo (anche se in media assai meno frequenti che tra i giocatori professionisti) peggiorano sensibilmente i risultati conseguiti, mentre quelli positivi non dimostrano avere alcun effetto significativo.
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Skinner, Patricia. « Room for tension : urban life in Apulia in the eleventh and twelfth centuries ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 159–76. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004268.

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POSSIBILI TENSIONI: VITA URBANA IN PUGLIA NELL'UNDICESIMO E DODICESIMO SECOLOL'espansione economica della Puglia nel secolo undicesimo e succesivi produsse un corrispondente incremento nel numero di documenti che registrano transazioni urbane. Questo studio indaga l'evidenza fornita da tali documenti, concentrandosi in particolare su Bari e sui suoi residenti. Particolarmente utili per lo studio dei gruppi sociali urbani e delle relazioni familiari sono i documenti che registrano dispute e divisoni. È in genere considerato impossible rintracciare dinastie nei documenti pugliesi, tuttavia la famiglia e la sua proprietà rappresentano l'unità dominante dell'organizzazione, occupando spesso diverse case in congiunzione. Divisioni di proprietà erano generate dalla presenza di figli adulti o dalla morte del padre, con il conseguente stralcio della proprietà. Il ruolo delle donne sembra limitato a quello di equipaggiare e gestire la nuova casa e i loro testamenti spesso rivelano lasciti a domestici e schiavi. Tuttavia uno studio focalizzato verso la ricostruzione dell'organizzazione e assegnazione della proprietà delle donne e delle sequenze di nomi, un soggetto atipico nei documenti, può far luce su nuove relazioni tra e all'interno delle famiglie. Il caso della famiglia barese degli Alfaraniti viene utilizzato per mostrare come un cambiamento di prospettiva possa produrre una soluzione al problema della ricostruzione delle relazione familiari.
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Caiazza, Tommaso. « Una "classe inferiore di stranieri bianchi".Gli italiani e il movimento dei lavoratori a San Francisco ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 296 (août 2021) : 201–30. http://dx.doi.org/10.3280/ic296-oa1.

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L'articolo esamina le relazioni tra gli immigrati italiani e il movimento dei lavoratori a San Francisco al principio del Novecento. La "razza" costituisce la lente attraverso cui viene in-dagato il processo di integrazione degli italiani alla luce delle politiche razziste messe in atto dalle strutture sindacali, che ammettevano solo "bianchi" ed escludevano gli immigrati asia-tici. Intrecciando una varietà di fonti (stampa operaia, documentazione delle unioni, dati sta-tistici sulle occupazioni) si rileva come gli italiani, seppur marginalizzati e giudicati inferiori razzialmente, siano stati riconosciuti come "bianchi" e, pertanto, assimilati nel locale movi-mento dei lavoratori. Si sostiene che a favorire ciò sia stata la precoce costruzione di una co-mune identità "caucasica" tra i gruppi europei, modellata in contrapposizione all'immigra-zione asiatica, in grado di far passare in secondo piano le tensioni tra il "vecchio stock" e i "nuovi immigrati", come gli italiani, dominanti in altre città degli Stati Uniti.
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Kimenyi, Mwangi S. « Bureaucratic Rents and Political Institutions ». Journal of Public Finance and Public Choice 5, no 3 (1 octobre 1987) : 189–99. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344398.

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Abstract Molti studi sul rent-seeking si concentrano sull’azione di gruppi organizzati che si trovano all’esterno della struttura governativa e sul comportamento dei politici per favorire tali interessi.Viene, in genere, trascurata l’attività di rent-seeking da parte dei membri del governo, su cui si sofferma invece il presente studio, estendendo anche l’analisi al comportamento burocratico nell’ambito dei sistemi istituzionali non democratici.II principale risultato è che il diverso successo delle attività di rent-seeking della burocrazia può essere spiegato dai vincoli istituzionali imposti dai diversi sistemi. Le relazioni tra politici (che autorizzano le spese dei burocrati) e burocrati sono piu strette in un sistema non democratico rispetto a quanto possano esserlo in un sistema democratico, nel quale quindi il processo di rent-seeking diventa comparativamente più difficile.
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Goebl, Hans. « Una classificazione gerarchica di dati geolinguistici tratti dall'AIS. Saggio di dialettometria dendrografica : collaborazione informatica : Erasmus Langer (Università Politecnica di Vienna) ». Linguistica 31, no 1 (1 décembre 1991) : 341–52. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.341-352.

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Lo strumento euristico classico della classificazione gerarchica è l'albero (chiamato anche in modo più specialistico: grafo arborescente). La struttura ramificata dell'albero con una molteplicità di foglie, ramoscelli erami rispetto alla radice unica - poli tra i quali si inserisce uno spazio di dipendenze gerarchiche ben articolate - costituisce una rappresentazione metaforicamente molto valida per la descrizione dei risultati di qualsiasi processo evolutivo. Ora si sa che ogni evoluzione procede mediante ramificazioni, biforcazioni o frammentazioni consecutive e che nascono cosi vari raggruppamenti in classi (gruppi, unità ecc.), tra i quali esistono sempre determinate dipendenze o relazioni. La lista delle scienze che si sono avvalse dell'albero in quanto mezzo euristico è lunga: oltre la zoologia, lapaleontologia, la genetica e tante altre discipline biologiche figurano anche discipline antropiche e sociali, tra cui anche la linguistica. Enoto che l'albero genealogico viene adoperato in sede linguistica sin dai tempi di August SCHLEICHER (1863). L'uso dell'albero per scopi linguistici è sempre rimasto tuttavia alquanto problematico. In effetti, lo strumento euristico "albero" offre particolari condizioni di applicazione, che fino ad oggi non sono state sufficentemente discusse. E' così rimasta, tra la stragrande maggioranza dei linguisti, una più o meno diffusa sfiducia rispetto all'albero. Cf. a questo proposito la buona documentazione storica di STEWART 1976.
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Dondi, Mirco. « L'emittenza privata tra cambiamento sociale e assenza normativa (1976-1984) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 298 (juin 2022) : 278–301. http://dx.doi.org/10.3280/ic298-oa1.

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Il saggio analizza la fase nascente delle televisioni private in Italia e l'autonoma evoluzione del sistema televisivo fino al consolidamento dei tre network nazionali Canale 5, Italia 1, Rete 4. I protagonisti di questa fase sono le piccole televisioni private, i grandi editori e i partiti. Le prime stazioni televisive sono spesso destinate a una breve vita, ma rappresentano un interessante fenomeno di costume che apre la strada ai grandi investitori. Sin dall'inizio degli anni Settanta i principali gruppi editoriali Rizzoli, Rusconi, Mondadori ai quali si aggiunge poi Silvio Berlusconi, entrano nell'emittenza televisiva con l'obiettivo di creare emittenti nazionali, un percorso che si compie attraverso strette relazioni con i partiti politici, soprattutto con la Democrazia cristiana e il Partito socialista. In una fase di piena trasformazione, l'assenza di una disciplina normativa, legata a un calcolo politico dei partiti, gioca a favore degli investitori più forti. La trasformazione dell'etere si accompagna a un processo di mutazione antropologica del pubblico, al quale concorre l'influsso della pubblicità. I mutati gusti del pubblico costituiranno un freno alla sistemazione del settore televisivo.
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Grassi, Aldrigo, et Maria Cristina Falzoni. « Employment/unemployment and psychological discomfort. A survey among young people living in an Italian industrial area ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 2 (août 1996) : 136–46. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004085.

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RIASSUNTOScopo – Mettere a confronto la prevalenza di stati di disagio psichico in quattro gruppi di giovani di diversa condizione sociale (operai metalmeccanici esposti e non esposti a rischi occupazionali per la salute mentale, disoccupati o in cerca di prima occupazione e studenti a tempo pieno); lo studio inoltre valuta tra gli stessi gruppi, a distanza di sei anni, i cambiamenti di stato e le variazioni del disagio psichico. Disegno – I soggetti, selezionati attraverso accurate procedure di randomizzazione, sono maschi, in età compresa tra 20 e 29 anni, residenti da almeno 10 anni nella stessa area geografica e ancora conviventi con il nucleo famigliare originario. Sono stati reclutati 157 giovani, suddivisi nei seguenti gruppi: metalmeccanici esposti a rischi occupazionali specifici per la salute mentale (n° = 30); metalmeccanici non esposti (n° = 57); disoccupati (n° = 40); studenti a tempo pieno (n° = 30).La prevalenza degli stati di disagio psichico è stata confrontata nei quattro gruppi; a distanza di sei anni, sono stati valutati, nei 116 soggetti che hanno partecipato allo studio di follow-up, i cambiamenti di status e i livelli di disagio psichico.Setting – L'indagine è stata condotta a Cento (Ferrara), una zona economicamente ricca e con tassi di disoccupazione molto bassi. Le interviste sono state effettuate nel 1987 e nel 1993; i giovani, dopo essere stati contattati telefonicamente, sono stati intervistati nella propria abitazione, sempre dallo stesso psicologo. Principali misure utilizzate – Nel 1987 a ciascun soggetto sono stati somministrati una scheda «Posizione sociale e salute» (PSS) e un questionario, precedentemente validato, per la determinazione dell'indice di disagio psichico (IDP).Inoltre gli operai metalmeccanici, mediante il «Questionario di rischio lavorativo» (QRL), sono stati suddivisi nei due gruppi «a rischio» e «non a rischio» occupazionale per la salute mentale.Nel 1993, nello studio di follow-up, è stato nuovamente somministrato il questionario per la rilevazione dell'IDP ed è stata fatta compilare una scheda (Scheda per la posizione sociale e occupazionale) per raccogliere dettagliate informazioni sui cambiamenti lavorativi o di stato sociale intervenuti nei sei anni precedenti.Risultati – Nel 1987 si sono riscontrate situazioni di disagio psichico significativamente più frequenti e di maggior rilevanza negli operai metalmeccanici esposti a rischi occupazionali per la salute mentale (mentre nulla di significativo è emerso negli altri gruppi, in quello dei disoccupati in particolare). Dallo studio di follow-up si sono potuti rilevare miglioramenti significativi, per quanto riguarda il disagio psichico, negli operai metalmeccanici che sono passati dal lavoro manuale ad un altro tipo di impiego; si è inoltre riscontrata la tendenza, nei giovani disoccupati che hanno trovato, nei corso dei sei anni, un lavoro fisso, ad un peggioramento del grado di disagio psichico.Conclusioni – L'aspetto piu interessante della nostra ricerca sembra essere rappresentato dall'analisi delle relazioni tra prospettive occupazionali e salute mentale di giovani che vivono in un'area economicamente forte. Ulteriori ricerche dovranno tuttavia approfondire le problematiche specifiche connesse con le possibili prospettive occupazionali di studenti e giovani disoccupati e/o in cerca di prima occupazione.
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Borlini, Barbara, Clara Melzi et Francesco Memo. « Mobilitŕ, accessibilitŕ ed equitŕ sociale ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 94 (avril 2011) : 86–102. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094007.

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Il saggio si occupa delle nuove forme di disuguaglianza nell'accesso alle risorse urbane emergenti nella cittŕ contemporanea. Inizialmente riferito ai luoghi di destinazione degli spostamenti e ai costi diretti e indiretti sostenuti per raggiungerli, il concetto di accessibilitŕ urbana ha allargato la sua valenza e riguarda oggi le differenziate abilitŕ/possibilitŕ che individui e gruppi sociali hanno di contrattare a proprio favore i tempi e gli spazi della vita quotidiana, in modo da compiere le pratiche e mantenere le relazioni che essi ritengono significative per la propria vita sociale. I vincoli all'accesso alle risorse urbane possono essere analizzati facendo riferimento ad un insieme composito di fattori e concause, che rimandano a forme di disuguaglianza sociale sia classiche (reddito, livello culturale, etŕ, genere...) che inedite (sovranitŕ nell'uso del tempo, capitale di mobilitŕ, residenzialitŕ...), come pure alle caratteristiche del sistema infrastrutturale e di trasporto e all'organizzazione e allocazione spazio-temporale delle attivitŕ. Il saggio č composto da una sezione teorica e da una sezione empirica. La sezione teorica č finalizzata a chiarire alcuni nodi problematici relativamente alla definizione del concetto di accessibilitŕ e al nesso mobilitŕ-accessibilitŕ-equitŕ sociale. La sezione empirica presenta i risultati di una ricerca sulle relazioni tra localizzazione residenziale, dotazione di servizi di prossimitŕ e accesso alleurbane realizzata tramite indagine campionaria a famiglie con figli residenti in quartieri centrali, periferici e periurbani di tre aree metropolitane italiane (Milano, Bologna e Torino).
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Cerro, Giovanni. « Una umanità più squisita e migliore”. Gli eugenisti italiani e il First International Eugenics Congress (Londra, 1912) ». Asclepio 74, no 2 (2 décembre 2022) : p613. http://dx.doi.org/10.3989/asclepio.2022.26.

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[it] L’articolo indaga la partecipazione degli studiosi italiani al First International Eugenics Congress, tenutosi a Londra, sotto la presidenza di Leonard Darwin (24-30 luglio 1912). L’analisi delle relazioni presentate dagli eugenisti italiani rivela le caratteristiche principali del movimento eugenico nazionale: un’impostazione interdisciplinare, che coinvolge antropologia, psichiatria, sociologia, demografia, economia e politica; il ruolo preminente riconosciuto alle condizioni sociali e ambientali; l’enfasi posta sulle riforme educative e igieniche. Allo stesso tempo, tuttavia, l’articolo mostra come alcuni importanti eugenisti italiani fossero in linea di principio favorevoli all’adozione di misure repressive, tra cui la sterilizzazione degli inadatti; la rifiutavano unicamente per ragioni pratiche, dal momento che era difficile sterilizzare interi gruppi umani e vincere la resistenza della popolazione e della Chiesa cattolica. Questo aspetto consente di sottolineare i limiti del concetto di eugenica latina applicato al caso italiano. Inoltre, l’articolo sostiene che il congresso ha costituito una svolta nella storia dell’eugenica italiana, fornendo una cornice istituzionale al movimento, incoraggiando la discussione di questioni relative al miglioramento umano nel dibattito scientifico e politico e segnando il passaggio da un’eugenica qualitativa a un’eugenica quantitativa.
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Tagliagambe, Silvano. « Il Covid19.Tra la zona grigia e lo spazio intermedio ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 33 (septembre 2020) : 28–36. http://dx.doi.org/10.3280/eds2020-033006.

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La "zona grigia" è un termine coniato da Primo Levi nella sua raccolta di saggi I sommersi e i salvati, l'ultimo libro che ha completato prima della sua morte. Nel secondo capitolo, il più lungo del libro, Levi riconosce la necessità umana di dividere il campo sociale in "noi" e "loro", due gruppi chiaramente distinti e identificabili, ma sottolinea che questa coppia opposizionale del pensiero è inadeguata di fronte alla complessità della vita nei campi. La rete di relazioni umane all'interno dei Lagers non era semplice e non poteva essere ridotta ai due estremi di vittime e persecutori. Lo "spazio intermedio" è un termine coniato dal filosofo, teologo e matematico russo, in un'epoca di culto della razionalità, per indicare che ci sono altri percorsi più alti verso la verità e che quando l'intelletto rifiuta le emozioni e i sentimenti non può riuscire a conoscere la verità. È lo spazio dell'invisibile che il progetto rende visibile, cioè un mondo intermedio tra soggettivo e oggettivo. È un'unità binomica, unità nella diversi-tà, che è inseparabile dalla presenza dello skacok, la zona intermedia, cioè dove si dovrebbe realizzare la concettualizzazione del mistero dell'invisibile. Il riferimento a questa "zona" rappresenta una delle questioni più problematiche, in quanto difficile da definire con gli strumenti razionali a nostra disposizione. Tuttavia, abbiamo a che fare con un'entità essenziale per l'interazione tra le due dimensioni, apparentemente inconciliabili, dell'esistenza dell'uomo, il visibile e l'invisibile. Il Covid19 è un test per la società, i governi, le comunità e gli individui. È tempo di solidarietà e cooperazione per combattere il virus e mitigare gli effetti, spesso involontari, di misure volte a fermare la diffusione di questa pandemia globale. Il presente articolo utilizza i concetti di "zona grigia" e di "spazio intermedio" come chiavi per analizzare l'impatto improvviso e sostanziale di Covid19 sulla cultura e sulla società.
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Malthaner, Stefan. « "La comunitŕ che rifiuta di accettare la Legge di Dio" : dinamiche di radicalizzazione nelle relazioni tra gruppi di militanti islamici e le loro constituencies ». PARTECIPAZIONE E CONFLITTO, no 3 (décembre 2011) : 36–57. http://dx.doi.org/10.3280/paco2011-003003.

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Garista, Patrizia, et Cristina Coccimiglio. « Digital resilient narratives. Pedagogic gender frailties crossing time and space in emergency ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 422–30. http://dx.doi.org/10.36253/form-12608.

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In times of crisis, vulnerable groups face more challenges and experience a greater sense of exclusion, due to being separated from positive relationships, caregivers, supporters. A challenge that many women face is having multiple identities as mothers, workers, wives, caregivers. However, fragility can become the wheel of positive change if well supported by technologies and appropriate educational strategies. We know how narratives can serve to hold all these identities together, creating a digital space, where everyone can recognize similar stories or share their own. This article proposes a theoretical reflection on gender frailties during the time of the pandemic, and reflects on spaces and time which generate digital resilient narratives. Narrazioni digitali resilienti. Le fragilità educative al femminile attraversano spazi e tempi dell’emergenza. In tempo di crisi, i gruppi vulnerabili devono affrontare più sfide e vivere di più la dimensione dell'esclusione, lontani da relazioni positive, caregivers, sostenitori. Tra loro, le donne si trovano a dover agire con le loro molteplici identità di madri, lavoratrici, mogli, caregivers. Tuttavia, la fragilità può essere riscattata se supportata da tecnologie e strategie educative e formative adeguate. Soprattutto sappiamo come le narrazioni condivise anche digitalmente creino uno spazio dove ognuno può riconoscere storie simili o condividerne una propria. Questo articolo propone una riflessione teoretica sulle fragilità attraverso uno sguardo di genere durante il periodo della pandemia, riflettendo su spazi e tempi che generano narrazioni resilienti digitali.
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Ferrandino, Vittoria, et Valentina Sgro. « Associazionismo industriale e corporativismo : l’American Chamber of Commerce in Italy nell’epoca fascista = Industrial association and corporatism : The American chamber of commerce in Italy during the fascism age ». Pecvnia : Revista de la Facultad de Ciencias Económicas y Empresariales, Universidad de León, no 19 (2 février 2016) : 103. http://dx.doi.org/10.18002/pec.v0i19.3584.

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<p>Il contributo in oggetto si propone di approfondire i rapporti tra le corporazioni e i gruppi industriali italiani da un’ottica particolare, quella dell’associazionismo che si concretizza con l’American Chamber of Commerce in Italy, instituita nel 1915 per agevolare le relazioni commerciali tra Italia e Stati Uniti. La grave crisi economica del 1930 e del 1931 e, poco dopo, le gravissime restrizioni portate agli scambi con l’estero dal programma autarchico del Governo fascista, influirono notevolmente sullo sviluppo della Camera. L’autorità dell’istituzione venne a diminuire, i rapporti con gli Stati Uniti si fecero più rari e il numero dei soci diminuì notevolmente.<strong> </strong>Alle corporazioni furono affidate le autorizzazioni sui nuovi impianti, la costituzione delle compagnie per la valorizzazione dell’Africa orientale italiana, il controllo sulle iniziative economiche nelle colonie, la collaborazione col fisco nella determinazione e nell’applicazione dei tributi ed infine il controllo sul commercio estero e sulle valute. Di conseguenza, la funzione che lo Stato avrebbe dovuto esercitare servendosi delle corporazioni finì col ricadere nelle mani dei grandi industriali, che le dominavano attraverso i loro rappresentanti. Da un lato, quindi, vi erano le corporazioni, che garantivano piena libertà ai gruppi industriali, avallandone le scelte; dall’altro lato, invece, vi erano le autorità governative che riconoscevano i limiti di competenza e d’intervento di quelle istituzioni e la necessità di una migliore definizione degli obiettivi.</p><p>This contribution aims to examine the relationship between corporations and the Italian industrial groups from a particular perspective, which is that of associations through the American Chamber of Commerce in Italy, established in 1915 to facilitate the commercial relations between Italy and the United States. The economic crisis of 1930 and 1931 and, shortly after, the very serious restrictions on foreign trade of the Fascist government program influenced significantly on the Chamber’s development. The authority of the institution was to decline, the relations with the United States became more and more rare and the number of members decreased considerably. Corporations obtained the authorizations on new systems, the establishment of companies for the development of the Italian East Africa, the control on economic initiatives in the colonies, the cooperation with the tax authorities in the determination and application of taxes, and finally control over foreign trade and currencies. So the function that the State should have exercised using the corporations ended up falling into the hands of big businessmen, who ruled through their representatives. Therefore, Corporations guaranteed full freedom to industry groups supporting them, and government authorities recognized the competence and intervention limits of those institutions and the need for a better definition of the objectives.</p>
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Caccamo, Gabriella, et Fabrizia Termini. « Il gruppo clinico formativo nell'esperienza della sede milanese dell'AIPA : Jung e Balint una coniunctio possibile ». STUDI JUNGHIANI, no 50 (janvier 2020) : 83–94. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2019oa8881.

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Il lavoro parla dei Gruppi Balint (con cenni sulla teorizzazione psicoanalitica di Balint), metodo di formazione utilizzato dalla sezione milanese dell'AIPA per la formazione in gruppo degli allievi in training. Si accenna al pensiero di Bion relativo alle dinamiche nei piccoli gruppi e alla teoria degli assunti di base, che ogni conduttore di gruppo deve avere ben presente. Si stabilisce infine un punto di incontro tra l'attenzione di Balint agli aspetti relazionali del rapporto terapeuta/pa­zien­te e il pensiero di Jung incentrato sulla metafora alchemica per rappresentare il processo che coinvolge insieme analista e paziente.
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Benigni, Valentina. « Una festa da paura ! Mi sono divertito da morire ! Gli intensificatori iperbolici dell’italiano e la loro resa in russo ». Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura 1, no 9 (2017) : 5–18. http://dx.doi.org/10.24917/20837275.9.1.1.

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Abstrakt Il contributo propone una trattazione complessiva di alcuni tipi di locuzioni aggettivali e avverbiali dell’italiano introdotte dalla preposizione da che hanno la funzione di intensificare il significato dell’elemento a cui si riferiscono attraverso un’iperbole: una vacanza da sogno, bella da impazzire, mi annoio da morire. Alcune di queste strutture mostrano un carattere altamente polifunzionale che si manifesta nella capacità di modificare diverse classi di parole (nomi, aggettivi, verbi), nonché di occorrere da sole, indipendente da una testa sintattica, come segnali discorsivi. Nel lavoro verrà proposta una classificazione corpus based dei diversi pattern sintattici e dei formati semantici che vi si associano. L’analisi offre spunti interessanti anche per una descrizione della polisemia della preposizione da e per lo studio delle relazioni concettuali che codificano l’iperbole. Infine, l’ultima parte del lavoro è dedicata a un’analisi contrastiva italiano-russo-inglese e rappresenta un primo tentativo di individuare convergenze e divergenze nell’uso di iperboli intensificative tra lingue appartenenti a gruppi diversi. "Una festa da paura! Mi sono divertito da morire!". Intensyfikatory o znaczeniu nacechowanym dodatnio i ujemnie oraz ich odpowiedniki w języku rosyjskim Celem niniejszego artykułu jest kompleksowa analiza niektórych włoskich wyrażeńfrazeolologicznych przymiotnikowych i przysłówkowych wprowadzonych przez przyimek ‘da’ i pełniących funkcję intensyfikatora znaczenia elementu, do którego się one odnoszą za pomocą hiperboli: ‘vacanza da sogno’, ‘bella da impazzire’, ‘mi annoio da morire’. Niektóre z tych struktur posiadają wielofunkcyjną naturę: mogą modyfikować różne części mowy (rzeczowniki, przymiotniki, czasowniki), mogą też występować samodzielnie, niezależnie od członu określonego w syntagmie, jako sygnały dyskursywne. Artykuł zawiera klasyfikację różnych wzorców syntaktycznych i tak zwanych formatów semantycznych, które się z nimi łączą, opracowaną w oparciu o korpusową (corpus based) analizę porównawczą. Analiza jest punktem wyjścia do opisu polisemii przyimka ‘da’ i do analizy relacji konceptualnych, które kodyfikują hiperbole. Ostatnia część artykułu poświęcona jest analizie kontrastywnej języków włoskiego, rosyjskiego, angielskiego i stanowi pierwszą próbę wyodrębnienia zbieżności i rozbieżności w zastosowaniu hiperboli intensyfikujących w obrębie języków należących do różnych grup.
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Montirosso, Rosario, Lynne Murray, Guenda Ghezzi Perego, Roberto Brusati, Francesco Morandi et Renato Borgatti. « Modalitŕ interattive nella relazione precoce tra madre e bambino affetto da labio-palato-schisi. Studio osservativo su un campione italiano ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2010) : 134–52. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003007.

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I bambini affetti da labio-palato-schisi (LPS) possono presentare difficoltŕ nell'interazione socio-emozionale con la madre. L'obiettivo dello studio č analizzare la qualitŕ degli scambi affettivi in una fase precoce dello sviluppo. Hanno preso parte alla ricerca due gruppi (clinico e di controllo) composti entrambi da 16 diadi madre-bambino. Un'interazione di cinque minuti viso-a-viso č stata vi- deo-registrata quando il bambino aveva 2 mesi di vita. I comportamenti e lo stile interattivo della madre e del bambino sono stati codificati mediante il sistema GRS - Global Rating Scales [29]. Č stato inoltre somministrato il questionario BDI - Beck Depression Inventory - compilato dalle madri per valutare la sintomatologia depressiva. I risultati evidenziano che rispetto ai bambini del gruppo di controllo i bambini con LPS manifestano una ridotta partecipazione allo scambio relazionale con la madre. Le madri del gruppo clinico appaiono meno sensibili rispetto alle madri del gruppo di controllo. Tra i due gruppi di madri non emergono differenze ai punteggi ottenuti al questionario sulla sintomatologia depressiva. Tuttavia, nel corso dell'interazione con il loro bambino le madri del gruppo clinico manifestavano segni di natura depressiva. Globalmente le interazioni madrebambino affetto da LPS risultano meno fluide e con un minor numero di scambi comunicativi positivi. In conclusione, la presenza di LPS nel bambino interferisce in modo rilevante sulla qualitŕ dell'interazione precoce madre-bambino. Questi risultati suggeriscono l'importanza di pianificare interventi precoci indirizzati a facilitare la relazione tra la madre e il bambino affetto da LPS.
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Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Dieci anni di gruppi in Italia (1970) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (novembre 2022) : 613–24. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-004006.

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Viene pubblicata, dopo una nota introduttiva di Pier Francesco Galli, la relazione te-nuta a un convegno dal titolo "Dieci anni di gruppi in Italia", organizzato da Enzo Spaltro (1929-2021) a Milano nel maggio 1970. Tra i temi discussi vi sono i seguenti: il ruolo dell'intellettuale e in particolare dello psicoanalista in una società in trasformazione e che sta ammodernandosi, la funzione delle tecniche psicologiche e psicoterapeutiche di gruppo e il loro possibile utilizzo in senso manipolatorio, la importazione di teorie e tecniche e il problema della possibile "colonizzazione" culturale da parte di altri Paesi, la psicologia del lavoro e il ruolo dello psicologo nelle aziende, e così via. [Parole chiave: Psicoterapia di gruppo; Psicologia del lavoro; Tecniche psicologiche di gruppo; Psicoanalisi di gruppo; Ruolo dell'intellettuale]
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Caprì, Tindara, et Rosa Angela Fabio. « Processi cognitivi complessi e aggressività ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 713–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002012.

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Gli studi presenti in letteratura hanno mostrato l'esistenza di fattori cognitivi, emotivi e genetici che influenzano l'aggressività. Mentre molte ricerche focaliz-zano la loro attenzione sui processi cognitivi sociali, lo scopo del presente studio è quello di indagare la relazione tra processi cognitivi complessi e aggressività. Abbiamo esaminato tale relazione in 236 bambini delle scuole elementari. L'obiettivo principale di questa ricerca è indagare se nei bambini che attuano comportamenti aggressivi, esistono differenze non solo negli aspetti socio-cognitivi (Fase 1 della ricerca), come rilevato dagli studi presentati, ma anche nei processi cognitivi complessi che ne sono alla base, come il pensiero critico ed il problem solving (Fase 2 della ricerca). Sono stati confrontati due gruppi: soggetti aggressivi e di controllo. Abbiamo ipotizzato che i bambini con comportamento aggressivo mostrino capacità di pensiero critico e di problem solving inferiori ri-spetto al gruppo di controllo. I partecipanti erano inizialmente 121 maschi e 115 femmine, di età compresa tra 10 e 11 anni. La ricerca è stata articolata in due fasi distinte. Nella prima sono state somministrate tre scale di self report e una scala di nomina dei pari per valutare rispettivamente: il comportamento aggres-sivo, l'autoefficacia e il disimpegno morale; inoltre due scale sono state sommi-nistrate agli insegnanti per valutare i comportamenti aggressivi, disattentivi e ipe-rattivi dei bambini. Nella seconda fase, 31 bambini sono stati selezionati dal campione iniziale e suddivisi in due gruppi (aggressivo vs controllo). Il pensiero critico e le capacità di problem solving sono stati testati da cinque strumenti. I risultati mostrano un'interessante relazione tra comportamenti aggressivi e le di-mensioni analizzate e rivelano differenze significative tra bambini con compor-tamento aggressivo e gruppo di controllo solo nel pensiero critico, e non nelle ca-pacità di problem solving. I risulati sono stati discussi alla luce della teoria dell'elaborazione delle informazioni sociali, secondo cui le abilità sociali e cogni-tive giocano un ruolo chiave nell'influenzare il comportamento aggressivo.
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Silvestri, F. « Relationship between Time in target and Glycosilated Haemoglobin in a cohort of Type 1 Diabetes paediatric patients with Continuous Glucose Monitoring vs Self- Monitoring Blood Glucose ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 112. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.6.

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OBIETTIVO DELLO STUDIO Nei pazienti affetti da diabete di tipo 1 il Time in Target fornisce importanti dati sul controllo glicometabolico e può sicuramente affiancare, e forse in futuro sostituire, l’Emoglobina glicosilata. Nella popolazione adulta con diabete di tipo 1 la correlazione tra Time in Range (TIR%) e HbA1c è ormai un dato acquisito. Obiettivo di questo studio è valutare questa stessa relazione in una coorte di pazienti pediatrici con diabete di tipo 1 che usa due differenti sistemi di monitoraggio glicemico. DISEGNO E METODI È uno studio osservazionale retrospettivo che ha valutato 119 pazienti affetti da diabete di tipo 1 (età media 11,8±4,4), divisi in due gruppi principali in base al sistema di monitoraggio glicemico utilizzato (66 CGM, 53 SMBG) e in due sottogruppi in base al metodo di erogazione dell’insulina (CSII or MDI). L’obiettivo è stato trovare una correlazione tra HbA1c e Time in Target. RISULTATI La correlazione tra HbA1c% - TIR% è forte nel gruppo CGM e moderata in quello SMBG. Per un incremento del TIR del 10%, l’HbA1c% si reduce di 0.45 nel gruppo CGM e di 0.31 nel gruppo SMBG. Come risultati collaterali abbiamo evidenziato che nei gruppi CGM e SMBG la correlazione tra TDD e HbA1c% è risultata statisticamente significativa (un aumento della TDD corrisponde a un incremento dell’HbA1c%) e che il metodo di erogazione dell’insulina (CSII o MDI) influenza la TDD solo nel gruppo CGM: CSII=33 IU (±16,62) vs MDI= 19,5 IU (±16,37). Non influenza invece l’HbA1c%: nel gruppo CGM con CSII=7.4% (±1.08) vs MDI=7.7% (±1.00). Nel gruppo SMBG: CSII=8.35% (±1.88) vs MDI=8.00% (±1.24). CONCLUSIONI In linea con la letteratura, ad ogni aumento di TIR del 10% si associa una variazione dell’HbA1c% di 0.45 nel gruppo CGM e 0.31 nel gruppo SMBG, con inferenza sulla popolazione pediatrica. Inoltre, l’utilizzo del CSII comporta un aumento della TDD. PAROLE CHIAVE diabete tipo 1; tecnologia applicata al diabete; pediatria; monitoraggio glicemico in continuo.
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Paloma, Virginia, Manuel Garcěa-Raměrez et Carlos Camacho. « Relazione tra benessere e giustizia nella popolazione marocchina nel Sud della Spagna ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (juillet 2012) : 81–100. http://dx.doi.org/10.3280/psc2012-001006.

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La scelta migratoria ha normalmente come obiettivo migliorare le proprie condizioni di vita e, quindi, il proprio benessere. Senza dubbio, queste aspettative non sempre sono soddisfatte, soprattutto in contesti di accoglienza che relegano i gruppi appena arrivati in posizioni di inferioritŕ di potere. Partendo dalla psicologia della liberazione, questo studio ha come finalitŕ quello di indagare a livello empirico la relazione stabilita tra il grado di giustizia nel contesto di accoglienza e il benessere della popolazione immigrata marocchina nel Sud della Spagna. La raccolta dei ricerca ha previsto la partecipazione di 633 immigrati provenienti da 20 unitŕ territoriali dell'Andalusia. I dati mostrano come il livello di benessere del gruppo marocchino sia strettamente connesso con il livello di giustizia del contesto di stabilizzazione. Inoltre, la ricerca pone in luce che l'apertura alla diversitŕ da parte delle comunitŕ di accoglienza, la sensibilitŕ culturale dei servizi comunitari e l'assenza di una segregazione residenziale sono indicatori adeguati della giustizia del contesto. In breve, i dati confermano empiricamente i presupposti teorici difesi dalla psicologia della liberazione.
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Brunori, Luisa. « Il microcredito ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 45 (février 2013) : 53–62. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045005.

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Cooperazione e competizione sembrano comporre un dualismo di difficile coesistenza. Tuttavia, l'intreccio tra il pensiero gruppoanalitico e il microcredito modello Grameen pare riesca a superare questa prospettiva. In questo articolo proponiamo una discussione focalizzata sulla cooperazione e sulla competizione intese come due bisogni; due diversi modi di stare nelle relazioni umane. Il gruppo č il protagonista principale di questo dibattito inteso nella sua identitÀ di generatore di beni relazionali teoricamente infiniti. Altro punto centrale in questa discussione č il significato relazionale della parola oikos nomos (la ‘regola della casa'), l'espressione greca da cui deriva la parola ‘economia'. Questo ci porta all'idea di un sistema di condivisione che nasce dalla famiglia per estendersi alla comunitÀ e alla societÀ piů vasta.
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Porretta, Bruno, Elvira Cicognani et Bruna Zani. « Scopi di vita e uso di sostanze psicoattive fra gli studenti universitari ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (février 2011) : 31–46. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003003.

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La ricerca indaga, in un campione di studenti universitari, la relazione tra utilizzo di sostanze psicoattive e scopi di vita (, Emmons, 1986). L'ipotesi era che le sostanze siano considerate un fattore che facilita il raggiungimento di alcuni tipi di scopi, in particolare quelli relativi all'area delle relazioni sociali e del benessere. Il campione č costituito da 698 studenti universitari (di cui il 37.8% maschi) iscritti a diversi anni di corso. I risultati hanno evidenziato un maggiore consumo di sostanze da parte dei maschi, degli studenti fuori sede e un incremento del consumo durante gli anni universitari. Il consumo di alcolici č ritenuto facilitare il raggiungimento degli scopi di natura sociale (es. conoscere persone nuove, sentirsi adeguato nelle situazioni di gruppo), mentre l'utilizzo di hashish/ marijuana č associato al raggiungimento degli scopi di vita riferiti alla crescita personale e al benessere psicologico.
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von Salis, Thomas. « Il contributo di Armando Bauleo al concetto di gruppo ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 1 (mars 2010) : 67–76. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-001005.

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Il "gruppo operativo" (descritto dallo psicoanalista argentino Enrique Pichon- Rivičre) č visto come lo strumento metodologico e pratico della psicologia sociale psicoanalitica. Č caratterizzato dal compito che i membri del gruppo si sono dati ed č un'istanza a ponte tra individuo e societŕ. Questo modello consente di superare la dicotomia tra emozione e cognizione (comprensibile nella moderna societŕ industriale come la distanza tra il lavoratore ed il suo prodotto). La dicotomia č prodotta dall'ideologia, e questa tecnica consente all'operatore di liberarsi dalla sua passivitŕ. L'ipotesi di Armando Bauleo (1932-2008) č che la struttura gruppale sia la costruzione ideologica par excellence e attraverso di essa sia possibile evidenziare i meccanismi costitutivi dell'ideologia. Per fare ciň occorre mettere a fuoco la relazione gruppocompito ed il legame che unisce il conduttore a questa relazione.
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Bocquenet, Louis, Angela Sordano et Diego Rora. « Cadre e l'attualitŕ dell'invisibile ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 75–85. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001007.

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Obiettivo dell'intervento č quello di evidenziare i nodi teorici e concettuali scaturiti dal confronto di due équipe, una francese ed una italiana, che utilizzano la metodologia dello psicodramma nel trattamento di bambini e adolescenti. Lo scambio tra le due équipe č nato con lo scopo di individuare una metodologia comune, raffrontabile, volta alla valutazione degli esiti psicoterapeutici nella clinica dei gruppi dell'infanzia e dell'adolescenza. Č stata fatta una scelta che ribalta lo schema classico della ricerca scientifica, basato sul confronto degli esiti a partire da strumenti predefiniti ed indipendenti dai contesti applicativi. Le due équipe sono, infatti, partite dal confronto concreto dei contesti di lavoro, delle metodologie ed infine dei paradigmi teorici che li supportano. Le riflessioni teoriche vertono sulla relazione individuo-gruppo, sugli indicatori di esito e sul ruolo fondamentale del Cadre per rendere visibili gli aspetti invisibili del processo terapeutico.
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Luisa Miscioscia, Carla, et Maria Caterina Pugliese. « Prevenire le crisi adottive : esperienze di gruppo per adolescenti e adulti adottati ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (novembre 2020) : 130–41. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-002011.

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La letteratura definisce come molto complesso il passaggio dall'adolescenza e all'eta adulta per le persone adottate le quali devono fare i conti con un importante lavoro di integrazione tra diverse appartenenze, identita etnica, il possibile riemergere di vissuti di natura traumatica e l'assunzione del ruolo adulto. Queste sfide influiscono sul processo di individuazione e separazione, sullo svincolo dalla famiglia, sulla costruzione di una relazione di coppia matura e sul modo di vivere l'essere genitore. E evidente quanto sia importante accompagnare le famiglie adottive e i figli adottati sia nella fase che precede la costituzione della famiglia, sia soprattutto nelle fasi successive con proposte adeguate alla fase del ciclo di vita individuale e familiare. Scopo del presente lavoro e quello di illustrare due esperienze di gruppo, campus esperienziali per adolescenti adottivi e gruppi di confronto per adulti adottati condotti dalle autrici, quali proposte di particolare valore preventivo di possibili situazioni di crisi adottiva o disagio personale che valorizzano le risorse degli adottati.
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Lama, Antonella. « Prendersi cura dei curanti : i gruppi di psicodinamica per operatori sanitari ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 97–111. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003006.

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Lo sviluppo e il mantenimento del benessere degli operatori č una chiave strategica di ogni struttura sanitaria orientata alla promozione della salute negli ospedali. Ciň malgrado sono in costante aumento segnali di sofferenza, situazioni conflittuali e manifestazioni di disagio da parte degli operatori sanitari dei reparti ospedalieri. Negli ultimi anni l'UO 1 di Psicologia dell'APSS di Trento ha introdotto i gruppi di psicodinamica, adattando il dispositivo della psicoterapia dinamica di gruppo ai bisogni delle équipe e affidandone la conduzione a personale esperto. Si tratta di esperienze a termine della durata di 12-18 mesi con incontri ad intervalli regolari (due volte al mese). Il personale focalizza le tematiche legate alle difficoltŕ della relazione con i colleghi e coi pazienti, e ha la possibilitŕ di elaborare le esperienze traumatiche. Tra i principali benefici riferiti dagli operatori vengono citati il miglioramento del clima emotivo e l'individuazione di sistemi difensivi piů evoluti per far fronte alla compassion fatigue.
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Tambasco, N., F. Lalli, A. Rossi, V. Gallai, G. Guercini et G. P. Pelliccioli. « Attivazione delle aree corticali motorie nel morbo di Parkinson Studio funzionale con risonanza magnetica ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 1 (février 2000) : 105–9. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300119.

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I pazienti affetti da morbo di Parkinson (MP) sperimentano nella bradicinesia uno dei sintomi più disabilitanti, verosimilmente determinato da una deafferentazione dai nuclei della base di alcune aree corticali motorie. Scopo di questo studio è stato quello di evidenziare mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI) differenze nell'attivazione delle aree corticali motorie primarie e secondarie in risposta a compiti motori specifici tra un gruppo di pazienti affetti da MP iniziale e un gruppo di soggetti di controllo di pari età. Abbiamo inoltre studiato l'effetto dell'apomorfina, farmaco dopaminoagonista efficace nella bradicinesia, per verificare se al miglioramento clinico corrispondesse una variazione di attivazione delle aree corticali motorie. I pazienti hanno mostrato una riduzione significativa del numero di sequenze motorie effettuate con la mano destra, lato più affetto, rispetto al controlato ed ai controlli. Dopo somministrazione di apomorfina si è verificato un incremento della media delle sequenze motorie, senza però raggiungere i valori dei controlli. L'esame con fMRI ha fatto evidenziare che il numero totale di pixel non differiva tra i vari gruppi. Nei pazienti si è osservata una attivazione statisticamente inferiore dell'area corticale motoria primaria (M1) controlaterale al lato più affetto e una maggior attivazione, statisticamente significativa, dell'area corticale premotoria laterale (PML) nell'emisfero più affetto. La riduzione di attivazione nella Ml è in relazione principalmente con il rallentamento motorio, mentre l'iperattivazione della PML potrebbe essere il correlato neuroradiologico delle alterazioni che sottendono una disfunzione delle afferenze dai nuclei della base.
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Bianchi, Lavinia. « La narrazione nella relazione educativa : le parole dell'intercultura ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 270–79. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9254.

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Résumé :
Le narrazioni della migrazione si caratterizzano per complessità, intensità e molteplici finalità tra loro composite: di natura amministrativa (l'audizione davanti alla Commissione Territoriale per la richiesta di Protezione Internazionale), sociale (il colloquio sociale per l'apertura della cartella e per la progettazioneorientamento), educativa (i colloqui educativi per la progettazione dei PEI1 e del PDI) e psicologica (i colloqui terapeutici individuali di gruppo e i vari setting etnopsicologici). Troppo spesso sospesi tra narrazioni tossiche e strumentalizzazioni spettacolarizzanti (Fiorucci, 2017) i discorsi della migrazione rappresentano, invece, una possibilità educativa ed educante, una risorsa potenzialmente efficace per una solida e restitutiva relazione educativa. Questa riflessione teorica è frutto di analisi autoetnografica, dei memo narrativi (Charmaz, 2014) raccolti dal 2011 al 2018 nella pratica educativa in accoglienza e nella ricerca Dottorale relativa all'educazione dei Msna costruita tra il 2015 e il 2018.
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Russo, Marcello, Filomena Buonocore et Maria Ferrara. « Inquadramento concettuale, prospettive teoriche e tendenze evolutive negli studi sulla diversitŕ nei gruppi di lavoro ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 33–63. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001002.

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Résumé :
La diversitŕ nei gruppi di lavoro rappresenta un tema di grande interesse per il mondo accademico e manageriale. La crescente attenzione verso tale tematica č riconducibile a due fenomeni ricorrenti nelle realtŕ organizzative moderne. Da un lato si consideri la diffusa tendenza nelle aziende ad un estensivo utilizzo del gruppo quale strumento per favorire processi decisionali su problemi complessi, una maggiore flessibilitŕ ed una efficace gestione della complessitŕ ambientale. Dall'altro lato si osserva la rilevanza dei recenti cambiamenti demografici della forza lavoro, caratterizzati da un incremento della partecipazione delle donne, degli ultracinquantenni e delle minoranze etnico-razziali alla vita lavorativa che hanno reso la diversitŕ un fenomeno o una condizione quotidianamente presente nell'organizzazione. La letteratura sul tema evidenzia che la diversitŕ rappresenta un'arma a doppio taglio, rappresentando al tempo stesso un valore aggiunto ed un elemento di debolezza per le organizzazioni. L'eterogeneitŕ dei componenti di un gruppo, infatti, rappresenta un valore aggiunto per le aziende alla luce della pluralitŕ di competenze, abilitŕ e frame cognitivi presenti che favorisce la considerazione di prospettive di analisi nuove e altrimenti mai considerate. Tuttavia, se non adeguatamente gestita, la diversitŕ puň trasformarsi rapidamente in un elemento di debolezza. La diversitŕ, infatti, puň accrescere la tensione all'interno del gruppo, favorendo la nascita di coalizioni o sottogruppi che possono minare la coesione interna e ridurre la capacitŕ decisionale di un gruppo. Alla luce delle presenti considerazioni, questo articolo si propone di illustrare i principali meccanismi di azione della diversitŕ all'interno dei gruppi di lavoro. Al fine di favorire una maggiore comprensione del tema, sarŕ affrontato in primis il problema dell'inquadramento concettuale attraverso un'analisi delle principali definizioni presenti in letteratura ed una descrizione delle dimensioni piů rilevanti con cui la diversitŕ puň manifestarsi all'interno dei gruppi di lavoro. Nella seconda parte del lavoro si considerano gli effetti che la diversitŕ produce sulle dinamiche organizzative dei gruppi di lavoro. L'attenzione č posta su una serie di prospettive di analisi che permettono di illustrare gli effetti che la diversitŕ puň generare sui processi relazionali e sui processi decisionali di gruppo. Infine, considerati i recenti contributi sul tema, il lavoro si conclude delineando tre aree di ricerca futura che possono stimolare un proficuo dibattito tra gli studiosi sul tema e rappresentare allo stesso tempo un'interessante research agenda per gli anni avvenire.
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Apostolo, Laura, Annamaria Burlini, Elena Di Bella, Gianni Fantuzzi, Bianca Gallo, Orietta Mocci et Alessandra Simonetto. « Il legame empatico nella relazione terapeutica individuale e gruppale ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 21–74. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003003.

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Résumé :
L'empatia non č un concetto definito in maniera univoca, perciň in questo lavoro si č voluto esplorare l'uso del termine in modo da poter evidenziare l'articolazione del suo significato e il suo vario declinarsi in contesti diversi. Una cosa č costruire un ponte tra biologia e cultura, altro č ridurre alla sola capacitŕ biologica, che potremmo esemplificare con la scoperta dei neuroni specchio, la possibilitŕ di stabilire relazioni profonde con gli altri esseri umani; cosě si semplifica indebitamente l'immensa complessitŕ del problema empatia, che chiama in causa il peso della dimensione simbolica, ossia il terreno su cui lavora la psicoanalisi. Queste argomentazioni costituiscono un tentativo di accostare il concetto di empatia con la pratica psicoterapeutica, di cui vengono esposti alcuni esempi, individuali e di gruppo, nelle successive parti del presente articolo. Il lavoro si articola in tre parti: una prima parte nella quale si approfondiscono gli aspetti teorici che fanno riferimento al concetto di empatia e si propone una sintesi degli autori che si sono occupati delle connessioni tra neu- roscienze e psicoanalisi; una seconda parte in cui il confronto teorico prepara ed č sostenuto dalla pratica clinica; una terza parte che propone delle esemplificazioni cliniche, tra le quali consideriamo pertinente all'impostazione del lavoro di riflessione e ricerca anche quanto č accaduto e si č sviluppato nel gruppo di lavoro stesso.
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Ferrari, Laura, Rosa Rosnati et Viviana Rossetti. « L'incontro tra culture nell'adozione internazionale : identitŕ etnica degli adolescenti e strategie familiari di socializzazione culturale ». INTERAZIONI, no 1 (juillet 2012) : 119–36. http://dx.doi.org/10.3280/int2012-001009.

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Se la costruzione dell'identitŕ č compito centrale in etŕ adolescenziale, gli adottati si trovano a doversi confrontare con un compito aggiuntivo, relativo all'integrazione nella propria identitŕ degli aspetti relativi al background etnico. Recentemente alcuni studi, condotti per lo piů nel contesto statunitense, hanno analizzato la costruzione dell'identitŕ etnica negli adolescenti e giovani adulti adottati ed hanno messo in relazione gli esiti identitari con il benessere psicosociale e le strategie di socializzazione culturale, ma, a quanto ci risulta, non sono stati mai condotti studi nel contesto italiano. Assumendo una prospettiva familiare, la presente ricerca si propone di esplorare, dal punto di vista qualitativo, come gli adolescenti e i giovani adulti adottati definiscono la propria identitŕ etnica, come riescono a comporre l'identificazione con il gruppo etnico del Paese nel quale sono nati e il riferimento culturale dei genitori adottivi e come i genitori adottivi supportino i propri figli in questo compito. I partecipanti alla ricerca sono 15 triadi composte da padre, madre e figlio in adozione internazionale di etŕ compresa tra i 16 e 25 anni a cui č stata somministrata un'intervista semi-strutturata, individualmente al figlio e congiuntamente ai genitori. Dall'analisi delle interviste sono state evidenziate alcune aree tematiche cruciali, quali l'identificazione etnica, la socializzazione culturale dei genitori, la modalitŕ di trattare la differenza di origine del figlio e la relazione genitori-figlio. In relazione alle co-occorrenze emerse tra questi temi, č stato possibile individuare quattro tipologie identitarie che discriminano rispetto a pattern relazionali familiari e all'adattamento degli adolescenti. Alla luce dei risultati presentati sono stati evidenziati alcuni risvolti applicativi utili nell'accompagnamento delle famiglie nelle diverse tappe del percorso adottivo.
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Laudadio, Andrea. « Quali sono le differenze di personalitŕ tra credenti e non credenti ? » RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (décembre 2011) : 95–124. http://dx.doi.org/10.3280/rip2010-001006.

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Résumé :
Numerosi sono i contributi internazionali che hanno affrontato il tema delle differenze di personalitŕ tra soggetti spirituali e religiosi, ma nessuno di questi studi č stato mai realizzato in Italia. A questo fine sono stati utilizzati due strumenti: il Big Five Questionnaire (Caprara, Barbaranelli, Borgogni, 1993) e la RAS - Scala di Atteggiamento Religioso (Laudadio, Baumgartner, D'Alessio,) somministrati ad un campione di 3019 soggetti (52,26% femmine) con etŕ media di 40 anni. Le analisi confermano una relazione tra le dimensioni di personalitŕ, religiositŕ e spiritualitŕ. L'analisi dei cluster evidenzia come i Religiosi siano piů Coscienziosi e Amichevoli ma meno Energici e Stabili Emotivamente rispetto agli altri due gruppi; questo risultato č in linea con quanto evidenziato da Saroglou (2002) al termine della sua meta-analisi. Sembrerebbero esistere numerose differenze di genere all'interno della relazione tra questi costrutti nonché alcune specificitŕ, forse imputabili alle caratteristiche proprie degli italiani relativamente alle dimensioni della spiritualitŕ e della religiositŕ.
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Pillera, Giuseppe C. « Feedback docente e revisione tra pari su compiti di progettazione della ricerca : evidenze empiriche da un corso di Pedagogia sperimentale online ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 309–26. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12406.

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Résumé :
La ricerca mira a identificare le tipologie di feedback che gli studenti reputano particolarmente utili per supportare percorsi di formazione universitaria online focalizzati sull'applicazione di conoscenze in compiti di progettazione, studiandone la relazione con alcune dimensioni cognitive dell'apprendimento. Lo studio, basato sull'analisi quantitativa di dati provenienti da un questionario somministrato a un gruppo di studenti e sulle valutazioni loro assegnate nelle diverse fasi del corso, verifica inoltre, all'interno di un disegno quasi-sperimentale, eventuali differenze tra chi ha lavorato in gruppo e chi individualmente e presenta gli esiti di un'analisi correlazionale tra l'utilit&agrave; percepita delle varie tipologie di feedback indagate e il tasso di frequentazione delle lezioni.
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Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Logica dell'interpretazione in psicoterapia (1964) ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 3 (août 2022) : 477–90. http://dx.doi.org/10.3280/pu2022-003006.

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Résumé :
Dopo una introduzione che inquadra storicamente questa relazione che fu tenuta nel 1964, vengono fatte alcune riflessioni sulla logica dell'interpretazione in psicoanalisi e più in generale nell'attività clinica. Tra gli aspetti che vengono discussi vi è il ruolo dell'intuizione nella clinica e quello della capacità di previsione in termini di probabilità. Viene anche accennato al rapporto tra attività clinica e ricerca in psicoterapia. (Questo testo è la trascrizione della registrazione di una relazione tenuta a braccio al Quarto corso di aggiornamento del Gruppo Milanese per lo Sviluppo della Psicoterapia - che dagli anni 1970 si chiamerà Psicoterapia e Scienze Umane - dal titolo "Problemi teorici e casi clinici", Milano, 1-4 maggio 1964; dopo la relazione è riportato il dibattito con gli interventi di Silvano Arieti, Enzo Codignola, Franco Fornari, Luigi Frighi, Pier Francesco Galli, Mario Moreno, Diego Napolitani ed Enzo Spaltro).
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Testa, Ferdinando. « Quando Perseo incontra Medusa : psicosi e relazione ». STUDI JUNGHIANI, no 51 (juillet 2020) : 113–20. http://dx.doi.org/10.3280/jun51-2020oa10106.

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Résumé :
L'autore evidenzia il rapporto tra il modello analitico junghiano e la cura delle psicosi, utilizzando la dimensione del mito e dell'inconscio collettivo. Lo scritto parte dall'esperienza effettuata all'interno di un contesto istituzionale, una struttura residenziale intermedia per la cura dei pazienti psichiatrici con gravi patologie, in cui il lavoro analitico si &egrave; confrontato sia con la dinamica relazionale paziente- terapeuta, ma anche con il sistema gruppo-istituzione. Il lavoro analitico, in tal senso, si &egrave; avvalso del patrimoniomitologico per acquisire immagini, simboli ed emozioni che hanno permesso una migliore comprensione del vissuto e del linguaggio della dimensione psicotica.
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Testa, Ferdinando. « Quando Perseo incontra Medusa : psicosi e relazione ». STUDI JUNGHIANI, no 51 (juillet 2020) : 113–20. http://dx.doi.org/10.3280/jun1-2020oa10106.

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L'autore evidenzia il rapporto tra il modello analitico junghiano e la cura delle psicosi, utilizzando la dimensione del mito e dell'inconscio collettivo. Lo scritto parte dall'esperienza effettuata all'interno di un contesto istituzionale, una struttura residenziale intermedia per la cura dei pazienti psichiatrici con gravi patologie, in cui il lavoro analitico si &egrave; confrontato sia con la dinamica relazionale paziente- terapeuta, ma anche con il sistema gruppo-istituzione. Il lavoro analitico, in tal senso, si &egrave; avvalso del patrimoniomitologico per acquisire immagini, simboli ed emozioni che hanno permesso una migliore comprensione del vissuto e del linguaggio della dimensione psicotica.
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Giuseppina Bartolo, Maria, Anna Lisa Palermiti, Rocco Servidio, Flaviana Tenuta, Francesco Craig et Angela Costabile. « L'impatto della paura da COVID-19 sui livelli di stress e sui sintomi di ansia e depressione in adolescenti ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (août 2021) : 47–62. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-002004.

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La pandemia da COVID-19 rappresenta una minaccia per il benessere psicologico degli adolescenti per via delle problematiche legate allo stress causato dall'isolamento sociale. Attraverso la somministrazione di un questionario online anonimo, l'obiettivo dello studio è esplorare, in un gruppo di 345 adolescenti (età 15-19 anni), la relazione tra la paura da COVID-19 e i livelli di stress, i sintomi di ansia e depressione, e il ruolo di quest'ultima sul benessere. I risultati confermano che la paura da COVID-19 è positivamente associata ai livelli di stress e ai sintomi dell'ansia, e quest'ultima media la relazione tra i livelli di de-pressione e stress. I risultati evidenziano la necessità di proporre azioni utili a promuovere il benessere psicologico negli adolescenti.
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Severino, Paolo. « Curare l'individuo senza cambiare il mondo ? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9535.

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Résumé :
L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, pi&ugrave; ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentivit&agrave; la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivivit&agrave;" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella societ&agrave;.
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Severino, Paolo. « Curare l'individuo senza cambiare il mondo ? Alcune riflessioni sulla relazione tra analisi e politica ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 97–113. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9535.

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L'autore, anche alla luce dell'attuale emergenza pandemica virale, riflette sul complesso rapporto tra psicologia del profondo e politica e su come questo entri, in varie forme, nella relazione tra analista e paziente. A partire dai contributi di autori quali, oltre a Jung, Neumann, Hillman, Samuels, Bollas e, in campo extra-analitico, Illich, vengono analizzati i possibili significati politici di questa relazione e, pi&ugrave; ingenerale, delle terapie del profondo, sviluppando i seguenti nuclei tematici: l'analisi come luogo di resistenza e di diversificazione dalla psicologia di gruppo; l'importanza di dare spazio alla politica nella relazione analitica; la democrazia come metafora della mente e dell'analisi; la terapia analitica come spazio per lo sviluppo dell'"agentivit&agrave; la relazione fra funzione etica della terapia e comportamenti politici; il significato politico dell'individuazione. Ci si interroga sugli elementi di possibile "contro-produttivivit&agrave;" politica e sociale della terapia del profondo e, all'opposto, sugli elementi qualificanti dell'analisi, da rivendicare nel confronto con altre forme di terapia e per quanto riguarda il suo impatto politico e culturale nella societ&agrave;.
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Cristini, Guido. « Unificazione di insegne e sostituzione della marca commerciale in un gruppo distributivo leader : ricadute di ordine economico, strategico e gestionale ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 4 (novembre 2010) : 121–44. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-004008.

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Résumé :
Nel processo di concentrazione tra gruppi distributivi a livello nazionale ed internazionale in corso da diversi anni, uno degli aspetti piů ricorsivi č costituito dalla stra- tegia di unificazione delle insegne. Tale strategia si traduce nell'analisi del valore delle insegne acquisite e, di norma, nell'eliminazione di quelle che operano ad una scala dimensionale inferiore e/o che manifestano una brand equity minore. In tale contesto, non č infrequente rilevare come l'obiettivo perseguito dal gruppo distributivo acquisitore sia quello di disporre di un'unica insegna in grado di generare economie di scala non solo esterne (sul versante della contrattualistica con i fornitori), quanto interne (comunicazione, logistica, marketing, etc.), propedeutiche al raggiungimento di gradi piů elevati di efficienza. In realtÀ, in diverse occasione, la cancellazione di una determinata insegna a favore di un'altra si č tradotta, nel breve termine, in una perdita di valore per il gruppo driver, in particolare sul versante delle vendite di marca commerciale in offerta. Nel quadro appena richiamato, obiettivo del presente articolo risulta quello di verificare se i vantaggi derivanti dall'adozione di una marca privata di Gruppo, pur in presenza della storica insegna di canale, risultino superiori a quelli ottenuti disponendo di una private label consolidata, rispondente in termini di immagine a quella caratterizzante la situazione pre-esistente. In particolare, interessa comprendere, se nel processo di cambiamento in atto non solo se il trade off risulti positivo, ma anche se i tempi e le risorse investite nel processo di conversione siano, nel complesso, da considerarsi accettabili per il distributore driver in relazione ai vantaggi raggiunti ex post.
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Licciardello, Orazio. « Diversità e integrazione : tra pregiudizi e Identita’ ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (2 juillet 2016) : 377. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.243.

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Résumé :
La convivenza tra persone e gruppi sociali appartenenti a culture molto diverse costituisce uno dei problemi di maggior complessità delle società del nostro tempo. Tale complessità è diventata ancora più evidente in relazione al crescente flusso di immigrati che vedono nell'Europa la possibilità di sfuggire alla guerra ed anche alla fame che attanaglia i loro paesi d'origine. Si tratta di realizzare condizioni di civile convivenza e di reciprocità coniugando culture e Identità sociali, mediante processi di integrazione, talora difficili ma tuttavia indispensabili, sfuggendo alle facili e stereotipiche semplificazioni ideologiche e utilizzando, invece, gli strumenti d'analisi ed intervento che le scienze psicologiche e sociali possono fornire.
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Marturano, Graziella. « Sui confini della rotta balcanica : pratiche di solidarietà ai migranti e processi di criminalizzazione ». MONDI MIGRANTI, no 3 (décembre 2021) : 43–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2021-003003.

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Résumé :
Il presente contributo si basa su una ricerca qualitativa realizzata lungo la cosiddetta "rotta balcanica", in particolare al confine tra Serbia e Croazia e tra Bosnia Erzegovina e Croazia. Uno degli elementi chiave su cui il presente lavoro si focalizza è l'analisi del regime di frontiera in relazione alle reti di solidarietà ai migranti in transito. La repressione e la criminalizzazione, funzionali al mantenimento del controllo degli attraversamenti irregolari dei confini, influenzano la dimensione della solidarietà. Partendo da una breve panoramica su come si sono evolute e modificate le traiettorie migratorie sui Balcani, nel presente articolo viene evidenziata la loro relazione con il supporto al transito dei migranti. Il focus del lavoro è centrato, da un lato, su reti e pratiche di solidarietà che sulla rotta balcanica prendono forma, e sui processi di criminalizzazione e dissuasione che subiscono; dall'altro lato, il contributo analizza gli effetti che questi processi hanno sulle rotte migratorie e sui gruppi solidali.
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